Piano locale d’azione per l’uguaglianza
tra donne e uomini
2013-2017
della Città di Merano
2
INDICE
PREMESSA......................................................................................................................................................................... 7
ENTI, ASSOCIAZIONI E ORGANIZZAZIONI PARTECIPANTI A FOCUS GROUP ............................................. 10
TABELLA DELLE TEMPISTICHE DI ATTUAZIONE ................................................................................................. 11
AREA D’INTERVENTO 1 SCUOLA E FORMAZIONE - ABBATTIMENTO DEGLI STEREOTIPI DI
GENERE NELLA FORMAZIONE DI BAMBINI/E RAGAZZI/E, NELL'OTTICA DI UNA CULTURA DEL
RISPETTO E DELLA VALORIZZAZIONE DI DONNE E UOMINI ........................................................................ 13
Obiettivo 1 Abbattimento degli stereotipi di genere nell'educazione e nella formazione della prima
infanzia ...................................................................................................................................................... 15
Azione positiva 1 Percorso formativo per assistenti all'infanzia........................................................................... 15
Azione positiva 2 Comunicazione ai genitori dei contenuti del percorso formativo.............................................. 15
Obiettivo 2 Sensibilizzazione e formazione dei genitori relativamente alla lotta precoce agli stereotipi di genere ......................................................................................................................................... 15
Azione positiva 1 Serate informative e di sensibilizzazione per genitori .............................................................. 15
Azione positiva 2 Scaffali tematici con libri in materia di abbattimento degli stereotipi per gli asili nido .............. 16
Azione positiva 3 Diffusione di libri a tema nell’ambito della distribuzione dei Kit “Bookstart” ............................. 16
Obiettivo 3 Incentivazione del lavoro di rete tra istituzioni/associazioni che si occupano dell'educazione e della formazione nella prima infanzia........................................................................................ 16
Azione positiva 1 Tavolo di coordinamento in materia di educazione e formazione nella prima infanzia ............ 16
Obiettivo 4 Abbattimento degli stereotipi di genere nell'educazione e nella formazione di ragazze
e ragazzi che frequentano la scuola secondaria di secondo grado ............................................................. 16
Azione positiva 1 Individuazione nel contesto urbano immagini e simboli riportanti stereotipi di genere............. 16
Azione positiva 2 Individuazione delle misure necessarie atte a rimuovere gli stereotipi individuati ................... 17
AREA D’INTERVENTO 2 SICUREZZA E PREVENZIONE DELLA VIOLENZA SULLE DONNE.................. 19
Obiettivo 1 Costituzione di una “Rete contro la violenza sulle donne – Città di Merano”, coordinata dal Servizio politiche femminili, a cui parteciperanno istituzioni, forze dell'ordine e associazioni
che operano nell’ambito della prevenzione della violenza ........................................................................ 20
Azione positiva 1 Costituzione della Rete contro la violenza sulle donne – Città di Merano ............................... 20
Azione positiva 2 Prosecuzione dei lavori della Rete attraverso regolari............................................................. 20
Obiettivo 2 Sottoscrizione di un Protocollo d'intesa tra gli enti/associazioni partecipanti alla “Rete
contro la violenza sulle donne – Città di Merano”, coordinata dal Servizio politiche femminili.............. 20
Azione positiva 1 Individuazione dei contenuti del Protocollo nonché sottoscrizione pubblica dello stesso ........ 20
Obiettivo 3 Potenziamento del servizio Taxi rosa nel Comune di Merano, attraverso un incremento dei Comuni aderenti e una diffusione capillare dell'informazione tra le donne .................................... 20
Azione positiva 1 Potenziamento e migliore pubblicizzazione del servizio Taxi rosa .......................................... 21
Obiettivo 4 Contribuire alla sicurezza delle cittadine avviando un programma di prevenzione nelle
scuole secondarie rivolto alle ragazze e finalizzato all'aumento dell'autostima e allo sviluppo dei
meccanismi di autodifesa........................................................................................................................... 21
Azione positiva 1 Progetto di prevenzione “Io dico no/Ich sag nein” per le ragazze delle scuole medie ............. 21
Azione positiva 2 Realizzazione di corsi di autodifesa per ragazze..................................................................... 21
3
AREA D’INTERVENTO 3 INCLUSIONE E INTEGRAZIONE SOCIALE ............................................................ 23
Obiettivo 1 Permettere di acquisire autonomia, sicurezza, basi culturali e linguistiche alle donne
migranti, al fine di fornire loro gli strumenti per una cittadinanza attiva .................................................. 24
Azione positiva 1 Creare centri di ascolto per donne migranti (progetto pilota all’interno dell’Orto interculturale) ................................................................................................................................................................ 24
Obiettivo 2 Potenziare la rete tra le istituzioni ed i rappresentanti delle diverse etnie, introducendo
nella rilevazione dei bisogni un'ottica di genere ........................................................................................ 24
Azione positiva 1 Collaborare con il tavolo interistituzionale sollecitando misure di inclusione delle donne
migranti .................................................................................................................................................................. 24
Obiettivo 3 Aprire un canale di comunicazione stabile e regolare con le donne elette nella Consulta immigrati................................................................................................................................................ 24
Azione positiva 1 Avviare incontri con le donne elette nella Consulta immigrati.................................................. 24
AREA D’INTERVENTO 4 RAPPRESENTANZA POLITICA E PARTECIPAZIONE ALLA VITA PUBBLICA E ALLO SVILUPPO ECONOMICO .................................................................................................... 25
Obiettivo 1 Favorire un’adeguata rappresentanza femminile negli organismi politici, negli organi
decisionali e nelle posizioni apicali ........................................................................................................... 27
Azione positiva 1 Modifiche dello Statuto comunale sulla rappresentanza delle donne nei diversi organi
collegiali ................................................................................................................................................................. 27
Azione positiva 2 Banca dati delle competenze femminili: promozione del progetto Interreg “Donne che
decidono” ............................................................................................................................................................... 27
Obiettivo 2 Adottare una valutazione d’impatto sul genere delle politiche di bilancio, integrando
la prospettiva di genere a tutti i livelli delle procedure di bilancio............................................................ 27
Azione positiva 1 Predisposizione di un bilancio di genere ................................................................................. 27
Obiettivo 3 Azione di sensibilizzazione sui differenziali retributivi tra donne e uomini e sulle
relative conseguenze .................................................................................................................................. 27
Azione positiva 1 Adesione e partecipazione del Comune di Merano all’iniziativa internazionale "Equal
Pay Day" ................................................................................................................................................................ 27
AREA D’INTERVENTO 5 CONCILIAZIONE TRA VITA FAMILIARE E VITA PROFESSIONALE.................. 29
Obiettivo 1 Valorizzazione del ruolo paterno ai fini della condivisione del lavoro di cura tra donne
e uomini e, conseguentemente, della maggiore flessibilità conciliativa di entrambi i generi.................... 31
Azione positiva 1 Sostenere corsi di genitorialità volti a valorizzare il ruolo dei padri (“Cerchi dei papà”) ........... 31
Azione positiva 2 Sensibilizzazione e pubblicizzazione delle potenzialità insite nel ruolo paterno ...................... 31
Azione positiva 3 Progetti di coinvolgimento dei papà nelle attività ludico-didattiche nei nidi a gestione
comunale ............................................................................................................................................................... 31
Obiettivo 2 Supporto logistico alla conciliazione tra accudimento dei figli e impegni lavorativi nei
mesi estivi .................................................................................................................................................. 32
Azione positiva 1 Programma on line delle attività estive per bambini/e e ragazzi/e a supporto dei genitori
che lavorano .......................................................................................................................................................... 32
Azione positiva 2 Mantenimento e incentivazione dell'attuale offerta di attività estive .........................................32
AREA D’INTERVENTO 6 IL COMUNE NEL SUO RUOLO DI DATORE DI LAVORO E COME ATTUATORE DI BUONE PRATICHE CON FUNZIONE ESEMPLARE ............................................................ 33
1) Il Comune nel ruolo di datore di lavoro ................................................................... 35
Obiettivo 1 Approvazione e implementazione di un Piano quinquennale delle azioni positive in
materia di pari opportunità 2013-2017 che prosegua le scelte di buone prassi avviate con il Piano
2010-2012 .................................................................................................................................................. 35
Azione positiva 1 Redazione del Piano di azioni positive in materia di pari opportunità per il quinquennio
4
2013-2017.............................................................................................................................................................. 35
Azione positiva 2 Approvazione del Piano da parte della Giunta comunale nonché implementazione delle
misure .................................................................................................................................................................... 35
Obiettivo 2 Creare sul luogo di lavoro un ambiente improntato al dialogo, al rispetto reciproco ed
alle corrette relazioni interpersonali al fine di evitare discriminazioni e molestie .................................... 35
Azione positiva 1 Redazione e approvazione del Codice di comportamento in tandem con il Comune di
Bolzano.................................................................................................................................................................. 35
Azione positiva 2 Individuazione tramite procedura selettiva della consigliera di fiducia, in tandem e in
condivisione con il Comune di Bolzano.................................................................................................................. 35
Obiettivo 3 Favorire politiche di flessibilità conciliativa degli orari di lavoro nonché azioni di
conciliazione tra vita professionale e vita familiare ................................................................................. 36
Azione positiva 1 Flessibilizzazione degli orari del personale in sintonia con i tempi della città e dell’utenza ........................................................................................................................................................................... 36
Azione positiva 2 Progetto pilota “Maggiordonna”: maggiordomo aziendale ....................................................... 36
Obiettivo 4 Sensibilizzazione sulle tematiche di genere attraverso l'organizzazione di iniziative ed
eventi per i/le dipendenti comunali............................................................................................................ 36
Azione positiva 1 8 marzo: iniziative di sensibilizzazione del personale comunale sulle tematiche di
genere.................................................................................................................................................................... 36
Azione positiva 2 25 novembre: “Campagna del fiocco bianco” .......................................................................... 36
2) Comune come attuatore di buone pratiche con funzione esemplare .................... 37
Obiettivo 1 Sensibilizzazione all'uso di un linguaggio non sessista e rispettoso delle differenze di
genere......................................................................................................................................................... 37
Azione positiva 1 Istituzionalizzazione di un linguaggio non sessista e realizzazione di apposito vademecum ................................................................................................................................................................... 37
Obiettivo 2 Lotta alle immagini lesive della dignità della donna ............................................................. 37
Azione positiva 1 Iniziative di sensibilizzazione rispetto all’uso di immagini lesive della dignità della donna ...... 37
ALLEGATO - Indagine Gender - Strategie per la parità tra donne e uomini di Angela Giungaio
5
6
PREMESSA
La Carta europea per l'uguaglianza di donne e uomini nella vita locale e regionale è stata elaborata dal
Consiglio dei Comuni e delle Regioni d'Europa (CCRE), in collaborazione con numerosi partner e con il
sostegno della Commissione Europea.
La Carta è stata poi adottata e sottoscritta dagli Stati Generali del CCRE il 12 maggio 2006 ad
Innsbruck, che hanno in tal modo identificato metodologie e buone prassi per l'attuazione concreta di
politiche per le pari opportunità a livello locale e regionale.
L'uguaglianza tra uomini e donne è infatti un diritto costitutivo e fondamentale da riconoscere e tutelare
sia dal punto di vista giuridico che culturale, politico e programmatico in tutte le sfere del vivere
quotidiano, a maggior ragione in democrazie che si ispirano ai principi dell'uguaglianza e della parità
quali quelle che contraddistinguono gli stati membri dell'Unione europea.
L'elaborazione della Carta è stata improntata al concetto di sussidiarietà, dal momento che i suoi
principi si applicano a tutti i livelli governativi, partendo dall'Unione Europea per arrivare agli Enti locali.
E sono proprio questi ultimi ad avere la responsabilità ed il dovere di esercitare un'influenza positiva sui
cittadini e sulle cittadine, indirizzando i propri sforzi verso una piena ed effettiva applicazione delle
norme e dei principi contenuti nella Carta. La Carta detta i principi da seguire per il superamento degli
stereotipi sessuali e di genere, nonché la partecipazione equilibrata delle donne e degli uomini alle
decisioni in ogni campo d'azione dell'ente locale, partendo proprio dalla politica. Sono proprio gli enti
firmatari della Carta a riconoscere per primi "l'uguaglianza e la parità nei diritti tra donna e uomo a
partecipare alla vita politica, ad assumere un mandato pubblico ed a svolgere tutte le funzioni pubbliche
ad ogni livello".
Come recitano le premesse della Carta, inoltre, per assicurare la messa in atto degli impegni ogni
firmatario dovrà redigere un Piano d'azione per l’uguaglianza che fissi le priorità, le azioni e le risorse
necessarie alla sua realizzazione. Inoltre, ogni autorità firmataria s'impegna a collaborare con tutte le
istituzioni e organizzazioni del territorio per promuovere concretamente l'instaurarsi di una vera
uguaglianza. Non solo dunque si promuove la parità di genere - come del resto in molte altre fonti
normative - ma si delineano le direttive specifiche che ogni ente locale deve seguire per mettere in
pratica effettivamente e concretamente la parità fra uomo e donna.
Il 25 novembre 2009 il Comune di Merano, nella persona del sindaco Günther Januth, ha sottoscritto la
Carta davanti al Consiglio comunale e con il voto unanime dello stesso, impegnandosi in tal modo ad
elaborare entro un congruo lasso di tempo un Piano d’azione.
A questo scopo si è formato un gruppo di lavoro costituito dall’assessora alle Pari opportunità Gabriela
Strohmer, dalla direttrice di Ripartizione Barbara Nesticò, dalla funzionaria dell’Ufficio politiche femminili
Eva Maria Baur e dalla presidente del Comitato pari opportunità Claudia Tomio; il gruppo è stato
moderato da Micki Gruber.
Il gruppo di lavoro è partito dall’acquisizione degli esiti di un’indagine di genere che era stata affidata
alla dott.ssa Angela Giungaio; l’indagine – di cui è disponibile il testo in allegato al presente Piano – è
stata propedeutica e funzionale all’individuazione delle aree di intervento sulle quali il Comune di
Merano intendeva lavorare, che sono le seguenti:
1) Scuola e formazione - abbattimento degli stereotipi di genere nella formazione di bambini/e e
ragazzi/e, nell’ottica di una cultura del rispetto e della valorizzazione di donne e uomini
2) Sicurezza e prevenzione della violenza sulle donne
3) Inclusione e integrazione sociale
7
4) Rappresentanza politica e partecipazione alla vita pubblica e allo sviluppo economico
5) Conciliazione tra vita familiare e vita professionale
6) Il Comune nel suo ruolo di datore di lavoro e come attore di buone pratiche con funzione
esemplare
Fissate le aree di intervento, il gruppo di lavoro ha individuato per ciascuna di esse un focus group
costituito da quelle istituzioni e associazioni già operanti a livello locale nei rispettivi ambiti di intervento.
Assieme ai/alle partecipanti ai focus group è stato fatto il punto della situazione relativamente a quanto
già realizzato o in fase di realizzazione sul territorio e sono stati individuati gli obiettivi comuni e le
azioni prioritarie volte al loro raggiungimento. Questo percorso di partecipazione è stato di
fondamentale importanza e si auspica che questo modus operandi garantisca la collaborazione di tutti i
principali attori della città nella concretizzazione delle diverse misure.
Il Comune di Merano può vantare per la verità un impegno pluriennale nell’ambito delle pari opportunità
sia internamente, nel proprio ruolo di datore di lavoro attraverso il Comitato pari opportunità, sia a
vantaggio della cittadinanza per mezzo dell’Ufficio politiche femminili. Desideriamo citare solo alcuni
esempi: nel 2000, primo comune in Regione, Merano ha istituito il servizio Taxi Rosa, un’iniziativa alla
quale successivamente hanno aderito altri nove comuni del circondario; da anni la nostra città partecipa
alla manifestazione Equal Pay Day, volta a sensibilizzare la cittadinanza sulle disparità di trattamento
economico tra uomini e donne; l’Amministrazione comunale ha sottoscritto una convenzione
ventennale che assicura al Museo della donna, prestigiosa istituzione cittadina, la possibilità di
occupare l’attuale sede. E ancora numerose sono le iniziative che il Comune di Merano organizza in
occasione dell’8 marzo, Giornata della donna, e del 25 novembre, Giornata Internazionale contro la
violenza sulle donne.
Per quanto riguarda le attività interne all’Amministrazione, da anni grande attenzione è stata rivolta a
far sì che il Comune adotti nella comunicazione sia esterna che interna un linguaggio non sessista,
obiettivo oramai consolidato; numerosissime sono state le iniziative di formazione rivolte ai dipendenti
ed alle dipendenti, ma anche agli amministratori ed alle amministratrici, mirate a sensibilizzare su
tematiche relative alle differenze di genere; molte sono inoltre le misure conciliative messe in campo
del Comune di Merano, ultima delle quali la recente introduzione del Maggiordomo aziendale.
Il lavoro già svolto negli anni costituirà una solida base di partenza per la realizzazione del Piano
d’azione per l’uguaglianza, per la quale ci si è dati un tempo di cinque anni.
Concludendo:
“L’uguaglianza delle donne e degli uomini è un diritto fondamentale per tutte e per tutti e rappresenta
un valore determinante per la democrazia. Per essere compiuta pienamente non deve essere
riconosciuta solo legalmente ma deve essere effettivamente esercitata e riguardare tutti gli aspetti della
vita: politico, economico, sociale e culturale.....Per giungere all'instaurarsi di una società fondata
sull'uguaglianza, è fondamentale che gli Enti Locali e regionali integrino completamente la dimensione
di genere nelle proprie politiche, la propria organizzazione e nelle relative procedure. Nel mondo di oggi
e di domani, una effettiva uguaglianza di donne e uomini rappresenta, inoltre la chiave del successo
economico e sociale, non soltanto a livello europeo o nazionale, ma anche nelle nostre Regioni, nelle
nostre Città e nei nostri Comuni.” (Tratto dalla Carta Europea)
Le pari opportunità sono trasversali a tutti gli ambiti della politica: dal lavoro alla formazione, dalla
salute al sociale, dalla sicurezza alla cultura, dai processi transculturali all'economia.
Riguardano le scelte di governo del territorio, dell'ambiente e del benessere dei cittadini.
Quando si governa un territorio, bisogna aver la capacità di anticipare le necessità delle persone.
Per comprendere i bisogni e creare un cambiamento si deve promuovere la cittadinanza attiva per
arricchire la politica locale grazie alle diverse sensibilità: di genere, di età, di reddito, di nazionalità e
consegnare a tutte e a tutti i medesimi diritti e le medesime opportunità.
L'uguaglianza e la solidarietà, l'abbattimento di pregiudizi e degli stereotipi, costituiscono per il Comune
di Merano il fondamentale obiettivo del Piano d'azione per l’uguaglianza.
8
Il gruppo di lavoro del Comune di Merano per il Piano d'azione per l’uguaglianza
Gabi Strohmer, assessora alle politiche femminili
Eva Maria Baur, funzionaria del Servizio politiche femminili
Barbara Nesticò, direttrice della Ripartizione V – Istruzione, Cultura e Servizi sociali
Claudia Tomio, presidente del Comitato d’ente per le pari opportunità
Micki Gruber, moderatrice
Merano, 8 marzo 2013
l’Assessora
Gabi Strohmer
9
ENTI, ASSOCIAZIONI E ORGANIZZAZIONI PARTECIPANTI A FOCUS GROUP
Un sincero ringraziamento a tutte le istituzioni e le associazioni che hanno partecipato con entusiasmo e
interesse alla stesura del Piano:
1.
Focus group: Piano territoriale per l’uguaglianza
Museo delle Donne Merano
Donne contro la violenza
Frauen helfen Frauen
Evangelischer Frauenverein Bethanien
Katholische Frauenbewegung St. Nikolaus
Katholische Frauenbewegung Maria Himmelfahrt
Consultorio familiare Lilith
Consultorio familiare Kolbe
Associazione Trait d'Union
Comunità comprensoriale Burgraviato
Ufficio Servizi sociali del Comune di Merano
Azienda sanitaria Alto Adige
Caritas diocesi Bolzano-Bressanone
2.
Focus group: Sicurezza e prevenzione della violenza
Commissariato di Pubblica Sicurezza
Comando Polizia Municipale
Compagnia Carabinieri di Merano
Donne contro la violenza
Consultorio familiare Lilith
Streetworker (Jugenddienst Meran)
Comunità comprensoriale Burgraviato
Ronda Atesina
Coordinatore dei medici di base dell’Azienda sanitaria di Merano
Coordinatore Pronto soccorso dell’Azienda sanitaria di Merano
3.
Focus group: Inclusione e integrazione sociale
Caritas diocesi Bolzano-Bressanone
Comunità comprensoriale Burgraviato
Donne contro la violenza
Centro multilingue
Associazione Trait d'Union
Ufficio Servizi sociali Comune di Merano
Consulta comunale delle cittadine e dei cittadini stranieri
Cooperativa sociale Turandot
Mediateca Multilingue
4. Focus group: Formazione e politiche di genere nelle scuole superiori
Dirigenti scuole secondarie di secondo grado e professionali meranesi
Sovrintendenza scolastica italiana
Schulamt in deutscher Sprache
Deutsches Bildungsressort - Innovation und Beratung
Donne contro la violenza
Consultorio familiare Lilith
5.
10
Focus group: Abbattimento degli stereotipi di genere nell'educazione e nella formazione della prima infanzia
Direzione di Circolo di scuola per l'infanzia di Merano
Deutsche Kindergartendirektion
Coordinatrice Asilo Nido
Die Kinderfreunde Südtirol
Casa Bimbo - Tagesmutter
Centro Bambini ViVa!
Popele
Baby Fantasy
Eltern-Kind-Zentrum
Freie Waldorfschule
Die Kinderwelt
La Coccinella
Tagesmütter
Die Pfütze
TABELLA DELLE TEMPISTICHE DI ATTUAZIONE
Area d’intervento
1
1
1
1
1
1
1
1
2
2
2
2
2
2
3
3
3
4
4
4
4
5
5
5
5
5
6
6
6
6
6
6
6
6
6
6
Scuola e formazione: Abbattimento degli stereotipi di genere
Sicurezza e prevenzione della violenza sulle donne
Inclusione e integrazione sociale
Rappresentanza politica e partecipazione a vita pubblica e sviluppo economico
Conciliazione tra vita familiare e vita professionale
Il Comune nel ruolo di datore di lavoro e di attuatore di buone pratiche
1) Datore di lavoro
2) Buone pratiche
Obiettivo Azione
1
1
2
2
2
3
4
4
1
1
2
3
4
4
1
2
3
1
1
2
3
1
1
1
2
2
1
1
2
2
3
3
4
4
1
2
2013
1°
2013
2°
2014
1°
2014
2°
2015
1°
2015
2°
2016
1°
2016
2°
2017
1°
2017
2°
1
2
1
2
3
1
1
2
1
2
1
1
1
2
1
1
1
1
2
1
1
1
2
3
1
2
1
2
1
2
1
2
1
2
1
1
11
12
AREA D’INTERVENTO 1
SCUOLA E FORMAZIONE
Abbattimento degli stereotipi di genere nella formazione di
bambini/e e ragazzi/e, nell’ottica di una cultura del rispetto e
della valorizzazione di donne e uomini
Il Comune di Merano ha individuato come uno degli assi prioritari della propria azione nel settore delle
pari opportunità quello della promozione di ruoli di genere non discriminatori, nella convinzione che
l’attuazione di quanto previsto dalla nostra Costituzione ed in particolare dal citatissimo articolo 3 (“Tutti
i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di
razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”), ma anche dal
proprio Statuto all’articolo 2, comma 2, (“Il Comune riconosce a tutte le persone il diritto inalienabile alla
vita, salvaguarda il principio della pari dignità di ogni donna e di ogni uomo e garantisce il rispetto dei
principi e eguaglianza e libertà”) necessiti di un profondo cambiamento culturale, che vede nel
superamento degli stereotipi legati al genere, e che tendono ad irrigidire i ruoli, uno dei suoi
fondamenti.
Il concetto di ruolo e la differenziazione tra ruoli “tipicamente” maschili e/o femminili è spesso
influenzato e ispirato da stereotipi, ovvero da visioni, rappresentazioni e credenze semplificate e
largamente condivise che tendono a persistere e ad essere trasmesse da una generazione all’altra,
quasi indifferenti alla realtà. Gli stereotipi in quanto luoghi comuni non solo possono condizionare le
idee di gruppi di individui, ma possono anche avere conseguenze sul modo di agire e sulla percezione
individuale e collettiva e sull’intera società.
La più elevata presenza delle donne sul mercato del lavoro sta ad esempio modificando, almeno in
parte, la divisione dei ruoli sulla base del genere affermatasi in passato che, in sintesi, vedeva l’uomo
dedicarsi al lavoro retribuito e la donna a quello domestico e di cura. Così come la crescita del livello di
istruzione, l’innalzamento dell’età del primo matrimonio, la riduzione del numero di figli, l’aumento dei
divorzi, la presenza nel mercato del lavoro più stabile e continuativa mostrano come il ruolo delle donne
stia cambiando e si amplino le loro possibilità di scelta di vita e relative al lavoro. Tuttavia, e senza
negare questi cambiamenti, il “doppio ruolo” che le donne occupate si trovano a svolgere, divise tra
impegni professionali e lavoro domestico e di cura e le numerose discriminazioni che subiscono sulla
base del genere (l’essere penalizzate in termini di opportunità di carriera, di retribuzione, in un mondo
del lavoro portatore di una cultura organizzativa maschile), possono essere interpretati sulla base di
aspetti strutturali, ma anche culturali, quali il perdurare di stereotipi di genere.
Le misure mirate all’abbattimento degli stereotipi di genere nell’educazione e nella formazione di
bambini/e e ragazzi/e, decise dal Comune di Merano e di seguito descritte, discendono dalla preziosa
collaborazione di diversi partner ed in primo luogo dei protagonisti del mondo della scuola, di diverso
ordine e grado, che con passione si sono messi in gioco su questi temi senza pregiudizi ed hanno
partecipato attivamente ai focus group organizzati dall’Amministrazione comunale, durante i quali sono
stati individuati gli interventi ritenuti da tutte/i come prioritari.
Nella consapevolezza di dover selezionare gli ambiti prioritari di intervento per ottimizzare le risorse a
disposizione, si è deciso di concentrare tali azioni nella fascia di età della prima infanzia e in quella che
comprende studenti e studentesse della scuola secondaria di secondo grado.
Parallelamente si è concordato che le misure dovranno concentrarsi sulla formazione di
educatori/educatrici del mondo scolastico, ma anche sulla famiglia, affinché a bambini/e e ragazzi/e
arrivi un messaggio univoco.
Relativamente alle azioni pensate per le ragazze e i ragazzi delle scuole secondarie di secondo grado,
si è ritenuto importante e strategico – anche su espressa indicazione del focus group dedicato –
puntare sulla partecipazione diretta e attiva appunto dei/delle giovani. La misura individuata richiede
infatti un coinvolgimento dei/delle partecipanti sia, in prima battuta, con una riflessione guidata sulle
tematiche in oggetto sia, in seconda battuta, con un lavoro “sul campo” che vada ad incidere in modo
visibile, efficace ed esemplare sull’immagine stessa della città.
AREA D'INTERVENTO 1
SCUOLA E FORMAZIONE
Abbattimento stereotipi di genere
Obiettivo 1
Obiettivo 2
Obiettivo 3
Obiettivo 4
Abbattimento stereotipi di genere
nell'educazione della prima infanzia
Sensibilizzazione e formazione genitori
Incentivazione lavoro di rete
Abbattimento stereotipi di genere
nella scuola secondaria di secondo grado
Azione positiva 1
Azione positiva 1
Azione positiva 1
Azione positiva 1
Percorso formativo
assistenti all'infanzia
Serate informative per genitori
Creazione Tavolo di coordinamento
tra istituzioni e associazioni
Individuazione immagini stereotipate
nel contesto urbano
Azione positiva 2
Azione positiva 2
Azione positiva 2
Comunicazione ai genitori
Scaffali tematici di libri per l'infanzia
Rimozione immagini stereotipate
Azione positiva 3
Distribuzione bibliografia tematica
14
Obiettivo 1
ABBATTIMENTO DEGLI STEREOTIPI DI GENERE NELL’EDUCAZIONE E NELLA FORMAZIONE
DELLA PRIMA INFANZIA.
Azione positiva 1
Organizzazione di un percorso formativo per le/gli assistenti all’infanzia dell’asilo nido comunale e per il
personale educativo delle microstrutture convenzionate con il Comune di Merano
Soggetti coinvolti: asilo nido comunale, microstrutture convenzionate, Servizio politiche femminili,
Ufficio personale
Destinatari/e: educatori ed educatrici della prima infanzia
Tempistica: 2014/II semestre-2017, (2 giorni all’anno, eventualmente in diverse sessioni sia in lingua
tedesca che in lingua italiana).
Budget e risorse necessarie
Si propone di realizzare queste azioni con il supporto di consulenti esterne/i e attingendo al bilancio
annuale previsto per la formazione del personale comunale (circa euro 1.000 all’anno)
Risultati attesi
• sensibilizzare le operatrici a non utilizzare o a trasmettere anche in modo inconsapevole stereotipi
di genere nonché favorire precocemente la cultura del rispetto reciproco;
• sensibilizzare le operatrici all’utilizzo di un linguaggio non sessista;
• valorizzare nei bambini e nelle bambine la propria identità di genere al fine di renderli/e
consapevoli/e delle reciproche differenze prescindendo dai comuni stereotipi.
Azione positiva 2
Comunicazione regolare ai genitori da parte delle educatrici, e condivisione con essi, delle modalità
acquisite nel percorso formativo previsto con l’Azione 1, descrivendo comportamenti e linguaggi corretti
da adottare, mirati ad ottenere l’abbattimento precoce degli stereotipi di genere nella prima infanzia.
Soggetti coinvolti: asilo nido comunale, microstrutture convenzionate, genitori dei bambini
frequentanti
Destinatari/e: genitori dei/delle bambini/e che frequentano l’asilo nido comunale e le microstrutture
convenzionate
Durata: 2015-2017 una volta all’anno
Budget e risorse necessarie
La misura non necessita di risorse finanziarie
Risultati attesi
• sensibilizzare gradualmente i genitori all’acquisizione, nella vita familiare, di comportamenti scevri
da stereotipi di genere e di un linguaggio non sessista.
Obiettivo 2
SENSIBILIZZAZIONE E FORMAZIONE DEI GENITORI RELATIVAMENTE ALLA LOTTA PRECOCE
AGLI STEREOTIPI DI GENERE
Azione positiva 1
Organizzazione di serate informative (1 all’anno) per genitori, volte a sensibilizzarli sull’importanza dei
comportamenti in famiglia che anche inconsapevolmente trasmettono ai/alle bambini/e stereotipi di
genere.
Soggetti coinvolti: relatrice esterna, asilo nido comunale, microstrutture convenzionate, scuole
dell’infanzia, genitori dei/delle bambini/e frequentanti, Servizio politiche femminili
Destinatari/e: genitori dei/delle bambini/e frequentanti
Tempistica: 2015/II semestre-2017, una volta all’anno
Budget e risorse necessarie
Costi relativi all’organizzazione dell’iniziativa, eventualmente da condividere con i servizi provinciali
competenti per la formazione del personale educativo (ca. 1.000 euro all’anno).
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Azione positiva 2
Predisposizione e diffusione di una bibliografia finalizzata alla realizzazione di scaffali tematici con libri
per l’infanzia (destinati alle/ai bambini/e) e saggistica (destinata ai genitori) mirati a sensibilizzare in
materia di abbattimento degli stereotipi di genere; tali scaffali tematici dovranno essere allestiti
all’interno di asili nido, microstrutture convenzionate e scuole dell’infanzia
Soggetti coinvolti: personale dell’asilo nido comunale, delle microstrutture convenzionate e delle
scuole dell’infanzia, Biblioteca civica, Servizio politiche femminili
Destinatari/e: bambini/e e genitori dei/delle bambini/e frequentanti l’asilo nido comunale, le
microstrutture convenzionate e le scuole dell’infanzia
Tempistica: 2014/I semestre con aggiornamenti biennali
Budget e risorse necessarie
L’azione è realizzabile con le risorse interne all’Amministrazione comunale.
Azione positiva 3
Diffusione, in collaborazione con i servizi biblioteche provinciali, di almeno un libro a tema, nell’ambito
della distribuzione dei Kit “Bookstart” che hanno per destinatarie tutte le famiglie in cui arriva un/a
nuovo/a nato/a
Soggetti coinvolti: Servizi biblioteche provinciali (ted. e it.), Biblioteca civica, Servizio politiche
femminili
Destinatari/e: famiglie in cui si verifica una nascita
Tempistica: a partire da 2016/II semestre
Budget e risorse necessarie: i costi necessari saranno ripartiti tra Provincia e Comune (su una
previsione di circa 400 nuovi/e nati/e all’anno si può preventivare una spesa a carico del Comune di
circa 3.000 euro all’anno).
Risultati attesi
• Sensibilizzare e formare i genitori, attraverso una bibliografia mirata, all’acquisizione nell’ambito
familiare, di comportamenti scevri da stereotipi di genere e di un linguaggio non sessista.
• Proporre ai bimbi, attraverso la visione di una bibliografia attenta alla neutralizzazione di stereotipi
di genere, modelli comportamentali coerenti.
Obiettivo 3
INCENTIVAZIONE DEL LAVORO DI RETE TRA ISTITUZIONI/ASSOCIAZIONI CHE SI OCCUPANO
DELL’EDUCAZIONE E DELLA FORMAZIONE NELLA PRIMA INFANZIA, FINALIZZATO ALLO
SCAMBIO DI ESPERIENZE ED ALL’ATTIVAZIONE DI SINERGIE RELATIVAMENTE AL LAVORO
COMUNE DI ABBATTIMENTO DEGLI STEREOTIPI DI GENERE.
Azione positiva 1
Creazione di un Tavolo di coordinamento tra le istituzioni e le associazioni che si occupano di
educazione e formazione nella prima infanzia, volto allo scambio regolare di esperienze, all’attivazione
di collaborazioni e di sinergie, coordinato dal Servizio Politiche femminili del Comune di Merano
Soggetti coinvolti: asili nido comunali, microstrutture convenzionate e associazioni educative,
rappresentanti di scuole dell’infanzia eventualmente interessate, Servizio politiche femminili
Destinatari/e: responsabili delle strutture sopra elencate
Tempistica: 2014/I semestre-2017 (il tavolo stesso deciderà la cadenza degli incontri)
Budget e risorse necessarie:
Si tratta di attività che possono essere svolte con le risorse interne all’Amministrazione comunale.
Obiettivo 4
ABBATTIMENTO DEGLI STEREOTIPI DI GENERE NELL’EDUCAZIONE E NELLA FORMAZIONE Di
RAGAZZE E RAGAZZI CHE FREQUENTANO LA SCUOLA SECONDARIA DI SECONDO GRADO
Azione positiva 1
Coinvolgimento della Consulta giovani e dei centri giovanili al fine di individuare nel contesto urbano
immagini e simboli riportanti stereotipi di genere (ad es. semafori, segnaletica stradale, toilette, ecc.)
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per sensibilizzare i giovani alle tematiche di genere rendendoli soggetti attivi.
Soggetti coinvolti: Consulta dei giovani, centri giovanili, scuole secondarie di secondo grado, Servizio
politiche femminili, relatrice/moderatrice esterna
Tempistica: 2015/I semestre (una edizione nell’ambito della durata del Piano)
Budget e risorse necessarie: onorario dell’esperta che accompagnerà il progetto (circa 2.000 euro).
Azione positiva 2
Individuazione delle misure necessarie atte a rimuovere gli stereotipi individuati, con il supporto delle
istituzioni competenti.
Soggetti coinvolti: Consulta dei Giovani, centri giovanili, scuole secondarie di secondo grado, Servizio
politiche femminili, varie istituzioni del territorio
Destinatari/e: tutta la cittadinanza
Tempistica: 2015/II semestre-2016/II semestre
Budget e risorse necessarie: da definire a censimento completato.
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AREA D’INTERVENTO 2
Sicurezza e prevenzione della violenza sulle donne
La violenza sulle donne non ha tempo né confini, è endemica e non risparmia nessuna nazione o
paese, industrializzato o in via di sviluppo che sia. Non conosce nemmeno differenze socio-culturali,
vittime ed aggressori appartengono a tutte le classi sociali, perché al di là di quello che tutti i giorni
viene mostrato dai media, il rischio maggiore sono i familiari, mariti e padri, seguiti dagli amici, vicini di
casa, conoscenti stretti e colleghi di lavoro. Secondo l’OMS una donna su cinque ha subito, nella sua
vita, abusi fisici o sessuali da parte di un uomo.
L’Amministrazione comunale di Merano ha pertanto deciso di impegnarsi concretamente in questo
preciso ambito, in quanto chi esercita violenza sulle donne viola un diritto umano fondamentale e, in
ottemperanza al principio di partecipazione che è alla base della redazione del Piano locale d’azione,
ha invitato ad un focus group istituzioni, forze dell’ordine e associazioni che operano sul territorio
nell’ambito della prevenzione della violenza, per valutare quali potessero essere le misure prioritarie da
mettere in campo.
Dal focus group è immediatamente emersa la necessità di migliorare la comunicazione ed attivare
maggiori sinergie tra i partecipanti, attraverso la costituzione di una Rete contro la violenza sulle donne
- Città di Merano, coordinata dall’Assessorato alle Politiche femminili, a cui parteciperanno istituzioni,
forze dell’ordine e associazioni che operano nell’ambito della prevenzione della violenza. Obiettivo della
Rete sarà la realizzazione di connessioni stabili tra servizi, istituzioni e realtà della cittadinanza attiva,
nonché l’individuazione di alcune misure che saranno ritenute prioritarie e che il Comune di Merano si
impegnerà ad attivare o a sollecitare. I/le partecipanti alla Rete elaboreranno inoltre un protocollo
d’intesa per fissare una serie di procedure al fine di ridurre le sovrapposizioni di interventi e dunque il
dispendio di preziose energie.
Il Piano inoltre desidera contribuire alla sicurezza delle cittadine potenziando il già più che collaudato e
apprezzato servizio del Taxi Rosa nonché avviando un programma di prevenzione nelle scuole
superiori primarie e secondarie rivolto alle ragazze e finalizzato all’aumento dell’autostima e allo
sviluppo di meccanismi di autodifesa.
AREA D'INTERVENTO 2
SICUREZZA E PREVENZIONE DELLA VIOLENZA SULLE DONNE
Obiettivo 1
Obiettivo 2
Obiettivo 3
Obiettivo 4
Costituzione Rete contro la violenza
sulle donne - Città di Merano
Sottoscrizione di un Protocollo d'intesa
della Rete contro la violenza
Potenziamento Taxi rosa
Programma di prevenzione nelle scuole
e aumento dell'autostima per ragazze
Azione 1
Azione 1
Azione 1
Azione 1
Costituzione della Rete
Individuazione contenuti Protocollo d'intesa
e sottoscrizione pubblica
Ampliamento e potenziamento
Servizio Taxi rosa
Progetto "Io dico no/Ich sag nein""
Azione 2
Azione 2
Attività della Rete
Progetto corsi di autodifesa per ragazze
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Obiettivo 1
COSTITUZIONE DI UNA “RETE CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE – CITTÀ DI MERANO”,
COORDINATA DAL SERVIZIO POLITICHE FEMMINILI, A CUI PARTECIPERANNO ISTITUZIONI,
FORZE DELL’ORDINE E ASSOCIAZIONI CHE OPERANO NELL’AMBITO DELLA PREVENZIONE
DELLA VIOLENZA
Azione positiva 1
Costituzione della Rete contro la violenza sulle donne – Città di Merano e definizione delle modalità
operative nonché degli obiettivi della stessa.
Soggetti coinvolti: istituzioni, forze dell’ordine e associazioni che operano nell’ambito della
prevenzione della violenza, Servizio politiche femminili del Comune di Merano
Tempistiche: 2013/I semestre
Budget e risorse necessarie: non si prevede la necessità di finanziamenti se non legati alla
realizzazione di singole misure che verranno individuate dalla Rete; ogni Ente/Associazione
partecipante metterà a disposizione il tempo dei propri referenti.
Risultati attesi:
• Favorire la comunicazione ed attivare maggiori sinergie tra Enti/Associazioni partecipanti.
• Realizzare connessioni stabili tra servizi, istituzioni e realtà della cittadinanza attiva.
• Individuare alcune misure che saranno ritenute prioritarie e che il Comune di Merano si impegnerà
ad attivare o a sollecitare
Azione positiva 2
Prosecuzione dei lavori della Rete attraverso regolari incontri – coordinati da una o più rappresentanti
del Gruppo di pilotaggio – finalizzati all’individuazione di alcune misure ritenute prioritarie e che il
Comune di Merano si impegnerà ad attivare o a sollecitare.
Soggetti coinvolti: Istituzioni, forze dell’ordine e associazioni che operano nell’ambito della
prevenzione della violenza, rappresentanti del Gruppo di pilotaggio del Comune di Merano
Tempistica: incontri bimestrali o trimestrali nel quinquennio 2013-2017
Budget e risorse necessarie: non si prevede la necessità di finanziamenti se non legati alla
realizzazione di singole misure che verranno individuate dalla Rete; ogni Ente/Associazione
partecipante metterà a disposizione il tempo dei propri referenti.
Risultati attesi:
• Implementazione di misure condivise volte a migliorare la sicurezza delle donne in città e a
prevenire la violenza sulle donne anche in ambito familiare.
Obiettivo 2
SOTTOSCRIZIONE DI UN PROTOCOLLO D’INTESA TRA GLI ENTI/ASSOCIAZIONI PARTECIPANTI
ALLA “RETE CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE – CITTÀ DI MERANO”, COORDINATA DAL
SERVIZIO POLITICHE FEMMINILI
Azione positiva 1
Individuazione dei contenuti del Protocollo d’intesa e delle procedure che necessitano di essere definite
e monitorate nonché sottoscrizione pubblica del Protocollo d’intesa.
Soggetti coinvolti: Istituzioni, forze dell’ordine e associazioni che operano nell’ambito della
prevenzione della violenza e Assessorato alle Politiche femminili del Comune di Merano
Tempistica: entro 2014/I semestre
Budget e risorse necessarie: non si prevede la necessità di finanziamenti. Ogni Ente/Associazione
partecipante metterà a disposizione il tempo dei propri referenti.
Obiettivo 3
POTENZIAMENTO DEL SERVIZIO TAXI ROSA NEL COMUNE DI MERANO, ATTRAVERSO UN
INCREMENTO DEI COMUNI ADERENTI E UNA DIFFUSIONE CAPILLARE DELL’INFORMAZIONE
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TRA LE DONNE.
Azione positiva 1
Ampliamento del numero dei soggetti coinvolti ai fini del potenziamento e della migliore
pubblicizzazione del servizio Taxi rosa.
Soggetti coinvolti: Cooperativa tassisti, Servizi nightliner, Servizi autonoleggio, Assessorato alle pari
opportunità del Comune di Merano, Comuni limitrofi
Destinatari/e: donne residenti nel comune di Merano e nei Comuni limitrofi che aderiranno alla
convenzione.
Tempistica: entro il 2013/I semestre.
Budget e risorse necessarie: si manterrà l’attuale budget annuale di 7.500 euro.
Risultati attesi:
• Aumento della sicurezza delle donne in orario notturno sul territorio comunale.
Obiettivo 4
CONTRIBUIRE ALLA SICUREZZA DELLE CITTADINE AVVIANDO UN PROGRAMMA DI
PREVENZIONE NELLE SCUOLE SECONDARIE RIVOLTO ALLE RAGAZZE E FINALIZZATO
ALL’AUMENTO DELL’AUTOSTIMA E ALLO SVILUPPO DI MECCANISMI DI AUTODIFESA
Azione positiva 1
Realizzazione del progetto di prevenzione “Io dico no/Ich sag nein” per le ragazze delle scuole medie di
lingua italiana e tedesca, in collaborazione con il Centro Antiviolenza – Casa delle donne. Nei
workshop, con parte pratica e teorica, si sensibilizzano le giovani ad individuare le situazioni dove è
necessario reagire e, appunto, dire di no.
Soggetti coinvolti: Centro antiviolenza – Casa delle donne, scuole secondarie di primo grado,
Assessorato alle politiche femminili del Comune di Merano
Destinatari/e: alunne delle terze classi della scuola secondaria di primo grado
Tempistica: 2013/II semestre–2017 con le seguenti modalità: 5 moduli all’anno per un totale di 25
moduli nel quinquennio (ciascun modulo composto da 2 incontri da 3 ore a distanza di un mese l’uno
dall’altro) in 5 classi di scuola secondaria di primo grado.
Budget e risorse necessarie: costo ca. 2.000 Euro all’anno con eventuale contribuzione del Comune
e delle istituzioni scolastiche
Azione positiva 2
Realizzazione di corsi di autodifesa per ragazze volti a trasmettere tecniche semplici ma efficaci di
autodifesa
Soggetti coinvolti: Scuole secondarie di primo grado, Servizio politiche femminili del Comune di
Merano, associazioni del territorio
Destinatari/e: ragazze che frequentano la scuola secondaria di primo grado
Tempistica: a partire dal 2013/II semestre con le seguenti modalità: 2 incontri da 3 ore per due classi
di scuola secondaria di primo grado (1 italiana e 1 tedesca)
Budget e risorse necessarie: il Comune contribuirà mettendo a disposizione le sale o palestre.
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22
AREA D’INTERVENTO 3
Inclusione e integrazione sociale
La presenza dei cittadini stranieri in città è in progressivo aumento e, attraverso i ricongiungimenti
familiari, sta progressivamente assumendo le caratteristiche della stabilità. Di fronte a questa realtà è
necessario agire su diversi livelli al fine di garantire uguaglianza di opportunità anche per le popolazioni
immigrate, che costituiscono una significativa e inderogabile risorsa di sviluppo economico e culturale
per il nostro territorio.
L’apprendimento delle lingue locali deve essere uno degli obiettivi primari, e l’offerta deve estendersi a
tutta la famiglia e non solo ai bambini o ad uno solo dei genitori. In particolare va tenuto conto, nella
strutturazione dei numerosi corsi di lingua presenti sul territorio, delle esigenze particolari sia in termini
di orari che di organizzazione familiare delle donne migranti.
Le donne straniere nel nostro paese sono spesso discriminate almeno sotto tre aspetti: in quanto
donne (soprattutto sul piano del riconoscimento di competenze professionali), in quanto immigrate
(quindi sottoposte a tutti i processi di esclusione sociale che tipicamente colpiscono gli immigrati) e
anche in quanto madri (se gli autoctoni risolvono il problema di un welfare debole con la rete parentale,
le donne immigrate anche in questo senso sono penalizzate).
Fornire opportunità d'inserimento lavorativo e sociale a queste donne, permettendo loro di acquisire
autonomia, sicurezza, basi culturali e linguistiche, insomma trasmettere una reale capacità di
cittadinanza attiva, deve essere uno degli obiettivi primari di un ente locale. Ciò costituisce
un’opportunità importante per entrare a far parte della comunità con un ruolo di partecipazione e non
passivo, non assistenziale, ma produttivo.
Preme sottolineare, contestualmente, che è stata rilevata, sia all’interno del Focus group dedicato sia in
altri contesti di scambio di esperienze e informazioni, una generalizzata difficoltà ad entrare in contatto
con le donne migranti al fine non solo di proporre modalità di integrazione o assistenza ma anche di
comprendere le loro reali necessità ed esigenze. Timori e diffidenza, timidezza o veti di carattere
culturale o familiare/sociale fanno sì che molte donne siano difficilmente raggiungibili e coinvolgibili,
laddove esistono naturalmente grandi differenze di approccio e apertura a seconda della cultura di
appartenenza.
Raggiungere le donne migranti e avviare con loro un dialogo proficuo sarà pertanto uno degli obiettivi
trasversali di quest’area.
È fondamentale favorire una maggiore consapevolezza per le donne migranti dei propri bisogni, nella
sfera pubblica e in quella privata, attraverso l’attivazione nell’area di intervento di sportelli operativi e
centri di ascolto diffusi sul territorio nei luoghi maggiormente frequentati.
AREA D'INTERVENTO 3
INCLUSIONE E INTEGRAZIONE SOCIALE
Obiettivo 1
Obiettivo 2
Obiettivo 3
Promozione dell'autonomia delle migranti
Potenziamento del lavoro di rete
Comunicazione stabile con le donne
della Consulta immigrati
Azione 1
Azione 1
Azione 1
Centri di ascolto per migranti
Collaborazione al tavolo interistituzionale
della Comunità comprensoriale
Incontri regolari con le donne della Consulta
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Obiettivo 1
PERMETTERE DI ACQUISIRE AUTONOMIA, SICUREZZA, BASI CULTURALI E LINGUISTICHE
ALLE DONNE MIGRANTI, AL FINE DI FORNIRE LORO GLI STRUMENTI PER UNA CITTADINANZA
ATTIVA.
Azione positiva 1
Creare le condizioni per la nascita di alcuni centri di ascolto per donne migranti presso luoghi in cui
esse sono solite incontrarsi (si partirà con un progetto pilota all’interno dell’Orto interculturale) in grado
di svolgere due funzioni fondamentali: quella di interfaccia tra la persona e il sistema dei servizi,
offrendo informazioni e contatti utili, e quella di accompagnamento all’autonomia delle donne.
Soggetti coinvolti: Ufficio servizi sociali del Comune, Caritas, Consulta per gli immigrati, Servizio
politiche femminili
Destinatari/e: donne migranti
Tempistica: tutta la durata prevista dalla convenzione relativa all’Orto interculturale a partire dal 2014/I
semestre
Budget e risorse necessarie: non è necessario un budget dedicato.
Obiettivo 2
POTENZIARE LA RETE TRA LE ISTITUZIONI ED I RAPPRESENTANTI DELLE DIVERSE ETNIE,
INTRODUCENDO NELLA RILEVAZIONE DEI BISOGNI UN’OTTICA DI GENERE
Azione positiva 1
Collaborare con il tavolo interistituzionale già attivo presso la comunità comprensoriale delegando un
rappresentante del Comune affinché rilevi e solleciti misure atte a migliorare l’inclusione sociale delle
donne migranti.
Soggetti coinvolti: Comunità comprensoriale del Burgraviato, Ufficio Servizi sociali del Comune,
Consulenza per migranti Moca, Servizio politiche femminili del Comune
Destinatari/e: Donne migranti
Tempistica: a partire da 2013/I semestre per tutta la durata del presente Piano
Budget e risorse necessarie: costi amministrativi del delegato del Comune
Obiettivo 3
APRIRE UN CANALE DI COMUNICAZIONE STABILE E REGOLARE CON LE DONNE ELETTE
NELLA CONSULTA IMMIGRATI
Azione positiva 1
Avviare incontri con le donne elette nella Consulta immigrati al fine di individuare e focalizzare esigenze
e/o problematiche delle donne da esse rappresentate nonché allo scopo di riuscire ad avvicinare le
donne migranti.
Soggetti coinvolti: una o più rappresentanti del gruppo di pilotaggio, donne elette nella consulta
immigrati, referenti politici per l’immigrazione
Destinatari/e: donne migranti
Tempistica: a partire da 2014/I semestre per tutta la durata del presente Piano
Budget e risorse necessarie: questa azione non prevede impegni finanziari
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AREA D’INTERVENTO 4
Rappresentanza politica e
partecipazione alla vita pubblica e allo sviluppo economico
Non è questa la sede adatta per ospitare un’analisi circostanziata delle cause che determinano la
tuttora eclatante mancanza di equilibrio numerico fra uomini e donne nella rappresentatività politica,
nella presenza negli organi collegiali amministrativi locali, nelle posizioni apicali e decisionali di
economia, finanza e società.
Assodato è però che le donne, seppure di talento e competenti, fatichino a scalare le vette aziendali e
ad affermarsi nelle massime cariche della politica.
Si tratta di un fenomeno trasversale anche a livello geografico se si pensa che l’Italia è sì, spesso, il
fanalino di coda delle indagini statistiche sulla rappresentatività femminile, ma che l’analisi dei dati
dimostra che anche nelle più avanzate società d’oltralpe la situazione non è molto diversa: è del
dicembre 2012 un comunicato della Commissione europea nel quale si legge che “nelle principali
imprese europee soltanto un amministratore su 7 (il 13,7%) è donna. Il miglioramento rispetto all’11,8%
registrato nel 2010 è troppo scarso: di questo passo, ci vorrebbero ancora circa 40 anni soltanto per
avvicinarsi all’equilibrio di genere ai vertici delle aziende (entrambi i sessi rappresentati per almeno il
40%)”.
Non consola sapere che le donne in Italia furono ammesse alle urne nel 1946 e che da allora di strada
se ne è fatta davvero tanta, né consola sapere che le donne costituiscano ormai il 60% dei neolaureati,
con risultati migliori dei loro compagni sia in termini di età di laurea che di punteggi.
Poco cambia nella sostanza che come ostacolo e deterrente si indichino, a seconda dei casi e delle
situazioni, la specificità biologica che dona alle donne la capacità procreativa e il peso del famoso
doppio ruolo (o triplo ruolo per le donne che vogliano cimentarsi anche sul fronte politico), l‘iniqua
suddivisione del lavoro di cura o il cosiddetto “soffitto di cristallo”.
Se guardiamo ai dati di “casa nostra”, la rappresentanza delle donne nelle cariche politiche resta tuttora
molto carente dal punto di vista numerico, se si pensa per esempio che sono guidati da una sindaca
solo 10 dei 116 comuni dell’Alto Adige, il che corrisponde ad un magro 8,6%. Se si considera, inoltre,
che la popolazione altoatesina è composta per oltre il 50% da donne, risulta evidente che urge attivarsi
per avviare un cambiamento.
A tutt’oggi l’unico sistema sicuro per ovviare a questa situazione di disparità risulta essere l’introduzione
di quote riservate alle donne nei vari organi collegiali, le cosiddette “quote rosa”.
Il legislatore regionale sta attualmente elaborando, in veste di istanza sovraordinata per i comuni, un
disegno di legge che prevede l’introduzione di una quota rosa per la rappresentanza delle donne nei
diversi organismi, mentre i comuni hanno già facoltà di riservare tramite i propri statuti una quota
riservata alle donne.
Va detto peraltro che le donne vengono sì chiamate tramite elezione a ricoprire delle cariche politiche,
ma rimangono per lo più al palo quando si tratta di essere cooptate per posizioni politiche di spicco o
per entrare a far parte di un consiglio di amministrazione.
Per quanto concerne la composizione dei consigli di amministrazione è già in vigore una legge
provinciale vincolante per i comuni che prescrive che nei consigli di amministrazione e di vigilanza
nessuno dei due sessi sia rappresentato nella misura di oltre due terzi, pena la nullità della nomina (lp
19 gennaio 2012 n. 3).
Se possibile ancor meno “rosea” è nella nostra Provincia la situazione della rappresentanza femminile
ai vertici di posizioni apicali nel settore dell’economia: benché come detto le donne di norma non siano
seconde a nessuno in quanto a competenza e preparazione, esse faticano a imporsi nelle “stanze dei
bottoni” e a raggiungere posizioni dirigenziali, il che dipende sicuramente da vari fattori: senza dubbio il
peso della specificità biologica e del doppio ruolo di madri e lavoratrici da un lato, ma dall’altro anche la
poca disponibilità degli uomini a cedere il potere.
Eppure sono sempre più numerosi gli studi che indicano come l’equilibrio di genere ai vertici aziendali
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possa migliorare le prestazioni finanziarie delle imprese. Una maggiore presenza femminile ai posti
strategici può concorrere a un ambiente di lavoro più produttivo e innovativo, con effetti positivi
sull’insieme delle prestazioni aziendali. Il motivo risiede soprattutto nella mentalità più diversificata e
collettiva introdotta dalla presenza femminile, che apre prospettive più ampie e permette di prendere
decisioni più equilibrate.
Al quadro fin qui descritto si aggiunge il problema del cosiddetto “Gender Pay Gap”, vale a dire la
disparità retributiva tra lavoratrici e lavoratori. La discriminazione diretta – ovvero retribuzione differente
per lo stesso lavoro – è vietata dalla legge. Ciò nonostante le donne sono ancora indirettamente
discriminate: spesso non ottengono lo stesso accesso all’occupazione e alle posizioni, il loro lavoro è
valutato di meno e pertanto sono pagate peggio per un lavoro dello stesso livello.
In Alto Adige le donne guadagnano in media il 27% in meno degli uomini, dal momento che molte
donne hanno un rapporto di lavoro part time. Del resto, però, se si raffrontano gli stipendi di una donna
e di uomo impiegati a tempo pieno, la differenza retributiva risulta comunque di circa il 10% a sfavore
delle donne per un lavoro dello stesso valore, vale a dire a parità di qualifica e di ore lavorate. Secondo
le analisi sui redditi effettuate dall’Istituto Promozione Lavoratori (IPL/AFI) un uomo con diploma di
maturità guadagna quasi quanto una donna laureata e un lavoratore con la scuola dell’obbligo
guadagna di più di una donna diplomata.
Benché tra i laureati le donne siano la maggioranza, ciò non si ripercuote in alcun modo sulle
retribuzioni. Inoltre, tradizione e stereotipi fanno spesso scegliere alle donne percorsi scolastici e
professionali che le relegano in lavori meno retribuiti e socialmente meno considerati.
Per denunciare il problema dei differenziali retributivi e sollecitare l’individuazione dei necessari
correttivi, nel 1988 negli Stati Uniti è stato introdotto l’appuntamento annuale con l’Equal Pay Day, una
giornata dedicata alla parità di retribuzione e frattanto celebrata a livello internazionale. Anche il
Comune di Merano aderisce all’Equal Pay Day.
Gli obiettivi di seguito esposti mirano tutti a favorire l’affermarsi delle donne nel mondo del lavoro
nonché nelle “stanze dei bottoni” della politica e dell’economia, contribuendo a superare modelli
comportamentali e relazionali stereotipati e superati che, soprattutto, nuocciono alla crescita di una
società moderna e democratica e recano pregiudizio alle strategie di crescita economica ed
occupazionale.
AREA DI INTERVENTO 4
RAPPRESENTANZA POLITICA E
PARTECIPAZIONE ALLA VITA PUBBLICA E ALLO SVILUPPO ECONOMICO
Obiettivo 1
Obiettivo 2
Obiettivo 3
Favorire un'adeguaza rappresentanza femminile
negli organismi politici e negli organi decisionali
Valutazione dell'impatto di genere
Sensibilizzazione sui differenziali retributivi
Azione positiva 1
Azione positiva 1
Azione positiva 1
Modifiche allo Statuto comunale
e introduzione di una quota rosa
Predisposizione di un Bilancio di genere
Adesione al progetto
Equal Pay Day
Azione positiva 2
Progetto Interreg
Donne che decidono
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sulle politiche di bilancio
Obiettivo 1
FAVORIRE UN’ADEGUATA RAPPRESENTANZA FEMMINILE NEGLI ORGANISMI POLITICI, NEGLI
ORGANI DECISIONALI E NELLE POSIZIONI APICALI
Azione positiva 1:
Modifiche dello Statuto comunale relativamente alla rappresentanza delle donne nei diversi organi
collegiali e introduzione di una “quota rosa”
Destinatarie: donne attive in campo politico
Tempistica: entro il 2014/II semestre
Soggetti coinvolti: Assessorato alle politiche femminili, Giunta comunale, Consiglio comunale
Budget e risorse necessarie: la misura non necessita di risorse finanziarie
Azione positiva 2:
Incremento numerico delle donne nelle posizioni decisionali e maggiore visibilità delle donne
competenti nell’ambito di un banca dati delle competenze femminili. Sostegno attivo e promozione del
progetto Interreg “Donne che decidono”, una piattaforma elettronica nella quale possono registrarsi
tutte le donne interessate
Soggetti coinvolti: Servizio donna della Provincia di Bolzano, Servizio politiche femminili del Comune
di Merano
Destinatarie: donne che desiderano valorizzare le proprie competenze in posizioni decisionali
Tempistica: 2013-2014 con probabile proroga
Budget e risorse necessarie: i costi sono finanziati nell’ambito del progetto Interreg
Obiettivo 2
ADOTTARE UNA VALUTAZIONE D’IMPATTO SUL GENERE DELLE POLITICHE DI BILANCIO,
INTEGRANDO LA PROSPETTIVA DI GENERE A TUTTI I LIVELLI DELLE PROCEDURE DI
BILANCIO E RISTRUTTURANDO LE ENTRATE E LE USCITE AL FINE DI PROMUOVERE
L’UGUAGLIANZA TRA UOMINI E DONNE
Azione positiva 1:
Predisposizione di un bilancio di genere ai fini della gestione delle risorse nel rispetto dei criteri di
genere
Soggetti coinvolti: Ufficio ragioneria, tutti gli uffici. Nella fase di implementazione è prevista la
collaborazione con una università
Destinatari/e: la popolazione tutta
Tempistica: introduzione graduale a partire dal 2016/II semestre fino a tutto il 2017; successivamente
prosecuzione a tempo indeterminato
Budget e risorse necessarie: circa 3.000 € come rimborso spese per gli/le esperti/e dell’università
Obiettivo 3
AZIONE DI SENSIBILIZZAZIONE SUI DIFFERENZIALI RETRIBUTIVI TRA DONNE E UOMINI E
SULLE RELATIVE CONSEGUENZE
Azione positiva 1:
Adesione e partecipazione del Comune di Merano all’iniziativa internazionale "Equal Pay Day"
Soggetti coinvolti: Servizio donna della Provincia di Bolzano, Servizio politiche femminili del Comune
di Merano
Destinatari/e: la popolazione tutta
Tempistica: un giorno del mese di aprile ogni anno nel quinquennio 2013-2017
Budget e risorse necessarie: la misura non necessita di risorse finanziarie
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AREA D’INTERVENTO 5
Conciliazione tra vita familiare e vita professionale
Le politiche per la conciliazione rappresentano un importante fattore di innovazione dei modelli sociali,
economici e culturali e si ripropongono di fornire strumenti che, rendendo compatibili sfera lavorativa e
sfera familiare, consentano a ciascun individuo di vivere al meglio i molteplici ruoli che gioca all'interno
di società complesse.
Esse interessano gli uomini, le donne e le organizzazioni, toccano la sfera privata, ma anche quella
pubblica, politica e sociale e hanno un impatto evidente sul riequilibrio dei carichi di cura all'interno della
coppia, sull'organizzazione del lavoro e dei tempi delle città nonché sul coordinamento dei servizi di
interesse pubblico. La realizzazione di tali politiche risulta, perciò, prioritaria per la qualità della vita
delle famiglie tanto che, sia a livello nazionale che europeo, sono state avviate molteplici iniziative,
orientate a favorire il radicamento e lo scambio delle migliori esperienze, nonché la sperimentazione di
nuovi modelli di organizzazione del lavoro.
Anche il Comune di Merano ritiene che la conciliazione tra vita familiare e vita professionale sia un
obiettivo fondamentale di ogni società o collettività moderna e avanzata. Le misure conciliative attuate
a vari livelli e in vari contesti sono ormai moltissime, ma sono perlopiù rivolte alle donne come principali
e “naturali” destinatarie delle stesse. Il cosiddetto “doppio ruolo” e il “fardello conciliativo” sono quasi
esclusivamente un affare di donne.
Per incrinare il binomio lavoro/conciliazione come problema ad esclusivo carico delle donne, il Comune
di Merano ha deciso perciò di scommettere su una misura che, tra le tantissime possibili, promuova la
conciliazione famiglia-lavoro puntando sul ruolo strategico dei padri.
Da molti anni ormai si assiste a un rilevante cambiamento nella percezione del ruolo che la figura
paterna dovrebbe avere e che, in casi sempre più numerosi, in effetti ha; magari in modo ancora
incompleto, non sufficientemente consapevole, non abbastanza competente, ma sostanzialmente
riscontrabile soprattutto nel desiderio, nella disponibilità a partecipare direttamente all'accudimento dei
propri bambini. Ai nostri giorni, si può dire che l'immagine del padre prevalentemente come padre
“procacciatore di risorse materiali” per la famiglia e come riferimento disciplinario è sempre meno
diffusa. Le ragioni di questo cambiamento sono evidenti: anche le madri lavorano e - mentre
contribuiscono al reddito familiare acquisendo così un peso del tutto nuovo, tendente al paritario
rispetto al coniuge - il loro impegno nei confronti dei figli non può essere più totalitario come lo era nel
passato. Di qui la necessità che il padre partecipi più direttamente alla gestione pratica della famiglia e
in particolare all'allevamento e all'educazione dei figli.
Ma accanto a questa fondamentale causa socioeconomica, vi sono anche altre, più profonde, meno
esplicite ragioni del sempre maggiore coinvolgimento dei padri nei confronti dei propri bambini.
Sinteticamente, si può riscontrare un crescente sentimento di paternità, non più limitato al desiderio,
biologico, di assicurarsi una discendenza e di confermare la propria virilità, bensì di realizzare
attraverso i propri bambini la parte migliore di sé, ciò che si sarebbe voluto essere e non si è stati,
donando tutto ciò che si avrebbe voluto avere e non si è avuto.
La valorizzazione del ruolo dei padri nella vita familiare costituisce pertanto sia un indispensabile
supporto al doppio ruolo che oramai la donna svolge tra le mura domestiche e nel mondo del lavoro,
sia un’esperienza irrinunciabile dal punto di vista emotivo e di crescita per i papà ed i propri bambini.
Il secondo obiettivo che il Comune di Merano ha ritenuto opportuno inserire nel Piano locale di azione
per l’uguaglianza è di natura più concreta e mira alla semplificazione organizzativa e logistica del
compito di accudimento dei figli/e da parte delle mamme lavoratrici. O meglio, nello spirito di quanto
affermato poc’anzi, delle mamme e dei papà che lavorano... anche nei mesi estivi. L’estate per le
famiglie è infatti sinonimo di vacanza ma anche – oggigiorno e sempre più con il crescere del tasso di
occupazione femminile – di grande affanno e fatica organizzativa. A fronte dei quasi tre mesi di
chiusura estiva di scuole e scuole materne, i genitori si trovano a dover ricorrere a svariate forme di
accudimento alternativo laddove si pone spesso anche il duplice problema dei costi da sostenere e
della qualità dell’offerta.
Il Comune di Merano è soggetto attivo con una serie di iniziative gestite in proprio come per esempio
29
Estate bambini.
Da parte sua l’Amministrazione comunale di Merano cerca di venire in soccorso alle famiglie anche dal
punto di vista organizzativo, facendosi carico di raccogliere e presentare in maniera tematica e
sistematica – in un opuscolo - tutte le iniziative presenti sul territorio comunale. In tal modo le famiglie
possono valutare attentamente l’offerta delle varie associazioni e dei vari soggetti promotori, i quali
d’altro canto vedono valorizzata la propria attività.
È uno strumento che nel presente contesto assume una valenza conciliativa e che l’Amministrazione
intende potenziare e migliorare.
AREA D'INTERVENTO 5
CONCILIAZIONE TRA VITA FAMILIARE E VITA PROFESSIONALE
Obiettivo 1
Obiettivo 2
Valorizzazione del ruolo paterno ai fini della
condivisione del lavoro di cura
Supporto logistico alla conciliazione
nei mesi estivi
Azione 1
Azione 1
"Cerchi dei papà"
Programma on line delle attività estive
Azione 2
Azione 2
Iniziative di sensibilizzazione sulle
potenzialità del ruolo paterno
Mantenimento attuale offerta estiva
e incentivazione iniziative
Azione 3
Iniziative di coinvolgimento dei papà
nei nidi a gestione comunale
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Obiettivo 1
VALORIZZAZIONE DEL RUOLO PATERNO AI FINI DELLA CONDIVISIONE DEL LAVORO DI CURA
TRA DONNE E UOMINI E, CONSEGUENTEMENTE, DELLA MAGGIORE FLESSIBILITÀ
CONCILIATIVA DI ENTRAMBI I GENERI
Azione positiva 1
Sostenere l’organizzazione, in collaborazione con i consultori pubblici e privati, di corsi di genitorialità
volti a valorizzare il ruolo dei padri, sull’esempio dei “Cerchi dei papà” già diffusi a livello nazionale.
Soggetti coinvolti: formatori esterni, consultori pubblici e privati, Servizio politiche femminili
Destinatari/e: futuri padri, neopadri
Tempistica: 2015/II semestre-2017 (massimo due edizioni all’anno, ciascuna di quattro incontri)
Budget e risorse necessarie
Le spese di organizzazione saranno a carico dei consultori ed il Comune interverrà con un
contributo/partecipazione alle spese nell’ambito degli stanziamenti sul centro di costo relativo alle
politiche femminili (se necessario).
Risultati attesi
•
•
•
•
•
Offrire ai papà uno spazio in cui confrontare le proprie esperienze e condividere dubbi e aspettative
Accrescere nei neopadri il grado di consapevolezza riguardo alla propria paternità e sostenerli nel
delineare meglio la propria identità all’interno del nucleo familiare.
Condividere la crescita dei figli in luoghi sociali, dove incontrare altri genitori e persone esperte, per
non sentirsi soli e per arricchirsi dell’esperienza degli altri.
Sostenere la donna nel proprio difficile e faticoso doppio ruolo attraverso la presenza al proprio
fianco di padri consapevoli e collaborativi
Aiutare i bambini, attraverso l’esempio paterno, a “crescere” come futuri padri più attenti, più
affidabili, più centrati in questo ruolo.
Azione positiva 2
Avviare iniziative di sensibilizzazione e pubblicizzazione delle potenzialità insite in un ruolo paterno
vissuto con partecipazione e consapevolezza anche, ma non solo, al fine di sostenere la propria
partner nel percorso di realizzazione professionale
Soggetti coinvolti: padri che desiderano testimoniare la loro esperienza di paternità attiva e/o che hanno
usufruito di congedi per paternità, consultori pubblici e privati, Servizio politiche femminili
Destinatari/e: futuri padri, neopadri
Tempistica: 2016/I semestre
Budget e risorse necessarie: le spese di organizzazione saranno a carico del Comune per quanto
riguarda il costo di un/una moderatore/trice della tavola rotonda nonché per i costi di pubblicizzazione
dell’evento (ca. 1000 euro).
Risultati attesi
Avvio di buone prassi nel settore della condivisione fra uomo e donna dei carichi conciliativi e
incoraggiamento ad usufruire dei congedi per paternità
Azione positiva 3
Progetti di coinvolgimento dei papà nelle attività ludico-didattiche nei nidi a gestione comunale
Soggetti coinvolti: Asili nido comunali, Servizio politiche femminili
Destinatari/e: padri dei/delle bambini/e che frequentano l’asilo nido
Tempistica: a partire dal 2013/II semestre
Budget e risorse necessarie la misura non necessita di risorse necessarie
31
Obiettivo 2
SUPPORTO LOGISTICO ALLA CONCILIAZIONE TRA ACCUDIMENTO DEI FIGLI E IMPEGNI
LAVORATIVI NEI MESI ESTIVI
Azione positiva 1
Predisposizione di un programma on line delle attività estive per bambini/e e ragazzi/e a supporto dei
genitori che lavorano
Soggetti coinvolti: Ufficio scuole, istituzioni e associazioni che sul territorio organizzano attività estive
rivolte a bambini/e e adolescenti
Destinatari/e: genitori che lavorano
Tempistica: ogni anno per la durata del Piano 2013-2017
Budget e risorse necessarie: la misura non necessita di risorse
Risultati attesi
• sostenere i genitori nel difficile compito di “organizzare” l’estate dei propri/e figli/e mettendo loro a
disposizione uno strumento di consultazione agile ed esauriente che consenta loro di orientarsi al
meglio e fare una scelta adeguata alle proprie esigenze e qualitativamente valida.
Azione positiva 2
Impegno da parte del Comune di Merano a garantire il mantenimento e l’incentivazione dell’attuale
offerta di attività estive ricreative rivolte a bambini/e e ragazzi/e tramite l’organizzazione diretta (p.e
Estate bambini), l’assegnazione di contributi a sostegno delle iniziative di associazioni e istituzioni, la
fornitura di servizi a supporto delle attività o la messa a disposizione di strutture
Soggetti coinvolti: Servizio politiche femminili, Ufficio scuole, istituzioni e associazioni che sul territorio
organizzano attività estive rivolte a bambini/e e adolescenti
Destinatari/e: genitori che lavorano
Tempistica: ogni anno per la durata del Piano 2013-2017
Budget e risorse necessarie: la misura non necessita di risorse ulteriori rispetto a quelle già previste
per tali attività.
Risultati attesi
• sostenere i genitori nel difficile compito di “organizzare” l’estate dei propri/e figli/e offrendo una
vasta gamma di attività e iniziative che facilitino la conciliazione e famiglia-lavoro.
32
AREA D’INTERVENTO 6
Il Comune nel suo ruolo di datore di lavoro e come attuatore
di buone pratiche con funzione esemplare
1) Il Comune nel ruolo di datore di lavoro
L’articolo 11 della Carta europea si occupa diffusamente degli enti locali nel loro ruolo di datori di lavoro
che, in quanto tali, riconoscono “il diritto all’uguaglianza delle donne e degli uomini in tutti gli aspetti
dell’occupazione, ivi comprese l’organizzazione e le condizioni del lavoro”. Ciò comporta che il presente
Piano locale non indirizzi la propria sfera di intervento solo verso l’esterno, con azioni che incidano sul
territorio, bensì anche verso l’interno dell’Amministrazione comunale.
Un’amministrazione attenta alla valorizzazione dei generi si impegna, per esempio, ad assicurare a
donne e uomini parità di condizioni nell’accesso al posto di lavoro, parità di retribuzione (ovvero salario
uguale per un lavoro di valore equivalente), pari opportunità di sviluppo della carriera.
Un’amministrazione attenta, inoltre, attua al suo interno politiche di conciliazione tra vita professionale e
vita familiare e sociale sia tramite l’ottimizzazione del tempo di lavoro sia mediante altri interventi.
Un’amministrazione attenta, infine, garantisce un ambiente di lavoro improntato al rispetto di tutte le
persone dotandosi, per esempio, di un Codice di comportamento ai fini della tutela da discriminazioni e
molestie sessuali.
Il Comune di Merano può vantare da anni un’attenzione e una sensibilità particolari alle tematiche di
genere e ciò grazie ad un Ufficio alle politiche femminili e ad un Comitato per le pari opportunità di ente
molto attivi e motivati.
Di seguito pertanto i singoli obiettivi e le relative azioni non avranno solo la funzione programmatica di
definire interventi futuri bensì avranno anche la funzione di restituire una fotografia degli interventi
pregressi e di quelli in atto nel campo delle pari opportunità.
Il Comitato pari opportunità (CPO) è attualmente al suo secondo mandato e ha curato la stesura di un
Piano triennale delle azioni positive in materia di Pari opportunità 2010-2012 per il Comune di Merano:
in detto Piano sono incardinate le principali azioni nel settore in oggetto e alle più significative tra esse
si farà esplicito riferimento nel presente Piano.
Occorre inoltre ricordare che la stessa adesione del Comune di Merano alla Carta europea – peraltro
primo ente firmatario nella Regione Trentino Alto Adige - va ricondotta alla precisa volontà del CPO in
collaborazione con il competente assessorato.
2) Comune come attuatore di buone pratiche con funzione esemplare
Va da sé che tutti gli obiettivi e le azioni previste nelle aree di intervento del presente Piano sono stati
concepiti come singoli tasselli di un comune disegno strategico finalizzato al raggiungimento di una
maggiore uguaglianza tra donne e uomini e, di conseguenza, di un generalizzato miglioramento della
qualità della vita di tutta la comunità locale.
Nell’Area di intervento 6 si sono tuttavia voluti inserire due obiettivi che, per carica innovativa e impatto
mediatico, potranno incidere con particolare efficacia sulla formazione di una più attenta sensibilità di
genere e di una cultura dell’attenzione e del rispetto reciproco.
La prima misura in tal senso riguarda la precisa volontà dell’Amministrazione di utilizzare nei propri testi
deliberativi, normativi e in generale nella comunicazione con la cittadinanza e verso l’esterno, un
linguaggio che eviti un maschile falsamente “neutrale” a favore di formulazioni che diano visibilità e
identità ad entrambi i generi. In attuazione dell’articolo 8 della legge provinciale 8 marzo 2010, n. 5 sulla
parificazione e promozione delle donne, la Provincia di Bolzano ha emanato nel 2011 le Direttive per il
rispetto di genere nei testi dell’Amministrazione provinciale, che contengono alcune regole generali per
adottare un linguaggio che valorizzi l’identità di genere nei testi normativi e amministrativi, nella
33
modulistica come pure nei testi di carattere generale. L’Amministrazione comunale di Merano, dal canto
suo, si prodiga da anni per garantire che nella propria comunicazione scritta traspaia il rispetto
dell’identità di genere. Ai fini del raggiungimento di tale obiettivo in passato l’Assessorato alle politiche
femminili ha organizzato dei corsi di formazione interna sull’uso di un linguaggio non sessista. Tale
impegno dell’Amministrazione verrà ora “ufficializzato” dal presente Piano.
La seconda misura con valenza esemplare riguarda l’impegno del Comune di Merano a combattere la
diffusione di immagini lesive della dignità della donna contrastando l’affissione, negli spazi comunali, di
pubblicità recanti immagini volgari e irrispettose nei confronti della dignità femminile. L’Amministrazione
comunale intende pertanto opporre un deciso rifiuto alla diffusione sul proprio territorio di immagini
femminili mercificate, vale a dire ridotte alla stessa stregua, per esempio, di un’auto o di una lavatrice,
ritenendo che ciò rappresenti non solo una mancanza di rispetto alla dignità femminile ma incentivi una
cultura retrograda della sopraffazione e, nel peggiore dei casi, della violenza. È ovviamente superfluo
sottolineare, inoltre, il carattere fortemente diseducativo di tali immagini per le bambine e i bambini.
AREA D'INTERVENTO 6
IL COMUNE NEL SUO RUOLO DI DATORE DI LAVORO E
COME ATTUATORE DI BUONE PRATICHE CON FUNZIONE ESEMPLARE
1
COMUNE DATORE DI LAVORO
2
COMUNE ATTUATORE DI BUONE PRATICHE
Obiettivo 1
Obiettivo 2
Obiettivo 3
Obiettivo 4
Obiettivo 1
Obiettivo 2
Piano di azioni positive
2013-17
Creazione di un
ambiente di lavoro rispettoso
Flessibilità conciliativa tra
famiglia e lavoro
Sensibilizzazione sulle
tematiche di genere
Sensibilizzazione all'uso di un
linguaggio non sessista
Lotta alle immagini lesive
della dignità della donna
34
Azione 1
Azione 1
Azione 1
Azione 1
Azione 1
Azione 1
Redazione Piano
Codice comportamentale
Flessibilizzazione orari
Iniziative Giornata della donna
Redazione vademecum
su linguaggio non sessista
Iniziative di sensibilizzazione
di cittadinanza e giovani
Azione 2
Azione 2
Azione 2
Azione 2
Approvazione Piano
Nomina consigliera di fiducia
Progetto "Maggiordonna"
Iniziative Giornata internazionale
contro la violenza sulle donne
1) Il Comune nel ruolo di datore di lavoro
Obiettivo 1
APPROVAZIONE E IMPLEMENTAZIONE – CON IL SUPPORTO DEL CPO PER LA STESURA – DI
UN PIANO QUINQUENNALE DELLE AZIONI POSITIVE IN MATERIA DI PARI OPPORTUNITÁ 201317 CHE PROSEGUA LE SCELTE DI BUONE PRASSI AVVIATE CON IL PIANO 2010-12
Azione positiva 1
Redazione del Piano quinquennale di azioni positive in materia di pari opportunità per il quinquennio
2013-2017
Soggetti coinvolti: CPO, consulente esterna, Amministrazione comunale
Destinatari/e: dipendenti del Comune di Merano
Tempistica: 2013/I semestre
Budget e risorse necessarie: 3000 euro circa per la consulenza
Azione positiva 2
Approvazione del Piano quinquennale 2013-17 da parte della Giunta comunale previa consultazione
con tutti i soggetti coinvolti nonché successiva implementazione delle misure previste
Soggetti coinvolti: CPO, Giunta comunale, assessori competenti, Ufficio personale, Sindacati
Destinatari/e: dipendenti del Comune di Merano
Tempistica: 2013/II semestre
Budget e risorse necessarie: la presente misura non prevede necessità di finanziamento
Risultati attesi:
• valorizzazione delle differenze di genere e incentivazione delle pari opportunità all’interno
dell’Amministrazione comunale
• potenziamento delle politiche di conciliazione lavoro/famiglia all’interno dell’Ente
Obiettivo 2
CREARE SUL LUOGO DI LAVORO UN AMBIENTE IMPRONTATO AL DIALOGO, AL RISPETTO
RECIPROCO ED ALLE CORRETTE RELAZIONI INTERPERSONALI AL FINE DI EVITARE
DISCRIMINAZIONI E MOLESTIE
Azione positiva 1
Redazione e approvazione del Codice di comportamento in tandem con il Comune di Bolzano ed altri
comuni eventualmente interessati
Soggetti coinvolti: CPO del Comune di Merano, CPO del Comune di Bolzano, Uffici personale delle
due amministrazioni, Sindacati,
Destinatari/e: dipendenti dei Comuni di Merano e di Bolzano, Amministrazioni comunali di Merano e
Bolzano e di altri comuni eventualmente interessati
Tempistica: 2013/II semestre
Budget e risorse necessarie: utilizzo di risorse interne.
Azione positiva 2
Individuazione tramite procedura selettiva della figura professionalmente più adeguata per svolgere le
funzioni di consigliera di fiducia, in tandem e in condivisione con il Comune di Bolzano
Soggetti coinvolti: CPO di Merano e Bolzano, Uffici personale delle due amministrazioni
Destinatari/e: dipendenti, Amministrazione comunale di Merano, altre amministrazioni comunali
interessate
Tempistica: 2014/I semestre
Budget e risorse necessarie: compenso per la consigliera da definire in compartecipazione con il
Comune di Bolzano (circa 2000 euro all’anno).
Risultati attesi:
Dotare l’Amministrazione e il personale di strumenti idonei (Codice di condotta e Consigliera di fiducia)
35
al fine di prevenire e rimuovere ogni eventuale forma di discriminazione, salvaguardando la salute e la
sicurezza dei/delle dipendenti.
Obiettivo 3
FAVORIRE POLITICHE DI FLESSIBILITÀ CONCILIATIVA DEGLI ORARI DI LAVORO NONCHÉ
AZIONI DI CONCILIAZIONE TRA VITA PROFESSIONALE E VITA FAMILIARE
Azione positiva 1
Progetto di flessibilizzazione e ottimizzazione degli orari del personale comunale in sintonia con i tempi
della città e le esigenze e aspettative dell’utenza
Soggetti coinvolti: CPO, Ufficio personale, URP, Sindacati
Destinatari/e: dipendenti, Amministrazione comunale di Merano, utenti e cittadinanza
Tempistica: 2015-2017
Budget e risorse necessarie: utilizzo di risorse interne
Risultati attesi: Maggiore conciliazione tra vita professionale e vita familiare sia per il personale
comunale sia per le/i cittadine/i nonché maggiore efficienza dei servizi erogati dal Comune
Azione positiva 2
Progetto pilota “Maggiordonna”: maggiordomo aziendale con servizio interno di lavanderia, stireria e
sartoria per i/le dipendenti comunali
Soggetti coinvolti: CPO, Ufficio personale, cooperativa sociale Turandot
Destinatari/e: dipendenti comunali
Tempistica: 2013-2015 con eventuale prolungamento
Budget e risorse necessarie: il servizio è a carico dei singoli utenti che ne usufruiscono fuori
dell’orario di lavoro; l’Amministrazione comunale mette a disposizione gli ambienti necessari.
Risultati attesi:
Creare una buona pratica aziendale di conciliazione lavoro/famiglia
Obiettivo 4
SENSIBILIZZAZIONE SULLE TEMATICHE DI GENERE ATTRAVERSO L’ORGANIZZAZIONE DI
INIZIATIVE ED EVENTI PER I/LE DIPENDENTI COMUNALI
Azione positiva 1
In occasione dell’8 marzo, Giornata internazionale della donna, organizzazione di iniziative di
sensibilizzazione del personale comunale sulle tematiche di genere
Soggetti coinvolti: CPO
Destinatari/e: dipendenti comunali
Tempistica: 2013-2017, azione a cadenza annuale
Budget e risorse necessarie: i singoli eventi saranno se necessario finanziati tramite il budget a
disposizione del CPO (a seconda del tipo di manifestazione da 0 a 500 euro).
Risultati attesi:
• Contribuire alla sensibilizzazione e attenzione per le tematiche di genere all’interno
dell’Amministrazione comunale
Azione positiva 2
In occasione del 25 novembre, Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, adesione alla
“Campagna del fiocco bianco”, con distribuzione di materiale informativo dei fiocchi bianchi ai/alle
dipendenti, agli amministratori/alle amministratrici e ai/alle rappresentanti politici/politiche di Giunta e
Consiglio del Comune di Merano
Soggetti coinvolti: CPO
Destinatari/e: dipendenti comunali, amministratori, rappresentanti politici
Tempistica: 2013-2017azione a cadenza annuale
Budget e risorse necessarie: l’iniziativa non necessita di finanziamento.
Risultati attesi:
• Contribuire alla diffusione di una cultura del rispetto nei confronti delle donne
36
2) Comune come attuatore di buone pratiche con funzione esemplare
Obiettivo 1
SENSIBILIZZAZIONE ALL’USO DI UN LINGUAGGIO NON SESSISTA E RISPETTOSO DELLE
DIFFERENZE DI GENERE
Azione positiva 1
Istituzionalizzazione dell’utilizzo sistematico e consapevole di un linguaggio non sessista in tutti i
documenti e gli atti ufficiali dell’Amministrazione comunale nonché nella comunicazione verso l’esterno
e in particolare verso le cittadine e i cittadini tramite invio di circolare e realizzazione di un apposito
vademecum esplicativo
Soggetti coinvolti: Servizio traduzioni, Servizio politiche femminili
Destinatari/e: dipendenti, Amministrazione comunale di Merano, cittadinanza
Tempistica: 2014/II semestre
Budget e risorse necessarie: l’azione non necessita di finanziamento.
Risultati attesi:
• Grazie ad una visibilità linguistica e formale la donna acquista maggiore visibilità e diventa
presenza esplicita e non più implicita
Obiettivo 2
LOTTA ALLE IMMAGINI LESIVE DELLA DIGNITÀ DELLA DONNA
Azione positiva 1
Iniziative volte a sensibilizzare la cittadinanza e soprattutto i giovani e le giovani rispetto all’uso di
immagini lesive della dignità della donna sui mezzi di comunicazione e in particolare nei messaggi
pubblicitari
Soggetti coinvolti: Servizio politiche femminili, associazioni interessate, eventuale referente esterno/a
Destinatari/e: cittadinanza, giovani
Tempistica: 2015/I semestre
Budget e risorse necessarie: ca. 1000 euro per la/il referente
Risultati attesi: contribuire alla diffusione di una cultura del rispetto fra donna e uomo e, in generale,
fra le persone nonché lotta precoce ai pregiudizi e ai cliché di genere.
37
Indagine Gender - Strategie per la parità tra donne e uomini
2011
Indagine Gender Strategie per la parità tra
donne e uomini
Angela Giungaio
2011
Sommario
Introduzione.....................................................................................................................................................................3
La struttura demografica................................................................................................................................................3
Parità economica fra donna e uomo...............................................................................................................................4
La formazione scolastica .................................................................................................................................................5
Vita quotidiana, famiglia e società .................................................................................................................................5
Uno sguardo sul mondo giovanile...................................................................................................................................6
La componente straniera ................................................................................................................................................7
Conclusioni.......................................................................................................................................................................7
Note metodologiche..........................................................................................................................................................8
Bibliografia.......................................................................................................................................................................8
2
Indagine Gender - Strategie per la parità tra donne e uomini
2011
Introduzione
La parità di opportunità fra donne e uomini è uno dei principi fondamentali dell’Unione Europea e una base di partenza
imprescindibile per la crescita sociale ed economica della Comunità Europea e di ogni suo stato membro; è infatti uno
1
dei cinque valori su cui si fonda l'Unione, che deve assicurare la parità tra donne e uomini in tutte le sue attività .
Nel 2010, per commemorare il 15° anniversario dell'adozione della dichiarazione e della piattaforma d'azione della
Conferenza mondiale dell'ONU sulle donne, svoltasi a Pechino, e il 30° anniversario della Convenzione dell'ONU
sull'eliminazione di tutte le forme di discriminazione nei confronti delle donne, la Commissione ha adottato la Carta per le
2
donne , rinnovando il suo impegno per la parità tra generi e il potenziamento della prospettiva di genere in tutte le sue
politiche.
Negli ultimi anni si è dunque fatto molto in questa direzione; le politiche di gender-mainstreaming hanno portato notevoli
cambiamenti sociali nella parificazione tra generi. Vi sono tendenze molto positive, come ad esempio un numero
maggiore di donne sul mercato del lavoro e l’acquisizione da parte delle donne di una migliore istruzione e un migliore
livello di formazione.
Restano tuttavia ancora diversi settori nei quali la donna risulta tuttora svantaggiata. Principalmente le maggiori
differenze di genere si riscontrano ancora sul mercato del lavoro, dove le donne sono sovrarappresentate nei lavori
scarsamente retribuiti e sottorappresentate nelle posizioni decisionali. La maternità, inoltre, abbassa il tasso di
occupazione femminile e in casa le donne lavorano senza retribuzione per più ore degli uomini.
I ruoli maschili e femminili continuano a influenzare fondamentali decisioni individuali riguardanti l'istruzione, le scelte
professionali, gli accordi di lavoro, la famiglia e la fecondità. Queste decisioni hanno a loro volta un impatto sull'economia
e sulla società. È quindi nell'interesse della collettività che donne e uomini abbiano uguali possibilità di scelta nelle varie
fasi della vita.
Tali aspetti possono variare fra stati membri dell’Unione Europea, ma anche tra le singole regioni degli stessi e in diversi
ambiti culturali. Proprio per questa influenza di molteplici fattori è importante un’analisi specifica e territoriale della
questione.
La struttura demografica
Nel Comune di Merano, la componente femminile rappresenta il 52,0% della popolazione residente, percentuale che,
come si può vedere dal grafico sottostante, varia a seconda delle classi di età. I diversi livelli di mortalità determinano
una maggiore presenza femminile nelle classi di età degli over-cinquantacinquenni. Vi è dunque una maggiore
percentuale di popolazione femminile anziana, dovuta alle migliori aspettative di vita. Le speranze di vita (alla nascita)
sono infatti per l’uomo di 77,1 anni, per le donne, invece, di 83,5 anni.
Popolazione residente a Merano per sesso – 2010
In Meran ansässige Bevölkerung nach Geschlecht – 2010
La diminuzione della fecondità, l’innalzamento della speranza di vita a tutte le classi di età e la riduzione del tasso di
mortalità sono tra i fattori che, più di altri, spingono la nostra popolazione verso un progressivo invecchiamento
demografico. A ringiovanire la popolazione residente interviene la componente straniera: a livello provinciale infatti, la
popolazione straniera ha un’età media di poco superiore ai 30 anni.
Quanto alla fecondità, si assiste in generale ad una diminuzione delle nascite e per la nuzialità ad uno slittamento verso
un modello più tardivo; ciò è dovuto principalmente ad un maggiore livello di istruzione e ad un maggiore inserimento nel
mondo del lavoro da parte delle donne.
1
2
Articoli 2 e 3 del trattato dell'Unione europea, articolo 8 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea.
COM(2010) 078.
3
Anche la struttura delle famiglie sta cambiando: aumentano sempre più le famiglie composte da una sola persona, anche
a causa dell’invecchiamento della popolazione, ed è diminuito nel tempo il numero medio di componenti delle famiglie.
Questi due trend si rilevano maggiormente nei comuni urbani.
Parità economica fra donna e uomo
Analizzando il tasso di attività in Alto Adige emerge che, a fronte di un tasso di attività complessivo del 70%, quello degli
uomini si attesta sull’80%, mentre le donne raggiungono il 60%. Risulta dunque in modo molto evidente, un divario fra
genere. Oltre a ciò, anche nella popolazione occupata, vi sono differenze di genere, in particolare si parla di gap
salariale.
Il divario (o gap) salariale è dato dalla differenza tra il salario orario medio degli uomini e il salario orario medio delle
donne, espressa in percentuale rispetto al salario orario medio degli uomini e indica, pertanto, quanto in percentuale le
donne guadagnano in meno rispetto agli uomini. Se le differenze salariali fra genere prescindono da fattori come età,
livello di istruzione, tipologia di lavoro, posizione professionale, anzianità lavorativa, settore di lavoro o dalla diversa
produttività, il divario salariale è imputabile a comportamenti discriminatori non facilmente individuabili.
Da un’indagine svolta nel 2008 dall’AFI-IPL sui lavoratori e le lavoratrici dipendenti, emerge come in termini retributivi vi
siano differenze di genere molto marcate. Infatti l’8,7% delle donne altoatesine con contratto di lavoro a tempo pieno
percepisce meno di 1.000 euro al mese rispetto all’1,9% degli uomini. La situazione si capovolge nelle classi più elevate
di reddito, soprattutto nella classe oltre i 2.000 euro, dove si trovano solo il 9,3% delle donne a fronte del 17,6% degli
3
uomini. Questa differenza dipende sicuramente anche da altri fattori, oltre che dalla discriminazione di genere. Infatti, le
donne sono occupate prevalentemente, oltre che nel pubblico impiego, in settori con livelli retributivi inferiori alla media,
come il commercio, il turismo ed i servizi alle persone. Tuttavia, i differenziali retributivi permangono anche all’interno dei
settori, quindi non è sbagliato affermare, che anche in Alto Adige, vi è una quota di “discriminazione” dovuta al fatto che,
a parità di caratteristiche produttive, le donne vengono pagate meno degli uomini.
Il divario retributivo deriva in parte anche dalla segregazione del mercato del lavoro, le donne e gli uomini tendono
ancora a lavorare in settori/impieghi diversi.
Spesso il divario salariale riflette altre disparità del mercato del lavoro, che vanno a svantaggio soprattutto delle donne. Il
fattore principale in questo senso è la parte sproporzionata di responsabilità familiari da sostenere e le maggiori difficoltà
a conciliare impegni lavorativi e vita privata. Analizzando i dati del lavoro a tempo parziale in Alto Adige, emergono
notevoli differenze fra sessi; nel 2008 era infatti solo il 4,7% degli uomini, contro il 37,2% delle donne ad avere un lavoro
a tempo parziale. La motivazione determinante la scelta di lavoro part-time evidenzia discrepanze ancora maggiori fra
genere: per la donna il principale motivo sono i motivi familiari (25.800 donne contro 600 uomini). Di fatto il 62,8% della
popolazione altoatesina - per la maggior parte donne - motiva la propria occupazione a tempo parziale con la necessità
di prendersi cura dei figli, di altri bambini e/o di altre persone non autosufficienti ed il 12,6% con altri motivi familiari.
Risulta, inoltre, che l’essere donna renda anche più difficile trovare lavoro a tempo pieno. Sono maggiormente le donne,
infatti, ad aver affermato di lavorare part-time perché non hanno trovato lavoro a tempo pieno (5.200 donne contro 1.500
uomini).
Il 6,9% desidera avere a disposizione più tempo libero ed il 3,9% di coloro che sono impiegati a tempo parziale indica
come motivo una malattia o problemi di salute personali. Per queste motivazioni prevalgono gli uomini.
Perché lavora a tempo parziale?
Warum arbeiten Sie in einem Teilzeitverhältnis?
Valori percentuali/Prozentwerte
Molte donne lavorano a metà tempo o con contratti atipici. Anche la Commissione Europea, in sue ricerche, afferma che,
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AFI/IPL pianeta conciliazione: Donne, lavoro e famiglia In Alto Adige – dicembre 2010
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Indagine Gender - Strategie per la parità tra donne e uomini
2011
se da un lato ciò consente alle donne di rimanere sul mercato del lavoro mentre gestiscono le responsabilità familiari,
dall’altro questo può avere ripercussioni negative sulla loro retribuzione, sulla carriera professionale e sulle prospettive di
promozione e pensione4.
La formazione scolastica
In generale si può affermare che nell’ultimo trentennio il grado di istruzione della popolazione sia a livello nazionale che
locale, è aumentato. Si è assistito ad una crescita complessiva della scolarizzazione degli studenti residenti in provincia
di Bolzano. Considerando tutti i livelli di istruzione, dalla scuola dell’infanzia all’università, complessivamente negli ultimi
diciotto anni il tasso di scolarità è aumentato di quindici punti percentuali; in altre parole, se nell’anno scolastico 1991/92
63 altoatesini su 100 in età tra i 3 e i 25 anni erano impegnati in un ciclo di studi, nell’anno scolastico 2008/09 tale quota
è salita al 79,0%. Dai dati si evince come sono principalmente le giovani donne ad aver non solo colmato la differenza di
livello di istruzione con i maschi, ma addirittura di averli superati. Nella classe di età dai 20 ai 49 anni, è di gran lunga
maggiore il numero di donne con un diploma di scuola secondaria superiore. Anche per il titolo universitario, nella classe
di età da 20 ai 39 anni, la percentuale femminile è maggiore di quella maschile.
Da anni ormai si rileva un trend di rialzo della presenza femminile nelle istituzioni formative; le percentuali di giovani
donne superano quelle maschili in tutti i gradi di istruzione fuorché nelle scuole dell’infanzia e nelle scuole medie.
Il divario risulta particolarmente accentuato fra studenti universitari, dove la quota femminile supera quella maschile di
1,1 punti percentuali. Nelle università nel periodo dall’anno accademico 1991/92 all’anno accademico 2008/09 si è
registrato un incremento complessivo di iscritti del 24,1%.
Un ulteriore aspetto importante riguarda il successo e l’insuccesso scolastico. Negli ultimi anni si è assistito ad una
diminuzione del numero di studenti respinti - e di conseguenza di ripetenti - nelle scuole primarie e secondarie di I grado,
mentre nelle scuole secondarie di II grado la percentuale di respinti è aumentata. Ciò nonostante, negli anni dal 1991 al
2009 il numero dei 18-enni diplomati è cresciuto sensibilmente in generale ed in maniera più marcata tra le donne.
In questo contesto emerge in particolar modo anche la differenza tra maschi e femmine, differenza che aumenta con il
crescere del grado d’istruzione sia nel caso dei respinti, sia in quello dei licenziati, qualificati e diplomati.
Tasso di successo scolastico nelle SE, SM, SS
Erfolgsquote in GS, MS und OS
Valori percentuali/Prozentwerte
Vita quotidiana, famiglia società
È il lavoro domestico, sommato a quello fuori casa, ad incidere maggiormente nell’economia quotidiana di ogni donna.
Considerando esclusivamente la fascia di popolazione occupata, il lavoro femminile è nettamente superiore a quello
maschile: 8 ore e 30 minuti rispetto alle 7 ore e 23 minuti impiegati dagli uomini.
Nella concezione tradizionale della vita familiare, i lavori domestici e l’educazione dei figli sono stigmatizzati quali compiti
femminili.
Analizzando le ore di lavoro domestico/familiare, emerge infatti come tale impegno sia per le donne pari ad un lavoro a
tempo pieno, mentre per gli uomini risulta essere per lo più un impegno occasionale.
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Comunicazione della Commissione al Parlamento Europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle Regioni Strategia per la parità tra donne e uomini – settembre 2010
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Collaborazione in casa per genere
Mithilfe im Haushalt nach Geschlecht
Valori percentuali, ore settimanali
Le donne lavorano per lo più da 10 a 30 ore settimanali (36,8%) nel lavoro domestico, per gli uomini la risposta più
frequente è invece fino a 10 ore settimanali (51,6%).
Troviamo invece la situazione inversa nell’attività lavorativa fuori casa, dove è evidente il maggiore impegno, considerato
in ore, del sesso maschile: il 38,6% degli uomini lavora fuori casa da 30 a 40 ore settimanali e il 15,5% oltre 40 ore.
Oltre ai lavori prettamente domestici, anche la cura dei figli e di persone non autosufficienti è, nella maggior parte dei
casi, svolta dalla donna. Come già evidenziato precedentemente, sono maggiormente le donne che lavorano part-time
per motivi familiari legati alla cura di figli e/o di persone anziane-non autosufficienti.
Sono infatti rari i casi in cui i padri usufruiscono del congedo parentale; a livello provinciale la percentuale di non utilizzo
del congedo per paternità è del 90%. Questo riconferma quanto siano diffusi i sistemi di valori tradizionali. A determinare
tale scelta sono principalmente ragionamenti di natura professionale, legati ai timori di perdere il proprio posto di lavoro o
di vedere decurtato il proprio reddito.
Risulta dunque evidente come delle buone politiche di welfare siano lo strumento migliore per venire incontro e
alleggerire il doppio carico della popolazione femminile.
Uno sguardo sul mondo giovanile
Già in giovane età si evidenziano differenze nelle aspettative dei genitori nei confronti di figli maschi e figlie femmine.
Per fare un esempio: l’81,8% delle figlie femmine tiene in ordine la camera contro il 50,6% dei figli maschi. Ma differenze
più o meno marcate si osservano per tutte le tipologie di lavori domestici, fatta eccezione per quanto attiene il compiere
le piccole riparazioni in casa e il buttare le immondizie, attività che vengono svolte più dai maschi che dalle femmine.
Anche nella disponibilità di denaro vi sono già tra i giovani notevoli differenze di “paghetta”: I maschi risultano "più ricchi"
delle femmine: quasi la metà (49,0%) dispone di oltre 200 € al mese contro il 39,6% delle femmine. Ciò nonostante,
sembrano essere sempre i maschi a lamentarsi di disporre di poco denaro: il 15,4% dei maschi contro l’8,7% delle
femmine dichiara di ricevere pochi soldi dal padre (rispetto alla madre rispettivamente il 15,9% dei maschi e il 5,4% delle
femmine).
Risulta invece la situazione inversa nel caso di “contributi” economici alla famiglia nel caso in cui i giovani lavorino. Si
evidenzia infatti una leggera discrepanza tra il comportamento dei maschi e delle femmine, queste ultime risultano più
inclini a devolvere parte del proprio guadagno alla famiglia d’origine: il 33,1% dei maschi contro il 26,9% delle femmine
non dà soldi in famiglia pur lavorando.
Da diversi indicatori emerge poi una certa sensazione di disagio delle giovani ragazze che si sentono più di frequente
non completamente all’altezza delle diverse situazioni o meno sicure rispetto ai loro coetanei maschi.
Il rapporto con il proprio fisico diverge fra uomini e donne: circa tre quarti degli uomini sono abbastanza soddisfatti del
proprio fisico e del proprio peso, le donne si dichiarano contente solo nel 50% dei casi circa.
Alla domanda come giudica il proprio peso, una donna su cinque risponde sostenendo di sentirsi troppo grassa.
Nemmeno la metà delle donne si manifesta decisamente soddisfatta del proprio peso. Anche nei tentativi di perdere
peso sono più frequentemente le giovani ragazze a ricorrere alle misure più pesanti.
In realtà invece sono proprio le donne ad essere maggiormente interessate dal fenomeno del sottopeso, mentre sono più
numerosi gli uomini in sovrappeso (BMI – Body Mass Index, Indagine multiscopo 2009, ASTAT).
La maggiore importanza che le donne attribuiscono alla bella presenza emerge anche dalle risposte che danno circa
l’aspetto fisico. Una donna su due (49,9%) si sente a suo agio solo se vestita e truccata bene ed una su cinque (20,7%)
ricorrerebbe anche alla chirurgia estetica per migliorare il proprio aspetto fisico.
Per l’ennesima volta emerge quindi quanto le donne risentano della pressione sociale riguardo a valori quali la bellezza e
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Indagine Gender - Strategie per la parità tra donne e uomini
2011
la snellezza.
A prescindere dal sesso degli intervistati, la questione che più affligge i giovani sono le aspettative esagerate riguardo al
rendimento. In tal senso si sono espressi tre quarti degli intervistati (75,9%), facendo registrare un ulteriore incremento di
cinque punti percentuali rispetto al 2004. Paure relative al futuro, il timore di ammalarsi, tristezza e solitudine sono
fenomeni che riguardano oltre il 60% dei giovani. La mancanza di senso nella vita tormenta un giovane su due (50,4%),
altrettanti sono assillati dalla paura di assumersi delle responsabilità (49,0%) oppure dal pensiero di rimanere disoccupati
(47,8%).
La componente straniera
Negli ultimi due decenni anche in Alto Adige l’immigrazione è andata sempre aumentando. Da fine millennio circa 33.500
cittadini stranieri hanno fissato la propria residenza in uno dei comuni della provincia di Bolzano. Negli ultimi tre anni gli
arrivi dall’estero hanno tuttavia subito un rallentamento. I ridotti flussi migratori sono riconducibili principalmente agli
effetti della crisi economica. Inoltre, è prevedibile un aumento dell’affluenza di profughi dall’Africa e da altri territori colpiti
da catastrofi naturali e guerre. Per questo motivo il calo temporaneo del saldo migratorio non può essere interpretato
come un’inversione di tendenza.
Al 31/12/2010, gli stranieri residenti in provincia di Bolzano ammontano a 41.699 unità con un aumento del 6,5% rispetto
all’anno precedente e ben otto volte maggiore rispetto al 1990. Vi è inoltre una parte di stranieri che viene “naturalizzata”,
nel senso che nello scorso decennio circa 3.500 stranieri hanno ottenuto la cittadinanza italiana: divenendo a tutti gli
effetti cittadini italiani, non saranno più conteggiati nella statistica degli stranieri.
La presenza di stranieri risulta maggiore nei centri urbani: nel capoluogo con 13.410 immigrati, vive quasi un terzo di tutti
gli stranieri residenti in Alto Adige (32,2%), seguito da Merano con 5.665 (13,6%) e Bressanone con 1.968 persone
(4,7%).
Inoltre la popolazione straniera è caratterizzata da un elevato tasso di crescita determinato da un elevato tasso di
natalità (16,8‰ rispetto al 10,1‰ della popolazione autoctona), accompagnato da un contenuto tasso di mortalità (2,4‰
contro l’8,1‰). L’andamento vivace delle nascite e la bassa mortalità di questa fascia della popolazione fungono da
freno al crescente invecchiamento della nostra società.
Purtroppo per quanto riguarda le donne straniere, non sono riuscita a reperire molti dati statistici di indagini
demoscopiche. Le indagini sulla popolazione straniera riguardano ancora – principalmente – aspetti demografici,
tralasciando spesso aspetti più propriamente demoscopici (in alcuni casi anche perché le donne straniere sono tuttora
difficilmente raggiungibili/avvicinabili). Inoltre, per avere dati statisticamente validi, bisognerebbe comunque svolgere
indagini suddivise per diverse etnie e ciò, per indagini quantitative, risulta metodologicamente piuttosto difficile.
In letteratura si trovano per esempio marcate differenze di genere fra etnie per quanto concerne le iscrizioni scolastiche:
la scelta di far studiare i figli indipendentemente dal genere è diffusa maggiormente nelle famiglie marocchine, albanesi,
romene, ecuadoriane e cinesi, fra le quali si osserva una percentuale di femmine iscritte a scuola in linea con le femmine
residenti. Sono invece le nazionalità indiana, egiziana, pakistana a presentare uno squilibrio tra gli iscritti a scuola a
favore dei maschi. Si aggiungano infine altre nazionalità (che vedono gruppi di alunni meno numerosi) nelle quali spicca
l’elevato tasso di mascolinità: Tunisia, Serbia-Montenegro, Senegal, Sri Lanka, Bangladesh, Bosnia-Erzegovina,
Camerun.
Conclusioni
Emerge quindi una situazione di varie differenze di genere che confermano la necessità di azioni mirate a situazioni
definite e circoscritte, messe in atto per risolvere una particolare situazione di discriminazione. Oltre a ciò si richiedono
azioni di sistema che mirino a trasformare cultura, politiche e strategie per introdurre cambiamenti a largo raggio e
duraturi. Strategie che mirino a cambiamenti culturali che coinvolgano tutte le componenti dei sistemi in quanto
prevedono che, prima che le decisioni siano prese, siano individuati i probabili impatti che queste possono avere sulle
donne e sugli uomini. Sono quindi una strategia che mira alla qualità delle politiche e sposta l’attenzione dalle donne a
tutte le componenti della società.
I fattori cruciali per il cambiamento e per il gender-mainstreaming sono dunque:
• la consapevolezza delle discriminazioni di genere e dei meccanismi che le sottintendono;
• la volontà del mondo politico e dei vertici istituzionali;
• la presenza di specifici piani di azione;
• la disponibilità di strutture, meccanismi e risorse.
Gli obiettivi principali per sostenere la promozione della parità di genere sono dunque:
•
•
•
adottare politiche per migliorare la parità di genere sul mercato del lavoro e l'inclusione sociale delle donne;
promuovere l’imprenditorialità e il lavoro autonomo delle donne;
valutare le disparità ancora esistenti per il diritto al congedo per motivi di famiglia, in particolare il congedo di
paternità e il congedo per la prestazione di assistenza, e le eventuali possibilità per affrontarle;
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•
•
promuovere la parità di genere anche in tutte le iniziative concernenti l'immigrazione e l'integrazione dei/delle
migranti;
incoraggiare le donne a scegliere percorsi formativi e professioni non tradizionali.
Il Global Gender Gap è un indice che da qualche anno misura il gap tra generi nei Paesi; è frutto di quattro diversi sub
indici in grado di radiografare un Paese attraverso le opportunità nel mercato del lavoro, l'economia, l'aspettativa di vita e
lo stato di salute, la partecipazione politica e l'accesso all'istruzione superiore (universitaria e post). È stato elaborato dal
World Economic Forum, in collaborazione con la Harvard University e la University of California. Il Global Gender Gap
2010 è stato presentato lo scorso ottobre. La Top Ten racconta di un Nord del mondo da tempo capace di conciliare le
esigenze di genere. I primi posti della classifica sono occupati infatti dai Paesi dell'estremo nord; prima è l'Islanda,
seguita da Norvegia, Finlandia e Svezia; quinta è la Nuova Zelanda, sesta l'Irlanda, settima la Danimarca. Ci sono poi tre
new entry; Lesotho (ottavo), Filippine (al nono posto) e Svizzera (al decimo). Tra i Paesi europei la performance
peggiore è della Francia che in un solo anno è passata dal 18esimo al 46esimo posto. L'Italia è 74esima, preceduta però
da alcuni Paesi in via di sviluppo tra cui il Mozambico (22esimo) e il Botswana (62esimo).
Fortunatamente in Provincia di Bolzano si possono rilevare notevoli differenze rispetto al livello nazionale. Dall’elaborato
emerge infatti che per i quattro indici che compongono il Global Gender Gap la situazione è molto buona. Il mercato del
lavoro presenta livelli di disoccupazione molto bassi, vi sono sì differenze di genere che rientrano comunque negli
obiettivi della Commissione Europea del 2015. L’aspettativa di vita e lo stato di salute in Provincia di Bolzano presentano
buoni indicatori rispetto anche al livello nazionale, come pure il livello di formazione delle donne che sempre più
accedono anche ai livelli più alti di studio e di partecipazione politica. Pure gli aiuti alle famiglie, le strutture per l’infanzia
e i servizi sociali raggiungono ottimi standard.
Considerando che a Merano vi sono 145 posti negli asili nido, 1.157 iscritti alle scuole materne, oltre a varie strutture
convenzionate, si può senza dubbio affermare l’ottimo grado del welfare state cittadino. Anche i servizi sociali, che a
titolo esemplificativo per assistenza hanno offerto nel 2010 52.430 pasti a domicilio per 301 utenti, 15.213 pasti in mensa
a 264 utenti e assistono ben 360 persone a domicilio, sono un validissimo aiuto non solo per le famiglie, ma anche per le
persone anziane che, come abbiamo visto, sempre più spesso abitano da sole.
Note metodologiche
L’indagine si è posta quale obiettivo principale di studiare le differenze di genere nei settori cruciali della società. In
particolare sono stati analizzati quegli indicatori che in letteratura sono considerati tipici delle indagini sul gender, che
sono gli stessi indicatori considerati per il Global Gender Gap.
Vista la richiesta dell’ente di sinteticità dell’elaborato, si espongono gli aspetti salienti e quelli sui quali le forze politiche e
sociali possono avere una qualche influenza e incidere con strategie chiave, finalizzate a promuovere l'uguaglianza tra
uomini e donne. Sono stati trattati inoltre alcuni indicatori che dimostrano come vi sia ancora la necessità di cambiamenti
culturali che coinvolgono tutte le componenti dei sistemi politici e sociali.
I dati statistici esposti nel presente elaborato sono per lo più dati a livello provinciale o riferiti ai comuni urbani della
provincia. Purtroppo non vi sono sufficienti dati demoscopici (già esistenti) a livello comunale, per poter analizzare i vari
aspetti socio demografici e le diverse variabili trattate nell’elaborato. Inoltre, per alcune variabili, a livelli comunali non si
avrebbe la numerosità necessaria per avere dati statisticamente significativi. È stata dunque svolta un’analisi secondaria
interpretando dati a livello provinciale e/o dei comuni urbani della Provincia, che ritengo che siano tuttavia applicabili
anche alla realtà meranese. Per avere una analisi prettamente “meranese” delle realtà di genere, sarebbe necessaria
una rilevazione mediante un questionario pensato e sviluppato sulla realtà meranese, e successivamente i dati raccolti
andrebbero pesati sulle principali variabili socio demografiche della popolazione residente nel Comune di Merano.
Bibliografia
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Sozialportrait Südtirol 2009 - Quadro sociale dell’Alto Adige – 2009; Astat Istituto Provinciale di Statistica;
Bolzano,2010
Genderbericht 2006 – Indagine Gender 2006 Astat Istituto Provinciale di Statistica; Bolzano
Haushalte in Südtirol 2008 – Famiglie in Alto Adige 2008; Astat Istituto Provinciale di Statistica; Bolzano, 2009
Pianeta conciliazione: donne, lavoro e famiglia in Alto Adige, 2010 Istituto per la Promozione dei Lavoratori
Jugendstudie 2009 – Indagine sui Giovani 2009; Astat Istituto Provinciale di Statistica; Bolzano,2010
Mehrzweckerhebung der Haushalte 2010 – Indagine multiscopo sulle famiglie 2010; Astat Istituto Provinciale di
Statistica; Bolzano,2010
Articoli 2 e 3 del trattato dell'Unione europea, articolo 8 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea.
Dati ufficio statistico Comune di Merano – http://www.comune.merano.bz.it/it/infocitta
Angela Giungaio, dott.ssa in sociologia
Dal 2004 al 2008: ispettrice statistica presso l’Astat – Istituto provinciale di Statistica, Bolzano
Dal 2008: direttrice amministrativa presso la sezione distaccata di Merano del Tribunale di Bolzano
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