I QUADERNI
DE LA VOCE
(INDIPENDENTE)
DELL’ANAC
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In copertina: il francobollo del canottaggio emesso
da San Marino nel 1964 parte di una serie dedicata
allo sport in occasione delle Olimpiadi di Tokyo
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EDITORIALE DEL PRESIDENTE
NON PERDIAMO PIU’
I TRENI IMPORTANTI, …PLEASE!
’ partito l’ingranaggio federale per il
prossimo quadriennio. Deciso l’organigramma, tutte le squadre viaggiano a
pieno ritmo verso gli appuntamenti più
importanti in maglia azzurra. Questo fa
contenti tutti noi appassionati di questo
sport, che seguiamo con trepidazione le gesta dei
nostri atleti. Quello che io però vorrei dire è che nel
canottaggio, anche se una buona fetta è dedicata anche economicamente alle squadre nazionali, questo
non deve essere il tutto. Mi spiego. La Federazione
Italiana Canottaggio è quell’organismo che raggruppa tutte le società dalla più grande alla più piccola.
Tutte quelle che poi a fine quadriennio vanno a votare. La Federazione Italiana Canottaggio raggruppa
tutti gli allenatori e tutti gli atleti senza distinzione di
età sesso o credo religioso. Buona parte di quelli che
a fine quadriennio andranno a votare. Per questo motivo, e qui vorrei essere chiaro, nelle squadre nazionali saranno impegnate 40/50 società con i loro atleti.
Delle altre, 150 più o meno, che cosa ne facciamo?
Le congeliamo fino alle prossime elezioni, o cerchiamo un loro coinvolgimento? Perché ogni club remiero
ha una sua storia, una sua identità culturale e sociale, ma quello che accomuna tutte le società è che
rappresentano sul territorio nazionale, la possibilità di
diffondere lo sport del remo. Se lasciamo in balia a sé
stesse queste vegeteranno fino a rimanere cattedrali
(più o meno piccole) nel deserto. E allora cerchiamo
di monitorare queste che potrebbero rappresentare
un autentico volano per la diffusione del nostro sport,
provando a proporre un canottaggio diverso, meno
costoso, più facile da gestire: il Canottaggio nelle
Scuole. Una specie di universo parallelo fatto di barche, e remi, di studenti che dalle palestre scolastiche
E
approdano ai carrelli delle nostre yole, delle nostre
gig, diventando canottieri. Di gare solo per loro, nelle
quali gli insegnanti di concerto con i tecnici (soprattutto quelli più giovani), apprendono e si evolvono,
remano e si divertono coinvolti in un nuovo modo di
vivere il nostro sport.
Il fatto di aver perso il treno delle fasi finali dei GSS è
una cosa grave per chi ha creduto da ottobre nel Progetto Remare a Scuola: Istituti, insegnanti, studenti, e
non da ultime le società, che a pochi giorni dalla data
prevista, dopo aver conquistato sul campo delle fasi
regionali il diritto a partecipare, si son visti negare la
disputa della fase più importante. Vai a raccontare a
loro il prossimo settembre, che nel 2014 sarà diverso.
Convincili di inserire ancora una volta il Progetto nel
POF. Lo si farà. Certo. Ma cerchiamo di non perdere
più i treni importanti, please…. Potrebbero non passare più dalla nostra stazione.
E prima di concludere una cosa piccola piccola voglio aggiungere. L’ANAC è una associazione indipendente, che non deve mai, e dico mai, aver paura di
esprimere le proprie opinioni, anche se queste talvolta danno fastidio a qualcuno. Perché io, da Presidente, dei fastidi altrui non mi volto nemmeno indietro.
Maurizio Ustolin
Presidente dell’ANAC
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DI VARESE IN VARESE,
TRA PASSATO,
PRESENTE E FUTURO
i ritroviamo ancora qui, lago
di Varese, uno dei principali
scenari del nostro canottaggio. Ci ritroviamo qui giusto
una settimana dopo la fine
dei Campionati Europei Senior & Pesi Leggeri, che hanno decretato il
vero battesimo del fuoco dell’Italia del dottor
La Mura appartenente al nuovo corso federale. E ironia della sorte ci ritroviamo proprio
laddove il vecchio corso federale chiuse,
senza sapere di essere all’ultimo atto ovviamente, la propria esperienza, sempre con la
massima rassegna continentale. Impossibile
paragonare i risultati delle due manifestazioni. L’Europeo varesino del 2012 giunse al
termine di una stagione dispendiosa come
solo quella dell’anno olimpico sa essere, con
le forze ormai allo stremo e la partecipazione generale che fu quel che fu. L’edizione
di quest’anno, ovvero l’anno post-olimpico,
porta con sé tutte le difficoltà tipiche di questo tipo di annata – è una voce comune quella
che gira nel nostro ambiente che l’anno postolimpico tra ritiri eccellenti, pause di riflessione, ricambi generazionali e sperimentazioni in
seno alle varie nazionali, non è mai al livello
di competitività dei successivi tre capitoli del
quadriennio – e nel caso della nostra Nazionale bisogna aggiungere il cambio di guida
tecnica, con tutto ciò che ne consegue. Dunque inutile riempirsi la bocca dei vari “eh ma
l’anno scorso”, “eh ma quest’anno”, “si stava meglio quando si stava peggio” eccetera
eccetera. Ciò che conta in questo momento
è la gioia di chi ha vinto a Siviglia - e i due
ori sono pesantissimi, così come altre meda-
C
glie – la delusione di chi è arrivato dietro e la
consapevolezza che sta crescendo un’Italia
giovane, rinnovata, che ha bisogno di tempo. Certo, tutti vogliamo che questo tempo
passi in fretta, perché l’oro olimpico, a Rio, ci
mancherà da 16 anni, ma ora è il momento di
lavorare. Con serenità, perché i conti si fanno
sempre alla fine, e mai all’inizio. E poi perché questi Europei sono già acqua passata.
Siamo qui per i Campionati Italiani Ragazzi &
Under 23, e la scena deve essere loro e soltanto loro. Sappiamo che questi ragazzi non
ci deluderanno e che ci aspetta un weekend
di grandissimo canottaggio. E chi lo sa, magari inconsapevolmente vedremo all’opera
qualcuno o qualcuna che in Brasile ci farà
sognare. Chi vuole la verità, deve guardare. E
allora godiamoci lo spettacolo. Buon divertimento, e in bocca al lupo a tutti.
Niccolò Bagnoli
Lucerna Rotsee 2010. Un incontro d’eccezione: Stefano
Martinoli, grande campione del passato ed oggi titolare assieme al figlio della maggior ditta di produzione
accessori per barche da canottaggio, incontra il mitico
Vyacheslav Ivanov, 3 volte campione olimpico in singolo.
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... DI NOI
ALLENATORI ...
“Personalmente non conoscevo gli allenatori al
seguito della nazionale juniores, ho potuto apprezzare le loro competenze poliedriche: tecnica,
coaching, team building, preparazione maniacale delle imbarcazioni (lucidate e incerate al punto
di farle sembrare appena uscite dal cantiere Filippi), psicologi, autisti, pianificatori,…”
gara per il giorno successivo e via dicendo... La
storia la conosciamo molto bene.
Tutto ciò a lungo andare non può che andare a
discapito delle performance degli atleti ma, ancor peggio, della salute dell’allenatore stesso
che, nella maggior parte dei casi, nella vita non
svolge solamente la professione di allenatore.
La mia non vuol essere una polemica nei confronti di qualcuno ma soltanto un oggetto di confronto su un tema che nel bene o nel male riguarda tutti noi. Credo fermamente che nel confronto
e nel dialogo possano nascere le migliori idee e,
se ce ne fosse bisogno anche di modifiche ad un
sistema di lavoro fatto ormai di consuetudini.
Il confronto deve essere onesto dal punto di vista
intellettuale e motivato nelle sue risposte. Non
mi piace quando viene detto “si è sempre fatto
così” o “non è che le cose possono cambiare
da un giorno all’altro”. Lo so bene ma non mi
sembrano motivazioni tanto plausibili. Sono inoltre consapevole del fatto che stiamo vivendo un
periodo di crisi economica che non da’ tregua e
respiro alle società italiane ma da qualche parte
dovremo pur ricominciare a crescere.
Siamo un associazione ed è nostro dovere cercare di darci delle risposte che possano servire
all’intero movimento.
Siamo italiani e abbiamo nel DNA la capacità di
trovare le migliori soluzioni proprio nei momenti
di massima difficoltà.
Concludo facendo i complimenti a tutti coloro
che hanno preso parte alla spedizione azzurra di
Minsk e che hanno tenuto in alto i nostri colori.
Infine mi rivolgo e faccio il mio più grosso “in
bocca al lupo” agli Azzurri impegnati a Siviglia.
Siamo tutti con voi!
Un caloroso saluto.
Andrea Messina
Queste sono le parole del consigliere federale
Mario Italiano dopo aver visto all’opera i tecnici azzurri durante i Campionati Europei juniores
svolti di recente a Minsk.
Parole che fanno riflettere su quanto non sia facile la vita degli allenatori di canottaggio.
Molte volte, infatti, ci si trova a dover ricoprire
ruoli che si discostano notevolmente dal semplice controllo delle imbarcazioni o dallo stilare un
programma di allenamento.
Le parole del mio concittadino hanno fatto crescere un dubbio che avevo già da tempo, ovvero, può un solo uomo (o donna) svolgere più
mansioni e riuscire a farlo nel migliore dei modi?
Non ci hanno sempre detto che è meglio fare
una cosa e farla bene piuttosto che farne molte
e farle male?
In Italia, in altri sport, esistono più figure all’interno di un singolo staff tecnico e che hanno come
obiettivo comune il raggiungimento della massima performance.
Lasciamo stare le altre nazioni. Sappiamo bene
quanto lo sport sia importante al di là della nostra
penisola e siamo tutti a conoscenza di quante figure professionali esistano all’interno dello sport
system.
Girando sui campi di gara italiani non è raro vedere allenatori già stanchi ancor prima di cominciare. Basti pensare che magari uno di questi si
è dovuto svegliare prima dell’alba, raggiungere il
proprio circolo, guidare e trainare per molte ore il
carrello e, una volta giunto a destinazione, controllare tutte le imbarcazioni, fare l’accreditamento, organizzare gli spostamenti albergo-campo
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UN GIANNI DA OSCAR
NON È DA TUTTI VINCERE UN “OSCAR”,
MA SE SON DUE ….
Gianni Postiglione, il grande tecnico italiano che tutti ammirano: due volte ai
vertici del Fisa Award “World Rowing Coach of the Year”, migliore tecnico nel
2006 e nel 2011.
ianni Postiglione è il classico
canottiere di lungo corso, che
una volta sedutosi al carrello
della barca non ne lascia più i
remi. C’è chi continua con tanta passione a gareggiare tra i
“master” e chi, come lui, continua scoprendo e
facendo crescere nuovi talenti. E poi, lasciandosi alle spalle un ambiente un po’ stretto per
il suo desiderio di agire, va a remare su altre
acque, in altre nazioni, raccogliendo ovunque
importanti risultati ed apprezzamenti, tanto da
essere insignito per ben due volte nell’arco di
pochi anni del Fisa Award “World Rowing Coach of the Year”, quale migliore tecnico, nel
2006 e nel 2011.
Una brillante carriera, che prosegue con successo, sia come tecnico di una squadra (lo è della
nazionale greca, dal 2005) che nel solco delle iniziative promozionali della FISA, la Federazione internazionale, che ha trovato in lui la persona ideale per promuovere nel mondo il buon canottaggio, sul piano tecnico, ma anche quale ascoltato
ed apprezzato consulente per chi debba risolvere
problemi operativi a volte non facili.
G
Primo titolo ai remi
Dopo aver mosso le prime bracciate nella piscina della Canottieri Napoli, entrò da ragazzino nell’atmosfera di una delle più gloriose
società di canottaggio di Napoli, il R.Y.C.C. Savoia, sodalizio aperto alle varie discipline in cui
l’acqua è l’elemento principe. Il suo fisico aveva attratto l’attenzione di uno dei grandi tecnici del remo napoletano, Marcello James, gran
scopritore di talenti, che ben presto lo portò al
primo titolo italiano in doppio canoe nel 1967.
Aveva tutto di buono quale rematore, con un
piccolo neo: non aveva il peso dei “campioni
da 90 Kg.”, insomma era quello che oggi è un
classico peso leggero, ma all’epoca non esisteva la categoria. E quindi doveva gareggiare
nelle competizioni normali, ottenendo comunque ottimi risultati, spesso contro avversari di
maggiore stazza. Forse questa apparente condizione di inferiorità, che gli ha consentito di
analizzare bene il campo agonistico in cui operava, è stata la chiave di volta che gli ha dato
modo, quando entrò nel mondo dei tecnici, di
valutare ed apprezzare più approfonditamente
certe situazioni.
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Prime esperienze da tecnico
Al rientro dal servizio militare a Sabaudia, con i
canottieri della Marina Militare, nel 1973 entrò nel
novero dei tecnici remieri, in quell’altra importante fucina di campioni del remo partenopei, il Circolo Nautico Posillipo, ottenendo ottimi risultati
nel giro di pochi anni.
Si trovò a sostituire l’uscente allenatore Mario
Pugliese, da solo e senza alcun aiuto (il Circolo
Posillipo era ancora in amministrazione controllata per un grave problema economico a metà
anni ’60) né interno né esterno. La FIC all’epoca
non aveva sistemi di formazione tecnica molto
avanzati come nei periodi successivi: “giravano
solo dei vecchi opuscoli che nessuno aggiornava – ricorda Postiglione – e chiesi sostegno agli
allenatori italiani più famosi, e nel 1974 mi iscrissi
all’ANACC, per carpire qualche buon suggerimento dai bravi allenatori del Nord Italia”.
Arturo Cascone gli mandò 4 pagine di un libro
tedesco per la preparazione fisica del canottiere
e dal Centro remiero della Marina Militare l’Ammiraglio Marcello Pesce gli fornì una traduzione
di “Rudern”: “di cui ho seguito ed apprezzato gli
indirizzi – sottolinea Gianni Postiglione – che mi
consentirono in seguito di mettere a profitto le
mie idee nel campo della tecnica remiera, che si
svilupparono dapprima con la decisione di trasferirmi a Milano, a fine 1980 al Cus Milano, e successivamente a Piediluco, dove con Thor Nilsen
iniziai il mio percorso di approfondimento”.
successi, riteneva che trovare un allenatore nella
Marina Militare di Sabaudia gli portasse fortuna
e visto che ero l’unico napoletano, con le buone
referenze di Mario Bovo e Vittorio Catavero, che
si stava congedando, mi portò al Posillipo per vincere la Lysistrata”. Cosa che avvenne nel 1974.
Da Sabaudia a Mandello, a risciacquare i
remi nel Lario.
Il canottaggio alla Marina Militare era stato impostato da Mario Bovo, un marinaio dalle origini
patavine e che nel rapporto con i suoi uomini, i
suoi atleti, riusciva a far maturare la personalità
dei suoi ragazzi. Qualcosa di quel clima è rimasto
nella costruzione della sua personalità e oggi dei
suoi campioni?
“A quel tempo era in atto una fase di transizione
del canottaggio italiano, in Marina tutti i migliori
volevano lasciare l’alto livello senza perdere i privilegi acquisiti, i discorsi degli anziani in uscita mi
hanno insegnato molto sull’influenza negativa che
questi possono avere nel gruppo, quasi a cercare
il tanto peggio tanto meglio. Mario Bovo artefice
della cooperazione tra la MM e la Moto Guzzi fu
incaricato di risollevare le sorti della MM, dando
nuovi stimoli ai giovani come me, portandoci dal
grande Alippi sul lago di Como. Questi con rapido colpo d’occhio centrava gli errori ed in poche
parole indicava il movimento piú importante da
cambiare, era un allenatore con un occhio tecnico eccezionale”. Circostanze tutte ricordate in
seguito nei loro aspetti positivi.
Per quale ragione, al rientro dal servizio in
Marina, è diventato allenatore?
“Vittorio Marcatelli, un dirigente del CN Posillipo
che anni prima in Marina aveva scoperto Arturo
Cascone iniziando un lungo periodo di grandi
Dal Posillipo all’Idroscalo di Milano
Nel 1980, su segnalazione di Angelo Porcaro, fu
assunto come capo allenatore al Cus Milano (che
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non disponeva ancora dell’attuale importante
sede nautica, ma aveva trovato ricovero per le
proprie barche in un capannone della zona nautica dell’Idroscalo). Forse la condizione operativa
non era paragonabile a quella che aveva lasciato
al Posillipo, ma la situazione in parte avventurosa
può avere contribuito a rafforzare il suo carattere
nel percorso di tecnico?
“Più che rafforzamento del carattere fu un grande avvilimento passare da una squadra di 20
vogatori che vinceva in campo nazionale in tutte
le categorie l’otto ragazzi con due innesti vinse
anche il titolo italiano juniores a Milano nel 1980;
dovevamo arrivare sempre nelle primissime posizioni per recuperare buona parte delle spese,
altrimenti erano tutte a nostro carico, secondo
le regole di rimborso della FIC, e il Posillipo era
sempre in crisi]. Solo dopo mi resi conto che
cambiare era la scelta giusta, perché al Posillipo
non potevo avere gli sbocchi che sognavo”.
motivata a realizzare un proprio percorso tecnico
e ci sostenevamo a vicenda quando eravamo
in difficoltà. In tutto il gruppo di allora era viva
l’ambizione a migliorare e partecipare alla costruzione dell’idea di Paolo d’Aloja di avere un Centro Nazionale che tutto il mondo ammirasse.
Il gruppo dei tecnici a Piediluco aveva un impegno totale con la Nazionale, noi due oltre ad
allenare il College remiero (altra idea di Nilsen)
avevamo anche l’incarico di seguire come genitori putativi i vogatori selezionati. Compito conclusosi nel 1991 quando il neo Direttore Tecnico
Theo Koerner mi affidò i Senior di Punta oltre ai
Pesi Leggeri. Vorrei ricordare, simpaticamente,
che il primo anno del College a Piediluco l’attuale Direttore Esecutivo della FISA Matt Smith era
mio «assistente», egli seguiva con me gli equipaggi sul lago e quanto i ragazzi erano a scuola
lui computerizzava il lavoro del Centro Nazionale,
si era nel 1982 e ci chiamavano la NASA del canottaggio. A tutt’oggi Matt si vanta dei suoi trascorsi a Piediluco”.
Dalla “Scala” del remo al “Cuore verde
d’Italia”
Dopo un anno di attività a Milano, dove sviluppò anche l’incarico di tecnico regionale per il
Comitato III Zona (come allora era denominato
il Comitato regionale) fu chiamato a Piediluco in
funzione delle nuove iniziative proposte dal norvegese Nilsen, coordinando il nuovo college remiero, in questo caso con la collaborazione di
Teresa Di Sauro, sua moglie, pure lei allenatrice.
Sia a Milano che a Piediluco ha operato in tandem con Teresa, sua moglie. Entrambi insegnanti di educazione fisica, eravate alternativi tra voi
o c’era una compensazione temporale nei tempi, ma ognuno seguiva un proprio percorso? Ed
è stato apprezzabile il suo appoggio “familiare”
per poter sviluppare il successivo ed importante
percorso internazionale?
“Ci siamo conosciuti per il canottaggio e la passione per questo sport ci ha tenuto assieme, entusiasmandoci per tutte le nuove conoscenze che
ci insegnavano quotidianamente; in quegli anni
di grande fervore mi resi conto che il mio processo di apprendimento di prova ed errore, che
applicavo al Posillipo, si era velocizzato incredibilmente con la guida concreta di Thor S. Nilsen
ed abbiamo incominciato a vedere il canottaggio con una filosofia più coinvolgente. Teresa era
Impegno globale
A Piediluco, quando Thor Nilsen aveva sviluppato l’organizzazione del Centro federale secondo
una filosofia che rifletteva la sua grande esperienza internazionale, come valutava il suo inse-
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rimento in attività di gruppo, o la responsabilizzazione individuale per settore?
“Thor Nilsen voleva che tutti fossero coinvolti nelle attività del Centro, lavoravamo nella raccolta
dati dei test, partecipavamo alla realizzazione di
ogni raduno per tutte le categorie, collaborando
con il responsabile del settore, guidavamo i carrelli o trasportavamo gli atleti in albergo, facevamo riunioni tecniche con i paesi che chiedevano
assistenza alla FIC; era una buona organizzazione che per quei tempi era funzionale. Quando il
presidente d’Aloja convinse Thor Nilsen a provare
me e Teresa nel nascente Centro, egli ci prese in
prova per un anno, dandoci solo la responsabilità
del College, in seguito io fui inserito come collaboratore di De Santis e Porcaro nei Pesi Leggeri;
Teresa come assistente degli Juniores. Non penso che Nilsen all’inizio ci considerasse molto, le
cose cambiarono però nello stesso anno, il 1982,
quando gli equipaggi allenati da noi, quasi tutti i
ragazzi del College furono medagliati nel mondiale
Junior a Piediluco. Ed ancor più, il quattro senza
Pesi Leggeri (Aiese, Romano, Martinelli, Boschin)
– gli scarti dell’otto PL – vinsero a sorpresa, la prima volta per l’Italia, il titolo mondiale a Lucerna”.
nottaggio italiano, era un continuo abbracciarsi
tra allenatori per ogni medaglia d’oro che arrivava. Era finita la stagione della frustrazione: nella
nazionale c’erano medagliati provenienti da tutta
l’Italia!!!”
Pesi leggeri, le grandi gioie
Le sue maggiori soddisfazioni nell’ambito dell’attività della nazionale italiana sono state conseguite
nel settore pesi leggeri. Un settore che stava crescendo in Italia ma stava avendo un importante
sviluppo anche in campo internazionale. Al di là
degli usuali schemi, cosa ha aggiunto di personale
nel rapporto con gli atleti?
“Ho iniziato con i Pesi leggeri nel 1982 con il Quattro senza PL e sono diventato coordinatore del
settore PL dal 1983 fino al 2000 incluso, ininterrottamente, con una media di quasi 3 medaglie d’oro
all’anno, fino al 1992. Poi dal 1993 con l’introduzione di alcune barche Pesi Leggeri nelle Olimpiadi
e le conseguenti qualificazioni, la media si abbassó, ma la squadra italiana, con Giuseppe La Mura
Direttore Tecnico, tenne bene il passo conquistando medaglie anche nelle nuove barche olimpiche.
Nel 1993 ho avuto un miglioramento di grado,
assumendo il ruolo di Coadiutore Tecnico del Direttore Tecnico oltre al coordinamento del settore
Pesi Leggeri, incarico assolto fino al 2001. Fino al
1996 ho seguito anche le donne Peso Leggero ed
il risultato migliore mai realizzato dalle ragazze italiane (Lisa Bertini e Martina Orzan) fu il 4° posto
alle Olimpiadi di Atlanta 1996: persero la medaglia
per 14 centesimi di secondo negli ultimi 100 metri
dietro alle più esperte australiane”.
Lucerna, il grande tempio remiero!
“Lucerna 1982 è stata una pietra miliare per il ca-
E dall’Australia arrivò la soddisfazione olimpica.
“Il culmine del mio compito con i Pesi Leggeri
fu raggiunto alle Olimpiadi di Sydney 2000 con
l’argento di Pettinari e Luini nel 2xPL. Nel 2001
ebbi il compito di avviare un nuovo gruppo senior di punta nel quadriennio di Atene, purtroppo
l’esperienza è abortita dopo un argento nel 4+M
ed un argento nel 2+M”.
Questi traguardi erano il massimo conseguibile?
“Negli anni ‘80 penso di aver sviluppato una personalità autotelica, compatibilmente con il tem-
9
po da dedicare ai doveri di una vita di relazione,
ma sufficiente da farmi immergere totalmente nel
canottaggio ed avere un contatto empatico con
i vogatori. Negli anni novanta ho perso questa
qualitá per un eccesso di schematizzazione del
lavoro e di razionalità anche nei rapporti, per fortuna l’ho ritrovata in Grecia e mi sento realizzato.
L’aspetto che ritengo importante sta nello stimolare anche nei vogatori la gioia che si prova per la
totale dedizione a quello che ci piace fare, senza
sentire il peso della rinuncia a qualcos’altro; per
sentirsi bene non c’è la necessità di guardare ad
un alto obiettivo futuro, avere un premio o subire minacce, ma compiacersi per come si agisce,
essere totalmente presi nel presente e nel compito che stiamo assolvendo. I vogatori hanno tutti
una motivazione intrinseca a migliorare e vogliono controllare il loro destino, qualche volta hanno
bisogno di un aiuto esterno per raggiungere i loro
obiettivi. Il mio compito è di auto determinarli con
facilitazioni indirette, che li facciano sentire artefici del proprio successo”.
Quali principi deve seguire un bravo tecnico
per essere sempre al top?
Nello sviluppo operativo un bravo tecnico, che sia
di club o della nazionale, è importante si mantenga costantemente aggiornato sulla evoluzione del
suo campo specifico. Nel suo caso – anche con la
valorizzazione ottenuta dagli incarichi tecnici della Federazione internazionale – traspare una forte
capacità di percezione dei problemi dei diversi
paesi cui ha dato aiuto e consulenza. Tra paese e
paese possono sussistere opportunità di sviluppo
diverse e quindi i suoi principi si basano su conoscenza, valutazione e flessibilità di applicazione?
“Nella FISA il Presidente Denis Oswald – che
quest’anno lascerà la Presidenza dopo 24 anni
– ed il Direttore Esecutivo Matt Smith hanno realizzato un ottimo lavoro attivando vari gruppi di
lavoro per avere un continuo adeguamento del
canottaggio mondiale. Io faccio parte di uno di
essi, la Commissione Competitiva, e sono molto
orgoglioso di aver dato il mio contributo in tutte le
iniziative per lo sviluppo del canottaggio, perchè
mi sono reso conto che la sopravvivenza del nostro sport alle Olimpiadi dipende dalla sua globalizzazione e dalla possibilità di avere molte nazioni
con possibilità di medaglia.
Sono orgoglioso di aver dato un contributo importante all’adozione dei Quarti di Finale in gare
con più di 24 equipaggi partecipanti, abolendo le
3 semifinali, ingiuste per equipaggi che dalla Semifinale potevano andare in Finale C”.
Il campione nasce tale, o cresce nel tempo.
Ovvero si può autonomamente sviluppare
una qualità intrinseca, o è indispensabile
uno specchio critico di riferimento?
“I bravi vogatori hanno un dono che devono imparare a coltivare in autonomia aprendosi sempre ad apprendere.
Quando tengo conferenze in altri paesi, molti allenatori si presentano ricordandomi i loro atleti
che hanno ottenuto medaglie Olimpiche o mondiali, spesso per un solo atleta si fregiano del risultato due, tre o anche piú allenatori (quello che
gli ha insegnato a remare, il capo allenatore del
club, il responsabile del settore nazionale, il Direttore Tecnico), ma l’atleta è sempre uno; ciò mi
porta a riflettere su chi ha veramente il merito,
concludendo che deve essere l’atleta a fregiarsi
dell’allenatore, se vuole”.
Un grande campione potrebbe uscire dagli
schemi usuali della preparazione di un team
articolato?
“In questi anni ho richieste di vogatori di svariati
paesi che mi chiedono di allenarli e li aiuto per
quanto posso, perché io sono convinto che la
competizione è tra atleti, non allenatori o paesi”.
Molto dipende dalle singole tradizioni nazionali
“Ogni paese ha comunque un’organizzazione,
sbagliata o corretta essa è basata sulle loro tradi-
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la Grecia, che l’ha portato con una base societaria di 1 ottavo di società rispetto – tanto per
un raffronto sulle linee generali – all’Italia, con
una forza di circa 300 atleti maschi e 150 femmine sul piano complessivo, che sotto la sua
guida ha saputo esprimere ottimi valori sul piano mondiale?
“In Grecia, prima di me sono passati molti allenatori stranieri, alcuni molto bravi, ma non
sono mai riusciti ad entrare in sintonia con i
greci, siano essi atleti, allenatori o dirigenti della federazione. Io sono entrato immediatamente in un flusso psicologico positivo con loro,
che fino ad ora si mantiere molto attivo e che
mi ha portato a rinnovare il contratto con loro
piuttosto che cambiare con altre nazioni molto
più famose. Non so, forse é il mio destino lavorare in realtá economiche difficili e portarle a
buoni livelli. Il canottaggio Greco è soddisfatto
di quello che si sta facendo e si sforza a non
soccombere alla crisi che attanaglia il paese;
si lotta, felici di dare tutto al compito che abbiamo”.
zioni, innanzitutto sul sistema scolastico. Non ho
mai cercato di fare le «rivoluzioni», che spesso
nascondono solo la voglia di controllo secondo
i propri principi, senza considerare il nuovo contesto.
Mi sono sempre visto semmai come un buon
sarto italiano che fa un vestito su misura dopo
aver capito i gusti di chi lo ha chiamato, dopo
aver educato il cliente ad apprezzare la bellezza
di un vestito ben fatto lo guida nell’alta moda.
Non c’é bisogno di fare sempre un doppiopetto
visto che anni fa era di moda.
Prima prendo le misure degli atleti, valuto lo
spessore tecnico degli allenatori e le loro conoscenze tecniche, considero la comunicazione tra
loro e se l’organizzazione é adeguata all’obiettivo
programmato. Successivamente suggerisco gli
aggiustamenti e le eventuali modifiche da apportare nei vari campi. So che alcune mie proposte
sono difficili da attuare, ma cerco sempre di portare a loro conoscenza tutte le possibilità in cui
possono agire, poi sta alla loro determinazione
cambiare.
È importante applicare e revisionare le conoscenze e i metodi di valutazione che si hanno a
disposizione, senza dimenticare che tutto deve
essere comprensibile per gli atleti, i quali non
sempre hanno le basi intellettuali per comprendere cosa stanno facendo, per cui bisogna sempre essere semplici e solo chi conosce bene una
materia riesce a semplificare”.
Con Gianni Postiglione la Grecia ha vinto:
< Mondiali Senior n. 2 bronzi nel 2-M e due ar-
genti nel 4-M;
< nei pesi leggeri 10 medaglie di cui 3 d’oro ai
mondiali ed un argento alle Olimpiadi di Beijing 2008.
< Le donne per la prima volta hanno conquistato due ori ed due bronzi ai mondiali in barca
olimpica e la medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Londra.
< Negli Under 23 n.21 medaglie di cui 11
d’oro.
< Negli Juniores 15 medaglie di cui n. 2 d’oro
ai Mondiali; n.1 medaglia di bronzo e n.1
d’argento ai Giochi Olimpici della Gioventú
di Singapore 2010.
E la lunga chiacchierata con Gianni Postiglione,
globetrotter del buon canottaggio, si conclude
con questa appropriata dichiarazione autoreferenziale:
“In fondo questo é il canottaggio, vedere che
ci allontaniamo da dove siamo partiti”.
Le basi di un successo, la Grecia un esempio.
Possono essere queste, quindi, le basi del successo, in grande evidenza negli ultimi anni con
Ferruccio Calegari
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ANGELO SAVARINO:
UN ITALIANO
IN U.K.
oveva uscire con il nuovo numero della rivista dell’ANAC
questo pezzo da me richiesto
all’amico Angelo Savarino,
Purtroppo la chiusura anticipata della rivista, causa le festività pasquali, mi ha impedito di inserire l’interessante “pezzo” di Angelo ne I Quaderni n° 10.
Per questo motivo, e per dare la più ampia diffusione alle notizie che arrivano da Oltre Manica, lo pubblico su www.anacc.org , mentre
sarà mio impegno trovargli un posto su I Quaderni n° 11.
Un grazie ad Angelo Savarino al quale auguriamo una stagione remiera densa di successi
per lui e la sua New Castle University.
D
fisioterapisti, imbarcazioni, borse di studio ad
atleti, allenatori, raduni (solo per la squadra
olimpica), trasferte internazionali etc...
Gli atleti di livello hanno proventi a disposizione che giungono da British Rowing in forma di
salari mensili di diversa entità, tutti comunque
inclusi nel budget.
Per quanto riguarda il numero di allenatori finanziati dalla Federazione inglese, avere comunque così tanto supporto finanziario ha
permesso al team GB di costruire sul territorio
presso circoli locali, un network di Community Coaches, pagati da Comuni locali e British
Rowing, che vanno nelle scuole con l’indoor
rowing e insegnano a remare nei club. Pochissima attenzione è riservata alla performance,
anzi nessuna, con l’obiettivo di aumentare il
numero di partecipanti il più possibile.
Per identificare e sviluppare il talento vi sono
poi 10 World Start Coaches, impiegati a tempo pieno da British Rowing, che si appoggiano presso Clubs o Università ma si concentrano su un numero ridottissimo di atleti, di
solito un numero tra 2 e 5, con attrezzature,
imbarcazioni e supporto finanziato da British
Rowing.
Questi atleti sono individuati con programmi ad hoc sul territorio nazionale, per tutti gli
sport, che vengono usualmente svolti almeno
una volta l’anno, attraverso test antropometrici, di forza sul Dyno e resistenza con pull bikes.
I talenti sono poi invitati a considerare anche a
trasferirsi presso i più vicini centri World Class
Start.
Vi sono stati episodi di persone che hanno
cambiato città e lavoro per questo.
Dai centri Start sono usciti 6 atleti che hanno
Il sistema britannico si è sviluppato durante
questi ultimi anni, ma non è cambiato molto
da quando Tanner, Grobler e Thompson sono
diventuti rispettivamente Team Manager, Chief
Coach (per la punta maschile) e Chief Coach
(pesi leggeri e donne).
Parlando con Tanner, (che allenò negli anni ’80
alle Olimpiadi credo il 4 con che conquistò la
medaglia di bronzo), sulle sue esperienze di 30
anni di Giochi Olimpici, mi disse che la differenza, oltre ai notevoli 27 MILIONI DI STERLINE (solo per l’attività internazionale), tra sponsorship (da Siemens, Sport England a National
Lottery per il quadrienno passato, è stata a livello organizzativo,di scegliere e mantenere gli
allenatori migliori. Quindi,dopo aver puntato su
Grobler e avendo visto i risultati venire anno
dopo anno, I soldi a disposizione sono si tanti
tanti, ma si deve anche considere che tutti i
servizi sono forniti previo pagamento, medici,
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conquistato 5 ori (due senza femminile, doppo pesante e leggero femminile, 4 senza maschile) e un bronzo alle recenti Olimpiadi (otto
maschile)
Agli atleti in nazionale senior è richiesto di vivere vicino Londra, altrimenti non verrebbero
tenuti in considerazione. In effetti sono quasi
tutti membri di 3 club: Leander, Mosley, London Rowing Club.
British Rowing è una struttura grande, dispendiosa e molto autocratica, nella figura di David
Tanner, che è di fatto l’unico responsabile per assumere o licenziare allenatori, e a decidere l’ammontare dei premi/borse di studio ad atleti.
Gode di una stima enorme da parte degli atleti,
che lo hanno considerato il fattore principale
dei risultati degli ultimi Giochi Olimpici, con gli
allenatori è talvolta considerato difficile, dipendendo però dall’interlocutore.
La struttura remiera sul territorio è divisa tra
rowing clubs, aperti a tutti, come in Italia, scuole e Università. Francamente devo dire che la
struttura tecnica del British Rowing è chiusa
come un’ostrica per quanto riguarda metodologie di allenamento. Il messaggio percepito è
di trovare gli atleti, avviarli al canottaggio, e poi
di passarli a loro. In cambio c’e molta libertà a
livello Junior e Under 23, dove i raduni sono a
spese personali (a parte gli ultimi 10 giorni per
gli U23) e dove è prevista anche una contribuzione individuale al costo della trasferta mondiale (circa 1300 euro per gli junior, e 500 per
gli U23).
Le Università, soprattutto, sono un grande bacino di reclutamento per gli atleti Senior, dove
tra il 40 e il 50% dei medagliati alle Olimpiadi
ha iniziato a remare all’Università.
La struttura delle competizioni non prevede
molto interscambio tra le tre entità, che hanno il loro circuito. Le poche occasioni a livello
nazionale sono le Head of the River a Londra
(Femmine e Maschi), Metropolitan e Marlow
regatta a giugno in Dorney. L’evento principali,
per tutti, inclusi gli atleti della squadra senior,
è la Henley Royal Regatta, dove si gareggi a
livelli diversi: Junior (clubs e scuole) in 4x e 8,
e senior in 4- (club, intermediate ed elite), 4+
(Università e Clubs), 4x (Intermediate ed elite),
otto (università, intermediate ed elite). Le regole stabiliscono che quando un atleta ha vinto
a livello club o universitario, deve gareggiare
nella categoria intermediate. Le gare elite sono
riservate agli equipaggi della squadra olimpica
senior.
La mia esperienza personale è fino ad adesso
molto positiva, avendo trovato una struttura
desiderosa di crescere e aperta a nuove idee,
che mi ha permesso apportare la mia conoscenza del canottaggio e di svilupparla, anche
laureandomi nel 2011 in Sports Development
and Management presso la Leeds Metropolitan University.
Essendo cresciuto come allenatore negli anni
’90/inizi 2000, il mio modello tecnico e fisiologico è quello sviluppato dal Dott. La Mura,
che ritengo ancora il migliore per la sua ampiezza e complessività. È grazie a quel modello che posso dire con orgoglio che il mio club,
la Newcastle University Boat Club sia attualmente la prima università per il Canottaggio
a livello Femminile e Maschile, e che ha vinto
Henley per la prima volta in 100 anni dalla sua
fondazione.
Cordiali saluti, Angelo
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SIVIGLIA, CAMPIONATI EUROPEI
ASSOLUTI E PL
1-2 GIUGNO 2013
Foto di Mimmo Perna
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Prosegue anche in questo numero la preziosa collaborazione con Elena Casiraghi,
atleta Pl di buon livello, oggi ricercatrice
all’Enervit a fianco con uno dei nomi più
importanti della ricerca nello sport. Enrico
Arcelli.
Ringraziando Elena per il suo importante
contributo, invitiamo tutti gli appassionati
di sport di consultare il suo blog all’indirizzo: http://sporteat.wordpress.com/category/alimentazione/ ,
DALLA FIBRA DI CARBONIO
... ALLA
FIBRA ALIMENTARE
a riscoperta delle fibre vegetali nell’alimentazione moderna sono un punto fermo della
prevenzione di molte patologie
(l’arteriosclerosi, l’obesità, la
stipsi, la diverticolite, il colon
irritabile, l’ulcera gastrica e persino le vene
varicose) che originano dalle “migliorate “
condizioni di vita e dall’alimentazione quotidiana.
L
A cura di Elena
Casiraghi, Ph.D.
Specialista in
Alimentazione
e Integrazione
dello Sport
elena.casiraghi@
gmail.com
sere considerata amica, altresì detta probiotica.
Se tali batteri hanno un ambiente sicuro e
ricco di sostanze nutritive e povero in batteri cattivi, essi ci proteggono.
Come fanno?
Questo numero di batteri:
- ci aiuta a digerire i carboidrati che non
sono assorbiti facilmente e che, se non
venissero metabolizzati, provocherebbero
diarrea;
- produce alcune vitamine utili a potenziare
il sistema immunitario;
Ma non solo.
Il nostro corpo è formato da due cervelli.
Il primo si trova dentro al cranio, il secondo
nell’intestino.
I due cervelli sono costantemente in comunicazione.
Se non assumiamo abbastanza cibo oppure se la motilità del nostro intestino non è
efficace allora anche il nostro cervello ne
subirà le conseguenze smettendo di funzionare al massimo delle sue capacità.
Tuttavia il sistema di comunicazione può
essere disturbato da centomila miliardi di
batteri che vivono nell’intestino. Questa
quasi infinita popolazione di batteri può es-
È bene pertanto, ai fini anche dell’ottimizzazione della prestazione sportiva, mantenere
massima l’efficienza dei due cervelli.
Il nostro organismo, infatti, necessita un apporto equilibrato di sali minerali, di vitamine,
di proteine e di enzimi in quanto tutte queste
sostanze svolgono un ruolo fondamentale
nei processi metabolici. La forma naturale
più semplice per assumere tutte queste sostanze con i giusti rapporti sono sicuramente le fibre integrali; in essi infatti la natura ha
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inserito un’elevata quantità di sali: calcio,
fosforo, potassio, magnesio, sodio, cloro e
zolfo ed anche le vitamine del gruppo B oltre
all’acido folico, la biotina, l’acido pantotenico, la biotina, la niacina e la colina.
la concentrazione di zuccheri nel sangue).
La problematica del controllo dell’insulina è
molto importante in chi ha intenzione di dimagrire perché questo particolare ormone
è in grado di trasportare dentro gli adipociti
(cioè dentro le cellule adibite a contenere il
grasso) i nutrienti presenti nel sangue aumentandone il volume; l’aumento del volume degli adipociti viene comunemente detto
ingrassare.
Un altro importante effetto delle fibre integrali è, come già detto, aumentare la velocità di transito intestinale, in questo modo
l’organismo assorbe meno nutrienti dai
cibi perché restano meno tempo all’interno
dell’intestino.
Oltre agli effetti dimagranti le fibre integrali
hanno, come già detto, la capacità di ridurre
i tassi di colesterolo e di trigliceridi nel sangue.
Ma quali tipi di fibre dietetiche sono consigliabili?
Molte ricerche internazionali hanno dimostrato come solo le fibre di frumento integrale siano in grado di creare tutti questi effetti
sull’organismo perché la loro preparazione è
molto semplice e non richiede l’aggiunta di
additivi chimici; esse vengono infatti prodotte tramite la cottura del chicco di frumento
ad alta pressione, che viene poi così trasformato in fiocchi. Alcuni pensano che dire fibre di frumento integrale e dire crusca significhi la stessa cosa, ma ciò non è per niente
vero. Infatti, è stato dimostrato che l’assunzione regolare di crusca secca ha l’effetto di
bloccare l’intestino perché essa richiede un
grossissima quantità di liquidi.
Il sistema più comodo, per esempio, per assumere le fibre integrali del frumento è sicuramente rappresentato dalle formelle di
Weetabix, infatti una formella fornisce 12
grammi di carboidrati, 2 grammi di proteine,
0.5 grammi di grassi, i sali minerali e le vitamine tra cui l’acido folico fondamentale per
lo sviluppo del feto, inoltre, una porzione di
Weetabix fornisce 12.9 % di fibre integrali
delle quali ben il 2.5% sono grezze.
Negli atleti vi sono molto spesso alcune carenze o eccessi che alterano il transito intestinale dei cibi creando spesso le problematiche legate a questo fenomeno: stipsi,
colon irritabile, diverticolite.
In natura vi sono presenti alcuni alimenti che
naturalmente aiutano a regolare la motilità
intestinale prevenendo l’insorgere di qeste
patologie: le fibre di grano integrale.
Una ricerca Svedese ha studiato questo
problema; i ricercatori hanno dimostrato che
l’assunzione quotidiana di grammi di fibra
dietetiche hanno ridotto il problema della
stipsi già dopo 15 giorni, riducendo, in oltre,
in modo significativo i valori dei trigliceridi e
del colesterolo.
AVVISO
Stiamo organizzando per le prossime principali manifestazioni del calendario 2013 un punto
di ritrovo ANAC, un ANAC CORNER, un gazebo
dove gli associati potranno trovarsi, per discutere, proporre e pagare la quota sociale.
Un’iniziativa per avvicinarsi alla base, per fare
dell’ANAC, l’Associazione di tutti gli Allenatori
Italiani di canottaggio.
Sarà un gazebo concepito assieme alla DI BI,
partner dell’ANAC, che ospiterà gli associati in
occasione dei Meeting Nazionali e delle gare di
Campionato Italiano. Sul gazebo appariranno
i loghi degli attuali partners dell’Associazione,
che oltre a DI BI sono Filippi, Salani e Martinoli.
L’assunzione quotidiana delle fibre di frumento integrale aiuta ha perdere peso.
Diversi studi dimostrano come l’assunzione
di fibre integrali diminuisca la risposta dell’insulina; infatti, in maniera del tutto naturale,
le fibre sono in grado di modulare l’assorbimento dei macronutrienti (carboidrati, grassi
e proteine) riducendo la glicemia (vale a dire
Sulla pagina Facebook di ANAC ROWING, potete rispondere a:
Come vorresti il tuo ANAC CORNER?
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UNO SPORT... DI EQUILIBRIO
MICHAELA FANTONI Psicologa, psicoterapeuta, specializzata in psicologia dello sport
Lo sport è sicuramente una delle più grandi metafore della vita: ci insegna a lavorare
per un obiettivo assaporando il piacere della sfida, ma soprattutto ci insegna a gestire
le vittorie e ad accettare le sconfitte, imparando a costruire un nuovo successo
partendo proprio da un insuccesso … citando Michael Jordan “Nella vita ho fallito
molte volte. Ed è per questo che alla fine ho vinto tutto”.
uando ho iniziato a lavorare con la Federazione Italiana di Canottaggio sono
rimasta subito affascinata
da questa disciplina, così
a stretto contatto con gli
elementi naturali: l’acqua, l’aria, la flora e
la fauna, il silenzio, un tutt’uno armonico in
cui, quando la barca scivola veloce e fluida,
sembra pennellata in un capolavoro impressionista, nel quale la sua scia si confonde
con quella del piccolo germano reale appena planato.
In una società tecnologica come quella attuale nella quale “naturale” è che i giovani
padroneggino computer, videogiochi, internet, dove ormai tutto è on-line e addirittura
si può leggere un libro sul computer, avvicinarli ad una disciplina che possa far loro
scoprire le meraviglie della natura e le sue
mille sfaccettature è sicuramente un valore
aggiunto e non facilmente reperibile.
Il canottaggio è una disciplina altamente formativa per la conquista di un corretto equilibrio psicologico, e, visto che i bambini di
oggi sono gli adulti di domani, credo valga
davvero la pena che un genitore, nella scelta di uno sport da proporre ai propri figli lo
prenda in seria considerazione.
Sono infatti davvero molteplici i benefici sociali e psicologici della sua pratica.
Remare insieme costringe alla ricerca di sintonia, attivando sinergie positive e propositive, incrementa le relazioni sociali, con evidenti vantaggi per la costruzione di un maggior senso di integrazione e di adattamento,
proiettando verso una miglior accettazione
Q
di se stessi e degli altri. Inoltre accresce
l’autonomia e la competenza personale, favorisce l’autodeterminazione e lo sviluppo
individuale. Gli si deve poi riconoscere un
fondamentale ruolo educativo: attraverso la
pratica di questo sport i bambini apprendono e interiorizzano valori e insegnamenti che
li accompagneranno per tutta la vita.
Lo sport promuove l’amicizia e la correttezza, il gioco di squadra e la disciplina, la
solidarietà, la lealtà e il rispetto per l’altro,
favorisce nel bambino lo sviluppo della stima e della fiducia in sé stesso e negli altri, l’
autodisciplina e la capacità di autocontrollo,
accresce il rispetto e la modestia, predispone la comunicazione, la capacità di affrontare i problemi e la collaborazione. Tutti principi, questi, da considerarsi irrinunciabili per
un corretto e sano sviluppo psicofisico della
persona.
Una delle metafore che più mi ha colpito nella riflessioni sui pregi di questo sport è quella
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dell’equilibrio. Il canottaggio è uno sport di
equilibrio! Uno dei primi rudimenti che deve
imparare il giovane che si avvicina a questa
disciplina è proprio la capacità di regolare e
mantenere il corpo e la barca in posizione
stabile. Solo dopo aver acquisito una corretta impostazione a “terra” può passare al
passaggio successivo dell’impostazione in
barca. Una volta compreso individualmente
questo delicato meccanismo il giovane atleta deve traslare questo apprendimento in
una barca più lunga, con altri compagni… il
concetto è identico ma bisogna arrivare ad
un nuovo equilibrio, quello di squadra, imparare da soli per usare insieme! La vita è
proprio un po’ come questo sport: un delicato gioco di equilibri cui concorrono necessariamente non solo la coordinazione,
ma anche la collaborazione, l’orientamento,
il tempismo, l’intensità e la velocità.
Il canottaggio è un meraviglioso sport di
squadra.
Affinché la barca scivoli fluida e veloce verso l’obiettivo è necessario che ogni singolo
componente dia il meglio di sé, mantenga
il proprio fondamentale ruolo in un sottile
meccanismo di assoluta sinergia, sincronismo e coordinazione. Cosa per nulla facile
se si pensa alla disposizione degli uomini in
barca: il canottiere rivolge lo sguardo solo
alla schiena e alle spalle del suo compagno,
non c’è mai un “occhi negli occhi”. Va da sé
che viene a mancare tutta la comunicazione
non verbale, normalmente fondamentale per
leggere gli stati d’animo dei proprio compagni. È impressionante osservare come i giovani atleti imparino, condividendo non solo
gli allenamenti, ma anche tutte le loro emozioni a costruire canali alternativi per favorire
una efficace comunicazione, non guardandosi negli occhi è necessaria assoluta fiducia nel compagno.
Iniziare i bambini a questa disciplina fa bene
alla crescita armonica del corpo e allo sviluppo della mente e della personalità. Il canottaggio è un’occasione di crescita, una
scuola di vita che insegna valori e capacità
importanti, di cui far tesoro anche da adulti: la capacità di vivere bene in gruppo, di
confrontarsi con le proprie abilità, di capire il rapporto causa-effetto nelle azioni e di
prendere decisioni, seguendo le regole, ma
pensando liberamente.
È per tutti questi motivi che mi sento di consigliare questo sport, nel quale, diversamente da altri, l’obiettivo è un traguardo a cui si
devono dare le spalle, per andare “avanti”
occorre andare “all’indietro”, metaforicamente forse un modo per ricordarci che per
avanzare nella vita, per arrivare al traguardo,
bisogna guardare alla partenza, al punto da
cui si è cominciato …portandosi dietro e utilizzando con saggezza e intelligenza il bagaglio delle esperienze costruite palata dopo
palata, delle competenze acquisite prestazione dopo prestazione, il proprio passato.
Michaela Fantoni
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NEWS
PER LA SALUTE
Ministro Balduzzi firma
decreto su certificati sportivi e
defibrillatori
Il Ministro della Salute, Renato Balduzzi, di
concerto con il Ministro per lo Sport, Piero Gnudi, ha firmato il decreto ministeriale
“Disciplina della certificazione dell’attività
sportiva non agonistica e amatoriale e linee
guida sulla dotazione e l’utilizzo di defibrillatori semiautomatici e di eventuali altri salvavita”. L’adozione del decreto era prevista
dall’articolo 7 comma 11 del decreto Salute
e sviluppo del 2012. Il testo raccoglie le indicazioni del gruppo di lavoro istituito dal
Ministro Balduzzi nel febbraio scorso e del
corrispondente gruppo di lavoro del Consiglio superiore di sanità.
ipertensione arteriosa, elevata pressione
arteriosa differenziale nell’anziano, l’essere fumatori, ipercolesteloremia, ipertrigliceridemia, glicemia alterata a digiuno
o ridotta tolleranza ai carboidrati o diabete di tipo II compensato, obesità addominale, familiarità per patologie cardiovascolari, altri fattori di rischio a giudizio
del medico) dovranno essere visitati necessariamente da un medico di medicina
generale, un pediatra di libera scelta o un
medico dello sport, che dovranno effettuale un elettrocardiogramma a riposo e
eventualmente altri esami necessario secondo il giudizio clinico. Il certificato dovrà essere rinnovato ogni anno;
CERTIFICATI PER L’ATTIVITÀ
SPORTIVA AMATORIALE
I soggetti non tesserati alle Federazioni sportive nazionali, alle Discipline associate, agli
Enti di promozione sportiva riconosciuti dal
Coni, che praticano attività amatoriale (ovvero non regolamentata da organismi sportivi e non occasionale) devono sottoporsi a
controlli medici periodici secondo indicazioni precise:
- I soggetti con patologie croniche conclamate diagnosticate dovranno ricorrere a un medico di medicina generale, un
pediatra di libera scelta, un medico dello sport o allo specialista di branca, che
effettuerà esami e consulenze specifiche
e rilascerà a proprio giudizio un certificato annuale o a valenza anche inferiore
all’anno.
- gli uomini fino a 55 anni e le donne fino ai
65, senza evidenti patologie e fattori di rischio, potranno essere visitati da un qualunque medico abilitato alla professione e
il certificato avrà valenza biennale;
- I soggetti che riportano almeno due delle
seguenti condizioni (età superiore ai 55
anni per gli uomini e ai 65 per le donne,
Il certificato andrà esibito all’atto di iscrizione o di avvio delle attività all’incaricato
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Regole più stringenti sono previste per chi
partecipa ad attività ad elevato impegno
cardiovascolare come manifestazioni podistiche oltre i 20 km o le gran fondo di
ciclismo, nuoto o sci: in questo caso verranno effettuati accertamenti supplementari.
OBBLIGO DI PRESENZA DEI
DEFIBRILLATORI
della struttura o del luogo dove si svolge
l’attività.
Le società sportive dilettantistiche e quelle sportive professionistiche dovranno dotarsi di defibrillatori semiautomatici. Sono
escluse le società dilettantistiche che svolgono attività a ridotto impegno cardiocircolatorio. Le società dilettantistiche hanno
30 mesi di tempo per adeguarsi, quelle
professionistiche 6. Gli oneri sono a carico delle società, ma queste possono associarsi se operano nello stesso impianto
sportivo, oppure possono accordarsi con i
gestori degli impianti perché siano questi
a farsene carico.
Non sono tenuti all’obbligo della certificazione le persone che svolgono attività amatoriale occasionale o saltuario, chi la svolge
in forma autonoma e al di fuori di contesti
organizzati, i praticanti di alcune attività con
ridotto impegno cardiovascolare, come le
bocce (escluse le bocce in volo), biliardo,
golf, pesca sportiva di superficie, caccia
sportiva, sport di tiro, ginnastica per anziani, “gruppi cammino”, e chi pratica attività
ricreative come ballo o giochi da tavolo.
A tutte queste persone è comunque raccomandato un controllo medico prima dell’avvio dell’attività.
Il decreto ministeriale contiene linee guida
dettagliate sulla dotazione e l’utilizzo dei defibrillatori. Dovrà essere presente personale
formato e pronto a intervenire e il defibrillatore deve essere facilmente accessibile,
adeguatamente segnalato e sempre perfettamente funzionante. I corsi di formazione
sono effettuati dai Centri di formazione accreditati dalle singole Regioni.
CERTIFICATI PER L’ATTIVITÀ
SPORTIVA NON AGONISTICA
Gli alunni che svolgono attività fisico-sportive organizzate dalle scuole nell’ambito
delle attività parascolastiche, i partecipanti ai giochi sportivi studenteschi nelle fasi
precedenti a quella nazionale e le persone
che svolgono attività organizzate dal Coni
o da società affiliate alle Federazioni o agli
Enti di promozione sportiva che non siano
considerati atleti agonisti devono sottoporsi a un controllo medico annuale effettuato da un medico di medicina generale, un
pediatra di libera scelta o un medico dello
sport. La visita dovrà prevedere la misurazione della pressione arteriosa e un elettrocardiogramma a riposo.
CAMPAGNA EDUCATIVA PER LO
SPORT IN SICUREZZA
Il decreto prevede anche una attenzione
educativa sul tema: i Ministeri della Salute
e dello Sport e il Coni promuoveranno annualmente una campagna di comunicazione
sullo sport in sicurezza, alla quale potranno
collaborare anche le società scientifiche di
settore.
Tratto da http://www.salute.gov.it/
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CANOTTAGGIOMANIA
di Marco Callai
Principalmente, il nome del nuovo blog (www.
canottaggiomania.com) si lega a voi allenatori
della Federazione Italiana Canottaggio. Per chi,
più di voi, questo sport è una mania? Per l'ottanta
per cento, è un'attività non remunerata, a volte
neppure percepite rimborsi e quindi andare dietro a canottieri, barche e remi diventa un hobby
costoso. Sacrificate tempo che magari potreste
riservare alle vostre famiglie naturali per dedicarlo ai vostri famigliari acquisiti: gli atleti. Prima e
dopo il lavoro, senza dimenticare le ore trascorse
a preparare il carrello ed alla guida del pulmino
per raggiungere i campi di regata. A volte, non vi
chiedete "Ma chi me lo fa fare?". Penso di no, c'è
una fiamma dentro ognuno di voi che si accende ogni qualvolta entrate a contatto con la vostra
Società. Al cuor non si comanda.
Anche per me, nell'ambiente remiero da quando
nel settembre 1998 il mio amico Carlo mi aprì le
porte della Canottieri Sampierdarenesi, il canottaggio è mania. È l'unica razionale spiegazione
che posso dare alla volontà di creare un nuovo
luogo remiero online dopo sei anni di CanottaggioVero e quattro di Canottaggio.org. Ruoli profondamente diversi, quello di giornalista indipendente e responsabile dell'informazione federale,
vissuti con la stessa maniacale cura e trepidazione. A febbraio, chiusa la mia parentesi con la FIC,
avrei voluto prendermi almeno un paio di anni di
pausa anche perché il lavoro, un giornalista sportivo vive senza guardare mai l'orologio, ed impegni di varia natura, nel frattempo sono diventato
membro di giunta del Coni Liguria e ho fondato
il Panathlon Junior Genova arruolando già oltre
trenta sportivi di discipline diverse della mia città,
assorbono quotidianamente parecchie energie e
tornare a scriver di notte, come ai tempi di CV
simile al piccolo scrivano fiorentino di De Amici,
non è più così facile.
La spinta, davvero incessante, di tanti amici, soprattutto atleti, ha avuto l'effetto di portare, nella
notte tra il 27 ed il 28 maggio, all'apertura di CanottaggioMania.
Al momento in cui scrivo per voi, cari amici
dell'ANAC, non so ancora nel dettaglio su quali
contenuti concentrerò maggiormente l'attenzione. Sicuramente l'attività delle squadre azzurre
avrà uno spazio molto importante. Sarò tifoso
ma non dimenticherò mai di usare la testa nelle mie analisi, anche alla luce dell'esperienza sul
campo di quest'ultimo quadriennio in cui bene
ho compreso il valore di Coppa del Mondo, Europei, Mondiali e Olimpiadi e della "giungla", intricata, in cui i nostri eroi si trovano a operare per dar
lustro ed onore alla nostra Federazione. Atleti e
tecnici finiranno ancora sotto la lente di ingrandimento, attraverso i racconti dei principali appuntamenti della stagione, editoriali e ovviamente le
tanto amate pagelle. Vorrei dedicare uno spazio fisso al "personaggio della settimana", con
chiacchierate a 360 gradi, e poi soffermarmi anche su cosa succede nelle altre nazioni remiere
proponendovi qualche parallelo con l'Italia. Seguirò anche l'attività societaria commentando gli
appuntamenti del calendario nazionale. CanottaggioMania non sarà un quotidiano online e, finalmente, non sarà ossessionato dalla necessità
di essere aggiornato in tempo reale. Non penso
telefonerò a La Mura cinque minuti dopo l'ultima
finale di Rio de Janeiro come feci con Coppola a
Pechino per CanottaggioVero, ma intende diventare qualcosa di più di un osservatorio con spunti
sempre nuovi e, magari, inediti. Confido anche
nella possibilità di creare, attorno agli articoli,
anche confronti tra i punti di vista dei lettori (se
volete anche scrivere via mail: [email protected]).
È ciò che serve per maturare ed ampliare i propri
orizzonti, a cominciare dal mio...
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CLAUDIO ROMAGNOLI
CAVALIERE DELLA REPUBBLICA
Ieri mattina, 25 aprile, nella Prefettura di Cremona, il Prefetto Tancredi Bruno di Claraford
ha consegnato a Claudio Romagnoli, Capo
Settore del canottaggio femminile, l’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine al Merito della
Repubblica Italiana. Un riconoscimento che
premia chi si distingue per impegno e dedizione nei diversi campi delle attività professionali.
Claudio Romagnoli, ex appartenente ai Vigili
del Fuoco, è una figura molto nota in città per le
sue doti umane e per le operazioni che ha portato a compimento nelle zone alluvionate, oltre
a essere stato tecnico del settore junior della
Federazione Italiana Canottaggio, incarico col
quale ha ottenuto molti risultati divenendo, nel
2002, miglior tecnico dell’anno. Il riconoscimento è stato consegnato a Romagnoli alla
presenza del Sindaco di Cremona, Oreste Perri
(è stato Commissario tecnico della Federazione Italiana Canoa Kayak ed allenatore dei pluricampioni olimpici Antonio Rossi e Beniamino
Bonomi), che si è soffermato in particolare sulle
eccellenze espresse dal territorio.
Al neo Cavaliere della Repubblica Italiana le
felicitazioni del Presidente Giuseppe Abbagnale, del Consiglio Federale, e del canottaggio
italiano
Tratto da www.canottaggio.org
NEWS: DECRETO LEGISLATIVO
MINISTERO DELL'INTERNO
DIPARTIMENTO
DELLA PUBBLICA SICUREZZA
bilità è riservata ai titolari di patente B, anche conseguita in precedenza, alle seguenti
condizioni:
Prot. n. 300/A/744/13/101/3/3/9
Roma, 25 gennaio 2013
• il superamento di una specifica prova
pratica di guida, a seguito del quale avverrà l'iscrizione sulla patente di guida
del codice armonizzato "96";
• la guida un veicolo complesso di massa massima autorizzata non superiore a
4.250 kg.
OGGETTO: Decreto legislativo 18 aprile
2011 n. 59 e successive modificazioni ed integrazioni, recante modifiche al titolo IV del
Codice della Strada, in materia di patenti di
guida, in vigore dal 19 gennaio 2013.
Qualora il complesso, invece, superi la di
massa massima autorizzata di 4.250 kg,
occorre aver conseguito la patente BE (se
il rimorchio ha massa fino a 3, 5 t) o la patente C1E (se il rimorchio ha massa superiore
a 3, 5 t).
La conduzione di complessi veicolari sopraindicati senza aver sostenuto il relativo
esame pratico di guida (codice 96), ovvero
senza essere titolari di patente BE, C1E, CE,
D1E o DE comporta l'applicazione delle sanzioni per guida senza patente corrispondente di cui all'art.116, commi 15 e 17, C.d.S.
Prime disposizioni operative.
Traino di rimorchi massa complessiva
superiore a 750 Kg con la patente B
Una novità dell'art.116 C.d.S. riguarda il traino di rimorchi di massa superiore a 750 kg
da parte di un conducente titolare di patente
di categoria B, quando il complesso formato
da una motrice con massa massima autorizzata non superiore a 3.500 kg ed il predetto
rimorchio, superi la massa massima autorizzata di 3.500 Kg. Dal 19.1.2013 tale possi-
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FANTACANOTTAGGIO IL CANOTTAGGIO A SCUOLA
È nato il Progetto Canottaggio a Scuola
2013/2016, un’iniziativa partorita con un’idea
diversa del Remare a Scuola, ed una concezione nuova di quello che deve essere lo sport del
canottaggio negli Istituti di istruzione secondaria di I e II grado.
Per mettere subito in chiaro le Linee Guidadel
Progetto, questo riguarda solo gli studenti non
tesserati per alcuna società di canottaggio, frequentanti le scuole medie inferiori e superiori.
L’Istituto scolastico (come per il Remare a
Scuola), si appoggerà ad una società remiera,
e maggiore sarà però il coinvolgimento degli
insegnanti che dovranno lavorare in sinergia
con i tecnici abilitati.
La novità sarà data dal circuito di gare previste
per queste categorie, che saranno inserite, su
GIG, o YOLE, nelle gare regionali, e gli equipaggi in gara rappresenteranno (come per i GSS)
il proprio Istituto (accanto al quale apparirà la
società partner).
La Federcanottaggio, prevederà una speciale
forma di tesseramento, per gli Istituti, gli studenti, gli insegnanti, e classifiche di merito distinte da quelle già in essere (Montù e d’Aloja).
Il volume dell’attività, rilevato da queste classifiche, sarà premiato dalla FIC con materiale
nautico (remoerg, barche, remi), con la formula
del comodato d’uso, rimanendo sempre quindi
proprietaria la Federazione.
L’attività del Progetto Canottaggio a Scuola andrà da settembre a giugno, data entro la quale,
gli studenti potranno decidere se proseguire poi
con le società remiere partner, oppure, dall’anno scolastico successivo, continuare con l’Istituto di appartenenza.
Canottaggio a Scuola potrebbe andare a ria-
prire l’attività remiera in piccole realtà che per
diverse ragioni si sono discostate dal canottaggio tradizionale. Potrebbero essere impiegatequelle centinaia di allenatori usciti dai corsi di
I livello di cui si è persa traccia perché magari
non hanno trovato posto nelle società. Si potrebbe quindi dar vita, gettata la maschera dei
numeri del Remare a scuola, ad un’altra faccia
del canottaggio vogato, che già da quest’anno
in alcune regioni, ha portato ad un incremento
del numero dei partecipanti effettivi esordienti,
che ora vanno a far parte attiva del movimento
remiero italiano.
Maurizio Ustolin
AAA. BARCHE MASTER CERCASI...
Si fanno sempre più numerose le richieste
da parte di vogatori stranieri della possibilità
di poter affittare direttamente in Italia imbarcazioni in occasione sia dei Master Game di
Torino (7/10 agosto 2013) , che per la World
Rowing Master Regatta di Varese (5/8 set_
tembre 2013).
Per ora le richieste pervenuteci direttamente al
sito dell’ANAC sono di un atleta dalla Finlandia, ed uno dall’Australia ed uno dal Sud.
Jaana Pietiläinen:
Jaana.Pietilainen@eteva.fi
Alan Bennett: [email protected]
Riceviamo la seguente segnalazione da Marco
Galeone, che andiamo volentieri a pubblicare:
Bob Tucker è un master sudafricano, ex Presidente della Federazione che parteciperà ai
mondiali a Varese.
È alla ricerca di un 2x per 85Kg media. Cerca
un 2x da avere in esclusiva.
I contatti di Bob sono
Mr Bob Tucker
Postal Address Postnet Suite 100, PO Box
92418, Norwood 2117 [email protected]
Per cortesia, chi fosse in grado di soddisfare
le loro esigenze, li contatti direttamente.
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NON PIÙ LIMITI AGLI STRANIERI IN ITALIA
Le domande che ora a caldo mi pongo
sono:
a) Perché questa modifica è avvenuta senza che nessuno ne fosse a conoscenza?
b) Per quale motivo è stata fatta e su richiesta di chi?
c) Abbiamo bisogno ai Campionati Italiani
di importare atleti stranieri?
Per me va anche bene, basta che la legge
rimanga tale, in modo che da domani chiunque possa andare ad accasare per la propria
società atleti delle nazioni limitrofe., o semplicemente atleti conosciuti alle gare internazionali… che problema c’è?
Rowinghood
La regola nello Statuto federale che prevedeva che l’atleta straniero, tesserato per una
società italiana potesse partecipare ai Campionati italiani dopo tre anni di permanenza
in Italia, è venuta a cadere, ma non lo sapeva
nessuno prima di domenica scorsa, quando
una società, (nel suo pieno diritto), ha schierato un atleta straniero a fianco di un italiano
al Campionato Pesi Leggeri (Aniene).
La regola era stata inserita quando, parecchi
anni fa (potevano essere gli anni ’80?), ad un
Campionato Italiano assoluto, una società
piemontese schierò nel 4 con un equipaggio
con 3 atleti jugoslavi ed 1 italiano di alto livello a pieno merito vincendo il titolo.
AAA ALLENATORE A GRENOBLE CERCASI...
Job offer
Grenoble Rowing Club, the first French
club, recruits a coach in charge of the youth
department from August/September 2013.
Proposition d’emploi
L’aviron Grenoblois, premier club français,
recrute à compter d’août septembre 2013
un entraineur chargé du secteur jeune.
Cette mission implique une action
d’entrainement sur les catégories jeunes
en relation avec l’ensemble des encadrants
bénévoles et salariés.
Cela nécessite de pouvoir développer une
école d’aviron et un groupe de compétition.
Il aura également pour mission d’entretenir et
développer les partenariats avec les collèges
et lycées afin d’offrir des possibilités de
recrutement et d’entrainement optimum, de
nouveaux partenariats devront également
être créés.
Cette action implique que le lien athlèteclub-famille-établissement scolaire soit bien
pris en compte systématiquement.
Il sera chargé également de la mise en
place et l’organisation de séances et stages
découverte en
Enfin, il devra organiser la saison du point
de vue logistique et matériel, inégrant les
déplacements de régates et les stages, en
particulier ceux des vacances de la Toussaint
et Pâques.
L’Aviron Grenoblois est un club avec une
forte culture de la compétitionqui fonctionne
sur deux sites de pratique avec une
équipe d’encadrement bénévole et salarié
d’expérience.
Contact : Alain Waché- [email protected]
His mission would consist in training youth
categories in partnership with all supervisors:
volunteers and employees.
This requires the ability to develop a rowing
school as well as a competition team.
The person in charge will also have to
maintain and develop partnerships with
primary and secondary schools in order to
provide new recruitment opportunities and
optimum training. The new coach should
also seek to create new partnerships.
This educational action implies that the
athlete-club-family-school link is taken into
account systematically.
The person recruited will also be responsible
for the setting and organization of training
sessions and “discovery” training courses.
Finally, he should organize the season
logistically and handle equipment matters,
which includes managing the regattas’trips
and trainings, especially those taking place
during Thanksgiving and Easter holidays.
The Grenoble Rowing is a club with a strong
competitive spirit. It operates on two spots
under the supervision of various seasoned
volunteers and employees.
For more information, please contact:
Alain Waché[email protected]
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PUBBLICITA’ D’EPOCA…
Tratto dalla rivista inglese The Illustrated London News,
(March 31, 1900)
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