MAGGIO 2011 | N. 43
Rivista a cura della Direzione Generale Ambiente
Utilizzo efficiente
delle risorse naturali:
vivere con
i mezzi a nostra
disposizione
Editoriale
2
Risorse naturali, un bene scarso,
che richiede un utilizzo efficiente
Questo numero di L’Ambiente per gli Europei è dedicato al tema
dell’utilizzo efficiente delle risorse, che è anche il tema proposto
della settimana verde di quest’anno, caratterizzata dal motto «Usare
meno, vivere meglio». La settimana verde rappresenta la più grande
conferenza annuale europea sull’ambiente. Ospitata tradizionalmente a Bruxelles, quest’anno interessa anche altri Stati membri,
attraverso manifestazioni satellite diffuse in tutta l’Unione.
Nel mese di gennaio, la Commissione ha elaborato una strategia
quadro relativa all’impiego efficiente delle risorse, volta a garantire la continuità della sicurezza economica e ambientale dell’UE.
In questo momento la Direzione generale per l’Ambiente sta concretizzando questa strategia con una dettagliata tabella di marcia
che sarà presentata nel corso di quest’anno.
La strategia è una delle sette iniziative faro 2020 dell’Unione,
intese a favorire una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva
dell’Europa. Essa conferma che la politica di protezione dell’ambiente, considerata in passato, da parte di alcuni ambienti, come
un freno allo sviluppo economico, deve essere valorizzata in tutti
gli ambiti di attività dell’UE, al fine di garantire l’uso più sostenibile
delle nostre limitate risorse naturali.
Attualmente, la salute dell’ambiente e la nostra economia risultano
strettamente interconnesse, come rivelano i vari articoli di questo
numero. Il legame è visibile in diversi settori, quali la gestione dei
rifiuti, le iniziative volte a mantenere basse le emissioni di carbonio,
la riforma della politica agricola e la pianificazione territoriale.
I diversi aspetti di questo complesso rapporto saranno esaminati
durante la settimana verde, che sarà organizzata a Bruxelles tra
il 24 e il 27 maggio. In più di 40 sessioni, la conferenza affronterà
il problema dell’esaurimento e della scarsità delle risorse naturali,
illustrerà sfide e opportunità per un utilizzo più efficiente delle
stesse e presenterà iniziative pubbliche e private che puntano
a sviluppare un’economia efficiente sotto il profilo delle risorse
e a basse emissioni di carbonio.
La Commissione divulgherà ulteriormente il messaggio nel corso
di questo autunno, attraverso una campagna di comunicazione
attiva. Ulteriori dettagli saranno disponibili a breve.
L’Ambiente per gli Europei
ec.europa.eu/environment/news/efe/index.htm
INFORMAZIONI EDITORIALI
L’Ambiente per gli Europei è una rivista con frequenza
trimestrale pubblicata dalla Direzione Generale Ambiente
della Commissione europea. E’ disponibile in bulgaro,
spagnolo, ceco, tedesco, estone, greco, inglese, francese,
italiano, lituano, polacco, portoghese e rumeno.
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della rivista o on-line all’indirizzo: http://ec.europa.eu/
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Caporedattore: Róbert Konrád
Coordinatore: Jonathan Murphy
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Informazioni e documenti:
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Sito web de L’Ambiente per gli Europei:
http://ec.europa.eu/environment/news/efe/index.htm
Indice
03 Come essere efficienti in materia di utilizzo delle risorse naturali
07 «Rendere piú verde» l’agricoltura europea
08 Nuova strategia 2020 per la biodiversità
10 Tabella di marcia per un futuro pulito e competitivo
12 Comprendere la bioeconomia
13 Affrontare il problema della copertura del suolo
14 Nuovi finanziamenti a favore di progetti ambientali
15 Nuove pubblicazioni / Agenda
16 Notizie in breve
L’EUROPA AMBIENTALE ON-LINE
Desiderate sapere cosa fa l’Unione europea per tutelare l’ambiente, cosa si intende
per prodotto della politica integrata o come avere i requisiti per ottenere il marchio
comunitario di qualità ecologica Ecolabel? Per queste e ulteriori informazioni, consultate
il sito web della DG Ambiente:
ec.europa.eu/environment/index_it.htm
AVVISO LEGALE
Né la Commissione europea, né le persone che agiscono in suo nome sono responsabili
per l’uso che può essere fatto delle informazioni contenute nella presente pubblicazione
e per gli eventuali errori che sussistessero nonostante l’impegno dedicato alla stesura
e alla verifica della pubblicazione.
Stampato su carta riciclata che ha ricevuto il marchio comunitario
di qualità ecologica Ecolabel per la carta grafica
(ec.europa.eu/environment/ecolabel)
Lussemburgo: Ufficio delle pubblicazioni dell’Unione europea, 2011
ISSN 1563-4191
© Unione europea, 2011
© Illustrazioni: Laurent Durieux
Riproduzione autorizzata con citazione della fonte.
Si proibisce la riproduzione delle immagini.
Printed in Belgium
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T
Come essere efficienti in materia
di utilizzo delle
risorse naturali
© iStockphoto
In tutto il mondo, numerosi indicatori
mostrano che al momento attuale la
domanda di risorse naturali e materie
prime si sta intensificando. Si tratta
di uno sviluppo preoccupante che
minaccia il nostro benessere economico e la nostra qualità di vita. Il messaggio è chiaro: il mantenimento del
nostro attuale modello di impiego delle
risorse porterà al loro esaurimento
e alla destabilizzazione delle nostre
società. Per impedirlo, la Commissione
ha varato una strategia per un’Europa
efficiente nell’impiego delle risorse,
al fine di garantire la continuità della
sicurezza economica e ambientale
dell’Europa stessa.
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Campagna di sensibilizzazione del pubblico
Nel mese di settembre la Commissione
lancerà una campagna di sensibilizzazione europea con l’intento di informare
il pubblico sul modo in cui i consumi
incidono sulle nostre risorse limitate.
Il messaggio sarà diffuso in tutta l’UE,
ma si concentrerà su una serie di
paesi in cui la sensibilizzazione dei
consumatori risulta bassa.
Janez Potočnik, commissario per l’Ambiente,
parla della nuova strategia. Essa ha il compito
di«sostenere il cambiamento di paradigma
verso un’economia efficiente sotto il profilo
delle risorse e a basse emissioni di carbonio,
che faccia un uso migliore delle risorse naturali
per raggiungere uno sviluppo sostenibile».
Tale sviluppo, sottolinea il commissario,
dipende non solo dalla quantità, ma anche
dalla qualità dei beni e servizi prodotti.
Nell’ultimo secolo, la popolazione mondiale
si è quadruplicata, mentre la produzione
economica è aumentata di quaranta volte.
Nel contempo, l’uso di combustibili fossili da
parte dell’uomo è aumentato di 16 volte, la
capacità di pesca di 35 e il consumo di acqua
di 9. Non possiamo mantenere il nostro
attuale modo di vivere, poiché se continuassimo a seguire queste tendenze, daremmo
presto fondo alle risorse fisiche del pianeta.
«Dobbiamo adoperarci per promuovere una
crescita economica, di cui abbiamo tanto
bisogno ma senza finire per gettare i semi di
una crisi potenzialmente più grave, una crisi
irreversibile. Possiamo aiutare le banche in
difficoltà, per sostenere l’economia, ma non
possiamo soccorrere il pianeta», ammonisce
il commissario.
© iStockphoto
Le sfide sono evidenti. Per il 17 % l’UE è già
colpita da carenza idrica. Molti dei nostri
stock ittici sono sovrasfruttati. Ogni anno,
Riciclare metalli preziosi
Quando, di recente, il commissario per
l’Ambiente Janez Potočnik si è recato in
Belgio per visitare la società UMICORE di
Anversa, la sua prima mossa è stata quella
di consegnare il suo vecchio cellulare
affinché fosse riciclato. Come ha sottolineato, 40 telefoni simili contengono circa un
grammo d’oro. Estrarre la stessa quantità
dal suolo significherebbe spostare e lavorare, in media, una tonnellata di minerale
grezzo, spesso utilizzando sostanze tossiche
quali il cianuro.
Più alta è la quantità di telefoni cellulari
riciclati, maggiori risultano le cifre. Una
tonnellata di vecchi auricolari può produrre circa 280 grammi d’oro, 140 grammi
di platino e palladio e 140 libbre di rame.
«Questi non sono rifiuti da sotterrare o incenerire, bensì una risorsa da rispettare», spiega,
sottolineando che il riciclaggio non riduce
solo gli effetti negativi sull’ambiente. Questa
attività crea anche opportunità commerciali
e posti di lavoro e rafforza la sicurezza
dell’approvvigionamento di molti metalli
preziosi per le imprese europee.
UMICORE, gruppo internazionale di successo
attivo nella tecnologia dei materiali, con circa
14 000 dipendenti e un fatturato che nel
2009 risultava poco inferiore a 7 miliardi di
quasi il 20 % del territorio dell’UE rischia di perdere per sempre, più di una tonnellata di suolo
prezioso per ogni ettaro considerato. I cambiamenti nell’uso della terra intensificano le emissioni di carbonio e la perdita della biodiversità.
La crescente domanda globale di sostanze
minerali di base solleva alcuni interrogativi
sulla loro disponibilità a lungo termine.
La strategia per l’impiego efficiente delle
risorse è una delle sette iniziative faro 2020
dell’Unione per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva dell’Europa. Anche una politica
industriale per l’era della globalizzazione dirige
l’UE verso una crescita sostenibile. La crescita
intelligente dovrebbe essere realizzata attraverso le iniziative un’Agenda europea del digitale, l’Unione dell’innovazione e Youth on the
move, mentre l’Agenda per nuove competenze e nuovi posti di lavoro e la Piattaforma
europea contro la povertà devono garantire
che la crescita rimanga inclusiva.
Il passaggio verso un’economia efficiente sotto
il profilo delle risorse e a basse emissioni di
carbonio serve a: favorire il rendimento economico, riducendo l’uso delle risorse; creare
nuove opportunità per la crescita economica,
l’innovazione e la competitività; garantire la
sicurezza dell’offerta di risorse essenziali;
affrontare il cambiamento climatico; limitare
l’impatto dannoso sull’ambiente derivante
dall’utilizzo eccessivo delle risorse naturali
a nostra disposizione.
euro, si occupa di flussi di rifiuti complessi
contenenti metalli preziosi e altri metalli non
ferrosi. Il gruppo è in grado di recuperare circa
20 di questi metalli all’interno di una vasta
gamma di rifiuti, che va dai residui industriali
agli oggetti usurati.
Durante la visita, il commissario ha lanciato
il messaggio che, lungi dall’essere visti
come un problema, i rifiuti dovrebbero
essere trattati come una risorsa preziosa,
capace di offrire soluzioni volte a ridurre
le emissioni dei gas a effetto serra, generare
energia, arricchire il suolo e ridurre la
dipendenza dell’Europa dall’importazione
di materie prime.
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Alcuni progressi sono già stati compiuti. Sin
dal 1990, l’UE ha ridotto del 10 % le emissioni
di gas a effetto serra. Il ricorso a combustibili
fossili sta diminuendo e il riciclaggio sta diventando una pratica sempre più comune. Occorre
intensificare questi sforzi.
Tabella di marcia
La Direzione generale per l’Ambiente si sta
basando sulla direzione politica volta a realizzare un’Europa efficiente nell’utilizzo delle
risorse naturali. Sta valutando una serie di idee
e di principi che potrebbero essere applicati
nei singoli settori politici per raggiungere
l’obiettivo generale di garantire il soddisfacimento armonioso delle esigenze economiche, sociali e ambientali.
Questo risultato può essere raggiunto in
vari modi. Dove possibile, le risorse esistenti
vanno risparmiate. Alcune economie dell’UE
sono molto più efficienti di altre e, pertanto,
consentono un ampio scambio di buone
pratiche. Il riciclaggio dei materiali di base
e dei componenti di articoli di uso quotidiano,
come i telefoni cellulari, garantisce il loro
riutilizzo efficiente.
una nicchia verde nell’economia, ma «inverdire»
l’intera economia.
Col passare del tempo, possono essere sviluppati e usati prodotti alternativi in sostituzione delle risorse primarie, garantendo
non solo una maggiore efficienza, ma anche
un impatto meno dannoso sull’ambiente.
I nuovi modelli aziendali, nonché il design
di prodotti e i servizi in modo più adeguato
possono ridurre l’utilizzo delle risorse naturali necessarie per soddisfare le esigenze
delle persone.
In quest’ottica, l’UE sarà meno dipendente dal
comportamento imprevedibile dei fornitori
stranieri. Nello stesso tempo, la spinta a usare
il nostro patrimonio di risorse naturali in
modo più sensato dovrebbe portare innovazione e creare nuove aziende e posti di lavoro.
Uno dei modi più efficaci per sensibilizzare
maggiormente la società sul costo finale
derivante dall’uso delle risorse naturali,
potrebbe consistere nell’indicare il loro reale
valore nelle decisioni commerciali e in quelle
politiche. Questo approccio di tipo finanziario
è già seguito pioneristicamente dallo studio
multidisciplinare «Economia degli ecosistemi
e della biodiversità» (TEEB), che analizza il
costo relativo alla perdita della biodiversità
e al degrado dell’ecosistema.
La sostenibilità di alcuni dei settori economici
chiave dell’Europa – pesca, agricoltura e silvicoltura – dipende da alcuni cambiamenti
delle pratiche attuali. Una migliore gestione
Opportunità economiche
Nel 2009, le industrie di gestione
e riciclaggio dei rifiuti dell’UE hanno
avuto un fatturato di 95 miliardi di
euro e hanno offerto da 1,2 a 1,5 milioni
di posti di lavoro.
Attualmente i residui forniscono solo
il 40 %-56 % di input nella produzione
di metalli a massa dell’UE.
Destinazione finale
La tabella di marcia metterà in evidenza i vantaggi che, a lungo termine, potranno derivare
da un cambiamento paradigmatico degli
obiettivi politici e da un impiego migliore delle
risorse esistenti. L’obiettivo non è promuovere
Ogni singolo flusso di rifiuti deve essere
utilizzato nel modo più adeguato; occorre
collocare la prevenzione al vertice della
piramide, seguita da riutilizzo, riciclaggio,
recupero di energia e smaltimento come
previsto dalla legislazione dell’UE che
stabilisce obiettivi chiari in merito attraverso la direttiva quadro sui rifiuti. Entro
il 2020, il 50 % dei rifiuti urbani e il 70 %
dei rifiuti edili devono essere riciclati.
La riutilizzazione dei materiali contribuisce a ridurre i consumi eccessivi
e fornisce prodotti di seconda mano
a prezzi ragionevoli.
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Per sostenere
l’economia, ma
non possiamo
soccorrere
il pianeta
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Commissario
Janez Potočnik
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Per raggiungere questo obiettivo, l’UE deve
puntare sulle innovazioni tecnologiche, deve
apportare notevoli cambiamenti ai sistemi
energetici, industriali, agricoli e dei trasporti
e deve incidere sul comportamento dei produttori e dei consumatori.
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Ridurre i pericoli per la
salute e per l’ambiente
Gli effetti benefici derivanti dai miglioramenti nella gestione dei rifiuti sono
numerosi. Fra il 1995 e il 2007 è stata
registrata una riduzione del 30 % delle
emissioni dei gas a effetto serra da
parte del settore responsabile della
gestione dei rifiuti. Fra il 2004 e il 2006
sono stati chiusi circa 3 300 siti fra
discariche e inceneritori di livello
inferiore alla norma, riducendo così
l’inquinamento dell’acqua, del terreno
e dell’aria. Tuttavia, occorre chiudere
o migliorare al più presto altri 1 000 siti.
delle risorse può ridurre il costo per contenere
le emissioni di carbonio. Tutto questo andrà
a vantaggio dell’ambiente e della salute delle
persone e contribuirà ad arginare gli effetti dei
cambiamenti climatici.
Tuttavia, occorre superare innanzitutto alcuni
seri ostacoli in alcuni casi causati dal fallimento e dall’incoerenza di alcune politiche.
Altri ostacoli sono da ricercarsi nelle logiche
di mercato, che enfatizzano la massimizzazione dei profitti a breve termine, e la loro
attuale incapacità di stimare pienamente
i vantaggi ambientali in termini economici.
Inoltre anche alcune barriere pratiche possono ostacolare il passaggio all’efficienza
se mancano le infrastrutture necessarie
o le competenze professionali per sfruttare
completamente gli sviluppi tecnologici.
Raggiungere l’obiettivo
Il passaggio ad un’economia più efficiente
nell’impiego delle risorse richiede la partecipazione di tutti i livelli della società, poiché
i fattori ambientali sono valutati nelle decisioni
e nei comportamenti per garantire che la
crescita economica risulti il più verde possibile.
Il dibattito su come si potrebbe raggiungere
questo risultato, compreso il potenziale impatto sociale di tale cambiamento fondamentale, è già iniziato.
I fallimenti politici potrebbero essere affrontati
eliminando gradualmente alcune sovvenzioni
e riduzioni fiscali pericolose e spostando
l’onere fiscale su alcuni settori. In questo
modo sarebbe possibile migliorare le decisioni in materia di pianificazione dello spazio
per quanto riguarda le infrastrutture e lo sviluppo del territorio attribuendo maggior
peso al loro impatto sui modelli di produzione, sulla mobilità, sull’uso dell’energia
e sui servizi ecosistemici.
Una delle idee avanzate per migliorare l’efficienza del mercato mira a potenziare l’approvvigionamento di materiali secondari. Per
raggiungere questo risultato é importante
l’approvazione di regimi nazionali tesi a promuovere l’uso dei rifiuti industriali come
input in altri processi e migliorare la raccolta
differenziata dei rifiuti separando i vari componenti e/o materiali. In particolare, si possono introdurre nuove misure volte a favorire
l’innovazione e mettere a disposizione fondi
per finanziare investimenti nell’impiego efficiente delle risorse.
Il vasto pubblico, che rappresenta il principale
utilizzatore finale di risorse naturali, ha un ruolo
importante da svolgere. Per questo motivo, in
autunno la Commissione lancerà una campagna informativa di sensibilizzazione su tali
questioni. T
Per saperne di più
http://ec.europa.eu/environment/
resource_efficiency
http://ec.europa.eu/resource-efficienteurope
Riciclaggio
In Europa vengono riciclate quantità sempre maggiori di rifiuti. Nel 2008,
è stato riciclato il 38 % dei rifiuti totali (un miglioramento del 5 % rispetto
ai livelli del 2005 e del 18 % rispetto a quelli del 1995). Nello stesso anno,
il 40 % dei rifiuti urbani è stato riciclato o usato come compost (un miglioramento dell’11,4 % rispetto a tre anni precedenti).
© iStockphoto
Anche il recupero di energia ottenuto dai rifiuti è aumentato. Nel 2005 la
quantità di rifiuti destinati a questo scopo ammontava a 96 kg pro capite.
Nel 2008 è salita a 102 kg. Circa l’1,3 % della produzione totale di energia
nell’UE proviene dall’incenerimento di rifiuti solidi urbani.
La quantità di rifiuti portati nelle discariche è diminuito. Nel 2008, questo
tipo di smaltimento ha interessato circa il 40 % dei nostri rifiuti. Nel 2005
la percentuale si attestava al 49 % e dieci anni prima al 65 %.
RIFORMA DELLA PAC
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T «Rendere piú verde» l’agricoltura europea
L’agricoltura è il settore della prima vera politica comune dell’Unione europea.
Nel corso della sua esistenza è stata oggetto di diverse modifiche, che riflettevano
le varie priorità del settore agricolo. L’ultima serie di modifiche proposte mira a fare
fronte alle sfide in termini di alimentazione, risorse naturali e gestione del territorio
che l’UE dovrà affrontare in questo decennio.
Fornire ai cittadini dell’UE quantità sufficienti
di alimenti sicuri e di qualità e garantire condizioni di vita decenti agli agricoltori: ecco
gli obiettivi alla base della politica agricola
comune (PAC) sin da quando è stata elaborata negli anni ’60. Con il passare del tempo,
la PAC è stata modificata per rispettare gli
obblighi internazionali, prevenire inutili
eccessi, valorizzare maggiormente il denaro
dei contribuenti e porre in rilievo gradualmente i timori per l’ambiente.
© iStockphoto
Circa 50 anni dopo il suo varo, si profilano
all’orizzonte importanti riforme. L’Europa deve
garantire che le sue risorse naturali vengano
usate in modo sostenibile, consentendo agli
agricoltori europei di essere innovativi e competitivi. Come spiega Dacian Cioloş, commissario europeo per l’Agricoltura e lo sviluppo:
«L’agricoltura europea deve essere competitiva non solo dal punto di vista economico,
ma anche ambientale».
La Commissione europea ha individuato tre
obiettivi principali per la futura PAC: garantire una gestione sostenibile delle risorse
naturali e dell’azione climatica; assicurare
una produzione alimentare redditizia; mantenere l’equilibrio territoriale e la diversità
delle zone rurali.
Sono state proposte tre opzioni possibili.
La prima prevede cambiamenti graduali
per le lacune più evidenti dell’attuale politica. La seconda renderebbe la PAC più
verde, più equa, più efficiente e più efficiente. La terza sposterebbe il suo centro
di attenzione dal sostegno al reddito degli
agricoltori per incentrarsi quasi esclusivamente sugli obiettivi di cambiamenti
ambientali e climatici.
La Commissione ha rilevato che, per raggiungere questi obiettivi, i pagamenti diretti
agli agricoltori e le misure di mercato relative
ai singoli prodotti alimentari dovrebbero
essere più verdi e più equamente distribuiti,
mentre le politiche pluriennali per lo sviluppo
rurale dovrebbero porre l’accento sulla competitività, l’innovazione, la cura per l’ambiente
e l’azione climatica.
Si sta valutando l’idea di integrare il sostegno
al reddito di base degli agricoltori con
una tassa ambientale, che rifletta i servizi
ambientali di base forniti dagli agricoltori.
È stata anche proposta l’intenzione di rendere il finanziamento dello sviluppo rurale
più mirato, comprendendo le attività che
sostengono la protezione della biodiversità
e altre sfide ambientali.
Tre opzioni
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Le varie opzioni sono già al vaglio dei
governi dell’UE, del Parlamento europeo,
degli enti agricoli, delle organizzazioni non
governative e di altre parti interessate. Tutti
apporteranno un contributo alle proposte
legislative formali che la Commissione
presenterà quest’anno. T
Per saperne di più
http://ec.europa.eu/agriculture/cappost-2013/communication/index_en.htm
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B I O D I V E R S I TÀ
T Nuova strategia 2020 per la biodiversità
Alcuni mesi dopo il raggiungimento di un accordo globale a Nagoya su un’ambiziosa
agenda ambientale volta ad arrestare la perdita della biodiversità, l’Unione europea
sta completando una dettagliata strategia per i prossimi dieci anni. Questa strategia
si basa sui progressi compiuti e sugli insegnamenti tratti dall’applicazione del
precedente piano d’azione dell’UE per la biodiversità. Si tratta di una delle sette
iniziative specifiche alla base dell’attuale azione per garantire un uso efficiente delle
risorse in Europa.
© Imageglobe
La nuova strategia si prefigge di conseguire
l’obiettivo principale dell’Unione di arrestare,
entro il 2020, la perdita della biodiversità
e il degrado dei servizi ecosistemici nell’UE,
di ripristinarli nei limiti del possibile e di rafforzare l’impegno dell’Europa per fermare la perdita della biodiversità a livello mondiale.
Il piano d’azione precedente, lanciato nel
2006, era ad ampio raggio e prevedeva circa
160 misure specifiche. Il suo successore, la
strategia 2020, segue un approccio diverso
e si concentra su una serie di settori prioritari,
che rivestono un’importanza fondamentale
per il futuro stato di salute della nostra biodiversità. Riserva, inoltre, un’attenzione maggiore
ai servizi ecosistemici, evidenziando la loro
importanza per l’economia e per il nostro
benessere individuale e collettivo.
Azioni prioritarie
La strategia si basa su sei obiettivi, ciascuno
dei quali è accompagnato da azioni e misure
specifiche.
Conservazione della natura: garantire la completa attuazione della legislazione dell’UE in
materia. Ciò include il completamento delle
fasi di designazione dei siti della rete Natura
2000; lo sviluppo di un processo regionale,
a livello biogeografico, volto a contribuire
a fissare priorità per la conservazione e il ripristino di siti, e l’elaborazione di programmi
di formazione su Natura 2000 per i giudici
e i pubblici ministeri.
Ecosistemi e loro servizi: mantenere e ripristinare
gli ecosistemi e i servizi da essi forniti. Attualmente, è in corso nell’UE un programma di
mappatura dei servizi ecosistemici. Il loro
valore economico sarà valutato nel 2012 e la
Commissione gradirebbe che questi risultati
fossero integrati nei sistemi di contabilità
nazionali. Per il 2013, saranno stabilite priorità per ripristinare gli ecosistemi a livello
locale, nazionale e di UE. La tutela della biodiversità sarà inoltre integrata in politiche
e misure pertinenti dell’UE. Dopo quest’anno
la Commissione elaborerà una specifica
strategia sull’infrastruttura verde.
Agricoltura e foreste: garantire che questi settori contribuiscano a mantenere e a rafforzare
la biodiversità «inverdendo» ulteriormente la
politica agricola comune al momento della
sua ultima riforma. Sarebbe opportuno fornire
incentivi anche ai proprietari delle foreste
per applicare misure di gestione sostenibile
delle foreste.
Pesca: fermare l’eccessivo sfruttamento delle
risorse ittiche e garantire il loro uso sostenibile.
La politica comune della pesca è in fase di
riforma. Saranno compiuti sforzi per migliorare la gestione degli stock ittici e per ripristinarli a livelli tali da raggiungere il massimo
rendimento sostenibile, garantendo che le
attività di pesca non abbiano un impatto
negativo sull’ambiente marino.
Specie alloctone invasive: combattere la loro
introduzione e diffusione, anche con misure
di gestione dei loro canali di introduzione.
Nell’Unione, le specie alloctone invasive sono
in aumento e causano considerevoli danni
alle specie native. Attualmente, per affrontare
il problema viene spesa una somma pari
a 12,5 miliardi di euro all’anno. La Commissione
adotterà una strategia specifica nel 2012 per
fronteggiare questa minaccia.
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© iStockphoto
B I O D I V E R S I TÀ
Azione globale: contribuire alla conservazione
della biodiversità nel mondo. L’Unione continuerà a ridurre la propria impronta ecologica,
a sostenere gli sforzi internazionali per mobilitare più risorse destinate alla conservazione
della biodiversità e a rispettare tutti gli impegni assunti a Nagoya.
In secondo luogo, la strategia è stata completata
proprio mentre vengono prese in considerazione le riforme di settori politici che incidono
direttamente sulla biodiversità, quali agricoltura,
pesca, trasporto e programmi regionali e sociali,
insieme ai piani di spesa pluriennali generali
dell’UE per il periodo successivo al 2013. In tal
modo sarà possibile tener conto della biodiversità all’inizio di questi nuovi cicli politici.
Condizioni per il successo
Benché l’UE non sia riuscita a soddisfare
l’obiettivo di arrestare la perdita di biodiversità entro il 2010, il precedente piano di azione
sulla biodiversità ha dato alcuni frutti e ha
contribuito ad una sensibilizzazione generale
sull’importanza della biodiversità.
La nuova strategia trarrà vantaggio da una
serie di caratteristiche che ne miglioreranno
le possibilità di successo. La prima è costituita
dal parametro di riferimento 2010 per la biodiversità dell’UE. Questo parametro mostra lo
stato della biodiversità e fungerà da termine
di raffronto per valutare i progressi compiuti
verso l’obiettivo principale del 2020.
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La Commissione lavorerà con gli Stati membri per meglio integrare il monitoraggio
della biodiversità e gli obblighi relativi alla
comunicazione e revisione a livello nazionale,
di UE e globale in un quadro comune. Ciò
avrebbe il fine di ridurre gli oneri amministrativi che gravano sulle autorità interessate,
senza però compromettere la chiarezza dei
dati emergenti.
Revisione intermedia
La strategia sarà sottoposta a revisione intermedia nel 2014. Sarà un’opportunità per
esaminare tutte le cause della perdita della
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biodiversità, compresi il cambiamento climatico e l’inquinamento che deliberatamente
non sono inclusi nei sei sotto-obiettivi, in
quanto politiche in materia sono già ben
consolidate in entrambi gli ambiti e, una
volta attuate integralmente, apporteranno
ulteriori vantaggi alla biodiversità.
La revisione offrirà l’occasione per valutare
i progressi rispetto al parametro di riferimento
per la biodiversità. Questo sarà aggiornato
periodicamente in modo da tenere conto
di informazioni recenti, basandosi su fonti
molto ampie. T
Per saperne di più
http://ec.europa.eu/environment/nature/
biodiversity/policy/
Nota dell’editore: questo articolo è stato completato nel
momento in cui la consultazione interservizi sulla strategia
per la biodiversità era appena iniziata. Pertanto, è ancora
possibile che si verifichino cambiamenti; ciononostante,
tutte le informazioni fornite al momento di andare in
stampa sono esatte.
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S T R AT E G I A P E R U N ’ E CO N O M I A CO M P E T I T I VA A B A S S E E M I S S I O N I D I C A R B O N I O N E L 2050
T Tabella di marcia per un futuro
pulito e competitivo
Ai primi di marzo, la Commissione europea ha adottato una tabella di marcia per
trasformare l’Europa in una società a basse emissioni di carbonio entro il 2050.
Sarebbe lecito chiedersi perché occorra precorrere quattro decenni quando
a malapena si intravede la fine della peggiore crisi economica dagli anni ’30.
A ciò aggiungiamo i nuovi posti di lavoro
che sono stati creati nell’edilizia, espandendo l’infrastruttura di trasporto dell’energia. Vi è inoltre la possibilità di creare fino
a 1,5 milioni di posti di lavoro aggiuntivi entro
il 2020, e molti di questi non possono essere
dislocati all’estero, perché prevedono l’allestimento di turbine eoliche e il riadattamento
di edifici in Europa.
Il passaggio a una società più pulita e più
rispettosa del clima richiederà notevoli investimenti di importo pari a 270 miliardi di euro
all’anno. Tali investimenti genereranno risparmi
della stessa entità o anche maggiori, perché
non sarà necessario importare così tanta energia dall’estero. Ciò comporterà anche meno
inquinamento atmosferico e di conseguenza
minori costi di assistenza sanitaria.
Mantenere la crescita economica
In realtà, vi sono buoni motivi per farlo. E non
tutti questi motivi riguardano un futuro lontano. Si tratta anche di occupazione in Europa,
d’innovazione e della competitività dell’Europa, nonché della riduzione della nostra bolletta energetica. L’anno scorso, ad esempio,
l’Europa ha speso 70 miliardi di dollari in più
per le importazioni di energia rispetto all’anno
precedente. Immaginiamo che l’Europa faccia
maggiore affidamento sulle energie rinnovabili ed eviti così di pagare miliardi di euro
a paesi stranieri ogni volta che i prezzi del
petrolio salgono vertiginosamente. È questo
il tema che viene affrontato nella tabella
di marcia.
Oppure immaginiamo di creare 300 000 posti
di lavoro in Europa investendo in un promettente settore manifatturiero. Bene, in realtà
è proprio quello che abbiamo fatto negli
ultimi cinque anni con l’energia rinnovabile.
Una strategia volta ad abbassare le emissioni di carbonio non andrà, quindi, a scapito
della crescita economica. Al contrario: se
entro il 2050 l’Europa sarà una società più
pulita, più verde e più ricca. Abbiamo già
visto come ciò sia possibile: negli ultimi
vent’anni, l’economia europea è cresciuta
del 40 % circa, eppure in quel periodo siamo
anche riusciti a ridurre del 17 % le nostre
emissioni di gas a effetto serra.
Creare una società pulita e rispettosa del clima
non significa rinunciare alle belle macchine,
al buon cibo e ai viaggi all’estero. Si tratta di
mantenere e migliorare la nostra qualità di
vita, garantendo tuttavia che l’inquinamento
non comprometta la crescita economica;
si tratta di costruire case migliori, elaborare
meccanismi di produzione più intelligenti
e costruire città più all’avanguardia, dove l’aria
è più pulita, l’inquinamento ed il rumore sono
ridotti e le strade meno congestionate.
La nostra strategia è in linea con la visione
a lungo termine approvata dai capi di Stato
e di governo dell’UE: un’Europa competitiva
e rispettosa del clima che, entro la metà del
secolo, ridurrà le proprie emissioni di gas
a effetto serra dell’80-95 % rispetto al 1990.
La scienza ci dice che una riduzione di questa entità rappresenta il contributo necessario che tutti i paesi industrializzati devono
apportare per ridurre le emissioni mondiali
almeno del 50 % per la metà del secolo. Solo
in questo modo possiamo rispettare l’obiettivo di mantenere il riscaldamento globale
al di sotto di 2 °C.
Pianificare la strada per il futuro
Ora, insieme a misure concrete volte a migliorare l’efficienza energetica, la Commissione
ha anche prodotto il GPS per arrivare a destinazione. Si tratta di un solido strumento di
© iStockphoto
© Unione europea
Connie Hedegaard,
Commissario europeo
per l’Azione per il clima
S T R AT E G I A P E R U N ’ E CO N O M I A CO M P E T I T I VA A B A S S E E M I S S I O N I D I C A R B O N I O N E L 2050
navigazione che, sulla base dei calcoli attuali,
è capace di indicare la strada migliore. Tuttavia
il conseguimento di questo risultato, nel modo
più efficiente in termini di costi, ha chiare
implicazioni politiche.
Nel settore dei trasporti, ad esempio, i veicoli
elettrici devono raggiungere una maggiore
commercializzazione e occorre installare
stazioni di rifornimento in Europa prima di
potere sfruttare il pieno potenziale a basse
emissioni di carbonio proprio di queste
tecnologie. Sono necessari investimenti in
ricerca, sviluppo e sforzi per diffondere le
nuove tecnologie e sviluppare le infrastrutture necessarie. Devono essere adottati
nuovi standard. Altri settori possono invece
dare risultati già a breve termine: il settore
elettrico, ad esempio, può ridurre le emissioni in misura sostanziale, migliorando la
trasmissione di elettricità.
La stessa logica si applica alla distanza che
percorreremo entro il 2020. L’analisi alla base
della tabella di marcia mostra, per il 2020,
che la soluzione più efficiente dal punto di
vista dei costi è rappresentata da un taglio
delle emissioni nazionali di almeno il 25 %
al di sotto dei livelli del 1990. In altri termini,
l’attuale obiettivo del 20 % non è il più efficiente a livello di costi.
L’aspetto positivo è che possiamo raggiungere un taglio nazionale del 25 % semplicemente raggiungendo l’obiettivo concordato
di migliorare l’efficienza energetica del
20 % entro il 2020. Il piano per l’efficienza
energetica adottato contemporaneamente
alla tabella di marcia mira proprio a garantire
il rispetto di questo obiettivo. Sulla base
dell’analisi economica effettuata dalla
Commissione, l’UE sta valutando l’ipotesi
di passare a una riduzione del 30 % entro il
© iStockphoto
Un altro fattore importante riguarda i traguardi intermedi e la velocità alla quale
viaggiamo. Per arrivare in tempo, entro
il 2030 dovremo avere percorso già metà
strada verso gli obiettivi finali, il che significa
che per allora le emissioni dovranno essere
ridotte almeno del 40 %. Può sembrare un
obiettivo molto ambizioso, ma ricordiamoci
che abbiamo già ridotto tali emissioni del 17 %.
Inoltre, avanzare più lentamente risulterà più
costoso. Sarà necessario procedere ad un ritmo
che garantisca uno sviluppo tecnologico
costante. Procastinando, ci troveremo nella
situazione in cui non ci sarà alcun incentivo
a sviluppare le tecnologie necessarie e allora
dovremo effettuare riduzioni molto più drastiche in una fase successiva, avendo a disposizione una gamma di tecnologie più ristretta.
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2020. E questa è anche l’offerta condizionale
che abbiamo presentato nei negoziati internazionali, nel caso in cui altre importanti
economie accettino di fare la loro parte.
Questo modo integrato di affrontare le principali sfide sociali – nell’ambito del quale le
misure che proponiamo nel breve periodo
sono collegate a una più ampia visione a lungo
termine – è un altro esempio di come l’UE
fornisca ai cittadini europei un reale valore
aggiunto. La creazione di un nuovo modello
per una crescita intelligente ed efficiente
sotto il profilo dell’impiego delle risorse nel
XXI secolo non può avvenire dall’oggi al
domani. Dobbiamo agire insieme. E con la
tabella di marcia per il 2050 abbiamo
segnato il passo. T
Per saperne di più
http://ec.europa.eu/clima/policies/
roadmap/index_en.htm
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BIOECONOMIA
T Comprendere la bioeconomia
Mentre il mondo affronta le sfide della crescita della popolazione, dell’aumento della
domanda di cibo, dell’esaurimento delle risorse e dell’impatto del cambiamento
climatico, il ruolo della bioeconomia assume sempre maggiore rilievo. Questo settore
in rapida espansione è chiamato sempre più spesso a soddisfare esigenze multiple
e domande contrastanti e la tendenza sembra andare avanti: le biotecnologie
saranno strumenti chiave per il futuro.
© iStockphoto
Secondo le stime, in Europa la
bioeconomia ha un valore pari
a circa 2 trilioni di euro e offre
20 milioni di posti di lavoro.
L’ecoinnovazione ha rappresentato il 3 % del PIL nel 2009,
con un potenziale del 16 % per
il 2030.
Lo sviluppo di tecnologie e la spinta a trovare
il modo di sostituire i giacimenti petroliferi
esauriti stanno contribuendo a un’impressionante crescita di quella che viene chiamata
«bioeconomia». Il termine si riferisce a ogni
sistema di produzione che coinvolge processi biofisici o biochimici, le scienze della
vita e le tecnologie correlate. L’impatto della
bioeconomia è già evidente nell’agricoltura,
nella pesca, nelle bioraffinerie, nella bioenergia, nella biotecnologia industriale e in
nuove forme di utilizzo delle risorse della
terra e del mare.
Oggi le risorse biologiche vengono impiegate
per produrre una vasta gamma di prodotti
sostenibili, compresi cibi sani, mangimi, materiali per la costruzione, energia, carta, polpa di
legno, e persino prodotti chimici e cosmetici.
Nonostante tendano ad utilizzare l’energia
solare, la produzione di tali risorse si basa tuttora su una serie di risorse limitate, fra cui l’acqua, i concimi e, in modo particolare, la terra.
C’è il rischio che un aumento della domanda
di uso della terra per la bioeconomia comporti
nuove pressioni e richieste sulle industrie
tradizionali e sull’agricoltura. Ciò, a sua volta,
potrebbe influenzare anche gli ecosistemi,
la biodiversità e gli habitat tradizionali.
La promozione dell’uso di biocombustibili,
ad esempio, per ridurre i gas a effetto serra
potrebbe distorcere il mercato per altri settori o addirittura contrastare la priorità parallela di migliorare la sicurezza alimentare nei
paesi in via di sviluppo.
Il progresso scientifico inoltre può destare
preoccupazioni di carattere etico e ambientale,
come hanno dimostrato le reazioni molto
diverse suscitate dal rilascio di OGM nell’ambiente. Fintanto che la biotecnologia, componente della bioeconomia, continuerà
a svilupparsi, il dibattito si amplierà sempre più.
risorsa – come possiamo usarla al meglio?
Benché la pianificazione dell’uso della terra
sia soprattutto una questione nazionale
o regionale, le politiche dell’UE, in particolare
in materia di energia, trasporti e agricoltura,
possono avere un certo impatto. La sessione,
inoltre, valuterà alcune possibili conseguenze
e analizzerà il modo per affrontarle, volgendo
particolare attenzione alle migliori pratiche
negli Stati membri.
La seconda sessione – Guarda @l futuro per
occuparti meglio del presente – prenderà in
considerazione questioni più ampie. Ai partecipanti saranno proposti diversi scenari che
sottolineano la necessità di stabilire collegamenti chiave fra considerazioni ambientali
e socioeconomiche. T
Settimana verde
Per saperne di più
Questi temi verranno affrontati in due sessioni di settimana verde. La prima cercherà
di rispondere alla domanda: La terra è una
http://ec.europa.eu/agriculture/
index_it.htm
http://ec.europa.eu/research/biosociety/
kbbe/kbbe_en.htm
COPERTURA DEL SUOLO
13
T Affrontare il problema della
copertura del suolo
La maggior parte delle persone dà per scontata l’esistenza del suolo, che invece è alla base
dell’impiego efficiente delle risorse della terra ed è fondamentale per l’alimentazione,
l’acqua, la biodiversità e il clima. I terreni coperti sono sempre più estesi e la Commissione
sta attirando l’attenzione sui pericoli di questa copertura.
Un nuovo studio* mostra che fra il 1990
e il 2006 il consumo di terra nell’Unione
europea è aumentato in media di almeno
1 000 km2 ogni anno, la metà dei quali
è stata coperta con asfalto o calcestruzzo
e usata per costruire edifici, centri commerciali, strade e parcheggi. Le cifre sono ancora
più elevate se si tiene conto della significativa quantità di terreno che non viene presa
in considerazione a causa di sistemi di indagine a bassa risoluzione.
La copertura del suolo è particolarmente
elevata in Germania, Paesi Bassi, Belgio
e Lussemburgo, ma è notevole anche lungo
la costa atlantica del Portogallo, nelle regioni
costiere mediterranee di Francia e Spagna
e in altri siti del continente.
Lo studio rileva l’esistenza di profonde divergenze nel modo di affrontare il problema da
parte dei governi dell’UE. Solo un terzo dei
paesi ha adottato misure di diversa natura,
la maggior parte delle quali sono di tipo
facoltativo. Un altro terzo ha appena iniziato
a prendere i primi provvedimenti e i restanti
paesi non stanno affrontando il problema
in modo esplicito.
Mitigare i danni
La nuova relazione è solo una delle numerose iniziative intraprese dalla Commissione
per attirare l’attenzione sui pericoli di una
copertura incontrollata del terreno. Il 2011
è stato designato Anno della copertura
del suolo, con l’intento di fare conoscere
il valore della terra su cui camminiamo.
La questione sarà esaminata anche durante
la settimana verde.
E’ stato istituito un gruppo di esperti per elaborare «linee guida sulla copertura» entro la
fine dell’anno. Il gruppo presenterà incentivi
per riutilizzare la terra di siti già usati in precedenza al posto della terra vergine e suggerirà
strategie per migliorare la pianificazione dello
spazio sia a livello regionale che a livello
locale. Le linee guida considereranno l’uso di
materiali di copertura permeabili e sottolineeranno l’esigenza di una maggiore protezione
per i terreni agricoli in generale.
La Commissione sta anche esaminando
modi per impiegare la strategia tematica per
il suolo – una delle sette strategie tematiche
adottate nel 2006 nell’ambito del sesto
programma di azione ambientale – per
concentrarsi più da vicino sul problema
della copertura del suolo. T
Per saperne di più
http://ec.europa.eu/environment/soil/
publications_en.htm
* Overview of best practices for limiting soil sealing or
mitigating its effects in EU-27, Environment Agency Austria
(Sintesi delle migliori pratiche per limitare la copertura del
suolo o mitigarne gli effetti nell’UE-27. Agenzia austriaca
per l’ambiente).
© iStockphoto
Tale copertura risulta importante per diversi
motivi. Il fatto che l’acqua non possa penetrare nel terreno attraverso l’asfalto significa
che viene scaricata inutilmente dal sistema
fognario. Questo impedisce la ricostituzione
delle falde freatiche, riduce l’evaporazione
che in estate raffredda le zone urbane
e aumenta il rischio di inondazioni in quanto
le precipitazioni piovose possono superare
la capacità di assorbimento delle terre rimaste
aperte. La copertura del suolo ad un livello
tale da impedirgli di respirare ne soffoca anche
la biodiversità, distruggendo habitat e impedendo la cattura di carbonio.
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LIFE +
T Nuovi finanziamenti a favore
di progetti ambientali
Le organizzazioni che mirano a ottenere finanziamenti dall’UE per progetti ambientali
hanno tempo fino al 18 luglio 2011 per presentare le loro proposte alla Commissione
europea. Quest’anno saranno messi a disposizione 267 milioni di euro per cofinanziare
progetti da attuare nell’ambito del programma LIFE +.
formazione e sensibilizzare in materia di prevenzione degli incendi boschivi. L’anno precedente erano state 17 su 98.
Ora la Commissione sta cercando di aumentare quel tasso di successo.
Soddisfare i criteri
Sono ammissibili al finanziamento dell’UE
i progetti che contribuiscono a conservare
specie e habitat in pericolo, a sviluppare idee
e misure ambientali innovative e a sottolineare l’importanza delle questioni ambientali.
I bandi di gara annuali sono caratterizzati
da una forte partecipazione, ma delle tre componenti LIFE, la divulgazione registra il più
basso numero di candidati vincitori. L’anno
scorso solo dieci proposte su 113 hanno ricevuto i finanziamenti dell’UE per progetti intesi
a divulgare informazioni, aumentare la visibilità delle questioni ambientali, fornire
Le proposte di progetto sono valutate alla
luce di sei criteri (ciascuno dei quali richiede
un punteggio minimo). I due criteri più
importanti sono il valore aggiunto europeo
apportato e il contributo agli obiettivi di
LIFE +. Altri due criteri sono la coerenza
e la qualità tecnica e finanziaria. Le considerazioni finali riguardano la natura transnazionale dei progetti e il rispetto delle
priorità nazionali annuali.
I punteggi sono assegnati per ogni singola
categoria. In seguito viene stilato un lungo
elenco di proposte, rispecchiando la qualità
delle presentazioni e tenendo conto di altri
fattori. Almeno il 50 % del bilancio destinato
ai progetti LIFE + deve essere assegnato
a progetti concernenti la natura e la biodiversità; i progetti devono essere distribuiti
fra gli Stati membri secondo una chiave
concordata; idealmente almeno il 15 % del
finanziamento dovrebbe andare a progetti
transnazionali.
La Commissione limita la graduatoria iniziale
predisponendo un elenco ristretto di progetti
presentati per il cofinanziamento. È previsto
anche un elenco di proposte di riserva, sottoposte a un comitato di rappresentanti nazionali presieduto dalla Commissione. Nel caso
in cui venga espresso un parere positivo, la
Commissione decide i progetti che riceveranno il finanziamento dell’UE. Dopo l’approvazione da parte del Parlamento europeo,
vengono firmati gli accordi con i singoli
beneficiari.
Il finanziamento dell’UE è limitato al 50 %
dei costi ammissibili totali di un progetto.
Questa percentuale può essere aumentata
fino al 75 % per i progetti LIFE + Natura che
si concentrino su misure di conservazione
per specie prioritarie o tipi di habitat di cui
alle direttive «Uccelli» e «Habitat». T
Per saperne di più su LIFE
http://ec.europa.eu/life
© Life00nat EE 007083
LIFE + dispone di un bilancio
totale di 2,143 miliardi di euro
per finanziare attività ambientali
fra il 2007 e il 2013.
Con circa 2 miliardi di euro,
a partire dal 1992 LIFE ha
cofinanziato 3 115 progetti
di protezione dell’ambiente.
Per saperne di più sull’invito
a presentare proposte per il 2011
http://ec.europa.eu/environment/life/
funding/lifeplus.htm
PUBBLICAZIONI
Nuove pubblicazioni
Agenda
Che spreco!
I rifiuti sono una questione che riguarda
tutti. In media, ogni individuo appartenente ai 500 milioni di abitanti dell’UE
getta circa mezza tonnellata di rifiuti
domestici ogni anno. Questa cifra si
aggiunge alle enormi quantità di rifiuti
generati da attività come la produzione,
la costruzione, l’approvvigionamento
idrico e la generazione di energia. Nel suo
complesso, l’Unione europea produce
ogni anno fino a 3 miliardi di rifiuti.
Il recente opuscolo Being wise with waste
– the EU’s approach to waste management (Comportarsi in modo saggio con
i rifiuti – l’approccio dell’UE alla gestione dei rifiuti) affronta la questione, illustrando una panoramica delle sfide rappresentate dai rifiuti, l’approccio dell’UE
al problema, nonché suggerimenti su come produrre meno rifiuti.
Being wise with waste:
the EU’s approach to waste management
ENV-09-029_brochure-waste-ok.indd cov:1
Giornata marittima europea
19-20 maggio 2011, Gdańsk, Polonia
Questa conferenza è organizzata congiuntamente dalla
Direzione generale per gli Affari marittimi e la pesca della
Commissione europea, dal ministero delle Infrastrutture
polacco, dall’ufficio del governatore del voivodato di
Pomerania e dalla città di Gdańsk.
Si terranno varie manifestazioni per celebrare l’identità
marittima dell’Europa e si svolgeranno attività legate al mare.
http://ec.europa.eu/maritimeaffairs/maritimeday/index_en.htm
22/11/10 11:29
Per scaricare o ordinare l’opuscolo in inglese, visitare il sito:
http://bookshop.europa.eu/is-bin/INTERSHOP.enfinity/WFS/EU-Bookshop-Site/
it_IT/-/EUR/ViewPublication-Start?PublicationKey=KH3109250
© Hemera
KH-31-10-630-EN-C
Implementation of the Regulation
Each EU Member State will designate a competent
authority that will coordinate enforcement of the
Regulation. Member States will also determine the
type and range of penalties that will apply in case of
non-compliance with the regulation.
The Regulation provides for “monitoring organizations”
to be recognised by the European Commission. These
organisations which will be private entities, will provide
EU operators with operational due diligence systems.
Operators can thus develop their own system or use
one developed by a monitoring organisation.
EU Timber Regulation
applicable
from 3 March 2013
Further information
Additional information can be found at:
http://ec.europa.eu/environment/forests/illegal_logging.htm
Illegal logging is the harvesting of timber in
contravention of the laws and regulations of the
country of harvest. Illegal logging is a global problem
with significant negative economic, environmental and
social impact.
© iStockphoto
In economic terms illegal logging results in lost
revenues and other foregone benefits. In environmental
terms illegal logging is associated with deforestation,
climate change and a loss of biodiversity. In social terms
illegal logging is often linked to conflicts over land and
resources, the disempowerment of local and indigenous
communities and armed conflicts.
Illegal activities also undermine the efforts of
responsible operators by making available cheaper but
illegal timber and timber production the marketplace.
In October 2010 the EU adopted a new Timber
Regulation1 to combat trade in illegally harvested timber.
This is one of a number of actions under the 2003 EU
Action Plan on Forest Law Enforcement Governance
and Trade (FLEGT).
© European Union, 2010
Reproduction is authorised provided the source is
acknowledged.
1
Printed on recycled paper that has been awarded
the EU Ecolabel for graphic paper
(http://www.ecolabel.eu/)
© Hemera
Printed in Belgium
‘Regulation laying down the obligations of operators who place timber and
timber products on the market’ (EU (995/2010)
http://eur-lex.europa.eu/JOHtml.do?uri=OJ:L:2010:295:SOM:EN:HTML
La deforestazione illegale è un problema
globale che comporta considerevoli
risvolti negativi sull’economia, sull’ambiente e sulla società. Perdita di reddito,
conflitti e depauperamento delle comunità locali e indigene sono solo alcune
delle conseguenze della deforestazione
illegale, che pregiudicano gli sforzi di
operatori responsabili. Nell’ottobre del
2010, l’UE ha adottato un nuovo regolamento sul legname per combattere il
commercio di legno ottenuto illegalmente. Il regolamento potrà essere
applicato a partire dal 3 marzo 2013.
Per fornire maggiori informazioni sul
regolamento e sui prodotti da esso
contemplati è stato pubblicato un
opuscolo speciale.
Per scaricare una versione in formato PDF dell’opuscolo in inglese, visitare il sito:
http://bookshop.europa.eu/is-bin/INTERSHOP.enfinity/WFS/EU-Bookshop-Site/
it_IT/-/EUR/ViewPublication-Start?PublicationKey=KH3110630
Salvo ove diversamente indicato, tutte le pubblicazioni sono disponibili gratuitamente presso la Libreria dell’UE collegandosi al sito bookshop.europa.eu
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Conferenza INSPIRE 2011
27 giugno – 1 luglio 2011, Edimburgo, Scozia
Il tema della manifestazione di quest’anno è «ISPIRATI dal 2020
– Contribuire a una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva».
INSPIRE crea infrastrutture per l’informazione spaziale in Europa
al fine di sostenere le politiche ambientali dell’UE. La conferenza
offrirà l’opportunità di esplorare il contributo di INSPIRE agli
obiettivi strategici dell’UE per il 2020 volti a raggiungere una
crescita intelligente, sostenibile e inclusiva da integrare nei vari
programmi di controllo.
http://inspire.jrc.ec.europa.eu/events/conferences/inspire_2011/
Arginare la deforestazione illegale
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Incontro dei giovani europei per lo sviluppo
sostenibile 2011
19-24 luglio 2011, Tallinn, Estonia
Quest’anno, la conferenza approfondirà il tema della partecipazione dei giovani allo sviluppo sostenibile. Il suo scopo
consiste nel ravvivare la cognizione del termine «sviluppo
sostenibile» fra i giovani di oggi e nell’incoraggiare i governi
e gli organi internazionali a considerare i giovani come un
potente punto di forza nei loro numerosi sforzi. Sono attesi
partecipanti da circa 40 paesi europei nonché dalla Commissione europea, dal Consiglio d’Europa e da agenzie dell’ONU.
http://www.eym2011.eu
KH-AD-10-043-IT-C
T Notizie in breve
L’ambiente in Europa –
stato e prospettive 2010
Questa relazione dell’Agenzia europea
dell’ambiente conferma che il nostro ambiente
ha registrato miglioramenti sostanziali, ma
avverte che l’accelerazione della domanda
globale minaccia i sistemi naturali che ci
sostentano. Le sfide più importanti sono
rimaste tali. Le pressioni globali comportano
un acceleramento della domanda di risorse
naturali necessarie per soddisfare le esigenze
di base della società in termini di cibo, vestiario, alloggi e trasporti. Inoltre, il nostro capitale
naturale deve far fronte alle nuove domande
di prodotti chimici di origine vegetale e di
biomassa per sostituire i combustibili fossili.
Tuttavia, è possibile mitigare o capovolgere
queste tendenze. L’Europa deve potenziare
l’impiego efficiente delle risorse e dovrebbe
fare di più per valorizzare l’ambiente in termini
monetari e riflettere questi valori nei prezzi
di mercato, applicando possibilmente tasse
ambientali. Infine, la relazione sottolinea l’esigenza che l’Europa passi da un’economia
a basse emissioni di carbonio a un’economia
genuinamente verde.
Per saperne di più
http://www.eea.europa.eu/soer
Ulteriore ampliamento
di Natura 2000
La flora e la fauna europee non sono mai
state così protette nella storia dell’UE come
lo sono oggi. Natura 2000, la rete di aree
naturali protette, è stata ampliata di quasi
27 000 km2. Circa i due terzi dell’aumento
riguardano zone marine. Pertanto, Natura
2000 copre adesso quasi il 18 % della massa
continentale dell’UE e 130 000 km2 di mari
europei. L’ultimo ampliamento ha interessato
per lo più la Repubblica ceca, la Danimarca,
la Francia, la Spagna e la Polonia. Fra i nuovi
siti marini figurano un importante tratto
dell’estuario della Loira e un esteso banco
in alto mare insieme a una montagna sottomarina situata nel Mare Cantabrico al largo
della costa della Spagna settentrionale. Sulla
terraferma, l’ampliamento ha interessato
foreste di faggi di montagna e praterie fiorite
nella Repubblica ceca, nonché laghi e zone
umide in Polonia.
Per saperne di più
THE EUROPEAN
ENVIRONMENT
STATE AND OUTLOOK 2010
SYNTHESIS
http://circa.europa.eu/Public/irc/env/
natura_2000/library?l=/candidate_
importance/biogeographical&vm=
detailed&sb=Title
L’indagine di Eurobarometro
avvalora le iniziative aziendali
intraprese per ridurre i costi
materiali
Una nuova indagine paneuropea rivela che
quasi nove aziende su dieci hanno compiuto
almeno un cambiamento tecnologico negli
ultimi cinque anni per ridurre i loro costi
materiali. Di queste, quasi più di un terzo
ha riferito che meno del 10 % degli investimenti riguardava l’eco-innovazione e un
quarto che questa percentuale oscillava fra
il 10 % e il 29 %. Le imprese di sei paesi (Svezia,
Grecia, Austria, Cipro, Lussemburgo e Polonia)
hanno stimato un 30 % di investimenti
ecologici. Verosimilmente, le imprese di
medie dimensioni, il cui fatturato è cresciuto
negli ultimi due anni, e quelle che operano
nell’approvvigionamento idrico, nella gestione
dei rifiuti e nell’agricoltura hanno investito
nell’eco-innovazione.
Per saperne di più
http://ec.europa.eu/public_opinion/
flash/fl_315_en.pdf
Scarica

vivere con i mezzi a nostra disposizione