Atti Parlamentari
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Camera dei Deputati
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SEDUTA DEL
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SETTEMBRE
53.
2008
Allegato B
ATTI DI CONTROLLO E DI INDIRIZZO
INDICE
PAG.
ATTI DI INDIRIZZO:
PAG.
Tortoli ....................................... 5-00356
Libè ........................................... 5-00357
Mozioni:
Cazzola .....................................
1-00038
1713
Delfino ......................................
1-00039
1715
Lo Monte ..................................
1-00040
1717
Interrogazione a risposta scritta:
Giachetti ...................................
4-01096
1727
3-00141
1728
Beni e attività culturali.
Interrogazione a risposta orale:
ATTI DI CONTROLLO:
Volontè ......................................
Presidenza del Consiglio dei ministri.
Difesa.
Interpellanze urgenti
Interrogazione a risposta in Commissione:
(ex articolo 138-bis del regolamento):
Paglia ........................................
Libè ...........................................
2-00131
1718
Boccia .......................................
2-00132
1719
3-00140
1720
4-01092
1721
Affari esteri.
Interrogazione a risposta immediata:
Sarubbi .....................................
1728
Economia e finanze.
Sardelli .....................................
3-00147
1729
Giustizia.
Interrogazione a risposta scritta:
Catanoso ...................................
5-00353
Interrogazione a risposta immediata:
Interrogazione a risposta orale:
Volontè ......................................
1726
1727
3-00146
1722
Interrogazioni a risposta immediata:
Vietti .........................................
3-00142
1729
Cota ...........................................
3-00143
1730
Di Pietro ...................................
3-00144
1731
Cicchitto ....................................
3-00145
1731
Ambiente e tutela del territorio e del mare.
Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:
Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:
II Commissione:
VIII Commissione:
Dussin Guido ...........................
5-00355
1724
Rao ............................................
5-00358
1731
Melis ..........................................
5-00359
1732
N.B. Questo allegato, oltre gli atti di controllo e di indirizzo presentati nel corso della seduta, reca anche
le risposte scritte alle interrogazioni presentate alla Presidenza.
Atti Parlamentari
XVI LEGISLATURA
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ALLEGATO
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Camera dei Deputati
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AI RESOCONTI
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SEDUTA DEL
23
SETTEMBRE
2008
PAG.
Interrogazioni a risposta scritta:
Zamparutti ............................... 4-01091
Murgia ...................................... 4-01094
Bernardini ................................
1733
1733
1738
4-01101
1740
Fucci .........................................
4-01090
1741
Cirielli .......................................
4-01097
1741
4-01095
1743
Apposizione di firme ad una mozione .....
1744
Apposizione di una firma ad una interrogazione ......................................................
1744
Ritiro di documenti del sindacato ispettivo ..
1744
Istruzione, università e ricerca.
Ciocchetti ..................................
Interrogazione a risposta in Commissione:
Lavoro, salute e politiche sociali.
5-00354
1734
4-01099
1735
Interrogazione a risposta scritta:
Minniti ......................................
4-01100
Interrogazione a risposta scritta:
Infrastrutture e trasporti.
Boffa .........................................
PAG.
Interrogazioni a risposta scritta:
Sviluppo economico.
Interno.
Interrogazione a risposta scritta:
Interrogazioni a risposta in Commissione:
Palagiano ..................................
Dussin Luciano ........................
5-00351
1736
Capodicasa ...............................
5-00352
1736
Interrogazioni a risposta scritta:
Giulietti .....................................
4-01093
1737
Bernardini ................................
4-01098
1737
Atti Parlamentari
XVI LEGISLATURA
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ALLEGATO
B
1713
AI RESOCONTI
ATTI DI INDIRIZZO
Mozioni:
La Camera,
premesso che:
nel documento di programmazione
economico-finanziaria il Governo aveva
previsto un aggravamento della congiuntura economica internazionale e, di conseguenza, il prodursi di effetti preoccupanti anche per il nostro Paese. In coerenza con tale previsione il Governo – con
l’anticipo della manovra di bilancio predisposta unitamente al documento di programmazione economico-finanziaria – ha
voluto garantire alla comunità nazionale la
« messa in sicurezza » del bilancio dello
Stato nella prospettiva del pareggio nell’arco del prossimo triennio;
le previsioni del Governo si sono
rilevate, purtroppo, corrette, dal momento che le ultime stime del Fondo
monetario internazionale (conformi a
quelle di altri organismi ed osservatori
nazionali ed internazionali) indicano una
stagnazione del prodotto interno lordo
nel 2008 ed una crescita (+0,1 per cento)
assolutamente modesta nel 2009, a
fronte, rispettivamente dello 0,2 per cento
e dello 0,3 per cento delle stime di aprile
2008. In termini di sviluppo, secondo il
Fondo monetario internazionale, l’Italia
presenta performance peggiori dell’area
euro (1,4 per cento nel 2008) e dei più
importanti Paesi partner (1 per cento
Francia, 2 per cento Germania, 1,5 per
cento Spagna, 1,4 per cento Regno
Unito). Si conferma, pertanto, anche nel
quadro della contrazione complessiva degli incrementi del prodotto interno lordo
per quasi tutti i sistemi-Paese, un differenziale, ormai strutturale, tra il nostro
tasso di crescita e quello degli altri;
spinta soprattutto da fattori di carattere internazionale, è ripresa 1’inflazione con tassi ormai allineati con quelli
dell’area euro;
Camera dei Deputati
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SEDUTA DEL
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SETTEMBRE
2008
in tale scenario critico va sottolineata – seppur con andamenti meno
brillanti di quelli degli anni scorsi – una
sostanziale tenuta dei livelli di occupazione. Infatti, nonostante la congiuntura
economica molto depressa, persino il
2007 (secondo il rapporto del Cnel presentato il 15 luglio 2008) « è stato per
l’Italia un altro anno caratterizzato da
una buona espansione dell’occupazione,
che ha portato ad un nuovo lieve incremento del tasso di occupazione. La domanda di lavoro è stata sostenuta da una
crescita economica a ritmi prossimi al
potenziale e dal permanere di condizioni
favorevoli sul versante del costo del lavoro. L’aumento dei livelli occupazionali
– prosegue il rapporto – è stato condiviso dai maggiori settori dell’economia ».
Subito dopo tali considerazioni di sintesi
il Cnel ha messo in evidenza, nuovamente, che tali risultati hanno confermato « il posizionamento dell’economia
italiana lungo una traiettoria caratterizzata da una elevata crescita dell’occupazione in assenza di incrementi significativi del prodotto » e, pertanto, « a fronte
di un modesto incremento della produttività del lavoro ». Fino a concludere,
quindi, con la seguente considerazione:
« il fatto che i tassi di variazione – la
notazione è importante – restino positivi
è però anche un sintomo del fatto che i
livelli occupazionali per questa componente sono ancora un trend di espansione, legato a fattori di natura strutturale più che a fattori legati al ciclo
economico »;
in tale contesto contraddittorio il
Governo, nei suoi « primi cento giorni »,
ha portato avanti con coerenza una strategia per cui – ferma restando la scelta
del risanamento finanziario del Paese –
fossero avviate anche misure di riforma
di quei settori il cui riordino avrebbe
potuto comportare un forte recupero di
efficienza e di efficacia del Paese e di
maggior competitività dell’insieme delle
sue strutture;
in particolare, il Governo ha mantenuto la promessa di non mettere le mani
Atti Parlamentari
XVI LEGISLATURA
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ALLEGATO
B
1714
AI RESOCONTI
in tasca agli italiani (ai quali si sono
ridistribuite, invece, riduzioni fiscali pari a
1,7 miliardi di euro in conseguenza dell’abolizione dell’ici e 650 milioni di euro
per la detassazione dei premi e degli
straordinari);
parte del gettito fiscale sarà restituito ai cittadini che versano in più gravi
condizioni, attraverso la cosiddetta social
card, che servirà per acquistare prodotti
alimentari e pagare bollette;
la manovra anticipata col decretolegge n. 112 del 2008, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 133 del 2008, ha
definito, secondo un ragionevole equilibrio, gli interventi di risanamento e di
riduzione della spesa corrente (affrontando con coraggio i nodi della pubblica
amministrazione e dell’impiego pubblico, a
partire dalla scuola) insieme con importanti misure di sviluppo attraverso un
rilancio della politica delle infrastrutture;
Camera dei Deputati
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SEDUTA DEL
23
SETTEMBRE
2008
potere d’acquisto delle famiglie non possono prescindere da una complessiva revisione della disciplina del lavoro che
riguarda le donne, con particolare riferimento alle problematiche della conciliazione tra i diversi ruoli in cui la donna
è impegnata. È sull’aspetto della conciliazione che vanno concentrate le politiche di sostegno, secondo due grandi
gruppi:
a) quelle che intervengono sulla
flessibilità del regime di organizzazione
del lavoro, tra cui spicca una più ampia
diffusione del part time (nell’Unione europea l’occupazione femminile è più elevata
laddove è più ampio il ricorso al tempo
parziale);
b) quelle che sono di ausilio alle
famiglie con bambini piccoli, in particolare per quanto riguarda l’accesso ai
servizi,
impegna il Governo:
le misure di semplificazione e di
deregolazione del lavoro, nell’invarianza
delle tutele sociali e sindacali, hanno sicuramente fornito non solo dei consistenti
risparmi da parte delle imprese, con tutte
le conseguenze del caso, ma anche favorito
l’occupazione, mediante un miglioramento
sostanziale degli aspetti formali burocratici e sanzionatori;
la ripresa dell’economia italiana
non potrà non poggiare sulla difesa del
rigore nel portare avanti l’opera di risanamento, accrescendo la competitività del
sistema mediante le riforme, promuovendo interventi di carattere inclusivo e
selettivo nei confronti di quei settori di
popolazione che presentano maggiori difficoltà. La ripresa dell’economia non potrà sicuramente conseguire da politiche
che incrementino le tensioni inflazionistiche (peraltro in buona parte importate)
o che estranino il nostro Paese da una
strategia di risalita comune a tutta
l’Unione europea e coerente con i suoi
principi fondativi;
va poi considerato che efficaci politiche di sostegno per il recupero del
a proseguire con coerenza nelle politiche fino ad ora portate avanti e, in
particolare, in quelle economiche e sociali
a sostegno delle retribuzioni e delle pensioni e, in tale ambito, a realizzare i nuovi
obiettivi indicati – a partire dal federalismo – con la medesima capacità decisionale ed operativa fino ad ora dimostrata;
a verificare con le parti sociali la
possibilità di pervenire al più presto ad
un’intesa sulla struttura della contrattazione che sia in grado di accompagnare
l’impiego delle risorse economiche destinate ai miglioramenti retributivi e ad un
forte recupero di produttività del lavoro e
delle imprese; a rendere, pertanto, permanente (e gradualmente ad estendere) le
norme sulla detassazione delle ore straordinarie e dei premi di produttività;
a tener conto – ferme restando le
indicazioni contenute nel documento di
programmazione
economico-finanziaria
circa il tasso di inflazione programmato –
di quanto potrà emergere dal tavolo del
negoziato interconfederale per la definizione dei parametri a cui riferire il recu-
Atti Parlamentari
XVI LEGISLATURA
—
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ALLEGATO
B
1715
AI RESOCONTI
pero del potere d’acquisto delle retribuzioni e delle pensioni, attraverso la contrattazione collettiva;
a varare al più presto – e in modo
conforme alla delega – la disciplina per la
tutela dei lavori usuranti, una volta approvata la relativa norma di sostanziale
riapertura dei termini;
ad incrementare il lavoro delle donne
con politiche attente ai problemi della
conciliazione tra i diversi ruoli in cui la
donna è impegnata.
(1-00038) « Cazzola, Caparini, Saglia, Baldelli, Antonino Foti, Briguglio, Ceccacci Rubino, Di Biagio, Vincenzo Antonio Fontana, Formichella, Giacomoni, Giammanco, Mannucci,
Mottola, Pelino, Mariarosaria
Rossi, Saltamartini, Sammarco, Taglialatela, Munerato, Fedriga, Bonino ».
La Camera,
premesso che:
il 16 luglio 2008 la Camera dei
deputati ha approvato, con una larga maggioranza, una mozione che impegnava il
Governo ad inserire tra i suoi obiettivi
prioritari l’introduzione in Italia di misure
fiscali incisive in favore delle famiglie, a
partire dall’adozione di un sistema fiscale
in cui il reddito imponibile viene ad essere
calcolato non solo in base al reddito
percepito, ma anche in base al numero dei
componenti della famiglia;
secondo il centro studi di Confindustria, che ha fornito le ultime stime sui
principali indicatori dell’economia italiana, « le famiglie italiane hanno tagliato
i consumi e l’anno si chiuderà con un calo
dello 0,1 per cento, in netto contrasto con
il +1,4 per cento del 2007 », un dato
verificatosi solo due volte dal dopoguerra
ad oggi, dopo quello del 1993;
questo calo conferma come si sia
assistito nell’arco di un decennio ad una
Camera dei Deputati
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SEDUTA DEL
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SETTEMBRE
2008
costante erosione del potere di acquisto
delle famiglie, a fronte di una dinamica
delle retribuzioni e dei trattamenti pensionistici che non ha consentito un loro
allineamento costante tra l’inflazione programmata e quella effettiva;
il 15 gennaio 2008 è stato nominato
il Garante per la sorveglianza dei prezzi,
figura introdotta dalla legge finanziaria
per il 2008, la cui attività di controllo,
tuttavia, alla luce delle dinamiche dei
prezzi, soprattutto dei beni di prima necessità, non sempre giustificate da motivazioni reali quanto piuttosto da manovre
speculative, non sembra aver inciso in
maniera rilevante e significativa;
nonostante le condizioni di vita
delle famiglie italiane si siano aggravate
rispetto ai dati, già drammatici, rilevati
dall’Istat nel 2007, nel documento di programmazione economico-finanziaria e nell’anticipo della manovra votata questa
estate non si sono potuti notare grandi
interventi in questa direzione;
misure come l’invio di una carta
prepagata ad un milione e duecentomila
pensionati con mensili minimi e insufficienti per l’acquisto di cibo ed il pagamento di utenze, non possono rappresentare la risposta alle criticità emerse in
questi ultimi mesi e con cui hanno a che
fare le lavoratrici e i lavoratori italiani;
dall’indagine esplorativa presentata
recentemente dalle Acli emerge che, dal
2005 al 2008, il popolo della quarta settimana è cresciuto del 14 per cento a
dimostrazione del clima di incertezza sociale ed economica in Italia, dove rispetto
a 5 anni fa sentono peggiorata la loro
condizione economica il 61 per cento dei
cittadini (soprattutto pensionati, operai,
artigiani e piccoli esercenti);
sempre secondo tale indagine, la
prima preoccupazione circa il lavoro è
legata al reddito: il fatto di non riuscire a
guadagnare abbastanza per arrivare alla
fine del mese è il primo pensiero per il 42
per cento degli intervistati; la precarietà è
l’incubo per il 36 per cento degli italiani;
Atti Parlamentari
XVI LEGISLATURA
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ALLEGATO
B
1716
AI RESOCONTI
il 20 per cento sono preoccupati di non
riuscire ad ottenere un impiego continuativo e sicuro ed il 16 per cento vive con la
paura di perdere il lavoro;
l’indebolimento sociale ed economico della famiglia genera un impoverimento nelle relazioni e nella stessa coesione sociale e non si può parlare di
crescita e di sviluppo se il valore economico delle famiglie non viene correttamente colto e se mancano azioni responsabili a suo sostegno;
il rallentamento economico del nostro Paese pone il problema di varare
interventi a sostegno dei redditi per aumentare il potere d’acquisto di salari e
pensioni, fortemente eroso negli ultimi
anni dal mancato recupero del fiscal drag,
dall’aumento della pressione fiscale e da
un’incontrollata corsa dei prezzi, e sostenere in tal modo la domanda interna;
sarebbe, pertanto, necessario agire
sulla pressione fiscale, attraverso le aliquote irpef e le detrazioni per sostenere i
nuclei familiari più numerosi, unitamente
ad un controllo dei prezzi;
nel corso di un’audizione presso la
Commissione finanze della Camera dei
deputati, il Ministro Tremonti ha affermato che la pressione fiscale rimarrà ai
livelli attuali e che, stante l’attuale crisi
economico-finanziaria, un calo potrebbe
realizzarsi solo nell’arco dell’intera legislatura;
sono incerti i riflessi che la grande
crisi finanziaria statunitense (che nell’arco
di poche settimane ha portato al salvataggio in extremis dei colossi americani dei
mutui Fanniee Freddie, al fallimento della
banca di investimento Lehman Brothers e
forti pressioni sul grande gruppo assicurativo Aig) potrà avere in Italia e, in
particolare, sul « popolo » dei mutui;
lo stesso provvedimento sulla detassazione degli straordinari, oltre ad essere di entità talmente piccola che si fa
fatica ad immaginarlo come lo strumento
per aiutare i salari, oltre a non introdurre
valore aggiunto per unità di prodotto,
Camera dei Deputati
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SEDUTA DEL
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SETTEMBRE
2008
servendo solo ad aumentare il prodotto in
certe situazioni e non la produttività complessiva, come sarebbe utile oggi per il
nostro Paese, contiene troppi elementi di
disparità, perché esclude dai benefici della
detassazione una larga parte dei lavoratori, milioni di giovani e persone che
lavorano con contratti atipici, oltre a penalizzare sicuramente le donne;
non solo, con tale misura si è
introdotta una modifica che mette in
discussione un’architettura contrattuale,
che è estremamente importante e significativa,
impegna il Governo:
a procedere nella direzione indicata
dalla mozione accolta il 16 luglio 2008
dall’Esecutivo, relativa all’introduzione nel
sistema fiscale italiano di una tassazione
che tenga conto del numero dei figli e
ridia forza al potere di acquisto delle
famiglie;
a prevedere ogni iniziativa utile che
possa ridare slancio alla domanda interna
quale condizione indispensabile per la crescita dell’economia italiana;
a monitorare attentamente l’impatto
della crisi finanziaria internazionale in
corso e ad adottare gli eventuali provvedimenti atti ad evitare pesanti ricadute
sulle famiglie italiane;
a procedere ad una revisione della
disciplina sulla detassazione sugli straordinari, al fine di eliminare le criticità su
esposte, collegandola alla riforma della
contrattazione e alla valorizzazione del
secondo livello, territoriale o aziendale e a
valutare, in alternativa, per sostenere i
redditi da lavoro l’opzione delle detrazioni
fiscali;
a prevedere un potenziamento dell’attività di controllo del Garante per la
sorveglianza dei prezzi, senza il quale la
sua presenza potrebbe rilevarsi inutile ai
fini della lotta al controllo delle dinamiche
dei prezzi, valutando, altresì, l’opportunità
di prevedere anche forme estreme di tu-
Atti Parlamentari
XVI LEGISLATURA
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ALLEGATO
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AI RESOCONTI
tela del potere di acquisto delle famiglie,
attraverso la creazione di un paniere di
prodotti e beni di prima necessità su cui
applicare prezzi imposti;
ad assumere nuove iniziative che sostengano i livelli retributivi di lavoratori e
pensionati, che rischiano altrimenti di rimanere relegati ai margini della società.
(1-00039) « Delfino, Cesa, Poli, Vietti, Ciccanti, Compagnon, Volontè,
Naro ».
La Camera,
premesso che:
nel documento di programmazione
economico-finanziaria il Governo aveva
precisato che le previsioni economiche per
il 2008 dovevano essere riviste al ribasso
in misura consistente rispetto a quelle
formulate nel documento di programmazione economico-finanziaria del 2007, in
conseguenza dell’evoluzione dello scenario
internazionale;
in questo scenario è estremamente
preoccupante il permanere del divario di
sviluppo territoriale tra le aree del Paese
(nel 2007 crescita del prodotto interno
lordo pari all’1,6 per cento nel CentroNord ed allo 0,9 per cento nel Mezzogiorno) che penalizza fortemente il Mezzogiorno, a testimonianza della necessità
di dotare il Sud dell’Italia di un sistema
di infrastrutture e di servizi che consenta
allo stesso di « competere » ad armi pari
con il resto del Paese, al fine di non
rendere vani gli sforzi prodotti in tal
senso dalle popolazioni locali, dagli imprenditori, dai giovani e dagli enti locali,
tesi a rendere autonoma e competitiva
l’economia locale;
l’aumento dell’inflazione sta riducendo drasticamente il potere di acquisto
delle famiglie italiane: in modo particolare
tale fenomeno investe le famiglie numerose e le popolazioni del Mezzogiorno da
sempre afflitte da maggiori tassi di disoccupazione e lavoro precario, soprattutto
femminile;
Camera dei Deputati
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SEDUTA DEL
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SETTEMBRE
2008
la criticità della situazione economica pesa in maggiore misura sui pensionati al minimo e sulle famiglie che vedono
la presenza nel proprio nucleo familiare di
anziani e portatori di handicap non autosufficienti;
quanto alle politiche del Governo
per ridurre il divario territoriale, secondo
il rapporto Svimez, presentato di recente,
nel 2008 il prodotto interno lordo del
Mezzogiorno è cresciuto dello 0,8 per
cento, a fronte di una crescita media
dell’Italia dell’1,2 per cento; se si esclude
il 2007, erano sette anni che la dinamica
di crescita del Mezzogiorno non era inferiore a quella del resto del Paese; il divario
di prodotto per abitante si mantiene superiore ai quaranta punti percentuali, cui
corrisponde in termini monetari una differenza di oltre 10.000 euro: l’incremento
del divario Nord-Sud verificatosi nel 2007,
sebbene di solo due decimi di punto, un
fatto che non si registrava dalla metà degli
anni ’90;
a determinare tale differenza, secondo la Svimez, è una più accentuata
riduzione della spesa pubblica nelle regioni meridionali (questa si è ridotta, nel
2007, a meno di un terzo rispetto al 2006)
e si unisce al deciso rallentamento della
spesa delle famiglie meridionali, che
hanno dovuto ridurre quella per consumi
primari e non durevoli;
sul mercato del lavoro, il Mezzogiorno, dopo aver creato, nel corso del
triennio 2003-2006 di espansione dell’occupazione, ben 478 mila posti di lavoro
aggiuntivi, nell’ultimo biennio manifesta
perfino difficoltà a mantenere lo stock di
occupazione creato nel periodo precedente: tra il 2006 e il 2008 gli occupati a
tempo indeterminato sono calati di oltre
56 mila unità e questo nonostante il positivo andamento della produttività dell’area;
le imprese del Meridione, soprattutto nei settori del manifatturiero tradizionale, vivono un momento difficile, ulteriormente aggravato da problemi di natura strutturale, con evidente perdita di
competitività;
Atti Parlamentari
XVI LEGISLATURA
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AI RESOCONTI
incentivare le politiche per lo sviluppo del Mezzogiorno e il sostegno alle
famiglie rappresenta, conseguentemente,
un’opportunità di progresso economico
per l’intero Paese, non solo perché il Sud
possiede le maggiori potenzialità di crescita produttiva, spazi fisici ed economici,
le risorse materiali e immateriali, ma
anche perché ha le più importati potenzialità per accrescere il livello di competitività di tutta l’Italia;
il Governo nei primi « cento
giorni » si è impegnato sul fronte del
risanamento e della riduzione della spesa
corrente, puntando al rilancio del Paese ed
ad una sua maggiore competitività;
permane a tutt’oggi la necessità di
definire, in particolare per il Mezzogiorno,
un piano più articolato per il rilancio della
politica delle infrastrutture, unica garanzia
di ripresa e di rilancio economico,
impegna il Governo:
a promuovere una maggiore coesione ed equità sociale finalizzata a favorire un modello di sviluppo economico,
con politiche di sostegno delle retribuzioni
e delle pensioni, che coinvolga l’intero
Paese e, in particolare, a sostenere le aree
più svantaggiate, con la necessaria attenzione, stante l’attuale divario economico,
nei riguardi del Mezzogiorno;
ad avviare, entro la fine del 2008,
un confronto con le parti sociali finalizzato, compatibilmente con la ripresa economica e delle risorse da essa derivanti, a
determinare aumenti retributivi atti a contrastare il crescente aumento del costo
della vita;
ad avviare politiche di sostegno per
le famiglie che vedono la presenza al
proprio interno di anziani e portatori di
handicap non autosufficienti e a prevedere
un percorso che porti ad un adeguamento
congruo, rispetto all’aumento del costo
della vita, dei trattamenti pensionistici, a
partire dalle pensioni minime;
Camera dei Deputati
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SETTEMBRE
2008
a porre in essere, per quanto riguarda il Mezzogiorno, valutati i profili di
compatibilità con la disciplina dell’Unione
europea, la fiscalità di vantaggio per promuovere l’insediamento di imprese operanti nel Mezzogiorno, al fine di favorire
il tessuto produttivo meridionale, unica
garanzia concreta per lo sviluppo economico e dunque per il sostegno e l’incremento dell’occupazione al Sud;
ad incrementare ulteriormente politiche a favore delle famiglie, soprattutto
numerose, che, stante il livello di inflazione e l’inadeguatezza dei salari, rischiano di vedere ulteriormente peggiorate le loro condizioni di vita, con particolare riferimento al Mezzogiorno, dove
disoccupazione e lavoro precario rendono
più difficile sostenere gli attuali aumenti
dei prezzi, anche attraverso un più forte
articolato controllo dei prezzi al consumo.
(1-00040) « Lo Monte, Belcastro, Commercio,
Iannaccone,
Latteri,
Lombardo, Milo, Sardelli,
Brugger ».
*
*
*
ATTI DI CONTROLLO
PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Interpellanze urgenti
(ex articolo 138-bis del regolamento):
I sottoscritti chiedono di interpellare il
Presidente del Consiglio dei ministri, il
Ministro dell’ambiente e della tutela del
territorio e del mare, il Ministro dell’economia e delle finanze, per sapere – premesso che:
a seguito del continuo mancato pagamento degli stipendi agli operatori delle
aziende incaricate della raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani del comune
di Catania, sono in corso da più di 10
Atti Parlamentari
XVI LEGISLATURA
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AI RESOCONTI
giorni manifestazioni di protesta dei lavoratori che, astenendosi dall’attività, hanno
provocato il blocco delle operazioni di
raccolta dei rifiuti con conseguenti gravi
disagi per la cittadinanza;
le proteste si susseguono da mesi a
causa dell’impossibilità dell’amministrazione comunale di trasferire i fondi spettanti alle aziende municipalizzate, dovuta
alla pesantissima crisi economicofinaziaria
in cui versano le casse del comune, vessate
da più di 500 milioni di euro di debiti;
oltre alle proteste degli operatori ecologici sono annunciate anche astensioni
dal lavoro delle ditte che hanno in appalto
la manutenzione dei mezzi della nettezza
urbana e di quelle incaricate per lo spazzamento delle strade del centro storico
cittadino;
la situazione rischia di aggravarsi
estendendosi ad alcune aree oltre i confini
del comune di Catania dove lo stato emergenziale vige da tempo e i sindacati dei
lavoratori dei consorzi competenti per la
raccolta e lo smaltimento dei rifiuti nei
comuni limitrofi a Catania minacciano
scioperi e l’astensione dalla raccolta;
in città sono presenti ingenti cumuli di
immondizia sparsi per le vie del centro
cittadino e della periferia con situazioni di
gravissima criticità nelle aree dei mercati
comunali dove si è maggiormente concentrata la protesta degli operatori del settore;
sono segnalati, inoltre, numerosi roghi e incendi ai cassonetti e ai cumuli
ammassati con conseguente possibile rischio di diffusione nell’ambiente di sostanze nocive, diossina in particolare, con
elevati pericoli di natura igienico-sanitaria;
da quanto sopra esposto sarebbe opportuno un intervento immediato per
scongiurare il ripetersi di vicende già tristemente note, come quelle verificatesi a
Napoli, che metterebbero ancora una volta
a repentaglio l’immagine del nostro
Paese –:
quali iniziative in suo potere intenda
adottare per risolvere la problematica so-
Camera dei Deputati
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praesposta in particolar modo relativamente al monitoraggio e al controllo del
rispetto dei parametri igienicosanitari presenti attualmente nel territorio di Catania
e in provincia per scongiurare possibili
gravi conseguenze sulla popolazione.
(2-00131)
« Libè, Vietti, Cera, Dionisi ».
I sottoscritti chiedono di interpellare il
Presidente del Consiglio dei ministri, il
Ministro dell’economia e delle finanze, per
sapere – premesso che:
la banca d’affari Lehman Brothers ha
avviato le procedure di amministrazione
controllata in base all’articolo 11 della
legge fallimentare statunitense;
la stessa banca ha stipulato contratti
swap ancora aperti aventi come controparte aziende di Stato italiane, Ministeri e
la stessa Repubblica italiana inerenti operazioni di cartolarizzazione avviate a partire dal 2002 dall’allora Ministro dell’economia Giulio Tremonti;
il Ministro Tremonti, a seguito del
crack della banca statunitense, ha più
volte affermato che la posizione dell’Italia
è priva di rischio in quanto controparte
debitrice della stessa banca;
da informazioni assunte risulterebbe
invece che la posizione mark to market nei
confronti di Lehman Brothers potrebbe
essere positiva. Solo così potrebbe essere
spiegata la dichiarazione del Direttore Generale del Tesoro nella conferenza stampa
conclusiva dell’Ecofin della scorsa settimana quando dichiarava: « La prima cosa
che ci chiediamo è se la nostra controparte (Lehman) è solida » –:
quale sia il numero e l’ammontare
finanziario dei contratti swap aventi come
controparte Lehman Brothers stipulati da
aziende pubbliche italiane, Ministeri e Repubblica italiana con particolare riferimento a quelli riconducibili alle operazioni di cartolarizzazione realizzate dal
precedente Governo Berlusconi;
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AI RESOCONTI
a quanto ammonti il mark to market
e quale sia il segno, positivo o negativo,
relativo a tali contratti con particolare
riferimento alle seguenti operazioni decorrenti dall’anno 2003:
a. Scic Research, Ministero dell’università e ricerca per 460 milioni di
euro;
b. CDP portafoglio AEM per 195
milioni di euro class A1 e 75 milioni class
A2;
c. CDP portafoglio Poste per 308
milioni di euro;
d. CDP portafoglio TAV per 495
milioni di euro;
e. CDP portafoglio P1 per 787 milioni di euro class A2 e 300 milioni di euro
class A1;
f. Swap su FIP;
quali misure e iniziative intenda
adottare in tema di regolamentazione dei
contratti swap con particolare riferimento
alla loro possibilità di utilizzo da parte
di
enti pubblici, allo stato soltanto sospesa per un anno dall’articolo 62 del
decreto-legge n. 112 del 25 giugno 2008,
convertito dalla legge n. 133 del 6 agosto
2008;
a quanto ammonti l’esposizione dei
piccoli risparmiatori italiani nei confronti
dei bond Lehman e quali misure intenda
adottare a loro tutela considerato che le
agenzie di rating continuavano ad attribuire a Lehman Brothers un rating « A+ »;
qualora i dati riportati risultassero
confermati, quali misure intendano adottare al fine di prevenire possibili squilibri
sui bilanci degli enti e delle amministrazioni dello Stato.
(2-00132) « Boccia,
Ginefra,
Genovese,
Concia, Corsini, Dal Moro,
Bordo, De Micheli, Iannuzzi,
Graziano, Bersani, Damiano,
Capano, Calvisi, Boccuzzi,
Berretta,
Mosca,
Mastromauro, Zampa, Baretta, Garavini, Ventura, Misiani, Dui-
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lio, Gaglione, Vico,
Letta,
D’antoni, Causi, Fluvi, Nannicini, Servodio, Vannucci,
Bellanova, Marantelli, Grassi,
Binetti, Bocci, Cuperlo, Margiotta ».
Interrogazione a risposta orale:
VOLONTÈ. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro degli affari
esteri, al Ministro dell’interno. — Per sapere – premesso che:
l’Associazione nazionale comunità
italo somala (ANCIS), attraverso vari esposti presentati a diversi organi dello Stato,
interpellanze parlamentari, richieste al
Ministero degli Esteri, al Parlamento Europeo ed all’Alto Commissariato per i
diritti umani, ha ripetutamente denunciato
la condizione di disagio e Discriminazione
vissuta dai figli nati in Somalia da padre
italiano e madre somala tra il 1950 e il
1960, nel periodo cioè dell’Amministrazione Fiduciaria Italiana di quel paese;
tali bambini, una volta sopravvenuta
l’indipendenza della Somalia, e ripartiti
per l’Italia i loro padri, hanno vissuto in
condizioni di particolare difficoltà, vittime
di discriminazioni multiple ed emarginazioni incrociate: nel loro Paese di origine,
per il fatto di essere figli degli ex colonizzatori che, al termine dell’Amministrazione, li ripudiarono e abbandonarono
frettolosamente, e in Italia, per essere figli
illegittimi di cittadini italiani che generalmente avevano in patria già altra regolare
famiglia con prole;
del problema si fece carico, a suo
tempo, il Vicariato cattolico di Mogadiscio
che si adoperò per favorire l’esodo di
questi minori in Italia. Tuttavia questo
passaggio comportò un grave sradicamento della madre somala e, in genere, un
inserimento in istituti dove patirono una
vita segregata e di stenti;
l’accoglienza in strutture assolutamente inadeguate all’educazione e allo
sviluppo di questi giovani produsse in
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molti di loro una vita segnata da vari
problemi, dal disagio mentale all’alcolismo;
a cinquanta anni di distanza, secondo
l’Ancis, mentre alcuni di loro sono riusciti
a integrarsi e a raggiungere una condizione economica sociale soddisfacente, ancora molte di queste persone vivono in
Italia in condizioni di emarginazione sociale e povertà, aggravatesi nei primi anni
’90 per diverse ragioni tra cui lo scoppio
della guerra civile in Somalia con conseguenti lutti familiari e danni patrimoniali
subiti nel corso della guerra;
questa situazione è anche figlia di
alcune scelte erronee, denunciate dall’Ancis che ha sempre lamentato la violazione
da parte dell’Italia del mandato che le era
stato affidato dall’ONU;
innanzitutto avrebbe inserito nell’amministrazione dell’AFIS (Amministrazione
Fiduciaria dell’Italia in Somalia) personale
già appartenente al disciolto Ministero per
l’Africa Italiana (che quindi avrebbe perpetuato un atteggiamento colonizzatore
nei confronti di quel paese) e poi avrebbe
violato l’articolo 73, par. A e B e l’articolo
76, par. B, C, D dello Statuto dei territori
affidati in amministrazione al nostro Governo e che prevedevano tra l’altro che
l’Italia avrebbe dovuto assicurare il progresso politico, economico, sociale e culturale della popolazione e di incoraggiare
il rispetto dei diritti umani di tutti senza
distinzione di razza o di altro;
della questione l’ANCIS ha tentato di
investire anche il Segretario Generale dell’Onu affinché il Trusteeship Council, organo competente per i Territori in Amministrazione Fiduciaria, svolgesse una indagine conoscitiva sulle ricadute dell’AFIS
sugli italo somali nati in quel periodo;
l’Italia non avrebbe inoltre provveduto ad assicurare a questi suoi cittadini
meticci quelle provvidenze sociali richieste
dalla loro condizione di particolare fragilità sociale, riconosciute invece ai profughi
ed ai connazionali provenienti dai territori
già sottoposti a sovranità italiana (legge
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n. 763 del 26 dicembre 1981; legge n. 135
del 5 aprile 1985; legge n. 344 del 15
ottobre 1991; articolo 4 della legge n. 166
del 1o giugno 1991);
sulla vicenda è intervenuto anche il
prefetto Morcone, Presidente del Comitato
contro la Discriminazione e l’Antisemitismo, che ha scritto: i fatti riscontrati
incidono sui diritti fondamentali della persona (in questo caso specifico prescrizione
e meritevoli di tutela individuale, sulla
premessa del riconoscimento storico del
dramma vissuto dall’intera Comunità italosomala –:
se non ritengano, alla luce dei fatti
suesposti, prevedere in tempi rapidi uno
specifico indennizzo volto a riconoscere le
sofferenze ed i patimenti subiti da questi
nostri connazionali in quel particolare
contesto politico costituito dall’Amministrazione fiduciaria della Somalia.
(3-00140)
Interrogazione a risposta scritta:
CATANOSO. — Al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro del lavoro,
della salute e delle politiche sociali, al
Ministro per la pubblica amministrazione e
l’innovazione, al Ministro dell’interno. —
Per sapere– premesso che:
lo scorso 8 settembre i Vigili del
fuoco hanno registrato l’ennesimo decesso
in servizio di un collega di 48 anni che ha
lasciato la moglie e due figli adolescenti di
15 e 16 anni;
il Capo squadra esperto, in servizio
presso il Comando provinciale dei vigili del
fuoco di Enna, dopo aver fatto rientro da
un intervento, si è accasciato a terra
esanime;
vani sono stati i tentativi dei colleghi
di prestargli immediato soccorso trasportandolo presso il vicino ospedale che dista
dalla sede centrale meno di 500 metri dal
momento che il giovane sottufficiale è
giunto cadavere a seguito di un infarto
fulminante;
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tale tragico evento mette in evidenza
il forte tasso di mortalità da lavoro usurante al quale la categoria è soggetta;
una statistica istituzionale nazionale,
infatti, evidenzia per la categoria gravi
tassi di mortalità, di malattia e invalidità
conseguenti a lesioni in attività operative e
addestrative;
di contro gli appartenenti al Corpo
nazionale dei vigili del fuoco non hanno
riconosciuto lo status di categoria speciale
così come individuata per gli operatori del
Comparto sicurezza e difesa. A tali appartenenti hanno riconosciuto 1 anno di
beneficio previdenziale ogni 5 di servizio
proprio in ragione della peculiare attività
che svolgono;
i Vigili del fuoco non rientrano neppure nel novero delle attività riconosciute
nel decreto legislativo 11 agosto 1993,
n. 374, pubblicato nel supplemento ordinario n. 90 della Gazzetta ufficiale n. 224
del 23 settembre 1993, che reca attuazione
dell’articolo 3, comma l, lettera f), della
legge 23 ottobre 1992, n. 421, recante
benefici per le attività usuranti;
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economici aggiuntivi per infermità dipendenti da causa di servizio) escluso per gli
appartenenti al Comparto sicurezza e difesa;
da anni ormai i Vigili del fuoco
chiedono a gran voce l’equiparazione dei
benefici normativi, economici e previdenziali ad appannaggio degli appartenenti
alle Forze di polizia;
in tal modo, come sostiene il sindacato di categoria Federazione nazionale
Confsal-Vigili del fuoco che tra l’altro ha
dichiarato lo stato di agitazione lo scorso
8 settembre, sarebbero sanate tutte le
assurde ed ingiustificate sperequazioni a
partire dal riconoscimento della categoria
speciale, al ripristino dell’indennità di missione, sospesa per tutto il pubblico impiego ma ristabilita per il Comparto sicurezza e difesa ad eccezione dei Vigili del
fuoco, al miglioramento delle condizioni
economiche, ecc; tutti benefici che da anni
gli enti deputati alla sicurezza della collettività ed alla salvaguardia di beni e cose
(Comparto sicurezza e Comparto difesa)
hanno avuto riconosciuto, eccezion fatta
per i soli vigili del fuoco –:
tale decreto è stato modificato a
seguito dell’approvazione della legge 8 agosto 1995, n. 335 (Riforma del sistema
pensionistico obbligatorio complementare
– commi 34, 35, 36 e 37 dell’articolo 1), e
successivamente integrato dal cosiddetto
« decreto Salvi » sui lavori usuranti (decreto ministeriale 19 maggio 1999 pubblicato nella Gazzetta ufficiale n. 208 del 4
settembre 1999 e che reca criteri per
l’individuazione delle mansioni usuranti);
quali provvedimenti intendano adottare il Presidente del Consiglio dei ministri
ed i Ministri interrogati per far sì che il
personale del Corpo nazionale dei Vigili
del fuoco abbia riconosciuti gli stessi benefici degli operatori del Comparto sicurezza e difesa.
(4-01092)
secondo tali disposizioni è riconosciuto ai lavoratori lo status di categoria
particolarmente usurante e un beneficio
previdenziale pari a 2 mesi per ogni anno
di attività fino ad un massimo di 60 mesi;
AFFARI ESTERI
recentemente il decreto-legge 112 del
2008, pubblicato nel supplemento ordinario, n. 152/1 della Gazzetta ufficiale n. 147
del 25 luglio 2008 ha trattato i Vigili del
fuoco alla stessa stregua degli altri dipendenti pubblici con l’applicazione dell’articolo 70 e 71 (esclusione di trattamenti
*
*
*
Interrogazione a risposta immediata:
SARUBBI, MARAN, MOGHERINI REBESANI, SERENI, BRESSA, GIACHETTI e
QUARTIANI. — Al Ministro degli affari
esteri. — Per sapere – premesso che:
il drastico taglio delle risorse destinate alla cooperazione allo sviluppo, già
programmato con i provvedimenti economici e finanziari approvati a luglio 2008,
Atti Parlamentari
XVI LEGISLATURA
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e la volontà del Governo di proseguire
sulla strada della riduzione sembrano trovare conferma anche per il 2009 nelle
recenti stime del ministero dell’economia e
delle finanze sui tagli cui porterà il disegno di legge finanziaria per il 2009, che
prevede una riduzione degli stanziamenti
per la cooperazione e per la lotta alla
povertà per oltre la metà delle risorse
allocate nel 2008; una simile performance
negativa non ha pari non solo fra gli altri
Governi europei, ma anche nella stessa
storia italiana;
l’Italia è attualmente uno dei donatori del Development Assistance Committee
con la peggiore performance rispetto alla
percentuale di prodotto interno lordo
investita nella cooperazione allo sviluppo.
Qualora confermata, la riduzione prevista
nel disegno di legge finanziaria per il
2009 porterebbe la percentuale del prodotto interno lordo destinata alla lotta
alla povertà allo scandaloso livello dello
0,1 per cento, quando, come noto, il
nostro Paese ha formalmente assunto impegni vincolanti con la comunità internazionale per stanziare entro il 2010 lo
0,51 per cento quale tappa intermedia
per raggiungere lo 0,7 per cento previsto
per il 2015 dagli obiettivi di sviluppo del
millennio. Una simile evenienza dimostrerebbe la volontà esplicita da parte del
Governo di ridurre la lotta alla povertà
e la cooperazione allo sviluppo ad elemento residuale della politica estera, invece di divenirne, come richiede la comunità internazionale, elemento qualificante nella promozione degli interessi
nazionali e di stabilità globale;
non si può fare a meno di rilevare
come il Governo, fin dal suo insediamento,
da un lato si sia lanciato in proposte e
proclami a favore della lotta alla povertà
e alle malattie nel sud del mondo, con
impegni bilaterali e multilaterali, e richieste politiche di maggiori aiuti e cooperazione, anche come cardine della politica
sull’immigrazione; dall’altro si osservano,
invece, una costante diminuzione delle
risorse, inadempienze continue e ritardi
sfibranti fino al massimo disinteresse po-
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litico mai raggiunto finora. Sono fattori
che evidenziano in maniera purtroppo
inequivoca la pretestuosità di tali argomentazioni, a fronte di una mancanza di
reale progettualità nell’affrontare tanto il
problema della povertà nel mondo, che
quello dell’immigrazione;
solo pochi mesi fa il Ministro interrogato, a seguito del vertice della Fao di
Roma, ha ribadito l’intenzione di assegnare più risorse per lo sviluppo e la lotta
alla fame nel mondo; poco tempo dopo il
Presidente del Consiglio dei ministri, durante l’ultimo G8, ha annunciato un piano
d’azione per la sicurezza alimentare. Al di
là dei proclami, ci troviamo invece di
fronte alla prospettiva di una drastica
riduzione di queste risorse, fino ad un
livello poco più che simbolico;
ci aspettano una serie di importanti appuntamenti internazionali che prepareranno e accompagneranno la prossima presidenza italiana del G8. Il 25 settembre 2008
a New York i leader mondiali si incontreranno per fare un punto sugli obiettivi di
sviluppo del millennio; in quella sede sarà
fondamentale che l’Italia si presenti con risultati concreti e con un programma non
ambiguo. Subito dopo la presidenza del G8
poi, nel 2010, si terrà un vertice in sede di
Unione europea per valutare gli eventuali
progressi sugli aiuti pubblici allo sviluppo,
appuntamento entro il quale i Paesi coinvolti dovranno raggiungere la percentuale
dello 0,51 per cento del rapporto aiuti
pubblici allo sviluppo/prodotto interno
lordo. È di tutta evidenza, quindi, come il
tema degli aiuti allo sviluppo si connoterà
come uno degli indicatori principali dell’eventuale successo della prossima presidenza italiana del G8;
l’eventuale conferma dei tagli in
questo settore nel disegno di legge finanziaria per il 2009 pregiudicherebbe,
quindi, ulteriormente, e temiamo definitivamente, il ruolo e la credibilità internazionale dell’Italia nell’importante e delicata fase che il nostro Paese si appresta
ad affrontare –:
se il Governo non ravvisi l’urgenza
di confermare esplicitamente nel disegno
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di legge finanziaria per il 2009 tutti gli
impegni presi verso la comunità internazionale, in modo tale da giungere, secondo le tappe previste dagli accordi, al
fondamentale obiettivo di destinare alla
lotta alla povertà lo 0,7 per cento del
prodotto interno lordo entro il 2015 e
presentarsi così come autorevole guida
della comunità internazionale nella presidenza del G8.
(3-00146)
*
*
*
AMBIENTE E TUTELA
DEL TERRITORIO E DEL MARE
Interrogazioni a risposta immediata in
Commissione:
VIII Commissione:
GUIDO DUSSIN, FAVA, ALLASIA e
TOGNI. — Al Ministro dell’ambiente e della
tutela del territorio e del mare. — Per
sapere – premesso che:
al ricorrere di certe condizioni, un
rifiuto può essere qualificato, all’esito di
un’operazione di recupero alla quale è
sottoposto, come materia prima secondaria e quindi come prodotto riutilizzabile
tal quale in altri cicli produttivi;
il decreto legislativo n. 152/2006
(« Norme in materia ambientale »), sia
nella versione precedente che in quella
successiva all’entrata in vigore del recente
decreto legislativo n. 4/2008, che ha modificato il primo, prevede che le operazioni
di recupero di rifiuti possono essere effettuate:
a) in procedura semplificata in accordo con quanto stabilito con apposito
decreto ministeriale (quello ad oggi vigente
è il decreto ministeriale 5 febbraio 1998)
ed in tal caso è consentito l’esercizio
dell’attività di recupero dopo 90 giorni
dall’inoltro della relativa domanda da
parte del produttore (principio del silenzio-assenso della pubblica amministrazione); oppure
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b) in procedura ordinaria ex articoli
208-213 testo unico e decreto legislativo
n. 59/2005 ma in tal caso l’inizio dell’attività di recupero è subordinato al rilascio
di un’autorizzazione ad hoc, a conclusione
di un complesso procedimento amministrativo (che prevede tra l’altro l’indizione
di conferenze di servizi; la prestazione di
garanzie fidejussorie da parte del produttore; l’accesso di qualunque terzo interessato agli atti eccetera);
prima dell’entrata in vigore del decreto legislativo n. 4/2008, l’articolo 181,
comma 6, del decreto legislativo n. 152/
2006 prevedeva che un materiale potesse
essere qualificato come materia prima secondaria a patto che, alternativamente:
a) fosse incluso in una delle categorie
di cui al decreto ministeriale 5 febbraio
1998 (ovvero ad altro decreto che avrebbe
dovuto essere emanato dal Ministero dell’ambiente di concerto con il Ministero
delle attività produttive); oppure
b) fosse espressamente qualificato
come tale in un’autorizzazione ordinaria
rilasciata ex articoli 208-213 del decreto
legislativo n. 152/2006;
con l’entrata in vigore del decreto
legislativo n. 4/2008 è stato sostanzialmente modificato il predetto articolo 181
del decreto legislativo n. 152/2006 ed inserito il nuovo articolo 181-bis il quale
ultimo non contempla più espressamente
la possibilità che una materia prima secondaria possa avere le caratteristiche individuate con autorizzazione ex articoli
208-213 del medesimo decreto legislativo
n. 152/2006;
a cagione della poca chiarezza del
decreto legislativo n. 4/2008, un’interpretazione ampiamente restrittiva del testo
riformato del decreto legislativo n. 152/
2006 potrebbe portare ad ipotizzare che il
legislatore intenda favorire i soggetti autorizzati in forma semplificata (con regime
del silenzio-assenso) ad effettuare operazioni di recupero di rifiuti volte alla produzione di materie prime secondarie rispetto alle imprese che invece intendono
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svolgere tali operazioni solo all’esito del
preventivo rilascio di autorizzazione da
parte della pubblica amministrazione ex
articoli 208-213 decreto legislativo n. 152/
2006;
l’eventuale impossibilità per la pubblica amministrazione di autorizzare in
via ordinaria, caso per caso, nuovi cicli di
produzione di materie prime secondarie
scaturenti dal recupero di rifiuti, specialmente se non pericolosi, potrebbe comportare per l’Italia un nuovo deferimento
alla Corte di giustizia per violazione della
direttiva 2006/12/CE;
l’articolo 1, comma 1, lettera a), della
direttiva 2006/12/CE, come interpretato
dalla Corte di giustizia, prescrive infatti,
tra l’altro, di verificare caso per caso ed in
concreto se un determinato materiale
debba essere qualificato o meno come
rifiuto ed una previsione legislativa nazionale che ostacolasse l’attuazione di tale
principio arrivando a conclusioni generalizzate pregiudicherebbe l’efficacia del diritto comunitario, comportandone la violazione;
l’articolo 3, comma 1, lettera b), della
direttiva 2006/12/CE prescrive che gli Stati
membri devono promuovere « il recupero
dei rifiuti mediante riciclo, reimpiego, riutilizzo od ogni altra azione intesa a ottenere materie prime secondarie »;
è altrettanto noto che il diritto ambientale comunitario è ispirato al principio
dello « sviluppo sostenibile » e cioè alla
contemperazione dell’esigenza del progresso con quella della tutela e della salute
dell’ambiente;
qualora l’individuazione delle caratteristiche che devono presentare le materie prime secondarie, come sopra prodotte, fosse riservata in via esclusiva al
contenuto di un decreto ministeriale sarebbe di fatto impossibile consentire alla
ricerca ed allo sviluppo di progredire nel
senso che qualunque nuovo ciclo industriale di trattamento dei rifiuti volto alla
produzione di materie prime secondarie,
non potrebbe essere avviato se non prima
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della modifica del predetto decreto ministeriale con insopportabile dispendio di
tempo e costi;
alla luce di quanto sopra si rivela
illogico sotto ogni punto di vista ritenere
che il futuro « sviluppo sostenibile » del
sistema ambientale italiano, con riferimento al settore delle materie prime secondarie, debba essere affidato in via
esclusiva al contenuto di un decreto ministeriale che, per sua natura, non è uno
strumento adattabile al rapido evolversi
delle scoperte tecnologiche in campo ambientale;
una normativa nazionale ossequiosa
del diritto comunitario e volta alla realizzazione degli obbiettivi di tutela e rispetto
dell’ambiente deve incentivare il recupero
di rifiuti e la produzione di materie prime
secondarie e ciò anche prevedendo la
possibilità che le materie prime secondarie
prodotte all’esito di un’operazione di recupero di rifiuti possano presentare « anche » le caratteristiche individuate caso
per caso dalla pubblica amministrazione
con lo strumento delle autorizzazioni ex
articoli 208-213 decreto legislativo n. 152/
2006;
la Corte di giustizia dell’Unione europea ha recentemente chiarito che ostano
all’applicazione del diritto comunitario le
norme nazionali che qualificano a priori
certi materiali come rifiuti, senza consentirne una diversa qualificazione in concreto (causa C-263/05 del 18 dicembre
2007, Commissione UE/Repubblica italiana, punto 44 della motivazione) e che
non è assolutamente giustificato assoggettare alle disposizioni della normativa sui
rifiuti beni, materiali o materie prime che
dal punto di vista economico hanno valore
di prodotti, indipendentemente da qualsiasi trasformazione, e che, in quanto tali,
sono soggetti alla normativa applicabile a
tali prodotti (causa C-188/07 del 24 giugno
2008, Commune de Mesquer/Total France
SA+1 - punto 43 della motivazione);
la normativa previgente all’entrata in
vigore del decreto legislativo n. 4/2008
consentiva espressamente alla pubblica
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amministrazione la verifica dei presupposti di legge per l’effettuazione di operazioni di recupero volte alla produzione di
materie prime secondarie;
geotermico profondo, sfruttato per la produzione di energia elettrica attraverso la
perforazione del sottosuolo e il convoglio
del vapore acqueo verso apposite turbine;
qualora venisse espressamente previsto e/o chiarito che i metodi di recupero
dei rifiuti utilizzati per ottenere materia
prima secondaria devono garantire (ottenimento di materiali con caratteristiche
conformi « anche » alle autorizzazioni rilasciate ai sensi degli articoli 208-213 del
decreto legislativo n. 152/2006) verrebbe
garantita l’osservanza della normativa comunitaria, valorizzato lo sviluppo e la
tecnologia e, soprattutto, verrebbe consentito alla pubblica amministrazione di verificare in concreto e caso per caso le
effettive modalità di svolgimento dell’attività delle imprese operanti nel settore –:
i fluidi geotermici sfruttati non sono
costituiti da vapore acqueo puro, ma contengono sostanze tossiche, quali amianto,
mercurio, arsenico, acido solfidrico, acido
borico, radon e altri, che vengono dispersi
nell’ambiente a chiusura del ciclo produttivo della centrale;
se e quali iniziative intenda assumere
il Ministro interrogato al fine di adeguare
l’attuale testo dell’articolo 181-bis del decreto legislativo n. 152 del 2006, come
modificato dal decreto legislativo n. 4 del
2008, al diritto comunitario ed alle esigenze della ricerca, dello sviluppo e dell’innovazione tecnologica in campo ambientale, chiarendo in particolare se intenda emanare una circolare interpretativa del decreto legislativo n. 152/2006
volta a specificare che, se le materie prime
secondarie prodotte ad esito di un’operazione di recupero di rifiuti possono
avere le caratteristiche indicate nel decreto ministeriale di cui all’articolo 181bis del decreto legislativo n. 152 del 2006,
a maggior ragione esse possono anche
presentare le caratteristiche individuate
nelle singole autorizzazioni rilasciate ex
articoli 208-213 decreto legislativo n. 152
del 2006.
(5-00355)
TORTOLI e GHIGLIA. — Al Ministro
dell’ambiente e della tutela del territorio e
del mare. — Per sapere – premesso che:
il complesso vulcanico del Monte
Amiata ospita sia un bacino idrico potabile
superficiale, che fornisce direttamente acqua a 700.000 unità sia un giacimento
da uno studio condotto nel 2006
dall’Arpat, Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana, relativo
al monitoraggio dell’impatto ambientale
della produzione geotermica, è emerso che
ammoniaca e acido borico sono presenti
nelle emissioni delle centrali con flussi di
massa significativi, così come i flussi di
massa di acido solfidrico e mercurio;
risulta all’interrogante che alle centrali geotermiche esistenti in loco, alcune
delle quali sarebbero in condizioni di
degrado, siano state apportate rilevanti
modifiche sostanziali senza che all’interrogante risulti alcuna procedura di Via,
ma anche che gli impianti di abbattimento
di cui sono state dotate, risultino insufficienti a ridurre il carico inquinante immesso nell’ambiente al di sotto dei limiti
indicati dall’OMS;
è tecnicamente possibile ridurre la
concentrazione degli inquinanti sotto i
limiti di legge semplicemente diluendo, in
enormi quantità di aria pompata, le emissioni dei gas;
la percentuale degli inquinanti effettivamente dispersi potrebbe, inoltre, essere
alterata dal frazionamento delle stesse tra
il numero di turbine esistenti senza considerare che una volta emesse, ricadono su
un unico campo geotermico, elevando le
percentuali inquinanti;
la maggiore concentrazione di sostanze inquinanti, rinvenuta nelle acque
dell’Amiata è favorita dalla sempre più
ridotta portata del bacino potabile, il cui
prosciugamento è causato dallo sfruttamento geotermico eccessivo;
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AI RESOCONTI
da uno studio condotto dalla società
Edra, su incarico della Regione Toscana, è
emerso che, essendo l’acquifero freatico
del monte Amiata particolarmente fragile,
tende a « svuotarsi facilmente qualora non
sia alimentato in modo sufficiente dalla
ricarica o qualora sia artificialmente
estratta acqua da esso »;
soltanto attraverso un contenimento
drastico delle estrazioni di vapore, l’utilizzo di centrali geotermiche a norma,
monitoraggi seri e constanti e l’utilizzo di
idonei impianti di abbattimento si potrà
eliminare il danno alla salute e all’ambiente;
la tutela
bonifica delle
mato oggetto
d’intesa tra il
enti locali –:
della zone dell’Amiata e la
aree inquinate aveva fornel 2005 di un Protocollo
Ministero, la Regione e gli
se il Ministro interrogato sia a conoscenza delle notizie riportate in premessa
e se non ritenga opportuno, nell’ambito
delle proprie competenze, avviare gli opportuni controlli ed assumere le opportune iniziative, al fine di accertare e ridurre, in tempi brevi, il danno ambientale.
(5-00356)
LIBÈ. — Al Ministro dell’ambiente e
della tutela del territorio e del mare. — Per
sapere – premesso che:
in data 31 luglio 2008, alle ore 20,40
nella raffineria Iplom di Busalla, nell’entroterra genovese, nella zona di Giovi, è
divampato un incendio con fiamme alte
quasi trenta metri alimentate dai depositi
di petrolio e bitume;
il fuoco e la nube nera generata
dall’incendio hanno determinato la chiusura dell’Autostrada A-7 a Bolzaneto in
direzione nord e a Ronco Scrivia in direzione sud ed è stato bloccato il transito dei
treni lungo la linea ferroviaria GenovaMilano;
i convogli, rimasti fermi per alcune
decine di minuti, sono stati deviati via
Mignanego ed il collegamento è stato ga-
Camera dei Deputati
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SEDUTA DEL
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rantito bypassando la zona minacciata dall’incendio. Il blocco automobilistico e ferroviario è stato revocato prima delle 23;
l’incendio si è propagato proprio la
sera in cui è stato organizzato un evento
di apertura al pubblico della centrale, allo
scopo di rassicurare la popolazione locale
ed erano presenti circa ottanta persone,
per lo più anziani, all’interno dei locali
della mensa;
l’8 aprile 2005 un rogo scoppiò nella
stessa raffineria Iplom di Busalla e le
famiglie scapparono dalle case, spaventate
dalla nube di caligine e per il timore di
esplosioni. Non ci furono feriti, ma molte
persone sotto choc vennero ricoverate negli ospedali;
anche se al momento le conseguenze
dell’ultimo incendio non sono state gravi,
l’incendio ha comunque confermato i timori e tutte le difficoltà di una convivenza
con una raffineria nel centro abitato –:
quale sia l’effettivo stato delle verifiche da parte del Ministero dell’ambiente e
della tutela del territorio e del mare, sentite
anche le strutture della Protezione civile, e
quali operazioni di messa in sicurezza
siano state poste in essere al fine di garantire la massima tutela ambientale ed un
continuo monitoraggio dei rischi connessi
all’attività della centrale.
(5-00357)
Interrogazione a risposta scritta:
GIACHETTI. — Al Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del
mare. — Per sapere – premesso che:
nel corso di una trasmissione del
servizio pubblico andata in onda il 22
settembre 2008 il presidente della Lav ha
denunciato come non esistano in Italia
dati nazionali sul fenomeno dell’abbandono di cani e gatti, ma solo stime locali,
assai limitate per conoscere ed affrontare
lo stato delle cose nel Paese –:
se corrisponda al vero che non esistano dati nazionali in questo senso, e, in
questo caso, se non ritenga opportuno che
venga al più presto istituito un osservato-
Atti Parlamentari
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XVI LEGISLATURA
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ALLEGATO
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AI RESOCONTI
rio a livello nazionale con il compito non
solo di monitorare il fenomeno dell’abbandono degli animali ma anche di creare
una sorta di rete di comunicazione tra i
canili del Paese per coadiuvare la permanenza e l’adozione dei randagi (4-01096)
*
*
*
BENI E ATTIVITÀ CULTURALI
Interrogazione a risposta orale:
VOLONTÈ. — Al Ministro per i beni e le
attività culturali. — Per sapere – premesso
che:
la VII Commissione permanente della
Camera dei Deputati ha esaminato lo
schema di decreto interministeriale adottato ai sensi dell’articolo 32, commi 2 e 3,
della legge 28 dicembre 2001, n.448, legge
finanziaria per il 2002, recante la ripartizione dei contributi erogati ad enti culturali del Ministero per i beni e le attività
culturali e allocati al capitolo 3670;
la somma stanziata per l’anno 2008 è
stata determinata dalla legge finanziaria
n.244 del 2007, in 19,533 milioni di euro,
la quale sconta già la riduzione lineare
delle autorizzazioni di spesa della Tabella
C, prevista dall’articolo 3, comma 151,
della medesima legge finanziaria;
la somma effettivamente disponibile
per il 2008 risulta quindi pari a 16,230
milioni di euro, al netto dell’accantonamento di 3,303 milioni di euro come
disposto ai sensi dell’articolo 1, comma
507, della legge finanziaria 2007, n.296 del
2006 e per la prima volta per i contributi
ad Associazioni e Fondazioni è indicata la
sub-ripartizione tra i singoli beneficiari;
nello schema di decreto, non vengono
tuttavia evidenziati sia i criteri seguiti dal
Governo per l’assegnazione dei contributi
stessi, sia la spiegazione sui motivi che
hanno indotto a differenziare l’entità delle
risorse stanziate;
Camera dei Deputati
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SEDUTA DEL
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2008
altresì non vengono sufficientemente
chiarite le ragioni per cui l’Esecutivo ha
stanziato risorse in favore delle attività
afferenti il Festival Pucciniano anche al di
fuori dell’area di provenienza, ossia Pesaro
e Torre del Lago –:
quali siano stati i criteri seguiti per la
distribuzione dei fondi e i motivi che
hanno indotto a differenziare le quantità
delle risorse distribuite.
(3-00141)
*
*
*
DIFESA
Interrogazione a risposta in Commissione:
PAGLIA. — Al Ministro della difesa. —
Per sapere – premesso che:
le risorse destinate al comparto difesa risultano inferiori alle effettive esigenze e sarebbe opportuno, quindi, sfruttare pienamente tutte le professionalità
specifiche del personale a disposizione;
da numerose lettere ricevute dall’interrogante e da numerosi casi dei quali
l’interrogante è venuto personalmente a
conoscenza risulta che vi sono molti trasferimenti immotivati di militari che
hanno accumulato anni di esperienza svolgendo mansioni specifiche e che vengono,
successivamente ed impropriamente, destinati a ricoprire incarichi non adatti alla
loro formazione ed alle loro competenze –:
quale sia il criterio che determina il
trasferimento di ufficiali, sottufficiali e
volontari che, nonostante abbiano ricoperto per anni incarichi specifici per i
quali è richiesta un’elevata preparazione,
vengono poi destinati a svolgere mansioni
non corrispondenti al loro effettivo grado
di competenze con evidente spreco di
risorse umane e tecniche.
(5-00353)
*
*
*
Atti Parlamentari
XVI LEGISLATURA
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ALLEGATO
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AI RESOCONTI
ECONOMIA E FINANZE
Interrogazione a risposta immediata:
SARDELLI. — Al Ministro dell’economia
e delle finanze. — Per sapere – premesso
che:
le piccole e medie imprese, soprattutto del Mezzogiorno, stanno denunciando da mesi una situazione che rischia
di portarle al collasso economico e alla
chiusura per fallimento, se non si darà
loro la possibilità di dilazionare e rateizzare, realmente, il pagamento delle tasse e
se non si prenderanno provvedimenti tesi
a rivedere le sanzioni, i diritti di esazione
e gli interessi, che appaiono totalmente
sproporzionati e che determinano praticamente il raddoppio della cifra dovuta;
in molte province della Puglia, ad
esempio, pur avendo fatto regolare domanda di rateizzazione di quanto dovuto,
molte piccole e medie imprese si sono viste
pignorare da Equitalia fatture indirizzate
a enti statali e parastatali, con il risultato
che hanno dovuto interrompere la propria
attività, non riuscendo neanche più a pagare i propri dipendenti;
pur essendo necessario e determinante far pagare le tasse a tutti i cittadini
e alle imprese, appare del tutto sproporzionato un comportamento che arriva al
sequestro delle fatture e che, come risultato, porterà al recupero delle cifre previste, ma che, allo stesso tempo, in una
situazione di estrema difficoltà economica
per il Paese e in particolare per il Mezzogiorno, rischia di determinare nuove
situazioni di crisi –:
se non si ritenga necessario intervenire con tempestività al fine di rendere
effettiva in tutto il Paese la dilazione e la
rateizzazione dei pagamenti delle cartelle
esattoriali e, al contempo, fare in modo
che si sblocchino le somme pignorate da
Equitalia delle fatture emesse dalle piccole
e medie imprese nei confronti degli enti
statali e parastatali, per impedire che le
Camera dei Deputati
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SEDUTA DEL
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SETTEMBRE
2008
stesse siano costrette alla chiusura e al
fallimento.
(3-00147)
*
*
*
GIUSTIZIA
Interrogazioni a risposta immediata:
VIETTI, RAO, CICCANTI, COMPAGNON, NARO e VOLONTÈ. —Al Ministro
della giustizia. — Per sapere – premesso
che:
sono oltre ottomila in Italia i magistrati onorari che si occupano di reati,
quali scippi, rapine, furti in abitazione,
droga, reati dei clandestini: in pratica,
tutto il « pacchetto sicurezza » voluto dall’attuale Governo;
quando ancora era procuratore capo
di Torino Marcello Maddalena, secondo
quanto riportato dal quotidiano La
Stampa in due successivi articoli del 12 e
15 settembre 2008, aveva addirittura
scritto al Presidente della Repubblica
Giorgio Napolitano, sostenendo che non
solo sono utili, ma fondamentali, sia perché si occupano della criminalità spicciola,
che magari non finisce sui giornali o in
televisione, ma che coinvolge la moltitudine dei cittadini, sia perché « permettono
all’Italia di evitare qualcuna delle infinite
multe dell’Unione europea per aver sforato
la ragionevole durata dei processi »;
non sono dipendenti del ministero
della giustizia (anche se sostituiscono pubblici ministeri e giudici) e percepiscono
una retribuzione di 73 euro per l’attività
svolta in udienza e 73 euro per quella
fuori (compilazione lista testi, studio dei
fascicoli, notizie di reato ed altro), con una
retribuzione media mensile di circa 900
euro (la cifra è la stessa dal 2001, senza
che ci sia stata nemmeno la rivalutazione
Istat);
a seguito della circolare del dipartimento affari di giustizia del 4 settembre
2008, che ha, di fatto, dimezzato la loro
Atti Parlamentari
XVI LEGISLATURA
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ALLEGATO
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AI RESOCONTI
paga, i magistrati onorari hanno proclamato uno sciopero a oltranza a partire dal
6 ottobre 2008, dichiarando l’intenzione di
andare avanti fino a quando non verranno
retribuiti in proporzione alla quantità e
alla qualità del loro lavoro;
già il precedente Governo aveva stabilito che l’attività fuori udienza non dovesse più essere retribuita, ma, fortunatamente, un’interpretazione della legge ha
permesso ai magistrati onorari di ottenere
la doppia indennità in udienza, ma con un
limite di accumulo di uno al giorno;
questo ha fatto intravedere la possibilità di chiedere anche gli arretrati, ma
restava da chiarire per quanti anni, ma nel
frattempo, per evitare il blocco dell’attività
dei tribunali, i magistrati onorari hanno
prestato gratuitamente la loro attività
fuori udienza, sperando in un occhio di
riguardo al momento del conteggio degli
arretrati;
invece, la nuova circolare ha stabilito
che, oltre al mancato riconoscimento degli
arretrati, non è dovuta neanche la doppia
indennità –:
quali iniziative intenda porre in essere per accogliere le legittime richieste di
una categoria di operatori del diritto altamente qualificata e indispensabile per il
lavoro nei tribunali e per evitare gli effetti
negativi che avrebbe lo sciopero sullo
svolgimento e sulla durata dei processi.
(3-00142)
COTA, LUCIANO DUSSIN, DAL LAGO,
REGUZZONI, ALESSANDRI, ALLASIA,
BITONCI, BONINO, BRAGANTINI, BRIGANDÌ, BUONANNO, CALLEGARI, CAPARINI, CHIAPPORI, COMAROLI, CONSIGLIO, CROSIO, D’AMICO, DOZZO,
GUIDO DUSSIN, FAVA, FEDRIGA, FOGLIATO, FOLLEGOT, FORCOLIN, FUGATTI, GIBELLI, GIDONI, GIANCARLO
GIORGETTI, GOISIS, GRIMOLDI, LANZARIN, LUSSANA, MACCANTI, LAURA
MOLTENI, NICOLA MOLTENI, MONTAGNOLI, MUNERATO, NEGRO, PAOLINI,
PASTORE, PINI, PIROVANO, POLLEDRI,
Camera dei Deputati
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SEDUTA DEL
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RAINIERI, RIVOLTA, RONDINI, SALVINI,
SIMONETTI, STEFANI, STUCCHI, TOGNI,
TORAZZI, VANALLI e VOLPI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere –
premesso che:
tutti gli organi di informazione riportano la notizia che uno dei presunti
sicari responsabili della spaventosa strage
di Castel Volturno ha potuto partecipare
all’uccisione dei sei extracomunitari mentre stava scontando agli arresti domiciliari
la sua condanna di due anni e otto mesi
per spaccio di droga;
il profilo criminale del killer, fermato
nella giornata di ieri grazie al lavoro
incessante delle forze dell’ordine, risulta
ulteriormente aggravato dal fatto che nel
mese di aprile 2008, proprio mentre si
trovava agli arresti domiciliari, era stato
nuovamente arrestato nell’ambito di una
operazione anticamorra, nel corso della
quale era risultato il suo stretto legame
con alcuni esponenti del clan camorristico
locale;
l’ordinanza che disponeva l’arresto
per associazione camorristica di Alfonso
Cesarano venne, tuttavia, inspiegabilmente
annullata dal tribunale del riesame, consentendo così al Cesarano di poter tornare
a scontare la condanna precedente presso
il suo domicilio;
ancora una volta appare inspiegabile
come pericolosi criminali, nel caso di
specie Alfonso Cesarano, condannato per
spaccio e sospettato di associazione camorristica, possano scontare la pena agli
arresti domiciliari, nonostante siano accusati di delitti di particolare gravità
sociale;
appare agli interroganti assolutamente discutibile, pur nell’esercizio del
potere discrezionale di ogni magistrato,
che l’applicazione di misure alternative al
carcere ancora una volta venga effettuata
senza adeguata valutazione dei presupposti di legge, dei precedenti penali e della
capacità a delinquere del condannato –:
se il Ministro interrogato non ritenga
di adottare iniziative ispettive con riguardo
Atti Parlamentari
XVI LEGISLATURA
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ALLEGATO
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AI RESOCONTI
alla vicenda segnalata in premessa, al fine
dell’esercizio di tutti i poteri di sua competenza.
(3-00143)
DI PIETRO. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:
secondo quanto risulta da fonti di
stampa, nell’attuale legislatura, la XVI, nel
Parlamento italiano sono presenti 15 condannati con sentenza definitiva, nella precedente erano 19;
complessivamente i parlamentari
della XVI legislatura condannati, prosciolti per la prescrizione del reato, indagati, imputati e rinviati a giudizio sono
settanta: ne erano stati candidati cento,
una percentuale superiore al 10 per
cento del numero complessivo dei parlamentari, ciò che non si riscontra in
alcuna altra aggregazione sociale, né
realtà territoriale;
rispetto alla XV legislatura risulta in
aumento il numero dei condannati in
primo e secondo grado;
parimenti nelle assemblee elettive locali (comuni, province, regioni) sono presenti cittadini condannati anche con sentenza definitiva e nulla impedisce che nelle
medesime amministrazioni persone rinviate a giudizio e condannate possano
rivestire anche cariche di governo;
tale situazione pone in evidenza un
potenziale conflitto d’interessi, poiché può
generare nei cittadini dubbi ed una caduta
di credibilità delle stesse istituzioni, contribuendo ad accrescere quella distanza
tra istituzioni e cittadini, che invece bisogna impegnarsi per colmare –:
se non ritenga di adottare in tempi
rapidi iniziative normative al fine di introdurre una specifica norma, che stabilisca la non candidabilità di quei cittadini
condannati per reati dolosi e contro la
pubblica amministrazione e che parimenti impedisca di assumere incarichi di
governo a tutti i livelli a quei cittadini
rinviati a giudizio per reati contro la
Camera dei Deputati
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SEDUTA DEL
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SETTEMBRE
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pubblica amministrazione e per quelli
dolosi.
(3-00144)
CICCHITTO, BOCCHINO e COSTA. —
Al Ministro della giustizia. — Per sapere –
premesso che:
i lunghissimi tempi di durata dei
processi costituiscono la maggiore criticità
per la giustizia nel nostro Paese;
l’ispettorato generale del ministero
della giustizia, nella sua attività di ispezione ordinaria presso gli uffici giudiziari,
accerta, tra l’altro, la tempestività nel
deposito dei provvedimenti da parte dei
magistrati sia nel settore civile, che in
quello penale;
il rispetto di tali termini corrisponde
ad un preciso dovere di diligenza dei
magistrati stessi, che, se violato, dà luogo
nei loro confronti ad esercizio dell’azione
disciplinare;
il ritardo nel deposito di sentenze
penali può dar luogo alla scarcerazione,
per decorrenza dei termini, di pericolosi
criminali, i quali, per tale motivo, vengono
restituiti al circuito delinquenziale;
il ritardo nel deposito di provvedimenti civili costituisce uno dei motivi per
i quali il processo raggiunge una durata
ingiustificata ed ingiustificabile –:
se ed in quali casi, a decorrere dall’anno 2006, sia stata esercitata l’azione
disciplinare nei confronti dei magistrati
per ritardo nel deposito di provvedimenti
giudiziari e se il Ministro interrogato non
intenda intensificare l’azione ispettiva ai
fini dell’esercizio dei poteri di sua competenza.
(3-00145)
Interrogazioni a risposta immediata in
Commissione:
II Commissione:
RAO e VIETTI. — Al Ministro della
giustizia. — Per sapere – premesso che:
gli educatori penitenziari ricoprono
ruoli e funzioni fondamentali all’interno
Atti Parlamentari
XVI LEGISLATURA
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ALLEGATO
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AI RESOCONTI
delle carceri che discendono direttamente
dal dettato costituzionale dell’articolo 27;
a fronte di 56mila persone detenute
nelle carceri italiane si contano in tutto
solo 660 educatori e tale dato numerico va
confrontato con l’ultima pianta organica,
reperibile presso il Ministero della Giustizia, che, nel 2007, quando ancora la situazione delle nostre carceri non era così
drammatica, ne prevedeva già più di 1300;
il rapporto numerico fra educatori e
detenuti testimonia in modo incontestabile
l’impossibilità dello svolgimento della fondamentale funzione rieducativa disattendendo, come già detto, il dettato costituzionale;
nell’anno 2003 venne bandito il concorso pubblico per esami a 397 posti per
Educatori, profilo professionale C1, presso
il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria del Ministero della Giustizia,
conclusosi con l’espletamento della prova
orale il 13 giugno 2008;
alla luce di tale ritardo gli interessati
nutrono, pertanto, serie preoccupazioni in
merito ai tempi di pubblicazione della
graduatoria, nonché delle conseguenti assunzioni;
la rieducazione ed il reinserimento
sociale delle persone detenute (principio a
cui palesemente è ispirato il nostro sistema di esecuzione penale) non è attuabile concretamente senza un adeguato e
dedicato stanziamento di fondi –:
se non ritenga di prevedere le risorse
necessarie che consentano l’assunzione
immediata dei vincitori del suddetto concorso, e degli idonei dello stesso, in numero adeguato alle effettive carenze del
personale educativo nelle carceri italiane.
(5-00358)
MELIS e FERRANTI. — Al Ministro
della giustizia. — Per sapere – premesso
che:
la casa circondariale di Sassari è
ospitata nel vecchio edificio di San Sebastiano;
Camera dei Deputati
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il carcere di San Sebastiano è stato
progettato a cavallo dell’unità d’Italia, e
inaugurato, come attesta lo storico locale
Enrico Costa, nel 1871, ben 137 anni fa; ai
tempi era, forse, un gioiello di edilizia
carceraria, ma adesso si può parlare di un
vero e proprio rudere da museo archeologico;
l’intero secondo piano dell’edificio è
attualmente inagibile, a causa della continua minaccia di crolli e le celle, per lo più
fatiscenti nonostante i vari restauri succedutisi negli anni, sono di pochi metri
quadri, hanno muri scrostati, sono buie,
umide e malsane con servizi alla turca
divisi dai letti da un muretto alto appena
80, 90 centimetri, e ospitano ciascuna 4 o
5 detenuti;
all’interno della struttura per i detenuti non vi è nessuna possibilità di lavorare né di imparare un mestiere, il personale di custodia, lodevole per abnegazione, si trova perennemente sotto organico (l’ultimo concorso è stato espletato
nel 1993), e gli educatori, che sono pochissimi, in tutto tre, devono dividersi tra
il carcere di Sassari e quello di Alghero;
da tempo si attende il completamento
del nuovo carcere, che dovrebbe sorgere
nella zona di Bancali, alla periferia della
città, ma i lavori, come può constatare
chiunque visiti la zona, languono o procedono con inspiegabile lentezza;
l’addensamento dei detenuti a San
Sebastiano ha, nel frattempo, aggiunto
limiti decisamente al di là della soglia di
tolleranza della struttura;
il fenomeno del sovraffollamento
nelle carceri rappresenta un’emergenza
non solo in Sardegna, dove i dati più
recenti ci dicono che nei dodici istituti
penitenziari presenti nella regione sono
ospitati 1888 detenuti, di cui 51 donne e di
cui solo 991 condannati in via definitiva,
ma in tutto il Paese;
Atti Parlamentari
XVI LEGISLATURA
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ALLEGATO
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AI RESOCONTI
l’emergenza viene fronteggiata in
modo dissennato con una politica volta a
penalizzare, invece che a depenalizzare,
che riempie le celle di ragazze e ragazzi
che, responsabili di piccoli reati, alla
scuola del carcere naturalmente diventano
quei veri delinquenti che magari ancora
non sono;
inoltre con il decreto-legge n.112 del
2008 sono stati tagliati i fondi per l’edilizia
carceraria, è stato gravemente penalizzato
il reclutamento degli agenti di custodia che
attualmente si trovano a dover sostenere
turni che vanno dalle 6 alle 12, per poi
tornare in servizio dalla mezzanotte all’alba, a fronte di stipendi assolutamente
inadeguati: si chiude la porta alle riforme
e si arriva a minacciare la stessa legge
Gozzini, che negli anni scorsi ebbe almeno
il merito di ridare una parvenza di civiltà
a un ordinamento penitenziario di stampo
medievale, totalmente inadeguato agli
standard europei –:
quali siano le linee programmatiche
relative allo stato delle carceri in Sardegna, nonché notizie certe e impegni precisi
per il completamento dei lavori del nuovo
carcere sassarese di Bancali e per il trasferimento della casa circondariale nella
nuova struttura.
(5-00359)
Interrogazioni a risposta scritta:
ZAMPARUTTI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere - premesso che:
da notizie apparse sulla stampa locale di Frosinone del 13 settembre 2008
risulta che in data 11 settembre un detenuto italiano sia stato aggredito nel carcere locale. L’uomo ha riportato lesioni
gravi: rottura del setto nasale, escoriazioni
e trauma facciale; sono stati gli stessi
secondini a portarlo al pronto soccorso
dell’Umberto I. I medici lo hanno sottoposto ad accertamenti per escludere un
ematoma cranico e per stimare l’entità del
trauma cranico. Non sono chiari i motivi
Camera dei Deputati
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2008
per i quali il detenuto sia stato picchiato –:
se il Ministro sia a conoscenza di tale
fatto e quali misure intenda adottare per
verificare le circostanze dell’accaduto;
quali interventi il Ministro intenda
intraprendere per monitorare la situazione delle carceri sul territorio nazionale
ed evitare che casi analoghi possano accadere.
(4-01091)
MURGIA. — Al Ministro della giustizia.
— Per sapere – premesso che:
da quanto si evince dagli organi di
stampa, sembrerebbe che la Procura di
Nuoro, la cui vasta competenza territoriale
si estende dalla Barbagia sino alla bassa
Gallura e al Goceano, stia per essere
interessata da una forte carenza di organico che metterà in seria difficoltà l’operatività della sua sede;
da quanto affermato dagli organi di
stampa, pare che l’Associazione Nazionale
Magistrati abbia già da tempo sottolineato
che questo problema potrebbe essere riscontrato non solo dalla Procura di Nuoro
ma anche da molte altre Procure del Sud
Italia;
la problematica è causata da una
combinazione di norme succedutesi nel
corso del tempo;
da quanto si evince dagli organi di
stampa, la Procura di Nuoro, così come
molte altre del Sud Italia, sarebbe agli
ultimi posti nelle preferenze dei magistrati
al momento della scelta della destinazione.
Per questo motivo queste sedi sarebbero
considerate « disagiate » e pare che nessun
magistrato, con alta anzianità di servizio,
voglia esservi impiegato;
in questi uffici i posti vacanti sarebbero stati sempre coperti da giovani magistrati che avevano appena concluso il
tirocinio da uditori giudiziari; questi sarebbero stati invogliati a ricoprire l’incarico in queste sedi dal fatto di poter
avvalersi di un diritto di priorità assoluta
nella scelta della sede successiva dopo
almeno 5 anni di permanenza;
Atti Parlamentari
—
XVI LEGISLATURA
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ALLEGATO
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AI RESOCONTI
successivamente lo Stato avrebbe sostituito il predetto diritto di priorità con
incentivi economici poco gratificanti per i
magistrati;
nell’anno 2007, il Governo Prodi
avrebbe introdotto nell’ordinamento giudiziario una norma che vieta agli ex tirocinanti di ricoprire, come primo incarico,
il ruolo di pubblico ministero o di giudice
monocratico;
di fatto, la combinazione di questi
due disposti normativi avrebbe comportato da un lato che nessun magistrato con
un po’ di anzianità sia disposto a trasferirsi in queste sedi e dall’altro l’impossibilità per i magistrati di prima nomina di
ricoprire l’incarico di pubblico ministero;
secondo l’Anm, quanto appena esposto in premessa porterà al progressivo
svuotamento delle procure disagiate come
quella nuorese, già afflitte da gravi carenze
d’organico –:
se sia a conoscenza dei fatti esposti in
premessa e se gli stessi corrispondano al
vero;
quali iniziative di propria competenza intenda adottare affinché sia possibile integrare gli organici della Procura
della Provincia di Nuoro e delle Procure
del Sud Italia interessate dalla problematica esposta in premessa, tenuto conto
soprattutto degli alti indici di criminalità
che si registrano in queste zone e della
grande mole di lavoro che, di conseguenza,
le stesse Procure sono tenute a svolgere.
(4-01094)
*
*
*
INFRASTRUTTURE E TRASPORTI
Interrogazione a risposta in Commissione:
BOFFA. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
nei giorni scorsi i sindacati di categoria della provincia di Benevento hanno
Camera dei Deputati
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SEDUTA DEL
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SETTEMBRE
2008
sollevato l’allarme sulla presunta volontà
di Trenitalia di sopprimere la fermata di
Benevento Centrale per quattro degli otto
Eurostar che attualmente espletano il servizio viaggiatori;
secondo la suddetta ipotesi, tali provvedimenti dovrebbero entrare in vigore
con il nuovo orario invernale;
nel dettaglio sarebbero a rischio:
l’Eurostar Roma-Lecce 9351 che partendo
da Roma alle 7.38 passa attualmente per
la stazione di Benevento alle 10 del mattino; l’Eurostar Roma-Lecce 9357 che partendo da Roma alle 17.16 ferma a Benevento Centrale alle 20.01; in senso inverso,
l’Eurostar Lecce-Roma 9352 che passando
da Benevento alle 9.57 conduce a Roma
alle 12.22 e l’Eurostar Lecce-Roma 9356
che transitando da Benevento alle 21.02
arriva a Roma alle 23.26;
se l’allarme dei sindacati dovesse essere fondato, nel giro di pochi giorni si
ridurrebbero da otto a quattro le possibilità di compiere il viaggio BeneventoRoma e viceversa sugli Eurostar di Trenitalia;
il 27 luglio 2006, a Roma, è stato
sottoscritto dal ministro delle Infrastrutture, dal ministro dei Trasporti, dal presidente della Regione Puglia, dal presidente della Regione Campania, dal Presidente e Amministratore delegato del
Gruppo Ferrovie dello Stato e dall’Amministratore delegato di Rete ferroviaria italiana, il Protocollo d’Intesa del progetto
per la riqualificazione ed il potenziamento
dell’itinerario ferroviario Alta Capacità
Roma-Napoli-Bari che favorirà l’integrazione delle reti, mettendo in connessione il
Corridoio I Berlino-Napoli-Palermo con il
corridoio VIII Bari-Sofia-Varna. Questo
snodo consentirà la creazione del « tripolo » Roma-Napoli-Bari, trasformandola
nella più grande area metropolitana d’Italia, che permetterà di costruire, entro il
2020, una rete di collegamento moderna
ed efficiente con nuove e importanti opportunità di mercato e di sviluppo per il
Mezzogiorno d’Italia, soprattutto per le
sue aree interne;
Atti Parlamentari
XVI LEGISLATURA
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ALLEGATO
B
1735
AI RESOCONTI
in data 1o agosto 2008 è stato firmato
l’Accordo di Programma Integrativo tra
Regione Campania e Governo nazionale
con il quale si è deciso di inserire il
progetto di riqualificazione e sviluppo
della linea ad Alta capacità ferroviaria
Napoli-Bari nella Legge Obiettivo quale
opera strategica di interesse nazionale,
finanziando la tratta sannita CancelloFrasso Telesino-Dugentai;
nell’ambito di questo importante progetto, la stazione ferroviaria di Benevento,
per la sua centralità, diventerà uno snodo
fondamentale, che attraverso la realizzazione di una piattaforma logistica integrata potrà offrire ulteriori opportunità di
crescita per un territorio e una provincia
in cui è crescente la domanda di mobilità,
sia per i cittadini, sia per il traffico merci;
già in passato ci sono stati reiterati
tentativi da parte di Trenitalia di sopprimere corse e servizi e, a seguito di
iniziative parlamentari, il Governo di centrosinistra è sempre intervenuto, attraverso il Ministro dei Trasporti, scongiurando i tagli –:
se corrisponda al vero che Trenitalia,
pur in presenza di questo importante
scenario che interessa lo scalo ferroviario
di Benevento, abbia deciso di sopprimere
la fermata di Benevento Centrale per
quattro degli otto Eurostar che attualmente espletano il servizio viaggiatori;
in tal caso, se non ritenga il Ministro
che le scelte di Trenitalia, che all’interrogante appaiano burocratiche e ragionieristiche, non siano in netto contrasto con la
politica del Governo e della Regione Campania che stanno investendo fortemente
sulla strategicità della linea Napoli-Bari;
se, non ritenga il Governo, attraverso
il Ministro dei Trasporti, di intervenire
presso Trenitalia per scongiurare questa
ipotesi che appare in netto contrasto rispetto ai progetti di sviluppo individuati
per la stazione di Benevento nel quadro
delle scelte strategiche già assunte;
se non si ritenga dunque di proporre
alla dirigenza di Trenitalia l’adozione di
Camera dei Deputati
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SEDUTA DEL
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SETTEMBRE
2008
indirizzi più coerenti con i programmi di
sviluppo delle istituzioni pubbliche e della
stessa azienda.
(5-00354)
Interrogazione a risposta scritta:
MINNITI e PELUFFO. — Al Ministro
delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell’interno, al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:
il Corriere della Sera e La Stampa
hanno pubblicato, il 15 settembre 2008,
due articoli nel quale vengono riportate
indiscrezioni sul lavoro della procura di
Busto Arsizio (Varese) che ha aperto
tempo fa un fascicolo, destinato a essere
trasferito alla Procura distrettuale Antimafia di Milano sull’ipotesi d’infiltrazione
mafiosa su Expo 2015;
secondo i giornalisti in mano alla
polizia ci sono intercettazioni e resoconti
di riunioni « informali » che portano ai
nomi di imprenditori e, soprattutto, di due
esponenti di Forza Italia: quelli di Vincenzo Giudice, consigliere comunale a Milano e presidente della società Zincar, e di
Massimilano Carioni, consigliere provinciale a Varese;
l’ipotesi investigativa è che i due
amministratori fossero in contatto con
Giovanni Cinque, imprenditore ritenuto
legato alla cosca Arena di Isola di Capo
Rizzuto, secondo quanto riportato nell’articolo la Squadra Mobile è arrivata a
Cinque durante un’indagine sul traffico di
droga nella provincia di Varese, dalla
quale è nato il nuovo filone d’inchiesta
tenuto finora sotto traccia: l’uomo avrebbe
addirittura orientato il voto della comunità calabrese di Somma Lombardo allo
scopo di far eleggere Carioni alla Provincia, ad aprile di quest’anno, elezione poi
avvenuta;
sia Giudice sia Carioni negano ci sia
stata alcuna attività collusiva;
a seguito degli articoli apparsi sulla
stampa Agenti della Guardia di Finanza,
su disposizione della Procura di Busto
Atti Parlamentari
—
XVI LEGISLATURA
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ALLEGATO
B
1736
AI RESOCONTI
Arsizio, hanno effettuato perquisizioni
nelle abitazioni e negli uffici dei giornalisti
Guido Ruotolo e Fiorenza Sarzanini;
secondo quanto riportato dalla
stampa il rischio infiltrazione mafiosa per
la gestione, il controllo degli appalti e i
contratti di Expo 2015 pare abbastanza
concreto –:
quali iniziative intendano intraprendere affinché si scongiuri la possibilità
d’infiltrazione da parte di organizzazioni
mafiose e se non ritenga opportuno, vista
la mancanza di una governance dovuta al
ritardo nell’emanazione del decreto, prevedere un organismo di controllo che vigili
sugli appalti e i contratti di Expo 2015.
(4-01099)
*
*
*
INTERNO
Interrogazioni a risposta in Commissione:
LUCIANO DUSSIN. — Al Ministro dell’interno. — Per sapere – premesso che
già nel 2002 l’interrogante rivolse al
Ministro dell’interno un’interrogazione riguardante la dislocazione e la consistenza
numerica degli agenti delle tre principali
Forze di Polizia operanti sul territorio
nazionale analizzando il dato disgregato a
livello regionale (5-01392);
all’epoca della richiesta, basandosi su
dati del 2001, risultava un grave squilibrio
di presenze non corrispondenti né ad un
riferimento sulla popolazione né tanto
meno sull’incidenza dei reati relativi nelle
rispettive regioni prese come riferimento
nella geografia d’analisi;
ad oggi ancora si rileva la mancanza
di relazione tra numero di residenti, reati
e numero di addetti alla sicurezza dislocati sul territorio –:
se non si ravvisi la necessità di assicurare una presenza più omogenea e
razionale delle forze dell’ordine soprat-
Camera dei Deputati
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SEDUTA DEL
23
SETTEMBRE
2008
tutto nelle Regioni del Veneto e della
Lombardia.
(5-00351)
CAPODICASA, SAMPERI e AMICI. —
Al Ministro dell’interno, al Ministro per la
pubblica amministrazione e l’innovazione.
— Per sapere – premesso che:
dal 15 settembre 2008 Antonio Brizzi
Segretario Generale del CONAPO, il Sindacato Autonomo dei Vigili del Fuoco, sta
effettuando uno sciopero della fame nei
pressi di Palazzo Chigi;
il Segretario del CONAPO protesta in
difesa dei diritti dei Vigili del Fuoco risultati penalizzati rispetto ai Comparti
Sicurezza e Difesa per quanto concerne gli
articoli 70 e 71 del decreto legge n. 112
del 2008 convertito dalla legge 113 del
2008;
protesta anche per richiedere l’inserimento dei Vigili del Fuoco nel comparto
sicurezza quale unica certezza di totale
equiparazione con gli altri Corpi dello
Stato, sia dal punto di vista normativo che
retributivo e pensionistico;
protesta inoltre per il fatto che,
presso il Dipartimento dei Vigili del Fuoco
sebbene la normativa vigente preveda la
rilevazione delle deleghe sindacali al 31
dicembre 2007 al fine dell’accertamento
della maggiore rappresentatività sindacale
sul piano nazionale nell’ambito dei Vigili
del Fuoco, a tutt’oggi inspiegabilmente tale
rilevazione non risulta ancora effettuata,
mancando quindi di riconoscere la rappresentatività del CONAPO –:
quali provvedimenti urgenti i Ministri
interrogati intendano adottare al fine di
equiparare con urgenza i Vigili del Fuoco
alle Forze di Polizia per quanto attiene gli
articoli 70 e 71 del decreto legge n. 112
del 2008 convertito dalla legge 113 del
2008;
quali iniziative intendano adottare i
Ministri interrogati al fine di riconoscere
per legge la specificità lavorativa del personale operativo del Corpo Nazionale dei
Vigili del Fuoco;
Atti Parlamentari
XVI LEGISLATURA
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ALLEGATO
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1737
AI RESOCONTI
quali provvedimenti urgenti i Ministri
interrogati intendano adottare al fine di
garantire al CONAPO Sindacato Autonomo Vigili del Fuoco di vedersi rilevare le
deleghe associative e misurare così la rappresentatività sindacale come previsto
dalle norme vigenti;
se i Ministri interrogati non ritengano
opportuno inserire i Vigili del Fuoco nel
Comparto Sicurezza, così da sancire definitivamente una volta per tutte il diritto
alla piena equiparazione del trattamento
economico e pensionistico con gli altri
Corpi dello Stato;
se i Ministri interrogati non ritengano
opportuno adoperarsi affinché il Segretario del CONAPO possa essere ricevuto ed
ascoltato.
(5-00352)
Interrogazioni a risposta scritta:
GIULIETTI. — Al Ministro dell’interno.
— Per sapere − premesso che:
venerdì 5 settembre 2008, tre famiglie
di cittadini italiani di etnia rom sostavano
con le loro roulotte nel piazzale delle
giostre di Bussolengo (Verona) e sono state
vittime di violenze brutale da parte di una
pattuglia di carabinieri;
le famiglie in questione erano ferme
nel parcheggio solo per una breve sosta e
avevamo già chiarito ai vigili urbani di
zona che avrebbero sgomberato il parcheggio immediatamente;
le tre famiglie sono state picchiate
selvaggiamente, compresi i bambini di
neanche dieci anni, sono state trasferite
alla caserma di Bussolengo dove sono state
ancora vittime di violenze inaudite: pestaggi, soprusi, torture ed offese –:
se intenda intervenire presso le autorità competenti per accertare quanto
accaduto e denunciare i fatti all’autorità
giudiziaria.
(4-01093)
BERNARDINI. — Al Ministro dell’interno, al Ministro della giustizia. — Per
sapere – premesso che:
sul quotidiano Libero del 15 settembre 2008 è apparso un articolo di Andrea
Camera dei Deputati
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SEDUTA DEL
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SETTEMBRE
2008
Scaglia (« Giustizia: 50 milioni di euro
spesi per 400 braccialetti fantasma ») nel
quale viene ripercorsa la vicenda relativa
alle spese affrontate dallo Stato con riferimento all’utilizzo del cosiddetto « braccialetto elettronico »;
l’uso di questo meccanismo di controllo a distanza dei condannati agli arresti domiciliari o all’obbligo di dimora, è
stato introdotto in Italia con il decreto
n. 341 del 2001 convertito in legge a gennaio 2001;
durante i primi otto mesi di sperimentazione sono stati distribuiti settantacinque braccialetti per ognuna delle cinque città campione (Milano, Torino, Roma,
Napoli, Catania) per complessivi trecentocinquanta apparecchi;
ad ognuna delle cinque società private dalle quali il Viminale ha affittato i
dispositivi e le relative centraline sono
andati 870 milioni di vecchie lire, per una
somma complessiva di due milioni di euro;
la fase sperimentale è terminata a
dicembre 2001 ma, nonostante le molte
perplessità sull’efficacia di questa forma di
controllo a distanza dei detenuti, i braccialetti e le centratine sono rimaste a
disposizione delle forze dell’ordine al
punto che le imprese fornitrici hanno
continuato a emettere fatture;
peraltro la circolare con la quale il
Viminale, a metà maggio 2002, ha comunicato alle aziende che « in merito al
pagamento dei braccialetti ancora in uso
...è stato chiesto ... di comunicare al Ministro della Giustizia l’improrogabile necessità di sospendere tutte le misure cautelari in corso », è caduta praticamente nel
vuoto;
sempre il Ministero dell’Interno, a
febbraio 2003, ha indirizzato l’ennesima
circolare con la quale ha invitato Polizia,
Carabinieri e Guardia di Finanza delle
cinque città campione a far presente all’autorità giudiziaria che i braccialetti elettronici non devono più essere utilizzati;
Atti Parlamentari
XVI LEGISLATURA
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ALLEGATO
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AI RESOCONTI
precisando, tra l’altro, che « al fine di
dirimere il contenzioso insorto, è in stato
di approfondimento l’esame dei rapporti
con le ditte fornitrici;
dopo aver risolto i rapporti con le
ditte fornitrici, il Ministero ha deciso di
firmare un contratto con Telecom s.p.a. la
quale, appoggiandosi a tre società specializzate per la fornitura degli apparecchi, si
è presa in carico la gestione del braccialetto elettronico su tutto il territorio nazionale (centralina unica di controllo a
Roma e centraline in ogni provincia italiana) per il costo complessivo di undici
milioni di euro all’anno fino al 2011;
nonostante anche questa seconda
fase sperimentale sia finita nel 2005 con
scarsi risultati, nel 2006 la convenzione
con Telecom s.p.a. è stata riconfermata;
ad oggi, pur essendoci appena sei
braccialetti in funzione (essendo tutti gli
altri di fatto inutilizzati), lo Stato continua
a pagare le ditte fornitrici per un costo
che, a fine 2007, si stima abbia raggiunto
i cinquanta milioni di euro;
pur essendo molto costoso, durante
gli anni di sperimentazione il meccanismo
del controllo a distanza dei detenuti ha
dato pessima prova di sé: solo per fare
qualche esempio, è risultato che la centralina che conferma la presenza del detenuto in casa salta appena viene spolverata o sfiorata; il meccanismo diviene
muto non appena il soggetto sul quale è
stato applicato si immerge in una vasca da
bagno o scende in cantina, senza contare
che in passato si sono verificati casi di
persone agli arresti domiciliari che, nonostante l’applicazione del braccialetto, sono
comunque riuscite ad evadere;
a fronte del pressoché totale fallimento degli attuali apparecchi di controllo
a distanza del condannato, il piano allo
studio del Ministro della Giustizia e del
direttore del DAP, dottor Franco Ionta,
prevede per l’immediato futuro l’utilizzo
del braccialetto elettronico per 4100 detenuti condannati per reati che destano
Camera dei Deputati
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SEDUTA DEL
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SETTEMBRE
2008
scarso allarme sociale e che hanno meno
di due anni di reclusione da scontare;
allo stato attuale, appare all’interrogante, inutile, impraticabile e costoso l’attuale meccanismo di controllo a distanza
dei condannati agli arresti domiciliari o
all’obbligo di dimora;
a quanto ammonti esattamente, il
costo affrontato fino ad oggi dallo Stato
per l’introduzione degli apparecchi elettronici di controllo a distanza del detenuto;
quali siano attualmente i termini e le
condizioni del contratto rinnovato nel
2006 dal Ministero dell’Interno con Telecom s.p.a. relativamente alla fornitura dei
cosiddetti « braccialetti elettronici » –:
se non ritengano opportuno, alla luce
di quanto esposto in premessa, sospendere
per eccessiva onerosità l’utilizzo dei braccialetti elettronici anche al fine di destinare maggiori fondi e risorse al potenziamento delle misure alternative al carcere
attraverso la creazione di percorsi protetti
di reinserimento sociale e lavori socialmente utili per tutti i condannati a pene
inferiori ai tre anni di reclusione.
(4-01098)
BERNARDINI. — Al Ministro dell’interno, al Ministro della giustizia, al Ministro degli affari esteri. — Per sapere –
premesso che:
sabato 5 luglio l’interrogante, accompagnata dai signori Gian Marco Ciccarelli
segretario dell’Associazione Radicali Catania, Antonino Licciardello segretario dell’Associazione Certi Diritti di Catania e
Filippo Finocchiaro avvocato ASGI (Associazione studi giuridici sull’immigrazione),
ha visitato il Centro di accoglienza per i
richiedenti asilo (CARA) di Cassibile (Siracusa);
il CARA di Cassibile è gestito dall’Associazione Alma Mater Onlus il cui Vice
Direttore, signor Andrea Parisi, responsa-
Atti Parlamentari
XVI LEGISLATURA
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ALLEGATO
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1739
AI RESOCONTI
bile presente al momento della visita, ha
riferito all’interrogante quanto segue:
a) attualmente il CARA ospita 252
utenti rispetto ad una capienza di 200
posti fissata nella Convenzione;
b) i 252 richiedenti asilo provengono in prevalenza dalla Somalia, dal
Ghana, dalla Nigeria e dal Burkina Faso e
sono arrivati in Italia sbarcando, a Lampedusa o a Porto Palo;
c) fra gli ospiti ci sono anche tre
bambini;
d) i richiedenti asilo, appena assegnati al CARA, vengono sottoposti a visita
sanitaria soprattutto per verificare che
non vi siano portatori di malattie infettive;
subito dopo, si procede ad una prima
identificazione, una sorta di schedatura
numerica in base alle dichiarazioni degli
stessi richiedenti asilo;
e) entro due giorni, l’Ufficio immigrazione – che ha uffici e attrezzature
all’interno del Centro – raccoglie foto e
impronte degli immigrati, tranne che per i
bambini che, se non sono orfani, vengono
affidati ai genitori;
f) tutti i richiedenti asilo – secondo
le affermazioni del Vice Direttore, signor
Andrea Parisi – usufruiscono di assistenza
legale;
g) l’iter per ottenere la risposta alla
richiesta d’asilo è lunghissimo e può richiedere anche alcuni mesi;
h) i richiedenti asilo possono uscire
dal Centro di Cassibile ogni giorno dalle 8
alle 20; per ognuno, segnato su un registro
con un numero e non con le generalità, è
raccolta l’ora di uscita e quella di rientro;
alcuni degli ospiti del CARA hanno
riferito all’interrogante che per raggiungere le coste italiane hanno dovuto pagare,
presumibilmente ad organizzazioni criminali, da 800 a 2000 dollari e subire violenze nel tragitto che spesso li porta in
Libia dopo pericolose traversate nel deserto durante le quali non pochi migranti
muoiono o rimangono gravemente feriti;
Camera dei Deputati
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SEDUTA DEL
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SETTEMBRE
2008
nei CPT libici, secondo le testimonianze,
non è raro che soprattutto le donne subiscano stupri e torture;
secondo quanto ha potuto riscontrare
l’interrogante, l’edificio che ospita il CARA
di Cassibile (un’ex azienda dismessa) è
assolutamente fatiscente e inadeguato al
soggiorno di tante persone: pavimenti dissestati, mura sporche e da intonacare,
servizi igienici non conformi ad elementari
norme di sicurezza;
enormi camerate ospitano un numero a dir poco smisurato di letti a
castello dove lo spazio fra un letto e un
altro non supera i 30 centimetri: un labirinto di materassi, cuscini, effetti personali, vestiario, dove è impossibile trovare
un minimo di privacy;
il Centro ha l’aspetto di un carcere:
il cortile esterno all’edificio, infatti, è circondato da una sorta di gabbia con sbarre
altissime;
nessuno dei richiedenti asilo ha mai
ricevuto l’opuscolo redatto dalla Commissione nazionale per il diritto di asilo –
che, in base alle disposizioni vigenti (decreto legislativo 28 gennaio 2008, n. 25),
dovrebbe essere consegnato all’atto della
richiesta di asilo, tradotto nelle diverse
lingue – contenente le informazioni sulle
procedure di richiesta di protezione internazionale, sui principali diritti e doveri,
sulle prestazioni sanitarie e di accoglienza
e modalità per riceverle, oltre agli indirizzi
dell’ACNUR e dei principali enti di tutela
dei richiedenti asilo a cui potersi rivolgere;
sempre secondo i racconti raccolti
dall’interrogante, sembra sia prassi corrente quella di non consegnare ai richiedenti asilo alcuna copia tradotta dei dinieghi della Commissione cosicché molti
non sono in condizione di presentare i
ricorsi nei brevi termini perentori stabiliti,
divenendo irregolari a tutti gli effetti; inoltre, dagli immigrati intervistati, non risulta
siano rilasciati i permessi di soggiorno
temporanei in attesa della definizione
della procedura di asilo;
Atti Parlamentari
XVI LEGISLATURA
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ALLEGATO
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a seguito di esplicita richiesta dell’interrogante di visione della convenzione fra
l’ente gestore e la Prefettura di Siracusa, il
Vice Direttore dell’Alma Mater onlus, signor Andrea Parisi, ha ritenuto di non
fornire copia dell’atto né di esibirlo;
se il centro di Cassibile sia a tutti gli
effetti un centro di accoglienza per richiedenti asilo (CARA) e, in caso positivo,
perché i suoi locali non siano destinati a
sede degli uffici della commissione territoriale di Siracusa, come previsto dalla
legge (articolo 12, decreto del Presidente
della Repubblica 16 settembre 2004
n. 303);
se la struttura che ospita il CARA di
Cassibile sia idonea ad ospitare i richiedenti asilo;
in particolare, se la struttura che
ospita il CARA di Cassibile sia idonea ad
ospitare minori, e se per i minori che vi
sono attualmente siano rispettate le norme
internazionali e nazionali a tutela dei
diritti dei minori;
se i Ministri interrogati siano a conoscenza del fatto che nel CARA di Cassibile sono attualmente ospitati 252 richiedenti asilo a fronte di una convenzione
con il gestore per un massimo di 200, e
quali provvedimenti intendano adottare
per riportare il numero dei richiedenti
asilo ospitati nella struttura entro i termini stabiliti dalla convenzione;
se i Ministri interrogati non intendano avviare delle ispezioni per verificare
che ai richiedenti asilo siano distribuiti gli
opuscoli informativi redatti dalla Commissione nazionale per il diritto d’asilo, nei
termini del decreto legislativo 28 gennaio
2008, n. 25;
quale sia la ragione per la quale ai
richiedenti asilo di Cassibile non sono
rilasciati i permessi di soggiorno temporanei in attesa della definizione della procedura di asilo;
se rientri nelle facoltà dell’ente gestore rifiutarsi di mostrare a un deputato
Camera dei Deputati
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SETTEMBRE
2008
in visita ispettiva l’atto della convenzione
stipulata con la Prefettura di Siracusa;
se sia intenzione del Ministro degli
esteri di stipulare nuovi accordi bilaterali
con la Libia ponendo condizioni in merito
al rispetto dei diritti umani per i migranti
trattenuti nei CPT libici.
(4-01100)
*
*
*
ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA
Interrogazione a risposta scritta:
CIOCCHETTI. — Al Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca. — Per
sapere – premesso che:
l’Ente nazionale previdenza magistrale, nei mesi precedenti le elezioni politiche dell’aprile 2008, ha posto in essere,
in piena crisi economica del Paese e conseguente drastico taglio delle spese nella
Pubblica amministrazione, una serie di
nomine, con conseguente pagamento di
esose parcelle e compensi, tra le quali
figurano: la nomina del presidente e di tre
componenti del Nucleo di Valutazione con
compenso annuo di euro 8.000 cadauno
(del 1o gennaio 2008); la nomina di commissari di gara con compenso di euro
8.000 (dell’11 dicembre 2007); la nomina
del direttore del periodico Enam Notizie,
dottor Andrea Benvenuti, con compenso di
euro 21.000 annui; la nomina del consulente legale, avvocato Laura Giordani, con
contratto quadriennale dal 19 gennaio
2007 al 19 gennaio 2011 con compenso di
euro 123.930; la nomina dell’avvocato
Laura Giordani quale procuratore in numerosi procedimenti giudiziali dell’Ente
con compenso annuale superiore ad ulteriori 50.000 euro –:
se tali nomine siano state precedute
dai dovuti avvisi pubblici così come previsto dalla normativa vigente e, nel caso,
conoscere le modalità dell’eventuale pubblicazione;
Atti Parlamentari
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XVI LEGISLATURA
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ALLEGATO
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AI RESOCONTI
se tali nomine siano state oggetto di
verifica amministrativa da parte del Ministero ed eventualmente della Corte dei
conti;
quali siano, inoltre, i titoli curriculari
e preferenziali dell’avvocato Laura Giordani e per sapere se risponda a legittimità
il contratto quadriennale di consulenza
legale, nonché quale sia la data di scadenza della nomina del Presidente dell’Ente e del Consiglio d’Amministrazione;
quali immediati provvedimenti si intendano prendere al fine di ristabilire
una sana e regolare amministrazione.
(4-01101)
*
*
*
Camera dei Deputati
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SEDUTA DEL
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SETTEMBRE
2008
benché essi, nel corso della loro specializzazione, studino sia a livello teorico che
a livello pratico la disciplina dell’odontostomatologia – non potendo iscriversi all’albo degli odontoiatri automaticamente si
vedono preclusa la possibilità di esercitare
l’odontostomatologia;
il risvolto riguardante i chirurghi maxillo-facciali ha anche notevoli risvolti occupazionali perché in alcune aree dell’Italia, in particolare nel Mezzogiorno, non
esistono reparti di chirurgia maxillo-facciale col risultato che importanti e preparate professionalità, stante questa difficile
situazione occupazionale, non hanno neppure la possibilità di usufruire di un’alternativa professionale offerta dall’odontostomatologia;
FUCCI e DIVELLA. — Al Ministro del
lavoro, della salute e delle politiche sociali.
— Per sapere – premesso che:
a parere dell’interrogante il quadro
normativo sopra esposto è contraddittorio
e meriterebbe un’approfondita analisi con
il contributo non solo del Parlamento
(dove nella scorsa e nella presente Legislatura sono stati presentati due disegni di
legge in proposito: rispettivamente A.C.
484 e A.C. 1128), ma anche del Governo –:
la specializzazione medica dell’odontostomatologia consiste nelle attività inerenti alla diagnosi e alla terapia medica e
chirurgica della malattie della bocca, dei
denti, delle mascelle e dei relativi tessuti
molli;
quali siano le considerazioni del Ministro interrogato su quanto esposto in
premessa e in particolare se ritenga che
l’istituzione di un apposito albo professionale dei medici stomatologi sia una soluzione percorribile;
in base agli articoli 4 e 20 della legge
24 luglio 1985, n. 409, e successive modificazioni, i medici specializzati di odontostomatologia si devono iscrivere all’albo
professionale degli odontoiatri;
quali eventuali iniziative ritenga di
assumere con riguardo alla situazione dei
medici maxillo-facciale.
(4-01090)
eppure, afferma la Direttiva del Consiglio europeo 93/16/CE, l’odontostomatologia è da considerarsi a tutti gli effetti
come una branca autonoma della medicina e per questa ragione appare come
una forzatura il fatto che i medici in essa
specializzati debbano iscriversi all’albo
professionale degli odontoiatri;
CIRIELLI. — Al Ministro del lavoro,
della salute e delle politiche sociali. — Per
sapere – premesso che:
LAVORO, SALUTE
E POLITICHE SOCIALI
Interrogazioni a risposta scritta:
inoltre in base alla formulazione
della legge n. 409 del 1985 i medici specializzati in chirurgia maxillo-facciale –
nell’Interrogazione a risposta scritta
n. 4-00608, presentata dal sottoscritto interrogato giovedì 10 luglio 2008 nella seduta n. 032, si chiedeva di verificare il
grave stato economico e patrimoniale nel
quale versa la GE.SE.MA. – Gestioni Servizi e Manutenzioni Spa, con sede legale in
Mercato San Severino, società per azioni a
Atti Parlamentari
XVI LEGISLATURA
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—
ALLEGATO
B
1742
AI RESOCONTI
prevalente capitale pubblico di proprietà
del Comune di Mercato San Severino (51
per cento delle azioni) e di Italia Lavoro
S.p.A. (49 per cento delle azioni);
nella predetta interrogazione si faceva riferimento ad una lettera inviata dal
Presidente della Ge.Se.Ma. Spa. ad Italia
Lavoro S.p.a. ed al Comune di Mercato
San Severino nella quale si comunicava lo
stato di insolvenza della società che non
consente di pagare né i fornitori, molti dei
quali hanno già notificato ingiunzioni di
pagamento, né gli stipendi ed i contributi
previdenziali ai propri dipendenti. Nella
missiva si precisava, inoltre, che la forte
esposizione non consentirebbe all’azienda
di poter chiedere ulteriori anticipazioni
agli istituti bancari, segnalando tra l’altro,
che la medesima azienda vanterebbe un
credito nei confronti dei propri clienti pari
a 7 milioni di euro;
le stesse preoccupazioni in merito
alla situazione economica della Ge.Se.Ma
S.p.a sono state esposte, nel corso della XV
Legislatura, anche nell’atto di sindacato
ispettivo n. 4-02911, pubblicato il 23 ottobre 2007 nella seduta n. 235, a firma del
senatore Andrea De Simone;
da quanto si evince da una lettera
l’A.D. di Italia Lavoro S.p.a., in risposta
alla precedente lettera a firma del Presidente della Ge.Se.Ma., riferendosi al bilancio al 31 dicembre 2007 ed al budget
2008 della stessa società, sembrerebbe
esporre seri e gravi dubbi in merito agli
importi in essi contenuti ed affermerebbe
testualmente che « ... la bozza di bilancio
... espone tra le poste dell’attivo circolante... l’importo di 567.501,00 euro. Siffatta iscrizione si ritiene di dubbia recuperabilità nell’ambito dei futuri esercizi,
come peraltro evidenziato nella relazione
della società di Revisione, PKF Italia
S.p.a.... »;
in particolare, al punto 2 della lettera
allegata, l’A.D. di Italia Lavoro affermerebbe che « ... il budget 2008 esprime un
risultato netto di esercizio pari a
101.000,00 euro; tale rosea previsione,
purtroppo, non viene confermata già dal
Camera dei Deputati
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SEDUTA DEL
23
SETTEMBRE
2008
consuntivo del primo trimestre 2008 che
esprime una perdita di periodo pari a
56.365,00 euro... Il valore della produzione
esposto nel documento di budget per complessivi 5.150.000,00 euro viene smentito
dal valore di periodo pari a 920.155,00
euro che, se rapportato a base annua,
evidenzierebbe in termini di fatturato globale, un importo a consuntivo pari a circa
3.700.000,00 euro... »;
l’A.D. di Italia Lavoro S.p.a. avrebbe
espresso nella sua missiva seri dubbi anche in merito ai costi della produzione
della società Ge.Se.Ma. S.p.a. ed in particolare avrebbe affermato che « ... anche i
costi della produzione esprimono degli
importi di dubbia veridicità: infatti, la voce
di budget « costo del personale » esprime
un valore annuale pari a 3.185.000,00,
mentre il costo indicato nel consuntivo
trimestrale esprime un valore pari a
699.726,00 euro che, se rapportato a base
annua, comporta un valore totale pari a
circa 2.800.000,00 euro... »;
proseguendo, l’A.D. di Italia Lavoro
S.p.a. avrebbe sottolineato i gravi dubbi
riferiti agli importi inseriti nel budget 2008
della Ge.Se.Ma. S.p.a. affermando quanto
segue: « ... Non riusciamo a comprendere
come possa essersi decrementato il costo
del personale riferito al primo trimestre
2008 in assenza di una fuoriuscita di parte
del personale dipendente. Infatti, il numero dei dipendenti da voi evidenziato
nell’allegato
di
« budget
personale »
esprime alla data del 1o gennaio 2008
n. 101 risorse ed alla data del 31 marzo
2008 n. 101 risorse;
si contesta, pertanto, la dichiarazione
del Presidente espressa nell’assemblea del
30 maggio 2008 « in particolare il Presidente si sofferma sullo schema di bilancio
approvato dal Consiglio di Amministrazione sul budget 2008 e sul risultato di
periodo alla data del 31 marzo 2008,
illustrando dettagliatamente le singole voci
e rispetto all’analisi del primo trimestre,
gli scostamenti verificatisi che hanno determinato un effetto positivo sul risultato
di periodo » e si ritiene il documento di
Atti Parlamentari
XVI LEGISLATURA
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ALLEGATO
B
1743
AI RESOCONTI
budget non veritiero e comunque non
supportato da adeguata documentazione... »;
al punto « 3 » della lettera, il Presidente di Italia Lavoro S.p.a. fa riferimento alla cattiva gestione dei crediti
della Ge.Se.Ma. S.p.a. ed affermerebbe
quanto segue: « ... per quanto attiene poi
alla voce crediti, il cui valore alla data
del 31 dicembre 2007 è pari a circa
9.500.000,00 euro, il socio Italia Lavoro
S.p.a. rileva che il Consiglio di Amministrazione della società non ha posto in
essere le azioni necessarie al recupero
giudiziale dei crediti vantati nei confronti
di terzi ed in particolare del Comune di
Mercato San Severino nella qualità di
committente... »;
al punto « 4 » della lettera allegata,
l’A.D. di Italia Lavoro S.p.a. affermerebbe
che: « ... circa la richiesta di anticipazione
finanziaria effettuata dalla società il socio
Italia Lavoro S.p.a. si esprime in forma
negativa e ritiene che le argomentazioni
esposte dalla società, a sostegno della
predetta richiesta, siano infondate anche
in riferimento al punto 3 ... »;
sottolineando la non veridicità dei
dati contenuti nel bilancio della Ge.Se.Ma.
S.p.a., l’A.D. di Italia Lavoro S.p.a. avrebbe
affermato nella lettera che: « ... il socio
Italia Lavoro S.p.a. ritiene che la bozza di
bilancio ... non rappresenti in modo veritiero la reale situazione aziendale. Al contrario è ragionevole sostenere che il residuo capitale indicato alla data del 31
dicembre 2007 per un ammontare pari a
169.337,00 euro sia in realtà, alla medesima data, completamente azzerato per
effetto dell’impropria appostazione delle
imposte anticipate... »;
al termine della lettera, l’A.D. di
Italia Lavoro S.p.a. avrebbe stigmatizzato
« ...il comportamento non diligente degli
amministratori della società, riservandosi
di valutare le specifiche responsabilità degli stessi nonché dei rappresentanti del
Comune di Mercato San Severino e di
Camera dei Deputati
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SEDUTA DEL
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SETTEMBRE
2008
adottare le opportune iniziative a tutela
dei propri interessi. » –:
se sia a conoscenza dei fatti esposti in
premessa e, se gli stessi corrispondano al
vero, quali iniziative di propria competenza intenda adottare;
se, considerate le affermazioni dell’A.D. di Italia Lavoro S.p.a. e tenuto conto
di quanto esposto nell’interrogazione n. 400608, presentata giovedì 10 luglio 2008
nella seduta n. 032, corrisponda al vero
che la grave situazione economica della
Ge.Se.Ma. Spa sia tale da non consentire
più alla stessa di proseguire la propria
attività;
se, sulla base di quanto affermato
nella lettera dall’A.D. di Italia Lavoro Spa,
non ritenga opportuno che la società Italia
Lavoro SpA richieda la messa in liquidazione della società Ge.Se.Ma. S.p.a..
(4-01097)
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*
*
SVILUPPO ECONOMICO
Interrogazione a risposta scritta:
PALAGIANO. — Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell’economia
e delle finanze. — Per sapere – premesso
che:
a Sant’Agnello (Napoli), nel cuore
della Penisola Sorrentina è presente un
ufficio postale che non riesce a far fronte
alla mole di lavoro chiamato a svolgere,
sprovvisto di spazi d’attesa adeguati alle
lunghe code che costantemente si formano
e che costringono i cittadini, anziani,
donne a volte gestanti o con bambini ad
attendere il loro turno all’esterno, sull’antistante piazza, sotto la pioggia o il sole
cocente;
i cittadini si sono più volte mobilitati,
dando luogo a varie iniziative, tra cui una
petizione popolare;
a parere dell’interrogante i disagi
sono effettivi per cui un intervento dell’Amministrazione sarebbe opportuno ed
Atti Parlamentari
XVI LEGISLATURA
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ALLEGATO
B
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AI RESOCONTI
auspicabile sia per un migliore funzionalità della struttura in oggetto, sia per
evitare disagi alla cittadinanza –:
quali iniziative intendano intraprendere i Ministeri dello sviluppo economico
e dell’economia e delle finanze, al fine di
venire incontro alle fondate lamentele di
larga parte della cittadinanza santanellese,
alla luce dei fatti esposti.
(4-01095)
Camera dei Deputati
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SEDUTA DEL
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SETTEMBRE
2008
Apposizione di una firma
ad una interrogazione.
La interrogazione a risposta scritta Cimadoro e Piffari n. 4-00777, pubblicata nell’Allegato B ai resoconti della seduta del 23
luglio 2008, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Carra.
Ritiro di documenti
del sindacato ispettivo.
Apposizione di firme
ad una mozione.
La mozione Damiano ed altri n. 1-00034,
pubblicata nell’Allegato B ai resoconti della
seduta del 16 settembre 2008, deve intendersi sottoscritta anche dai deputati: Motta,
Mariani.
I seguenti documenti sono stati ritirati
dai presentatori:
interrogazione a risposta in Commissione Tortoli n. 5-00155 del 25 giugno
2008;
interrogazione a risposta orale Rao
n. 3-00127 del 16 settembre 2008.
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