Verbale di Seduta COMUNE DI REGGIO EMILIA P.G. n. 26709 DEL CONSIGLIO COMUNALE DI REGGIO EMILIA L'anno duemilaquattro addì 17 (diciassette) del mese di dicembre alle ore 16.45 nella sala consiliare, ritualmente convocato, si è riunito il Consiglio Comunale. All'appello erano presenti i seguenti Consiglieri: DELRIO Graziano ANCESCHI Alessandro BALDI Carlo BALLARINI Ivano BEDOGNI Giuliano COLOSIMO Francesco CORRADINI Achille CORRADINI Franco CORSI Romano D’ANDREA Ernesto DE LUCIA Carmine DOLCI Loredana DONELLI Paola EBOLI Marco FANTINI Marco FERRIGNO Alberto FORNACIARI Marco FOSSA Gabriele GIAMPAOLI Vanda GRILLONE Innocenza LA SALA Giovanni B. LOMBARDINI Tommaso MALATO Emiliano MARZIANI Marco MONDUCCI Mario MONTANARI Valeria OLIVO Antonio SI NO NO SI NO SI SI SI NO SI SI SI SI SI NO SI NO NO SI SI NO NO SI NO SI NO SI POLI Mario PRANDI Marco PRATI Gianni RINALDI Carla RINALDI Nando RIVA Matteo RIZZO Antonio SALSI Laura SALSI Roberto SASSI Matteo SCARPINO Salvatore VECCHI Luca VENA Donato ZOBBI Tarcisio Costante - AssessoriFERRETTI Franco CATELLANI Giovanni COLZI Carla Maria FERRARI Ugo MALAGOLI Angelo MONTANARI Giuseppina PEDRONI Gina SALSI Annarita SANTEL Alberto SASSI Juna in Giovannelli SPADONI Uberto Consiglieri presenti: 28 Presiede: Laura Salsi Segretario Generale: Dr. Giacomo Di Girolamo SI NO NO SI SI SI SI SI SI SI SI SI SI SI SI SI SI SI NO SI SI NO SI NO SI INDICE INTERPELLANZA DEL CONSIGLIERE DONATO VENA IN ORDINE ALLA REALIZZAZIONE DI UN PROGETTO SPERIMENTALE DI APPLICAZIONE DI BOLLINO SCONSIGLIANTE LA GUIDA SU FARMACI TALI DA ALTERARE LO STATO FISICO E PSICHICO (I.D. n. 184). Pag. 3 INTERPELLANZA DEI CONSIGLIERI ANTONIO RIZZO, MARCO EBOLI E TOMMASO LOMBARDINI IN ORDINE ALLA MANCATA ADOZIONE DI PROVVEDIMENTI PER RENDERE MENO PERICOLOSA LA ZONA DI TRANSITO SU VIA TASSONI, FRAZIONE CANALI (I.D. n. 185). Pag. 7 INTERPELLANZA DEL CONSIGLIERE GABRIELE FOSSA IN ORDINE AL PERMESSO A COSTRUIRE IL FABBRICATO POLIFUNZIONALE “I PETALI DEL GIGLIO” RILASCIATO ALLA SOCIETA’ TUTTOGIGLIO Pag. 9 (I.D. n. 186). APPROVAZIONE DEL VERBALE DELLA SEDUTA CONSILIARE DEL 5 NOVEMBRE 2004 (I.D. n. 187). Pag. 15 EMISSIONE DI UN PRESTITO OBBLIGAZIONARIO COMUNALE DENOMINATO “COMUNE DI REGGIO EMILIA 2004–2024, EMISSIONE A TASSO VARIABILE TRASFORMABILE” – PROVVEDIMENTI Pag. 16 CONSEGUENTI (I.D. n. 188). CONTRODEDUZIONI ALLE OSSERVAZIONI ED APPROVAZIONE DEL PIANO PARTICOLAREGGIATO DI INIZIATIVA PUBBLICA DENOMINATO “PALAZZO DUCALE DI RIVALTA” E DELLA RELATIVA VARIANTE AL P.R.G. (I.D. n. 189). Pag. 33 2 VERBALE DELLA SEDUTA DEL CONSIGLIO COMUNALE DEL 17.12.2004 Scrutatori: Rinaldi Nando – De Lucia – Riva. Alle ore 16:14 risultano presenti i Consiglieri: Corradini Franco, D’Andrea Ernesto, De Lucia Carmine, Ferrigno Alberto, Grillone Innocenza, Monducci Mario, Olivo Antonio, Rinaldi Nando, Riva Matteo, Rizzo Antonio, Salsi Laura, Sassi Matteo, Vena Donato.Sono inoltre presenti il vice- sindaco Ferretti e gli assessori Ferrari e Pedroni. A norma dell’art. 6, comma 2, del Regolamento sul funzionamento del Consiglio Comunale, si procede quindi alla trattazione delle interpellanze. Viene introdotto in discussione il punto n. 20 dell’ordine del giorno, relativo a: “Interpellanza del Consigliere Donato Vena in ordine alla realizzazione di un progetto sperimentale di applicazione di bollino sconsigliante la guida su farmaci tali da alterare lo stato fisico e psichico” (I.D. n. 184). Ill.mo Sindaco del Comune di Reggio Emilia Ill.mo Presidente del Consiglio Comunale di Reggio Emilia COMUNE DI REGGIO EMILIA INTERPELLANZA Bollino sulle scatole dei farmaci che sconsiglia la guida Premesso che volontà già espressa dal Consiglio Comunale di Reggio Emilia nelle scorse settimane è stata quella di aumentare con iniziative mirate la sicurezza stradale, il sottoscritto chiede se è intenzione di questa amministrazione comunale avviare un progetto sperimentale, con le Farmacie del territorio, che preveda l’applicazione di un “bollino sicurezza” (o consegna del bollino al momento della vendita del farmaco interessato) sulle scatole di quei farmaci che possono procurare controindicazioni tali da alterare lo stato fisico o psichico di chi li assume. 3 L’avvertenza, rappresentata da un bollino incollato sulla scatola e da cui si evince un divieto di utilizzare l’auto, sarebbe un messaggio immediato che consiglierebbe chi assume il farmaco di non mettersi alla guida di veicoli perché possono venir meno le condizioni di massima sicurezza. Chiede inoltre se l’amministrazione comunale è disposta a dare mandato alle Farmacie Comunali per influire sulle case farmaceutiche affinché siano loro a stampare sulla scatola dei farmaci interessati il divieto suddetto. f.to Donato Vena Vive Presidente Vicario del Consiglio Comunale – Gruppo PdCI Intervengono nell’ordine: Consigliere Donato Vena Molto brevemente, in questo Consiglio già abbiamo fatto una serie di iniziative che mirano ad aumentare la sicurezza stradale nella nostra città. Quindi, continuando in quest’ottica, nasce questa interpellanza, un’interpellanza che chiede quindi alle nostre Farmacie Comunali, chiaramente a quelle sul territorio, se si può sperimentare un progetto che io ho chiamato “bollino sicurezza”, che praticamente rappresenterebbe questo: alla consegna di determinati farmaci che in base al loro contenuto interno possono creare eventuali problemi per chi li ingerisce, nel momento in cui ci si mette alla guida, e parlo per esempio della cosa più comune che mi viene in mente, la sonnolenza, dare un messaggio immediato al cittadino che acquista il farmaco con questo bollino che può essere incollato sulla scatola o può essere dato a mano alla persona. L’obiettivo è proprio quello di sensibilizzare e quindi di avvisare il cittadino che quel tipo di farmaco, nel momento in cui viene ingerito, rende sconsigliabile alla persona mettersi alla guida. Questo sarebbe un elemento che va a sancire quel principio che abbiamo detto più volte in questo Consiglio Comunale, quello della sicurezza stradale. Questo è un primo aspetto. Il secondo, che mi sembra più importante, poi vedremo in base alla risposta dell’Assessore, è che potremmo influire, per quanto è possibile, sulle case farmaceutiche. L’ideale sarebbe che siano proprio le case farmaceutiche a scegliere questa linea, quindi non fare un qualcosa soltanto ed esclusivamente sul nostro territorio, ma ampliarlo, dove è possibile, a tutto il territorio nazionale. Quindi si chiede di dare mandato in questo caso alle Farmacie Comunali di influire, dove è possibile, sulle case farmaceutiche per portare avanti questo progetto sicurezza. Entrano i Consiglieri Fossa, Ballarini, Poli e Colosimo Consiglieri presenti n. 17 Entra l’Assessore Catellani Assessore Gina Pedroni Il problema posto dal Consigliere Vena investe il problema più ampio dell’informazione sull’utilizzo dei medicinali sulle e nelle confezioni dei medicinali stessi. Per evidenti ragioni di spazio, lo strumento principale di informazione è rappresentato dal foglietto illustrativo, cioè quello che è dentro ai farmaci, quello che è allegato alla 4 confezione, mentre un ruolo minore, sebbene importantissimo, è svolto dal confezionamento del prodotto. Ora, c’è un recentissimo articolo pubblicato sul n. 2 del 2004 del Bollettino di Informazione sui farmaci edito dal Ministero della Salute che evidenzia in modo completo tutte le problematiche connesse alla redazione del foglietto illustrativo, che è uno strumento di informazione che ha un valore ufficiale, quindi approvato dal Ministero della Salute, così come l’etichetta esterna, cioè quella parte a cui si riferisce il Consigliere Vena che è la confezione, con tutte le informazioni che nella confezione esterna del medicinale sono presenti. Quindi, in quanto documenti ufficiali, ufficialmente approvati, sia il foglietto interno che l’etichetta esterna, cioè la confezione, non possono assolutamente essere modificati da altri soggetti attraverso l’apposizione di diciture, immagini, correzioni eccetera, fatta salva, questa è l’unica eccezione, l’applicazione di etichette per la correzione del prezzo vigente, che è la cosa che si fa anche attualmente. L’utilizzo poi di icone fotografiche o di pittogrammi o bollini è un sistema poco utilizzato sino ad oggi, ma non si esclude che potrebbe essere preso in considerazione in futuro. Non a caso solo a partire dal 2002 le confezioni esterne di alcuni medicinali si sono arricchite di due possibili bollini: uno per individuare i medicinali di automedicazione, un altro per indicare i medicinali che possono avere degli effetti dopanti, che in effetti servono per avvertire. Entrambi i bollini vengono apposti direttamente, però, dalle industrie produttrici, in forza di due specifiche disposizioni di legge, una del primo febbraio 2002, la n. 33, e l’altra del 14 dicembre 2000, la n. 376. L’articolo precedentemente citato a cui facevo riferimento prima prende in esame anche le problematiche legate all’utilizzo delle icone fotografiche all’interno del foglietto illustrativo che sono giudicate uno strumento importante, anche se non ancora utilizzabile attualmente, per segnalare in forma rapida, esatta e inequivocabile cosa non si deve assolutamente fare. Quindi quello che è scritto nel foglietto potrebbe essere anche sottolineato da delle icone fotografiche, come potrebbe essere quella del bollino. Le icone parlano di un linguaggio netto della negazione e la loro forma richiama quella del segnale di divieto tipico del Codice Stradale. Tutte le informazioni in forma di icona dovrebbero comunque essere oggetto di testo specifico in una parte dedicata del foglietto, cosicché qualsiasi eventuale problema di decodifica possa essere comunque risolto anche in forma testuale. Questo dice sempre quel famoso articolo che io ho citato prima. Veniamo a quello che succede qua. A quanto ci è dato sapere, l’Agenzia italiana del farmaco ha iniziato a lavorare sul tema del foglietto illustrativo nel senso di renderlo più comprensibile all’utente. Entro il 2006 l’Agenzia europea per la valutazione dei medicinali, cioè l’associazione chiamata EMEA, dovrebbe realizzare dei fogli illustrativi più comprensibili, la cui validazione dovrà passare attraverso dei test di leggibilità obbligatori. Nell’ambito di tale attività, si ritiene che l’utilizzo di pittogrammi verrà considerato anche in relazione ai rischi connessi alla guida dell’auto per chi fa uso di determinati medicinali. Pertanto, alla luce di quanto sopra detto, si evince che non è possibile applicare bollini di alcun tipo da parte di soggetti diversi dal produttore, mentre resta valida la possibilità di accompagnare la dispensazione del medicinale con un allegato che riporti delle informazioni. I problemi che si pongono per realizzare quanto Lei chiede sono molteplici. Il primo è che occorre individuare innanzitutto qual è l’informazione che si vuole dare, se è quella di divieto o di attenzione, che evidentemente ha risvolti molto diversi sull’atteggiamento del paziente nei confronti del farmaco prescritto, perché se si veicola un divieto di guidare, questo è un problema aperto, è importante da considerare, il paziente che debba necessariamente utilizzare l’auto dovrà rinunciare a questo medicinale, ovvero interrompere l’assunzione del farmaco o sostituirlo con un altro farmaco, se esiste, di 5 uguale efficacia e sicurezza che non abbia però questo effetto sulla guida. Evidentemente invece meno pressante sarebbe un messaggio di attenzione e non di divieto quando si guida l’auto e si sta assumendo quel determinato medicinale, ma non è certo agevole definire in che cosa deve tradursi questa attenzione: attenzione alla velocità, alla durata temporale della guida, alla contemporanea assunzione di bevande alcoliche, alla guida nelle prime ore del mattino o della sera tardi? Quindi diventa molto complicato definire il modo. Secondo punto. Occorre individuare per quali medicinali questa informazione è corretta, cosa relativamente semplice se ci si affida alle informazioni contenute nel documento ufficiale, cioè quel famoso foglietto illustrativo a cui facevo riferimento prima. Tuttavia va segnalato che al momento attuale esistono rilevanti differenze, purtroppo, e questa è una cosa da chiarire, fra i diversi foglietti anche a parità di composizione dei prodotti. Quindi anche prodotti che hanno la stessa composizione, ma con marchio diverso o denominazione diversa, hanno delle spiegazioni all’interno dei foglietti che sono differenti. Terzo punto. Occorre abbinare, in fase di spedizione di medicinali in farmacia, le informazioni scritte su un allegato e il rispettivo medicinale. Che cosa fa l’azienda Farmacie Comunali Riunite? Proprio perché da sempre è sensibile a questi problemi di una corretta informazione e da sempre lavora in questo ambito, ha allo studio per il prossimo anno un’interessante iniziativa che potrà almeno parzialmente rispondere alla richiesta avanzata dal Consigliere Vena. Si tratta della realizzazione di un opuscolo riportante varie avvertenze legate all’assunzione dei medicinali in cui a fianco di un pittogramma verrà fornita una decodifica dell’immagine in diverse lingue. Questo perché è stato pensato? Per superare i problemi comunicativi che si presentano in farmacia, soprattutto in conseguenza della multietnicità nella popolazione residente, perché non tutti riescono a decodificare il foglietto che c’è all’interno del farmaco. Esempi di pittogrammi realizzati dalla farmacopea degli Stati Uniti sul tema dei possibili effetti dei farmaci sulla vigilanza e sulla capacità di guida sono stati forniti dalla Direzione delle Farmacie Comunali come anticipazione del lavoro in corso di evoluzione. Quindi non si esclude che, in questo campo, si possa andare a lavorare su questo anche qui, nell’azienda Farmacie Comunali Riunite. Grazie. Entra l’Assessore Santel Consigliere Donato Vena Beh, credo che per buona parte della risposta possa sentirmi soddisfatto, non totalmente ma in buona parte. Si solleva un problema che con questa interpellanza mettevo a nudo. Io credo che sicuramente un aspetto positivo sia il discorso dell’opuscoletto. Visto che non è possibile aggiungere alla scatola eventuali bollini o altro, perché previsto per legge, mentre c’è più flessibilità per quanto riguarda il fatto di dare un qualcosa che sia di informazione, che io sottoforma di titolo avevo indicato come “bollino sicurezza”, che poi sia un opuscolo o qualsiasi altra cosa che faciliti questa sensibilizzazione tra le persone che fanno parecchio uso, purtroppo, di questi medicinali, l’importante è far capire che per alcuni aspetti questi possono portare, se uno si mette alla guida, ad eventuali rischi maggiori rispetto a persone che non ingeriscono quei farmaci. Per quanto riguarda invece quello che potrebbero fare le Farmacie Comunali nei confronti delle case farmaceutiche ed anche di altri enti a livello nazionale, io credo che qualche parola in più qui la possiamo spendere. Tra l’altro ho scoperto, dopo aver fatto l’interpellanza, che anche un altro organo nazionale ha avviato un’operazione di questo tipo sulle case farmaceutiche, quindi non sono arrivato primo su questa vicenda, è già una 6 vicenda di un anno fa, l’ho scoperta in questa fase, ripeto. Quindi per quanto riguarda la sensibilizzazione su questo tema credo che se più parti riescono ad influire, se riescono a portare quel granellino di sabbia in più, come è successo per le sigarette dove è indicata la dicitura che il fumo uccide, chissà che fra due o tre anni lo potremo avere anche sui farmaci, in modo da sconsigliare il discorso di mettersi alla guida nel momento in cui si ingeriscono. Grazie. Viene introdotto in discussione il punto n. 19 dell’ordine del giorno, relativo a: “Interpellanza dei Consiglieri Antonio Rizzo, Marco Eboli e Tommaso Lombardini in ordine alla mancata adozione di provvedimenti per rendere meno pericolosa la zona di transito su via Tassoni, frazione Canali” (I.D. n. 185). Al Presidente del Consiglio Comunale Al Sig. Sindaco All’Assessore INTERPELLANZA I sottoscritti Consiglieri Comunali del gruppo A.N. premesso: che negli ultimi tre mesi si sono verificati più di un incidente nella strada principale di collegamento tra Reggio Emilia e Albinea, Via Tassoni, tra cui non ultimo quello mortale intercorso alla pittrice Maria Branzini il 9 Ottobre e che la zona di transito nella frazione di Canali è ad alto rischio in quanto l’automobilista si trova ad entrare nel centro del paese subito finito il tratto di strada extraurbano e quindi a velocità elevate, Interpella la S.V. Per sapere: - per quale motivo la Giunta alla luce dei così tanti incidenti riportati in via Tassoni non abbia mai proposto una soluzione e neanche ne abbia proposto un minimo progetto dopo i richiami attraverso la stampa fatti da molti cittadini; - perché, come è già avvenuto in altre zone della città, nella zona di ingresso al paese di Canali invece di un semaforo che la sera è costantemente lampeggiante, e quindi non serve per far rallentare gli automobilisti, non viene predisposta una rotatoria o un semaforo che controlli la velocità e diventi rosso al suo eccesso e ne rallenti obbligatoriamente la corsa; - e se effettivamente le domande inoltrate all’ufficio tecnico siano mai giunte all’attenzione della Giunta Comunale. Consiglieri gruppo A.N. f.to Antonio Rizzo f.to Marco Eboli f.to Tommaso Lombardini 7 Entra la Consigliera Carla Rinaldi Consiglieri presenti n. 18 Intervengono nell’ordine: Consigliere Antonio Rizzo Il Gruppo di Alleanza Nazionale ha proposto questa interpellanza dopo i ripetuti richiami da parte dei cittadini e soprattutto dopo i numerosi incidenti intercorsi negli ultimi tre mesi, dopo la morte della pittrice Maria Branzini nella zona di transito di via Tassoni. Si era già parlato in un’altra interpellanza, qui mi ricollego all’interpellanza fatta dal Consigliere Fornaciari, del problema di via Tassoni. Lui trattava di una zona antecedente, di quella zona dove è sita la chiesa di San Pellegrino. Noi ci riferiamo alla zona vicino alla frazione di Canali. Il problema grosso è in pratica l’innesto di via Tassoni dentro la frazione, perché ci troviamo subito all’innesto di una strada che da extraurbana diventa urbana e l’automobilista entra nella città con un restringimento di carreggiata ad alta velocità. Per questo motivo il Gruppo di Alleanza Nazionale chiede alla Giunta per quali motivi, dopo i numerosi incidenti intercorsi, ripetiamo, soprattutto negli ultimi tre mesi, ma già presenti da due anni, non si sia ancora trovata una soluzione o non si sia proposta una soluzione. Tra queste soluzioni noi chiediamo una rotatoria, se è possibile, per permettere di rallentare la velocità soprattutto nella zona dell’incrocio di Canali o addirittura di lasciare lo stesso semaforo, ma di mettere i sensori di velocità che permetterebbero al semaforo, soprattutto nelle ore notturne, di essere azionato nel caso di eccessiva velocità, rallentando così, con il semaforo rosso, la velocità stessa. Un’altra richiesta, sempre sollecitata dai cittadini che anche a mezzo stampa hanno fatto queste richieste, è di sapere dove siano andate a finire le numerose lettere inviate agli uffici tecnici e se la Giunta ne abbia mai ricevuta alcuna. Grazie. Entrano i Consiglieri Dolci e Scarpino Consiglieri presenti n. 20 Entra l’Assessore Spadoni Assessore Alberto Santel La sostanza della risposta è decisamente semplice, in quanto l’interpellanza va rivolta alla Provincia di Reggio Emilia, perché la traversa interna della strada di Canali è di competenza della Provincia. L’Amministrazione Comunale di Reggio non ha alcun titolo ad intervenire su quel particolare asse stradale perché fondi e competenze non sono nostri. Nei fatti, il Comune di Reggio, pur non in presenza di un obbligo, ha già provveduto ad intervenire nella frazione di Canali realizzando i marciapiedi, pur essendo i medesimi marciapiedi, per le motivazioni espresse precedentemente, non di competenza del Comune. Dal punto di vista di quello che riguarda l’andamento dell’incidentalità, via Tassoni si colloca in questo momento circa al cinquantesimo posto tra le strade maggiormente incidentate del Comune di Reggio e in questo momento quindi rispetto ad altre situazioni non presenta caratteristiche di priorità. 8 Detto questo, è interesse dell’Amministrazione Comunale, nel caso specifico obbligatoriamente in accordo con la Provincia perché è l’Ente titolare di tutte le possibilità di intervento sulla rete stradale, intervenire per moderare la velocità sull’intera rete comunale e di conseguenza per realizzare tutti quegli interventi di rallentamento, compresa la realizzazione dei passaggi pedonali sopraelevati e l’utilizzo delle tecnologie informatiche, che consentano il rilevamento e il controllo degli eccessi di velocità, pur sapendo che quest’ultimo passaggio prevede obbligatoriamente l’assenso del Prefetto che deve indicare, con proprio provvedimento, quali sono gli assi stradali urbani in cui è possibile operare il controllo automatico e la verifica delle violazioni. Consigliere Antonio Rizzo Prendo atto delle parole dell’Assessore, non ritenendo tuttavia soddisfacente la risposta in quanto ha scaricato in pratica la competenza sulla Provincia. Noi lo chiederemo alla Provincia con un’altra interpellanza, tramite il Capogruppo Eboli. Il problema dei marciapiedi. Sì, sono stati fatti i marciapiedi, ma il problema grosso è l’attraversamento di quella zona. Anche se vi sono i marciapiedi vi sarà un attraversamento, dato che quella è l’unica zona commerciale della frazione, e non essendoci un restringimento di carreggiata la velocità aumenterà ancora di più, quindi con più traffico pedonale si verificheranno solo aumenti di incidenti. Viene introdotto in discussione il punto n. 23 dell’ordine del giorno, relativo a: “Interpellanza del Consigliere Gabriele Fossa in ordine al permesso a costruire il fabbricato polifunzionale “I petali del Giglio” rilasciato alla società Tuttogiglio” (I.D. n. 186). INTERPELLANZA Premesso che: • il Comune di Reggio Emilia è dotato di Piano Regolatore Generale approvato con deliberazione della Giunta della Regione Emilia Romagna n° 1202 in data 27/06/2001 e pubblicato sul B.U.R. n° 102 del 25/07/2001; • la società Mirabello 2000 Spa, con sede legale in Reggio Emilia Via Sforza n° 4, con propria nota acquisita in data 28/12/2001 agli atti del Comune al n° 9983 di PS e n° 1034/02 di PG, chiedeva l’attivazione delle procedure necessarie al fine di realizzare una serie di interventi sulla struttura dello stadio Giglio nonché sulle aree adiacenti; • con deliberazione prot. n. 10427 del 07/06/2002 il Consiglio comunale di Reggio Emilia ha proceduto all’adozione, ai sensi del combinato disposto degli artt. 52, 3° comma, lett. A) e 41, 2° comma, lett. A) della L.R. n° 20/00 modificata e integrata, e dagli artt. 21, 1° comma della L.R. n° 47/78 e art. 3, 1° comma della L.R. n° 46/88 modificata e integrata, del Piano Particolareggiato di Iniziativa Pubblica denominato “Parco Tematico dello Sport e Tempo Libero”; 9 • tale Piano Urbanistico Attuativo (come viene più volte definito nelle deliberazioni dell’Amministrazione comunale di Reggio Emilia) ha disciplinato un comparto di intervento edilizio–urbanistico per mq 175.598 a zona per attrezzature sportive e per lo spettacolo, mq 3.560 per infrastrutture e viabilità, mq 11.140 per parcheggi pubblici, mq 1.000 di zona agricola normale; • poiché il Piano particolareggiato in esame ha suddiviso l’area interessata in tre ambiti edificabili, da attuarsi tramite “progetti complessivi” l’Amministrazione comunale di Reggio Emilia, con deliberazione della Giunta comunale n. PG 12978 del 30/07/2003, ha approvato il preprogetto relativo all’ambito n. 1 del P.P. in questione e la relativa convenzione attuativa; • tale primo intervento prevede, secondo quanto previsto nella deliberazione di approvazione del preprogetto, la realizzazione di mq 32.088 di superficie utile da effettuarsi in adiacenza ed anche all’interno delle strutture dello stadio “Giglio”, al fine della costruzione di “... una struttura unica a destinazione non specifica, ove è consentita autonomia, sia di funzionamento nel tempo, sia di accessibilità alle varie attività/funzioni, nell’ambito di un percorso di uso pubblico”, a giudizio della pubblica Amministrazione, l’insieme degli usi previsti (commerciali, multisale, attrezzature di interesse comune...) concorrono “... a formare un unico complesso integrato, completandolo e dotandolo di usi complementari che definiscono il carattere specifico (relativo alla particolare situazione di intervento) della tipologia urbanistica relativa alla “galleria di vicinato”; • al di là delle definizioni contenute nelle deliberazioni soprachiamate l’intervento edilizio–urbanistico previsto nel P.P. in esame, costituisce un complesso a carattere misto ove agli usi di carattere pubblico indubbiamente presenti, è connessa una sostanziosa quota di usi commerciali e di servizio, tale da ricomprendere lo stesso intervento nell’ambito dei centri commerciali d’attrazione di livello superiore e non nelle semplici “gallerie di vicinato”; • lo schema di convenzione del piano in argomento, oltre l’identificazione di rito degli oneri a carico delle ditte proprietarie prevede, per attuare gli interventi così come previsti dalla zonizzazione di Piano Particolareggiato, l’acquisizione di aree (per oltre 6.000 mq) di proprietà del Comune censite al catasto terreni foglio n° 96 mappali nn. 300 e 303 con apposito atto separato, non equivalendo in alcun modo tale previsione – contenuta in convenzione accessoria a piano attuativo – alla stipula di contratto preliminare di vendita, né a trasferimento di possesso dell’area; • per tale apposita procedura è stata avanzata specifica istanza, dalla società Tuttogiglio, in atti al n. 11746 di PG del 12/06/03; • il Consiglio comunale, con delibera del 22/01/04 n. 507/6 di approvazione del Bilancio di previsione per l’esercizio 2004, del bilancio pluriennale 2004/2006 e dei relativi allegati, ha previsto, nel Programma triennale 2004/2006 delle acquisizioni e dismissioni patrimoniali, tra le alienazioni patrimoniali da effettuarsi nell’anno 2004, la vendita delle aree dei mappali n. 300 e 303 zona Parco Tematico dello Sport; • in data 30/01/04 la Commissione Provinciale di vigilanza sui locali di pubblico spettacolo della provincia di Reggio Emilia, riunitasi presso la Prefettura di 10 Reggio Emilia ha espresso parere favorevole in merito al progetto definitivo presentato in data 14/10/2003, riguardante la realizzazione, in aderenza allo stadio Giglio, del complesso in esame, subordinando tale parere al rispetto inderogabile delle prescrizioni contenute nei seguenti pareri: nota del Ministero dell’Interno – Dipartimento dei VV.FF. – Direzione Centrale per la prevenzione e la Sicurezza Tecnica prot. P30/4139 sott. 5 del 19/01/2004 concernente la risposta al quesito formulato dal Comando provinciale dei VV.FF. di Reggio Emilia con nota prot. n. 9657 del 28/11/2003 in merito a “impianti sportivi all’aperto in promiscuità urbanistica e funzionale con strutture di altre attività a rischio specifico”, parere di conformità del Comando Provinciale dei VV.FF. di Reggio Emilia prot. n. 8266 del 29/01/2004, parere dell’AUSL Reggio Emilia prot. n. 133322 del 11/12/2003, pareri del CONI del 25/11/2003 e del 27/01/2004, parere della Provincia di Reggio Emilia prot. n. 83323/15311 del 4/11/2003. La Commissione ha inoltre disposto l’inserimento di tutte le prescrizioni sopra richiamate nei vari progetti esecutivi da sottoporre al parere preventivo della stessa per gli aspetti di sua competenza, parere che non risulta a tutt’oggi assunto; • nel maggio 2004 il Comune rilasciava alla Tuttogiglio Spa i permessi a costruire per la realizzazione delle opere di urbanizzazione in edifici compresi nel Parco tematico denominato “Giglio” e per la realizzazione dei lavori di costruzione di un fabbricato polifunzionale denominato “I petali del Giglio” relativo al medesimo Parco Tematico, tali permessi a costruire “coinvolgevano” anche le aree in proprietà e possesso del Comune di cui ai mappali 300 e 303, che erano tuttavia indicate dalla società Tuttogiglio, in sede di richiesta di rilascio di permesso a costruire, come aree per le quali essa aveva titolo per richiedere il titolo edilizio; • parte dell’area comunale censita al catasto terreni al foglio 96 col mappale 300, della superficie di 4.547 mq, è destinata a viabilità di servizio alle uscite nord est e sud dello stadio Giglio ed appartiene al demanio comunale; • in data 02/08/04 la Giunta comunale ID n. 256 in PG. n. 16319, stante la relazione del Servizio Patrimonio prot. n. 1489 del 21/07/04, ha deliberato di sdemanializzare l’area di mappale n. 300 inserendola nel patrimonio disponibile del Comune; • il Consiglio della Circoscrizione VII dalla data d’insediamento avvenuta il 19/08/04 non ha espresso alcun parere in merito alla proposta di alienazione delle aree in questione; • con determina dirigenziale RUD. N. 2004/1674 del 09/09/04, il Dirigente del Servizio Patrimonio ha determinato di alienare alla società Tuttogiglio i mappali 300 e 303; • i permessi a costruire sopraccitati, in forza dell’art. 11 DPR 06/06/01 n. 380, dell’art. 14 L.R. n. 31/02 e dell’art. 4 L. 10/77, potevano essere rilasciati unicamente al proprietario dell’immobile (nel caso i terreni) o a colui che comunque avesse titolo per richiedere tale permesso; • nel caso in specie, è di pacifica constatazione la circostanza che il permesso a costruire per le opere di urbanizzazione, ed il permesso di costruire il fabbricato 11 polifunzionale denominato “I petali del Giglio”, siano stati rilasciati alla società Tuttogiglio benché la stessa non avesse al momento della richiesta la proprietà delle aree ai mappali 300 e 303 per complessivi oltre 6.000 mq di terreno ed invero, come emerge dalla deliberazione di Giunta comunale del 02/08/04 e con la determina dirigenziale del 09/09/04 di cui ai punti precedenti, i terreni in questione alla data di settembre 2004 erano ancora di proprietà comunale (addirittura una consistente porzione di terreno di cui al mappale 300 era parte del demanio comunale); • ne consegue una evidente violazione di legge oltre che il macroscopico errore nei presupposti poiché l’Amministrazione comunale, proprietaria dei due mappali, rilasciava i due permessi a costruire assecondando in modo incredibilmente superficiale, la dichiarazione inveritiera della società Tuttogiglio, che non essendo né proprietaria, né promissaria acquirente, né in alcun modo in possesso delle aree dell’Amministrazione comunale, non aveva titolo a richiedere il rilascio dei permessi edilizi e quindi ad edificare sui terreni ancora oggi di proprietà comunale; Interpella la Giunta per sapere: 1) se quanto sopra esposto corrisponde a verità; 2) se non si ritenga necessario adottare un provvedimento di autotutela nel senso di annullamento o modifica delle determinazioni che sono state oggetto delle indicazioni suddette ed in particolare dei due permessi a costruire rilasciati sulla base di dichiarazioni della Tuttogiglio Spa non rispondenti al reale regime di proprietà delle aree di cui ai mappali 300 e 303, ovvero di rivalutazione degli indirizzi assunti. Il Capogruppo Lega Nord – Padania f.to Fossa Gabriele Entrano i Consiglieri Salsi Roberto e Eboli Consiglieri presenti n. 22 Entra l’Assessore Colzi Intervengono nell’ordine: Consigliere Gabriele Fossa La storia del Giglio, come sappiamo, è stata costellata fin dalla sua nascita di illegittimità amministrative o comunque presunte tali, tanto è vero che sia come Lega Nord che come associazioni di categoria, i commercianti in modo specifico, abbiamo presentato dei ricorsi amministrativi al TAR. Fra le varie “illegittimità” (fra virgolette, attenzione) amministrative che come Lega Nord abbiamo riscontrato ce n’è una per la quale oggi interpello la Giunta. In particolare Lei, Assessore, ha visto la mia interpellanza che più che un’interpellanza è un trattato tecnico – amministrativo, per cui lo riassumo in poche parole. La sostanza è questa. Quando si rilascia un permesso a costruire o, meglio, quando si presenta un progetto è possibile farlo 12 anche se non si ha la totale disponibilità dell’area, basta avere il 75% della proprietà, però il permesso a costruire deve essere rilasciato al richiedente solo quando questi ha la disponibilità dell’area, quindi ne è proprietario. Nel caso de “I petali del Giglio” nel maggio del 2004 è stato rilasciato a Tuttogiglio Spa il permesso a costruire per quello che è stato definito il Parco tematico de “I petali del Giglio” per due mappali, il n. 300 e il n. 303, che la società Tuttogiglio aveva indicato nella sua domanda come nella propria disponibilità, quindi in sostanza come se fosse lei proprietaria di questi mappali, mentre in realtà questi mappali erano allora, come sono anche oggi, di proprietà del Comune, tanto è vero che soltanto in data 2 agosto 2004 il Servizio Patrimonio aveva deliberato la sdemanializzazione dell’area, quindi sostanzialmente aveva detto: “Va bene, possiamo cederlo”, ma ancora non si era arrivati alla cessione dell’area nel vero senso della parola. Quindi siamo di fronte ad una situazione di questo tipo dove da un lato la società richiedente dice: “Quei terreni sono miei”, dall’altro lato, almeno formalmente, il Comune è ancora proprietario dell’area in quanto neanche le procedure di sdemanializzazione erano state attivate, quindi anche su queste aree viene concesso il permesso a costruire per realizzare quello che sappiamo essere l’intervento del Giglio. Ora, questa procedura è un po’ anomala, ripeto, perché le procedure vigenti prevedono che il permesso a costruire, giustamente, debba essere rilasciato al soggetto attuatore che ha la disponibilità dell’area, cioè che ha la proprietà dell’area, non basandosi su delle dichiarazioni di pseudo contratti a venire, “Io ti prometto che ti venderò...“ e così via. Quindi si chiedono chiarimenti specifici all’Amministrazione per sapere perché è stato rilasciato questo permesso a costruire e se appunto era legittimo da parte della Tuttogiglio accaparrarsi il diritto di proprietà dell’area, cosa che non aveva. Inoltre si chiede quali sono eventualmente i provvedimenti che la Giunta intende adottare per sanare questo macroscopico errore amministrativo che può essere causa di annullamento della delibera. Assessore Ugo Ferrari Intanto, sulle presunte leggerezze o vizi di legittimità, com’è noto, nessun organo deputato si è espresso in tal senso. Anzi, la richiesta della sospensiva non è stata concessa, quindi attendiamo eventualmente il corso degli eventi. Mi pare che lo stesso valga anche per i contenuti dell’interpellanza. Infatti il Consigliere Fossa fa riferimento ad una serie di atti amministrativi in modo piuttosto documentato. Cita infatti date e numeri di protocollo che indicano un meticoloso lavoro di esame degli atti stessi. Da tali analisi, come abbiamo sentito, trae la conclusione che il permesso a costruire sia stato rilasciato in maniera viziata, stante l’indisponibilità da parte della ditta intestataria dei terreni di cui ai mappali 300 e 303, foglio 96. A tale proposito occorre precisare che, come afferma la stessa interpellanza, lo schema di convenzione del Piano approvato dal Consiglio Comunale in data 22 novembre 2002 e la conseguente convenzione prevedeva l’acquisizione dei terreni di cui ai mappali sopraccitati da parte della Tuttogiglio Spa. Inoltre il bilancio di previsione 2004 ha previsto la vendita delle aree relative ai mappali 300 e 303. In data 9 ottobre 2003 la società Tuttogiglio ha sottoscritto fideiussioni per 487 mila euro per l’acquisizione dell’area. Alla data del rilascio del permesso a costruire era dunque già stata espressa con atti la volontà dell’Amministrazione di alienare tali terreni e della Tuttogiglio di acquisirli. Con nota antecedente il rilascio dello stesso permesso a costruire, il Servizio Patrimonio comunicava al Servizio Edilizia che “in riferimento alla convenzione, nelle more del perfezionamento degli atti traslativi della proprietà, viene concessa la disponibilità delle aree all’atto della sottoscrizione dell’accordo preliminare di vendita, da trascrivere in 13 Conservatoria dei Registri Immobiliari di Reggio Emilia, al fine di ottenere le necessarie autorizzazioni a costruire.” Occorre inoltre precisare che alla data odierna tutti gli atti relativi alla compravendita sono stati perfezionati. L’Amministrazione, con atti successivi, della Giunta del 2 agosto 2004, determina dirigenziale del 9 settembre 2004, provvedeva ad attuare la sdemanializzazione e l’alienazione delle aree in forza degli impegni assunti reciprocamente dalle parti. Per quanto riguarda la richiesta di parere della Circoscrizione relativa all’atto di alienazione del bene, si precisa che a norma del vigente Regolamento le Circoscrizioni dispongono di un tempo di almeno quindici giorni a partire dalla data di trasmissione della richiesta. In tale occasione, stante il particolare periodo immediatamente post-elettorale, il parere è stato richiesto il 5 agosto 2004. L’insediamento del Consiglio è avvenuto il 19 agosto 2004 e, trascorsi quindici giorni da tale data, quando il Consiglio di Circoscrizione era già pienamente in grado di deliberare, non è stato espresso alcun pronunciamento in merito. In riferimento poi al punto contenuto nell’interpellanza riguardante le misure rientranti nel parere della Commissione di Vigilanza sui locali di pubblico spettacolo, si precisa che tutte le prescrizioni sono state riportate nel permesso di costruire stesso. Pertanto, ritenendo di avere agito in piena legittimità e trasparenza, si esclude ogni atto di autotutela sul permesso a costruire. Grazie. Entra la Consigliera Donelli Consiglieri presenti n. 23 Consigliere Gabriele Fossa Ringrazio l’Assessore Ferrari. Lo ringrazio anche dei complimenti sulla mia documentazione. Prendo atto della risposta. Non esprimo in questo momento nessun giudizio di merito, non sono né soddisfatto né insoddisfatto. Chiedo alla signora, che mi sta ascoltando, una veloce traduzione delle parole, se non addirittura l’acquisizione della lettera che l’Assessore ha letto, perché l’Assessore Ferrari nella parte finale si è giustificato sulle Circoscrizioni, quando io non avevo chiesto niente, io non avevo chiesto nulla del perché la Circoscrizione... Lo sta chiedendo il mio Consigliere di Circoscrizione, quindi questo lo prendo come un mettere le mani avanti per la mozione che ci sarà presso la Circoscrizione, ma quello sarà un problema che vedremo. Ringrazio anche di avermi detto che il parere della Commissione è stato riportato. Lo so a memoria ormai quel parere, quindi non ce n’era bisogno. Sono rimasto invece colpito ed interessato, per questo ho chiesto di acquisire subito la trascrizione, perché mi dovrò documentare, ed è per questo che non do un giudizio di merito, perché in sostanza giustamente Lei ha detto, come ho detto anch’io, che tutta l’operazione si è basata su delle dichiarazioni di intenti, nel senso che è stato detto che nello schema di convenzione è prevista l’acquisizione, che il bilancio prevedeva questo, che c’era una fideiussione, tutte dichiarazioni di intenti che io oggi vorrei verificare: se fosse stato un altro soggetto, cioè un cittadino normale, diciamo Poli, avrebbe avuto le stesse possibilità? In questo momento io non lo so, non glielo so dire, verificherò, mi documenterò se sia possibile o meno rilasciare un permesso a costruire basandosi sulle dichiarazioni di intenti. Non lo so, ho dei dubbi, però non sono un esperto né in urbanistica, né in edilizia nel vero senso della parola, per cui mi riservo di analizzare bene queste sue dichiarazioni. 14 Comunque mi dà atto, se ho ben capito, che non c’è stato il rilascio di permesso a costruire basandosi sull’acquisizione completa dell’area, ma solo su delle ipotesi di acquisizione che poi, è vero, si sono trasformate in atti concreti, come sta succedendo in questo momento, però mi chiedo se questa procedura in effetti è possibile per tutti i cittadini, quindi se sia legittima. Lo verificheremo in poco tempo. In base alle mie verifiche eventualmente mi dichiarerò soddisfatto o meno. Entrano i Consiglieri Zobbi, Corradini Achille, Giampaoli, Malato, Vecchi e il Sindaco Esce il Consigliere Fossa Consiglieri presenti n. 28 Alle ore 16:45, su invito della Presidente, il Segretario Generale procede all’appello nominale al fine di verificare l’esistenza del numero legale per poter validamente deliberare ai sensi dell’art. 6, comma 1, del Regolamento sul funzionamento del Consiglio Comunale. Risultano presenti n. 28 Consiglieri. Viene introdotto in discussione il punto n. 35 dell’ordine del giorno, relativo a: “Approvazione del verbale della seduta consiliare del 5 novembre 2004” (I.D. n. 187). Entra il Consigliere Fossa Consiglieri presenti n. 29 Presidente del Consigliere Laura Salsi Se non ci sono interventi, passiamo alla votazione. Non avendo alcun Consigliere chiesto la parola, la Presidente del Consiglio pone in votazione in forma palese, eseguita con sistema elettronico, l’approvazione della deliberazione I.D. n. 187 e ne proclama il seguente esito: PRESENTI: ASTENUTI: N. N. 29 7 VOTANTI: FAVOREVOLI: N. N. 22 22 Riva, Vena (P.d.C.I.); Giampaoli, Malato (Forza Italia); Eboli, Rizzo (A.N.); Fossa (L.N.P.) In conformità di ciò, la Presidente proclama approvato all’unanimità la deliberazione stessa. 15 Viene introdotto in discussione il punto n. 48 dell’ordine del giorno, relativo a: “Emissione di un prestito obbligazionario comunale denominato “Comune di Reggio Emilia 2004–2024, emissione a tasso variabile trasformabile” – Provvedimenti conseguenti (I.D. n. 188). Entrano i Consiglieri Prati, Anceschi e Fantini Consiglieri presenti n. 32 Intervengono nell’ordine: Assessore Franco Ferretti Signori Consiglieri, il Consiglio Comunale è chiamato ad approvare l’emissione di prestiti obbligazionari per un importo complessivo di 6 milioni e 400 mila euro in funzione della realizzazione di 33 progetti di investimenti sul territorio, in particolare per la manutenzione straordinaria, che la Giunta ha approvato nei mesi scorsi. Ne richiamo ad esempio alcuni, a partire dalla climatizzazione per le scuole dell’infanzia, il progetto definitivo per la realizzazione della pista ciclopedonale lungo la via Emilia, da via Comparoni a via Manzotti a via Prati Vecchi a via Dorso; la realizzazione dell’intersezione rotatoria tra via Freddi e via Tirabassi; la pista ciclabile tra via Freddi e via Aprea; il finanziamento dell’intervento per la realizzazione di una passerella ciclopedonale sul torrente Crostolo per il collegamento da via De Sanctis e la pista del Lungocrostolo. Infine richiamo il progetto esecutivo dei lavori di riparazione e miglioramento antisismico della chiesa di San Giorgio e il progetto definitivo di recupero dell’area cortiliva compresa fra via Dante e via Samarotto, complesso dei Chiostri di San Domenico. L’emissione dei BOC presenta le seguenti caratteristiche: taglio dei titoli, mille euro; la modalità di collocamento è avvenuta con sottoscrizione a fermo da parte di Banca Intesa, cioè non viene sottoscritto dai cittadini ma interamente da una banca, in pratica è come sottoscrivere un mutuo; la periodicità delle cedole è semestrale, posticipata, in quaranta rate; le condizioni fissate (tasso variabile indicizzato su Euribor a sei mesi maggiorato di una commissione di uno 0,094 punti percentuali per anno) sono condizioni di tutto interesse, dal momento che la media degli affidamenti degli altri Comuni nel periodo prevede una commissione dello 0,20; il tasso nominale lordo è del 2,290, quindi una condizione vantaggiosa che deriva dall’aver fatto una gara congiunta tra 53 Comuni associati a Reggio nella gestione dell’indebitamento. Oltre i Comuni della provincia, sono associati i Comuni di Modena, Parma, Cesena, Carpi, Imola e la Provincia di Modena. Questo ha permesso l’emissione per un valore complessivo di 99 milioni di euro. Da qui la condizione particolarmente vantaggiosa che richiamavo prima. La determinazione del tasso da pagare, considerato il valore dell’Euribor a sei mesi, determina un tasso nominale annuo lordo del 2,290. Il costo netto del Comune, alla luce della retrocessione del 6,25 della quota degli interessi, risulta essere agli attuali tassi di mercato indicativamente del 2,147 annuo. La durata del prestito è ventennale con possibilità di rimborso anticipato. Trascorsi almeno diciotto mesi dalla data di emissione, il Comune può procedere al rimborso anticipato, 16 come dicevo, delle obbligazioni, senza corresponsione di alcuna commissione né penale per l’estinzione anticipata. Per ultimo, c’è la facoltà di conversione del tasso. Il Comune di Reggio ha la facoltà di ricorrere alla trasformazione del tasso variabile in tasso fisso una sola volta nel corso della vita del prestito e per tutta la durata residua dello stesso. L’opzione potrà essere esercitata dall’ente emittente trascorsi 24 mesi dalla data di emissione. Grazie. Consigliere Mario Monducci Signor Presidente, signor Vice Sindaco, colleghi Consiglieri, abbiamo avuto modo di esaminare con attenzione questo argomento nella seduta che è gli stata dedicata, nella Commissione consiliare “Affari Generali” di qualche giorno fa, e io devo qui esprimere nuovamente alcune riserve e perplessità di sostanza su un’operazione come questa che viene in qualche modo a sommarsi a tutta una serie di operazioni pregresse che portano l’indebitamento complessivo a medio e lungo termine dell’Amministrazione Comunale intorno alla cifra di 162 milioni di euro, dei quali 45 milioni sono per mutui contratti con la Cassa Depositi e Prestiti e la differenza per BOC (buoni ordinari comunali). Beh, intanto vorrei fare un’osservazione metodologica che ritengo però dovrebbe essere anche di sostanza, e cioè questo strumento in qualche modo innovativo, che cominciò a farsi strada alcuni anni fa come fonte di finanziamento per le Amministrazioni Locali, a mio avviso in qualche modo mutuava le proprie origini da strumenti analoghi che erano già stati sperimentati da alcune grandi Amministrazioni (cito Milano, Torino e Genova) negli anni Settanta e Ottanta, quando, se voi ricordate, venivano lanciati dei prestiti quali il famoso “Prestito Milano”, “Prestito Torino”, “Prestito Genova”: erano sostanzialmente delle obbligazioni che potevano essere sottoscritte e se ne poteva avere menzione e notizia anche consultando la stampa finanziaria per vedere l’andamento di queste obbligazioni. Credo che sostanzialmente uno dei motivi che hanno indotto ad andare in questa direzione, oltre a quello di diminuire l’aggravio degli interessi difficilmente sostenibili nelle forme ordinarie con la Cassa Depositi e Prestiti, strumento tradizionale e vocato per questo tipo di finanziamenti, era anche quello di coinvolgere i cittadini in una sorta di patto di collaborazione di finanziamento, e questo credo anche in un’ottica di trasparenza e di collaborazione di investimento finanziario del cittadino che sottoscriveva, anziché azioni o obbligazioni sul mercato finanziario, questi buoni ordinari comunali, quindi vedeva in qualche modo un rendimento riconosciuto e sicuramente tendeva ad avere una garanzia perché la controparte, l’Amministrazione Comunale, era sicuramente solida sotto il profilo finanziario. Mi pare invece, per stessa ammissione del Vice Sindaco, che è persona corretta e leale, quindi non poteva certo nascondere le cose come stanno, che questo strumento di finanziamento si sia evoluto. Sostanzialmente, se così vogliamo dire, definiamo oggi buono ordinario comunale, BOC, quello che in realtà è tra virgolette una sorta di “mutuo” che non è appunto gestito nei confronti della Cassa Depositi e Prestiti perché la Cassa Depositi e Prestiti spunterebbe interessi peggiorativi rispetto al discorso dei BOC. Quindi secondo me viene anche a mancare uno degli strumenti che vorrei definire di carattere psicologico, di valorizzazione di questo strumento che vedrei non solo come momento di finanziamento per l’Amministrazione, ma anche come momento di partecipazione e di coinvolgimento dei cittadini alla vita finanziaria del proprio comune. Quindi in realtà alla fine questi BOC, si devono definire così, in realtà sono uno strumento diverso da quello che era stato concepito. Vorrei qui citare uno dei Consiglieri ed anche amministratori di questo Comune che per primi si fecero portavoce a livello nazionale di questo strumento, Girolamo Ielo, che contribuì ad introdurre nel dibattito fiscale nazionale 17 questo concetto. Credo che oggi come oggi nella sostanza in qualche modo ci siamo allontanati da questo tipo di strumento così come era stato concepito, così come era nato. Concludo dicendo che oltre a queste argomentazioni, che io non definirei formali ma che sono di sostanza, rimane il grosso punto interrogativo di un’Amministrazione già oberata peraltro da una situazione finanziaria assai pesante, in parte dovuta credo a scelte molto discutibili, presenti anche nella finanziaria che andrà in vigore nel 2005, ma presenti direi anche in una debolezza strutturale del nostro bilancio che deve sostanzialmente mettere in preventivo ogni anno la restituzione di 15 – 18 milioni di euro, quindi, per usare un linguaggio forse più accessibile e più chiaro, più di 30 miliardi di vecchie lire all’anno solo di interessi da restituire. Quando i nostri figli e comunque coloro che verranno dopo di noi, e spero che non ci malediranno per il grosso debito che loro avranno ereditato, dovranno restituire più di 300 miliardi di lire, credo che le perplessità ulteriormente possano aumentare. Quindi credo, e mi riservo di farlo in sede di discussione che si farà poi in gennaio, quando si approverà il bilancio di quest’anno e il poliennale per i tre anni successivi, che l’Amministrazione Comunale dovrà fare uno sforzo di intelligenza, di coraggio e di trasparenza per introdurre nuovi elementi nel dibattito finanziario, perché credo che l’utilizzo sistematico e vorrei definire strumentale di queste scelte mi pare di scarsa tenuta e soprattutto di fiato corto. Credo che alla fine il rischio sia che in qualche modo ci strangoliamo lentamente con le nostre stesse mani. Entra il Consigliere Prandi Consiglieri presenti n. 33 Consigliere Mario Poli Signor Presidente, colleghi Consiglieri, nella Commissione che aveva esaminato questa proposta io mi ero rivolto alla tecnostruttura ed anche all’Assessore per sapere com’era composta la struttura di questo debito pregresso. Mi è stato risposto in quella sede che dovevo guardarmi il bilancio 2003 del Comune. Non avendo avuto il tempo di fare questo studio, rinnovo la richiesta di avere in termini intelligibili, facili e molto pratici uno schema di questo genere. Non mi pare che sia una richiesta eccessiva o impossibile a cui dare soddisfazione. Questo è il primo punto. Noi dobbiamo essere agevolati nel nostro lavoro di amministratori pubblici, non solo oberati dall’andare a studiare queste ricomposizioni all’interno del bilancio del Comune. La seconda osservazione. Sviluppo un ragionamento che ha fatto anche il Consigliere Monducci, che io condivido, vale a dire lo snaturamento dello spirito iniziale dei BOC, il rapporto tra il Comune e i propri cittadini che doveva essere un rapporto di fiducia, misurabile anche con il grado di sottoscrizione di questi BOC. Ma c’è anche un qualcosa in più. Il BOC era mirato ad un qualche progetto di intervento sulla città. Qui si comincia a fare un ventaglio di progetti che devono essere finanziati fin troppo esteso, tant’è che si riduce poi il finanziamento pro capite di ciascun intervento, per molti di questi interventi, a cifre non esagerate. Ed allora, torno a dire, si aggiunge una nota negativa allo spirito iniziale. Ma c’è una terza nota negativa che va colta, perché se è vero che siete andati a mettere a bando questa richiesta di finanziamento con altri 53 Comuni, beh, qui addirittura andiamo fuori dal territorio come rapporto diretto fra amministratori ed amministrati. Forzando un po’ il concetto, si diventa agenti che cercano finanziamenti sul mercato, che si vanno ad 18 individuare con un vecchio strumento, che è quello del BOC, e con un nuovo interlocutore che a quel punto è la banca o il gruppo finanziario che vince la gara. Un altro aspetto non dico di moralità, ma un aspetto che ancora non abbiamo sentito dire in questo consesso, è il seguente. Nella sottoscrizione dei BOC alla fonte originaria c’è il sottoscrittore che sa che cosa sottoscrive, che sa che cosa guadagna eccetera eccetera eccetera. In questa partita “a fermo” comunque tutto il pacchetto viene sottoscritto da Banca Intesa. Banca Intesa a quel punto, ed è una domanda che faccio agli amministratori, a voi che avete negoziato con Banca Intesa, come intende utilizzare quei BOC? Li tiene nel cassetto perché rendono a Banca Intesa solo il 2,147% oppure, come è stato fino ad oggi senza che la cosa sia stata troppo conosciuta dai risparmiatori e dai clienti delle banche, Banca Intesa distribuisce questi BOC che rendono pochissimo, perché rendono il 2,019, nel risparmio gestito da Banca Intesa? Allora qui, mi rivolgo anche agli amici e compagni della Sinistra, spesso vengono citate banche immorali, che finanziano le guerre, provate a chiedervi se anche queste banche cosiddette virtuose non adottino degli stratagemmi per cui alla fine scaricano sul cliente questo rendimento così basso del 2,147%. Ultima osservazione. Perché io voterò contro questo finanziamento, oltre alle cose che ho detto prima? Perché in uno dei progetti che sono finanziati, esattamente quello della passerella che congiunge via De Sanctis al camminamento bello del Parco delle caprette, la spesa è soltanto, il “soltanto” è ironico, lo voglio esplicitare, di 371 mila euro, quindi siamo nell’ordine di 750 milioni per una passerella ciclopedonale, non per una passerella... Altra cosa che si aggiunge in termini negativi, ci sono oneri per 40 mila e rotti euro per il progetto, per un progetto affidato a tecnici, ad ingegneri, a consulenti esterni. Allora la domanda finale è questa, è quasi surreale: noi, e dico “noi” perché faccio parte della municipalità reggiana, nel nostro Comune, nella tecnostruttura, nella macchina, non abbiamo il Settore Tecnico? Non abbiamo degli ingegneri in grado di progettare una passerella ciclopedonale risparmiando i 40 mila euro che abbiamo pagato ai consulenti esterni? Quando si dice, ragionando di programmazione, ragionando di bilanci previsionali, che dobbiamo evitare gli sprechi e che dobbiamo risparmiare, questa è una manovra semplice, immediata e fattibile che porterebbe a risparmiare al Comune di Reggio 40 mila euro e che ci permetterebbe di arrivare a chiedere finanziamenti tramite i BOC di importo minore e quindi di pagare anche meno interessi alle banche che sottoscrivono questi BOC. Grazie. Entra il Consigliere Corsi Consiglieri presenti n. 34 Entrano gli Assessori Montanari e Sassi Consigliere Marco Eboli Io mi soffermerò su alcuni aspetti di questa emissione di BOC, gli aspetti della destinazione dei finanziamenti stessi, perché dalla destinazione di questi finanziamenti si possono rilevare alcuni ritardi gravi, credo, nel porre mano a soluzioni di emergenza che l’Amministrazione Comunale sta perpetrando da anni, purtroppo. Io vedo che vi è una lunga serie di delibere relative a finanziamenti concernenti la messa in sicurezza di luoghi quali i centri sociali ma soprattutto molte scuole elementari. Questo è un dato importante, ma al tempo stesso preoccupante, se mi consentite, perché si interviene a fine anno con un’emissione straordinaria di buoni ordinari del Comune per porre mano a finanziare provvedimenti di estrema urgenza e necessità, perché sia i centri sociali, frequentati dagli anziani, che le scuole elementari, frequentate da bambini, 19 dovrebbero essere luoghi che nel bilancio ordinario, quindi con le finanze ordinarie del Comune, non con emissioni straordinarie di buoni ordinari del Comune, dovrebbero aver trovato una loro forma di finanziamento e un loro sostegno dal punto di vista finanziario. Così vedo che non è, e questo dato credo sia abbastanza preoccupante, perché la somma complessiva di questi interventi grosso modo si aggira intorno ai 600 mila euro, se il conteggio non mi ha ingannato, quindi una cifra consistente per intervenire su situazioni di emergenza. L’altra considerazione è quella relativa alla situazione delle strade. Ebbene, anche in questo caso noi abbiamo sei interventi su diverse strade comunali, anche qui per importi complessivi di circa 600 mila euro. Il problema è come si svolge questo tipo di manutenzione, perché le delibere relative alla manutenzione delle strade cittadine sono un dato frequente. Allora, se si presentano con una certa frequenza, probabilmente si pone per l’Amministrazione Comunale un problema di maggiore vigilanza circa l’esecuzione dei lavori da parte delle ditte appaltanti, perché periodicamente questo genere di spese vengono riproposte anche con una cadenza pluriennale. Quindi vi è un problema di controllo della qualità del lavoro svolto, perché se questo controllo non viene eseguito la conseguenza è la perdita e l’investimento di risorse costanti su un settore che diventa una sorta di pozzo di San Patrizio per le imprese appaltanti. Che le nostre strade abbiano oggettiva necessità di intervento è sotto gli occhi di tutti. Che appena viene fatto un intervento questo denunci subito alcune carenze dal punto di vista della qualità esecutiva è altrettanto sotto gli occhi di tutti. Devo dire che i finanziamenti dedicati allo sport li trovo risibili in questo progetto di finanziamento BOC, sono 60 mila euro, con problematiche sul fronte degli investimenti in impiantistica sportiva, parlo della situazione del campo di atletica o della situazione della piscina comunale coperta, che meriterebbero credo un’attenzione maggiore ed una maggiore considerazione da parte della Giunta stessa. Vi sono poi alcune curiosità che stento a giustificare. Per questo chiedo all’Assessore Ferretti qualche lume. Vedo che è previsto un finanziamento di 378 mila euro per la realizzazione di una passerella ciclopedonale sul torrente Crostolo per il collegamento da via De Sanctis e la pista del Lungocrostolo. 378 mila euro, quasi 700 milioni di vecchie lire per una passerella pedonale. E’ una passerella d’oro, questa! Vedo che invece per finanziare il progetto preliminare per la realizzazione dell’intersezione della rotatoria tra via Freddi e via Tirabassi a Codemondo e per la realizzazione della pista ciclopedonale da via Freddi a via Tirabassi si prevede un costo di 425 mila euro. Ora, credo che la seconda opera sia oggettivamente più complessa ed anche più onerosa. Pertanto chiedo quali ragioni giustifichino un costo così esorbitante per una semplice passerella pedonale e se non sia il caso di controllare i progetti. Qua siamo in fase di finanziamento dell’opera. Ripeto, forse è il caso di controllare i progetti esecutivi e i progetti preliminari per dare un pochino una regolata a costi che rischiano oggettivamente di essere ingiustificati ed esorbitanti. Concludo con un’annotazione di carattere generale che riprenderò sicuramente anche nella fase di discussione sul bilancio, ossia che siamo in presenza di un incremento ulteriore non solo del debito dell’Amministrazione Comunale, ma, dirò di più, siamo in presenza, e qualche avvisaglia vi è già in alcuni dei progetti sottoposti, di un fatto molto grave che denuncia una crisi di liquidità fortissima di questa Amministrazione. E’ stato preannunciato che la percentuale degli oneri di urbanizzazione solitamente destinati ad investimenti saranno invece dedicati, passando dal 20 al 35%, alla copertura delle spese correnti. Ebbene, questo è un campanello d’allarme molto forte, perché l’indebitamento per BOC sommato alla sottrazione di risorse da impiegare per gli investimenti, alcuni dei quali li ho sollecitati anche prima in particolare sul settore dello sport e dell’impiantistica sportiva, finiscono sicuramente per impoverire la nostra città e per mantenerla in una 20 condizione di arretratezza che solo gli investimenti programmati e veramente realizzati potrebbero consentirgli di superare. Grazie. Consigliere Luca Vecchi Alcune considerazioni innanzitutto, più ancora che sulla modalità tecnica della copertura del fabbisogno finanziario, sulla quantità e sulla qualità di questi investimenti. Credo che sia indiscutibile in questi 33 investimenti la volontà dell’Amministrazione di proseguire un percorso già avviato da diversi anni che segna ogni anno una qualità ed una quantità costante di investimenti pubblici oggettivamente di qualità, la cui ricaduta credo sia percepibile per tutti i cittadini di questa città. Lo dico perché, al di là del merito per cui si possono avere anche obiezioni su alcune scelte di questa lista di 33 investimenti, quando si fa la scelta di votare contro in questo caso ad un BOC occorrerebbe avere la capacità di indicare un’alternativa, in termini di modalità di copertura del fabbisogno, a meno che a quel punto non si voglia arrivare a sostenere che questi investimenti non si dovevano compiere. Pertanto se noi spostiamo l’attenzione dal merito degli investimenti allo strumento tecnico a cui l’Amministrazione ricorre, diventa inevitabile evidenziare alcuni dati. Innanzitutto il fatto che Reggio Emilia è Comune capofila di un consorzio di 53 Comuni, molti dei quali si rivolgono all’Amministrazione Comunale di Reggio per consulenze nel gestire questa partita della ricerca di modalità di finanziamento complessivamente più convenienti. In tanti casi in questi Comuni l’adesione a questo consorzio ha comportato un voto unanime anche da parte degli stessi Consiglieri del Centrodestra, a dimostrazione della validità di questa scelta. Sempre nel merito dello strumento tecnico a cui ci si è rivolti, diventa inevitabile evidenziare il dato comparato rispetto a quella che poteva essere una modalità alternativa, cioè il ricorso al mutuo presso la Cassa Depositi e Prestiti, con una differenziale di tasso dello 0,2%. Circa le valutazioni espresse anche dal Consigliere Monducci sullo spirito originario del BOC, credo siano valutazioni obiettive, ragionevoli, che non credo debbano essere trascurate, ma nello specifico, nella fattispecie, siamo di fronte all’esigenza di valutare nel merito se la scelta fatta circa il modo di coprire il fabbisogno finanziario per sostenere determinati investimenti sia la scelta più giusta e più conveniente. Credo che ci siano le condizioni per sostenere che questa scelta sia stata fatta in modo oculato. Per quanto concerne quella discussione che anche in queste settimane in parte è già stata avviata in Commissione e che ha caratterizzato il dibattito sul bilancio, sulla questione dell’indebitamento, io credo, lo voglio dire con molta franchezza, che sia legittimo parlarne, che sia doveroso parlarne, ma credo sia altrettanto doveroso parlarne con una valutazione complessiva, obiettiva, di tutti i dati necessari. Credo che questa discussione vada fatta in modo approfondito e in modo obiettivo, nell’ambito della più generale valutazione sul bilancio previsionale che ci apprestiamo ad avviare nelle prossime settimane. In questo senso annuncio il voto favorevole alla delibera del Gruppo DS. Grazie. Entra il Consigliere Marziani Consiglieri presenti n. 35 Esce l’Assessore Catellani 21 Consigliere Gabriele Fossa In linea di principio io penso che il ricorrere al debito per finanziare progetti e investimenti sia un atto ammissibile, ma questo però quando avviene soprattutto nel settore privato. Io stesso ricorro giornalmente al credito, perché se no non si arriva mica... Quindi non è che mi scandalizzo per questo. Questo però quando avviene nel settore privato. Questo ricorso al credito mi pare che sia più discutibile quando avviene da parte di Enti pubblici in generale e in particolare quando viene fatto dal Comune di Reggio Emilia. Perché siamo a questo punto? Sostanzialmente ho sentito qualche intervento fatto in occasione degli incontri che la Giunta sta facendo con i cittadini delle Circoscrizioni dove in sostanza cosa fa? Dice: “Il Governo cattivo ci sta tagliando i fondi, noi abbiamo fatto una scelta di qualità, quindi di mantenere lo status quo dal punto di vista dell’assistenza, di tutte queste cose, quindi abbiamo bisogno di recuperare queste mancanze di fondi che ci arrivano dal Governo con altre formule.” La Giunta dice questo dimenticando, in queste giustificazioni, di dire altri argomenti. Innanzitutto che il trend di diminuzione dei trasferimenti non è cominciato con il Governo Berlusconi, ma è cominciato prima, e sappiamo chi c’era prima di Berlusconi. Questo metodo è stato dettato sostanzialmente da vincoli di bilancio dovuti al famoso accordo di Maastricht, il 3% e così via, voluto sostanzialmente dai Governi di Centrosinistra e che vediamo oggi sta dando degli effetti deleteri, tanto è vero che si intende modificarlo. Dopo di questo c’è stato l’11 settembre e così via. Quindi la necessità di ridurre i trasferimenti deriva da motivi contingenti particolari. Però cosa succede? In questa situazione economica, che non è solo del Comune di Reggio Emilia ma è comune a tutte le Amministrazioni Comunali, sia di Centrodestra che di Centrosinistra che anche leghiste, quelle poche che ci sono... questa situazione impone a tutti quanti di rivedere certi programmi e soprattutto impone una cura dimagrante. C’è la necessità di tagliare i rami secchi, di contenere le spese inutili, però a Reggio Emilia invece si continua e si vuole continuare, perché questa è la volontà espressa dai rappresentanti che ho sentito nelle Circoscrizioni, a mantenere lo stato delle cose. Sostanzialmente io dico che si vuole mantenere una forma di assistenzialismo alla reggiana, non dico assistenziale alla calabrese, ma alla reggiana, che è diversa ma che in certe situazioni è una vera e propria forma di assistenzialismo. Tra le varie cose che abbiamo sentito dire dagli Assessori c’è che ci sarà un aumento, anzi, non un aumento, un ritocco, un aggiornamento delle tariffe e così via, fra cui, fra l’altro, c’è anche l’emanazione di questi BOC. Il sistema dei BOC in sostanza sta scopiazzando il sistema dei BOT, i famosi BOT che negli anni Ottanta hanno portato alla situazione di debito pubblico che abbiamo oggi. Il debito pubblico a livello nazionale sta assorbendo sostanzialmente tutte le risorse e le ricchezze del nostro sistema economico. Per questo, non per i BOC in particolare, attenzione, ma per tutto il sistema dell’indebitamento che sta superando dei livelli di guardia, come abbiamo sentito prima, arriveremo tra non molto, in sedicesimo, quindi in più piccolo, ad avere la stessa situazione che oggi abbiamo a livello nazionale, quindi un debito pubblico locale esagerato e tutta la ricchezza che verrà dal territorio assorbita per pagare questo debito. Quindi ovviamente noi come Lega Nord diciamo che anziché intervenire su altri sprechi, su altri capitoli di spesa, dove recuperare delle risorse e quantomeno abbandonare certi progetti faraonici e via dicendo, si è pensato di adottare la soluzione più comoda e più facile: “Facciamo dei debiti, tanto - è un pensiero comune - i soldi non sono mica miei, sono di tutti, e quindi si arrangerà chi ci resta a pagare i debiti.” Quindi oggi si fanno dei debiti per finanziare un sistema assistenziale, elettorale e così via, tanto lo pagherà qualcuno che verrà più avanti. Quindi quegli amministratori che oggi chiedono di fare questa delibera sappiamo bene che non saranno chiamati a risponderne, perché quando arriverà il momento loro saranno su 22 altre sedie, su altre poltrone, quindi non avranno l’obbligo e l’onere di rendere conto delle azioni che fanno oggi. Proprio questa situazione dovrebbe far riflettere questa Amministrazione sulla necessità di accelerare il federalismo fiscale, in quanto se oggi potessimo disporre di un vero sistema federale, dove le risorse prodotte sul territorio rimangono sul territorio e quindi il trasferimento avviene a livello superiore solo per le necessità delle spese, quindi il vero federalismo, come c’è in tutti i Paesi veramente federali, non saremmo in questa situazione. Quindi non capisco perché la parte politica che è espressione di questa Amministrazione sia così contraria al progetto della Lega Nord in particolare ma della Casa delle Libertà in generale di arrivare ad avere il federalismo, perché ne trarrebbero dei benefici in prima persona, in quanto le disponibilità economiche sarebbero talmente sostanziose e sostanziali da permettervi di fare tutte le spese a beneficio di tutti quelli che volete, senza preoccuparvi al limite di doverle giustificare. Quindi la posizione della Lega Nord certamente non è favorevole a questo sistema. Anzi, non è che non sia favorevole a fare degli investimenti o a fare dei progetti, ma è contraria al fatto che gli investimenti e i progetti vengano finanziati con il debito fatto sulle spalle dei cittadini, dei cittadini che verranno. Quindi noi su questo argomento non ci troviamo sulla stessa lunghezza d’onda della maggioranza, anche perché, visto come stanno andando le cose, state scaricando il debito sugli immigrati e quindi vedremo se poi loro ve lo pagheranno, questo debito. Consigliere Achille Corradini Visto che noi del Laboratorio Baldi per Reggio voteremo contro, dobbiamo spiegare il perché. Non avendo avuto l’opportunità e il tempo di documentarci, ci limiteremo a fare qualche considerazione. Visto che l’ammontare del debito è di 162 milioni di euro, qual è l’ammontare degli interessi annui? 150 mila euro? Allora vuol dire che è il 10% del debito. Posso capire che nelle prime emissioni si pagassero interessi elevati. Non si è mai pensato, con operazioni straordinarie, di estinguere il debito e di rifinanziarlo agli interessi degli ultimi anni, molto più ridotti? E poi noi siamo contrari perché non vogliamo credere che il Comune in sé non abbia le competenze per potere progettare una passerella e risparmiare 40 mila euro. “Sprecopoli” è un fenomeno che ha toccato anche le Amministrazioni di Sinistra. Pertanto noi del Laboratorio Baldi votiamo contro. Inoltre gradiremmo avere le risposte ai quesiti che abbiamo sottoposto. Consigliere Vanda Giampaoli Il mio intervento, Presidente e colleghi Consiglieri, non può che essere piuttosto stringato e senza dei grandi voli pindarici. Non perché non abbiamo avuto questa copia con una enucleazione dettagliata di 33, dice la copia, progetti che saranno finanziati con l’emissione di questi buoni ordinari emessi dal Comune di Reggio Emilia, ma semplicemente perché, lo ha detto anche prima il collega Vecchi della maggioranza dei DS, diventa un po’ difficile da un certo punto di vista potersi esprimere su un piano finanziario che si conosce nelle sue linee essenziali molto poco. E’ da qualche tempo che lo dico. Lo ribadisco. Quando dalla stessa maggioranza viene l’invito... Io, Vecchi, l’ho capita in questo modo, mi dispiace... Io ho capito che c’è stata una sollecitazione da parte sua nel dire all’opposizione, se poi ho capito male, Vecchi, vorrà dire che Lei mi saprà 23 spiegare meglio quello che ha voluto dire, ma ciò che io ho capito dalla maggioranza è l’invito rivolto all’opposizione ad esprimersi con maggiore conoscenza e dovizia di particolari, vede che non ho capito completamente male?, non appena sia a conoscenza di quelle che sono le linee generali del piano finanziario del Comune di Reggio Emilia. Però questo piano finanziario, ripeto, l’ho già ribadito più volte, non ci è dato conoscerlo nei dettagli fondamentali, cioè non ci è dato conoscerlo in quelli che sono i bilanci con entrate ed uscite, che sono stilati sulla base della contabilità pubblica, che noi finora non abbiamo, perché abbiamo delle linee generali di bilancio, continuo a ripeterlo, che riguardano i prossimi tre anni futuri, ma non abbiamo un quadro generale e complessivo di quelli che saranno effettivamente in soldoni, per dirla in breve, i denari che il Comune intende spendere per l’anno 2005 e seriamente impegnare per i prossimi tre anni. A breve lo sapremo, perché il nostro Vice Sindaco ci ha già detto che il 20 svelerà l’arcano. Nel frattempo abbiamo soltanto sottomano questo documento che parla di una emissione di BOC per 6 milioni e 400 mila euro, un sistema di finanziamento locale che il Comune di Reggio Emilia persegue da sempre. Per far fronte all’indebitamento che il Comune ha, cresciuto a causa dello scellerato governo di Centrodestra che ha ridotto i trasferimenti, questa è una litania che se avevamo gli anni scorsi immaginiamoci se non l’abbiamo dopo... dicevo che a fronte di questo scellerato Governo il Comune di Reggio Emilia si indebita perché per far fronte a ciò che dice di voler sostenere finanziariamente non ha altro sistema se non l’inasprimento delle imposte locali e l’emissione di titoli di buoni ordinari che consistono in null’altro se non in un ulteriore indebitamento che il Comune produce. L’abbiamo detto negli anni scorsi, lo ribadiamo oggi ancora di più. Questo è un bilancio che diventerà estremamente indebitato, enormemente ingessato. Questa poca flessibilità di bilancio, la poca disponibilità finanziaria per la quale il Comune è bloccato e indebitato, la si vede anche in questo anno. Anzi, in questo anno finanziario sempre più, perché al di là della propaganda politica che scarica sul Governo centrale ogni nefandezza finanziaria locale, la realtà è che il bilancio, già ingessato e fermo negli anni precedenti, non ha più respiro e ha pochissime possibilità di espandersi e di trasferire spese correnti e spese in conto capitale perché è un bilancio che non consente queste manovre di carattere finanziario. Quindi, ripeto, lo dimostra il fatto che, come è stato già evidenziato anche dai colleghi dell’opposizione, molto spesso, e qui lo dicono i numeri che il Vice Sindaco ci ha presentato, per poter far fronte a queste spese, non lo dico qui perché avremo modo e tempo di dirlo quando finalmente avremo in mano dei documenti di entrate ed uscite fiscali e finanziarie dell’Ente Locale... ma mi basta dire che qui c’è questa delibera della Giunta Comunale che per poter costruire questa famigerata passerella ciclopedonale sul torrente Crostolo prevede una spesa di 418 mila euro, con un accantonamento per incarichi professionali di 40 mila euro, spesa che verrà finanziata con l’emissione di buoni ordinari. Questo la dice lunga su come abbiamo molto chiari quali sono gli importi di spesa che il Comune intende sostenere per queste opere. Francamente mi pare che balzi all’occhio che quantomeno una spesa di 418 mila euro, come ha detto il collega Eboli in precedenza, per la costruzione di una passerella ciclopedonale... non so, o la ipotizziamo veramente costruita d’oro e tempestata di qualche diamante qua e là lungo il passaggio, oppure certamente prima di sostenere una spesa di così tanta importanza, peraltro non da finanziare con denaro proprio, ma con un ulteriore indebitamento che naturalmente porterà in obbligo all’Ente Locale la restituzione del denaro, oltre agli interessi che saranno concordati, dicevo che prima di prevedere siffatte spese sarebbe necessario, anzi, obbligatorio, lo ricordava prima il collega Fossa, ricordarsi che, quando si ricorre all’indebitamento, l’indebitamento è certamente un modo finanziario legittimo e corretto di sostenere delle future spese, ma questo è tanto più accettabile quando viene fatto dal 24 soggetto ente privato che può essere il singolo o può essere la persona giuridica, ma quando si tratta di un Ente Locale che gestisce i denari dei contribuenti, Assessore, è bene ricordarsi che l’indebitamento va fatto con quel famoso criterio del buon padre di famiglia che mi pare che qui nel Comune di Reggio Emilia, che tanto strepita e piange per i mancati trasferimenti da parte del Governo nazionale, sia stato sempre molto poco seguito. Lo dimostrano i risultati e le tristi e grame situazioni finanziarie che oggi noi dobbiamo venire a studiare, che vediamo sotto i nostri occhi. Su questo ci riserviamo come Gruppo politico di fare delle analisi quando finalmente avremo svelato l’arcano il 20 dicembre, preannunciando fin d’ora che naturalmente non possiamo essere d’accordo con un indebitamento di 6 milioni e passa di euro che viene fatto attraverso l’emissione di buoni del Comune, e non perché sia una scelta sbagliata finanziariamente, ma perché diventa sbagliata quando viene fatta a ricaduta su un Ente Locale già fortemente indebitato e con un bilancio ingessato e poco flessibile. Entra il Consigliere Lombardini Consiglieri presenti n. 36 Consigliere Francesco Colosimo Poche parole per dire che noi oggi siamo chiamati a dire sì o no ad una delibera, ad una delibera che prevede un investimento per opere di interesse generale. Non siamo chiamati oggi a fare disquisizioni più o meno dotte, più o meno informate, sul bilancio che sarà presentato al prossimo Consiglio Comunale, mi pare il 20, del quale discuteremo nel mese di gennaio. Tuttavia, siccome ogni occasione è buona per parlare dei massimi sistemi, soltanto una qualche osservazione per alcuni interventi che ho ascoltato. Credo che il collega Fossa sia stato onesto nel riconoscere che un sistema di finanziamento attraverso i BOC è un sistema che riguarda un po’ tutte le Amministrazioni Locali. Il collega Monducci, da tecnico qual è, ha espresso qualche riserva concettuale sull’applicazione di questo strumento finanziario, rimandando l’approfondimento, se non ho capito male, alla discussione generale sul bilancio. Io non so se la collega Giampaoli sappia se il Comune di Milano sia indebitato o meno, e tuttavia abbiamo motivo di pensare che qualche debito ce l’abbia. Ciò nonostante, collega Giampaoli, il Comune di Milano usa non il BOC, usa uno strumento molto più rischioso o, per meglio dire, molto meno sicuro: i bond dell’azienda municipalizzata. Si informi, collega Giampaoli. Dopodiché risulta pure che la Regione Lazio del Presidente Storace è la prima Regione in Italia e in Europa che ha lanciato una nuova forma di investimento sui mercati europei, giapponesi ed americani, questo per Eboli, i cosiddetti buoni ordinari regionali, detti anche BOR. Potrei dare anche le percentuali di adesione o di lancio di questi strumenti finanziari per città, per province e per regioni, ma di queste cose parleremo in sede di discussione generale sul bilancio del Comune. Noi oggi siamo chiamati soltanto a dire sì o no all’aggancio tra opere pubbliche previste da questo Comune e un sistema di finanziamento. La Margherita per quanto riguarda questa precisa domanda ritiene di votare sì. Ad altri che fino a ieri erano lodevolissimi nei confronti della finanza creativa, a tal punto da mandarne a casa l’esponente più illustre, parlo del Ministro Tremonti, consiglierei una qualche coerenza rispetto ad una impostazione governativa che della finanza creativa ha fatto uno dei suoi credi fondamentali. 25 Esce l’Assessore Spadoni Assessore Carla Maria Colzi Io volevo solo fare un ragionamento rispetto alle preoccupazioni espresse dal Consigliere Eboli, dal Consigliere Poli e da altri Consiglieri dell’opposizione sull’alto costo della passerella sul Crostolo. Noi su questo intervento abbiamo ragionato molto in Giunta, proprio perché è ovvio che è un progetto che abbiamo ereditato. L’alternativa, in attesa di un approfondimento e di una riconsiderazione dell’intera progettazione, quindi di prendere tempo, era bloccare la possibilità di definire un collegamento con la sponda ad est del Crostolo. Visto che i tempi non ci permettevano di riproporre un altro tipo di progetto con altri costi, abbiamo deciso di emettere BOC comunque su quel progetto, visto che lo avevamo già pronto, con l’impegno assunto in Giunta di riguardare tutti i termini della progettazione con un abbattimento dei costi. E’ ovvio che ci siamo preoccupati di verificare che un eventuale avanzo dell’investimento maturato a BOC potesse essere riutilizzato. Gli uffici ci hanno rassicurato che gli eventuali avanzi possono essere riutilizzati e vincolati ad altri investimenti. La motivazione che ci ha convinto a continuare è che con un passaggio ciclopedonale possiamo attivare, anche se non strutturato come la pista ciclopedonale attuale, il percorso sull’altra sponda, con l’intenzione ovviamente di andare ad un completamento anche ad est. Questo permette già un raddoppio dell’utilizzo di tutte e due le sponde del Crostolo, considerando che anche quella ad est ha una valenza naturalistica importante, anche se non è attrezzata. Questo è stato il motivo, con l’impegno di riguardare e di ridefinire a costi più bassi il progetto. La stessa cosa rispetto alle strade. I tempi non ce l’hanno permesso. Da gennaio, cioè dal momento in cui verrà approvato il bilancio, nella definizione dei PEG dei singoli dirigenti ci stiamo già attrezzando a mettere in atto dei sistemi di controllo a monte rispetto agli interventi. Non è più possibile, e concordo quindi con le osservazioni che sollevava il Consigliere Eboli, andare a consuntivo. Noi dobbiamo verificare passo passo gli interventi che si fanno rispetto alle manutenzioni sia ordinarie che straordinarie, andare a verificare la qualità dell’intervento, che è fondamentale, ed eventuali possibilità di risparmio sugli interventi. Non è un meccanismo semplice, questo, proprio perché abbiamo una macchina, questo lo abbiamo verificato in questi giorni, che essendo abituata a lavorare con controlli di spesa scarsi, ed uso il termine “scarso” in modo eufemistico, è ovvio che tendeva a largheggiare anche nelle previsioni di spesa. Noi speriamo di andare, su tutti gli interventi che abbiamo messo, a dei risparmi sostanziali. E’ ovvio che è una macchina complessa da riorganizzare, è una metodologia di lavoro da riapprontare. Rispetto invece alla questione delle scuole, è un intervento che è un trasferimento. I BOC sono stati assunti e verranno poi trasferiti all’Istituzione che si sta attrezzando ad un global service. Anche rispetto al global service dell’Istituzione stiamo ragionando per attuare dei meccanismi seri di controllo, perché il global service è una forma strumentale importante per la gestione delle manutenzioni, ma è altrettanto importante che ci sia il controllo rispetto alla spesa e rispetto alla qualità. 26 Entra il Consigliere Fornaciari Consiglieri presenti n. 37 Assessore Franco Ferretti Come è stato detto, con la delibera di oggi noi abbiamo la necessità di operare con uno strumento finanziario adottato, come è stato riconosciuto, da altri Comuni per la copertura di opere di investimento necessarie e indispensabili. Questo è un sistema di finanziamento indispensabile perché noi, come tanti altri Comuni d’Italia, siamo costretti a fare i conti con una situazione finanziaria, lo vedremo meglio anche rispetto alla presentazione del bilancio che faremo lunedì, con cui dobbiamo fare i conti, dal sistema nazionale al sistema locale. Del resto, che con questa situazione dobbiamo fare i conti lo riconosce anche il risultato di un’indagine fatta dall’ANCI riferita alla condizione dei Comuni italiani, dove l’80% di questi Comuni, e quindi Comuni del Centrodestra, del Centrosinistra e governati dalle Liste Civiche, riconoscono che non sono nelle condizioni di chiudere i bilanci, che sono costretti ad operazioni che vanno dall’aumento dei tributi, delle rette, delle tariffe ai tagli dei servizi. Questo per tutti i Comuni italiani vuol dire che si riduce la capacità di investimento. Nel ridursi la capacità di investimento, questo significa ridurre la capacità di reddito, la capacità di lavoro e così via. Venendo alla discussione di oggi e alle posizioni dei Consiglieri che sono state richiamate, che hanno permesso di fare di una delibera di questo tipo una riflessione io credo interessante, Poli diceva: “E’ necessario conoscere”, e poneva un interrogativo su come Banca Intesa investe a sua volta. Banca Intesa investe su investitori istituzionali e quindi tiene nel proprio portafoglio i BOC che noi emettiamo. Così come si richiamava, Poli, alla necessità di conoscere lo strumento, che io considero virtuoso, di questo consorzio dei Comuni. Come dicevo nella presentazione dell’emissione dei nostri BOC, noi siamo riusciti ad ottenere una commissione estremamente vantaggiosa attraverso questa possibilità di emettere i BOC per il nostro Comune assieme al consorzio di questi Comuni, siamo riusciti ad ottenere una commissione estremamente vantaggiosa. Quindi il fatto di avere questo consorzio di Comuni che assieme agiscono per emettere i BOC è un fatto vantaggioso per i cittadini reggiani, perché se noi lo facciamo con una commissione dello 0,094 quando mediamente gli altri Comuni hanno una commissione dello 0,20 è indubbio che c’è un vantaggio straordinario. Del resto, vorrei ricordarlo ai Consiglieri, a Poli in particolare, per molti Comuni il fatto di partecipare a questo consorzio è stato votato all’unanimità, perché se n’è convenuto il vantaggio che in questo caso anche noi oggi abbiamo. Vorrei inoltre rispondere, anche se la documentazione che forniremo lunedì sarà esaustiva a questo proposito, perché ancora una volta Poli chiede di conoscere qual è l’indebitamento, che l’indebitamento al 31 dicembre 2004 è di 168 milioni di euro. Noi però abbiamo questa situazione, anche per rispondere a Corradini: il limite di indebitamento di legge abbassato dalla finanziaria 2005 è del 12,5%. Nel rapporto interessi pagati ed entrate di bilancio noi Comune di Reggio siamo in un rapporto del 5%, quindi siamo dentro un rapporto di garanzia significativo. Eboli poneva un’annotazione che muove da una giusta preoccupazione, che è anche la preoccupazione di questa Giunta, costretta ad utilizzare maggiori oneri di urbanizzazione, che sarebbero naturalmente destinati alle manutenzioni ordinarie, per la spesa corrente. Questa purtroppo è diventata una realtà di tanti Comuni italiani, come sappiamo. Del resto la stessa finanziaria stabilisce un tetto all’utilizzo degli oneri di urbanizzazione quest’anno al 50%. Noi purtroppo sappiamo di avere tanti Comuni (in Emilia per esempio abbiamo già raggiunto la media del 52% di utilizzo degli oneri di urbanizzazione per le spese correnti) 27 costretti ad utilizzare molto molto di più, purtroppo con tetti anche dell’80 o 90%, addirittura 100% di utilizzo degli oneri di urbanizzazione. Quindi dobbiamo sapere che questa è una situazione da sanare, ma da sanare con una politica nazionale che veda di dare risposta alle scelte di federalismo fiscale che permettano ai Comuni di fare le proprie politiche di bilancio. Se è stato indicato un tetto del 50% di utilizzo degli oneri in finanziaria, è perché c’è la necessità di rimettere in moto il volano degli investimenti, perché se utilizziamo gli oneri di urbanizzazione sulle spese correnti va da sé che non si fanno gli investimenti necessari. L’ultimo passaggio è in riferimento alle questioni giuste che poneva Monducci. A suo tempo i BOC sono nati come strumento anche per coinvolgere i cittadini nella vita finanziaria del Comune. Il fatto che oggi questa scelta non lo sia, ma che si riproponga per le cose che dicevo prima, significa che è indispensabile che noi riproponiamo questa questione nelle scelte di bilancio che fanno i Comuni, nel recupero di un’autonomia fiscale ed impositiva che anche nella scelta degli strumenti finanziari e nel coinvolgimento dei cittadini, come stiamo facendo anche nel discutere questo bilancio, possa portare a riproporre questo strumento nelle finalità che a suo tempo furono indicate. Grazie. Esce l’Assessore Pedroni Per dichiarazione di voto, intervengono nell’ordine: Consigliere Marco Eboli Voglio fare una considerazione rispetto alle repliche che abbiamo ascoltato. Da una parte, e gliene do atto con favore perché è stato un intervento corretto, onesto dal punto di vista intellettuale ed anche dal punto di vista amministrativo, l’Assessore ai Lavori Pubblici Carla Colzi ha accolto positivamente le osservazioni che avevo mosso nel corso del mio intervento, arrivando ad ammettere una cosa che vorrei fosse ben chiara al Vice Sindaco Ferretti che invece purtroppo, avendo la delega al bilancio, si è abbandonato al solito comizio antigovernativo e non ha ascoltato nemmeno la sua collega di Giunta. Spero che abbia la cortesia di ascoltare per qualche secondo il sottoscritto. La collega Colzi, caro Assessore Ferretti, ha detto in modo molto chiaro che all’interno di questa Amministrazione i controlli sono molto blandi, “per usare un eufemismo”, sono le sue parole, e che è necessario per quanto riguarda tutte le opere pubbliche (le strade, le opere pubbliche cantierabili, la passerella ed altro) fare dei monitoraggi all’origine e durante le opere, perché, sempre parole dell’Assessore Colzi, “qualcuno ha largheggiato” a lungo in questa Amministrazione Comunale nei preventivi e probabilmente, dico io, anche nei consuntivi. Con questa risposta l’Assessore Colzi, non io, Vice Sindaco Ferretti, mette a zero tutte le sue considerazioni circa il fatto che questo Comune è virtuoso, perché laddove mancano oggettivamente dei controlli puntuali, quelli sulla spesa, quelli che fanno sì che si possa affermare che invece che aumentare le tariffe è necessario andare a contenere la spesa, che è quello che diciamo da tempo, è quello che Lei non sostiene, signor Vice Sindaco, volendoci presentare una situazione amministrativa edulcorata che tale non è per dichiarazione stessa di un’autorevole esponente di questa Giunta che tra l’altro non ha un incarico irrilevante, occupandosi di tutti i lavori pubblici di questa Amministrazione Comunale, più il problema della casa. Quindi, Assessore, smettiamo di giocare a guardia e ladri, per modo di dire. Vediamo di impostare un dibattito serio sul futuro di questa città, dove l’opposizione penso abbia il 28 dovere di segnalare le anomalie, ma un’Amministrazione intelligente ha il dovere di fare quello che ha fatto l’Assessore Colzi stasera: ammettere anche eventuali deficienze, non avendo paura di speculazioni, ma avendo l’intelligenza di capire che dall’ammissione dei propri torti si possono impostare ragionamenti seri per la città. Sicuramente quello non è il suo metodo, signor Vice Sindaco, che continua a trincerarsi in modo direi acritico e totalmente irrealistico dietro ad una situazione di buona gestione amministrativa che oggettivamente non c’è. Quindi do di nuovo atto all’Assessore Colzi di avere avuto un atteggiamento estremamente corretto nei confronti del Consiglio Comunale ed anche delle osservazioni che il Gruppo di Alleanza Nazionale ha mosso, e di averle anche colte. Noi seguiremo con attenzione quelli che sono i lavori di aggiornamento operativo che ha promesso dal primo gennaio dell’anno prossimo, perché questo è un settore particolarmente importante, ma di fronte ad una conduzione del bilancio finanziario di carattere ideologico, come quella che ci ha invece riproposto il Vice Sindaco Ferretti, il nostro voto non potrà che essere negativo. Consigliere Mario Monducci Signor Presidente, colleghi Consiglieri, ho ascoltato con estrema attenzione l’intervento di tutti i colleghi ed anche la replica molto garbata degli Assessori Colzi e Ferretti. Devo dire però che io credo che in qualche modo si sfugga o quantomeno non si affronti, parlando di questi BOC, quello che è il quadro nel quale siamo chiamati ad agire, il quadro finanziario e il quadro politico – amministrativo. Cosa voglio dire con questo? Beh, nel suo intervento, peraltro molto pertinente, svolto dal collega Vecchi dei DS, il collega Vecchi ci ha rammentato che l’emissione di questi BOC serve a finanziare 33 progetti. Ed allora io mi chiedo: perché 33 e non 37 o 40 e perché 6,4 e non 8 oppure 5,3? Cioè, fuor di metafora, noi abbiamo bene o male un riferimento abbastanza preciso sotto il profilo storico, che sono gli introiti che ci derivano dai trasferimenti statali, quello che ci deriva dalla nostra capacità impositiva e dagli oneri di urbanizzazione e quant’altro, poi c’è questa scelta, diciamo residuale, ma residuale in termini di approvvigionamento sul mercato, non residuale perché sia meno importante sotto il profilo quantitativo, dicevo che c’è questa volontà e questa possibilità di andare sul mercato ad approvvigionarci. Allora io dico: manca un punto di riferimento, e su questo io inviterei l’Amministrazione a riflettere, visto che comincia ora la legislatura. Quando la dottoressa Finetti con molto garbo, come non le fa difetto, è venuta, accompagnando il Vice Sindaco Ferretti, ad illustrarci questa operazione ha introdotto dicendo: “Tradizionalmente a fine anno – quasi che fossero una sorta di auguri – emettiamo i BOC.” Sarebbe una specie di regalino da trovare sotto l’albero di Natale... Dal punto di vista finanziario e dal punto di vista della programmazione io credo che l’Amministrazione dovrebbe essere capace di prospettare un piano finanziario organico e quindi non di proiettarlo sulle esigenze anno per anno a tampone, emettendo questi prestiti per tutto quello che durante l’anno è saltato fuori. Io credo che l’emissione dei BOC, dal punto di vista della logica e direi anche proprio per come erano stati concepiti, dovrebbe essere un venire sul mercato e dire ai cittadini reggiani: “Noi vogliamo un prestito per questo motivo, offriamo questo interesse e vogliamo realizzare questa opera qualificata”, non con una serie di interventi a pioggia che coprono tutto lo scibile umano e tutta la possibilità degli interventi che può fare l’Amministrazione Comunale. Io credo che in qualche modo si sia tradito lo spirito con cui si dovrebbe dialogare con i cittadini. E’ lo stesso motivo per cui quando noi introduciamo un elemento ad esempio nella tassazione, e su questo discuteremo più avanti in sede di bilancio, nel momento in cui noi dovessimo dire: “Aumentiamo di un punto, di uno 0,1 ad esempio, l’ICI o 29 aumentiamo gli oneri di urbanizzazione” dobbiamo dire ai cittadini come utilizziamo questo mezzo punto, questo 0,1 o questo onere di urbanizzazione, come lo finalizziamo. La finalizzazione. L’utilizzo di questi BOC mi sembra un’utilizzazione generica, a pioggia, che non trova una giustificazione di politica finanziaria e soprattutto di intervento che deve basarsi, secondo noi, su una questione di scelte prioritarie rispetto ad altre. Per tutti questi motivi, quindi, il Gruppo di Gente di Reggio voterà contro. Esce il Sindaco Consiglieri presenti n. 36 Consigliere Mario Poli Signor Presidente, colleghi Consiglieri, anch’io voglio dare atto all’Assessore Colzi di un atteggiamento positivo rispetto ad alcune osservazioni che abbiamo fatto come opposizione, vale a dire che la mitica passerella d’oro davvero è d’oro e quindi sarà bene, nel tempo, quello che è necessario, rivedere un po’ tutto il progetto, casomai utilizzandolo per accompagnare dall’altra sponda il camminamento che è attualmente in essere sulla parte est. Quindi la nostra critica è stata sicuramente una critica centrata. Allo stesso modo condivido un giudizio generale sempre dell’Assessore Colzi su una macchina... io la definisco per abitudine tecnostruttura, ma su una macchina produttiva generale del sistema uffici del Comune, uffici e servizi del Comune, se non imballata, poco produttiva. Sotto l’aspetto dell’efficienza e dell’efficacia comincio a notare, dopo tre o quattro mesi di esperienza, che c’è qualcosa che non va. Forse bisogna assumere con modestia esempi o modelli organizzativi che vengono dal privato o da altre strutture pubbliche più efficienti di quello che non si stia dimostrando il Comune di Reggio Emilia. Ed allora, se c’è da fare una riflessione, invito chi governa, cioè la Giunta Comunale in primis, ma anche la maggioranza, ad approfondire questo ragionamento e questi input critici che noi come opposizione stiamo dando, perché effettivamente si può anche arrivare a dei risparmi robusti sotto questo aspetto. Ad esempio, anche la politica dei BOC rispetto ai mutui va in prospettiva analizzata, perché questa operazione di 6 milioni di euro è un’operazione che ammette una sola possibilità di ritorno rispetto al tasso negoziato. Viene affidata al cliente Comune o al cliente consorzio dei 53 Comuni una sola possibilità di passare dal tasso variabile al tasso fisso, solo per questo valore dei 6 milioni di euro, mentre nella politica dei mutui accesi con la Cassa Depositi e Prestiti in prospettiva, è già avvenuto anche sotto altri governi, è prevedibile anche un momento di rinegoziazione dei tassi dei mutui. Questa operazione a suo tempo ha comportato notevoli vantaggi finanziari anche per il Comune di Reggio Emilia. Allora io non so se sia saggezza e lungimiranza finanziaria spostare l’asse dei nostri debiti come Comune di Reggio Emilia solo sui BOC e non anche sulla Cassa Depositi e Prestiti. Io invito tutti quanti a fare una seria riflessione. Allo stesso modo, e non è un invito ma in questo caso è una constatazione che ha avuto anche nelle parole dell’Assessore Colzi qualche cenno critico, parlo per me stesso, per il Gruppo dell’UDC, devo dire che qui c’è una filosofia della cosiddetta spesa facile. Qui pubblicamente chiedo che al Capogruppo dell’UDC Mario Poli, il sottoscritto, sia data consegna di tutte le delibere e degli estratti dei verbali di seduta che fa la Giunta. L’ho già chiesto e non mi è arrivato niente. Anche questo non depone a favore dell’efficienza della macchina interna. Insisto per averli, perché da quegli estratti di verbale di seduta collegati ai singoli interventi, non per colpa di questa Giunta se volete l’assoluzione, ma per colpa di altre scelte, si vede che si decideva, votando anche l’immediata efficacia della delibera, in assenza di finanziamenti, perché tanto poi ci sarebbe stato, a fine anno, come 30 consuetudine, il pacchetto, il regalo sotto l’albero di Natale dei BOC. Questa è una politica amministrativa che non condividiamo per niente e che respingiamo, per cui noi voteremo contro la delibera. Grazie. Consigliere Achille Corradini L’Assessore Ferretti dice che il tasso medio sugli interessi è del 5%. Le due cifre non concordano: 162 milioni e 13 milioni non concordano. Comunque avremo modo di approfondirlo. A me fa piacere l’atteggiamento dell’Assessore Colzi. Mi fa pensare che ne trarrà vantaggio... voci indistinte in aula... E’ significativo il fatto che i suoi Consiglieri abbiano dimostrato di essere con i cittadini a Bazzarola. Io non faccio riferimento ad oggi, ho detto che ero poco informato, io mi attengo ai fatti. I suoi Consiglieri, Assessore, l’hanno dimostrato. Vorrei chiedere a Lei, Assessore Colzi, e a tutta la Giunta di valorizzare di più le competenze interne e di ricorrere il meno possibile alle competenze esterne. Ne guadagnerebbero i cittadini come i nostri professionisti, così non avrebbero bisogno sempre di piegare la testa dove vuole il... mancanza di libertà, mancanza di giustizia certe volte... Comunque, Assessore Colzi, confidiamo in Lei e in tutta la Giunta perché si dia più valore alle nostre competenze interne. Grazie. Consigliere Vanda Giampaoli Non vorrei che il nostro Assessore Colzi, che pero già noi vedevamo un po’ stiracchiata rispetto alla precedente opposizione molto calorosa che, nel posto dove adesso siede il valoroso Sassi Matteo... la Colzi, occupandolo, dava prova... breve interruzione fuori microfono del Consigliere Fornaciari... Il Consigliere Fornaciari ci richiama sempre a nome e cognome, al prenomen... Voglio dire che probabilmente c’è il ricordo, Assessore Colzi, di sue grandi battaglie che speriamo riesca a fare anche oggi, nonostante sieda dalla parte opposta, non dimenticando quelli che sono i principi, tutti ci auguriamo. Ecco perché c’è stato questo plauso, o perlomeno questo riconoscimento, di uno spirito critico che noi, Assessore, ci auguriamo che Lei non perda mai nonostante si possa trovare facilmente in stretta minoranza, in una minoranza della maggioranza. Assessore, è così, nel senso che la invito ad un controllo maggiore della spesa pubblica. Non è per metterla in difficoltà, ma mi sembra che francamente l’abbia fatto finora solo Lei, anche se questo non vuol dire che domani io e Lei ci troviamo d’accordo su delle posizioni politiche generali. Probabilmente no. Ci siamo trovate d’accordo su tante posizioni, specialmente nell’ambito dei lavori pubblici e dell’urbanistica, quando Lei era all’opposizione. Sarebbe una bella cosa se Lei, come pungolo all’interno di questa maggioranza, ricordasse che le spese che un Comune sostiene certamente andrebbero fatte con oculatezza e con precisione. Non c’è niente di strano. Credo anzi che sia il compito di un corretto amministratore. Con questo noi sappiamo che anche i suoi colleghi lo sono certamente in ugual misura. Detto questo, pochissime cose per dire al nostro Vice Sindaco, Assessore Ferretti, che io non ho voluto dire, e tranquillizzo anche il Consigliere Vecchi e l’amico Consigliere Colosimo, che l’emissione di buoni ordinari sia uno strumento finanziariamente non lecito o addirittura che sia uno strumento fallimentare. Tutt’altro, tutt’altro. Ho voluto semplicemente sottolineare il fatto che l’emissione ulteriore di buoni ordinari del tesoro, a fronte di una politica finanziaria che già da tempo, Colosimo, già da cinque anni, è stata perseguita dal Comune di Reggio Emilia, rischia di strangolarlo. E’ questo il punto. Non è lo strumento finanziario in sé, il consorzio dei 53 Comuni, per carità, questo dal punto di vista dell’operazione finanziaria in sé non è negativo. Diventa negativo quando insiste su 31 una situazione di indebitamento del Comune di Reggio Emilia che già da anni persegue lo strumento finanziario dell’emissione dei titoli del debito dell’Ente Locale. E’ questo il motivo per cui noi ci troviamo in forte perplessità e in forte dubbio sull’emissione dei BOC finalizzata a questi interventi che Lei ci ha puntualizzato, per un importo, ripeto, di 6 milioni e 400 mila euro, quindi non stiamo parlando di noccioline, come si usa dire, ma stiamo parlando di un impegno finanziario notevole. Quindi vorrei sgombrare il campo. Non è che noi siamo contro questo strumento finanziario che, se viene usato con oculatezza, con intelligenza, con ponderazione, con buonsenso, è uno strumento che per gli Enti Locali può essere utile. Ricordava il Consigliere Colosimo, e non ho dubbi a ritenere che la sua informazione sia giusta, anche se parlava di aziende municipalizzate che sono un attimino diverse rispetto all’Ente Locale, ma tant’è... breve interruzione fuori microfono del Consigliere Colosimo... Benissimo. Diciamo che lo strumento dell’emissione del titolo obbligazionario in questo caso è uno strumento finanziario e fiscale corretto. E’ nella nostra situazione, quella del Comune di Reggio Emilia, che grava su un bilancio che non è più flessibile, lo ripeto per l’ennesima volta. Come ci saltiamo fuori, Assessore? Certamente non continuando questa litania che francamente è una litania che comincia ad essere un pochino trita nella sua argomentazione di fondo, perché io credo fermamente che tutta questa situazione di indebitamento derivi anche da un bilancio, di questo vi devo dare atto, che voi vi siete trovati così com’è, cioè da una situazione di indebitamento che era quella precedente. Quindi lasciamo stare, per cortesia, i minori trasferimenti. Certo, ci sono. Io personalmente ritengo che gli Enti Locali, Assessore, debbano cominciare a gestire... Quando ricordavo il concetto del buon padre di famiglia, per l’Ente Locale questo è particolarmente valido. Credo che gli Enti Locali debbano cominciare a gestire con oculatezza le proprie finanze. Questo lo tratteremo però in altra sede. Il voto contrario, ripeto, nasce non per la critica allo strumento finanziario, ma nasce per la critica alla situazione contingente, oggettiva, che Lei ci chiede di votare oggi, che è quella di un ulteriore indebitamento del Comune per 6 milioni e 400 mila euro. Grazie. Consigliere Gabriele Fossa Beh, mi associo anch’io al coro di elogi nei confronti dell’Assessore Colzi, mi ci metto anch’io. Fa la figura del grillo parlante, attenzione che non faccia la sua fine... E’ la coscienza critica della Giunta, quindi le chiedo di stare un attimino in guardia, perché troppi elogi dalle minoranze, c’è qualcosa che non funziona... Comunque volevo dire all’Assessore Colzi che sinceramente non ho approfondito molto, però quando si parla di 367 mila euro per una passerella con un onere di progettazione di 41 mila euro vuol dire un 10,89%... siamo ai livelli di Calatrava, quindi c’è qualcosa che non funziona in questo conto. E’ una piccola “calatravata”, questa qua... Detto questo, ormai il mio intervento l’ho fatto prima sul sistema del finanziamento tramite BOC, per cui non voglio andare avanti. Dico solo che penso di questo sistema alla stessa maniera in cui Berlusconi pensa di Prodi, cioè tutto il male possibile. Non avendo nessun altro Consigliere chiesto la parola, il Presidente del Consiglio pone in votazione in forma palese, eseguita con sistema elettronico, l’approvazione della deliberazione I.D. n. 188 e ne proclama 32 il seguente esito: PRESENTI: VOTANTI: FAVOREVOLI: CONTRARI: N. N. N. N. 36 36 24 12 Giampaoli, Malato, Marziani (Forza Italia); Eboli, Lombardini, Rizzo (A.N.); Poli, Zobbi (U.D.C.); Corradini, De Lucia (Laboratorio Baldi per Reggio); Monducci (Gente di Reggio); Fossa (L.N.P.) In conformità di ciò, la Presidente proclama approvata a maggioranza la deliberazione stessa. Infine il Consiglio, ai sensi dell’art. 134, comma 4, del D.lgs. n. 267/2000, con PRESENTI: VOTANTI: FAVOREVOLI: CONTRARI: N. N. N. N. 36 36 24 12 Giampaoli, Malato, Marziani (Forza Italia); Eboli, Lombardini, Rizzo (A.N.); Poli, Zobbi (U.D.C.); Corradini, De Lucia (Laboratorio Baldi per Reggio); Monducci (Gente di Reggio); Fossa (L.N.P.) dichiara immediatamente eseguibile la deliberazione stessa. Viene introdotto in discussione il punto n. 49 dell’ordine del giorno, relativo a: “Controdeduzioni alle osservazioni ed approvazione del Piano particolareggiato di iniziativa pubblica denominato “Palazzo Ducale di Rivalta” e della relativa variante al P.R.G.” (I.D. n. 189). Intervengono nell’ordine: Assessore Ugo Ferrari Signor Presidente, signori Consiglieri, credo non sfugga a nessuno la rilevanza dell’atto che ci apprestiamo ad assumere, il quale rappresenta un ulteriore importante passo avanti per riconsegnare a Rivalta, a quella zona, ma più in generale alla città, un luogo della memoria e della storia di queste terre, credo capace, se ci impegneremo anche per il futuro, come cercherò di dimostrare, di ricreare qualità ed opportunità per il futuro e per noi stessi, in una zona e per una realtà che ha bisogno di un volano come questo. Il complesso, com’è noto, costruito dagli Estensi fra la prima metà del Settecento e la fine dello stesso secolo, riguarda ciò che rimane del Palazzo Ducale di Rivalta, della corte ducale e degli annessi giardini. E’ inserito nel contesto territoriale del Parco del Crostolo e 33 comprende la villa di Rivaltella e la villa d’Este che risalgono più o meno a quel periodo e che rispondono a varie esigenze. I primi studi di questo complesso riguardanti l’area e gli edifici risalgono agli anni Ottanta, sino alla tappa importante e rilevante di delocalizzazione del 2002 che ha consentito di acquisire al patrimonio comunale gran parte delle aree incluse nel Piano particolareggiato. Con la delibera del 16 aprile 2004 del Consiglio è stato adottato il Piano particolareggiato. Il Piano particolareggiato, come abbiamo ampiamente illustrato in sede di Commissione, comprende un’area di 267 mila metri quadri circa. Di questi, 7 mila e 290 sono destinati ad attrezzature generali, 249 mila a verde pubblico, 9 mila e 900 a parcheggi pubblici e vi sono aree private per 16 mila metri quadri. Per quanto riguarda gli usi insediabili, sono 2 mila e 500 metri quadri, che corrispondono al Palazzo Ducale, ad uso attrezzature di interesse generale, ad uso pubblico, vi sono 1.385 metri quadri di residenza e 3 mila e 90 metri quadri di terziario. Sono giunte cinque osservazioni al Piano particolareggiato, tre delle quali riguardano in sostanza la richiesta, riassumendo, di evitare l’esproprio nell’area antistante il complesso ducale tra l’attuale Statale 63 e le mura del complesso che riguardano l’ellisse, quello che ne rimane, la parte a nord, destinata dal Piano Regolatore appunto ad area al servizio del complesso stesso ed annessa da studi storici al complesso stesso, alle quali rispondiamo negativamente. Riteniamo fondamentali queste aree per il funzionamento complessivo e il rispetto dell’impianto storico del Palazzo Ducale e delle aree connesse. Rispondiamo positivamente, sostanzialmente positivamente, ad una osservazione, la n. 3, che riguarda la messa a dimora di verde per garantire la privacy di un’area privata, c’è una disponibilità ad accudire lo stesso mappale quando verrà allestito opportunamente. Su questa osservazione sostanzialmente diciamo di sì. Vi è l’osservazione n. 4 che riguarda la proprietà. E’ stata avanzata dalla ditta TECTON e dalla società “Corte Ducale di Rivalta”, ne abbiamo discusso in sede di Commissione. L’osservazione evidenzia la necessità di una regolamentazione dell’uso pubblico della cappella sconsacrata, quella che viene ricordata nelle tavole come unità 2.1.4, mediante una convenzione tra la proprietà e il Comune, integrativa della convenzione principale. Questo non era previsto all’atto dell’adozione. Ci pare un’opportunità, una necessità, e quindi viene accolta. Vi è inoltre, sempre nell’osservazione, la necessità e la richiesta, che riguarda sempre questa cappella sconsacrata, di estendere l’uso dall’attuale uso 2.6 e di aggiungere altri usi. La risposta al riguardo, per quanto ci riguarda, è la seguente: “Con la garanzia che ogni intervento sarà valutato attentamente dalla Sovrintendenza e verrà rispettato naturalmente il restauro scientifico previsto, oltre che regolamentato l’uso pubblico di questa cappella sconsacrata, di questo edificio, noi riteniamo si possano fare usi anche diversi da quelli previsti nell’adozione, estendendo la possibilità di prevedere anche per questo edificio gli usi previsti per parchi e ville, così come da PRG, compreso l’artigianato artistico.” Noi prevediamo questa possibilità perché ci pareva sbagliato escludere l’eventualità che per l’uso di questo immobile fosse possibile prevedere appunto gallerie d’arte, da collocarvi all’interno, artigianato, laboratori di restauro ed altri interventi di questa natura che con l’uso attuale non sarebbero ammessi. Questo nell’ambito di tutte le garanzie che prima ricordavo. C’è inoltre la necessità, sempre riguardante questo edificio, di precisare quello che noi consideriamo un errore cartografico ed inoltre viene richiesto di rivedere da parte della proprietà l’accessibilità al comparto anche da via Garagnani. Noi rispondiamo che al riguardo è necessario approfondire meglio la questione ed arrivare a concludere, a seguito di un approfondimento, con la disponibilità dei progetti esecutivi. Inoltre sono stati accolti una serie di rilievi riferiti ad errori materiali. Questo per quanto riguarda le controdeduzioni. 34 Vorrei cogliere l’occasione anche per ricordare l’impegno dell’Amministrazione Comunale ad intervenire concretamente, a partire dal prossimo anno, nel recupero di questo complesso, naturalmente in collaborazione con la Soprintendenza e con tutti i soggetti interessati. Intanto ricordiamo il recente intervento di messa in sicurezza e di pulizia del complesso delle settimane scorse e ricordiamo inoltre che in bilancio abbiamo previsto l’acquisizione delle aree di pertinenza, la parte nord dell’ellisse che prima richiamavo, oltre ai primi investimenti sul recupero del Palazzo Ducale e sul parco per complessivi 1 milione e 900 mila euro nel triennio, a fronte di un costo stimato del recupero dell’intero complesso che si aggira attorno ai 6 milioni e mezzo di euro. La Giunta e gli Assessori, è già in corso questo lavoro, dovranno proseguire nell’approfondimento della destinazione d’uso di questo complesso per restituirlo alla sua vocazione, naturalmente tradotta nell’esigenza della fase attuale, nella sua valorizzazione e nella riconsegna a quel territorio e alla città. Non si esclude al riguardo che possano essere coinvolti anche soggetti privati nell’ambito di un progetto e di una serie di obiettivi che l’Amministrazione pubblica ha già fissato e che preciserà meglio nel lavoro che ci attende. Grazie. Esce la Consigliera Donelli Consiglieri presenti n. 35 Consigliere Tarcisio Zobbi Il Piano presentato oggi ha alcuni mesi di vita ed oggi l’Assessore ha esposto quali sono le determinazioni della Giunta in ordine alle osservazioni presentate. Però, proprio per cercare di costruire, se non una storia, un metodo di lavoro sui Piani particolareggiati, io vorrei ricordare all’Amministrazione, alla maggioranza, quindi all’Assessore, che nell’ultimo Consiglio Comunale noi abbiamo votato, e io ho votato contro, ma la maggioranza dei Consiglieri del Consiglio ha votato a favore, un Ordine del Giorno presentato dalla maggioranza stessa, dove si fanno specifiche prescrizioni ad un Piano particolareggiato, in quel caso quello delle Acque Chiare, che però si è inteso essere un metodo nuovo, sperimentale, così è stato definito dall’Assessore, che deve accompagnare l’approvazione dei Piani particolareggiati. Ora, è chiaro, qui siamo in sede di discussione delle osservazioni presentate, però è certamente un iter di Piano particolareggiato non ancora perfezionato. Ed allora chiedo all’Assessore: cosa ne facciamo del voto del Consiglio Comunale fatto quattro giorni fa a maggioranza, che recita testualmente: “Il Consiglio Comunale impegna la Giunta ad effettuare, all’atto dell’approvazione del Piano, una valutazione degli effetti dell’insieme delle previsioni urbanistiche in relazione al contesto locale, ambientale, viabilistico della zona interessata e ad attuare le misure conseguenti”? Se il Consiglio è sovrano, e tale mi pare che sia nei confronti della Giunta, io credo che la Giunta, essendo questo voto intervenuto quattro giorni or sono, debba rispondere al voto del Consiglio quando si parla di Piani particolareggiati, anche perché si è detto che queste prescrizioni sono applicate in via sperimentale a seguito della nuova normativa europea e regionale in questo settore. Chiedo quindi: il voto del Consiglio Comunale della scorsa seduta era un voto ad hoc sulle Acque Chiare, cioè doveva riguardare soltanto quel Piano particolareggiato, o era, ed è, come è stato affermato dall’Assessore, la costruzione di un novello meccanismo che è collaterale all’approvazione dei Piani? Se fosse il primo caso, considerando che siamo nell’ambito del Parco del Crostolo, non è che vi sia minore sensibilità ambientale rispetto alle Acque Chiare. Considerando la natura storica, architettonica ed artistica 35 dell’intervento, non è che vi sia minore sensibilità che sulle Acque Chiare, quindi, se il voto del Consiglio Comunale fosse da interpretare, ci si dica come va interpretato. In questo caso lo dica la maggioranza o lo dica l’Assessore se con la maggioranza ha ragionato, perché se era ad hoc per le Acque Chiare, questo voto, si dovrà giustificare perché solo in quel Piano particolareggiato vale un criterio ritenuto sperimentale e di generale validità; se invece così non è, si dovrà riconoscere che la metodologia oggi presentata dall’Assessore necessita di essere spiegata o frenata o cambiata, perché se questa è una disposizione del Consiglio Comunale sovrano mi sembra che la Giunta vi si debba attenere. Per attenersi a questa disposizione, pur essendo un iter di perfezionamento del Piano, la Giunta potrebbe anche dire: “Non lo facciamo questa volta perché siamo in iter, ma dal prossimo Piano particolareggiato tutti i Piani saranno soggetti a questa nuova disciplina che il Consiglio Comunale ha voluto.” Comunque una spiegazione ci deve essere, perché è vero che il Consigliere Colosimo mi ha replicato che di questo Ordine del Giorno non ha scritto neanche un rigo e che quindi è destituito di ogni responsabilità, però l’Ordine del Giorno lo ha votato. Visto che io so che il Consigliere Colosimo ci tiene ad essere autorevole e ad essere ascoltato, a far sì che i voti che ha espresso in Consiglio Comunale abbiano peso e non siano una foglia d’autunno che scende a terra dolcemente, sono convinto che sia nel suo primario interesse quello di far rispettare una cosa che ha votato, che quantomeno va spiegata. Assessore Ferrari, io le pongo questi quesiti, questi argomenti, perché l’altra volta sono rimasto coinvolto dalla discussione che non ritengo possa essere episodica, ma che credo debba diventare, così come è stato presentato, prassi. E la prassi vale sempre, non vale a seconda dei casi. In più, avendo partecipato con il voto contrario a determinare il numero legale dei lavori del Consiglio, e quindi a determinare la validità di questo Ordine del Giorno presentato dalla maggioranza DS, Margherita, Comunisti Italiani, non c’era Rifondazione Comunista nella firma sotto questo Ordine del Giorno, ma era una maggioranza qualificata, ritengo che si debba ragionare del voto espresso e dei suoi effetti. Grazie. Consigliere Gabriele Fossa Io intervengo su questo problema perché il caso della Reggia di Rivalta è un classico caso di una buona idea partorita male, perché approfitto per ricordare agli under 30, e ai nuovi Consiglieri, quello che è successo nella passata consigliatura, ne faccio la cronistoria, perché magari uno parte da adesso e pensa che tutto vada bene. E’ un po’ come la storia della bandiera. Avete guardato dal tal giorno in avanti, non avete guardato quello che è successo prima. La stessa cosa qui. Ora, il 13 aprile del 2001, basta guardare una visura camerale, non è che ci voglia tanto, si costituì una società che si chiama “La Reggia di Rivalta” che ha tre soci che sono padroni anche di un terreno agricolo in via Clelia Fano, un terreno, questo, che nel Piano Regolatore era previsto agricolo e non era previsto nel Piano Regolatore da delocalizzare. Questi tre soci fanno una società che ha come oggetto sociale la lottizzazione e la vendita di aree fabbricabili. In data 10 luglio del 2002 la società “La Reggia di Rivalta” chiede la delocalizzazione dei volumi in via Clelia Fano. Il 17 fa la domanda. Il 22 dicembre del 2002 in questo Consiglio viene votata la delocalizzazione e il 31 dicembre i soci vendono alla TECTON. E’ una cosa che c’è nella visura camerale, quindi non sono segreti, niente di nuovo. Quindi, dicevo prima, una cosa che forse era una bella idea lascia dei dubbi un pochino pesanti sulla volontà dell’Amministrazione Comunale precedente, che questa ovviamente deve portare avanti. E’ un pochino strana tutta l’operazione, mi sa molto più di speculazione edilizia che di vero interesse al recupero o comunque l’interesse al recupero 36 era forse secondario al vero obiettivo che era la speculazione edilizia sui terreni di via Clelia Fano, messa in atto in questo modo. La dimostrazione è che il 13 gennaio il Comune trasmette tutto, dà il via libera. Quindi in 13 giorni hanno fatto quello che non farebbero mai per nessun altro in mesi di tempo. Quindi, siccome questa storia nasce secondo me viziata da questa gestione di tutta la partita che mi sembra, torno a ripetere, più finalizzata a certi obiettivi che ad altri, come allora non no potuto, così non darò oggi il mio voto favorevole, perché non voglio essere complice di questa operazione. Consigliere Antonio Rizzo Su questo Piano Alleanza Nazionale due anni fa era favorevole all’acquisizione dell’ex proprietà di Palazzo Ducale. Abbiamo votato a favore dell’emendamento, ma tuttora notiamo dei gravi adempimenti non eseguiti da parte della Giunta. L’Assessore ha dimenticato di sottolineare che il Comune non ha acquisito Palazzo Ducale, ma solo la proprietà del verde di Palazzo Ducale. La proprietà dell’ex chiesa e della corte ducale è tuttora della TECTON, quindi l’unica parte interessante e veramente utile, cioè il risanamento del Palazzo Ducale ristabilito dal Comune di Reggio, non c’è. Esistono solo i giardini, vengono riconsegnati solo i giardini al Comune di Reggio. Un’altra cosa da sottolineare è che tutte le osservazioni, molto interessanti, da parte dei cittadini reggiani sull’esproprio di certe zone, di certi mappali, per poter recuperare cubatura edificabile, vengono poi rigirate alla TECTON per aumentare l’edificabilità del Palazzo Ducale. L’unica osservazione che l’Assessore giustamente ha accolto è quella da parte della TECTON per il cambio di destinazione d’uso della corte, cioè trasformare una parte adibita ad uso culturale ad uso terziario o ad uso di piccole attività artigianali. A questo punto mi chiedo: ma l’acquisizione di Palazzo Ducale l’abbiamo fatta per la TECTON o l’abbiamo fatta per i cittadini reggiani? I giardini noi li facciamo, sì, perché recuperiamo un pezzo importantissimo per Reggio Emilia, ma per chi? Per i cittadini o per delle imprese? Ed allora perché ancora adesso la zona di proprietà privata non è stato possibile acquistarla o acquisirla ma viene lasciata ai privati per poterci fare quello che vogliono? Chiedono un cambio di destinazione d’uso e noi cosa facciamo? Lo accettiamo, tanto a noi non interessa. Per noi l’importante è avere i giardini e basta. No, non penso. La cosa importante per i cittadini reggiani è recuperare tutta la zona della corte ducale, la chiesa e soprattutto la corte. Questo non è stato fatto da parte del Comune, ma è stata acquisita solo una parte adibita a giardini che, sì, verrà abbellita e ricostruita, ma i piani di quella delibera del 2002 non erano assolutamente questi, bensì il recupero di tutta la zona. Ripeto, una cosa mi sembra quasi allucinante dirla: l’osservazione n. 2 prevede l’acquisizione da parte del Comune di una parte di un mappale della corte ducale per poi recuperare della cubatura utile per edificare. Non viene ascoltata questa opinione e, anzi, ho visto che l’Assessore addirittura ci ha ripianato sopra dicendo: “Sì, tre osservazioni riguardano il complesso di quella zona. Noi le abbiamo rifiutate.” Non ha specificato il perché vengono rifiutate e non ha specificato neanche cosa riguardavano quelle osservazioni. Ripeto, l’unica cosa da accettare è quella del cambio di destinazione d’uso che può arricchire la zona abbellendola e tutto quanto. No, questo ad Alleanza Nazionale non sta bene. Alleanza Nazionale nel 2002 ha votato a favore dell’acquisizione di tutta la corte ducale e non solo dei giardini. Grazie. Escono i Consiglieri Dolci e Eboli Consiglieri presenti n. 33 37 Consigliere Vanda Giampaoli Il Consigliere Fossa ha ben ricordato, perché lo ricordiamo anche noi che eravamo nella scorsa consigliatura, questo particolare di non poco conto che proprio lui evidenziò, non ricordavo la data precisa, mi pare nel dicembre 2002. A quella data, in una seduta di Commissione consiliare evidenziò già allora, e noi sostenemmo come Forza Italia questa posizione che era venuta alla luce da questa visura che era stata fatta dal collega Fossa, come dietro a questo Piano di iniziativa pubblica che tende a rivalorizzare questo Palazzo Ducale fosse nascosta in realtà una grossa operazione edilizia a favore di una società certamente amica del Comune di Reggio Emilia, che è appunto la società TECTON. Questo perché? Perché risultava e risulta da una visura camerale che i proprietari iniziali del parco ducale, ovverosia la società “La Reggia di Rivalta” Srl, cedettero le proprie quote, quindi la società di fatto, come ha già evidenziato giustamente il collega, con un trasferimento di quote sociali il 31 dicembre 2002 alla società TECTON, società cooperativa a responsabilità limitata, la quale società cooperativa a responsabilità limitata noi riteniamo certamenteavrà qualche aggancio e qualche collegamento con la Giunta... se non altro avranno discusso, Assessore, di questo Piano particolareggiato. Ecco perché noi già da allora votammo contro, perché questa operazione ci suonava come un’operazione di carattere edilizio che francamente agevolava questa società cooperativa che è la TECTON che non vogliamo dire che sia una società che lavora male, meglio o peggio di qualcun altro, semplicemente volevamo capire quali erano i motivi per i quali si progettava dal punto di vista urbanistico a favore della Reggia di Rivalta di proprietà della TECTON. I dubbi rimangono ancora, li hanno bene evidenziati i colleghi, li ha bene evidenziati il collega Rizzo, li ha bene evidenziati anche Zobbi quando dice: “Ma se noi quattro giorni fa, parlando di un Piano particolareggiato, abbiamo detto... - salvo che non riteniamo che questo Ordine del Giorno fosse solo da imputarsi strettamente al progetto delle Acque Chiare, e questo in effetti l’Assessore lo ha detto facendone una sorta di nuova bandiera dell’urbanistica reggiana - che andiamo a valutare gli effetti d’insieme delle previsioni urbanistiche in relazione al contesto ambientale, viabilistico, locale eccetera eccetera?” Allora tutte queste belle parole, Assessore, hanno un senso o no? Noi andiamo a fare una valutazione oggettiva di questo Piano particolareggiato di iniziativa pubblica che dovrebbe riportare ai suoi passati fasti il Palazzo Ducale di Rivalta o no? Lo valutiamo in maniera sintetica, obiettiva e puntuale o no? Vede, il recupero di quest’area non può che stare a cuore a tutti noi cittadini reggiani, e quindi sta a cuore a tutti coloro che compongono il Consiglio Comunale, maggioranza ed opposizione, ma i contrasti e le cose stridenti cominciano a venire alla luce quando non si capisce come voglia essere progettato questo Piano particolareggiato, perché quali sono le destinazioni d’uso pubblico? Quali sono le destinazioni e i servizi che si vogliono dare a questo recupero urbanistico? Ci facciamo da un lato, pare, un bar, in una zona vicina alla chiesa, dall’altro lato chissà cosa ci faremo. Allora voi capite che il sospetto di creare un Piano particolareggiato ad hoc, cioè a misura del proprietario, è un sospetto molto forte, è il sospetto che quindi non ci sia chiarezza da parte dell’Amministrazione, anche qui, Assessore, anche qui. Voi ci fornite dei documenti che sono, mi permetta, una cosa risibile, sono composti di pochi fogliettini e di una planimetria che la metà delle volte non è neanche completa ed è pure tagliata, come è stato l’altra volta in occasione del Piano particolareggiato definito Parco delle Acque Chiare, ma di fatto non abbiamo certamente chiari quali sono i servizi che qui l’Amministrazione vuole inserire, cosa vuole farne in realtà di questo Parco Ducale. 38 Allora, ripeto, quel sospetto che noi qui abbiamo evidenziato, quella carenza totale, Assessore Ferrari, totale, di coinvolgimento di cui Lei tanto parla nel fare questi Piani particolareggiati è all’evidenza, salta all’occhio, e quindi non può certamente vedere l’appoggio dell’opposizione che, ripeto, dal punto di vista progettuale e concettuale è sì per il recupero di un parco che diventa a beneficio di tutti i cittadini, ma purché questo sia veramente a beneficio di tutti i cittadini e non di qualche impresa amica o che l’Amministrazione ritiene che costruisca meglio di altre chissà in base a quale criterio. Ripeto, anche qui ci vuole trasparenza e chiarezza su quelli che sono i servizi e sull’utilizzo di questo edificio, di questa corte che deve essere recuperata dal punto di vista urbanistico. Chiarezza, Assessore Ferrari, che noi non abbiamo, a meno che Lei non intenda ripresentarcelo, come giustamente evidenziava e chiedeva di fatto il collega Zobbi, e io lo sottoscrivo, in maniera più chiara, chiarendo ed esplicando quali sono i servizi che andranno ad essere effettuati e quali sono le destinazioni d’uso pubblico di questo progetto, perché qui noi non le conosciamo e quindi a queste condizioni non appoggiamo questo Piano particolareggiato e voteremo contro. Escono i Consiglieri De Lucia e Riva Consiglieri presenti n. 31 Consigliere Ivano Ballarini Si discute qui di un Piano particolareggiato di grande qualità, che consentirà di avviare gli interventi di recupero della villa, del Palazzo Ducale e del suo parco. Ricordo che i numeri sono 283 mila metri quadrati di area, 267 mila metri quadrati di proprietà pubblica. Mi sembra che con l’operazione attivata con la delocalizzazione si sia riusciti a portare al patrimonio pubblico un’area fondamentale per quel quadrante della città dal punto di vista del verde che si porta a casa e dal punto di vista del contenuto culturale che questa Amministrazione, come l’Amministrazione precedente, è in condizioni di proporre per quella parte di città e per la città intera. Si completa un iter complesso approvando definitivamente un progetto che io giudico rigoroso per urbanistica ed architettura, per qualità e per suggestione del progetto stesso. Nel progetto si identificano tre aree: innanzitutto l’area pubblica, cioè l’ala nobile del palazzo, sulla quale occorre fin d’ora approfondire contenuti e possibili destinazioni d’uso. Consigliere Giampaoli, non è proprio dello strumento del Piano particolareggiato definire i contenuti da inserire all’interno di quell’edificio, questo attiene ad una fase di programmazione successiva. Il Piano particolareggiato è uno strumento che mette in condizioni gli operatori di attivare i processi, di definire le legittimità urbanistiche. Quella fase è una fase che viene un attimino dopo. Questa fase è una fase che ci dice che l’ala nobiliare deve essere recuperata, deve essere recuperata per funzioni pubbliche e viene destinata per intero alla collettività. Questo è il ragionamento politico che viene fatto attraverso questo Piano particolareggiato. Fra l’altro rispetto all’acquisizione complessiva dell’immobile l’impegno finanziario che è richiesto è assolutamente ingente. Solo una polemica pretestuosa può arrivare a dire che questo Piano deve stare fermo perché il Comune avrebbe dovuto acquisire l’insieme di quegli edifici e di quell’area. Ricordo che sulla parte pubblica abbiamo 2 mila e 500 metri quadrati di superficie utile; sulla corte rurale, nella quale si concentreranno gli usi direzionali e terziari, abbiamo 3 mila metri quadri di superficie; poi c’è una piccola parte che è destinata a residenza per altri mille e 300 metri. L’impegno che è richiesto al Comune per recuperare le parti pubbliche è un impegno di 6 milioni di euro. Allora, veniamo da una discussione che abbiamo fatto circa i BOC e circa la tipologia di investimenti che occorre mettere in piedi in questa Amministrazione, quanto ci pesino e ci 39 gravino sul bilancio comunale. Invito l’opposizione a fare ragionamenti coerenti. Non è che il punto prima possiamo fare certi discorsi e il punto dopo invece dobbiamo acquisire anche un patrimonio che non è strategicamente utilizzabile per servizi comunali. Credo che qui occorra invitare l’opposizione ad una coerenza su questo aspetto. Concordo con le proposte degli uffici per quanto riguarda le controdeduzioni. Mi sembra che anche la storia legata alla controdeduzione n. 4 della TECTON sia una polemica un po’ pretestuosa, perché in questa logica che abbiamo definito un salotto bello della città, nel quale abbiamo la parte pubblica con il Palazzo Ducale recuperato, la parte privata che si sviluppa all’interno della corte rurale, con destinazioni d’uso terziario o direzionale rispettose della qualità architettonica del sito e della valenza architettonica ed ambientale del sito, garantite dall’insieme della normativa che è stata messa in essere, credo che in questo ragionamento ci stia pienamente quella che è l’integrazione della destinazione d’uso sul chiesolino, garantito come l’ha garantito l’Assessore nella proposta di deliberazione, e che questo non significhi sposare le convenienze economiche di quel particolare operatore. Credo che da questo punto di vista ci sia stato un mix di distribuzione e di convenienze che consente al pubblico di mettere in essere un suo intervento su un quadrante così strategico e al privato di potere fare quel tipo di intervento sulla rimanente parte di patrimonio che è lì presente, che non sarebbe assolutamente stato possibile per il Comune recuperare per usi che non sono propri e congruenti con il Comune stesso. Il nostro problema sarà questi 2 mila e 500 metri quadrati di area come utilizzarli in accordo con la Circoscrizione e come riuscire poi a finanziare questo tipo di recupero. Per ultima una nota attorno a ciò che chiedeva il Consigliere Zobbi circa lo strumento della dichiarazione di sintesi. I dati che ho dato prima sulla quantità edilizia dell’intervento e il fatto che il Piano particolareggiato è di iniziativa pubblica, oltre al fatto che gli obiettivi di qualità sono indicati tutti all’interno del Piano particolareggiato, mi pare che rendano pretestuosa la richiesta del sospendere questa delibera e di ritornare in Commissione nuovamente per adottare o per ricercare una dichiarazione di sintesi che è contenuta pienamente all’interno dello strumento che vogliamo adottare. Credo che questo sia un tentativo dell’opposizione, ancora una volta, di adottare tattiche dilatorie per ingessare l’attività urbanistica reggiana. Esce il Consigliere Lombardini Consiglieri presenti n. 30 Consigliere Mario Monducci Devo dire che non è l’approdo di questa delibera nella parte conclusiva con le prospettive di utilizzazione migliorative della Reggia di Rivalta che mi fanno velo rispetto al voto che dobbiamo assumere. A differenza di altri colleghi che mi hanno preceduto, non ero in questo Consiglio Comunale nella legislatura precedente, però la concatenazione cronologica degli avvenimenti e in particolar modo, questo lo devo sottolineare e ribadire, perché io credo che se è legittimo, e mi capirà certamente l’Assessore Ferrari che è persona competente e direi anche attenta alle posizioni che vengono espresse dai vari Gruppi consiliari, dicevo che io credo che se è legittimo, e d’altronde indubbiamente sarà stato legittimo, perché su questo concetto si è costruito il Piano Regolatore vigente, dicevo che se è legittimo il concetto di perequazione, di urbanistica perequativa e di urbanistica di trasferimento o di delocalizzazione, credo che sia altrettanto legittima la mia presa di posizione che, questa sì, è una presa di posizione ideologica. Io sono contrario ideologicamente a questo modo di fare urbanistica. Questo ho avuto modo di dirlo in 40 epoca pregressa e non sospetta. Non è quindi che mi faccia velo questo tipo di intervento rispetto a qualche altro tipo di intervento. Io credo che questa filosofia abbia creato dei guasti e dei danni alla nostra città e purtroppo temo fortemente, se non vi saranno correzioni di rotta radicali in corsa, che ulteriori danni potrà creare ai nostri concittadini, alla gestione e all’uso del territorio. Beh, solo per rimanere al tema credo sia legittimo porsi una domanda, e cioè: alla fine di questa vicenda, anche se fosse vero, come indubbiamente è, non voglio metterlo in discussione perché il collega architetto Ballarini è persona competente e la relazione che ci è stata fornita in Commissione consiliare era una relazione ricca di elementi e di contenuti di qualificazione urbanistica e territoriale... però la domanda che io formulo, che secondo me ha una risposta implicita, quantomeno io la risposta in sede politica ce l’ho, quindi sulla scorta di questa domanda che potrei definire retorica e della risposta che mi formulo necessariamente non posso approvare questo tipo di impostazione e questo tipo di delibera, è la seguente: qual è il costo? Qual è il prezzo in termini di qualità, in termini di trasparenza, in termini economici per la nostra collettività? Beh, il costo intanto credo sia un costo pesantemente già sostenuto, perché io credo che l’intervento delocalizzato in via Fano, area precedentemente destinata a verde pubblico, sia un intervento che io in modo del tutto eufemistico vorrei definire discutibile, e non voglio spingermi oltre per il rispetto per le persone che indubbiamente in buona fede avranno lavorato a questo tipo di soluzione. Quindi io credo che l’obiettivo di fondo fosse un obiettivo probabilmente nobile, un obiettivo che si poteva perseguire. Credo che lo si sia perseguito male, malamente, pagando un prezzo troppo alto, un pedaggio pesante da parte della collettività, e quindi credo che al di là di quello che potrà divenire e potrà essere questo tipo di intervento, che è il frutto di questo modo di fare urbanistica, non potrò assolutamente accettarlo, quantomeno questo è il parere di Gente di Reggio. Assessore Ugo Ferrari Io cercherò di fornire alcune risposte, ma anche di diradare una sorta di polverone attorno a questa vicenda che alcuni interventi rischiano di innalzare, forse anche per incomprensione degli atti che abbiamo presentato e della discussione che c’è stata. Intanto, per quanto riguarda il metodo, la prima questione che ha posto Zobbi, noi abbiamo approvato un Ordine del Giorno, come maggioranza, che diceva le cose ricordate. In quel caso si riferiva specificatamente al complesso di interventi che riguardavano via Cugini, via Daniele da Torricella e via Monti, ma abbiamo aggiunto nella discussione che questo è un metodo che per noi rappresenta il riferimento e il modo di lavorare per quanto riguarda la presentazione di Piani futuri. Naturalmente, ed era implicito, ci riferiamo e ci riferivamo a quei Piani che hanno un impatto e un peso urbanistico di rilievo sul territorio, non abbiamo affatto pensato che tutti i Piani debbano essere corredati da una valutazione di sostenibilità o quantomeno mutuando da quelle norme, da quelle leggi, da quella filosofia, da quella cultura. Nel caso di Rivalta, quindi, non avrebbe senso. Noi stiamo parlando del recupero scientifico di volumetrie esistenti, peraltro rispetto ad un’area di dimensioni molto contenute, si rilevano solo benefici da quell’intervento per la città e per le popolazioni. Le controindicazioni per questo intervento sono pressoché inesistenti. Procederemo in questo caso, e rispondo ad un’altra domanda, all’esproprio, ampiamente previsto già con l’approvazione del Piano Regolatore Generale, di quell’emiciclo che era compreso nell’antico complesso del Palazzo Ducale e delle sue pertinenze. Il fatto che andiamo ad espropriare quell’area, ampiamente annunciato, non aggiunge, lo dico al Consigliere Rizzo, un metro cubo di volumetria a nessuno. Con queste 41 controdeduzioni non aggiungiamo un metro cubo di volumetrie a nessuno. Andiamo solo a precisare alcune questioni. La delocalizzazione su via Clelia Fano, vorrei ricordarlo, ha riguardato esattamente il volume esistente del Palazzo Ducale, non un metro di più del Palazzo Ducale che è stato ceduto in proprietà all’Amministrazione Comunale, compresi i 22 ettari circa di terreno circostante. Io poi in generale sulla perequazione ho un giudizio diverso, com’è noto. La perequazione, se usata con oculatezza, trasparenza e giudizio, consente di realizzare pezzi di città pubblica e di dare risposte ai cittadini. E’ avvenuto in passato e credo avverrà anche in futuro. E’ contemplata come azione innovativa nelle proposte di legge del Centrosinistra che giacciono in Parlamento. E’ una delle azioni innovative delle leggi regionali dell’Emilia e della Toscana, fatte in modo trasparente, pubblico, con obiettivi chiari. Su questo punto specifico non vi è dubbio che sia così. Per quanto riguarda la risposta alle osservazioni della proprietà, dico e ricordo che non aggiungono valore a quelle proprietà, nel senso che abbiamo precisato semplicemente che nella cappella sconsacrata è possibile oggi, a differenza dell’adozione, inserire anche una serie di attività di qualità che prima ricordavo. Mi pareva sbagliato precludere questa possibilità in partenza. In ogni caso, come abbiamo scritto in delibera, ci sarà una convenzione per l’uso pubblico di quel luogo, parlo di 100 metri quadri su 7 mila e 100 complessivi, e ci siamo impegnati a presentare in Commissione lo schema di convenzione e la destinazione d’uso, per evitare ogni dubbio su cosa può accadere lì dentro. Sappiate, ma pare sia consapevolezza di tutti, che ogni scalpellata in quel luogo verrà concordata con la Sovrintendenza, rigorosamente dentro alle regole del recupero scientifico. Mi spiace, mi auguravo fosse possibile trovare un consenso unanime su un’opera del genere da parte del Consiglio. Naturalmente ne prendo atto. Io credo che sia una grande opportunità per quella zona e per la città. Oggi abbiamo fatto un passo avanti. Dicevo nella mia introduzione che l’Amministrazione Comunale non solo si riserva ulteriori approfondimenti che sono propri di una fase esecutiva, ma ha già una serie di indicazioni e di obiettivi generali al riguardo, tant’è che ha già messo a bilancio 1 milione e 900 mila euro per iniziare il recupero di quel luogo. Andremo avanti discutendo con i soggetti interessati e con la Sovrintendenza, nel rapporto positivo tra i vari Assessorati e le varie competenze, con la Circoscrizione e con tutti coloro che vorranno, assieme all’Amministrazione Comunale, restituire un luogo di così alto pregio per la città e per quella zona. Io ringrazio i tecnici, i dirigenti che hanno seguito l’iter complessivo di questo Piano e che hanno prodotto, con i professionisti, un progetto di alta qualità. Naturalmente siamo al Piano urbanistico, non siamo ai dettagli tecnici. Su questo punto vorrei ricordare che non solo la progettazione si è sviluppata nel complesso di cui stiamo discutendo (Palazzo Ducale, corte ducale e parco), ma è il Parco del Crostolo nel suo complesso sul quale si è sviluppata una progettazione elevata che deve trovare una sua naturale evoluzione e conclusione, che offrirà alla città, non solo a quella zona, una grande occasione di rilancio. Per dichiarazione di voto, intervengono nell’ordine: 42 Consigliere Gabriele Fossa Quello che mi ha colpito degli interventi precedenti è stato il silenzio della stragrande parte della maggioranza. La difesa d’ufficio è stata lasciata praticamente ad un neo Consigliere, Ballarini, che è un tecnico, però lui non c’era prima, quindi forse non sapeva, e hanno lasciato all’Assessore Ferrari l’atto dovuto di difendere. Invece i Comunisti Italiani, i Rifondaroli comunisti e i paladini del verde... i paladini del verde sono spariti, non si sa più dove sono finiti, si sono eclissati, sono stati tutti zitti e non dicono nulla. I casi sono due: o perché non c’eravate, Vena, e quindi non potevate sapere, oppure la vergogna di questa operazione è talmente tanta che vi impedisce di parlare. L’avvocato Fornaciari però c’era, quindi la storia la conosce bene. Anzi, si era scandalizzato tempo fa dell’operazione, se ben ricordo. Dico bene, Fornaciari? Lui non vede e non sente. Quindi o la vergogna è talmente elevata che nessuno di voi è voluto intervenire... Capisco che sia impossibile tornare indietro su questa operazione, soprattutto per questa Amministrazione che ha ereditato l’affare o quanto meno l’operazione dalla precedente, però si poteva e si può ancora porre rimedio a questa operazione per non sommare al danno anche la beffa. Ricordo ancora una volta il danno dell’inqualificabile speculazione edilizia perpetrata ai danni della zona verde di via Clelia Fano che, ricordiamo, si è dovuta fare semplicemente per un motivo: sì, è vero che c’è stato un trasferimento pari pari di volume, non poteva essere altrimenti se si chiama delocalizzazione, da lì a via Fano, ma perché? Perché quelli avevano solo quel terreno di proprietà e quindi non potevano trasferirlo a Mancasale o in un’altra zona più idonea. I soci di questa società avevano quel terreno, non potevano fare altrimenti che trasferirlo lì. Quindi non è vero quello che dice Ferrari. La delocalizzazione in via Fano ha detto che è stata effettuata regolarmente. Sì, è vero, l’avete fatta regolarmente trasferendo i volumi pari pari, ma non si poteva fare in altro posto, perché la proprietà del terreno era quella, quindi dove la potevate trasferire, se non lì da loro? Altro argomento. Il danno ambientale che ne deriverà è stato appunto quello della distruzione del verde di via Fano. Poi Ferrari diceva: “Non si aggiunge un metro cubo”, si vanta di dire che non si è aggiunto un metro cubo. E’ come dire che non si fa nessuna speculazione. Io non sono un urbanista né niente, però un metro cubo di volume di un fabbricato agricolo secondo Lei vale quanto un metro cubo di un fabbricato ad uso commerciale? Non lo so io! Quindi cosa c’entra l’unità di misura del metro cubo? Guardiamo la destinazione d’uso, che è quella che fa la differenza sul metro cubo. Quindi, anche se dite che non viene aggiunto nessun metro cubo, cambiate la destinazione d’uso e ne date una di pregio, di valore: ecco allora che quel metro cubo che costava prima uno dopo costa dieci. Quindi il giochetto è tutto lì nelle speculazioni edilizie, nei cambi delle destinazioni d’uso. Sono questi i giochetti che vengono fatti per garantire i guadagni, le speculazioni. Quindi, vede, sono tutti un pochino labili i motivi che vengono portati a giustificazione dell’operazione. Ormai purtroppo il danno è stato fatto, come dicevo prima, e quindi mi rivolgo a quei Consiglieri che, come dicevo prima, per pudore probabilmente non sono voluti intervenire, ma che fanno ancora in tempo a ripensarci. Non dico di votare contro, ma quantomeno di astenersi, che abbiano un momento di orgoglio e non subiscano passivamente quello che è stato fatto. Visto che vi siete sempre dichiarati come una nuova Amministrazione, in discontinuità, fatecelo vedere. Fate qualcosa di Sinistra, io dico! Fate qualcosa di Sinistra. Fate vedere che veramente siete in discontinuità con il passato. Questa operazione è peggio della Milano Due di Berlusconi, non so se mi spiego! Se tanto mi dà tanto, siamo allo stesso livello. 43 Entrano i Consiglieri Riva e Lombardini Consiglieri presenti n. 32 Consigliere Mario Poli Signor Presidente, colleghi Consiglieri, io non ero presente nella corsa consigliatura, quindi sui temi di carattere generale mi attengo a quanto ha già esposto il mio amico di Gruppo, Zobbi. Mi interessa però rilevare una cosa ed esprimere una mia delusione personale per come l’Assessore Ferrari ha riportato in Consiglio Comunale questo progetto, questa delibera, perché nella Commissione di pochi giorni fa su questo specifico argomento c’era stata una serie di colleghi Consiglieri che sul punto specifico della controdeduzione della TECTON avevano sollevato delle contrarietà. Oggi o fanno i pesci in barile oppure sono assenti. Mi riferisco esattamente al Consigliere Fornaciari che si era espresso contro, al Consigliere di Rifondazione Comunista, l’amico e compagno Sassi, che si era espresso contro, mi riferisco alla Donelli che non si è capito bene cosa abbia detto, ma che comunque non amava quella controdeduzione. Lei si era impegnato a riflettere sulle argomentazioni che noi avevamo portato. Lei, Assessore Ferrari, non ha cambiato una virgola del testo che è stato portato in Commissione e, ho anche gli appunti delle sue affermazioni, Lei aveva detto che non aveva difficoltà a tornare indietro, ma avrebbe avuto dei timori. Devo dire che questi suoi timori sono stati talmente forti che non ha cambiato il testo. Allora le motivazioni della mia posizione contraria alle controdeduzioni della TECTON sono tutte di natura culturale, diciamo così, perché lì c’è, è evidente, una controdeduzione che tende a far cadere quella che è l’impostazione originale della Giunta, vale a dire a far cadere la destinazione d’uso della chiesa che non è una cappella, non è un qualcosa... è il pezzo più grosso di tutta la corte rurale. Non so se qualcuno di voi è andato là. Io ci sono andato ed è una signora chiesa, non è un tabernacolo messo lì. Dentro a quella chiesa che è stata ripristinata, o di cui è in atto il ripristino, c’è la dichiarazione di volontà della TECTON di portare un bar o un ristorante. Allora, amici de La Margherita che fate finta che non sia dentro il pubblico la destinazione del bar e del ristorante, vi prego di andarvi a riprendere i verbali della seduta della Commissione quando tutti, a partire dall’Assessore, affermavano che la richiesta della TECTON era finalizzata ad aprire un bar o un ristorante nella chiesa, perché in questo modo si dava vivacità al complesso. Siccome il complesso non è piccolo come metratura, l’eventuale bar o ristorante si può fare anche in altre parti della corte rurale, non solo dentro alla chiesa, quando quella chiesa, pur sconsacrata, rappresenta anche dal punto di vista oggettivo un ricordo caro a tanti di noi, non a tutti. Quella chiesa era sì, con una buona intenzione, destinata a rappresentazioni culturali o a rappresentazioni di laboratori eccetera, eccetera, ma qui dentro in modo occulto si fa passare questa controdeduzione della TECTON, che è una controdeduzione che non ha ragione d’essere nella misura in cui la possibilità di aprire un bar o un ristorante, eventualmente ce ne fosse così bisogno, c’è negli altri restanti metri quadrati. Chiudo ricordando le coerenze di comportamento. Voglio vedere in sede di votazione chi in Commissione si è espresso contro, perché oggi le motivazioni per dire di sì non ci sono, visto e considerato che l’Assessore Ferrari non ha cambiato neanche una lettera della documentazione e della delibera che era stata oggetto della discussione. A questo punto, consentitemi, ho qualche dubbio, a priori, che Lei venga davvero in Commissione di nuovo con la convenzione d’uso, perché quando si prendono degli impegni di modifica o di rettifica e poi dopo non li si osserva qualche dubbio rimane anche sul piano dello stile. 44 Presidente del Consiglio Laura Salsi Ha chiesto la parola il Consigliere Fornaciari per fatto personale. Prego. Consigliere Marco Fornaciari Io ringrazio molto Poli perché mi ha sempre nei suoi pensieri, sono molto contento. Prima avevo solo Fossa, adesso ho anche Poli. Ragazzi, sono contentissimo... Il fatto che ha ricordato Poli, ecco il fatto personale, a fronte dell’osservazione... Io sono sempre molto prudente quando si parla di edilizia ed allora ho manifestato in Commissione la mia perplessità, questo è vero, ma a fronte della delibera che ho letto e che destina, non come dice lui, non ad un ristorante, ma ad un’attività diversa, culturale... come posso? Dal momento in cui poi ho lo strumento della ricommissione, scusate questo bisticcio, perché torna in Commissione, vero, Assessore?, per il controllo... Allora tu mi imputi di aver votato contro. Io ho votato con attenzione e vedo che le cose vanno nella direzione giusta. Ed allora come posso votare contro, quando le cose vanno nella direzione giusta, caro Poli? Esce il Consigliere Marziani Consiglieri presenti n. 31 Consigliere Donato Vena Io vorrei far dormire stanotte il Consigliere Fossa, quindi per questo facciamo questo breve intervento. Noi dei Comunisti Italiani voteremo a favore sulla vicenda, anche se avremmo preferito che si fosse chiusa con altre situazioni. Consigliere Fossa, ha voluto sentire la nostra parola? Noi voteremo a favore. Consigliere Innocenza Grillone Volevo intervenire per dire al Consigliere Poli che probabilmente non ha letto la delibera a pagina 10 dove veniva riferito sia il dibattito in Commissione, sia gli impegni presi dall’Assessore. Leggo testualmente: “L’Assessore si è impegnato ad illustrare alla I Commissione consiliare il progetto di restauro dell’unita in argomento, nonché la specifica e successiva convenzione integrativa che ne regolamenterà l’uso pubblico, una volta che gli stessi verranno presentati all’Amministrazione Comunale.” Per questo comunico il voto favorevole del nostro Gruppo. Consigliere Achille Corradini Nonostante l’intervento del Consigliere dei Comunisti Italiani, io credo che dovrò iscrivermi... mi si chiede sempre da che parte sono, se faccio parte dell’opposizione o della maggioranza. Io credo che mi iscriverò al Gruppo dei Rifondatori comunisti, dei Comunisti Italiani o dei Verdi, perché anche in questa situazione, che io non conosco, da quello che ho sentito credo che a rimetterci... Io do fiducia ai Consiglieri, al loro silenzio, do fiducia. Io credo che anche questa volta a pagare saranno i cittadini di Reggio Emilia. Io mi riprometto di documentarmi meglio, sono un “giovane” Consigliere... Vorrei sapere quello che debbo dire, perché non voglio dire una cosa per un’altra. Mi sto prendendo il mio tempo, ma mi accorgo che dovrò veramente prendere posizione, perché ultimamente condivido... Assisterò al comportamento dei Comunisti, dei Verdi e dei Rifondatori perché 45 credo che in questo momento loro mi diano l’impressione di avere a cuore i problemi dei cittadini. Grazie. Consigliere Matteo Sassi Intervengo brevemente per dire questo. Il nostro Gruppo voterà a favore di questo Piano di riqualificazione urbana, però credo che siano necessarie alcune puntualizzazioni. Io credo che ci troviamo di fronte a due aspetti della vicenda: da un lato come si è arrivati a questo punto, dall’altro c’è il Piano in sé. Io credo che bene abbiano fatto quei Consiglieri che sono intervenuti e che hanno portato informazioni certamente utili al dibattito, che non erano emerse neanche in fase di Commissione. Da questo punto di vista io non nascondo qualche riserva in merito a questa sorta di urbanistica contrattata, dove è piuttosto evidente che certi movimenti sono strettamente collegati tra loro. Dall’altro lato c’è un Piano di riqualificazione urbana che restituisce alla città una parte importante della sua storia ed anche del suo futuro. Quindi in merito al Piano il nostro voto è convintamente a favore, perché ci sono spazi importanti, i giardini vengono restituiti alla città. C’è la possibilità, per quanto riguarda l’ex chiesetta, di ritornare, da quanto ho capito nel corso del dibattito, in Commissione e stabilire che cosa fare, che cosa intendere con il concetto di utilizzo pubblico, e quindi credo che questo sia un elemento di garanzia per la discussione per la dignità stessa della Commissione che abbiamo fatto, dove anche noi avevamo avanzato proposte e avuto riserve in merito a quell’aspetto. Questo Piano sta all’interno di un quadro urbanistico di programmazione territoriale che è certamente complesso e che stare a spiegare qui in qualche minuto non avrebbe senso più di tanto. Certamente è evidente che l’intera questione territoriale dovrà essere rivista, ma per il quadro per cui noi ci troviamo ad agire a livello di risorse, a livello di politiche seguite fino ad oggi ed anche di legislazione vigente questo Piano di riqualificazione urbana presenta sicuramente più elementi positivi che elementi negativi. Pertanto voteremo a favore. Non avendo nessun altro Consigliere chiesto la parola, il Presidente del Consiglio pone in votazione in forma palese, eseguita con sistema elettronico, l’approvazione della deliberazione I.D. n. 189 e ne Proclama il seguente esito: 46 PRESENTI: VOTANTI: FAVOREVOLI: CONTRARI: N. N. N. N. 31 31 22 9 Giampaoli, Malato (Forza Italia); Lombardini, Rizzo (A.N.); Poli, Zobbi (U.D.C.); Corradini (Laboratorio Baldi per Reggio); Monducci (Gente di Reggio); Fossa (L.N.P.) In conformità di ciò, la Presidente proclama approvata a maggioranza la deliberazione stessa. Il Consiglio Comunale termina alle ore 19:40. 47 Letto, approvato e sottoscritto. IL PRESIDENTE F.to SALSI IL CONSIGLIERE ANZIANO IL SEGRETARIO GENERALE F.to SCARPINO F.to DI GIROLAMO CERTIFICATO DI PUBLICAZIONE Si certifica che il presente verbale è stato posto in pubblicazione all’Albo Pretorio il giorno 21.03.2005 e che vi resterà sino al 05.04.2005, a norma dell’art. 124 del Dlgs. n. 267/2000. Dalla Residenza Municipale, li 21.03.2005 IL MESSO COMUNALE IL SEGRETARIO GENERALE F.to BEDINI F.to REBUTTATO Il presente verbale è stato approvato dal Consiglio Comunale nella seduta dell’ 11.02.2005 con atto n. 2274/26. 48