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Settimanale d’informazione
ANNO LV- N. 4
Euro 1
DIREZIONE E REDAZIONE: JESI - PIAZZA FEDERICO II, 8 - TEL. E FAX. 0731.208145
I
Impôt repriséTassa riscossa Ufficio di Jesi
domenica 3 febbraio 2008
A servizio della vita
l messaggio del Consiglio Episcopale Permanente per la XXX
Giornata nazionale per la vita,
domenica 3 febbraio, richiama famiglie e istituzioni a “servire la vita”,
dal momento del concepimento alla
sua naturale conclusione. I genitori
anzitutto sono chiamati ad una maternità e paternità responsabile, per
contenere e sconfiggere il dramma
dell’aborto, e ad educare i figli alla
libertà ed alla responsabilità della
propria vita.
Servire la vita non significa avere
diritto ad un figlio ad ogni costo: si
può soddisfare la legittima aspirazione ad essere genitori anche con
forme diverse di maternità e paternità, ad esempio mediante l’adozione e l’affido. Servire la vita significa
preservarla dai pericoli del lavoro e
della strada, significa accettarla ed
amarla anche quando è colpita da
gravi malattie o handicap, perché la
vita è sempre degna di essere vissuta.
Servire la vita, per i responsabili delle istituzioni, significa assecondare
il compito dei genitori con politiche
organiche a sostegno della natalità,
della famiglia, della cura e dell’accoglienza in essa degli anziani, che
sono la memoria e le radici della famiglia stessa.
Il messaggio si conclude dicendo grazie a
tutti coloro che scelgono liberamente di
servire la vita.
a cura di Siro Borocci*
*Presidente del Centro
Promozionale Famiglia
Il messaggio dei Vescovi italiani in occasione della 30° Giornata nazionale per la
vita tocca, con forza e delicatezza al tempo stesso, il tema del servizio alla vita:
parla dei figli, dei nonni, dei genitori, del
dramma della gravidanza indesiderata, stra vita? Il messaggio episcopale recita:
delle difficoltà di tutti i giorni sul lavoro, “.....La civiltà di un popolo si misura dalla
della fine della vita. I consulenti familiari sua capacità di servire la vita. I primi ad
che operano al Consultorio “La famiglia” essere chiamati in causa sono i genitori”.
affrontano tutti i giorni questi problemi Ma chi sono oggi i genitori se la famiglia
con le persone che vengono a chiedere è così bistrattata tanto che i divorzi nel
aiuto perchè sono in crisi. Crisi, questa è 2007 sono cresciuti del 25%? Forse, ancor
forse la parola che oggi più si sente pro- prima che di genitori, dovremmo parlare
nunciare: siamo tutti in crisi e perciò non di coppia.
riusciamo più a trovare la strada giusta, Vivere la vita di coppia è veramente il prinon sappiamo più qual’è la strada giusta. mo servizio alla vita, ogni giorno sulle
Come facciamo allora a servire bene la spalle della coppia cadono tanti di quei
vita se non sappiamo più dove va la no- problemi che veramente si fa fatica a pen-
sare come possa sopravvivere. Si
parte dai problemi di adattamento
alla vita a due, alle difficoltà che una
coppia deve affrontare
dal punto di vista sociale (si pensi al
lavoro precario, al problema degli
alloggi, ecc.), alla fatica di coltivare
e mantenere vivi i rapporti di amore, di stima, di rispetto, alle crisi di
identità che ognuno singolarmente
vive nelle varie fasi della vita. Giorno dopo giorno la coppia vive tante
piccole o grandi difficoltà, ma soprattutto tante piccole o grandi disillusioni ed è per questo che spesso
la “coppia scoppia”
Chi viene in Consultorio inizia un
lavoro molto faticoso di ricollegamento, di riscoperta della comunicazione, di chiarimento che, solo se
si riscopre di amarsi e si crede nella
vita, si trova il coraggio di affrontare. Proprio per cercare di aiutare le
coppie e di conseguenza le famiglie
in crisi il Consultorio “La Famiglia”
organizzerà nei prossimi mesi di
marzo e aprile un convegno in due
serate che analizzerà questi delicati
problemi provando a proporre anche eventuali strategie di aiuto.
Il convegno sarà anche occasione
per presentare tre nuovi servizi che
il Consultorio offrirà ai giovani, ai genitori che vivono separati, ai genitori di
adulti che si sono separati.
I Vescovi concludono il messaggio ringraziando tutti coloro che scelgono liberamente di amare la vita citando tante
persone; noi vorremmo ringraziare soprattutto le coppie che con tanta fatica e
con tanti pochi aiuti cercano di fondare
famiglie sane che poi genereranno figli
sani e speriamo una società più rispettosa
dell’uomo e di tutte le sue esigenze.
Egizia Lodari
Ma il messaggio del papa è stato ignorato da tanti, da troppi
Filosofia e teologia solo “gemelli” che ricercano la verità
e polemiche seguite all’invito
prima, e alla “opportuna rinuncia “ poi del papa presso l’Università “La Sapienza” di Roma,
hanno oscurato il contenuto del
messaggio che egli stesso, durante
le feste natalizie, aveva preparato “con gioia”. Messaggio che poi
è stato letto da un docente della
stessa università. Vale proprio la
pena conoscere più da vicino gli
aspetti essenziali della lettera.
Dopo aver ringraziato, il papa si
chiede qual è la propria missione
come vescovo di Roma oltre che
come pontefice. E risponde che è
quella di essere “voce della ragione etica dell’umanità”. Una voce
che diventa difficile che sia accolta
da coloro che non hanno la fede.
I quali, però, potrebbero sentire
come ragionevoli le dottrine religiose in generale che “derivano da
meditazione responsabile e motivata” anche perché “la sapienza
delle grandi religioni è da valorizzare come realtà che non si può
impunemente gettare nel cestino
della storia delle idee”.
Ciò vale in particolare proprio per
l’università perché la sua intima
origine è la sua brama di conoscenza della verità. Che è, poi, conoscenza del bene. Per raggiungere il bene ogni società, nei tempi
moderni, tende a fondare i suoi
principi nella Carta Costituzionale che trova la sua legalità, come
dice Habermas, “sia nella partecipazione politica egualitaria di tutti
i cittadini e sia nella forma ragionevole in cui i contrasti politici
vengono risolti”. Due principi che
è difficile trasformare nella pratica perché i partiti, spesso, sono
sopraffatti “dalla sensibilità per gli
interessi”.
***
Ecco allora che si ripone la do-
manda: ma cos’è la verità? Ci vengono incontro sia la filosofia che
la teologia, che hanno il compito
di tener desta la sensibilità per la
verità, la ricerca della quale “non
è mai posta e risolta definitivamente”. Bisogna affaticarsi per
cercarla perché “l’inquietudine
per la verità rimanda continuamente al di là di ogni singola risposta”.
In questa ricerca, teologia e filosofia, che sono come “una coppia
di gemelli”, ci possono aiutare a
patto che nessuna delle due sia
totalmente distaccata dall’altra
pur conservando ciascuna la propria identità e la propria specificità nel conoscere. Insomma, camminano e si sviluppano “senza
confusione e senza separazione”
tra di loro. La teologia attinge ad
un tesoro che non ha inventato
essa stessa, la filosofia non deve
chiudersi davanti a ciò che le re-
ligioni, e la fede cristiana in particolare, hanno donato all’umanità.
E’ vero che “ varie cose dette da
teologi nel corso della storia o
anche tradotte nella pratica dalle
autorità ecclesiali sono state dimostrate false dalla storia e oggi
ci confondono”, ma il nucleo essenziale della fede si è dimostrato utile anche per l’umanità non
credente. La fede cristiana è ”una
forza purificatrice della ragione
che incoraggia verso la verità e
diventa forza contro la pressione
del potere e degli interessi”.
***
Nei tempi moderni l’università
valorizza soprattutto due grandi
direttrici: la ricerca nel campo
delle scienze naturali e lo sviluppo delle scienze storiche e umanistiche. Sono cresciuti anche la
conoscenza e il riconoscimento
dei diritti della dignità dell’uo-
mo, ma c’è un pericolo: che ci si
arrenda “di fronte alla questione
della verità”, che vuol dire piegarsi davanti alle pressioni degli
interessi e dell’utilità, che a loro
volta diventano criterio unico
nelle scelte. C’è il pericolo che la
filosofia si degradi in positivismo
e che la teologia “sia confinata
nella sfera privata di un gruppo
più o meno grande”. Se la ragione diventa sorda al messaggio
cristiano, perde il coraggio per
la ricerca della verità; preoccupata della sua laicità non diventa
più ragionevole e più pura, ma “si
scompone e si frantuma”.
Il papa “non può certo imporre la
fede ad altri in modo autoritario”,
ma ha il compito di mantenere
desta la sensibilità per la verità
e invitare sempre alla ricerca del
vero, del bene, del bello, di Dio.
Vittorio Massaccesi
[email protected]
WWWBPAIT
L
2
Cultura e società
3 febbraio 2008
Del più e del meno
Moie - Inaugurata la nuova sede del Gruppo Solidarietà
I dibattiti dove (finalmente) tutti hanno ragione
di Giuseppe Luconi
Ho l’abitudine (pessima?) di lavorare al rivati” sono gli uomini di governo, i leader
computer con la tv accesa che fa da colon- di partito: li trovi nei salotti televisivi ma
na sonora: per lo più con notiziari, docu- anche nel tavolo del cronista che legge il tementari, interviste, dibattiti, chiacchiere legiornale, invitato a rispondere in diretta
da salotto, indiscrezioni, pettegolezzi. Sono a domande verosimilmente concordate.
sempre più numerose le trasmissioni tele- Per il politico arrivare in Tv vuol dire esvisive in cui personaggi qualificati (o pre- sere qualcuno: conquistarsi una manciata
sunti tali) discutono sui fatti del giorno, sui di secondi in un telegiornale, partecipare
problemi della società di oggi.
ad un dibattito, finire tra le gag di un coSono le trasmismico
televisioni di “approsivo significa
f o n d i m e n t o”
essere ormai
che
trovano
n e l l’o l i m p o
spazio anche
degli uomini
nei
cosiddetche contano.
ti “contenitori”,
Ci sono dei
programmi tv
politici che in
in cui si può
Tv non si limitrovare si tutto:
tano a dire la
dalle previsioni
loro: cantano,
del tempo alla
raccontano
g a stronomi a ,
barzellette,
dall’oroscopo
accettano analla medicina,
che di essere
dalla rassegna
presi a torte
stampa
alin faccia. Per
l’aerobica, dalla moda all’economia, dalla una presenza sul piccolo schermo si fa di
cronaca nera alla cronaca rosa. Trasmis- tutto (o quasi).
sioni dove si “volta pagina”, dove ci sono le
A proposito dei politici in tv. Magari sa“schede” e le “grafiche”, dove il giornalista in ranno in tanti a darmi torto, ma sono porstudio e l’inviato si parlano fra loro, rac- tato a credere che le troppe apparizioni in
contano di avvenimenti e persone come se Tv degli uomini di governo siano alla lunga
fosse un loro fatto privato, al punto che lo una propaganda a rovescio, perché – salspettatore si sente quasi un intruso, uno vo interventi di particolare importanza
che “ si impiccia”.
– infastidiscono il telespettatore, al quale
Le trasmissioni-dibattito hanno portato nessuno toglie dalla testa che si tratta di
alla luce un nuovo personaggio, quello del- puro e semplice esibizionismo. Lo ha rilel’ospite televisivo, in crescita di numero vato anche il presidente della Repubblica,
e di presenze. Per alcuni forse una profes- Napolitano, che ha invitato i governanti a
sione nuova. Gente che finisce per essere di darsi una regolata. Ma non pare che anche
casa sul piccolo schermo, volti noti o nuovi, questo invito abbia avuto successo.
più spesso le solite facce, che passano da un Per fortuna queste “ospitate” qualche volta
programma all’altro, sanno tutto di tutto, offrono anche momenti di relax. Ad esemdicono la loro e, anche se si contraddicono pio, con le battute di Luca Giurato: “Non ci
apertamente e chiaramente, hanno una ho capito niente, ma va bene lo stesso”, disse
cosa in comune, che alla fine hanno tutti un giorno all’ospite che gli aveva illustrato
ragione.
il suo punto di vista. E in un’altra occasioL’avere accesso ai dibattiti televisivi vuol ne: “E’ nostro ospite in studio un mio amico
dire “essere qualcuno”. Chi partecipa agli di sempre. Ci conosciamo da una vita…un
incontri – culturali o frivoli, fa lo stesso amico carissimo che saluto con tanto affet- può considerarsi un “arrivato”. I più “ar- to… come hai detto che ti chiami?”
I
“Fa’ strada ai poveri
senza farti strada”
l gruppo solidarietà nasce più di
vent’anni fa e dal
1989 lavora in collaborazione con il
Comune di Maiolati
Spontini. Il gruppo
nel corso degli anni
cresce,
crescendo
anche la necessità di
una sede più ampia.
Così all’interno del
contenitore
culturale della Vallesina,
recentemente inaugurato, la biblioteca
Effemme 23, hanno
trovato spazio, grazie all’amministrazione comunale di
Moie, i nuovi locali del gruppo, anche
perché la stesso gruppo detiene un
patrimonio documentario di oltre 25
mila volumi su temi sociali. Nella giornata di sabato 26 gennaio, il presidente dell’associazione sociale, Fabio Ragaini, ha voluto intrattenere i presenti
intervenuti all’inaugurazione della
nuova sede, con una piacevole conversazione con il prof. Andrea Canevaro
del dipartimento di Scienze dell’Educazione dell’Università di Bologna,
una delle figure più importanti della
pedagogia. Tema della conversazione
“Fa’ strada ai poveri senza farti strada”.
I punti toccati sono stati: l’incontro
con la fragilità, tra risolutezza e delicatezza; l’agire sociale, tra sguardo solidale e certezza dei diritti e l’agire politico, tra la forza della verità e quella
dei senza forza. Dopo il saluto del sindaco di Maiolati, Giancarlo Carbini, il
professore ha spiegato ogni punto nel
minimo dei particolari, cominciando
la sua lunga dissertazione, ricordando
i campi di sterminio, in cui vennero
uccisi milioni di ebrei, ma anche omosessuali, zingari, intellettuali polacchi
e tanti disabili, che diversamente dagli
altri, non venivano neanche categorizzati, ma spediti direttamente alle
camere a gas. “Abbiamo, quindi, un
brutto passato da far dimenticare”. Il
punto su cui lavorare deve essere la riconciliazione, che parte dall’incontro
con l’altro; incontro che non significa
assumere la parte di salvatore, per essere noi al centro dell’attenzione, ma
incontro come accompagnamento dell’altro con distanza e rispetto, perché
chi ha bisogno, il disabile, deve essere capace, dopo avergli dato i metodi
adatti, di camminare da solo, senza
però essere mai lasciato in solitudine.
Per far sì che l’altro esca dal bisogno e
che il disabile possa crescere, è necessario evitare la vittimizzazione: “evitare che l’altro rimanga vittima per far sì
che chi aiuta possa sempre essere nella situazione di aiutare”. A conclusione
della bella chiacchierata con il professore c’è stato il taglio del nastro e la visita ai locali. Tutto ciò a testimonianza
che in questo luogo non si fa solo cultura, ma anche solidarietà. Le attività,
le pubblicazioni e tutte le informazioni
utili sul gruppo solidarietà, sono visibili
al sito: www.grusol.it.
Cristiana Simoncini
Nella foto da sinistra il sindaco Carbini, il presidente Ragaini e il professor Canevaro
Premio Arte 2007-2008
Giovani e Dante
Il Cantico interpretato da un gruppo di studenti
“Dell’amore, il canto.
Il Cantico dei Cantici”
D
al 20 dicembre al 20 gennaio, al Palazzo dei Convegni e al Palazzo della
Signoria di Jesi, si è svolta la IV edizione
della Rassegna d’arte “Biblia Pauperum”,
promossa dalla Diocesi di Jesi e dal Museo Diocesano, che ogni anno propone
una rilettura in chiave artistica di un libro biblico. Nell’ambito di questa mostra
si è inserita la lettura interpretativa del “Cantico dei Cantici”
di Salomone da parte di un
gruppo di studenti jesini, che
venerdì 18 Gennaio al Teatro
Studio “Valeria Moriconi” si
sono avvicendati sul palco nella celebrazione di questo antico canto d’amore.
La direzione del progetto è stata affidata a Dante Ricci, della
compagnia teatrale “La Barcaccia”. I ragazzi che hanno partecipato all’iniziativa, provenienti dai Licei Linguistico, Tecnologico e Classico di Jesi, sono:
Giulia Ausili, Eleonora Bartozzi, Giulia
Boria, Benedetta Borioni, Lucrezia Ceppi,
Elisa Cofanelli, Marco Grilli, Yana Kanunikova, Eleonora Mancuso, Diana Orefice,
Marco Perugini, Elisa Pieralisi, Margherita
Rosini, Serena Stronati e Beatrice Tommei.
Diana Orefice
Foto Candolfi
L’
Istituto d’Arte Edgardo Mannucci di Jesi
ha promosso la seconda edizione del
concorso artistico rivolto agli alunni delle
terze medie. La mostra “Infernale, Dante e la
Divina Commedia” che si è tenuta presso la
Chiesa di San Nicolò di Jesi, dal 15 al 19 gennaio, ha accolto tutte le opere realizzate dagli
studenti delle Scuole Medie di Jesi e Vallesina e dei ragazzi della 2^A e 3^A della sezione
di Decorazione Pittorica dell’Istituto d’Arte.
Il concorso, ideato e coordinato dal prof.
Nicola Farina, aveva per titolo Infernale, ti-
tolo attorno al quale gli studenti, partendo dalle terzine dantesche, hanno ragionato, creato,
giocato.
Nelle foto di Eloisa Testadiferro, alcune delle opere in mostra
3
Cultura
SCUSATE IL BISTICCI O
(ghiribizzi lessicali)
Peter Pun (con la u)
www.peterpun.it
Racconta Cornelio Nepote (Vite dei massimi
condottieri XXIII, 9) che Annibale, esule
in quel momento nell’isola di Creta, per
non rimanere vittima della proverbiale
avidità degli abitanti, ricorse a questo
stratagemma. Prima riempì di piombo
alcune anfore, ne coprì con uno strato
d’oro e d’argento la parte superiore e le
sistemò con molta pubblicità nel tempio
di Diana. Poi, di nascosto, riempì con tutti
i suoi tesori alcune statue di bronzo e le
lasciò, come abbandonate, nel cortile della
sua abitazione.
I Cretesi - benché tutt’altro che cretini - ci
cascarono.
Licio Gelli che riempie di lingotti d’oro i
vasi di fiori del suo giardino (vedi giornali
di settembre ‘98), di tutto potrà essere
accusato; ma non certo di scarsa - o
infruttuosa - conoscenza dei classici.
TELEDIBATTITO
- Su, sia onesto, lo ammetta: anche nel vostro
schieramento ci sono delle pecore nere.
- Sì, però deve riconoscere che si tratta di mosche bianche.
LA PROVERBIALE SPOCCHIA
DEI PAPERONI
Cambio di lettera
Lo insegna la Storia presente e trascorsa:
E’ pieno di xxxxx
chi piena ha la xxxyx
***
Soluzione del gioco precedente:
pescarese, pescarese
LaCitazione
a cura di Riccardo Ceccarelli
Il senso del mondo
Il mondo ha senso solo in ragione del bene, senza
di esso risulta impraticabile: è possibile tutto e il
contrario di tutto e quindi nulla.
Salvatore Natoli, “Parole della filosofia o dell’arte
di meditare”, Feltrinelli, Milano 2004, p. 26
3 febbraio 2008
Università degli Adulti
Media Vallesina
4
Attualità
3 febbraio 2008
Il Presidente della Regione segue le trattative per garantire il lavoro ai dipendenti
Zuccherificio Sadam: al via “l’Opzione 0”
ferri, sottolineando che è già stato individuato un partner per tale progetto. La
Eridania confezionerà e venderà zucchero comunitario, garantendo così, la continuazione dell’attività del reparto già
esistente. Inoltre, saranno avviate una
serie di funzioni “corporate service”, che
dovrebbero coinvolgere gli attuali impiegati. Mercoledì 30 gennaio a Roma,
Spigolatura
Lo scherzo che non vale
F
TU
R
E
ra i tanti depliants pubblicitari che
quotidianamente intasano la buca
delle lettere, in prossimità del Carnevale ne è arrivato uno in edizione
straordinaria. Fa propaganda di
costumi mascherati offerti da
un grosso centro commerciale specializzato nella vendita
di giocattoli e affini. Ve ne sono
di tutte le taglie e per tutte le
età; dai due anni, anche meno, ai
sessanta, anche più: da accontentare anche i gusti più tradizionali, come
quelli da fatina, da Zorro, da cowboy, o
più moderni come quelli ispirati ai personaggi dei fumetti; Batman, Superman, Spiderman tra i più richiesti. Parrucche, bacchette
magiche, cappelli di varie fogge, armi finte, bautte,
maschere e accessori di ogni genere sono pure offerti
a chi volesse rifinire di tutto punto il suo abbigliamen-
LA
isparmiamoci ulteriori commenti
sull’”Italia che si è rimessa a camminare”. Il “cammino” che sta facendo
è sotto gli occhi di tutti. Disgusto e
vergogna per le ultime vicende: i rifiuti
di Napoli, la mancata visita del Papa
all’università di Roma e le dimissioni di
Clemente Mastella che ha scatenato la
crisi di governo culminata nella fine del
governo Prodi la sera del 24 gennaio.
Disgusto e vergogna sarebbero le parole più giuste, se non fossero soltanto
negative, sono state comunque quelle
provate dalla maggioranza dei cittadini. Avremmo dovuto metterci tutti la
mascherina come gli abitanti di Napoli
accanto ai loro rifiuti depositati da mesi
lungo le strade. Non sarebbe ovviamente la soluzione, ma solo un segnale
per il desiderio di un’aria pulita nella
politica di fronte all’impotenza e direi
anche all’incapacità di dire altre parole.
Auguriamoci tempi migliori. Sembra in
concreto che possiamo fare solo questo.
I tempi migliori comunque dipendono
anche da ciascuno di noi, dal riprenderci spazi di libertà preclusi, se non
altro in una riflessione più attenta e più
coerente, meno asservita a preconcetti,
meno ingabbiata, più fondata su idee e
progetti e sulla relativa coerenza ad essi.
Per esperienza so anche che queste parole rischiano di essere consunte. Altre
però non ve ne sono. Si tratta di riprenderle e dar loro nuova linfa in contenuti
vitali e pesanti che sfatino quel vuoto
formalismo di cui si erano avvolte ed
imposte. È l’impegno urgente di ciascuno e di tutti se vogliamo evitare un
naufragio più o meno annunciato. Nelle
prossime settimane dovremo rispondere a questo impegno e non disertare.
Assistiamo da tempo ad una divaricazione quasi totale tra i palazzi della
politica e la popolazione tutta, dei suoi
problemi quotidiani, delle sue attese, del
mantenimento di uno standard di vita.
Molti sono i cocci sparsi lasciati per
terra. Quello più deleterio, e che già da
tempo ingombrava il procedere di tutti,
consiste, e consisteva, nella sfiducia
diffusa nei confronti di chi aveva le sorti
del paese, una sfiducia che poi a caduta libera si riversa, e si riversava, nella
difficoltà e nella capacità di dialogo, di
comprensione e di incontro. Un corto
circuito ha mandato in tilt il rapporto di
ascolto e di intesa tra i poteri e la gente
comune. Due linguaggi diversi, divaricazioni continue nonostante le parole
dicessero il contrario. I dibattiti al Parlamento trasmessi in diretta rivelano
spesso una certa irrazionalità, forzature
della stessa ragione e incomprensibili
diagnosi con relative prescrizioni al
limite del surreale. Da tempo si parla di
antipolitica. Si tratta del frutto di quanto sopra. Proprio perché si è con tutta
probabilità smarrito il senso della politica, abbassato ad un gioco sottobanco
per conquistare e gestire poltrone e
poteri. Il bene comune, il vero servizio
che è ascolto e attenzione concreta con
interventi efficaci, il progetto coniugato
con la speranza e le speranze, la libertà
come spazio per la ragione di esercizio quotidiano nella lettura dei fatti, la
possibilità di incontro e di convergenza
escludendo pregiudizi illogici ed insensati, la capacità di risolvere tempestivamente problemi senza il loro perenne
rinvio: questi alcuni punti che la politica
nella sua accezione più nobile dovrebbe
mettere in agenda. Il ruolo dei cattolici e dei credenti che in questa agenda
possono dare e mettere quale valore
aggiunto, è il concetto di persona non
esclusivamente legato alle condizioni
materiali di vita ma ai valori che la fondano e la realizzano e che vanno anche
oltre i limiti del tempo. Non sarà facile
questo recupero in una società come la
nostra, “sfilacciata” e dominata dal relativismo e dal “pensiero debole”. Sembra
però essere l’unica difficile strada.
O
R
IG
di Riccardo Ceccarelli
attesa e già preannunciata
decisione sul futuro dello
zuccherificio Sadam di Jesi è
arrivata lunedì scorso, al termine di un incontro a Palazzo
Raffaello, a cui hanno preso
parte il governatore della Regione Gian Mario Spacca, affiancato dagli assessori Ugo
Ascoli (lavoro) e Paolo Petrini
(agricoltura) ed il numero uno
dell’omonimo Gruppo, Massimo Maccaferri.
La chiusura dello zuccherificio
è stata, definitivamente, confermata, ma la proprietà ha
garantito che tutti i dipendenti
troveranno una nuova collocazione. I punti chiave della nuova strategia sono principalmente tre: la diversificazione produttiva, la valorizzazione
strategica dello storico stabilimento
jesino, “l’opzione 0”, che dovrebbe garantire una nuova collocazione a tutti i
dipendenti.
L’ex zuccherificio produrrà biodisel con
l’olio di girasole, ha annunciato Macca-
SP
L’unica difficile strada
L’
intanto, si apriranno due tavoli di
consultazione, il primo presso il
ministero dell’agricoltura, con le
associazioni agricole, il secondo
con i sindacati ed il mondo del
lavoro. Il Governatore Gian Mario Spacca ha assicurato, incontrando i rappresentanti dell’RSU,
che seguirà tutto l’iter, tenendo
aperto il tavolo delle trattative.
Tra i lavoratori dell’ex zuccherificio, resta alta la preoccupazione
e l’incertezza per il proprio futuro occupazionale, nonostante le rassicurazioni, considerate
insufficienti, da parte dei vertici
aziendali. Lo sciopero giornaliero di quattro ore proseguirà fino
a mercoledì, hanno annunciato, confermando che sarà mantenuto il blocco in
entrata ed in uscita dallo stabilimento.
Asmae Dachan
Nella foto di Uncini un momento di
una delle manifestazioni che nei giorni scorsi si sono svolte a Jesi
to. Nell’allegra vetrina c’è però qualcosa di stonato.
In una fotografia in mezzo ad un gruppo di ragazzi e ragazze travestiti da streghe, indiani
e pagliacci, ve ne sono tre che indossano
costumi di gusto per lo meno discutibile: uno da suora, un altro da sacerdote, un altro ancora da frate.
Vi fanno ridere? A me no. Se li
incontrassi per strada piuttosto mi farebbero pena.
Oggi ci si sta accorgendo
che purtroppo molti ragazzi, come pure moltissimi
adulti, non sanno più ridere,
ma solo sghignazzare o deridere.
Dicono che a Carnevale ogni scherzo vale, ma anche i proverbi vanno
interpretati con riserva. Perché di risate sguaiate, spregiudicate o ciniche provocate da certi scherzi di pessimo gusto (volete
dire, per caso, ’da prete’?) faremmo volentieri a
meno.
A. F. C.
Ambiente – Intervista a Roberto Oreficini, responsabile della Protezione civile delle Marche
Fondamentale la collaborazione dei cittadini
N
ella scorsa stagione estiva l’Italia
è stata interessata da una enorme
quantità di incendi che, per numero
e per superficie percorsa dal fuoco, ha
segnalato livelli mai riscontrati prima
d’ora nel nostro paese. Questa tragedia
che purtroppo si ripresenta ogni anno ha
causato un notevole danno ecologico ed
ambientale.
Sulla situazione italiana in generale e
sulla nostra Regione in particolare ma
soprattutto sui motivi (ipotizzabili o già
chiari) per cui ogni anno nel periodo estivo avvengono tali fatti, abbiamo chiesto
un parere al direttore del dipartimento
di Protezione Civile e della Politiche della Sicurezza della Regione Marche, dottor Roberto Oreficini Rosi.
Qui di seguito il suo articolato intervento sollecitato da alcune nostre domande.
Il fenomeno accaduto in Italia ha interessato anche altri paesi sia europei
sia extraeuropei tra i quali la Grecia e
gli Stati Uniti, con conseguenze molto
pesanti in perdite di vite umane e danni al patrimonio ambientale e civile.
Allo stato attuale il Presidente del
Consiglio dei Ministri ha emanato due
ordinanze, una per le Regioni Lazio,
Campania, Puglia, Calabria e Sicilia,
l’altra per le Regioni Abruzzo, Basilicata, Emilia – Romagna, Marche, Molise, Sardegna ed Umbria, con le quali
sono state poste specifiche disposizioni per la ricognizione dei danni, per il
ripristino delle condizioni di sicurezza
e per costituire in tutti i comuni il catasto delle aree percorse dal fuoco.
Anche nella nostra Regione si sta ope-
rando intensamente, soprattutto durante il periodo invernale, per mitigare
il rischio idrogeologico
nelle aree interessate dagli incendi. Infatti dove il
terreno è rimasto spoglio
è più facile che si verifichino fenomeni franosi
che aggiungono danno al
danno.
Con la collaborazione
del Corpo Forestale dello
Stato e dell’Associazione
Nazionale Comuni Italiani (ANCI) i comuni
marchigiani stanno istituendo il catasto delle aree percorse
dal fuoco, e stanno aggiornando i loro
piani di protezione civile per contemplare anche gli interventi da attuare
nel caso d’incendi d’interfaccia, ossia
quegli incendi che pur avendo origine
da aree boscate, vanno ad interessare
abitazioni ed infrastrutture, con grave
pregiudizio per l’incolumità delle persone.
Credo che il motivo fondamentale, soprattutto nella nostra Regione, sia da
ricercare nella sussistenza di uno stato
siccitoso senza precedenti. Una situazione veramente eccezionale, forse da
attribuire anche ai fenomeni di cambiamento climatico in atto.
Possiamo senza dubbio dire che tutti
gli incendi sono causati dall’uomo, in
gran parte per negligenza o imprudenza ed in misura molto minore per
dolo. Alcuni degli incendi sono poi
provocati da persone che sono affet-
te da disturbi psichici. Nella
nostra Regione sono invece
poco riscontrabili gli incendi legati a motivazioni socio
economiche. Per evitare i
danni, da un lato è necessario che tutti i soggetti proprietari di aree boschive e
terreni agricoli, siano essi
pubblici o privati, eseguano
con attenzione e costanza
le attività di manutenzione,
dall’altro che vengano predisposti adeguati strumenti
d’intervento nel caso in cui
l’incendio dovesse verificarsi.
Infatti l’intervento urgente
al verificarsi di un incendio consente
di limitarne l’estensione. Per questo è
necessario sostenere la preziosa opera
svolta dalle Province, dai Comuni, dalle Comunità Montane e, soprattutto,
dal Corpo Forestale dello Stato e dal
Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco.
Altro elemento importante per garantire la sicurezza dei territori e della
popolazione è data dalla presenza del
Volontariato che, soprattutto per le
attività Anti Incendio Boschivo, deve
essere ben preparato ed equipaggiato.
Da ultimo deve essere ricordata la
collaborazione dei cittadini, che con
le loro segnalazioni al 1515 o al 115,
rendono spesso possibile l’intervento
immediato delle forze di pronto intervento.
L’ambiente è veramente di tutti e
quindi dobbiamo tutti imparare e proteggerlo.
a cura di Gianfranco Pigliapoco
5
Cultura
3 febbraio 2008
Fantasie, trascrizioni, elaborazioni, suites
N
Opera in concerto con i Solisti della Scala
uovo appuntamento della
Stagione Sinfonica il 18 gennaio con “Opera in concerto”. Un
invito allettante. Presentava un
florilegio di quelle fantasie, trascrizioni e rielaborazioni di musiche operistiche delle quali si è
interessato più volte quest’anno anche il Festival Pergolesi
Spontini. Molti furono nell’800
i musicisti, spesso fra i più grandi, che per questo particolare
genere composero. Era musica
da salotto, adatta a complessi
strumentali ridotti e destinata a
chi avesse voluto ascoltare o riascoltare una musica non sempre
accessibile a chi era lontano dai
grandi teatri. Contribuì molto
alla diffusione del melodramma,
mettendo anche in luce le virtù
dei compositori che in simili arrangiamenti avevano occasione
di sfoggiare fantasia, sensibilità,
buon gusto e notevole perizia
tecnica.
Ad un gruppo cameristico di
prim’ordine, I Solisti della Scala, è stata affidata l’esecuzione.
Ne fanno parte Ettore Pellegrino, carismatico primo violino
concertatore, Fabrizio Meloni,
primo clarinetto solista dell’Orchestra del Teatro e della Filar-
monica della Scala e Francesco Dalla sua città natale riceve la archi erano di due musicisti
Di Rosa, primo oboe delle stesse cittadinanza onoraria.
contemporanei, R. Molinelli e
orchestre. E’, quest’ultimo, una Oltre alle fantasie tratte da gran- S. Squarzina, autore anche di
celebrità della nostra terra ed è di opere, altre perle musicali un Gran Duo Concertante su
giusto riservargli una breve pre- erano comprese nel programma: motivi dal ‘Rigoletto’ e dalla
sentazione. Nato a Montegrana- “Crisantemi” di Puccini, un’ele- ‘Traviata’, elaborato per granro (A.P), avviato precocemente gia, formalmente perfetta e di di virtuosi.
agli studi di pianoforte, poi di struggente, malinconica bel- Il programma vario e piacevole
oboe, dopo essersi diplomato al lezza, in cui già si presagisce e la partecipazione di così illuConservatorio di Pesaro intra- il clima della ‘Manon Lescaut’ stri interpreti hanno richiamaprende una carriera costellata e inoltre, presentata in un to al Pergolesi un pubblico che
di successi. Concerti, incisioni, organico più ampio di quel- ha gremito il teatro fino al logpremi lo fanno conoscere in tut- lo originale, la Sonata n° 3 di gione. Richiesta almeno di un
ti i più grandi teatri del mondo. un Rossini appena dodicen- bis, che è stato la più famosa
Nel 2004 il Centro Studi Marche ne, ma già con l’evidente im- ‘Tarantella’ del mondo: quella di
gli consegna in Campidoglio il pronta del suo carattere gio- Rossini, naturalmente.
premio ‘Il Marchigiano dell’anno’. coso. Le strumentazioni per
Augusta Franco Cardinali
Rivive il personaggio di Ettore Petrolini
G
Guanti, bastone e frac: è Gastone
astone, Fortunello e quel Nerone con cui, anticipando Chaplin, parodiò un simbolico dittatore, è il più
famoso dei personaggi inventati da Ettore Petrolini, attore
di varietà, macchiettista, causeur, cantautore, commediografo, fine dicitore e persino autore di un libro, “Modestia
a parte”, che è specchio rivelatore della sua vis comica.
Nato e vissuto a Roma tra la fine dell’800 e i primi decenni del ‘900, sensibile ai gusti e alle tendenze artistiche più
avanzate, espresse, o meglio inventò, una comicità geniale, assurda, zeppa di nonsense che mascherava una satira
sociale leggera, ma penetrante. Ha pensato di far rivivere
questo personaggio, che Petrolini immaginò in qualche
modo somigliante a Gabriele D’Annunzio, Massimo
Venturiello, regista e protagonista di un ‘varietà d’epoca’
andato in scena al Teatro Spontini di Maiolati il 16 gennaio. Si tratta di uno spettacolo di successo, già da due
anni in tournée. “Gastone”, appunto, è il titolo: semplice
la storia raccontata. E’ quella di un attore di varietà squat- e di donnine spigliate da lanciare nel mondo dello spettatrinato, viveur, elegante parolaio, talvolta sniffatore di co- colo e da presentare al suo fianco. La delusione sarà inecaina (i cui effetti non erano allora del tutto conosciuti) vitabile quando incontrerà l’apparentemente timida Lucia
che vive alla giornata, sempre a caccia di ricchi impresari – nome d’arte Luciette d’Antibes – che sa invece il fatto
suo e, assaporato il successo, senza tanti scrupoli pianterà
in asso il suo Pigmalione.
Massimo Venturiello, svagato, ammiccante, ha tutte le
qualità per descrivere in carne e ossa il personaggio: mimica e maschera, voce, stile di recitazione, loquacità ed
anche, nonostante una corta barba da gentiluomo, una
notevole somiglianza fisica. Sua partner è stata Tosca,
simpatica e brava tanto a recitare che a cantare: certe
canzoni-scioglilingua, per niente orecchiabili, di Germano Mazzocchetti hanno fatto chiaramente intendere quali
notevoli risorse abbia, non solo vocali. Vivaci soubrettine,
macchiette, gustosi personaggi popolareschi ben caratterizzati hanno vivacemente ricomposto e animato quel
mondo di artisti un po’ cialtroni e picareschi che Petrolini
frequentò fin da ragazzo, quando aveva incominciato ad
esibirsi in sale e caffè concerto; di terz’ordine, ma che egli
certo amò molto.
Alto gradimento da parte del pubblico. Festeggiatissimi,
tutti gli interpreti sono apparsi più volte alla ribalta per
ricevere ondate di calori applausi.
Fotoservizio: Augusta Franco Cardinali
La prima pubblicazione del giovane jesino Andrea Gregori, Frammenti
Racconta l’umanità fotografata dal suo sguardo
H
o scritto per necessità. Per non perdere ciò
che sento dentro. Così Andrea Gregori, 31 anni, jesino, presenta “Frammenti”, la
sua prima pubblicazione. Poesie che rivelano la vita, le emozioni, gli stati d’animo, la
solidarietà, la tenerezza. Un’opera scandita in quattro quadri: frammenti di vita, di
viaggio, di aforismi, di cuore. Ha presentato
recentemente il suo libro, a Jesi, in modo
originale, essenziale. Una sala per esposizione, arredata con pannelli che proponevano alcuni testi da lui scritti, pochi minuti
di presentazione e di ringraziamento, e poi
musica celtica di sottofondo, proiezione di
alcuni suoi frammenti, un momento conviviale, un’atmosfera in cui ciascuno era libero di restare, approfondire personalmente,
parlare, ascoltare musica. Ci tenevo a far
sentire le persone libere di incontrarsi e di star
bene insieme, perché penso alla cultura come
a un modo costruttivo di porsi nei confronti
degli altri, a una conoscenza non superficiale e non accademica. Andrea racconta con
semplicità se stesso, il suo percorso di vita,
il perché delle sue poesie. Quando frequentavo le scuole superiori, ragioneria, ho avuto
la fortuna di avere un insegnante di lettere
che mi ha comunicato la passione per la lettura. Ho letto moltissimo, e quando si è entusiasti e motivati per qualcosa, ci si arricchisce
interiormente, si cresce. Poi ho cominciato a
scrivere, e questo rappresentava uno sfogo, significava commuovermi, fare“pulizia interiore”,
liberarmi dalle sensazioni negative che vivevo,
guardare in profondità la mia vita. Penso che
l’arte, in tutte le sue forme, viene dall’anima ed
è molto importante nella vita. L’arte ci conforta,
ci cura, ci solleva. Noi non siamo solo ciò che
mangiamo e la strada che percorriamo. Noi
siamo le storie che abbiamo letto, le fiabe che
abbiamo ascoltato, le emozioni che abbiamo
provato di fronte a un tramonto, a un quadro,
a un fiore, a un viso caro. Molte delle cose che
ho scritto fino a poco tempo fa le ho gettate via,
poi ho deciso di raccogliere le mie poesie e le ho
presentate all’editore che ha pubblicato Fram-
menti: alcune di esse sono state anche musicate. poesia in ogni attimo della vita. Un cammiContinua a raccontare, Andrea, la sua espe- no personale tradotto in versi, metafore che
rienza, con tono sereno. Qualche anno fa ho esprimono una sicurezza che nasce dalla divissuto il servizio civile in un centro per disabili sponibilità a riflettere, a cercare attraverso
mentali: questa esperienza mi ha aiutato ad tante domande di superare le sofferenze, i
avere uno sguardo attento, appassionato ver- problemi, i disagi quotidiani.”A volte rifletto
so le persone, a vedere la ricchezza sommersa
della vita di un uomo, di chi non ha scelta, sudegli altri, a non lasciarmi condizionare dalle
bisce ed accetta!... e intanto ritorna quel dolce
apparenze. Esperienze così aiutano a vince- pensiero che chiede a ragione una vita migliore quell’isolamento dello spirito di cui spesso re… In questa società che corre io non ho vooggi siamo malati, a recuperare i contatti con glia e quindi cammino… verso coloro che non
la realtà, a capire che il nostro interesse è l’in- hanno di cui gioire eppure riescono a non perteresse degli altri, e il nostro futuro è il futuro
dere mai la dignità di vivere.” Con le parole di
degli altri. Un’altra cosa molto importante per Salvatore Merra, che ha curato la prefazione
me sono i viaggi. Per me viaggiare non signifi- di Frammenti, auguriamo ad Andrea Greca andare in vacanza e fare il turista per vive- gori che le ali della poesia volino sempre al di una ricchezza per la sua vita e per gli altri.
re un divertimento spesso fine a se stesso, ma
sopra delle ragioni della necessità, e che siano
Tiziana Tobaldi
perdermi nei luoghi in cui mi
trovo, lasciarmi coinvolgere,
cogliere ogni sfumatura delle
persone, del vivere quotidiano, ascoltare tante storie non
scritte che parlano all’anima,
perché il miglior modo per
comprendere la realtà è attraverso i sentimenti. ViagCarnevale
I controlli
giare per me vuol dire cercare, andare oltre se stessi e la
Forza ragazzi, via, è Carnevale,
‘L dottore mio de base è competente,
propria realtà per entrare
mettemoce la maschera e po’ fôri
me dice sempre: “Fatte ‘n po’ ‘n controllo!
nell’ignoto, e scoprire la belche questa è ‘na giornata assai speciale.
che ‘l male ce po’ esse, anche latente
lezza degli altri, nel tempo
Oggi pôi buttà via tutti i pudori
e co’ la mutua paghi solo ‘l bollo.”
- ciò che la storia ci ha lasciato - e nello spazio…Così
e comportatte in modo demenziale
A ste parole a me me viene in mente
esprime Andrea questa sua
senza pensà ai problemi coi dolori.
mi nonno che non era ‘n tipo frollo
passione in Frammenti di
Semo protagonisti, tutti attori
e ‘l medigo l’ha visto raramente.
viaggio: “Ingordo di conoche a Carnevale ogni scherzo vale.
E’ gido all’ospedale pe’ ‘n controllo,
scenza di persone e di culture,
di vedere e ascoltare, di esseEppo’ stasera come fa i pajacci
j’ ha ditto che c’avêa l’ipertensione;
re ovunque, di esserci sempre”.
quanno te specchi, levi la farina
più niente vi’, né dolci, né maiale,
I suoi Frammenti di vita, la
e arleggi sula faccia i pensieracci
scinnò te godi pogo la pensione.
parte più consistente del
libro, raccontano l’umanità
per quello che la vida te propina,
E’ campado ‘n par de mesi, e male,
fotografata dal suo sguarcerca ‘n po’ de scordatte tutto ‘l male
no’ ‘ndava fôri più, mango giù l’orto,
do attento, dal desiderio di
e illudete ch’è ancòra carnevale.
s’è ‘mpressionado tanto che c’è morto!
conoscere, di narrare la vita
con la poesia e di cogliere la
Lucio Longhi
Tra du’ campanili
6
Jesi
3 febbraio 2008
Il PD stabilisce le linee per le elezioni degli organismi dirigenti, il 2 e 3 febbraio
di
Paolo
Marcozzi
UNGHERIA (Via, da Via Inghilterra a Via Romania) Stato
dell’Europa centrale compreso fra Austria, Slovenia, Croazia, Serbia e Montenegro, Romania, Ucraina e Slovacchia,
con una superficie di 93.030 km 2. È una repubblica con parlamento unicamerale. Capitale: Budapest.
VAL D’AOSTA (Via, da Via Campania a Via Cartiere Vecchie)
Regione ufficialmente bilingue, in cui all’italiano si affianca il
francese (ma la lingua parlata dai valdostani è il patois francoprovenzale) la Valle d’Aosta ha amato considerarsi nel corso
della storia come un paese né al di qua né al di là delle Alpi,
ma intramontano, quasi a rivendicare la sua equidistanza
fra Italia, Francia e Svizzera e la sua autonomia. Circondata
dalle montagne più alte d’Europa, la Valle d’Aosta ha in effetti potuto sviluppare, grazie anche al suo statuto di regione
autonoma e all’apporto del turismo, efficienti servizi sociali
e un’economia progredita che la pone al primo posto fra le
regioni italiane come reddito pro capite. Capitale: Aosta.
VALCHE (Via, da Via Zara a Via Spina) Era la zona dei gualchierai (lavatori, smacchiatori o sodatori di panni) e degli
zingari calderai, intorno alla chiesa di Santa Caterina (v.). In
particolare, le gualchiere si dedicavano alla produzione del
feltro (la materia prima dei cappelli) a mezzo di folloni tessili che battevano le stoffe con l’aggiunta di argilla e sapone,
mossi dall’acqua del Vallato.
VALLE (Via, da Piazza Franciolini a Via dei Saponari) Nei
pressi di Porta Valle, detta anche Porta Pesa, perché vi era
sistemata la pesa pubblica: fu spostata in avanti alla fine del
secolo XV per permettere di includere all’interno delle mura
la sorgente di acqua, importantissima in caso d’assedio.
VECCHIO OSPEDALE (del) (Vicolo, da Via Santoni a Vicolo della Pace) Qui sorgeva il vecchio ospedale di Santa Lucia, gestito dalla confraternita omonima, economicamente
solida, con costituzioni rinnovate nel 1622 per opera del
vescovo Cenci. Durante il XVII secolo l’ospedale aveva una
capienza di 23 letti, di cui 16 per uomini e 7 per donne; in
situazioni particolari, l’ospedale poteva però ospitare un
numero maggiore di malati, come nel 1649, quando vi erano accolti 32 infermi colpiti da tifo petecchiale. All’ospedale era annessa l’unica farmacia (o “speziaria” o, più anticamente, “aromateria”) della città, aperta nel 1567: le medicine
erano vendute ai ricchi e distribuite gratuitamente ai poveri.
L’ospedale operò fino alla metà del secolo XVIII, quando
venne realizzato, dal vescovo Fonseca, l’Ospedale Diocesano,
in Terra Vecchia (oggi Corso Matteotti, dove già sorgeva un
altro piccolo ospedale, quello di San Rocco, a disposizione
dei viandanti).
continua al prossimo numero
Regione:
Proposta di legge per gli oratori
Riconoscere, sostenere e agevolare il ruolo
delle parrocchie e degli enti di culto nell’educazione dei ragazzi. E’ quanto si intende perseguire con la proposta di legge
della Giunta regionale riguardante “Interventi per la valorizzazione della funzione
sociale ed educativa degli oratori e degli
enti religiosi che svolgono attività simila-
T
Partito democratico: si vota
re milioni e mezzo di partecipanti
alle primarie del 12 ottobre. 2.352
persone all’assemblea costituente del
27 ottobre a Milano. Jesi 19 gennaio,
Hotel Federico II, secondo convegno
regionale del Partito Democratico.
Ormai realtà nella politica italiana, il
P.D. sta organizzandosi per le elezioni
degli organismi dirigenti. Ma questo
come coinvolgerà la cittadinanza jesina? Lo chiediamo all’avvocato Liliana
Uncini (nella foto), componente della
Costituente del Partito Democratico,
eletta con la lista “A Sinistra per Veltroni”.
Il 19 gennaio, presso l’hotel Federico
II di Jesi, si è tenuta la seconda costituente regionale del PD, di che cosa
si è parlato?
La coordinatrice Sara Giannini, dopo
aver comunicato i componenti del
proprio staff ha illustrato i metodi
delle prossime votazione degli organismi locali. Infatti il 27 gennaio si
svolgeranno le assemblee di fondazione del P.D., per illustrare le modalità della campagna di fondazione del
partito. Il 2 e il 3 febbraio, invece, in
tutti i comuni della provincia di Ancona sono convocate le assemblee di
coloro che hanno partecipato alle primarie del 14 ottobre. In tale occasione gli stessi riceveranno il certificato
di “fondatore del P.D.” ed eleggeranno
gli organismi dirigenti.
Come funzioneranno le votazioni del
2 e 3 febbraio e in che modo coinvolgeranno la cittadinanza jesina?
A Jesi si costituiranno tre circoli, uno
per ogni circoscrizione, e si eleggeranno il coordinatore e il comitato
direttivo di ogni circolo, i delegati
all’assemblea provinciale e i delegati
all’assemblea comunale. Questi a loro
volta eleggeranno il coordinatore comunale. Ai votanti verrà chiesto un
contributo per sostenere l’attività del
P.D. nel territorio.
Per quanto riguarda le quote rosa c’è
un’importante novità. Quale?
Che ogni elettore, per l’elezione del
comitato direttivo del circolo P.D. e
ri”. “Alle parrocchie - dichiara il presidente
Gian Mario Spacca - sono affidati compiti
fondamentali finalizzati alla crescita armonica dei ragazzi. I progetti sono presentati entro il 31 gennaio di ogni anno. Per il
2008, sono presentati entro 60 giorni dalla
data di entrata in vigore della legge dopo
l’approvazione del Consiglio Regionale. Per
la realizzazione degli interventi quest’anno
sono disponibili 500.000 euro.
Castelplanio - 60032 (An) - Via Roma, 117 - Tel. 0731.813444 r.a. - Fax 814149
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Negli organismi dirigenti il
numero di donne e uomini
dovrà essere assolutamente
paritario
dei delegati all’assemblea provinciale
e comunale dovrà esprimere due preferenze: una per un uomo e una per
una donna, pena la nullità della scheda. Negli organismi dirigenti il numero di donne e uomini dovrà essere
assolutamente paritario.
Immagini che il Partito Democratico
vinca le prossime elezioni politiche,
quale sarebbe secondo Lei la prima
cosa da fare?
Migliorare la Pubblica Amministrazione semplificando le procedure e
inserendo sistemi più snelli ed efficaci.”
Una straordinaria partecipazione alle
primarie dello scorso ottobre, un partito che come ha detto il suo leader
Veltroni “nasce dal basso”, con metà
dell’assemblea costituente composta
da donne, 23 stranieri e decine di giovani circa ventenni. È o no un’inaspettata innovazione dell’attività politica?
Il P.D. risponde alla grave crisi dei
partiti italiani che faticano a promuovere la partecipazione e a selezionare
una classe dirigente credibile e capace
di guardare lontano. Il P.D. è un partito nuovo diretto a rinnovare la politica italiana e i suoi comportamenti, un
partito che sin dalla sua fase fondativa è aperto alla partecipazione di una
larga platea di cittadini, al cui voto ,
diretto e segreto, affida la scelta della
leadership e al metodo delle primarie affiderà la scelta delle candidature
alle massime cariche di governo nelle
Regioni e negli Enti Locali.
Allo stesso principio di innovazione
del metodo di far politica risponde
anche la concreta e rispettata regola
della parità di donne e uomini presenti non solo nelle liste, ma fra gli
eletti e negli organismi.
Dato che il Partito Democratico
unisce due partiti, i Ds e la Margherita, con valori etici così diversi, quali saranno i valori del Partito
Democratico?
Il P.D. si riconosce nei valori di libertà, uguaglianza, solidarietà, pace,
dignità della persona che, come ben
specificato nel Manifesto del Partito, hanno le loro radici più profonde nell’illuminismo, nel cristianesimo, e nel loro complesso e sofferto
rapporto. Traggono alimento sia dal
pensiero politico socialista, sia da
quello liberale, sia da quello cattolico democratico. Questi valori sono
maturati nella dialettica tra queste
diverse tradizioni e dal confronto
con le sfide dei diritti civili e della
libertà femminile, oltre che nella
condanna delle ideologie e dei regimi totalitari del novecento. Sono
anche frutto di una lunga sequenza
di conflitti, basati su appartenenze
religiose o di classe, e di tragici errori. Oggi possiamo considerare alle
nostre spalle quei conflitti e quegli
errori. Sono i valori che ci uniscono
e gli obiettivi comuni ,che intendiamo realizzare, a definire la nostra
identità politica.
Eleonora Dottori
Convegno organizzato dal Meic su Teocrazia e Democrazia
Il lungo percorso della democrazia
Il presidente del Meic di Jesi – Movimento Ecclesiale di Impegno culturale - Alvise Cherubini ha introdotto il prof. Vittorio Massaccesi
che, la scorsa settimana al palazzo Ripanti,
ha proposto una conversazione su teocrazia e
democrazia. Massaccesi ha relazionato sul discernimento delle due concezioni, mettendo
in rilievo il termine teocratico, sottolineandone la sua giustificazione nella storia come
sistema, dalla nascita alla sua evoluzione in
un crescente equilibrio lasciando spazio al
concetto democratico, che è più vicino a noi.
Il sistema teocratico abbraccia un arco di
tempo vastissimo, fatto di cambiamenti e di
argomenti rimasti nel tempo. Il suo termine
greco, teos-Kratos, indica: potere di Dio. La
teocrazia è il potere che discerne da Dio ed
è esercitato da una suprema autorità religiosa o su delega da chi la rappresenta. Nel primo secolo dopo Cristo, fu coniato nella storia
giudaica, crescendo in una quotazione non
indifferente, come concezione organizzativa
di tutto il sistema. L’espressione democratica
è potere del popolo, con una sua conseguente volontà di espressione attraverso le votazioni. L’ordinamento della base di entrambe
le concezioni, nei popoli antichi come quello
Ebreo, Egizio e del territorio Europeo occupato da Roma, si muove sulla necessità di un
equilibrio tra le organizzazioni interne stimolate da continue sfide occupazionali del
potere. Guerre di conquista territoriale e di
concezione si susseguono dando svolte importanti, documentate di volta in volta da chi
per l’epoca era al potere. Questo avviene con
metodi più o meno oscuri, ma le forti culture
esterne all’Occidente hanno i loro rappresentanti che riescono ad identificare con chiarezza.
E’ proprio l’uso dei testi sacri che crea una
scissione laicista del potere politico e quindi teocratico, dai precetti interpretativi delle
realtà concettuali Divine. La scissione si rea-
lizza da Costantino, fino a Filippo il Bello, che
definisce con una delega la vera teoria teocratica. Alla Chiesa Cattolica ed Apostolica
resta solo una disciplinata sottomissione alla
sua credenza: la spada temporale è soggetta a quella spirituale; l’altra, quindi l’ultima
parola, è quella del clero. Se l’una sbaglia,
l’altra corregge, se sbaglia l’altra, il Papa interroga Dio. Il grande duello si concentra nel
secolo tredicesimo, precisamente nel 1302.
Gradualmente gli stati diverranno indipendenti fino all’Illuminismo. Le nazioni si muovono con tempi diversi; in Asia e nei paesi
arabi, la teocrazia ha un concetto di potere
unico, ovvero una sola spada sorregge potere
politico-spirituale-materiale. Questo perché
il riferimento ad un ordine proprio è sollecitato da norme quotidiane che spingono l’uomo ad avere un rapporto unico su tutto con
Dio. L’Oriente, quindi, non è toccato dal potere papista, mentre sugli stati europei fino
ai governi del nord, si estende la conferma
dei due concetti definendosi sempre meglio.
Le più ardite proposte, che sanno appunto di
miracoloso per l’epoca, convergono da menti
politiche del mondo greco, come Pericle ed
Aristotele. Viene stabilita un’Isocrazia: uguaglianza di poteri; un’Isogonia: diritto di parola, pari opportunità.
Nel tempo, la Chiesa lascia lentamente autonomia alla persona e alle scelte politiche.
Ma un puro e solo sistema teocratico non assicura una tutela della dignità della persona:
la democrazia sembra di si, ma le due realtà
tuttora si interrogano tra un’idea di unificazione e libertà dei poteri. Unico punto di riferimento ancora valido, sembra essere ciò che
S. Paolo riferisce nella Lettera ai Romani: che
in sostanza i principi sono quelli di un’autocritica e della coscienza, nel momento in cui
si resiste alle potestà terrene, si resiste a quelle di Dio, rischiandone quindi la condanna.
Elisabetta Rocchetti
Vita ecclesiale
Parola di Dio
3 febbraio 2008
3 febbraio 2008 - 4^ domenica del tempo ordinario (anno A)
Un mondo diverso è possibile, grazie a Lui
sere perfetti. Viene
offerto lo
In quel tempo: vedendo le folle, Gesù salì sulla montagna e, messosi
sguardo
a sedere, gli si avvicinarono i suoi discepoli. Prendendo allora la padi Dio. E
rola, li ammaestrava dicendo:
viene chie«Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati gli
sto di acafflitti, perché saranno consolati. Beati i miti, perché erediteranno la
co g l i e rl o ,
terra. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saseguendo
ranno saziati. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia.
Lui.
Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace,
Un mondo
perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati per causa
diverso è
della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. Beati voi quando
possibivi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta
le, grazie
di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché
a Lui. La
grande è la vostra ricompensa nei cieli». Parola del Signore.
parolachiave del
testo e anche dei
testi liturgici è “povero” (anawzm). Indica tutCommento
Come sintetizzare un commento su questa ti coloro che sono «curvi», cioè gli oppressi in
pagina-capolavoro, che ha animato la vita e balia dei potenti, le vittime indifese, una folla
la speranza di tantissime persone, anche non immensa distribuita in tutti i secoli e in tutte le
regioni del nostro pianeta. E, attenzione, come
credenti?
Chi è salito su quel monte e risente da lì i capi- si vede anche in Sofonia, sono anche i giusti,
toli 5, 6, 7 di Matteo con questo incipit, respi- i miti, gli umili, i fedeli a Dio. Sono appunto i
ra a grandi polmoni, sente che su quel monte “poveri in spirito” di Matteo.
(il nuovo Sinai con il nuovo Mosè) non viene Ecco una traduzione-attualizzazione offerta
chiesto un rinnovato sforzo di volontà per es- nel Catechismo degli Adulti “La verità vi farà
Dal Vangelo secondo Matteo Mt 5,1-12)
Agenda
Pastorale
del Vescovo
Venerdì 1° febbraio
ore 18.30: Parrocchia di Pianello Vallesina, incontro
con i Cresimandi
Sabato 2 febbraio
Ore 11: Cupramontana, S. Messa con bambini e
genitori della scuola materna S. Caterina
ore 16.30: Giornata dei Religiosi. In Duomo,
meditazione e S. Messa
ore 19.30: Castelbellino, conclusione della marcia
della pace
Domenica 3 febbraio
ore 9.30: S. Messa a Villa Serena
ore 15: Casa di Riposo “Gregorini” di San
Marcello: incontro con gli ospiti e S. Messa
ore 18.30: Incontro vocazionale
Martedì 5 febbraio
Incontro con Sacerdoti: il Vescovo non sarà
presente in Duomo nel pomeriggio
Mercoledì 6 febbraio
ore 18.: Santa messa in Duomo e imposizione
delle Ceneri
ore 21: Incontro con il Gruppo di discernimento
vocazionale in vista del Diaconato permanente
Giovedì 7 febbraio
Loreto: Ritiro di tutto il Clero delle Marche
Venerdì 8 febbraio
16.30: Collina di S. Maria Nuova: incontro con
Cresimandi
18.30: S. Messa
21: Incontro con i genitori
Domenica 10 febbraio
Mattino: Ritiro per partecipanti alla Scuola per
Ministeri
16.30: Incontro con Ministri Straordinari della
distribuzione della S. Comunione
18: S. Messa e mandato dei nuovi Ministri
Straordinari della distribuzione della S.
Comunione
21: Chiusura del Corso di Cristianità “donne”
Per i lebbrosi
Il gruppo Amici di Raoul Follerai di Jesi invita a partecipare alla XXXIV Mostra vendita pro Malati di lebbra che si
svolgerà dal 4 al 7 febbraio nella sala del Palazzo dei Convegni, concessa dal Comune di Jesi. La mostra sarà aperta
dalle 9 alle 12 e dalle 16 alle 19. In un periodo in cui si
registrano aumenti dei nuovi casi di lebbra in paesi endemici come il Brasile, è sempre più importante tenere vivi
l’attenzione e l’impegno di tutti per sconfiggere le cause
profonde della malattia: visitare la mostra sarà un modo
per contribuire a sconfiggere la lebbra: una malattia dimenticata.
liberi” n. 133
“Beati gli umili che confidano solo in Dio, perchè
ad essi è riservato il suo
regno.
Beati quelli che si affliggono per il male presente
nel mondo, perchè Dio
li consolerà. Beati i miti,
coloro che sono accoglienti, cordiali, pazienti, e rinunciano ad imporsi agli
altri con la forza, perchè
Dio concederà loro di conquistare il mondo. Beati quelli che desiderano
ardentemente la volontà
di Dio per sè e per gli altri, perchè Dio li sazierà
alla sua mensa. Beati i misericordiosi, che sanno perdonare e compiere opere di carità, perchè
Dio sarà misericordioso con loro. Beati i puri di
cuore, che hanno una coscienza retta, perchè Dio
li ammetterà alla sua presenza nella liturgia celeste. Beati quelli che costruiscono una convivenza
pacifica, giusta e fraterna perchè Dio li accoglierà
come figli.
Beati i perseguitati a motivo della nuova giustizia evangelica, perchè Dio, re giusto, li salverà”.
7
di don Mariano Piccotti
[email protected]
Gino e Vittoria
Samuel e Paolo e Marco
Ariel e Resima,
e tu, piccola Munnì…
Non v’ho trovato mai
in prima pagina,
o sul palco alto
della notorietà.
Ma sulla porta di casa
ad implorar speranza.
Spero che gli occhi miei
e le mie mani
v’abbiano fatto
intravedere il Sole.
CHIESA dell’ADORAZIONE
Una proposta del Meic
luogo di adorazione e di ascolto
Sabato 9 febbraio nella chiesa del monastero Ss Annunziata
delle Clarisse di Jesi, in via San Marco, si svolgerà un incontro
di cultura e spiritualità cristiana per vivere bene la Quaresima, tempo forte dell’anno liturgico. Alle ore 17: riflessione di
padre Valentino Natalini dell’ordine Frati Minori di Jesi; ore
18,30 celebrazione dell’Eucarestia con la partecipazione di altri gruppi ecclesiali.
Dal lunedì al Venerdì (eccetto i giorni festivi infrasettimanali),
dalle ore 16 alle 19,30 un Sacerdote è a disposizione nella
Chiesa dell’Adorazione per le Confessioni e il colloquio
spirituale.
Questo servizio, offerto a tutti, vuol essere in modo
particolare una opportunità data ai giovani. Viene
di seguito indicato il Sacerdote presente per ciascun
giorno:
Lunedì 4 febbraio: Martedì 5 febbraio: Mercol.6 febbraio: Giovedì7 febbraio: Venerdì8 febbraio: P. Ilarino, Cappuccino
Don Gianni Piersimoni
Le Ceneri, in parrocchia
Don Giuseppe Quagliani
Don Emilio Campodonico
Pastorale giovanile
Nasce l’equipe della pastorale giovanile che avrà il compito di
tradurre in pratica le linee indicate dalla consulta pastorale diocesana per l’attuazione di un cammino di fede dei giovani. I componenti sono stati chiamati da don Cristiano Marasca tra persone
disponibili che hanno vissuto l’esperienza dell’Agorà 2007. L’equipe sta predisponendo il programma dell’Agorà 2008 che ha due
momenti importanti: il 15 marzo e la notte tra il 20 e il 21 luglio.
Osimo: incontro annuale dei gruppi di preghiera legati a Medjugorie
E’ necessario ritrovare le radici cristiane
Domenica 20 gennaio ad Osimo si è svolto l’incontro dei gruppi e dei simpatizzanti legati a Medjugorje. Il colpo d’occhio
del Palazzetto era suggestivo, con almeno
4.500 persone che gremivano gli spalti,
quando l’assessore del Comune di Osimo
salutava i presenti e seguiva poi il sindaco
della Vallesina Tiziano Consoli, del Comune di Poggio San Marcello che aveva
l’onore di aprire l’incontro con un’interessante intervento sull’importanza del volontariato, sulla necessaria e sana laicità
dello stato e della politica, e sulle radici
cristiane dell’Italia e delle nostre zone.
L’avv. Consoli era presente in qualità di
Sindaco gemellato con il comune in cui si
trova Medjugorje, Citluk. Al termine dell’intervento, significativo ed emozionante,
i presenti addebitavano un caloroso applauso anche per il coraggio delle scelte
politiche prese dal Sindaco. Padre Ljubo
Kurtovic, francescano del convento-parrocchia di Medjugorje, che rappresenta
la “voce” nel mondo di Medjugorje, ha
proposto la centralità del messaggio cristiano per ogni tempo, ha richiamato la
società italiana a ritrovare le proprie radici cristiane, se non vuole smarrire la sua
dimensione di guida per l’Europa e ad
ogni cristiano ha riproposto la bellezza
della vita fondata in Gesù. La partecipazione all’Eucarestia, la preghiera del rosario, la lettura della Bibbia, la confessione,
il digiuno sono fondamentali nella vita di
ogni cristiano e sono stati raccomandati
nel corso dell’incontro che si è concluso
con la Santa Messa presieduta e concelebrata da numerosi sacerdoti presenti, insieme al padre francescano Padre Ljubo.
Ottima l’organizzazione affidata ai volontari guidati da Alberto Ronconi di Falconara Marittima.
Da Poggio a Medjugorie
Tiziano Consoli, avvocato libero professionista, nato 31 anni fa è tra i più
giovani amministratori d’Italia, eletto
nel 2005 Sindaco. Ha voluto porre l’attenzione molto sul volontariato, tanto
da conferire 36 benemerenze per meriti
civili alle più importanti organizzazioni
no profit operanti della Vallesina e non
solo. Tra l’altro è sua l’idea di organizzare con cadenza annuale un premio per i
marchigiani che si sono distinti in opere
di volontariato e dal 2005 sono stati pre-
Settimanale di ispirazione cattolica
fondato nel 1953
miate 13 persone e un premio alla memoria del dott. Carlo Urbani. Nel 2005
ha voluto fortemente il gemellaggio con
il Comune di Medjugorje, per motivi incentrati; sulle comuni radici cristiane,
sulla centralità storica dei santuari (a
Poggio San Marcello il Santuario Madonna del Soccorso) nello sviluppo dei comuni, e per valorizzare l’opera dei tanti
volontari della Vallesina che si sono prodigati per lenire le sofferenze inferte dalla guerra dei balcani in quelle zone (che
ha visto impegnato anche la famiglia del
Sindaco). Dal 2007 è presidente del Movimento della Vita con sede in Jesi.
Piazza Federico II, 8 - 60035 Jesi An
Telefono 0731.208145
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Vita Ecclesiale
3 febbraio 2008
IL PAESE DELL’ANIMA
Non poteva durare! Dopo appena due anni di dispute,
distinguo, paure ad ogni votazione il governo Prodi è
caduto perché è imploso al suo interno. Il suo cemento
che univa forze diverse era solo quell’anti-Berlusconi che
non è più bastato. Non si può governare solo “contro” ma
anche “per”.
Gli italiani hanno subito quest’antagonismo nel governo.
Il suo effetto è stato allontanare sempre più dalla politica
per rifugiarsi nell’antipolitica. Hanno predicato bene
razzolando male. Non sono riusciti a orientare l’opinione
pubblica per mancanza di un disegno comune capace
di indicare una prospettiva, dando senso ai sacrifici per
condividere un percorso alternativo per rimettere in piedi
lo Stato. Anche le cose migliori che hanno fatto sono
state oggetto di spezzettamenti mediatici. La sinistra
non è riuscita a coinvolgere il centro pur consapevole
che da sola non avrà possibilità di governare il paese. Il
Governo non ha valorizzato il senso, il significato delle
cose, vendendo male i risultati. Da parte sua la destra ha
avuto buon gioco, demonizzando il tutto, scavando sulla
litigiosità. La destra ha incarnato la delusione dei cittadini
nei confronti dello Stato che aumentando le tasse per
uno squilibrio economico derivato da problemi interni ed
esteri (l’euro) ha impoverito di fatto il Paese.
Si è rilevato il limite ideologico e politico di una sinistra
ancora ancorata all’ideologismo. Non ha il senso
del governo. Ancora ragiona con una mentalità di
opposizione. In un contesto invece dove poteva reggere
soltanto una politica in grado di esprimere una cultura
moderna, che riusciva a coinvolgere l’intero paese,
cosciente di sé, capace di parlare al cittadino e non ad
una sola parte.
Infatti, sono stati talmente bravi che sono riusciti a fare
opposizione tra di loro. La vittoria mutilata del 2006 ha
messo subito il governo sulla difensiva. Preoccupati di
contare all’interno del governo, occupando posti strategici
di comando con il risultato di una dilatazione abnorme
di ministri e sottosegretari, dando un immagine pietosa.
In questo quadro il Presidente del Consiglio si è costruito
con le sue mani una “prigione dorata” da cui partivano
i suoi sorrisi di incoraggiamento, la sua forza di tessere
una seppur debole strategica mediazione, mentre era
circondato da ricatti, veti, minacce per essere costretto
tutti i giorni a pacificare. Ministri che si azzuffavano
allontanandosi dal paese reale. Prodi non sarebbe caduto
se non si fosse innescata la “paura” della legge elettorale
che man mano che la si definiva vedeva i partiti “piccoli”
emarginati o addirittura esclusi.
Non importa sapere chi ha tirato il “sasso”. Riflettere su
un sistema che permette di tirarlo, serve alla democrazia
che necessita di governi che possono durare e non essere
impiccati alla corda che facilmente utilizzata: sia come
potere di ricatto e sia come trappola, per determinare
pressioni politiche ed istituzionali. La legge elettorale in
vigore con una richiesta imminente di un “referendum”
per modificarla ha innescato la necessità di darsi delle
regole.
Questa diventa la partita decisiva sia per rifare il governo
“istituzionale” oppure per andare alle elezioni. Entrambi
i poli hanno la necessità attraverso una legge elettorale
di garantirsi la governabilità. Andare alle elezioni con
l’attuale legge porta il pericolo che si ripeta quello che
si è vissuto, cioè il potere di interdizione anche di partiti
piccoli che possono destabilizzare il paese. Questo
è giusto per la democrazia e per il paese? Il Paese ha
bisogno di governabilità e di stabilità in un rapporto
sano e corretto con i cittadini. I partiti e le istituzioni
restituiscano agli elettori il potere effettivo della scelta e
ristabiliscano una relazione di mandato tra gli eletti e gli
elettori.
Il costo della politica è enorme. L’economia comincia a
mettere in ginocchio le famiglie, abbiamo bisogno non
di dispute ma di “etica” della politica in cui chi governa,
destra o sinistra, deve fare i conti con una democrazia che
i cittadini vogliono più vicino ai loro problemi quotidiani.
Remo Uncini
unsbach è un villaggio
della valle del Munster
in Alsazia: miti pendii coperti di vigne circondano
l’abitato, montagne azzurre svettano in lontananza.
Quando il sole tramonta
una luce dorata penetra da
tutte le parti, ombra e sole
giocano sulle antiche pietre
e sulle vetrate; dalla finestra
della sua casa a Gunsbach
Albert Schweitzer era solito contemplare le colline
e i boschi dei Vosgi segnati
da vecchi castelli, fortezze,
altissimi campanili. Questo
suo guardare dalla finestra
rimase un gesto emblematico che lo accompagnò per
tutta la vita: era il suo modo
di prendere coscienza della
realtà, di un mondo che
non finiva mai di esplorare,
la cui bellezza lo commuoveva profondamente.
Albert era nato a Kaiserberg e si era trasferito
da bambino a Gunsbach
quando al padre venne
offerto il posto di pastore nella chiesa protestante. Il villaggio esercitò una
grande influenza su Albert,
perché l’aver frequentato la
sua scuola lo preservò dall’orgoglio di tanti liceali che
mai avevano avuto contatti
con “les petites gentes”; infatti fu sempre pronto ad
avvicinare gli altri senza
pregiudizi, si appassionò all’ortocoltura ed ai lavori di
falegnameria grazie all’amicizia con gli artigiani dalle
cui mani operose aveva appreso i segreti dei mestieri.
La sua più grande passione
era suonare l’organo della
chiesa di Gunsbach durante gli uffici religiosi fin
dall’età di nove anni; il suo
autore preferito era Bach
secondo il quale “la musica
non ha altro fine che la gloria di Dio”. Albert dovette
allontanarsi da Gunsbach
per seguire gli studi universitari di teologia e quelli
musicali presso il conservatorio di Parigi; diventò
teologo e grande organista,
ma la sua decisione più importante la prese a 31 anni,
nel 1905, quando si iscrisse alla facoltà di medicina,
perché aveva capito che
la sua vocazione era quella di servire gli ultimi: gli
indigeni delle colonie dell’Africa equatoriale, dove le
malattie più terribili – e fra
esse la lebbra – mietevano
moltissime vittime.
Albert provò la gioia di
condividere i suoi ideali
con l’amica più cara della
sua giovinezza, Helen Breslau, che sposò prima di
partire per l’Africa nel 1913.
Gli Schweitzer giunsero nel
Gabon a Lambaréné dove,
con l’aiuto dei missionari
e della popolazione, allestirono il primo ospedale
ai margini della foresta: la
sala operatoria venne ricavata da un vecchio pollaio,
in attesa che venisse eretta
la baracca con il tetto di
lamiera ondulata; tutto intorno, invece, erano le capanne di bambù per i malati. Durante la prima guerra mondiale Albert e sua
moglie, cittadini tedeschi,
vennero fatti prigionieri
dai Francesi e dovettero interrompere la loro attività
medica per riprenderla soltanto nel 1924. L’ospedale
a Lambaréné fu ricostruito per ben due volte con
l’aiuto di tanti amici e grazie ai proventi dei concerti
che il dottore, proprio per
questo scopo, tornava ad
eseguire periodicamente
nelle principali città europee. Il suo pensiero, la sua
personalità erano diventati
un riferimento per molti che lasciarono brillanti
carriere per dedicarsi al
servizio del prossimo. Nel
1953 Schweitzer ricevette
il premio Nobel per la pace
e con la somma ricevuta poté portare a termine
il villaggio per i lebbrosi
che venne inaugurato col
nome di “Village Lumière”
(villaggio della luce), quasi
a significare la volontà di
portare la luce nella vita di
queste persone così duramente provate. Grazie alla
somministrazione
delle
medicine scoperte in America il dottor Schweitzer
riuscì a dare una speranza
ai più derelitti ed a migliorare la loro condizione di
vita. Il grande dottore con
i capelli arruffati, i vecchi
pantaloni pieni di rammendi, le tasche gonfie di
lettere, i baffi ispidi e folti,
impartì lezioni all’umanità
intera dal suo ospedale nella giungla. Una sera di settembre del 1965, mentre il
fiume Ogouè sembrava un
enorme specchio dove gli
alberi riflettevano la loro
immagine e la luce della
sua finestra brillava nel-
l’asterisco
Tra rivoluzionari e riformisti i ....!
G
Gunsbach
*
l’oscurità, Albert Schweitzer si spense mormorando
le parole di una corale di
Bach: “Liebster Jesu, wir sind
hier !” (Amatissimo Gesù,
eccomi qui).
Maria Costanza
Santacroce Cestaro
di Giacomo Galeazzi
La Chiesa parla glocal
L
a Chiesa italiana parla glocal, un glocal ancora un po’ bambino, ma già molto efficace.
Il boom dei nuovi comunicatori cattolici veri
e non dei vanesi con tonaca, agente, ed ufficio stampa, sta emergendo in tutto lo Stivale,
disdegna i grandi network e non ha paura di
correre nell’etere, talvolta alla corsara. Il mondo ecclesiale della Penisola sta transitando dai
mass media ai community media, ed è facile
pronosticare un futuro nell’ambito della comunicazione religiosa e sociale del nostro Paese,
che si configurerà come realtà determinante e
senza precedenti, caratterizzata da un proliferare di tv e radio in parrocchie ed oratori. «La
rivoluzione della Chiesa che parla “glocal” si
fonda sulle innovazioni tecnologiche», spiega padre Franco Lever, decano della facoltà di
Scienze della comunicazione sociale presso la
Pontificia Università Salesiana, teorico e studioso del nuovo fenomeno. In effetti grazie ai
bassi costi delle strumentazioni impiegate ed
alla qualità che può essere raggiunta molti lavori “autoprodotti” dalle realtà territoriali della
Chiesa vengono trasmesse persino su satellite.
Un tempo le parrocchie regno della macchina
da scrivere e del ciclostile, usati per comporre e
moltiplicare bollettini, libretti di canti o testi da
recitare nei teatrini, hanno scoperto che tv e radio hanno le stesse qualità, sono duttili, economici e di facile uso. Ma la novità consiste nella
comprensione delle straordinarie potenzialità
offerte dal canale di distribuzione. Ormai si entra nel web, ci si collega al sito della parrocchia
e si vede il girato che una piccolissima videocamera vi trasferisce in tempo reale.
IL REFRATTARIO
A PROPOSITO DI ABORTO
Ogni anno, la prima domenica di
febbraio, la Chiesa italiana celebra la
giornata per la vita. E’ così da quando, nel 1978, fu approvata la legge
194, sull’interruzione volontaria della gravidanza.
Quest’anno credo che la ricorrenza
assuma un significato particolare,
visto che ormai da un po’ di tempo,
è stata lanciata, dal coraggioso direttore de “Il Foglio” Giuliano Ferrara, la campagna per una moratoria
sull’aborto. Si tratta di una iniziativa
nobile e splendida, resa ancor più
degna di nota dal fatto che è stata proposta da un uomo di cultura
che si dice non credente. In mezzo
a tanto dibattito che è scaturito nel
nostro paese, è il caso, però, di dar
luogo, se ce ne fosse bisogno, ad alcune osservazioni.
Si è sentito ripetere da più parti, anche da molte personalità cattoliche,
che la legge 194 è, tutto sommato, una buona legge e che andrebbe semplicemente applicata meglio
nella parte relativa alla prevenzione.
Questa presa di posizione è inaccettabile. Applicare meglio le norme è
il minimo che si possa fare, ma, per
favore, non si dica che si tratta di
una buona legge! Al massimo potrà
essere migliore di altre, ma buona
proprio no! Noi cattolici abbiamo il
dovere di evidenziare sempre, senza
stancarci, che tale disposizione è intrinsecamente ingiusta, aberrante ed
inaccettabile, in quanto attraverso
essa lo Stato permette l’omicidio di
un innocente indifeso. L’aborto è e
resterà sempre un crimine, oltre che,
per un credente, un orrendo peccato. E non si parli di conquista di civiltà e di necessario rimedio contro
gli aborti clandestini, anche perché
credo sia stato dimostrato che i dati
usati dai difensori della 194 per giustificarla si sono rivelati delle autentiche balle. Inoltre, se ragionassimo
in questi termini, dovremmo legalizzare anche gli omicidi, visto che
comunque ne avvengono molti. Se
in Italia dal 1978 c’è stata una relativa riduzione degli aborti legali, lo
dobbiamo ai Centri di Aiuto alla
Vita (Cav) e alle brave persone che
ne fanno parte, non certo alla legge.
Prima della 194 il numero di donne
che abortiva non poteva essere di
milioni, come pure i radicali continuano a sostenere, visto che allora si
rischiava la galera e la faccia ed era
difficile trovare chi eseguisse l’ope-
razione. Né si venga a sventolare il
solito vecchio slogan femminista
dell’autodeterminazione delle donne, che non si può avere a scapito di
un’altra vita.
Questo dobbiamo ribadire nella battaglia culturale, senza compromessi,
perché la vita non è un valore negoziabile. Certo, sul piano politico
e della legislazione la situazione è
diversa!
Oggi, purtroppo, non ci sono le
condizioni per abrogare o cambiare drasticamente la legge, si deve
realisticamente prenderne atto. Ciò,
però, non significa che non si debba avviare un dibattito o che non si
possa lottare per apportare alcune
modifiche in senso più restrittivo.
E’vero, magari si corre il rischio di
peggiorare le cose e quindi bisogna agire con prudenza e saggezza, ma, caspita, è anche doveroso
tentare! Dobbiamo sempre pensare ai 5 milioni di bambini uccisi da
trent’anni a questa parte, una vera
e propria strage degli innocenti, un
vero e proprio, come lo ha definito
il giornalista Antonio Socci, genocidio censurato. Si tratta o no di uno
scandalo della nostra epoca?
Federico Catani
In diocesi
3 febbraio 2008
9
Assemblea diocesana e consegna della pubblicazione con gli atti del convegno di ottobre
vangelizzare è un’esigenza d’amore: ciascuno di noi deve essere via
di Cristo perché gli uomini abbiano la
gioia di essere salvati dal Lui” così il vescovo Gerardo si è rivolto ai tanti fedeli,
animatori, catechisti che si sono ritrovati
in Cattedrale, nel pomeriggio di venerdì
scorso, per la celebrazione della preghiera del vespro nella giornata dedicata alla
Conversione di San Paolo. A ciascuno è
stato consegnato il fascicolo “CorresponsAbili” realizzato dalla Diocesi e a cura
di don Mariano Piccotti. La pubblicazione riprende il convegno diocesano dello
scorso ottobre sul tema “Una chiesa che
abilita alla corresponsabilità”, raccoglie i
diversi testi dei coordinatori dei laborato- gliare negli adulti l’attenzione verso di loro.
ri, i contributi dei relatori e riporta in ap- “Dobbiamo abilitarci a un nuovo modo di
pendice i programmi per l’anno in corso di evangelizzare, amando quello che loro
alcuni degli organismi diocesani. “Il con- amano”: ha detto don Cristiano, coordinatenuto è sempre nuovo perché attende di tore della Pastorale Giovanile, pensando ai
essere messo in atto: una chiesa che abilita ventimila giovani della nostra Diocesi e ai
alla corresponsabilità ha il compito di te- 649 di loro che quest’anno compiranno dinere attivi i suoi membri”: così don Maria- ciotto anni. Di questi ultimi, statisticamenno, vicario per la pastorale, ha presentato te, 129 si domanderanno se il Signore li
il testo che vuole essere uno strumento di chiama a fare qualcosa di diverso ma solo 5
lavoro per i gruppi, che o 6 troveranno qualcuno che li ascolterà.
raccoglie la bella espe- La società di oggi presenta tanti problemi
rienza del convegno, ap- e una perdita di fede sempre più evidente:
prezzato dalla maggior di fronte a ciò, ha invitato il Vescovo, dobparte dei partecipanti biamo riscoprire la nostra vita interiore e
che si sono sentiti coin- renderci conto che non siamo soli perché
volti non solo nell’ascol- nella Chiesa ciascuno ha un posto, siamo
to ma nella partecipa- l’equipaggio della stessa barca che non ha
zione attiva.
passeggeri.
La stessa modalità del
convegno è stata ripro- Gli obiettivi della Diocesi
posta venerdì scorso: Il capitolo sette del fascicolo è dedicato
un’assemblea diocesana agli obiettivi pastorali “per camminare incon la preghiera, le re- sieme”: riabilitarsi alla meditazione della
lazioni del Vescovo, di Parola e di abilitare i giovani all’ascolto del
don Mariano e di don Signore e al discernimento vocazionale;
Cristiano Marasca, la abilitarsi a guardare le persone e la concena insieme, i lavori in dizione umana secondo gli ambiti indicati
sei gruppi e la preghiera dal convegno di Verona (fragilità, affettivifinale; un’occasione per tà, lavoro e festa, cittadinanza, tradizione);
condividere il come fare abilitare le comunità a vivere il cammino di
per passare dal dire al fare, raccontando- fede; favorire una partecipazione cosciente
si non solo quanto emerso, ma quanto di e attiva alla liturgia e alla preghiera; allarfatto si sta progettando. Nei gruppi infatti gare la partecipazione e la collaborazione
sono risuonate le provocazioni ricevute al alla vita della comunità; accogliere le istanconvegno e nelle relazioni, in particolare ze dei poveri ed essere vicini alle coppie e
la necessità di ascoltare i giovani, di risve- alle famiglie.
Sabato 26 alla chiesa dell’Adorazione
“Famiglia umana,
comunità di Pace”
I
l mese di gennaio è,
dal 1968, dedicato alla
preghiera per la Pace
e, nella nostra diocesi,
sabato scorso presso la
chiesa dell’Adorazione
si è tenuta una veglia di
preghiera per la Pace.
Organizzata dal settore
Adulti dell’Azione Cattolica ma aperta a tutte
le realtà diocesane più
disparate, durante la
veglia si sono alternate brani della Parola di
Dio ed estratti dal messaggio di Papa Benedetto XVI per la giornata mondiale per la
Pace, intitolato “Famiglia umana, comunità
di Pace”. “E’ una veglia
di comunione per ritrovare insieme la Pace
– ha detto il presidente diocesano di Azione Cattolica, Michele
Contadini – che è un
dono di Dio”.
La veglia è stata accompagnata dalla corale “Alma Regina”,
diretta da Luca Rocchetti e composta da
molte
Giovanissime
di Ac della parrocchia
Regina della Pace. In
conclusione il Vescovo
ha consegnato a tutti i presenti il messaggio completo del Papa per la giornata
mondiale della Pace ed invitato i gruppi a
ripetere questa esperienza. “Per me è importante che ci sia comunione tra i gruppi
– ha sottolineato durante la sua riflessione, Mons. Rocconi – Prima della propria
identità, dobbiamo capire che siamo tutti
chiesa. Un momento come questo è una
grande cosa, perché la Chiesa è come la
vuole Gesù: una. C’è volontà di voler camminare insieme nonostante le differenze”.
Il Vescovo si è anche soffermato sul messaggio del Papa, tutto incentrato sulla fa-
Con la ricerca contro il cancro
“E
“Siamo tutti equipaggio, non passeggeri”
Voce della Vallesina potrà accogliere i
suggerimenti, le riflessioni, le proposte
scaturite dal convegno e dall’assemblea
diocesana. I contributi possono essere inviati
per fax o per email in redazione: saranno
utili per continuare il confronto e sentirci
maggiormente partecipi e corresponsabili
della Chiesa.
L’associazione Italiana per la ricerca sul
cancro, l’Airc, ha promosso una giornata
dedicata all’informazione e alla raccolta di
fondi contro i tumori.
Anche a Jesi, in piazza della Repubblica,
sabato 26 gennaio, i
volontari dell’associazione hanno offerto
le arance della salute
con i volontari della
protezione civile - nucleo volontariato CB
OM di Jesi Egidio Angelini,
Simone Filottrani
e Paolo Tittarelli.
Foto Vincenzoni
Il circolo Ferrini ringrazia il Santa Lucia
Musica per il Kenya
miglia (“La famiglia è la prima e insostituibile educatrice alla pace”). “Nel mondo
che appare tenebra noi dobbiamo essere
luce. Noi dobbiamo fare la nostra parte,
dare segni per tenere viva un’idea: la Speranza. Anche ogni nostro piccolo segno
di pace ha valore ed il Signore ci chiama
a seminare. Il messaggio del Papa punta
sulla famiglia. Distruggere la famiglia significa distruggere la Pace”.
Giuseppe Papadia
Nelle foto un momento della veglia di
sabato sera.
Lo spettacolo che il gruppo
Santa Lucia ha offerto per
sostenere un progetto rivolto ai bambini del Kenya ha avuto un ottimo successo di partecipazione da
parte del pubblico che ha
riempito la sala del teatro
diocesano nel pomeriggio
di domenica 13 gennaio
scorsa. Superiore ad ogni
aspettativa la performance della corale degli adulti
e delle voci bianche, dei
solisti, del pianista, della
violinista e della flautista
con la magistrale direzione del maestro Brecciaroli.
I numerosi applausi del
pubblico hanno dimostrato l’apprezzamento
per l’esibizione. Il ricavato
delle offerte sarà devoluto
all’associazione Giovanni XXIII fondata da don
Oreste Benzi che opera in
Kenya. La presidenza del
Circolo Ferrini ringrazia
sentitamente gli organizzatori e i protagonisti
della serata.
10
Jesi
3 febbraio 2008
Giornata della Memoria al Palazzo della Signoria - Primo Levi e il dovere della Memoria
Se comprendere è impossibile, conoscere è indispensabile
“I
l ritorno di Primo Levi ad Auschwitz”,
un prezioso documentario della Rai
- proiettato sabato pomeriggio nella Sala
Maggiore del Palazzo della Signoria su
iniziativa dell’Amministrazione Comunale - che ha mostrato questo mirabile testimone, intellettuale e poeta, durante un
viaggio in pullman, diretto per la seconda
come mezzo per farli avvicinare in ma- nella provincia di Ancona. L’intervento
niera diversa al tema della Memoria. A lui del presidente del Consiglio Comunale,
si deve molto- soprattutto con Se questo Paolo Cingolani, ha introdotto la proieè un uomo - per le conoscenze che ci ha zione con una suggestiva sintesi storica.
fornito su un mondo fuori dal mondo. Ciò “Cinquantenne, di quel periodo ho solo i
ci permette di avere coscienza di quello ricordi dei racconti dei miei genitori, olche è stato, e di riflettere molto sull’oggi.”
tre quelli accumulati da studente attraInteressante anche la relazione del pro- verso gli studi e gli approfondimenti, e la
fessore sulle deportazioni ricerca personale sulla Storia del nostro
della Shoah in Italia e nelle Paese…Il 27 gennaio del 1945 le truppe
Marche. “ Bisogna pren- sovietiche dell’Armata Rossa scoprono il
dere consapevolezza che campo di concentramento di Auschwitz
lo sterminio non fu opera e liberano i pochi superstiti. Saranno le
solo dei nazisti. In realtà testimonianze di quei sopravvissuti a rimolti furono gli spettatori velare compiutamente al mondo- che
indifferenti, quindi indi- già sapeva- per la prima volta l’orrore
rettamente responsabili di del genocidio nazista…In giornate come
tale carneficina. È lodevole questa, ad alta intensità emotiva, ci chiericordare i giusti. Ma bi- diamo come sia stato possibile quell’olosogna ricordare che molti, causto. Ebbene, se comprendere tutto ciò è
con il proprio comporta- impossibile, diceva Primo Levi, conoscere
mento indifferente, hanno è indispensabile. Perché solo quando arconsentito tutto questo. Ri- riva la conoscenza arriva anche la mecordare è l’unico modo per moria. E la Memoria di quanto accaduto
combattere l’indifferenza”.
deve aiutare tutti a perseguire il Bene per
Dalla sua relazione è emer- l’Umanità intera richiamando organismi,
so, in particolare, che in istituzioni nazionali ed internazionali alItalia gli ebrei venivano l’aggregazione di condizioni che possano
internati in campi creati garantire ad ogni popolo libertà, dignità
soprattutto nelle regioni e convivenza democratica. Questa la specentro meridionali, in zone ranza che nasce dall’orrore della Shoah.
volta ad Auschwitz, alla guida di un grup- lontane da posti militarmente importan- Per questo abbiamo dato la possibilità ad
po di studenti di Firenze. “Preso” dai ri- ti e, soprattutto, più arretrate, con alto alcuni studenti della nostra città di comcordi di quella prigionia, Levi li esprime, tasso di ignoranza per impedire la di- memorare questa giornata
all’interlocutore che lo intervista, con vulgazione delle idee antifasciste. In essa nei luoghi dove l’efferatezsorprendente lucidità e chiarezza; con vengono elencati i nomi in maniera det- za prevalse sulla ragione.
un linguaggio secco, asciutto, preciso, so- tagliata. I marchigiani non ne furono im- Io ho una grande fiducia
brio.
muni. Furono scelte località dove c’erano nella loro forza rigeneratriUn modo efficace, reale questo per “Ri- delle strutture già esistenti: ex ville, fab- ce. In loro che hanno potucordare la Shoah, evitando la retorica e briche, scuole in disuso. Pochi campi fu- to solo posare lo sguardo
quindi il rischio della non conoscenza”- rono appositamente costruiti. Gli stessi sul XX secolo e i suoi tanti
ha sottolineato Costantino Di Sante, pre- podestà locali facevano a gara per avere genocidi, e che pure hansidente dell’Istituto di Storia della Resi- queste strutture perché ciò voleva dire no già scolpiti nella menstenza di Ascoli Piceno - A vent’anni dalla “giro di denaro”, movimentazione econo- te e nel cuore le immagini
sua scomparsa, questo ci è parso anche il mica. Nel 1941, oltre agli ebrei, vennero di ben altri orrori che si
modo migliore per farlo conoscere ai gio- internati anche civili dell’ex Iugoslavia, stanno consumando nel
vani in particolare, sia come esempio, sia cinesi della Cina nazionalpopolare, rom, Pianeta. Oggi questi gioantifascisti…fino a in- vani sono chiamati ad una
cludere gente rastrel- nuova Resistenza: contro i
lata senza motivo, che poteri forti, contro i signoPrimo Levi
però costituisse forza ri della guerra, contro i polavoro. Oltre ai cam- teri economici che creano
Primo Levi nasce a Torino nel 1919. Di famiglia ebrea, vive
pi, furono individuate disuguaglianza,
povertà,
in prima persona il dramma della persecuzione nazifascista
anche località di in- morte. A noi, alla nostra
durante la Seconda guerra mondiale. Arrestato nel dicemternamento, o interna- generazione, a me che rapbre del 1943, viene internato nel campo di concentramento
mento libero, con cui presento le Istituzioni, il
di Fossoli (Modena) e di qui trasferito nel lager di Auschwitz,
il regime controllava, compito di recuperare crein cui trascorrerà quasi un anno di terribile prigionia.
con la complicità della dibilità e autorevolezza nei
Levi ha alternato alla sua attività di chimico quella di nargente stessa, i soggetti confronti dei nostri figli
ratore: fra le sue opere più importanti e conosciute in tutto
ritenuti sospetti. Sia al per consegnare nelle loro mani le uniche
il mondo vi sono Se questo è un uomo e La tregua, nate
mattino che alla sera armi che potranno portare alla pacificadall’esperienza della deportazione, e altri romanzi e raccolquesti erano tenuti a zione globale: le armi della riconciliaziote tra cui Vizio di forma, Il sistema periodico, La chiave a
firmare il foglio delle ne civile e della non violenza, che devono
stella, Storie naturali.
presenze. Erano alme- appartenere ormai da qui in avanti a tutte
Muore suicida l’11 aprile 1987, nella sua casa di Torino, lano dodici tali località le Culture.” Durante la manifestazione è
sciando un grande rimpianto in tutti coloro che hanno conosciuto l’uomo, riservato e gentile, e in chi ha letto le sue
opere, impregnate di profonda umanità.
stata ricordata, con l’osservazione di un
minuto di silenzio e con un breve intervento del giovane presidente dell’Anpi
(associazione nazionale partigiani d’Italia), la figura di Arrigo Boldrini, comandante partigiano scomparso lo scorso 22
gennaio. “Un uomo che ha dato tanto
per la nostra Nazione. Ha partecipato
alla Consulta Nazionale, all’Assemblea
Costituente, ha scritto la nostra Costituzione che proprio quest’anno celebra il
cinquantesimo anniversario dell’entrata
in vigore, attraversando l’Italia dalla dittatura alla democrazia. Una parola, quest’ultima, che non riesce ad esprimere i
sacrifici fatti per tutti. C’è un comportamento superficiale che consente a forme
neo fasciste di ritornare pericolosamente.
Noi assistiamo indifferenti alle numerose intimidazioni, alle aggressioni, all’imbrattamento delle nostre città. Oggi sta
a noi difendere quanto abbiamo ricevuto dal sacrificio di tanti partigiani. Tanti
oggi sono i giovani che si interessano alla
Storia, che vogliono sapere la verità. Che
vogliono continuare la battaglia contro
chi minaccia la libertà sia individuale che
collettiva. Contro chi discrimina i cittadini e contro chi sostituisce il diritto con la
forza.”
Per l’assessore alla Cultura Valentina Conti, che ha coordinato la manifestazione e
guidato il dibattito, “una serata incentra-
ta sul bisogno di recupero della Memoria come tentativo di farla conoscere alle
nuove generazioni, quale impegno per la
costruzione di una cultura della Pace, conoscenza degli altri e rispetto reciproco.”
Fotoservizio Paola Cocola
Rinnovato il direttivo Acli San Giuseppe
Sant’Antonio in parrocchia
La tradizionale festa di Sant’Antonio Abate si è svolta anche
quest’anno nella parrocchia di
San Giuseppe. Hanno partecipato tanti fedeli e allevatori,
tra cui Livio Romagnoli che ha
portato una mucca e il suo vitellino (nella foto) che alleva in
modo tradizionale ed è rimasto, purtroppo, tra i pochi della
zona. Il parroco don Giuliano
Fiorentini ha benedetto le tan-
te persone che si sono radunate
con gli animali domestici e da
cortile per questa occasione di
festa che si ripete da anni nelle
nostre parrocchie.
Foto Lorenzo Bolletta
Bolletta riconfermato
E’ stato rinnovato il direttivo
del Circolo Acli San Giuseppe; le votazioni che si sono
svolte sabato 22 gennaio,
hanno riconfermato alla
carica di presidente Dino
Bolletta (nella foto). Gli altri componenti del direttivo
sono Marco Giampaoletti,
vice presidente e segretario;
Giuseppe Belli, Carlo Cirilli,
Idelfio Coppari, Alessandro
Angelelli, Giacomo Bartoluzzi; don Giuliano Fiorentini è
l’assistente spirituale.
Regione
3 febbraio 2008
11
Majolati - Restituita alla cultura mondiale “La fuga in maschera”
N
Un’opera giovanile di Gaspare Spontini
ell’ambito delle celebrazioni
per il CLVII anniversario della
morte di Gaspare Spontini, l’Amministrazione comunale di Majolati ha
presentato, presso il Museo Spontini,
una nuov a acquisizione, lo spartito
autografo de “La fuga in maschera”,
opera che darà lustro non solo al
Museo majolatese, dove sarà esposta,
ma anche agli studi sul periodo italiano dell’arte spontiniana che comprendono un periodo tra il 1795 e il
1802.
Il Sindaco ha narrato la vicenda
del ritrovamento dell’autografo sul
mercato antiquario inglese e delle
difficoltà di acquisizione dovute a
quotazioni tutt’altro che da saldi, ma
grazie alla contribuzione della Fondazione della Cassa di Risparmio di
Fabriano e Cupramontana, banca da
sempre presente nel territorio majolatese, ringraziata sentitamente più
volte, si è potuto concretizzare un
sogno che porta lustro al paese e alle
dotazioni archivistiche organizzate
nel nome di Spontini.
Il Sindaco ha concluso il suo intervento con un auspicio, cioè che
l’interesse che si registra intorno a
Spontini e alla sua musica in Francia,
Germania e in molti altri Stati europei, possa diffondersi nuovamente
nei teatri di tradizione italiani.
Sandro Grizi, Assessore alla Cultura
del Comune di Majolati, ha assicurato un costante miglioramento della
fruibilità del Museo che dovrà diventare sempre più luogo di ricerca
e di conservazione delle fonti.
Il dott. Vittorio Gagliardini, Vice
Presidente della Fondazione Cassa
di Risparmio di Fabriano e Cupramontana, con soddisfazione ha affermato che la Banca Carifac, con
Filiale a Majolati, si è fatta carico
ben volentieri di portare a Majolati
un così importante documento per
sostenere la Cultura del territorio in
cui opera l’Istituto di Credito. Tra i
vari compiti affidati alla Fondazione
c’è anche quello di sostenere le iniziative culturali e l’acquisizione della
partitura spontiniana legherà permanentemente il nome di Spontini a
quello della Carifac. Tra l’altro la famiglia Spontini ha origine ad Albacina e notevoli sono i legami di parentela con i Fabrianesi, basta pensare
mons. Aurelio Zonghi. Inoltre Vitto-
Internet e minori
Internet e minori: il Corecom Marche,
il Comitato regionale per le comunicazioni, incontra i genitori nelle scuole della regione, perché adulti più
informati significa bambini più sicuri. I dati dimostrano che ormai sempre più minori navigano in Internet
e fanno uso delle nuove tecnologie
legate alla rete, spesso senza la consapevolezza dei rischi e delle insidie a
cui i più piccoli possono essere esposti in questo mondo virtuale. Pericoli
di cui, molte volte, anche i genitori
sono ignari, a causa di una scarsa conoscenza di Internet in generale, ma
anche dell’uso stesso che i propri figli ne fanno. Il Corecom Marche così
ha deciso di dare vita ad un progetto,
nato in collaborazione con la Polizia
delle Comunicazioni - Compartimento
delle Marche, volto ad informare i genitori dei rischi che i bambini corrono
navigando in Internet, attraverso una
serie di incontri con i genitori nelle
scuole della regione. I primi due appuntamenti si sono già svolti presso
l’Istituto comprensivo Ancona-Nord
e l’Istituto comprensivo Ancona-Centro, durante i quali il presidente del
Corecom Marche, Marco Moruzzi ed
il Comandante della Polizia delle Comunicazioni – Compartimento delle
Marche, Maurizio Pierlorenzi, hanno
affrontato le tematiche della pedopornografia, della violenza, dei messaggi manipolatori che possono essere
veicolati tramite i siti Internet.
rio Gagliardini ha assicurato il proprio interesse anche per le Istituzioni spontiniane, tra queste l’ospizio di
Carità, sempre alle prese con bilanci
difficili in quanto si cerca di evitare
rette gravose agli ospiti.
William Graziosi, amministratore
delegato della Fondazione Pergolesi
Spontini ha ricordato la grandezza
dei due Musicisti, così vicini anche
geograficamente, inoltre ha assicurato che, il prossimo anno, sarà messa
in scena La fuga in maschera, mentre ora si sta lavorando per un’esecuzione del Fernando Cortez il cui
bicentenario cadrà nel 2009.
L’avv. Alfonso Maria Capriolo, Presidente dell’Associazione Museale
della Provincia di Ancona, ha annunciato un importante progetto in
favore del Museo Spontini, cioè la
realizzazione di una videoguida con
un moderno supporto tecnologico
MP4.
Nella guida, scaricabile anche attraverso internet, saranno contenuti
dei filmati storici, tra questi il documentario Spontini (1951) realizzato
in occasione del I Centenario della
morte di Gaspare Spontini, per la
regia di Gian Maria Cominetti su indicazione del Duca Filippo Caffarelli
(1891-1975) e ripresentato nell’estate
2007 nella seconda edizione di Trivio e Quadrivio.
Il dott. Federico Agostinelli ha illustrato l’autografo composto da 393
fogli scritti su entrambe le facciate
da Gaspare Spontini, due atti quasi
per intero autografi, tranne alcuni
recitativi curati dai copisti.
Al termine della conferenza stampa
il sindaco Giancarlo Carbini ha offerto a Vittorio Gagliardini, Federico
Agostinelli, Alfonso Maria Capriolo
e William Graziosi i segni del CC de
La Vestale: la medaglia commemorativa, l’opuscolo storiografico e un
cd con una selezione di brani tratti
dall’opera spontiniana e registrata in
occasione del concerto anniversario.
Marco Palmolella
Nella foto, la presentazione del documento, in una sala
del Museo: da sinistra Sandro Grizi, Federico Agostinelli,
William Graziosi e Giancarlo Carbini.
Equità, rigore e sviluppo
per la crescita delle Marche
La “Finanziaria” della Regione in 10 punti:
1
Due cittadini
marchigiani su tre
(68,5%)
continuano a non
pagare l’Irpef
regionale
5
Il debito sanitario
cumulato negli
anni precedenti
è stato dimezzato
“La Casta”) ed ha
ridotto ancora le
spese: -3,4%
6
9
3
7
10
4
8
2
La pressione fiscale
reale regionale si
riduce:
-1,6% nel 2008
Il peso dei tributi
propri della
Regione Marche è
al 9° posto in Italia,
al di sotto del valore
medio nazionale
La gestione
economica 2007
della sanità è in
equilibrio
Le consulenze
esterne sono
diminuite dai 6
milioni di euro del
2004 a circa 700
mila euro nel 2007
Lotta all’evasione
fiscale: sono stati
recuperati 20
milioni di euro nel
biennio
Il Consiglio
Regionale delle
Marche è il più
parsimonioso
d’Italia (dal libro
La Regione Marche
si colloca al
penultimo posto in
Italia per numero di
dirigenti ogni 100
dipendenti
E’ diminuito
ulteriormente il
costo della pubblica
amministrazione
per ogni cittadino
marchigiano;
mentre sono state
incrementate le
risorse pro-capite
per la sicurezza
sociale, lo sviluppo,
l’ambiente
Marche, la Regione dei Cittadini
12
Vallesina
3 febbraio 2008
Majolati Spontini - Riqualificazione del “Monte” e di Piazza Maria Pia Piccioni
Dalla terrazza panoramica si scorge san Marino
I
l 18 novembre del 1933 il Podestà stabiliva di demolire la Torre campanaria
dell’orologio per realizzare, dopo averle
abbattute, “una piazza che potesse mostrare l’audacia degli ideatori e la maestosa costruzione, voluta dal regime ... il muraglione di consolidamento dell’abitato”.
I lavori, particolarmente audaci per le
tecniche utilizzate, furono realizzati dalla
ditta Alessio Lanari.
Con la costruzione del “muraglione”
scomparvero ampi tratti di mura, una
doppia fila di modeste casupole e, anche
lo spazio inferiore che si affaccia sul muraglione, ora piazza Pia Piccioni, era occupato da un’altra peculiarità del vissuto
majolatese, un’ala del palazzo Colini, ab-
battuto perché in parte già danneggiato
dal movimento franoso.
Il “muraglione” sostenuto da ampie arcate, che dovevano ricordare l’iniziale del
nome Mussolini, fu ultimato nel 1934 e
a ricordo dell’opera furono posti due fasci in bronzo. Il primo era rivolto verso
la chiesa e riportava la semplice scritta “anno XII E.F.”; l’altro, più grande, era
stato collocato al centro del muraglione,
lungo le arcate, ed era visibile anche dal
fondovalle.
Per molti anni questo luogo è stato visitato come terrazza panoramica, alcuni si
sono anche divertiti a contare le città visibili e sembra, da questa vecchia pratica,
che nelle belle giornate si possa notare
anche il monte su cui
sorge San Marino.
Da alcuni anni, con
la realizzazione di tre
grandi aiuole a ridosso della ringhiera, con
stendini e corde per i
panni stesi, con i tavoli
e le sedie dei residenti
lo spazio destinato “all’affacciarsi” era diventato troppo esiguo, per
non parlare delle infiltrazioni d’acqua. Anche
la terrazza sottostante,
Piazza Maria Pia Piccioni, nonostante il muraglione, è interessato
Polo d’attrazione per lo scambio merci
Interporto Marche: si parte
N
ella mattinata del 25 gennaio, li, ha spiegato che l’aderire a questo
all’interno del centro direzio- progetto è stata un’opportunità di
nale di Interporto Marche a Jesi, sviluppo e di crescita del proprio
si è svolta una conferenza stampa business, grazie alla logistica del
che ha fatto il punto sulla situazio- luogo, collegata al porto, all’aerone attuale; in primis la nomina del porto e alla ferrovia. Inoltre il C.a.m
nuovo direttore generale di inter- sta creando, sfruttando l’interporto,
porto, Gianfranco Biancini e degli una collaborazione con il gruppo
accordi di collaborazione con la Parmalat, facendo sì che si crei un
ditta di trasporti C.a.m (Consorzio centro di smistamento per le Marautotrasportatori marchigiani) di che dei prodotti latteario caseari ed
Jesi. Alla conferenza stampa erano alimentari. Ricordiamo che la ditta
presenti esponenti dello Svim, con C.a.m. nasce nel 1975 come azienRoberto Tontini e Francesco Mar- da operante nel settore dell’autochesi, della Confartigianato, con il trasporto consortile artigiano, per
segretario regionale ai trasporti, Gi- diventare nel 2002 una società conlberto Gasparoni e della ditta C.a.m, sorziale, per offrire maggiori servizi
con Antonio Grilli. Moderatore il al cliente. A conclusione la parola è
presidente dell’interporto, Roberto andata al neo – direttore di InterPesaresi. Pesaresi ha subito spiegato porto marche, Gianfranco Biancicome nel giro di quattro – cinque ni, uomo d’impresa, con incarichi
anni sia stato possibile attuare, con prestigiosi in aziende importanti; è
un investimento di 100 milioni di nato ad Arcevia e vive tra Jesi e Seeuro, l’operatività parziale dell’in- nigallia. Inizia la sua carriera lavoraterporto, che si manifesta come una tiva a Milano nel settore automobistruttura snella ed essenziale. Gli listico, occupando ruoli dirigenziali
scopi raggiunti sono stati: dal primo nel settore della produzione e della
gennaio di quest’anno l’accordo di logistica. Negli anni ’80 viene ascollaborazione con la ditta C.a.m e sunto da una multinazionale inglel’allaccio con la ferrovia, cioè la rea- se, prima come responsabile della
lizzazione del nuovo smistamento qualità e poi come direttore geneferroviario di Jesi con dismissio- rale. Ora ha accettato questa carica,
ne degli attuali scali di Falconara. con grande entusiasmo e perché da
L’interporto dovrà diventare il polo marchigiano vede l’importanza che
d’attrazione per lo scambio delle l’indotto interporto possa essere
merci di tutta Italia, dando così un per le Marche, fosse solo per la locontributo importante per la com- calizzazione geografica. L’obiettivo
petitività del territorio regionale e che si pone come direttore è quello
di quello centrale. La superficie ter- di ridurre le lunghe distanze, utiritoriale utilizzata sarà di 1.010.762 lizzando le linee ferroviarie, e aumq, tra piazzali, aree stradali, zone mentando quelle brevi. Tutto ciò
coperte e depositi. Importante è funziona solo se all’interno della
anche ricordare che questo inter- rete dei trasporti italiana, si creano
porto si caratterizza come uno dei dei nodi, come l’interporto; infatti:
più ecologici d’Italia, con un’area “l’Italia è già una piattaforma natuverde di 386.692 mq. Gasparoni rale per lo scambio delle merci per
della Confartigianato ha sottolinea- il mediterraneo”. Presenti in rappreto la grande opportunità che questa sentanza della Regione Marche il
struttura darà agli autotrasportatori consigliere Fabio Badiali e gli espoper crescere ed avvicinarsi ai livelli nenti dello Svim che, nella persona
europei; infatti deve essere compre- di Roberto Tontini, ha evidenziato
so che l’autotrasportatore è un pro- come l’interporto sia una tappa fonfessionista del trasporto delle merci. damentale nella storia della nostra
Un plauso, lo stesso, l’ha rivolto alla Regione, carente di infrastrutture e
ditta C.a.m, perché è stata la pri- come questa struttura darà opporma impresa delle Marche a credere tunità maggiori alle piccole imprese
nell’Interporto. L’amministratore numerose nel nostro territorio.
delegato della C.a.m, Antonio GrilCristiana Simoncini
da un dissesto idrogeologico causato dalla
notevole quantità di acqua proveniente
dalle infiltrazioni di acque meteoriche
e il conseguente cedimento del terreno
provoca ripetuti dissesti con rotture della
rete fognaria, idrica e della bella pavimentazione in arenaria. Nei giorni scorsi, in
piazza Matteotti, meglio conosciuta come
il Monte, sono state chiuse le tre grandi
aiuole e ricostituita la bella piazza con un
lato tutto destinato “all’affacciarsi” e alla
visione del panorama.
Nella tarda Primavera, saranno avviati i
lavori in Piazza Pia Piccioni, con la demolizione della pavimentazione, gravemente
sconnessa, con il rifacimento del collettore fognario, dei vari allacci, la realizzazione di un massetto
in calcestruzzo e la ricollocazione della pavimentazione in arenaria.
I sensori posti negli
anni precedenti non
hanno rilevato delle
inclinazioni del Muraglione, ad ogni modo,
per meglio confluire
le acque si provvederà
alla pulizia della canaletta in cemento posta
ai piedi della struttura e
del fosso di guardia che
raccoglie tutta l’acqua
del versante Ovest del
castello. Purtroppo è
rinviato il recupero della contigua Piazza
Garibaldi, anche questa di recente realizzazione, ottenuta nel 1947 con l’abbattimento del maschio del castello; al suo
posto furono impiantate tre grandi aiuole,
ridotte in parte negli anni successivi per
far posto alle auto.
Questa piazza, attraversata in diagonale
da due distinte grotte sovrapposte, potrebbe essere un salotto del centro storico,
un’area piana, un biliardo, con la superficie in arenaria, contornata dalle antiche
abitazioni. A volte l’adesione a priori alle
tematiche del verde e dei vegetali in ogni
luogo non sempre rendono un servizio al
paese e alla sua estetica.
Marco Palmolella
Majolati Spontini - Celebrazioni per l’Anniversario della morte di Gaspare Spontini
L
La comunità ricorda ancora
con affetto il concittadino
e celebrazioni per il CLVII
anniversario della morte
di Gaspare Spontini sono iniziate, giovedì 24 Gennaio, alle
ore nove, con una suggestiva
celebrazione liturgica nella
chiesa di San Giovanni, annessa all’ospizio Spontini. Già
dalle prime ore del mattino i
luoghi spontiniani esponevano le bandiere italiane e francesi per indicare la doppia appartenenza e nazionalità del
Majolatese.
Nel giorno della morte, don
Marco Cecconi ha ricordato il
grande benefattore, che tanto
ha donato alla chiesa e alla
comunità, insieme agli ospiti
dell’Ospizio di Carità Spontini, ricuperando quel clima
intimo, e allo stesso tempo
solenne, delle celebrazioni
di qualche decennio trascorso, quando le scolaresche, gli
Amministratori comunali, i
Reggenti, i Filarmonici, i coloni delle Opere Pie e la cittadinanza interrompevano il loro
lavoro per rendere omaggio
al grande Concittadino.
In alcuni anni, proprio il 24
gennaio, era organizzato anche un solenne ed originale
programma musicale: riduzioni per piano e violino delle arie più importanti de La
Vestale, con partecipazione di
cantanti, oltre all’esecuzione
della Marcia Funebre.
Nel pomeriggio il Museo
Spontini e la Chiesa di San
Giovanni sono rimasti aperti
come segno vivo della volontà di testimoniare la memoria
per l’arte musicale e per dare
la possibilità di ricordare con
la preghiera il grande benefattore.
Sabato 26 si è svolta la conferenza stampa per la presentazione di un’importante partitura recentemente acquistata
e riportata alla fruizione: La
fuga in maschera.
Domenica 27 si sono svol-
te le celebrazioni ufficiali, la
Chiesa di San Giovanni, dove
si trova il mausoleo spontiniano, e la Confraternita dell’Addolorata hanno accolto
autorità, cittadini, ricoverati
e musicanti per la funzione
religiosa.
Carità, ricovero per anziani
ancora fondamentale per i
bisogni e per l’economia di
Majolati.
L’anniversario della morte di
Gaspare Spontini è un evento
da sempre ricordato a Majolati con affetto e partecipazione,
Già dalle prime ore del mattino sono arrivati dei visitatori,
ricordiamo il mezzosoprano Elisa Morelli, che recentemente ha condotto studi
e registrato arie da camera
spontiniane; la dott.ssa Maria Tersa Gaetti, che con la
sua presenza ricorda sempre
il dott. Giuseppe, studioso ed
ordinatore delle fonti spontiniane; ex Reggenti delle Opere Pie e molti altri Majolatesi
residenti fuori paese.
Tra le autorità, la Reggenza delle Opere Pie Gaspare
Spontini, guidate dal presidente Pierluigi Ruggeri; l’Amministrazione comunale, con
il Gonfalone, era presente
con il sindaco Giancarlo Carbini, alcuni assessori ed una
consistente rappresentanza
del Consiglio comunale hanno portato il segno grato delle Istituzioni.
Don Marco Cecconi, parroco majolatese e Reggente, ha
ricordato la figura artistica e,
specialmente, l’azione sociale
di Gaspare Spontini, sepolto all’interno dell’Ospizio di
non sono mancati i momenti
di commozione.
Al termine del rito di suffragio, dopo la benedizione della salma, nel pieno rispetto
della tradizione, la “Società
Filarmonica Gaspare Spontini” raccolta nella Confraternita dell’Addolorata, diretta
dal Maestro Alessandro Benigni ha eseguito, con grande
partecipazione, la struggente
marcia funebre ascoltata con
devozione da tutti i presenti.
Al termine della cerimonia
religiosa i cittadini e gli appassionati hanno visitato il Museo Spontini e, in particolare,
la recente acquisizione de La
fuga in maschera, documento
che consolida Majolati come
luogo di ricerca, di studio e
conservazione delle fonti, la
tanto agognata Università
spontiniana che non può essere delegata ad altri.
Anche nel pomeriggio è stato
possibile visitare gratuitamente il Museo Gaspare Spontini,
che ritornerà fruibile completamente dal giorno di Pasqua.
Marco Palmolella
In dialogo
Opinioni a confronto
Quanto siamo scesi in
basso…
Il governo è “caduto” per le smanie di un
solo personaggio, voleva la solidarietà di tutto
l’esecutivo contro “certa
magistratura”che ha toccato personalmente lui e
la sua famiglia. Non sta a
noi comuni cittadini dire
da che parte è la ragione;
di certo il Ministro della
Giustizia Clemente Mastella non ha fatto una
bella figura. Con la sua
cervellotica mossa ha
messo tutti (specie i più
deboli) in braghe di tela.
Ora avanti verso il ritorno del recente passato
magari con l’appoggio
dello stesso personaggio.
Come rimpiango la cara
vecchia e vera Democrazia Cristiana, il partito
guida dell’Italia per oltre mezzo secolo; ci sarà
stato pure un certo clientelismo (inevitabile in
tutti i grandi partiti) ma
c’era anche tanta gente
perbene che, ispirandosi
agli indistruttibili principi come il servizio alla
comunità, la solidarietà,
l’amore per il prossimo,
la carità cristiana ecc., lavoravano per il raggiungimento del bene comune.
Non sono considerazioni
nostalgiche di un tempo ormai passato, non è
possibile accettare che,
in nome della modernità, si passi sopra a questi
grandi valori. Ritorniamo
ad essere uniti e saremo
forti.
Non accettiamo supini
che per meri giochi economici e di potere, i nominati dagli attuali partiti possano passare sopra
a tutto e tutti senza mai
pagare nulla personalmente; purtroppo si può
fare di tutto e male con
leggerezza dal momento
che chi sbaglia non paga
mai nulla. Amministrare
non è facile; sono necessari impegno, competenza, onestà e trasparenza.
Voglio portare la mia
esperienza
personale.
Sono stato Presidente di
una cooperativa di consumatori per circa quindici anni e ricordo i primi
anni quando si facevano
acquisti collettivi per far
risparmiare i soci nelle
loro spese quotidiane
di prima necessità; poi
con sono cresciuti i punti
vendita a Jesi, la nostra
cooperativa cominciava
a trovarsi in difficoltà. A
quel punto noi, come
consiglio di amministrazione, per prima cosa
abbiamo fatto eliminato
i compensi degli amministratori e ridotto le spese
di rappresentanza. Per
circa un decennio abbiamo lavorato volontariamente e gratis perché,
anche se indipendente
dalla nostra volontà, credo che non ci siano state
la capacità e la forza sufficienti per amministrare
adeguatamente. Non che
noi siamo stati dei santi
o degli eroi, semplicemente perché essendo
al servizio degli altri, ci
sentivamo responsabili.
Suggerirei di adottare lo
stesso metodo in tutte
quelle amministrazioni
dove le cose non vanno
bene. Cominciando dal
governo centrale e giù
giù fino ai consigli di
circoscrizione passando
attraverso tutte le amministrazioni pubbliche.
Ci sia un impegno morale prima che legislativo
che indichi, a chi prende
l’incarico di amministrare la cosa pubblica, che
al rendiconto finale se il
debito è fuori luogo od
eccessivo la colpa ricade
sugli amministratori (per
lo Stato i parlamentari)
che lo hanno provocato,
si cominci allora a risanare eliminando prima di
tutto i benefici e privilegi
ai responsabili che male
hanno espletato il loro
compito fino al recupero
del maltolto. Non è pensabile che siano elargiti
lauti compensi e riconosciute ricche pensioni
a chi ha amministrato
male: così facendo oltre
il danno anche la beffa.
Ai cittadini onesti che
fanno fatica ad arrivare a
fine mese non andrebbero poi richiesti ulteriori
sacrifici; le famiglie già
faticano a gestire le spese
quotidiane e non è giusto caricare su di loro le
incapacità di altri.
Aldesino Fioretti
Anniversario
2006 27 gennaio 2008
Pietro Politi
Nel secondo anniversario del ritorno al
Padre di Pietro, i suoi
familiari e gli amici lo
hanno ricordato nella
Santa Messa celebrata
nella chiesa di San Giovanni Battista. Pietro si
è dedicato alla famiglia,
al lavoro e alla sua città
ricoprendo tanti ruoli
politici e nell’associazionismo, attento sempre alle persone e al
bene della comunità.
Anniversario
2005 27 gennaio 2008
Augusto Flauti
Nel terzo anniversario
della sua scomparsa, la
moglie Ornella, le figlie
Daniela e Anna Maria,
i generi, i nipoti e i parenti tutti lo ricordano
con immutato affetto. Una Santa Messa
in suo suffragio è stata
celebrata nella chiesa di
San Giuseppe a Jesi.
13
3 febbraio 2008
Ricordando don Clemente
Alle primi luci dell’alba del 28 una borsa due pagnotte di personalità di Don Clemente
cultura….; (Mons. Cleto Belgennaio 1993 moriva Mons. pane e una forma di formag- Ciattaglia – che fortemente lucci)
Clemente Ciattaglia. Riposa gio. Era il bugigattolo del ladro rimpiango non solo come sa- …. La Parrocchia di S. Pietro,
nella Cappella dei Canoni- più famoso di Jesi, con non so cerdote, ma anche come caro la più ridotta per numero di
ci Lateranensi al Verano in quanti anni di galera alle spal- amico – parlerei di lui come
abitanti di tutta la città, ma
Roma. Sono passati ben 15 le…. Ma aveva 6 – 7 figli, tutti
dell’uomo del dialogo. Fu ricca di fermenti popolari per
anni, ma i suoi amici, specie
con appetito insaziabile….”;
sempre attento a capire le ra- il secolare incontro di culture
del gruppo della “SAMPIE- …. La Diocesi di Roma deve
gioni degli altri, a proporre la diverse che andavano dai vecTRINA”, non lo hanno dimen- riconoscenza a questo sacer- sua verità, a cui restava straor- chi mazziniani ai social- coticato. Vogliamo affidare il suo dote che, pur devotissimo alla dinariamente fedele, con di- munisti, ai cattolici. Il giovane
ricordo attraverso scritti stral- sua terra natale, ha
screzione sen- Parroco dall’intelligenza viva e
ciati da “Monsignor Ciattaglia amato intensamente
za mai agitarla tagliente, fu costretto a muo(Don Clemente)”,“Raccontato da la Chiesa di Roma,
come una clava, versi pastoralmente in quel
un amico” (AGOSTO 2006, a dove ha trascorso
a
distinguere
concerto di idee tra decisione
cura di A. Paoletti)
quasi 40 dei suoi 60
sulla scia del- e mediazione; tra la sensibilità
anni di sacerdozio,
l’insegnamento per comunicare fede e spiri“…. Sento che quando sarò le ha offerto ampia e
Giovanneo tra tualità ad ogni anima e fervecchio e morto, del tutto non generosa collaboraerrore e errare; mezza nel difendere il valore
sarò finito ma vivrò ancora per zione in molteplici
a porsi sempre
della libertà e di tutta la ricmolte cose ancora presenti nei opere di Ministero
a sevizio del- chezza del pensiero….e della
vostri cuori anche se putacaso
ed ha servito degnal’uomo concreto grazia cristiana……; (Mons.
immemori, e nella vostra vita”; mente questa Catalla ricerca di Mario Bagnacavalli)
(don Clemente da una sua let- tedrale Lateranense. La sua senso nella vita con disponibi- ….. Don Clemente è stato intera)
memoria è, e rimarrà in be- lità e senza pregiudizi; a porsi nanzitutto un prete, posto sul
…. Quante cose si sono per- nedizione (Brano dell’omelia come ascoltatore attento delle nostro cammino dal Signodute lontano, ma non la me- di Remigio Ragonesi, Vice Ge- esigenze, dei problemi, delle re, un prete che ci ha aiutamoria di Don Clemente, anzi rente della Diocesi di Roma);
difficoltà, delle visioni diver- to a vivere la nostra fede con
-oggi che non c’è più-, il suo …… c’era un gruppetto d’ado- se rispettandole anche se non chiarezza e con pienezza …..;
spirito che abbiamo cono- lescenti pieni di verve e di le condivideva ……; (Alfredo (Anna Civran – Presidenza
sciuto ed amato è più vicino a voglia di riempire interessan- Carlo Moro – magistrato);
Nazionale Meic)
noi…..;
temente le giornate afose: il …. ho conosciuto poco Don …. era un uomo di fede! Che
Scrive Vito Savini su “L’Arte
cortiletto “de sampietro” era Clemente; ricordo che da cosa mi ha colpito di lui? La
Sacra oggi”: “…..la parrocchia l’inarrivabile scenario di tante
chierichetto mi meravigliavo, sua esistenza è stata protesa
di S. Pietro Apostolo batteva attività, tra il ludico, il religio- accompagnandolo per la be- verso Dio Benedetto, ma mi
tutti; aveva la povertà tra le
so, il culturale, l’amicale. Là in nedizione pasquale delle case piace ricordare due caratteripeggio vestite. Non tanto per mezzo, per cento e più moti- del fatto che molto spesso le
stiche del suo vivere quotidial’abbigliamento, ma le famiglie vazioni, mi sono trovato, io uova offerte da alcuni, che io no: la sua profonda fede e la
“dentro” erano senza festa…. seminarista liceale in vacan- custodivo gelosamente nel pa- sua sincera umiltà …..; (Suor
mancava il pane, il lavoro, la za, come il pesce nell’acqua: niere, venivano da lui lasciate Maria Eugenia – benedettina)
pace, le coscienze erano spen- e perché sampietrino, e quasi
sul “comò” in casa d’altri….; Grazie Don CLEMENTE! Ci
te. Un giorno passando per via loro coetaneo e perché già (Dante Ricci– Associazione manchi.
S. Marino mi bloccai. Avevo
sufficientemente mastriccian- culturale Res Humanae);
Avevi ragione quando hai detintravisto in un fetidio magaz- te con l’armonio e l’organo…..; …..è un sacerdote che ho cono- to: “E voi credevate che fosse
zino pieno di cianfrusaglie ru- (Mons. Roberto Vigo)
sciuto e sempre molto stimato facile campare al mondo?”
bate, una veste talare: era Don …..se dovessi sintetizzare in per la sua autenticità spiritua- Continuiamo a contare su
Clemente che tirava fuori da una definizione la ricchissima le, la coscienza apostolica, la di te.
14
3 febbraio 2008
Pagina Aperta
Jesi – Il Palazzo e dintorni
AGENDA
Il santo del giorno
Giovedì 31 gennaio san Giovanni Bosco, venerdì 1°
febbraio santa Verdiana, sabato 2 Presentazione di
Gesù al tempio, santa Caterina de’Ricci, domenica
3 sant’Oscar, lunedì 4 san Gilberto, martedì 5 sant’Agata, mercoledì 6 Le Ceneri, beato Antimo da
Urbino, giovedì 7 san Teodoro, venerdì 8 san Girolamo, sabato 9 santa Apollonia, domenica 10 santa
Scolastica.
Farmacia
Farmacia di turno a Jesi (dalle 19,30 e notte)
Giovedì 31 gennaio Coppi, venerdì 1 febbraio Moretti, sabato 2 Coppi, domenica 3 Coppi, lunedì 4
Calcatelli, martedì 5 Grazie, mercoledì 6 Comunale
1, giovedì 7 Cerni, venerdì 8 Comunale 2, sabato 9
Grammercato, domenica 10 Coppi.
Farmacie di turno in Vallesina
Giovedì 31 gennaio Montecarotto, venerdì 1° febbraio Moie – Angelico, sabato 2 febbraio Macine,
domenica 3 Moie - Lucarelli, lunedì 4 Angeli, martedì 5 Poggio San Marcello, mercoledì 6 Castelbellino,
giovedì 7 Pianello Vallesina, venerdì 8 Montecarotto, sabato 9 Moie – Angelico, domenica 10 Macine.
3 febbraio - Il Carnevalò de San Giuseppe Sfilate, gare e maschere
Dopo la prova dell’anno scorso, si ripete anche quest’anno il Carnevalò de San Giuseppe. Il promotore è il dinamico Marco Giampaoletti con il Comitato delle Acli che
hanno cercato di dare forma ad un evento che ravviverà
il quartiere; è loro obiettivo arricchire di anno in anno la
festa fino ad arrivare ad una sfilata con alcuni carri. Domenica 3 febbraio alle ore 15.30 dalla chiesa di San Giuseppe inizia la sfilata della Banda di Staffolo, in maschera,
per alcune vie del quartiere, fino alla palestra Carbonari
dove le giurie valuteranno le maschere. Numerosi premi
per le diverse categorie di maschere iscritte: scuola materna, scuola elementare, scuola media superiore, varie e
gruppi, Saranno premiate le prime tre posizioni per ogni
categoria e saranno consegnati premi speciali.
Una novità riserva l’edizione di quest’anno: il Dolce del
Carnevalo’. Verrà premiato il miglior dolce tipico del periodo del carnevale tra quelli portati dalle mamme e dalle nonne. Il pomeriggio di festa sarà animato da balli di
gruppo e dalla tombola.
Ancora sono aperte le iscrizione fino a 31 presso Isi Center (edicola-centro servizi)
Un avvio positivo
dell’impegno culturale
F
orse non lo crede- questi (vedi l’incontro
rete, visto che tutti con Tinti), veramente
siamo abituati a ritar- bravo, ha offerto la letdare un po’ nei nostri tura di diversi brani del
appuntamenti, soprat- testo; un altro ha tradottutto quando si tratta to la lettura in domanda
di conferenze o simil: e l’invitato ha risposto.
il nostro assessore alla Insomma: il metodo
cultura, Valentina Con- contiene la partecipati, che, come tutti sanno, zione della base, la posviene da Ancona, se ti dà sibilità di esplicitare i
un appuntamento all’ora chiarimenti più sentiti,
x, è veramente puntuale la vivacità del dibattito e
nonostante i chilometri, lo stimolo dell’interesse.
non pochi, che lo divide Il programma culturale
dalla sua abitazione alla presentato dalla giunta
nostra sede comunale. qualche mese fa preCerto, è un suo preciso vede, se ben ricordo, di
dovere, soprattutto se ha trattare la cultura come
accettato di avventurar- una voce del welfare.
si in un impegno fuori Giusto, perché il sociadel suo comune. Però…. le non si può esaurire
questo impegno, alme- nel previdenziale e nel
no al momento, glielo sanitario, ma deve coriconosciamo tutto.
gliere tutta la persona,
E, anzi, gli riconosciamo incluso il suo sviluppo
che le iniziative culturali culturale. Ecco: stiamo
già realizzate e quelle in camminando proprio
itinere suscitano un’ap- sul welfare.
prezzabile attenzione, Concludo con un proalmeno a giudicare dalla memoria. Il programma
partecipazione. Alludo, promesso in un settore
per esempio, ai recenti così sensibile, teniamolo
dibattiti al Teatro Stu- sempre presente. Vedi
dio S. Floriano con due l’istanza di coesione soillustri magistrati qua- ciale, l’attenzione all’asli Gherardo Colombo sociazionismo culturale,
e Bruno Tinti, il primo così vivo a Jesi, e, dulcis
noto per “Mani pulite”, in fundo, la costituzioil secondo per il suo re- ne del famoso tavolo di
cente libro “Toghe rotte”. coordinamento permaPare che altri incontri, nente. Utilissimo. Non
più o meno sulla stessa so se s’è fatto qualcosa
linea di metodo, segui- in merito o a che punto
ranno. Ecco, la novità siamo della sua utilizzadel metodo merita una zione. Ma guai a dimensottolineatura. Nei due ticarlo.
incontri, ad esempio, s’è Rimane poi il probleavuta la felice idea non ma….della sistemazione
di lasciare l’oratore cor- degli utensilia di Santarere a ruota libera sulla relli.
base dell’eventuale suo
***
schema in testa, ma di “Et censeo Matteotti curimbrigliarlo alle esigen- sum renovandum”
ze dei giovani. Uno di
v.m.
Sanità – Torresan a Villa Serena
Una clinica per il territorio
L
a Casa di Cura Villa
Serena di Jesi amplia il
proprio organico: da gennaio 2008, il noto chirurgo
della Divisione Oculistica
dell’ospedale di Jesi ed attuale direttore della Banca
degli Occhi della Regione Marche, dottor Pietro
Torresan, entra in servizio
presso la clinica di Via di
Colle Onorato.
Dopo Monaco,
Canella, Magagnini e Paolucci,
un altro ingresso
eccellente,
che arricchisce
e consolida la
politica di crescita perseguita
da Villa Serena. Torrresan,
iscritto
alle
Società Oftalmiche Soi, Stuemo, Sitrac,
Sicsso e Sieto, ha eseguito
diecimila interventi chirurgici, ha all’attivo 14 pubblicazioni su riviste scientifiche nazionali ed estere, oltre che un ampio ventaglio
di esami strumentali nelle
sessioni di fluorangiografia,
laserterapia, elettrofisiologia, ecografia oculare, topografia e campimetria. «Il
dottor Torresan – spiega il
presidente di Villa Serena,
Gaetano Martini - inizia la
sua collaborazione, entrando a far parte della nostra
equipe chirurgica, peraltro
già composta, anche nell’ambito oculistico, da stimati professionisti, quali
il dottor Venè ed il dottor
Bianchetti. Dopo la recente
inaugurazione della nuova
sezione di Risonanza Ma-
I lettori segnalano
All’altezza del Centro Regionale per l’impiego, lungo Viale
del Lavoro, a Jesi, si notano una fila di lampioni per l’illuminazione della strada. C’è n’è uno però che è in notevole
pendenza rispetto agli altri, sembra quasi che voglia cadere sulla strada. Potrebbe essere pericoloso: perchè non
ripararlo subito?
gnetica e Medicina Nucleare, dell’Unità Operativa di
Radiologia e Diagnostica
per Immagini, l’arrivo del
responsabile della Banca
degli Occhi, uno dei fiori all’occhiello della Sanità
marchigiana, segna un altro
importante progresso per
l’attività della nostra clinica
a favore del territorio».
Nella foto da sinistra Martini e Torresan
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OTTICA
15
Non solo sport
CENTRO SPORTIVO ITALIANO
LE RAGIONI DI UNA SCELTA:
“LA BELLEZZA DELLA RESPONSABILITà”
La mia esperienza nel Centro Sportivo
Italiano inizia nel 1998 nella piccola
società sportiva CSI Gaudio che opera
tuttora nella Parrocchia di San Francesco d’Assisi. Non conoscevo questa
realtà fino a quel momento se non dai
racconti dei miei amici che giocavano
a calcetto ma la curiosità, per me che
operavo a servizio dei ragazzi nell’Azione Cattolica, era talmente forte
che decisi di provare anche io.
Iniziai come semplice atleta e dopo
un anno mi sono ritrovato a ricoprire
il ruolo di arbitro di calcio a 5. La vera
svolta, se così vogliamo chiamarla, si
ebbe quando nel 2000 in occasione dei
50 anni di Centro Sportivo a Jesi, l’attuale presidente provinciale mi chiese
di diventare un dirigente del CSI Gaudio.
Fu così che da atleta e arbitro iniziai a
frequentare diversi corsi per dirigenti
sia a livello provinciale che nazionale e
a innamorarmi di questa associazione
così vicina, ma anche così diversa dall’Azione Cattolica di cui ancora ero un
animatore.
Poi un bel giorno, dopo che ero già
entrato a far parte del consiglio direttivo della mia società, in estate sotto
un ombrellone, mi venne chiesto di
ricoprire il ruolo di presidente del CSI
Gaudio. Mi presi un po’ di tempo per
accettare perché in me erano nati mille dubbi su un ruolo di responsabilità
come quello. La mia esperienza mi
aveva portato fino ad allora a prestare
il mio servizio con ragazzi ai quali cercavo di portare la mia testimonianza di
cristiano impegnato, ma ora si trattava
di lavorare anche con coetanei e dirigere una società sportiva con una molteplicità di responsabilità.
Ho ricoperto questo incarico per quasi
quattro anni, che sono stati i più intensi, ma anche i più belli della mia vita
associativa. In quegli anni, la carenza
di operatori e la crescente richiesta
di attività da parte dei ragazzi, ci ha
portato a ragionare in una logica d’interesse condiviso, di responsabilità e
attenzione al bene dei ragazzi, in ogni
intervento realizzato. Anni di paure, di
discussioni, di scontri, sempre nel rispetto delle posizioni e delle persone,
con chi non aveva ancora capito cosa
voleva dire stare all’interno di una associazione come la nostra; ma anche
anni fatti di gioie di piccole conquiste
ancora importanti.
Il ruolo di presidente mi ha portato a
dedicare la gran parte del mio tempo
libero al CSI, ma di questo non rimpiango nulla. Anzi da ogni impegno
e scelta nascono sempre nuove ed
entusiasmanti opportunità. Se non
fosse stato per la mia associazione a
quest’ora non avrei fatto così tante
esperienze, non avrei conosciuto tantissime persone sparse in tutta Italia,
ognuna con singolari storie, racconti,
emozioni e sogni. Questo cammino
ha generato in me la consapevolezza
di non essere mai solo e che tutti comunque “lottavamo” per un medesimo
obiettivo: avere a cuore il destino dei
nostri ragazzi!
Già i nostri ragazzi, pensavo che come
presidente non mi sarei più confrontato con loro ed invece è stato l’errore
più grande che potessi fare! Sono loro
che mi hanno dato gli stimoli maggiori.
I loro inviti a vedere le partite, ad assistere agli allenamenti, gli scherzi e le
risate, piccole cose che però mi resero
felice del mio incarico e mi colmarono
di una gioia tale per cui anche la responsabilità che mi ero assunto diventava bella ed affascinante!
Affascinare…un verbo così tanto caro
al nostro attuale presidente nazionale
e che per me è sempre un imperativo
presente, anche oggi che ricopro altri
incarichi. Affascinare. E’ un live-motiv presente nel cuore e nella mente di
tutti gli operatori e dirigenti del CSI,
perché se non siamo contagiosi e non
riusciamo ad affascinare i nostri ragazzi, a testimoniare quelle in cui crediamo fortemente, non riusciremo di
certo a dare loro la possibilità, che altri
uomini e donne di questa associazione,
ci hanno donato con tanta dedizione
e gratuità. Dalla loro servizi viene una
grande scuola di responsabilità e cittadinanza attiva, attenta ai bisogni degli
ultimi e al bene comune.
Da parte mia un piccolo ma significato
grazie di cuore a tutti coloro che hanno creduto in me!!!
Tanti auguri CSI!!!
Nicola Grilli
CALCIO
Calcio Eccellenza, promozione,
prima e seconda categoria
Con un tre ad uno (3-1) i Leoncelli proseguono nella scalata alla
cima della classifica, arrotondando
il loro poker di vittorie consecutive, e stavolta a danno della capolista Elpidiense Cascinare, venuta al
Carotti di Jesi per guadagnarsi i tre
punti. La Jesina però era di tutt’altro intendimento: voleva mostrare,
ai mille tifosi assiepati sulle gradinate, quanto orami può accampare come suo diritto le alte sfere del
campionato di quest’anno.
L’entusiasmo di tutti questi jesini
al termine della partita è salito alle
stelle, finalmente! Anche perché
gli ospiti non hanno sonnecchiato.
Alle prime mosse dei nostri, ai quali mancava il bomber Crispino, l’Elpidiense rispondeva con bella manovra di centrocampo, bloccando
le ripartente. Per circa mezz’ora, la
partita ha evidenziato diversi tentativi delle due squadre, finchè su punizione messa in area da Borrelli, i
nostri segnano con due colpi di testa: 1-0 al 27’. Gli ospiti in tre minuti
rimediano realizzando il rigore del
nostro Federici: 1-1 al 30’. La Jesina
però utilizza la parte finale del primo tempo in crescendo. Al ritorno
in campo, l’Elpidiense vuole imporre il suo gioco, impedita egregiamente dai ritocchi di mister Trillini.
Si arriva al 63’ e Focante agilmente
colpisce verso l’angolino ed è il 2-1.
Ormai le due squadre non lesinano
nel reciproco contropiede con bravura e finalmente i nostri siglano
il terzo gol al 93’ con Turchetti ed
esplode l’entusiasmo, per gli jesini
giunti al quinto gradino.
Oggi si va a Porto Sant’Elpidio, dai
cugini dell’Elpidiense, penultimi.
Vir
Promozione
La Vallesina a Filottrano ha avuto
il suo da fare per guadagnarsi il pareggio: Cocilova al 35’ segna per i
nostri con tiro possente. Meschini
pareggia per i padroni di casa al 45’.
Nella ripresa, i locali hanno anche
sfiorato la vittoria; perciò accontentiamoci.
Prima categoria
Vince il Cupramontana a Falconara
(1-2). Pareggia (0-0) il Monserra in
casa del Bandoni. Perde il San Marcello a Camerano (1-0).
Seconda categoria
Senza gol il derby Aesina-Borgo
Minonna. Aurora-Nuova Folgore
va agli anconetani (0-1). A Candia
cede la Virtus (2-0). Bene il Castelbellino con la Leopardi (1-0). Ad
Ancona, Monsano cede al Torrette
(2-1) pur combattendo.
3 febbraio 2008
VOLLEY Sabato con Chieri e martedì a Santeramo
Tour de force per la Monte Schiavo
U
na Monte Schiavo Banca Marche caparbia ha
strappato domenica scorsa
due punti importantissimi
sul campo di Sassuolo. Il
successo al tie break (parziali: 24-26, 25-21, 25-18,
17-25, 17-19) è giunto dopo
due ore di partita, con le
jesine che hanno annullato
anche quattro palle match
alle emiliane. A Sassuolo
era scesa in campo anche
la schiacciatrice rumena
Diana Ramona Marc (nella foto), nuovo acquisto rossoblu. Nata a
Baia Mare il 17 agosto ’79, alta 183 cm, la
Marc ha iniziato la stagione a Piacenza in
A2, dove si era accasata Elisa Cella.
Giovedì 24 una Monte Schiavo grintosa
aveva blindato il primo posto nel girone
di Champions League, battendo a domicilio per 3-1 (parziali: 25-23, 19-25, 23-25,
21-25) le francesi del Cannes. Martedì
29 Togut e compagne hanno ospitato al PalaTriccoli
le polacche del Pila, per la
Champions.
La classifica dopo la prima
giornata di ritorno: Perugia,
Bergamo e Pesaro 31 punti;
Novara 26; Busto Arsizio
19; Monte Schiavo Banca Marche Jesi 16; Chieri
15; Altamura 14; Sassuolo
11; Santeramo 10; Imola 9;
Forlì 3 punti.
Oggi, sabato 2 febbraio, le
“prilline” ospitano al PalaTriccoli il Chieri (ore 20.30). Sulla panchina delle piemontesi c’è il vulcanico Fenoglio, che da Bergamo ha portato Barun
e Secolo.
Martedì 5 Togut e compagne torneranno
in campo per il turno infrasettimanale in
quel di Santeramo (ore 21). La gara sarà
trasmessa in diretta da Sky Sport 2.
Gip
BASKET Diretta Rai Sport Sat alle 20
Fileni Bpa, c’è Ferrara per il big match
P
avia continua ad essere un tabù per la
Fileni Bpa. Domenica
scorsa nella tana dei
lombardi è finita 96 a
72 per i padroni di casa,
al termine di una gara a
senso unico. “Ci siamo
fatti sorprendere all’inizio – ha detto capitan
Rossini (nella foto di G.
Candolfi) – Poi Pavia ha
preso fiducia e noi non abbiamo difeso come sappiano fare”.
La classifica dopo il secondo turno di ritorno: Soresina, Ferrara e Sassari 24
punti; Caserta 22; Pistoia,
Fileni Bpa Jesi e Reggio
Emilia 20; Pavia e Casale
Monferrato 18; Fabriano,
Rimini e Imola 14; Veroli
12; Montecatini 10; Livorno 8; Novara 6 punti.
Oggi, domenica 3 febbraio,
al PalaTriccoli arriva la capolista Ferrara, per il big
match della giornata (ore
20). La gara sarà trasmessa
in diretta da Rai Sport Satellite. I romagnoli, guidati
in panchina dall’esperto
Valli, per conquistare
la promozione diretta
contano molto sui due
americani Jamison e
Collins. All’andata finì
78-72 per i bianco-neri.
Sarà Ferrara ad organizzare le finali di Coppa Italia di Lega due il
prossimo 1 e 2 marzo.
Gli estensi hanno battuto la Fileni, offrendo mille
euro in più.
Venerdì 25 è venuto a
mancare il padre di Alberto Rossini, capitano della
Fileni. Sabato mattina tutta la squadra e lo staff hanno presenziato ai funerali
a Treviglio, città natale di
Rossini.
Giuseppe Papadia
Al Circolo Contardo Ferrini
Incontro con Trilussa, ‘er core de Roma’
F
ra i diversi interessi umanistici e scientifici, il dott.
Nazzareno Santoni coltiva
quello per la letteratura. E’ stato perciò invitato al Circolo
‘Contardo Ferrini’ il 15 gennaio
per presentare una relazione
su Trilussa (Carlo Alberto Salustri), grande poeta dialettale
romano scomparso nel 1950, a
ottant’anni, appena pochi giorni dopo essere stato nominato
senatore. Nato e vissuto nella
capitale, definito con grande
affetto dai romani ‘er core de
Roma’, Trilussa attraversò anni difficili,
restando miracolosamente indenne da
prevaricazioni ideologiche; amatissimo
sempre dal popolo, non altrettanto da
una critica che, conforme ad un luogo
comune ormai sorpassato, considerava
la poesia dialettale un genere letterario
minore.
Trilussa è stato tuttavia recentemente
rivalutato. Gli è stata soprattutto riconosciuta una capacità, quale solo pochi
grandi poeti hanno avuto, di indagare
fino in fondo nell’animo umano. Parlava, è stato detto, ‘chiaro e tondo’, mettendo a nudo e smascherando, ma senza
cinismo, vizi, ipocrisie, egoismi, vanità:
ingannando anche con una solo apparente semplicità che nascondeva però
significati in ogni tempo universalmente validi. E’ immenso il mondo dei per-
sonaggi che popolano le sue favole e le
sue poesie; che ritrasse spesso nelle vignette pubblicate su quotidiani e riviste;
che trasferì persino nel cinema, di cui
frammentariamente pure egli si interessò, come pure nel teatro a cui si accostò
collaborando con Ettore Petrolini.
Dopo aver tracciato anche con il sussidio di diapositive un profilo biografico
di Trilussa, inquadrato nella cornice
storica del suo tempo, il dott. Santoni ha letto e commentato varie poesie
nelle quali spesso lirismo e satira si fondono. La relazione, concentrata in un
tempo relativamente breve, ma ricca di
contenuti ed esposta con grande chiarezza, ha suscitato un vivo interesse fra
i presenti intervenuti con numerose domande al termine della conferenza.
A.F.C.
16
Esperienze
3 febbraio 2008
Consorzio Zipa – presentato un nuova infrastruttura artigiana
U
Un Polo per la città nel rispetto dell’ambiente
n edificio di diecimila metri
quadrati, suddiviso in due
blocchi, a destinazione in parte
artigianale e in parte commerciale, dove si prevede potranno insediarsi circa trenta imprese. Progettato con l’obiettivo di garantire
la massima flessibilità degli spazi,
è dotato dei requisiti previsti dalle
recenti norme in materia di contenimento dei consumi energetici
e sarà pronto entro due anni, la
prossima estate saranno appaltati
i lavori. Il progetto denominato
PolArc è stato presentato sabato
scorso dal presidente del consorzio Zipa, Giancarlo Sagramola
che ha evidenziato la continuità
delle ultime gestioni del con-
sorzio e la collaborazione con il
Comune che hanno permesso
l’ideazione di un progetto innovativo e necessario per la città. Il
presidente ha sottolineato la possibilità, con il PolArc, di far incontrare il produttore
e il consumatore
della cosiddetta
filiera corta, ricreando una sorta
di Mercato dell’Erbe. Alla presentazione della nuova
infrastruttura,
condotta da Mauro Bignami, ha
preso parte Simona Romagnoli,
vicepresidente del consorzio, che
ha messo in evidenza come siano
state superate diverse problema-
tiche progettuali. L’assessore alle
attività produttive Daniele Olivi
ha riconosciuto la professionalità
dei collaboratori del Consorzio e
la capacità di condividere il progetto con la città, un
progetto all’avanguardia e integrato tra artigianato
e commercio.
Mario Bucci, direttore generale
del Consorzio, ha
illustrato le caratteristiche dei
due blocchi del
Polo
costruito
con elementi pre-
fabbricati in cemento armato e
con sistemi di schermatura delle
pareti vetrate. La soluzione prevista rende possibile sostituire
parte dei pannelli schermanti con
pannelli fotovoltaici consentendo
la produzione di energia elettrica
da fonti rinnovabili. “Si sta valutando inoltre – prosegue il direttore – la possibilità di utilizzare
energia di natura geotermica per
il riscaldamento delle parti condominiali”.
Nella foto Vincenzoni, da sinistra: il direttore Bucci, l’assessore Olivi, il presidente Sagramola, la vicepresidente Romagnoli,
il coordinatore Bignami.
Comune, provincia e Istituto Gramsci: iniziative per ricordare il politico Gramsci
L’
Un intellettuale, politico, narratore moderno
amministrazione comunale
di Jesi, la provincia di Ancona e l’istituto Gramsci Marche,
sezione Vallesina promuovono
diverse iniziative per valorizzare
il pensiero e l’attualità dell’opera
di Antonio Gramsci. Venerdì 8
febbraio al Palazzo dei Convegni
alle ore 17,30 ci sarà un convegno sul tema: “Quale attualità del
pensiero e dell’opera di Antonio
Gramsci” con una conversazione
del prof. Francesco Giasi della
Fondazione Istituto Gramsci di
Roma; a seguire alle ore 19 sarà
inaugurata la mostra “Gramsci e
il ‘900” che rimarrà aperta fino al
15 febbraio. Il 26 febbraio alle ore
21 al teatro Moriconi in piazza
Federico II, sarà presentato lo
spettacolo “Cena con Gramsci”
proposto dal gruppo teatrale
milanese ArteVox. La mattina
seguente, nell’aula magna del liceo scientifico di
Jesi, gli studenti
delle scuole della
città incontreranno gli artisti del
gruppo teatrale
e alcuni studiosi gramsciani. Il
prof.
Giuseppe
Vacca risponderà
alle loro domande e approfondirà
il tema: “Giovani
che interrogano
Gramsci”. Queste
iniziative
sono
state presentate nel corso di una
conferenza stampa venerdì scorso. L’assessore del comune di Jesi
Valentina Conti ha evidenziato
l’attualità del pensiero gramsciano, al crocevia del Novecento e
ha ringraziato la collaboratrice
Simonetta Bonvini che ha segue
conc re t amente
gli eventi. Bruna
Aguzzi, assessore
ai servizi educativi della città ha
definito Gramsci
come “un intellettuale, un politico,
un narratore con
una grande sensibilità moderna”.
Aroldo
Cascia,
presidente
dell’Istituto Gramsci
Marche ha sottolineato come in
A Ca r n e v a l e
Mi piacerebbe cambiare le cose
dare ai miei gesti nuove pose,
sentire diversi i discorsi in tv
d’ascoltare violenza non ne posso
più.
ed anche il Grillo sarebbe al sicuro.
La tuta dei Ninja potrà servirmi
nel prato verde a mimetizzarmi.
Come bambino sarei originale
vestito da Dragon Ball,
cambiando lo sfondo della
violenza,
con veri amici e più pazienza.
Le mie amichette, lunghi capelli,
vivaci e snelle,
vestite da Winx sono più belle,
innamorate,
con l’abito da principessa
attendono il principe e la storia è
la stessa.
Mi piacerebbe il vestito di Spider
Man,
se più veloce potessi andare
dove si gioca senza studiare.
Se è di moda un vestito da Punk
lo vorrei meno nero dei Dark,
lasciando però i capelli colorati
verso il cielo indirizzati.
Come Pinocchio sarei meno duro
Il giorno di Carnevale
sarà più sereno
lanciando in cielo di coriandoli un
arcobaleno,
non bastonate che fanno male
la gioia è gioia, che c’entra la
rabbia?
Non è uguale!
Anche il pagliaccio si sente beato
nel mondo così colorato.
Fate, maghi, eroi e lieto fine
non sarà solo di re e regine
Forse anche voi ci date ragione:
quando si sogna il mondo è
migliore!
Maria Giannetta Grizi
Italia, ultimamente, siano stati
ripresi gli studi su “questo intellettuale che è tra i più tradotti
all’estero e al quale è dedicato un
concorso regionale che l’Istituto
ha organizzato per gli studenti
che desiderano studiare Gramsci
e realizzare elaborativi con diversi sistemi espressivi”. L’assessore alla cultura della Provincia,
Carlo Maria Pesaresi: “Desideriamo mantenere vivo il ricordo
di Gramsci nelle giovani generazioni e diffonderne la conoscenza tra il pubblico con iniziative
diversificate quali la mostra, la
conferenza, lo spettacolo”.
Nella foto Vincenzoni, da sinistra: Pesaresi, Conti, Cascia,
Aguzzi.
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