PARLAMENTO EUROPEO
2009 - 2014
Commissione per le petizioni
17.7.2012
DOCUMENTO DI LAVORO
sulla missione d'informazione in Romania, 24 e 25 novembre 2011
Commissione per le petizioni
Relatore per parere: Erminia Mazzoni
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Unita nella diversità
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Delegazione
La delegazione che si è recata in Romania era composta da sette membri titolari e da quattro
membri ex officio della commissione per le petizioni.
Membri della delegazione
Erminia Mazzoni (PPE, Italia), capo della delegazione
Zoltán Bagó (PPE, Ungheria)
Inés Ayala Sender (S&D, Spagna)
Csaba Sándor Tabajdi (S&D, Ungheria)
Roger Helmer (ECR, Regno Unito)
Gerald Häfner (Verdi, Germania)
Nikolaos Salavrakos (EFD, Grecia)
Membri ex officio
Elena Băsescu (PPE, Romania)
Cristian Dan Preda (PPE, Romania)
Victor Boştinaru (S&D, Romania)
Adina-Ioana Vălean (ALDE, Romania)
Scopo della missione
Obiettivo della missione era comprendere meglio le preoccupazioni sollevate da diversi
firmatari su: un vasto progetto relativo ad una miniera d'oro a Roșia Montană1, progetti
relativi a parchi eolici nella regione di Dobrogea2, benessere animale3, adozioni
internazionali4 e l'impatto negativo di un centro commerciale costruito nelle vicinanze di
un'antica cattedrale5.
La delegazione ha cercato anche di ottenere una cooperazione rafforzata con le due
commissioni per le petizioni rumene e con il mediatore rumeno, al fine di sensibilizzarli sulla
sfera di competenze della commissione per le petizioni del Parlamento europeo.
1
Petizioni 0622/2010 e 0628/2011.
2
Petizioni 0111/2008 e 0262/2011.
3
Petizione 0587/2011.
4
Petizioni 1120/2009 e 1109/2010.
5
Petizioni 0067/2007 e 0149/2007.
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Contesto delle principali petizioni
Le petizioni relative a Rosia Montana sono pervenute rispettivamente nel 2010 e nel 2011 ed
hanno attirato l'attenzione sulla presunta non conformità di un grande progetto relativo ad una
miniera d'oro a cielo aperto a Roșia Montană con una serie di direttive europee, nello
specifico la direttiva relativa alla gestione dei rifiuti delle industrie estrattive1, le direttive
sulle acque, la direttiva Seveso 2 e la direttiva sull'aria3. I firmatari hanno anche avuto la
possibilità di presentare le proprie argomentazioni in occasione della riunione della
commissione per le petizioni del 4 ottobre 2011.
Le petizioni relative ai parchi eolici nella regione di Dobrogea presentavano gravi accuse
concernenti un potenziale danno ambientale irreversibile derivante da un alto numero di
turbine eoliche nella regione di Dobrogea. Le petizioni sono state discusse anche durante la
riunione del 4 ottobre 2011, in occasione della quale il rappresentante della Commissione
europea ha spiegato che erano in corso procedure d'infrazione per due siti (Macin-Niculitel e
Muntii Macinului) e che erano state avviate indagini preliminari per altri siti (ROSPA 0031
Delta Dunarii e Complexul Raxim-Sinoie, ROSPA0091 Padurea Babadag, ROSPA0100
Stepa Casimcea e ROSCI 0201 Podisul Nord Dobrogean).
Le due petizioni riguardanti la costruzione di un edificio di 20 piani vicino alla cattedrale di
San Giuseppe sono pervenute nel 2007. Durante una missione d'informazione svoltasi nel
2008, la delegazione ha visitato la cattedrale e la zona circostante. Successivamente, il
presidente del Parlamento europeo ha inviato una lettera al Presidente e al primo ministro
rumeni nella quale esprimeva il parere della commissione per le petizioni, secondo la quale la
costruzione di un grande centro commerciale nelle immediate vicinanze della cattedrale
favoriva chiaramente interessi commerciali ed imprenditoriali e costituiva un abuso flagrante
dei poteri delle autorità, senza la debita attenzione per il patrimonio culturale. Nel luglio del
2011, la corte d'appello di Suceava ha dichiarato l'illegalità della concessione edilizia
rilasciata al centro commerciale "Cathedral Plaza".
La visita
Primo giorno (24 novembre 2011)
•
Incontro con Dragos Tanase, direttore generale della Roșia Montană Gold
Corporation (RMCG) e con Eugen Furdui, sindaco del comune di Roșia Montană
1
Direttiva 2006/21/CE relativa alla gestione dei rifiuti delle industrie estrattive.
2
Direttiva 96/82/CE sul controllo dei pericoli di incidenti rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose.
3
Direttiva 2008/50/CE relativa alla qualità dell'aria ambiente.
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Il capo della delegazione, Erminia Mazzoni, ha iniziato presentando i membri della
delegazione, specificando che la visita della commissione mirava a ricercare ulteriori
chiarimenti relativamente alle denunce contenute nelle due petizioni sul progetto di Roșia
Montană (RM).
Il sindaco, Eugen Furdui, ha spiegato che Roșia Montană era una comunità mineraria. Nel
corso degli anni, tutti gli abitanti della zona avevano lavorato nell'industria mineraria e
sostenevano il progetto. Il progetto costituiva l'unica possibilità per far fronte all'inquinamento
storico presente nella zona (causato dallo sfruttamento minerario da parte dello Stato, fino al
2006) e poteva permettere anche di risolvere i problemi sociali. Il sindaco ha presentato un
opuscolo nel quale 25 sindaci e ONG della zona sostenevano il progetto.
Alla domanda relativa alla decisione della corte d'appello di annullare l'approvazione del
progetto da parte del consiglio comunale di Roșia Montană e al presunto conflitto d'interessi
di due consiglieri, il sindaco ha precisato che la decisione della corte d'appello non riguardava
il progetto minerario, ma il piano urbanistico di zona (Plan Urbanistic Zonal, PUZ) del
comune di Roșia Montană. I due consiglieri comunali lavoravano per la società mineraria e
non avrebbero dovuto votare. Successivamente, il piano è stato di nuovo messo ai voti e i due
consiglieri non hanno partecipato al voto.
Il direttore generale, Dragos Tanase, ha utilizzato una presentazione in Powerpoint per
illustrare lo stato di degrado del comune (cave abbandonate, livelli di inquinamento al di
sopra dei livelli massimi consentiti, acque acide alla confluenza tra il torrente Abrudel e il
fiume Aries). Secondo il direttore generale, nella zona il tasso di disoccupazione è pari
all'80% e il comune non ha prospettive.
Il direttore generale ha specificato che il progetto minerario di ROȘIA MONTANĂ
sviluppato dalla RMGC impiegherebbe le migliori tecnologie disponibili (BAT) per tutte le
componenti, come previsto dalle norme UE e dal documento di riferimento sulle migliori
tecniche disponibili (BREF). Inoltre, su 4 dei capitoli, il progetto sarebbe considerato come
nuovo parametro di riferimento e le BAT dovrebbero essere aggiornate tenendo conto del
progetto minerario di RM.
Il direttore generale ha sottolineato inoltre che lo studio relativo alla valutazione dell'impatto
ambientale (VIA) comprende 20 capitoli principali (5.000 pagine). Erano state svolte
approfondite consultazioni e 6.000 domande avevano ricevuto risposta. Il livello stimato di
cianuro nell'impianto di gestione degli sterili sarebbe molto basso (5 mg/l per il progetto di
ROȘIA MONTANĂ rispetto al livello di 10 mg/l previsto dalle direttive UE e ai 400 mg/l
dell'incidente di Baia Mare nel 2000).
Il direttore generale Tanase ha poi presentato i vantaggi del progetto. Dal punto di vista
economico, creerebbe posti di lavoro (2.300 posti di lavoro diretti durante la costruzione e
3.000 indiretti durante tutto il ciclo di vita del progetto), opportunità per le imprese locali e
fornirebbe un apporto pari all'1% al PIL della Romania. Dal punto di vista ambientale, il
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progetto risolverebbe l'inquinamento storico1. Le cave sarebbero chiuse e destinate
all'impianto di vegetazione o trasformate in laghi. Per quanto riguarda il patrimonio culturale,
la maggior parte delle case storiche sarebbe rinnovata. Quanto alla vita sociale, il progetto
ripristinerebbe la vita e le tradizioni della comunità. Il progetto prevede anche strategie di
sviluppo sostenibile (riconversioni professionali, piani commerciali per attività postminerarie).
Il direttore generale Tanase ha spiegato che la società mineraria ha costruito nuove case,
provviste di tutti i servizi necessari, in una località vicina dove la popolazione locale sarebbe
trasferita su base volontaria. Il direttore generale ha affermato che la società aveva già
acquisito gran parte delle proprietà private necessarie per il progetto da proprietari terrieri
locali.
Alla domanda sui potenziali rischi esistenti, il direttore generale Tanase ha fatto riferimento
ad alcuni studi realizzati da esperti norvegesi ed ha assicurato alla delegazione che i rischi
sarebbero molto bassi e il progetto sarebbe “molto più sicuro di una centrale nucleare”. La
diga sarebbe 1.000 volte più sicura di qualsiasi altra diga al mondo.
Alle ripetute domande sulle garanzie e sul valore dell'assicurazione ambientale, il direttore
generale ha risposto che per la bonifica del sito sarà stanziato un importo di 127 milioni di
dollari. La società prevede anche di contrarre un'assicurazione contro i disastri. Il livello utile
dell'assicurazione sarà stabilito in una fase successiva, una volta rilasciato il permesso di
conformità ambientale. Il direttore generale ha insistito sul fatto che la società è pronta ad
accettare qualsiasi premio richiesto dalla compagnia di assicurazione.
Alla domanda relativa ai motivi per cui il progetto abbia un numero così elevato di detrattori,
il direttore generale ha risposto che chi si oppone al progetto si basa su informazioni
superficiali ed ha auspicato che fossero meglio informati.
•
Incontro con Marin Anton e Cristian Apostol, segretari di Stato del ministero
dell'ambiente
La seconda riunione si è svolta presso il ministero dell'Ambiente, alla presenza di due
segretari di Stato e di vari direttori di diversi dipartimenti.
Dopo una breve introduzione del capo della delegazione, Erminia Mazzoni, Marin Anton ha
risposto ad alcune delle preoccupazioni sollevate nelle petizioni relative a Roşia Montană:
egli ha spiegato che era in corso una procedura di valutazione dell'impatto ambientale (VIA)
per il progetto minerario ai fini del rilascio del permesso ambientale, con la partecipazione
degli enti pubblici centrali e locali competenti in materia di tutela ambientale. A tal fine, a
1
Le acque acide sarebbero ripulite dal primo giorno delle operazioni.
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livello centrale è stato istituito un comitato di analisi tecnica (CAT) nel 20101. Facendo
seguito alle richieste del CAT, al fine di assicurare la conformità del progetto con le
normative vigenti, il titolare del progetto ha completato e modificato la documentazione
diverse volte.
Per quanto riguarda la conformità con il disposto della direttiva 2006/21/CE relativa alla
gestione dei rifiuti delle industrie estrattive, il segretario di Stato ha affermato che la
concentrazione di cianuro sarebbe compresa tra 5 e 7 ppm all'ingresso e diminuirebbe al punto
di scarico, mentre la direttiva consente una concentrazione di cianuro dissociabile con un
acido debole nel punto di scarico degli sterili dall'impianto di lavorazione al bacino di
decantazione pari a 10 ppm. Il circuito del cianuro sarebbe di tipo chiuso. Il monitoraggio
sarebbe effettuato dalla Guardia nazionale per l'ambiente, insieme al titolare della
concessione. Il segretario di Stato ha spiegato che, alla fine del processo, vi sarebbe una
decomposizione del cianuro e l'acqua sarebbe trasformata in acqua potabile.
Alla domanda relativa alle raccomandazioni contenute nella risoluzione del Parlamento
europeo sul divieto di utilizzo del cianuro2 e in merito alle alternative all'estrazione mineraria
con il cianuro, il segretario di Stato ha confermato che il ministero era a conoscenza del
contenuto della risoluzione, sottolineandone tuttavia il carattere non vincolante. Il segretario
di Stato ha sottolineato come il cianuro sia utilizzato su scala globale, giacché rappresenta
l'unica soluzione efficace per l'estrazione dell'oro.
Relativamente alle consultazioni transfrontaliere, ai sensi della convenzione Espoo3, sono
state inviate notifiche ai seguenti Stati: Ungheria, Serbia e Montenegro, Bulgaria, Moldova,
Ucraina e Slovacchia. L'Ungheria si è opposta alla totalità del progetto nell'agosto del 2011.
Per quanto riguarda il rispetto delle disposizioni delle Direttive sulle acque sotterranee
(direttiva 80/68/CEE e 2006/118/CE) e la direttiva quadro sulle acque (2000/60/CE), il
segretario di Stato ha spiegato che sono state richieste informazioni e chiarimenti al titolare
del progetto, al fine di assicurare la conformità con le disposizioni delle direttive relative al
non deterioramento delle condizioni dei corpi idrici e alla conservazione delle caratteristiche
biologiche che caratterizzano le condizioni ecologiche delle acque di superficie.
Alla domanda relativa alla modalità di impermeabilizzazione del fondo del bacino di scarico,
il segretario di Stato ha risposto che vi sono due opzioni: impermeabilizzazione del fondo
mediante l'utilizzo di geomembrane (materiale geosintetico costituito da membrane
impermeabili) o con l'impiego di uno strato di argilla naturale (5-14 m di spessore). La
soluzione che prevede l'utilizzo dell'argilla è considerata la più fattibile ed efficace, dal
momento che con le geomembrane vi è un rischio di rottura.
1
I membri del CAT sono: otto ministeri, l'Accademia di Romania, l'Agenzia nazionale per le risorse minerarie,
l'Istituto nazionale rumeno di geologia, la Guardia nazionale per l'ambiente e l'Amministrazione nazionale
rumena delle acque.
2
Risoluzione del Parlamento europeo, del 5 maggio 2010, sul divieto generale di utilizzo delle tecnologie di
estrazione mineraria con il cianuro nell'Unione europea (P7_TA(2010)0145).
3 Convenzione sulla valutazione dell'impatto ambientale in un contesto transfrontaliero (Espoo, 1991).
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Al titolare del progetto è anche stato chiesto di adottare tutte le misure necessarie per
proteggere la flora e la fauna della zona, sia durante le fasi di estrazione che dopo la chiusura.
Per quanto riguarda il rispetto delle disposizioni della direttiva sull'aria, il segretario di Stato
ha dichiarato che le valutazioni allegate alla documentazione presentata dal titolare del
progetto tengono conto sia dell'impatto a breve termine (30 minuti, 1 ora, 24 ore), sia di
quello a lungo termine (1 anno). Secondo le stime, il livello complessivo delle concentrazioni
derivanti unicamente dalle fonti di emissione legate al progetto sarebbe basso, al di sotto dei
limiti previsti per le zone abitate.
Per quanto riguarda la pubblicazione delle informazioni presentate dal titolare del progetto, ai
sensi della direttiva Seveso, il segretario di Stato ha precisato che tutte le informazioni
presentate dal titolare del progetto all'ente responsabile per l'ambiente (ivi compresa la
relazione sulla sicurezza) sono state pubblicate sul sito Web del ministero dell'Ambiente e
delle foreste.
In merito alla garanzia finanziaria, in base alla documentazione inviata dal titolare del
progetto, i costi relativi alla chiusura e al ripristino ambientale del progetto minerario di Roșia
Montană ammontano a circa 127,6 milioni di dollari.
Il segretario di Stato ha spiegato che un'ulteriore garanzia è prevista dalla direttiva sulla
responsabilità ambientale (2004/35/CE)1. Ai sensi della suddetta direttiva, le autorità
responsabili della tutela ambientale possono ipotecare i beni degli operatori e pignorare i
crediti; pertanto i costi derivanti da eventuali lavori di riparazione del danno ambientale
sarebbero recuperati, qualora il titolare del progetto si rifiutasse di sostenere le spese. Il
titolare del progetto ha specificato che intende sottoscrivere un'assicurazione che eliminerebbe
le incertezze relative all'insolvenza in caso di incidente, ma il valore di questa assicurazione
non è stato ancora stabilito. Le garanzie devono essere stabilite dal titolare del progetto e
presentate alle autorità, al fine di ottenere il permesso ambientale per lo sfruttamento.
Alla domanda sul perché lo Stato rumeno non avesse fatto nulla fino a quel momento per
risolvere il problema dell'inquinamento storico, il segretario di Stato ha dichiarato che a Roșia
Montană vi era un disastro ecologico derivante dagli sfruttamenti realizzati prima del 1989 e
che la Romania non era stata in grado di sostenere le spese per la pulizia dell'area interessata.
Il progetto di ROȘIA MONTANĂ potrebbe risolvere il problema dell'inquinamento storico. Il
segretario di Stato ha ammesso apertamente di essere favorevole al progetto.
Per quanto riguarda la partecipazione delle ONG, ha affermato che si sono svolti 14 dibattiti
pubblici in Romania e 2 in Ungheria.
Alla domanda relativa ai vantaggi economici per lo Stato rumeno, rispetto ai profitti della
società responsabile del progetto, il segretario di Stato ha affermato che il ministero
dell'Ambiente non ha il diritto di trattare nel dettaglio questi aspetti, che rientrano tra le
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Direttiva 2004/35/CE sulla responsabilità ambientale in materia di prevenzione e riparazione del danno
ambientale.
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competenze del ministero dell'Economia. Il segretario di Stato ha ricordato inoltre che nel
processo di rilascio del permesso sono coinvolti otto ministeri.
I membri della delegazione hanno sottolineato che l'obiettivo della visita non era quello di
prendere una decisione sul progetto, bensì di valutare la situazione sotto il profilo dei fatti
contestati.
Il segretario di Stato ha concluso dicendo che il processo relativo alla valutazione dell'impatto
ambientale del progetto di Roşia Montană era in corso (l'attuale fase di accordo ambientale
sarà seguita dalla fase riguardante il permesso ambientale) e culminerà nell'adozione di una
decisione di rilascio del permesso o di reiezione del progetto.
Terminate le risposte alle domande relative a Roșia Montană, ha preso la parola il segretario
di Stato Cristian Apostol, per discutere le petizioni riguardanti i parchi eolici di Dobrogea.
Il segretario di Stato ha rassicurato la delegazione circa il rispetto di tutte le procedure di
legge e che il progetto risponde alla normativa rumena e a quella europea. Tutte le autorità
specializzate sono state consultate e sono state effettuate le necessarie consultazioni
pubbliche. A suo parere i progetti rappresenterebbero un'opzione utile per la riduzione delle
emissioni di anidride carbonica e per raggiungere gli obiettivi europei in materia di energie
rinnovabili. Il segretario di Stato ha precisato che vi sono soltanto 400 turbine operative/in
costruzione.
Alla domanda se le autorità fossero a conoscenza di un recente visita della DG Ambiente in
Romania e della recente apertura di procedure d'infrazione da parte della Commissione
europea, il segretario di Stato ha risposto che le autorità non erano a conoscenza della visita
della DG Ambiente. Quanto alla procedura d'infrazione, il segretario di Stato ha affermato che
le autorità avevano inviato la documentazione richiesta alla Commissione europea e stavano
aspettando l'esito della valutazione.
Il segretario di Stato ha affermato che le autorità hanno esaminato anche il possibile effetto
cumulativo dei progetti e che tutti i permessi sono stati rilasciati, previo esame delle
autorizzazioni precedenti.
Sulla petizione relativa ai cavalli selvatici, le autorità hanno evidenziato che, in realtà, non si
tratta di cavalli selvatici ma di cavalli domestici lasciati dagli agricoltori. Alcuni di essi sono
stati portati fuori dalla foresta di Letea per essere mandati al macello. I cavalli avevano
proprietari e documenti di trasporto. In seguito all'intervento di mass media e ONG, il
trasporto è stato bloccato e i cavalli sono stati dirottati verso una fattoria dove sono stati
accuditi e sono adesso di proprietà della fondazione Vier Pfoten. Attualmente vengono
accuditi dalla fondazione e dalla popolazione locale.
L'on. Roger Helmer ha rivolto una domanda sulla questione dei cani randagi, facendo
riferimento alle numerose lettere che riceve al riguardo. Il segretario di Stato, facendo un
parallelo con l'orso Bruno che nel 2006 era sulle prime pagine di tutti i giornali, ha precisato
che la salute e la sicurezza dei cittadini sono importanti ed occorre tutelarle. In seguito
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all'adozione di una legge recente, la questione compete ora alle autorità locali, le quali, previa
consultazione della popolazione mediante sondaggi d'opinione o referendum, hanno facoltà di
decidere se è necessario sopprimere certi cani.
•
Incontro con i firmatari (petizioni su Roșia Montană)
Il terzo incontro si è svolto nell'ufficio d'informazione di Bucarest, alla presenza dei firmatari:
Roxana Bojariu e Mihaela Albu, rappresentanti dell'Associazione AD Astra, e Sorin Jurca,
membro fondatore di ''Fundația Culturală Roșia Montană”.
Le rappresentanti dell'Associazione AD Astra hanno utilizzato una presentazione in
Powerpoint che presentava un confronto tra Roșia Montană e Summitville1, precisando che il
bacino di smaltimento degli sterili di Roșia Montană sarebbe dieci volte più grande di quello
di Summitville o di quello di Baia Mare.
Sorin Jurca ha detto di temere che il suo villaggio d'origine venga totalmente distrutto dalle
operazioni minerarie e ritiene che le autorità statali stiano cedendo ai desideri di una società
straniera.
I firmatari hanno criticato l'assenza di piani d'emergenza e di valutazioni tecniche adeguate
che possano presentare adeguatamente i rischi. Insoddisfatti della qualità delle informazioni
contenute nelle relazioni presentate dal committente, hanno chiesto che siano svolte
valutazioni indipendenti e che il progetto debba attendere tali valutazioni.
I firmatari hanno affermato che, se si considerano i rischi potenziali, l'importo della garanzia è
troppo basso per un progetto su scala così vasta. La garanzia avrebbe dovuto essere esaminata
nel quadro di una relazione tecnica dettagliata. I firmatari hanno sottolineato che la società
mineraria ha contribuito ad impoverire la regione, trasferendo gli abitanti della zona in un
altro luogo e facendo pressione sulle autorità locali affinché bloccassero qualsiasi attività di
sviluppo e di investimento nella zona.
I firmatari hanno sottolineato altresì che le gallerie romaniche esistenti sarebbero minacciate
dal progetto. Inoltre, hanno affermato che nelle vicinanze di Roșia Montană esistono rare
specie avicole e la società mineraria non ha spiegato come intenda proteggerle. Il progetto di
ROȘIA MONTANĂ violerebbe dunque la direttiva sugli uccelli selvatici2. I rischi dell'attività
mineraria basata sul cianuro non sono giustificati da alcun presunto beneficio di breve o lungo
periodo. Secondo i firmatari, il progetto non solo non è vantaggioso per lo Stato rumeno, ma
rappresenta una seria minaccia per le comunità locali e per la società rumena in generale. I
firmatari sono dell'avviso che lo Stato non debba sacrificare l'ambiente in nome della
creazione di posti di lavoro, soprattutto perché il numero di posti di lavoro indicati dalla
società mineraria è variato nel tempo.
1
La miniera di Summitville è famosa per il danno ambientale causato negli anni Ottanta dalla fuga accidentale di
sottoprodotti dell'attività mineraria nei corsi d'acqua locali.
2
Direttiva 2009/147/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 30 novembre 2009, concernente la
conservazione degli uccelli selvatici.
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In sala erano presenti alcuni scienziati, non previsti nel programma, che hanno chiesto di
intervenire per parlare dei rischi che porrebbe l'attività mineraria a Roșia Montană. Gli
scienziati hanno espresso seri dubbi sulla sicurezza della diga dell'impianto di contenimento
degli sterili che attraversa la valle di Corna. La presidente, a causa del poco tempo a
disposizione, ha chiesto loro di inviare i propri commenti per iscritto, assicurando che la loro
posizione sarebbe stata debitamente esaminata1. Nella riunione della commissione per le
petizioni dell'8 maggio 2012 è stato presentato un recente studio svolto dall'Istituto di
geologia rumeno in risposta alle suddette obiezioni, dal titolo "Punto di vista sui dati geologici
presentati nella valutazione di impatto ambientale concernente il progetto minerario di Roșia
Montana" (Allegato III). Lo studio raccomanda l'adozione, sotto il profilo ambientale, del
progetto.
•
Pomeriggio: incontri con i membri delle commissioni per le petizioni del Senato e
della Camera dei deputati rumena, con il mediatore rumeno, Gheorghe Iancu, e
con il segretario di Stato responsabile delle adozioni, Bogdan Panait
I presidenti delle due commissioni per le petizioni rumene ne hanno presentato il modus
operandi, spiegando che le commissioni hanno ricevuto circa 2.400 petizioni negli ultimi 3
anni (ossia, circa 800 petizioni l'anno), riguardanti soprattutto il sistema giudiziario (21%), i
diritti di proprietà (16%), gli affari sociali (15%) e l'amministrazione pubblica e locale (10%).
È stata trovata una soluzione per circa il 18% delle petizioni.
L'idea di una cooperazione rafforzata tra la commissione per le petizioni del Parlamento
europeo e le due commissioni per le petizioni rumene è stata avanzata da entrambe le parti.
Gli interlocutori rumeni hanno suggerito che i casi che esulano dalla sfera di attività
dell'Unione europea siano trasferiti alle commissioni rumene.
Il mediatore rumeno, Gheorghe Iancu, ha illustrato le sue competenze e il modo in cui si è
occupato dei casi sin dall'inizio del suo mandato. Il mediatore ha specificato che, oltre ad
occuparsi delle petizioni/denunce dei cittadini, la sua attività include procedimenti contenziosi
costituzionali e amministrativi e la promozione dell'appello nell'interesse della legge2 dinanzi
all'Alta corte di cassazione e giustizia, per le questioni legali risolte in maniera differente dai
tribunali, mediante decisione irrevocabile della corte.
Il segretario di Stato responsabile delle adozioni, Bogdan Panait, ha presentato il quadro
giuridico che disciplina le adozioni nazionali ed internazionali, nonché il lavoro che l'ufficio
rumeno per le adozioni svolge, al fine di trovare le famiglie adeguate per i bambini
istituzionalizzati. Il segretario di Stato ha precisato che una nuova legge consentirà ai cittadini
rumeni residenti all'estero di adottare bambini in Romania, anche se sono sposati con cittadini
1
Un breve resoconto dei contributi più rilevanti presentati successivamente dagli scienziati è disponibile
all'allegato I. I testi completi sono a disposizione dei membri della commissione per le petizioni sulla banca dati
interna, e-petition.
2
Onde assicurare l'applicazione e l'interpretazione univoche della legge da parte di tutti i tribunali, il mediatore
rumeno può chiedere all'Alta corte di cassazione e giustizia di pronunciarsi sulle cause per le quali i tribunali
abbiano emesso sentenze differenti.
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di altri paesi. Le disposizioni relative ai cittadini stranieri rimarranno invariate. La nuova
legge ha introdotto il test del DNA, che impedisce adozioni illegali e permette di ridurre i
tempi per le adozioni.
Il segretario di Stato ha aggiunto che sono circa 67.000 i bambini che rientrano nel sistema di
protezione e circa 1.700 le famiglie che desiderano adottare.
•
Sera: visita dell'area della cattedrale di San Giuseppe e incontro con i firmatari.
In serata, la delegazione ha visitato la cattedrale di San Giuseppe e ha incontrato uno dei
firmatari, l'arcivescovo Ioan Robu, e alcuni consulenti legali nell'ufficio dell'arcivescovo. I
consulenti hanno presentato l'iter dei procedimenti giudiziari tra la cattedrale, da un lato, e il
committente e il comune di Bucarest, dall'altro. I consulenti hanno spiegato che, nonostante la
sentenza della corte d'appello di Suceava dichiarasse illegale il Cathedral Plaza, il
committente non solo non ha fatto nulla per demolire l'edificio, ma ha continuato
segretamente i lavori nell'edificio. Il grattacielo si trova a soli otto metri dalla cattedrale,
all'interno della zona di protezione prevista per i monumenti storici ai sensi della legge
rumena. I firmatari hanno espresso lamentele per l'impatto visivo negativo dell'edificio e i
rischi per la cattedrale, quali la caduta di macerie sulla stessa in caso di terremoto.
L'arcivescovo Ioan Robu ha chiesto se la delegazione potesse concedere cinque minuti
supplementari per ascoltare il presidente dell'associazione ''Save Bucarest”, Nicușor Dan. Il
signor Dan ha espresso preoccupazione per un progetto avviato dal comune di Bucarest che
comportava la demolizione di edifici storici o di edifici situati nelle aree storiche e culturali
protette.
Secondo giorno (25 novembre)
Mattina:
visita del sito di Baia e incontro con i firmatari (petizioni relative al parco eolico
di Dobrogea)
Alla visita a Dobrogea hanno partecipato tre membri titolari (Erminia Mazzoni, Inés Ayala
Sender e Nikolaos Salavrakos) e un membro ex officio (Victor Boştinaru). La delegazione ha
lasciato Bucarest in autobus alle 7.30 del mattino. A causa delle condizioni meteorologiche
avverse e della congestione del traffico, la delegazione ha dovuto rinunciare a visitare il primo
sito, Babadag, e si è recata direttamente al secondo sito proposto, Baia. I firmatari hanno
condotto la delegazione sulla piattaforma di una turbina situata su una collina, da dove era
possibile vedere in lontananza diverse altre turbine.
Secondo i firmatari, circa 4.000 turbine1 erano state proposte/oggetto di procedure di
valutazione ambientale/in costruzione/costruite a Dobrogea, di cui circa 1.500 situate
all'interno o nelle vicinanze di siti Natura 2000.
I firmatari hanno affermato che i requisiti di cui all'articolo 6, paragrafi 2 e 4 della direttiva
1
Questo dato è in netto contrasto con le cifre fornite il giorno precedente dai funzionari del ministero.
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Habitat non sono stati rispettati adeguatamente durante la fase progettuale. I firmatari hanno
sottolineato che i progetti relativi ai parchi eolici erano sviluppati in modo caotico, senza un
chiaro piano di sviluppo strategico né una valutazione ambientale strategica.
I firmatari si sono lamentati per il livello insoddisfacente degli studi scientifici commissionati
dalle autorità rumene. Sebbene quasi tutti i progetti approvati fossero stati oggetto di una
valutazione dell'impatto ambientale(VIA)/valutazione ambientale strategica (VAS) e di una
procedura di valutazione di conformità, la valutazione dell'impatto ambientale/valutazione di
conformità denotavano mancanza di professionalità1, non contenevano informazioni pertinenti
e presentavano una valutazione inadeguata dell'impatto sulle specie/habitat/uccelli/rotte
migratorie a rischio. In alcuni casi, gli studi di VIA sono stati svolti dopo il rilascio
dell'autorizzazione per la realizzazione del progetto. I firmatari hanno affermato che i lavori di
costruzione per Babadag e Baia erano iniziati illegalmente, senza alcun tipo di
autorizzazione. L'autorizzazione è stata concessa un anno dopo l'inizio del lavori di
costruzione.
I firmatari hanno espresso rammarico per il fatto che la valutazione degli impatti cumulativi
fosse assente in quasi tutti gli studi di valutazione ambientale strategica/valutazione
dell'impatto ambientale/valutazione di conformità, una situazione che rischia di creare una
grave frammentazione degli habitat e potrebbe avere un effetto barriera sulle rotte migratorie
delle specie avicole e dei pipistrelli. Mancano dati scientifici relativi alle migrazioni delle
specie avicole, alla mappatura degli habitat, agli studi sui pipistrelli, ecc.
I firmatari hanno dichiarato di essersi rivolti personalmente più volte al governo, per chiedere
delucidazioni in merito alle modalità di svolgimento degli studi di valutazione dell'impatto
ambientale, ai criteri che sarebbero stati utilizzati, agli strumenti tecnici per la computa e il
monitoraggio degli uccelli, ma di non aver ricevuto risposte adeguate.
I firmatari ritengono che dovrebbe essere svolta una VAS, che comprenda una valutazione di
conformità, per tutta la regione di Dobrogea e hanno sottolineato che non si oppongono
all'energia alternativa, bensì all'inadeguatezza della costruzione di un parco eolico in aree
protette.
Pomeriggio:
incontro con le autorità a Constanța
Nel pomeriggio, la delegazione si è recata a Constanța per incontrare Claudiu Iorga-Palaz,
prefetto del comune di Constanța, Gabriel Abos, presidente dell'Agenzia nazionale per
l'ambiente e i direttori esecutivi delle agenzie per l'ambiente delle contee di Tulcea, Galați e
Constanța.
1
Nel corso della riunione del 4 ottobre 2011, il rappresentante della Commissione europea ha spiegato che anche
la Commissione nutre dubbi sulla qualità di alcuni studi di VIA e, di conseguenza, ha incaricato un contraente
esterno dello svolgimento di una valutazione obiettiva della situazione sul campo.
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Il prefetto ha informato i membri della delegazione che rientra nella linea politica del governo
fare tutto il possibile per attirare finanziamenti privati, rinnovare le infrastrutture e investire
nelle energie rinnovabili. Ha posto l'accento sull'importanza degli investimenti e sulla buona
cooperazione con gli investitori, in particolare in periodi difficili dal punto di vista finanziario.
Il prefetto ha ricordato l'ampio coordinamento e le lunghe discussioni con gli investitori, alle
quali ha partecipato anche il ministero dell'Ambiente. Ha presentato nei dettagli i criteri
utilizzati per scegliere l'ubicazione delle turbine, in particolare la forza del vento e la
vicinanza con le strade, aggiungendo che i permessi di costruzione sono stati rilasciati dai
consigli di contea, dopo valutazioni adeguate da parte delle autorità responsabili
dell'ambiente.
Il presidente dell'Agenzia nazionale per l'ambiente ha affermato che i progetti relativi ai
parchi eolici erano stati oggetto di valutazioni ambientali strategiche (VAS) e che era stato
analizzato anche l'effetto cumulativo dei progetti. Ha spiegato che in ogni fase del progetto vi
è stata una consultazione pubblica, mediante comunicazioni pubbliche sui mass media,
messaggi su Internet e dibattiti pubblici. Nessuno dei firmatari ha chiesto di esaminare i
documenti, sebbene fossero stati informati del processo di consultazione1. Nei casi in cui non
si ottemperava ai requisiti di legge, le autorità hanno respinto i progetti di impianto di turbine
eoliche o ne hanno chiesto lo spostamento.
Il presidente ha affermato che, durante le procedure di VAS/VIA, ai titolari del progetto è
stato chiesto di realizzare studi sulla biodiversità, nel rispetto delle raccomandazioni
contenute in uno studio realizzato da un istituto di ricerca nel 20072. Gli studi sulla
biodiversità sono stati realizzati nell'arco di un intero anno.
Ha inoltre aggiunto che, sebbene la VIA fosse a carico dell'investitore, gli studi erano stati
esaminati da esperti accreditati dal ministero di cui erano state verificate le competenze. Una
lista pubblica di specialisti accreditati, divisi per settore, può essere consultata in qualsiasi
momento sul sito Web del ministero dell'Ambiente.
Le autorità si sono inoltre impegnate ad inviare alla commissione per le petizioni ulteriori
informazioni per suffragare la propria posizione.
Conclusioni:
La visita ha consentito alla delegazione di comprendere meglio e acquisire ulteriori elementi
relativamente alle situazioni descritte nelle petizioni, ascoltando tutte le parti coinvolte.
1
Con lettera del 23.01.2012, il direttore esecutivo della società ornitologica rumena (SOR) ha confutato questa
dichiarazione, insistendo sul fatto che il ministero dell'Ambiente e delle foreste, nonché le agenzie locali e
regionali per l'ambiente, erano state regolarmente informate della coalizione costituita dalla SOR e dalle ONG
per evidenziare i problemi relativi all'inadeguato sviluppo di energia eolica nella regione di Dobrogea.
2
Lo studio evidenziava i fattori di cui occorre tenere conto quanto si valuta l'impatto ambientale, includendo
Dobrogea come studio di caso.
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1. Per quanto riguarda il progetto di Roșia Montană (RMP), i membri hanno potuto rendersi
conto della complessità dello stesso. La visita ha consentito ai membri di acquisire maggiori
informazioni nonché soppesare i pro e i contro della questione.
Le principali argomentazioni a favore del progetto, presentate dalle autorità e dalla società
mineraria, sono che il progetto contribuirebbe a ripulire la zona dall'inquinamento storico,
creerebbe occupazione e migliorerebbe il tenore di vita della svantaggiata popolazione locale,
nel rispetto delle normative europee e nazionali applicabili.
Le argomentazioni contrarie al progetto, presentate dai firmatari, riguardano principalmente i
gravi rischi che scaturiscono dall'utilizzo di tecnologie che prevedono l'impiego di cianuro, le
preoccupazioni su potenziali incidenti futuri e sulla perdita del patrimonio culturale e la
mancanza di studi imparziali e obiettivi.
Alcuni aspetti non sono stati interamente chiariti durante la visita e sono emerse alcune
incoerenze, ad esempio circa l'importo delle garanzie relative alla chiusura e al ripristino
ambientale. In seguito ad ulteriori contatti con le autorità e la società mineraria
successivamente alla visita, la maggior parte di tali aspetti sono stati chiariti ed è stata data
risposta ad altri interrogativi1.
La delegazione ha preso atto della netta presa di posizione del segretario di Stato, Marin
Anton, a favore del progetto mentre era ancora in corso l'esame del medesimo.
2. Per quanto riguarda le turbine di Dobrogea, sebbene sia stata utile, la visita non è stata
interamente esauriente in questa fase, giacché la stagione della migrazione degli uccelli era
conclusa e problemi logistici hanno impedito ai membri di passare più tempo sui due siti
inizialmente previsti. Le autorità hanno garantito che non sussistono reali motivi di
preoccupazione, mentre i firmatari hanno insistito sul fatto che lo sviluppo dei progetti deve
essere immediatamente sospeso, per non danneggiare la salute umana e l'ambiente. I membri
continueranno a monitorare attentamente la situazione.
3. Per quanto riguarda la cattedrale di San Giuseppe, i membri delle delegazione hanno
ribadito il sostegno della commissione alla tutela e alla conservazione del patrimonio
culturale.
Raccomandazioni:
1. esorta le autorità rumene ad intraprendere un dialogo più attivo con i firmatari e i cittadini
in generale, a continuare ad informarli e coinvolgerli nel processo decisionale;
2. invita le autorità rumene interessate a garantire che si adottino tutte le misure precauzionali
per la tutela dell'ambiente, prima di prendere la decisione finale in relazione con il rilascio del
permesso ambientale relativo al progetto di Roșia Montană; invita le autorità rumene a non
1
L'allegato II presenta una sintesi delle risposte a due domande tecniche, riguardanti la quantità di cianuro e la
quantità di esplosivi che sarebbero utilizzati.
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rilasciare l'autorizzazione prima che siano state eliminate tutte le possibili incoerenze e
chiariti tutti gli aspetti in sospeso in modo soddisfacente e accertabile; invita altresì le autorità
a fissare chiari parametri di riferimento e scadenzari che devono essere rispettati; invita la
società a osservare opportunamente le disposizioni della direttiva 2006/21/CE relativa alla
gestione dei rifiuti delle industrie estrattive per quanto riguarda l'impiego delle migliori
tecnologie disponibili1;
chiede alle autorità di esaminare con la dovuta attenzione le raccomandazioni contenute nella
risoluzione del Parlamento europeo sul divieto generale di utilizzo delle tecnologie di
estrazione mineraria con il cianuro nell’UE (P7_TA(2010)0145); invita le autorità a fornire
motivazioni a sostegno della transizione dalla vecchia tecnologia di estrazione dell'oro
mediante flottazione alle tecnologie basate sul cianuro;
invita le autorità a fornire ai membri della delegazione una relazione tecnica dettagliata
compresi gli elementi presi in considerazione per il calcolo delle garanzie finanziarie previste;
chiede alle autorità di continuare ad esaminare adeguatamente la dimensione socio-culturale
del progetto e garantire la corretta attuazione della direttiva relativa alla valutazione
dell'impatto ambientale (VIA);
chiede di essere tenuto informato della conformità del progetto con le disposizioni della
direttiva 2006/21/CE sulla gestione dei rifiuti delle industrie estrattive, in particolare per
quanto riguarda la sicurezza della diga di contenimento degli sterili, la concentrazione di
cianuro e le garanzie;
3. prende atto degli sforzi delle autorità rumene per raggiungere gli obiettivi relativi alle
energie rinnovabili, mediante un ampio ricorso all'energia eolica; chiede tuttavia alle autorità
locali di assicurare che l'espansione degli impianti eolici sia sostenibile e che gli sviluppi
siano adeguatamente localizzati, opportunamente progettati e non danneggino siti Natura
2000, tenendo debitamente conto della valutazione dell'impatto cumulativo sull'intera area in
cui saranno installate turbine eoliche;
4. in considerazione del valore culturale e architettonico della cattedrale di San Giuseppe,
chiede alle autorità rumene di assicurare un'adeguata protezione del monumento; esprime la
propria preoccupazione relativamente alla mancata applicazione della sentenza definitiva
emessa dalla corte d'appello di Suceava; è del parere che occorre cercare ulteriori chiarimenti
in relazione con l'applicazione della Convenzione per la salvaguardia del patrimonio
architettonico d'Europa (Convenzione di Granada) a questo caso particolare;
5. accoglie con favore gli scambi di opinione costruttivi con le commissioni per le petizioni
rumene e il mediatore rumeno ed auspica che gettino le basi per una proficua collaborazione
futura; raccomanda l'avvio o il consolidamento di un dialogo proattivo analogo con altre
commissioni per le petizioni di vari Stati membri.
1
Nell'edizione del quotidiano „Adevărul” dell'11 marzo 2012 il ministro dell'Ambiente dell'epoca, László
Borbély , ha riconosciuto la necessità di impiegare le migliori tecnologie disponibili, incluso un circuito chiuso
del cianuro.
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Allegato I – Sintesi delle prove presentate da alcuni scienziati dopo la missione
d'informazione in Romania
L'ingegnere Justin Andrei, ex direttore scientifico dell'Istituto rumeno di geologia afferma che
la presenza di terreni particolarmente scoscesi poco profondi costituisce un grave rischio per
le attrezzature pesanti che saranno utilizzate e che la velocità delle operazioni previste dalla
Roșia Montană Gold Corporation (RMGC) possono causare catastrofi.
Andrei afferma che, in prossimità di Roșia Montană (Roșia Poieni, Bucium Șasa, Bucium
Rodu e Bucium Tarnița), vi sono altri depositi che potrebbero essere sfruttati e
promuoverebbero l'attività mineraria nella zona, senza utilizzare cianuro di sodio.
Andrei ritiene che la vecchia tecnologia applicata fino al 2006 per l'estrazione dell'oro sia
migliore. Questa tecnologia prevedeva la separazione del solfuro aurico o del solfuro aurico
debole mediante flottazione, con una resa dell'80%.
Andrei contesta la soluzione che prevede l'utilizzo di argilla compatta sul fondo e sui lati degli
sterili, dal momento che tutto il bacino della valle di Corna è fortemente interessato da un
sistema generale di faglie, con orientamento NO-SE. Inoltre, sul lato orientale della valle di
Corna, non sono presenti argille compatte, ma rocce sedimentarie argillose-sabbiose, che
comporterebbero una forte penetrazione acquifera profonda delle soluzioni nocive provenienti
dalla diga di contenimento degli sterili. Andrei ritiene dunque che sia inaccettabile impiantare
la diga di contenimento degli sterili nel sito proposto della valle di Corna.
Il Gruppo per il salvataggio di Roșia Montană in seno all'Accademia di studi economici
sottolinea che il governo ha violato la legge sull'attività mineraria e rilasciato un'unica licenza
di sfruttamento (n. 47/1999) per lo sfruttamento della vecchia miniera a Minvest, in qualità di
titolare della concessione, e per le operazioni di prospezione per il suo progetto alla RMGC in
quanto società consociata. Nel 2000, lo Stato ha trasferito la licenza da Minvest alla RMGC.
Di conseguenza, la RMGC è diventata titolare della concessione per la licenza di sfruttamento
e la RMGC è rimasta in quanto consociata. Il Gruppo ritiene quindi che la RMGC abbia
svolto illegalmente prospezioni a Roșia Montană per 14 anni e che la RMGC non detenga una
licenza di sfruttamento valida per il proprio progetto. Inoltre, violando la legge sull'attività
mineraria, lo Stato ha modificato il perimetro della licenza. Il Gruppo afferma che saranno
detonate circa 150.000 tonnellate di esplosivo e attira l'attenzione sul fatto che i costi di
monitoraggio relativi alla fase di chiusura e post-chiusura si fermano al 27o anno successivo
all'inizio dello sfruttamento, sebbene il controllo delle infiltrazioni attraverso la struttura della
diga di contenimento degli sterili dovrebbe essere assicurato per un periodo di 50-100 anni e
la gestione delle acque acide dovrebbe essere garantita a tempo indeterminato.
L'Associazione Alburnus Maior sottolinea che le emissioni di acido cianidrico durante il ciclo
di vita della miniera costituiranno un grave rischio per la salute della popolazione e che questa
questione è stata lasciata irrisolta dal titolare del progetto.
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Allegato II - Sintesi del contributo inviato da Dragos Tanase, direttore generale della
RMGC, il 28 marzo 2012
Facendo seguito alla richiesta scritta dell'on. Erminia Mazzoni che chiedeva risposte precise a
domande riguardanti il quantitativo totale di cianuro e il quantitativo totale degli esplosivi che
sarebbero stati utilizzati, il direttore generale della RMGC ha presentato un documento che
contiene risposte dettagliate e informazioni aggiuntive.
In un circuito chiuso, il RMP impiegherà 0,8 chilogrammi/tonnellata di minerale lavorato.
Solo le quantità necessarie per le operazioni giornaliere saranno presenti nell'area industriale e
saranno utilizzate esclusivamente in un circuito chiuso. La quantità annua di cianuro utilizzato
nel circuito di lavorazione è compresa tra 11.000 e 13.000 tonnellate.
Le quantità di cianuro non si accumulano nel tempo, giacché passano attraverso un circuito
chiuso di distruzione del cianuro o vengono riciclate.
La distruzione del cianuro dagli sterili di processo, prima della fuoriuscita dall'impianto,
avviene utilizzando la procedura INCO riconosciuta a livello internazionale. Questa procedura
a circuito chiuso è utilizzata anche per altre attività minerarie in altri paesi dell'UE, quali la
Svezia e la Finlandia.
La membrana con strato argilloso, che rientra nelle BAT (migliori tecnologie disponibili),
sarà utilizzata per evitare infiltrazioni dall'impianto di gestione degli sterili della valle di
Corna nel sistema di acque sotterranee. Recenti trivellazioni esplorative nella valle di Corna
non hanno riscontrato la presenza di faglie geologiche.
Per quanto riguarda le quantità di esplosivo, la RMGC utilizzerà 0,15-0,23 chilogrammi di
esplosivo per tonnellate di minerali, corrispondenti ad una quantità giornaliera pari a 10
tonnellate (cfr. VIA, capitolo 2, pagina 67, paragrafo 2). In qualsiasi momento, solo le
quantità di esplosivo necessarie per le operazioni a breve termine saranno presenti nella zona
industriale o nella cava, non le quantità necessarie per un intero anno o per tutti gli anni di vita
del progetto. La quantità annua di esplosivi utilizzati nel RMP è compresa tra 4.500 e 7.000
tonnellate di esplosivo.
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Allegato III – "Valutazione dei dati geologici presentati nella valutazione d'impatto
ambientale concernente il progetto minerario di Roșia Montana"
MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELLA RICERCA, DELLA GIOVENTÙ E DELLO
SPORT – AUTORITÀ NAZIONALE PER LA RICERCA SCIENTIFICA
ISTITUTO DI GEOLOGIA RUMENO
Istituto nazionale per la ricerca e lo sviluppo geologici
ISO 9001:2008 ISO 27001:2005 Geofisica, geochimica e telerilevamento
Anno di fondazione: 1906
CUI RO1581793 J40/1777/1997
Bucharest, Sector 1, Str. Caraiisebes No 1, RO-012271 e-mail: officeffiigr.ro, www.igr.ro
Tel:+40.21.306.04.00 Fax:+40.21.318.13.26
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VALUTAZIONE DEI DATI GEOLOGICI PRESENTATI NELLA VALUTAZIONE
D'IMPATTO AMBIENTALE CONCERNENTE IL PROGETTO MINERARIO DI ROȘIA
MONTANA
Nel corso della visita dell'equipe dell'Istituto geologico rumeno nell'area in questione e nel
previsto sito del bacino di scarico degli sterili di Corna nel dicembre 2011 è stato effettuato
uno studio del materiale relativo alla valutazione d'impatto ambientale, dei dati geotecnici e
idrologici e delle procedure di controllo previste nella valle di Corna. L'equipe ha svolto una
ricognizione dell'area, ha effettuato osservazioni geologiche nonché due rilievi elettrometrici
a sezione trasversale nella valle di Corna (presso il sito della prevista diga di contenimento
degli sterili e a monte di essa). L'equipe ha altresì avuto un costruttivo scambio di opinioni
con gli esperti geologici e tecnici alle dipendenza della S.C. Rosia Montana Gold Corporation
S.A. (RMGC) allo scopo di chiarire diverse questioni relative al progetto minerario di Rosia
Montana e alle condizioni geotecniche del sito del bacino di scarico degli sterili della valle di
Corna.
Sono stati effettuati due rilievi elettrometrici a sezione trasversale di 630 metri, a distanza di
200 metri l'uno dall'altro (figura 1), nella valle di Corna presso il sito della diga di
contenimento degli sterili di Rosia Montana utilizzando lo stendimento Schlumberger al fine
di raggiungere una profondità massima di rilevamento di 100-120 metri. I dati geofisici del
rilievo RM1 (figura 2a) lungo il piano NE-SW indicano che, eccetto diverse anomalie
verticali dovute a cinque perforazioni geotecniche effettuate in passato fino a una profondità
di 280-300 metri, non si riscontrano faglie, fratture e altre anomalie nella sezione trasversale
tali da poter provocare o facilitare infiltrazioni. Il rilievo RM2 (figura 2b), effettuato a monte
dall'RM1 lungo il piano NW-SE evidenzia la medesima struttura rocciosa e, a conferma del
primo rilievo, non presenta faglie o fratture che potrebbero compromettere il sicuro
funzionamento del bacino di scarico degli sterili. Ciò concorda con le conclusioni delle
perforazioni geotecniche effettuati dalla RMGC attorno alla diga e al bacino previsti per lo
scarico degli sterili.
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Gli studi di impatto ambientale e i rilievi elettrometrici, come del resto le perforazioni di
prospezione, confermano le conclusioni della valutazione d'impatto ambientale in merito alle
condizioni geologiche e geotecniche presso il sito del bacino di scarico della valle di Corna e
indicano l'assenza di faglie, fratture o altre anomalie tali da provocare o facilitare le
infiltrazioni o pregiudicare la stabilità della diga.
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Figura 1. Sito dei rilievi geoelettrici a sezione trasversale sulla carta topografica – scala 1:25
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(ingrandimento)
Figura 2a. Rilievo a sezione trasversale RM1
Figura. 2b. Rilievo a sezione trasversale RM2
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Destinario: Ministero dell'Ambiente e delle Foreste, Unità di valutazione tecnica
All'attenzione del Sig. Marin Anton
Data: [...]
Egregio Signor Anton,
in relazione alla procedura di valutazione d'impatto ambientale concernente il progetto
minerario Rosia Montana, di cui è titolare la Rosia Montana Gold Corporation, il sottoscritto
Istituto geologico rumeno, facente parte dell'Unità di valutazione tecnica, La informa con la
presente che, conformemente alle disposizioni di legge applicabili, ha esaminato la
valutazione d'impatto ambientale nonché altri documenti presentati dal titolare
conformemente alle procedure di valutazione di impatto ambientale previste all'uopo dalla
guida metodologica e ritiene che il loro contenuto sia "adeguato".
Esprime di conseguenza:
PARERE FAVOREVOLE
all'approvazione del progetto Rosia Montana nel sito previsto alla luce della documentazione
fornita dal titolare.
Distinti saluti
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ELEVATION IN METERS
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IT IT DOCUMENTO DI LAVORO