Riabilitazione in cardiologia
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Riabilitazione cardiologica
A me sembra che si debba, parlando di
quest’arte, dire cose comprensibili per i
profani... Se si mancherà la comprensione
dell’uomo comune e non si metterà gli
interlocutori in una tale disposizione, è la realtà
che si mancherà
Ippocrate
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“Somma di interventi richiesti per garantire le
migliori condizioni fisiche, psicologiche e
sociali in modo che i pazienti con cardiopatia
cronica o post acuta possano, con i propri
mezzi, conservare o riprendere il proprio posto
nella società”
Working Group on Cardiac Rehabilitation della Soc. Europea di Cardiologia)
è finalizzata a ridurre l’impatto fisico e psico-sociale delle
condizioni invalidanti della malattia sia cronica che post acuta,
mediante un intervento tempestivo rivolto a ripristinare il più
alto livello di qualità di vita possibile.
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Obiettivi:
• Ridurre sintomi legati alla malattia e
stabilizzazione clinica con ottimizzazione della
terapia medica
• Promozione opportune modifiche del
comportamento e dello stile di vita
• Miglioramento capacità funzionali e qualità di vita
• Riduzione disabilita e reinserimento sociale e
lavorativo
• Controllo complicanze e riduzione del rischio di
eventi
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BENEFICI per il paziente
• Miglioramento della tolleranza allo sforzo (evidenza
scientifica tipo A)
• Riduzione dei sintomi (evidenza scientifica tipo A)
• Miglioramento del profilo di rischio cardiovascolare e dello stile di vita (evidenza scientifica tipo B)
• Maggior grado di benessere psico-sociale e
riduzione dello stress (evidenza scientifica tipo B)
• Riduzione della mortalità (evidenza scientifica tipo B) del
26% con intervento multifattoriale e del 16% solo con l’esercizio fisico
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Il profilo 14/9/94 n 739 al comma 2 specifica:
“l’assistenza infermieristica preventiva, curativa, palliativa e
riabilitativa è di natura tecnica, relazionale, educativa. Le
principali funzioni sono la prevenzione della malattia,
l’assistenza dei malati e dei disabili di tutte le età e
l’educazione sanitaria”
L’educazione al paziente rappresenta una esperienza di
apprendimento pianificato che impiega una
combinazione di metodi quali l’insegnamento, il
counseling, e la tecnica di modificazione del
comportamento che influenzano le conoscenze e gli
atteggiamenti e le abilità di autocura o prevenzione del
paziente
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personale con conoscenze approfondite,
comprensione dei contenuti tecnici e scientifici da insegnare
valutazione di quanto il paziente è pronto per iniziare un
intervento educativo
discutere le passate esperienze del paziente, le capacità cognitive,
la conoscenza, il livello di istruzione, prontezza
nell’apprendimento, possibili barriere all’apprendimento
partire tenendo in considerazione le specifiche preoccupazioni del
paziente
accertare ruolo dei famigliari nell’influenzare e/o sostenere
eventuali modificazioni nello stile di vita
creare un ambiente favorevole all’apprendimento
stabilire gli obiettivi a breve e medio termine
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Componenti riabilitazione cardiologica
1. Assistenza clinica, stratificazione del rischio e
corretta impostazione terapeutica
2. Training fisico e prescrizione di programmi di
attività fisica
3. Educazione sanitaria specifica rivolta alla
correzione dei fattori di rischio
4. Valutazione psico-sociale ed occupazionale con
interventi specifici
5. Follow-up clinico-strumentale individualizzato e
supporto per il mantenimento di un’adeguato
stile di vita e un’efficace prevenzione secondaria
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Indicazioni
• Pazienti con cardiopatia ischemica (stabile post
IMA; post CABG; post PTCA)
• Pazienti sottoposti ad intervento di chirurgia
valvolare
• Pazienti con scompenso cardiaco cronico
• Pazienti con trapianto di cuore, cuore-polmone
• Pazienti operati per cardiopatie congenite
• Pazienti con arteriopatie croniche obliteranti
periferiche
• Pazienti portatori di PMK o di defibrillatore
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Fasi:
• Intensiva
• Ospedaliera, ambulatoriale
• Domiciliare
• Estensiva
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Il piano di cura riabilitativo si pone degli obiettivi
in questi settori:
• Valutazione del rischio, stabilizzazione clinica,
ottimizzazione impostazione terapeutica
• A. Training fisico
• B. valutazione psico-sociale ed occupazionale
con interventi specifici
• C. educazione sanitaria mirante a modificare lo
stile di vita
• Follow up clinico strumentale individualizzato e
supporto per il mantenimento di un adeguato
stile di vita ed una efficace prevenzione
secondaria
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A. la mobilizzazione precoce viene programmata
per ridurre o prevenire:
riduzione della capacità di esercizio fisico (
decondizionamento)
intolleranza ortostatismo con ipotensione e
tachicardia
aumento della viscosità ematica
riduzione della ventilazione polmonare
aumento della possibilità di abbandono , di
dipendenza, sfiducia, sensazione di invalidità
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B. L’infermiera deve saper dare risposte complete sia in ambito
terapeutico, diagnostico, che psico-comportamentale sapendo
rispondere ai bisogni di sicurezza e di autostima.
Quindi:
far esprimere al paziente le proprie paure, sentimenti
dare informazioni sulle procedure da attuare , anche quelle che
possono sembrare le più semplici
favorire l’accettazione delle situazioni particolari del momento,
renderlo partecipe degli effetti della terapia effettuata e delle
manovre che vengono richieste ( es.: l’importanza del riposo a letto)
dare prospettive future concrete senza intimorire ma convincendo
che bisogna dare importanza al rispetto di alcune norme
fondamentali
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C. E’ necessario inserire il paziente in un programma riabilitativo
personalizzato e controllato in base all’età, situazione generale ed
esigenze individuali
bisogna incoraggiare il paziente ad adattare e a mantenere uno stile
di vita più sano
I fattori che principalmente influenzano in modo negativo la fase della
ripresa dopo l’infarto sono:
vita sedentaria
ipertensione arteriosa e diabete
fumo
obesità
l’adesione ad uno stile di vita più ottimale deve essere incentivato
cercando di trovare motivazioni stimolanti insieme al paziente; ad
esempio quelle attività che possono soddisfare sia il bisogno di
movimento fisico che di divertimento
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Azioni per favorire la compliance
• Reclutare i paziente durante il ricovero
• Programmi stabiliti durante la fase acuta della
malattia
• Impostare frequenza, durata, modalità di
esecuzione dei programmi
• Stabilire percorsi assistenziali appropriati e
modulati in rapporto al livello di rischio dei
pazienti
• Assecondare preferenze degli utenti
• Semplificare regime terapeutico
• Coinvolgere nella cura gli infermieri
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• Coinvolgere medico di base
• Rafforzare le relazioni tra operatori
sanitari e famigliari
• Dare supporto psicologico
• Aver tempo
• Creare un gruppo di aiuto permanente
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Identificare i bisogni
d’informazione
Valutazione
Stabilire gli
obiettivi
Programma
informativo
Svolgimento del
programma
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Individuare la
disponibilità
a ricevere
informazioni
OBIETTIVI STABILITI PER IL PAZIENTE CARDIOPATICO in
UTIC
riduzione dell’ansia ad un livello accettabile
raggiungimento dell’adattamento ad un livello ottimale
durante la fase acuta
adesione al programma terapeutico ed assistenziale
disponibilità di informazioni sufficienti per prendere
decisioni
conoscenza dell’utilità del monitoraggio cardiaco e delle
restrizioni in UTIC ( visite , mobilizzazione,
alimentazione)
conoscenze del termine “attacco cardiaco “
descrizione dei fattori di rischio controllabili
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Linee guida al paziente con IMA in UTIC(1)
PRIMA GIORNATA
Raccogliere l’anamnesi infermieristica
Spiegare al paziente perché si trova in UTIC
Valutare lo stato psicologico del paziente e dei
famigliari e la prontezza nell’accoglier le
informazioni
Spiegare utilità di:
Ossigeno, monitor, infusioni
endovenose, assistenza infermieristica, procedure
diagnostiche
Insegnare a riferire subito qualsiasi dolore
Spiegare motivazioni delle limitazioni delle visite
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Linee guida al paziente con IMA in UTIC (2)
Istruzioni alla famiglia:
limitazioni visite, routine giornaliera,
rapporto di competenze infermieristiche
sulle condizioni del malato
Valutare condizioni culturali, sociali,
economiche, e di educazione
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Linee guida al paziente con IMA in UTIC (3)
SECONDA E TERZA GIORNATA
Valutare interesse del paziente ad essere informato
e ad accettare la diagnosi
Valutare risposta della famiglia
Riconsiderare componente psicologica del paziente
Parlare dei farmaci
Chiacchierare col paziente:
definizione di infarto, definizione e cause
dell’angina, fattori di rischio controllabili, cenni di
anatomia e fisiologia, patologia
Documentare le risposte individuali
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ESEMPIO INSEGNAMENTO DEL PAZIENTE CARDIOPATICO IN REPARTO DI
DEGENZA
incontri con la dietista sia per stabilire una dieta adeguata da iniziare durante la
degenza e da seguire successivamente ma anche per una educazione alimentare
corretta ( consigli, modalità di cottura, descrizione proprietà nutritive di alcuni
elementi, ecc.)
incontri per la fisioterapia
corsi di educazione sia individuali che di gruppo e alle famiglie per insegnare:
conoscenze fondamentali sull’uso dei farmaci e i loro effetti collaterali,
riconoscimento dei sintomi e l’attivazione dei sistemi di emergenza, i fattori di rischio
e come combatterli, ( letture, discussioni, selezione di programmi predisposti dai
mass- media, documentari e film in videocassetta)
abilità particolari ( es. misurazione pressione arteriosa, manovre rianimatorie, ecc..)
attraverso esercizi, dimostrazioni e guide pratiche
fiducia in se stessi, attraverso discussioni di gruppo, gruppi di gioco, espressione
creativa, rinforzo positivo,
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STRATEGIE D’INSEGNAMENTO
METODO
CARATTERISTICHE SVANTAGGI
istruzione
individualizzata al letto
del paziente
interazione personale
feedback immediato
spontaneità
richiede tempo
colloquio
scambio di idee
maggiore opportunità di
adattamento dei
contenuti e di
valutazione del grado di
comprensione
richiede tempo
imbarazzante per
pazienti con problemi
culturali e di
comunicazione
comunicazione non
verbale
manifestazione dello
stato emozionale
invia informazioni
efficaci
rafforza il discorso
verbale
invia messaggi inconsci
messaggi non coerenti
con comunicazione
verbale
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• Rivolte al singolo
• Coinvolgimento della famiglia
• Sedute di piccoli gruppi
Tecnica interattiva
( presentazione + discussione)
Tecniche di
problem solving
Strumenti adeguati:
audiovisivi, opuscoli
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TRAINING FISICO
Rappresenta il nucleo centrale, se pur non unico, di un
programma di riabilitazione cardiologica.
Un’attività fisica programmata, adeguata, aerobica e
razionalmente somministrata deve essere iniziata superata
l’emergenza ischemica e dovrà essere proseguita
possibilmente per tutta la vita.
L’obiettivo prioritario è di migliorare la capacità funzionale ,
lo stato psico-sociale e possibilmente di ridurre la
mortalità e la morbilità. Inoltre comporta una riduzione
della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa a
sforzi sottomassimali. Innalzamento della soglia ischemica.
Favorisce la funzione metabolica dei carboidrati e dei lipidi,
emostatica-coagulativa.
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TRAINING FISICO AUTOGESTITO
Riabilitazione svolta a domicilio secondo un
programma di allenamento fornito al
momento della dimissione utilizzando
sistemi di controllo della risposta allo sforzo
in modo autonomo (rilevazione polso)
oppure trasmissione di ECG al centro di
riabilitazione.
Limiti: mancano programmi di educazione
sanitaria e di counselling, non verifica
capacità di autogestione e di autoverifica
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TRAINING CONTROLLATI
Attuazione di protocolli di esercizio atti a
determinare un effetto di allenamento che
si possono realizzare sia in contesto di
ricovero che di day hospital oppure
struttura specifica.
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Necessità di personalizzare il programma di
lavoro in relazione ad alcune caratteristiche
del paziente
•
•
•
•
•
Età
Sesso
Classe di rischio
Patologie associate
Situazione muscoloschelettrica
• Terapia farmacologica
• Risultato del test da sforzo
• Abitudini precedenti in
termini di esercizio fisico
• Gradimento dell’attività
fisica
• Comprensione delle
modalità esecutive del
programma
• Adesione agli obiettivi
prefissati
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