ITA
Tariffa Associazioni senza fine di lucro: “Poste Italiane S.p.A. Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv.in L.27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 2 - DRCB -
NOTITIAE
UNIONIS APOSTOLICAE CLERI
Gennaio - Aprile 2011
1
n. 122
L’UAC PROMUOVE
LA SPIRITUALITA’ DIOCESANA
In questo numero 122
NOTITIAE
Unionis Apostolicae Cleri
Editoriale .......................................... 3
A passi da gigante verso il 150°
anniversario
Via Alberico II n. 4
00193 ROMA
n. 122 gennaio - aprile 2011
Direttore
Julio Daniel Botia Aponte
Riflettiamo.......................................... 5
Una spiritualità dei preti diocesani?
Direttore Responsabile
Albino Sanna
Procuratore speciale
Vittorio Peri
Famiglia UAC.................................... 10
- Riunione del Consiglio
internazionale UAC
- Incontri zonali
- Incontro zonale nel Togo
- Novità dall’Asia
Redazione
Julio Daniel Botia Aponte
Albino Sanna
Joseph de Metz-Noblat
Méthode Gahungu
Testimonianze .................................. 16
- Un esempio di servizio generoso
- Un entusiasta missionario
Progetto grafico
Eugenio Pepe
Impaginazione
Albino Sanna
Semi di Vita ...................................... 18
- La Quaresima: un tempo per
rinnovare la grazia del Battesimo
- Lettera ai seminatrisri
- Luce del mondo
- Messagio ai sacerdoti per la
Quaresima 2011
- Significato del nuovo Logo
Spedizione in abbonamento postale*
art. comma * L. 662/96
Poste di Roma
Autorizzazione del Tribunale di Roma
n. 530/2005 del 29.12.2005
Tesoriere ........................................... 23
Grazie per i contributi
STAMPATO IN PROPRIO
Copertina: Nuovo Logo dell’UAC internazionale
RESPONSABILI DELLE TRADUZIONI
Mons. Julio Botia e Mons. Juan De Dios Rojas per lo spagnolo; Mons.
Albino Sanna per l’italiano; P. Joseph de Metz Noblat per il francese,
Sr. Mary Loegering, SFm, per l’inglese.
2
Editoriale
A passi da gigante verso il 150° anniversario
Dall’ultima Assemblea internazionale
che si è tenuta a Roma nel mese di
questo numero, più particolarmente
novembre 2007, l’UAC si prepara a
dimensione marcata da una
caratteristica: noi siamo preti
della dimensione spirituale. È una
celebrare il suo 150° anniversario.
Con questo, vogliamo richiamarci la
finalità della nostra associazione, e
diocesani. Ed è attraverso l’esercizio
la finalità stessa del nostro
crescere nella santità. Molto spesso,
i fedeli restringono la dimensione della
del nostro ministero che possiamo
sacerdozio: servire la Chiesa perché
Cristo sia annunciato al mondo. In
effetti, l’UAC non ha altro obiettivo
spiritualità a quella della preghiera, in
se non quello di permettere si suoi
Dio per l’orazione verbale o mentale.
In realtà si tratta di tutta la vita, presa
un tempo riservato gratuitamente a
membri di essere presbiteri felici della
loro missione, dinamici nel loro
ministero, entusiasti nel sostegno
nello Spirito Santo. Pregare è passare
fraterno, motori dentro il presbiterio
accordare la propria vita umana a
quella ricevuta il giorno del battesimo.
la propria vita nella Vita divina ; è
diocesano.
Nell’ultimo numero del Bollettino
« Notitiae », vi abbiamo annunciato
I due segni consegnati in quel giorno,
uno spiegamento in quattro tappe,
Perché come l’olio della lampada si
trasforma in luce, le nostre vite devono
l’olio e la lampada, ne sono l’indizio.
secondo l’insegnamento dell’esortazione apostolica « Pastores Dabo
Vobis » (1992) : dopo aver sviluppato
diventare
la
determina, in effetti, un modo di agire
e di essere. L’Ordinazione ci fa
dimensione
umana
preghiera
e
luce,
trasparenza nella notte. La preghiera
della
formazione iniziale e permanente del
entrare pienamente nella missione di
presbitero, parleremo quindi, in
3
Cristo afferrandoci nel più profondo
nostra comprensione della vita
del nostro essere. Ciò traspare in
tutta la nostra vita. «Non sono più
spirituale…
io, è Cristo che vive in me». Questa
Presto 150 anni ! Con gli incontri di
zona, con le riunioni di équipe, con il
frase di san Paolo, ripresa nella
sostegno fraterno, ci incoraggiamo
preghiera dell’UAC, riflette bene ciò
che intendiamo per spiritualità.
a vicenda a crescere nello slancio
Essere nello Spirito di Cristo, vivere
dell’UAC e potremo con cuore
rendere grazie per il dono che ci stato
« come gli Apostoli con Gesù»,
fatto dall’intuizione di Mons.
essere « discepoli e pastori » : tutti
sono espressioni preferiti dalla
Lebeurier ad oggi.
P. Joseph de Metz-Noblat
Presidente internazionale ad interim
nostra associazione che colorano la
Il Consiglio internazionale e la Direzione internazionale UAC
pregano per il pieno recupero della salute del nostro Presidente internazionale Mons. Julio Botia, si augurano che presto
possa riprendere il suo servizio nella Sede internazionale e invitano tutti gli aderenti a unirsi anch’essi nella preghiera.
ITINERARIO QUINQUENNALE E TAPPE
In vista dell’Assemblea del 2012 e della celebrazione
del 150° anniversario dell’UAC
Il Consiglio internazionale del 2007 ha individuato un Itinerario
quinquennale e sono state stabilite delle Tappe:
I
L’UAC e l’unione diocesana
II
Il rinnovamento personale, spirituale e ministeriale
III
La spiritualità diocesana
IV La celebrazione del 150° Anniversario col tema: L’UAC a
servizio della Chiesa oggi.
4
Riflettiamo
UNA SPIRITUALITÀ
DEI PRESBITERI DIOCESANI ?
Durante un incontro a Rosheim (67)
nel mese di dicembre 2009, i giovani
sacerdoti di Alsazia e Lorena mi
hanno fatto questa domanda: «Quali
spiritualità possono nutrire la nostra
vita di preti diocesani?» Questa
domanda è interessante, soprattutto
durante l’anno sacerdotale, durante il
quale l’accento è messo sulla vita dei
presbiteri in tutti i suoi aspetti. Bisogna
saper bene che spesso sono delle
spiritualità vissute da personaggi illustri
della Chiesa, soprattutto religiosi, che
nutrono la vita dei presbiteri, ed è una
cosa che procura solidità. Esiste, però,
una spiritualità, cioè un modo di vivere
secondo lo Spirito Santo, che sia
realmente proprio ai preti diocesani ?
I documenti ufficiali (atti del Concilio
Vaticano II, direttori, encicliche)
parlano abitualmente «del prete»,
addirittura «dei preti», in generale, ma
si fermano poco sulla differenza tra i
secolari e i regolari. Ce n’è una però,
a mio umile avviso, che sia
fondamentale: la finalità non è la
stessa. Per dirla breve, direi volentieri
che i religiosi cercano la santità
mettendosi molto più strettamente alla
sequela di Cristo, in ciò che vivono
nel servizio della Chiesa, mentre i
secolari si mettono al servizio della
Chiesa e ciò diventa la via per la
santificazione. Non si tratta qui di
giocare sulle parole ma di capire bene
la posta in gioco per la definizione di
una spiritualità che sia propria per i
presbiteri diocesani.
La spiritualità sacerdotale
Occorre dar e alcuni richiami
preliminari su ciò che costituisce il
cuore della spiritualità sacerdotale1.
Prima di tutto, nessuno è sacerdote
fuori dal riferimento all’unico Sommo
Sacerdote che è Cristo. La Lettera agli
Ebrei insiste molto su quest’aspetto del
sacerdozio nuovo e l’Apostolo Paolo
non manca di richiamarlo: solo Cristo
è il Mediatore, il Sommo Sacerdote
autentico. Il sacerdozio non si capisce,
quindi, che come configurazione a
Cristo Sommo Sacerdote. Sappiamo
bene che il presbitero agisce in
persona Christi, particolarmente nei
sacramenti della Chiesa. Tuttavia,
questa configurazione ha un’esigenza
supplementare: non si limita ai soli gesti
“ufficiali”, ma riempie tutta la vita del
presbi-tero. Il sacramento dell’Ordine
non è vissuto soltanto come una
funzione ricevuta da esercitare a
tempo parziale,
ma
come
una’immersione dell’essere nel
sacer dozio
messianico,
in
spiegamento della grazia battesimale.
Questa configurazione, che permette
che i gesti compiuti siano quelli di
5
Cristo stesso, esige anche da parte
del ministro ordinato una fedeltà che
risponde al dono del Signore. Uomo
della Parola, il presbitero deve
essere pure di parola, cioè una
persona su cui si può contare.
Questa configurazione fa entrare
nella triplice missione di Cristo, che
è anche la triplice missione della
Chiesa. Questi tria munere
sintetizzati nel Concilio Vaticano II
(annunciare, celebrare e governare)
spiegano il modo di esercitare il
ministero sacerdotale. L’essere del
presbitero è legato a un agire, anche
se questo non è da confondere con
la capacità fisica e psichica di
assumerlo. Lo stato sacerdotale è
intrinsecamente legato a un servizio
nella Chiesa. È anche per questo che
il presbitero agisce in nomine
Ecclesiae. È nello Spirito Santo –
attore principale nel cuore del
mondo – che questo ministero porta
i suoi frutti 2.
Questa configurazione implica,
infine, la vita secondo il radicalismo
evangelico. I tre consigli evangelici
di povertà, castità e obbedienza, che
costituiscono la sostanza della vita
consacrata, non sono il privilegio dei
soli consacrati. La loro messa in
pratica, che riguarda ogni battezzato,
ha comunque un peso singolare nella
vita del presbitero, come ricorda il
Decreto Presbyterorum Ordinis 3
(cf. PO nn. 15-17).
La diocesi, in effetti, porzione del
popolo di Dio affidato a un vescovo,
« costituisce una Chiesa particolare
nella quale è veramente presente e
agisce la Chiesa di Cristo, una, santa,
cattolica e apostolica » (cf. CIC 1983
can. 369). Tuttavia, se il messaggio
del Vangelo è uguale dappertutto, se
lo Spirito Santo che anima la Chiesa
è lo stesso attraverso tutto il mondo ,
bisogna anche riconoscere con san
Paolo (cf. 1 Co 12, 7) che il modo di
vivere nello stesso Spirito Santo può
essere diverso non soltanto secondo
le persone ma anche secondo i
luoghi. Si sa che la diocesi è
necessariamente contrassegnata dal
tipo di popolazione che la
compongono. Se ci sono –
fortunatamente – dei punti comuni tra
gli uomini, la mentalità cambia
secondo che si abita in montagna o
lungo il mare, in città o in campagna,
nelle regioni tropicali o polari. E il
modo di capire il Vangelo, di viverlo,
di renderne conto, cambia allora
ugualmente. Bisogna, poi, aggiungere
a questo la testimonianza di grandi
figure locali, santi che hanno dato un
impulso alla vitalità della Chiesa,
vescovi o martiri. È necessario
integrare l’impatto dei correnti di
spir itualità e dei movimenti
intellettuali, come anche l’azione di
gruppi di evangelizzatori o attori di
sviluppo. Occorre tener conto infine
delle prove e gioie vissute col passare
degli anni, perché la storia della
comunità dei fedeli impregna anche
la propria spiritualità.
Tutto questo ha delle incidenze: riti
particolari possono esistere nella
celebrazione liturgica, o dei costumi
familiari, orientamenti pastorali sono
stati presi, un modo di porsi in mezzo
La spiritualità diocesana
È certamente un fatto nuovo nel
pensiero ecclesiale di interessarsi
alla spiritualità diocesana come tale.
4
Non bisogna dimenticare che la
diocesi ha un posto primario nella
costituzione gerarchica della Chiesa.
6
alla società civile o nelle relazioni
con i membri di altre confessioni o
religioni è stato sviluppato.
Brevemente si può dire che esiste
una vita diocesana propria, e quindi
anche il modo di presenza del
presbitero sarà sensibilmente
diverso o meno da una regione
all’altro nella stessa nazione, da una
parte all’altra del mondo. Ciò
comporta qualche volta delle
sorprese non soltanto riguardo al
divario culturale, ma anche alla
sensibilità ecclesiale, quando i preti
lasciano il loro paese per andare a
rendere servizio altro, in particolare
come Fidei Donum. Ciò porta
anche degli stimoli reciproci, nella
condivisione tra le Chiese, ed è una
delle opportunità della cattolicità…
Questa vita proprio diocesana
induce una spiritualità diocesana, e
quindi anche una spiritualità dei preti
diocesani.
spiega nel quadro concreto della
Chiesa diocesana alla quale io
appartengo, nel rapporto con il
vescovo cui ho promesso obbedienza
per l’esercizio della mia missione. È
per questo motivo che la Chiesa,
lungo i secoli, ha sempre rifiutato le
appartenenze fittizie, contro le quali
qualche volta bisogna ancora lottare
oggi. L’incardinazione significa, in
effetti, che non sono a mio conto, che
non sono là «per fare la mia volontà,
ma la volontà di Colui che mi ha
mandato » (cf. Gv 5, 30).
Ugualmente mi fa entrare in un corpo
concreto, nel presbiterio diocesano,
e mi permette di scoprire che non
sono solo nel compiere la missione
che mi è stata affidata. Collaboratore
del vescovo, lo sono anche degli altri
collaboratori che sono i miei fratelli
sacerdoti. Questa dimensione della
fraternità presbiterale, simboleggiata
dall’imposizione delle mani nella
liturgia di ordinazione, è strettamente
legata a quella dell’ordinazione, la
rinforza e ne dia il peso. È il primo
luogo dove si vive la comunione, cioè
l’arte di portare il peso insieme,
Una spiritualità dei presbiteri
diocesani
Da questi richiami possiamo trarre
elementi caratterizzanti la spiritualità
propria ai preti diocesani ? Io vedo
due
elementi
principali:
l’incardinazione e la carità pastorale.
L’incardinazione, che può sembrare
di primo acchito un atto puramente
amministrativo, va molto oltre.
Certamente avrà delle conseguenze
giuridiche inconfutabili, ma l’atto
d’incardinazione è prima di tutto il
segno concreto di un’appartenenza
alla Chiesa, e quindi a Cristo, giacché
come diceva Giovanna d’Arco,
«sono d’avviso che il Cristo e la
Chiesa sono un tutt’uno». È un
principio di realtà: la mia vita,
configurata a Cristo Pastore, si
7
quotidiani. Addirittura è stimolata da
essi. Personalmente sono stato spesso
edificato dalla fede profonda di alcuni
parrocchiani, espressa in confessione,
o nelle condivisioni in équipe o
durante le celebrazioni. Quante volte
sono stato richiamato alla carità dalla
testimonianza concreta di fedeli del
mio quartiere!
In effetti, «i presbiteri raggiungeranno
la santità nel loro modo proprio se
nello Spirito di Cristo eserciteranno le
proprie funzioni con impegno sincero
e instancabile» (PO n. 12), perché « è
esercitando il ministero di Spirito e di
giustizia che essi si radicano nella vita
spirituale» (PO n. 12). Mentre un
religioso, secondo il carisma proprio
della sua congregazione, attingerà la
sua forza spirituale nel riferimento alla
dinamica del fondatore per farne
beneficiare a quelli che lo ascoltano,
il prete diocesano troverà la sua forza
spirituale nell’esercizio del suo
ministero. Sono due vie che si
presentano come complementari.
secondo l’etimologia stessa della
parola (cum-munire). È là, poi, il fatto
di essere membri di una diocesi
particolare, sviluppa dei legami
privilegiati attraverso i quali è vissuta
la missione al servizio della Chiesa,
aldilà di eventuali incompatibilità di
umore5 .
La carità pastorale che il papa
Giovanni Paolo II presenta con
insistenza nella sua esortazione
apostolica Pastores dabo vobis (25
marzo 1992), è «la virtù con la quale
noi imitiamo Cristo nella sua
donazione di sé e nel suo servizio.
Non è soltanto quello che facciamo,
ma il dono di noi stessi, che mostra
l’amore di Cristo per il suo gregge»
(PDV n. 23). Come sacer doti
diocesani, siamo prima di tutti pastori.
Noi portiamo, quindi, nella nostra
missione, la preoccupazione di coloro
per i quali esercitiamo la nostra
responsabilità. Lo facciamo lasciando
Cristo essere il vero pastore del suo
Popolo tramite noi. Mi sembra che la
carità pastorale è da capire in due
dimensioni: quella del dono di sé,
come lo spiega il papa, e quella
dell’accoglienza dei fedeli, il suo
corollario. La carità, l’amore, è dono
e ricevere: dono perché è ricevere,
ricevere perché è dono. Questa carità
pastorale che ci caratterizza è il
fondamento della nostra vita spirituale,
perché riprende il dono fondamentale
di Cristo, che noi riceviamo e che
siamo i trasmettitori. Si conosce la
parola di sant’Agostino: «Per voi sono
vescovo, con voi sono cristiano». Là
ancora, questo “voi” non è indefinito;
si realizza nel concreto della comunità
cristiana servita. Perciò, si può dire
che la spiritualità del presbitero
diocesano si nutre di questi incontri
Mezzi per favorire questa vita
spirituale
Tutto ciò che viene ad incoraggiare
l’adesione a Cristo, tutto ciò che
incoraggia l’azione dello Spirito Santo
nella nostra vita, merita di essere
eseguito. Il presbitero diocesano ha
mezzi ordinari dati ad ogni cristiano.
Ha i tesori della Chiesa, cioè la
preghiera nelle sue varie forme e i
sacr amenti. Ne possiede anche
attraverso il suo ministero: ciò vuol
dire che la sua preghiera è colorata
da esso, che i sacramenti cui non è
soltanto dispensatore ma anche
beneficiario6 ne traggono una portata
singolare. Possiede anche questo
mezzo prezioso che è la rilettura di
8
vita, dentro un’équipe o, meglio, con
l’aiuto di un accompagnatore
spirituale. Allora spesso sgorga il grido
di Giacobbe: «Dio era là e non le
sapevo!» (Gn 28,16) nella
contemplazione dell’azione divina
aldilà della propria debolezza.
Non intendo qui allungarmi su questi
diver si
mezzi
considerati
fondamentali, perché sono, in effetti,
costantemente ricordati. Tuttavia, mi
preme di aggiungere, date le mie
responsabilità dentro l’UAC e nella
linea delle raccomandazioni conciliari
(cf. PO n° 12), una nota sul carattere
prezioso delle associazioni sacerdotali:
in piccole équipe di fraternità, si può
vivere il sostegno mutuo, un aiuto
spirituale, intellettuale, morale.
La questione di partenza era : «Quali
spiritualità (al plurale) possono nutrire
la nostra vita di presbiteri diocesani?»
e la risposta è diventata: «Questa è
la nostra spiritualità (al singolare) di
presbiteri diocesani». È vero che il
plurale potrebbe ritornare nella
formulazione, perché i ministeri sono
vari e che si può, forzando il tiro e
con il rischio di entrare nella disputa
sugli universali che, ogni tanto, ritorna
alla galla, citare molte spiritualità. Al
termine di queste righe, io concluderei
volentieri
r iaffermando
semplicemente che la spiritualità dei
presbiteri diocesani è la spiritualità
diocesana vissuta dai presbiteri hic et
nunc, cioè nel concreto del tempo e
del luogo, nel servizio degli uomini di
oggi dentro una diocesi precisa, «per
la gloria di Dio e la salvezza del
mondo».
NOTE
1
Una ricca sintesi teologica è stata realizzata
sotto la cura di P. Benoît-Dominique de la
Soujeole
op: « Prêtre du Seigneur dans son Eglise »
Ed. Parole et Silence, 2009
2
Al contrario, un prete che esercita sempre
meno un ministero autenticamente sacerdotale
rischia di perdere la sua vitalità spirituale.
3
E ciò che prende in considerazione anche la
lettera del papa Benedetto XVI ai presbiteri
per l’apertura dell’anno sacerdotale, il 18
giugno 2009.
4
Bisogna rendere omaggio al lavoro che l’UAC
italiana ha fatto da una decina di anni. Cf.
l’articolo di P. Erio Castellucci « La spiritualité
diocésaine », pubblicato su « Prêtres
Diocésains » n. 1462 – Agosto-settembre
2009, pp. 285-306.
5
Conservo un ricordo forte della riflessione
di un parrocchiano: « Come potete annunciare
l’Amore di Dio se non siete in grado di
sopportarvi a vicenda tra preti?»
6
È inconcepibile, per il presbitero, celebrare
l’Eucaristia senza fare la comunione. Che dire,
poi, della riconciliazione o dell’unzione dei
malati? Come la celebrazione dei battesimi o
dei matrimoni viene a stimolare la propria
fedeltà?
P. Joseph de Metz-Noblat
Direttore Nazionale UAC Francia
9
Famiglia UAC
RIUNIONE DEL CONSIGLIO INTERNAZIONALE UAC
Il Consiglio internazionale UAC si è
riunito in seduta ordinaria dal 21 al
25 febbraio 2011.
All’inizio dei lavori ha rivolto un saluto
al Presidente Mons. Julio Botia, che
si trova ancora nella sua famiglia in
Colombia, per ragioni di salute, con
l’augurio che presto possa riprendere
il servizio a tempo pieno nella Sede
internazionale. Ha quindi presieduto
i lavori il P. Joseph de Metz-Noblat
1° Consigliere e Pr esidente ad
interim.
Questo Consiglio internazionale ha
esaminato la situazione attuale
dell’UAC ascoltando un Rapporto del
Segretario internazionale, il Rapporto
dei Consiglieri internazionali e il
Rapporto
del
Tesor iere
internazionale.
Si è riscontrato la buona accoglienza
che l’UAC ha in tante nazioni pur con
le immancabili difficoltà, in
particolare ha rilevato:
Valori. Tra i valori si è constatato che
l’UAC sta cercando di comunicare
con gli altr i preti, aiutando in
particolare coloro che si trovano in
situazioni di difficoltà varie, offrendo
sussidi e in particolare presenza con
incontri, riunioni formative oltre che
con le Assemblee nazionali. Si è
rilevato anche che l’UAC è l’unico
movimento che unisce i preti
diocesani di tutto il mondo e di tutti i
riti e coinvolge tutti i Ministri Ordinati:
Vescovi, Presbiteri e Diaconi.
Mancanze e difficoltà. Manca un
impegno dei Presidenti nazionali di
realizzare una vera collaborazione tra
loro. Vi è la difficoltà di trovare
animatori locali e la regolarità gli
incontri diocesani a causa dei molti
impegni dei presbiteri. Ci si impegna
a trovare nuove strategie, soprattutto
quella della collaborazione con altre
associazioni sacerdotali sviluppando lo
spirito di comunione e rendendoci
conto che l’UAC non è l’unico modo
di vivere la comunione tra i preti, ma
è una diversità che arricchisce la
comunione.
Queste difficoltà possono essere il
punto di inizio della nostra strategia e
del nostro piano di rilancio per la
prossima Assemblea internazionale.
Tra le tendenze positive si è rilevato
che negli ultimi cinque anni l’UAC è
più conosciuta nelle chiese dei
continenti, che vi è la volontà di
conoscenza e collaborazione con le
altre Associazioni sacerdotali e che
vi è stato un notevole rinnovamento
dell’UAC in particolare nel maggiore
coinvolgimento e dedizione dei
Consiglieri internazionali, dei
Presidenti nazionali, oltre che nella
10
riorganizzazione ed efficienza
della Segreteria internazionale.
E’ stata rilevata positivamente
la realizzazione degli Incontri
Zonali: America – Paesi
Bolivariani e dei Caraibi a
Bogotà - Colombia il 6 – 9
aprile 2010; Asia a Bangkok –
Tailandia il 15 maggio 2010 è
stato fatto Meeting di
rappresentanti di 7 nazioni di
Asia; America – Cono Sud a
Rosario - Argentina Aires il 28
giugno – 2 luglio 2010; Africa
francofona a Togo il 1 – 4 febbraio
2011.
Sono già programmati poi gli incontri
Zonali in Europa a Parigi il 24 – 25
giugno 2011 e in America Centrale e
Messico a Managua il 18 – 21 luglio
2011.
Si spera che si possano completare
gli altri Incontri zonali dell’Africa
anglofona, un altro incontro zonale
francofono entro novembre del 2011,
e infine un incontro zonale per l’Asia
prima di dicembre del 2011.
Si è fatto il punto sulla
programmazione della prossima
Assemblea internazionale, che si
terrà, in coincidenza anche del 150°
anniversario della fondazione
dell’UAC, a Roma dal 22 al 26
ottobre 2012. La programmazione
dell’Assemblea si farà nel prossimo
Consiglio internazionale del febbraio
2012, mentre per la preparazione del
150° anniversario dell’UAC è stata
costituita una commissione di lavoro
che farà delle proposte, che verranno
poi esaminate ed assunte dal Consiglio
internazionale, e quindi comunicate a
I membri del Consiglio internazionale UAC:
Mons. Justin Kayitana, P. Donald De Souza, P.
Joseph de Metz-Noblat, Mons. Juan De Dios
Rojas, Mons. Albino Sanna, P. Antony Thuruthiyil
tutti i Presidenti nazionali.
Per quanto riguarda l’animazione
UAC èn stato riconfermato l’impegno
di proposta e di coinvolgimento dei
preti studenti a Roma in modo che
possano conoscere l’UAC e diventare
possibili collaboratori nelle diocesi di
origine. E’ necessario rivitalizzare
questo impegno.
E’ stata esaminata anche la
situazione del nostro Bollettino,
rilevandone l’importanza ed
auspicando un continuo rinnovamento
in modo che possa essere utile ai soci
dell’UAC sia per quanto riguarda
l’aspetto formativo sia quello
informativo.
E’ stato individuato il nuovo logo
dell’UAC, che viene pubblicato in
questo Bollettino.
Il Consiglio internazionale ha anche
riconfermato nell’Incarico il Tesoriere
internazionale P. Antony Thuruthiyil e
il Consigliere per l’Oceania P. Donald
De Souza.
11
INCONTRI ZONALI
Gli Incontri Zonali realizzati:
- America – Paesi Bolivariani e dei Caraibi a Bogotà - Colombia il 6
– 9 aprile 2010
- Asia a Bangkok – Tailandia il 15 maggio 2010 è stato fatto un Meeting
di rappresentanti di 7 nazioni di Asia
- America – Cono Sud a Rosario - Argentina Aires il 28 giugno – 2
luglio 2010
- Africa francofona a Togo il 1 – 4 febbraio 2011
Gli Incontri zonali già programmati:
- incontro Zonale Europa a Parigi il 24 – 25 giugno 2011
- Incontro Zonale America Centrale e Messico a Managua il 18 – 21
luglio 2011
Gli Incontri Zonali da programmare:
- l’incontro zonale dell’Africa anglofona
- un altro incontro zonale Africa francofona se possibile tutti e due entro
novembre del 2011
- incontro zonale per l’Asia prima di dicembre del 2011.
INCONTRO ZONALE NEL TOGO
Come era previsto, c’è stato un Incontro zonale dell’UAC ne l Togo,
radunando i Paesi francofoni dell’Africa occidentale. Su sei nazioni attese,
solo tre hanno potuto partecipare,ossia :
Benin - Bukina Faso e Togo.
L’incontro ha avuto luogo al santuario mariano di Togoville, nella Diocesi di
Aného.
L’apertura solenne è stata fatta dal Vescovo di quella diocesi, S.E Mgr Issac
Jogues Gaglo. C’era allora una ventina di Preti,tra cui Padre Justin Kayitana,
Consigliere internazionale per l’Africa , e Padre Jean Claude Kombede,
segretario permanente dell’UAC –Africa.
I principali temi sviluppati in questa sessione di tre giorni erano :
1° La nostra spiritualità diocesana
2° La comunione fraterna tra i pastori
3° Servizi dell’UAC al clero nella diocesi
12
4° L’organizzazione dell’UAC
La metodologia seguita nella presentazione di questi temi si è svolta in tre
momenti complementari: anzitutto un breve esposizione presentando gli
elementi essenziali di ogni argomento, seguito da scambi e discussioni in gruppi;
alla fine c’era un momento di sintesi in plenaria.
Alla fine dell’incontro, siamo giunti alle seguenti conclusioni e risoluzioni :
1. E‘ importante conoscere bene l’UAC per farla conoscere agli altri ; per
cui è importante radunarsi regolarmente in cenacoli, non per distruggere le
fraternità già esistenti, ma per rafforzarle. I partecipanti si impegnano a formare
piccoli gruppi nelle loro diocesi per mantenere viva la fiamma dell’UAC.
2. Conviene mantenere i legami tra l’UAC e le fraternità diocesane e / o
nazionali; lo scambio eventuale di informazione tra i vari gruppi UAC sarebbe
opportuno. Le quote associative non dovrebbero essere un ostacolo a questo
scopo.
3. I Vescovi del Togo hanno accettato l’UAC, non rimane altro che trovare il
responsabile per ogni Diocesi. Sarebbe bene che le altre Nazioni abbiano
pure un referente nazionale e diocesano.
4. Sarebbe opportuno avere un « mezzo di comunicazione » come quello
della Diocesi di Aného (« Pas-vers-plus-et-mieux »). Quando c’è una riunione,
conviene informare i confratelli almeno tre giorni prima dell’incontro. Inoltre,
si augura che tramite indirizzi e incontri ci sia sempre la comunicazione con
altre nazioni.
Il contributo finanziario individuale è indispensabile per la crescita dell’UAC.
13
NOVITA’ DALL’ASIA
Riunione dell’AUC
FABC da circa 15 paesi. Il Consigliere
AUC Internazionale dell’Asia P.
Donald De Souza ha partecipato alla
riunione e ha colto l’occasione per
avere un incontro informale tra i
sacerdoti rappresentanti dei paesi
asiatici. La presenza dell’AUC è stata
sentita molto nel corso della riunione,
e nei tre giorni, è stata recitata da tutti
la preghiera AUC, all’inizio delle
sessioni. Sono stati distribuiti tra tutti i
partecipanti per l’animazione e
informazione degli opuscoli su AUC.
I Presidenti nazionali o referenti di 8
paesi asiatici, in particolare, Tailandia,
Filippine, India, Timor Est, Vietnam,
Sri Lanka, Indonesia e Malaysia si
sono incontrati per una riunione
informale per riflettere e condividere
la vita e il funzionamento dell’AUC in
Asia, in occasione dell’‘Asian Priests
Seminar’, organizzato dall’Ufficio del
Clero della FABC a Bangkok dal 10
al 15 maggio 2010. Ci sono stati più di
50 sacerdoti partecipanti al Meeting
Visita del Consigliere internazionale per il Bangladesh
Il Consigliere Internazionale dell’Asia P.
Donald De Souza ha fatto visita al
Bangladesh, dal 20 e il 23 ottobre 2010.
La sede principale della riunione è stato
il Seminario Maggiore di Dhaka. Il
Consigliere internazionale ha incontrato
anche l’arcivescovo di Dhaka Mons.
Paulinus Costa e discusso con lui la
rinascita e l’animazione dell’UAC in
Bangladesh che è un paese a
maggioranza musulmana con solo 7
diocesi cattoliche compresa Dhaka che
è l’Arcidiocesi Metropolitana. L’AUC è in avvio nelle diocesi, anche se
necessita di un ulteriore rafforzamento e animazione.
Incontro zonale in Asia
Il Consiglio Internazionale in preparazione alla prossima Assemblea
internazionale 2012 nella quale
celebreremo anche il 150 ° anniversario dell’UAC ha stabilito che le zone
diverse nei cinque continenti facessero
almeno un Incontro di zona. L’AUC
in Asia ha quindi programmato un
Incontro zonale nel proprio continente,
che si terrà preferibilmente entro la
fine di dicembre 2011. A causa della
difficoltà di ottenere i visti e per altre
ragioni per le conferenze, l’Incontro
è probabile che si terrà a Bangkok in
Thailandia. Anche se attualmente solo
12 paesi dell’Asia hanno conosciuto
14
e Turkmenistan, dove l’AUC è
praticamente sconosciuto in quanto
sono paesi a maggior anza
musulmana con pochi cattolici e pochi
sacerdoti diocesani. Il Consigliere
internazionale per l’Asia è in contatto
con i presidenti nazionali o referenti
di questi paesi al fine di programmare
l’Incontro zonale Asia.
l’AUC e il funzionamento nelle loro
diocesi, ci sono 25 paesi asiatici che
fanno parte della FABC, e quindi
anche in relazione alla AUC in Asia,
tra i quali sono i paesi di recente
indipendenza dell’Unione Sovietica
che si trovano nel continente asiatico,
in particolare, Kazakistan,
Kirghizistan, Uzbekistan, Tagikistan
Formazione dei Direttori diocesani
La formazione dei Direttori
diocesani è fondamentale per la
vita dell’UAC, infatti questa si
concretizza praticamente nelle
diocesi, attraverso appunto
l’esperienza di fraternità, di
condivisione, di preghiera
comune e di collaborazione
pastorale dei preti di una stessa
diocesi. L’UAC in effetti la si vive
concretamente
e
quotidianamente, nei Circoli
diocesani e questi funzionano
bene se vi è un bravo e preparato
Direttore diocesano.
b- da parte dei Consiglieri
internazionali:
- Cogliere le occasioni di incontro
per promuovere questo essenziale
punto per la vitalità dell’UAC.
c- da parte dei Presidenti e
Referenti nazionali:
- Inserire questo punto nella
programmazione nazionale ed
organizzare degli eventi per questo
scopo.
COMPITI
DEL
DIRETTORE DIOCESANO
Cosa fare:
a- da parte della Direzione
internazionale:
- Predisporre un progetto
generale per la formazione dei
Direttori diocesani (facendo
tesoro del contributo che possono
offrire alcune nazioni che hanno
già avviato qualche proposta al
riguardo).
- Fornire materiali ai Presidenti
e Referenti nazionali.
“Il Direttore diocesano UAC promuove le riunioni di gruppo, cura
i rapporti con il vescovo, i presbiteri, i diaconi e i laici, specialmente con coloro che hanno compiti di responsabilità, e tiene i
contatti con la Direzione nazionale o ad altro livello, secondo le
suddivisioni organizzative di ciascuna nazione” (Art. 44 Statuti
UAC).
15
Testimonianze
UN ESEMPIO DI SERVIZIO GENEROSO
Il 24 dicembre pomeriggio, Vigilia di
Natale, è morto Théodore Terres in
Lussemburgo.
Il P. Théodore Terres era nato a
Rodange il 27 luglio 1930.
E’ stato Segretario e, soprattutto,
Tesoriere internazionale UAC dal
1997 al 2006.
Il Presidente internazionale Mons.
Julio Botia, il Consiglio e la Direzione
internazionale UAC conservano una
grata riconoscenza per il servizio
generoso ed appassionato dell’Abbé
Théodore Terres.
La Direzione internazionale lo ha
commemorato il 24 gennaio 2011
nella Cappella della Sede
internazionale con una S. Messa di
suffragio in occasione del trigesimo
della sua morte.
La Messa è stata concelebrata da
Mons. Camillo Perl del Lussemburgo,
che ha anche presieduto l’Eucaristia,
dall’ex Presidente internazionale don
Giuseppe
Magrin,
dall’ex
collaboratore don Giorgio Cozzolino,
dal P. Jean Pierre Sieme professore
all’Urbaniana, dal Tesoriere P.
Anthony Thuruthiyil, dal Segretario
internazionale Mons. Albino Sanna e
alla presenza di Sr. Chiara Bozzano
che rappresentava l’UAC italiana su
Théodore: un “nobile” dal cuore
sensibilissimo, d’una grande
generosità specialmente verso
l’UAC, un “nobile” nella sua
capacità di accettare con forza
d’animo le sofferenze d’una salute
cagionevole, un presbitero
diocesano “essenziale” , con la
spiritualità del deserto di Charles
de Foucauld. Un esempio di
discrezione, correttezza ed
esattezza certamente da imitare.
Ricordiamolo nelle preghiere di
suffragio per quel “tantissimo”
che è stato, che ha fatto per
l’UAC internazionale, nella sua
spola per anni tra Lussemburgo e
Roma come “Tesoriere”.
Don Giuseppe Magrin
16
rappresentante del condominio di via
Alberico II, 4. La Direzione
internazionale ha anche predisposto
un quadro commemorativo con la
fotografia del P. Terres che è stata
collocata nella sala della segreteria.
mandato del Presidente nazionale
Mons. Vittorio Peri impossibilitato alla
presenza, dall’ex collaboratrice di
segreteria Gabriella Villani, dagli ex
collaboratori Sig. Ugo Mearelli e Sig.
Giovanni Cecioni con la signora e la
Signora
Fraschetti
quale
La Direzione internazionale
UN ENTUSIASTA MISSIONARIO
Il 17 novembre 2010 è ritornato alla
casa del Padre, dopo una breve
malattia, il Referente UAC per
l’Etiopia il P. Adelmo Spagnolo.
Abbiamo conosciuto il Fr. Adelmo
nell’ultima Assemblea internazionale
del novembre 2007 qui a Roma ed
abbiamo apprezzato le sue doti di
fervente sacerdote e di entusiasta
missionario. Ci ha raccontato con brio
la sua storia personale, sempre
fiducioso e gioioso. Lo ricordiamo con
grande ammirazione. Ciò è
confermato dal messaggio che aveva
preparato per il Santo Natale 2010,
che diventa come il suo testamento
spirituale. Ne riportiamo qui un brano:
“Grazie a dio, la mia salute è
buona, nonostante i miei 82 anni.
Come la mia età cresce, sento che
la mia vita è stata donata
totalmente al servizio della
Missione con priorità per
l’evangelizzazione al di sopra di
ogni altra cosa. Devo ringrazio are
il Buon Dio per avermi concesso
60 anni di vita missionaria: 50 in
Africa e 10 negli Stati uniti e in
Canada. In Concreto, da giovedì
tutto il fine settimana lo passo
all’eremo, e cioè, il primo sabato
di ogni mese è destinato al ritiro
per Suore appartenenti a diverse
congregazioni; gli altri fine
settimana (fin dall’anno scorso)
sono dedicati all’adorazione
Eucaristica per gruppi di giovani
con lo scopo di pregare per la
santificazione
del
clero.
Desidererei tanto che l’Eremo
divenisse un Cenacolo di
adoratori Eucaristici”.
L’UAC internazionale ricorda con
ammirazione il P. Adelmo e invita tutti
gli aderenti dell’UAC a pregare
affinché si trovino ancora, specie per
l’Etiopia, preti missionari con il suo
grande entusiasmo.
17
Semi di vita
La Quaresima:
un tempo per rinnovare
la grazia ricevuta nel Battesimo
Quaresima come
un cammino per far
fruttificare il seme
piantato con il
Battesimo. Il Papa
ci esorta affinché,
a tt r a ver s o
l’incontro personale
col
nostro
Redentore
e
attraverso il digiuno,
l’elemosina e la
preghiera,
il
cammino
di
conversione verso
la
Pasqua,
possiamo riscoprire
il nostro Battesimo.
Il Santo Padre invita tutti fedeli a
rinnovare in questa Quaresima,
l’accoglienza della Grazia che Dio ci
ha donato nel momento del nostro
Battesimo, perché illumini e guidi tutte
le nostre azioni. Quanto il
Sacramento significa e realizza,
siamo chiamati a viverlo ogni giorno
in una sequela di Cristo sempre più
generosa e autentica.
Il 22 febbraio 2011, è stato pubblicato
il Mes-saggio del Santo Padre
Benedetto XVI per la Quaresima
2011. Il Messaggio, datato 4
novembre 2010, ha per titolo
l’affermazione di San Paolo nella
Lettera ai Colossesi: “Con Cristo
siete sepolti nel Battesimo, con
lui siete anche risorti” (cfr Col
2,12). Il Santo Padre con questo
messaggio
desidera
farci
sperimentare un incontro personale
con Cristo, nella Sua per sona
Umana, nella Sua Parola e nei
Sacramenti, che si manifesta poi in
opere concrete di misericordia. Il
Papa ci propone il periodo della
Il Santo Padre termina il messaggio
invitando tutti i fedeli, a seguire
l’esempio della Beata Vergine Maria,
in modo da immergerci bella morte e
risurrezione di Gesù per arrivare alla
Vita eterna.
Antony Thuruthiyil
18
LETTERA AI SEMINARISTI
E certamente una novità, almeno non
ho nessun ricordo di un precedente
in questo ambito : il papa Benedetto
XVI ha scritto ai seminaristi. Il 18
ottobre scorso, nella logica dell’anno
sacerdotale, egli si è indirizzato a
quelli che vogliono lanciarsi nel
sacerdozio alla sequela di Cristo
Sommo Sacerdote, incoraggiandoli in
questa via ma anche fornendo alcuni
punti di riferimento: importanza dei
sacramenti dell’Eucaristia e della
penitenza, importanza degli studi,
importanza della maturazione umana.
Egli conclude la sua lettere con un
appello particolare alla comunione
ecclesiale, evocando anche la vita
spirituale: « Così i candidati al
sacerdozio vivono spesso in
continenti spirituali completamente
diversi. Potrà essere difficile
riconoscere gli elementi
comuni del futuro mandato
e del suo itinerario spirituale.
Proprio per questo il
seminario è importante
come comunità in cammino
al di sopra delle varie forme
di spiritualità. I movimenti
sono una cosa magnifica.
Voi sapete quanto li
apprezzo e amo come dono
dello Spirito Santo alla
Chiesa. Devono essere
valutati, però, secondo il
modo in cui tutti sono aperti
alla comune realtà cattolica,
alla vita dell’unica e comune
Chiesa di Cristo che in tutta
la sua varietà è comunque
solo una. Il seminario è il
periodo nel quale imparate
l’uno con l’altro e l’uno dall’altro.
Nella convivenza, forse talvolta
difficile, dovete imparare la generosità
e la tolleranza non solo nel sopportarvi
a vicenda, ma nell’arricchirvi l’un
l’altro, in modo che ciascuno possa
apportare le sue peculiari doti
all’insieme, mentre tutti servono la
stessa Chiesa, lo stesso Signore.
Questa scuola della tolleranza, anzi,
dell’accettarsi e del comprendersi
nell’unità del Corpo di Cristo, fa parte
degli elementi importanti degli anni di
seminario».
Il periodo del Seminario è
fondamentale come lo sappiamo, per
la comprensione del nostro ministero
futuro. La diversità di luoghi spirituali
non deve impedirci di operare anche
alla comunione della Chiesa …
P. Joseph de Metz-Noblat,
19
LUCE DEL MONDO
La pubblicazione di questo dialogo è
venuta veramente bene, perché
permette di capire meglio i punti di
attenzione del papa ; colui che è stato
eletto a sorpresa o forse anche con
stizza, si rivela bene « the right man
at the right place » (l’uomo adatto
alla situazione). Con serenità,
pazienza e tenacia, egli guida la barca
di Pietro chiamando i fedeli di Cristo
a reggere bene, a resistere, nelle
tempeste.
Rilevo particolarmente ciò che dice
a proposito degli abusi commessi da
sacerdoti: « Se un uomo che si è
consacrato ai valori santi li perda così
totalmente e possa poi perdere le sue
origini, è un mistero. Deve aver
avuto, almeno il giorno della sua
ordinazione, un desiderio di dignità e
di purezza, altrimenti non avrebbe
fatto questa scelta. Come qualcuno
può cadere così ? Non lo sappiamo.
Ma ciò significa ancora di più che i
preti devono aiutarsi a vicenda, che
non devono perdersi d’occhio. I
vescovi hanno la responsabilità su di
loro, e dobbiamo supplicare i fedeli
perché sostengano i loro preti. E mi
rendo conto che nelle parrocchie
l’amore per il presbitero cresce
quando si r iconoscono le sue
debolezze e quando c’è il dovere di
aiutarlo».
Dopo molte esitazioni, il papa
Benedetto XVI ha accettato di
rispondere alle domande di un
gior nalista tedesco, nella sua
residenza di Castel Gandolfo, nel
mese di luglio 2010. Per noi
l’occasione di esaminar e la
situazione della vita della Chiesa e
soprattutto di fare un chiarimento su
un certo numero di argomenti
importanti, spesso capiti male dal
grande pubblico : lo scandalo degli
abusi sessuali, la faccenda
Williamson, il dialogo interreligioso,
il futuro del cristianesimo e del
mondo. Fuori del rumore mediatico,
il papa può spiegare serenamente il
suo punto di vista, esprimere i suoi
sentimenti, precisare il suo pensiero.
P. Joseph de Metz-Noblat
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Messaggio ai Sacerdoti - Quaresima 2011
Carissimi Confratelli,
Il tempo di grazia, che insieme ci è dato
di vivere, ci chiama ad una conversione
rinnovata, come sempre nuovo è il Dono
del Sacerdozio ministeriale, attraverso il
quale, il Signore Gesù si rende presente
nelle nostre esistenze e, attraverso di
esse, nella vita di tutti gli uomini.
Conversione, per noi Sacerdoti, significa
innanzitutto adeguare sempre più la
nostra vita alla predicazione, che
quotidianamente ci è dato di offrire ai
fedeli, diventando, in tal modo, “brani di
Vangelo vivente”, che tutti possono
leggere ed accogliere.
Fondamento di un tale atteggiamento è, senza dubbio, la conversione alla propria
identità: dobbiamo convertirci a ciò che siamo! L’identità, ricevuta
sacramentalmente ed accolta dalla nostra umanità ferita, domanda la
progressiva conformazione del nostro cuore, della nostra mente, dei nostri
atteggiamenti, di tutto quanto noi siamo all’immagine di Cristo Buon Pastore,
che in noi è stata sacramentalmente impressa.
Dobbiamo entrare nei Misteri che celebriamo, specialmente nella Santissima
Eucaristia, e farci plasmare da essi; è nell’Eucaristia che il Sacerdote riscopre
la propria identità! È nella celebrazione dei Divini Misteri che si può scorgere
il “come” essere pastori e il “che cosa” sia necessario fare, per esserlo davvero
al servizio dei fratelli.
Card. Mauro Piacenza
Prefetto Congregazione per il Clero
“L’itinerario quaresimale, nel quale siamo invitati a contemplare il Mistero
della Croce, è “farsi conformi alla morte di Cristo” (Fil 3,10), per attuare una
conversione profonda della nostra vita: lasciarci trasformare dall’azione dello
Spirito Santo, come san Paolo sulla via di Damasco; orientare con decisione la
nostra esistenza secondo la volontà di Dio; liberarci dal nostro egoismo,
superando l’istinto di dominio sugli altri e aprendoci alla carità di Cristo”.
Messaggio per la quaresima di Benedetto XVI
21
SIGNIFICATO
DEL
NUOVO LOGO
Il nuovo Logo è stato approvato dal Consiglio
internazionale UAC nella riunione del 21 – 25 febbraio 2011.
Il Logo è semplice, così che si possa leggere il significato facilmente:
innanzitutto la scritta in latino per indicare la universalità propria del
cattolicesimo al di là delle diverse razze, culture, lingue. Il carattere
internazionale dell’UAC è indicato dal mappamondo in quanto questa
associazione è diffusa in tutto il mondo. Infine la croce, in colore azzurro
per indicare il cielo e allo stesso tempo il colore attribuito alla Vergine
Maria, sorregge il mondo e lo salva proprio con la Croce di Cristo.
MATERIALI INCONTRI CLERO (MIC)
L’UAC internazionale ha predisposto il MIC nelle lingue italiano,
francese, inglese, spagnolo, portoghese, polacco. Questo testo già
impaginato è disponibile per tutte le nazioni nella corrispondente
lingua e quindi ogni nazione può richiederlo per poterlo stampare
a proprie spese e diffonderlo nelle diocesi della propria nazione o
anche in altre nazioni. Il testo è molto utile per gli incontri di clero
dell’UAC, ma anche per altri incontri sia diocesani che di vicaria o
forania e anche per incontri tra amici confratelli in qualsiasi
circostanza sia spirituale che pastorale.
Fino a questo momento il MIC è stato stampato in spagnolo dalla
Colombia e dal Messico, in portoghese dal Brasile, in francese dal
Togo, in polacco dalla Polonia.
22
DAL TESORIERE
Carissimi con fratelli, amici,
benefattori del Unione Apostolica del
Cleri,
Prima di tutto vorrei ringraziarvi per
il contributo che avete fatto a l’UAC
internazionale con le
quote
associative, le donazione e le
intenzione di SS. Messe. Questo
contributo è il segno dell’ impegno per l’animazione globale che,
attraverso la Direzione Internazionale ogni unionista si assume e concorre
alle varie spese della Direzione Internazionale, alla gestione ordinaria,
ai collegamenti e comunicazioni a livello internazionale, all’animazione
nelle varie nazioni.
Per i prossimi anni stiamo pensando di organizzare diversi incontri zonali.
L’obiettivo è di rafforzare le unioni diocesane.
Le nostre risorse economiche non sono sufficienti per aiutare i Consiglieri
internazionale, per fortificare l’Unione Apostolica del Clero nei loro
rispettivi paesi.
Tanti altri i bisogni a qualsiasi livello.
Per formare una ideale UAC noi abbiamo bisogno dei vostri contributi
economici.
Aiutateci ad aiutare gli altri.
Come contribuire con un’offerta economica:
 Puoi consegnarla al Presidente nazionale UAC.
In www.unioapostolicacleri.org troverai l’informazione corrispondente.
 Puoi farla, pure, tramite il nostro sito www.unioapostolicacleri.org, o in
www.clerusmundi.com, facendo click PayPal.
Se preferisci, puoi inviare un assegno al nome di Confederazione Unione
Apostolica del Clero, Via Alberico II, 4, IV 00193 Roma, Italia.
 O se vuoi, da qualsiasi Banca puoi inviare un bonifico bancario alla
Confederazione Unione Apostoloica del Clero, Banca Intesa Bci filiale N°
2767 RM Borgo Pio I- 00193 ROMA. IBAN: IT72 A030 6905 0691 0000
0003 474.
P. Antony Thuruthiyil
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La Direzione Internazionale AUGURA a tutti i lettori
FELIZ PÁSCOA, BUONA PASQUA, HAPPY EASTER,
FELICES PASCUAS, GESEGNETE OSTERN,
MEILLEURS VOEUX DE PÂQUES
Jesus Pastor
CONFEDERAZIONE INTERNAZIONALE
UNIONE APOSTOLICA DEL CLERO
Via Alberico II, 4 - I - 00193 ROMA
tel.: 0039.06.6880.6737 fax 06.6880.3183
unioaposto lic a@unio apo sto lic ac ler i.o rg
unioapo sto lica@g mail.co m
www.unio apo sto licac ler i.o rg
24
Questo Bollettino è stato stampato
in lingua
italiana, francese, inglese e spagnola.
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