CONSIGLIO REGIONALE DEL VENETO Sesta Commissione Consiliare Nona Legislatura Progetto di legge n. 350 relativo a: “NUOVE NORME PER UNA POLITICA IN MATERIA DI CULTURA, SPETTACOLO ED INDUSTRIA CULTURALE DELLA REGIONE DEL VENETO” Disegno di legge n. 364 relativo a: “TESTO UNICO DELLE NORME REGIONALI IN MATERIA DI BENI, ISTITUTI, ATTIVITÀ CULTURALI E SPETTACOLO NEL VENETO” RACCOLTA DELLE OSSERVAZIONI PERVENUTE IN SUPPORTO DOCUMENTALE Curata dalla Segreteria della Sesta Commissione INDICE OSSERVAZIONI DATA ARRIVO PAG. AGIS Triveneto 30.07.2013 1-2 ANAI 30.07.2013 3-15 Associazione Dimore storiche 26.07.2013 16-16 Biblioteca Abano Terme 26.08.2013 17-19 Centro Studi Ettore Luccini 26.07.2013 20-22 Centro Studi Jacques Maritain 26.08.2013 23-25 CGIL Veneto 02.08.2013 26-30 Comune di Padova - Settore Musei e Biblioteche 30.07.2013 31-35 Confindustria Veneto 30.07.2013 36-39 Congregazione Armena Mechitarista 3.09.2013 40-44 Consulta giovani amministratori ANCI Veneto 30.07.2013 45-46 FAAV Federazione Associazione Archeologia 30.07.2013 47-58 FITA Veneto 30.07.2013 59-61 Fondazione AIDA 2.08.2013 62-66 I.R.V.V. 26.07.2013 67-68 ICOM Veneto 30.07.2013 69-108 Istituto Veneto Scienze Lettere ed Arti 26.07.2013 109-111 Marcianum 26.07.2013 112-114 Ministero beni attività culturali e turismo 26.08.2013 115-119 Società amici della musica di Verona 23.08.2013 120-122 Teatro dei Vaganti 23.08.2013 123-126 Curata dalla Segreteria della Sesta Commissione Teatro stabile di Verona 30.07.2013 127-129 UNPLI Veneto 26.08.2013 130-131 Curata dalla Segreteria della Sesta Commissione Consiglio Regionale del Veneto - UPA - 30/07/2013 - 0014169 a^.^A^is. ^^^^ s^m^ i/i ^ Associazione Generale Italiana dello Spettac DELEGAZIONE INTERREGIONALE DELLE TRE VENEZIE {LKI^ iùì * ^MÌÌlÙ^ '^'o^f^'^" ÌK \ ^ Consiglio Regionale del Veneto I del 30/07/2013 CRV Prot: 0014169 CRV Titolarlo 2.6 spc-UPA Audizione VI Commissione Cultura Regione Veneto - Osservazioni Venezia, 26 luglio 2013 PDL N. 364 Apprendiamo con soddisfazione l'iniziativa della Giunta Regionale che presenta il PdL 364, un progetto organico che raccoglie molti dei "desiderata" espressi dal mondo dello spettacolo rappresentato dall'Agis. Trattasi, quindi, di un provvedimento che pone le basi per una efficace azione di governo del settore permettendo allo stesso di "alzare la testa" e guardare lontano. In particolare, dobbiamo sottolineare alcuni aspetti che necessitano comunque di maggiori specificazioni per migliorare l'azione normativa. In particolare quindi: 1. viene ribadito nelle premesse la necessità di uno stretto collegamento fra il disegno generale del MiBAC e gli annunciati piani triennali regionali dello spettacolo e ciò va positivamente sottolineato; 2. risulta determinante per l'armonica attuazione del punto precedente, la previsione del "sistema regionale dello spettacolo" che noi riteniamo debba essere integrato ed interconnesso con lo spettacolo riprodotto; 3. la definizione del sistema non professionale dello spettacolo dal vivo rende chiarezza e definisce precisamente ciò che distingue i due ambiti, professionale e non, armonizzandoli; 4. la previsione del riconoscimento di nuovi soggetti professionali da inserire nella programmazione regionale risponde positivamente non solo alle richieste dell'Agis ma anche alla notevole forza creativa che proviene dal territorio e che è espressione di un "DNA" culturale forte ed irripetibile; 5. rileviamo con soddisfazione l'istituzione dell'Osservatorio dello Spettacolo dal Vivo che dovrà occuparsi anche di spettacolo riprodotto, ma questo sarà una richiesta formale che il settore cinema, aderente all'Agis, formulerà in sede di audizione lunedì prossimo. Riteniamo che con l'istituzione dell'Osservatorio possa attuarsi la precondizione basilare per una corretta e consapevole stesura dei programmi triennali e dei piani annuali di settore. Affinché ciò possa avvenire vi è bisogno di un ulteriore strumento che analizzi i dati prodotti dall'Osservatorio e li traduca in proposte per il Governo regionale. 35319 Padova - Piazza Insurrezione n. 10 - Telefono 049.8750851-8753141 Fax 049.8751440 E-mail [email protected] 1 A.G.I.S. Associazione Generale Italiana dello Spettacolo DELEGAZIONE INTERREGIONALE DELLE TRE VENEZIE \ I Riteniamo perciò indispensabile prevedere un Comitato Scientifico formato da personalità di alto profilo ed integrato dalla rappresentanza dell'Agis regionale; 6. registriamo con grande soddisfazione l'istituzione del Fondo Regionale per lo Spettacolo del Veneto (FRD-VE) chiesto a gran voce dall'Agis da molti anni. Anche in questo caso la ripartizione delle risorse di competenza dalla Giunta dovrà essere effettuato prevedendo una consultazione del Comitato Scientifico dell'Osservatorio dello Spettacolo; 7. esprimiamo il pieno favore nei confronti dell'istituzione del Fondo di Rotazione e del Fondo di Garanzia, strumenti fortemente innovativi ed essenziali per lo sviluppo del settore. Ci pare pleonastico sottolineare che anche in questo caso, come per il FSR-VE, un'adeguata dotazione finanziaria sarà determinante; 8. l'art. 21 prevede l'impiego dei fondi di provenienza europea mediante l'inserimento di linee di inten/ento nei POR riferendosi, tuttavia, al settore del patrimonio culturale. Chiediamo che tale norma sia estesa anche alle attività dello spettacolo dal vivo e riprodotto; 9. chiediamo, infine, che il Tavolo Permanente di Analisi e Pattuizione sulle politiche dello spettacolo, istituito e già operante tra Regione Veneto ed Agis, venga istituzionalizzato con un articolo "ad hoc". ********************************************************************************************* PDL N. 350 Infine, riteniamo che le seguenti norme del PdL 350 possano essere utilmente inserite nel PdL 364: a) art. 9 - Iniziative regionale per l'attuazione degli indirizzi comunitari nei settori culturali e creativi; b) art. 18 - Disciplina per le agevolazioni nel settore della cultura. ********************************************************************************************* Franco Oss Noser Presidente AGIS Delegazione Tre Venezie 35139-Padova 35319 Padova - Piazza Insurrezione n. 10 - Telefono 049.8750851-8753141 Fax 049.8751440 E-mail [email protected] 2 Consiglio Regionale del Veneto - UPA - 30/07/2013 - 0014167 ^ sesuw i/i CcP i^eu 3;/ Ve. 5/ PROPOSTE DI LEGGE QCjO N. 350 "NUOVE NORME PER UNA POLITICA IN MATERIA DI CULTURA, SPETTACOLO ED INDUSTRU CULTURALE DELLA REGIONE DEL VENETO" N. 364 «TESTO UNICO DELLE NORME REGIONALI IN MATERIA DI BENI, ISTITUTI, ATTIVITÀ CULTURALI E SPETTACOLO NEL VENETO" ^ AUDIZIONE in Commissione VI Cultura dei 29.7.2013 ' Consiglio Regionale del Veneto ^'"«'«ois Prot.: ooi4i67 ritoiario 2.6 CRV spc-UPA L'Associazione Nazionale Archivistica Italiana (ANAI) promuove da oltre 60 anni, in base al proprio Statuto, attività e studi intesi a sostenere la funzione culturale degli archivisti, a sviluppare e a tutelare la loro professionalità, a incrementare le relazioni fra esperti e cultori degli archivi e a preservare e a valorizzare il patrimonio archivistico. La percezione dell'archivista, geloso custode di 'segreti' e di un sapere documentario da svelare soltanto a pochi privilegiati, è ormai un'immagine appartenente a un lontano passato, dal quale ci separa il limgo e significativo sviluppo di ima professionalità volta a facilitare l'accesso alle fonti della memoria e della storia. Divenuto oramai mediatorefraricercae archivi e di promotore di conoscenza documentaria, Farchìvista si è via via affermato come operatore di cultura, consigliere e collaboratore del ricercatore. Ha sviluppato, grazie ai servizi di assistenza presso istituti che conservano archivi storici, un'attitudine all'apertura nei confronti dell'esigenza del pubblico di accedere ai documenti e una crescente capacità di svolgere quindi un prezioso e delicato servizio sociale. Superando tentazioni corporative e recependo spinte verso le pressanti esigenze della società dell'informazione, anche la professione degli archivisti deve oggi far attenzione a misurarsi con i problemi e con gli scenari imposti dall'informatica, con gli schemi ed i linguaggi che offre la tecnologia moderna, affinché si possa lavorare alla corretta conservazione degli archivi e delle relative risorse digitali, alla loro valorizzazione e alla loro fruizione in sinergia con le altre associazioni professionali e gli altri operatori di settore. L'ANAI dedica costante attenzione alle tematiche professionali e interviene, sia sul piano tecnico che su quello propositivo, nelle diverse sedi istituzionali per la tutela della professionalità degli archivisti e per il suoriconoscimentogiuridico. L'ANAI è entrata da tempo a far parte della Consulta delle Associazioni professionali non regolamentate istituita presso il CNEL. L'ANAI ha modificato nel 2009 il proprio statuto, trasformando alcuni articoli riguardanti principalmente le qualifiche dei soci, introducendo il tema dell'attività di certificazione della professione e dotandosi di un proprio codice deontologico. In tal modo si è provveduto a soddisfare le condizioni obbligatorie per stare al passo con la normativa europea e nazionale sulle associazioni delle professioni non regolamentate. Per far fronte a questi obiettivi, l'associazione si fa promotrice di incontri e di dibattiti, elabora programmi di formazione e di aggiornamento, segue una strategia di diffusione di buone pratiche e di standard qualitativi e si pone come fattore di sensibilizzazione e di stimolo anche nei confronti della Pubblica Amministrazione e dell'ampio mondo delle istituzioni che conservano archivi e che operano sugli archivi. L'ANAI pubblica con periodicità semestrale larivista"Archivi" che contiene saggi, articoli, dibattiti, presenta discussioni di casi, recensioni e segnalazioni bibliografiche che affrontano le problematiche connesse alla formazione, conservazione, trasmissione e valorizzazione dei documenti archivistici. L'ANAI pubblica inoltte un Quadrimestrale di informazione e dibattito, "Il Mondo degli Archivi" notiziario on line che nasce nel 2006 in collaborazione con la Direzione Generale per gli Archivi. 3 La Sezione Veneto dell'ANAI pubblica inoltre dal 2010 il notiziario on line "Archivinforma" per offrire a tutti i soci un periodico e puntuale quadro delle attività svolte dalla Sezione, specie in campo formativo e spesso in collaborazione con la Regione del Veneto, con cui è stato siglato nel 2007 un accordo di programma, e al tempo stesso informazioni utili sulle maggiori novità del settore in ambito venet^ e nazionale. Inoltre da gennaio 2012 ANAI Veneto cura la gestione di "Archivi23", importante e oramai storica lista di discussione archivistica ereditata dall'Università di Padova. Entrando nel merito dell'audizione odierna l'ANAI Veneto apprezza vivamente la rinnovata attenzione del Consiglio Regionale e della Giunta Regionale verso unripensamentopolitico significativo e innovativo neiriguardidei beni - materiali e immateriali - e degli istituti culttarali, e auspica una rapida approvazione di un testo di legge di ampio respiro ed ampiamente condiviso. Nello specifico in merito alla proposta di legge 350 il Consiglio Direttivo dell'ANAI si esprime favorevolmente sull'impostazione generale per i contenuti innovativi in chiave "politica" e concettuale, rilevando i punti di forza nelle puntuali indicazioni, anche statistiche, e nelle motivazioni riferite nella relazione inttoduttiva, specie per quel che concerne la visione dei beni culturali e del loro indotto come "industria culturale", purché ciò non sia una mera dichiarazione di intenti e non si traduca in una mercificazione del nostro patrimonio culturale, strumentale alla crescita del turismo,risorsasicuramente straordinaria per il nostro paese, ma che non deve e non può divenire leva per asservire la gestione del bene culturale a logiche puramente economiche. L'ANAI sottolinea inoltre l'importanza della definizione di standard quantitativi e qualitativi dei servizi, di cui al capo II, art. 8, comma 3 della PdL 350, marilevache non vi si fa cenno adeguato, se non al capo II, art.8, comma 1 lettera a, punto 11, all'esigenza di estendere la fruizione dei beni e dei servizi a tutte le categorie di utenti, mediante incentivi all'abbattimento di barriere architettoniche e alla creazione di percorsi tattili, olfattivi, acustici adeguati alle diverse abilità. La PdL 350 in sostanza appare interessante e di impostazione innovativa, ma piuttosto generica e poco concreta, in quanto poco strutturata, a differenza della PdL 364, e con scarsa attenzione al pregresso, ossia a quanto di buono ha prodotto la vigente normativa in materia di beni culturali - in termini di strutture,finanziamentie iniziative - e alle soluzioni pratiche da adottare perrilanciarele politiche culturali della Regione, con la conseguenza, fra l'altro, che si potrebbero favorire particolarismi lobbistici e iniziative imprenditoriali non sufficientemente monitorate. Trova inoltre insoddisfacente l'attenzione agli archivi tanto nella relazione inttoduttiva quanto nel testo, in cui compaiono solo marginalmente, pur costituendo il cardine del corretto funzionamento di tutte le pubbliche amministtazioni e della loro memoria storica. Ritiene inoltte inadeguata l'attenzione verso la creazione di servizi archivistici condivisi, che andrebbero incentivati in un'ottica di spending-review e di razionalizzazione e ottimizzazione dei servizi. Senza necessariamente seguire l'onda del momento, è necessario però proporre azioni più concrete e già formulate espressamente in articolato. Valuta alttesi positivamente tanto nella relazione introduttiva quanto nel testo alcuni punti fermi del disegno di legge (PdL 364) di iniziativa della Giunta per quanto concerne il recepimento delle azioni positive attuate dalla Regione in base alla vigente normativa regionale (50/84), in particolare per quantoriguardai sistemi informativi regionali (artt. 16-18),fiottodi lunghi confronti teorici e di sperimentazioni qualificate, e il sistema delle banche dati informative e dei monitoraggi (art. 9). Trova tuttavia sia necessario migliorare l'impostazione del Disegno di legge, meno incisivo dell'attuale normativa e che non consente una visione d'insieme del patrimonio culturale regionale e delle politiche ad esse destinate, così come deve prestare più attenzione alla valenza economica dell'"industria culturale" e alle sue potenzialità sinergiche con il mondo produttivo, senza esservi tuttavia asservita. 4 7 L'ANAI apprezza l'attenzione del disegno di legge verso i profili professionali, la formazione e la qualificazione degli operatori del settore culturale, in particolare dei giovani, ma ritiene si debbano identificare meglio le modalità di accreditamento dei professionisti. Ribadisce inoltre la proposta, già resa nota in altra audizione, di organizzare urgentemente corsi di formazione con il Dipartimento della Protezione Civile per la prevenzione e la gestione delle emergenze in materia di beni e istituzioni culturali in caso di calamità naturali. Ritiene apprezzabili gli intenti di sostegno e incentivazione delle azioni sui beni e sugli istituti culturali, di cui all'art. 18 del PdL 350 e di grande interesse ilriconoscimentodi crediti di imposta IRAP per interventi nel settore. Ritiene inoltre indispensabile, in sintonia con lo sviluppo normativo previsto a livello nazionale con l'art. 1 del PdL 362 "Modifiche al Codice dei Beni Cultiu-ali e del Paesaggio, di cui al Decreto legislativo 22 gennaio 2004 n.42, in materia di professioni dei beni culturali", istituire anche a livello regionale, se giuridicamente possibile, registri dei professionisti dei beni culturali, dotati di requisiti professionali e formativi da definire con apposito regolamento. L'ANAI ritiene inoltre che vi sia squilibrio in enttambe le proposte tra le risorse da destinare alla creazione di un portale (Tit. Ill, art. 14 della PdL 350), eventualmente integrato ad ^g^^^wiso della Associazione con alcune delle azioni di confrollo e monitoraggio indicate nella PdL -^0^4 /Tit. I, capo II, art. 9, di nuove entità e di nuovi spazi culturali - privilegiatirispettoa quelli . ^ A g i B esistenti - per cui si paventa ilrischiodi spostamento delle già magrerisorseeconomiche da Jmestì ultimi, destinati così alla sparizione, ai primi. Dispiace che tra le nuove istituzioni non si -^^^^^ccìa cenno alla istituzione -richiestada tutte le Associazioni di categoria aderenti al MAB (Musei Archivi Biblioteche) - di un deposito della memoria digitale dei beni culturali prodotti nella nostra regione, esigenza fortemente sentita afrontedi una crescita esponenziale di banche dati digitali di musei, archivi e biblioteche, nonché di tutta la documentazione nativa digitale. La Regione infine pofrebbe, a parere dell'Associazione, farsi promotrice sul piano nazionale di nuove forme di cespiti in grado di alimentare le limitaterisorsedisponibili per i beni culturali. Allo stesso modo la Regione pofrebbe farsi promotrice sul piano nazionale di un abbattimento dell'IVA per interventi su beni e istituti culturali, che consentirebbe una significativaripresadelle attività di settore, depresse dalla mancanza di commesse e dai carichi tributari. Alla stessa stregua la Regione dovrebbe farsi promottice di unarivisitazionedel TUIR in materia di sponsorizzazioni e erogazioni liberali, mediante semplificazione normativa e maggiore incentivazione delle stesse, comerisultadal documento congiunto MAB presentato in occasione degli Stati Generali dei Beni Culturali tenuti a Milano nel dicembre 2012. Pertanto l'ANAI Veneto, dopo attenta valutazione, presenta nello specifico delle due proposte di legge a codesta Commissione le seguenti osservazioni: PdL 350 Art. 2: inopportuno e pericoloso indicare al comma g) istituzioni specifiche, creando una scaletta di valori che possono non essere condivisi e che escludono la gran parte delle istituzioni esistenti, cosa inadatta a un testo normativo. Non c'è alcun cenno agli archivi, e poco anche alle biblioteche, il che induce a temere uno spostamento dell'attenzione "politica" verso istituzioni di maggior richiamo mediatico a danno dell'attenzione verso la miriade di istituzioni esistenti, pur validissime, ma di scarso interesse mediatico. Al comma 1, punto d): la parola "trasferibilità" induce ad una concezione troppo mercantilistica del bene culturale. Art. 3: andrebbe meglio articolato 5 Art. 4: troppo generica e rischiosa la dizione "appositi organismi", che potrebbe indurre nuovi clientelismi tramite la creazione di società collegate o di emanazione regionale. Art. 8, comma 1, lettera a, punto 4: aggiungere eventualmente alla fine, se giuridicamente possibile, la creazione di registri regionali degli operatori della cultura (archivisti, bibliotecari, restauratori etc.). Non vi è cenno inoltre al fatto che esistono associazioni, come quelle qui invitate in audizione oggi, con le quali attuare azioni condivise sulla materia. Art. 8 comma 1 lettera a, punto 9: eliminare il passaggio "anche di rilievo economico", essendo già espresso successivamente dalla frase "per la rilevanza economica". Art. 8, comma 1, lettera a, punto 10: alla terza riga dopo la parola "reti" aggiungere: "e servizi culturali condivisi". Art. 8, comma 1, lettera a: Inserire dopo il punto 13 un ulteriore punto: 14) le azioni di sostegno alla conservazione, fruizione e valorizzazione di archivi di enti locali, enti pubblici e privati riconosciuti di interesse locale mediante significativi contributi regionali per le strutture (depositi archivistici, sale di studio) e il condizionamento dei beni, nonché per ilriordino,l'inventariazione e il censimento dei beni archivistici. Aggiungere qui o in un eventuale punto 15 gli artt. 16-18 della PdL 364 in materia di sistemi informativi. Art. 8 comma 4: gli archivi hanno dignità autonoma e non possono restare dentro la tutela dei beni librari, per cui è necessario aggiungere "beni archivistici"; ci si dimentica inoltre che, ai sensi del Codice di tutela, devono essere coinvolte nella definizione delle metodologie anche le Università. Art. 9, comma 1, lettera i): aggiungere alla fine del periodo le parole "sulla base di una attenta valutazione del rapporto costi-benefici e delle priorità operative". Art.lO, comma 2: è il caso di parlare espressamente di cooperative sociali? Si suggerisce la soppressione del comma. Art. 12. Si veda quanto scritto in premessa. Si rileva l'assenza di un'analisi dei costi e di una più puntuale indicazione delle risorse cui attingere. Art. 14: Si veda quanto scritto in premessa: inoltre la creazione di una nuova "fondazione di partecipazione senza scopo di lucro" comporterà ulteriori costi. Art. 16: la cultura non deve essere solo funzionale al turismo! Si rischia di puntare i riflettori solo su "poli di attrazione"! Art. 17: non sono indicati i parametri in base ai quali si determina "la rilevanza delle istituzioni" e mancano le norme vere e proprie; occorre trasformare normativamente la "filosofia" della politica culturale in azione culturale con norme e parametri ben 6 determinati. Si rischia, in attesa di norme specifiche ed esecutive, un pericoloso vuoto normativo. Art.l8: Gli sgravi previsti dovrebbero essere estesi anche aifinanziamentia favore di istituti privati detentori di beni culturali, in particolare archivistici. dL364 Art. 7, comma 2, punto c) la natura innovatrice non necessariamente porta a un progetto di qualità! Art. 9, comma 4: occorre una rapida definizione. Art. 11, comma 1: l'elencazione dei beni è di fatto superata (1939): si veda il Decreto legislativo 42/2004. Art.ll, comma 2 presta attenzione ai supporti e alle forme e non ai contenuti e ai contesti; archivi o biblioteche: urge invece una posizione teorica forte per cui si suggerisce di limitarsi a parlare semplicemente di "complessi bibliografici e complessi archivistici". Inoltre l'elenco potrebbe essere o diventare in breve non esaustivo a causa della rapida evoluzione tecnologica. Art.ll, comma 3: "documenti" è equivoco, meglio sostituirlo con "documenti bibliografici" o più semplicemente "beni librari". Art. 12, comma 3: per i corsi di formazione occorre prevedere obbligatoriamente il raccordo urgente con il sistema universitario Art. 16, comma 1, punto e): squalificanti e superate le espressioni "collezioni e raccolte ordinate di beni culturali"; "rarità e pregio" sono qualità soggettive per cui è meglio eliminarle nel testo di legge. Art.l8, comma 3, punto a): estendere gli interventi anche al sostegno delle spese di funzionamento ordinario degli istituti. Art. 18, comma 4, punto a): aggiungere "in collaborazione con l'Assessorato agli enti locali". Art.21, comma 2: la Regione dovrebbe fungere da coordinamento per la gestione dei fondi europei, che necessitano per la loro complessità di uffici competenti e "dedicati", di sostegno anche alle realtà locali e alle varie istituzioni che intendano accedere a tali finanziamenti, ma non dispongono di personale formato e di strutture adeguate. Art. 26, comma 2, punto c): "capacità di autofinanziamento" è requisito soggettivo e di significato ambiguo: eliminare! 7 GIORNATA REGIONALE PER MUSEI, ARCHIVI E BIBLIOTECHE DEL VENETO "Ricomincio da tre! Costruire la rete dei servizi culturali" Fondazione Scientifica Querini Stampalia Onlus, Venezia Lunedì 15 aprile 2013 Sessione pomeridiana Politica e politiche culturali per la condivisione dei servizi: incontro con la sesta Commissione del Consiglio Regionale del Veneto Seduta pubblica della Sesta Commissione Cultura CHI E' L'ANAI: L'ANAI promuove in base al proprio Statuto attività e studi intesi a sostenere la funzione culturale degli archivisti, a sviluppare e a tutelare la loro professionalità, a incrementare le relazioni fra esperti e cultori degli archivi e a preservare e a valorizzare il patrimonio archivistico. La percezione dell'archivista, geloso custode di 'segreti* e di un sapere documentario da svelare soltanto a pochi privilegiati, è ormai un'immagine appartenente a un lontano passato, dal quale ci separa il lungo e significativo sviluppo di una professionalità volta a facilitare l'accesso alle fonti della memoria e della storia. Divenuto oramai mediatore fra ricerca e archivi e di promotore di conoscenza documentaria, l'archivista si è via via affermato come operatore dì cultura, consigliere e collaboratore del ricercatore. Ha sviluppato, grazie ai servìzi di assistenza presso istituti che conservano archivi storici, un'attitudine all'apertura nei confronti dell'esigenza del pubblico di accedere ai documenti e una crescente capacità di svolgere quindi un prezioso e delicato servizio sociale. Costretti spesso nel limitato spazio compreso fra doveri burocratici e studio di contesti storici e di pratiche conservative, gli archivisti, impiegati statali, pubblici, privati o liberi professionisti che siano, affrontano oggi le nuove sfide poste dal progresso tecnologico, che sta trasformando non soltanto gli strumenti e i risultati del loro lavoro, ma la stessa natura degli archivi. Una grande capacità di adattamento, insieme al senso di appartenenza ad una stessa condizione professionale, è richiesta oggi a una professionalità che per lungo tempo ha operato tra le discipline "ausiliari della storia", quali la paleografia e la diplomatica, costruita su una dottrina archivistica fondata sui principi classici elaborati fra l'Unità d'Italia e i primi decenni del secolo XX. Superando tentazioni corporative e recependo spinte verso le pressanti esigenze della società dell'informazione, anche la professione degli archivisti deve oggi far attenzione a misurarsi con ì problemi e con gli scenari imposti dall'informatica, con gli schemi ed i linguaggi che offre la tecnologia moderna, affinché si possa lavorare alla corretta conservazione degli archivi e delle relative risorse digitali, 8 alla loro valorizzazione e alla loro fruizione in sinergia con le altre associazioni professionali e gli altri operatori di settore. L'ANAI dedica costante attenzione alle tematiche professionali e interviene, sia sul piano tecnico che su quello propositivo, nelle diverse sedi istituzionali per la tutela della professionalità degli archivisti e per il suo riconoscimento giurìdico. L'ANAI è entrata da tempo a far parte della Consulta delle Associazioni professionali non regolamentate istituita presso il CNEL. L'ANAI ha modificato nel 2009 il proprio statuto, trasformando alcuni articoli riguardanti principalmente le qualìfiche dei soci, introducendo il tema dell'attività dì certificazione della professione e dotandosi di un proprio codice deontologico. In tal modo sì è provveduto a soddisfare le condizioni obbligatorie per stare al passo con la normativa europea e nazionale sulle associazioni delle professioni non regolamentate. Anche in considerazione della rapidità e della profondità delle innovazioni tecnologiche, la stessa professionalità degli archivisti ha bisogno di delineare nuovi equilibri per governare e guidare i cambiamenti in corso e per affermare il proprio ruolo sociale. Per far fronte a questi obiettivi, l'associazione si fa promotrice di incontri e di dibattiti, elabora programmi di formazione e di aggiornamento, segue una strategia di diffusione di buone pratiche e di standard qualitativi e si pone come fattore di sensibilizzazione e di stimolo anche nei confronti della Pubblica Amministrazione e dell'ampio mondo delle istituzioni che conservano archivi e che operano sugli archivi. Dopo la cessazione dì «Archivi per la storia» l'ANAI pubblica con periodicità semestrale la rivista Archivi" che contiene saggi, articoli, dibattiti, presenta discussioni dì casi, recensioni e segnalazioni bibliografiche che affrontano le problematiche connesse alla formazione, conservazione, trasmissione e valorizzazione dei documenti archivistici. L'ANAI pubblica inoltre un Quadrimestrale di informazione e dibattito, '^11 Mondo degli Archivi" notiziario on line che nasce nel 2006 in collaborazione con la Direzione Generale per gli Archivi. Attualmenté, sul periodico, che prevede degli aggiornamenti tra un numero e l'altro, sono ospitati dibattiti sulle problematiche relative agli archivi e alla professione archivistica, scalettate in rubriche che toccano temi relativi all'attualità, alla normativa, alla politica e professione, alla tutela e valorizzazione, nonché alla formazione, alle metodologie di riordino, agli standard, agli eventi di valorizzazione, ai progetti in corso o futuri, alle scoperte di fondi e documenti. Un notevole spazio è riservato anche alle notizie dall'estero, alle nuove pubblicazioni e ai percorsi turistici, agli archivi privati e non, nonché ai "nuovi archivi". La Sezione Veneto dell'ANAI pubblica inoltre dal 2010 il notiziario on line ^^Archivinforma" per offrire a tutti i soci un periodico e puntuale quadro delle attività svolte dalla Sezione, specie in campo formativo e spesso in collaborazione con la Regione del Veneto e al tempo stesso informazioni utili 9 sulle maggiori novità del settore in ambito veneto e non solo. Inoltre da gennaio 2012 ANAI Veneto cura la gestione di "Archìvi23", importante e oramai storica lista dì discussione archivìstica ereditata dall'Università di Padova. MEMORANDUM PER LA COMMISSIONE: - La Costituzione della Repubbblica italiana all' Art. 9 recita: La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientìfica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. - L'art. 1 del Codice dei Beni Culturali (D.Leg.vo 42/2004) sancisce che La tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale concorrono a preservare la memoria della comunità nazionale e del suo territorio e a promuovere lo sviluppo della cultura. Lo Stato, le regioni, le città metropolitane, le province e i comuni assicurano e sostengono la conservazione del patrimonio culturale e ne favoriscono la pubblica fruizione e la valorizzazione. - Ai sensi dell'art. 10 del Codice . sono beni culturali: a) le raccolte di musei, pinacoteche, gallerie e altri luoghi espositivi dello Stato, delle regióni, degli altri enti pubblici territoriali, nonché di ogni altro ente ed istituto pubblico; b) gli archivi e i singoli documenti dello Stato, delle regioni, degli altri enti pubblici territoriali, nonché di ogni altro ente ed istituto pubblico; c) le raccolte librarie delle biblioteche dello Stato, delle regioni, degli altri enti pubblici territoriali, nonché di ogni altro ente e istituto pubblico, ad eccezione delle raccolte che assolvono alle funzioni delle biblioteche indicate all'articolo 47, comma 2, del D.P.R. 24 luglio 1977, n. 616, - Ai sensi dell'art.? del Codice le regioni esercitano la propria potestà legislativa ì materia di valorizzazione dei beni culturali. ^ Per la prima volta in Italia il Codice riconosce che gli archivi pubblici son beni culturalifindalla nascita! - A sua volta il Testo Unico in materia dì documentazione amministrativa (445) e quello sull'àmministrazìone digitale riconoscono nel servizio archivistico il perno del funzionamento dì ogni PA. Per tali motivi crediamo che il Consìglio regionale del Veneto, da sempre sensibilissimo alla conservazione e valorizzazione del proprio archìvio, tanto da investire ingenti risorse riordino, conservazione, inventariazione^ digitalizzazione del proprio archìvio, e da arrivare, unico esempio in Italia credo, a pubblicarne la Guida, dovrebbe avere a cuore le sorti - spesso a forte rischio - dell'ingente patrimonio archivistico degli enti territoriali, delle aziende ULSS e di quegli enti - consorzi, IPAB, Scuole etc. - che insìstono sul nostro 10 territorio. Le azioni principali dì cui la nostra comunità chiede al Consiglio per il tramite della Commissione VI dì farsi carico sono le seguenti: - Emanazione urgente di una nuova legge in materia di beni culturali per la quale si chiede di essere ascoltati in audizione - Creazione di un deposito digitale regionale assolutamente indispensabile a fronte dell'imponente massa di documentazione nativa digitale delle pubbliche amministrazioni e del crescente numero di riproduzioni digitali del grande patrimonio archivistico storico pubblico e privato conservato sul territorio. - Promozione dell'unione dì "Servizi archivistici" tra enti locali affidati ad archivisti professionisti {condicio sine qua non per ilfinanziamentodi lavori diriordino/inventariazione/scartoe per lavori strutturali) per la gestione degli archivi comunali in tutte le loro fasi di vita, dall'archivio in formazione all'archivio di deposito all'archivio storico - All'interno di tali Unioni di servizi archivistici promozione e cofinananziamento di depositi archivìstici condivìsi tra gli enti interessati (magari a livello provinciale) che possono produrre una notevole economia di scala (tramite la condivisione di spese di acquisto/locazione/manutenzione/gestione) e consentire la messa a norma dei locali comunali spesso oberati da carichi di incendio eccessivi e da rischi connessi con la sicurezza nei luoghi di lavoro e la prevenzione incendi (vie di fiiga, scaffalature prive dei requisiti minimi di sicurezza, utilizzo di scale non idonee, utilizzo di vernici e intonaci non ignifughi etc.) - Formazione con la Protezione civile in materia di prevenzione e gestione delle emergenze a salvaguardia del patrimonio archivistico (in ambito MAB) e in collaborazione con le Soprintendenze competenti. Perché le nostre Associazioni professionali (ANAI, ICOM, AIB, AICRAB (Ass. Ital. dei Conservatori e Restauratori degli archivi e delle Biblioteche etc.) possano entrare a far parte delle Organizzazioni ammesse nell'Elenco nazionale di cui all'art. 1 del DPR 194/2001 (comprensivo degli elenchi, dei registri e d egli albi territoriali) in modo tale da essere accreditate presso la Protezione Civile, occorre una continua formazione che solo la Protezione Civile può fornire in sintonia e collaborazione con le nostre Associazioni. Solo in tal modo archivisti, bibliotecari, operatori museali, restauratori potranno coadiuvare i tecnici della Protezione civile nelle emergenze sismiche, alluvionali etc. Solo se formati potremo contribuire sotto forma di volontariato alla salvaguardia dell'immenso patrimonio culturale dei nostri siti archeologici, storici, dei nostri archivi pubblici e privati, delle nostre biblioteche e musei. Diversamente 11 potremo solo stare a guardare impotenti, assistendo a distanza a interventi sommari compiuti da persone piene di buona volontà ma prive di adeguata formazione e competenza professionale. La Regione dovrebbe farsi carico, essendo oltretutto dotata di una struttura apposita ed essendo destinataria di specifiche competenze delegate dallo Stato in materia di piani formativi e di pianificazione territoriale dell'emergenza a tutti i livelli (nel Veneto solo r80% dei comuni al 31 dicembre era dotato, ai sensi della legge 100 del 12 luglio 2012, di im piano di emergenza) di promuovere tale formazione preventiva che deve prevedere, a compimento del ciclo formativo, simulazioni di interventi di emergenza. (Un utile manuale operativo sui principali compiti e sulle attività del volontariato è stato presentato il 7 dicembre a Rovigo) Occorre investire, in collaborazione con gli enti preposti alla tutela, per garantire la salvaguardia, conservazione e valorizzazione del grande patrimonio storico documentario di ULSS e Aziende sanitarie, spesso in grave stato di degrado. Prima azione in tal senso potrebbe essere il censimento dei diversi locali che ogni Azienda utilizza (spesso senza neppure saperlo) per lo "stoccaggio" degli archivi, specie di stabilimenti sanitari cessati e di vecchi ospedali civili. Spesso infatti i locali di deposito, siano essi stabilimenti ospedalieri dismessi (si pensi al caso eclatante dell'ex O.P.P. di Rovigo), vecchi sanatori, vecchie e obsolete strutture amministrative, ex dispensari etc., non offrono alctma garanzia per la sicurezza nei luoghi di lavoro, per la prevenzione incendi e per la corretta conservazione degli archivi stessi. Occorre poi promuoverne il recupero, la collocazione in locali idonei, il riordino/inventariazione (previa operazioni di selezione della documentazione da scartare) in sintonia con la competente Soprintendenza Archivistica, e la valorizzazione, consentendone la consultazione sia per fini sanitari che storici Occorre investire allo stesso modo anche nel censimento e nella promozione mirata alla valorizzazione dei tanti archivi scolastici del territorio regionale, spesso in stato di grave abbandono anche in conseguenza di continui deleteri accorpamenti e scorpori dei plessi Incremento dellerisorseeconomiche - sempre più limitate - a disposizione per la formazione permanente in materia archivistica Ripristino urgente deifinanziamentiregionali per il funzionamento ordinario di istituzioni non statali preposte alla conservazione e valorizzazione di beni culturali (archivi, musei, biblioteche) 12 Risorse per la cultura:fiscalità',fund raising, parternariato pubblico-privato documento finale a cura di Vittorio Ponzani (AIB - Osservatorio sulle biblioteche italiane), Luigi Contegiacomo (ANAI - Archivio di Stato di Rovigo), Marco Panni (ICOM Italia) A seguito della sessione parallela, dedicata a "Risorse per la cultura: fiscalità, fimd raising, partenariato pubblico-privato" nell'ambito degli Stati generali dei professionisti del patrimonio culturale "Archivi, biblioteche e musei: agenda per un futuro sostenibile" (Milano, 22-23 novembre 2012), i coordinatori della sessione, a partire dalle relazioni presentate e tenuto conto degli interventi successivi, hanno elaborato una sintetica esposizione dei punti chiave e delle criticità emersi, alfinedi fame il pimto di partenza per un successivo confi-onto interassociativo in ambito MAB, nel quale confrontare il contesto in cui biblioteche, archivi e musei si trovano ad operare, analizzarne lerispettiveesigenze e proporre nuove strategie operative comuni per il futuro. L'art.118 della Costituzione della Repubblica Italiana stabilisce che «Stato, Regioni, Città mettopolitane. Province e Comimi favoriscono l'autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio di sussidiarietà». Tale principio fondamentale si riflette positivamente sulla conservazione e valorizzazione dei beni culturali, nonché sulla creazione di forme d'arte e di beni culturali, ma purtroppo non è più principio sufficiente a garantirne la tutela e la disponibilità quotidiana al pubblico godimento. La grave situazione economica in cui versano gli archivi, le biblioteche e i musei, vittime di una serie continua di tagli ai bilanci gravi e indiscriminati, che stanno mettendo in discussione la possibilità di erogare servizi di qualità e a volte la loro stessa sopravvivenza, può tuttavia costituire l'occasione perripensarele modalità e le forme del loro finanziamento. In particolare, occorre identificare nuovi paradigmi per un fund raising che superi alcune modalità diventate ormai obsolete e possa favorire la convergenza tra le istituzioni culturali pubbliche e il mondo profit e no profit, quanto mai eterogeneo e diversificato quanto afinalitàe a obiettivi. Gli archivi, le biblioteche e i musei, al di là delle differenze legate al tipo di patrimonio conservato, ai servizi erogati e di conseguenza al livello di visibilità e quindi di "appetibilità" per gli investitori, hanno però in comune alcune criticità relative alla complessità - a volte ai limiti, se non oltre i limiti, della farraginosità - della normativa relativa alle erogazioni liberali (artt. 15, 100 e 108, e.2, ex art. 74, e.2 del TUIR - Testo Unico delle Imposte sui Redditi n. 917/1986 e successive 13 modificazioni e regolamenti applicativi, circolari MiBAC, D. L. 9.2.2012, n. 5), alle difficoltà relative alle procedure burocratiche ormai obsolete per l'apertura di capitoli di contabilità speciale per inttoitare eventuali erogazioni liberali, ai limitatissimi benefici fiscali, alla scarsa competitività del settore culturale rispetto ad altri ambiti (ad esempio quello sociale e sanitario) nell'attrarre risorse da enti profit, alla scarsa attenzione alle più moderne modalità di comunicazione, ad esempio atttaverso un uso consapevole ed efficace dei social network, per una maggiore e più tempestiva diffusione degli eventi e dei prodotti oggetto delle erogazioni liberali e delle sponsorizzazioni. Gli istituti culturali devono quindi pimtare da una parte a risolvere queste difficoltà e dall'altta parte a mettere in atto una vera e propria sttategia di fund raising, fortemente integrata nella propria attività istituzionale, al fine di reperire risorse non esclusivamentefinanziariema anche umane, organizzative e relazionali, valorizzando la propria identità ed elaborando la propria "buona causa" da proporre ai possibili sostenitori, che possono ttovare negli archivi, nelle biblioteche e nei musei una legittimazione in termini di responsabilità sociale e prestigio culturale, ma anche un tornaconto in termini di immagine, tali da spingerli a stringere con i partner cultiu-ali virtuose alleanze. Per quanto attiene il partenariato pubblico-privato dovremo preliminarmente riferirci alla grave situazionefinanziarianella quale versano gli enti locali. I Comuni titolari di musei, archivi e spazi espositivi gestiscono sempre con maggior difficoltà le attività culturali e il proprio patrimonio culturale, sttetti come sono tra il patto di Stabilità, la spending review, la difficoltà di accesso al credito bancario, lariduzionedeittasferimentidal Govemo e il decremento deiflussitributari locali per il diffìcile rapporto con Equitalia o con altri enti esattori, le spartizioni a pioggia dei sempre più ridotti contributi regionali e l'impoverimento generale dei soggetti tenuti ai pagamenti. I processi di esternalizzazione e i processi in outsourcing consentono una gestione e un impegno finanziario condiviso, ma che va pianificato e monitorato. Unricorsopiù avveduto e organico a soggetti previsti dal Testo Unico degli Enti Locali, una maggiore progettualità in capo al soggetto pubblico che privilegi le vere priorità ed eviti gli enormi sprechi legati spesso a progetti di pura immagine ma di scarsa consistenza scientifica, la costituzione di Fondazioni nelle quali a fianco dei Comuni operino Fondazioni Bancarie, Camere di Commercio, Istituti bancari e anche aziende private, consentirebbero una operatività e uno sviluppo di sinergie diversamente impossibile, consentendo che i nostri istituti diventino anche incubatori di iniziative e fonte di occupazione. Questi enti, in rete od in altto sistema territoriale e/o tematico, pottebbero realmente sopperire alle odierne difficoltà economico-organizzative. 14 Il tema della governance risulterà poi fondamentale. La leadership dovrebbe rimanere all'ente pubblico, titolare dei beni oggetto di musealizzazione e portatore di interessi collettivi. Questo obiettivo pofrà essere raggiunto con previsioni statutarie che puntino a maggioranze qualificate, a voti ponderali, a controlli obbligatori di qualità. L'ente pubblico dovrà insomma disporre di una sorta di golden share. L'istituto della gestione indiretta è previsto dall'articolo 115 del Codice dei Beni Culturali, ma è necessario che il Govemo decida ima sttategia di sostegno. Questi i punti chiave da proporre agli organi decisionali (Govemo e Parlamento) per uscire dall'impasse attuale e da una crisi cherischiasempre più di divenire irreversibile: 1) Necessità di adottare nuovi modelli di fimd raising,finalizzatinon più alla esclusivaricercadi risorse economiche ma anche di quelle umane, relazionali e organizzative. 2) Esigenza di una maggiore formazione in questo ambito, destinata sia agli operatori culturali che a quelli delle aziende, al fine di predisporre progetti di qualità a limgo termine, di mettere in campo una efficace attività di marketing, di garantire una competenza in ambito normativo e fiscale. 3) Necessità della creazione di un'agenzia di intermediazione sul modello della britannica Arts & Business, una rete che mette in relazione il mondo dell'imprenditoria e quello dell'arte e della cultura. 4) Urgenza di operare una semplificazione del regime fiscale, in particolare per quanto riguarda l'eliminazione dell'IVA sulle sponsorizzazioni, la revisione delle aliquote degli oneri deducibili e delle dettazioni fiscali, la semplificazione delle procedure e dei criteri per poter inttoitare le sponsorizzazioni. 5) Ipotesi di modifica dell'art. 120 del Codice dei beni culturali e del paesaggio in modo che preveda l'estensione dell'oggetto dei contributi anche per l'ordinaria gestione dei beni. 6) Per quanto attiene il partenariato pubblico-privato, occorre favorire la costituzione di Fondazioni nelle quali a fianco dei Comuni, operino Fondazioni Bancarie, Camere di Commercio, Banche operative e anche aziende private, consentendo una operatività e uno sviluppo di sinergie diversamente impossibili. 15 Consiglio Regionale del Veneto - UPA - 26/07/2013 - 0013943 Consiglio Regionale del Veneto ^ >;*7^^ ^ Sesta Commissione Consiliare ^ Consiglio Regionale del Veneto Consultazione sui progetti di legge n.350 e n. 364 i dei 26/07/2013 CRV Prot.: 0013943 Titolano 2.6 CRV spc-UPA Venezia 25 luglio 2013 Considerando che nella Regione dei Veneto è notevolissima ia presenza di strutture urbane monumentali, ricche oltremodo di valore storico-artistico e socio-culturale, che sono state sedi di istituzioni pubbliche sia delle formazioni politiche feudali, comunali e delle Signorie, sia della Serenissima Repubblica di Venezia, e residenze delle famiglie che hanno in ogni epoca fornito il personale istituzionale, amministrativo, polìtico, diplomatico, economico, religioso e culturale che ha retto le sorti del territorio nelle sue varie fasi storiche, l'Associazione delle Dimore Storiche Italiane, Consiglio sezionale della Regione Veneto, propone i seguenti emendamenti: Per il Progetto di legge n. 364 "Nuove norme per una politica in materia di cultura, spettacolo ed industria culturale delia Regine del Veneto" Al Capo I, Art. 13, Comma 4: dopo "ville venete", aggiungere " ai palazzi pubblici e privati in contesto urbano ed extraurbano," Per il Progetto di legge n. 350 "Testo unico delle norme regionali in materia di beni, istituti, attività culturali e spettacolo nel Veneto" Al Titolo II, Capo Ili, Art. 8, Comma 1, sub a), 12: sostituire "e i centri storici" con ", quali i centri storici"; Ibidem: dopo "politiche e culturali", aggiungere: " e, in tali contesti, i palazzi e gli edifici monumentali in passato sedi di istituzioni pubbliche e private e residenze delle principali famiglie che segnarono la storia istituzionale, economica e culturale del territorio" '^e-c it Pie5' olei4)'t (/CI/CU. OiOvH A/*il.j rji cT/l le^/U U ''vr /^Cij/ 16 Consiglio Regionale del Veneto - UPA - 26/08/2013 - 0015174 "5 C o ^ £ MEMO FEDERICA ^ Da: SSCOMS.Struttura Inviato: A: Oggetto: Allegati: lunedi 26 agosto 2013 11:36 j f i d e i 26/08/2013 ' Prot : 0015174 Titolano 2.6 MEMO FEDERICA CRV CRV spc-uPA I: Progetti di legge in materia di cultura Raccolta di documentazione locale.doc ^ M (~-/->/ ^ Consiglio Reiiionale ili'/yeitelo Altra osservazione da protocollare. Ap Da: Ronzoni Daniele fmailto:biblioteca(a)abanoterme.netì Inviato: sabato 3 agosto 2013 11:32 A: SSC0M6.Struttura; '[email protected]' Ce: '[email protected]' Oggetto: Progetti di legge in materia di cultura Buongiorno, accogliendo l'invito espresso dalla Sesta Commissione Consiliare Permanente del Consiglio Regionale del Veneto nel corso dell'audizione (29.07.2013) riferita ai Progetti di legge in materia di cultura nn. 350 e 364, invio in allegato un breve contributo sulla raccolta di documentazione locale quale compito fondamentale della biblioteca pubblica. Distinti saluti. Daniele Ronzoni Direttore della Biblioteca Civica di Abano Terme Via Matteotti, 70 35031 Abano Terme Tel. 049 8617975 Fax 049 8617972 e-mail biblioteca(S),abanoterme.net Questo messaggio potrebbe contenere opinioni personali le quali non costituiscono impegni o posizioni ufficiali dell'Ente, salvo sia diversamente indicato. Le informazioni contenute in questo messaggio (comprensivo di eventuali allegati) sono riservate e confidenziali e sono a esclusivo utilizzo del destinatario indicato in indirizzo. Qualora non foste il destinatario del presente messaggio, Vi preghiamo di non leggerlo, di cancellarlo dal Vostro sistema assieme ad ogni documento ad esso allegato e di volerci avvertire immediatamente tramite posta elettronica o telefono. Dato il mezzo di trasmissione utilizzato, sono vietate la duplicazione e/o l'utilizzo del presente messaggio e di ogni documento allegato, così come la relativa divulgazione, senza l'espressa autorizzazione del mittente. Ogni utilizzo improprio è contrario ai principi del D.Lgs. 196/03 e alla legislazione europea. 17 LA RACCOLTA DI DOCUMENTAZIONE LOCALE Per definire l'identità della biblioteca pubblica, occorre attribuire la giusta importanza anche al compito che essa ha di organizzare una raccolta di documentazione locale relativa alla propria comunità di riferimento. Questa raccolta non esplica solo un'attività di conservazione di documenti, bensì preserva e promuove l'identità di una comunità, costruisce ponti tra le generazioni, riattribuisce senso a elementi naturali e antropici del paesaggio. Le linee guida IFLA Unesco dicono che: "La biblioteca pubblica [...] opera anche come memoria del passato raccogliendo, conservando e mettendo a disposizione il materiale che riguarda la storia della comunità e degli individui" (// servizio bibliotecario pubblico: linee guida IFLA/Unesco per lo sviluppo, Associazione italiana biblioteche, 2002, p. 21-22). Raramente, però, vi è la necessaria consapevolezza dell'importanza di tale impegno per la biblioteca pubblica, ne fa fede anche il fatto che la produzione della letteratura professionale italiana in questo ambito è nettamente inferiore rispetto a quasi tutti gli altri argomenti biblioteconomici, in primis la catalogazione. L'unico esempio che ho trovato di forte consapevolezza riguardo a questa missione è rappresentato dall'opuscolo Dal libro alle collezioni (Provincia di Milano, 2002, p. 17): lì addirittura al primo posto degli ambiti di intervento che definiscono il ruolo della biblioteca pubblica viene messa proprio la raccolta di documentazione locale. Per esemplificare alcuni aspetti connessi alla Raccolta di documentazione locale, citerò l'esperienza della Biblioteca Civica di Abano Terme non per immodestia, ma per dimostrare che anche la biblioteca di una città medio-piccola, pur non esprimendo singole punte di straordinaria eccellenza, può vantare la realizzazione fedele e quasi completa dell'ampia proposta presente nel testo di Rino Pensato {La raccolta locale. Principi e gestione, Editrice bibliografica, 2000). Per lo più nelle nostre biblioteche la classica sezione locale comprende testi anche sulla provincia di appartenenza e sul Veneto, e spesso il restante materiale non è né ordinato né catalogato. Così era anche per Abano prima del 2003, quando è cominciato il progetto di raccolta di documentazione locale. Il punto di partenza del progetto è stato il citato libro di Pensato e soprattutto il suo messaggio più importante che afferma che la raccolta di documentazione locale non è innanzitutto una raccolta di documenti, bensì appunto un progetto, perché risponde a una precisa intenzione. Non è principalmente conservazione, ma soprattutto proposta, diffusione di sapere che genera altro sapere. Lo stato della situazione è il seguente: la raccolta è composta da monografìe (suddivise nel fondo di argomento locale, nel fondo delle persone legate ad Abano, nel fondo editori, nel fondo eventi cioè atti di conferenze, cataloghi di mostre, ecc. e nel fondo libri antichi), opuscoli, articoli, documenti multimediali, fotografie, siti, riviste. Infine, ci sono numerosi documenti raccolti in faldoni organizzati a livello archivistico. Si tratta di materiale molto importante che si accresce nel momento in cui la biblioteca diviene punto di riferimento per studiosi e studenti che fanno ricerche sul territorio. Più la biblioteca è in grado di offrire materiale per le ricerche, più viene in possesso di nuovo materiale raccolto appunto nel corso delle nuove investigazioni. E' importante avviare un'opera di conservazione del web, infatti abbiamo incominciato a salvare siti di e su Abano. Certo non è possibile salvare tutto, ma è evidente che la volatilità dei siti è tale che se non si cominciano a salvare i siti più importanti, nulla rimarrà di un rilevante aspetto della vita delle nostre comunità. Le raccolte di fotografie e cartoline sono importantissime. Abano ha il sito www.albumdiabano.it grazie al quale è possibile documentare con oltre 1.000 immagini l'evoluzione del territorio e dei suoi abitanti. La raccolta di documentazione locale, lungi dall'essere una sezione di mera conservazione, è un punto di partenza per un intenso lavoro di promozione culturale le cosiddette attività di estensione: 18 abbiamo fatto pubblicazioni come bibliografie, saggi, cataloghi, atti di convegni. Abbiamo organizzato concorsi per tesi, pubblicità attraverso conferenze, numerosi incontri con autori locali e abbiamo allestito mostre. Abbiamo creato anche degli itinerari per riscoprire il territorio, in ciò saldandoci anche alla vocazione turistica del paese. In conclusione, è importante che la nuova legge regionale sulla cultura nel definire l'identità della biblioteca pubblica sottolinei l'importanza della raccolta di documentazione locale, la cui organizzazione potrà essere oggetto di successive disposizioni regolamentari. 19 Consiglio Regionale del Veneto - UPA - 26/07/2013 - 0013922 ' E T Tel 049.8755698 Fax 049.663561 [email protected] www.centrostudiluccini.it c.f. 92024740281 Part. Iva 04034910283 - CENTRO STUDI T O j R E beato p e l l e g r i n o , 16-35137 P A D O V A LUCCINI ONLUS ^ Consiglio Regionale del Veneto I del 26/07/2013 Prot: 0013922 Titolario 2.6 CRV CRV spc-UPA Audizione VI Commissione Regione Veneto: Progetto di legge n.350; Progetto di legge n.364 Osservazioni Premessa Il Centro Studi E. Luccini è un'associazione Onlus, con personalità giuridica. L'associazione si propone di reperire documentazione, nonché di promuovere ed organizzare attività di ricerca, studio, formazione, pubblicazione e divulgazione attinenti sia alla storia moderna e contemporanea, sia alla storia del movimento operaio e popolare del Veneto nelle sue varie espressioni sociali, culturali e politiche. Conserviamo più di un centinaio di archivi privati riconosciuti di notevole interesse storico dalla Soprintendenza archivistica del Veneto e di "interesse locale" dalla Regione Veneto, così come la nostra biblioteca che vanta un patrimonio di oltre 40.000 volumi. Ci apprestiamo a festeggiare, nel 2015, trent'anni armi di vita associativa e di intensa attività culturale. I nostri archivi, (cartacei, fotografici, di manifesti e volantini, audiovisivi e testimonianze orali) assieme alla biblioteca specialistica, all'emeroteca e alla raccolta di letteratura grigia compongono un grande centro di documentazione della storia politico, sociale e sindacale del '900. Si tratta, oramai, di una complessa infrastruttura culturale che ospita ricerche e progetti di culturali di alto livello. Inoltre, siamo i coordinatori della rete degli archivi storici della CGIL del Veneto e nel Comitato scientifico della Rete nazionale dei centri di documentazione della CGIL rappresentiamo le strutture del nord Italia. 20 Osservazioni al progetto di lg. 350 Esprimiamo la nostra soddisfazione per l'impianto generale della legge che, finalmente, mette in evidenza il legame cultura-risorsa economica (art. 2 lett. e). Ottimo anche il proposito di individuare e supportare istituzioni culturali di eccellenza (art. 2 lett. h). Tuttaviarilevieimoche: - E' poco evidente il legame cultura-archivi-biblioteche mentre molto spazio viene dato alla valorizzazione dei beni museali, della lirica, dello spettacolo e delle risorse audiovisive. - Ancora una volta non si parla con nettezza di Istituti cultuali privati nell'ambito della conservazione dei beni archivistici e bibliografici. Così, un esempio per tutti, nell'or/. 8 comm. 5 e comm. 10 si parla genericamente di "istituzioni culturali". In una situazione di oggettiva mancanza di fondi come la presente si rischia di concentrare il sostegno sulle istituzioni pubbliche destinando le strutture come il Luccini o come la Fondazione Pellicani o gli Istituti per la Storia dell'Età Contemporanea e della Resistenza (l'elenco potrebbe durare a lungo) a ruoli marginali e al ridimensionamento della loro attività (se non alla chiusura) all'interno della vita culturale veneta. - All'art. 18 si punta all'aumento delfinanziamentoprivato nel settore culturale. La nostrarichiestaè che questi sgravi siano allargati anche aifinanziamentiagli Istituti privati per metterci in grado di poter pianificare efficaci politiche di fund raising così diffuse, ormai, su tutto il territorio europeo - All'art. 10 si punta il focus sull'imprenditoria giovanile nel settore della cultura. In generale, ci sentiamo di affermare che se il sistema deifinanziamentirimarrà basato sul sostegno a progetti che non possono contemplare spese di gestione ordinaria difficilmente \'art. IO vedrà una sua effettiva efficacia nel tessuto produttivo veneto Osservazioni al progetto di lg. 364 Esprimiamo la nostra soddisfazione per l'accento che la legge mette, in più punti, sulla necessita di creare cooperazione (art. 12 e art. 18 comm. 2) che lavorano nel campo dei beni e dei servizi culturali. Riteniamo che solo la condivisione di pratiche, energie, idee e buone pratiche sia 21 - All'art. 17 non troviamo accenni alle biblioteche gestite da istituti privati e aperte al pubblico. Queste biblioteche sono numerose sul territorio regionale e molte di esse, come il Centro Luccini, operano già all'interno del Sistema Bibliotecario Nazionale. L'importanza di queste biblioteche risiede nella specializzazione del materiale conservato e nel radicamento nel proprio territorio di rifermento che garantiscono la raccolta di volumi conservati in unica copia sul territorio regionale e nazionale. - All'art. 18 vogliamorichiamarele osservazioni precedentemente esposte all'art. 8 del progetto di legge 350 e che qui sintetizziamo: affermare che "la Regione: promuove e sostiene forme associative permanenti tra i soggetti proprietari o detentori degli archivi di carattere sia territoriale che tematico, al fine di assicurare un'ottimale gestione, fruibilità e valorizzazione del patrimonio documentale, anche tramite l'utilizzo di personale qualificato comune" presuppone politiche di finanziamento della gestione ordinaria che possano comprendere anche le spese del personale assunto a tempo indeterminato e le spese di gestione corrente delle sedi di conservazione/consultazione. Solo una politica di finanziamento così strutturata può fornire garanzie per la costruzione di professionalità e di programmazione culturale. Altrimenti, riteniamo, gli interventi sararmo episodici e legati all'utilizzo di personale precario. - All'art. 21 si citano ifinanziamentieuropei. Riteniamo che ci sia molto spazio per il finanziamento europeo nell'ambito degli Istituti culturali privati se la Regione mettesse in campo politiche di coordinamento e di messa in comunicazione con analoghe strutture europee. Relazioni che le nostre strutture non sono in grado né di tessere né di mantenere attive ma che sicuramente la Regione Veneto potrebbe facilitare creando canali di comunicazione che gioverebbero anche agli altri settori produttivi regionali. Un esempio per tutti: la fornitura di servizi e materiali di restauro del libro e del documento da parte delle aziende venete a Istituti culturali europei, Padova, 25 luglio 2013 faceiite funzioni 22 Consiglio Regionale del Veneto - UPA - 26/08/2013 - 0015166 ^ Consiglio Regionale del Veneto I del 26/08/2013 Prot.: 0015166 Titolarlo 2.6 CRV CRV spc-UPA MEMO FEDERICA Da: Inviato: A: Oggetto: Allegati: SSC0M6.Struttura lunedì 26 agosto 2013 11:30 MEMO FEDERICA I: Audizioni Progetti di legge n. 350 e 364 Osservazioni per Regione Veneto.pdf Priorità: Alta Osservazione ulteriore da mandare a protocollo generale. AP. Da: Centro Studi Maritain rmailto:[email protected] Inviato: domenica 18 agosto 2013 21:37 A: SSC0M6.Struttura Oggetto: Re: Audizioni Progetti di legge n. 350 e 364 Priorità: Alta Con la presente inviamo, in allegato, alcune osservazioni che il Presidente del Centro Studi Jacques Maritain, prof. Luca Grion, desidera sottoporre all'attenzione dei membri della Sesta Commissione Consiliare in riferimento ai Progetti di legge n. 350 e 364. Cordiali saluti, La segreteria Centro Studi Jacques Maritain Palazzo Vescovile Via dei Seminario, 19 30026 - Portogruaro (VE) tel. +39.0421.760323 fax. +39.0421.74653 sito: www.centrostudimaritain.ora 23 Centro Stu.di Jacques Maritain Presidente Portogruaro, 19 agosto 2013 Prot. 28/2013 Alla c. a. del membri della Sesta Commissione Consiliare REGIONE DEL VENETO Facendo seguito all'audizione presso la Sesta Commissione Consiliare dello scorso 25 luglio (audizione dedicata all'analisi dei Progetti di legge numero 350 e 364), con la presente vorrei richiamare i punti essenziali esposti durante il mio intervento. Innanzi tutto desidero rinnovare il mio apprezzamento per la volontà di istituire una progettazione pluriennale che possa garantire una più efficace e incisiva azione da parte degli enti culturali. Ugualmente positivo è il mio giudizio relativamente alla valorizzazione del settore culturale inteso, anche, come attore economico strategico sul quale investire. Opportuna, infine, la volontà di valorizzare quei soggetti che sono in grado di attrarre risorse sul territorio, garantendo significative quote di cofinanziamento rispetto ai progetti sottoposti all'attenzione regionale. A fronte di questi elementi positivi, di seguito mi permetto di segnalare alcune criticità che sottopongo all'attenzione della Commissione. 1) Tra le priorità che la Regione si pone nel momento in cui immagina un riordino delle politiche culturali, accanto alle opportune forme di tutela della grande tradizione artistica veneta (musica, teatri, musei, ecc.), credo sarebbe auspicabile inserire anche un riferimento esplicito all'importanza di favorire una efficace divulgazione dei risultati della ricerca scientifica, sociale e umanistica. Il territorio veneto ospita alcuni tra i più prestigiosi atenei italiani (basti guardare le recenti statistiche sulla qualità della ricerca prodotte dall'ANVUR), confermandosi via Seminario, .19 - Portogruaro (VE) - 1-30026 Italia tel. +39 0421 76 03 23 - fax +39 0421 74 653 - R Iva 0371730027.5 mailto: [email protected] - www.ceruTosLudi-tnaritain.eu - www.inaritain.eu 24 Centro Studi Jacques Maritain come culla della ricerca sia in ambito scientifico che umanistico. Ciò di cui si avverte l'esigenza è, a mio avviso, un'intelligente opera di "trasferimento" delle conoscenze dal mondo accademico alla società. A tal fine andrebbero valorizzate e incentivate quelle agenzie culturali che, programmaticamente, si propongono come un "ponte" tra ricerca accademica e diffusione culturale; la loro azione consente infatti di rendere l'eccellenza universitaria una risorsa effettiva di crescita culturale per l'intero territorio regionale. A tal fine vorrei proporre un emendamento che, in riferimento alle azioni sostenute e promosse in via prioritaria dalla Regione del Veneto, valorizzi esplicitamente la divulgazione dei risultati della ricerca scientifica, sociale e umanistica. 2) Un secondo aspetto critico riguarda, a mio avvio, uno dei requisiti previsti all'art. 26 della Proposta di Legge n. 364, laddove tra i criteri indicati come essenziali al fine di riconoscere lo status di "Istituzione culturale di rilevanza regionale" vi è «l'attività di studio e ricerca della storia e della cultura veneta». A mio avviso tale specificazione, qualora abbia carattere esclusivo, rischia di indirizzare le politiche culturali della Regione verso una concezione tendenzialmente localistica, prospettando una cultura del territorio ripiegata su se stessa anziché capace di aprirsi al mondo; al contrario la forza della cultura riposa nella sua universalità. Proporrei quindi di affiancare alla valorizzazione della cultura veneta l'attività di quelle istituzioni del territorio che, proprio occupandosi di questioni non necessariamente localizzabili sul territorio, sono capaci di attrarre interesse da tutto il Paese. 3) Un ultimo aspetto che credo andrebbe valorizzato è il sostegno a quegli attori culturali che sono in grado di "educare alla cultura", ovvero che contribuiscono a far maturare la sensibilità culturale del territorio. Nella misura in cui si investe, anche economicamente, sul settore cultura risulta prezioso accompagnare tali politiche con azioni capaci di incrementare la capacità di fruizione culturale da parte del territorio. Grato per l'opportunità concessa, saluto con viva cordialità. /Auca ^c^rì ^ via Seminario, 19 - Portogruaro (VE) - I.-30026 Italia tel. +39 0421 76 03 23 - fax +39 0421 74 653 - E Iva 03717300275 mailto: [email protected] - wwwLcenrrosrudi-maritain.eu - www.maritain.eu 25 Consiglio Regionale del Veneto - UPA - 02/08/2013 - 0014402 CGIL 3 Consiglio Regionale del Veneto I del 02/08/2013 Prot.: 0014402 Titolarìo 2.6 CRV CRV spc-UPA ^VENirO il Segretario Generale 30 luglio 2013 prot. 167.2013/VA Al Presidente della Sesta Commissione Consiliare Al Segretario della Sesta Commissione Consiliare Consiglio Regionale del Veneto Oggetto: PdL n. 350 "Nuove norme per una politica in materia di cultura, spettacolo ed industria culturale nella regione Veneto"; PdL 364 "Testo unico delle norme regionali in materia di beni, istituti, attività culturali e spettacolo nel Veneto" In merito alle proposte di legge in materia culturale non essendoci stato possibile, per impegni improcrastinabili, partecipare all'audizione del 29 luglio, la CGIL del Veneto trasmette alla Commissione le valutazioni sotto riportate. Distinti saluti il Segretario generale CGIL Veneto Emilio Viafora CGIL V e n e t o - V i a Peschiera, 5 - 30174 Mestre tel. 041.5497825 fax 041.5497929 - e - m a i l segreteria.generate'gveneto.cgil.it 26 CGIL vmÉTd OSSERVAZIONI DELU CGIL VENETO Al PROGETTI DI LEGGE: PdL n. 3 5 0 "Nuove norme per una politica in materia di cultura, spettacolo ed industria culturale nella regione Veneto"; PdL 3 6 4 "Testo unico delle norme regionali in materia di beni, istituti, attività culturali e spettacolo nel Veneto" Il progetto di legge 350, Nuove norme per una politica in materia di cultura, spettacolo ed industria culturale della regione del Veneto, si caratterizza come tentativo di inaugurare un nuovo corso per la politica culturale della Regione Veneto, laddove il progetto 364, Testo unico delle norme regionali in materia di beni, istituti, attività culturali e spettacolo nel Veneto, si propone, in continuità con quanto predisposto dalle precedenti Legislature, un riordino della normativa, in particolare delle leggi regionali 50, 51, 52 del 1984, già in parte modificate e abrogate. Complessivamente, anche per l'esplicito riferimento a condivisibili principi di ispirazione (art. 2), la proposta 350 presenta un assetto piij organico e volto a rendere piij dinamico il tessuto culturale della regione. Va notato che, pur nel perseguire il "riconoscimento delle specificità del patrimoni culturale veneto" (art. 2, f), nella 350, non si fa mai riferimento a una "identità veneta", mentre nella 364 il richiamo a tale concetto serpeggia lungo tutto il testo. Questo elemento ci pare fortemente caratterizzante e dirimente rispetto all'idea di evoluzione della società regionale sempre più interessata ad un significativo e positivo fenomeno di apertura multiculturale e multireiigiosa che arricchiscono il già ricco patrimonio di produzione culturale della regione. Del resto, poiché risulta difficile individuare quale sia l'identità culturale veneta, unica ed esclusiva, una politica culturale degna di tale nome dovrebbe esplicitare, fra le sue finalità, la promozione e il sostegno delle diverse civiltà e culture presenti in una regione tanto piij ricca e complessa quanto piij luogo di incontro di tradizioni, stili di vita, credenze, valori. Una politica per la cultura non può che essere multiculturale. Accogliente e inclusiva. Altrettanto prioritario risulta perciò ribadire il nesso immediato fra culture (ai plurale) e cittadinanza, che rappresenta non solo la condizione di una fattiva inclusione sociale e di una riqualificazione territoriale che sottragga al degrado aree e gruppi sociali, ma anche l'opportunità di spazi di espressione per tutti i potenziali talenti. Il legame tra gli stimoli provenienti dalle molteplici elaborazioni del sapere e delle culture e le occasioni di crescita sociale, sia per i singoli che per la società tutta, è evidente e va favorito, attraverso una politica per le culture e per i saperi. Per la cittadinanza. CGIL Veneto - Via Pesctiiera, 5 - 301 74 Mestre tel. 041.5497825 fax 041.5497929 - e-mail segreteria.generaleSveneto.cgil.it 27 Rispetto al Veneto appare necessario e urgente un salto di qualità del modello culturale - e quindi anche sociale e industriale - attraverso un concreto investimento nella risorsa delle culture, quale occasione per valorizzare sia il patrimonio naturalistico e ambientale nella direzione del turismo e dei beni culturali, sia per contribuire allo sviluppo del cosiddetto "capitale umano", attraverso la sinergia di attività culturali e percorsi formativi, dell'istruzione, dell'università e della ricerca. Da questo punto di vista, seguendo lo spirito dell'art. 9 della Costituzione, sembra opportuno osservare che cultura (noi diremmo "culture") e ricerca scientifica devono essere in ugual misura promosse e salvaguardate, in quanto capisaldi che procedono congiuntamente e insieme costituiscono un motore dello sviluppo non solo economico, ma anche umano e sociale. Perciò è auspicabile una chiara definizione di tutti i soggetti che producono cultura/e, conoscenza, ricerca e che, a vario titolo, concorrono a una nuova qualità dei processi e dei prodotti culturali scientifici e tecnologici, quali destinatari di una politica culturale, ovvero di una politica per le culture e per i saperi, di ampio respiro in prospettiva di medio-lungo termine. Cultura e ricerca, in quanto rappresentano un sicuro volano dello sviluppo, non devono essere assistite, ma sostenute e promosse. Affrontarne l'evoluzione attraverso strumenti quali la programmazione può rivelarsi strategico, soprattutto se le linee di intervento e gli obiettivi da perseguire sono decìsi con l'apporto di tutti i soggetti coinvolti nell'industria culturale e scientifica - enti, associazioni, istituti, organizzazioni, parti sociali, ecc. - al fine di individuare le azioni che possono favorire il pluralismo delle espressioni delle culture e dei saperi. La partecipazione alla programmazione va intesa nella forma piij ampia sia per quanto riguarda la destinazione delle risorse, sia per la valutazione della qualità del loro impiego che contribuisca al miglioramento continuo. Deve rispondere alle logiche di sviluppo e di salvaguardia degli asset locali, consentendo il coinvolgimento di tutti i soggetti politicamente e socialmente attivi sul territorio, in un'ottica di coordinamento e di promozione di progetti di qualità. Si tratta di attivare una politica trasparente ed efficiente in materia di finanziamento delle iniziative che contribuiscano alla salvaguardia, all'innovazione alla diffusione e allo scambio di produzioni materiali e immateriali. In questo ambito si tratta da una parte di assicurare finanziamenti agli Istituti che producono studi, progetti e ricerche scientificamente riconosciuti non solo in ambito regionale, e dall'altra prevedere veri e propri concorsi di idee progettuali che andrebbero valutati da apposita commissione costituita da altissime figure intellettuali regionali e nazionali. In uno scenario economico e istituzionale sempre più condizionato dalle politiche europee, come quello attuale, risulta assolutamente prioritario rafforzare il legami con i Paesi europei ed esteri per favorire il network culturale e scientifico e la circolazione di beni comuni quali appunto cultura e ricerca. Restando alla Comunità europea, si impone un utilizzo efficiente ed efficace delle risorse cui la Regione Veneto può, e deve, attingere ai fondi dell'Unione Europea anche allo scopo di intensificare i rapporti e la collaborazione con culture e saperi di ogni provenienza in una logica di accrescimento del valore delle nostre produzioni culturali e scientifiche. CGIL Veneto - Via Peschiera, 5 - 30174 Mestre tel. 041.5497825 fax 041.5497929 - e-mail segreteria.generaleSveneto.cgil.it 28 Il nodo del finanziamento di progetti e interventi ad alto valore aggiunto sul piano culturale e/o innovativi sul piano della ricerca costituisce un aspetto dirimente e richiede una regolamentazione snella che garantisca l'oggettività dei criteri di approvazione di proposte di qualità, che ne permetta rapidamente l'attivazione per innescare utilizzazioni e fruizioni virtuose che contribuiscano alla ripresa dello sviluppo e dell'occupazione. L'abbandono di qualsiasi forma di arbitrarietà nelle valutazioni progettuali e l'applicazione di metodi di misurazione oggettivi e condivisi, costituiscono la premessa a una programmazione pubblica attenta ai tempi e alle entità degli inten/enti, che non può che valorizzare lavoro, impegno, progettualità, visione futura e interessare strategicamente il bilancio delle città e della Regione. L'evoluzione delle professioni e della qualità del lavoro trovano nelle produzioni culturali e nella crescita dei saperi rappresentano un potenziale altissimo che va maggiormente valorizzato guardando al Veneto del futuro oltre l'attuale crisi. Le opportunità di sviluppo sono strettamente connesse all'evoluzione del "capitale umano". Basti pensare che il patrimonio artistico, il know how culturale, l'innovazione moltiplicano il loro valore e si autoalimentano attraverso la messa in circolo, la creazioni di reti e di alleanze, lo scambio e così via, dando luogo a un indotto di proporzioni difficilmente quantificabili, un'esternalità assolutamente positiva, che va governata e regolamentata. Da questo punto di vista, il rafforzamento delle sinergie fra istruzione, ricerca, formazione, turismo, ambiente, manifestazioni culturali, artistiche costituisce un percorso indispensabile e urgente anche per una trasformazione ed evoluzione del manifatturiero veneto e del sistema delle Imprese che hanno bisogno di una valorizzazione delle professioni, le piij disparate, che gravitano nella galassia delle produzioni artistiche, culturali, scientifiche e tecnologiche. Perciò una politica per le culture e per i saperi dovrà pensare anche a profili professionali nuovi e affrontare in maniera sistematica le diverse esigenze di chi è occupato in settori in continua evoluzione. Va da sé che un approccio al lavoro e alla formazione professionale di lavoratori delle culture e della ricerca dovrà prevedere un coinvolgimento diretto delle partì sociali oltre che delle istituzioni dedicate, per un equilibrato riordino delle attività e delle regole contrattuali. Si rende necessario ed improcrastinabile uscire dalla vecchia logica che confina la cultura come "settore" a una politica per le culture e per i saperi come beni comuni, come azione di sistema. Occorre cioè una concertazione delle politiche culturali su vasta scala, per sviluppare strategìe e sinergie fra le diverse realtà in grado dì proporre, elaborare e valutare progetti di qualità. In questo modo potrà essere allargato il raggio di ricaduta delle risorse economiche disponibili e realizzata una governance delle culture e dei saperi che coinvolga nei processi decisionali ì soggetti polìtici e sociali pìij rilevanti del territorio. Luglio 2013 CGIL Veneto - Via Peschiera, 5 - 30174 Mestre tel. 041.5497825 fax 041.5497929 - e-mail segreteria.generaleS veneto.cgil.it 29 SSC0M6.Struttura Da: Inviato: A: Oggetto: Allegati: Per conto di: [email protected] <[email protected]> mercoledì 31 luglio 2013 12:03 SSC0M6.Struttura POSTA CERTIFICATA: Osservazioni PdL n 35 e Pdl n 364 daticert.xml; postacert.emi (289 KB) Priorità: Alta -Questo è un Messaggio di Posta Certificata-II giorno 31/07/2013 alle ore 12:03:18 (+0200) il messaggio con Oggetto "Osservazioni PdL n 35 e Pdl n 364" è stato inviato dal mittente "cgilveneto(5)pec.ìt" e indirizzato a: [email protected] Il messaggio originale è incluso in allegato, per aprirlo cliccare sul file "postacert.emi" (nella webmail o in alcuni client dì posta l'allegato potrebbe avere come nome l'oggetto del messaggio originale). L'allegato daticert.xml contiene informazioni di servizio sulla trasmissione L'identificativo univoco di questo messaggio è: [email protected] 30 Consiglio Regionale del Veneto - UPA - 30/07/2013 - 0014161 Comune di Padova Settore Musei e Biblioteche Direzione I^ (^^(SUfpìT^ P K9t/b T1--^ ''^J^^ Oggetto: Consultazione del 29 luglio 2013. Osservazioni ^ Consiglio Regionale del Veneto I del 30/07/2013 Prot: 0014161 Titolano 2.6 CRV CRV spc-UPA L Nel valutare positivamente la volontà di semplificazione sottesa alle due proposte di le^gge, si fa presente che più volte e in varie sedi si è sottolineata la necessità di un adeguamento nonnativo che, purtroppo, da nessuno dei due progetti è preso in considerazione, nel momento in cui si va ad abrogare quasi del tutto l'apparato legislativo preesistente. Volentieri si presentano le osservazioni alle quali si è stati invitati nella convocazione. Progetto di legge n. 364 Testo unico delle norme regionali in materia di Beni, Istutit, Attività Culturali e Spettacolo nel Veneto. Osservazioni Neil'apprezzare l'intento della Giunta Regionale del Veneto nel proporre un Testo Unico per le leggi summenzionate, ci si permette di avanzare osservazioni volte alla necessità di normare temi legati alla formazione, all'accreditamento, alla classificazione. Per quanto riguarda le motivazioni della riforma, si condivide l'osservazione che le precedenti leggi regionali hanno permesso un'efficace azione, in particolare per quanto riguarda Biblioteche, Archivi, Musei. Tali leggi erano infatti concepite anche con l'intento di offrire un sostegno strutturale alle Istituzioni, le quali hanno potuto indirizzare positivamente il rapporto sviluppatosi con la Regione. In particolare in dette leggi sono contenuti elementi normativi che permettono le azioni di riconoscimento, classificazione, strutturazione degli istituti di cultura. Nel presente progetto è apprezzabile l'intento di favorire le capacità di elaborazione di progetti culturali e di indirizzare ifinanziamentisu azioni di valorizzazione costruite sulla base di una progettualità ampia e condivisa. Tale impostazione va però integrata salvaguardando la funzione legislativa della Regione. L'attuazione di programmi di lungo respiro sarà senz'altro favorita dall'esistenza di direttive e norme che armonizzino la strutturazione delle diverse istituzioni e ne definiscano le competenze al loro intemo. Nel Titolo II, ai capi I, II, III appare indispensabile salvaguardare, con eventuali aggiornamenti, una serie di elementi pesenti nella legislazione precedente. Tali elementi, a suo tempo introdotti anche grazie a deleghe dello Stato risalenti agli anni settanta, contemplano le competenze della Regione nel definire le modalità di classificazione degli Istituti, delineare la loro fisionomia in rapporto agli organici tecnici, individuare i servizi da erogare. Le procedure di accreditamento, previste anche in relazione alle forme di recepimento regionale degli standard approvati a livello nazionale, necessitano infatti di comuni elementi di riferimento per definire la struttura operativa. In tale senso si tenga presente che i documenti relativi agli standard sono costruiti con una componente di prescrizione ma soprattutto con componenti di indirizzo, le quali non si rivelano sufficienti a stabilire quei punti fermi normativi dei quali gli istituti necessitano per la loro gestione e il loro sviluppo. 35121 Padova - Italia Via Porciglia, 35 tel. 049 8204513 - fax 049 8204566 e-mail: [email protected] 31 Le indicazioni contenute nel documento di approvazione degli standard sono state concepite a "maglie larghe" per poter favorire l'accreditamento del maggior numero possibile di realtà. Nello stesso tempo il coordinamento di un sistema ampio come quello della Regione del Veneto, si ritiene debba poggiare su punti fermi, stabiliti con provvedimento legislativo. Anche ai fini del sostegno regionale agli interventi di conservazione, si rivela opportuno, prima di abrogare tout court la legislazione sinora vigente, concludere il percorso di classificazione degli Istituti accreditati. Si fa presente che l'ultima classificazione è stata data dallo Stato nel 1965 e poi non vi si è più messo mano. L'erogazione dei contributi per la conservazione non può essere esclusivamente collegata all'attuazione di progettualità, ma si deve basare su di una attenta mappatura della fisionomia e necessità degli Istituti. In tal senso si fa presente che fra i compiti delegati dallo Stato, ribaditi negli standard di sviluppo per i Musei approvati con decreto ministeriale del 27 luglio 2001, recepiti dalla Regione Veneto, che nella Legge 11/2001 alla lettera C precisa che è compito della Regione stabilire gli organici dei Musei in accordo con gli standard elaborati a livello nazionale ed europeo; quanto espresso all'art. 3 lettera e, non sembra sufficiente ad assolvere a questa funzione. In particolare all'art. 2 lettera h, andrebbe esplicitata la tipologia di servizi passibili di diffusione e sostegno grazie alla Regione. Art. 4 sarebbe bene allegare la definizione dei criteri per le modalità adottate alfinedi individuare le principali istituzioni culturali. L'individuazione su base di programmazione triennale sembra essere concepita per favorire esclusivamente iniziative selezionate su aspetti progettuali, senza tenere conto della strutturazione degli Istituti. Se l'articolo così concepito sembra rafforzare l'operatività, in realtà non offre adeguato supporto strutturale proprio a quei soggetti che dovrebbe mettere in grado di produrre al meglio, anche in collaborazione con la Regione. Art. 5 e 6 si conferma che la programmazione triennale e annuale possono rivelarsi strumento efficace, ma in particolare per specifiche progettualità. Non si comprendono le modalità attraverso le quali la Regione intenda sostenere il suo sistema, implementando l'azione degli enti proprietari che, naturalmente, devono provvedere alla parte basilare del sostegno dell'attività degli Istituti. Art. 7 si prevede il ricorso ad atti di indirizzo per l'attuazione dei contenuti dei piani annuali. Se lo strumento si può rivelare positivo per l'attuazione di programmi specifici e in particolare di collaborazione, l'atto di indirizzo sembra insufficiente per perpetuare il sostegno strutturale sinora offerto dalla Regione alle diverse Istituzioni, in termini di conservazione, ordinamento, catalogazione e valorizzazione del patrimonio. Si tenga conto che la legislazione vigente, con la concessione di un contributo etreamamente contenuto, vincola comunque i percettori all'effettuazione degli interventi approvati. Inoltre, pur individuandosi nell'articolo le priorità, non si stabiliscono criteri obiettivi di valutazione, né le modalità per individuarli. Art. 13 risulta troppo selettivo porre in una posizione di rilievo i siti UNESCO. La procedura per ottenere questo riconoscimento è assai complessa e non tutti i soggetti sono in grado di sostenerla e con le attuali ristrettezze alcuni soggetti potrebbero non essere più in grado di garantire l'inegrità dei piani di gestione a suo tempo approvati per il riconoscimento. Inoltre UNESCO tendenzialmente evita la concessione del riconoscimento a più realtà diverse all'interno della stessa area urbana, seguendo l'indirizzo dell'accreditamento di situazioni di valenza territoriale, contemplando anche la compresenza di diversi soggetti proprietari. Ciò 32 vuol dire che situazioni di sicura eccellenza, meta abituale di centinaia di migliaia di visitatori, ma non in possesso del suddetto riconoscimento, potrebbero essere escluse dalla posizione di rilievo individuata dalla Regione. Art. 15 si rivelerebbe opportuna una declaratoria che definisse quali servizi culturali e quali standard minimi debbano essere offerti per le diverse situazioni in rapporto all'accreditamento e alla classificazione. Art. 16 per la costituzione del sistema museale regionale si rivela fondamentale, anche ai fini dell'individuazione degli obiettivi da perseguire, il processo di classificazione, individuando modalità e temi per il suo espletamento. Si rivelerebbe utilissima l'eplicitazione dei requisiti minimi. Mancano i criteri per la messa a punto di una mappatura volta a definire l'articolazione del sistema. Manca l'individuazione degli organi attuativi, che non può essere demandata a soi atti di indirizzo. Art. 17: la formulazione di questo articolo, così come anche del successivo, si regge su un'ambiguità lessicale. Non si afferra chiaramente la portata del termine 'sistema' (co. 1 'sistemi di servizi informativi e documentari'; co. 2 'articolazione in sistemi di servizi interconnessi'; co. 3 'sistemi di servizi organizzati in biblioteche singole e da più biblioteche insieme'), per cui non si afferra se sia da intendere in accezione tecnica (organizzazione funzionale di più uffici con gestione unitaria, come il Sistema bibliotecario del Comune di Padova) o in senso molto generico (equivalente a 'modalità'), dato che vi si fa riferimento anche relativamente a una singola biblioteca. NB: a questo proposito, vale la pena di ricordare che il progetto regionale di Misurazione e Valutazione (PMV) ha da alcuni anni adottato il termine 'sistema' in accezione tecnica, co. 7 e 8: si prevede che gli atti di indirizzo di competenza della Giunta riguardino anche (co. 7 punto b) l'articolazione dei sistemi di servizi bibliotecari, compresa la loro organizzazione, i requisiti minimi (co. 8 punto a) e le procedure di gestione delle raccolte (punto g). Pare che in tale modo un organo politico si attribuisca competenze di carattere strettamente gestionale. Art. 19 il sostegno previsto per la conservazione è espresso in termini che non consentono di comprendere il percorso per adire all'individuato sostegno. II demandarlo a specifici progetti cela il rischio di instaurare procedure episodiche, al di fuori della ricognizione indispensabile al fine di indiividuare priorità ed eccellenze. 33 Progetto di legge n. 350 Nuove norme per una politica in material di Cultura, Spettacolo ed Industria Cultuale della Regione del Veneto. Osservazioni Si considera come fortemente positivo l'intento di perseguire un'integrazione sempre più fattiva fra tutti i soggetti che esprimono cultura, considerandola elemento centrale del nostro sistema. Art. 3 l'introduzione del tema della concertazione andrebbe definita secondo le modalità e l'individuazionde dei campi di intervento. Art. 5 la programmazione non può essere la sola forma di intervento. Si rivela utile per perseguire specifiche finalità, non per la gestione della complessità di un patrimonio che si configura come vero e proprio sistema, sul quale solo la Regione può offrire, dal punto di vista istituzionale, un apporto di coordinamento e indirizzo tra tante realtà dotate di spiccata individualità, rispondenti e enti e soggetti proprietari diversi. All'interno di questo sistema, per archivi, biblioteche e musei, si rivelerebbe utile una trattazione particolare, in quanto sono questi i soggetti detentori della parte di maggiore rilevanza del patrimonio stabile (soggetto a complessità di gestione) e dell'identità più profonda. Art. 6 si dovrebbe prevedere la presenza di un allegato che definisca le grandi istituzioni e i criteri per il loro riconoscimento. II numero dei soggetti individuati in prima battuta potrebbe essere significativamente integrato Al co. 1 : i termini di approvazione dei piani esecutivi annuali (30 novembre), a valere per l'anno solare successivo, non appaiono congrui con le esigenze di programmazione e di formulazione delle proposte di bilancio per le amministrazioni locali Art. 8/4 si saluta favorevolmente il riferimento dell'attualità di leggi sinora operanti e si raccomanda di ribadire nelle nuove stesure gli elementi validi in esse contenuti. Art. 12 si raccomanda, con gli Enti e i soggetti a vario titolo titolari del patrimonio una adeguata concertazione al fine di individuare congiuntamente azioni volte alla costruzione di strutture comuni, che vedano il concorso di tutti i soggetti che svolgono attività di conservazione, ricerca, studio, valorizzazione. Art. 20 l'abrogazione della LR 50/84 con la sola esclusione dellart. 8 lascia un vuoto normativo che non viene colmato da alcuna altra norma contenuta nella proposta di legge. Specifiche competenze della Regione e attribuzioni ricevute dallo Stato vengono così lasciate nel vuoto. L'intero comparto necessita di adeguamento normativo in termini importanti. No si tratta di procedere a omologazione delle strutture, ma di cercare di far raggiungere a tutte le istituzioni fisionomie gestionali compatibili ad azioni di rete in forma sempre più integrata. Art. 22 la creazione di un Fondo unico, così come espresso, indebolisce le realtà di minore entità per la congenita difficoltà di adire afinanziamentiche richiedano un percorso di particolare complessità. Varmo studiate specifiche norme per il sostegno di tutti quegli elementi che, pur di minore visibilità, fanno parte del panorama culturale veneto. 34 Art. 50: A proposito delle mediateche, ricompare un concetto di "rete", da chiarire come più sopra il "sistema" delle biblioteche. Al co. 1 punto a), elencando i destinatari, sono messe al primo posto le istituzioni scolastiche e universitarie: in contrasto, ci pare, con il concetto di struttura pubblica che privilegia al primo posto il cittadino (ora in accezione nazionale e comunitario) in quanto tale. Il Direttore MUSEI E BiBUOTECHE Dr. Dfividé^nzato 35 Consiglio Regionale del Veneto - UPA - 30/07/2013 - 0014200 ^ Consiglio Regionale del Veneto Idei 30/07/2013 Prot: 0014200 Titolarlo 2.6 CRV CRV spc-UPA SSCOM6.Segreteria Allegati: [email protected] per conto di [email protected] lunedì 29 luglio 2013 17:42 SSC0M6.Segreteria; CENCI VITTORINO Progetto di legge n.350. Proposta di legge di iniziativa dei Consiglieri Nereo Laroni, Vittorino Cenci, Roberto Fasoli, Gustavo Franchetto, Pietrangelo Pettenò e Cario Alberto Tesserin relativa a: "NUOVE NORME PER UNA POLITICA IN MATERIA DI CULTURA, SP... CENCI_AUDIZ-290713_PEDRON 290713.pdf Priorità: Alta Da: Inviato: A: Oggetto: AI1./1 Segreterìa di Direzione CONFINDUSTRIA VENETO Via Torino, 151/C 30172 Mestre-VENEZIA Tel 041 2517511 Fax 041 2517571 E-mail direzione@confìndustria.veneto.it 36 CONFINDUSTRIA Veneto // Dirciiuiv Cicncrah' Preg.mo dr. Vittorino CENCI Presidente Sesta Commissione Consiliare Consiglio Regionale del Veneto Palazzo Ferro Fini San Marco 2322 30124 Venezia Mestre, 29 luglio 2013 Oggetto: Progetto di legge n.350 Proposta di legge di iniziativa dei Consiglieri Nereo Laroni, Vittorino Cenci, Roberto Fasoli, Gustavo Franchetto, Pietrangelo Pettenò e Carlo Alberto Tesserin relativa a: "NUOVE NORME PER UNA POLITICA IN MATERIA DI CULTURA, SPETTACOLO ED INDUSTRIA CULTURALE DELLA REGIONE DEL VENETO". In merito al Progetto di legge indicato in oggetto e come anticipato nel corso della audizione odierna da parte della nostra Anna Bordignon, trasmettiamo di seguito le riflessioni di Confindustria Veneto. Sottolineature positive > ci pare assolutamente corretta e condivisibile l'affermazione, chericorrein più parti dell'elaborato, secondo cui "i giacimenti di cui il Veneto dispone sono ed anzi si chiamano giacimenti culturali": di conseguenza, la cultura va considerata quale valore/fattore attraverso il quale perseguire uno sviluppo qualitativamente più elevato nell'economia complessivamente considerata; > ci pare altrettanto condivisibile il ritenere la cultura quale fattore valorizzante dello stesso territorio e dunque dell'attrazione turistica riferita alla nostra Regione. E questo non certo dimenticando i positivi riflessi che questa valorizzazione ha e può avere sotto il profilo occupazionale; in tal senso, condividiamo l'esplicitoriferimentoalla tutela delle grandi istituzioni culturali cosi come l'impegno a favorire il rafforzamento del tessuto culturale minore; 30172 Mestre Via Torino. 151/C Telefono 041 2517511 - FAX: 041 2517571 wuw aiiilìntliisiria \t*in;ii>.it direzionearconfindustria.veneto.il 37 CONFINDUSTRIA Veneto // Oirclloiv Geiienilc > corretto appare anche ilriconoscerecome la regione possa promuovere ed incentivare forme di collaborazione pubblico-privato per conseguire una maggiore efficienza ed un incremento della qualità nei servizi culturali offerti ai cittadini (anche se questo importante concetto andrebbe più coraggiosamente esplicitato); > condivisibile, infine, appare la proposta di istituire un Fondo Unico per il finanziamento del sistema cultura e spettacolo. Sottolineature negative > il progetto di legge, così concepito, ci sembra più una norma quadro o comunque di indirizzo generale che un articolato dispositivo; tanto che, la condivisibile impostazione che attribuisce importanza ai "giacimenti culturali" poi non viene declinata con la medesima chiarezza ed efficacia, ma piuttostorinviataa contesti normativi già esistenti; > gli stessi strumenti attraverso i quali si vuole imprimere una svolta nelle modalità di fruizione del nostro patrimonio culturale (nuovo portale on line - centro di produzione multimediale - centro del restauro - nuove strutture espositive) ci paiono francamente parziali ed addirittura modesti rispetto alla funzione attribuitagli; > poco e non chiaro ci pare sia lo spazio ed il riferimento alla cultura d'impresa o, più in generale, ai prodotti culturali generati dal settore privato e produttivo; e questo ci pare un limite per davvero "pesante": anche alla luce e del Protocollo d'intesa da tempo operativo su questo fronte tra Regione e Confindustria Veneto e delle tante iniziative (primafi-atutte il premio letterario Campiello) avviate e gestite da privati o comunque riconducibili al fenomeno del mecenatismo culturale; 30172 Mestre Via Torino, 151/C Telefono 041 2517511 - F A X : 041 2517571 \\ ww vonlìiidiistn;!.vcjK-fu.it direzione»* confindustria.veneto.it 38 CONFINDUSTRIA Veneto // Dìiviiuìv Gi'iicfdÌL' > pochissimi 0 addirittura assenti ci paiono, infine, i richiami ai legami tra questa materia ed il settore turismo (che ha di recente una nuova legge quadro) ed al marketing territoriale, inteso come attrazione di presenze/investimenti stranieri generati o generabili da attività culturali. Nel restare a disposizione per gli approfondimenti che riterrete eventualmente necessari, porgiamo i migliori saluti. Giampj olo Pedron 30172 Mestre Via Torino, 151/C Telefono 041 2517511 - FAX: 041 2517571 nvi\i.ci"ifindii>iri;i.vt;nt'io.it direzione;" confindustria.veneto.it 39 Consiglio Regionale del Veneto - UPA - 03/09/2013 - 0015518 Dott. Prof. Alberto Peratoner Congregazione Annena Nfechitarìsta Isola di San Lazzaro degli Armeni 30126-Venezia _ oeratoner^libero il peralonerCgiUDero.lt » Consiglio Regionale del Veneto i del 03/09/2013 Prot: 0015518 Titolarlo 2.6 CRV CRV spc-UPA Venezia, 8 agosto 2013 Al Presidente della Sesta Commissione Consiliare CONSIGLIO REGIONALE DEL VENETO San Marco 2322 - 30124 Venezia OGGETTO: Progetti di Legge im. 350 e 364 - Osservazioni Preg.°° Presidente, in relazione al Progetto di Legge n. 350 - Nuove norme per una politica in materia di cultura, spettacolo ed industria culturale della Regione del Veneto e al Progetto / Diseffw di Legge n. 364 - Testo unico delle norme regionali in materia di beni, istituti, attività culturali e spettacolo nel Veneto, richiamandomi alla Consultazione tenutasi presso la Sede del Consiglio Regionale del Veneto, in data 25.7.2013, ore 10.30, e a quanto ivi verbalmente anticipato, provvedo a comunicare con la presente le seguenti considerazioni in ordine all'auspicato perfezionamento del documento finale nel quale dovrebt)ero confluire i due progetti di legge: Considerate le idealità espresse nel PdL 350, laddove si auspicano «strategie di fruizione che valorizzino l'insieme e la complessità del nostroretaggiostorico» {Relazione, p. 4) e, in vista di mirati «interventi di gestione del bene culturale come risorsa anche dirilievoeconomico», si prospetta di «assicurare l'equilibrio nei servizi culturali offerti fra i diversi ambiti territoriali, costituendo reti ed attivando circuiti di organizzazione e distribuzione di attività e servizi culturali, anche per siq)erare marginalità» (Art. 8, comma 1, lett. a, punto 10 (corsivi nostri), ripreso letteralmente neUa Relazione introduttiva, p. 6); considerato quanto prospettato tra i Principi e finalità, all'art. 2, comma 1, soprattutto alle lett. b), i) e m), circa l'interrelazione dei «diversi livelli di governo territoriale» (b) e l'opportunità dì agire, per la valorizzazione del patrimonio culturale, «di intesa con enti e 40 istituzioni regionali e nazionali interessate e secondo le norme di cooperazione intemazionale» (i), nonché la «promozione della sinergia trarisorsepubbliche [...] e risorse private destinate alla cultura» (m); considerato il previsto istituto dei piani esecutivi annuali che la Giunta regionale approverebt)e di anno in anno definendo, oltre che la destinazione dellerisorse,«i criteri di valutazione delle iniziative proposte in materia di cultura, spettacolo e industria culturale» (art. 6) 0, in alternativa, la possibilità di ima programmazione triennale specificata da piani annuali (PdL 364, artt 5-6); considerato quanto specificato tra le Iniziative regionali per l'attuazione degli indirizzi comunitari (PdL 350, art. 9, comma 1), dove ci si esprime in termini di integrazione dei settori culturali nel contesto di strategie di specializzazione (lett. a), di cooperazione tra settori culturali e TLC, turismo, innovazione, sviluppo urbano e pianificazione territoriale (b), nonché di promozione di piattaforme, reti e cluster tra le parti interessate, pubbliche e private (c), e ancora di collaborazioni strutturate tra i settori culturali, le parti sociali e gli operatori dell'istruzione e della formazione (d); considerato, in sintesi, che il citato Progetto di Legge sembra orientato ad un'azione più profondamente organica e integrata di tutte lerisorsee forze in campo nel territorio di competenza della Regione del Veneto; Considerato, inoltre, che lo stesso Progetto / Disegno di Legge a 364 si muove esplicitamente nella medesima direzione, orientandosi per un «metodo dì lavoro» qualificato come «l'operare sulla base di programmi dì lungorespiro»capaci di coinvolgere «tutti gli attori del sistema culturale veneto», con l'obiettivo dì «andare verso una consapevole progettualità comime deUe azioni» (Relazione, p. 4), tra gli strumenti di intervento contemplati al Titolo III del PdL 350 (Art. 12 e seguenti) propongo di considerare l'istituzione dì un Centro o Organo dì coordinamento delle attività cuUuraU per la realizzazione delle strategie di rete e di integrazione dì ambiti, territoriali e tematici, e livelli diversi così diffusamente prospettate in entrambi ì documenti. Dei quattro strumenti individuati e descrìtti, infatti, uno soltanto - il Portale del patrimonio culturale del Veneto - ha carattere generale, e comimque sì caratterizza per una natura prettamente contenutistica: sì tratterebbe dì un ottimo strumento di mappatura e conoscenza del patrimonio culturale diffuso sul territorio, dì grande utilità per individuare, ad esempio, addensamenti territoriali dì beni tipologicamente rilevanti sui quali intraprendere iniziative tematiche mirate, ma rimarrebbe aperta la questione di chi e come dovrebbe - a monte e a valle dellaricognizionedei dati che andrebbe a dar corpo al portale - coordinare queste iniziative e, ancor prima, individuare gli insiemi o le unità territoriali e tematico-tipologiche su cui concentrare l'azione e sviluppare ì progetti. 41 Q Centro di coordinamento delle attività culturali della Regione Veneto, avvalendosi di competenze multidisciplinari e di una capacità dì supervisione dì sìntesi ad ampio raggio, dovrebbe, perciò: 1) Individuare innanzitutto gli insiemi o le unità territoriali e tematico-tipologiche capaci di fare sistema e perciò suscettibili di progetti di ampio respiro. Esempì di unità ambientaliterritoriali sono il comprensorio lagunare, l'area montana bellunese o microregìonì storiche quali il Cadore, o ancora la Riviera del Brenta, l'area dei Colli Euganei, la fascia pedemontana, l'Altipiano dì Asiago, ecc.; le unità tematico-tipologiche si intersecano con queste in nq>porto a classi particolari di beai culturali, quali ad esempio le Ville venete, le Isole della Laguna veneta, ì siti archeologici (a loro volta suscettibili di varia tipizzazione, es. paleovenetì, romani, paleocristiani, ecc.), le chiese, i musei o i dipinti conservati in ima data unità territoriale, le antiche biblioteche o i libri a stampa deU'antica tradizione tipografica veneziana e veneta, il materiale archivìstico e documentario di un determinato ambito, ma anche i biotopi dì interesse botanico e faunistico, le unità geologiche (es. le Dolomiti), i siti erepertipaleontologici, le culture gastronomiche, le tradizioni celebrative, ecc., sino a categorie anche molto particolari dì oggetti. Un insieme o unità territoriale capace di fare sistema è un areale dotato di una certa unità storicamente consolidata, dove tutte queste dimensioni e stratificazioni possono essere portate ad una lettura coerente in unaretedìreciprocirimandi. 2) Cogliere, considerando tutti ì soggetti operativi nei diversi settori - pubblici e privati - e all'occorrenza suscitandone di nuovi e acquisendo l'esperienza di quanto può esser stato sinora realizzato, le opportunità dì interazione tra i diversi ambiti in una prospettiva d'insieme e tradurli in termini di effettiva progettualità generale. 3) Definire precise strategie a rete nelle quali assimilare e integrare quanto più possibile esperienze e proposte sorgenti dal territorio e dalle istanze espresse dalle comunità locali e, in generale, da tutti gli operatori attivi nei più diversi ambiti culturali. Tali strategie potrebbero avvalersi dì un modello operativo flessìbile, che a partire da una struttura elementare "fissa" quanto ai fondamentali (una sorta di protocollo regolare polivalente di interazione multidisciplinare) sì modelli dì volta in volta in riporto alle specifiche esigenze dell'ambito o realtà interessata. La costituzione, nell'ambito della Regione del Veneto, dì un Cenù-o di coordinamento delle attività culturali avente le caratteristiche e lefìmzìonìdescritte, permetterebbe di a) ottimizzare le risorse in campo, evitandoridondanzenel sistema; b) creare, attraverso l'interazione culturale dì diversi ambiti e livelli, nuove importunità di conoscenza e di ricerca; c) diffondere più capillarmente nel territorio la fruizione turistica, con il benefìcio di una distribuzione più diffusa ed equilibrata deiflussituristici e perciò meno concentrata e meno impattante sui pochi siti, monumentali e museali, nei quali è solita quasi esclusivamente concentrarsi; 42 d) permetterebbe inoltre - cosa non di pocarilevanza- dì non perdere in filigrana eventuali progetti che potrebberorimanerepenalizzati per il fatto dì apparire di primo acchito confinati nella singolarità o rispondenti ad iniziative isolate e puntiformi: il Centro di coordinamento, con la visione d'insieme dì cui disporrebbe, sarebbe in grado dì valutarne la possibile integrazione nelle "reti" attive o allo studio e, perciò, eventualmente di valorizzarli; e) questo permetterebbe a sua volta di non disperdere laricchezzadì tanti progetti avviati con il sostegno della Regione e che rischìerebbero dì trovarsi tagliati fuori nel cambio di prospettiva, da quello dei cosiddetti "finanziamenti a pioggia", che il PdL 364 prospetta esplicitamente di "superare" (Relazione, p. 2), a quello dì una progettualità a rete e polivalente, quale pare essere l'auspicato indirizzo di entrambi i documenti. Permetterebbe, in altre parole, pur nel cambio di regime di finanziamento e concreto sostegno alle attività culturali, dì garantire quel ilio di continuità tale almeno da evitare la dispersione deUerisorseimpegnate sino ad ora e dei frutti che ne sono proficuamente conseguiti. Con gratitudine per la considerazione con la quale la Congregazione Mechitarista è stata resa partecipe dell'interessante iniziativa dì revisione del quadro legislativoriguardantei Beni e le attività culturali della Regione del Veneto, porgo a Lei e a tutti ì Membri della Commissione i più cordiali saluti e auguri di buon lavoro miei e dell'Abate Generale, S.P. Rev. Elia v. Kilaghbìan. In fede Prof Alberto Peratoner Delegato dell'Abate Generale Congregazione Armena Mechitarista 43 SSC0M6.Segreteria Da: Inviato: A: Oggetto: Allegati: Alberto Peratoner <[email protected]> giovedì 8 agosto 2013 12:12 SSC0M6.Segreteria Pdl nn. 350 e 364 - Osservazioni Congregazione Mecliitarista - Osservazioni ai Progetti di Legge nn 350 e 364.doc; Congregazione Mechitarista - Osservazioni ai Progetti di Legge nn 350 e 364.pdf Spett.le Segreteria della Sesta Commissione, provvedo a trasmettervi, in allegato, in duplice formato (.doc e .pdf), ìe-oJservazioni ai Progetti di Legge nn. 350 e 364, anticipate a voce nella seduta della Consultazione tenutasi in data 25.7.2013. Ringraziandovi per l'attenzione. Vi porgo i miei più cordiali saluti. Alberto Peratoner Delegato Congregazione Armena Mechitarista 44 Consiglio Regionale del Veneto - UPA - 30/07/2013 - 0014170 £COKQ NIERO MARIA LETIZIA Da: Inviato: A: Oggetto: SSC0M6.Struttura lunedì 29 luglio 2013 09:34 NIERO MARIA LETIZIA I: Audizione Pdl regionali n.350 e n.364_Contributo Andrea Recaldin Osservaziuoni per il protocollo ^ P ^«««^//fl ^ • mei 30/07/2013 CRV '1^^]-^"^*%.^ Prot.: 0014170 CRV ,. Titolano 2.6 spc-UPA i Da: Andrea Recaldin [mailto:[email protected] Inviato: sabato 27 luglio 2013 19:56 A: SSC0M6.Struttura Oggetto: Audizione Pdl regionali n.350 e n.364_Contributo Andrea Recaldin Egregia Segreteria, come da accordi, di seguito la mia nota personale in relazione all'odierna audizione presso la VI° Commissione Cultura relativamente all'oggetto di cui al titolo. In relazione ai due progetti di legge regionale, si reputa auspicabile anzitutto convogliare i due testi in una unica norma che armonizzi entrambi le proposte legislative, così da giungere ad un testo unico in materia di cultura e dello spettacolo della Regione Veneto. Relativamente ai singoli progetti di Legge, si rivela invece quanto segue Progetto dì Legge n. 350 Là norma è nel suo impianto generale condivisibile, attinente alle tematiche attuali introducendo altresì concetti quali l'impresa, l'industria culturale e l'imprenditoria culturale giovanile. Si propongo tuttavia interventi di cui all'articolo 28, "Interventi nel settore editoriale", al fine di promuovere il settore medesimo anche in collaborazione con gli enti locali e gli istituti scolastici, sia primari che secondari. Si reputa infatti imprescindibile infatti sostenere la produzione letteraria della cultura veneta nel suo complesso, senza promuovere la stessa all'interno degli istituti scolastici. Inserire pertanto dopo il comma 3, il seguente: 3bis. Alfine di promuovere l'attività editoriale Regionale tra il mondo scolastico, la diffusione delle pubblicazioni di cui ai commi 1 e2 avviene altresì in collaborazione con i Comuni del territorio regionale e con gli Istituti scolastici Progetto di Legge n. 364 In relazione al presente progetto di Legge, si propongono i seguenti interventi normativi: All'articolo 33, comma 1, sostituire la lettera d) con la seguente: d) la promozione del Teatro in lingua Veneta, alla luce della importanza e della diffusione di questa tipologia di attività teatrale, sia a livello nazionale che internazionale, valorizzando le peculiarità delle diverse parlate venete. 45 All'articolo 35, dopo la lettera e) del comma 4, è infine aggiunta: f) la sostenibilità del progetto, anche in considerazione delle potenziali ricadute sul territorio ove esso si svolge, sia in termini qualitativi, ovvero sociali e culturali, che quantitativi legati ai potenziali flussi turistici da esso attivabili All'articolo 52 (Fondo unico regionale per lo spettacolo) dopo il comma 2, è aggiunto il seguente: 2_bis. All'interno del Fondo di cui al comma 1, viene istituto un apposito fondo denominato "Fondo regionale per i giovani imprenditori dello spettacolo". Lo stanziamento delle risorse e i criteri di riparto vengono stabili dalla Giunta Regionale, la quale considera altresì tra I criteri anche le potenziali ricadute delle iniziative in un'arco temporale di medio e lungo periodo. Conseguentemente, al successivo comma 3, sostituire le parole "Il riparto della quota del FRS-VE" con le parole "Il riparto della quota del FRS-VE e del Fondo regionale per igiovani imprenditoiri dello spettacolo" Dott. Andrea Recaldin Funzionario gruppo parlamentare Lega Nord-Liga Veneta V° e VI° Commissione Bilancio e Finanze Senato della Repubblica Presidente Consulta Giovani Amministratori Anci Veneto e-mail: andrea.recaldinisasenato.it 46 Consiglio Regionale del Veneto - UPA - 30/07/2013 - 0014164 SCOH(? PROVINCIA DI VENEZIA COMUNE DI CAMPOLONGO MAGGIORE PROVINCIA DI PADOVA coilujf DI PIOVE DI SACCO COI\)UJNE PROGETTO PRELIMINARE PARCO NATURALISTICO -ARCHEOLOGIGd ENETOI PARK ^ Consiglio Regionale del Veneto I del 30/07/2013 Prot. 0014164 Titolano 2.6 CRV CRV spc-UPA OGGETTO EMS RELAZIONE TECNICA DATA 1 m a g g i o 2007 COLLABORAZIONE E CONSULENZA GRUPPO ARCHEOLOGICO MINO MEDUACO WWF LEGA AMBIENTE dott. PAOLO REGGIANI WWF LEGAMBJENTE STUDIO DI ARCHITETTURA rch. FRANCESCO COCCATO viaVilla118/bB0J0N(Ve) 049-9725241 [email protected] CTiKOS 47 arch. Coccato Francesco RELAZIONE TECNICA PREMESSE: Enetri Park-, Il Progetto di Parco Naturalistico- Archeologico " si propone il doppio obiettivo di concoirere a salvaguardare i caratteri ambientali e naturalistici del territorio, e di offrire nel contempo una occasione di promozione di attività didattico - culturale da far sviluppare intorno alla ricostruzione e gestione di un insediamento paleoveneto. Il parco sorgerà in un'area ricadente nei Comuni di Campolongo Maggiore, in Provincia di Venezia e di Piove di Sacco, in Provincia di Padova. Nel settore d'intervento situato nel territorio della Provincia di Venezia, di circa 21.000 mq, è previsto un intervento di conservazione ed espansione di un'area boschiva e la realizzazione di un insediamento paleoveneto a vocazione didattica. Nel settore di intervento situato nel territorio della Provincia di Padova, anch'esso di arca 30.000 mq, è previsto un intervento di salvaguardia di una estesa area umida risultante dalle remote attività di escavazione funzionale alla realizzazione degli argini del Fiume Brenta, e di cui questa costituisce una delle ultime testimonianze, nonché di esecuzione delle infrastrutture ricettive e dei parcheggi. INTRODUZIONE: (dallo STUDIO DI FA TTIBILITA ', del "Enetoi Park", a cura della Provincia di Venezia, 2007) La realizzazione del Parco Naturalistico - Archeologico situato nella parte meridionale del Comune di Campolongo Maggiore, al confine con la Provincia di Padova ed il Comune di Piove di Sacco, si colloca nel più ampio progetto di Rete Ecologica della Provincia di Venezia, che si propone di disegnare uno scenario di equilibrio dell'ecosistema e di tutelare le unità naturali esistenti mediante la realizzazione di corridoi ecologici tra le stesse, allo scopo di tutelare le biodiversità, di migliorare l'assetto idrogeologico del territorio e di ridurre gli impatti antropici. A questo scopo la provincia di Venezia ha intrapreso un progetto che può definirsi polivalente, in cu le azioni di conservazione e ricostruzione degli elementi naturali si abbinano alle esigenze dell'uomo perridurre,per quanto possibile, le pressioni prodotte e disporre di un ambiente di vita di elevata qualità. Questo può, però, avvenire solo se si imposta il progetto in chiave di governo del territorio, vale a dire quale strumento di influenza sulle politiche ambientali, economiche e sociali secondo uno schema proprio dello sviluppo sostenibile: perseguendo interventi di qualità attraverso adeguate politiche, piani, programmi, progetti, modi gestionali. In ambito locale e per quanto attiene specificatamente il nostro territorio, l'attuazione della Rete Ecologica Provinciale coinvolge l'area interessata dal passaggio del Fiume Brenta, che per le potenzialità e le emergenze del territorio si offre alla realizzazione di un sistema di valorizzazione organizzato ed articolato lungo il fiume, in grado di assicurare, da un lato la permanenza e la tutela dei caratteri ambientali e paesaggistici, e dall'altro lo sviluppo di attività legate al turismo ricreativo o didattico culturale. Tra le più interessanti attività da sviluppare lungo il corso del Fiume Brenta, dorsale locale della Rete Ecologica Provinciale, figura senza dubbio il Parco Naturalistico Archeologico, la cui realizzazione si propone il raggiungimento dei seguenti obiettivi: Tutela delle unità naturali esistenti Riqualificazione ambientale ed espansione di un'area che conserva persistenze di superficie a bosco e significative aree umide Valorizzazione delle connettività ecologica lungo l'asta del Fiume Brenta, dorsale 48 arch. Coccato Francesco della Rete Ecologica della Provincia di Venezia Ricostruzione fedele di un insediamento paleoveneto ispirato ai molti ritrovamenti archeologici documentati in quest'area Connessione con il Parco dei Casoni in territorio di Piove di Sacco. UBICAZIONE E CONSISTENZA: PROVINCIA DI VENEZIA I terreni di proprietà dei sig. Trolese Ivona e Borina Patrizio-Vittorino, ubicati nel Comune di Campolongo Maggiore (VE), e censiti al fg 24 del comune medesimo ai mapp. 44-45(parziale)-46-47, risultano ubicati ai margini del Fiume Brenta, e sul confine del Comune di Piove di Sacco (PD). Essi sono stati caratterizzati nei secoli scorsi dall'attività di cava per la creazione degli argini del fiume, e quindi gran parte dell'area è caratterizzata dalla presenza di una zona umida e boschiva, rimasta inutilizzata per molto tempo. II Comune di Campolongo Maggiore nel P.R.G. vigente ha vincolato l'area a zona umida ambientale, soggetta ad attività di cava. In particolare i terreni esistenti, oggetto della presente relazione, sono censiti presso il Comune di Campolongo Maggiore: fg 24 mapp. fg 24 mapp. fg 24 mapp. fg 24 mapp. 44 45 46 47 per un totale di Proprietà: mq 6.250 mq 11.1 AOparziale mq 630 mq 3.460 Trolese Ivona Trolese Ivona Trolese Ivona Borina Patrizio-Vittorino mq 21.480 PROVINCIA DI PADOVA I terreni di proprietà del sig. Malupini Massimo e Borina Patrizio-Vittorino, ubicati nel Comune di Piove di Sacco (PD), e censiti al fg 8 del comune medesimo ai mapp. 313-30277-314-317-99-316-34-278(parziale)-103, risultano ubicati ai margini del Fiume Brenta, e sul confine del Comune di Campolongo Maggiore (VE). Anche questi sono stati caratterizzati nei secoli scorsi dall'attività di cava per la creazione degli argini del fiume, e in questo caso una porzione parte dell'area è caratterizzata dalla presenza di una zona umida, rimasta inutilizzata per molto tempo, e in parte parzialmente interrata; un'altra porzione è tuttora utilizzata per la la produzione agricola, compatibile con le caratteristiche dei terreni. II Comune di Piove di Sacco nel P.R.G. vigente ha vincolato l'area a zona umida ambientale, soggetta ad attività di cava,. In particolare i terreni esistenti, oggetto della presente relazione, sono censiti presso il Comune di Piove di Sacco: fg 8 mapp. 313 fg 8 mapp. 30 fg 8 mapp. 277 fg 8 mapp. 314 fg 8 mapp. 317 fg 8 mapp. 99 fg 8 mapp. 316 fg 8 mapp. 34 fg 8 mapp. 278 fg 8 mapp. 103 per un totale di mq 1.100 Proprietà: Malupini Massimo mq 12.670 Malupini Massimo mq 25 Malupini Massimo mq 2.290 Malupini Massimo mq 320 Malupini Massimo mq 8200 Borina Patrizio-Vittorino Borina Patrizio-Vittorino mq 200 Borina Patrizio-Vittorino mq 4826 Borina Patrizio-Vittorino mq 340 parziale mq 744 Borina Patrizio-Vittorino mq 30.715 49 arch. Coccato Francesco CONTESTO IDROGRAFICO: (dal testo PIOVE DI SACCO, QUESTIONI DI FORMA: LETTURA E RAPPRESENTAZIONE di Coccato F. e Giacomello G., 1989) Il corso attuale dei fiumi e canali che in gran numero attraversano il territorio della Saccisica, si presenta alquanto modificato rispetto all'antica situazione idrografica. Ci è parso utile quindi analizzare, sulla base dei numerosi studi eseguiti, le principali trasformazioni che si sono susseguite nel territorio a seguito dei vari interventi umani e degli eventi naturali. Dopo gli studi del secolo scorso fino ai più attuali, coadiuvati da rilevamenti e fotointerpretazioni aeree, d sì può fare un quadro abbastanza completo della situazione fin dall'epoca romana. Il fiume principale era il Medoacus che dopo aver attraversato Padova, sorta su una sua ansa, si divideva come attesta Plinio, in 2 rami, il Maior ed il Minor. Il M. Maior con un corso appena sotto l'attuale Piovego,ricalcavain linea di massima l'attuale Naviglio fino a Sambruson (Maio Medoaco nella tabula Peuntigeriana) per continuare fino in Laguna (a Malamocco) attraverso Porto Menai e S. Ilario come si vede dalle foto aeree (v. Marchiori). A Sambruson inoltre si divideva un altro ramo coincidente con lo scolo Brentasecca, e si può ritenere con certezza che anche l'attuale ramo del Naviglio ne costituisse un'altra diramazione. Anche il M. Minor, che si staccava presso Noventa Padovana si divideva a sua volta a Villatora in 2 grossi rami che occupavano, uno l'attuale corso del Cornio fino a Lova, l'altro scendeva per Saonara, Legnare, Brugine, Campagnola, Arzergrande, Vallonga fino a Rosara, e andavano entrambi a sfociare a Portosecco. Parallelo a quest'ultimo doveva scorrere per un tratto anche l'Edrone o Retrone, cioè l'antico Bacchigliene che passando a Sud di Padova proseguiva per Polverara, Arzerini e si collegava a Campagnola con il Minor (Bosio, Rosada, Pesavento). Numerose Fossae furono anche realizzate durante il periodo romano per la sistemazione idrogeologica del territorio soprattutto a Sud della Saccisica e probabilmente l'attuale canale di Pontelongo è da identificarsi nella citata Fossa Clodia dell'età Augustea. Questa era la situazione delle principali vie d'acqua, con i relativi porti sulla fascia costiera, che doveva presentarsi fino al 589 quando avvenimenti tellurici e disastrose alluvioni, sconvolsero il corso deifiumie l'assetto territoriale. Dopo questa data infatti i rami meridionali del M. Minor e dell'Edrone praticamente si estinsero, cosicché anche il Porto di Vallonga (Evrone) perse la sua funzione. L'Edrone confluì più a Sud nell'attuale Canale di Pontelongo, mentre il M. Minor si limitò all'attuale corso del Cornio e per quasi tutto il Medioevo costituì la via d'acqua principale di Padova fino al porto di Lova. Anche i rami meridionali del M. Maior probabilmente ridussero la loro portata e si estinsero tanto che Porto Menai e Sambruson non si svilupparono più. Fu da quest'epoca, come sostiene la Pesavento, che assunse notevole importanza come via d'acqua per Piove di Sacco, anche il Fiumicello, che da semplice canale di scolo ingrandì la sua portata tanto da diventare navigabilefinoa Venezia. Il Medioevo vide inoltre interventi di carattere idrografico, da parte di Padova e Venezia che per motivazioni militari, economiche o di riassetto temtoriale portarono alla deviazione del Bacchigliene all'interno di Padova all'apertijra del Piovego nel 1209, del canale di Battaglia e ad altre svariate opere. Ma è sotto il dominio Veneziano che s'incrementa l'attenzione in questo settore con l'istituzione del Magistrato alle Acque e le varie discussioni sul modo di allontanare l'acqua dolce dalla laguna. Nel 1488 si iniziò lo scavo della Brenta Nova da Sambruson a Conche che raccogliendo le acque del Padovano doveva portare lontano da Venezia le acque del fiume. L'opera conclusa nel 1507, fu invece nefasta per la Saccisica in quanto impediva lo scolo delle acque in Laguna, causando l'impaludamento della zona. Nel 1586 venne anche costiuita a Corte la botte a sifone del Fiumicello che i questo modo vide ridotta notevolmente la sua capacità di trasporto, il collegamento con Venezia venne trasferito allo scalo di Corte. Tra il 1604 e il 1610 inoltre venne scavato il Taglio Novissimo della Brenta parallelo alla linea di terra della Laguna per favorire anche lo scolo delle acque, funzione che non esercitò, ma anzi ostacolò per la sua altezzarispettoal piano di campagna. 50 arch. Coccato Francesco Al Cornio e al Fiumicello vennero così sottratte definitivamente le possibilità di comunicazione con la laguna. Il territorio fu gravemente danneggiato da questi tagli e si risollevò solo con gli interventi idraulici ottocenteschi e soprattutto con il Taglio della Cunetta, che ipotizzato anche da Fra' Giocondo nel '500 venne iniziato nei primi decenni del secolo e terminato nel 1858. Quest'opera, che partiva da Strà, si collegava a Corte con la Brenta Nova, permise insieme ad altì'e opere complementari ilrisanamentodel territorio con la sistemazione del deflusso acqueo, mentre la funzione di via di comunicazione, sempre mantenuta dal Brenta, è scomparsa definitivamente. CONTESTO PAESAGGISTICO: (dal testo NATURA E AMBIENTE, in Saccisica e Dintorni, a cura di Zatta P., 2005) Data l'inscindibile connessione tra lo scorrere del tempo e la progressiva modificazione dei luoghi, abbiamo esaminato l'evoluzione storica nel corso degli anni. D'altra parte gli specifici caratteri geografici e geologici, hanno generato un impatto paesaggistico omogeneo e originale, che Camillo Semenzato ha così descritto: Ai margini il territorio scivola lentamente verso il mare. Qui i fiumi si fanno più dritti e lenti e i canali ctie si moltiplicano rivelano la fatica di far defluire le acque. E' il confine indistinto con il mondo delle lagune, di qui la campagna che cerca di organizzarsi negli ultimi lembi, di là lo specctìio trionfante e penetrante delle acque. Di qui i contadini, di là i pescatori. Ecco il tema fondamentale del nostro territorio: il tempo che scandisce iritìniè il tempo delle acque, del rapporto tra i corsi d'acqua e l'ambiente, che gli abitanti hanno costruito, per organizzare al meglio la loro vita economica e sociale. E il territorio, come già emerso in precedenza, è frutto di consistenti interventi antropici, in particolare di bonifica e d'uso agricolo. Ogni processo di trasformazione territoriale e paesaggistica non è ovviamente lineare, dipendendo anche dalle tecnologie disponibili. Se fino all'Ottocento non vi furono grossi interventi distruttivi, se non gli innumerevoli interventi veneziani, l'ambiente è rimasto assestato e in equilibrio, tra il valore naturale e il valore della terra. La rete dei corsi d'acqua è delineata nelle sue direttrici principali, pur se ancora aperta a integrazioni e rettìfiche; appare ben definita la rete viaria, basata su antiche orditure; si consolidano i principali aggregati abitativi e l'utilizzo dei grandi fondi agrìcoli, allargati dalle operazioni di bonifica. Fino all'ottocento, non si erano ancora affacciate all'orizzonte le spinte demografiche e le innovazioni produttive, che porteranno a cambiare la fruizione e la percezione del nostro ambiente. L'Ottocento è infatti il periodo delle grandi trasformazioni, attuate poi nel novecento, che porteranno all'indiscriminato consumo del territorio, proprio degli ultimi 50 anni. Da un analisi della documentazione cartografica perciò, troviamo un paesaggio che si è andato costruendo un pò alla volta, con segni di degrado sempre più evidenti. I piccoli agglomerati di case in corrispondenza degli incroci o dei ponti; le edificazioni sparse in campagna, che si inseriscono in partizioni particellari, più o meno ampie; le case e i casoni, rivolti a sud in un fondamentale e millenario rapporto tra i manufatti e le infrastrutture (strade e corsi d'acqua); le emergenze architettoniche di pregio, isolate nel territorio; le grandi e le piccole opere idrauliche che contrassegnano la contìnua lotta delle nostre genti, per difendersi dalle acque e guadagnare terreno alle paludi; l'antico paesaggio agrario, caratterizzato per secoli dalle alberate, ha lasciato oggi il posto ad una pianura definibile come steppa a cereali. Con la scomparsa delle piantagioni a olmi e viti, viene a mancare dagli anni sessanta il compromesso ecologico, che aveva garantito un certo equilibrio ambientale, anche se il paesaggio, pur manifestando la secolare attività umana, può svelare ad uno sguardo attento, piccole e preziose presenze che rendono attraente anche l'attuale paesaggio rurale. 51 arch. Coccato Francesco CONTESTO AMBIENTALE: (dal testo del dott. Paolo Reggiani) Analizzando in particolare le caratteristiche precipue dell'area boschiva, essa riveste una considerevole importanza per la notevole varietà specifica vegetale e per la presenza di animali poco comuni o rari. Il biotopo rappresenta il relitto di una estesa zona paludosa formatasi dopo l'ultima deviazione del Brenta terminata nel 1858 (vedi tesi di laurea di M. Siviere, 1984). Oggi la palude di Brenta Secca è stata quasi totalmente bonificata per la messa a coltura del terreno. La Nimptiaea alba (Ninfea bianca), che probabilmente formava estese popolazioni palustri, si èrifugiatanei fessi poderali di questa località. Il bosco e l'area umidarientranenella classe vegetazienale nota come Alnetea glutinosae (bosco igrofilo con Salici ed Ontani),tìpicadei suoli paludosi padani. L'ontano nero è abbondantemente rappresentato da esemplari di medie dimensioni. Le popolazioni di ontano e frassino della bassa Pianura Padana sono oggi in forte declino, tanto che queste piante sono ormai localizzate in poche e limitate zone. Altre piante interessanti perché tipiche della foresta planiziale sono: Ulmus campestris (Olmo campestre), Populus alba (Pioppo bianco) e Acer campestre (Acero campestre). Nelle pozze d'acqua che si trovano nel bosco sono presenti Typha latifolia (Mazzasorda) e Iris pseudacorus (Giglio giallo). Di notevole importanza è l'erpetofauna presente all'interno del bosco e nelle aree adiacenti, costituita principalmente da: Emys orbicularis (Testuggine palustre). Piana dalmatina, Hyla arborea (Raganella) (P. Reggiani, Anfibi e Rettili della Saccisica, 1993). PROGETTO AREA UMIDA E ARCHEOLOGIA SPERIMENTALE: Punto di partenza fondamentale, per lo sviluppo del progetto, è la descrizione che fa la Dott.ssa CAPUIS sui Veneti Antichi, contenuta nella sua famosa opera scritta. "Per buona parte del 1° millennio a.C, nel Veneto, in particolar modo in pianura, le abitazioni furono realizzate in materiale deperibile (legno, frasche, paglia, argilla) per cui quanto si può oggi riconoscere si riduce alla tracce dei piani di calpestio, alle canaletto perimetrali, alle buche dei pali che sostenevano l'alzato, ai resti di intonaci che proteggevano le pareti. Le case-capanne dovevano essere per lo più di tipo quadrangolare e con un unico locale, il pavimento era costituito da un battuto d'argilla o laddove era reperibile, come ad Este, da scaglie di marmo, talvolta individuabili sono un'area focolare ed altri piani di lavoro, realizzati in argilla. Unico elemento dell'arredo sono gli alari di varie tipologie, compresi quelli a terminazione zoomorfa (testa di ariete e di cavallo tipici della 11^ metà del ferro. Solo più tardi si sono individuati ambienti di dimensioni minori adibiti a magazzini così come sono evidenti infrastrutture esterne come tettoie e fosse di scarico. Nessun dato certo abbiamo sul sistema costruttivo dell'alzata del quale restano al massimo frammenti d'intonaco in argilla con tracce di graticci di canne e rami; il tetto doveva essere di paglia e frasche. Evidenti sono periodici episodi di distruzione per incendio e, specie in pianura, per alluvioni, dopo i quali le capanne erano riedificate sopra le precedenti. Un quadro del tutto particolare presentano gli abitati di area collinare dove dal V° secolo a.C. è attestano un tipo di abitazione seminterrato. Si tratta di abitazioni a pianta rettangolare costruite scavando il terreno in pendio ed innalzando ai lati dei muretti di pietra spesso legati da terriccio limoso, le restanti parti dell'elevato ed il tetto sono realizzati in legno rivestito da intonaco in impasto. Una notevole documentazione viene dalle fosse di scarico annesse alle abitazioni, veri e propri immondezzai, dove i resti di stoviglie offrono un'efficace campionatura tipo cronologica; gli utensili, purtroppo sempre molto scarsi, i resti di pasto, ossa animali e semi vegetali possono inoltre permettere di ricostruire l'economia di sussistenza, le attività domestiche primarie, il regime alimentare. Prima constatazione 52 arch. Coccato Francesco è Che tutti gli abitati risultano ubicati in posizioni strategiche di controllo degli assi di comunicazione e soprattutto fluviali". Recentemente negli ultimi anni parte dei ten-eni sono stati caratterizzati da un progetto didattico dì archeologia sperimentale. Questa attività si espleta quasi esclusivamente con le scolaresche, che vengono condotte in loco, per la ricerca di superficie di materiale archeologico La "missione" del gruppo Archeologico Mino Meduaco, presente da nni nel territorio è di far conoscere il più possibile la storia dei nostri territori, è con questo intento che ha creato il progetto di archeologìa sperimentale. Oltre all'attività didattica, che oramai da cinque anni contìnua con successo presso le scuole, Mino Meduaco, si apre in maniera significativa alla salvaguardia e mantenimento dei siti ambientali, e in particolare di questo ambito a cavallo dei 2 Comuni citati. PROGETTO AMBIENTALE: La piccola zona umida oggirimastaa "Brenta Secca" deve rimanere un ecosistema il più possibile natìjrale, riserva e fonte di biodiversìtà, all'interno della quale le attività antropiche devono essere ridotte al minimo. D'altra parte è importante considerare il contomo di questo ecosistema, intervenendo con una gestione attiva, quindi con una serie dì azioni coordinate volte a valorizzare al massimo le qualità naturalistico-archeologiche del sito. Gli interventi dì seguito proposti sonofinalizzatial miglioramento ecologico degli habitat, con l'obiettivo di assicurare la presenza, la riproduzione e l'incremento di specie animali protette o in precario stato di conservazione, in particolare di anfibi, mammìferi, uccelli ed insetti. Le misure tese al miglioramento dellaftjnzionalìtàdell'ecosistema comprendono diversetipologiedi ìnten/entì diriqualificazioneambientale: 1) Creazione di nuovi habitat eripristinodi aree degradate. 2) Azioni di controllo ed indirizzo della vegetazione e della fauna. Le misure per la fruizione culturale-didattica comprendono interventi di cauta infrastruttijrazione, come ad esempio i percorsi nahjralistìci,finalizzatia cercare di rendere compatìbili la fruizione pubblica del biotopo con le esigenze dì tutela. Lo scopo principale è quello di promuovere la conoscenza e l'interesse della gente verso il biotopo, avvicinandola al significato della loro protezione. Realizzazione di uno stagno Tipologia e finalità dell'intervento Creazione di uno stagno impaludato lungo un canale di bonifica al fine di incrementare la diversità ambientale, per favorire la conservazione delle idrofìte e delle specie animali legate a questo ambiente. Descrizione dell'intervento Una parte dei bordi dello stagno dovranno presentare una lieve pendenza in maniera tale da creare una zona paludosa dove l'acqua è quasi ferma e la vegetazione idrofila trova spazio,ricreandoquindi dei microhabitat in grado di venire colonizzati anche da particolari specie faunistiche (anuri, urodeli, Emys orbicularis). Anche il fondale dovrà essere caratterizzato da una dolce pendenza e da una profondità massima di arca un metro. Sullerive,in alcuni punti, saranno piantate alcune essenze palustri quali alcune specie dì Carex, Euphorbia, Potamogeton, Juncus, Ranunculus, Polygonum presenti nell'area umida adiacente, mentre il resto della vegetazione erbacea si svilupperà spontaneamente. Sarà piantato inoltre l'ontano nero (Alnus glutinosa) e il salice cenerino {Salix cinerea). 53 arch. Coccato Francesco Mantenimento di aree idonee alla riproduzione ed allo sviluppo di particolari specie di anfibi Le pozze d'acqua isolate, presenti nell'area boschiva esìstente, dovranno essere mantenute come sono per agevolare lariproduzionee lo sviluppo di Rana dalmatina ed altii anfibi. Gli stadi ìarvaW di questo anuro e di altri anfibi vengono infatti predati da ittiofauna ed è quindi necessario cercare di mantenere le pozze isolate, non collegandole a corsi d'acqua. Mantenimento di un'area a prato Tipologia e finalità dell'intervento Sfalcio del prato per impedirne l'invasione da parte della vegetazione arboreoarbustiva. Lefinalitàdi questo intervento sono la conservazione dì unatipologiaambientale dì grande valore ecologico per la presenza di animali (vertebrati ed invertebrati) e piante erbacee. Descrizione dell'intervento Lo sfalcio può venire effettuato manualmente una volta all'anno, nel periodo autunnoinvernale. Questo periodo dì esecuzione dei lavori è fondamentale oltre che per evitare danni alle piante in fase vegetativa, anche per non disturbare lariproduzionee lo sviluppo dì particolari animali. ACCESSIBILITÀ' VIABILISTICA Per quantoriguardal'accessibilità all'area del Parco, si prevede di utilizzare gli accessi esistenti, posto sull'argine sinistro delfiumeBrenta. Dal Comune dì Campolongo Maggiore in località Bojon, la strada bianca posta sulla sua sommità, poco prima del Parco scende in quota e consente dì accedere all'area dì inten/ento, dove sarà prevista un'ampia rotatoria per veicoli anche dì ampie dimensioni (come gli autobus), Le opere necessarie per la fattibilità dell'accesso comportano la schiarifica dell'ultimo tratto stradale con sistemazione del fondo in materiale stabilizzato, mentre per l'area della rotatoria sarà necessario lo sbancamento del terreno vegetale e la creazione preventiva dì un sottofondo idoneo. Analogamente dal Comune dì Piove dì Sacco in località Corte, la strada bianca posta sulla sua sommità, poco prima del Parco scende in quota e sarà necessario solo un pìccolo intervento di sbancamento e creazione del sottofondo idoneo, per accedere all'area di inten/ento. Qui sarà prevista un'ampia area a parcheggio per veicoli piccoli e grandi, accessibile sìa dalla rotatoria posta in provincia di Venezia, sia dalla stradina medesima, posta nella provincia di Padova. Il ritorno in entrambi ì casi potrà essere attuato per la stessa viabilità. 54 arch. Coccato Francesco IPOTESI DI SPESA PROVINCIA DI VENEZIA Voce spesa prevista SPESE GENERALI Quota Spese tecniche Progetto architettonico, Direzione dei lavori, P.S.C, ai sensi del D.L 494/98, Progetti impianti , € 25.000 Quota Allacciamenti, Varie Enti erogatori servizi: Telefono, acquedotto, enei e spese varie € 3.000 Oneri Fiscali (Tasse, Iva, ecc.) Imprevisti € € 40.000 5.650 mq 21.480 € /mq 6,50 € 139.620 Sistemazione percorsi esistenti con rifacimento fondo in saronno mq 2.400 € /mq 3,40 € 8.160 Sbancamento nuovi percorsi e fondo in riciclato e stabilizzato me 1.720 €/mei 5,00 € 25.800 Finitura nuovi percorsi in saronno mq 4.300 € /mq 3,40 € 14.620 Recinzioni mi €/ml 20 € 9.200 Riordino e sfalcio area boschiva mq 5.100 € /mq 1,00 € 5.100 Spianamento e livellamento terreno mq 4.500 € /mq 2,00 € 9.000 Scavo area lacustri e fossati me € Ime 5,00 € 3.850 Piantumazione nuove alberature n° € 6.000 Costruzione 1 capanna grande Costruzione 5 capanne piccole Costruzione 1 ponticello in legno € € € 80.000 120.000 5.000 TOTALE € 500.000 Acquisizione aree REALIZZAZIONE OPERA 460 770 60 € 100,00 55 arch. Coccato Francesco IPOTESI DI SPESA PROVINCIA DI PADOVA Voce spesa prevista SPESE GENERALI Spese tecniche Progetto architettonico. Direzione dei lavori, P.S.C, ai sensi del D.L. 494/98, Progetti impianti , € 25.000 Quota Allacciamenti, Varie Enti erogatori servizi: Telefono, acquedotto, enei e spese varie € 3.000 Oneri Fiscali (Tasse, Iva, ecc.) Imprevisti € € 40.000 5.603 Acquisizione aree mq 30.715 € /mq 6,50 € 199.647 Sbancamento nuovi percorsi e fondo in riciclato e stabilizzato me 2.600 €/mei 5,00 € 39.000 Finitura nuovi percorsi in saronno mq 6.500 € /mq 3,40 € 22.100 Recinzioni mi €/ml 20 € 10.800 Riordino e sfalcio area boschiva mq 9.950 € /mq 1,00 € 9.950 Spianamento e livellamento terreno mq 12.800 € /mq 2,00 € Piantumazione nuove alberature n° € Realizzazione percorsi in legno mq REALIZZAZIONE OPERA 540 63 100,00 25.600 € 6.300 € 42.000 Costruzione 1 capanna grande con servizi e sala accoglienza € 195.000 Costruzione 2 ponticelli in legno Costruzione 2 postazioni bird-wachting € € 10.000 16.000 TOTALE € 650.000 420 €/mq 100 56 57 58 Consiglio Regionale del Veneto - UPA - 30/07/2013 - 0014168 F E D E R A Z I O N E ITALIANA T E A T R O A M A T O R I REGIONE VENETO FE)£RAZIOIE| ITAUANAI 36100 Vicenza - stradella barche, 7 - tel. 0444.324907 - [email protected] Cod.fise. 81002990273 - p.iva 02852000245 TESTO I AMATORI [ t^^R \ì\ aP ì>tL %. i9o(S ^ Consiglio Regionale del Veneto I del 30/07/2013 Prot.: 0014168 Titolarlo 2.6 CRV CRV spc-UPA Alla Presidenza della 6^ Commissione Consiliare Consiglio Regionale del Veneto S. Marco 2322 30100 VENEZIA Vicenza, 26 Luglio 2013 Prot. AZ/mp/106/13 OGGETTO: - Progetto di legge n° 350 - proposta di legge dei consiglieri Laroni, Cenci, Fasoli, Franchetto, Pettenò e Tessarin - Progetto di legge n° 364 - disegno di legge di iniziativa della Giunta regionale Osservazioni : In merito alla consultazione promossa da codesta Commissione relativamente ai Progetti di Legge in oggetto, la scrivente F.I.T.A. - Federazione Italiana Teatro Amatori del Veneto apprezza l'impegno della Giunta Regionale e dei Consiglieri Regionalifirmataridei rispettivi documenti, volti a modernizzare e snellire la vigente legislazione in materia, e si augura che la nuova normativa possa pienamente valorizzare le reali potenzialità e progettualità esistenti e operanti nel territorio. A tale proposito, ci permettiamo di sottolineare larilevantee concreta azione svolta quotidianamente dal teatro amatoriale - e nello specifico da quello attivo in ambito Fita - che riteniamo importante venga debitamente riconosciuta e sostenuta, anche in considerazione di quanto sta maturando in sede nazionale in vista della nuova "Legge Quadro sullo spettacolo dal vivo". Alriguardo,il "Nuovo Testo Unificato elaborato dal Comitato Ristretto, adottato come Testo Base" e inviato in Commissione Bilancio della Camera dei Deputati, all'articolo 21, comma 2 cita espressamente gli "amatoriali" come organismo da tutelare e valorizzare dandone prioritaria competenza agli enti locaH. L'articolo recita infatti: «La Repubblica tutela e valorizza, nei lìmiti delle risorse di cui alla presente legge, le attività teatrali professionali e amatoriali, per queste ultime con la prioritaria competenza degli enti locali, e ne promuove lo sviluppo, senza distinzione dì generi, con riferimento 59 alle forme di produzione, dì distribuzione, di promozione e di ricerca che, con carattere dì continuità, promuovono (...)». Premesso ciò, analizzando nello specifico le due proposte,rileviamonel Progetto di legge n, 364 - e in particolare nell'art. 36, che invita a sostenere anche i «soggetti operanti nel settore dello spettacolo dal vivo a carattere non professionale, organizzati in associazioni nazionali o loro articolazioni regionali» - una maggiore attenzione al movimento amatoriale e una più concreta rispondenza a quanto si sta approntando a livello nazionale. Riteniamo peraltro essenziale, per poter offiire degli indirizzi operativi, oggettivi e rispondenti alle realtà esistenti, che un rappresentante del teatro amatoriale entri a far parte del previsto Osservatorio dello Spettacolo dal vivo, di cui all'art. 38. Relativamente al Progetto di legge n. 350,rileviamoinvece una più labile definizione dei soggetti, senza richiami specifici al mondo amatoriale, che per i motivi sopra esposti dovrebbero invece essere espressamente richiamati. Riteniamo quindi fondamentale una più dettagliata identificazione e un più esplicito riferimento al "teatro amatoriale", in modo da definire ericonoscerecon chiarezza l'esistenza di questo movimento e il relativo sostegno della Regione. A semplice promemoria, riteniamo utile ribadire che l'aspetto qualitativo e quantitativo dell'attività del teatro amatoriale è notevole, come pure lo è la sua incidenza sociale e culturale. Occorre infattiricordareche l'attività dell'amatore rappresenta un servizio importante per la collettività, che si manifesta in diverse forme: - nel ruolo fondamentale svolto per la difesa della lingua veneta, delle tradizioni locali e della drammaturgia anche "minore", che altrimenti rischierebbe l'oblio, nonché nello sviluppo di nuova drammaturgia, sia di tradizione che d'avanguardia. Un dato, riferito al 2012, è esplicativo: le sole compagnie Fita Veneto hanno in repertorio più di 1.000 autori, 440 dei quali veneti e molti di essi contemporanei. - nel rappresentare un volano essenziale per il "decentramento" della cultura, grazie alla sua capacità di essere presente capillarmente nel territorio regionale, anche in località che non sono toccate dai circuiti teatrali professionistici. - in una presenza altrettanto capillare anche a livello sociale, dal momento che il teatro amatoriale sa coinvolgere, sia come spettatori che come operatori attivi, i rappresentati delle più diverse fasce sociali: in particolare, vale la penaricordareil molo essenziale rivestito dalle compagnie amatoriali e da Fita in particolare nei confronti dei giovani e della scuola, sia con interventi diretti nelle realtà scolastiche, sia con manifestazioni e progetti appositamente pensati e realizzati per avvicinare alla cultura teatrale gli studenti di tutti i gradi d'istruzione e gli 60 insegnanti. Proprio in considerazione della sua lunga e provata esperienza in questo delicato ambito, Fita può tra l'altro vantare uno specifico accordo con Agiscuola e un protocollo d'intesa con il MIUR, relativo a progetti di formazione. - nella formazione in senso lato, che è uno degli obiettivi prioritari dell'attività Fita, rivolta sia al proprio intemo (addetti ai lavori) sia al pubbHco in generale. Non ultima, va sottolineata la significativa resafinanziariadel teatro amatoriale. A fronte di una richiesta economica molto contenuta (gli amatoriali si mantengono da soli) ma nel contempo agendo come "soggetti economici" a tutti gli effetti (sono ottimi contribuenti per lo Stato), le compagnie amatoriali rappresentano anche il motore di un indotto particolarmente consistente, muovendo un vasto sistema produttivo e di servizi, composto da tutte quelle professionalità che gravitano attomo alla realizzazione di un allestimento: falegnami, attrezzisti, costumisti, services audio e luci, grafici e quant'altro. Inoltre, sono un "valore aggiunto" per il turismo e l'offerta del territorio, animandone la vita sociale, culturale ed economica. Non a caso, Fita è affiliata, dal 1998, all'Agis, a dimostrazione che anche il mondo dell'imprenditoria nel settore spettacolo nutre spiccato interesse per il teatro amatoriale. In questo scenario, il teatro amatoriale veneto si colloca senza dubbio ai livelli più alti in sede nazionale, forte di una presenza di oltre 350 compagnie che coinvolgono più di 6.000 operatori; il che si traduce in più di 150 rassegne organizzate direttamente dal movimento e in numerose altre iniziative promosse da terzi, superando nell'insieme le 5.000 rappresentazioni annue erichiamandooltre 1.500.000 spettatori. Si tratta di attività, non dimentichiamolo, che portano nelle casse della Siae qualche milione di euro (una ricerca di alcuni anni fa dichiarava che il 61% degli mcassi riferiti al teatro proveniva dalfronteamatoriale). Tutto ciò premesso, e in considerazione anche del fatto che da anni esiste una specifica convenzione che lega Fita Veneto e Regione del Veneto, la nostra Federazione auspica e suggerisce che in sede di dibattito sia tenuta in considerazione una realtà quale il teatro amatoriale, un patrimonio ideale e artistico che si pone al servizio della comunità per un'opera culturale e sociale essenziale per il nostro territorio. Ringraziando per l'attenzione, rimaniamo a disposizione per ogni ulteriore chiarimento. Buon lavoro 61 Consiglio Regionale del Veneto - UPA - 02/08/2013 - 0014401 J k k ' ' ^ Me. 02/08/2013 CRV ^"^'J^'**^ ^^^^^ CONSULTAZIONE SESTA COMMMISSIONE CONSILIARE 26 luglio 2013 Analisi dei progetti di legge n. 350 "Nuove norme per ita politica in materia di cultura, spettacolo ed industria culturale nella Regione Veneto" e n. 364 "Testo Unico delle nonne regionali in materia di beni, istituti, attività culturali e spettacolo nel Veneto " Le proposte di legge in analisi riportano entrambe premesse ampiamente condivisibili relativamente alla, certo non felice, attuale situazione del mondo della cultura in Italia e in Veneto, caratterizzata, ormai da anni, da una costante contrazione delle risorse disponibili, sia a livello di tutela sul piano nazionale, sia a livello di valorizzazione in ambito locale, nonostante la più volte richiamata necessità di investimento nel settore culturale, considerato, troppo spesso solo sulla carta, motore propulsore per lo sviluppo, anche economico, del nostro Paese. Pertanto non ci dilungheremo in questa sede nel riprendere gli autorevoli e scoraggianti dati già diffusamente riportati, preferendo soffermarci sugli aspetti che più direttamente riguardano il mondo dei Teatri Stabili di Innovazione per ragazzi, del quale Fondazione Aida è parte. Di entrambe le proposte riteniamo apprezzabile il riconoscimento dello spettacolo quale parte integrante del patrimonio culturale, tuttavia appare assente il riferimento ai Teatri Stabili di Innovazione per ragazzi di cui sopra, che, benché poco valorizzati a livello di media e di Istituzioni, costituiscono un settore vitale e significativo anche sul piano dell'occupazione, oltre che della produzione culturale (ETI, "Il teatro dei ragazzi, oggi in Italia", 2006). Il teatro è infatti da più parti riconosciuto quale potente strumento didattico ed educativo, in », grado di adattarsi efficacemente a diverse situazioni, come hanno testimoniato anche i risultati del progetto europeo DICE (Drama Improves Lisbon Key Competences in Education), primo progetto di ricerca nel campo del dramma del teatro, condotto in 12 paesi con il coinvolgimento di quasi 5000 bambini con l'obiettivo di indagare gli effetti di un progetto teatrale sulle competenze dei bambini. E stato intavolato un confronto tra gli studenti che non avevano partecipato al teatro formativo e ai programmi di dramma, e quelli che invece vi avevano preso parte. I primi sono stati valutati dai loro insegnanti migliori sotto ogni aspetto, si sentono più sicuri nel leggere e nel capire i vari compiti, nella comunicazione, si sentono più facilmente creativi, amano andare a scuola, riescono a godere al meglio delle attività didattiche, sono più bravi a risolvere i problemi, a sopportare lo stress, sono molto più tolleranti verso minoranze e stranieri, sono cittadini più attivi, mostrano più interesse nel votare a ogni livello e a partecipare a situazioni e casi pubblici, sono più empatici, sono più in grado di cambiare la loro prospettiva, sono più innovativi ed intraprendenti, mostrano più dedizione al loro futuro e hanno più piani. Essi hanno più voglia di prendere parte a qualsiasi genere di forma d'arte e di cultura, hanno abitudini diverse, spendono più tempo per le attività scolastiche, per leggere, e per aiutare in casa. Questi soggetti, inoltre, guardano meno la tv e giocano meno con giochi elettronici, fanno di più per le loro famiglie, si occupano di più dei fratelli 62 minori, hanno un miglior senso dell'umorismo, stanno meglio a casa e probabilmente diventeranno il personaggio di punta della classe. Questi dati sono riferiti ad un database di ben 5 milioni dirisultatiunici. In generale laricercaaffenna che "Crescere cittadini con grande qualità di teatro e dramma formativo nel curriculum ha un risultato indiretto in questi casi: riduce il numero di ragazzi che lasciano la scuola presto; alza la qualità di tutti i livelli di formazione e training; fornisce cittadini più innovativi, creativi e competitivi; alza la percentuale di assunzioni; dà una maggior sinergia tra cultura e formazione; crea cittadini più attivi e più aperti verso le diversità culturali e ad un dialogo interculturale" (Adam Cziboly, intervento al convegno, "'11 teatro ragazzi al servizio del Welfare Culturale", Vezzano, 19 ottobre 2012). Ricordiamo, infine, che dei 18 teatri stabili di innovazione per ragazzi, riconosciuti dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali ai sensi dell'articolo 2, del D.M. 12 novembre 2007, secondo i criteri dell'art. 11, ben tre sono organizzazioni del Veneto quindi necessiterebbero di una considerazione particolare da parte dell'Amministrazione Regionale, a nostro modo di vedere. Stante quanto sopra, di seguito siamo a riportare, per ciascuna, proposta di legge in esame, le nostre osservazioni: • Come già anticipato, si apprezza il valore che entrambi i dispositivi attribuiscono allo spettacolo dal vivo, nonché l'attribuzione di un molo economico prioritario all'industria culturale. In particolare nella proposta di legge n. 364 un intero titolo è dedicato al settore. • Riteniamo che sia fondamentale che anche a livello regionale venga specificamente riconosciuto il ruolo dei teatri stabili di innovazione per ragazzi, quale patrimonio rilevante sia sul piano culturale ed educativo, nonché eccellenza della produzione culturale regionale. Più in generale, sarebbe opportuno che la norma dedicasse una particolare attenzione, oltre che alla "grandi istituzioni dello spettacolo dal vivo", anche al mondo dei teatri stabili, sia pubblici sia privati, che, seppure alcuni di questi meno noti, costituiscono l'humus del fermento culturale diffuso che rende la nostra Regione punta di eccellenza nel panorama teatrale internazionale. • Con riferimento alla formazione degli operatori del settore dello spettacolo dal vivo appare opportuno evidenziare che la promozione della formazione del personale artistico e tecnico non può essere demandata esclusivamente alla collaborazione con il sistema universitario e dell'alta formazione artistica (art. 8 comma 1 lett. b) punto 5) proposta n. 350), bensi debba essere appositamente definita a livello regionale, sulla scorta dei 63 repertori dellefigureprofessionali già da tempo adottate da altre Regioni e delle figure definite dall'ISFOL, pertanto la legge dovrebbe opportunamente individuare tale necessità, rimandando all'adozione di un repertorio continuamente aggiornato a cura della Direzione Formazione. Questo in quanto: diverse professioni connesse al mondo dello spettacolo hanno una connotazione squisitamente artigianale e tecnica (fonici, tecnici, ecc) che poco si rispecchia nel livello universitario e/o dell'alta formazione; molti tra gli Enti che sono in grado di erogare la formazione specifica per questi ruoli sono gli stessi teatri stabili, spesso anche organismi di formazione accreditati dalla Regione per le loro competenze specifiche, nel settore, pertanto appare più opportuno che sia il sistema regionale della formazione il principale interlocutore per l'impostazione di adeguate strategie formative; si rileva comunque una necessità di rendere uniformi i livelli di competenze in uscita dai percorsi formativi, cosi come avviene in altre Regioni, per poter garantire un migliore inserimento lavorativo. A tal proposito si ricorda un interessante progetto (A.R.G.O.Accreditare le Risorse umane a Garanzia dell'Occupabilità) promosso dalla Fondazione Giacomo Rumor, al quale la nostra Fondazione ha preso parte, rivolto alla definizione di competenze specifiche per i profili professionali richiesti dai diversi settori coinvolti nell'indagine. Ben venga l'istituzione di nuovi soggetti per la promozione di attività culturali (art. art. 8 comma 3 proposta n. 350), essendo il territorio particolarmente ricco di organizzazioni sia pubbliche sia private a tal scopo preposte. Appare piuttosto utile ripensare le modalità di valorizzazione, anche finanziaria, di quanto già esistente e radicato nei territori di riferimento, al fine di non disperdere il capitale sociale che le realtà già operanti rappresentano. Appare opportuna l'istituzione di un fondo unico regionale (art. 22 proposta n. 350, art. 52 proposta n. 364), tuttavia sarebbe utile determinare fin dall'impostazione normativa i criteri generali di assegnazione delle eventuali disponibilità finanziarie. In particolare sarebbe interessante se vi fosse una prima definizione delle categorie di realtà che possono accedere a tale fondo, eventualmente raccordate a parametri già definiti a livello ministeriale (per esempio, nel caso dello spettacolo, per l'accesso al FUS). Non appare ufile, in un'ottica di razionalizzazione delle risorse disponibili, l'affidamento della gestione del Fondo ad un soggetto terzo, seppure selezionato con procedura ad evidenza pubblica. Inriferimentoall'istituzione di un sistema dell'accreditamento regionale dei servizi culturali. 64 (art. 15 proposta n. 364), segnaliamo la necessità di adottare il provvedimento in un'ottica di semplificazione amministrativa, affinché le procedure di accreditamento non divengano un ulteriore fardello burocratico a carico delle organizzazioni culturali come già avviene per altre tipologie di accreditamento. Fondazione Aida Teatro Stabile di Innovazione Meri Malaguti, Direttore Organizzativo Viale Stazione Porta Vescovo, 4 - 37133 Verona - Italy Tel. +39 045.800.14.71/045.59.52.84 - Fax +39 045.800.98.50 E-mail: malaguti@,f-aida.it 65 SSCOMG.Struttura Fondazione Aida - Direzione <[email protected]> lunedì 29 luglio 2013 15:25 SSC0M6.Struttura C.a. Presidente Sesta Commissione Dr. Vittorino Cenci Meri Malaguti proposta_legge_v2.pdf Da: Inviato: A: Oggetto: Relazione Fondazione Aida Allegati: Gentile Dr. Cenci, Nel ringraziarla per averci convocato in occasione lo scorso venerdì 26 per esprimere le nostre osservazioni in merito ai progetti di legge in materia di cultura e spettacolo, invio la mia relazione che ho avuto modo di presentare in tale occasione. L'occasione è gradita per porgere i miei più cordiali saluti Meri Malaguti Direttore Organizzativo FONDAZIONE AIDA - Direzione Viale Stazione Porta Vescovo, 4 - 37133 Verona - Italy Tel. +39 045.800.14.71/045.59.52.84 - Fax +39 045.800.98.50 E-mail: direzione(53f-aida.it - Skype: meri.malaguti www.fondazioneaida.it - www.facebook.com/fondazioneaida P.IVA - Cod. Fiscale: 02737900239 You ; PRIVACY Questa Informativa viene inviata ai partecipanti alle Iniziative organizzate da Fondazione Aida, a chi ne ha fatto esplicita richiesta (peremail, fax, sul registro contatti, sul sito www.fondazionealda.it), o a indirizzi e-mail pubblicati o diffusi sul web In conformità alla vigente normativa sulla privacy (L. 196/2003). Chi desidera cancellarsi dalla nostra lista e non ricevere le nostre informazioni può inviare una mail a direzione(Sif-aida.it indicando in oggetto "Cancellami dalla Newsletter". Restiamo a vostra disposizione per qualsiasi chiarimento in merito. Il contenuto di questa e-mail e dei file allegati è RISERVATO e da considerarsi utilizzabile solamente dalla persona o dall'ente cui è indirizzato. Se avete ricevuto questa e-mail per errore, siete pregati di rimandarla al mittente e di eliminarla (L. 196/2003). Prima di s t a m p a r e questa m a i l , pensa all'impatto sull'ambiente - Please consider the e n v i r o n m e n t before printing this e - m a i l . 66 Consiglio Regionale del Veneto - UPA - 26/07/2013 - 0013916 Istituto Regionale ViUe Venete Mira, li 25 Luglio 2013 Istituto Regionale Ville Venete Prot. nr. 0002495 del 25/07/2013 Titolario # /.3^V b g!a Consiglio Regionale del Veneto I del 26/07/2013 Prot.: 0013916 Titolarlo 2.6 CRV CRV spc-UPA Protocollo n. REGIONE D E L V E N E T O Allegati n. 2495 Pregiatissimo Dottor Vittorino Cenci Presidente Sesta Commissione Consiglio regionale del Veneto Palazzo Ferro Fini 30124 VENEZIA OGGETTO: Progetti di Legge n. 350 e n. 364 - Osservazioni e proposte Gentile Presidente, La ringrazio per aver invitato l'Istituto che rappresento alla consultazione in merito ai progetti di legge n. 350 e 364. Entrambe le iniziative si propongono di disciplinare in modo organico la materia dei beni e delle attività culturali, dopo lariformadel titolo V della parte seconda della Costituzione, alfinedi armonizzare il quadro normativo della nostra Regione al Decreto legislativo n. 42 del 2004, e alle sue successive modificazioni. Lefinalitàdei progetti di legge sono assolutamente condivisibili stante il rilievo economico che assume il settore culturale, e il ruolo indispensabile che dovrà essere assunto da strumenti di integrazione e di intesa - innovativi e il più possibile dinamici - tra i diversi operatori pubblici e privati, così da promuovere lo sviluppo della cultura in modo compatibile con il sistema delle infi"astrutture, con i settori produttivi collegati, dal turismo alla agricoltura. Mi siano consentite alcune osservazioni cheriguardanoentrambe le proposte: 1. Andrebbericonosciuta,per quanto possibile, in modo esplicito (come peraltro sottolineato dall'art. 8, comma 1 del testo n. 350, e dalla variante al PTRC recentemente adottata dalla Gitinta) la specificità del sistema di valori costituito dalle ville venete, da valorizzare indipendentemente dalle tutele stabilite dalla legge dello Stato, in quanto patrimonio identitarie di interesse regionale, proprio della civiltà veneta, distintivo di una "cultura" che si fa territorio e che qualifica la nostra regione. (Stante la norma in vigore, confermata da entrambe le ipotesi in discussione, delle 4238 villericonosciutecome tali, la Regione Qp^érativa: Villa Venier Contarini, Via Capitello Albrizzi 3 - 30034 MIRA (VE) - telefono 0415235606, telefax 0415225219 Sede Legale: Fondamenta Santa Lucia - Cannaregio 23 - 30121 Venezia e mail segreteria@,irvv.net - c.f. 80017460272 67 tramite l'Istituto può sostenere solo le 1708 ville "vincolate" e non l'intero sistema che invece merita uno specifico riconoscimento); 2. Dovrebbe essere affi-ontato il problema della cultura "accessibile", a partire dalla qualificazione degli operatori, tenendo conto del fatto che l'offerta culturale deve andare incontro alle esigenze di tutti, nelrispettodelle più recenti regolamentazioni e direttive comunitarie. 3. Si potrebbe ipotizzare di dare valenza legislativa ad un "osservatorio" del patrimonio culturale, con particolareriferimentoalla ville venete , al fine di superare la logica della catalogazione , talorafi-ammentariae non sufficientemente coordinata tra tutti i soggetti coinvolti; 4. Potrebbe essere presa in considerazione, nell'ambito delle proposte già contenute nei due testi di legga, la possibilità di coordinare tra loro le diverse misure di sostegno agli interventi di conservazione, restauro e valorizzazione, con particolareriferimentoalle ville venete, tenendo conto del ruolo del nostro Istituto. Con i migliori saluti ILPRESIDENTE CA/rf Sede Operativa: Villa Venier Contarini, Via Capitello Albrizzi 3 - 30034 MIRA (VE) - telefono 0415235606, telefax 0415225219 Sede Legale: Fondamenta Santa Lucia - Cannaregio 23 - 30121 Venezia e mail segreteria(a).irvv.net -c.f. 80017460272 68 Consiglio Regionale del Veneto - UPA - 30/07/2013 - 0014166 HAI lA Consiglio Regionale del Veneto I del 30/07/2013 Prot.: 0014166 Titolarlo 2.6 CRV CRV spc-UPA OSSERVAZIONI DI ICOM VENETO A l PDL N. 350 E 364 IN MATERIA DI CULTURA Premessa In occasione del Convegno regionale del 15 aprile 2013. tenutosi presso la l'ondazione Querini Stampalia di Venezia, il coordinamento regionale del Veneto delPInternational Council of Museums, rappresentato in quella sede dalla dott.ssa Giuliana Bricani, direttore del Museo Civico di Bassano del Grappa, aveva posto all'attenzione dei rappresentati della VI Commissione Consiliare alcune questioni ritenute strategiche per il settore museale veneto. Nello specifico si erano avanzate le seguenti richieste: 1. di provvedere quanto prima ad un aggiornamento dell'apparato nonnativo del settore, oramai obsoleto; 2. di fare in modo che tale revisione prevedesse un processo di riaccreditamento dei musei regionali sulla base di precisi standard di qualità del servizio 3. di ridefinire i criteri di assegnazione dei contributi a favore dei musei, riequilibrando il rapporto tra contributi agli istituti della cultura e quelli alle attività culturali, oggi troppo sbilanciato a favore di queste ultime 4. di operare per favorire processi di formazione continua del personale dei musei, anche utilizzando i consistenti fondi per la formazione professionale, come premes-sa ad una buona gestione 5. di studiare provvedimenti in grado di favorire l'incontro tra musei e scuola, ovvero di superare le difficoltà introdotte dalla riforma Gelmini 6. di creare tavoli di concertazione e attività condivise in grado di incrociare l'attività dei musei con la promozione turistica dei territori, riconoscendo ai musei del Veneto la valenza anche di importanti fattori attrattivi del turismo. Considerazioni generali sui due progetti di legge Si prende atto che gli estensori dei due Progetti di Legge mirano ad una semplificazione normativa, proponendo di fatto delle leggi quadro, inevitabilmente di carattere generale. Si fa rilevare quindi che determinanti risulteranno le norme attuative di tali leggi quadro, che dovranno essere precise e rigorose nell'identificazione di quei parametri volti a raggiungere gli obiettivi generali enunciati dai due Progetti di Legge. Al riguardo si esprime una certa preoccupazione, poiché la mancanza di precisi vincoli di legge (in parte presenti nella vecchia normativa che si va ad abrogare) nella gestione dei musei, rischia di lasciare troppo spazio a politiche poco rigorose, vanificando di fatto lo sforzo in positivo che traspare dall'articolato dei due Progetti di Legge. Il PDL 350 Considerazioni generali In relazione al PDL 350. si rileva anzitutto come molto positivo il tentativo di mirare fin dall'enunciazione dei principi e delle finalità della legge, ad una concreta integrazione tra produzione culturale, a tutti i livelli, e società, intesa anche nella sua valenza economica, l alc sforzo va salutato positivamente, in quando mira a rompere con una tradizione che negli anni ha ICOM ITALIA - COORDINAMENTO REGIONALE DEL VENETO c/o Museo Casa Giorgione, Piazza San Liberale, 31033 Castelfranco V.to (TV) Tel 0422 735626 - Mail: [email protected] 69 M prodotto la progressiva marginalizzazione della cultura, nella assurda convinzione che essa fosse "altro" rispetto ai meccanismi ordinari di funzionamento della società e disconoscendo l'impatto economico rilevantissimo che la cultura ha anche nel Veneto, come si desume, da ultimo, anche dal rapporto della Fondazione Symbola e di Unioncamere relativo all'anno 2012. dove il Pil regionale prodotto direttamente da settore si attesta al 6,3% del totale, e l'occupazione al 7.1%. Dato, quello del PIL che. se allargato al turismo culturale nelle città d'arte, sale al 15.3%. Art. 2 Ci sembra quindi del tutto positiva la sottolineatura del rilievo economico delle attività culturali e l'indicazione come chiaro obiettivo da cogliere di un effettivo raccordo con l'istruzione, la formazione, il turismo. Pambiente e il territorio. L'articolato, inoltre, in più passaggi fa riferimento al riconoscimento degli istituti culturali. All'art 2, lettere "g" e "h" si identificano tre istituzioni di rilevanza internazionale nella Biennale di Venezia e delle due Fondazioni liriche, e si fa poi riferimento generico al riconoscimento di istituzioni culturali e di spettacolo di eccellenza. Al riguardo lascia perplessi l'identificazione puntuale delle tre realtà sopra citate come uniche depositarie di un rilevo "internazionale" e il fatto che tale rilievo non venga per esempio riconosciuto ai grandi musei del Veneto, che sommano annualmente milioni di visitatori da tutto il mondo e sono depositari di un patrimonio culturale di assoluta eccellenza a livello mondiale. Resta peraltro del tutto fumoso il meccanismo di riconoscimento dell'eccellenza, che sembra un po' troppo discrezionale, specie se legato all'azione di "soggetti attuatori'' (art. 4) di cui non viene definita la composizione. Art. 3 Ottimo anche il riferimento alle necessarie sinergie tra pubblico e privato, anche se lascia molto perplessi all'art. 18 la limitazione di eventuali benefit fiscali esclusivamente alle pensone giuridiche. Si ricorda, infatti, che nei paesi con radicate tradizioni di coinvolgimento del privato nella gestione dei BBCC, il contributo maggiore proviene dalle elargizioni di singoli cittadini, non dalle persone giuridiche (che peraltro già oggi hanno altri strumenti per defiscalizzare anche integralmente i loro contributi). Per dare effettiva efficacia al provvedimento si suggerisce quindi di agire sull'addizionale regionale dell'IRPEF. almeno entro limiti non irrisori. Art. 5 In merito agli strumenti di programmazione sembra molto positivo il poter contare su un programma quinquennale e su piani esecutivi annuali, in grado di orientare strategicamente le azioni di sistema. Determinante sarà la definizione dei criteri di valutazione dei progetti, rispetto ai quali, ancora una volta, sembra importante chiarire le composizioni dei cosiddetti "soggetti attuatori" e garantire la loro piena e totale autonomia di giudizio. Al riguardo sarebbe decisamente importante che il parere di eventuali commissioni tecniche - a differenza di quanto previsto attualmente dalla L.R. 50/84 - non fosse di natura consultiva, ma cogente. Lascia invece perplessi il fatto che la programmazione sia. l'unica forma di intervento prevista, dal momento che una caratteristica positiva della L.R. 50/84 era il prevedere forme di cofinanziamento alla gestione del patrimonio (per esempio cofinanziamento dei restauri). Prevedere di comprimere ICOM ITALIA - COORDINAMENTO REGIONALE DEL VENETO c/o Museo Casa Giorgione, Piazza San Liberale, 31033 Castelfranco V.to (TV) Tel 0422 735626 - Mail: [email protected] 70 €M tutto entro le linee guida della programmazione, rischia di sbilanciare ulteriormente il sistema sulle attività ad effetto, trascurando la necessaria "manutenzione'' del patrimonio. Si ricorda al riguardo che, spesso, proprio i modesti contributi parziali regionali hanno svolto l'attività di stimolo per gli enti proprietari ad effettuare investimenti sul loro patrimonio. Art. 8 La defmizione degli standard dì gestione Si tratta di una materia a noi particolarmente cara e rilevante. All'art. 8 punfi "3" e "4" si fa riferimento alla disciplina statale e di derivazione comunitaria. Occorre tuttavia rilevare che nulla al riguardo è oggi disponibile, dal momento che l'art 114 del Codice (definizione dei livelli minimi della valorizzazione) è al momento inapplicato. Tant'è che le Regioni che hanno adeguato la loro normativa in materia di musei dopo il DM 10 maggio 2001. hanno definito nell'aiticolato i loro standard. La Regione del Veneto ha prodotto nel 2003 la DGR n. 2863 che potrebbe tranquillamente costituire un ottimo punto di partenza per non lasciare nel vago o ai tempi indefiniti di altri livelli amministrativi, un problema assolutamente centrale. La promozione dei profdi professionali Se da un canto è senz'altro apprezzabile il riferimento a precisi profili professionali per la gestione del patrimonio culturale (art. 8 punto 4) e alla necessità di una formazione continua, rischia di essere fuorviante la generica indicazione a standard nazionali ed europei, che di fatto non esistono. Anche in questo caso potrebbe essere utile andare a definire almeno i profili professionali fondamentali di ogni settore, utilizzando documenti di indirizzo come la Carta Nazionale delle professioni museali, approvata nel 2006 dalla Conferenza permanente delle associazioni museali italiane, disponibile al seguente indirizzo web: http://www.icom-italia.org/imaaes/documenti/cartanazionaleprolessioni2008.pdf Art. 9 Assolutamente positivo il riferimento ad una necessaria integrazione con le politiche comunitarie, correttamente enunciate. Art 12 Si identificano alcuni strumenti di intervento. Nello specifico la legge prevedrebbe l'istituzione di quattro strutture regionali: il portale del patrimoni culturale del Veneto; il Centro Servizi alla produzione cinematografica e televisiva; le strutture espositive del patrimonio culturale; e infine il centro per i restauro del patrimonio culturale del Veneto. Esprimiamo le nostre perplessità su due di queste realtà. 1. L'idea di istituire un portale del patrimonio culturale del Veneto là parte di una stagione superata; vorremmo dire che è un progetto in chiave web 1.1. Da decenni l'ICCD (e anche la Regione del Veneto) tenta di creare banche dati monstre, con investimenti enormi, sempre incomplete, subito obsolete in primis perché superate dalla rapidità del progresso tecnologico. L'idea un po' orwelliana di poter governare tutto lo scibile umano da un ideale centro è oramai una visione legata al passato e smentita dalla storia. Ciò che serve agli istituti culturali è semplicemente un "luogo sicuro e gratuito dove archiviare le loro informazioni relative al patrimonio" ovvero quella che in gergo, oggi, si chiama "nuvola". ICOM ITALIA - COORDINAMENTO REGIONALE DEL VENETO c/o Museo Casa Giorgione, Piazza San Liberale, 31033 Castelfranco V.to (TV) Tel 0422 735626 - Mail: [email protected] 71 C M Occorre invece dare spazio alle forme di implementazione del sapere in modello wikipedia. 2. Le strutture espositive del patrimonio sono per definizione i musei e i monumenti, che nella nostra regione sono capillarmente distribuiti. Non c'è alcun bùsogno di costruirne di nuove, basta semplicemente potenziare e valorizzare l'esistente. Anche perché nuove sedi significano non solo spese d'investimento iniziali, ma soprattutto spese di gestione future. Art. 22 La creazione di un fondo unico per ilfinanziamentodel sistema culturale, se appare razionale in linea di principio, comporta il rischio di penalizzare fortemente le realtà minori, che costituiscono l'intelaiatura del sistema dei beni culturali regionale. Sarebbe quindi auspicabile inserire nell'articolato qualche criterio di classificazione degli istituti (come quelli previsti dalla LR 50/84). assicurando ad ogni categoria un approccio al finanziamento parametrato sulle sue effettive esigenze e sulle sue dotazioni. IL PDL 364 Considerazioni generali 11 PDL 364 nel suo complesso presenta un approccio più tradizionale al tema della gestione complessiva della cultura e dei beni culturali regionali. Manca lo slancio ideale volto all'integrazione cultura-società, molto marcalo nel PDL 350. così come il riferimento alla formazione continua e all'accreditamento dei professionisti della cultura. Per contro è molto più preciso in alcuni ambiti cruciali, come quello dell'accreditamento degli istituti della cultura, stabilendo già nell'articolato alcuni principi fondamentali che limitano le possibilità di stravolgimenti in fase attuativa. Nello specifico il PDL 364 pare anche molto più attento alle problematiche del patrimonio, riservando un'attenzione specifica al finanziamento delle attività di manutenzione e restauro, in continuità con la LR 50/84. Art 8 Se si apprezza la volontà di creare dei luoghi di dibattito in cui favorire il confronto tra decisori e tecnici, sembra molto improbabile tuttavia che forme assembleari come quelle previste siano effettivamente in grado di produrre in termini progettuali. Sarebbe opportuno probabilmnente prevedere delle commissioni rappresentative ma selettive in grado di supportare le scelte tecniche dell'amministrazione. Meglio se elette direttamente dagli operatori. Art. 9 Come già accennato in relazione a quanto previsto dal precedente PDL. si nutre una seria diffidenza verso sistemi informativi centralizzati. Tutti gli esperimenti fin qui fatti in ambito nuuseale non hanno portato ai risultati attesi. C'è bisogno più di un collettore dei contributi delle singole realtà, che di un sistema centralizzato, di fatto ingestibile. ICOM ITALIA - COORDINAMENTO REGIONALE DEL VENETO c/o Museo Casa Giorgione, Piazza San Liberale, 31033 Castelfranco V.to (TV) Tel 0422 735626 - Mail: [email protected] 72 IC M Art. 13 Molto bene la previsione di sistemi, reti e altre forme di collaborazione, così come la possibilità che la Regione fornisca competenze tecniche e strumentali, specie ai musei più piccoli (occorrerebbe immaginare delle vere e proprie task force regionali composte da professionisti già presenti e atUvi sul territorio). Il riferimento alla lettera "e" ai livelli minimi della valorizzazione così come previsti dall'art. 114 del Codice rischia di diventare un boomerang, perché tale articolo del Codice risulta ad oggi disatteso, e le tensioni col Ministerorischianodi produrre un risultato molto al ribasso. Molto bene il punto 4. in cui correttamente si ritiene di finanziare non solo progetfi. ma anche iniziative di conservazione e manutenzione del patrimonio Art. 16 Se si apprezza nel complesso l'articolato relativo al sistema museale regionale, nel momento in cui lo si definisce "strumento di attuazione" della legge in materia di musei; non appare tuttavia chiaro quali ne siano gli organi. Manca il riferimento per esempio ad una commissione tecnica, in grado di vagliare le domande di ammissione e di supportare i tecnici regionali nella progettazione. Fare unico riferimento alla prevista "Conferenza" appare operativamente poco efficace. Si potrebbe considerare che la conferenza nomini al suo interno dei delegati che costituiscono la commissione tecnica del sistema museale regionale (o il comitato scientifico) con funzioni più operative. Ca.slelfranco V.lo, 29/07/2013 Il coordina'tore regionale Dott. l i e d Baldi/n Allegato: Carta nazionale delle professioni museali ICOM ITALIA - COORDINAMENTO REGIONALE DEL VENETO c/o Museo Casa Giorgione, Piazza San Liberale, 31033 Castelfranco V.to (TV) Tel 0422 735626 - Mail: [email protected] 73 iC M Carta nazionale delle professioni museali Questo è il testo definitivo della Carta nazionale delle Professioni museali, approvato con alcune integrazioni dalla II Conferenza dei musei italiani, svoltasi il 2 ottobre 2005 a Roma, nella sala dello Stenditoio dei complesso monumentale del San Michele - Ministero per i Beni e le attività culturali. La prima versione del documento è stata redatta dal gruppo di lavoro interassociativo deciso nel corso dell'Assemblea generale di ICOM Italia, svoltasi a Pesaro il 18 marzo 2005, con la partecipazione di tutte le associazioni museali italiane. Il gruppo di lavoro, coordinato da Alberto Garlandini era originariamente cosi composto: Alberto Garlandini (coordinatore), Alessandra Aspes, Gianluigi Daccò, Luigi Di Corato, Sandra Ferracuti, Paola Giovetti, Viviana Lanzarini, Michele Lanzinger, Silvia Mascheroni, Cristiana Morigi Covi, Andrea Mante, Margherita Sani, Salvatore Sutera, Cristian Valsecchi, Caterina Cataro (Segreteria). Sono stati in seguito coinvolti nel lavoro molti altri colleghi, fra cui: Francesco Barocelli, Giovanna Brambilla Ranise, Angelo Brugnoli, Maria Vittoria Marini Clarelli, Emanuela Daffra, Maria Antonella Fusco, Aurora Di Mauro, Giuliana Ericani, Valentina Galloni, Claudio Gamba, Claudia Garzon, Rita Gigante, Adele Maresca Compagna, Cecilia Mazzi, Enzo Minervini, Maria Cristina Nasoni, Marta Paraventi, Alessandra Pinna, Laura Ronzon, Carla Salvetti, Patrizia Tamassia, Anna Maria Visser, Antonia Zanferrari. Non è qui possibile citare tutti quelli che hanno contribuito; a loro va il nostro più sentito ringraziamento. Carta nazionale delle professioni musealt_2008 74 I€ M Sommario 1. Carta nazionale delle professioni museali a cura dei Presidenti della Conferenza permanente delle Associazioni museali italiane 2. Introduzione A\ Alberto Garlandini 3. La Mappa delle principali professionalità 4. I profili professionali 4.1. Premessa 4.2. Direttore 4.3. Ambito: ricerca, cura e gestione delle collezioni 4.3.1. Conservatore 4.3.2. Catalogatore 4.3.3. Registrar: responsabile del servizio prestiti e della movimentazione delle opere 4.3.4. Restauratore 4.3.5. Assistente addetto alle collezioni 4.4. Ambito: servizi e rapporti con il pubblico 4.4.1. Responsabile dei servizi educativi 4.4.2. Educatore museale 4.4.3. Coordinatore dei servizi di accoglienza e custodia 4.4.4. Operatore dei servizi di accoglienza e custodia 4.4.5. Responsabile dei servizi di documentazione 4.4.6. Responsabile della biblioteca 4.5. Ambito: amministrativo, finanziario, gestionale e delle relazioni pubbliche 4.5.1. Responsabile amministrativo e finanziario 4.5.2. Responsabile della segreteria 4.5.3. Responsabile dell'ufficio stampa e delle relazioni pubbliche 4.5.4. Responsabile per lo sviluppo: fund raising, promozione e marketing 4.5.5. Responsabile del sito w/eb 4.6. Ambito: strutture e sicurezza 4.6.1. Responsabile delle strutture e dell'impiantistica 4.6.2. Responsabile della rete informatica 4.6.3. Responsabile della sicurezza 4.6.4. Progettista degli allestimenti degli spazi museali e delle mostre temporanee Carta nazionale delle professioni musealj_2008 75 IC M 1. CARTA NAZIONALE DELLE PROFESSIONI MUSEALI Per i musei italiani gli ultimi anni hanno apportato novità sostanziali: dal loro riconoscimento in quanto istituto all'individuazione dei requisiti minimi essenziali ad assicurarne l'esistenza; dall'importanza assegnata alla definizione della loro missione alla rielaborazione delle dichiarazioni di missione; dalla formalizzazione degli standard necessari a garantirne il funzionamento all'elaborazione di modelli di qualità per loro gestione; dalla sperimentazione di nuove forme di gestione alla creazione di reti e sistemi museali; da un progressivo orientamento al pubblico allo sviluppo di forme innovative di partecipazione; dalla ricerca di un nuovo ruolo nella tutela e valorizzazione del patrimonio culturale alla pratica di rapporti più organici con il territorio. Questo insieme di novità sta trovando la sua concretizzazione, a cura delle amministrazioni responsabili e grazie all'iniziativa dei molti operatori impegnati a tradurle in pratica: nella definizione di un sistema di regole interne ed esterne all'istituto museo, individuando in esso la condizione di base per un loro adeguato funzionamento, ma ancor più l'espressione formale del sistema delle relazioni che ne guida l'agire; nella centralità assegnata al personale che opera nei e per i musei, dalla cui professionalità, competenza e capacità dipendono in ultima istanza la coerente traduzione della missione in programmi e azioni conseguenti ad essa, la definizione e l'applicazione di qualunque sistema di regole, l'efficacia e l'efficienza di qualunque istituto. In altri termini, il presente e il futuro dei musei. Sulla base di questi presupposti le Associazioni museali italiane - riunite in Conferenza permanente dal 19 novembre 2004 - hanno stabilito di elaborare una Catta nazionale delle professioni museali con l'obiettivo di ribadire la centralità del ruolo dei professionisti museali in seno ai musei e di sanare la storica assenza di definizione delle professionalità presenti nei musei e su cui i musei debbono poter contare per assolvere la loro missione e svolgere le funzioni loro proprie. Alla decisione, presa il 16 marzo 2005 in occasione dell'Assemblea generale dell' ICOM di Pesaro, di redigere questa Carta sono seguite la formazione di un gruppo di lavoro con la partecipazione di soci di tutte le Associazioni e di numerosi altri professionisti e operatori museali, la stesura di una prima bozza di Carta, presentata on line nel mese di luglio, che ha aperto il confronto con tutti gli interessati, l'elaborazione di una seconda bozza di Carta, discussa nuovamente a Pesaro il 24 settembre dai Consigli direttivi delle Associazioni della Conferenza permanente, e modificata e completata sulla base delle loro osservazioni. La bozza definitiva della Carta nazionale delle professioni museali y\ene ora sottoposta alla Conferenza nazionale dei musei italiani, indetta per il 24 ottobre a Milano e aperta ai rappresentanti delle Amministrazioni responsabili, dei musei italiani e di tutti gli operatori interessati, per una sua discussione finale e in vista della sua definitiva approvazione. I Consigli direttivi delle Associazioni museali della Conferenza permanente - sottolineano il valore del processo aperto e condiviso che ha caratterizzato l'elaborazione della Carta, l'importanza di un'iniziativa assunta in prima persona dai professionisti museali nella definizione delle professionalità, delle responsabilità e attività che le caratterizzano e dei requisiti per l'accesso alle professioni stesse; - sottopongono la Carta nazionale delle professioni museali all'approvazione della Conferenza nazionale dei musei; - raccomandano a tutte le Amministrazioni responsabili, ciascuna secondo le modalità previste dal proprio ordinamento, di prendere a riferimento, adottare, recepire, adeguare le proprie norme alla Calta nazionale delle professioni museali, tenendo conto delle Raccomandazioni che la accompagnano e tenendo conto del fatto che le caratteristiche di altri profili professionali prioritari, ma di interesse specifico per determinare categorie museali, saranno precisate in documenti elaborati successivamente dalle singole Associazioni; - si impegnano a • verificarne l'applicabilità e l'applicazione indicendo nei prossimi mesi Conferenze regionali e interregionali dei professionisti museali e promuovendo sulla base delle indicazioni emerse entro il prossimo anno una seconda Conferenza nazionale con l'obiettivo di apportare le modifiche necessarie alla Carta; Carta nazionale delle professioni museali_2008 76 • aprire un confronto con gli altri professionisti del patrimonio culturale nella direzione di giungere a una Carta nazionale delle professioni del patrimonio culturale; • stabilire un confronto con le organizzazioni dei lavoratori, delle imprese e delle amministrazioni responsabili, finalizzato a stabilire le corrispondenze fra i profili individuati e l'inquadramento contrattuale dei professionisti e degli operatori; • esaminare con le Università, le Regioni e le altre Istituzioni formative la coerenza fra le previsioni della Carta e i corsi di studio esistenti con l'obiettivo di conciliarne le sue previsioni con l'offerta formativa presente e futura; • costituire, in collaborazione con le Amministrazioni responsabili disponibili, un osservatorio sul personale dei musei con l'obiettivo di rilevarne il numero, l'inquadramento, le carenze e di individuare le modalità e i tempi per superarle. Pesaro, 24 settembre 2005 Gabriella Belli Presidente dell'Associazione Musei d'arte contemporanea italiani (AMACI) Associazione Musei ecclesiastici italiani (AMEI) Anna Maria Visser Presidente dell'Associazione nazionale dei Musei locali e istituzionali italiani (ANMLI) Giacomo Giacobini Presidente dell'Associazione nazionale Musei scientifici (ANMS) Daniele Jalla Presidente del Comitato nazionale italiano dell'International Council of Museums (ICOM Italia) Pietro Clemente Presidente della Società italiana per la museografia e i beni demoetnoantropologica (SIMBDEA) Carta nazionale delle professioni museali_2008 77 iC m 2. INTRODUZIONE Alberto Garlandini Coordinatore del gruppo di lavoro J. Premessa L'Assemblea nazionale di ICOM Italia, svoltasi a Pesaro il 19 marzo 2005, ha discusso il tema della valorizzazione, della formazione e del riconoscimento delle professioni museali. Il dibattito si è svolto in due tavole rotonde, la prima con la partecipazione di rappresentanti di ICOM internazionale, la seconda con la presenza dei presidenti di tutte le Associazioni museali italiane, che nel novembre 2004 si sono costituite in Conferenza permanente.^ Al termine dei lavori, è stata unanimemente approvata la proposta di tenere a Milano il 24 ottobre 2005 la Conferenza nazionale, cui sottoporre per la definitiva approvazione la Carta delle professioni museali. I partecipanti hanno condiviso i documenti preparatori pubblicati sul numero speciale de La Rivista dei Musei e hanno incaricato Alberto Garlandini di ICOM di costituire un gruppo di lavoro allo scopo di studiare i principali profili di competen;:e professionali che dovranno essere previsti dalla Catta. II gruppo di lavoro interassociativo si è riunito due volte, a Torino il 18 aprile 2005 e a Bologna il 30 maggio 2005; per approfondire i temi e coinvolgere quanti più colleghi possibile, il lavoro è proseguito anche on line e sono stati costituiti quattro sottogruppi, che si sono riuniti più volte.^ Il 24 settembre 2005 i direttivi delle Associazioni museali si sono riuniti nuovamente a Pesaro, hanno esaminato e integrato il documento proposto dal Gruppo di lavoro, unitamente ad alcune Raccomandazioni che lo accompagnano. 2. Il riconoscimento normativo del museo Nel primo lustro del xxi secolo, il museo ha ottenuto anche in Italia lo status formale di istituto culturale permanente e di servizio pubblico. Il Decreto Ministeriale sui criteri tecnico-scientifici e gli standard di funzionamento e di sviluppo dei musef ha introdotto standard di qualità, adattando alle peculiarità dei musei italiani i minimum standards/normes minimales/pmcip] base per il governo di un museo che il Codice deontologico di ICOM ha individuato nel 1986. In seguito, l'articolo 101 "Istituti e luoghi della cultura" del Codice dei beni culturali e delpaesaggià ha fornito una definizione di museo che riprende nella sostanza la definizione internazionale di ICOM, ^ pur tralasciando le funzioni di ricerca e le finalità di diletto che ICOM riconosce come connaturate ai musei e che ha richiesto di inserire nel Coc//ce stesso. 3. Il riconoscimento delle professionalità museali L'Ambito IV del Decreto Ministeriale sugli standard museali e dedicato al personale necessario per adempiere alle funzioni strutturali del museo. Secondo quanto previsto dalla riforma costituzionale del 2001 e dal Codice, spetta anzitutto alle Regioni dare attuazione al Decreto. In forme e modalità diverse, varie Regioni fra cui Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Piemonte, Toscana, Marche, Lazio, Sardegna, hanno già individuato nella presenza di personale qualificato un requisito determinante per l'accreditamento dei musei 0 per la loro certificazione di qualità. In particolare, la Regione Lombardia ha sancito, come requisito per il riconoscimento regionale, la presenza di cinque professionalità prioritarie: direttore, conservatore, responsabile dei servizi educativi, responsabile della sicurezza, addetto alla custodia, di cui ha individuato i relativi profili di competenze.^ Malgrado tali iniziative nazionali e regionali, siamo ancora lontani da un riconoscimento sostanziale e formale delle professionalità e dei professionisti dei musei. Con la Carta nazionale delle professioni museali le Associazioni museali italiane intendono contribuire al pubblico riconoscimento del ruolo essenziale del personale dei musei e dei loro professionalità. 4.1 compiti delle Associazioni dei professionisti museali Alle Associazioni dei professionisti museali competono tre compiti inderogabili: - indicare i profili professionali del personale che opera nei e per i musei, quali che siano tipologia, dimensione e titolarità di questi; - segnalare a tutti i soggetti pubblici e privati che hanno responsabilità istituzionali e amministrative (ma Carta nazionale delle professioni museali_2008 5 78 iC M anche formative) le professionalità indispensabili al buon funzionamento dei musei e vigilare che tali competenze siano effettivamente disponibili nei musei; - promuovere una cultura della qualità e della professionalità e assumere tutte le iniziative necessarie affinché tali valori siano garantiti negli statuti/regolamenti dei musei e osservati nella loro vita quotidiana. 5. L'urgenza del riconoscimento pubblico delle professioni museali Le professioni museali devono ottenere un pubblico riconoscimento il più presto possibile per almeno cinque motivi: 1. I professionisti museali hanno la necessità di identificarsi in un documento strategico che ne evidenzi le peculiarità professionali e, al contempo, esalti la complessità delle funzioni museali. Le carenze delle statistiche culturali non ci dicono con sicurezza quanti operano nei e per i musei italiani; sulla base dei dati disponibili, possiamo comunque stimare che in Italia gli interlocutori delle Associazioni museali siano un numero molto consistente, sia pure frammentati per ruolo, tipo di incarico, continuità di lavoro, responsabilità esercitate, competenze professionali. Le associazioni di categoria sono numerose e diversificate, eppure gli iscritti nel loro complesso sono ancora pochi. 2. Alcune professioni del comparto culturale o contigue a esso hanno ottenuto o stanno per ottenere un riconoscimento pubblico. Purtroppo, il fatto che manchi un riconoscimento delle specificità museali può determinare fraintendimenfi sulla funzione e sul ruolo di altri professionisti, come è accaduto per le guide turistiche, che in taluni casi hanno impropriamente richiesto di poter svolgere attività prettamente museali come quelle degli operatori dei servizi didattici ed educativi dei musei. ^ 3. Per governare i processi di esternalizzazione dei servizi museali, è indispensabile l'identificazione di profili di competenze, che permettono di evidenziare le professionalità che devono rimanere incardinate nei musei e le caratteristiche professionali che i prestatori dei servizi esternalizzati devono garantire. A tali profili devono fare riferimento anche i processi di accreditamento e di certificazione che le Regioni stanno attuando. 4. Il forte cambiamento in atto nelle università e nelle altre agenzie della formazione e dell'aggiornamento ha prodotto una proliferazione di corsi in materia di beni, servizi e attività culturali non correlate alle reali esigenze del mondo del lavoro. Tale situazione richiede una presa di posizione da parte dei professionisti museali con l'obiettivo di contribuire ad accrescere la rispondenza dei curricula formativi alle competenze effettivamente richieste dal mondo del lavoro. 5. In Parlamento sono in discussione proposte di riforma delle professioni intellettuali. Al di là dell'opinabile sorte di tali tentativi, al dibattito non può mancare il contributo dei professionisti museali, in coordinamento con l'Associazione italiana bibliotecari, l'Associazione nazionale archivistica italiana e gli altri professionisti della cultura, con cui le Associazioni dei professionisti museali intendono stabilire un confronto e dar vita a un'azione comune. 6. /Curricula Guidelines for Museum Professional Development di ICOM Nella Mappa delle principali professionalità musealf sono individuati venti profili, che si basano sull'esperienza italiana, ma anche sul lavoro svolto da ICOM, specie attraverso i suoi comitati internazionali IcTOP'° e IcoFOM." Alla luce delle profonde trasformazioni vissute dal museo nel corso del xx secolo, ICTOP ha studiato le nuove professionalità museali e ha rielaborato il Basic Syllabus for Professional Museum Training degli anni Settanta a favore di Curricula Guidelines for Museum Professional Development, approvate dal Consiglio esecutivo di ICOM nel 2000. Si è cosi passati da un documento che costituiva nella sostanza.il programma di un corso di laurea in museologia - il Basic Syllabus - a un insieme di linee guida formative - i Curricula Guidelines - che delineano le complesse e variegate conoscenze, competenze e abilità necessarie per lavorare nei musei contemporanei in una logica di formazione professionale permanente e a più livelli. 7. Mappa delle principali professionalità museali La Mappa delle principali professionalità musealf si prefìgge di individuare le principali professionalità e di descriverne le responsabilità, gli ambiti di lavoro, i compiti, i requisiti per l'accesso e le modalità di incarico. Il museo contemporaneo richiede sia una professionalizzazione e una specializzazione degli addetti sia la Carta nazionale delle professioni museali_2008 6 79 •CM massima interdisciplinarità, trasversalità, capacità di lavorare in gruppo da parte di tutti gli operatori. Per questo motivo, la Mappa suddivide i principali profili di competenze in aree funzionali, fra loro interconnesse e interagenti. La Mappa guarda al futuro più che al passato e descrive le professionalità, nuove e tradizionali, alla luce delle complesse funzioni del museo contemporaneo. È rivolta a tutti i musei, siano essi pubblici o privati, indipendentemente dalle loro dimensioni, origini, titolarità, collocazione, tipologia. La Mappa non è l'organigramma ideale di un museo né individua gerarchie o piante organiche. Tutte le figure professionali esercitano i compiti e le responsabilità loro assegnate sulla base degli indirizzi espressi secondo le diverse competenze- dalla direzione del museo e dall'amministrazione responsabile. Ogni museo ha una propria, specifica organizzazione, frutto della storia, della natura istituzionale, delle risorse che ha a disposizione, della missione che gli è affidata dalla proprietà. In molti musei italiani pochi, o pochissimi, professionisti si trovano a gestire da soli l'insieme delle funzioni museali. In altre realtà a uno stesso professionista sono affidati, in logica di rete e di sistema, responsabilità su più istituti. Inoltre, in molti istituti ai tradizionali modelli gerarchici e piramidali si vanno sostituendo nuovi modelli organizzativi, orizzontali e a matrice, basati su gruppi di lavoro e task force. Di fronte a una situazione così complessa ed eterogenea, sarebbe fuorviante che le Associazioni dei professionisti museali proponessero specifici modelli organizzativi, mentre è essenziale che individuino le professionalità necessarie all'espletamento della missione e delle funzioni dei musei. 8. Il direttore come leader e responsabile ultimo del museo Al centro della Mappa delie professionalità museali è collocato il direttore, la figura centrale e inderogabile del museo. Il direttore è il garante dell'attività del museo nei confronti dell'amministrazione responsabile, della comunità scientifica e dei cittadini. A lui afferisce la piena responsabilità dell'attuazione della missione e delle politiche del museo, della sua gestione, della conservazione, valorizzazione, promozione e godimento pubblico delle collezioni, nonché della ricerca scientifica svolta dal museo. É il responsabile diretto e indiretto delle risorse umane e finanziarie, dell'attuazione delle funzioni del museo e dell'insieme delle sue relazioni interne ed esterne. 9. Funzioni del museo e competenze professionali La Mappa individua quattro macroaree di attività museale - afferenti alla responsabilità del direttore - che corrispondono alle funzioni museali individuate dal Codice deontologico di ICOM. Tenendo conto degli otto ambiti in cui sono ripartiti gli standard museali nel Decreto Ministeriale, le tre aree funzionali ricorrenti nella letteratura museologica - collezioni, amministrazione, servizi al pubblico - sono state riorganizzate in quattro ambiti che meglio rispondono alle specificità della realtà contemporanea dei musei italiani: - ricerca, cura e gestione delle collezioni, - amministrazione, finanze, gestione delle risorse umane e delle relazioni pubbliche, - servizi e rapporti con il pubblico, - strutture, allestimenti e sicurezza. 10. Le principali professionalità museali La Mappa individua le professionalità con le denominazioni correntemente ufilizzate in italiano e le suddivide nei quattro ambiti funzionali, senza alcuna gerarchia tra i medesimi. Alcune professionalità hanno genesi e profili prettamente museali - direttore, conservatore, responsabile dei servizi educativi -, altre hanno origine in istituti culturali non museali - il responsabile della biblioteca, il responsabile dei servizi di documentazione, registrar -, altre provengono da ambiti economico/manageriali - responsabile dello sviluppo, responsabile amministrativo e finanziario -, altre ancora sono trasversali - responsabile della comunicazione e dell'ufficio stampa, responsabile del sito web e del sistema informativo, responsabile della sicurezza. Indipendentemente dalla disciplina d'origine, tutte le professionalità operanti nel museo devono avere anche una formazione museologia, acquisita nell'ambito del proprio corso di studi o attraverso corsi di specializzazione riconosciuti. I profili di competenze individuati nella Carta terranno conto, quando esistenti, di statuti professionali già consolidati o riconosciufi. Carta nazionale delle professioni museali_2008 7 80 IC M Se in molti musei italiani le stesse persone devono assolvere le funzioni e i compitì di molte delle professionalità individuate nella Mappa, in altri musei accade l'opposto. In altre parole, in alcuni musei al singolo profilo di competenze presente nella Mappa corrispondono più persone, che ricoprono ruoli diversi. Vista la rilevanza quantitativa e qualitativa, per quanto riguarda i servizi educativi e i servizi di accoglienza e custodia è stato individuato, accanto al profilo del responsabile anche quello dell'operatore. Per evitare un'eccessiva frammentazione dei profili, sono state studiate le professionalità museali con forti valenze trasversali. Di conseguenza, non sono state evidenziate figure con competenze molto specialistiche che svolgono funzioni importanti in singole tipologie di musei e che in tali musei devono essere disponibili. Per esempio il disegnatore, che nei musei archeologici si occupa del rilievo grafico dei manufatti a fini di studio e didattici; il giardiniere che negli orti botanici e nei giardini storici si occupa del mantenimento delle collezioni botaniche viventi e degli allestimenti; Il tecnico addetto alle collezioni che nei musei naturalistici si occupa della conservazione e gestione delle collezioni. Questo non significa che tali profili non possano essere oggetto di successiva individuazione con le stesse modalità di quelli individuati in prima istanza dalla Carta. 11. Il Codice e le professioni culturali Il Coo'/ce affronta direttamente e indirettamente il tema delle professioni culturali. L'art. 29 "Conservazione" sancisce che i profili di competenza dei restauratori e degli altri operatori che svolgono attività complementari al restauro o altre attività di conservazione dei beni culturali mobili e delle superficie decorate sono definiti dal Ministero d'intesa con la Conferenza Stato-Regioni (comma 7). Prevede che i criteri e i livelli di qualità cui si adegua l'insegnamento del restauro siano adottati con decreto del Ministero di concerto con il MiUR, previo parere della Conferenza Stato-Regioni (comma 8). L'insegnamento del restauro è impartito dalle scuole di alta formazione e di studio, nonché da centri, anche interregionali, istituiti mediante accordi o intese tra il Ministero e le Regioni, e da altri soggetti pubblici e privati accreditati dallo Stato, con modalità decretate dal Ministero di concerto con il MiUR e previo parere della Conferenza Stato-Regioni (comma 9). La formazione delle figure professionali che svolgono attività complementari al restauro o altre attività di conservazione è assicurata da soggetti pubblici e privati ai sensi della normativa regionale (comma 10). Il tema delle professionalità museali è citato nell'art. 115 "Forme di gestione", ove si sancisce che "la gestione in forma diretta è svolta per mezzo di strutture organizzative interne [...] provviste di idoneo personale tecnico" (comma 2). 12. Il ruolo delle Regioni e il carattere nazionale delie professionalità museali La riforma del Titolo v della Parte seconda della Costituzione ha modificato l'assetto delle competenze in materia di tutela, di valorizzazione e gestione dei musei. Le potestà legislative e le funzioni amministrative in materia di musei e biblioteche di enti locali e di interesse locale, trasferite alle Regioni a statuto ordinario nel 1972, sono ora inquadrate nelle nuove competenze legislative concorrenti delle Regioni in materia di valorizzazione dei luoghi e istituti della cultura non statali. I princìpi generali cui devono fare riferimento le normative regionali sono contenute nel Codice dei beni culturali e del paesaggio. L'art. 7 "Funzioni e compiti in materia di valorizzazione del patrimonio culturale" conferma la potestà legislativa regionale, nel rispetto dei principi fondamentali fissati dal Codice stesso. L'art. 102.2 "Fruizione degli istituti e dei luoghi della cultura di appartenenza pubblica" e l'art. 112.2 "Valorizzazione dei beni culturali di appartenenza pubblica" sanciscono che la legislazione regionale disciplina la fruizione e la valorizzazione dei beni presenti nei musei non appartenenti allo Stato o dei quali lo Stato abbia trasferito la disponibilità. Inoltre, l'art. 112.4 prevede che Ministero, Regioni e altri enti pubblici territoriali stipulino accordi su base regionale per definire obiettivi, tempi e modalità per coordinare, armonizzare e integrare le attività di valorizzazione. Spetta alle Regioni sostenere la crescita dei musei e promuovere l'accreditamento e la certificazione: standard prioritario deve essere la disponibilità di adeguate professionalità. La Carila nazionale delle professioni museali'proposta delle Associazioni museali ha carattere nazionale e come tale verrà discussa con le Regioni e con il coordinamento nazionale delle Regioni. Le strategie di sviluppo dei diversi sistemi museali regionali rispondono a necessità e specificità locali, ma i profili professionali museali hanno valenza nazionale. L'obiettivo è promuovere un corpo tecnico della tutela e della valorizzazione unitario, che condivida metodologie, competenze e obiettivi. In tal modo, i professionisti dei musei potranno finalmente avere effettive prospettive di carriera e mobilità interistituzionale. Al tempo stesso, la Caria si rivolge all'insieme delle Amministrazioni che hanno responsabilità diretta o Carta nazionale delle professioni museali_2008 8 81 indiretta sui musei, dal Ministero per i beni e le attività culturali che mantiene la proprietà e le competenze in materia di valorizzazione e gestione su un insieme vasto e particolarmente significativo di musei, agli Enti locali, cui afferisce la maggioranza dei musei pubblici, alle Università degli Studi, alla Chiesa cattolica e alle altre confessioni, per quanto riguarda i musei ecclesiastici, alle Fondazioni e associazioni proprietarie o comunque con responsabilità sui musei loro affidati in gestione. Il Codice offre un quadro di riferimento per un riconoscimento unitario dei profili professionali museali attraverso atti regionali, interregionali e nazionali (decreti ministeriali, previa intesa in Conferenza StatoRegioni e in Conferenza unificata), da costruirsi con accordi tra Ministero, Regioni e altri enti pubblici territoriali, anche in concorso con le università. L'art. 114 "Livelli di qualità della valorizzazione" prevede che Ministero, Regioni e altri enti pubblici territoriali, anche in concorso con le università, fissino livelli uniformi di qualità della valorizzazione, da adottarsi con decreto del Ministero previa intesa in Conferenza unificata. 13. La museologia e i museoiogi Nelle elaborazioni di ICOFOM, la museologia è una disciplina che si occupa della scienza e della storia del museo - principalmente, ma non solo, in ambito universitario - e ha confini molto ampi, che travalicano la vita stessa dei musei. A partire dalle singole specializzazioni e professionalità, il personale del museo è comunque costituito nel suo insieme da museoiogi. In primo luogo, gli operatori del museo devono avere una formazione in museologia, nella misura e con le modalità richieste dalle specifiche professioni. In secondo luogo, ogni professionista museale si occupa di museologia sia nella concretezza del quotidiano lavoro sia ogniqualvolta che contribuisce, in termini teorici e pratici, allo studio, alla ricerca e alla formazione in ambito museale. È importante che anche in Italia, come accade sul piano internazionale, la museologia trovi il giusto riconoscimento a livello universitario. Nella formazione e nell'aggiornamento delle professioni museali devono avere un ruolo sempre più importante i professionisti museali, che possono fornire il loro contributo in questo campo, e l'esperienza diretta nei musei, in modo da sviluppare curricula caratterizzati da un giusto equilibrio tra le materie teorico-metodologiche e le attività pratiche e sul campo. È stato giustamente osservato che i termini bibliotecario e archivista/documentalista individuano sinteticamente i professionisti che lavorano nelle biblioteche e negli archivi, mentre non è possibile trovare per i musei un termine altrettanto sintetico. La denominazione che meglio riassume la complessità e l'articolazione delle nostre professioni è quella di professionista dei musei. In effetti, questa denominazione è utilizzata anche in altre lingue: museum professional in inglese, professionnel des musées in francese, profesional de ios museos in spagnolo. 14. Le figure professionali prioritarie Tutte le professionalità della Mappa sono indispensabili al buon funzionamento di un museo. Peraltro, come risulta dalle analisi di Regione Lombardia e come è stato notato nel dibattito interassociativo di Pesaro, alcune professionalità sono maggiormente presenti nella catena del valore del museo e interagiscono più di altre con i processi e le attività fondamentali, in primis il direttore e il conservatore in quanto responsabile della gestione e cura delle collezioni che del museo costituiscono il fondamento e la ragion d'essere. Pur non individuando gerarchie di importanza, la Mappa è uno strumento utile a valutare, sulla base delle specificità degli istituti, le priorità di riconoscimento e di acquisizione delle figure professionali necessarie all'espletamento della sua specifica missione e delle funzioni che lo caratterizzano singolarmente. In primo luogo, essa indica che ogni museo deve dotarsi di un direttore/conservatore come condizione indispensabile affinché possa esserne garantito il funzionamento. In secondo luogo, le quattro aree di funzioni museali indicano la necessità che ogni museo si doti di personale che abbia una professionalità rispondente alle esigenze funzionali di ognuna di esse. 15. L'acquisizione delle professionalità E compito dei responsabili istituzionali e amministrativi dei musei individuare percorsi realistici - ma certi di acquisizione e di valorizzazione delle professionalità. Quando non è possibile acquisirie a tempo indeterminato, è comunque necessario che esse siano incaricate formalmente e per un periodo sufficientemente lungo, tale da assicurare una continuità di gestione e da consentire la realizzazione di una programmazione pluriennale. Utile è l'acquisizione condivisa di professionalità al servizio di più istituti; a ciò Carta nazionale delle professioni museali_200S g 82 IC M dovranno dedicare attenzione i sistemi e le reti museali in costituzione. Di norma, le competenze richieste alle diverse figure professionali corrispondono al possesso di titoli di studio certificati (diplomi, lauree, master, ecc.). Tuttavia esistono musei che per tipo e/o missione richiedono competenze acquisibili solo attraverso esperienze di vita e di lavoro. In questi casi sono possibili deroghe motivate da parte delle amministrazioni responsabili, relativamente alla richiesta di titoli di studio specifici. Il personale che già lavora nei musei e che ha maturato nel corso dell'esperienza lavorativa conoscenze e competenze adeguate potrà utilmente frequentare corsi di formazione in modo da aggiornare la propria preparazione secondo quanto indicato nei profili. 16. I rapporti contrattuali A seconda del tipo di rapporto contrattuale in essere, alle professionalità della Mappa corrispondono figure, livelli/categorie/aree funzionali e declaratorie diverse. L'ampliamento delle tipologie dei rapporti di lavoro previste dalle recenti normative e il superamento della tradizionale gestione in economia da parte delle amministrazioni pubbliche accentuano la diversificazione della contrattualistica vigente nei musei. Oltre ai contratti dei Ministeri e delle Regioni-autonomie locali, sono presenti quelli di Federculture, del Turismo, del Commercio, della Ricerca e altri ancora. È interesse dei professionisti museali che i contratti dei professionisti dei musei, settore per settore, facciano diretto riferimento ai profili di competenze previsti dalla Carta nazionale delle professioni museali e che si giunga a individuare contratti di riferimento comuni e coerenti con i ruoli svolti dal personale che opera nei e per i musei. A tal fine, le Associazioni museali si sono impegnate ad aprire un confronto con le associazioni delle imprese di servizi museali e con i sindacati di settore. 17. Due urgenze: formazione e aggiornamento Il confronto avvenuto a Pesaro con i dirigenti europei di ICOM e di ICTOP conferma l'urgenza che anche nel nostro paese si ripensi in modo approfondito alla formazione e all'aggiornamento dei professionisti dei musei. Come noto, il sistema dell'istruzione e della formazione sta attraversando una fase di profondo e turbolento rinnovamento e non esistono percorsi formativi mirati per quanti lavorano nei musei. Gli studi e le elaborazioni di ICOM indicano alcuni punti fissi che sono una importante base di partenza per un confronto tra le associazioni professionali e le agenzie della formazione e dell'istruzione, al fine di realizzare iniziative formative rispondenti alle esigenze dei servizi culturali. Il primo riferimento è costituito dai Curricula Guidelines che descrivono le conoscenze e le abilità necessarie ai professionisti dei musei, suddivise in cinque ampie aree di competenze. Nel modello ad albero elaborato da Icrop le radici e il tronco individuano le competenze generali e le competenze museologiche che devono essere condivise da tutti quanti lavorano in un museo. I rami e il fogliame illustrano le competenze funzionali necessarie per svolgere attività specifiche: competenze di servizio pubblico, competenze manageriali, competenze relative alla informazione-comunicazione e alla cura e gestione delle collezioni. Un secondo riferimento è costituito dalle ricerche svolte da ICTOP sulle esperienze internazionali di formazione. Tale excursus indica anzitutto che la formazione dei professionisti museali è organizzata a livello specialistico o di secondo grado e si deve innestare su una base già esistente di formazione specialistica e disciplinare ottenuta a livello di corso di laurea. In secondo luogo, si evidenzia che tali programmi formativi devono prevedere, oltre alla museologia, la compresenza equilibrata di tre aree formative: conservazione delle collezioni, gestione manageriale e marketing, gestione dei servizi al pubblico. La stesura della Carta nazionale delle professioni museali è anche l'occasione per analizzare le principali esperienze formative in atto nel paese e per aprire un confronto fattivo con le università e le altre agenzie della formazione e dell'istruzione. 18. I professionisti dei musei e il volontariato Solo la presenza di professionisti qualificati - e responsabili della gestione continuativa del museo permette la piena valorizzazione del contributo dei volontari. Il museo funziona bene se si avvale di queste due diverse colonne portanti, senza confusioni o sovrapposizioni di ruolo. Affinché il ruolo dei volontari sia più efficace, è opportuno che essi si organizzino in associazioni e siano utilizzati nei musei in base alle specifiche professionalità e competenze, attraverso incarichi e/o atti convenzionali che specifichino le loro funzioni e responsabilità. Anche per il personale volontario devono essere sviluppate iniziative di formazione Carta nazionale delle professioni museali_2008 10 83 IC M e aggiornamento mirate e puntuali. 19. Il riconoscimento pubblico delie professioni museali Anche se noi non chiediamo che le professioni museali vengano riconosciute in un ordine o albo professionale, per motivi pratici e teorici, va ricordato che in Pariamento sono in discussione da circa dieci anni proposte di riforma delle professioni intellettuali. Al di là della sorte che avranno le proposte attualmente in discussione, il confronto con l'Associazione italiana biblioteche ha suggerito di collocare il riconoscimento pubblico delle professioni museali all'interno del più generale riconoscimento delle professioni dei beni, dei servizi e delle attività culturali. L'AIB partecipa da tempo al COLAP, il Coordinamento delle libere Associazioni professionali, proprio per far sentire la voce delle associazioni culturali all'interno del dibattito in corso sui processi di riconoscimento pubblico delle "nuove professioni". L'innovazione delle forme di gestione dei musei comporta sia l'esternalizzazione di servizi tradizionalmente gestiti in economia sia la costituzione di nuovi soggetti gestionali privati e misti; questo si somma alla storica presenza di musei, di fondazioni, associazioni, enti ecclesiastici. Di conseguenza, le professioni museali sono oggi esercitate si da dipendenti pubblici e figure assimilabili, ma anche da un numero sempre maggiore di dipendenti privati, liberi professionisti, consulenti e titolari di contratti atipici. Questa complessa realtà professionale sarà valorizzata dalla Caria delie professioni museali e potrà trovare forme di riconoscimento pubblico attraverso una molteplicità di azioni, anche utilizzando le modalità permesse dalla normativa, non solo di settore. Il riconoscimento potrebbe già avvenire attraverso atti regionali o interregionali e attraverso decreti del Ministero Beni e attività culturali di intesa con la Conferenza Stato-Regioni o la Conferenza unificata; se e quando ciò sarà reso possibile dalla normativa, anche attraverso la partecipazione ai processi di riconoscimento da parte del Ministero della Giustizia delle associazioni rappresentative delle nuove professioni. Carta nazionale delle professioni museali_2008 11 84 IC M Note 1. II 19 novembre 2004, su proposta di IcoM Italia, è stata costituita a Torino la Conferenza permanente delle Associazioni museali italiane, di cui fanno parte tutte le Associazioni museali italiane: AMACI Associazione Musei d'arte contemporanea italiani; AMEI - Associazione Musei ecclesiastici italiani; ANMLI Associazione nazionale Musei locali e istituzionali; ANMS - Associazione nazionale Musei scientifici; ICOM Italia - Comitato nazionale italiano dell'International Council of Museums; SIMBDEA - Società italiana per la museografia e i beni demoetnoantropologici; Commissione musei della CRUI Conferenza dei rettori delle università italiane. 2. La Rivista del musei. Organo ufficiale on line di ICOM Italia, Speciale professionalità: marzo 2005, ww/w/.com-italia.org 3. I sottogruppi erano cosi composti: ambito, gestione e cura delle collezioni: Alberto Garlandini (coord.), Viviana Lanzarini, Cristiana Morigi Covi, Paola Giovetti; ambito servizi e rapporti con il pubblico e il territorio: Silvia Mascheroni (coord.). Margherita Sani, Gianluigi Daccò, Sandra Ferracuti, Alessandro Nante; ambito amministrativo, finanziario, gestionale, relazioni pubbliche: Luigi Di Corato (coord.), Cristian Valsecchi, Alessandra Aspes; ambito strutture, allestimenti e sicurezza: Salvatore Sutera (coord.). Michele Lanzinger. 4. Ministero per i Beni e le attività culturali. Decreto del 10 maggio 2001, Atto di indirizzo sui criteri tecnicoscientifici e sugli standard di funzionamento e sviluppo dei musei, (art. 150, comma 6, D.lgs. n. 112/1998), pubblicato in Gazzetta Ufficiale, 244, 19 ottobre 2001. 5. Decreto Legislativo del 22 gennaio 2004, n. 42, Codice dei beni culturali e dei paesaggio, ai sensi dell'ari. 10 delia Legge 6 luglio 2002, n. 137, pubblicato in Gazzetta Ufficiale, 28/L, 24 febbraio 2004. 6. La definizione, così come è stata aggiornata nella xxi Assemblea generale di ICOM tenutasi a Seul, è la seguente: "Il museo è un'istituzione permanente, senza scopo di lucro, al servizio della società e del suo sviluppo. È aperto al pubblico e compie ricerche che riguardano le testimonianze materiali e immateriali dell'umanità e del suo ambiente; le acquisisce, le conserva, le comunica e, soprattutto, le espone a fini di studio, educazione e diletto". 7. Deliberazione Giunta della Regione Lombardia 20 dicembre 2002, n. 11643, Criteri e linee guida per il riconoscimento dei musei e delle raccolte museali in Lombardia, nonché linee guida sui profili professionali degli operatori dei musei e delle raccolte museali in Lombardia, ai sensi della L.r. 5 gennaio 2000, n. 1, commi 130-131. 8. ICOM Italia ha approvato una Raccomandazione in merito alla distinzione tra le guide turistiche e gli operatori dei servizi didattici ed educativi dei musei, pubblicata nel sito w/ww/.icom-italia.org 9. Base di partenza è stata la proposta di A. GARLANDINI, 'Musei: mappa delle principali professionalità", in La Rivista dei musei. Organo ufficiale on line di ICOM Italia, Speciale professionalità: marzo 2005. 10. ICTOP Comitato internazionale di ICOM sulla formazione del personale. 11. ICOFOM Comitato internazionale di ICOM sulla museologia. Carta nazionale delle professioni museali_2Q08 12 85 IC M 4.1 profili professionali 4.1 Premessa L'articolazione dei profili Ogni profilo si articola in tre parti: - responsabilità, ambiti e compiti, - requisiti per l'accesso all'incarico, modalità d'incarico. L'elaborazione dei profili ha comportato anche l'individuazione delle competenze che alimentano i compiti e le responsabilità individuate. Poiché la formalizzazione di tali competenze richiede un ulteriore approfondimento, si è deciso di rimandarne la definizione a una fase successiva alla condivisione dei profili inseriti nella Carta nazionale. Inoltre, la descrizione dettagliata e puntuale delle competenze e delle mansioni è piuttosto compito delle amministrazioni nel momento in cui individuano gli organici o mettono a concorso una posizione. A titolo indicativo, vengono qui elencate alcune competenze che si ritengono essere indispensabili all'esercizio di ogni professione museale qualificata e che corrispondono al saper: leggere l'organizzazione di appartenenza in termini di storia, caratteristiche, finalità, - connettere l'attività del museo con le risorse e le esigenze di sviluppo del territorio, - promuovere la partecipazione dei cittadini alla vita culturale del museo, - incrementare la cultura e la conoscenza diffusa, raccogliendo e rappresentando le esigenze culturali della comunità, - analizzare il contesto in cui si opera, individuando risorse e vincoli, - intraprendere attività di .studio, di ricerca e di aggiornamento riguardo al proprio specifico professionale, - attivare e gestire relazioni efficaci, all'interno e all'esterno del proprio istituto di riferimento, - rilevare i bisogni formativi, - valorizzare le capacità e le competenze, - lavorare in gruppo con professionalità diverse, - predisporre la documentazione, il monitoraggio, la verifica e la valutazione delle azioni intraprese, - operare in un contesto multiculturale, - svolgere attività di reperimento fonà\l fund raising, - rilevare e rendicontare le attività in termini di obiettivi raggiunti e di risorse impiegate. Profili ed esperienza lavorativa Di norma, le competenze richieste alle diverse figure professionali corrispondono al possesso di titoli di studio certificati (diplomi, lauree, master, ecc.). Tuttavia esistono musei che, per tipo e/o missione, richiedono competenze acquisibili solo attraverso esperienze di vita e di lavoro. In questi casi, le amministrazioni responsabili possono prevedere deroghe motivate per quanto riguarda la richiesta di titoli di studio specifici. Carta nazionale delle professioni museali_2008 13 86 i€ M Il personale che già lavora nei musei e che ha maturato nel corso dell'esperienza lavorativa conoscenze e competenze adeguate potrà utilmente frequentare corsi di formazione in modo da aggiornare la propria preparazione secondo quanto indicato nei profili. / profili prioritari In questa fase sono stati individuati i profili professionali prioritari per il corretto funzionamento dei musei. Si è comunque consapevoli che a tali profili afferiscono collaboratori, assistenti e figure junior che svolgono funzioni significative; per esempio i responsabili delle strutture e dell'impiantisfica si avvalgono di norma della collaborazione di assistenti e tecnici specializzati. Un caso di particolare rilevanza per i musei naturalistici è rappresentato, per esempio, dal Tecnico addetto alle collezioni, figura che ha nel tempo sostituito quella del Preparatore e che sempre più frequentemente ha una formazione universitaria. Il suo profilo evidenzia aspetti di ampia professionalità: è infatti un esperto delle modalità di conservazione e di intervento sulle collezioni, collabora alle attività di ricerca e di catalogazione, gestisce i prestiti e, in mancanza di conservatore, è consegnatario delle collezioni. Dopo la condivisione della Carta nazionale sarà possibile approfondire anche tali profili. Carta nazionale delle professioni niuseali_2008 14 87 iC M 4.2 Direttore Responsabilità, ambiti e compiti Il direttore è il custode e l'interprete dell'identità e della missione del museo, nel rispetto degli indirizzi dell'amministrazione responsabile. È responsabile della gestione del museo nel suo complesso, nonché dell'attuazione e dello sviluppo del suo progetto culturale e scientifico. È il responsabile ultimo dell'insieme dei processi gestionali. È garante dell'attività del museo nei confronti dell'amministrazione della comunità scientifica e dei cittadini. In particolare è responsabile delle risorse assegnate, della programmazione economica e dell'attuazione del progetto istituzionale, dei programmi annuali e pluriennali di sviluppo, della loro gestione, monitoraggio, valutazione con riferimento: • alla gestione e cura delle collezioni, • alla ricerca e valorizzazione del patrimonio culturale, procedendo, laddove occorra, ad accordi con istituzioni pubbliche e private, • all'ordinamento e alla presentazione del patrimonio del museo, nonché dei relativi criteri espositivi, • ai rapporti del museo con il pubblico e ai relativi servizi, • all'organizzazione e gestione delle risorse umane, tecniche e strumentali, della formazione e dell'aggiornamento del personale, • alle strutture, alla loro manutenzione ordinaria e straordinaria, • alla sicurezza delle persone e del patrimonio del museo, - è consegnatario delle collezioni del museo, ne ha la responsabilità nei confronti dell'ente proprietario e/o depositario, ne risponde agli organi di controllo e di tutela competenti, - partecipa, in collegamento con gli organi competenti, alla salvaguardia e alla valorizzazione del patrimonio culturale del territorio di riferimento, - rappresenta l'istituto verso l'esterno e ne promuove l'immagine pubblica, - contribuisce alla definizione della missione del museo, all'elaborazione dello statuto, dei regolamenti e del progetto istituzionale, alla definizione degli obiettivi e degli indirizzi programmatici, all'elaborazione dei programmi pluriennali e annuali, valutandone la fattibilità economica, - sviluppa il servizio in sintonia con le esigenze del pubblico e con gli obietfivi dell'amministrazione. Requisiti per l'accesso all'incarico (Tenendo conto delle deroghe previste al punto 4.1, par. "Profili ed esperienze lavorative") - Competenza specialistica in museologia e nelle discipline attinenti alla specificità del museo, - laurea specialistica o laurea del vecchio ordinamento nelle discipline attinenti alla specificità del museo, - esperienza pluriennale in ambito museale pubblico o privato o in istituti affini - conoscenza almeno della lingua inglese. Modalità d'incarico La figura del direttore costituisce un requisito obbligatorio. Il suo incarico, con competenze dirigenziali o apicali, deve essere oggetto di provvedimenti aventi valore formale. Si raccomanda: Carta nazionale delle professioni museali_2008 15 88 i€ M di prevedere, in relazione alle risorse disponibili e alle modalità di organizzazione dell'ente, posizioni organizzative e livelli retributivi adeguati alle responsabilità e alla complessità del ruolo, che l'incarico sia a tempo indeterminato o che sia comunque garantita una durata dell'incarico tale da permettere il compimento dei programmi pluriennali stabiliti. Carta nazionale delle professioni musealì_2008 16 89 •C M 4.3 AMBITO: RICERCA, CURA E GESTIONE DELLE COLLEZIONI 4.3.1 Conservatore Responsabilità, ambiti e compiti Il conservatore è responsabile della conservazione, della sicurezza, della gestione e della valorizzazione delle collezioni a lui affidate. È responsabile, in concorso con il direttore, dell'identità e della missione del museo. In particolare programma e coordina le attività di inventariazione e catalogazione delle collezioni secondo gli standard nazionali e regionali e ne garantisce la pubblica fruizione, - predispone i piani di manutenzione ordinaria, di conservazione e di restauro, partecipa ai programmi per l'incremento delle collezioni, - contribuisce a elaborare i criteri e i progetti di esposizione delle raccolte, - conduce e coordina attività di ricerca scientifica, - collabora alla valorizzazione delle collezioni attraverso le attività culturali, educative e di divulgazione scientifica, - progetta e coordina attività relative alle esposizioni temporanee e di editoria del museo. In assenza del direttore, il conservatore è anche il consegnatario delle collezioni e ne è responsabile nei confronti dell'ente proprietario. Requisiti per l'accesso all'incarico (Tenendo conto delle deroghe previste al punto 4.1, par. "Profili ed esperienze lavorative") - Laurea specialistica o diploma di laurea del vecchio ordinamento in discipline attinenti alle specificità del museo, - corsi e scuole di specializzazione e/o master nelle discipline attinenti al museo e negli ambiti sopra descritti, - conoscenza almeno della lingua inglese. Modalità d'incarico Per ciascun museo deve essere previsto almeno un conservatore, anche condiviso da più musei in gestione associata. L'incarico deve essere formalizzato con atto che specifichi funzioni e responsabilità. Si raccomanda che l'incarico sia a tempo indeterminato o che comunque sia garantita la continuità d'incarico al fine di permettere il completamenco dei progetti inseriti nei programmi pluriennali dell'amministrazione e del direttore. Conservatore - curatore Nel caso in cui l'attività del museo sia prevalentemente basata sulla produzione di mostre temporanee, è prevista la figura del curatore - con i medesimi requisiti per l'accesso all'incarico e modalità d'incarico del conservatore - il quale - svolge attività di ricerca scientifica, di studio, consulenza ed elaborazione, - cura la progettazione scientifica nonché la realizzazione di mostre temporanee, - verifica e controlla i progetti d'allestimento delle mostre temporanee. Carta nazionale delle professioni niuseali_2008 17 90 IC M - cura i cataloghi e le pubblicazioni relatìvi alle esposizioni da lui progettate e contribuisce alle pubblicazioni correlate alla comunicazione, promozione e pubblicizzazione dell'evento di cui è responsabile, - collabora alla progettazione delle attività didattiche e educative e degli eventi collaterali connessi alle esposizioni, - contribuisce all'attivazione di network per la coproduzione degli eventi espositìvi, - partecipa alle strategie di valorizzazione dell'istituzione. Conservatore territoriale Nei musei la cui missione prevede un ruolo attivo nei confronti del patrimonio culturale del territorio di riferimento e/o ricopre il ruolo di presidio territoriale, il conservatore può assumere anche la funzione di responsabile dei rapporti con il territorio. A tale figura spettano le seguenti responsabilità, ambiti e compiti specificatamente riferiti al territorio: - coordina i rapporti tra l'istituto di appartenenza, gli organi preposti alla tutela dei beni culturali e ambientali del territorio, gli uffici regionali e le associazioni di settore, anche per la realizzazione di attività di monitoraggio, - svolge un'azione di vigilanza e segnalazione sui beni culturali del territorio che rientrano nelle responsabilità assegnate nei confronti degli uffici tecnici territoriali e dei competenti uffici pubblici, - è riferimento territoriale per l'attività di inventariazione e catalogazione di beni culturali, - svolge attività di ricerca scientifica, di studio, consulenza, - cura l'eventuale gestione dei beni e dei luoghi della cultura di cui è responsabile, - progetta attività culturali e di valorizzazione, - progetta e coordina attività di divulgazione e di editoria relative ai beni culturali. È figura che può essere condivisa tra più musei in gestione associata. 4.3.2 Catalogatore Responsabilità, ambiti e compiti Il catalogatore svolge attività d'inventariazione e catalogazione del patrimonio coordinamento e la responsabilità scientifica del conservatore. museale, sotto il In particolare - partecipa alla programmazione e pianificazione delle attività di catalogazione, - realizza le schede di inventario e di catalogo, secondo quanto previsto dalle normative nazionali e regionali, e ne esegue l'aggiornamento, - contribuisce all'aggiornamento della metodologia, degli standard e degli strumenti di catalogazione adottati dal museo attraverso l'utilizzo di tecnologie informatiche e telematiche, - sostiene le attività di studio per lo sviluppo del sistema conoscitivo e informativo, - collabora alla definizione degli strumenti tecnici per le attività di catalogazione, di gestione e di accesso al catalogo. Requisiti per l'accesso all'incarico (Tenendo conto delle deroghe previste al punto 4.1, par. "Profili ed esperienze lavorative") Carta nazionale delle professioni museali_2008 18 91 iC M - Laurea triennale o diploma di laurea secondo il vecchio ordinamento in discipline attinenti alle specificità del museo, - corsi di formazione e di aggiornamento e/o master negli ambiti sopra descritti, - esperienze pregresse di catalogazione - conoscenza almeno della lingua inglese. Modalità d'incarico L'incarico deve essere formalizzato con atto che specifichi funzioni e responsabilità. È figura che può essere condivisa tra più musei in gestione associata. 4.3.3 Registrar: responsabile del servizio prestiti e della movimentazione delle opere Responsabilità, ambiti e compiti Il registrar assicura dal punto di vista organizzativo la movimentazione delle opere, la relativa documentazione e le procedure che la regolano, soprattutto in connessione ai prestiti. In particolare - redige, documenta e organizza gli atti relativi all'acquisizione, al prestito, all'assicurazione, alla spedizione e alla sicurezza delle opere, segue l'iter inerente al trasferimento delle opere, all'esterno e all'interno del museo, - è responsabile delle procedure di prestito in entrata, nel caso di mostre organizzate dal museo, collabora con il responsabile della sicurezza e della conservazione nello svolgimento dei propri compitì. Requisiti per l'accesso all'incarico (Tenendo conto delle deroghe previste al punto 4.1, par. "Profili ed esperienze lavorative") - Laurea triennale o diploma di laurea secondo il vecchio ordinamento, - corsi di formazione attinenti agli ambiti sopra descritti, - esperienze pregresse nell'ambito di attività, - conoscenza almeno della lingua inglese. Modalità d'incarico L'incarico deve essere formalizzato con atto che specifichi funzioni e responsabilità. La figura professionale del registrar può essere condivisa da più musei in gestione associata. 4.3.4 Restauratore Responsabilità, ambiti e compiti Secondo quanto previsto dal D.lgs. n. 42/04 Codice dei beni culturali e del paesaggio, il restauratore è un professionista in grado di mettere in atto un complesso di azioni dirette e indirette per limitare i processi di degradazione dei materiali costìtutìvi dei beni culturali e assicurarne la conservazione. Carta nazionale delle professioni museali_2008 19 92 In particolare - analizza e interpreta i datì relativi ai materiali costitutivi, alla tecnica di esecuzione e allo stato di conservazione dei beni, - elabora con il conservatore del museo il piano di conservazione delle collezioni e ne verifica l'attuazione, - definisce i programmi di manutenzione delle opere e ne verifica l'attuazione, in ordine anche alle condizioni ambientali e microclimatìche, - attua il monitoraggio delle condizioni ambientali e climatiche delle sale espositìve e dei depositi, individuando le eventuali misure da attuare per la miglior conservazione delle collezioni, - progetta gli interventi di restauro, - esegue direttamente i trattamenti conservativi e di restauro, dei quali ha la direzione tecnica, - raccoglie e cura, in collaborazione con il registrar, la documentazione degli interventi di restauro, - esegue o assiste all'esecuzione di analisi diagnostìche a fini di ricerca o di pianificazione della conservazione e del restauro. Nel caso in cui il restauratore sia dipendente del museo: - è responsabile delle strumentazioni del laboratorio di restauro e di diagnosi e misura delle condizioni ambientali e microclimatiche, - partecipa ai programmi di ricerca, - partecipa alle attività didattiche e di comunicazione riguardanti l'attività di restauro, - collabora con il registrar durante la movimentazione delle opere, - valuta in collaborazione con II conservatore i restauri affidati a soggetti esterni. Requisiti per l'accesso all'incarico (Tenendo conto delle deroghe previste al punto 4.1, par. "Profili ed esperienze lavorative") Sono in via di definizione da parte del Ministero per i Beni e le attività culturali, dintesa con Conferenza Stato-Regioni, ai sensi dell'art. 17, comma 3, della L. 23 agosto 1988, n. 400. Modalità di incarico L'incarico deve essere formalizzato con atto che specifichi funzioni e responsabilità. È figura che può essere condivisa da più musei in gestione associata. 4.3.5 Assistente tecnico addetto alle collezioni L' assistente tecnico addetto alle collezioni svolge le attività connesse alla conservazione e alla gestione del patrimonio museale, sotto il coordinamento e la responsabilità scientifica del conservatore. In particolare - è il responsabile tecnico della conservazione delle collezioni (non viventi e viventi) a lui affidate e della relativa strumentazione tecnico-scientifica, - collabora con il registrar alla movimentazione delle collezioni all'interno dei musei e dei depositi, seguendone anche le campagna fotografiche e di documentazione, - può realizzare ricostruzioni e modelli finalizzati sia alla esposizione che alla integrazione delle collezioni e, con particolare riferimento alle collezioni naturalistiche, preparazioni tassidermiche. Carta nazionale delle professioni museali_2008 20 93 iC M - fornisce pareri tecnici per la gestione, la manutenzione, la conservazione, l'immagazzinamento, l'accesso e la valorizzazione delle collezioni e per la programmazione delle nuove acquisizioni, - tiene i contatti tecnici con laboratori esterni di preparazione e restauro di reperti e opere; coadiuva il conservatore nella predisposizione di perizie, gare, affidamenti di incarichi di preparazione, manutenzione, restauro, - collabora con il conservatore nelle attività di ricerca fornendo il supporto tecnico e logistico e con il responsabile delle strutture e dell'impiantistica nella gestione degli impianti in relazione alla conservazione delle collezioni. Requisiti per l'accesso all'incarico (Tenendo conto delle deroghe previste al punto 4.1, par. "Profili ed esperienze lavorative") - Laurea triennale in discipline attinenti alle specificità del museo o diploma di scuola media superiore integrato da corsi di formazione e di aggiornamento nelle discipline attinenti e negli ambiti sopra descritti, - esperienze pregresse nell'ambito di attività, - conoscenze informatiche di base, - conoscenza almeno della lingua inglese. Modalità di incarico L'incarico deve essere formalizzato con atto che specifichi funzioni e responsabilità. Si raccomanda che l'incarico preveda una continuità tale da permettere il completamento dei progetti inseriti nella programmazione del museo. È figura adatta ad essere condivisa da più musei in gestione associata. Carta nazionale delle professioni museali_2008 21 94 iC 4.4 M AMBITO: SERVIZI E RAPPORTI CON IL PUBBLICO 4.4.1 Responsabile del servizi educativi Responsabilità, ambiti e compiti Il responsabile dei servizi educativi elabora i progetti educativi e ne coordina la realizzazione, individuando le modalità comunicative e di mediazione, utilizzando strumenti adeguati e funzionali per i diversi destinatari dell'azione educativa. Cura i rapporti con il mondo della scuola e i soggetti che usufruiscono di servizi e di attività educative, con l'università e gli istituti di ricerca preposti all'aggiornamento e alla formazione negli ambiti disciplinari di competenza. In particolare - collabora alla definizione dell'identità e della missione del museo, del progetto istituzionale e della programmazione generale, - partecipa alla definizione dei programmi e dei progetti di ricerca scientifica, e di presentazione delle collezioni per valorizzarne la componente educativa, - analizza, in collaborazione con il responsabile dello sviluppo, le caratteristiche, i bisogni e le aspettative dell'utenza reale e potenziale del museo per mezzo di ricerche mirate e indagini statistiche, - promuove l'accessibilità fisica, sensoriale, economica e culturale del museo da parte dei diversi pubblici effettivi e potenziali, - coordina e sviluppa i servizi educativi, predisponendo attività che promuovano l'educazione permanente e ricorrente, l'integrazione sociale e il dialogo con le altre culture, - progetta e coordina gli interventi educativi, anche in occasione di esposizioni temporanee, e le iniziative mirate in partenariato con la scuola e con altre istituzioni, - progetta e garantisce le attività di formazione e di aggiornamento per gli operatori impegnati nelle attività educative e per gli insegnanti, - coordina e supervisiona le attività degli operatori e di altre figure impegnate nel servizio educativo, - coordina e supervisiona la produzione dei materiali funzionali agli interventi educativi. Requisiti per l'accesso all'incarico (Tenendo conto delle deroghe previste al punto 4.1, par. "Profili ed esperienze lavorative") Laurea specialistica o diploma di laurea secondo il vecchio ordinamento in discipline attinenti alle specificità del museo che preveda percorsi formativi inerenti la pedagogia, la comunicazione e la formazione, - corsi di specializzazione e/o master in discipline attinenti il museo e/o l'educazione al patrimonio culturale, - conoscenza almeno della lingua inglese, - due anni di esperienza in musei, in istituti culturali ed educativi. Modalità d'incarico L'incarico deve essere formalizzato con atto che specifichi funzioni e responsabilità. Si raccomanda che l'incarico sia a tempo indeterminato o che preveda una continuità tale da permettere il completamento dei progetti, inseriti nei programmi pluriennali, dell'amministrazione e del direttore. La figura professionale del responsabile dei servizi educativi può essere condivisa da più musei in gestione associata. Carta nazionale delle professioni museali_2008 22 95 •C M 4.4.2 Educatore museale Responsabilità, ambiti e compiti L'educatore museale realizza gli interventi educativi programmati dal museo adeguandoli alle caratteristiche e alle esigenze dei diversi destinatari. In particolare - conduce attività e percorsi e predispone laboratori in relazione alle collezioni permanenti e alle esposizioni temporanee, - partecipa a gruppi di ricerca per la realizzazione di attività educative, - collabora alla progettazione delle iniziative educative e di progetti innovativi, - collabora alla realizzazione di testi e materiali specifici per l'ambito di competenza, - concorre allo sviluppo dei servizi educativi, segnalando esigenze e problematiche, e proponendo nuove iniziative, - predispone gli spazi e la strumentazione assegnata, nell'ambito di sua competenza, di cui è responsabile, - collabora alla definizione di modalità e alla predisposizione di strumenti per la documentazione, l'accertamento del gradimento, la verifica e la valutazione delle attività educative realizzate. Requisiti per l'accesso all'incarico (Tenendo conto delle deroghe previste al punto 4.1, par. "Profili ed esperienze lavorative") - Laurea triennale secondo l'ordinamento attuale o diploma di laurea secondo il vecchio ordinamento in discipline attinenti il museo, - corsi di formazione e/o master relativi alla pedagogia del patrimonio culturale, - conoscenza almeno della lingua inglese. Modalità di incarico L'incarico deve essere formalizzato con atto che specifichi funzioni e responsabilità. Si raccomanda che l'incarico preveda una continuità tale da permettere il completamento dei progetti inseriti nella programmazione del museo. È figura che può essere condivisa da più musei in gestione associata. 4.4.3 Coordinatore dei servizi di custodia e accoglienza del museo Responsabilità, ambiti e compiti Il coordinatore dei servizi di custodia e accoglienza garantisce la vigilanza del patrimonio museale all'interno dei locali espositivi e nelle aree di pertinenza del museo. Coordina i servizi di accoglienza e prima informazione al pubblico e le operazioni di accesso e di vendita dei materiali promozionali del museo. In particolare - assicura l'apertura e la chiusura del museo nel rispetto delle norme, - coordina le attività di accoglienza e di prima informazione al pubblico, - verifica il corretto funzionamento dei dispositivi di sicurezza, antintrusione e antincendio e degli impianti Carta nazionale delle professioni museali_2008 23 96 iC M previsti per il monitoraggio microclimatico ambientale, - verifica il corretto posizionamento dei materiali e delle strutture informative e di protezione delle opere all'interno delle sale espositive, - assicura l'applicazione del regolamento di accesso al museo e delle disposizioni di sicurezza, - assicura, in caso di emergenza, i primi interventi e avvisa il personale di riferimento e le autorità competenti, - cura la corretta esposizione e presentazione al pubblico dei materiali promozionali e informativi del museo, - comunica al personale competente esigenze e difficoltà dei visitatori, - coordina la vendita dei biglietti e dei materiali informativi e promozionali del museo, garantendone l'adeguato rifornimento, - collabora con la direzione al controllo e al monitoraggio della qualità dei servizi esternalizzati. Requisiti per l'accesso all'incarico (Tenendo conto delle deroghe previste al punto 4.1, par. "Profili ed esperienze lavorative") Diploma di scuola media superiore, - corsi di formazione negli ambiti sopra descritti, - conoscenza almeno della lingua inglese, due anni di esperienza nell'ambito di competenza. Modalità d'incarico L'incarico deve essere formalizzato con atto che specifichi funzioni e responsabilità e deve prevedere una continuità tale da permettere il completamento dei progetti inseriti nei programmi del museo. La figura professionale del coordinatore può essere condivisa da più musei in gestione associata. 4.4.4 Operatore dei servizi di custodia e accoglienza al pubblico Responsabilità, ambiti e compiti L'operatore dei servizi di custodia e accoglienza al pubblico è preposto alla vigilanza del patrimonio museale, all'interno dei locali espostivi e nelle aree di pertinenza del museo; accoglie il pubblico, fornisce la prima informazione, svolge le funzioni connesse all'accesso del pubblico, la distribuzione e l'eventuale vendita dei materiali informativi e promozionali del museo. In particolare - garantisce la sorveglianza degli ambienti e del patrimonio museale, - segnala eventuali cambiamenti ambientali e dello stato di conservazione delle opere, - interpreta e segnala informazioni relative a malfunzionamenti della strumentazione, - collabora a garantire il corretto funzionamento delle strutture informative e di protezione delle opere, - allerta il coordinatore dei servizi di custodia e accoglienza in caso di emergenza, - assicura il rispetto del regolamento del museo e delle disposizioni di sicurezza. Carta nazionale delle professioni museali_2008 24 97 IC M - accoglie i visitatori, regolandone l'accesso alle sale per garantire la migliore fruizione del patrimonio museale, - interpreta le esigenze di informazione delle diverse fasce di utenza, - fornisce informazioni essenziali su percorsi, opere, servizi e attività del museo, - fa da tramite tra il pubblico e i responsabili del museo per informazioni più specifiche, - osserva e segnala al responsabile dei servizi di custodia e accoglienza esigenze e difficoltà dei visitatori, ^ svolge le operazioni di vendita dei biglietti e dei materiali informativi e promozionali, segnalando la necessità di rifornimento degli stessi. Requisiti per l'accesso all'incarico (Tenendo conto delle deroghe previste al punto 4.1, par. "Profili ed esperienze lavorative") - Diploma di scuola media superiore, - corsi di formazione negli ambiti sopra descritti, - conoscenza almeno della lingua inglese. Modalità d'incarico L'incarico deve essere formalizzato con atto che specifichi funzioni e responsabilità. È figura che può essere condivisa da più musei in gestione associata. 4.4.5 Responsabile dei servizi di documentazione Responsabilità, ambiti e compiti Il responsabile dei servizi di documentazione è un archivista/documentalista preposto all'ordinamento, alla conservazione, gestione e valorizzazione del patrimonio storico-documentale di proprietà o in deposito presso il museo. Gestisce il servizio di informazione e di consulenza al personale interno del museo e al pubblico esterno. Gestisce l'archivio e la fototeca, anche in raccordo con la biblioteca del museo. In particolare - formalizza e riordina gli archivi e la fototeca, - ricerca, acquisisce e organizza il materiale documentario sulla storia del museo e sulle collezioni, nonché sull'attività passata e presente dei servizi del museo, propone le procedure e il regolamento per l'accesso alla documentazione, - organizza il servizio di consulenza e/o assistenza per la consultazione diretta dei documenti da parte del personale interno del museo e del pubblico esterno, - coordina i progetti di ricerca in collaborazione con altri enti/istituzioni inerenti l'ambito di competenza degli archivi del museo, in linea con le strategie della direzione. Requisiti per l'accesso all'incarico (Tenendo conto delle deroghe previste al punto 4.1, par. "Profili ed esperienze lavorative") - Laurea triennale o laurea secondo il vecchio ordinamento nell'ambito sopra descritto, - conoscenza almeno della lingua inglese. Modalità d'incarico Carta nazionale delle professioni musealì_2008 25 98 IC M L'incarico deve essere formalizzato con atto che specifichi funzioni e responsabilità e deve prevedere una continuità tale da permettere il completamento dei progetti inseriti nei programmi del museo. Il responsabile può essere condiviso da più musei in gestione associata. 4.4.6 Responsabile della biblioteca del museo Responsabilità, ambiti e compiti Il responsabile della biblioteca cura lo svolgimento di tutte le funzioni di base della biblioteca, con particolare riguardo agli interventi di acquisizione, catalogazione, gestione e valorizzazione delle raccolte librarie, considerando la specificità dell'istituzione in cui opera, e alla luce di una costante verifica dei bisogni sia del personale scientifico del museo sia del pubblico esterno. È responsabile dell'informazione e dell'orientamento per gli utenti, dell'assistenza all'uso della biblioteca; garantisce il raccordo con il sistema bibliotecario di riferimento e con i servizi di documentazione del museo. In particolare - collabora alla definizione delle strategie e delle politiche, alla programmazione pluriennale delle attività, al piano annuale esecutivo di gestione della biblioteca, - acquisisce e ordina il materiale librario secondo le normative e gli standard vigenti, - predispone le procedure e il regolamento per il funzionamento della biblioteca, approvati dalla direzione del museo, - garantisce la circolazione dei documenti librari e il prestito interbibliotecario, - gestisce il servizio di consultazione e di consulenza per il personale interno del museo e per il pubblico esterno, - collabora all'organizzazione e allo svolgimento di attività ed eventi rivolti a specifiche fasce di utenza, - applica le tecniche di primo intervento di conservazione, - gestisce la rilevazione analitica e quantitativa e l'analisi dei dati d'uso della biblioteca. Requisiti per l'accesso all'incarico (Tenendo conto delle deroghe previste al punto 4.1, par. "Profili ed esperienze lavorative") Laurea triennale o diploma di laurea secondo il vecchio ordinamento nell'ambito sopra descritto, - conoscenza almeno della lingua inglese. Modalità di incarico L'incarico deve essere formalizzato con atto che specifichi funzioni e responsabilità e deve prevedere una continuità tale da permettere il completamento dei progetti inseriti nei programmi del museo. La figura professionale del responsabile della biblioteca può essere condivisa da più musei in gestione associata. Carta nazionale delle professioni museali_2008 26 99 •C M 4.5 AMBITO: AMMINISTRAZIONE, FINANZE, GESTIONE E RELAZIONI PUBBLICHE 4.5.1 Responsabile amministrativo e finanziario Responsabilità, ambiti e compiti È responsabile della gestione amministrativa del museo, della gestione delle risorse finanziarie e umane, delle procedure legali e del funzionamento ordinario. Garantisce il controllo di gestione in ambito amministrativo e finanziario del museo, nonché della gestione del personale. In particolare - supporta il direttore e il respon-sabile dello sviluppo • nella redazione del bilancio di missione e del rapporto annuale, • nella progettazione delle strategie di crescita economica del museo e dei suoi piani di finanziamento, • nella realizzazione del business pian, • nella verifica della fattibilità economica di programmi e progetti, • nella valutazione del personale e nella progettazione di piani di valorizzazione e aggiornamento delle risorse umane. • tiene la contabilità e verifica costantemente lo stato della spesa, delle entrate e della cassa, • verifica che la gestione del museo e dei servizi sia impostata in base a criteri di economicità, efficacia, efficienza e di trasparenza, • assicura la predisposizione e la gestione dei contratti, • accerta la sussistenza di diritti economici in relazione alle proprietà materiali e immateriali, • è responsabile della gestione del personale, • assicura e verifica il rispetto delle normativa vigente, ivi compresa quella di settore. Requisiti per l'accesso all'incarico (Tenendo conto delle deroghe previste al punto 4.1, par. "Profili ed esperienze lavorative") Laurea specialistica o diploma di laurea secondo il vecchio ordinamento in ambito gestionale, amministrativo e finanziario, - conoscenza almeno della lingua inglese, - due anni di esperienza in ambito gestionale, amministrativo, finanziario e organizzativo nel settore museale o in settori affini. Modalità d'incarico Per ciascun museo deve essere previsto un responsabile amministrativo e finanziario, incaricato con atto formale. Si raccomanda che l'incarico sia a tempo indeterminato o che comunque sia garantita la continuità d'incarico al fine di permettere il completamento dei progetti inseriti nei programmi pluriennali redatt:i con l'amministrazione. Il responsabile amministrativo e finanziario è figura professionale che può essere condivisa da più musei in gestione associata. Carta nazionale delle professiotii museali_2008 27 100 IC M 4.5.2 Responsabile di segreteria Responsabilità, ambiti e compiti Cura l'attività di segreteria del direttore e dei responsabili da esso individuati, garantendo un supporto all'attività direzionale, un adeguato coordinamento delle attività degli uffici e una efficace comunicazione interna. In particolare predispone il calendario delle riunioni e ne cura la convocazione, raccoglie e predispone la documentazione necessaria alla discussione degli ordini del giorno stabiliti, redige i verbali delle riunioni e li distribuisce agli interessati gestisce l'agenda del direttore e dei responsabili da esso individuati, cura la corrispondenza, il protocollo e le comunicazione all'esterno, aggiorna, implementa e ottimizza l'indirizzario generale, - aggiorna la banca dati dei membri e sostenitori del museo, - cura la comunicazione interna degli uffici in ordine ad esigenze di carattere generale. Requisiti per l'accesso all'incarico (Tenendo conto delle deroghe previste al punto 4.1, par. "Profili ed esperienze lavorative") - Laurea triennale o diploma di laurea secondo il vecchio ordinamento, - conoscenza almeno della lingua inglese, - due anni di esperienza in attività di segreteria. Modalità di incarico Il responsabile della segreteria deve essere incaricato con atto formale che ne specifichi funzioni e responsabilità. Si raccomanda che l'incarico preveda una continuità tale da permettere il completamento di progetti inseriti in programmi pluriennali sia dell'amministrazione che del direttore. 4.5.3 Responsabile dell'ufficio stampa e delle relazioni pubbliche Responsabilità, ambiti e compiti Il responsabile dell'ufficio stampa garantisce le relazioni pubbliche del museo e la corretta e adeguata diffusione della missione, del patrimonio e delle attività del museo tramite opportune modalità di comunicazione e appositi materiali informativi. In particolare - gestisce i rapporti con i media, gli uffici e le agenzie di stampa e comunicazione, - informa costantemente i media e le agenzie di stampa e comunicazione relativamente alle attività promosse dal museo e ai risultati conseguiti, - tiene i rapporti con gli uffici stampa esterni al museo chiamati a supporto della struttura interna in Carta nazionale delle professioni museali_2008 28 101 IC m occasione di eventi speciali, - mantiene i rapporti con i responsabili della comunicazione e informazione dell'ente proprietario del museo, di altre realtà museali, dei sostenitori e degli sponsor del museo, - realizza le rassegne stampa, - produce i materiali informativi di supporto alle attività di comunicazione e informazione e contribuisce alla progettazione della loro diffusione, - aggiorna, implementa, ottimizza e gestisce l'indirizzario dedicato a media, uffici e agenzie di stampa e comunicazione, l'area dedicata all'ufficio stampa nel sito web del museo, - informa la direzione sui rapporti con i media, - supporta il direttore nella gestione dei rapporti con i media e delle pubbliche relazioni, - contribuisce alla predisposizione e alla redazione dei materiali di comunicazione, informazione e promozione cura le attività di editing dei materiali a stampa pubblicati dal museo o per conto di esso. Requisiti per l'accesso all'incarico (Tenendo conto delle deroghe previste al punto 4.1, par. "Profili ed esperienze lavorative") Nei musei pubblici vale quanto previsto dalla L. 150/00 e dai relativi regolamenti attuativi. Per quanto riguarda gli altri musei, in analogia per quanto previsto per i musei delle amministrazioni pubbliche, sono richiesti: - laurea specialistica o diploma di laurea quadriennale del vecchio ordinamento in scienze della comunicazione, relazioni pubbliche e altre lauree con indirizzi assimilabili, - conoscenza certificata almeno della lingua inglese e, se necessario, di una delle lingue ufficiali in uso nella comunità professionale internazionale, - due anni di esperienza nel settore della comunicazione e informazione, preferibilmente in musei o istituti culturali. Modalità di incarico Il responsabile dell'ufficio stampa deve essere incaricato con atto formale che ne specifichi funzioni e responsabilità. Si raccomanda che l'incarico preveda una continuità tale da permettere il completamento di progetti, inseriti in programmi pluriennali, sia dell'amministrazione sia del direttore. È figura che può essere condivisa tra più musei in gestione associata. 4.5.4 Responsabile per lo sviluppo: fund raising, promozione e marketing Responsabilità, ambiti e comipiti Gestisce, con diretto riferimento del direttore, le attività di marketing, promozione e fund raising dei museo, le strategie di sviluppo dei sistemi di finanziamento in rapporto con le strutture produttive del territorio, nonché lo sviluppo e la promozione del volontariato. In particolare - supporta il direttore • nella progettazione e realizzazione di accordi con altri soggetti pubblici e/o privati. Carta nazionale delle professioni museali_2008 29 102 IC M • nella gestione del cambiamento, nella riorganizzazione del museo in ottemperanza agli standard museali, • nella redazione del bilancio di missione e del rapporto annuale, • nella progettazione delle strategie di crescita economica del museo attraverso il fund raising {membership, partnership, politiche corporate), cura la costituzione e la crescita dei fondi di dotazione, cura la gestione, la valorizzazione e la promozione del volontariato, verifica il posizionamento della struttura e dei servizi da essa offerti, nel mercato di riferimento, progetta e realizza le strategie e le attività di fund raising, i piani di marketing e di promozione, i sistemi di monitoraggio e valutazione dell'utenza effettiva e potenziale, delle attività svolte e dei servizi erogati, i piani promozionali e pubblicitari e gli strumenti di promozione dell'istituto, eventi promozionali e di fund raising, - collabora alla progettazione dell'immagine grafica del museo e alla predisposizione dei materiali di comunicazione e promozione. Requisiti per l'accesso all'incarico (Tenendo conto delle deroghe previste al punto 4.1, par. "Profili ed esperienze lavorative") Laurea specialistica o diploma di laurea secondo il vecchio ordinamento nell'area economia, management e marketing della cultura, corsi di formazione attinenti all'ambito di azione del museo, corsi di specializzazione e/o master in discipline attinenti al museo, agli eventi culturali, al fund raising, all'organizzazione, gestione, amministrazione di istituzioni no profit, alla business administration, alla comunicazione, al marketing, alle pubbliche relazioni, due anni di esperienza in istituti culturali pubblici o privati, conoscenza almeno della lingua inglese. Modalità di incarico Il responsabile dello sviluppo deve essere incaricato con atto formale che ne specifichi funzioni e responsabilità. Si raccomanda che l'incarico preveda una continuità tale da permettere il completamento di progetti, inseriti in programmi pluriennali, sia dell'amministrazione sia del direttore. // responsabile dello sviluppo è figura professionale che può essere condivisa da più musei in gestione associata. Carta nazionale delle professioni museali_2008 30 103 IC M 4.5.5 Responsabile del sito web Responsabilità, ambiti e compiti Il responsabile del sito web progetta e gestisce il sito web del museo e ne garantisce l'aggiornamento, mantiene i rapporti con i fornitori dei servizi web {provider, web designer e sviluppatori web). In particolare - progetta e realizza il sito web, - ne aggiorna i contenuti, ne monitora gli accessi, ne verifica il posizionamento nell'ambito dei motori di ricerca, - propone i servizi per il pubblico accessibili via web, - individua e propone le strategie di sviluppo del sito web. Requisiti per l'accesso all'Incarico (Tenendo conto delle deroghe previste al punto 4.1, par. "Profili ed esperienze lavorative") - almeno due anni di esperienza documentata in ambito gestione e sviluppo di siti web, - conoscenza almeno della lingua inglese. Modalità d'incarico L'incarico deve essere formalizzato con atto che specifichi funzioni e responsabilità. È figura che può essere condivisa tra più musei in gestione associata. Carta nazionale delle professioni museali_2008 31 104 •C M 4.6 AMBITO: STRUTTURE, ALLESTIMENTI E SICUREZZA 4.6.1 Responsabile delle strutture e dell'impiantistica Sovrintende e assicura la gestione delle strutture e degli impianti del museo. In particolare - garantisce la manutenzione ordinaria e straordinaria delle strutture e degli impianti elettrici, idraulici e termici e speciali, - elabora il piano di manutenzione ordinaria e straordinaria degli impianti tecnici e ne cura le verifiche periodiche, predispone le strutture e gli impianti necessari agli allestimenti negli spazi del museo o al suo esterno, - sovrintende la realizzazione da parte di terzi delle strutture e degli impianti necessari agli allestimenti negli spazi dell'area museale o al suo esterno, - segnala urgenze od opportunità relativamente alla manutenzione ordinaria e straordinaria di strutture e impianti, - sostiene l'amministrazione nella predisposizione di gare o procedimenti concorrenziali per la fornitura di beni e servizi relativi alle attività del settore di sua competenza, - garantisce il servizio di reperibilità festiva e notturna per quanto attiene agli interventi di riparazione e gestione straordinaria delle strutture del museo e dell'impiantistica, - collabora con il responsabile del sistema informatico. Requisiti per l'accesso all'incarico (Tenendo conto delle deroghe previste al punto 4.1, par. "Profili ed esperienze lavorative") - Laurea specialistica o diploma di laurea secondo il vecchio ordinamento negli ambiti sopra descritti, - costituisce titolo preferenziale l'aver conseguito l'abilitazione all'esercizio della professione, - conoscenza almeno della lingua inglese. Modalità d'incarico L'incarico deve essere formalizzato con atto che specifichi funzioni e responsabilità. È figura adatta ad che può essere condivisa tra più musei in gestione associata. 4.6.2 Responsabile del si.'ìtema informatico Responsabilità, ambiti e competenze Progetta, sovrintende e gestisce la rete e il sistema informatico del museo. Garantisce lo sviluppo della rete informatica per la gestione interna dei dati e per la comunicazione esterna. In particolare - cura la progettazione l'installazione, la configurazione, la gestione e la sicurezza della rete informatica, delle unità centrali e periferiche e del software, - elabora il piano di manutenzione ordinaria del sistema informatico e ne cura la periodica verifica, - cura il funzionamento delle basi dati museali, la loro messa in rete nonché il loro dialogo. Carta nazionale delle professioni niuseali_2008 32 105 IC M - cura la realizzazione degli impianti informatici necessari agli allestimenti negli spazi del museo o al suo esterno, - sovrintende alla realizzazione da parte di terzi degli impianti informatici, - si avvale e coordina i tecnici specialisti incaricati dell'attuazione delle funzioni di realizzazione, manutenzione e pronto intervento del sistema informatico, - progetta e gestisce le strategie di sicurezza e di duplicazione dei dati, - offre un servizio interno di consulenza per l'individuazione di soluzioni tecnologiche hardware e software, - sostiene l'amministrazione nella predisposizione di gare o di procedimenti per la fornitura di beni e servizi relativi alle attività del settore, - garantisce il servizio di reperibilità festiva e notturna per quanto attiene agli interventi di riparazione e gestione straordinaria del sistema informatico, - collabora con il responsabile delle strutture e dell'impiantistica. Requisiti per l'accesso all'incarico (Tenendo conto delle deroghe previste al punto 4.1, par. "Profili ed esperienze lavorative") - Laurea specialistica o diploma di laurea secondo il vecchio ordinamento negli ambiti sopra descritti, - corsi di specializzazione e/o master negli ambiti sopra descritti, - conoscenza almeno della lingua inglese. Modalità d'incarico L'incarico deve essere formalizzato con atto che specifichi le funzioni. È figura che può essere condivisa tra più musei in gestione associata. 4.6.3 Responsabile addetto alla sicurezza Responsabilità, ambiti e compiti Ha la responsabilità delle attività volte a garantire la sicurezza delle persone e del patrimonio museale mobile e immobile anche in ottemperanza a quanto previsto dal D.M. 20 maggio 1992, n. 569 e D.lgs 19 settembre 1994, n. 626. In particolare - cura il corretto funzionamento degli impianti, ne garantisce lo stato di efficienza e ne assicura la manutenzione con particolare riferimento ai mezzi antincendio, agli impianti elettrici e di condizionamento, al sistema di sicurezza, - predispone i piani di evacuazione e di emergenza e delle istruzioni di sicurezza per il personale interno e per il pubblico, raccordandosi con le istituzioni in materia, - conserva e aggiorna il fascicolo con gli schemi degli impianti esistenti nell'edificio e ne mantiene il registro dei controlli, - garantisce il controllo delle condizioni termoigrometriche e ambientali del museo e predispone strumenti di misurazione, - è il referente del datore di lavoro e della direzione del museo con riferimento: Carta nazionale delle professioni niuseali_2008 33 106 iC M • all'analisi, alla valutazione e alla gestione dei rischi rispetto a persone, beni mobili e immobili, • all'elaborazione dei programmi di prevenzione e protezione, nonché alla redazione delle relative procedure e sistemi di controllo, • all'elaborazione di programmi di formazione, informazione e aggiornamento del personale in materia di sicurezza, • alle attività di informazione rivolte al personale e all'utenza sui rischi e sulle procedure di prevenzione e protezione, • alla gestione situazioni di emergenza. Requisiti per l'accesso all'incarico (Tenendo conto delle deroghe previste al punto 4.1, par. "Profili ed esperienze lavorative") - Laurea triennale o diploma di laurea secondo il vecchio ordinamento ad indirizzo tecnico (uniformare con gli altri profili), - corsi di specializzazione e/o master negli ambiti sopra descritti. Modalità d'incarico L'incarico deve essere formalizzato con atto che specifichi funzioni e responsabilità. È figura che può essere condivisa tra più musei in gestione associata. 4.6.4 Progettista degli allestimenti degli spazi museali e delle mostre temporanee Responsabilità, ambiti e compiti Cura gli allestimenti permanenti e temporanei del museo, predisponendo gli spazi e assicurando le modalità ottimali presentazione e conservazione delle opere. In particolare - progetta gli allestimenti e gli apparati di comunicazione nel museo, nei laboratori e nelle mostre temporanee e manifestazioni dell'ente, - coordina e gestisce l'attività dei fornitori e prestatori d'opera esterni e del personale interno nella realizzazione di interventi riguardanti gli allestimenti, - garantisce il rapporto tra la direzione del museo e i progettisti/realizzatori degli allestimenti e degli apparati espositìvi, - supporta l'amministrazione nella predisposizione di gare per l'acquisizione di beni e servizi relatìvi alle attività di allestimento, - collabora alla definizione e alla realizzazione dell'immagine coordinata del museo. Requisiti per l'accesso all'incarico (Tenendo conto delle deroghe previste al punto 4.1, par. "Profili ed esperienze lavorative") - Laurea specialistica o diploma di laurea secondo il vecchio ordinamento negli ambiti sopra descrittì, - corsi di formazione e/o master negli ambiti sopra descritti, - almeno due anni di esperienze nell'ambito specifico. Carta nazionale delle professioni museali_2008 34 107 iC - M conoscenza almeno della lingua inglese. Costituisce titolo preferenziale l'aver conseguito l'abilitazione all'esercizio della professione. Modalità d'incarico L'incarico deve essere formalizzato con atto che specifichi funzioni e responsabilità. È figura che può essere condivisa tra più musei in gestione associata. Carta nazionale delle professioni museali_2008 35 108 Consiglio Regionale del Veneto - UPA - 26/07/2013 - 0013944 IL CANCELLIERE 3 4^ Prot. n. 476/SP Venezia, 25 luglio 2013 m Consiglio Regionale del Veneto ,|r26/07/2013 prot . 0013944 Trtolano 2^6 CRV spc-UPA CRV Al Presidente della Sesta Commissione Consiliare Dott. VITTORINO CENCI Consiglio Regionale del Veneto Palazzo Ferro Fini San Marco 2322 30124 Venezia Anche a nome del Presidente, prof. Gian Antonio Danieli, mi pregio allegare alcune osservazioni relative ai progetti di legge n. 350 e n. 364. Ringraziando della cortese attenzione, invio molti distinti saluti. 30124 Venezia - Campo S. Stefano, 2945 - Tel. 041 2407711 - Fax 041 5210598 - [email protected] - wtvw.istitutoveneto.it 109 ISTITUTO VENETO DI SCIENZE, LETTERE ED ARTI 30124 VENEZIA - Campo S. Stefano, 2945 - Tel. 041 2407711 - Fax 041 5210598 - [email protected] - www.islilutoveneto.it Note al progetto di legge n. 350 relativo a "Nuove norme per una politica in materia di cultura, spettacolo ed industria culturale della Regione del Veneto" La relazione introduttiva si caratterizza per l'ampio respiro della prospettiva storica e per la consapevolezza, espressa con larghezza di orizzonti, che il grande patrimonio culturale che anima le comunità del nostro territorio è ilrisultatodi una convergenza di valori e di contributi provenienti da ogni parte del mondo e qui originalmente rielaborato, così da rappresentare una componente essenziale della storia della civiltà e della cultura del nostro tempo. Nell'affrontare più specificamente i temi relativi agli obiettivi che il progetto di legge regionale si ripropone di conseguire, la relazione introduttiva richiama la generale riduzione delle risorse attribuite dallo Stato, dai privati e dalle Regioni al sostegno della cultura, fenomeno questo che ha messo in gravi difficoltà numerosi centri che svolgono la loro azione specifica proprio nella promozione e tutela di quei valori e di quel patrimonio che caratterizzano e rendono efficace, originale, produttiva, ogni nostra azione, come la stessa relazione mette in risalto ricordando in numerosi passi l'importanza della cultura per la crescita della nostra società sia civile che economica. Tanto più nel Veneto, dove così importante e nota al mondo è l'eredità artistica e culturale lasciataci dal passato e al tempo stesso dove cosi rilevanti e apprezzati a livello intemazionale sono i centri di ricerca e di produzione di alta cultura e di formazione. Università, Istituti di interesse pubblico, fondazioni private. Particolarmente significativo è quindi il richiamo ad assumere la cultura come risorsa e come valore nei processi di modernizzazione e del sistema economico, di integrazione e sviluppo sociale e civile. In questa ottica il progetto di legge regionale attribuisce un rilievo specifico alle istituzioni culturali che operano nella Regione e, in particolare, a quelle di alta cultura che direttamente nella loro azione si rivolgono alla tutela e alla promozione del patrimonio culturale veneto visto quale componente essenziale della cultura nazionale ed europea, capaci cioè di porsi in relazione con le istituzioni culturali e scientifiche più accreditate nel panorama intemazionale. Istituzioni che, come è il caso dell'Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti, in alcuni casi rappresentano uno specifico proprio del Veneto e che, per prestigio scientifico intemazionale, per continuità storica, e anche 110 ISTITUTO VENETO DI SCIENZE, LETTERE ED ARTI 30124 VENEZIA - Campo S. Stefano, 2945 - Tel. 041 2407711 - Fax 041 5210598 - [email protected] - www.islilutoveneto.it grazie al fatto di avere sede in una città come Venezia, sanno come poche situarsi in una posizione di rilievo mondiale. Il ruolo che queste istituzioni svolgono, come la ratio del progetto di legge sottende chiaramente, è di duplice rilevanza: da un lato esse presentano e promuovono il patrimonio culturale della nostra Regione quale componente essenziale e tra le più alte della civiltà europea; dall'altro mettono in relazione stabile, non occasionale, attraverso rapporti istituzionalizzati mediante appositi accordi, i nostri ricercatori, i nostri centri di studio, i giovani delle nostre università, con le istituzioni omologhe di tutto il mondo. Per questo appare importante che nel progetto in esame venga richiamato ancora più esplicitamente il riconoscimento del molo svolto oltre che dalle Fondazioni liriche e dalla Biennale, e dalle istituzioni culturali e di spettacolo, dalle istituzioni accademiche e scientifiche di rilievo internazionale che operano nella Regione (art. 2, comma 1, lettera g/ e lettera hf). Per quanto riguarda il progetto di legge n. 364, che appare fortemente indirizzato alla promozione della attività culturali relative allo spettacolo e alla produzione musicale, teatrale e cinematografica, si richiamano le osservazioni sovraesposte relative al ruolo fondamentale svolto dalle istituzioni culturali di alto profilo con indirizzo scientifico, storico e letterario. Audizione Sesta Commissione Consiliare - Venezia, 25 luglio 2013 111 Consiglio Regionale del Veneto - UPA - 26/07/2013 - 0013913 Prot. FSGM 510.1/2013.15 Venezia, 24 luglio 2011"-^ ^ Consiglio consiglio Regionale negionaie del uei rVeneto ciiciu I d e l 26/07/2013 'i idei CRV CRV r-Ml-rifc^-'t^ Prot: 0013913 CRV , Titolario 2.6 spc-UPA ^ Fondazione Studìum Generale Marcìanum ^ per la promozione di studi e ricercite <v^/9M^» C ^ ^ ^ OGGETTO: Parere sui progetti legislativi per i quali si convoca una audizione delle parti interessate: Progetto di legge n. 350 (di iniziativa dei consiglieri Nereo Laroni, Vittorino Cenci, Roberto Fasoli, Gustavo c Franchetto, Petrangelo Pettenò e Carlo Alberto Tesserin ''Nuove norme per una politica in materia di cultura, spettacolo e industria culturale della regione del Veneto "); Progetto di legge n.364 (Disegno di legge relativo a: ''Testo unico delle norme regionali in materia di beni, istituti, attività culturali e spettacolo in Veneto"). I due progetti di legge che si portano all'attenzione dai soggetti pubblici e privati operanti nell'ambito della cultura, del turismo e dello spettacolo sul territorio della regione del Veneto si fondano su alcune considerazioni strategiche sul ruolo della cultura - come motore sociale ed economico per il territorio - che la Fondazione Studium Generale Marcianum condivide e pone al centro delle proprie attività formative, diricercae culturali. 1. Il carattere strategico della valorizzazione del settore culturale per indurre un modello di sviluppo economico e produttivo alternativo. La valorizzazione della creatività e dell'identità di beni e luoghi del territorio Veneto possono contribuire uno sviluppo umano integrale, all'aumento di un benessere sostenibile. 2. L'importanza di politiche di sostegno alla cultura che evitino che solo pochi luoghi vengano inghiottiti da un turismo mordi e fuggi spersonalizzante e livellante e la necessità di adottare strategie di fruizione che valorizzino la complessità del retaggio storico e culturale di Venezia e del Veneto, nel rispetto della libertà di pensiero e di espressione e del pluralismo. 3. La necessità di creare sistemi di formazione, di fruizione e di promozione complessi che possano operare grazie a risorse regionali, statali e comunitarie ma anche attraverso una stretta integrazione con il sostegno proveniente dal settore privato. 112 ^ Prot. FSGM 510.1/2013.15 Venezia, 24 luglio 2013 4. La centralità della formazione e della trasmissione delle competenze legate all'industria culturale e della creatività applicata all'industria, con le relative ricadute sociali e culturali. La Fondazione Studium Generale Marcianum, in quanto Fondazione civile operante nell'ambito della cultura, della formazione a partire da una matrice culturale cristiano-cattolica, condividendo gli obiettivi di fondo alla base del ridisegno legislativo in questione, ritiene utile offrire in fase di audizione le seguenti precisazioni rispetto ad alcune linee di indirizzo o strumenti offerti nelle proposta di legge in questione. Individuazione punti di riferimento polìtica regionale in materia di cultura Per quanto riguarda il sostegno alle grandi istituzioni culturali (l'Arena, La Fenice, La Biennale) e l'individuazione di ulteriori istituzioni culturali e di spettacolo ritenute di eccellenza da riconoscere quali punti di riferimento per la politica regionale in materia di cultura, si ritiene utile precisare che oltre all'individuazione di istituzioni di eccellenza rimanga centrale - nel contesto Veneto come in quello italiano - una valorizzazione sinergica delle numerose realtà che operano - per settori di competenza - con standard elevati sul territorio. La definizione di linee progettuali regionali nell'ambito della cultura e dello sviluppo dell'industria culturale e della creatività dovrebbe quindi emergere ad esempio dalla compartecipazione di più soggetti, anche eterogenei per natura - ma attivi in un medesimo settore culturale, operanti secondo degli obiettivi e degli orientamenti prefissati dal coordinatore del progetto di sviluppo, in questo caso la Regione. Pluralità dei soggetti formatori Lo stesso principio sussidiario che dovrebbe essere applicato nell'individuazione di soggetti capaci di contribuire alla definizione di una politica regionale in ambito culturale andrebbe considerata poi neiridentificare il pool di formatori. Le proposte di legge valorizzano l'importanza dell'ambito formativo rispetto ai vari settori dell'industria culturale così come l'importanza di una serie di politiche formative attive che portino al coinvolgimento dei giovani e dei giovani imprenditori. Rimane tuttavia non strutturato e quindi marginale il coinvolgimento - seppur parziale e mirato - di soggetti formatori diversi da quello degli Atenei presenti sul territorio. La creatività necessaria ad avviare un sistema complesso di valorizzazione dei beni culturali nell'ottica di uno sviluppo integrale della società passa anche attraverso la capacità di valorizzare le capacità formative presenti nella società. 113 Prot. FSGM 510.1/2013.15 Venezia, 24 luglio 2013 // portale del patrimonio culturale del Veneto: Infine, per quanto riguarda gli strumenti attraverso i quali imprimere una svolta nelle modalità dì fruizione del patrimonio e, con speciale riferimento ai beni culturali di interesse religioso e alla formazione relativa alla loro valorizzazione e fruizione, alle possibilità di sinergie creative con politiche di sviluppo turistico locale, si sottolinea l'importanza di una sempre più stretta collaborazione tra autorità civili, istituti ed enti privati civili, autorità ecclesiastiche ed enti culturali di ispirazione religiosa, alfinedi condividere risorse e banche dati nello spirito del raggiungimento del comune obiettivo dello sviluppo integrale dell'uomo attraverso l'arte e la cultura. 114 Consiglio Regionale del Veneto - UPA - 26/08/2013 - 0015113 ^ Consìglio Regionale del Veneto I del 26/08/2013 Prot.: 0015113 Titolarlo 2.6 CRV CRV spc-UPA Scoiti [email protected] Ministero dei beni e delle attività culturali e del (lirismo Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici del Veneto Archìvio dì Stato dì Venezia Prot. n. fase. Venezia, Regione del Veneto Consiglio regionale Sesta commissione consiliare risposta al foglio del allegati OGGETTO : ' 9 A60. 2013 n. Progetti di legge n. 350 e 364. Trasmissione audizione In riferimento alla consultazione in ordine ai progetti di legge sopra indicati, tenutasi il 29 luglio 2013 presso la sede del Consiglio regionale del Veneto, si trasmettono osservazioni e proposte. IL DIRETTORE {doti. Raffaéle Santoro) San Polo 30O2 (campo dei Frarl) - 30125 Venezia te). 041 5222281 fax 041 5229220 - c.f. 8001240027.? wwv.arehiviod«fafnve^^7i« i> as-v(ya>heniciirfiirflli it mbac-as-ve<a!niailcen.beniculturali.it 115 Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo Direzione regiotiale per i beni culturali e paesaggistici del Veneto Archivio di Stato di Venezia Audizione in merito a: 1) Progetto di legge 0.35° _ "Nuove norme per una politica in materia di cultura, spettacolo ed industria culturale nella Regione del Veneto" 2) Progetto di legge n. 364 _ "Testo unico delle norme regionali in materia di beni, attività culturali e spettacolo nel Veneto" Ritengo di importanterilievol'accento posto dalle proposte di legge in merito alla programmazione comune delle risorse fra i più importanti soggetti che lavorano nel settore dei beni culturali del Veneto. In effetti l'esperienza del passato ha dimostrato che anche la disponibilità di risorse può trasformarsi in uno svantaggio in mancanza di una riflessione motivata sulle strade da intraprendere per gestire e valorizzare i beni culturali da parte del soggetti attuatori. Se un tasso fisiologico di spreco è presente in qualsiasi iniziativa esso diviene patologico, e controproducente, se non supportato da riflessioni meditate che nascano da esperienze consolidate. La creazione di un tavolo di discussione in merito alle iniziative dafinanziare,Io stabilimento di intese con soggetti pubblici, ivi compresi i grandi Istituti culturali della città di Venezia, con lo scopo di voler impegnare nel settore culturale risorse provenienti da finanziamenti europei, è un passo a mio parere decisivo per la modernizzazione del servizio offerto ai cittadini. E' del tutto condivisibile quanto si afferma nella relazione alla proposta di legge n.354 in relazione alla volontà di favorire " la diffusione del servizi e delle attività culturali e di spettacolo, nonché ogni forma di comunicazione, informazione e accessibilità". Tutti sappiamo che anche all'interno delle pratiche di programmazione possono nascondersi insidie, legate al prevalere ad indirizzi troppo spesso conservatori, ed al sorgere di squadre tecnicistiche che tendono a ridurre il tasso di innovazione. Per questi motivi la presenza di grandi Istituti, che confrontano giornalmente i loro progetti con la propria utenza, costituisce importante presupposto di una programmazione regionale. La tutela, come sappiamo, è conferita dalla Costituzione allo Stato, comeribaditoanche nella riforma titolo V. La valorizzazione è compito anche regionale. San Polo 3002 (campo dei Frari) - 30125 Venezia «el. 041 5222281 fax 041 5229220 - ojF. 80012400273 www.ardiiviodistatoveneziait as-ve(^.benic<illiira|i.it nibac-as-vagtinailceit.bcniculHiT^i.il 116 Eppure tra i due corni dell'intervento si pone il fondamentale momento della gestione, trascurato dal legislatore, ma nel quale risiedono molti ed importanti momenti dell'azione scientifica e culturale. Ed in questo quadro mi trova pienamente concorde quanto si dice all'art. 18 della stessa proposta n. 364 in merito al sistema archivistico regionale. Il sistema archivistico regionale-dto- "si fonda sul concetto di qualità nell'erogazione del servizio pubblico, di conseguenza gli archivi che vi partecipano s'impegnano a conformare la propria attività a precisi obiettivi di servizio, da raggiungere anche gradualmente e tramite forme di cooperazione". L'Archivio di Stato di Venezia in questi anni ha inteso porsi sulla strada di un'attuazione di forme di servizio ai suoi utenti, presenti in ogni parte del mondo, che fossero nel segno dell'innovazione e dello scambio reciproco. In primo luogo già dal 2009 abbiamo pubblicato il nostro sistema informativo, comprensivo di tutti i fondi archivistici presenti a Venezia, e degli inventari ad esso relativi. Teniamo conto che a Venezia, vi sono oltre 850 fondi, pilli che qualsiasi altro archivio italiano ed a livello dell'Archivio Segreto Vaticano. Oltre alla descrizione dei fondi, e delle loro inteme partizioni, a Venezia abbiamo inserito nel sistema un servizio non previsto nel SAN e lo abbiamo fatto per primi, ossia la pubblicazione in rete in PDF di tutti gli Inventari presenti nella nostra sala di studio, in modo che uno studioso americano, giapponese, o di qualsiasi altra provenienza possa compiere la sua ricerca inventariale dalla sua Università e poi giungere preparato in archivio, o fare via on-line domande più precise. Abbiamo inoltre creato un software, che abbiamo chiamato Divenire, per la diretta pubblicazione in rete di intere serie documentarie, a cominciare dalla deliberazioni dei organi costituzionali della Serenissima Repubblica, il Maggior Consiglio, il Senato, il Consiglio dei dieci. Il divenire è stato poi adottato da tutti i grandi archivi del Nord- Milano Torino Genova, Trieste, Modena, In riuso, senza alcun costo per gli utilizzatori. Negli ultimi anni è stato messo in opera un software di cui andiamo veramente fieri, il Develer, come lo chiamiamo dalla ditta che lo ha creato, che ci ha consentito di informatizzare tutta la procedura di richiesta e movimentazione della documentazione archivistica da parte degli studiosi. In questo siamo i primi tra gli Archivi di Stato. Finalmente, dall'anno scorso non è più necessario venire in archivio per fare richiesta, aspettare un'ora e più un pezzo, e magari sentirsi dire che è in consultazione ad un altro studioso. Si fa richiesta vi web direttamente da casa, ed il sistema informa immediatamente sulla disponibilità o meno del pezzo e dell'ora in cui sarà reso disponibile, senza inutili attese. All'interno dei sistema è stata inserita, dagli archivisti dell'Archivio di Stato di Venezia, una banca dati di tutti i fondi e le serie presenti in Archivio, dì modo che lo studioso non debba scrivere nulla, facendo moltissimi errori come accadeva con il cartaceo, ma solo catturare le informazioni che Io interessano. L'Amministrazione inoltre dispone di statistiche molto raffinate sull'accesso degli studiosi, le richieste effettuate, gli argomenti più presenti ed i loro archi cronologici. Ultimamente è stata testata una modifica al sistema che consente di gestire da un'unica banca dati tre sedi diverse, perché l'Archivio di Stato di Venezia aprirà a breve le sedi della Giudecca e di Mestre. Si tratta di un'innovazione di grande momento, ancora una volta (a prima in Italia, perché abbatterà ogni tempo burocratico, in qualsiasi sede lo studioso si trovi, e pur in ristrettezza di personale. L'ultimo arrivato è un software che permette il pagamento dei diritti di riproduzione, o di qualsiasi San Polo 3002 (campo dei Frari) - 30125 Venezia tel. 041 5227.281 fax 041 5229220 - c.f. 80OI24O0273 www.archiviodistatovcnezia.il ag-veiabenicultnralr.i( [email protected]|lofali.it 117 altro diritto previsto dalla legge, attraverso un sistema di e-commerce, collegati con una banca. Anche qui l'enorme risparmio di tempo e burocrazia per gli studiosi è palmare. Tutto questo lo abbiamo fatto con scarsi finanziamenti, programmando in modo certosino le spese, ed attingendo a finanziamenti passati non spesi. Non c=è stato ia reale possibilità di collegarsi a particolari programmazioni nazionali Sappiamo bene che possiamo ancora migliorare, né intendiamo imporre le nostre soluzioni a nessuno. Appare però fondamentale quanto si dice nella proposta di legge n. 364 in merito all'individuazione di standard condivisi. Tali standard non devono limitarsi ad essere dei libri dei sogni, ma ne va verificata l'attuazione, e le difficoltà che vi si frappongono, con un'ottica di concreta capacità realizzativa che troppo spesso è mancata in iniziative di questo tipo. Tutti gli operatori culturali devono potersi adeguare agli standard condivisi, anche gli archivi statali, ed un loro disinteresse dovrebbe avere conseguenze reali In materia di finanziamenti su fondi europei. Analoghe considerazioni valgono per la valorizzazione. Analoghe considerazioni valgono ancora per il settore della formazione, dove l'Archivio di Stato di Venezia vanta una scuola biennale di Archivistica, Paleografia e Diplomatica universalmente apprezzata, che si è negli ultimi anni aperta, con contributi di docenza di altissimo livello, al settore dell'archivistica informatica. Il parere dell'Archivio di Stato di Venezia, che io dirigo, è pertanto del tutto favorevole a questa proposta di legge, nel senso di una cooperazione fra Stato e Regione per giungere alla realizzazione di obiettivi. IL DIRETTORE DELL'ARCHIVIO DI STATO DI VENEZIA {dott. /RaffaJ[le Sanilo) San Polo 3002 (campo dei Frari) - 30125 Venezia tel. 041 5222281 tàx 041 5229220 - c.f. 80012400273 www.archiviodistatovene2ia.it as-ve(aib<!niqt(tnrali.it nibac-as-vtftftniailceri.beiriculturalr.lt 118 SSCO M 6.Seg reteria Da: Inviato: A: Oggetto: Allegati: Contr. completamento: Stato contrassegno: AS-VE - ARCHIVIO DI STATO DI VENEZIA <[email protected]> venerdì 9 agosto 2013 12:00 SSCOMG.Segreteria progetti di legge n. 350 e n. 364 ASVe_prot5349.pdf Completare Contrassegnato Si trasmette 119 Consiglio Regionale del Veneto - UPA - 23/08/2013 - 0015063 ^ Consiglio Regionale del Veneto I del 23/08/2013 Prot.: 0015063 Titolarlo 2.6 CRV CRV spc-UPA www.amicidellamusicaverona.it Vicolo Pomo d'Oro, 13 37121 Verona [email protected] Spett.le Sesta Commissione Consiliare Permanente Consiglio Regionale del Veneto Palazzo Ferro Fini San Marco 2322 30124 Venezia Verona, 20 agosto 2013 OGGETTO: Progetti di legge in materia di cultura nn. 350 e 364 Eg. Sig. Presidente, io sono l'attuale presidente della Società Amici della Musica di Verona. Colgo l'occasione per ringraziarLa di avermi invitato a Venezia, alla riunione del 26 luglio u.s. dove è stata presentata agli intervenuti una proposta di legge ( 350 e 360 ), che si prefigge di far piazza pulita di un ingombrante guazzabuglio legislativo, nel tentativo,molto apprezzato da tutti, di far chiarezza nei rapporti tra le Istituzioni Regionali, Cultura Veneta e i suoi operatori presenti nel territorio. "Di questi" facciamo parte anche noi e da moltissimi anni, 104 (centoquattro) precisamente, assieme alla Società del Quartetto di Vicenza ed agli Amici della Musica di Padova, dopo qualche decennio dalla nascita della famosissima Società del Quartetto di Milano (tuttora operante) sorta per l'intervento di due grandi musicisti veneti: Arrigo Boito (padovano di nascita) e Franco Faccio (veronese), operanti a Milano, la capitale musicale d'Italia. La nostra Associazione ha portato a Verona numerosissimi concertisti italiani e stranieri con proposte di grande rilievo e di alto livello artistico, in prevalenza di musica da camera (solisti, trii, quartetti, piccoli gruppi musicali). La musica lirica e sinfonica nella nostra città è appannaggio della Fondazione Arena, anch'essa centenaria in questo 2013. Nell'incontro del 26 luglio le osservazioni che volevamo proporre sono state illustrate da un collega responsabile dell'analoga associazione padovana (prof Filippo Juvarra). Non sono intervenuto di persona per non rubare tempo ad altri interventi. M i permetto comunque di illustrare in breve alcune proposte emerse dall'incontro di Palazzo Ferro-Fini del luglio scorso. Segreteria: Tel. e Fax 045 913108 - Codicefiscale80016840235 - Partita IVA 0137301 023 8 120 www.amicideIIamusicaverona.it Vicolo Porno d'Oro, 13 37121 Verona [email protected] A mio avviso la Regione dovrebbe: 1) censire le realtà musicali operanti nel territorio 2) valutare la qualità culturale dei loro programmi e delle varie proposte A valutazione del punto 2 faccio mia la frase (riportata nel vostro testo ) di Nietzsche che identificava / 'uomo del futuro quello delle radici più profonde . Ed è certo che il più potente motore della profondità culturale e psicologica dell'uomo è la Musica, appunto, con la M maiuscola. Nel suo insegnamento la scuola italiana non brilla certamente in questo; lascia qualche traccia ,a dir poco banale, nei ragazzi delle medie inferiori. Nei nostri Conservatori di Musica programmi ed insegnamenti sono orientati a coltivare soltanto i giovani "migliori" per fame concertisti o buoni professionisti, come è giusto, lasciando però molti altri allievi al loro "destino" cioè quello di non diventare professionisti ma nemmeno sensibili cultori, in grado di trarre dalla musica un grande arricchimento spirituale. Se la scuola non è in grado di fornire elementi culturali validi, altre fonti sono a dir poco desertifìcanti. Lo "stupidario musicale" fornito dalle televisioni pubbliche e private, da grandi e costossissimi eventi proposti negli stadi e nei palazzi dello sport conduce ad un appiattimento emotivo, soprattutto nei giovani, il cui effetto è visibile ai nostri occhi quotidianamente. La Musica, sempre quella con la " M maiuscola", è certamente un ottimo antidoto contro questo triste "fenomeno". La nostra Associazione si onora di aver fatto a Verona, per più di cento anni, cultura musicale vera. Auspichiamo che la Regione possa tenere in considerazione il nostro operato che ha fatto conoscere, certamente assieme all'Arena, (fatte le debite proporzioni) Verona al mondo; i nostri concertisti si sono sempre espressi in modo molto lusinghiero sul ricordo della loro presenza nella nostra città. L'unico nostro difetto è forse di far riferimento ad un pubblico elitario, anche se voglio far notare che in alcuni dei nostri concerti sono spesso presenti giovani e addirittura bambini con i loro genitori. E purtroppo, come spesso accade, ciò che è di alto livello culturale è di conseguenza economicamente in condizioni precarie. Questo nostro valore, semprericonosciutodalla Regione, si è lentamente disintegrato con il passaggio delle competenze di assegnazione e liquidazione alle Provincie: da 10 milioni di lire annui siamo arrivati a 1500 euro ad anni alterni. La cosa si commenta da sola. Cordiali saluti e grazie ' ' ' ^ ' ^ "^"""ÓrostQ Ghidini Presidente Società Amici della Musica di Verona Segreteria: Tel. e Fax 045 913108 - Codicefiscale80016840235 - Partita IVA 0137301 023 8 121 2- o 2^ o C, S 3 3 D- un p 5 3 ti S o 03 O IO TJ O CO CO 0) o (D T3 QT = (fl CD ST 5 O <» O Z3 CO ^ (D N o ^ Q)' 3 3 c/> (A - • ^ o' (D co (D O o S O < o N3 O CO ro N3 TI CD 3 CD r-t» CD 122 Consiglio Regionale del Veneto - UPA - 30/07/2013 - 0014199 SSCOMe^egreteria^ Da: Inviato: A: Oggetto: Allegati: § g Consiglio Regionale del Veneto I del 30/07/2013 Prot.: 0014199 Titolarlo 2.6 CRV CRV SDC-UPA giovarmi signori <[email protected]> lunedi 29 luglio 2013 14:33 SSC0M6.Segreteria relazione-intervento audizione del 26/07/2013 intervento_audizioneLr350-36.pdft PastedGraphic-6.tiff Come promesso invio il mio intervento-proposte in occasione dell'audizione sui progetti di Legge N.350 e N.365 Giovanni Signori ////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////// TEATRO DEI VAGANTI via Bach 25 37029 San Pietro in Cariano VERONA tei: 0456838112 cel: 3496987473 Skype: teatrovaganti mail: teatrodeivaganti(@libero.it web: www.teatrodeivaganti.it http://www.facebook.com/profile.php?id^ 10000216704283 l&sk^wall 123 T E A T R O DEI VAGANTI Signori Consiglieri Sesta Commissione Consigliare, voglio innanzitutto ringraziarvi per essere stato convocato ad esprimere un parere sui Progetti di Legge N.350 e N.364 norme che coinvolgono l'intero settore della cultura penso, sono una occasione importante per la nostra Regione, per il Veneto. Tenterò oggi, di esprimere il parere delle realtà che rappresento: Il Teatro dei Vaganti, e l'Associazione DimTeatroAperto. Due realtà che da anni operano nel settore delle Performing Art, cioè dello spettacolo dal vivo. L'una crea e produce spettacoli per il giovane pubblico, la seconda ha in gestione il DIM Teatro Comunale di Castelnuovo del Garda che programma una interessante stagione teatrale il cui denominatore comune è la fusione delle diverse forme espressive. Come altri sono soggetti spesso "invisibili" alle istituzioni Regionali o Nazionale applicano buone-pratìche sia dal pimto di vista amministrativo sia dal punto di vista della programmazione e del progetto artistico. Sopravvivono con enormi difficoltà. L'oggetto dell'audizione sono i Progetti di Legge N. 350 e N . 364 non so se sia intenzione della Commissione Regionale arrivare ad un unico Progetto, credo comunque che sia nostro dovere dichiarare in questa sede un parere, una preferenza. Sinteticamente, direi che il pensiero che ispira il Progetto di Legge N.364 di iniziativa della Giunta regionale è sostanzialmente conservativo. Fotografa l'esistente e lo norma. Il Progetto di Legge N. 350 proposto dai Consiglieri: Laroni, Cenci, Fasoli, Franchetto, Pettenò e Tesserin mi sembra, al contrario, ispirato dalla volontà di innovare diriscriverele regole abrogando molte di quelle precedenti,ripartiresenza per questo cancellare l'esistente, semmai con il desiderio diriformarlo.Ci sono nei due progetti molte norme simili. Credo sia auspicabile arrivare ad un testo unico. Entrambi presuppongono delle regole attuative e dei regolamenti che ancora non si vedono. L'uno e l'altro progetto, a mio avviso, debbono essere profondamente rielaborati, ma credo sia meglio partire dal Progetto di Legge N364 che contiene nei suoi principi ispirativi elementi di riforma e di attenzione ad altre leggi regionali ed Europee. Un progetto legislativo moderno, a mio parere, dovrebbe essere in grado di volgere il proprio sguardo oltre l'esistente e se possibile indicare una via per il futuro. Ascoltare coloro che pur di conservare, piccole o grandi rendite di posizione, si aggrappano all'esistente, non ascoltare la società che nel frattempo è diventata più dinamica, più fluida e soprattutto costantemente in "cm/" sarebbe un errore imperdonabile. È compito del legislatore moderno, disegnare un quadro, indicare una prospettiva, costruire ponti legislativi verso il futuro scrivendo leggi e normative "semplici" e quindi moderne, che sappiano ^''andare avantt perché "restare fermf sarebbe una mancanza di coraggio e di prospettiva molto grave. Mi auguro una legge "coraggiosa" che sappia dipingere un chiaro perimetro in cui l'esistente abbia modo diripensarsi,diriformarsie ciò che ancora non vediamo, possa svilupparsi, una Legge che dia voce anche a quei soggetti che operano nel settore dello spettacolo e nonostante le loro virtuosa attività, dal punto di vista della qualità, delle proposte artistiche e nella buona pratica amministrativa,risxiltano"invisibili". Sono piccole e dinamiche compagnie teatrali o gestori di piccoli teatri che con unrischiodi impresa altissimo e spesso confinanziamentiminimi, svolgono una attività di programmazione innovativa che si preoccupa di coniugare la qualità delle proposte e di andare incontro ad un nuovo pubblico di spettatori consapevoli che i soldi dei loro biglietti e dei T E A T R O D E i V A G A N T I Via Bach 25, San Pietro in Cariano VERONA Tel 045/6838112 3472740901 Email t.vag3nti(Sio!.it Internet -www.teatrDdeivaganti.it 124 TEATRO DEI VAGAHTI loro abbonamenti aggiunti ad un indispensabile e spesso unico contributo, comunale, permettono lo svolgimento della stagione teatrale. Auspico un quadro Legislativo regionale che tolga queste dinamiche realtà dalla condizione di invisibilità e permetta loro di sviliq)parsi. I loro progetti artistici ed amministrativi possono diventare un esempio, anche per le grandi ed indispensabili strutture culturali e dello spettacolo che abitano la nostra regione. Signori Legislatori, vi esorterei arischiare,ariformarecoraggiosamente per nonritrovarciin un sistema di regole già vecchio, già superato. Questo sarebbe un gravissimo danno alla cultura della nostra Regione. Per questo mi auguro si possa arrivare ad un Progetto di Legge unico condiviso dalla Giunta Regionale e dalla Commissione, un progetto a cui possano lavorare e contribuire in maniera ''partecipata" sia i soggetti "visibili" sia quelli che ho chiamato "invisìbili". A tal proposito mi permetto di contribuire con alcune proposte normative. Proposte: Costruzione di tm Osservatorio Regionale sullo spettacolo dal vivo. II punto di partenza potrebbe essere il monitoraggio degli spazi e delle imprese dello spettacolo commissionato ad Arteven dalla Regione Veneto. L'Osservatorio permetterebbe di conoscere e approfondire i dati dell'intero sistema dello spettacolo in Veneto. Conoscere il numero delle imprese, verificare la loro diffusione sul territorio, conoscere il numero degli addetti. Lo spettacolo e l'industria creativa in genere non dobbiamo mai dimenticare che è un lavoro, un lavoro importantissimo per l'intera Regione. La Regione Veneto dovrebbe indicare quali sono le azioni prioritarie per le attività di spettacolo che intende sostenere a tal proposito mi permetto di suggerirne solo alcune: Possibili azioni prioritarie: a) le attività di produzione e distribuzione di ^ettacoli di elevata qualità artistica e culturale, che valorizzino le peculiarità di ciascuna forma di spettacolo, garantendo il pluralismo culturale; b) l'organizzazione di rassegne e festival in ogni ambito dello spettacolo, identificabili per originalità e valore artistico delle proposte e per capacità organizzativa e per la razionalizzazione complessiva delle risorse; c) le iniziative intraprese per la formazione e ampliamento del pubblico, che prevedano un coinvolgimento, in modo coordinato, tra più enti e soggetti, e progetti mirati, anche per fasce di età; d) la promozione delle differenti forme di espressione artistica contemporanea e dell'attività creativa dei nuovi autori, tramite progetti di interesse regionale o interregionale volti anche alla valorizzazione dei giovani artisti; e) le iniziative che, integrando risorse e competenze di più soggetti, consentano l'operatività, nei centri medi e piccoli, di teatri, cinema-teatri, auditorium e sale da concerto,riconoscendoneil ruolo fondamentale per la crescita culturale e sociale della comunità; Le attività teatrali T E A T R O D E ! V A G A N T I Via Bach 25, San Pietro in Cariano VER0N.4 Tel 0 4 5 / 6 8 3 8 1 1 2 3472740901 Email [email protected] Internet -www.teatrodeiv3gantl.it 125 TEATRO DEI VAGANTI L'evoluzione dello spettacolo dal vivo tende sempre di più ad attività interdisciplinari,fixittosia dello sviluppo artistico dei soggetti produttori, sia di esigenze espresse dal pubblico. Un moderno Progetto di Legge dovrebbe dotarsi di strumenti per incentivare e sostenere questa naturale evoliizione. Tendono a sfijmarsi i confini fra. musica, danza, teatro, circo, arti visive, ecc., sia all'interno dei singoli spettacoli, sia nella programmazione di teatri e festival. Per questo una moderna legge sullo spettacolo dovrebbe da un lato dotarsi di strumenti per tutelare e conservare, ma anche strumenti normativi che accolgano l'evoluzione e il superamento delle tradizionali suddivisioni di spettacolo. Strumenti di negoziazione Introdurre nel progetto uno strumento di negoziazione, come potrebbero essere delle Convenzioni in cui la Regione attiva un r^q)orto diretto con i soggetti proponenti. La Regione stipula delle Convenzioni con soggetti che operino all'interno delle azioni prioritarie previste dalla legge. I soggetti che possono accedere alfinanziamentorelativo alle convenzioni sono suddivisi in due o più categorie e per ogni categoria si individuano dei semplici ma reali requisiti. Questo permetterebbe anche a soggetti che in questa audizione ho chiamato "invisibili" di uscire autonomamente dall'invisibilità. A tal proposito propongo una categoria di requisiti che potrebbero facilitare l'emersione. Proposta di requisiti per stipulare una convenzione con la Regione: a) avere sede nel territorio regionale; b) presentare un progetto di attività triennale; c) avere svolto attività nel settore dello spettacolo per almeno 3 anni d) essere dotati di una struttura organizzativa e finanziaria adeguata alle attività programmate e) presentare un bilanciofinanziariodi attività che preveda un totale di costi annui non inferiore a... (50.000,00 - 60.000,00 Euro) Si potrebbero inoltre suddividere tutti i contributi in due quote: una quota base (cioè una percentuale sull'importo complessivo)che garantirebbe unriconoscimentoe una continuità delle attività culturali e una quota variabile che permetterebbe un più attento controllo dei soggetti convenzionati al fine di verificarne la coerenza della loro attività ed incentivare i comportamenti virtuosi e le "buone pratiche". La verifica si baserebbe su degli indicatori di attività che andrebbero previsti dalla Legge. T E A i R O D E I V A G A N T I Via Bach 25, San Pietro in Cariano V E R O N A Tel 0 4 5 / 6 8 3 8 1 1 2 3472740901 Email [email protected] internet -www.te3trodeivag3nti.it 126 Consiglio Regionale del Veneto - UPA - 30/07/2013 - 0014163 SSC0M6.Segreteria Da: Inviato: A: Ce: Oggetto: Allegati: Ivaldo Vernelli | Verona <[email protected]> giovedì 25 luglio 2013 13:02 SSC0M6.Segreteria; CENCI VITTORINO BERLATO SELLA GIUSEPPE; LARONI NEREO; BAGGIO LUCA; FASOU ROBERTO; MARCHESE GIAMPIETRO; SINIGAGLIA CLAUDIO; TESSERIN CARLO ALBERTO; BENDINELLI DAVIDE; FRANCHEHO GUSTAVO; POSSAMAI GIANPIERO; TESO MORENO; SVPV.Struttura; Paolo Valerio; [email protected]; Zorzato Marino - Contatto Esterno Consultazione 26 luglio 2013 | intervento del Teatro Stabile di Verona Intervento Teatro Stabile di Verona 130726.pdf ^ Consiglio Regionale del Veneto I del 30/07/2013 Prot.: 0014163 Titolano 2.6 CRV CRV spc-UPA Preg.mo Presidente dott. Vittorino Cenci, nel ringraziare per l'invito alla consultazione della Sesta Commissione Consiliare del 26 luglio 2013 trasmetto l'intervento del dott. Paolo Valerio, Presidente della Fondazione Atlantide Teatro Stabile di Verona. Con i migliori saluti, Ivaldo Vernelli Ivaldo Vernelli Direttore organizzativo TEATRO STABILE DI VERONA piazza Viviani 10 37121 Verona 045 596251 tel. cell. 348 2634564 fax 045 8030815 skype ivaldov http://www.teatrostabileverona.it 127 FONDAZIONE ATLANTIDE T E A T R O S T A B I LE VERONA Intevento per la consultazione presso la Sesta Commissione Consiliare della Regione Veneto Venerdì 26 luglio 2013 I molti punti in comune tra la proposta di legge 350 e il disegno di legge 364 fanno presumere che si potrà conseguire presto il riordino e la semplificazione della normativa regionale per i beni, le attività culturali e lo spettacolo. Nel corso dei quasi trent'anni trascorsi dal primo intervento organico nel settore con le leggi 50, 51 e 52 del 1984 le trasformazioni economiche e sociali sono state dirompenti. Giustamente oggi si parla di "industria culturale" in un'accezione che lascia immediatamente intendere come i "giacimenti culturali" abbiano urgente bisogno di trasformazione e valorizzazione, non solo di sapiente conservazione: il lavoro nei molti settori della cultura e dello spettacolo è oggi ambito da giovani generazioni altamente qualificate, non solo per il declino dei mestieri tradizionali, ma anche e proprio per il successo di una strategia decennale che ha puntato sulla formazione universitaria diffusa e sul consolidamento di una rete di istituzioni di grande prestigio. Non è secondario nemmeno l'influsso sempre più prezioso che il turismo di massa e di qualità esercita sulla vitalità dei capoluoghi e di tanti centri di attrazione della provincia veneta. Le due proposte di legge ne tengono conto esplicitamente con obiettivi evidentemente condivisi, a partire dallo "stimolo all'innovazione allaricerca,all'apertura alle novità, al rapporto con il territorio, all'approntamento di forme più moderne ed aggiornate di gestione". Se il progetto di legge 350 insiste di più con la formulazione di una vera e propria "industria culturale", il disegno di legge 364 si sofferma attentamente sulla nuova articolazione che si dovrà fornire ad un tessuto complesso di interrelazioni tra gli Enti locali e le grandi istituzioni dirilevanzaregionale e nazionale, e alcune di queste conosciute in tutto il mondo - già pronte a fare da volano per un indispensabile progetto di internazionalizzazione. Per inciso segnalo qui il refuso che ciriguarda,per cui il Teatro stabile di Verona è chiaramente indicato tra le istituzioni di maggiore rilevanza e partecipate dalla Regione nella premessa del disegno di legge della Giunta (pagina 2, nel paragrafo "Motivazioni della riforma"), ma sfugge poi nell'elenco puntuale dell'art 37. Mi auguro che l'omissione possa essere prontamente emendata. Entrambe le proposte di riforma colgono l'esigenza della semplificazione, segnalano l'urgenza di strumenti di valutazione dell'efficacia a medio termine con una scansione almeno triennale della programmazione degli interventi, presuppongono una attenta valutazione dei progetti per evitare la dispersione e l'irrigidimento dei finanziamenti. Comune è anche l'interesse per l'occupazione delle nuove generazioni e l'imprenditoria giovanile; forse maggiore insistenza andrebbe assegnata ad incentivi fiscali moltorichiestidalle imprese, in particolare lariduzionedell'incidenza dell'Irap a fronte di parametri oggettivi che dovrebbero essere meglio leggibili nel "sistema delle attività culturali". FONDAZIONE ATLANTIDE TEATRO STABILE DI VERONA - GAT Piazza Viviani 10 - 37121 VERONA Tel 045/596251-8006100 Fax 045/8030815 [email protected] www.teatrostabileverona.it - C.F./P.IVA 03231850235 128 FONDAZIONE ATLANTIDE T E A T R O S T A B I LE VERONA Per quantoriguardalo spettacolo con i parametri ministeriali delle giornate lavorative, del numero di recite e di nuove produzioni, dell'incidenza percentuale delle risorse proprie rispetto alla contribuzione pubblica, dell'occupazione stabile del nucleo artistico e della comprovata capacità amministrativa si può facilmentericostruireima "carta di identità" dei poli del sistema, perfino con un diagramma deiflussiannuali e stagionali che sarà molto utile per la valutazione dei criteri premiantì. Un Osservatorio dei beni culturali e dello spettacolo è ormai sentito come indispensabile e il rapporto con gli altri ambiti della progranunazione regionale per l'istruzione, il turismo, la valorizzazione ambientale e la protezione sociale oggi giustificano ampiamente questo obiettivo. L'innovazione tecnologica e industriale richiedono oggi più cultura, non solo nel design o nel marketing, ma nel cuore stesso dello sviluppo economico: l'iimovazione di prodotto, senza la quale la crescita diviene un più intensivo sfruttamentoesaurimento delle risorse. Complimentandomi nuovamente per l'importante lavoro sin qui svolto, auguro al Consiglio regionale di giimgere presto ad un testo condiviso che sia approvato con l'unanime volontà di rafforzare l'eccellenza culturale del Veneto. Il Presidente Paolo Valerio FOHDAZiOm MLANTIDE " • • Se Piazza ViviénUe^37121 Verara ./PartitaI.V.A.: 03231850235 FONDAZIONE ATLANTIDE TEATRO STABILE DI VERONA - GAT Piazza Viviani 10 - 37121 VERONA Tel 045/596251-8006100 Fax 045/8030815 [email protected] www.teatrostabileverona.it - C.F./P.1VA 03231850235 129 Consiglio Regionale del Veneto - UPA - 26/08/2013 - 0015168 ^ Consiglio Regionale del Veneto - I del 26/08/2013 MEMO FEDERICA Prot : 0015168 ^ Da: Inviato: A: Oggetto: ^'^^ ^ Titolano 2.6 ^PC-UPA / I SSC0M6.Struttura lunedì 26 agosto 2013 11:34 MEMO FEDERICA I: Audizioni Progetti di legge n. 350 e 364 Altra osservazione da inviare a protocollo generale. AP Da: Unpii Veneto rmailto:segreteriag&unpliveneto.it1 Inviato: mercoledì 7 agosto 2013 11:28 A: SSC0M6.Struttura Oggetto: Audizioni Progetti di legge n. 350 e 364 Segreteria IJNPL,I Veneto P.za Squillace 4-310,50 COMB.Al di IVIiane (TVÌ tel. 0438893385 - 0438893584 fax 0438899768 segreteiia@iUìpliveneto.it http : vv w. il np I ì V e n eto. i t/ Gentile Presidente Sesta Commissione Consiliare Cenci Vittorio Gentile Presidente a seguito dell'audizione del 25 luglio avente per oggetti i progetti di legge n. 350 e 364 siamo ad evidenziare alcune proposte/osservazioni - Riconoscimento del ruolo delle Pro Loco nel panorama culturale veneto, in quanto custodi dell'identità e delle tradizioni locali, e del lavoro svolto dalle stesse nella valorizzazione e promozione del patrimonio culturale, artistico e storico della nostra regione. - Valorizzazione delle iniziative e delle manifestazioni organizzate dalle Pro Loco, nonché degli interventi di recupero del patrimonio culturale locale materiale e immateriale posti in essere dalle nostre associazioni. - Coinvolgimento delle Pro Loco in un sistema di rete e sinergia tra i diversi attori e soggetti del territorio nella valorizzazione del patrimonio culturale locale. 130 A cfisposizione, cordiali saluti Follador Giovanni Presidente UnpIi Treviso 131