leTravail
il lavoro
SPECIALE
A PAGINA 16
1,50 E
anno 63 | numero 9
seconda quindicina maggio 2011
Poste Italiane S.p.A.
Spedizione in A.P.
D.L. 353/2003 (conv. in
L. 27/02/2004 n° 46)
art. 1 comma DCB Aosta
Q U I N D I C I N A L E D I At tualit à , polit ica e cultu ra f ondat o nel 1 9 4 8 da g iulio dolc hi
L’ANPI invita tutti gli antifascisti e i democratici a partecipare al voto referendario del 12 e 13 giugno e a dare indicazioni coerenti col dettato Costituzionale.
POLITICA
Indignarsi non basta!
Lavoriamo per il cambiamento:
Votiamo Sì ai referendum!
a pag. 4
www.letravail.it
Appello dell’ANPI
REGIONE
TERRITORIO
Case popolari:
no a restrizioni etniche
Jovençan: il rilancio passa
dal patrimonio culturale
Il criterio da premiare è quello degli
anni di residenza in Valle
A PAG. 7
L’Italia s’è desta?
Intervista al sindaco
Sandro Pepellin
a pag. 13
Elettori in coda aspettano di votare
alle elezioni 2009 in Sud Africa.
GIOVANNA ZANCHI
S
embrerebbe proprio di sì. E il
centrosinistra? Di sicuro si sta
stropicciando gli occhi dopo
che è suonata la sveglia. Ora, sarebbe
importante che si facesse una bella
doccia rigenerante, bevesse una tazza di caffè forte e si facesse trovare
pronto per il ballottaggio. Questo è
il tempo del buon senso, della lealtà,
della chiarezza e del coraggio.
Non ho le prove, ma sono convinta
che Pisapia non avrebbe ottenuto il
48% se non fosse stato legittimato
dalle primarie, faticose, contrastate, ma che ne hanno fatto “il candidato scelto” anziché il nome deciso
dalla dirigenza del partito. Il caso
di Milano, perché il più clamoroso,
dimostra che gli elettori (quelli che
a votare ci vanno sempre e comunque) hanno di nuovo voglia di contare e paiono essersi ricordati che
quella matita copiativa consegnata
al seggio è un’autentica magia, la
possibilità di “far succedere le cose”.
Si può dire forte e chiaro al Sindaco
uscente che non ha lavorato bene, al
capolista che ha stufato con le sue
trovate, ai politici di vertice che devono ascoltare la piazza e smetterla
con tatticismi fantasiosi e incoerenti.
Che i cittadini esigono più rispetto.
Di più. Si possono definire le linee
strategiche per il futuro del paese attraverso lo strumento straordinario
dei referendum, regolarmente boicottati, minimizzati e ostacolati. Perché ci si dà tanta pena per decretarne il fallimento a priori? Perché sono
uno strumento democratico potente
e il nostro governo, oggi più che mai,
teme il confronto diretto.
Secondo la legge i referendum abro-
DOSSIER: il 12 e 13 giugno i referendum su acqua, nucleare e giustizia
Sì Sì Sì Sì
Andiamo a votare e votiamo due Sì ai referendum sull’acqua pubblica, perché è una ricchezza di tutti che
non deve finire nelle mani di pochi; Sì al referendum sul nucleare, per cancellare definitivamente il ‘piano
atomico’ del Governo di destra; Sì al referendum sul legittimo impedimento, perché la giustizia deve essere
uguale per tutti.
 ALLE PAGINE 8, 9 E 10
gativi potevano essere svolti tra il
15 aprile e il 15 giugno, invece sono
stati fissati per il 12 e 13 giugno,
quindi senza unire questo voto con
le elezioni amministrative, con conseguente spreco di denaro pubblico.
L’obiettivo fin troppo chiaro è quello,
ancora una volta, di non far raggiungere il quorum ai referendum. Infatti
se non andranno a votare il 50% +
1 degli aventi diritto, la consultazione non sarà valida e la voce di milioni
di cittadini sarà messa a tacere.
Ma davvero saremo così incoscienti e
sprovveduti? C’è davvero l’eventualità che venticinque milioni di italiani
rinuncino per pigrizia, superficialità o ignoranza a DECIDERE, a dire
senza nessun tipo di censura, “io la
penso così, io voglio che il mio gover-
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no faccia questo per me e per i miei
figli”?
Ovviamente, io mi auguro che la
maggioranza di questi venticinque
milioni di elettori scelga di votare sì
a tutti i quesiti. Ma ciò che più conta
è che in moltissimi decidano di andare a votare e che si sentano orgogliosi di quella croce tracciata con la
matita copiativa.
Commenti e opinioni
leTravail il lavoro
Commenti e opinioni
Politica
2
Regione
Art. 3: Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale
a cura di
Art. 1: L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro
Tadzio
a cura di
Dossier
Lavoro, impresa,
scuola, sindacato
Aosta
Territorio
Forum
Culture
Jean-Pierre Guichardaz “Robespierre”
Ma quale welfare?
Quando mia nonna era tunisina
ell’ultimo triennio, il governo nazionale ha ridotto sensibilmente
i dieci fondi destinati alle politiche sociali. I finanziamenti sono
passati dai 2 miliardi e 527 milioni di euro del 2008 ai 545 milioni di euro previsti per il 2011, con un taglio superiore all’87%. È bene
sottolineare che tali risorse sostengono gli interventi di assistenza alle
persone e alle famiglie e contribuiscono in misura decisiva al finanziamento della rete integrata dei servizi sociali territoriali. Provo ad immaginare alcuni effetti di una manovra che avrà un impatto dirompente
sulle politiche sociali dei Comuni: innanzitutto una riduzione della spesa complessiva per il personale ed un conseguente ridimensionamento
degli organici; in secondo luogo una diminuzione dei servizi pubblici
locali con probabili conseguenze sulla qualità dell’erogazione; infine una
progressiva riduzione delle convenzioni con i soggetti del Terzo Settore. Il tutto con un’alternativa: un aumento delle quote di partecipazione alla spesa sociale a carico delle famiglie. Suona paradossale, ma nel
momento in cui servirebbero più risorse da dedicare al settore sociale,
per compensare una grave crisi economica, il governo riduce la spesa
e contribuisce ad acuire gli effetti della crisi stessa sulle famiglie più
fragili. Questa situazione rischia inoltre di compromettere le reti territoriali dei servizi sociali che non solo offrono prestazioni, ma nel tempo
hanno contribuito a rendere concreti i valori della solidarietà. La deriva
che intravedo è che lo Stato Sociale si trasformi in una grossa opera di
beneficienza in cui il dovere di solidarietà viene affidato - impropriamente e con il solo scopo di abbassare i costi dei servizi - all’iniziativa
volontaria e gratuita. Le amministrazioni locali, i sindacati, le cooperative e le organizzazioni di volontariato devono agire insieme non solo per
difendere i servizi, le famiglie e i lavoratori, ma anche per salvaguardare
il valore fondamentale alla base del sistema democratico, quello relativo
ai livelli essenziali di assistenza che ogni società civile deve obbligatoriamente garantire. Penso infatti che si debbano individuare, al più presto,
adeguati strumenti per difendere i servizi pubblici che, con l’aiuto della
cooperazione e del volontariato, non servono soltanto a combattere il
bisogno, l’invalidità, la povertà, ma rendono concreto il principio costituzionale di uguaglianza tra i cittadini. Colpisce il silenzio che regna
intorno a questi tagli. Ma in Valle d’Aosta qualcuno se ne sta occupando?
ileggendo il bel libro di Gian Antonio Stella, dal titolo “L’ORDA: quando
gli albanesi eravamo noi”, ho ripensato alla storia della mia nonna materna. Mia nonna nacque a Tunisi in un giorno non ben precisato del
1900. La sua era una povera famiglia originaria dell’isola di Pantelleria, che per
fuggire dalla miseria aveva dovuto emigrare in Tunisia. I suoi genitori lavoravano come mezzadri alle dipendenze dei francesi. Ho dei flash di quando, noi
bambini, intorno al tavolo della cucina intenti a diliscare le “anciovi” (le acciughe), ascoltavamo i racconti della sua infanzia. Col quel suo bel linguaggio
colorito, per nulla decontaminato dagli influssi delle sue tante dimore, narrava
delle lunghe camminate alle quali erano costretti i bambini delle campagne
per andare a scuola. Ho memoria del racconto di una puntura di scorpione,
guarita (diceva mia nonna), con la bruciatura di un alare rovente, e delle gare
con “gli arabi” a chi mangiava più peperoncini. Da “grande” mia nonna concepì
i suoi figli a Tunisi, Tripoli, Bengasi e mia madre a Catania. La famiglia dovette
spostarsi dal sud estremo al nord, passando per Roma, Modena, Torino, Aosta.
Alcuni cugini del nonno materno sono finiti in Francia e lì sono rimasti. I nonni
paterni, che non ho mai conosciuto, nacquero entrambi a Cogne. Le loro famiglie hanno vissuto anch’esse il dramma dell’emigrazione: “les français” sono
i figli dei migranti dei secoli scorsi, soprattutto giovani che lasciavano il paese
per cercare fortuna oltralpe. Quasi nessuno di loro è tornato, tanti hanno messo su famiglia e si sentono molto più francesi che italiani (soprattutto adesso!).
Mia sorella ha adottato un bimbo senegalese di quattro anni (figlio del suo ex
marito, anch’esso senegalese), oggi ne ha diciotto e pare sia tra i migliori studenti del suo istituto; l’anno prossimo (se tutto va bene) entrerà alla facoltà
di Agraria. Mia moglie è figlia di immigrati veneti, scappati dalla miseria della
Valpadana con il miraggio di un posto di lavoro alla “Cogne”. Potrei continuare
raccontando la storia di suo nonno e della sua difficile esperienza di emigrato
in Argentina, ma ce n’è abbastanza. Nel suo libro Gian Antonio Stella parla dei
nostri connazionali emigrati in America, in Australia, in Svizzera, in Germania,
raccontando vicende di persecuzione e di discriminazione, che potrebbero
tranquillamente essere riscritte oggi dagli immigrati che sbarcano a migliaia
sulle coste di Lampedusa. Consiglio a tutti la lettura e a chi non ha tempo una
scorsa veloce ai titoli dei capitoli, che riassumono bene gli stereotipi di cui eravamo vittime: “Bel paese, brutta gente”, “Non ne trovi uno onesto”, “Cattolici,
sozzi e creduloni”... Bastano a farci riflettere!
N
R
leTravail il lavoro
Quindicinale di attualità, politica e cultura fondato nel 1948 da Giulio Dolchi
Organo di informazione del Partito Democratico Valle d’Aosta
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questo numero è stato
chiuso in tipografia il
26 maggio 2011
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leTravail il lavoro
3
DISEGUALI
a cura di
Art. 21: TUTTI HANNO IL DIRITTO DI MANIFESTARE
LIBERAMENTE IL PROPRIO PENSIERO
Giuliana Ferrero
In questo numero, lo spazio con il quale il Travail intende coinvolgere in un dibattito il mondo dell’informazione della Valle d’Aosta è firmato da Fabrizio Favre,
Direttore del Corriere della Valle d’Aosta.
NOTA: gli interventi pubblicati in questa sezione non implicano alcun rapporto
professionale fra la testata e il giornalista che firma l’articolo.
Luce e tenebra
di
Fabrizio Favre
L
Giovani in via d’estinzione
L’
Italia non è un Paese per giovani. Sono pochi e se ne vanno. Il
direttore del Censis, Giuseppe Roma, lancia l’allarme sui giovani
italiani «in via di estinzione» .
In un’audizione alla commissione Lavoro della Camera del 17 maggio
fornisce le cifre dell’emorragia: in 10 anni, dal 2000 al 2010 abbiamo
perso 2 milioni di giovani tra i 15 e i 34 anni. E nei prossimi vent’anni
diminuiranno ancora. Le scarse prospettive li spingono a trasformarsi
in immigrati “di lusso”. I cosiddetti bamboccioni, che non riescono
a guadagnare una propria autonomia economica, perché manca il lavoro, se ne vanno. E il Censis lancia l’allarme: «Stiamo perdendo la
fisiologia di ogni società: ovvero che le nuove generazioni rimpiazzino
quelle vecchie».
Così i pochi giovani italiani scappano altrove, dove il pezzo di carta
serve ancora a qualcosa, poichè qui in Italia i laureati lavorano meno
dei diplomati e meno dei laureati europei. E gli altri, quelli che rimangono perché non possono o non sanno partire, non studiano non
lavorano. Il Censis dice che la situazione va peggiorando: l’11% contro
il 3% della media europea. Giovani persi. Fanno riflettere anche i dati
dei giovani occupati: solo il 20,5% per l’Italia contro il 46,2% per la
Germania e il 47,6% del Regno Unito.
Così, nel Paese della Famiglia, con la F maiuscola e rigorosamente al
singolare, delle guerre ideologiche contro le coppie di fatto o contro il
testamento biologico, questo Paese smarrisce il suo futuro. Si trasforma sempre più in un vecchio Paese stanco, impantanato nel passato.
Animato da vecchie idee stanche, impantanate in un piccolo mondo
antico che non esiste proprio più.
Il Censis prova a dare alcuni suggerimenti: anticipare i tempi della
formazione con la laurea breve; incentivare l’iniziativa giovanile imprenditoriale, professionale e autonoma; accompagnare il ricambio
generazionale in azienda.
Ma prima di tutto e soprattutto sarà necessario far saltare il tappo
(culturale e ideologico) e liberare i talenti, le energie, le idee nuove.
Cambiare prospettiva, abbandonare vecchi schemi. Imbracciare nuove
battaglie. Senza paura del futuro. E delle cose diverse.
La finestra sul mondo
a cura di
Davide Avati
Francia, presidenziali: fuori il favorito
T
utti i sondaggi di questi ultimi
mesi in Francia lo davano per
stra-favorito. Ci ha pensato lui
stesso a mettersi fuori gioco, con un
arresto per un’infamante accusa di
tentato stupro e sequestro di persona ai danni di una cameriera dell’albergo di New York in cui alloggiava.
Dominique Strauss-Kahn, il potentissimo capo del Fondo Monetario
Internazionale, per molti il secondo
uomo più potente al mondo dopo
Obama, è passato in una notte da un
futuro quasi certo all’Eliseo alla cella
di un carcere di Harlem, con la prospettiva di trascorrere dietro le sbarre i prossimi 20 anni della sua vita.
Una caduta fragorosa per un uomo
che già in passato aveva avuto i suoi
guai per atteggiamenti troppo libertini (per usare un eufemismo) nei
confronti delle sue stagiste; storie di
a storia, talvolta, è fatta di improvvise e inaspettate accelerazioni. E così può accadere che la Beatificazione di Giovanni Paolo preceda di poche ore la cattura e l’uccisione
di Osama Bin Laden. Due eventi storici, collocati spazialmente a
distanze abissali in una impressionante visione manichea di luce e
tenebra. Tutto questo può aprire un decennio nuovo? Difficile affiancare personaggi così distanti: il Papa che ha abbattuto il Muro
di Berlino, riunendo Est e Ovest, e l’uomo che ha creato morte e
terrore facendo crollare le Torri Gemelle a New York, dando vita
a quella lapide dell’orrore che è Ground zero. Tuttavia Giovanni
Paolo II - se fosse stato ancora in vita - di certo non avrebbe esitato a metterci in guardia da questo strano clima che attualmente
tutti ci pervade, dove giustizia e vendetta sembrano stare sullo
stesso piano. Come giustamente ha sottolineato Riccardo Moro,
direttore della Fondazione Giustizia e Solidarietà della Cei, «affermare - come ha fatto il Presidente Obama - che “giustizia è
fatta” dopo aver ucciso un uomo non è accettabile. Nessuno vuole
proporre angelismi, è del tutto chiaro che la morte di Osama fosse
nelle prospettive possibili dell’azione Usa. La violenza e la morte dell’altro fanno parte - purtroppo - della storia dell’uomo. Un
padre non rimane inerme se stanno violentando sua figlia. Ma la
giustizia è altra cosa. È creare e alimentare quotidianamente relazioni umanizzanti, che promuovono la vita, non la violano». Posso
comprendere che questo distinguo possa apparire sproporzionato
se paragonato al male fatto da quell’uomo e al male che ancora
potrebbe essere fatto da chi crede in lui ma - se ci diciamo cristiani - il «nessuno tocchi Caino» è scolpito a lettere incandescenti
nelle nostre coscienze. Tutto questo tenendo conto di come sia
mia chiara convinzione che l’azione americana ha realmente indebolito il processo di aggregazione del terrorismo fondamentalista. Non ho timori sul futuro. Non ho paura che il blitz americano abbia aperto un nuovo vaso di Pandora. Anzi. Sono andato a
leggermi le parole di Giovanni Paolo II in occasione della XXXV
Giornata mondiale della pace. Era il primo gennaio 2002, poco
dopo i fatti di New York. Scriveva il pontefice: «In questa Giornata
della Pace, salga dal cuore di ogni credente più intensa la preghiera per ciascuna delle vittime del terrorismo, per le loro famiglie
tragicamente colpite, e per tutti i popoli che il terrorismo e la
guerra continuano a ferire e a sconvolgere. Non restino fuori del
raggio di luce della nostra preghiera coloro stessi che offendono
gravemente Dio e l’uomo mediante questi atti senza pietà: sia loro
concesso di rientrare in se stessi e di rendersi conto del male che
compiono, così che siano spinti ad abbandonare ogni proposito di
violenza e a cercare il perdono».
adulteri (e anche qualche denuncia)
dalle quali era comunque uscito con
una reputazione pressoché intatta,
tanto che i suoi pensieri, fino a ieri,
erano concentrati su un’unica difficile scelta: abbandonare il FMI per
diventare il prossimo Presidente
della Repubblica francese, oppure
rinunciare all’Eliseo per continuare
a elargire o negare prestiti miliardari
agli stati con le finanze pubbliche dissestate dalla crisi. A beneficiare dello
scandalo è soprattutto, in Francia,
Sarkozy. Le elezioni presidenziali si
terranno il 22 aprile 2012, e la caduta
di DSK favorirà il lavoro all’interno
dell’Ump per risollevare la scarsa po-
polarità dell’attuale Presidente della
Repubblica in vista della corsa per la
riconferma all’Eliseo. Il terremoto,
invece, scuote le fondamenta del PS,
chiamato a sostituire in corsa un cavallo dato per vincente con soluzioni
di secondo piano. In ballo tornano
quindi l’attuale segretario politico
socialista, Martine Aubry, accreditata nei sondaggi di un 22% al primo turno e l’ex segretario François
Hollande (dato al 21,5%), entrambi
comunque in vantaggio su Sarkò. Si
tratta però di sondaggi effettuati prima del clamoroso arresto di StraussKahn. Ora le carte in tavola rischiano
di cambiare.
Politica
leTravail il lavoro
Politica
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Regione
Lavoriamo per il cambiamento: Votiamo Sì ai referendum!
Indignarsi non basta!
Raimondo Donzel
S
[email protected]
Lavoro, impresa,
scuola, sindacato
Aosta
crivo prima dei ballottaggi di
Milano, Napoli e Cagliari. Pisapia, De Magistris e Zedda
hanno dimostrato che in Italia non
c’è soltanto indignazione. Gli indignati possono trovare interpreti del
cambiamento. Io auspico che questi
candidati del centrosinistra Culture
siano
Forum
eletti ma l’essere arrivati al secondo
turno rappresenta già un importante segnale di riscossa per tutto il paese, così come la riconferma della
sinistra a Torino e Bologna.
Tutto inizia con l’esigenza di prendere coscienza del degrado della
società e di molti esponenti politici,
come bene ha evidenziato lo scrittore tedesco, naturalizzato francese, Stéphane Hessel, internato
e “partigiano” durante la seconda
guerra mondiale, nel suo opuscolo
Indignez-vous! Bisogna trovare la
forza per gridare la rabbia contro
un sistema che nega dignità al lavoro e alle persone, che le priva della
libertà di costruire una famiglia e
sognare un futuro migliore. Anche
ad Aosta un giovane democratico,
durante le celebrazioni del 25 Aprile, ha gridato l’indignazione dei giovani (valdostani, spagnoli, francesi,
di tutto il mondo), suscitando le
rimostranze di quelli che, compresi
alcuni che si dicono di “sinistra”, si
godono il loro benessere e non vogliono essere disturbati.
Ma come ha scritto Pietro Ingrao
sull’Unità, non è sufficiente indignarsi e protestare. Lo dimostra
il movimento spagnolo dei giovani, che ha stigmatizzato la piaga
della disoccupazione, portandola
all’attenzione nazionale e internazionale. Alla domanda “Che fare?”
dei contadini di Fontamara, celebre romanzo di Ignazio Silone, la
risposta dei giovani spagnoli si è
ingarbugliata tra schede bianche e
nulle. Hanno umiliato la sinistra socialista, che certo non stava governando bene, ma hanno consegnato
il paese alla destra; e allora? Forse
che la destra liberista darà loro ga-
Auguri a Chantal Certan
Buon lavoro alla neo-eletta segretario di ALPE
Il Partito Democratico Valle d’Aosta si complimenta con Chantal
Certan, neo-eletta segretario del movimento ALPE, per il risultato ottenuto e le rivolge i migliori auguri per un proficuo lavoro.
Sottolinea Raimondo Donzel, segretario regionale del PD Valle
d’Aosta: “auguro a Chantal un buon lavoro per questo suo importante impegno politico, ed auspico che la collaborazione tra PD
e ALPE prosegua per il bene della Valle d’Aosta sulla strada già
tracciata in questi mesi in Consiglio Valle, in Consiglio comunale
di Aosta e a livello di segreterie”.
ranzie di lavoro o posti non precari?
La sorpresa e la differenza delle
elezioni Amministrative in Italia sta
proprio in questo (e lo dico prima
dei risultati dei ballottaggi perché
possono solo accelerare la tendenza
che già è in atto); ossia che la protesta ha sortito anche un disegno di
alternativa al governo Berlusconi.
Certo è un disegno non compiuto,
che va completato e rafforzato. Ma
il cambiamento non è sospeso nel
vuoto, ha le gambe per camminare.
I referendum del 12-13 giungo sono
un ulteriore banco di prova importante. La rabbia deve canalizzarsi
in un voto inequivocabile contro il
nucleare (anche se il governo bloccasse questo referendum gli altri
non sono meno importanti), a favore dell’acqua pubblica e contro il
legittimo impedimento, l’ennesima
legge ad personam per Berlusconi,.
Dobbiamo votare sì per ribadire
che la LEGGE è uguale per tutti.
Anche in Valle d’Aosta dobbiamo
contribuire al cambiamento del paese e della nostra regione. Partendo
dalla proposta politica del centrosinistra, per allargarla a tutti quelli
che intendono dire basta ad un sistema di potere fine a se stesso che
si fa vanto del clientelismo.
I contadini meridionali durante il
fascismo così esprimevano la loro
rassegnazione:
« In capo a tutti c’è Dio,
padrone del cielo.
Questo ognuno lo sa.
Poi viene il principe di Torlonia,
padrone della terra.
Poi vengono le guardie del principe.
Poi vengono i cani delle guardie
del principe.
Poi, nulla.
Poi, ancora nulla.
Poi, ancora nulla.
Poi vengono i cafoni
(i precari e i disoccupati di oggi).
E si può dire ch’è finito. »
(da “Fontamara”)
A noi dimostrare che è finito il tempo dei cafoni, dei precari, dei disoccupati: che inizia un tempo delle
persone, della solidarietà, dell’equità, della giustizia.
RINNOVATO IL DIRETTIVO DELLA SEZIONE AOSTA EST
Barbara Ballauri è stata eletta coordinatrice di circolo
Quartiere Dora: Sara Timpano
coordinatrice del circolo PD
Il circolo PD della Valdigne
intitolato a Sergio Graziola
C
ome il circolo ‘Enrico
Berlinguer’ di Quart,
anche il circolo territoriale PD del quartiere Dora di
Aosta ha eletto ieri una giovane al ruolo di coordinatrice: è Sara Timpano, 25 anni,
laureata in Teoria Politica
presso l’Università degli studi
di Pavia, attualmente anche
coordinatrice dei Giovani Democratici della Valle d’Aosta.
Alla riunione per il rinnovo degli organi direttivi del circolo hanno preso
parte anche il segretario regionale del PD Raimondo Donzel e i consiglieri
del Gruppo comunale PD-PSI di Aosta. La discussione si è incentrata sui
problemi più urgenti del quartiere Dora: in particolare, i ritardi nell’attuazione dei lavori del ‘Contratto quartiere’ e gli interrogativi sul progetto del
teleriscaldamento, relativi in particolare all’obbligatorietà o meno dell’allacciamento e agli eventuali costi per l’adeguamento degli impianti condominiali; il gruppo comunale del PD-PSI di Aosta si è impegnato a fare
chiarezza sui temi in discussione. Il nuovo Direttivo del circolo ‘Quartiere
Dora’ è formato da Claudio Carnevaletti, Marco Tonin, Giuseppe Romeo,
Fabio Protasoni, Rosetta Stranges e Salvatore Timpano.
Nicodemo Spatari
Dopo tanti sforzi, ci siamo riusciti.
Il circolo della Valdigne del Partito
Democratico ha un nuovo Direttivo, una nuova coordinatrice e una
intitolazione prestigiosa e significativa: si chiamerà ‘Circolo Sergio
Graziola’, dedicato alla memoria
del grande partigiano, operaio,
membro della Commissione interna della Cogne, iscritto al PCI e
simbolo del partito nella Valdigne. Sono tanti i giovani che hanno deciso
di spendersi per il PD e la sinistra in Valdigne: giovane, e donna, è la
nuova coordinatrice, Barbara Ballauri; giovani sono molti componenti
del nuovo Direttivo, che include iscritti e simpatizzanti di quasi tutti i
comuni della Valdigne (oltre a Morgex, La Salle, La Thuile e Pré-SaintDidier) ed è formato da Elena Scuttari (tesoriere), Angelo Brunod,
Enzo Corradi, Laura Tumaini, Lorenzo Caregaro, Bruno Carnesecca, Pasquale Muscatelli e Nicodemo Spatari. Il primo impegno in programma
sarà l’organizzazione della Festa Democratica e de l’Unità di Morgex, in
programma come sempre presso i padiglioni di località Campo Sportivo
dal 3 al 7 agosto.
leTravail il lavoro
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Da Torino, Milano e Bologna si alza un vento nuovo
La svolta, finalmente
Fabio Protasoni
I
[email protected]
risultati elettorali di questo primo turno delle amministrative
erano nell’aria ma se in molti
profetizzavano un brezza primaverile dovuta alle difficoltà del premier il
responso delle urne è stato, soprattutto al nord, un vento impetuoso
generato non solo dall’insofferenza
della gente per questo governo e
per i governi locali gestiti dalla destra ma anche per l’azione politica e
programmatica del centrosinistra e
del Pd in particolare. Si può discutere naturalmente, e i detrattori di
professione troveranno il modo di
minimizzare o relativizzare. Il dato
politico è però evidente: l’egemonia
berlusconiana e leghista nel nord è
finita e, dove il PD è sano e in salute, esso rappresenta l’architrave del
cambiamento.
Il Partito democratico ha guadagnato nelle città del Nord 11 mila
voti, +3,5%, rispetto alle comunali precedenti e addirittura 77 mila
voti, 29,9%, rispetto alle Regionali.
A Torino l’affermazione al primo
turno di Piero Fassino non è solo
il risultato personale di un leader
nazionale ma l’affermazione di una
cultura politica e di un modello. In
altre 11 città importanti e in 3 province i nostri candidati passano al
Amministrative: grande soddisfazione per i risultati
Il vento del nord spazza via il berlusconismo
Il Partito Democratico Valle d’Aosta, il Partito Socialista Italiano
e l’Italia dei Valori VdA esprimono grande soddisfazione per il
risultato delle elezioni amministrative del 15 e 16 maggio. In
particolare, nel nord Italia si può parlare di un vero e proprio
‘vento del nord’ che spazza via il berlusconismo. Diventa credibile un’alternativa nazionale al centrodestra berlusconiano.
primo turno e dei restanti 35 ballottaggi ben 28 saranno combattuti
da candidati del nostro partito. È
vero... la partita non è ancora conclusa. Ed è anche vero che i risultati di queste amministrative non
fanno automaticamente del centrosinistra una alternativa di governo
credibile. Una parte di elettori, con
i quali non abbiamo grandi distanze di principio, hanno preferito la
regressione “alla infanzia politica”
di Grillo piuttosto che votare l’alternativa riformista. Esiste poi,
ed è più che giustificata dai nostri
comportamenti, la questione della
nostra sconfitta a Napoli e più in
generale in alcune realtà del Sud.
Qui il Pd è ancora troppo legato a
schemi vecchi e a dirigenti senza
più credibilità ed invece di offrire
all’elettore un cambiamento reale
e una speranza di riscatto la nostra
offerta politica si è limitata ad un
gioco in difesa.
Ciononostante la strada indicata e
perseguita da Bersani si dimostra
quella giusta. Abbiamo investito sui
giovani, sul radicamento del territorio e sui contenuti programmatici. Abbiamo investito sulla partecipazione della gente con le primarie
e su di un rapporto diretto e non
mediatico. Primarie non come soluzione di tutti i problemi ma come
una vera opportunità politica e un
impegno serio e che, come si è visto a Milano e a Cagliari non ci hanno penalizzato anche quando non
era un nostro dirigente a giocare
la partita più importante. Questa
vittoria è una vittoria di Bersani e
del suo modo di affrontare la sfida
del paese ma è anche un potente
catalizzatore per completare il percorso di costruzione di quel grande
partito riformista e di sinistra che
è il PD. Facciamo vincere Pisapia,
DeMagistris e tutti gli altri e poi
mandiamo a casa Berlusconi.
Iniziativa del Comitato Pendolari Stanchi VdA
La posizione del PD: via i taglI e stabilizzazione
Ferrovia: indagine
sulla qualità del servizio
Graduatorie: una risposta agli
insegnanti precari
F.P.
N
el mese di Maggio i volontari del comitato dei Pendolari Stanchi VDA, del Comitato pendolari Aosta - Torino e
dell’Associazione Utenti Ferrovia
Chivasso-Ivrea-Aosta hanno promosso, tra i pendolari e gli utenti
della tratta ferroviaria, un breve
questionario per raccogliere le impressioni, i giudizi e i suggerimenti
dei cittadini sul servizio dopo che,
il 6 Marzo, Trenitalia ha modificato
gli orari e il tipo di servizio della
tratta Aosta-Torino introducendo
il “cambio treno” alternato a Ivrea
e a Chivasso. Il nuovo modello ha
cambiato radicalmente il servizio interrompendo la continuità
della linea a cui eravamo abituati
e modificando orari e qualità del
servizio. Fino a quando non si
porrà rimedio alla questione della
elettrificazione della tratta questi
saranno i vincoli con i quali i valdostani dovranno “viaggiare”.
Tuttavia alcuni problemi, sostengono i comitati dei pendolari, possono essere risolti dimostrando a
Trenitalia la loro rilevanza e agendo
sui molti margini di modifica degli
orari e della qualità del servizio che
ancora ci sono.
Alcune delle questioni sono già
chiare: alcuni orari risultano disagevoli per molti lavoratori; ad Ivrea
non è sufficientemente garantita la
coincidenza con i treni in partenza
costringendo gli utenti valdostani
ad aspettare il treno successivo; a
Chivasso il cambio treno avviene
nella disorganizzazione con binari
lontani che costringono ad attraversamenti pericolosi; in alcuni orari si è costretti a viaggiare in piedi
per una evidente sottovalutazione
del fabbisogno. In questo quadro i
tre comitati hanno pensato di proporre una consultazione vera e propria tra i viaggiatori per verificare,
con i numeri, la soddisfazione del
servizio, l’adeguatezza degli orari,
la qualità e l’efficacia del trasporto
pubblico ferroviario e gli eventuali
suggerimenti di chi quotidianamente passa una parte consistente della
sua vita sul treno.
Il questionario si può scaricare dal
sito www.pendolaristanchivda.wordpress.com oppure dal sito http://
digilander.libero.it/aufchivassoaosta/ e rispedirlo, via mail, all’indirizzo [email protected]
o all’indirizzo aufchivassoaosta@
libero.it.
DI’ LA TUA !
Pierluigi Bersani
H
Segretario nazionale PD
o ricevuto molte e-mail dagli insegnanti sul tema delle
graduatorie. Meritano una
risposta. Sulla vicenda della stabilizzazione dei precari della scuola
il Partito Democratico ha sempre
avuto una linea chiara. Da sempre
abbiamo chiesto la cancellazione
della terza tranche di tagli, la stabilizzazione di chi lavora su posti
vacanti e la copertura degli spezzoni d’orario, il passaggio all’organico funzionale. La Lega, dopo aver
approvato prima il massacro della
scuola e poi l’idiozia della riapertura e chiusura delle graduatorie, che
come era prevedibile è stato cancellato dalla sentenza della Corte Costituzionale, pensa oggi di aizzare i
precari del Nord contro i precari di
altre regioni.
Non cadiamo nella trappola: dove
era la Lega quando, nel 2008, il governo Berlusconi ha cancellato ben
87 mila posti di docenti dagli organici della scuola? I diritti dei precari
si salvaguardano solo immettendoli
in ruolo: per questo motivo le annunciate 67.000 stabilizzazioni di
docenti e Ata nel triennio non sono
approfondisci
la notizia e commentala
sul nostro blog
www.letravail.it
neppure sufficienti a garantire il turn-over dei
29.000 insegnanti che andranno in
pensione il prossimo anno.
Se la maggioranza e il governo vogliono davvero assorbire i precari e
non farne più, come ripete la Gelmini, possono cancellare la terza
tranche di tagli e stabilizzare subito,
senza ulteriori oneri per lo stato, chi
lavora su posti vacanti.
Questo è un progetto fattibile che
contribuisce al progresso di tutti:
dei ragazzi, della scuola, delle famiglie, del Paese e, certamente, anche
degli insegnanti precari, del Nord e
del Sud, dei quali la scuola ha così
tanto bisogno da sfruttarli da diversi
anni in modo improprio e ingiusto.
Alla fine, se ci salveremo, ci salveremo tutti insieme: questa non è una
pia idea cristiana o un’utopia socialista, è l’unica strada che funziona
davvero, ed è compito di un partito
democratico ricordarlo a tutti, anche nei momenti più difficili.
Regione
leTravail il lavoro
6
Regione
Servono strutture adeguate per promuovere stili di vita salutari tra i giovani
Senza palestre nessuna prevenzione
Gianni Rigo
L
[email protected]
Aosta
a petizione sulla carenza di
palestre scolastiche ha acceso i riflettori su una rilevante
questione: le politiche della salute
come grande questione politica.
Al di là della forma con cui è stata
pubblicizzata la petizione io credo
sia stato opportuno richiamare gli
Culture
amministratori e la politica a considerare, con la dovuta attenzione
questo problema come un segnale
di insufficiente impegno rispetto
ad un investimento, quello sul be-
nessere dei giovani, rilevante per
la Valle d’Aosta di domani. Questa
d’altra parte è una delle direttrici disegnate dal Piano regionale
per la salute e il benessere sociale 2011/2013, in particolare per
quanto concerne l’educazione agli
stili di vita salutari e la lotta alla
sedentarietà. È evidente quindi,
dalla lettura del Piano per la salute, lo stretto rapporto tra salute
e risorse finanziarie, tra salute e
comportamenti, tra salute e scuola, tra salute e attività fisica, come
è evidente lo scollamento tra le
enunciazioni scritte e l’operare
notizie dal Consiglio Valle
Piani di edilizia sanitaria
“Dall’esame dei Piani Attuativi Locali dell’Azienda sanitaria
Usl della Valle d’Aosta degli
anni 2009 e 2010 si rilevano
alcune differenze tra quanto riportato nei documenti e quanto,
in realtà, realizzato, soprattutto in materia di edilizia, dalla
medesima Azienda sanitaria”.
Così la consigliera e capogruppo del PD, Carmela Fontana, ha
presentato un’interpellanza per
chiedere al Governo regionale
di intervenire presso l’azienda USL “nel campo delle scelte sull’edilizia sanitaria” e “in
merito alle motivazioni di così
tanti ritardi e modificazioni di
scelte da parte della Direzione
dell’Azienda sanitaria”. In particolare, ha sottolineato la Fontana, £nel 2009 era prevista la
realizzazione del punto prelievi
provvisorio, poi non realizzato
perché sarà collegato al nuovo
prefabbricato destinato a Laboratorio Analisi; nel 2010 era
previsto l’inizio lavori del Laboratorio prefabbricato, poi slitta-
to al 2011; nel 2010 era prevista la ristrutturazione dell’ala
Ovest dell’Ortopedia che non è
ancora conclusa a metà 2011;
nel 2010 era prevista l’ultimazione dei lavori di sistemazione
della Dialisi che non è ancora
conclusa nel 2011; nel 2010
erano previsti i lavori di sistemazione della Terapia Neonatale che non sono ancora iniziati
nel 2011; nel 2011 era previsto il trasferimento del Dipartimento di Prevenzione nella
nuova sede, mentre pare che
tale intervento sia stato posticipato al 2012; nel 2011 dovevano iniziare i lavori di parziale
sistemazione del Poliambulatorio di Chatillon ed al momento nulla è ancora definito; nel
2011 infine dovevano iniziare
i lavori dell’Unità Coronarica
ed al momento nulla è stato
programmato”. Conclude la capogruppo PD: “tali incertezze
gravano economicamente sul
bilancio dell’Azienda e riducono
la qualità dei servizi offerti alla
popolazione”.
quotidiano venuto prepotentemente alla ribalta con la petizione
in discussione. Gli stili di vita, la
prevenzione occorre farli diventare principi cardine.
La promozione della salute come
processo attraverso il quale gli individui sono messi in condizione di
esercitare il controllo sulla propria
salute e sulle sue determinanti e,
in tal modo, migliorare il proprio
stato di salute. Un efficace piano
di salute pubblica richiede però un
determinato e continuo impegno
politico sulla base di valori condivisi dall’insieme della società, anche
dalla politica. In questo ambito risulta decisivo il ruolo della scuola.
La relazione sullo stato di salute segnala infatti che circa un quarto dei
giovani sotto i 25 anni si dichiara
fumatore e dichiara di non svolgere
alcuna attività fisica e di avere problemi di peso. Ecco perché è stato importante il confronto politico
attivatosi a seguito della petizione.
Ha costretto la politica ad aprire gli
occhi su una situazione problematica dal punto di vista strutturale, le
palestre appunto, ma questo stato
di fatto determina, inevitabilmente,
una impossibilità, anche culturale,
a praticare le direttrici richiamate dai documenti sopra ricordati.
Come fanno le ragazze ed i ragazzi,
le loro famiglie a praticare corretti stili di vita se la situazione rappresentataci dai docenti di scienze
motorie mortifica anche tutte quelle iniziative positive avviate in questi anni nella scuola nel campo della salute? La petizione è stata utile
non solo per riportare di attualità
l’attività fisica dei ragazzi, ma ci ha
dato l’opportunità di fare il punto
sulla situazione in essere e quella in
divenire. Nella parte, che chiamerei deliberativa, viene assunto, da
parte degli Assessori competenti,
un impegno per un incontro autunnale con le Commissioni consiliari
per relazionare in merito all’evolversi della situazione e, cosa a mio
avviso importante, è stata confermata dall’Assessore Laurent Viérin
la volontà di mantenere un dialogo,
un confronto con i diplomati e i
laureati in scienze motorie per tutte quelle azioni di ottimizzazione,
rispetto all’uso delle palestre, che
potrebbero essere attivate per il
prossimo anno scolastico.
Preoccupa la situazione della Verrès SpA
Rigo (PD) nell’Ufficio di Presidenza
Industria: reagire alla crisi in bassa Valle
A seguito dell’ingresso del PdL in
maggioranza, sono stati ricomposti
gli organi del Consiglio Valle con la
redistribuzione delle cariche spettanti
alla minoranza, attualmente composta dai soli gruppi del Partito Democratico e dell’ALPE. In particolare, il
consigliere Gianni Rigo (PD) è stato
eletto consigliere segretario e componente dell’Ufficio di Presidenza del
Consiglio Valle, a sostituzione di Enrico Tibaldi (PdL). Per quanto riguarda
invece le Commissioni consiliari, la
capogruppo Carmela Fontana è stata
eletta componente della III Commissione “Assetto del territorio”, oltre a
continuare a far parte anche della II
Commissione “Affari generali” e della
IV Commissione “Sviluppo economico”. Incarichi confermati per Raimondo Donzel (I Commissione “Istituzioni
e Autonomia”) e per Gianni Rigo (V
Commissione “Servizi sociali”).
P
iù impegno da parte della
Regione per affrontare le
gravi difficoltà del settore
industriale della bassa Valle.
A chiederlo è il Partito Democratico che, con il segretario regionale
Raimondo Donzel sottolinea: “la
Verrès Spa, società per la monetazione e fonderia di precisione,
ha difficoltà a trovare significative
commesse che possano garantire
una serena continuità operativa.
La nostra preoccupazione è altissima perché questa azienda insiste
in un’area come quella della bassa
Valle già fortemente colpita dalla
deindustrializzazione e che è strategica per garantire l’occupazione.
Siamo già in ritardo in una situazione di emergenza. Chiediamo
che ci sia un profilo maggiormente
ritagliato sulla singola azienda e riteniamo che si debba essere in grado, soprattutto dove ci sono delle
partecipazioni della Regione, di intervenire con maggiore tempestività e incisività su queste realtà”.
Donzel ha sollecitato il Governo
regionale ad una politica “di massima attenzione agli specifici problemi registrati dalle singole aziende”
e a “mettere in atto delle misure di
sostegno preventive senza attendere fatalisticamente il ricorso agli
ammortizzatori sociali”.
Nella risposta, l’Assessore alle attività produttive ha confermato
che, riguardo alla Verrès spa, è
in programma un incontro con le
Organizzazioni sindacali per con-
dividere un’analisi e un percorso.
Il problema è essenzialmente di
mercato e l’innovazione è la migliore garanzia per il futuro, anche se
non tutte le imprese sono pronte
ad investire in questo settore. Aggiunge Donzel: “serve più impegno
per promuovere innovazione e per
portare nuovi insediamenti industriali, ma c’è un’eccessiva filosofia
liberista, per cui se le imprese non
producono vanno chiuse. Apprezzo quindi lo sforzo regionale, ma
aggiungo che, se è vero che Finaosta detiene solo il 27 per cento delle quote azionarie di Verrès SpA,
sarebbe opportuno comunque che
l’azionista minoritario sollecitasse
l’azionista di maggioranza con idee
e proposte”.
leTravail il lavoro
7
Il criterio da premiare è quello degli anni di residenza in Valle
Case popolari: no a restrizioni etniche
N
ell’assegnazione delle case
popolari, il criterio da premiare deve essere quello
degli anni di residenza in Valle, non
quello dell’appartenenza etnica. A
sottolinearlo è il segretario regionale del PD Valle d’Aosta, Raimondo Donzel, che in Consiglio Valle ha
voluto avere notizie su eventuali
modificazioni alla legge regionale
per l’assegnazione degli alloggi di
edilizia residenziale pubblica. Donzel ha chiesto “se è vero o meno
che la maggioranza intende modificare la legge regionale in questione, con una precisa distinzione tra
Valdostani e Italiani, e fra Europei
comunitari ed extra comunitari”.
“Questa iniziativa - ha aggiunto
Donzel - trae origine dalle dichiarazioni di autorevoli esponenti della
maggioranza, i quali intenderebbero cambiare la legge regionale in
questione, poiché - cito l’articolo
- ‘da due anni a questa parte sono
fortemente cambiate le condizioni
e quindi non si può più funzionare
con le vecchie regole nell’assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica. Prima vanno
dati ai Valdostani, quindi agli Italiani e poi agli extra comunitari’. Riteniamo gravi queste affermazioni”.
Nella risposta, l’Assessore alle
opere pubbliche ha ricordato che
dal 2009 è prevista una più forte
tutela per i valdostani, sempre nel
rispetto delle normative statali e
comunitarie vigenti. Per l’accesso è
previsto il requisito di otto anni di
residenza. Ha aggiunto l’assessore:
“ogni altro commento sulla cultura
politica che intende solo alimentare e cavalcare le paure della gente
è fuorviante”.
Nella replica, il Consigliere Donzel
ha affermato di apprezzare le conclusioni dell’Assessore: “il concetto
da tenere presente è quello della
residenzialità e non dell’appartenenza etnica. La restrittività è data,
quindi, dalla residenza che è un criterio che si applica indistintamente
senza fare riferimento alla etnicità.
Il cittadino che lavora e paga le tasse in un territorio è un cittadino
che ha diritto a dei beni fondamentali come quello della casa”.
i contatti del gruppo
regionale PD VdA
Via Piave 1 - 11100 Aosta
Tel: 0165 526201
Carmela FONTANA
Capogruppo
regionale PD VdA
Componente III e IV Commissione
[email protected]
Raimondo DONZEL
Segretario regionale
PD VdA ·
Vice capogruppo
I Commissione
‘Istituzioni e Autonomia’
[email protected]
Gianni RIGO
Consigliere Segretario
V Commissione
‘Servizi sociali’
[email protected]
Usl, accelerare le assunzioni dirette
Accelerare le procedure di progressivo abbandono del ricorso al lavoro interinale per l’assunzione del personale
USL; stabilire con precisione le tappe di questo percorso; utilizzare la modalità della concertazione con le parti
sociali e il confronto con le Commissione consiliari competenti come luoghi di condivisione del percorso stesso.
Il segretario regionale del PD, Raimondo Donzel, sollecita il Governo regionale a mettere in atto al più presto
quanto dichiarato nelle scorse settimane circa un “cambio di rotta nelle procedure di assunzione del personale a
tempo determinato”, volto a ridurre in modo significativo il lavoro interinale, “anche attraverso l’utilizzo prioritario delle graduatorie in essere e tutt’ora valide ai fini del reclutamento e l’indizione di nuovi bandi di concorso”.
In particolare, il PD insiste sulla necessità di concertare le tappe di questa nuova strategia con le organizzazioni
sindacali e con il Consiglio regionale, per condividere tempistiche, criteri e modalità di reclutamento del personale a tempo determinato.
Bilancio Gruppo Partito Democratico in Consiglio regionale - GENNAIO-APRILE 2011
Proposta del PD: “inserire, in maniera definitiva e permanente,
le estrazioni dentarie nei livelli essenziali di assistenza”
Potenziare il servizio di odontoiatria
Potenziare il servizio di odontoiatria territoriale e inserire, in maniera
definitiva e permanente, le estrazioni dentarie nei livelli essenziali di assistenza (LEA) garantiti dal servizio sanitario pubblico. È quanto il Partito Democratico ha chiesto alla Giunta regionale, per mezzo di un’interpellanza illustrata dal capogruppo Carmela Fontana e dal segretario
regionale Raimondo Donzel. Sottolinea la capogruppo PD: “attualmente
il servizio di odontoiatria territoriale è attivo solo nei poliambulatori di
Aosta e di Donnas, in quanto a Morgex non è stato sostituito l’odontoiatra andato in pensione da oltre un anno e a Châtillon il gabinetto
dentistico è stato smantellato. Inoltre, il camper per l'assistenza otorinolaringoiatrica e odontoiatrica ha gravi problemi di funzionamento ed
è praticamente inutilizzato, anche perché molti dei pazienti delle microcomunità non hanno una sufficiente mobilità. Tenuto conto che la
fase sperimentale di reinserimento nei LEA delle estrazioni dentarie era
legata a questa struttura mobile, possiamo dire che questa sperimentazione non ha portato ad alcun beneficio pratico alla popolazione”.
Aggiunge la Fontana: “considerato il numero di estrazioni dentarie
che si effettuano nelle strutture
pubbliche della nostra regione, il
loro inserimento nei LEA comporterebbe una spesa annua inferiore
a 50.000 euro”. Da qui la richiesta
del PD all'azienda sanitaria regionale di “una migliore distribuzione
BILANCIO GRUPPO PARTITO DEMOCRATICO IN CONSIGLIO REGIONALE - GENNAIO-APRILE 2011
Saldo contabile iniziale
€ 6.428,33
Data
12-gen
Descrizione
Prelievo sport. autom.
18-gen
Bonifico Il Timbro di Bidese Ivo e C.snc - Poster
Rimbocchiamoci le maniche
Bonifico Ipsia Valle d'Aosta - Contributo progetto "Fiori di
pace" 2011
Bonifico Il Lavoro-Le Travail coop. a.r.l.
Bonifico G. Rollandin - Rimborso autovettura incontro PD
Piemonte per ferrovia To-Ao
Contributo al Gruppo consiliare
Prelievo sport. autom.
Prelievo sport. autom.
Bonifico Il Timbro di Bidese Ivo e C.snc - Poster Caos
trasporti
Contributo al Gruppo consiliare
Bonifico Il Lavoro-Le Travail coop. a.r.l.
Assegno Coop. Mont-Fallère per mimose
Bonifico Fontana Carmela - Rimborso contributi anno 2009 Saldo
Bonifico Donzel Raimondo - Rimborso contributi anno 2009 Saldo
18-gen
1-feb
4-feb
8-feb
22-feb
23-feb
25-feb
28-feb
1-mar
9-mar
18-mar
18-mar
18-mar
28-mar
28-mar
31-mar
31-mar
4-apr
14-apr
28-apr
Bonifico Rigo Gianni - Rimborso contributi anno 2009 - Saldo
Contributo al Gruppo consiliare
Bonifico A.Cornaz Service Audio - Service per iniziativa 150
anni Unità d'Italia
Competenze di chiusura
Imposta di bollo E/C e rendiconto
Bonifico Il Lavoro-Le Travail coop. a.r.l.
Prelievo sport. autom.
Contributo al Gruppo consiliare
TOTALE
Saldo al 30 aprile 2011
Entrate
Uscite
€ 500,00
€ 1.935,40
€ 1.001,00
€ 2.001,00
€ 81,50
€ 4.928,73
€ 500,00
€ 500,00
€ 1.525,00
€ 4.928,73
€ 2.001,00
€ 560,00
€ 1.001,00
€ 1.501,00
€ 1.000,50
€ 4.928,73
€ 105,66
€ 6,25
€ 18,45
€ 2.001,00
€ 500,00
€ 4.928,73
€ 19.721,17
€ 16.732,51
€ 9.416,99
I prelievi sono serviti per: spese telefoniche (€ 603,00); rimborso spese Fontana 1° acconto - periodo
gennaio-aprile (€ 200,00); fiori (€195,00); grolle (€ 100,00); colombe per dipendenti (€ 151,81); riunione
(€ 24,00); spese varie.
leTravail il lavoro
8
Andiamo a votare e votiamo due Sì ai referendum sull’acqua pubblica, perché è una ricchezza
di tutti che non deve finire nelle mani di pochi; Sì al referendum sul nucleare, per cancellare
definitivamente il ‘piano atomico’ del Governo di destra; Sì al referendum sul legittimo
impedimento, perché la giustizia deve essere uguale per tutti.
Risolvere i problemi del servizio idrico in Italia
Perché votare Sì ai referendum sull’acqua
Dossier
Lavoro, impre
In TV non sE NE parla
scuola, sinda
D
iciotto milioni di cittadini
(pari al 30% del totale) scaricano i loro reflui nei fiumi,
nei laghi e nel mare senza depurazione; 9 milioni di abitanti (pari al
15% del totale) non sono serviti
dalla rete fognaria. La carenza di
fognature e depuratori in Italia ha
fatto scattare la procedura d’infrazione europea. Se non s’interviene
subito, si rischia di spendere soldi
in pesanti multe piuttosto che investirli per realizzare gli impianti
e migliorare il servizio. Mancano
politiche di efficienza e risparmio e
l’adozione di tecnologie appropriate a partire dal riuso delle acque
reflue depurate per l’irrigazione e
nelle lavorazioni industriali. Inoltre, il 33% dell’acqua potabile si
perde nelle reti colabrodo di trasporto e distribuzione; a volte l’accesso all’acqua è razionato e la distribuzione nelle case è irregolare,
soprattutto nei mesi estivi. L’acqua
ha un costo mediamente basso che
non ha disincentivato i grandi consumatori, come agricoltura e indu-
uso socialmente equo e ambientalmente sostenibile dell’acqua.
Per la risoluzione dei problemi del
servizio idrico in Italia. Per modificare il decreto Ronchi che considera erroneamente la gestione privata come la soluzione di tutti i mali e
minaccia quelle gestioni pubbliche
che hanno garantito un servizio efficace, efficiente ed economico. Il
12 e 13 giugno VOTA SÌ per risolvere la questione una volta per tutte!
C
M
Y
CM
MY
CY
CMY
K
stria: per questo, si deve garantire
il diritto a tutti, ma anche adottare
un sistema tariffario che scoraggi
gli sprechi e recuperi risorse per
migliorare il servizio. Manca un’authority pubblica forte, autorevole e
indipendente per controllare che le
gestioni rispondano ai criteri di un
I quesiti su nucleare, acqua pubblica e giustizia riguardano il futuro di tutti
Territorio
Mobilitazione civile per i referendum
Raimondo Donzel
Fabio Protasoni
I
l prossimo 12 e 13 Giugno saremo chiamati a votare per
i referendum sul nucleare,
sull’acqua pubblica e sul legittimo
impedimento. Ancora non è ben
chiaro se il Governo nazionale ci
lascerà questa possibilità viste le
azioni che ha intrapreso per impedircelo ma la sostanza rimane. Insieme a molte altre forze politiche e
movimenti, tra cui Italia dei Valori
che ringraziamo pubblicamente
per averli promossi, il nostro partito sta impegnando tutto se stesso
nella campagna referendaria per
informare i cittadini e spingerli ad
utilizzare questa opportunità di democrazia e partecipazione. Cresce
in noi, però, la preoccupazione che,
su temi così importanti, la mobilitazione dei partiti e dei promotori
non sia sufficiente. Affinché le scel-
te che faremo il
12 e 13 Giugno
possano essere
davvero consapevoli e fondate
c’è bisogno di
una mobilitazione straordinaria. C’è bisogno
che intellettuali,
giornalisti,
artisti, attori e
cantanti, anche
non professionisti, professori
e accademici,
artigiani e imprenditori, leader sindacali e associativi prendano parola. Lanciamo un appello perché il
mondo della cultura, dell’arte, del
terzo settore e del lavoro si esprima
pubblicamente per un Sì all’abrogazione di norme e disposizioni
che rischiano di consegnarci un
futuro pericoloso e per convincere
i valdostani e
le valdostane
ad informarsi
e
partecipare al voto. C’è
bisogno di informazione e
di una società
civile
attiva
che prenda in
mano la situazione. Questi
referendum
non sono un affare dei partiti
e nemmeno dei
soli movimenti promotori. E non è
nemmeno un affare in cui la Valle
d’Aosta, per le sue caratteristiche
peculiari, possa sentirsi ai margini.
Sono un affare di tutti e attengono
al futuro di coloro che ancora non
votano o addirittura non sono nati.
In questo caso, il peccato di omissione, è un peccato contro di loro.
Silenzio totale
dell’informazione
Rai e Mediaset
Referendum, questi
sconosciuti. A tre settimane
dal voto del 12 e 13 giugno,
dei quattro quesiti in tv non
se ne parla proprio. Certo,
vuoi mettere le elezioni
amministrative di maggio,
e i relativi ballottaggi di
fine mese; sta di fatto che
la scelta del Governo di
destra di relegare all’ultima
domenica disponibile il voto
sui referendum, escludendo
ogni ipotesi di ‘election
day’ con le comunali, ha
sortito l’effetto sperato (da
Berlusconi e compagnia):
silenzio totale, il referendum
è tabù. A tingere ancora
di più di giallo la vicenda,
l’esistenza di una circolare
interna RAI che vieterebbe
a qualunque programma
(anche radiofonico) di toccare
l’argomento referendum fino
a giugno. L’informazione
sui quesiti e la campagna
contro l’astensione sono
quindi affidate al solo
passaparola, in particolare
su internet. Almeno fino ai
primi di giugno, quando
almeno la RAI, per obbligo
istituzionale, dovrà allestire
qualche tribuna con i
Comitati pro-referendum.
Staremo a vedere con quali
modalità e in quali orari.
Forum
leTravail il lavoro
9
Scorie, pericolosità delle centrali, costi troppo alti
Fermare il nucleare in Italia? Sì
Rosetta Bertolin
I
Comitato per il Sì Referendum nucleare
l 12 e 13 giugno saremo chiamati a votare per i Referendum. Dei tre temi, nucleare,
acqua, legittimo impedimento,
quello del nucleare è sicuramente quello più sentito dagli Italiani.
Dicono che sia una “questione di
pancia”. È vero, abbiamo una repulsione istintiva nei confronti del
nucleare, che percepiamo come
una minaccia per l’umanità. Forse
ci è rimasta dai tempi di Hiroshima e Nagasaki la paura dell’atomo.
Ma volendo riflettere sulla cosa
con razionalità e in modo obiettivo, che cosa troviamo? Alcuni ci
dicono che l’Italia non è autosufficiente sul piano dell’energia e che
importiamo l’energia nucleare dai
paesi vicini. Altri dicono che l’Italia
sarebbe autosufficiente ma preferisce importare l’energia nucleare
dai vicini perché di notte ne hanno
d’avanzo e non sanno cosa farsene
per cui la cedono sottocosto. Altri
dicono che senza il nucleare l’Italia è ferma, non avrà più sviluppo
e resterà indietro rispetto agli altri
paesi. Ricordo di aver sentito dire
C
M
Y
CM
MY
CY
CMY
K
RESPINTO
AL MITTENTE
Sì
vota
al referendum
la stessa cosa 20 anni fa, quando
abbiamo votato la prima volta contro il nucleare. Eppure in questi
20 anni, senza il nucleare, l’Italia è
passata fra i primi paesi al mondo
per lo sviluppo.
Qualcuno dice che le centrali
nucleari non sono pericolose e
che nessuno ci è mai morto. Ma,
guarda caso, chi dice questo, nella
maggior parte dei casi, riceve dei
soldi per dirlo. E comunque nessuno di costoro ha mai condotto
delle ricerche o degli studi sulle
conseguenze causate dalle centrali nucleari, sia di quelle che hanno
subito degli incidenti, sia di quelle che funzionano regolarmente.
Nessuno dice dove e come stoccare le scorie nucleari. Anzi, nessu-
no dice che il problema è ancora
aperto e diventerà sempre più di
attualità nei prossimi anni per i paesi che hanno costruito le centrali
nucleari, centrali che oggi iniziano
ad essere vecchie e dovranno essere dismesse. Anche l’Italia, per
quel poco di centrali che ha costruito più di vent’anni fa, incontra ancora oggi delle difficoltà di
stoccaggio delle scorie e dei rischi
di inquinamento anche gravi.
Quindi non ci sono dubbi: andiamo
tutti a votare il 12 e 13 giugno e
votiamo Sì per tutti i referendum
e, in particolare, per il nucleare.
Lo dobbiamo ai nostri figli e alle
generazioni future. Dopo ragioneremo con calma su quale sviluppo vogliamo per il nostro paese.
Referendum sul nucleare
10 buoni motivi per votare Sì
1. Il nucleare è una tecnologia pericolosa. Come
dimostrano la tragedia giapponese di Fukushima e il disastro di Cernobyl, non esiste tecnologia che possa escludere il rischio di gravi
incidenti con fuoriuscita di radioattività.
2. Le centrali rilasciano radioattività nell’ambiente anche nel normale funzionamento. La
salute, l’agricoltura e il turismo rischiamo di
essere pesantemente penalizzati.
3. Lo smaltimento definitivo delle scorie è un
problema irrisolto. Non esiste al mondo un deposito definitivo per smaltirle in sicurezza. 4. Il nucleare è una fonte energetica molto costosa. I maggiori costi inevitabilmente verranno
scaricati nella bolletta dei cittadini.
5. Il nucleare non riduce le importazioni. Il nucleare produce solo elettricità (pari a solo il 25%
dei consumi energetici dell’Italia) e non viene
usato per alimentare il settore dei trasporti,
produrre calore per l’industria e per gli edifici.
Per questo non ridurrà in modo significativo le
importazioni delle fonti fossili: infatti in Francia, noto paese nuclearista, il consumo procapite di petrolio è più alto che in Italia.
6. Il nucleare produce pochi posti di lavoro. Una
centrale in costruzione produce 3.000 posti di la-
Battaglia per il quorum nonostante le trappole del Governo
Referendum, il PD: votare
e votare 4 volte Sì
“S
Uno sviluppo pericoloso, a volte
distruttivo, concentrato in poche
mani, al servizio degli interessi di
potenti lobbies, militarizzato oppure uno sviluppo diffuso sul territorio, a portata di tutti e al servizio
di tutti, rispettoso della salute e
della vita degli esseri umani e sostenibile da parte del pianeta?
Per la risoluzione dei problemi del
servizio idrico in Italia. Per modificare il decreto Ronchi che considera erroneamente la gestione
privata come la soluzione di tutti
i mali e minaccia quelle gestioni
pubbliche che hanno garantito un
servizio efficace, efficiente ed economico. Il 12 e 13 giugno VOTA SÌ
per risolvere la questione una volta per tutte!
ul nucleare il governo con ogni evidenza scappa dalle sue stesse decisioni, è una vittoria del PD''. Così il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, ha commentato la notizia che il governo ha approvato in Senato un
emendamento al decreto omnibus, con il quale si 'abrogano le disposizioni per i
nuovi impianti nucleari', cancellando di fatto il piano generale per il ritorno delle
centrali in Italia. ''Credo che questa - ha proseguito il segretario- sia in ogni caso
una vittoria nostra, di chi già prima dell'incidente in Giappone aveva messo in luce
l'assurdità del piano così come il governo lo aveva concepito. Per noi è positivo ma
non è abbastanza, perché è chiaro che il governo vuole scappare dal confronto con
l'opinione pubblica nel referendum, ma noi lavoreremo perché ci sia il quorum per
il referendum sul nucleare e anche per gli altri referendum".
voro, che si riducono a 300 nella fase di esercizio.
In soli 10 anni la Germania può vantare 350.000
addetti nel settore delle rinnovabili, mentre in
Italia al 2020 con le fonti pulite si potrebbero
creare almeno 200mila posti di lavoro.
7. Le centrali utilizzano l’uranio, materia prima
in via di esaurimento. L’uranio è una materia
prima che deve essere importata. È una risorsa
limitata, disponibile in natura ancora per qualche decina di anni, come il petrolio e il gas.
8. La legge italiana prevede l’uso dell’esercito per
realizzare le centrali.
9. L’Agenzia per la sicurezza nucleare è a favore
dell’atomo. Un interesse di parte come può garantire la sicurezza dei cittadini?
10.Tra i paesi industrializzati, l’Italia è stato il
primo ad uscire dall’atomo. Nei prossimi anni
ci seguirà la Germania. Perché tornarci?
leTravail il lavoro
10
Perché votare il referendum contro il legittimo impedimento
Tutti uguali davanti alla legge? Sì
Senza titolo-3
1
10/05/2011
13.30.03
Marco Belardi
I
Segretario Italia dei Valori VdA
C
M
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CM
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CY
CMY
K
NON SI
ACCETTANO
IMPEDIMENTI
dell’immunità totale abbia capacità infettante tutti gli schieramenti
politici, ma l’Italia dei Valori, insieme al PD e ad altre forze politiche
ed alla società civile, si pone come
barriera vaccinale contro questa
infezione dilagante.
Per tutti questi motivi e per altri
ancora che risiedono nello spirito di libertà ed eguaglianza della
maggior parte degli Italiani, intimamente connessi ai Valori provenienti dalla Resistenza e sanciti
dalla Costituzione, invitiamo tutti
gli elettori a recarsi alle urne il 12
e il 13 giugno ed a votare Sì contro
il legittimo impedimento ma anche
contro il ritorno al nucleare e contro la privatizzazione dell’acqua.
Domenica 12 e lunedì 13 giugno gli italiani chiamati al voto
Referendum validi solo se vota il 50%+1 degli elettori
Il 12 e 13 giugno 2011 gli elettori italiani saranno chiamati alle urne in merito ai 4 referendum. Il referendum
abrogativo di leggi ed atti aventi forza di legge, si utilizza quale soluzione per abolire una legge esistente o una
parte di essa. Dobbiamo ricordare e precisare che occorre raggiungere il quorum del 50%+1 degli aventi diritto
perché i referendum siano resi validi. Gli elettori dovranno recarsi alle urne domenica 12 giugno dalle ore 8 alle
22 e lunedì 13 dalle 7 alle 15.
Si riportano di seguito, in forma breve, le denominazioni formulate dall’Ufficio Centrale per i Referendum, costituito presso la Corte Suprema di Cassazione, in relazione ai 4 quesiti per i quali si voterà:
Referendum popolare n.1 - Acqua 1 - colore della scheda: rosso
Modalità di affidamento e gestione dei servizi pubblici di rilevanza economica. Quesito sulla privatizzazione dell’acqua, DL 25 giugno 2008 n.112 conv. in legge il 6 agosto 2008 n.133 e successive modifiche.
Referendum popolare n.2 - Acqua 2 - colore della scheda: giallo
Determinazione della tariffa del servizio idrico integrato. Abrogazione di una norma del DL n.152 del 3 aprile
2006.
Referendum popolare n.3 - Nucleare - colore della scheda: grigio
Realizzazione nel territorio nazionale di impianti di nuove centrali di energia nucleare. Abrogazione di norme
relative a decreti legge del 2008.
Referendum popolare n.4 - Legittimo impedimento - colore della scheda: verde chiaro
Abrogazione di norme della legge 7 aprile 2010 n.51 in materia di legittimo impedimento risultante anche a seguito di sentenza n.23 del 2011 della Corte Costituzionale.
CHI SI SCHIERA A FAVORE DEI 4 QUESITI
Referendum: la mappa del voto
ti:
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cittadini italiani il 12 e il 13 giugno, recandosi alle urne e votando Sì per abrogare la legge
sul legittimo impedimento, hanno
nelle loro mani una delle poche
possibilità di ribadire il sacro principio costituzionale dell’eguaglianza di tutti di fronte alla legge. Infatti, questo iniquo provvedimento
del governo prevede la possibilità
da parte del Presidente del Consiglio e dei ministri, di non recarsi
alle udienze dei processi a loro carico a causa di impedimenti dovuti
ad i loro impegni istituzionali. Fortunatamente, la Corte Costituzionale ha dal canto suo già limitato
questo tentativo arrogante della
“casta” di rendersi simili ai sovrani
del passato, decretando che solamente il giudice può ammettere
o meno la liceità della motivazione riguardante la contumacia, a
differenza del testo originale che
prevedeva solamente una generica giustificazione da parte della
stessa segreteria del Consiglio dei
Ministri che poteva prolungarsi
addirittura per sei mesi.
Ma non basta ancora. Votare sì
al quesito referendario promosso
dall’Italia dei Valori vuol dire anche porre un argine, ricostruire
le mura della Costituzione contro
l’invasione barbarica dei provvedimenti legislativi costruiti ad hoc
per proteggere Berlusconi dai suoi
guai giudiziari. Si contano infatti
ben 37 leggi ad personam (rogatorie internazionali, falso in bilancio,
Cirami, lodo Schifani, ex Cirielli,
lodo Alfano ed altre ancora), che
dal 1994 sono state varate dal
centrodestra favorendo di fatto la
posizione processuale del premier
Silvio Berlusconi, delle sue aziende e dei suoi stretti collaboratori.
Votando sì, gli Italiani si allontanano nettamente dal cadere nella deriva di sudditanza messa in opera
da questo Esecutivo e ribadiscono
il loro volere essere cittadini che
tramite il loro voto nominano dei
“dipendenti” e concedono tem-
poraneamente la possibilità decisionale politica ed amministrativa ad altri cittadini di pari valore, e
non firmano invece una cambiale in bianco, lasciapassare per i
comportamenti più biechi. Anche
perchè al peggio non vi è mai fine
e già si intravedono all’orizzonte
altri provvedimenti salva-casta,
come la recente proposta di un
parlamentare dell’UDC che prefigura, in nome del pericoloso motto “lasciateci lavorare”, una norma
sospensiva dei processi, fino al
termine del mandato istituzionale,
addirittura per tutti i parlamentari. Il fatto che questo partito si
annoveri tra le file dell’opposizione, dimostra come la tentazione
REFERENDUM
ACQUA 1 e 2:
per il
Sì
Partiti e movimenti:
PD, IdV, Fed. Sinistra,
ALPE, Stella Alpina
Associazioni:
CGIL, ACLI, ARCI, ANPI, WWF,
Attac, Cobas, Adusbef, Legambiente,
Libera, MIR, Comitato Acqua
Pubblica, Mani tese, Cittadinanz@
ttiva, Il Manifesto, L’Unità,
Liberazione, Italia Nostra, Amici
del viale della Pace, Pax Christi,
Popolo Viola, Slow Food…
REFERENDUM
NUCLEARE:
per il
Sì
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Associazio CI,
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REFERENDUM
GIUSTIZIA:
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Commenti e opinioni
Politica
Regione
Lavoro, scuola, sindacato
leTravail
11
il lavoro
Dossier
Lavoro, impresa,
scuola, sindacato
Alcune riflessioni sulle proteste dei docenti e la posizione dell’Assessorato
Aosta
Scuola: motivi di protesta ce ne sono, anche in Valle
Mauro De Luca
R
Segretario Flc-Cgil VdA
ecentemente
i
vertici
dell’Assessorato all’istruzione hanno presentato, sulla
rivista “ L’école valdôtaine” e agli
Organi di stampa, la situazione attuale della scuola valdostana, sottolineando come nelle scuole della
Regione si sia realizzata una inversione di tendenza rispetto ai tagli
effettuati in campo nazionale e ribadendo la maggiore sensibilità e
disponibilità della Regione stessa
in materia di scuola e formazione.
Sicuramente in queste affermazioni c’è del vero: negli ultimi anni
in Valle d’Aosta sono state fatte
scelte che hanno qualificato l’offerta formativa della scuola, spesso coniugando con questa anche
la salvaguardia dell’occupazione.
Negli anni più recenti l’incremento dell’organico è stato causato più
da un aumento della popolazione
scolastica che non da interventi legislativi (se si eccettuano l’accordo per l’utilizzo di tutte le risorse
della l.r. 18/2005 anche nella scuola media e l’avvio dei corsi di scuola media con strumento musicale).
Anzi l’applicazione della riforma
Gelmini nella scuola superiore, al
di là delle rassicurazioni, ha causato e causerà nei prossimi anni
la perdita di parecchie cattedre e
posti di lavoro. Naturalmente non
si può ascrivere all’Amministrazione regionale la colpa di una riforTerritorio
ma, come
quella della Gelmini, che
sta distruggendo la scuola pubblica in Italia e purtroppo anche in
Valle d’Aosta.
Sulle dichiarazioni dell’Assessore
Atto di protesta dei docenti
della scuola media
di Pont-Saint-Martin
Mont-Rose:
stop alle prove Invalsi
La protesta della scuola valdostana
contro le politiche del Governo di
destra e i tagli della riforma Gelmini continua a crescere. L’ultima
presa di posizione, in ordine di tempo, è quella degli insegnanti della
scuola media di Pont-Saint-Martin
che hanno deciso di rifiutarsi di
‘collaborare’ con l’Invalsi per le prove del 12 maggio, che pertanto non
saranno tabulate né corrette. Al
centro dei motivi della protesta degli insegnanti “il grande malessere
e la profonda indignazione che proviamo di fronte ai provvedimenti assunti negli ultimi mesi dal governo
nei confronti della scuola pubblica:
l’abolizione degli aumenti, la legge Brunetta, i pesanti attacchi e le
parole umilianti del Presidente del
Consiglio rivolti alla professionalità
di chi lavora nella scuola pubblica”.
vorremmo invece soffermarci, perché il titolare dell’Istruzione non
Forum
Culture
si limita a sottolineare l’impegno
dell’Amministrazione nel settore,
ma interviene anche sulle recenti
proteste degli insegnanti (in particolare con il boicottaggio delle
gite scolastiche) secondo lui immotivate in Valle d’Aosta e fautrici
di tensioni all’interno della scuola.
Vorremmo rassicurare l’Assessore
e aggiungere qualche informazione: la protesta degli insegnanti è
più che motivata, anche in Valle
d’Aosta. Anche a questi insegnanti
è stato congelato il contratto per
tre anni e sono stati aboliti gli aumenti, anche loro perdono soldi
quando si ammalano (anzi ne perdono molti di più dei colleghi di
fuori Valle), anche loro sono indignati per le cose che questo Ministro sta facendo alla scuola pubblica e per quello che il Presidente
del Consiglio dice sulla scuola e su
chi ci lavora. Sinceramente di motivi per protestare ce ne sono tanti
che avanzano. Aggiungiamo che,
salvo casi isolati, le altre componenti della scuola (famiglie e studenti) forse non sono state felici
per queste forme di protesta ma
ne hanno in maggioranza capito le
ragioni, più di quanto sembra aver
fatto l’Assessore. Infine pur ribadendo la nostra disponibilità per
l’individuazione di ulteriori strumenti per garantire la qualità della
scuola valdostana e valorizzare la
professionalità dei docenti, vogliamo ricordare, rispetto ad alcune
ipotesi formulate dall’Assessore
relativamente al riconoscimento
del merito (e chi lo fa e su che
cosa?) o con l’aumento dell’orario
di lavoro, che su queste materie ci
sono le sedi opportune ed i soggetti competenti con cui discutere,
visto che si tratta di diritti e doveri
sanciti contrattualmente.
ad uso e consumo
in fabbrica
a cura di bruno albertinelli federconsumatori Valle d’Aosta
a cura di ORFEO COUT delegato sindacale
Equitalia: possibile prorogare le rateizzazioni
In base al dispositivo del decreto “Milleproroghe” (decreto legge
n. 225/2010 convertito, con modificazioni, dalla legge 26 febbraio
2011, n. 10), è possibile, per chi ha già in corso una rateazione con
Equitalia ma non ha potuto pagare la prima rata o, successivamente, due rate, ottenere un allungamento dei tempi di rimborso. Secondo la norma, tutti i contribuenti a cui è stata concessa una rateazione entro il 27 febbraio 2011 e che non sono in regola con le scadenze
dei pagamenti, possono richiedere una proroga a condizione che
dimostrino di avere avuto un peggioramento della loro situazione
economica. La nuova rateazione può essere concessa, al massimo,
per un ulteriore periodo di 6 anni (72 rate mensili). Le modalità di
presentazione seguono la disciplina che regola la concessione delle
rateazioni, differenziata a seconda dell’importo del debito: per debiti fino a 5 mila euro è sufficiente presentare domanda motivata;
per debiti oltre 5 mila euro la situazione di difficoltà economica è
esaminata sulla base dell’importo del debito e di documenti idonei a
rappresentare la situazione economico-finanziara del contribuente.
Le persone fisiche o titolari di ditte individuali in regimi fiscali semplificati attestano il temporaneo peggioramento della situazione di
obiettiva difficoltà mediante la presentazione di un nuovo modello
ISEE (indicatore della situazione economica equivalente) di valore
inferiore rispetto al precedente, ovvero, in caso non sia trascorso
il termine di validità annuale del modello ISEE, mediante la sola
dimostrazione di eventi posteriori che hanno determinato una radicale modifica della situazione reddituale e patrimoniale. Le richieste
delle altre categorie giuridiche di soggetti vengono esaminate mediante l’applicazione dei parametri costituiti dall’Indice di Liquidità (che deve essere inferiore al precedente per accedere al beneficio
della proroga) e dall’Indice Alfa (il cui valore determina il numero
massimo di rate concedibili), presentando una situazione economico
patrimoniale aggiornata.
La Cgil è ancora punto di riferimento per molti
Da quanto afferma la CGIL Valdostana, la risposta allo sciopero del 6
maggio nella nostra piccola Regione è stata rilevante e fuori da ogni
aspettativa, un segnale quindi positivo, che lascia l’amaro in bocca
a chi pensava e dava oramai la CGIL isolata e fuori gioco. A quanto
pare i lavoratori valdostani, come quelli del resto dello stivale non la
pensano così. La CGIL è ancora un punto di riferimento per molti.
Non focalizzerò la mia attenzione sui dati inerenti all’adesione numerica allo sciopero, come ben sapete i dati trovano sempre il tempo
che trovano e innescano vere e proprie battaglie di strumentalizzazione e soprattutto, di ridimensionamento. Rimaniamo quindi fuori da
questa kermesse, evitiamoci almeno questo rituale ….già i partiti di
maggioranza in quel di Roma, in questi giorni, stanno rivendicando
e cercano di convincerci sulla positività dei loro risultati elettorali….
Certamente ci troviamo di fronte uno sciopero a macchia di leopardo,
fabbriche e categorie che hanno risposto ed aderito con percentuali importanti, altre meno. Dobbiamo comunque focalizzare la nostra
attenzione sul periodo storico che stiamo attraversando, certamente non favorevole, dove le difficoltà non mancano e una giornata in
meno di lavoro in busta paga fa la differenza, ma di questo avremo
modo di parlarne in un’altra occasione. Sta di fatto che la CGIL ha
dimostrato di avere ancora coraggio, ci ha messo la faccia ed è scesa in piazza consapevole di essere sola. Coraggio e rappresentatività
che sembra ultimamente abbia abbandonato le altre confederazioni
sindacali, anche quello autoctono. Comunque non è il caso di andare
a guardare in casa d’altri…ognuno si assuma le proprie responsabilità…certamente, i risultati delle elezioni Amministrative devono far
riflettere tutti, la voglia di cambiamento che si respira in Italia è figlia di tutta una serie di problematiche che proprio lo sciopero del 6
maggio aveva portato in piazza. A questo punto, l’analisi che mi sento
di fare è che se qualcuno pensava di vedere la CGIL in discesa libera,
abbandonata dai lavoratori e le lavoratrici, dovrà, con molta umiltà,
rivedere la propria posizione.
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Dossier
Lavoro, impresa,
scuola, sindacato
Aosta
Territorio
13
Territorio
Intervista al sindaco Sandro PepelliN e all’assessore Tiziana Annovazzi
Forum
Culture
Jovençan: il rilancio passa dal patrimonio culturale
[email protected]
U
ndici anni di continuità amministrativa, con lo stesso
sindaco ancora in carica e
riconfermato sino al 2015, e ancora tante sfide davanti. Il comune di Jovençan prova a ripensare
se stesso e il suo ruolo di piccolo centro alle porte di Aosta, con
tutte le opportunità ma anche i
problemi che questa situazione
porta con sé: continuo ricambio
demografico, difficoltà a costruire
una comunità, ricerca di una nuova identità e di un proprio spazio
all’interno della Comunità montana Mont-Emilius, nuovi progetti
nel campo della cultura e del turismo. Ne parliamo con il sindaco
Sandro Pepellin e l’assessore Tiziana Annovazzi.
Sindaco, dopo undici anni alla guida di Jovençan quali sono i progetti
sui quali avete deciso di concentrare la vostra azione amministrativa?
“Ovviamente la priorità va al completamento delle opere pubbliche
già messe in cantiere, a partire
dall’ultimazione del piazzale e dei
parcheggi davanti alle scuole. Abbiamo inoltre ultimato la sistemazione della ‘Maison des anciens
remèdes’, un centro museale multimediale specializzato nella raccolta
di materiale dedicato alle piante officinali e alle cure tradizionali; è stata anche creata l’associazione che
si dovrà occupare della gestione
del museo, e stiamo preparando la
convenzione. Possiamo pensare ad
un’apertura stabile della ‘Maison’
entro l’anno, forse già in autunno,
e nel frattempo siamo impegnati
nell’arricchire il contenuto del museo, pensando anche ad una biblioteca dedicata alle piante officinali.
Per il futuro, inoltre, l’ambizione è
quella di dare vita ad un giardino
botanico di piante curative in zona
Chatelair. Con i comuni limitrofi di
Aymavilles e Gressan, e in collaborazione con l’Assessorato regionale all’Istruzione e Cultura, siamo
inoltre in fase avanzata di progettazione di un percorso culturale
che colleghi e valorizzi alcuni dei
più importanti siti storico-artistici
dei tre comuni. Tra le nostre priorità rientra anche la valorizzazione
dell’agricoltura: in questo campo
stiamo completando il potenziamento della rete idrica e fognaria
comunale, con l’obiettivo di collegare le frazioni alte e i mayen con il
collettore consortile. Infine, abbiamo presentato al FOSPI la richiesta di finanziamento per la ristrutturazione delle scuole comunali: il
progetto prevede l’abbattimento
del vecchio edificio e la costruzione
di una nuova e moderna struttura,
all’avanguardia sotto l’aspetto del
risparmio energetico e a norma dal
punto di vista sismico”.
Anche il comune di Jovençan ha dovuto fare i conti con i tagli dei trasferimenti regionali: come vi siete
mossi per chiudere il bilancio 2010,
e come vi ponete di fronte ai sindaci
che chiedono per il futuro una revisione dei parametri?
“Per il nostro comune, i tagli si
sono concretizzati in minori entrate a bilancio per circa 120
mila euro. Siamo tra i
comuni più penalizzati della Valle, con una
decurtazione dei fondi
a nostra disposizione
pari al 14%, solo in minima parte compensata
dall’aumento delle quote BIM. L’unica strada
che avevamo davanti
era quella del taglio del 10% delle spese di amministrazione e di
un’analisi minuziosa delle voci di
spesa per cercare di contenere le
uscite. Abbiamo comunque deciso
di aumentare il personale comunale, pur essendo ben consapevoli del
rischio di sforare il patto di stabilità, ma ci troviamo davanti a delle
necessità a cui far fronte. Non possiamo tuttavia continuare ad avere
il cappio al collo del Patto di stabilità da un lato, e dall’altro dover
fare i salti mortali per compensare
le minori entrate dalla Regione. Occorre una revisione
dei parametri per la suddivisione dei fondi, che oggi
favoriscono i comuni di
alta montagna a discapito
di quelli di fondo Valle. Chi
ha proposte diverse per una
revisione più equa delle risorse si faccia avanti”.
Qual è l’evoluzione di Jovençan sotto l’aspetto demografico? E quali
saranno le sfide per i prossimi anni?
“Attualmente risiedono nel nostro
comune 740 cittadini. C’è stato un
grande incremento di popolazione
dagli anni ’80 in avanti, una vera
e propria inversione di tendenza
che in due decenni ci ha fatti passare da 450 a oltre 700 abitanti.
La sfida è quella dell’integrazione,
della costruzione di una vera comunità: esiste un nucleo storico di
residenti che porta avanti tutte le
iniziative (pro loco, cantoria) e anche la vita amministrativa del paese; un’ampia fascia di popolazione,
invece, si interessa ben poco delle
attività e utilizza il paese come un
dormitorio. Non è facile, ed è un
problema che accomuna tutti i paesi della Plaine, ma vogliamo provare a fare più comunità”.
foto aostasera.it
Davide Avati
ALCUNI DATI SU Jovençan
Abitanti
765
Il sindaco e la maggioranza
Sandro Pepellin, geometra, è sindaco di Jovençan dal maggio del
2000. Lo scorso anno è stato riconfermato per il suo terzo mandato alla guida di una lista civica
‘Unis pour Jovençan’, che si è imposta con oltre il 57% dei voti. Tra
gli eletti anche Tiziana Annovazzi,
oggi assessore comunale, iscritta
al PD nel circolo Mont-Emilius 3.
Accordo per la gestione della raccolta differenziata
Mont-Emilius: parte il porta a porta
N
ei prossimi mesi un nuovo servizio di raccolta differenziata dei rifiuti sarà introdotto sul territorio della comunità montana MontEmilius, che raccoglie i comuni di Brissogne, Charvensod, Fénis,
Gressan, Jovençan, Nus, Pollein, Quart, Saint-Christophe e Saint-Marcel.
Le novità: le utenze commerciali usufruiranno di un servizio porta a porta
di raccolta dei rifiuti e saranno oggetto di una campagna di comunicazione
dedicata; per quanto riguarda invece le utenze domestiche, le postazioni
di cassonetti per la raccolta differenziata da giugno verranno integrate e
accorpate al fine di agevolare la selezione e la raccolta. Il servizio verrà modificato in tre fasi: a Fénis, Nus, Saint-Marcel giugno-luglio, a Charvensod,
Gressan, Pollein, Quart luglio-agosto-settembre, e a Brissogne, Jovençan,
Saint-Christophe settembre-ottobre 2011. ‘’L’obiettivo - ha spiegato
il Presidente della Comunità Montana Mont Emilius, Renzo Bionaz - e’
l’aumento delle percentuali di raccolta differenziata, come richiesto per
legge. I cambiamenti saranno accompagnati da una campagna informativa che intende sensibilizzare i cittadini
a fare una corretta
raccolta differenziata
e promuovere il compostaggio domestico’’.
Chi possiede un orto
o un giardino è stato
quindi invitato ad autosmaltire la frazione
organica con il compostaggio domestico:
saranno distribuite ai
residenti compostiere
da circa 300 litri.
Superficie:
6 kmq
Altitudine:
s.l.m. 632
Festa patronale:
Sant’Orso
1° febbraio
Comuni confinanti:
Aymavilles, Gressan, Sarre
Distanza da Aosta:
6 km
Il Comune di Jovençan sorge
sulla riva destra della Dora
Baltea e appartiere alla Comunità montana Mont Emilius. Secondo la tradizione
nel territorio di Jovençan sarebbe stata ubicata Cordelia,
la leggendaria capitale dei
Salassi, ma nessun ritrovamento ha per ora confermato con prove tale teoria. È
invece storicamente certa la
colonizzazione romana, che
spiega anche l’etimologia del
nome, derivato da “fundus
Juventianus”, ovvero podere
di Juventius. Nel Medioevo
si trova la presenza sul territorio di due famiglie locali, i
Pompiod, di cui non si hanno notizie certe, e i Jovençan,
il cui castello venne raso al
suolo da Amedeo VI di Savoia
e ceduto ad Aimone di Challant, signore di Fenis, insieme alla signoria di Aymavilles. Da quel momento seguì
le sorti della signoria degli
Challant, fino a quando i Comuni di Gressan, Aymavilles
e Jovençan si affrancarono
nel 1789. Nel corso del XVIII
secolo nei documenti ufficiali
il nome del comune era Jovensan.
Regione
Aosta
leTravail il lavoro
14
Aosta
È compito delle forze dell’ordine garantire la sicurezza pubblica, e già lo fanno egregiamente
Ronde di spie ad Aosta? No, grazie.
I
l Partito Democratico e il gruppo comunale PD-PSI della città
Culture
di Aosta esprimono netta contrarietà rispetto al progetto della
Giunta comunale di Aosta di attivare ronde di privati in incognito
lungo le strade, con il compito di
‘spiare’ i comportamenti dei cittadini. Ad Aosta operano già quattro
diversi tipi di forze dell’ordine deputate alla sicurezza pubblica (carabinieri, polizia, guardia di finanza
e polizia locale), che sempre hanno svolto e continuano a svolgere
egregiamente il compito di presidiare una città di 35 mila abitanti.
Tra l’altro, se la finalità delle ‘ronde
segrete’ fosse quella di controllare
il territorio in incognito, ricordiamo
al sindaco che esistono già a questo
scopo gli impianti di videosorveglianza e anche gli agenti delle forze dell’ordine in borghese. Inoltre,
si pone anche una questione legale:
da chi sarebbero coordinati, all’interno del Comune, questi gruppi di
cittadini-spie in incognito? E come
la Giunta intenderebbe aggirare le
norme del decreto legge sulle ron-
news dal Comune
a cura di FABIO PLATANIA vice presidente del Consiglio comunale
Le ronde, la giunta Giordano
e il virus del berlusconismo
Scrivo queste righe mentre giungono confortanti notizie sull’esito
delle elezioni amministrative che si sono svolte in molte città italiane,
alcune delle quali politicamente strategiche. Segno inequivocabile
che l’elettorato si è stufato di aver a che fare con scelte demagogiche
e sconclusionate, come ad esempio quello di istituire ronde per scongiurare la criminalità urbana. A Milano, dopo annunci trionfalistici
sull’iniziativa benedetta dal sindaco Moratti, il fenomeno ronde si è
esaurito, anzi non è mai pervenuto. Per contro si lasciano a piedi le
volanti della Polizia perché il governo taglia i fondi destinati alle forze dell’ordine e alla sicurezza e non ci sono più i soldi per la benzina,
pensate un po’. Meno sicurezza dunque ma più demagogia spiccia.
Ebbene in questo scenario, la Giunta Comunale di Aosta ha pensato
bene, in piena sintonia con la mala gestione del centrodestra nazionale, di istituire anche da noi delle ronde. Però non le vogliono normali in Valle d’Aosta. Qui facciamo di peggio, le vogliono segrete,
perché a sentir loro, in incognito sono più efficaci. Devono in pratica
osservare e collaborare con le forze dell’ordine, segnalando situazioni
anomale ed eventuali criticità dal punto di vista della sicurezza. Non
possono in nessun caso intervenire. In pratica devono spiare e basta.
Un po’ come faceva la polizia segreta dei regimi comunisti dell’Europa dell’est, dove si incentivava la delazione e si creava un clima di
paura e malfidenza reciproca. Oltretutto questo provvedimento viene
“lanciato” il giorno dopo un brutale omicidio avvenuto in centro città
sul quale stanno indagando i Carabinieri, tanto per soffiare sul fuoco
e creare allarme sociale, dipingendo Aosta come un luogo insicuro ed infido, quando cosi non è. Purtroppo la Giunta Giordano fa a
gara per dimostrare di essere più a destra della Moratti e si affida a
queste iniziative estemporanee per cercare una visibilità che diventa
francamente ridicola. E non basta che le ronde siano affidate ad ex
appartenenti alle forze dell’ordine in pensione per riabilitare l’immagine di un’amministrazione che francamente questa trovata poteva
risparmiarcela. Anche perché è solo la creazione di una società coesa
e integrata, il vero rimedio per debellare la criminalità, in particolare
quella di piccolo cabotaggio che colpisce i cittadini e crea disagio ed
insicurezza. L’esempio più eclatante? Il quartiere del Bronx a New
York, che è diventato uno dei posti più belli della grande mela. Come
hanno fatto a ripulirlo? Con schiere di infiltrati? Con spie ad ogni
angolo? Niente di tutto ciò. Semplicemente riqualificando e ristrutturando gli edifici e dotando il quartiere di asili, scuole, luoghi di
ritrovo. Non certo mettendo mini casinò davanti alle scuole. Chi ha
orecchie per intendere intenda.
de cittadine, che impongono agli
addetti di indossare giubbotti riconoscibili e vietano le ronde anonime?
Il Partito Democratico e il gruppo
comunale PD-PSI della città di Aosta sottolineano inoltre come questa bizzarra proposta della Giunta
di centrodestra, oltre ad essere
inutile e demagogica, rischi solo di
creare un ingiustificato allarme sociale in una città come Aosta che
non è certo ai vertici delle stati-
stiche nazionali sulla criminalità.
Inoltre, già oggi, e senza bisogno
di fantomatiche ‘spie’ coordinate
dal Comune, la cittadinanza aostana è attenta a ciò che avviene nei
quartieri e lungo le strade, e collabora con le forze dell’ordine nella
denuncia di possibili reati e comportamenti sospetti. Per il Partito
Democratico, la sicurezza dei cittadini è una priorità. La sicurezza,
tuttavia, non si raggiunge con le
ronde private né con le spie comunali, ma intervenendo nei quartieri
con adeguate politiche sociali, che
creano un tessuto sociale integrato e rappresentano l’unica prevenzione possibile contro il degrado
e la micro-criminalità, e con una
più stretta collaborazione con le
forze dell’ordine che operano sul
territorio. Al tempo stesso, non
contribuisce certo ad aumentare
la sicurezza delle strade permettere, ad esempio, di aprire nuove
sale giochi davanti alle scuole cittadine. Anche su questo fronte,
servirebbero da parte della Giunta
meno iniziative demagogiche e più
azioni concrete di prevenzione.
Fino al 15 giugno per il ‘bonus energia’ e l’esenzione
delle tasse su acqua e rifiuti
Proroga delle misure anti-crisi
Per permettere ai cittadini che non hanno ancora inoltrato l’istanza per
accedere alle “misure anti-crisi” 2011 introdotte dalla legge finanziaria
- e che in questo periodo si stanno rivolgendo ai Centri di Assistenza
fiscale, già oberati per le dichiarazioni dei redditi, per il calcolo dell’Isee
- l’Amministrazione regionale ha deciso la proroga del termine per la
presentazione delle domande fino al prossimo 15 giugno. Per i residenti
ad Aosta sarà possibile presentare le istanze negli uffici dello Sportello
del Cittadino, ubicati sotto il porticato del Municipio in piazza Chanoux.
Gli aiuti individuati dall’Amministrazione regionale per l’anno in corso consistono nel “Bonus energia” (diverso dal “Bon de chauffage”) di
300 euro, nell’esenzione dal pagamento della tassa comunale sui rifiuti
(TARSU) e della tariffa per il servizio idrico integrato. Quanti abbiano
beneficiato del “bonus energia” o delle esenzioni tributarie e tariffarie
per il 2009 e/o per il 2010, e per i quali la dichiarazione sostitutiva
ISEE presentata sia ancora in corso di validità, non dovranno allegare
alla domanda una nuova dichiarazione. In caso, invece, di prima richiesta, di dichiarazione ISEE scaduta o di variazioni nella composizione
del nucleo familiare cui la stessa fa riferimento, occorrerà corredare
la modulistica con la certificazione attestante l’ISEE del richiedente. In
entrambi i casi, comunque, è necessario presentare il rendiconto delle
spese sostenute per il servizio idrico dell’anno di riferimento. Le misure
“anti-crisi” per il 2011 sono subordinate al possesso di alcuni requisiti,
relativi anche alla situazione reddituale del nucleo richiedente. Lo Sportello del Cittadino provvederà al ritiro delle richieste fino a mercoledì 15
giugno, dal lunedì al venerdì, dalle ore 8.30 alle ore 12.
Dossier
Aosta
Lavoro, impresa,
scuola, sindacato
Forum
15
Territorio
Forum
il senso
delle parole
Chiarissimo ed incontrovertibile il risultato delle
urne elettorali del referendum consultivo popolare indetto in Sardegna domenica 15 maggio: con
un’affluenza record (circa il 60% degli elettori
isolani si è recato alle urne) ed una stragrande
maggioranza di “si” (il 97,13%), il popolo sardo ha
votato per chiedere lo stop all’energia nucleare.
Il quesito - “Sei contrario all’installazione in Sardegna di centrali nucleari e di siti per lo stoccaggio di scorie radioattive da esse residuate o
preesistenti?” - era stato proposto da un vasto
movimento regionale che raccolse oltre 16mila
firme in calce a tale proposta di referendum alla
fine del 2009.
Il WWF Italia parla apertamente di “una vittoria
per la democrazia” e considera il risultato sardo
di buon auspicio per l’imminente e quasi analogo referendum nazionale: “il raggiungimento del
quorum smentisce quanti hanno provato a delegittimare lo strumento referendario affermandone l’inutilità legata alla presunta impossibilità di
raggiungere il quorum” sostiene il WWF.
“Il dato che arriva dall’Isola - prosegue l’associazione del Panda - è la dimostrazione della voglia
dei cittadini di riappropriarsi del diritto di decidere della tutela del proprio territorio all’insegna
della sostenibilità ambientale e che, quando gliene viene data la possibilità, non si sottraggono al
dovere di esprimersi su questioni così importanti,
come il rischio che la propria terra possa ospitare
centrali nucleari o siti di scorie radioattive”.
NOTIZIE DAL VOLONTARIATO
iniziative
per l’Anno europeo
Del Volontariato
di GIOVANNA ZANCHI
Per il Governo Berlusconi il risultato non ha
alcun valore nazionale, mentre il Presidente
della Sardegna Cappellacci (Pdl) si dice commosso ed orgoglioso per la scelta dei Sardi
Referendum sul nucleare in Sardegna:
800mila schede per fermare l’atomo
Ennio Bonfanti
Culture
Per questo il WWF ribadisce con forza il proprio
appello ai cittadini italiani affinché il 12 e il 13 giugno si rechino numerosissimi alle urne per votare
sì contro il nucleare e la privatizzazione dei servizi
idrici.
Diametralmente opposte le valutazioni del Governo, che vede nei referendum sardo e nazionale un
ostacolo alle proprie politiche energetiche basate
anche sull’energia atomica: “l’esito del referendum consultivo tenutosi in Sardegna è significativo dell’atteggiamento della popolazione sarda e
non della volontà dell’intera nazione” dice durante il question time alla Camera il Ministro per i
rapporti col Parlamento, on. Elio Vito, leggendo
la risposta del Ministero dello sviluppo economico ad un interrogazione dell’ Italia dei Valori sulla
produzione di energia nucleare in Italia.
Ma in Sardegna il Presidente della Regione Ugo
Cappellacci (PdL), pur essendo a capo di una
maggioranza di centrodestra allineata a quella
del Governo nazionale, si schiera apertamente
contro la posizione politica del proprio partito e
del leader Silvio Berlusconi, esprimendo “piena
soddisfazione per la partecipazione al voto sul referendum consultivo regionale contro il nucleare”
con il quale “il Popolo Sardo dice che intende scegliere, che la nostra Isola non accetta scelte calate dall’alto e che intende invece proporsi come
modello da seguire a livello nazionale e internazionale”, dicendosi “felice e orgoglioso” per una
”grande prova dei Sardi”. ”Lo dico con un filo di
commozione per la prova di unità data dai Sardi
su un tema, come il nucleare, dal quale dipende il
nostro futuro, il futuro dei nostri figli”, ha concluso il Presidente. (GEAPRESS)
Un opuscolo e un blog con il programma degli eventi serviranno a valorizzare, anche in
Valle d’Aosta, le iniziative realizzate nell’ambito dell’Anno europeo del Volontariato,
un’iniziativa voluta dal Parlamento e il Consiglio europeo che rende omaggio all’opera dei
tanti volontari che donano tempo, impegno
e passione per la loro comunità e incoraggiare altri ad impegnarsi al loro fianco. “Per
noi questo è un anno importante, è un’opportunità per promuovere la realtà del volontariato ma soprattutto per interrogarci in un
momento, se vogliamo, difficile per il nostro
mondo, con importanti tagli alle risorse del
CSV”, ha spiegato Andrea Borney, Presidente
del Coordinamento Solidarietà Valle d’Aosta.
Il calendario comune raccoglie le iniziative
proposte da maggio a dicembre. Il ricco programma, che potrà essere ancora ampliato,
contiene manifestazioni di piazza, raccolte
fondi, concerti, tornei sportivi, animazioni,
incontri di riflessione, promossi e portati
avanti da diverse organizzazioni all’insegna
della solidarietà e dell’impegno comune. Un
segno di come il volontariato in Valle, nonostante le difficoltà, sia ancora una realtà
attiva e propositiva. Gli eventi in programma sono prposti da Arcigay, Insieme, Aido,
Diapsi, Antea, Volontari del soccorso di Donnas, Oratorio San Filippo Neri, Csen, Lega
italiana fibrosi cistica, Banco di solidarietà
sanitaria, Aosta iacta est, Banco alimentare,
Viola, Admo, Avvc, Ipsia e Agape. Sono 122 le
organizzazioni di volontariato iscritte al registro regionale, di cui 84 sono socie del CSV,
e 22 le Associazioni di Promozione sociale.
Un universo variegato che si compone prevalentemente di piccole e medie organizzazioni
impegnate in settori diversi come l’assistenza
socio-sanitaria, il soccorso sanitario, la tutela dei diritti, la cooperazione con i paesi del
terzo mondo, la difesa ambientale e il settore educativo e che riesce ad intercettare oltre
13.000 persone in Valle d’Aosta.
chroniques valdôtaines
par GUY ALEXANDRE SOUNDA
ITALIE, une (clan)destination française pour les immigrés ?
Mohamed est né à Sousse, en Tunisie. Comme tous ses compatriotes, vingttrois mille en tout, il est entré en Italie par Lampedusa. Il vient de débarquer
à Aoste après avoir été refoulé sans aucune forme de procès par les autorités françaises. Voilà trois semaines qu’il musarde dans les rues avec l’air de
quelqu’un qui est de passage. Pour lui la Vallée d’Aoste n’est qu’un tunnel qui
devrait le conduire en France. Il n’a pas envie de vivre là. Toute sa vie il a rêvé
de la France. Avant de quitter sa ville il mangeait et buvait ce pays dont on lui
a dit que c’est le pays des libertés et des allocations familiales. L’Italie ? Il n’y
comprend rien, ni la langue ni la culture. On lui a dit des choses sur l’Italie.
Des bonnes et des pas bonnes du tout. Il en a gardé les pas bonnes. L’Italie
pour lui ce sont les immigrés qui chôment au propre comme au figuré et qui
passent leur temps à soupirer leur vie comme un fleur définitivement perdue
dans les marres de ce continent tant désiré… La révolution tunisienne nous
a fait un beau petit millier de petits. Elle a percé une poche dans le manteau.
Beaucoup s’y sont engouffrés. Et parmi ceux-ci figurent, puisque la presse
européenne en parle encore, les 25000 immigrés débarqués récemment à l’ile
de Lampedusa. C’est un beau nombre impressionnant. Un chiffre tsunamique
qui a suscité la polémique entre les deux plus belles cousines d’Europe, l’Italie
et la France. Craignant d’être la seule à supporter les charges d’une révolution
certes démocratique salué par le monde rigoureusement civilisé, la première
cousine a délivré 23000 permis provisoires, offrant ainsi la France à ces néorévolutionnaires. Ces permis ont eu des suites peu luisantes. La preuve : la
France a tapé sur la table son franc-parler en menaçant de revoir les accords
de Schengen qui garantissent aux citoyens la libre circulation dans l’espace
des Etats membres signataires, en revanche l’Italie a menacé explicitement de
boycotter les produits français, heureusement les deux parties ont fini par arrondir leurs angles et par trouver un accord à travers une initiative commune
auprès de l’UE et la Commission européenne en vue d’une adaptation des
conditions de circulation dans l’espace Schengen. Et la suite, tout le monde la
connait : la Commission européenne a concédé aux 27 états membres la possibilité de fermer leurs frontières internes en cas de mouvements migratoires
massifs… L’Italie, une (clan)destination française pour les immigrés ?
On le sait : près de 75% des 25000 tunisiens souhaitaient se rendre en France.
Pourquoi ? On connait les raisons les plus évidentes : regroupement familial,
conditions économiques plus favorables et jugées moins aléatoires, accointances socio-historiques, culturelles et linguistiques. Bien que l’Italie soit la
plus proche voisine des pays de la côte sud de la méditerranée, elle est cependant loin d’être la destination finale de la plupart d’immigrés clandestins qui y
proviennent auxquels s’ajoutent ceux de l’Afrique subsaharienne.
Pour les uns c’est une maison de passage, de phase exploratoire qui précède
la grande avancée vers l’Europe et (avec un peu de chance) les USA et le Canada, mais en l’occurrence pour beaucoup d’autres, tel que Mohamed, c’est
le porche qui donne sur ce fameux territoire traversé par la Loire, la Seine,
la Gironde, la Garonne, ces fleuves qu’il a vaguement étudié à l’école, c’est le
pays des libertés exquises, des allocations familiales octroyées en noir et blanc
aux pieds de la tour Effel, le pays où on peut aisément toucher deux payes
par mois en bossant seulement deux malheureuses petites fois par semaine à
la seule et unique condition de présenter un vrai faux certificat d’indigence.
Elucubrations ou vérité ? Le fil est mince. Chaque jour un peu plus la réalité
nous renvoie des images éloquentes : une cohorte d’immigrés clandestins et
réguliers francophones ou pas qui font des pieds et des mains pour rejoindre
la métropole quitte à traverser la Méditerranée à l’envers. Les clichés d’une
France à la fois belle et généreuse demeurent fortes. Et l’Italie dans tout ça
? Ils disent qu’elle leur offre peu d’opportunités malgré ses fromages et ses
vins, qu’il faut l’aimer au-delà de son pain pour y vivre. Chaque pays européen
aurait donc les immigrés qu’il mérite ?
Aosta
Culture
leTravail il lavoro
16
Culture
Il 2011 è una data significativa: 25 anni fa il gravissimo incidente della centrale nucleare sovietica
I 10 anni del Forum per i bambini di Chernobyl
Marie Rose Colliard
V
enticinque anni fa, nella notte
tra il 25 e il 26 aprile 1986, la
più grande catastrofe mondiale nella storia del nucleare segnava
in maniera definitiva le sorti di milioni di persone non solo dell’Ucraina,
ma anche della Russia e della Bielorussia, che all’epoca facevano ancora parte dell’URSS. Fu liberata una
quantità di radioattività circa cento
volte maggiore rispetto a quella delle bombe americane su Hiroshima e
Nagasaki dell’agosto 1945. Lo spostamento della nube radioattiva interessò in primo luogo le vicine regioni
della Bielorussia, che ne fu investita
in pieno. Sono difficilmente quantificabili i danni che hanno subito la
salute di tante persone e l’ambiente,
per l’esposizione alle radiazioni e le
conseguenze materiali e psichiche
che ne sono derivate. Un drammatico evento, che ha acceso molti interrogativi sulla scelta del nucleare, e
che si ripropone con forza oggi, dopo
il disastro di Fukushima in Giappone
e in concomitanza con l’anniversario
del venticinquesimo: come a dire che
Chernobyl comincia ad allontanarsi
nel tempo, ma non è definitivamente alle nostre spalle. Ancora oggi,
i livelli di contaminazione in quelle zone sono alti in molti alimenti,
come il latte e alcuni frutti. In Ucraina sono 18.000 i chilometri quadrati
di terreni agricoli contaminati, a cui
si aggiunge il 40% dei boschi, per un
totale di 35.000 chilometri quadrati.
Dal 2000, l’associazione onlus Forum
per i diritti dei bambini di Chernobyl, con sede a Terni, ma presente
in diverse regioni d’Italia e con una
rappresentanza assai attiva in Valle
d’Aosta, offre a bambini provenienti
dalle zone contaminate dalle radiazioni l’opportunità di trascorrere in
Italia uno o più periodi di vacanza
all’anno, secondo le vigenti disposizioni relative all’ospitalità dei minori stranieri. Essa cura inoltre l’invio
di aiuti umanitari e offre assistenza
sanitaria mirata a ragazzi che non
potrebbero essere adeguatamente
curati nei loro paesi di origine.
La ricorrenza dell’anniversario, per
l’associazione valdostana è anche
l’occasione per ringraziare pubblicamente tutte quelle famiglie che, da
Un po’ di rispetto per gli elettori del Pd
GIORGIO BRUScia
S
ono stufo di sentire offendere
gli elettori di sinistra, di quella
sinistra che si identifica nel Pd.
È da tempo che la sinistra radical, il
M5S, e qualche altro partitino, dalle
percentuali da prefisso telefonico,
stanno sparando alzo zero e a palle
incatenate contro il Pd. Un Pd VdA
reo, ai loro occhi, di essere uno dei
pochi partiti organizzati e riconosciuto ufficialmente dai media come
il “partito d’opposizione valdostano”. Ai polemici rappresentanti di
questi movimenti o pseudo - partiti,
dico tranquillamente e con sicurezza
che se un voto è utile o meno non
lo decide un segretario né un partito, ma chi fa la sua libera scelta in
cabina elettorale, sulla base delle
proprie valutazioni. A volte un po’
di autocritica gioverebbe alla salute.
Come non pensare a chi guadagna
milioni di euro all’anno per fare comizi e presenziare costantemente
ad ogni manifestazione, ogni ricorrenza, ogni festa di basso profilo,
ogni dibattito, ogni situazione valida
a mostrare la propria immagine sui
giornali, sulla Tv regionale? Questa
discriminante assai poco democratica e che fa la differenza, è per gli
utili idioti che fanno finta di non capire: una assoluzione dell’appartenere comunque alla “casta romana”.
Pensate veramente che questa gente
conosca i vostri problemi o che gli in-
teressino qualcosa? Sicuramente no!
Allora anziché rivolgere gli strali critici al Pd, perché non indirizzarli a
questi personaggi che rappresentano come degli dei il partito al Potere
e agire come fece Prometeo rubando
loro il fuoco (potere) per darlo agli
uomini. La politica è partecipazione,
ovvero confronto, coinvolgimento,
possibilità di fare scelte. Per garantire la democrazia partecipativa
occorrono gli strumenti che la consentano, ovvero organizzazioni, sedi,
regole, risorse finanziarie. Il M5S (e
non solo) non ha bisogno di niente
di tutto questo, ma solo del fideismo nei confronti di un leader che
può sparare le bischerate che vuole,
tanto non si pone certo l’obbiettivo
di governare questo difficile e anomalo Paese, ma di fare soldi con i
marpioni che lo ascoltano. Non sempre questi hanno il tempo di attuare
politiche che riguardino il sociale,
l’immigrazione, lo sviluppo, perché
partecipare significa anche assumersi le proprie responsabilità, ma mi
piacerebbe parlare e conoscere le
proposte dei “grillini”, dei “radical”
della nostra regione che non siano
soluzioni intrise di mere polemiche
riguardanti le misere e personali malefatte dei maneggioni locali. Hanno
coniato degli slogan, li hanno ideologizzati e vivono di quelli. Ovvero
di niente. L’antipolitica non è altro
che una politica diversa. Peggiore di
quella che viene demonizzata.
lunghi anni ormai, accolgono amorevolmente bambini e ragazzi bielorussi, per un’esperienza intensa, non
esente qualche volta da difficoltà, ma
sempre arricchente per tutti: non
solo per i piccoli ospiti, ma anche
per chi mette
con generosità
a disposizione la
sua casa, il suo
tempo e la sua
compagnia, per
far loro passare
vacanze serene e
spensierate.
Un ricordo riconoscente va poi anche
a tutte le istituzioni, agli enti pubblici, alle aziende, ai tanti privati che
con il loro contributo permettono la
realizzazione di importanti progetti
di solidarietà internazionale in Bielorussia e in altri Paesi. Per maggiori
informazioni sull’attività dell’associazione nella nostra regione, visionare
il sito www.bambinichernobylaosta.
it, dove sono illustrate le varie attività del Forum (i progetti sanitari,
quelli dei laboratori, le vacanze di
solidarietà).
buon compleanno Italia
a cura di MAURIZIO PITTI
A pochi passi dal record
Ancora qualche settimana, circa 300 km, qualche appuntamento e un po’
di sudore e la mia fatica sarà conclusa. Si avvia infatti faticosamente al
termine il tentativo di record che consiste nel percorrere per 150 giorni
consecutivi, senza alcun giorno di pausa, la distanza di 21 km. Al termine, assieme al mio compagno di viaggio Francesco, avrò percorso un
totale di oltre 3150 km, 60 mila metri di dislivello (ricordo che il percorso
ha un dislivello giornaliero di circa 400 metri), oltre 300 ore di corsa
totali, 140 km alla settimana per un periodo di 5 mesi. Numeri e cifre
che dette così possono voler dir poco ma che vi assicuro vissute in prima persona hanno voluto dire tanto sacrificio, impegno, volontà e tanta,
tanta determinazione, in altri termini uno sforzo psicofisico notevole (…
che non auguro a nessuno). Anche la fortuna è stato uno dei fattori determinanti ed è stata dalla nostra parte, perché malattie, infortuni e imprevisti sono sempre dietro l’angolo. Siamo così riusciti ad andare avanti
nonostante tutte le possibili variabili e nonostante la stanchezza fisica e le
motivazioni mentali che mano mano sono andate scemando fino ad essere ormai quasi nulle. E allora perché proseguire, perché continuare in un
qualcosa che nulla ci darà e invece tanto ci ha assorbito sia sotto l’aspetto
fisico, mentale ma anche come tempo? Ed è proprio quando siamo stati in
crisi che delle iniezioni di ossigeno sono arrivate. Mi riferisco ad esempio
al 25 aprile, quando inseriti nelle manifestazioni del 25 aprile a Issogne
e Verrès, abbiamo corso con il partigiano Brindisi, un ottantasettenne
che ci ha veramente, in poco tempo di corsa al suo fianco, insegnato ad
apprezzare le cose belle della vita anche quando si è in difficoltà come
lo eravamo noi. Insomma, attimi indimenticabili. Anche i ragazzi delle scuole, con l’entusiasmo davvero spensierato, sono stati ossigeno per
noi. Una corsa assieme, le urla lungo i tratti di strada percorsi al nostro
fianco, i loro lavori sulla storia e le stuzzicanti spiegazioni di volta in volta fornite da Mariella Herera e dalle varie insegnanti, ci hanno davvero
permesso di continuare e di alleviare il nostro calvario. E ancora: i messaggi di sostegno e incoraggiamento su Facebook, le parole di conforto
e di esortazione che continuamente arrivano al cellulare o sulla mail, i
tantissimi bravi….bravi tenete duro,
che tutti i giorni ci sentiamo dire al
nostro passaggio. Insomma un grazie di cuore a tutti perché da soli, e
sono certo di quello che dico, non ce
l’avremmo mai potuta fare. Non siamo ancora arrivati, ma sono sicuro
che tutti insieme ce la faremo.
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numero 09 2011 - PD Valle d`Aosta