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Anno 7 - n° 12 - Distribuzione Gratuita
ATTUALITA’
A
KI S
K ULTURA
INFORMAZIONE
25 Giugno 2011
SPORT & TURISMO
Marino Giuseppe
C.so Italia, 96 - ACIREALE
IL GIORNALE DEL TERRITORIO DELLE ACI
Scrissi l'ultima volta
di Terme quasi 5 anni
fa. Era il 21 Marzo del
2007 e l'assemblea
regionale siciliana,
ignara degli sconvolgimenti politici che di
lì a poco l'avrebbero
interessata, venne
chiamata a discutere
del futuro occupazionale dei dipendenti
della struttura termale
e dell'annosa questione patrimoniale.
Ricordo ancora il bailamme di quei giorni:
le assemblee dei
lavoratori, le polemiche sui giornali, la
baraonda in consiglio comunale, le posizioni delle
forze politiche cittadine. Turi Consoli, a ben vedere, mi
aveva preceduto scrivendo, già nel 2004, un articolo
severo dal titolo: "una spina nel cuore di Acireale". I
miei ricordi poi (recenti se guardiamo al tempo naturale; lontani sul crinale sfuggente del tempo psicologico!) si fissano financo al 2001 quando il consiglio
comunale, in una seduta straordinaria, discusse la
questione terme "stante", secondo le parole dell'allora
presidente del consiglio Ferlito, "che senza terme è
velleitario ad Acireale parlare di turismo". Le sedute di
questo consiglio comunale (con una "conformazione
geografica" diversa!) hanno ribadito lo stesso concetto, in buona compagnia dei tanti incontri, convegni,
tavole rotonde ecc...Con allegate dichiarazioni d'intenti, programmi vaghi e nebulosi, rivendicazioni dei
tempi che furono. In una parola: la preminenza della
nostalgia. Un sentimento terribilmente seducente.
Una boccata d'aria energica qualora la si dosi con
cura. Praticata troppo spesso: monotonia. E di nostalgia monotona ci si scotta, ci si ustiona. Rende snervati, svigoriti. E' la parabola di tanta gente, di tante
città, di tanti sentieri discendenti. Dalla fine della stagione dell'assistenzialismo puro, è un dato, i nodi di
prospettiva delle terme sono rimasti tutti irrisolti. Non
è stato elaborato un progetto di sviluppo organico
rispondente alle coordinate socio-economiche e culturali del nostro territorio. Non c'è stato un cambio di
rotta attraverso un piano che tenesse conto della
necessaria coerenza tra obiettivi, risorse, impieghi;
capace di proporre innanzitutto un cambio di formamentis. Insomma: quanto basta per far maturare, in
chiunque, la scelta di non occuparsi più degli orpelli
riguardanti un argomento ormai trito. Credo tuttavia
che, in questo ultimo scorcio di Giugno, una novità
positiva vada registrata. Si tratta della creazione, da
parte del Lions club di Acireale, di un forum permanente sulle Terme di Acireale. E' una iniziativa inedita
(almeno da quando scriviamo!). Per la prima volta,
oltre i clamori e le beghe di parte, ci si è posti l'obiettivo di creare una piattaforma "scientifica" ricognitiva e
propositiva. Il Lions di Acireale sta facendo uno sforzo
lodevole: quello di affrontare questioni politiche (nel
senso nobile che questo termine implica!), colmando
quasi un "vuoto prepolitico" che attanaglia questa
città. Ed oggi la politica, destrutturata senza i partiti,
avverte la necessità di un ritorno prepotente di qualcosa che la preceda e la orienti, ne indirizzi i percorsi
decisionali. Chiamiamoli forum, "officine delle idee",
think tank...tutto ciò che rianimi un dibattito autentico
a livello cittadino. Capace di rimotivare chi ha scelto
coattamente l'impegno privato. Di rianimare chi sta a
forza, svogliatamente, dentro la dimensione pubblica.
Soprattutto: di mettere nelle condizione Acireale di
affrontare psicologicamente, prima ancora che materialmente, le sfide di un mondo che cambia.
Il sindaco Garozzo
sfoglia la margherita...
a r i
LA RUBRICA DEL MICIO IlCA...mici,
sindaco
Nino Garozzo torna sull’argomento “impiantistica pubblicitaria” affermando: “Le azioni di
repressione dell’abusivismo
sono ascrivibili a questa
Amministrazione che, allo
stesso tempo, ha offerto lo
strumento perché ogni azienda
possa mettersi in regola con il
nuovo Piano degli impianti.
Dopo questo lavoro, è urgente
che il Consiglio approvi il Piano
così che le ditte possano, correttamente e
rapidamente, richiedere
il rilascio delle autorizzazioni”.
Eppur si
muove, direbbe qualcuno…L’auspicio, sentito
intensamente da tutte le
parti, è che si giunga
rapidamente al (ri)ordino del settore, fino ad
ora lasciato (colpevolmente) andare alla deriva. Un piccolo esempio,
ma non ci sarebbe neppure motivo di portarlo
ad …esempio, viene da
Aci S.Antonio dove
qualche testa ben pensante (ce ne sono tante
che non pensano, però)
ha inteso bene di regolamentare il settore, specie quello degli avvisi mortuari, facendo installare bacheche
(foto). La cittadina ha assunto un tono più civile, almeno
in questo, e l’amministrazione può meglio gestire gli
abusi (che ci saranno sempre) e gli introiti derivanti dal
servizio. Per oggi basta, in attesa che la materia non
venga più trattata in termini di denuncia negativa. Miao
In “zona Cesarini” l’amministrazione comunale acese batte l’amministrazione comunale del casalotto. La contesa aveva come premio la destinazione definitiva dell’ufficio “Centro per l’impiego” che
da anni, oltre dieci, aveva chiuso i
battenti ad Acireale ed aveva trovato sistemazione (provvisoria !!!)
in varie sedi, ultima quella di Aci S.Antonio.
Recentemente il primo cittadino di Aci S.Antonio, Pippo
Cutuli, aveva dichiarato, con grande disponibilità, di
potere mettere a disposizione, scusate il bisticcio di
parole, una sede confortevole, elegante, facilmente raggiungibile e fornita di un capiente posteggio per le autovetture. Apriti cielo! Si sono aperte le cateratte azionate
da Giove Pluvio con interventi in alto loco (?) e dichiarazioni di guerra santa da parte, soprattutto, del gruppo
“acitanu”. Autorità palermitane che dovevano decidere
e che firmano senza sapere quello che stanno firmando
(forse non sanno leggere? , ma è una cattiveria! ) ed
interventi per fare rientrare il provvedimento.
BUON LAVORO!
MAL D’ACI
Vice Pres. e Ass. Prov. Ciampi
Ass. Com. Giuseppe Calì (dx)
Provvedimento rientrato con una precisazione, che
lascia fuori ogni dubbio, apparentemente, con la quale
“quando il Comune di Acireale avrà reso disponibili locali in possesso dei requisiti richiesti, la medesima sede
potrà essere trasferita nello stesso”. Viste le premesse….Sono passati dieci anni, dieci anni che vergognosamente devono “gravare” sulle spalle di tutti coloro che
dovevano muovere qualche dito e che, invece, non
hanno mosso né smosso alcunché! Oltre tutto, considerato quel “potrà”, che può far salvare capre e cavoli –
poteva e doveva essere un “dovrà”- e considerando i
tempi biblici per un solo trasferimento d’ufficio (sono trascorsi tanti anni) cosa dobbiamo immaginare per
(ri)avere il Teatro Bellini funzionante dopo 59 anni dal
famoso (doloso?) incendio e sul quale, pare, sia sceso
l’oblio?
Dappertutto
Coord. Acicatena PDL A. Maesano
Premio Aci e Galatea
Piazza Duomo, 10 agosto, Acireale
Antonio Coniglio
Nastri D’Argento 2011 Taormina
Conduce Miriam Leone
Eutonia e consapevolezza corporea
‘ A FARMACISTA
Stancu, alleggiu pi la via arrancu,
p’ accattari i medicini a’ farmacia.
Arrivu, trasu, salutu,
m’arrispunni risulenti a farmacista:
“buonasera, come sta? desidera?”
Grazi, nenti mi sentu megghiu ora,
m’abbastau vidiri i so occhi
e u so surrisu.
Mi sentu comu n’angilu m’paradisu.
Scusassi ora ca sacciu a cura
nda’ farmacia m’affacciu.
Ma cridiri dutturissa, m’addunai
ca a’ megghiu medicina
è una comu a lei sempri vicina.
MIMMO SPARTA’
Farmacia Cipriani
Acireale - C.so Umberto 130
In una società fortemente globalizzata e consumistica, il corpo perde
il suo ruolo prevalente. La ricerca continua di affermazione, dell’apparire a tutti i costi, porta l’individuo a perdere il controllo del proprio
corpo e di tutte le sensazioni che da esso scaturiscono. A lungo andare il corpo stabilizza atteggiamenti scorretti che portano a squilibri del
tono muscolare. L’Eutonia è un metodo che propone la ricerca dell’equilibrio della persona nella sua totalità partendo dalla postura, dal tono, dalla presa di coscienza corporea. In effetti
l’eutonia non è una tecnica di rilassamento ma una ricerca continua di equilibrio tonico da investire nel movimento,
una ricerca della consapevolezza di sè da impegnare nella relazione con il mondo. La metodica Eutonica si basa su
esercizi che stimolano una consapevolezza sempre più profonda del corpo in situazioni di passività e di movimento.
Mediante lo studio del movimento “consapevole” la persona prende coscienza della sensibilità più fine proveniente
dal corpo che è rimasto “solo” e “isolato” dalla corsa continua e sfrenata verso il consumismo che la nostra società
industrializzata ci ha fatto “smarrirre”. Ciò è quanto si è discusso al seminario organizzato dall’Unione Nazionale
Chinesiologi ad Acireale presso il centro Altair Sport Village, con il patrocinio scientifico della Facoltà di Scienze
Motorie e Sportive dell’Università Kore di Enna e la collaborazione del centro Altair Sport Village , relatore il prof. J.
A. Freda Presidente del CdL specialistica in Scienze delle Attività Motorie e Sportive per la tutela della Salute
dell’Università Kore. Il seminario seguito da più di 30 corsisti si è concluso con l’esperienza sul campo da parte degli
stessi che hanno potuto provare le tecniche eutoniche su se stessi e scoprire le grandi potenzialità del corpo. Si sono
registrati gli interventi dei prof.ri A.Cosentino, G.Milazzo e del dott. Salvo Licciardello. A.C.
ph Fabio Consoli
CITTY GRASSO
NUOVO PRESIDENTE LIONS CLUB
2 Sabato 25 Giugno 2011
AKIS
PER UNA SCUOLA COLTA
TRE ANNI DI PRESIDENZA ALL’INSEGNA DELL’IMPEGNO E DEI RISULTATI
La ricorrenza del cinquantenario dell’avvenuta statalizzazione, nel 1961, del Liceo Scientifico “Archimede”
induce ad uno sguardo sul percorso che, negli anni, ha
compiuto il liceo scientifico attraverso l’opera svolta dai
Presidi che si sono succeduti, portata avanti da un
corpo docente attivo, da giovani alunni seri e motivati,
da un personale Ata pronto a coadiuvare l’azione educativa della scuola. In questi primi cinquant’anni, se pure
con il patrimonio dei decenni precedenti, il Liceo
Scientifico Archimede ha saputo rispondere alle urgenze culturali e formative degli alunni, con un insieme di
iniziative, di progetti, di esperienze che i diversi Capi
d’Istituto hanno saputo promuovere e sostenere e di cui
troviamo tracce nel Volume predisposto nell’occasione e
nella mostra dei documenti, delle testimonianze e delle
foto raccolti. Un continuum di attività e di passione pedagogica, che ha finito per integrarsi, arricchendosi via via
degli apporti diversi ed anche delle diverse sensibilità
che inevitabilmente sono connesse alle persone coinvolte. Così, la mia presidenza, che comprende gli anni
scolastici 2008-2011, ha
preso in consegna i risultati
conseguiti dal liceo fino a
quel momento, per una
nuova scommessa all’insegna della condivisione e
della qualità nell’insegnamento. Da qui la scelta di
lavorare “in squadra” sia a
livello di staff di collaboratori, sia a livello di funzioni
strumentali, sia nei dipartimenti, sia a livello di docenti coinvolti nei vari incarichi
organizzativi e culturali. La
complessità del sistema
scuola
non
consente
gestioni verticistiche, pena
l’inefficacia
dell’azione
p e d a g o g i c a .
Fondamentale, poi, la
volontà di volere e di condividere un progetto di scuola,
che trovasse preliminarmente nella predisposizione di
Linee-Guida , fondanti il Piano dell’Offerta Formativa, le
direttive strategiche della mission del liceo scientifico
Archimede, capaci di orientare le scelte progettuali, i
percorsi formativi e le conoscenze/competenze dei vari
indirizzi di studi. Così all’inizio dell’anno scolastico
2008/09, malgrado l’assillo di affrontare e di portare a
soluzione angustianti problemi logistici ( l’urgenza di
reperire ben sette aule che furono trovate, non senza
difficoltà, presso l’Istituto San Luigi e di fare “ decollare ”
e sostenere la Sede associata di Aci Bonaccorsi ), l’aspetto credo più caratterizzante fu la discussione, sollecitata all’interno di più Collegi dei docenti, di quella che
doveva essere la mission del Liceo per il triennio 20082011. Una discussione paziente di confronto e di analisi critica delle esperienze vissute all’interno dell’Istituto
e delle urgenze educative e culturali richieste dai giovani e dalle famiglie, che portò all’assunzione unanime di
un documento programmatico, avente carattere triennale al fine di realizzare in progress gli obiettivi culturali e
formativi strategici prefissati. Un progetto di scuola, dunque, dove prioritarie venivano ad essere:
1) la garanzia e l’arricchimento dei saperi specifici delle
discipline caratterizzanti gli indirizzi di studi;
2) la centralità dell’alunno, visto nella complessità dei
suoi bisogni emotivi, relazionali, affettivi e conoscitivi;
3) la centralità della professione docente, nella convinzione che solo docenti colti possono motivare, formare
ed istruire i giovani loro affidati, accompagnandoli nella
delicata fase dello loro crescita umana e culturale;
4) la pratica dell’innovazione metodologica e didattica
come habitus professionale dell’azione dei docenti, fondata sul l’aggiornamento e l’autoaggiornamento dei
docenti, sul monitoraggio dell’azione culturale, sulla
ricerca e sulla applicazione di criteri coerenti ed equanimi di valutazione degli alunni. All’interno di queste linee
strategiche e dei criteri di priorità conseguenti sono stati
elaborati ed attuati, in ogni anno scolastico, i diversi progetti culturali e le diverse iniziative a forte valenza formativa, di cui si trovano esplicazione e riscontri nei singoli Pof. In particolare, forte è stata la scelta di potenziare ed arricchire il settore delle discipline scientifiche (
matematica, fisica, chimica, scienze, arte ), attraverso il
coinvolgimento e la partecipazione degli alunni alle
Olimpiadi di settore, alle gare nazionali delle discipline,
con risultati eccellenti conseguiti dagli alunni in ambito
regionale e nazionale; come pure non secondario è
stato l’impegno dei docenti di lingue di elevare il livello di
competenze nel campo linguistico attraverso le qualificanti certificazioni di secondo livello. Sul versante dell’area storico-umanistica significativo è stato il lavoro compiuto dal Dipartimento di Lettere e dal Dipartimento di
storia e filosofia. Il primo, impegnato ad enucleare,
discutere e condividere i saperi essenziali delle discipline letterarie, ad individuare le metodologie più efficaci, a
predisporre criteri di valutazione e di correzione degli
elaborati. Anche qui si è voluto che venissero eliminati o
ridotti al minimo i residui fattori di “soggettività” nella
valutazione degli alunni, rendendo obbligatorio per il
lavoro didattico non solo l’esplicitazione in fase programmatica dei criteri di correzione e di valutazione, ma
anche la sua effettiva applicazione per ogni prova scolastica. Il secondo, il dipartimento di storia e di filosofia,
si è distinto nel portare avanti iniziative culturali di grande valore scientifico e di forte valenza formativa. Dal
giorno della Memoria e da quello del Ricordo, che hanno
trovato una straordinaria partecipazione attiva delle
classi, attraverso il preventivo studio di fonti, di testimonianze, di letture critiche, di interventi specialistici, al
Protocollo di intesa sottoscritto tra il Liceo Archimede e
l’Associazione Etnea degli Studi storico-filosofici, alla
serie di interventi specialistici sulla eredità del
Risorgimento, con particolare attenzione alle “macchie”
prodotte nei confronti del Sud, alla ricorrenza dello sbarco dei Mille e del 150° dell’Unità d’Italia. Ricorrenze ed
opportunità storico-culturali, alle quali gli studenti del
Liceo Archimede, opportunamente guidati dai docenti,
hanno attivamente partecipato attraverso iniziative
promosse e sostenute dalla
presidenza: dalla partecipazione a spese del liceo di un
gruppo di nuovi “ garibaldini
” nel viaggio – studio a ritroso da Marsala a Quarto, al
viaggio
premio
ad
Auschwitz, promosso dalla
Provincia
regionale
di
Catania, per dieci studenti
del triennio a seguito del
migliore
elaborato
sul
Giorno della Memoria, alla
predisposizione e alla consegna di una Targa in pietra
lavica, con la scritta Il Valore
della memoria, al Sindaco e
al Presidente della Provincia
di Oswiecim, il territorio
dove si trova il campo di Auschwitz , come segno, a
futura memoria, della solidale partecipazione del liceo
Archimede al costruendo tumulo della memoria. Una
esperienza morale e culturale che la presidenza vorrebbe fosse assicurata, negli anni, a tutti gli studenti del
liceo, per mezzo di un gemellaggio tra il nostro istituto
e quello di Oswiecim. Ma, se questi sono alcuni dei fatti
più salienti e di forte impatto emotivo e culturale, è da
dire che la vita del liceo scientifico e linguistico
Archimede si esprime attraverso una intensa e ricca attività di iniziative e di opportunità culturali per gli studenti,
di cui non è facile in questo intervento dare conto.
Un dato, tuttavia, è certo: la volontà di concorrere,
attraverso l’opera educativa e culturale della scuola, alla
formazione integrale delle “persone” degli studenti, è
stata alla base delle diverse opportunità offerte: dalla
musica, al teatro, ai laboratori di scrittura, di giornalismo,
di poesia, ai concorsi interni, agli incontri con personalità del mondo della cultura e delle istituzioni ( Cirotto,
Antiseri, Barcellona, Giordano ), alla produzione di
saggi. Una scuola attiva, laboriosa, motivante per tutti,
che ha reso “leggera”, nella sua non sempre facile
gestione, la mia esperienza di preside di questo prestigioso liceo. Soprattutto in una stagione tormentata della
scuola italiana, nella quale si sono dovuti governare
delicati cambiamenti di ordine normativo ed ordinamentale ( si pensi alla discussa Riforma dei licei, alla condivisione dei criteri per l’attribuzione del voto di condotta,
alla questione degli organici e delle cattedre, alle norme
disciplinari e così via ).
Appena tre anni di presidenza, ma tre anni vissuti intensamente, alla ricerca di collaborazione condivisa, di
ostinata ricerca di dialogo e di confronto con i colleghi
docenti, di attenzione e di apertura alle esigenze dei giovani e delle famiglie, di radicata convinzione che la
cosiddetta crisi della società e della scuola può trovare
soluzione prioritariamente nella pratica della cultura e
nella tensione morale e pedagogica dei docenti.
Nel fatto educativo e culturale non credo possano trovare spazio pigrizia, demotivazione, ostilità, scetticismo.
Vedere e considerare i giovani alunni come “l’utopia del
futuro”, credere nella loro capacità di cogliere e custodire il patrimonio ideale e culturale dei Principi della nostra
Costituzione ( si veda l’opuscolo pensato per loro …..
dodici articoli per crescere insieme….. ), accrescere il
senso di appartenenza al liceo Archimede, cercare di
istituire all’interno dell’insieme scuola rapporti “affettivi”
capaci di abbattere il muro di diffidenza e di chiusura,
coniugare il rispetto delle norme con la disponibilità e la
sensibilità umana, credo siano stati questi i criteri di
fondo dell’operato della mia presidenza, ampiamente
condiviso e sostenuto da tutto il Personale scolastico e
da tutti gli Studenti, che ringrazio di cuore, nell’imminenza anche della conclusione del mio incarico per raggiunti limiti di anzianità.
Lorenzo Marotta
Preside LiceoScientifico-Linguistico Archimede
Aci S. Antonio
via Spirito Santo, 82
Richiedi l’amicizia su facebook
Tel. 095 6784585 - 373 7105353
La statalizzazione del Liceo scientifico Archimede di Acireale e la Dott.ssa M. Impalà Preludio - Pendeva
dalla parete dello studio
paterno un grande
foglio ovale con al centro una succesione di
segni grafici in parte
coperti da un timbro e
ornato ai margini con
una frangia bucherellata. La fantasticheria
infantile vedendolo dal
basso ne fece una vera
carta da torta o da cassata gigante. Mi spiegarono in
seguito che invece era il certificato degli studi fisici e
matematici che uno zio buonanima aveva effettuato nel
collegio di Acireale al tempo dei Borboni dopo la riforma
dell’insegnamento introdotta dall’invasore francese a
Napoli. Non pensai mai che un giorno avrei potuto usufruire dello stesso indirizzo di studi a carattere scientifico,
trasformato in liceo scientifico nel 1923 dalla riforma
Gentile. Invece ci capitai anch’io e non me ne sono mai
rammaricato, come sembra non se ne fosse mai rammaricato quel lontano prozio. Atto primo - Un giorno del
1959, forse verso l’inizio dell’anno, il bidello aprì alle otto
e mezzo come d’abitudine la porticciola interna per invogliare ad entrare ed indicare l’avvio delle lezioni. Iniziò lo
sciamare degli studenti e il vociare e le spinte diminuirono lungo il tragitto per sparire con il salire delle scale che
ci conducevano alle aule del piano rialzato. Ciascuno
prese il suo posto sui banchi e non trovando sulla porta
d’ingresso l’insegnante della prima ora, solitamente di
lettere, aspettammo un poco prima di rallegrarci per la
sua assenza; se per caso si fosse assentato avremmo
saltato con gioia interrogazioni e lezione. Per contro si
udiva un leggero vociare proveniente dalla vicina stanza
della presidenza e sporgendoci sulla balconata intravedemmo alcuni professori discutere tra loro. Un fatto inusitato che indicava come se qualcosa fosse già accaduta o dovesse accadere. Tutte le più disparate opinioni
espresse durante la nostra discussione per interpretare il
fatto, furono coperte dall’insorgere del vocione di Turi
D’Agostino: i prufissuri nun sunu paati! All’istante purtroppo entrò l’insegnate, in fretta aprì il registro e nel
silenzio più profondo cominciò l’appello Aita, Coco,
Consoli, Cordaro, D’Agostino, Fontanazza e così via.
Quindi non era accaduto nulla, malgrado che Turi
D’Agostino fosse sempre il meglio informato, conoscesse ciò che si svolgeva nell’ambito scolastico e a volte
anche extrascolastico e politico. Si profilavano le sue
future attività, quelle che lo avrebbero portato dall’industria allo sport e alla politica. Già gravemente ammalato
ammise che ogni giorno a piedi veniva a scuola e a piedi
tornava ad Acicatena , spesso indossando delle scarpe
con la suola bucata.
Atto secondo con intervallo - Dovemmo aspettare la
professoressa Milazzotto di filosofia per saperne qualcosa. Con lei la filosofia non fu soltanto una serie barbosa
di nozioni, diventò pure la possibilità di discutere, di parlare; ascoltava le nostre opinioni trattandoci quasi da
adulti e ciò piaceva a tutti, sia a coloro che amavano
ragionare e sia a coloro che amavano tirare a lungo i
dibattiti per non essere interrogati! Una disponibiltà che
le valse delle ignobili e false accuse che le fecero tanto
male e che colpirono alcuni di noi. Quella volta fu lei ad
introdurre l’argomento dicendoci che riteneva opportuno
e necessario che noi conoscessimo le difficoltà in cui si
trovava il nostro Liceo. I professori erano dei lavoratori e
privarli della regolare retribuzione mensile come faceva il
Comune di Acireale da cui dipendevano era insostenibile per loro e per le loro famiglie, pur riconoscendo il grave
peso finanziario che il Comune si addossava per il mantenimento del Liceo. Non fu necessario un esame
approfondito della situazione, essa era chiara; così si
lasciò completamente la filosofia “spicciola” e si passò
alla “grande” filosofia delle idee.
Atto terzo - Il mattino di qualche dì seguente si annunziava una bella giornata, tranquilla, come le altre che si
erano succedute da tanti anni tra le mure del vecchio edificio comunale. Niente era cambiato, tranne la costruzione recente di due aule nel cortile per fronteggiare la
carenza di posti dinanzi ad un numero di studenti che
aumentava e minacciava d’aumentare rapidamente nei
prossimi anni. I gabinetti, i licet borbonici, erano antigenici. La giornata scolastica stava per finire e si attendeva
il suono della campana da parte di don Vincenzo per
andare a casa, dopo cinque ore di lezioni. All’improvviso
vedemmo il preside Manzoni (foto in alto) aprire la porta
con la sua delicatezza a tutti ben nota e restando a mettà
sulla porta diede uno sguardo agli alunni. Pensammo
che venisse per sgridarci colletivamente, ma tutto si svolse a forte velocità; vedo i suoi occhi, il suo sguardo e il
suo proverbiale cappello di paglia bianca a falde rialzate
puntarsi contro di me e m’apostrofò nella lingua non ufficiale ma ufficializzata: Murrabbutu veni cca! Apriti cielo!
Cosa avevo fatto, di quale misfatto mi hanno accusato?
Non mi sembrava d’aver compiuto alcunchè di sospetto
e non avevo scampo, lo dovevo seguire. Mi alzai, mi
lasciarono passare e i compagni mi guardarono tutti da
farmi diventare rosso ciliegia mentre uscivo per seguire
quella figura non imponente ma ritenuta feroce, prendeva a schiaffi molto sonori gli studenti mentre gli insegnanti si predevano delle belle ramanzine e grandi lavate di capo. Arrivati nella presidenza si sedette al suo
posto e con tanta calma e vera gentilezza disse nella
stessa lingua che risuona ancora nelle mie orecchie
come se fosse stato ieri: aa purtari sta littra a to zia l’onorevole Minerva Impalà, e nun lla perdiri ca dumani nun
ti prisintari nchiù a sta scola! Mi sembra che abbia
aggiunto ie pu nostru liciu o qualcosa di simile. Presi la
grande busta che mi porse e lo rassicurai che non l’avrei
mai perduta ma l’avrei consegnata adesso prima d’andare a casa e scappai via per raggiungere il mio banco. I
compagni videro la lettera, era tanto grande, quanto un
doppio foglio protocollo, e credo tuttora che capirono
istantaneamente che non si trattava di punizioni. Era
tanta la mia paura causata dalla minaccia e la fierezza
d’essere utile che non dissi a nessuno che cosa fosse,
forse neanche a Pippo Rossi con cui avevo un rapporto
d’amicizia e uno scambio d’intenti. Atto quarto in fuori
scena
Filai subito ad eseguire l’ordine, il quale d’altronde era
stato annunciato ed atteso con impazienza perchè doveva essere portato l’indomani a Roma. E poi, veramente,
non ne sapevo molto; soltanto in occasione di questa
busta seppi che il Consiglio comunale aveva deliberato
di iniziare le pratiche presso il Ministero della pubblica
istruzione al fine di rendere statale il Liceo scientifico a
causa dell’enorme sforzo finanziario che esso richiedeva
allla comunità locale. Non era suo compito d’assumersi
questo onere, soprattutto nel momento in cui il ministro
della pubblica istruzione, prof. Giuseppe Medici, dietro la
spinta anche della senatrice Maria Badaloni,
Sottosegretario di Stato alla P.I., aveva lanciato la campagna a favore dello sviluppo della “scuola per tutti”.
La dott.ssa Minerva Impalà fu Ispettrice scolastica, visse
nella scuola e dentro la struttura scolastica si impegnò
molto a migliorare l’insegnamento e la formazione dell’insegnante. Passò in politica non per ambizione, solo
con la finalità di rendere un servizio verso la comunità in
nome del cristianesimo che l’animava e che lo domandava. Aveva partecipato al primo Consiglio comunale del
dopoguerra ad Acireale e ne fu la prima donna ad esservi eletta, ed in seguito rieletta. Per questo ultimo motivo
mantenne eccellenti contatti con l’avvocato Gregorio
Romeo, sindaco di Acireale dal 1953. Nel periodo della
nostra azione era stata inoltre eletta all’Assemblea regionale siciliana. Non fu in funzione di questa ultima carica
che le fu affidato dal sindaco Romeo e dal preside
Manzoni, cappiddrazzu, l’incarico di occuparsi della questione della statalizzazione del Liceo scientifico. Sin dai
suoi primi anni d’insegnamento aveva stabilito ottimi rapporti con la collega Maria Badaloni, rafforzati e divenuti
d’amicizia e di stima dalla militanza comune
nell’Associazione Italiana dei Maestri Cattolici. Inoltre si
erano trovate d’accordo nel programma, forse ancora
oggi d’attualità, “per ricostruire la scuola bisogna ricostruire l’Italia.” L’intervento della Badaloni fu essenziale
alla
statalizzazione
del
Liceo.
Epilogo
Mediante un impegno zelante e a varie riprese, la
Dott.ssa Minerva Impalà si occupò a Roma della pratica
del Liceo Archimede presso il ministero e presso la
Badaloni, e in contatto con il sindaco e il preside. Oltre un
anno trascorse fra pratiche, nuovi chiarimenti e crisi ministeriali del primo e del secondo governo guidato da
Antonio Segni. La situazione politica si complicò pure ad
Acireale all’arrivo d’una nuova ondata di uomini forse più
politicanti che politici, i quali crearono un profondo turbamento nella troppo quieta vita politica acese. Il giorno del
passaggio del Liceo allo Stato si trovò soltanto l’assessore alla cultura, prof. Nino Leotta, a rappresentare quella comunità locale che per un lungo periodo di tempo si
era occupata dell’istruzione tecnica e matematica degli
acesi. Il preside Manzoni, cappiddrazzu o patedda, perse
l’incarico e come pensionato fece una riconversione
distribuendo santini invece di lanciare invettive anticristiane come soleva fare qualche volta durante le rare
lezioni agli studenti. L’avvocato Gregorio Romeo fu travolto dall’ondata del cosiddetto rinnovo democristiano e
se ne stette tranquillo senza più poter pronunciare al
telefono alla moglie Pippinedda càlici a pasta, le tre fatidiche parole che segnavano verso le ore tredici la fine
implacabile dei lavori della giunta e del consiglio comunale. La dott.ssa Impalà fu anch’essa travolta dalla stessa ondata e si ritirò definitivamente dalla politica, riservando le sue energie alla scuola. Da recente, il suo attaccamento alla città é stato riconosciuto dalle autorità
comunali con l’intitolazione d’una via cittadina a suo
nome. La statalizzazione fu in un certo qual modo un
dramma, anche per qualche insegnante pecario non rititolarizzato, tuttattavia bisogna ammetterlo, permise la
rinascita del moribondo liceo scientifico Archimede di
Acireale. Ebbe un prezzo abbastanza elevato che non
pagò soltanto il Comune o lo Stato.
Per concludere In ossequio al passato, se il preside
Prof. Lorenzo Marotta accetta di esporre e di inventariare il quadro con il diploma ricordato all’inizio, il sottoscritto, ex alunno innanzittutto e in ricordo di questo altro exalunno potenziale, scusandosi per l’assenza alla cerimonia del 31 maggio 2011, assenza giustificata dall’avvenuta conoscenza soltanto due giorni prima, ne farrebbe
dono con piacere al Liceo scientifico Archimede allorquando l’occasione se ne presenterà.
Vittorio Morabito
AKIS
Sabato 25 Giugno 2011
L’Elogio della follia ha cinquecento anni, ma non li dimostra
Sono trascorsi dunque cinquecento anni da quando
L’elogio della follia di Erasmo
da Rotterdam veniva per la
pubblicato.
volta
prima
Un’operetta, scritta per celia e
per sfogo e per colmare un
tempo forzatamente inoperoso della sua vita. Erasmo non
pensava che avrebbe avuto
tanta fortuna presso i contemporanei, e che ancora
maggiore sarebbe stata quella presso i posteri. Il libro fu
messo all’indice, nel clima acceso della Controriforma,
soprattutto perché si credeva che esso aveva preparato
la miccia che poi Martin Lutero, da lì a qualche anno,
avrebbe acceso contro la chiesa di Roma. Ma tra censure e polemiche il libro ebbe gran fortuna, e Jean
Holbein il giovane, pittore fra i più celebrati di allora, si
dilettava, leggendolo, a commentarne il contenuto disegnando delle feroci e divertenti vignette a margine del
testo. Ed Erasmo rideva, ammirato. Erasmo visse in uno
dei periodi più inquieti della storia umana: e non solo per
colpa di Lutero. Giulio II della Rovere, che lo zio, Sisto
V aveva eletto cardinale quando non aveva ancora compiuto trent’anni, e non abbiamo motivo di credere che da
giovane fosse un paradigma di santità, esercitava con
più ardore il mestiere di generale delle sue truppe in
armi che quello di papa al quale stesse a cuore la pace
universale. Le tasse più esose gravavano sui poveri
sudditi del Papa. Erasmo era venuto in Italia ed aveva
visto con i suoi occhi lo stato della povera gente e le follie dei Papi. La Follia, dunque, sta nell’uomo; è nell’uomo, con tutto il codazzo dei suoi seguaci, con in testa
l’amor proprio, senza il quale non esiste l’arte. La lingua
che egli usa, un latino splendido per la capacità di piegarsi ad esprimere tutte le finezze del suo intelletto,
denota la grande frequentazione che egli ebbe con le
lingue classiche. E questo è un paradosso: perché quel-
la lingua che i maestri di latino pretendono, soprattutto
oggi, di insegnare in modo rigido e rigoroso, ci appare
in Erasmo in tutta la sua straordinaria flessibilità che sa
modellarsi e trasformarsi in uno strumento modernissimo e insostituibile. Scritto in un’altra lingua l’Elogio non
sarebbe stato quel capolavoro che esso è. Forma e contenuto sono un gioco. Ma un gioco serio: e questo è il
secondo paradosso. La follia, infatti, è sapienza. E la
sapienza è quella delle utopie, come ben sapeva
Tommaso Moro, buon amico di Erasmo. E se questo è il
terzo paradosso, il quarto è ancora più eclatante. Il
Cristianesimo, quello vero, è follia. La follia di Paolo, l’apostolo delle genti ed, ancora di più, la follia di Cristo
sulla croce. Senza follia, la fede perde la sua forza, che
è la forza dello scandalo, e diventa pietismo, come quello di chi si accontenta di mettere le mani sull’altare, e lì
finisce tutto. Cristo ed i cristiani, quelli veri, sono follia
perché sono la verità, perché ricercano la verità. La
verità al di là delle maschere. Erasmo viaggiò a lungo
per l’Europa. Parigi, Londra, Bruxelles, Lovanio, Torino,
Venezia, Roma, Napoli. Ma visse a lungo e morì a
Basilea, nella cui cattedrale si trova la sua tomba. Mi è
venuta una gran voglia di visitare Basilea. La considero
città di grande cultura, allora, e forse ancora oggi. Una
cultura essenziale, fine, inquieta. Diversa da quella della
curia romana, ormai fiacca e untuosa. Lì credo che ci sia
ancora il cuore della sua, e della nostra, Europa. Un
fiammingo ai piedi delle Alpi, dove nasce il Reno, con
l’intento di attraversarla quest’Europa, in luoghi dove
prima erano passati i nostri avi Romani, per conquistarla e lasciarvi una traccia indelebile della loro presenza.
Lì Erasmo aveva portato con sé l’intelletto di Lorenzo
Valla, umanista geniale e antibarbarus, e l’ironia di un
suo conterraneo, Hieronjmus Bosch, pittore straordinario e misterioso per il suo simbolismo carico di messaggi escatologici. Mi è venuta una gran voglia di Europa,
che purtroppo oggi non c’è.
Alfonso Sciacca
Lectio magistralis del prof. Vecchio sul Risorgimento e il periodo post-unitario nell’area etnea
“Vicende del Risorgimento e dell’unità d’Italia nell’area
etnea” è il titolo della lezione magistrale che il prof. Giovanni
Vecchio, storico, giornalista e scrittore, ha sapientemente
tenuto sabato 21 Maggio 2011 presso i locali di Villa
Immacolata di Tremestieri Etneo, grazie alla organizzazione
della associazione culturale “Amigdala” ed al cortese e
costruttivo interessamento del sindaco dott. Nino Basile e
del presidente del consiglio comunale dello stesso comune,
dott. Santi Rando. Ricordando il 150° anniversario della
Unità d’Italia, il prof. Vecchio, anche con l’ausilio di documenti, immagini, filmati e canti popolari, ha ripercorso le
vicende dal 1848 al 1870 e oltre, addentrandosi con ricercata maestria in rievocazioni storiche anche non conosciute, perché non riportate dai libri o affrontate solo superficialmente ma che ci riguardano da vicino perché collegano la
grande storia con la microstoria con particolare attenzione al
territorio etneo. Si comincia con gli avvenimenti del 1848 –
49, ovvero la rivolta antiborbonica in Sicilia, scoppiata a
Palermo il 12 Gennaio 1848 e diffusasi in tutta l’isola, comprese Catania e Acireale e il suo distretto. Tale collaborazione tra le due città, eterne rivali, si tradusse nell’omaggio dei
catanesi agli acesi della bandiera tricolore e della spada nel
corso di una cerimonia ufficiale nella sede del Senato della
città di Aci e Galatea, durante la quale fu letto un componimento poetico esaltante la ritrovata intesa nella rivoluzione.
In quella circostanza si raccolsero fondi per sostenere il
governo costituzionale e si invitarono i cittadini a sostenere
“con animo fermo e risoluto la fede generosamente accesa
dalla siciliana libertà”. Con precisione chirurgica e sicurezza
di conoscenza, il prof. Vecchio riesce a circostanziare nomi,
luoghi, date ed eventi, trasmettendo al pubblico presente
numeroso, non soltanto l’interesse per quanto narrato, ma
anche la curiosità dei confronti e la passione per le novità.
Così l’illustre relatore volteggia per i luoghi etnei senza soluzione di continuità, conoscitore raffinato degli eventi tracciati. Anche nell’area del comune di Zafferana si formò, nel
1848, un comitato rivoluzionario e fu istituita la Guardia
Nazionale. Partecipe dei fatti storici, sottolinea il prof.
Vecchio, la borghesia giarrese plaudì alla rivoluzione del
1848 e il 27 gennaio innalzò anch’essa il tricolore. Quando
il 13 aprile il parlamento siciliano dichiarò decaduta la dinastia borbonica, rifiutando la costituzione unitaria che il parlamento di Napoli voleva imporgli, si insediò il Comitato di
Interna sicurezza. Ma quando il generale borbonico Carlo
Filangieri il 2 aprile 1849 sbarcò a Riposto con un esercito
di 18.000 uomini, due giorni dopo, acclamato dalla folla nel
percorso da Giarre ed Acireale, giunse in quest’ultima città
dove, nonostante gli appelli dei rivoluzionari a fare le barricate “i fedeli borbonici di Aci si fecero incontro al Filangieri
protestando la loro fede e quella della città, al Monarca”.
Chiara la contrapposizione di caratteri e comportamenti che
il prof. Vecchio sa rendere scorrevole e comprensibile con
linguaggio semplice e delicatamente narrativo, senza
comunque disdegnare ammiccamenti verbali a fatti particolarmente salienti e dimostrativi, come quando ricorda il fatto
che nel corso del 1849 il governo borbonico riprese progressivamente in mano la situazione politico-amministrativa
dei comuni in tutta l’isola e, conseguentemente, furono
sciolti d’autorità tutti i comitati rivoluzionari dando inizio ad
un periodo di repressione con diverse condanne e l’esilio
per diversi patrioti. Come dire, tanto rumore per nulla. I precedenti amministratori ripresero il loro posto e l’ordine borbonico ritornò ovunque. La popolazione contadina e le classi più umili in genere, che speravano in un miglioramento
della loro condizione, erano in gran parte però fedeli al re
borbone, il quale assicurava altresì l’intesa tra potere politico e la chiesa cattolica, che aveva portato, tra l’altro, il 27
Giugno 1844, all’istituzione della Diocesi di Acireale.
In un continuum di intrecci storici ed avvenimenti politici
contrapposti, continua il prof. Vecchio, si arriva al periodo
per noi più importante per quanto riguarda gli sviluppi sociali che avrebbero caratterizzato i tempi successivi: l’11
Maggio 1860 Garibaldi con i suoi “Mille” era sbarcato a
Marsala (aiutato dalla presenza di due navi inglesi) e si
accingeva a liberare ( o a conquistare per un’altra monarchia) l’isola. A Catania le truppe borboniche si ritirarono fra
il giorno e la notte del 3 giugno, dopo stragi, incendi e saccheggi. Il relatore, a tal proposito, ha ricordato la figura di
Beppa ‘a cannunera, una popolana catanese che il 31 maggio 1860 riuscì a impossessarsi di un cannone borbonico
lasciato incustodito e riuscì a disperdere le truppe borboniche. Il plebiscito segnò il passaggio della dinastia dei
Borboni a quella dei Savoia Bisognava esprimersi pubblicamente con un Si o con un NO sul seguente quesito: “ Il
popolo siciliano vuole l’Italia una e indivisibile, con Vittorio
Emanuele Re Costituzionale e i suoi legittimi discendenti”. Il
15 ottobre furono costituite le varie commissioni elettorali e
il 21 ottobre 1860 si svolse il plebiscito: ad Acireale, su 5782
votanti, i voti favorevoli furono 5743; a Zafferana 643 furono
i Sì a fronte di 660 votanti. In tutta l’isola i Sì all’annessione
furono 432.053 contro appena 667 No. E chiarisce che il
plebiscito si svolgeva pubblicamente con due urne con il Sì
e il No poste in luogo pubblico; nulla a che vedere con il
referendum previsto dalla Costituzione Italiana del 1° gen-
naio
1948.
Acuto ed attento ai particolari,
destando sempre più viva
l’attenzione dei
presenti, il prof.
Vecchio continua la sua analisi con precisi
riferimenti:
costituito ufficialmente
il
Regno d’Italia il
17 marzo 1861
e scelto l’accentramento rispetto alle varie proposte di
decentramento regionale,dopo un periodo iniziale di quasi
inerzia, dovuto più che altro alle notevoli difficoltà incontrate
dai nuovi funzionari piemontesi nel rapportarsi dialetticamente con gli elementi locali, subentrò un periodo alquanto
difficile in cui le autorità centrali si trovarono alle prese con
gravi problemi tra cui un deficit statale pauroso, per cui
temettero per l’esistenza stessa del regno da poco costituito, ed iniziarono a rastrellare fondi ovunque e con tutti i
mezzi possibili. Da ciò, ecco le leggi pesanti e parziali sullo
scorporo delle proprietà ecclesiastiche del 1866-67, con
risultati devastanti nel tessuto sociale meridionale in genere,
compromettendo ulteriormente la già difficile precarietà di
tante famiglie che vivevano all’ombra delle case religiose,
impoverendosi ancora di più. L’imposta erariale dei terreni
aumentò del sessanta per cento, quella del registro dell’ottanta per cento. Il meridionalista Giustino Fortunato calcolò
che la Sicilia, mentre nel 1858 pagava ai Borboni in tutto lire
40.781.750 di tasse, nel 1898 arrivò a 187.854.490 ed era
stato distrutto il sistema fiscale precedente, sostanzialmente leggero. Crollarono anche le industrie meridionali, in precedenza sostenute dal governo borbonico, che non ressero
alla concorrenza e ai protezionismi post-unitari, salvo il caso
dei Florio. Altra tassa odiosa e gravante generalmente sui
ceti più poveri, fu quella sul macinato, che era stata eliminata da Garibaldi e fu introdotta nel 1869 dal ministro delle
Finanze Quintino Sella, preoccupato di raggiungere il pareggio di bilancio. Non secondario il fatto che molti fondi raccolti
o rastrellati con tasse o in altro modo, furono dirottati in massima parte per il finanziamento delle prime strutture industriali di diverse regioni del nord: tutto ciò fu possibile anche
per la incapacità di reagire da parte di molti uomini politici
siciliani o meridionali in genere che non seppero lottare al
fine di riportare al sud almeno una parte dei fondi raccolti,
lasciando gemente non solo l’economia agricola, ma anche
quella industriale, che per altro già esisteva ( pensiamo
all’industria dello zolfo, del vino e dell’olio). Inoltre la moneta sonante borbonica venne sostituita con la cartamoneta,
da molti assimilata alla carta straccia con proteste popolari.
Ulteriore tegola sulle difficili condizioni politico-amministrative fu la coscrizione obbligatoria del servizio militare, imposto per la durata di ben otto anni (poi ridotti a quattro), che
allontanò dai campi le giovani braccia, lasciando desolate
famiglie intere. Molti si diedero alla macchia e furono braccati come briganti e in migliaia fucilati per renitenza alla leva
e brigantaggio. Altre importanti problematiche dell’epoca
riguardano la promiscuità delle terre, di cui Giuseppe
Garibaldi con il Decreto dittatoriale del 2 giugno 1860 aveva
disposto la censuazione, che suscitò resistenze ed enormi
disparità di assegnazione e gestione, tenuto conto che le
amministrazioni locali che avrebbero dovuto provvedere
erano in mano dei signori che avevano in buona parte assimilato a loro proprietà le terre demaniali; non si provvide alla
quotizzazione dovuta e ciò scatenò dimostrazioni e scontri
in tanti centri, fra cui Maletto, Randazzo e Castiglione. A
Biancavilla e Bronte si arrivò ad uccidere i proprietari-amministratori che si opponevano con cavilli alla divisione delle
terre demaniali. Riferito della repressione dei moti di Bronte
da parte del vice di Garibaldi Nino Bixio con la fucilazione
dell’avv. Lombardo e di alcuni popolani, il relatore ha fatto
cenno ai molti arrestati di tutta l’area etnea, rinchiusi nel carcere distrettuale di Acireale e condannati a lunghe pene
detentive dal Tribunale acese. Tra fine luglio e i primi giorni
di agosto, infatti, ci furono le rivendicazioni con manifestazioni pubbliche a Randazzo e in molte altre località, nonostante le fucilazioni che aveva ordinato Nino Bixio a Bronte
qualche giorno prima. Così, in sintesi, la storia riguardante i
paesi etnei negli anni intorno al 1860; così la conoscenza
del prof. Vecchio dei particolari esposti, fino a creare, quasi,
l’atmosfera sanguigna e articolata del periodo narrato.
Alcune curiosità finali: nel 1861, anno della proclamazione
del Regno d’Italia, Catania contava 68810 abitanti,
Tremestieri ne contava 1176, Viagrande 2933, Bronte
12092, Paternò 15308, Acireale 35447. Naturalmente la storia riserva molti altri particolari che, solo ad accennarli, non
basterebbe tutto un volume; la sagacia e la competenza del
prof. Vecchio ha saputo, comunque, concentrarli in un riuscito ed apprezzato tentativo di riproposizione sinottica.
Salvatore Di Dio
Incontro a Linguaglossa
sulla dignità del lavoro umano
Nei locali della parrocchia SS. Antonio e Vito di
Linguaglossa ha avuto luogo un incontro dell’Azione
Cattolica della Diocesi di Acireale per riflettere sul ruolo
di cittadini credenti nel mondo del lavoro e per fare
insieme degli “esercizi di laicità”. L’invito dei vice presidenti del settore adulti Anna Maria Cutuli e Sebastiano
Cavallaro è stato accolto da un gran numero di soci
adulti, giovani adulti, gruppi di coppie e del MLAC
(Movimento Laureati di Azione Cattolica). I lavori hanno
avuto inizio con una relazione introduttiva del preside
Giovanni Vecchio sul tema “Il lavoro al servizio della
dignità dell’uomo”, a cui hanno fatto seguito alcuni
interventi quale testimonianza di impegno di credenti
cristiani in diversi settori lavorativi (dalla scuola all’università, al sindacato …). Il relatore ha preso spunto dal
testo della catechesi degli adulti nel quale il tema viene
introdotto dal richiamo all’enciclica di Benedetto XVI
Caritas in veritate, nella quale il papa afferma che il
modo migliore di testimoniare la carità divina è quello di
operare per il bene comune e nella quale Benedetto
XVI specifica che il contributo di ciascuno di noi alla
realizzazione del bene comune è il lavoro, specialmente in una società in rapido cambiamento che vive una
crisi generalizzata. Il secondo richiamo del testo della
catechesi è all’art.4.2 della Costituzione Italiana, il
quale sancisce che ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta,
un’attività o una funzione che concorra al progresso
materiale o spirituale della società. A tal proposito il
prof. Vecchio ha ricordato le parole del presidente della
Repubblica Giorgio Napolitano, il quale lo scorso 20
maggio ha tra l’altro affermato che “il momento è difficile e i più deboli rischiano ogni giorno di essere espulsi dal mondo del lavoro con effetti talora devastanti sul
singolo, la famiglia e il tessuto sociale” ed ha auspicato un “diritto del lavoro <inclusivo> ed equo” per salvaguardare insieme crescita economica e coesione
sociale. Ma il testo di catechesi dell’A.C. si sofferma
particolarmente sui capitoli 6 e 9 della Laborem exercens di Giovanni Paolo II. Infatti in questa enciclica del
1981 il pontefice afferma esplicitamente che il lavoro,
come problema dell’uomo, si trova al centro della “questione sociale” e l’aspetto etico-religioso dello stesso
ha una priorità oggettiva sul problema dell’organizzazione lavorativa esterna. Nella stessa enciclica leggiamo: “Fatto a immagine e somiglianza di Dio stesso nell’universo visibile, e in esso costituito perché dominasse la terra, l’uomo è perciò sin dall’inizio chiamato al
lavoro … e mediante il suo lavoro partecipa all’opera
del Creatore …”. Con la fatica, a volte pesante che
richiede – e forse, in un certo senso, a causa di essa –
il lavoro “è un bene per l’uomo”. L’argomentazione successiva ha attraversato la problematica soffermandosi
sulla priorità soggettiva del lavoro in quanto il lavoratore “come persona … è soggetto del lavoro, trasforma la
natura e realizza se stesso ed ogni lavoro, anche il più
umile, va valutato con il metro della dignità del soggetto che lo svolge. Il lavoro è per l’uomo e non l’uomo per
il lavoro e il lavoratore non può essere trattato come
un’anonima “forza-lavoro”. Da questa priorità soggettiva nasce il principio della priorità del lavoro nei confronti del capitale e il primato dell’uomo di fronte alle
cose. Giovanni Paolo II, dopo aver parlato in forma eloquente della laboriosità come virtù morale, dell’ “amore
per il lavoro” e del carattere “del tutto positivo e creativo, educativo e meritorio” del lavoro umano, ne fa derivare la condizione di obbligo stringente o “dovere dell’uomo” di fronte a Dio, di fronte a se stesso, alla famiglia, al prossimo e all’intera società. A questo dovere
corrisponde non solo il diritto di lavorare, ma corrispondono anche i molteplici “diritti umani che scaturiscono
dal lavoro”. Quanto al diritto al lavoro, il papa è consapevole di un problema fondamentale, quello di avere
un lavoro, cioè, in altre parole, del problema della
disoccupazione. Dopo questa disamina, il relatore ha
richiamato il documento della Conferenza Episcopale
Siciliana del 1994 “Lavoro e solidarietà oggi in Sicilia”,
con il quale i vescovi avevano denunciato con chiarezza sin da allora che in Sicilia il lavoro è “un’autentica frontiera, sul piano dei diritti e della dignità dell’uomo e sul piano dello sviluppo economico-sociale” e
che “la disoccupazione, che è a carattere strutturale e
non contingente, ha ormai raggiunto percentuali di
allarme sociale”. Oggi, accanto alla disoccupazione
emerge con forza anche la precarizzazione del lavoro,
che non rispetta molto spesso la dignità dell’uomo e
non consente la formazione di una famiglia. Il mondo
del lavoro, pertanto, è una delle strade obbligate per
cui oggi deve passare la nuova evangelizzazione e che
la dottrina sociale della Chiesa va considerata “parte
essenziale del messaggio cristiano”, come sottolineato
da Giovanni Paolo II. In particolare va incrementato il
rapporto tra dottrina sociale e catechesi (a tutti i livelli,
dai fanciulli agli adulti) collegando fede e vita e facendo emergere le conseguenze sociali derivanti dal
Vangelo. Infine, il prof. Vecchio ha richiamato alcuni
“passaggi” del discorso di Benedetto XVI dello scorso
16 maggio ai partecipanti all’incontro promosso dal
Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace nel 50°
anniversario dell’enciclica Mater et Magistra di
Giovanni XXIII nella quale il papa individua i criteri fondamentali per superare gli squilibri sociali e culturali
nella società globalizzata e sottolinea l’importanza, per
la nuova evangelizzazione del sociale, delle associazioni e dei centri e istituti di dottrina sociale non solo per
gli studi teorici, ma anche per la sperimentazione dei
contenuti del magistero, ad esempio nelle cooperative
sociali di sviluppo, con esperienze di microcredito e
con “un’economia animata dalla logica della comunione e della fraternità”. I lavori si sono conclusi con l’intervento di Ninni Salerno, presidente dell’Azione
Cattolica diocesana.
Nhora Caggegi
347 1433135
[email protected]
Gli Innamorati di Goldoni risorge, dopo quasi tre secoli, in chiave anni ’60, al teatro del Liceo Regina Elena, per la regia del professor
Orazio Caruso e piace e affascina il pubblico, che
applaude divertito gli studenti – attori, che hanno calcato le scene vestendo i panni di questi innamorati,
che dopo secoli presentano ancora le stesse ossessioni e gli stessi dubbi di sempre. Protagonista è Eugenia
(Francesca Nicotra) malata cronica di gelosia per
Fulgenzio (Simone Faro). Nemmeno sua sorella
Flaminia (Sasha Di Maria) riesce a farla ragionare e a
impedirle di dare in continue escandescenze. Dalla
gelosia di Eugenia e dal continuo subire di Fulgenzio
prende il via un gioco di equivoci, battute e situazioni
comiche, che è molto piaciuto. Bravissimi gli studenti
(Paolo Scavo, Roberta Privitera, Sebastiano Raciti,
Giulia Fassari, Claudia Belfiore, Carmelo Leonardi,
Federica Zuco, Giovanni Coniglio, Nathalie Torrisi,
Eleonora Porto, Gemma Guglielmino Sofia Zagame,
Silvia Russo e Daniela Lo Castro) che hanno interpretato con impegno e professionalità i ruoli loro assegnati. Un grazie al D.S. Prof. Alfio Mazzaglia che, come suo
solito, ha incoraggiato tutte le attività culturali
dell’Istituto. Un riconoscimento è andato a Sasha Di
Maria della classe 3^ BL, come migliore attrice non protagonista, alla rassegna Tindari Teatro Giovani 2011.
Ottimi i balletti e suggestive le musiche dello spettacolo, originale la scenografia di Emanuela
Franceschino. Un grazie, inoltre, al prof. Orazio
Caruso, che da anni si dedica con passione alla preparazione di questi attori in erba, di cui molti, dopo queste
esperienze, stanno frequentando le migliori accademie
teatrali d’Italia e molti sono già attori professionisti.
ph Fabio Consoli
Maria Rita Pennisi
Depuratore, sì, no, quando?
E’ certamente dibattito, anche acceso, non c’è alcun dubbio, ma è anche lontana la conclusione, o almeno la decisione, su cosa avverrà in merito alla “costruzione” del
depuratore di contrada Volano. Dibattito in consiglio
comunale, riunioni proposte dai vari comitati civici
(“Rocca di Volano” e “S.Maria delle Grazie”) con partecipazioni varie di sindaco, assessori, consiglieri, cittadini.
Tutti hanno ragione nel proporre le loro “idee”, tutti hanno
torto, quelli contrari, com’è naturale che sia!
“Io ho ragione nel dire che i fondi non si sono perduti,
anzi…” afferma il primo cittadino, intervenuto in una riunione, mentre le opposizioni ribattono che “si sono perduti i fondi….”.Non è il caso di dire che la verità, stavolta,
sta nel mezzo. La verità? Il tempo, se non sarà tiranno,
questa volta, ci rivelerà come stanno veramente le cose.
Altrimenti? Ci rivolgeremo a Diogene di Sinope ed alla
sua famosa lanterna….
Riccardo Anastasi
SVINCOLIAMO VIA DAFNICA
Da alcuni anni, il
traffico veicolare
che interessa la
via Dafnica è in
continuo aumento, gli ingorghi, le
file, le attese
diventano sempre più estenuanti. Con l'apertura
delle
scuole il traffico, poi, aumenta notevolmente causa,
soprattutto, l'incrocio di San Giovanni. Così la via Dafnica
che rappresenta per un vasto comprensorio I'unica arteria di collegamento con l'ospedale non presenta tutte le
condizioni previste di sicurezza. Una soluzione per eliminare tale grave problema potrebbe essere I' apertura
della strada, al momento a vicolo chiuso della via Dafnica
traversa al civico n. 196, che consentirebbe l'attraversamento della Città, collegandola con le vie Imera,
Lazzaretto e Guido Gozzano.
4
AKIS
Sabato 25 Giugno 2011
Lettera aperta al Magnifico Rettore dell’Università di Catania Esimio Rettore. prof. Antonino Recca,
Nel sito dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) Sezione di
Catania è comparso un articolo di autore ignoto in cui veniva annunciata la
nascita dell’Osservatorio Etneo, che secondo lo stesso autore, sulla base di
quanto si può dedurre da ciò che si legge si dovrebbe considerare una vera
e propria “rinascita” del vecchio Osservatorio Universitario e la sua attività di
monitoraggio e di ricerca una logica “prosecutio tempore” di quella interrottasi con la morte del prof. Gaetano Ponte, insigne vulcanologo. L’articolo apocrifo recita come segue: Il progetto ad ampio respiro di Gaetano Ponte, culturale e scientifico, di un Istituto di Vulcanologia rimaneva incompleto ma
sicuramente veniva delineata l’idea ed il percorso che poi sarebbero stati
ripresi con rinnovato vigore prima con l’attivazione nel 1968 dell’Istituto
Internazionale di Vulcanologia del CNR sotto il patronato dell’UNESCO e con
la guida di un altro esimio scienziato, il prof Alfred Rittmann e più di recente
con l’attivazione nel 1999 dell’INGV……. Poiché ormai da 40 anni mi occupo
di geofisica del vulcanismo etneo e non solo, penso di conoscere abbastanza bene come si sia evoluto nel tempo l’interesse per gli studi effettuati sul
vulcano siciliano, che hanno avuto punte di eccellenza e non, a causa di
vicende legate a quegli uomini che bene o male sono stati protagonisti della
storia della vulcanologia etnea. Pertanto senza temere una possibile smentita posso affermare che la ricostruzione della storia della vulcanologia
dell’Etna presentata nel sito INGV è quantomeno lacunosa e fuorviante,
almeno per gli ultimi 50 anni del XX° secolo. Infatti non tiene completamente
conto della storia dell’Istituto di Vulcanologia, a cui era annesso
l’Osservatorio etneo, nel suddetto periodo. Anzi il lettore dell’articolo potrebbe concludere che dopo la morte del prof. Ponte, avvenuta nel 1955,
l’Università di Catania abbia mostrato il più grande disinteresse verso la
Vulcanologia e abbia in qualche modo dimenticato l’Istituto omonimo. Niente
di più errato! Gli studi sulle eruzioni invece continuarono ad opera del dr.
Domenico Abruzzese, che fu il primo assistente di Vulcanologia, dai prof. De
Fiore, Cucuzza Silvestri e Cumin, che si alternarono come incaricati alla direzione dell’Istituto di Vulcanologia.
Tra il 1959 e il 1961 il prof. Alfred Rittmann, vulcanologo di fama internazionale, si trasferisce all’Università di Catania dove gli viene affidato l’incarico
dell’insegnamento di vulcanologia. Non essendo cittadino italiano non gli
viene conferita la Cattedra di Vulcanologia, purtroppo. Quest’uomo piuttosto
geniale, di grande intuito e fantasia, doti necessarie per chi si occupa di qualunque campo della ricerca, approdava in Italia dopo aver trascorso una vita
come cittadino del mondo, lui stesso si definiva così. Proprio alla fine degli
anni ‘50 si trovava in Egitto e a seguito della rivoluzione capeggiata dal
Colonnello Nasser si dovette trasferire nel nostro paese. Nel 1965 venne
creato presso l’Istituto di Vulcanologia dell’Università di Catania, il
Laboratorio Internazionale di Vulcanologia che fu diretto dallo stesso
Rittmann. Nel 1968 tale Laboratorio venne trasferito al CNR e successivamente divenne Istituto Internazionale di Vulcanologia. Con la dipartita
dall’Università di Catania del prof. Rittmann, gli studi di vulcanologia non furono interrotti, bensì continuati dal Prof. Cucuzza Silvestri, dalla dottoressa
Maria Di Re, dalla dottoressa Violetta Gottini e dal dr Carmelo Sturiale, che si
occuparono della parte descrittiva e geochimica delle eruzioni come documentato da numerosi rapporti interni e pubblicazioni. In questa attività furono
coadiuvati da due tecnici, i sig.ri Taffara. Agli inizi degli anni ’70 l’Istituto di
Vulcanologia, di Mineralogia e di Geologia-Paleontologia formarono l’Istituto
di Scienze della Terra diretto dal prof. Renato Cristofolini. La sezione di
Vulcanologia si arricchiva inoltre di una nuova unità di ricerca formata da studiosi e tecnici che operavano nel campo della Geofisica. Tale unità era composta dai: prof. A. Bottari (fisico), prof. M. Riuscetti (geofisico), dr. R.
Distefano (geologo), dr. M. Cosentino (geologo), dr. P. Sanfilippo (fisico), sig.
P.Villari (tecnico). Successivamente in tale unità confluiranno la dottoressa
M.S. Barbano (geologo), lo scrivente in qualità di borsista CNR presso la
sezione di Vulcanologia, il dr. G.Lombardo (geologo) borsista presso la sezione di Vulcanologia, l’ Ing. A.Viglianisi (tecnico elettronico) e il Sig. J. Copsey
(funzionario tecnico). Le due unità di ricerca avevano come punto strategico
di riferimento sul vulcano proprio l’Osservatorio Etneo dell’Università di
Catania, distrutto purtroppo dall’eruzione del 1971 . Dal 1969 fino alla seconda metà degli anni ’90 fu tutto un fiorire di ricerche ed iniziative nel campo
della geofisica applicata e della sismologia etnea. Con metodi di geoelettrica
venne studiato il basamento etneo a quote medio-basse. Gli studi di sismologia iniziarono con l’impianto di una rete di stazioni sismiche che nella sua
configurazione ottimale era formata da 5 stazioni periferiche (Catania,
Centuripe, Maletto, Castiglione di Sicilia, S.Venerina) e due sommitali (Monte
Vetore, 1660 m s.l.m. e Torre del Filosofo, 2910 m s.l.m.), tutte e 7 fisse e
monitoranti l’attività del vulcano 24/24 ore. Il centro di raccolta ed elaborazione dei dati era ubicato nel Palazzo delle Scienze, in Corso Italia a Catania
che era attrezzato con monitor a carta, ancora in uso e con registratori a
nastro magnetico. Il segnale proveniente dalle varie stazioni veniva convertito da analogico a digitale. Per un periodo di tempo più o meno lungo altre 6
stazioni sismiche sono state aggiunte per monitorare singolari sismicità
sull’Etna ed in Sicilia orientale e ubicate a: Monte Minardo (versante occidentale dell’Etna), Pedara (versante meridionale), Presa e Vena (versante
nord-orientale) , Palagonia e Mellili (sugli Iblei). Le iniziative di questa unità di
ricerca non si arrestano e approdano anche su altri lidi. Viene stabilito un rapporto di collaborazione tra l’Istituto di Vulcanologia e il Department of
Geodesy and Geophysic presso l’Università di Cambridge per uno studio
approfondito dell’Etna. Pertanto tra ottobre 1977 e gennaio 1978 vengono
installate sul vulcano altre 18 stazioni sismiche con lo scopo di studiare la
sismicità e la struttura della crosta sotto l’area vulcanica. Il risultato più eclatante di questa ricerca è la scoperta di una “camera magmatica” profonda
circa 18-20 km, che in realtà è un volume crostale costituito da un intreccio di
fratture iniettate di magma.
Nella prima metà degli anni ’70 iniziava inoltre lo studio approfondito del tremore dell’Etna, che portò ad ipotizzare vari modelli di sorgente di questo
fenomeno. Le ricerche e i risultati che ne seguirono furono ancora il frutto
della collaborazione tra i geofisici dell’Istituto di Vulcanologia ed i ricercatori
dell’Università di Stoccarda. Ulteriori sviluppi di tale ricerca si ebbero fino alla
prima metà degli anni ’90. Infine nella seconda metà del 1982 viene collocata sull’Etna a quote medio-alte una rete di 9 stazioni sismiche del Laboratoire
de Geophysique Interne et Tectonophysique dell’Università di Grenoble che
si aggiungono alle 7 stazioni sismometriche dell’Università di Catania. La collaborazione tra le 2 istituzioni dura fino al 1988 e durante questo intervallo di
tempo gli aspetti sismo-tettonici dell’Etna vengono ben delineati e i risultati
ottenuti sono ancora validi. Tuttavia quest’ultima ricerca ha avuto anche un
sapore pioneristico perché per la prima volta i dati di 9 stazioni sismiche venivano trasmessi ad una centrale operativa a terra, tramite una piattaforma
multi attrezzata ubicata su un satellite orbitante la cui sigla era TIROS-N.
Temo che questo esperimento in cui venivano accoppiate tecnologie classiche e innovative sia rimasto unico nel suo genere.
Tra il 1993 e il 1998 varie tomografie sismiche dell’Etna sono state prodotte
allo scopo di studiare la struttura interna del vulcano. Tali elaborati hanno evidenziato l’esistenza di grandi masse magmatiche fredde dentro la crosta e
alcune potenziali vie di risalita del magma. Studi successivi non hanno fatto
altro che confermare quanto già precedentemente scoperto. Tra il 1984 e il
1989 veniva potenziata la rete dell’Osservatorio Sismologico del Comune di
Acireale, formata da 4 stazioni sismiche monocomponenti e una a 3 componenti che si affiancavano a quelle dell’Università per monitorare le faglie
sismogenetiche del basso versante orientale etneo. La rete sismica
dell’Osservatorio nasce da un accordo tra l’Università di Catania e il Comune
di Acireale nel 1984 e sopperisce al lento ma inesorabile declino di quella universitaria, dato che i fondi vengono stornati per la creazione del Progetto
Poseidon. Come avvenuto nel passato per l’Istituto di Vulcanologia, la creazione di una nuova struttura “a latere” di quella universitaria sancisce la graduale fine della ricerca in quest’ultima e l’interruzione degli studi sismologici
sull’Etna, che cominciavano a dare risultati anche nel campo della previsione
a priori dei terremoti e delle eruzioni. Nel 2000 chiude i battenti anche
l’Osservatorio del Comune di Acireale che doveva essere “assorbito”, secondo una legge nazionale, dall’INGV. Invece tale Osservatorio che aveva rapporti di collaborazione con università francesi, giapponesi e con
l’Osservatorio Vesuviano, cadde semplicemente nel dimenticatoio e le autorità politiche regionali del tempo non fecero praticamente nulla per salvarlo. Il
risultato fu che venne disperso il budget di competenze, tecnologie e finanziamenti spesi dalla comunità per la sorveglianza e la ricerca sul territorio. In
quel momento fu chiaro “l’imperativo categorico”: bisognava necessariamente ricominciare da zero!! Nel 2003 quello che rimaneva della tecnologia
dell’Osservatorio di Acireale venne acquisito in comodato d’uso dall’Istituto
IRMA (Istituto Ricerche Mediche e Ambientali di Acireale, diretto dal medico
naturalista Giovanni Tringali) che mise in sesto nuovamente le 5 stazioni
sismiche tramite l’aiuto di alcuni ricercatori del vecchio Osservatorio; il tutto
con finanziamenti privati del suddetto Istituto . Venne così fondato l’O Me GA
(Osservatorio Meteorologico Geofisico ed Ambientale) che vide anche la collaborazione dei ricercatori Santo La Delfa e Benedetto Diana ed una considerevole spinta alla sua riapertura dal geologo Ferdinando Presti. Il predetto
osservatorio contribuì allo studio delle fenomenologie sismiche dell’Etna fino
al 2008 e fu anche laboratorio per lo sviluppo di tesi universitarie e ricerche
vulcanologiche.
Si può concludere che nell’articolo proposto dall’INGV vengono completamente ignorati quasi trenta anni di studi di geofisica dei vulcani, sviluppati
presso l’istituzione universitaria e due osservatori acesi. “Il progetto ad ampio
respiro di Gaetano Ponte ……..” non cadde quindi nel dimenticatoio, anzi
venne recepito e realizzato in un contesto culturale e temporale in cui cambiavano: struttura universitaria, tecnologia e uomini che hanno espresso con
una nuova sensibilità scientifica, pur mantenendo l’eredità del passato, l’ideale del Prof. Ponte.
A voler pensar bene l’omissione di circa 30 anni di storia della ricerca geofisica sulla vulcanologia etnea nell’Università di Catania può essere stata una
malaugurata dimenticanza. Però a pensar male, come diceva Giulio
Andreotti, anche se non è bene, spesso ci si azzecca. Pertanto è possibile
che venga perpretata una sistematica “damnatio memoriae” volta a sminuire
o far cadere nell’oblio i risultati ottenuti nella istituzione universitaria dalla
Geofisica, risultati che lo scrivente ritiene ancora insuperati. Infine il 20
Maggio 2011 mi viene recapitata una lettera dal rappresentante degli studenti Sig. Vincenzo Perdicaro,
che esprime a nome di altri
200 colleghi ubicati in varie
facoltà l’interesse a che
risorga
l’Istituto
di
Vulcanologia, poiché è veramente singolare che una
Università ubicata alla base
di uno dei vulcani più famosi
del mondo, non abbia più
come elemento trainante
una istituzione così prestigiosa dal punto di vista culturale. Naturalmente la rinascita di questa struttura dovrà
essere pensata tenendo
conto di come si è evoluto il
pensiero scientifico e la tecnologia e dovrà essere aperta a tutte le possibili collaborazioni sia nazionali che
internazionali.
Caro Rettore, come puoi constatare, l’interesse per gli studi vulcanologici
presso l’Università di Catania ancora non è scomparso ed è mio auspicio,
insieme a quello di molti altri colleghi, che al più presto possano emergere
concrete iniziative con cui vengano realizzate le aspirazioni culturali degli studenti e non solo. Cordiali saluti
Prof. Giuseppe Patanè Ordinario di Fisica Terrestre Catania, 8 Giugno 2011
P.S. – Per completezza di informazione si riporta una nota del Prof.
Cristofolini relativa alle istituzioni direttamente o indirettamente coinvolte negli
studi di Vulcanologia svolte dal 1872 e la prima metà degli anni ’70 del XX°
secolo: Intorno al 1872 dal Museo di Storia Naturale si separarono i due
musei di “Zoologia” (diretto da Aradas) e di “Mineralogia e Geologia” (diretto
da Tornabene), e nel 1878 fu fondato nel Palazzo Universitario l’Istituto di
Mineralogia e Geologia diretto da Orazio Silvestri, che ricoprì anche la nuova
cattedra di “Chimico-Fisica Terrestre con particolari applicazioni di studi
all’Etna” Nel 1887, Orazio Silvestri riuscì a costituire anche il Regio
Osservatorio Vulcanologico Etneo, assumendone la direzione; la sua morte,
avvenuta di li a poco, determinò l’abbandono del progetto. Silvestri diede
all’Istituto un indirizzo chimico-vulcanologico e contribuì, inoltre, alla formazione di una collezione di rocce vulcaniche dell’Etna e degli Iblei, dei più
importanti distretti vulcanici italiani ed esteri, diretto poi (1891) da Lorenzo
Bucca, che ne arricchì le collezioni di minerali e rocce e ampliò la dotazione
di strumenti per lo studio mineralogico-petrografico. Nel 1904, la cattedra di
Mineralogia fu distinta da quella di Geologia, e nel 1905 fu istituito l’Istituto di
Mineralogia e Vulcanologia, la cui direzione passò a Salvatore Di Franco nel
1929. A quel tempo l’Istituto aveva sede al pian terreno del Palazzo
Universitario, dove rimase fino all’inizio degli anni ‘40. Nel 1919 fu istituita la
cattedra di Vulcanologia (unica allora in Europa) assegnata al prof. Gaetano
Ponte, i cui sforzi riscirono nel 1933 ad istituire l’Istituto di Vulcanologia (di cui
Ponte fu nominato direttore), privo tuttavia di una sede propria; all’Istituto nel
1926 furono assegnati l’edificio dell'Osservatorio sito sull'Etna a quota 2.941
m. s.l.m. e il rifugio Cantoniera trasformato in Stazione Vulcanologica a quota
1881 m. s.l.m. L'Osservatorio Etneo fu restaurato e fornito di strumenti adeguati solo nel 1933, quando fu firmata una convenzione tra banche, aziende
private e Università che permise all’Osservatorio (distrutto dall’eruzione del
1971) di divenire una vera e propria stazione vulcanologica e meteorologica.
Nella seconda metà degli anni ’40 le attività dell’Istituto di Vulcanologia furono trasferite, insieme agli Istituti di Geologia e di Mineralogia, dalla storica
sede di Palazzo dell'Università al nuovo
Palazzo delle Scienze di Corso Italia e
nel 1952 all’Istituto di Vulcanologia furono assegnati dei locali all’ultimo piano
del Palazzo delle Scienze. Negli anni
‘50, cessate le attività accademiche di
Ponte, i direttori dell'Istituto di
Vulcanologia che si alternarono come
incaricati furono, tra gli altri, De Fiore,
Cucuzza Silvestri e Cumin. Negli anni
‘60 fu allestito da Alfredo Rittmann un
museo Vulcanologico, che annoverava,
oltre alle raccolte di Ponte, ricche collezioni dei più importanti distretti vulcanici
italiani ed esteri.
Agli inizi degli anni ’70, gli Istituti di
Mineralogia, Geologia-Paleontologia e
Vulcanologia si riunirono nell’Istituto di
Scienze della Terra.
Prof. Giuseppe Patanè
AKIS
Sabato 25 Giugno 2011
Il trionfo del Barcellona
(Londra - 28 maggio), deve essere salutato non sono solo dai tifosi “blaugrana”, ma da tutti gli appassionati di calcio come uno degli eventi memorabili nella storia di questo seguitissimo sport. E ciò, non solo per le statistiche, che suggellano i meriti di questo club e dei suoi giocatori, capaci di vincere tutti i trofei, a livello sia nazionale che internazionale, cercando sempre
di offrire al pubblico uno spettacolo eccellente e riuscendo talvolta a far
“scomparire” dal campo l’avversario, anche il più blasonato. Questi risultati,
naturalmente, non sono frutto del caso, ma di una mirata politica di formazione, atletica e umana, dei calciatori, fin dalla giovane età. La “cantera” (le
categoria giovanili) è il segreto di questo successo; un “segreto” - si fa per
dire - fatto di investimenti economici, programmazione, umiltà e impegno.
Valdés, Puyol, Iniesta, Xavi, Messi, Pedro: sono questi alcuni dei nomi da
annoverare negli annali del calcio non solo perché si sono dimostrati grandissimi atleti, ma soprattutto e
prima di tutto dei veri uomini di
sport, consapevoli dei propri mezzi
ma mai arroganti, rispettosi degli
avversari e dell’arbitro, mai sopra
le righe (nel campo e fuori), alieni
a polemiche giornalistiche ed invidie, impegnati sempre a dare tutto
per la propria maglia, sull’esempio
di Pep Guardiola, l’allenatore che,
all’età di appena 40 anni, è già una
leggenda (incredibile l’elenco dei
trofei conquistati), ma rimane, allo stesso tempo, anche un campione di
umiltà e signorilità. Questi sono i veri esempi che deve offrire lo sport. Come
Andrés Iniesta. Il centrocampista che dedicò la vittoria spagnola degli ultimi
mondiali di calcio ad un collega prematuramente scomparso, giocatore dell’arci-odiata squadra rivale dell’Espanyol di Barcellona (Gattuso avrebbe
dedicato una vittoria all’ex allenatore Leonardo oppure al caro “amico”
Materazzi? ndr). Quanto è lontana e diversa l’Italia del calcio!!! Quante polemiche inutili, recriminazioni e continue lamentazioni (Mourihno = Llourinho
= Piagnucolone, docet). Spese folli, stadi semivuoti, presidenti fuori di testa,
allenatori in preda ad attacchi di nervi, giocatori capricciosi e tifosi violenti…
Se questo è il calcio italiano, lunga vita al Barcellona! ¡Visca el Barça! (Viva
il Barcellona!)
Guido Leonardi
MILAN CLUB ACIREALE (facebook)
L’amore per il calcio può decisamente sconfinare. Insieme alla passione per
il calcio siciliano ed in particolar modo “ granata “ da oltre un ventennio
Acireale ospita il Milan Club presieduto da Orazio Coco. In occasione del
diciottesimo scudetto conquistato dai rossoneri che ha chiuso il
campionato di serie A di quest’anno, molti dei soci del Club si
sono riuniti dando vita ad una
serata di festa ed allegria. Il club
ha il vanto di essere l’unico di
una grande squadra di serie A
ad avere sede in Acireale.
Naturalmente infine non sono
mancati i brindisi e le foto di rito.
Voltando pagina i soci che adesso stanno festeggiando cominciano a raccogliere le notizie su quella che
sarà la prossima campagna di rafforzamento del Milan, e poi chissà per
festeggiare ancora…
SALVATORE PITTERA
Il piccolo David Rosario che vedete
nella foto è il figlio di Paola Patanè e
del Maresciallo dei CC. Sebastiano Cubeda, piccolo nato all’Ospedale di
Acireale, amata Città dei genitori, ai quali, assieme a Davide Rosario, la
famiglia di Akis formula gli auguri più cari di una lunga e felice vita.
Con una sobria cerimonia è stata intitolato a
Salvatore Coniglio il salone della plesso delle
scuole
di
S.Maria
Ammalati. La cerimonia
ha fatto seguito al
“Memorial
Salvo
Coniglio”
effettuato
recentemente in occasione della scomparsa del
consigliere comunale acese. L’iniziativa partita dal preside della scuola, il prof. Giuseppe
Massimino, ha visto partecipi, oltre ai familiari, particolarmente commossi, il sindaco della
città, Nino Garozzo, don Marcello Pulvirenti,
il v.presidente del consiglio Nando Ardita, il
geom. Salvatore Messina. Nella foto un
momento della cerimonia.
‘U TUPPETTURU
Ci meravigliamo? A poco a poco, ma sempre più spesso,
assistiamo (si fa per dire) a furti e danneggiamenti causati da vandali (cretini) che offendono la città e l’intelligenza di tutti. All’ultimo furto (ma l’architetto
Castrogiovanni lo contesta….qual’è la verità?) , in ordine
di tempo, perpetrato a danno del busto di Lionardo Vigo
situato nell’omonima villetta, c’è da notare che niente si fa per riparare i
danni precedenti o per evitare che questi diventino sempre
più
gravi.
Un’emblematica foto del particolare di una mano della
“Galatea” posta nella Villa
Belvedere dimostra che già
sono mancanti due diti
(prima
ne
mancava
uno….ma da anni….); non
sono stati gli uccelli che si
sono cibati del marmo con
cui è realizzata la statua….ma è stato certamente
il solito (i soliti?) cretino che
ancora è autorizzato a circolare per le strade della nostra
città. Una città turistica?
Ecco come accogliamo i turisti ad Acireale: l’assessorato
ha predisposto per accogliere gli ospiti stranieri una
serie di divani posti davanti
la Cittadella del Carnevale
con la scritta: “Venite a prendere il caffè da noi”. Il carrozzone con i divani è sempre fermo davanti l’ingresso della Cittadella e ne
ostruisce la vista ed il passaggio….con il beneplacito di coloro che debbono sovraintendere al…decoro della Città.. Ce ne sarebbe da riempire pagine di giornale….
Il cittadino a spasso
Appuntamenti
“Per non dimenticare” è il
titolo della personale di pittura
che il pittore acese Francesco
Taglieri presenta, fino al 1 luglio
prossimo, nella Cappella
Collegio
Santonoceto
di
Acireale (corso Umberto 192),
a cura dell’IPAB. Sono esposte
25 opere sui nostri beni culturali, architettonici e paesaggistici con tele che arrivano
anche a 2 metri e mezzo
(Nella foto d’archivio Francesco Taglieri)
Una raccolta delle lettere che Maria Musumeci e
Orazio Vecchio, si scambiarono
da fidanzati
durante la seconda guerra mondiale è l’occasione
per la presentazione del libro “L’uno specchio
all’altra”” – Corrispondenza spirituale di una coppia - che sarà presentato domani nel Teatro della
Parrocchia San Paolo a cura dell’Associazione
“Orazio Vecchio”per i tipi della “Galatea Editrice di
Acireale.
Felice Saporita ha presentato nel salone del Grande Albergo Maugeri il libro
scritto da Filippo Carbonaro e curato da Vincenzo Carbonaro: “Diario dalla
prigionia – All’inferno e ritorno”.
Oggi, nel Palazzo Cantarella di Aci S.Antonio, a
cura dello stesso Comune, sarà presentato il libro
di Ignazio La Spina “Il merlo della Buganvillea”,
con gli interventi del sindaco, Pippo Cutuli, di Alfio
Stefano Di Mauro (Cultore di Storia Mediovale
dell’Università di
Catania) e del
Poeta Angelo
Scandurra.
Il
libro, grazie alla
penna del narratore rivive il
dramma di due
amanti, Laura e
Alfredo.Nella foto l’autore e la copertina del libro.
Nel prossimo numero i servizi
In occasione del “Diamante Peperoncino Festival” che
si terrà a Diamante (Cosenza) il 10 e 11 settembre si
comunica che sono aperte le iscrizioni per partecipare
alla
gita:
rivolgersi
a
Giovanni
Marino
([email protected]) : 3498407204
5
Qualcuno volò…..sull’Unità d’Italia
Domenica di festa ad Acireale per gli appassionati dell’arte
degli aquiloni e per i bambini.
L’Associazione
Arma
Aeronautica (Acireale) per le
celebrazioni dei 150 anni dell’unità d'Italia, dell'88° anniversario
della fondazione dell'Arma
Aeronautica e ricordare il caro
amico Nello Vecchio ha organizzato la festa degli aquiloni "3°
memorial Nello Vecchio". Alla
manifestazione hanno partecipato numerosi appassionati adulti e bambini e un folto pubblico;
tutti con la testa all’insù, hanno ammirato le bellissime evoluzioni di quei
foglietti di carta di vario colore sapientemente accostati e studiati per essere presi dal vento e portati in alto. Ciò che nei tempi passati era un giuoco
da ragazzi ora è diventata un’arte vera e propria messa in atto con studiata tecnica. Sono stati visti aquiloni multi colori, di fattura ottima e dai nomi
di fantasia o di attualità. Il tema più ricorrente è stato quello sull' Unità
d'Italia. Quest’ attività, scelta in prevalenza dall’associazione, è finalizzata a
fare si che gli adulti e i giovani si potessero incontrare e per qualche ora
vivere e sognare nel mondo della fantasia, sebbene con i piedi sulla terra,
legati all’aquilone con un sottile ma forte filo di cotone. Rivivere l’ebbrezza
del volo un sogno che sempre ha appassionato l’uomo fin dall’antichità.
Alla fine di questi sogni sono stati distribuiti, ai partecipanti, diversi premi
nelle varie categorie. La coppa del memorial è stata vinta da Grasso
Salvatore che ha presentato un aquilone dal titolo "150° dell'Unità".
L’Associazione Arma Aeronautica ha la sede in Via Alliotta 14 in Acireale.
“L’altra metà del cielo”
Nella Sala conferenze della
Biblioteca
Comunale
di
Ravanusa si è svolta una serata di premiazione dei poeti finalisti della II° Edizione del Premio
di Poesia “ L’altra metà del
cielo”, organizzato dal prof.
Filippo Cassaro. Ospite della
manifestazione la poetessa
Maria Grazia Falsone, che grazie alla Musa ispiratrice è ritornata nella sua terra natia e che
ha regalato un momento di
nostalgica emozionalità raggiungendo l’apice nella recitazione
di
“Falconara” poesia (con
video) che inneggia alla sua adorata terra ricca di mandorli e profumi afrodisiaci, sprofondati nella Valle dei Templi ma sempre indelebili nel suo
cuore! Un altro incontro, al quale ha sempre partecipato Maria Grazia
Falsone, si è svolto a Capo Mulini, aderendo ad una iniziativa Telethon e
nell’ambito dei the culturali “Note di versi…quando la poesia fa spettacolo”.
Hanno partecipato Gianluca Del Popolo (piano), Davide Giuseppe Spoto
(attore), Valentina Pennisi (cantante) ed il tenore Filippo Micali.
Collettiva
di pittura scultura poesia fotografia
I COLORI DELL'ESTATE NELL’ARTE
L’associazione O.N.L.U.S. "TERRA DI MEZZO"
in collaborazione con I CAVALIERI DI FEDERICO II FEDERICIANI
Patrocinio A.CO.TUS e Accademia Culturale Xiphonea
nella Sala Mnemosyne via Marzulli 39
24-30 giugno 2011
6
AKIS
Sabato 25 Giugno 2011
CIRCOLO DIDATTICO ACI S. ANTONIO
Aci S. Antonio – CT- Via Veronica 63
Tel. 095-7891232-Fax 095-7891026-C.F. 81005640875Mail:[email protected] http://www.circolodidatticoacisantantonio.it
La Tutela dei Beni Culturali come
Indicatore della Qualita’ dell’Ambiente
Insieme tra i Banchi (1° e 2° Corso)
Pupi Viventi: Vi Cuntu e Vi Cantu
Le Piante Officinali Endemiche e Tipiche…
e Realizzazione di un Giardino Didattico
Matematica Creativa per Allievi:
Il Problema non è un Problema
Archeogiocando:
I Bambini raccontano la Storia
La Bottega dei Saperi : Vi Cuntu ‘na Storia
Il PC nello Zaino: imparare
l’Informatica divertendosi (1-2-3-4-5)
ph Giovanni Marino
Anche in questo Anno Scolastico la nostra Istituzione ha potuto godere, per il quarto anno
consecutivo, dei finanziamenti del Fondo Sociale Europeo, avendo ricevuto l’approvazione dei progetti presentati nell’ambito del Programma Operativo Nazionale 2007-2013Obiettivo “Convergenza” Annualità 2010/2011. Destinatari delle azioni sono stati gli alunni di tutte le classi della Scuola Primaria che presentano particolari problematiche in riferimento al disagio scolastico e quindi con demotivazione verso una didattica più tradizionale,con frequenza irregolare, atteggiamenti di apatia, minimo coinvolgimento nelle attività quotidiane, atteggiamento passivo nei confronti dell'istituzione scuola. Per questa
tipologia di alunni, anche negli anni precedenti, con i Finanziamenti ricevuti dai Fondi
Europei, si è potuto offrire un ventaglio di attività che hanno permesso il raggiungimento
di buoni risultati in riferimento alla motivazione e ad un migliore approccio con l'Istituzione.
Le nostre azioni hanno , quindi, promosso atteggiamenti positivi nei confronti dello studio e migliorato difficoltà relazionali e comportamentali attraverso strategie metodologiche
alternative rispetto a quelle tradizionali ,che hanno previsto il ricorso all’osservazione
diretta, alla ricerca-azione, all’uso dei linguaggi artistici e multimediali e al lavoro cooperativo di piccoli gruppi . Il curricolo extrascolastico ha integrato i saperi “vissuti” nella scuola della mattina: le attività artistiche, pittoriche, visive, rappresentative, le nuove tecnologie musicali , informatiche e quelle legate alla tradizione locale, i percorsi per valorizzare
le risorse umane ed ambientali del territorio, hanno favorito ad attivare l’integrazione tra
motivazione e sviluppo intellettuale. L'integrazione delle attività curriculari ed extracurriculari delle Azioni PON dove gli alunni acquisiscono linguaggi specifici comuni con
momenti esperienziali diversi, ha costituito il plus valore per la promozione e la crescita di
bambini.. L’intervento nel suo complesso è stato articolato in 07 moduli formativi di n.30 h
ciascuno, n.01 modulo di 50 ore e n.02 moduli di 60 h. ciascuno, rivolti a n.40 genitori
degli alunni coinvolti nelle attività proposte.
I contenuti dei moduli previsti per gli allievi hanno individuato :
AZIONE F-1
• due percorsi che richiamano alla valorizzazione della tradizione:”PUPI VIVENTI:VI
CUNTU E VI CANTU”e “LA BOTTEGA DEI SAPERI :VI CUNTU NA’ STORIA”.In tali percorsi gli alunni hanno acquisito delle competenze di “parraturi” ”del teatro dell’”Opra de’
Pupi” ed hanno progettato e realizzato un cartello tipico della tradizione dei Cantastorie
per raccontare e cantare le gesta di personaggi a mo’ dei Cantastorie della tradizione più
antica;
• un percorso ambientale ”ANALISI, STUDIO E SPERIMENTAZIONE SULLE PIANTE
OFFICINALI ENDEMICHE E TIPICHE DEL TERRITORIO ACESE E REALIZZAZIONE DI
UN GIARDINO DIDATTICO” in cui è stata data ampia risonanza all’educazione ambientale e che ha visto gli alunni protagonisti nella realizzazione di un giardino di essenze officinali nel Plesso Scolastico di Lavina;
• due percorsi tecnologici-informatici “IL PC NELLO ZAINO:IMPARARE L’INFORMATICA
DIVERTENDOSI ” per gli alunni delle classi 1^2^3^ e delle classi 4^5^in cui i bambini
hanno imparato a realizzare una storia multimediale, a creare pagine web, ad utilizzare
software didattici;
AZIONE C-1
• “MATEMATICA CREATIVA PER ALUNNI : IL PROBLEMA NON E’ UN PROBLEMA” in
cui i ragazzi hanno utilizzato il geopiano, il Tangram, diversi software didattici gratuiti per
imparare ad “amare” la Matematica come disciplina e come “mentalità”
• “LA TUTELA DEI BENI CULTURALI COME INDICATORE DELLA QUALITA’ DELL’AMBIENTE” (unico Corso di 50 h) in cui gli alunni hanno seguito un percorso che andava dal
Decreto Legislativo n.42/2004 “Codice dei Beni Culturali e del paesaggio” alle problematiche legate all’inquinamento dell’acqua, dell’aria, del suolo e alla tutela e conservazione
di un Bene paesaggistico. I moduli rivolti ai genitori”INSIEME TRA I BANCHI”1° E 2°
CORSO hanno voluto offrire una formazione/informazione al sostegno e alla valorizzazione del ruolo genitoriale .affrontato da diversi punti di vista . L'obiettivo primario è stato
quello di sviluppare abilità di intelligenza emotiva e capacità di comunicazione in modo da
poter diventare bravi 'allenatori 'per propri figli perchè possano godere di una migliore
salute psico-fisica e possano raggiungere con più facilità buoni risultati scolastici, perchè
si è convinti che ,in prima istanza, bisogna investire sulle famiglie, garanti del benessere
dei figli. Inoltre particolarmente gradito dai genitori è risultato l’ allestimento dello spettacolo teatrale “Almenu avissiru i scoli auti” in dialetto siciliano, che è stato presentato nella
“MANIFESTAZIONE FINALE PON A.S.2010-2011” tenutasi il giorno 08 giugno 2011 in cui
hanno confluito i momenti finali dei vari percorsi realizzati nel corso di questo anno scolastico. In seno alla Manifestazione Finale è stata allestita anche una mostra dove sono
stati esposti gli elaborati degli alunni dei vari percorsi. L’esperienza è risultata molto positiva per tutti i partecipanti: alunni. genitori, Esperti Tutor, personale ATA, che hanno lavorato in grande sinergia ed hanno partecipato costantemente ed attivamente a tutte le attività e le iniziative programmate, sempre con grande entusiasmo, ottimizzando i risultati
programmati e gli obiettivi che si volevano raggiungere e che sono stati pienamente conseguiti. Nel corso di quest’anno scolastico,in riferimento ai Finanziamenti FESR, è stato
ultimato l’allestimento, nel Plesso di Via Veronica, del Laboratorio Multimediale
Informatico ”InformaticaMente:Didattica multimediale” e l’implementamento del
Laboratorio ”La bottega dei Saperi: esploriamo e conosciamo l’ambiente e il corpo
umano”. Per quanto riguarda pubblicità, strumenti, risultati, presso il grande pubblico, dei
Finanziamenti FSE e FESR e per una maggiore informazione sul territorio, è stata finanziata e realizzata la Manifestazione “EUROPELAND: CRESCIAMO INSIEME” (G-1FESR-2010-51) che si è tenuta nei giorni 10-11 Dicembre 2010 . Inoltre, sempre in riferimento ad attività di pubblicizzazione e informazione sul Programma , è stato finanziato il
Progetto “PON IN-FORMA” (L-1-FSE-2011-46) che viene realizzato adottando gli strumenti che evolvono con il tempo e cioè adottando strumenti innovativi per adattare l’informazione ai tempi moderni. Infatti sono state utilizzate le nuove tecnologie per la realizzazione di video che documentano i vari percorsi, interviste ai membri del GOP (Gruppo
Operativo di Progetto ), un backstage dello spettacolarizzazione finale. Il tutto da poter
visionare su un BLOG apposito del sito della scuola. Parte integrante del finanziamento è
la realizzazione del giornalino ”PON IN-FORMA” in formato digitale e cartaceo che racconterà i momenti più significativi dei vari percorsi. Siamo tutti molto grati al Dirigente
Scolastico, prof.Salvatore Musumeci. che ha creduto nell’efficacia dei risultati ed ha dato al
Circolo un’impronta indelebile di visibilità ed efficienza didattica ed educativa nel territorio.
Il Dirigente Scolastico
prof. Salvatore Musumeci
Esperti:
Nella R.Visalli – Salvatore Noè – Davide
Napoli – N.,R. Visalli - Maria A.Redi – Maria
Nicotra – Luigi Di Pino – Luigi Testa –
Raffaella Foti
Tutor:
Luciana Padoani – Gaetana M. Battiato –
Rosanna Rossano – Letizia Cutrona –
Maria G.Valerio – Anna Zappalà – Giuseppa
Fisichella – Maria Igea Riggio – Clelia
Cristofaro – Antonella Grasso – Daniela
Parisi – M.T. Mongibello – Maria G. Mauro –
Graziella D’Aquino – Pina Lomboardo –
Angela Tosto – Giuseppina Caniglia –
Angela Pulvirenti – Rosalba Catalano
Collaboratori Scolastici
Assistenti Amministrativi:
Cuffari Annunziata – Ferlito Alfio – Marino
Giovanni – Russo Venera – Zumbo
Celestina – Barbagallo Francesco –
Cavallaro Salvatore – Pagano Sebastiano –
Pittera Carmela – Quattrocchi Salvatore –
Russo Lucio – Scalisi Grazia
Direttore dei Servizi Generali
ed Amministrativi: Tiziana Di Giorgio
AKIS
7
Sabato 25 Giugno 2011
A volte ritornano….
Capita, spesso e (s)fortunatamente nella politica, ma sta capitando sempre
più spesso, e con grande piacere, nel campo dello sport “pallonaro”
dell’Acireale Calcio. Alcuni aficionados della “vecchia guardia”, Pennisi,
Corazzato, Gaetano Rizzo….si sono messi in testa di farci controllare le
coronarie sempre più spesso proponendoci “incontri ravvicinati” con quelli
che i nostri cuori di “jacitani” mai dimenticheranno: Papadopulo, Sorbello,
Simeon, Tajano, Porro….Già di Papadopulo ne abbiamo parlato nel numero scorso (e forse lo reincontreremo in una partita di “amarcord”)…oggi è la
volta di Matteo Simeon, il roccioso granata che fece impazzire con il suo
gioco elegante (e la sua figura che brillava negli occhi delle tifose granata!)
tutta la piazza acese, per parecchi anni. I soliti baci ed abbracci, la famiglia
con lui che lo guardava estasiata, la sua figura ancora asciutta…i ricordi, le
lacrimucce (mal nascoste che spesso cercavano di venire asciugate da un
imbarazzante fazzoletto), …gli “urrà”, il “Forza Acireale” che ti fa rivivere
momenti indimenticabili, le immagini, a volte impietose se riportate ai giorni nostri, che uno schermo di 40 pollici ti propone continuamente…Un altro
pomeriggio che vorresti rivivere …ogni pomeriggio. Esci fuori dalla confortevole sala dell’incontro, ti rituffi nel caos della città del sabato sera…grazie
ragazzi, non è stato un sogno…fatemelo rivivere ancora una volta. E di
“amarcord” si è parlato anche in termini di pallanuoto, pallavolo, pallamano,
protagonista Pietro Nicolosi assieme a Elio Gervasi e Maddalena
Musumeci….ma di questo, più diffusamente nel prossimo numero. T.C.
PILLOLE DEL CASALOTTO
Molto partecipato il “progetto HELP MILD”
promosso dall’Istituto Oncologico del
Mediterraneo in collaborazione con il comune
santantonese.A fare gli onori di casa il v.sindaco Stefano Finocchiaro.
”.Il secondo appuntamento con l’ARSE si è
tenuto sempre nella sala Costarelli con l’introduzione ai lavori del v.sindaco Stefano
Finocchiaro che ha introdotto il tema
”Consumo
energetico e Detrazioni
Fiscali” e sul quale si sono registrati parecchi
interventi.
Nell’accogliente cortile di
Palazzo Cantarella, si è svolto
“Cantando la Storia – 18612011”, partecipato concerto
sulla storia dell’Unità d’Italia
organizzato dal Comune
Protagonisti
dell’iniziativa:
Angela Curiale (soprano),
Santina Calì (soprano), Alfio
Marletta (tenore) e Toti
Sapienza (cantante). Maestro
accompagnatore:
Salvo
Troina. Ha presentato Lucia
Debora Chiaia.
In occasione della manifestazione sportiva “Fiat 500 Forever”, organizzata dal Club Nuvolari con il patrocinio del Comune di Aci S. Antonio, sono
stati presentati alla cittadinanza gli interventi di manutenzione straordinaria
compiuti dall’Amministrazione Cutuli – Assessorato al verde pubblico retto
da Stefano Finocchiaro e che hanno interessato la villa comunale.
Un tuffo nel passato che sta prendendo sempre più corpo visto che
recentemente si sono rivisti ad Acireale personaggi che hanno fatto la
storia del calcio acese quali Misani, Tirrito , Alduina .. per non parlare
di Mister Papadopulo, artefice del miracolo granata. E quando questo
atleta corrisponde al nome di Matteo Simeon, ospite gradito assieme
alla sua consorte ed ai suoi due figli all’incontro organizzato ad
Acireale da Nino Pennisi, allora giù il cappello di fronte ad un uomo
simbolo dell’Acireale degli anni sessanta, leader indiscusso della
compagine acese di allora. Sette campionati disputati ad Acireale
quasi senza mai saltare un gara lo hanno portato in cima alla graduatoria delle presenze di tutti i tempi in maglia granata: soltanto in tre,
ma con più campionati alle spalle, hanno giocato più di lui. Un incontro , dunque , dal sapore nostalgico con ex compagni di squadra e
sostenitori acesi che ha fatto scappare qualche lacrimuccia al buon
Matteo e non solo , segno evidente che la stima e l’affetto che Simeon
si è saputo conquistare durante la sua permanenza ad Acireale non
sono stati mai scalfiti dal tempo. Avanti un altro……Pino Corazzato
Il Premio “PUMA KING” è stato assegnato a Giovanni Pulvirenti, acese,
della Junior Acireale che lo ha ricevuto dalle prestigiose mani di Giancarlo
Antognoni. L’atleta acese, della scuola di Orazio Sorbello e Gei Vasta, par-
Un pubblico numeroso ed
interessato, relatori qualificati ed una tematica
antica e sempre d’attualità hanno fatto da gradevole cornice alla presentazione del libro di
Giuseppe Testa
“La donna di fiori –
Eros, botanica, alchimia”, tenutasi nel salone
conferenze del Palazzo Cantarella di Aci S. Antonio. Dopo l’introduzione del
vice sindaco Stefano Finocchiaro, che ha portato ai presenti anche i saluti
del primo cittadino Pippo Cutuli, è toccato ai due relatori il compito di introdurre l’opera prima di Testa, 53 anni acese, editorialista ed inviato speciale
del quotidiano “La Sicilia”. “La donna dei fiori non è un saggio, né un testo
scientifico o letterario ma tutto ciò insieme –hanno spiegato Paolo
Rapisarda ed Angelo Scandurra- in quanto la pubblicazione spazia con
un’articolata argomentazione soffermandosi sulla metafora della donna
attraverso l’eros, la botanica e l’alchimia. Giuseppe Testa, con un linguaggio forbito e sorretto da una scrupolosa ricerca, offre uno spaccato di riflessioni che inducono il lettore a confrontarsi con una problematica che attraversa secoli di storia soprattutto con un preciso riferimento alle varie dottrine religiose”. “Il corpo femminile diventa così matrice di considerazioni
–hanno poi aggiunto- dove i sensi, principalmente quello dell’olfatto, tracciano lo sviluppo di civiltà cresciute all’insegna di profonde contraddizioni”.
L’analisi è lucida e comprovata da giusti riferimenti come ha anche tenuto a
sottolineare lo stesso autore intervenendo all’interessante e ricco dibattito
scaturito nella parte conclusiva dell’incontro.
Non si muore quando si resta nella memoria di chi vive !
A tre anni dalla scomparsa (10 giugno 2008) i familiari hanno ricordato Mario Coco con una S.Messa
in suffragio, celebrata nell’atmosfera raccolta della
Chiesa di San Camillo, proprio dirimpetto alla casa
dove egli abitava. Ma la commemorazione, in
realtà, è andata oltre i confini dell’intimità creatasi
nella piccola chiesa, perché sono ancora in tanti a
non avere dimenticato la figura di questo degno
figlio di Acireale – Città della quale fu anche sindaco emerito – assai conosciuto per la vibrante passione civica, l’indole combattiva dell’innamorato
delle sue origini e dei luoghi in cui era cresciuto, il
desiderio di migliorare, in tutti i modi ed espressioni, l’Aciregalità che lo circondava. E’ un giusto ed in
fondo aspettato riconoscimento alla sua memoria che, inevitabilmente, si
specchia in quella collettiva, vale a dire quella della nostra Città.
Commentando un richiamo di Francesco Catania a margine del “Caro
Circolo” di Turi Costarelli, che pressocchè diceva “non si muore quando si
resta nella memoria di chi vive”, Mario Coco confidava di avvertire un brivido. Aveva piena ragione, come succede a tanti. Anche Lui, invero, non è
morto, continua a vivere tra i vivi.
Sincero dispiacere nell’apprendere della dipartita del signor
Antonio Di Stefano, già consigliere e assessore del comune
santantonese. La famiglia di Akis, ricordandoLo sempre
affabile e sincero, si stringe attorno alla famiglia, ed in special modo all’assessore Pippo Di Stefano, nostro carissimo
amico formulando sincere condoglianze
Nel contempo apprendiamo della dipartita del signor
Claudio Pettinato, a noi particolarmente caro, che lascia la
moglie ed i figli nel più profondo dolore. Anche in questo
caso Akis si associa al dolore generale.
La rubrica di circostanza ci da la possibilità di ricordare un
caro, carissimo amico, Giuseppe Scandura, nostro professore di francese alle medie, e grande, grandissimo amico
nella condivisa attività del Cine Foto Club “Galatea”, del
quale, per alcuni anni, fu anche Presidente. Le notizie che,
alle volte, giungono immediate e “fragorose”, stavolta, silenziosamente
hanno impiegato molto tempo per giungere al nostro cuore; cuore che si è
particolarmente intristito e che si rivolge al Divino per proteggere l’anima
benedetta del caro “professore”. (vedi foto Scandura estrapolando l’interessato)
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L’ Amministrazione santantonese ha ricevuto un finanziamento di 500 mila euro per il progetto di ristrutturazione della
Chiesa di S. Biagio che servirà alla riqualificazione interna ed
esterna del pregevole edificio religioso che con la sua grande
cupola domina imponente la centralissima via Regina
Margherita.
ticolarmente emozionato per il meritatissimo riconoscimento, è stato ricevuto a Palazzo di Città dagli ass.ri Calì e Leonardi con lui e Orazio Sorbello
nella foto di Fabio Consoli
“Paesaggio dal Vero” “…incompatibilità parentale prevista dalla legge regionale 6/2011 con
effetto dall’1 Gennaio del 2012”. Una incompatibilità “parentale” che ha
costretto, forse caso unico in Italia, a rassegnare le dimissioni da assessore (al bilancio) del comune del casalotto: una “parentela” con un fratello, che
ha reso scomoda la poltrona assessoriale. In effetti, per la legge, l’assessore poteva ancora reggere la carica, almeno fino
alla fine dell’anno in corso, ma ha preferito “porre
l’attenzione sulla situazione politica che ha bisogno
di un nuovo slancio….sperando che il mio gesto
possa più modestamente ricordare alla classe politica locale che a prevalere dovrebbe essere sempre l’interesse generale senza essere necessariamente legati ad una visione personale del proprio
ruolo”(questa la sua dichiarazione). Parole che
lasciano trasparire qualche dubbio sulle vere intenzioni delle dimissioni…Resta il fatto, però, che l’assessore Licciardello ha lavorato molto bene nella Giunta Cutuli e che la sua
rinunzia (forzata?) certamente dovrà scatenare una ridda di dimissioni tra i
tanti componenti del consiglio e della giunta…tra fratelli, cugini, compari a
vario titolo ci sarà tanto lavoro per sbrogliare molte matasse.
Borsa di studio anno scolastico 2010/2011
è stato il titolo della mostra di pittura organizzata dall’associazione
“Arcobaleno” in favore dell’Associazione Santantonese Lotta ai Tumori
(presidente Pippo Musumeci) e con il patrocinio del consigliere provinciale
Nello Cutuli. Qualificate nella realizzazione tutte le opere esposte, opere
sulle quali ha relazionato positivamente il presidente dell’associazione
“L’arcobaleno” Filippo Pulvirenti, uno scrittore ed animatore culturale della
cittadina catenota sempre proteso alla realizzazione di manifestazioni di
un certo prestigio.
AK IS
All’alunno : CASTORINA SAMUELE
della classe 5^ B del Circolo Didattico
di Aci S.Antonio è stata assegnata
una borsa di studio di euro 500,00,
messa a disposizione dell’imprenditore santantonese, rag. Saro Basile,
con la seguente motivazione: “Per
avere dimostrato sempre interesse,
volontà, curiosità nell’apprendere e
dedizione allo studio che gli hanno
permesso di raggiungere ottimi livelli
di competenza in tutte le discipline
scolastiche. L’alunno, attento e rispettoso delle regole scolastiche, ha
dimostrato anche in situazioni delicate di essere pronto ad esprimere la propria carica di disponibilità, generosità e condivisione dei problemi altrui.”Nella
foto la consegna dell’attestato con il rag. Basile, Luigi Di Pino ed il Dirigente
Scolastico, prof. Musumeci.
AKIS: Anno VII, numero 12 del 25 Giugno 2011 - Editore e Direttore Responsabile: Turi Consoli - Autor. n. 22 del 23/05/2005 del Tribunale di Catania
IL GIORNALE Sede: via M. di Casalotto 68 - 95025 Aci S.Antonio Redazione: via Alliotta, 14 - 95024 Acireale - Tel.- Fax 095 7921059 – 347 5382517 - [email protected] - Site: www.akis-aci.com
DEL TERRITORIO Tipografia-Litografia: “TM” di Mangano Venera - via N. Martoglio, 93 - S. VENERINA (CT) - Tel. 095 953455 - Distribuzione e arretrati: 340 7152814
DELLE ACI
Elaborazione grafica, fotomontaggi e impaginazione: MP Graphic di Maurizio Pagano - Tel. 347 1433135 229
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AKIS
Sabato 25 Giugno 2011
I Magnifici di Akis!
Forgiati all’alta scuola del giornalismo,
scelti dopo una selezione scoraggiante
per i più (al confronto quella sostenuta
dagli astronauti è per bambini di scuola
materna), i redattori di AKIS sono ormai
entrati nella Storia e meritano l’appellativo
di “I Magnifici”. Pignoli e rigorosi nelle loro
cronache, sono considerati gli “svizzeri
della carta stampata”, vigili e sempre
pronti, non temono paragoni con i migliori
professionisti delle maggiori testate
(mamma che teste!). Il motto che li guida
nel loro lavoro è tratto da un arcaico detto
popolare del Bangla-Desh che pressappoco dice: “Chi non sa fare luce, almeno
non faccia ombra”. Ammonimento più che
mai giusto vista l’attuale inflazione di maestri che vorrebbero spiegarci tutto facendoci capire meno di prima. A proposito del detto suddetto (o se volete, della citazione succitata), le malelingue mettono in dubbio la sua asiatica provenienza, insinuando che esso sia
stato copiato dall’ultima Circolare del Compartimento ENEL di Palermo.
Prima dell’incontro di redazione, la zona circostante la sede del giornale
viene rigorosamente interdetta: si crea un cordone sanitario, un’area protetta, segnalata con scritte del tipo “VERBOTEN”, “OFF-LIMIT”, “ACHTUNG”, per scoraggiare gli innumerevoli postulanti che tentano con espedienti vari di perorare i loro articoli. Ma il secolare conformismo italiota condensato nel famoso detto “O Franza o Spagna, purché se magna” non sfiora più di tanto i redattori, che vanno dritti per la loro strada mietendo vittime
su vittime: Presidenti, Prevosti, Poeti e Navigatori (anche loro? Sissignori,
anche loro!!!) hanno toccato con mano la bocciatura dei loro scritti e stanno ancora leccandosi le ferite. Come si possono accettare articoli in cui, al
setaccio dell’analisi grammaticale e di quella logica, l’accento tonico diventa un digestivo o un ricostituente? O dove il simbolismo non sia canonico?
O dove si tralascia di rispettare la legge del contrappasso? Signori, per
favore, siamo seri!!! Durante gli incontri il sorriso dei valenti professionisti di
AKIS vive in clandestinità; sono tristi per non destare sospetti ma, come i
grandi pionieri del giornalismo, hanno la grande frenesia di ascoltarsi, di
fare assaporare agli altri ogni parola che esce dalla loro penna. Se potessero, ordinerebbero a tutti massicce dosi di loro articoli a memoria, o di fare
fleboclisi con lo stesso contenuto, da iniettare prima e dopo i
pasti. I soliti invidiosi affermano
che tra un bambino di quattro
anni e un redattore di AKIS non
c’è molta differenza: stessa irrequietezza e comunicativa, stesso senso logico e identico bisogno di “rompere”. L’unica differenza è che il bambino ha la
mamma che lo frena e lo sopporta, il redattore invece non
riconosce nessuna autorità. Modestamente certi di non avere limiti e consapevoli della variabilità del loro umore, al momento di scegliere un articolo non scritto dai presenti, i redattori amano non fare a caldo interventi risolutori. Ascoltano, vagliano, annuiscono e poi prendono decisioni che a
seconda del vento possono essere di volta in volta di tramontana, di libeccio, monsoniche o sciroccose se rispettivamente risultano fredde, violente,
umidicce o calde. Talvolta, per non scontentare nessuno, la risoluzione può
anche essere quella del bagnomaria. Ma il risultato è sempre lo stesso: un
qualsiasi articolo, in loro presenza, è portato fisiologicamente a farsela
addosso e quasi rimpiange il tribunale del Ku-Klux-Klan. Le discussioni fra
loro sono sempre pacate: si cerca strenuamente di raggiungere il bene
comune e perciò nessuno tenta di prevaricare imponendo la sua tesi.
Immancabilmente però, alla fine di ogni seduta, si lamentano redattori colpiti da collasso cardiocircolatorio o con evidenti ferite d’arma da taglio. E’
quest’ultimo fatto che impressiona tutti i presenti, poiché non si riesce a
capire come qualcuno riesca ad introdurre le armi, malgrado la preliminare
perquisizione effettuata dal Mitico Editore&Direttore&Responsabile prima
dell’incontro! Infatti, è consentito solo l’uso delle parole! Allora, quale arma
viene usata per tagliare? Ecco la domanda che rimane sempre senza risposta e che, alle prime luci dell’alba, quando la riunione viene sciolta, vola di
bocca in bocca. Lunga vita alla redazione !!!
Parola di Sherpa
P.S.: Sento l’obbligo di avvisare i miei tredici lettori che l’articolo che
hanno appena finito di leggere mi è stato estorto con la violenza.
Consapevole del danno che tale scritto può causare, l’azione più sensata, da parte mia, è quella di prenderne le distanze, disconoscendone la paternità e aderendo alla vasta schiera dei pentiti.
Certamente positivo, molto positivo il consuntivo del 4° Memorial Marco
Salvo Zappalà svoltosi recentemente al Palazzetto dello Sport di corso
Italia. Una “36 ore” non stop che ha entusiasmato alcune migliaia di spettatori accorsi nell’impianto sportivo acese per assistere ad alcune intense
partite che alla fine hanno laureato campioni i giovani dello
Sporting Viagrande del tecnico Di
Mauro sulla squadra del S.Nicolò
di Pavone. La manifestazione,
che fa il paio con tutte le altre culturali-turistico-sportive che l’associazione organizza nel corso
dell’anno è particolarmente collaudata e commuove, in particolare, sia la famiglia che con questo Memorial vuole ricordare il
giovane Marco Salvo, sia gli
sportivi che accorrono in massa e sia le autorità, che a vario titolo, partecipano all’evento. Qualche nota negativa sulle tante positive: la gestione del
palasport affidata a….molto da ridire sulla pulizia, accoglienza e sensibilità
da parte di alcuni che a vario titolo gestiscono, sotto diverse forme, la struttura….Il resto è silenzio! ph Grazia Vinci
T.C.
Inoltre, sempre a cura dell’Associazione Marco Salvo Zappalà in collaborazione con il” Comitato Civico per Pennisi” è stata organizzata la
manifestazione :“FACCIAMO RIVIVERE LA NOSTRA VILLETTA”con
:attività di pulizia e scerbatura effettuate volontariamente dai cittadini
ed attività di sensibilizzazione alla tutela e salvaguardia della villetta.
Corso Savoia, 111 c
95024 ACIREALE (CT)
Tel. 095 7649590
Tel./fax: 095 7647733
CI SIAMO SMARRITI NELLA SELVA OSCURA, MA NON PER COLPA NOSTRA…
Società ed Associazioni Sportive Dilettantistiche" è stato il tema affrontato
in occasione di un interessante giornata di studio organizzata dall'ADOCEC
delle Aci (Associazione Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili) e tenutasi nel Salone delle Adunanze del Credito Siciliano. Dopo i saluti di rito del
Presidente dell'Associazione prof. Angelo Raciti, del dott. Giuseppe Signeri
Vice. Dir. Comm.del Credito Siciliano e della prof. Margherita Poselli
Presidente dell'Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di
Catania, il convegno, introdotto e moderato dal segretario dell'Associazione
dott. Fabrizio Leotta, ha offerto un'ampia panoramica delle problematiche
legate allo svolgimento dell'attività da parte delle associazioni e società
sportive. Infatti dopo avere enunciato i principi fondamentali dello sport, i
contenuti dello statuto ed i requisiti per il riconoscimento e l'iscrizione al
registro del coni, le relazioni si sono soffermate soprattutto sugli aspetti
fiscali e previdenziali delle associazioni sportive. In particolare il dott.
Renato Galliani, ha esposto la disciplina delle imposte dirette e indirette,
distinguendo tra attività
Istituzionale ed Attività
Commerciale, per poi
approfondire il sistema
agevolato previsto dal
regime forfettario della
legge 398/91. A seguire
particolare interesse ha
suscitato la relazione del
dott. Ernesto Russo, avvocato dello Studio Martinelli
di Bologna, sulle opportunità di trasformare le associazioni sportive dilettantistiche in Società di capitali, in particolare SRL, senza scopo di lucro. Il
dibattito si inoltre particolarmente animato quando, sempre l'avv. Russo,
dopo avere affrontato il tema legato ai rapporti di lavoro dilettantistico, ha
puntato la sua attenzione sulle
criticità legate agli accertamenti fiscali e previdenziali, effettuati
dall'Agenzia delle Entrate, dall'INPS e dall'ENPALS, ed ai controlli e gli
accessi effettuati dalla Guardia di Finanza. Infine la giornata è stata conclusa dal dott. Marco Celentano che ha affrontato il tema legato agli obblighi contabili, alla tenuta dei libri sociali e alla predisposizione del Bilancio
Sociale e del Rendiconto.
F.L.
Non una semplice inaugurazione
ma il completamento di un percorso che ha sancito la nascita di una
nuova identità culturale. A far da
cornice a queste premesse l’inaugurazione del nuovo laboratorio
didattico di scienze integrate, di
biologia, chimica e scienze
della terra tenutasi presso l’istituto professionale per l’industria e
l’artigianato di Acireale “Antonio
Meucci”. Nel corso di una partecipata cerimonia, a cui hanno preso
parte oltre ai docenti, gli alunni ed il personale di laboratorio anche i consiglieri
provinciali Nello Cutuli ed Enzo D’Agata,
è toccato al dirigente scolastico dell’istituto, il prof. Sebastiano Raciti, tracciare
un bilancio delle esperienze formative
che hanno contraddistinto l’attività dell’istituto; il nuovo laboratorio, divenuto
adesso una realtà grazie al fattivo apporto finanziario fornito dalla famiglia
Randazzo, proprietaria dei locali in cui
viene ospitato il “Meucci”, consentirà
dunque l’approfondimento delle nozioni
specialistiche inerenti le varie discipline
scientifiche con l’ausilio della nuova strumentazione che verrà utilizzata per le
esercitazioni didattiche. Qualche giorno
prima di questa inaugurazione gli alunni
diversamente abili dell’Istituto insieme
agli studenti del Liceo Artistico “F.Brunelleschi hanno inaugurato una
mostra di prodotti in cartapesta realizzati con il Progetto Pof CARTURA.
Riccardo Anastasi
Nella Basilica di S. Sebastiano di Acireale, si è tenuta la presentazione dell’area di progetto “ Basilica di San Sebastiano tra fede e arte” dell’ITIS
Galileo Ferraris di Acireale. Il lavoro si è snodato nel corso dell’anno e ha
visto partecipi la I E, la II E e la III A inf. del Ferraris, e gli alunni delle scuole medie Galileo Galilei, Vigo Fuccio – La Spina, Giovanni XXII di Aciplatani.
Il progetto ha trattato la nascita della Basilica di S. Sebastiano, dei motivi che
hanno spinto i fedeli a volere una chiesa così sontuosa e adeguata alla fede
che riponevano nel Santo che aveva salvato la città dalla peste, e alla
necessità dei confrati di avere un loculo per tutta la famiglia. Ogni classe ha
trattato un argomento specifico utilizzando vari metodi, dal cartellone, all’ipertesto, al video.
Nella biblioteca Salvatore Indelicato dell’ITIS Ferraris di Acireale, nell’ambito del progetto “Cenacolo Ferraris”, il prof. Alfonso Sciacca, ex preside del
liceo Gulli e Pennisi, ha tenuto una conversazione sul suo libro “ IL FILO
DELLA TRAMA. Novellando con Erodoto”. La serata si è snodata partendo dalla lettura di brani chiave dei vari capitoli tenuta da alunni di I A, II C e
II E, e, a seguire, gli interventi dell’autore. Nel testo, di avvincente lettura,
l’autore, narrando e rivisitando le storie dei viaggi di Erodoto, sembra viaggi
con lui diventandone, anche perché da sempre cultore del mondo classico,
un suo personaggio.
Mariella Di Mauro
Che si trattasse di una selva oscura questo lo avevano intuito anche gli abitanti che
ne popolano il sottosuolo, della selva, ben
compreso. Ma che ad oscurare la selva,
già ridotta all’osso da anni di misterioso e
malcelato silenzio, ci si mettano pure le
giovani leve dell’ “Ars Pilorum” già decantata dalla mia voce da grillo nel numero
passato di Akis, questo no!....ora è davvero troppo! Che sia solo un modo
per dare corso alle personali passerelle, di solito intentate da chi nel giro di
pochi giorni si erge a paladino pubblico del bene comune?....Si….Possibile.
Possibilissimo. C’è un bosco, qui vicino, non è quello fatato, e non è nemmeno lontano dalla nostra immaginazione; è un bosco che sorge nel cuore
delle Aci. È il bosco di Aci. Ed il bosco, si sa, è fatto per le giovani principesse che vi si perdono e per i
giovani cavalieri che le salvano.
Ma qui di cavalieri mi sa che ce
ne sono un po’troppi, e vogliono
salvare solo la loro di faccia, non
per questo evitando lo scontro
con altri. Hanno convocato riunioni, hanno sbandierato programmi, hanno già tracciato idee
per rendere magico il loro bosco
che secondo la mia “coscienza
da grillo”, perderanno in un battibaleno il tempo che trovano. E
non perché non siano costruttive, ma perché le idee, sbandierate sotto un vessillo, si scolorano e assomigliano sempre di più a modi per
riempirsi la bocca e darsi un tono. Io ho una coscienza, si, e la mia coscienza di mi dice che solo uno tra i tanti paladini forse ha pensato più al reame
che al suo castello. E chi vuol capire capisca. Ma di tutto questo polverone
le genti non sono stanche?...Eccome! Ma siccome finché c’è fiato le trombe suoneranno, starà a noi, umili servitori del reame, tapparci le orecchie.
Almeno fino a quando non ci stancheremo dello squillo delle trombe, e
chiederemo al Re di defenestrare i cavalieri ed i falsi paladini. Ma in questi
casi, a quale Re dovremmo rivolgerci? E poi, chi è, o meglio, dov’è il
re?....Bella domanda. Meditate. Il vostro grillo.
Il Grillo Parlante
Finalmente si é votato
per le amministrative e per i referendum.
L’esito appare chiaro! Milano, feudo del PDL
e della Lega passa al centro sinistra; le
norme sottoposte al giudizio degli elettori col
referendum sono state abrogate con larga
maggioranza dei si. Cosa vuol dire tutto ciò?
Credo che gli elettori si siano stancati di una
politica urlata, priva di pudore, priva dei contenuti che interessano i cittadini, basata sui
personalismi, sul “ghe pensi mì” e mirata
alla tutela di situazioni ed interessi particolari. L’occupazione, il potere d’acquisto dei salari, l’efficienza della pubblica
amministrazione, una giustizia efficiente ed efficace capace di dare risposte
concrete e certe in tempi brevi, un mercato dei beni e dei servizi veramente
libero da condizionamenti nel quale lo Stato detti regole chiare e ne controlli il rispetto, la vivibilità delle nostre città, la possibilità di eleggere i propri rappresentanti in tutte le istituzioni, sono tutte questioni che non sono state toccate dal governo e dalla coalizione che lo sostiene, se non a scopo propagandistico, in barba alle promesse. Con la sberla elettorale rifilata al PDL gli
elettori hanno voluto porre in evidenza la loro insoddisfazione per le scelte di
governo ed hanno dato un ultimatum al premier ed i suoi: “Cambiate rotta,
operate a tutela dell’interesse pubblico, altrimenti alle prossime elezioni politiche andrete a casa”. Questo Governo e questo Parlamento i cui componenti, in larga parte, non brillano per autorevolezza, qualità e moralità pubblica, sapranno cogliere tale segnale, saranno in grado di virare e tornare
sulla giusta rotta con riforme strutturali attente anche all’enorme debito pubblico? Personalmente non né sono certo, ritengo che riforme strutturali durature, in grado di dare effetti positivi a medio e lungo termine abbisognino di
ampie maggioranze trasversali alle due attuali coalizioni che ritengo più interessate alla conquista ed alla gestione del potere che alla cura dell’interesse
dell’Italia. Sarò pessimista? Credo solo di essere realista! Ritengo che per
guardare al futuro si debba prima guardare al passato. Nessun Parlamento
produrrà mai norme in grado di ledere gli interessi dei singoli parlamentari o
dei gruppi di potere che lo sostengono. Dopo la 2° guerra mondiale fu eletta una costituente che predispose la nuova costituzione repubblicana poi
approvata ed ancora oggi in vigore. Credo sia questa la strada maestra per
riforme strutturali comunque rispettose dei principi fondamentali della vigente costituzione. L’alternativa? Purtroppo la Grecia è assai vicina…. in tutti i
sensi!
Gioacchino Lunetto
Viabilità. Monterosso Etneo
La Provincia regionale di
Catania ha provveduto a
rifare la segnaletica stradale lungo la strada provinciale 8/IV, che è stata
anche oggetto di manutenzione straordinaria”. Così
ha dichiarato il presidente
Giuseppe Castiglione riferendosi ai lavori di viabilità
realizzati a Monterosso
Etneo, frazione di Aci
Sant’Antonio. Il tratto stradale è finalmente sicuro”, ha ribadito il consigliere provinciale Enzo D’Agata,
che più di ogni altro negli scorsi mesi ha sollecitato in Consiglio gli interventi
di viabilità per l’importante strada che collega Viagrande a Zafferana.
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citty grasso buon lavoro!