Giornalino della sezione
100 ANNI DI
INDIPENDENZA
PER L’ALBANIA
PER
MIRYAM
Le parole, in questo
momento
sembrano
inutili.
Non
hanno
senso…. Regna il dolore in
classe ….
Non sto piangendo. Sto
nascondendo le lacrime.
Alzo lo sguardo verso il
cielo grigio reso più nero
dalla pioggia e imploro
il Signore. Sono sicuro
che Dio l’ha portata in
Paradiso, con la stessa
nobile e chiara missione:
Aiutare e far bene agli altri
anche lì in alto.
Le parole non hanno
senso… E’ la prima volta
che uno dei miei genitori
mi lascia. Mi sento molto male… Lei, era uguale a uno dei miei
genitori. Lei aveva vinto il mio rispetto e la mia simpatia. So di
non essere molto bravo in matematica e fisica, ma lei sempre mi
complimentava per i risultati raggiunti, per i progressi fatti. Lei
mi incoraggiava a migliorarmi spingendomi a studiare sempre di
più. Lei mi ha fatto scoprire le bellezze della scienza che insegnava.
Le parole possono parlare…. Qualche volta facevo qualche
birichinata in classe. Lei non mi sgridava mai. Lei non sapeva
essere severa. Lei mi fissava con gli occhi lucenti e tintinnando
la testa mi diceva amichevolmente “ Ciuccio!” - questa parola
non la dimenticherò mai. Lei era sempre a capo delle attività
organizzate per la classe, era ragionevole e sorridendo mostrava
quant’era prudente, intelligente, saggia e amava la vita.
Che posso dire… Lei era l’insegnante perfetta in tutti gli aspetti
e significati della parola. La cattiveria non trovava posto vicino a
lei. Lei emanava raggi di bontà e armonia. Vicino a lei ho sentito
soltanto felicità e voglia di crescermi.
Prego che la sua anima riposi in pace!
Cara professoressa Miryam, non ti dimenticherò mai!
Albania, chiamata dai
suoi abitanti Shqiperia.
Nome che probabilmente
ha origine dalla parola
“shqip” che vuol dire aquila
in albanese. La storia dell’
Albania del ‘900 è piena
di eventi ed emozioni che
determinarono il nostro
Albania
presente, il presente degli
albanesi. La sua storia
inizia nel 1912 quando
si dichiara l’indipendenza dall’ impero ottomano, continua
con la prima guerra mondiale, con il governo di re Zog, con
l’occupazione italiana dell’Albania, con il potere assoluto del
dittatore comunista Enver Hoxha e con l’avvento della democrazia
negli anni ‘90. Attraverso questi momenti storici possiamo
costruire la storia dell’Albania del ’900.
Nel 1912 le guerre balcaniche danno il
colpo definitivo all’impero Ottomano
anche nei Balcani. I greci, i serbi e i
montenegrini avanzano ad occupare i
territori albanesi. Però il 28 novembre
1912 un gruppo di patrioti albanesi
a capo Ismail Qemali dichiarano
l’indipendenza
dell’Albania
dall’impero Ottomano. Il nuovo stato
albanese sarà ridimensionato nel 1913
alla Conferenza degli ambasciatori a
Londra, lasciando cosi molti territori
Albania etnica
albanesi fuori dai confini del nuovo
stato. Le potenze europee decidono che l’Albania doveva essere
governata da un principe straniero, cosi affidano il potere ad
un Principe tedesco Guglielmo von Wied, nipote della regina
di Romania che il 7 marzo 1914 arriverà in Albania. Prima dell’
inizio della Prima Guerra Mondiale il principe Guglielmo von
Wied lascia l’Albania, la quale era neutrale ma diventò un campo
di battaglia tra Triplice Intesa ed Triplice alleanza. La guerra
finisce nel 1918 in favore delle forze della Triplice Intesa. Cosi
gli albanesi formarono un governo , dichiarando Tirana capitale
e cominciano a combattere chiedendo l’allontanamento delle
truppe di occupazione.
Stari Zharanjaku, Sezione di Korca
1
Fatti e Scritture
9 MAGGIO: FESTA
DELL’EUROPA.
COME INTEGRARSI
NELL’UNIONE EUOPEA?
Ismail Qemali
Ahmet Zogu
All’inizio degli anni ’20 mentre in Italia dominava il fascismo,
attraverso le prime elezioni parlamentari della primavera del
1921,entra nella scena politica albanese un nuovo protagonista,
Ahmet Zogu (Zogolli). Nel ’22 si proclamò primo ministro,in
seguito, sconfitto nelle successive elezioni, Zogu abbandona il
potere ed è costretto a fuggire in Jugoslavia. Rientrato in Albania
nel ’24, ribalterà il governo di Fan Noli. Un anno dopo proclamerà
l’Albania una repubblica e si farà nominare presidente. Ma nel ’28
trasformerà la repubblica in monarchia e diventerà Re Zog degli
albanesi. Un importante punto di riferimento della politica estera
di re Zog sarà il rapporto diplomatico con l’Italia. Il re Zog aveva
bisogno degli italiani e dei loro soldi. D’altra parte l’Italia,frenando
le spinte espansionistiche della Serbia e della Grecia verso i
territori albanesi,da sempre aveva favorito la formazione e il
mantenimento di uno stato albanese di fronte alle sue coste.
L’Italia,inoltre, si pronunciò a favore della “Grande Albania”che
realizzò,quando più avanti occupò l’Albania. Immediatamente
i due paesi firmano due accordi di amicizia e di sicurezza, ma
con questi accordi l’Italia rafforza il suo controllo sull’Albania. Nel
’38 Galeazzo Ciano (ministro degli affari esteri d’Italia) presenta
a Mussolini un rapporto sull’ Albania, nel quale proponeva
l’occupazione dell’Italia in Albania. Mussolini non era convinto
dell’occupazione dell’Albania, così aspettò ancora un altro
anno per decidere di occupare il paese, ma vedendo la politica
aggressiva del suo alleato tedesco, ritenne opportuno dare anche
lui una dimostrazione di potere,occupando l’Albania.Era il 7 aprile
del 1939,il giorno stesso Re Zog fugge dall’Albania, portando con
sé le riserve auree del paese.
Ma proprio nel ’39 era scoppiata la seconda guerra mondiale e
l’Albania,protettorato italiano,fu coinvolta negli avvenimenti
tragici che toccarono all’Italia e questo favorì la presa di coscienza
degli albanesi e la formazione di un’opposizione organizzata in
gruppi partigiani. Così,alla fine del 1941, accanto ai movimenti
nazionalisti,entra in scena il partito Comunista. I comunisti
riusciranno a controllare le maggiori unità partigiane contro
i fascisti italiani prima, contro i tedeschi che subito dopo l’8
settembre ’43 occuparono l’Albania,
Il 29 novembre del 1945 finalmente il paese fu liberato
dall’occupazione nazi-fascista.
Le grandi potenze riunite a Yalta , segnarono il destino dell’Albania
che, dopo la divisione del mondo in due aree politiche e strategiche
controllate rispettivamente dagli USA e dall’URSS, finì sotto l’area
d’influenza sovietica.
Dal 1945 al 1991 l’Albania fu
governata da un regime comunista
a capo del quale ci fu Enver
Hoxha,un
capo
partigiano
originario del sud dell’Albania che
instaurò un socialismo autoritario
e repressivo di stampo nazionalista.
Enver Hoxha morì nel 1985 e solo
nel 1991 cadde il regime. Durante
questi 20 anni abbiamo visto un
cambiamento nella vita sociale,
economica, politica, del- l’Albania,
anche se ancora è lunga la strada da
percorrere.
Enver Hoxha
Fjona Ismaili, Sezione di Tirana
Diventare
cittadino
dell’UE? Ho la mia
risposta: cambiare
il
modo di pensare. Io
come adolescente e
come un giovane che
cerca di andare avanti
nella vita desidero che le
condizioni di vita del mio
paese mi permettano una
cosa del genere, perciò
l’integrazione
all’UE
è importante. Questa
cosa l’ha inteso anche
la politica albanese, sia
di destra che di sinistra,
e per questo stanno facendo di tutto per raggiungere questo
traguardo.
Ma si sta facendo la cosa giusta? Credo di no, perché io come
adolescente e quasi tutta la mia generazione sto crescendo con
l’idea di non studiare, lavorare e vivere in Albania. Forse è questa
la ragione per cui non siamo ancora all’UE con pieni diritti. Spesso
mi chiedo perché succede questo e la risposta non mi stupisce
affatto perché quella la trovo nel modo in cui noi ragioniamo come
nazione. L’unica cosa che pensiamo è che all’estero esista un’altra
cultura, gente educata, uno stato consolidato di regole dove tutti
rispettano senza sforzo e impegno i diritti reciproci e dove il diritto
di ciascuno finisce dove inizia quello dell’altro... Questo modo
di ragionare emerge perché noi tentiamo di integrarci non per
migliorare veramente noi stessi ma per l’UE la quale ci ha assegnato
12 priorità per aderire. Dobbiamo adempiere a queste priorità
per il nostro bene, dei nostri bambini, dei giovani, del popolo e
se noi facciamo di tutto per il nostro bene allora noi possiamo
costituire una nazione forte e sana con i principi, la cultura e la sua
identità. Tanti dicono che noi siamo dei semplici cittadini e che
non possiamo decidere per una cosa cosi grande ed è vero quello
che loro dicono ma anche i politici in realtà sono dei semplici
cittadini e possono essere paragonati con la gente che li ha scelti
per prendere queste decisioni. Il desiderio di entrare nell’UE senza
voler veramente cambiare modo di pensare, i comportamenti
sbagliati! Questo è lo sbaglio di cui gli albanesi non si rendono
conto. E i politici non si rendono nemmeno del potere che hanno,
quello di prendere decisioni per tutta la nazione e questo potere
viene dato a loro dal Kuran e dalla Bibbia di ogni nazione che è la
costituzione, la quale mette il cittadino per primo e gli consegna il
potere tramite il voto. È tramite quel voto che ogni cittadino può
richiedere che le sue condizioni di vita migliorino solo qualora si
completino non soltanto le 12 priorità richieste. In Albania accade
qualcosa di strano, la politica stabilisce da sé le priorità che i paesi
stranieri le chiedono lasciando indietro le priorità di coloro che li
hanno eletti al governo e come ben sappiamo quel potere glielo
possono riprendere in ogni momento. Perciò io non definisco
priorità l’adesione alla UE ma definiscono priorità politica le
misure che si prendono per la diminuizione della povertà, della
disoccupazione, la crescita economica, una giustizia migliore, per
lo sviluppo della medicina, per la sicurezza di ogni individuo, per
la difesa della nostra identità, per la conservazione della cultura
che dimostra al mondo che noi siamo degli europei e soprattutto
delle misure per la protezione dell’ambiente e della terra la quale
i nostri predecessori antenati ci hanno lasciato per poter crescere
generazioni sane europee e che siano conosciute in tutto il mondo
come albanesi e che siano fieri della loro provenienza.
Forse tanti penseranno che sono un sognatore, il sogno del
quale è irrealizzabile perché chiedo che l’UE ci faccia la richiesta
per diventare suo membro e che ogni decisione che la politica
prenderà lo farà per il bene del suo popolo e non per gli occhi
dei visitatori internazionali o semplicemente per ottenere un
mandato. Forse sono tra i pochi di quelli che pensano che io e i
miei altri concittadini possiamo decidere per il nostro futuro
attraverso i nosri comportamenti. Farò questa cosa cambiando il
modo di pensare e ogni azione la farò per il mio bene e altresì per
i miei diritti e quelli di ogni altro individuo che finiscono li dove
vengono danneggiati i diritti del prossimo.
Bajram LIVADHI, Sezione di Scutari
2
Giornalino della sezione
LE MODELLE
DEL GIORNO
D’OGGI
LA CONDIZIONE
DELLE DONNE
IN ALBANIA
Donne Rosana
C’è una leggenda nella tradizione
culturale albanese che ci fa capire
molto bene il ruolo della donna
nell’immaginario albanese: la
storia di Rozafa. Questa donna
leggendaria fu murata viva da
suo marito e dai suoi fratelli
per annullare una maledizione
che impediva loro di costruire
il castello che sovrasta Scutari.
Prima di morire Rozafa chiese
che le lasciassero fuori almeno un
braccio per accarezzare suo figlio
neonato, un seno per allattarlo e un
piede per dondolare la sua culla.
Questa leggenda ci ricorda che la vita delle donne in Albania è considerata meno
importante di quella degli uomini e che lo spirito di sacrificio delle donne albanesi
sembra non esaurirsi mai.
D’altra parte se si considera il ruolo che il Kanun ha sempre rivestito nella società
albanese, forse possiamo meglio capire qual è il posto che viene assegnato alla donna
nella società albanese,che vive una condizione di subalternità, socialmente accettata.
Tuttavia durante la seconda guerra mondiale, malgrado le tante restrizioni che
caratterizzavano la sua esistenza,la donna albanese partecipò alla lotta di liberazione
antifascista,(6.000 donne fecero parte dell’esercito dei partigiani, in una popolazione
in quel tempo solo di un milione di abitanti) Il regime comunista diede per questo
come premio alle donne uguaglianza giuridica con gli uomini, diritto al voto e stessi
salari.
Così dopo il 1945,le donne sono entrate gradualmente nella vita economica del
paese, diventando forza principale nella produzione sia nelle città che nelle zone
rurali. In quel periodo fu fissata l’istruzione
obbligatoria per le donne e l’abolizione del
Kanun.
Ma siccome l’uguaglianza non è soltanto
un atto legale, ma si realizza anche con una
trasformazione culturale e psicologica,
caduto il regime, la condizione della donna
non continuò a migliorare come avrebbe
dovuto accadere: diminuì la percentuale
delle donne presenti nella vita politica
(prima degli anni ‘90, la percentuale della
rappresentanza femminile era più del 30%;
dopo le elezioni del ‘91 le donne presenti
in Parlamento sono diventate 8 su 140
deputati, la percentuale è quindi scesa al
5,7%) e nel mondo del lavoro (prima degli
anni ’90, coprivano l’80% dell’industria
leggera e del sistema d’istruzione. Oggi, La donna durante il regime
dopo la privatizzazione e la chiusura delle
fabbriche, queste donne sono perlopiù
disoccupate).
Questo non vuol dire che la condizione della donna durante il regime fosse
ottimale;al contrario durante questo periodo la donna albanese era sottoposta a
forti richieste dalla società comunista: la donna doveva crescere i figli, mantenere la
famiglia e fare i turni in fabbrica.
Se ci soffermiamo ad analizzare la condizione delle donne in Albania
dal 1990 ad oggi,cioè nel post-regime,notiamo che in Albania non ci sono stati
cambiamenti innovatori nei costumi sociali, sembra che nella società albanese ci sia
una resistenza ai cambiamenti:le generazioni giovani,soprattutto quelle femminili,
continuano a sposarsi in età piuttosto precoce,l’istituzione matrimoniale è ancora
molto forte ed è difficile mettere su famiglia al di fuori dei legami per così dire “legali”
e la società albanese appare ancora oggi impregnata di forti tradizioni patriarcali. Le
donne albanesi sono portate a credere che a loro non spettino gli stessi diritti degli
uomini e forse anche per questo sono disposte a sopportare la violenza domestica che
spesso ritengono sia un elemento normale del matrimonio.
La violenza domestica in Albania è stata spesso denunciata da associazioni per i
diritti umani come Amnesty International L’arrivo della legge in Parlamento (il 23
gennaio 2006) è stato vissuto come un evento di grande significato. Ciononostante,
a tutt’oggi l’unico avanzamento in sede legislativa è costituito dal nuovo Codice di
famiglia (2003), che stabilisce alcuni provvedimenti per la protezione delle vittime,
oltre a misure volte ad assicurare l’equità e la non discriminazione nelle cause di
divorzio riguardo alla proprietà, alla
custodia e al mantenimento dei figli.
Resta il fatto che i casi di violenza domestica, da quando è stata approvata la legge,
sembrano essere aumentate:dall’inizio del 2011, vi sono stati più casi di donne
assassinate e nessun colpevole in galera.Questo potrebbe non essere un dato del tutto
negativo perché potrebbe significare che finalmente il fenomeno sta iniziando ad
emergere dalle mura chiuse di casa.
Tuttavia qualcosa si sta muovendo e stanno nascendo numerose associazioni che
operano nell’ambito del contrasto alla violenza alle
donne. In particolare, la Regione Emilia Romagna dà il proprio sostegno a questo
tipo di attività in Albania, soprattutto nelle aree di Scutari, Elbasan e Valona,
occupandosi di formazione professionale finalizzata all’inserimento delle donne nel
mondo lavorativo.
Le studentesse della classe XII e V della Sezione Bilingue italo-albanese di Tirana
Ultimamente ci sono stati molti
dibattiti radiofonici, televisivi,
interviste e molto altro, ma
alla fine nulla e’ cambiato: le
modelle
vengono scelte solo
se magrissime.Fa parte del loro
contratto di lavoro non dover
ingrassare.Ma gli stilisti perche’
venerano cosi’ tanto un fisico
“pelle e ossa”? Lo fanno anche
loro per esigenze legate al
denaro, nella brutta convinzione
che le “donne stecchino”
riescono a pubblicizzare meglio
il prodotto.E purtroppo non si
pensa a questi cattivi esempi che
vengono mostrati.
Ormai essere scheletriche per ogni
donna e’ diventata un’osssessione. I modelli che vengono proposti
dal business della moda sono fatti apposta per non farci sentire
belle. Recenti sondaggi dimostrano che la percentuale delle donne,
tra le quali la maggiorparte tra i 15 e i 25 anni, sono affette da
anoressia e la percentuale sta aumentando.
E’ il periodo dell’adolescenza quello in cui l’animo e’ scosso, la
personalita’ non e’ ancora definita, il periodo piu’ critico quando
queste donne tendono a imitare queste figure apparentemente
perfette.
Ma l’anoressia non comporta soltanto problemi e disturbi alimentari
ma anche psicofisici.Di anoressia soffrono sempre piu’ soggetti
che soffrono d’insicurezza, mancanza di autostima,situazioni
familiari particolari.Per questo non serve solo l’intervento di un
medico ma soprattutto di uno psicoterapeuta.Ma la cosa migliore
da fare, il vero e proprio miracolo, e’ bandire le barbie dalla
televisione e dai quotidiani
una volta per tutte.
Francesca Basha, Sezione di Tirana
VIDEOCONFERENZA CON IL
LICEO MARCONI DI PARMA
Il 7 dicembre abbiamo partecipato ad una videoconferenza con una classe
del Liceo Scientifico di Parma. Questo era un progetto che I ragazzi italiani
avevano preparato da tempo, informandosi sulla nostra cultura e societa’ per
farci delle domande specifiche al fine di capire meglio il rapporto tra maschi
e femmine e la condizione della donna in Albania. Infatti il tema di questo
incontro era: “ La violenza sulle donne”. Prima della videoconferenza sia la
nostra classe che quella dei ragazzi di Parma ha avuto un incontro con tre
operatrici del centro antiviolenza di Parma: una sessuologa, un’avvocato
e una sociologa. Assieme alla classe del quinto anno ne e’ nato un dibattito
molto interessante sulla condizione della donna in Albania, sul fatto che e’
molto sottovalutata dal mondo maschile a causa della mentalita’ maschilista.
Questo si notava anche nelle risposte delle ragazze quando si trattava delle
relazioni che hanno con I maschi o sul sesso, infatti erano molto imbarazzate
e cercavano di evitare l’argomento. La videoconferenza si e’ tenuta in una
biblioteca recentemente inaugurata dal commune di Tirana dove all’interno
vi sorgera’il “Centro Donna” spazio dedicato alle donne in cui sarà attivato
uno sportello informativo con servizi di ascolto e consulenza alle giovani
donne della citta’. Dopo aver rotto il ghiaccio a causa dell’imbarazzo iniziale, I
ragazzi di parma hanno cominciato a darci informazioni e statistiche relative
alla violenza sulle donne in Italia e in seguito tra loro hanno messo in scena
delle scenette per chiarirci i diversi modi di comportarsi degli adolescenti
italiani nelle loro relazioni. Successivamente, alternandoci, anche noi abbiamo
parlato della condizione difficile della donna albanese e dei motivi per cui in
Albania e’ ancora discriminata dagli uomini,cercando di capire le ragioni di
questa mentalita’ ancora molto chiusa e all’ “antica”. Questa esperienza e’ stata
molto proficua per noi sotto molti aspetti: abbiamo appreso informazioni di
cui probabilmente prima non eravamo a conoscenza, abbiamo fatto pratica
con la lingua italiana e oltretutto e’ sempre positivo relazionarsi con ragazzi
di nazionalita’ diversa dalla nostra. Ma come lo e’ stato per noi, sara’ stato
sicuramente proficuo anche per loro poiche’ hanno sentito raccontare nostre
esperienze private e quotidiane, diverse dai soliti cliché’ di cui tutti sono a
conoscenza e che si possono trovare facilmente sui giornali e su internet.
Megi Pecu, Sezione di Tirana
3
Fatti e Scritture
L’AMBASCIATORE
D’ITALIA VISITA LA
SCUOLA ‘’ISMAIL
QEMALI’’.
Mercoledì,29.02.2012 nella scuola Ismail Qemali è venuto
l’Ambasciatore d’Italia Massimo Gaiani. Lo accompagnavano
rappresentanti delle istituzioni italiane in Albania : il Dirigente
dell’Ufficio Scolastico prof:Vito Stigliani e il Consigliere Diplomatico,
Dott.ssa Stefania Fancello, e da rappresentanti del MASH : il Vice
Ministro del MASH Halit Shamata , la Direttrice del DAR Ariana
Bekteshi ,Fatmir Vejsiu,Direttore degli studi preuniversitari, la
Direttrice della scuola, prof.ssa: Vojsava Thanasi e tutti I docenti
della sezione. Sono venuti anche giornalisti delle televisioni albanesi
e italiane.
Per prima ha parlato la Direttrice Vojsava Thanasi, presentando
gli ospiti agli alunni. La prof.ssa Ester Berberi ha tradotto le
parole della Direttrice all’Ambasciatore. Poi è seguito il discorso
dell’Ambasciatore che ha parlato dei nostri due paesi e dei rapporti
che sono sempre esistiti tra l’Italia e l’Albania, infine ha chiesto agli
alunni perchè hanno scelto di frequentare la sezione bilingue. Ha
risposto Eni dicendo che aveva scelto la sezione perchè adora l’Italia
e conosce molto bene l’italiano.
Avendo già ricevuto la risposta di Eni l’Ambasciatore ha chiesto
che cosa aspettano gli alunni da questa sezione. Ha risposto Enada
dicendo che aspettano buone opportunità per studiare all’Estero sia
in Italia sia in Europa, ma anche per quelli che vogliono studiare qui
in Albania la sezione bilingue offre buonissime opportunità perchè
ha dei coefficienti alti, che danno un’ampia possibilità di scelta agli
studenti che escono dagli studi superiori.
A questo punto, alcune delle ragazze della classe hanno
offerto dei fiori all’Ambasciatore, alla Direttrice del DAR e al Vice
Ministro del Mash. Prima che l’Ambasciatore e il Vice Ministro ci
lasciassero, I giornalisti italiani li hanno fatto intervistati. Dopo
che l’Ambasciatore e gli altri visitatori se ne sono andati , il giornalista
italiano ha voluto riprendere un’ora di lezione. Poi hanno intervistato
la prof di letteratura italiana, Rosanna Marotti e parecchì alunni
quali: Enxhi, Eni, Erik, Karola, Pamela e Lidja.
ll giornalista ha informato gli alunni che avrebbero potuto
guardare la cronaca su internet siccome non possono guardare Rai3.
MELFI
In occasione delle Olimpiadi internazionali della Multimedialità che
si sono tenute a Melfi dal 23 al 25 marzo,la scuola “Ismail Qemali” è
stata rappresentata da un gruppo di studenti e docenti con il supporto
dell’Ambasciata Italiana, il Ministero dell’Istruzione della Repubblica
di Albania. Le Olimpiadi si sono svolte nel Liceo Scientifico Statale di
Svevia Federico II di Melfi,
una graziosa cittadina della Basilicata.Alle Olimpiadi,oltre a studenti
provenienti da tutta Italia, hanno partecipato studenti di vari paesi del
mondo come la Cina, Svezia, Ungheria,oltre all’Albania.
La mattina in cui doveva avvenire la competizione, un funzionario del
Ministero della Pubblica Istruzione Italiano ha letto,nell’Aula Magna
del Liceo Federico II di Svevia, davanti a tutti i partecipanti, il tema del
concorso : l’uso delle moderne tecnologie informatiche nella scuola
del futuro. I partecipanti avevano otto ore a disposizione per svolgere il
tema e produrre un corto di tre minuti. Il terzo giorno delle Olimpiadi
è stato annunciato il vincitore /vincitrice dopo che la Commissione ha
analizzato il lavoro dei concorrenti.
Gli studenti della scuola “Ismail Qemali” sono tornati da questo
concorso vincendo un premio con la motivazione: Gruppo dei
Rappresentanti Esteri più Attivi alle Olimpiadi.
I nostri studenti sono stati invitati ad una visita di un giorno dal
sindaco del comune di Barile, paese abitato da Arbëresh, i discendenti
degli albanesi che nel XV secolo si rifugiarono in Italia dopo la morte
di Skanderberg per fuggire dai turchi che avevano invaso l’Albania.
Tutti gli studenti che hanno partecipato alle Olimpiadi del MediaShow
ringraziano tutti coloro che hanno permesso la loro partecipazione
a questa importante Manifestazione: il Dirigente Scolastico Liceo
Scientifico Federico II, Prof.Michele Corbo che li ha invitati, l’Ufficio
Scolastico dell’ Ambasciata d’Italia, la Direttrice e il personale della
scuola Ismail Qemali. senza dimenticare i rappresentanti del Comune
Barile per la calorosa ospitalità riservata agli studenti albanesi.
Gli alunni del Liceo “Ismail Qemali” Sezione di Tirana
IL NOSTRO
VIAGGIO IN ITALIA
Enada Vishi, Sezione di Tirana
INTERVISTA
ALL’ AMBASCIATORE D’ITALIA
Il 27 aprile 2012 alcuni alunni della sezione bilingue italo-albanese di
Tirana , la 10 classe del liceo ‘’Ismail Qemali’’ e la 12 del liceo ‘’Asim
Vokshi’’, hanno incontrato Sua Eccellenza Illustrissima l’Ambasciatore
Massimo Gaiani presso la sala conferenze dell’Ambasciata Italiana
a Tirana. Durante il breve colloquio quasi tutti hanno posto
all’ambasciatore delle domande riguardo le possibilita’e le condizioni
future degli alunni della sezione per intraprendere gli studi in Italia.
Il nostro viaggio in Italia..... Posso descrivere con una parola:
meraviglioso. Ci siamo divertiti molto e abbiamo imparato delle cose
nuove . Una delle cose che mi è piaciuto di più è l’amicizia che abbiamo
stretto con gli studenti italiani. La loro scuola aveva molti laboratori e
questo faceva si che la lezione si capiva meglio . Abbiamo fatto anche
una visita in una città vicino a Melfi, Barile che è abitata dei arberesh
, i nostri antenati dal tempo di Scanderbeg . Mi ha impressionato la
preservazione della cultura e delle tradizioni. Dopo ci siamo andati
al teatro . Non avevo mai visto ragazzi che recitavano,cantavano e
ballavano nello stesso tempo . E poi la cena di gala che è stata aperta
con i suonatori che suonavano la musica tradizionale e anche la gente
che la ballava . Non posso raccontare tutto ciò che è successo ma devo
dirvi che voglio tornarci senz’altro di nuovo .
Ina Topi X Liceo I.Qemali Sezione di Tirana
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Giornalino della sezione
VISITA AI SASSI
DI MATERA
La parte più bella di questo viaggio è stata la visita nella città antica
di Matera. A parte gli amici e gli scherzi che abbiamo fatto durante il
nostro viaggio, questo è stato il posto più rilassante e silenzioso dove
sia mai stato. Io e il mio amico Xhino siamo rimasti su una roccia non
accessibile al pubblico , che secondo me era il posto più bello che abbia
mai visto. Giù si vedeva lo scorrimento di un fiume che si situava in
mezzo a due colline molto alte. Dalla parte in cui stavamo noi c’erano
le vecchie case costruite su una roccia di granito. Era un paesaggio
mozzafiato. Delle grotte erano situate nell’ altra
parte del fiume su tutta la facciata della collina . Potevamo
restare lì per ore , ma dovevamo andare , e quel paesaggio mi
rimarrà incollato nella mente forse per sempre e non me lo scorderò
mai.
Egel Xhaferaj, Sezione di Tirana
A BARILE
Il nostro viaggio a Melfi é stato indimenticabile. Mi sono divertita
molto ed ho imparato un sacco di cose. Ho incontrato molte persone
ed ho fatto tanti nuovi amici, sia italiani, sia anche di altri paesi.
La cosa che mi ha impressionato di più é l’accoglienza , soprattutto
quella dei cittadini di Barile, una cittá italiana dove vivono dei cittadini
di origine albanese che si chiamano “arberesh”. Barile é una cittá
vulcanica bellissima dove ci sono numerose cantine di vino.I cittadini
di Barile sono stati molto accoglienti. Loro erano così felici che alcuni
albanesi stavano visitando la loro cittá e cercavano di parlare con noi
in albanese, ma la loro albanese era molto vecchia e non ci capivamo
bene.
Abbiamo visitato la cittá con la guida del vicesindaco di Barile che ci
ha portato a vedere anche un palazzo museo con una mostra di quadri
dipinti e qualche stanza con dei mobili dell’epoca.
Dopo questa visita, il vicesindaco ci ha invitato a cena in uno dei
ristoranti più buoni di Barile.
Elma, Sezione di Tirana
QUELLI CHE A
MELFI NON SONO
STATI…..
Riflessioni degli alunni della classe X del Liceo I.Qemali che non sono
partiti
Quello che mi è piaciuto di più della descrizione che i nostri compagni
ci hanno fatto, è l’esperienza di conoscere nuovi amici e di comunicare
con loro, nella loro lingua. Conoscere nuovi amici è molto interessante,
perchè parlando con loro, non solo durante il concorso, ma anche
mantenendo l’amicizia
in network, possiamo scambiare delle
esperienze, impariamo nuove cose sulle culture dei loro paesi e delle
loro scuole. Però non solo questo. Noi possiamo perfezionare le lingue
che sappiamo ed imparare nuove parole. Durante la descrizione, mi ha
molto incuriosita il fatto che uno dei nostri compagni di classe, Jon
ha imparato alcune parole in cinese. Adesso, lui ha anche amici cinesi.
Adela Zalli, Sezione di Tirana
Una cosa che mi è piaciuta quando i nostri amici che sono andato a
Melfi raccontavano era la loro visita nel liceo scientifico “Federico II di
Svevia”.Mi sarebbe piaciuto seguire un’ora di matematica, di letteratura
e perche no anche un’ora d’inglese.
Adoro conoscere altre persone della mia età e una amica mia mi ha
detto che durante il viaggio a Melfi hanno conosciuto alunni italiani,
svedesi, ungheresi e cinesi.
Durante questi cinque giorni di riflessione in Albania ho imparato
bene che non devo dire mai che il passaporto non mi serva e che lo
farò dopo.
Non si sa mai quando ti sarà dato un’opportunità simile a questa.
“150º ANNIVERSARIO
DELL’UNITA’ D’ITALIA”
“150º anniversario
dell’Unita’ d’Italia”:
un progetto della
Sezione Bilingue di
Scutari - “Gli Arbëresh
nell’Unificazione Italiana
e nell’Indipendenza
Albanese”
In occasione del 150º
Anniversario
dell’
Unità d’Italia, la Sezione
Bilingue
italo-albanese
del Liceo “Shejnaze Juka”,
in collaborazione con l’Università di Scutari, con il supporto del
Consolato e dell’Ambasciata d’Italia, ha realizzato un progetto con
tema “150º anniversario dell’Unita’ d’Italia: narrazioni, memoria,
documenti e prospettive”.
Alla realizzazione di questa iniziativa hanno contribuito con il loro
impegno professori e alunni di questo liceo. Le classi coinvolte nella
preparazione del progetto sono state la XI E e la V E, le quali sono state
suddivise in gruppi sulla base dei livelli di competenza e dell’obiettivo
della divisione dei compiti della ricerc a delle informazione.
Abbiamo lavorato per un intero anno scolastico. Durante questo
periodo noi studenti abbiamo partecipato al Cineforum e abbiamo
anche scritto una ricerca. Per questo lavoro, siamo stati divisi in gruppi
in cui ognuno di essi doveva avere discrete capacità linguistiche di
base in italiano e anche una buona conoscenza della storia italiana
del periodo per affrontare bene un argomento storico preciso, cioè
la partecipazione della comunità arbëreshë alla formazione dello
Stato unitario e il contribuito di arbëreshës e italiani all’Indipendenza
dell’Albania
Gli
inizi
della
vicenda sono nel
19 ° secolo, quando
la cultura Arbëresh
, presente in alcune
località della parte
meridionale d’Italia,
ha avuto un grande
sviluppo culturale
e patriottico, grazie
all’importante
attività
culturale
e politica dei due
collegi
grecoarbëresh di Calabria
e Sicilia.
Tra i rappresentanti di questo movimento radicale e liberale degli
Arbëresh ricordiamo i principali esponenti: Pasquale Scura, Luigi
Giura, i quali al momento della dittatura di Garibaldi hanno assunto
la carica di ministro. Non si devono comunque dimenticare anche
alcune altre personalità di rilievo come: Domenico Mauro, Angesilao
Miano e Francesco Crispi, senz’altro il più noto, che, in seguito,
diventa primo ministro del nuovo Regno d’Italia.
Un altro obiettivo della nostra ricerca è stato quello di studiare gli
interventi, i contributi degli intellettuali Arbëresh alle lotte per il
riconoscimento dei diritti politici e culturali della patria di origine,
l’Albania. Il loro aiuto per la questione nazionale divenne ancora
più deciso e urgente a seguito della creazione della Lega di Prizren
(1878) dove le forze democratiche patriottiche albanesi, fino a quel
momento non avevano avuto nessun tipo di collaborazine dall’esterno,
riuscirono a fare un passo molto importante, rendendosi contro degli
atteggiamenti espansionistici degli altri paesi dei Balcani, cercando
cosi l’autonomia politica e amministrativa del loro Paese.
Le relazioni italo-albanesi sono antiche quanto i nostri due paesi.
La storia è testimone di un rapporto stabile di interessi e benefici
reciproci nello sviluppo economico, politico e culturale delle due
civiltà. Abbiamo visto dunque che non è un caso che nelle brigate di
Garibaldi abbiano combattuto e abbiano versato il sangue per la libertà
e l’unione dell’Italia centinaia di arbëresh. È altrettanto riconosciuto il
contributo dell’Italia per l’indipendenza dell’Albania e specialmente
i suoi sforzi nella Conferenza di Londra, assieme all’Austria per la
creazion e di uno Stato Albanese indipendente.
Amela HAVERI, Erjon ZENELI, Sezione di Scutari
Anxhela Doku, Sezione di Tirana
5
Fatti e Scritture
I PICCOLI SCRIVONO
Poesie da Scutari
LE STAGIONI
Viene l’Autunno
con tanti frutti
con foglie gialle
e venti brutti
E poi l’Inverno
con piogge forti
con ghiaccio e neve
e poco sole
La Primavera
è una bellezza:
esplosione di uccelli
e fiori
PRIMAVERA
Primavera dolce Primavera
sei arrivata finalmente
mi hai rallegrato
mi hai svegliato
con i tuoi fiori e i colori
il cuore mi hai scaldato
Arida Bushati
No, da ragazzo non pensavo di fare il direttore ma durante gli anni
ho avuto una crescita professionale di rilievo e gli altri mi hanno dato
fiducia: a volte le cose vengono da sole…
Le piace questo lavoro?
Sì, è un lavoro che si lega direttamente con la professione
dell”insegnante, è un lavoro che ho ammirato da sempre,e poi ti senti
responsabile perchè l’educazione e la formazione di questi bambini e
ragazzi e’ affidato a noi . Il mio ruolo e’ quello di pianificare, organizzare
e dirigere tutto il percorso diadattico e di perseguire gli obiettivi che
questa scuola si preffigge .
3. Qual è il vostro rapporto con le lingue straniere ? Le piacciono
le lingue straniere?
Naturalmente che sì . Parlo un po’ l’inglese e l’italiano. Penso che oggi
le lingue straniere siano importantissime e il nostro compito è quello di
diffonderle . Per noi poi sono come un passaporto per intergrarsi nella
Comunità europea.
E la lingua Italiana le piace?
Sì ,mi piace molto, la parlo poco ma la capisco abbastanza , questo
anche grazie agli audiovisivi che mi hanno aiutato molto, la lingua
italiana e’ molto piacevole.
4.Che cosa pensa dell’introduzione dell’insegnamento nella della
lingua Italiana nella nostra scuola?
La calda Estate:
giorni lunghi
gioiosi
con odore di mare e giochi
Penso che sia importante dare spazio ad altre lingue che non siano
l’Inglese e il Francese ,conoscere lingue che sono diventate un ponte
verso i paesi vicini come l‘Italia.E’ una buona possibilita’ anche per chi
vuole continuare gli studi , per l’aspetto culturale .
Gersi Bajrahatari
5. Le sembra interessante l’ insegnamento della lingua Italiana
effettuato in codocenza ?
ESTATE
GIORNI DI
PRIMAVERA
2.Voleva fare il direttore fin da piccolo ? Se no cosa voleva fare ?
Estate : buona stagione
con azzurro mare e giallo sole
Le temperature sono grandiiii!
E tutti dicono :”Che estate”!!!
Estate: un animale che gioca
con il mare
e viaggia con le barche
all’infinito..........
Enes Tafili
Luce, tepore e fiori
Profumi e buoni odori
Pioggerella leggera
Questa è la Primavera
Ho sempre appoggiato questo tipo di insegnamento .Nelle nostre
scuole non si applica molto anche se cerchiamo di realizzare una
cosa simile alcune volte. .Penso che sia una cosa positiva dal punto
di vista professionale ,uno scambio di esperienze che può dare molto
e nelle nostre classi il ruolo di due insegnanti fa si che ci sia un buon
rendimento negli alunni.
6. Pensa che i ragazzi che stanno studiando l’ italiano avranno
qualche possibilita’ in piu’ in campo lavorativo?
Perchè no! Chi studia una lingua straniera ha sempre piu opportunita’.
I nostri ragazzi hanno un programma di 5 ore alla settimana e per
loro conoscere bene la lingua italiana, alla fine del percorso, sara’ un
vantaggio in piu’.
La ringraziamo di questa intervista e del tempo che ci ha dedicato.
Arida Bushati, Enes Tafili, Fisnik Reci, Sezione di Scutari
La primavera ha un solo sole
IL FUTURO
INTERVISTA CON IL
DIRETTORE DELLA
SCUOLA DI BASE ISMAIL
QEMALI : YMER VILA.
Io e i miei compagni Enes e Fisnik della classe VI E, Sezione
bilingue,abbiamo fatto un’intervista al nostro direttore : ci piace sapere
cosa pensa della nuova Sezione bilingue che ha aperto quest’anno le
porte per noi alunni dell’Ismail Qemali. Ed ecco il risultato.
1.Come ha fatto a diventare direttore scolastico ? Ci parla un po’
della sua carriera?
Ho finito gli studi nel 1982 e mi sono laureato in matematica e fisica .
Ho avuto delle esperienze lavorative come insegnante e poi come vice
direttore a Puka. Poi ho seguito diversi corsi di qualifica organizzati dal
MASH e ho lavorato come ispettore al DAR . Sono stato direttore della
scuola Ndre Mjeda per 4 anni e infine , quest’anno sono 7 anni che
sono qui al Qemali e a dire il vero mi sembra ieri!
6
Credo che tutti voi abbiate immaginato, a vostro modo, come
sara’ il futuro,come saranno le macchine,gli edifici ecc.Anche io
ho il mio modo di immaginarlo e mi piacerebbe raccontarvelo.
Nel futuro le macchine andranno ad acqua e da esse non
usciranno fumi, ma bolle.Gli edifici saranno piu’ alti e i vecchi
palazzi non ci saranno piu’ ,cosi ci sarà piu’ posto per i parchi,
per i bambini e per i fiori.A scuola non lavoreremo piu’ con libri
e quaderni ma con Lap top e IPad.Le nostre mamme non si
stancheranno piu’ con i lavori domestici perche’ un robot farà
tutto per loro.Quando le persone lo vorranno,potranno prendere
in affitto una macchina del tempo per visitare chi non vive piu’.
Cosi mi piacerebbe il mondo nel futuro;ecologico, bello e forse
tutti saranno piu’ felici.
Melisa Balla, Sezione di Tirana
Giornalino della sezione
LA PASSIONE PER LA DANZA
Una delle mie passioni è la danza.Io frequento un corso di
balletto in un centro vicino alla mia casa che si chiama:”Centro
Multifunksionale TEN”dove io seguo anche il corso di pittura però
amo soprattutto il balletto perchè mi fa muovere,mi fa tenere il
corpo in forma e mi vivifica.Mi dà gioa ed emozioni in particolare
quando sono in scena. Così io ho partecipato a tanti eventi fin da
piccola: ho ballato al Teatro Opera,all’ Accademia dell’ Arte,al Circo
di Tirana,al Palazzo dello sport e rappresentazioni fatte per il Nuovo
Anno e per il Giorno di Estate.Noi abbiamo una maestra molto brava
che si chiama Giuli, lei ci insegna diversi tipi di danza come il Walts
che richiede eleganza,allungamento delle mani e delle gambe.Questa
è una danza che richiede il vestito bianco,danzando sopra i piedi ed
è accompagnata dalle emozioni della belllisima Belly Dance che è
un tipo di danza che richiede flessibilità ed elasticità del corpo.La
maestra ci insegna anche la danza moderna come per esempio la
Pampi e la Danza Kuduro.Le caratteristiche di questo tipo di danza
sono il ritmo e i movimenti veloci.Però anche le danze Popolari
Tradizionali Albanesi sono bellissime come la danza tradizionale
popolare di Tirana e di Tropoja.Queste danze sono le preferite dal
pubblico.Io voglio continuare a danzare e desidero diventare una
ballerina professionista, però senza lasciare la scuola.
MALDA LIKA, SCUOLA BUDI CLASSE VI A
LA FESTA DELLA
PRIMAVERA
LA MATITA MAGICA
Un giorno io ero nella mia camera
di letto e studiavo per il giorno dopo,
perchè avevo un test molto difficile.
Dopo un ora mio padre viene nella
mia camera con un nuovo computer.
Io ero molto felice, ma mio padre
dice che non posso giocare al
computer se non ho finito di studiare
per il test.Io, con il grande desiderio
di giocare, mento al mio papà, e gli
dico che ho già finito i compiti.
E cosi ho giocato tutta la notte con il
computer.Il giorno dopo mi sono svegliata tardi. Avevo dimenticato
il test! Non avevo fatto niente!
Mentre stavo andando a scuola in fretta , ho visto una donna anziana
che mi ha sgridato molto perchè stavo correndo. Quando la donna è
andata via, io ho continuato a camminare.
Ho visto una matita nella strada, l’ho messa nel zaino e sono andata
di nuovo. Quando sono entrata in classe ho visto il test sul mio
banco.”Fai il test” dice la professoressa. Ma io non sapevo niente!
In quel momento ho visto una luce fortissima nel mio zaino. Era
una matita che comincia a scrivere tutto il test. Quando ho finito,
ho dato il test alla professoressa. “Dieci!!” ha detto. Sono stata molto
felice,ma ho capito che tutte le cose hanno il loro tempo. Giocare e
studiare.
Sindi Zotaj, Sezione di Tirana
EVVIVA IL TEATRO!!
Noi ragazzi della VI F, Sezione Bilingue della scuola “Ndre Mjeda”,
abbiamo preparato nel mese di marzo lo spettacolo teatrale:
“Pinocchio”
Poi è arrivato il giorno della rappresentazione, sono venuti i genitori
e gli amici...c’era anche la Direttrice...Che emozione!!
La giornata di primavera!
In Albania noi festeggiamo la giornata di primavera .In questa festa
noi facciamo tante cose:
giochiamo insieme,prepariamo dolci e regali, cantiamo canzoni
tradizionali albanesi e.danziamo. I dolci preferiti sono ballokumet.
Sono preparati con:zucchero,farina,burro,latte.
A mezzanote noi raccontiamo storie spaventose per allontanare le
streghe.
Tutti facciamo braccialetti di buona fortuna.Così noi siamo fortunati
per tutto l”anno.
Questa festa per la prima volta è stata festeggiata ad Elbasan e dopo
in altri città.
Mi piace molto questa festa perchè posso stare tanto tempo con la
mia famiglia.
Scuola Pjeter Budi, Sezione di Tirana
IO E LA LINGUA
ITALIANA
Io sono Sara Nika e studio nella sezione bilingue della scuola “Pjeter
Budi”. Noi studiamo due lingue : la lingua Italiana e la lingua inglese.
Io sono nella sesta classe e ho un libro di italiano, il suo titolo é:
“Progetto Italiano Junior”.
In questo libro italiano io con i miei compagni di classe, abbiamo
imparato: gli articoli determinativi/indeterminativi; i verbi regolari/
irregolari, i numeri; gli aggettivi e i pronomi possessivi e i tempi dei
verbi.
In Dicembre, prima di Natale, nell’ ora di lingua italiana noi, con le
nostre insegnanti, abbiamo giocato a “TOMBOLA”.
Io dico insegnanti al plurale perché noi abbiamo due insegnanti, una
é italiana e l’altra é Albanese.
Secondo me i bambini devono studiare la lingua italiana perché
é bella e interessante. Lo studio delle lingue straniere ci aiuta a
comunicare e a conoscere culture e paesi diversi.
Geppetto il falegname e la fata Turchina. Il gatto e la volpe truffano
il povero Pinocchio.
II cattivo Lucignolo convince
Pinocchio....e via verso
il Paese dei Balocchi!!
Brrr!!! Che freddo nella
pancia del pescecane.
Sara NIKA, Sezione di Tirana
Che storia comovente !
7
Fatti e Scritture
LA PAGINA
DELLA
CULTURA
TEATRO A SCUTARI
SCRITTURA TEATRALE PER IL CARNEVALE DI SCUTARI
TRIALOGO IN MASCHERA
(CON ACCOMPAGNAMENTO DI CHITARRA)
PERSONAGGIO STORICO, PERSONAGGIO LETTERARIO E
MASCHERA ARLECCHINO SI PRESENTANO
CARLO GOLDONI Mi chiamo Carlo Goldoni e ‘gondolavo’ nella
bella Venezia a fine ‘700. Il Carnevale ed io? Una sola cosa [baci
nelle due mani poi unite, una rappresenta Carlo GOLDONI, l’altra il
CARNEVALE]. Nessuno ha scritto tante commedie come me per
festeggiarlo. Girovago in tante citta’ italiane, son poi partito per la
Francia. Uh! [sbalordito] Parigi, la corte, il re, i teatri, le maschere, la
rivoluzione [allegria], la rivoluzione [segno della ghigliottina].
Sono Carlo, cittadino del mondo, ho scritto in italiano, dialetto
veneziano e.. Leggete! Leggete la mia vita, MEMOIRES, ho ‘giocato’
anche con il francese [segno ironico di vanteria].
MIRANDOLINA - Lasciatemi parlare lasciatemi parlare [cantando
sulle arie dell’Italiano] son Mirandolina, la Locandiera italiana vera,
sono il tuo personaggio, la tua luce, tu luz, ta lumière. Mirandolina non
dimenticate! La prima donna, the first woman, gruaja e parë moderna.
Ho avuto io bisogno della protezione degli uomini? no
Nobile? No. Scema? No.
Lavoro, lavoro, punoj, punoj....e amoooore.
Mi piace piacere ma mi piace far da me.
“Tutto il mio piacere consiste in vedermi servita, vagheggiata, adorata.
Questa è la mia debolezza, e questa è la debolezza di quasi tutte le
donne.” (da “La locandiera’)
Padronl? Protettori? Non fan per Mirandolina. Per me: no padroni!
[gesticolando e canticchiando]
ARLECCHINO –Oh bella! Siamo tanti che cerchiamo un padron, e mi
ghe ne ho trovato uno, due... Come diavol devo far? Tutti due li posso
servir. E no? E perché no? [da “Servo di due padroni”]
Hola! Chi sono? Arlecchino mi presento tutte toppe ma contento. Io
sono il CARNEVALE, le carnaval c’est moi, colori, stracci, e lasciatemi
divertire!
W W IL CARNEVALE ARRIVA
A CARNEVALE OGNI SCHERZO VALE
[dondolandosi e canticchiando]
BASTA CON I PIACERI DELLA CARNE!
FACCIAMO GODERE ANCHE LE VERDURE.
CARLO GOLDONI Abbiam fatto ridere mezza Europa
MIRANDOLINA
In manicomio, durante la Rivoluzione Francese:
“Perché ogni volta che deve prendere la medicina lei canta l’inno
nazionale?”.
ARLECCHINO “Mi preparo alla presa della Pastiglia, no?”.
[IN CORO SALTELLANDO I TRE PERSONAGGI con trombette
finali, lazzi e sberleffi]
E’ arrivato il Carnevale,
tutto il mondo è in allegria!
Van ballando van cantando
i ragazzi per la via.
Sezione di Scutari
8
A VENEZIA E A
SCUTARI LA MAGIA DEL
CARNEVALE CONTINUA
Venezia e Scutari sono due città d’Italia e d’Albania molto diverse,
però tra loro esiste un certo legame che le unisce come due particelle
d’un intero. Per secoli la parola “Carnevale” in queste città ha
rappresentato allegria, gioia e divertimento. Nelle due città durante
questo periodo si è sempre festeggiato al massimo. Le maschere sono
il simbolo del Carnevale perché nel passato, in quei giorni, era l’unica
possibilità dei ceti più umili di diventare quasi simili ai più potenti,
essere quindi un’altra persona. Infatti secondo le leggende veneziane
le maschere erano usate principalmente dai giovani della città per
corteggiare le belle ragazze, poi esse cominciarono ad essere usate
principalmente dai nobili che volevano uscire dagli schemi della vita
veneziana.
Adesso siamo ad
aprile, non troppo lontano dall’ultimo divertentissimo Carnevale e sia
a Scutari che a Venezia, ai tempi d’oggi, queste feste ormai tradizionali
hannno continuato a significare tanta gente per le strade, musica,
maschere e tante risate. Ciò che molti non sanno è come è nato il
Carnevale, la storia di questa festa che stampa un sorriso negli occhi
dei bambini quando ne parlano. Venezia, la più vecchia festeggiatrice
del Carnevale, documenta la festa fin dal 1094 ma il manoscritto
ufficiale che la menziona è del 1296 quando il Senato della Repubblica
dichiara festivo l’ultimo giorno della Quaresima. Cosi la tradizione è
proseguita ogni anno fino ai giorni d’oggi, eccetto un periodo quando
la Repubblica di Venezia cadde nelle mani degli austriaci e dei francesi.
Invece a Scutari la prima organizazzione della festa si registra nel 1860
fino al 1943 quando per ragioni politiche non si celebrerà più. Questa
festa ha ripreso
la sua vecchia
gloria solo nel
1998. E parlando
del
Carnevale
in
questa
città
proprio
q u e s t’a n n o
nel
100°
anniversario dell’
In d ip e n d e n z a
d e l l ’A l b a n i a
Maschera Vincente
si sono fatti
dei
grandi
festeggiamenti. La festa è durata ben quattro giorni e la musica, le
danze e le maschere sono state scelte come tema principale. Nel primo
giorno si è svolto il grande “Opening” e l’inizio delle celebrazioni con
i rappresentanti di tutte le classi delle scuole medie e medie superiori
della città. Anche la Sezione Bilingue ha partecipato alle sfilate con
magnifici costumi. Poi nel secondo giorno, che è stato dedicato agli
adolescenti, varie bande hanno suonato LIVE e ci sono stati offerti
dei cibi tradizionali del Carnevale da assaggiare. Il terzo giorno è stato
tutto dedicato ai i bambini, i loro personaggi preferiti hanno fatto il
giro della città accompagnati dai piccini con genitori, fratelli o sorelle
maggiori oppure nonni. Ma nessun giorno è stato così spettacolare
come l’ultimo. La grande folla intorno allo spauracchio carnevalesco
che si bruciava è stato di sicuro qualcosa di diverso da tutto ciò che si
è mai visto. I festeggiamenti sono continuati anche con la “Sera GALA”
al teatro “Migjeni”
dove sono stati
premiati
la
poesia, la pittura,
la
fotografia,
la
maschera
più bella ecc..
Tra
molti,
la
vincitrice
del
costume
più bello e la
maschera
più
originale è stata
Denada Thana,
studentessa del
liceo bilingue “Shejnaze Juka”.
Un altro potente legame tra Venezia e Scutari è dato dalle maschere.
Da anni le maschere usate a Venezia sono prodotte a Scutari in una
fabbrica artigianale che ha il nome del personaggio simbolo del
Carnevale, Arlecchino. Più di 30 mila maschere vanno da Scutari
a Venezia ogni anno per il Carnevale. E passando dalle maschere
ai grandi artisti, pittori, scrittori, musicisti che hanno dedicato al
Carnevale delle grandi opere come Filip Ndoca, Gjon Karma, Kole
Gurashi, Andrea Skanjeti e anche a quello di Venezia come Wagner,
Byron, Ugo Foscolo, Boucher e Fragonard. Tra gli artisti che si sono
Giornalino della sezione
occupati del Carnevale di Venezia non dimentichiamo di certo un
padre del teatro europeo: Carlo Goldoni. Questo autore veneziano ha
scritto commedie molto nuove, interessantissime e divertentissime,
per festeggiare il Carnevale della sua città, con anche tanti personaggi
ripresi dalla Commedia dell’Arte che sono diventate le più conosciute
maschere del Carnevale: Arlecchino, Pantalone e molte altre. Cosi si
può dire che il Carnevale non è solo una festa, ma è ormai un pezzetto
della storia di Venezia e Scutari, le città che l’accolsero e fecero in
modo che avesse l’enorme valore di avvenimento molto speciale nei
secoli.
Xhenifer NEXIMI, Sezione di Scutari
RASSEGNA
CINEMATOGRAFICA
L`ALBANIA, IL PAESE
DI FRONTE!
Qualche settimana fa, le docenti ci hanno fatto vedere un documentario
molto interessante intitolato: “L`Albania,il Paese di fronte”,che racconta
i vari momenti della storia albanese. Inizialmente viene spiegato
l`origine del nome “Albania” che si dice derivi dalla parola `shqip` che
in albanese vuole dire `acquila`. Gli abitanti dell`Albania venivano
chiamati “shqiptar” e loro stessi chiamavano la loro patria “Shqiperia”.
A partire dalla caduta dell`impero romano ,il territorio albanese
appartiene all`impero bizantino.Non volendo essere sottoposta al
dominio bizantino,una piccola parte della popolazione albanese emigrò
in Italia , chiamandosi “arberesh”. L`eroe nazionale dell`Albania fu
Gjergj Kastriot Skenderbeg il quale combatté per difendere il territorio
albanese per 25 anni. La sua lotta continuò fino al 1464 quando morì a
causa di una malattia (malaria).
Dopo la morte di Skanderberg, l`Albania subì un lungo periodo di
invasione ottomana che durò 500 anni. A questo punto la religione
albanese non fu soltanto il cristianesimo ma anche quella nuova,
islamica. Comunque gli albanesi ebbero come religione principale
la patria. Dopo tanti anni d’oscurità, isolamento, povertà e invasione
ottomana arrivò l`indipendenza dell`Albania nel 1912, secondo gli
albanesi, nel 1913 invece secondo i patti internazionali. Intanto le grande
potenze discutevano fra loro per decidere l`uomo che doveva guidare
l`Albania. Scelsero il principe Wilhelm Wied,che fu ben accolto dagli
albanesi ,anche se dopo 6 mesi,siccome non era riuscito a far fronte ai
problemi, lasciò l`Albania per non ritornare mai più.
Anche se l’Albania era un Paese neutro, è stata attraversata dalla linea
della prima guerra mondiale,che cominciò infatti dai Paesi vicini,come
la Serbia che aveva già occupato il 10% dell`Albania.Poi con l`arrivo
degli italiani nel 1914 venne occupata Valona,si creò un governo e si
dichiarò Tirana capitale d’ Albania. Mussolini aveva un forte interesse
per Valona, ma, vedendo che l’Italia la stava perdendo sempre di più, il
5 agosto 1920 scrisse un articolo intitolato “Addio Valona”. Nel 1921 si
confermarono i confini dell`Albania già definiti nel 1913.
Anche se il tempo aveva portato dei cambiamenti,l`Albania era rimasta
un Paese isolato,come un mondo contadino,questo perché gli albanesi
avevano custodito le consuetudini ottomane .In quegli anni Ahmet Zog
I era il presidente dell`Albania, comunque per avere una certa sicurezza
egli pensò che al posto di un potere insicuro presidenziale fosse meglio
creare una monarchia (potere assoluto).
Nel primo settembre 1928 si dichiarò il re non dell`Albania ma degli
albanesi, cioè anche di coloro che vivevano fuori dei confini. Zog I
mantenne una buona relazione con l`Italia fascista in quanto attratto
dalle sue ricchezze. Galeazzo Ciano, il genero di Mussolini, ebbe un
forte interesse per l’Albania. Il matrimonio di Zog I con una ragazza
ungherese, Geraldina Apponyi de Nagyappony, fu per lui una sconfitta e
gli sembrò ironico l’invito fatto da Zog I come testimone di matrimonio.
Comunque l’unica intenzione di Mussolini era controllare e occupare
l`Albania. Siccome era geloso delle conquiste della Germania,aveva
bisogno di un trofeo e quello adatto in quel momento era l`Albania.Cosi
il 7 aprile del 1939 gli italiani occupano l’Albania e diventano padroni
di Tirana. Dopo la fuga di Zog I arrivò un nuovo re,Vittorio Emanuele
III. Egli era un piccolo uomo che non fu ben accolto dagli albanesi e
perdi più non era contento di essere il “re di un mucchio di sassi”, come
diceva lui stesso.
Nel 1941 l`Italia creò l`Albania etnica. Gli italiani fecero di tutto per
sembrare simpatici perché volevano giustificare l`invasione, che
comunque lasciò segni soprattutto negli anni ’41-‘43.
Dopo la sconfitta italiana per mano della Grecia,gli albanesi restarono
delusi perché un grande Stato e potere come l’Italia era stato battuto da
un piccolo esercito, quello ellenico.
Con l’arrivo dei tedeschi in Albania, gli italiani si ritirarono, alcuni di
loro fuggirono attraverso le montagne e si unirono alle prime bande
partigiane come la brigata partigiana Antonio Gramsci che si formò
il 10 ottobre 1943, subito dopo l’armistizio tra l’Italia e le potenze
democratiche europee.
Dopo la fine della seconda guerra mondiale,una volta cacciati i
tedeschi invasori, il potere fu preso dai comunisti, tra i quali emerse
la figura di un professore di francese di Argirocastro, Enver Hoxha.
Insieme ai suoi collaboratori, isolarono più che mai l’Albania,creando
così una dittatura che durò 45 anni.
Durante il suo dominio, Hoxha istaurò una dittatura comunista che
s’ispirava ai principi marxisti-leninisti di stampo nazionalista. Finchè
fu in vita Stalin strinse forti rapporti con l’Unione Sovietica,alla morte
di Stalin, i rapporti si raffreddarono. Come ogni dittatore, anche
Enver Hoxha aveva tolto ogni libertà di parola, anche se tutti avevano
un grande rispetto e amore per lui, sentimenti rimasti invariati fino a
quando morì nel 1985. L’Albania, un Paese isolato più che mai, aveva
l’opportunità di rinascere, ma non fu immediatamente possibile.
Bisognerà aspettare il1991 per vedere la fine del regime. Il 20 febbraio
1991 fu il giorno della caduta della statua del dittatore, che segnò
un nuovo inizio per tutti, la speranza di avere finalmente una nuova
società, dove tutti avevano la libertà di parola e di pensiero. Tutti
potevano ricominciare a vivere, scoprire un mondo sconosciuto
fino a quel momento, ma questa volta non creato da altri, ma visto
e vissuto da loro stessi.Questo documentario oltre di essere molto
interessante,e` stato anche` molto utile,tenendo conto che la maggior
parte dei giovani albanesi non conoscono la storia albanese.L a
storia non puo` essere cancellata o modificata,comunque,da quello
che è accaduto possiamo imparare per poter costruire un futuro
migliore,senza cadere negli errori del passato.
Alla morte del dittatore tutti hanno pianto,ma dopo pochi anni,forse
quelle stesse persone hanno buttato giù la sua statua,in un evidente
contrasto tra odio e amore che il dittatore suscitava nella sua gente
Kristi Thano, Sezione di Tirana
GENERAZIONE
1000 EURO
I NOSTRI SOGNI E LA REALTA’
Tutti noi giovani pensiamo spesso: cosa faremo dopo l’università? Che
lavoro riusciremo ad avere? Sarà possibile comprarci la casa? Abbiamo
tanti sogni. Che cosa succederà veramente? La realtà fa paura e non
la vuole vedere nessuno. Perché mai? Ve lo dico io, perché in questo
mondo d’oggi la realtà è tutta diversa dai nostri sogni. Un buon esempio
di queste nostre preoccupazioni ce le ha mostrate un film visto una
settimana fa al Cineforum della scuola. Si intitola “Generazione 1000
euro” e i protagonisri sono dei giovani di 25-30 anni, i quali saremo
noi tra 7-8 anni. E’ ambientato nell’Italia d’oggi, a Milano. Tutti questi
laureati hanno i loro sogni nel cassetto che però non dimostrano
nessun possibilità di essere realizzati. La condizione di ‘precario’ viene
usata come parola chiave in questo film per farci capire la situazione
instabile che i giovano passano. Matteo è un neolaureato in matematica
che lavora in un’azienda di marketing in fase di riorganizzazione. Ma
questo lavoro non è stabile, il contratto vale solo 6 mesi e se lui non
realizza i difficili obiettivi dell’azienda rischia il posto del lavoro. Matteo
vive con il suo amico Francesco, un altro neolaureato che lavora come
‘precario’ nella stessa impresa. In più, il loro appartamento è a pezzi
e se non riescono a pagare l’affitto verrano sfrattati. Poi c’ è anche
Beatrice, un’ altra precaria che non vuole accettare compromessi che
è pure la nuova coinquilina, e l’opposta Angelica, il capo del marketing
in ufficio che confonderanno Matteo, il quale dovrà scegliere tra le due
ragazze. La situazione di questi giovani è quella che impaurisce tutti
noi. Diventeremo trentenni, senza una vita sicura, che vivono ancora
come studenti dell’università e hanno bisogno dell’aiuto economico
dei genitori? Eccetto questa incertezza per il nostro futuro, non posso
dire che il film non sia divertente e la parte dell’autocritica è un’altra
dimostrazione dell’alta qualità del film. Non mi sono neppure sorpresa
quando Matteo sceglie la vita semplice, di lavoro quotidiano, che
aveva con Beatrice invece di Angelica, la quale gli offre la possibilità in
più di realizzare i suoi sogni di successo economico, anche se dubito se
questi sarebbero ottenuti con onestà. Ho pure capito perché il titolo
rappresenta cosi bene questa generazione. Sono solo 1000 euro o forse
di meno al mese con i quali i giovani laureati devono sopravvivere.
Infine sono sicura che tutti noi sappiamo la risposta alla domanda
essenziale: fa male la realtà? Si. Ma solo per questo non dobbiamo
rinunciare ai nostri sogni? Mai! Perché finché noi continuamo a lottare
per i nostri principi e desideri ci sarà sempre la luce alla fine del tunnel,
non importa quanto lungo e oscuro è questo tunnel.
Xhenifer NEXIMI, Sezione di Scutari
9
Fatti e Scritture
RIFLESSIONI PERSONALI
SU “I FIUMI” DI
GIUSEPPE UNGARETTI
Questa volta voglio scrivere in
modo diverso, desidero entrare
nella poesia, voglio essere anch’io
dentro la vita di Giuseppe Ungaretti.
Grazie ai libri si possono fare i viaggi
più belli e pieni d’immaginazione
che esistono perché la realtà non si
può paragonare all’immaginazione.
Nella fantasia tutto è possibile.
Questa volta voglio essere un’ Alice
nel mondo delle meraviglie, come
in un sogno, intoccata da quello che
succede ma sempre al corrente di
tutto. Mi fingo una persona amica
di Ungaretti, un’anima in sintonia
con i suoi sentimenti.
Per riepilogare la poesia, le cose più importanti da dire sono quali sono i
fiumi di cui si parla nella poesia: il Serchio che è legato alla provenienza di
Ungaretti, i suoi genitori erano lucchesi, il Nilo, che bagna Alessandria
d’Egitto, il posto dove è cresciuto, la Senna legata alla sua formazione
multiculturale, a Parigi, alla Sorbona, la sua unviersità e l’ultimo
è l’Isonzo, il più importante perché il fiume del fronte della Grande
Guerra.
E’ il fiume che rende possibile all’ autore, con il suo fluire delle acque, il
ricordo dei diversi periodi della sua vita. Perche’ l’Isonzo, perché non il
Serchio? La risposta è che li nell’Isonzo in cui si combatteva la guerra,
Ungaretti vide la morte in faccia, vide la sofferenza e il dolore sbriciolare
gli uomini come sculture di sabbia, vide i morti compagni di trincea. Nel
dolore, sulle rive dell’Isonzo, tutta la vita passava davanti ai suoi occhi.
Come ho già detto, non vorrei soffermarmi e descrivere, come ho
sempre fatto, quello che la poesia dice ma voglio tentare soprattutto
di capire la frase di Ungaretti “Solo davanti alla guerra mi sono sentito
vivo!”
Che la fantasia abbia inizio. Parlo in prima persona, dal mio punto di
vista. Chiamo il poeta per nome, come un amico di esperienza
Giuseppe sta facendo un bagno nel fiume come per lavare quelle macchie
sudice di sangue e di dolore, come per levigare le sue pene e purificare la
sua anima, ma dimentica che appena tocca terra, il sangue dei compagni,
anime disperse, voci silenziose, il fango sporco di odio lo ciconda come
una puzza di malato, come mille sanguisuge affamate che ti succhiano la
speranza, ma come per magia o per pazzia i suoi occhi brillano ancora, la
luce della vita è più viva che mai. Com’è possibile?
Le trincee sono lì, anche i morti, cadaveri coi vermi decompositori, com’è
possibile che davanti a questa visione dell’ orrore ci sia ancora ottimismo
in lui? Chi gli dava tutta questa forza, Dio? Il suo carattere? O la pazzia?
Lo vedo li accoccolato vicino ai suoi panni sudici che pensa. Il fiume gli
passa davanti, muove le sue acque accarezzando le rive e persino le pietre
e cosi toccando anche i ricordi di Giuseppe, il ricordo dei suoi genitori,
il ricordo della sua infanzia, tutta la vita gli passa davanti con il fluire
delle onde pesanti ma tenere. Ed è questo quello che gli dà la forza, la
speranza, e l’Amore per la vita, il desiderio di sopravvivere alla morte
prematura, il desiderio di combattere con ardore e proteggere quel che
rimane. Ed è propio cosi, il poeta-soldato che ha avuto come compagni
di trincea i topi, come protettori gli amici morti uccisi dai nemici e come
unica compagna non un’ arma per sparare ma carta e penna per scrivere.
Lo vedo e penso. Cosa sono i nostri problemi contemporanei quotidiani
davanti a questo? Giuseppe sta con la morte faccia a faccia ogni secondo
che passa e la speranza brilla ancora in lui, ma allora noi siamo propio
degli egoisti, non diamo il valore giusto alla vita, non ringraziamo Dio in
ogni momento che ci permette di respirare, di parlare, di amare, di vivere?
Nel mondo muoiono le persone dalla fame, muoiono negli incidenti,
muoiono prematuramente e noi, maledetti egoisti, ci abbattiamo perché
qualcosa va come non si desidera.
La speranza negli occhi di Giuseppe deve servire come esempio a
persone malate, a persone senza gambe, senza braccia, a persone con un
piede nella fossa ma che respirano ancora per non perdersi nella pazzia
del dolore e non morire spiritualmente dalla mancanza di stimoli vitali
ma combattere per la vita, combattere per il sorriso, combattere per la
felicità e pensare sempre che ci sia qualcuno in peggiori condizioni delle
mie.
Solo adesso riesco a capire perché si sente vivo davanti alla guerra, si
sente vivo perché è in quella situazione che valorizza di più anche un
respiro, è davanti alla morte che capisce il dono che ci viene dato alla
nascita perché la paura di perdere ti fa combattere e combattendo riesci a
far tremare persino le montagne, ecco perché si sente vivo, ecco perché
ho desiderato stargli vicino!
10
Kevin TROSHANI, Sezione di Scutari
L’INAFERRABILE
(... E INGANNEVOLE)
NEUTRINO.
Sulla stampa avevamo letto una notizia che ci aveva sorpreso . Il
Cern di Ginevra aveva confermato che i neutrini sparati, attraverso
una strumentazione sofisticata, da Ginevra al laboratorio dell’Infn
(Istituto nazionale di Fisica nucleare) sotto il Gran Sasso (Italia)
avevano superato la velocità della luce di 60 nanosecondi.
Oltre ad Opera e Borexino, Icarus è tra gli esperimenti che studiano
i neutrini prodotti dal Cern di Ginevra e “sparati” attraverso 730
chilometri attraverso la roccia fino al Gran Sasso. Icarus ha quindi
misurato il tempo di percorrenza dei neutrini e il risultato è stato che
i neutrin,i ad alta energia, provenienti dal Cern sarebbero arrivati
nei Laboratori Nazionali del Gran Sasso circa 60 nanosecondi prima
rispetto alla velocità della luce.
Incuriositi da questa notizia abbiamo sentito il desiderio di
informarci su questo sconosciuto “il neutrino”, di cui conoscevamo
pochissimo.
Prima di iniziare la nostra ricerca è però arrivata la smentita: forse
i neutrini non sono più veloci della luce, la scoperta dello scorso
settembre infatti potrebbe essere stata falsata da un’anomalia degli
strumenti.
A smentire quella che era già stata definita la più grande scoperta
scientifica dell’ultimo secolo è stato lo stesso team che ha contribuito
alle ricerche. Si è trattato di un errore di connessione nel cavo di
fibra ottica tra un rilevatore Gps ed un computer usato per rilevare
il tempo con cui i neutrini hanno percorso i 730 chilometri tra
Ginevra e il Gran Sasso. I neutrini non sono più veloci della luce.
Lo dicono i dati dell’esperimento Icarus, coordinato dal Nobel Carlo
Rubbia e condotto nei Laboratori Nazionali del Gran Sasso.
Però la curiosità di capire qualcosa sul neutrino, questo sconosciuto,
è rimasta e per questo ci siamo documentati.
I neutrini possono attraversare tutto l’Universo senza essere
deviati nè assorbiti, e fornire cosÌ informazioni sui luoghi più
estremi del cosmo.
Il neutrino fu scoperto da Frederick Reines Clyde Cowan nel
1956,utilizzando un reattore nucleare come sorgente. Negli anni
’60 Raymond Davis e John Bahcall effettuarono un esperimento
per “vedere” l’interno del Sole tramite i neutrini e verificare in
modo diretto l’ipotesi della generazione di energia nucleare nelle
stelle.Il flusso di neutrini rivelati risultò però molto più basso di
quanto previsto.Per un paio di decenni centinaia di fisici,chimici
e astronomi cercarono di risolvere il mistero.Nel 1969 Bruno
Pontecorvo propone che il mistero dei neutrini mancanti fosse
dovuto alla fisica delle particelle piuttosto che al modello solare
.Lui sosteneva che i neutrini “soffrono”di una sorta di “disturbo di
personalità multipla”che li fa oscillare tra diversi stati o tipi
Questo significa che i neutrini hanno una massa diversa da zero.
Gli esperimenti rivelavano i neutrini elettronici (quelli prodotti nel
Sole),però ne esistono altri , i neutrini che arrivavano a terra come
neutrini di altro tipo (muonici).I neutrini sono anche prodotti nelle
collisioni tra i raggi cosmici e le particelle dell’atmosfera terrestre.
Nel 1998 un gruppo giapponese annunciò di aver osservato le
oscillazioni dei neutrini atmosferici.Le oscillazioni di neutrino
furono cosÌ confermate e ora sappiamo che i neutrini hanno una
massa anche se pur piccolissima.
Ora non sappiamo molto sui neutrini, ma sicuramente ci
sembrano meno sconosciuti e speriamo che le ricerche continuino
con successo e ci facciano scoprire qualcosa in più sul misterioso
universo.
Dorjana Meta, Sezione di Tirana
LA CITTÀ DI KORÇA
Korça è una città antica e si trova in sud – est d’Albania. Gode un clima
feroce. In inverno fa freddissimo, piove, cade la neve, e le temperature
prendono sempre valori negativi. Però e bello vivere a Korça. Korça è la città
della cultura. La sua cultura è molto importante in tutte le sue dimensioni.
Ecco si sente una musica: le serenate di interesse storico e culturale. Il bel
don – don di campane della Cattedrale nei giorni di festa. Il richiamo e la
preghiera giornaliera della moschea di Ilias Bej, simbolo dell’inizio della sua
vita. Di là, si trovano le opere d’arte: il Museo Medievale. L’Albania si vanta
di Korça e della sua Prima Scuola. Le sue starade selciate sono caratteristiche
e rappresentano la diversità. I suoi monumenti sono simbolo dei sacrifici
dei migliori umanisti. Korça è una città di forte interesse turistico. Tutti
desiderano provare la sua cucina e le sue pietanze.
Korça è la città del rinascimento, della sezione bilingue dove io studio
venendo ogni giorno dal lontano villaggio.
Eglantin Ilias, Sezione di Korca
Giornalino della sezione
1000
MASCHERE RAP
L,ANGOLO DELLA POESIA
Poesie presentate per partecipazione Concorso Internazonale di Pesia
VIII edizione 2012
“Castello di Duino”
(argomento SPECCHIO/MASCHERA)
DOSSIER 777
Scheda M
Sabato, 20 gennaio 1993
Nome: Sabine
Cognome: Mueller
Incinta…sono incinta
Carne della mia carne, sangue del mio sangue
Non devo amarti, devo far finta
Perdonami, non posso perdere tuo padre…
Ore: 16:36
Scheda A
Lunedi, 7 dicembre 1997
Nome: Maaike
Cognome: Mulier
Non ti perdonerò mai
Ci hai tradite papà
La mia maschera ha vinto ormai
Il cuore piange mentre lui se ne va.
Ore: 17:14
Scheda S
Mercoledi, 11 luglio 1994
Nome: Yao Ming
Cognome: Huang
Circondato da gente senza cuore
Metto la maschera della Gloria
Lo spirito già soffocato dal dolore
Le lacrime portono via quello che è rimasto dalla gioia.
Ore: 00:01
Scheda C
Martedi, 18 novembre 1998
Nome: Anjali
Cognome: El Shaid Xavi
Il trucco può nascondere
Le tue marchie, ma non il dolore
Anche oggi la maschera è pronta
Mentre tu…cerchi il mio cuore.
Ore 7:59
Scheda H
Venerdi, 9 settembre 2000
Nome: Angelina
Cognome: Mazini
Il tuo cuore…il deserto della luna
Il tuo amore…non è più la mia fortuna
L’eternità promessa è ormai lontana
Non l’accetto, ma grido in silenzio...” ti amo”!
Ore: 13:13
Scheda E
Giovedi, 10 ottobre 2002
Nome: Victoria
Cognome: Lewis
I Metallica non sono più gli stessi, senza te
Nemmeno il club dove suonavamo insieme
Anche se l’orgoglio è più forte di me
Amica mia ti voglio bene
Ore: 20:10
Scheda R
Domenica, 15 marzo 2005
12:02
Nome: Michelle
Cognome: Bordeaux
-La conosce signora?
Si che la conosce, è il suo arcobaleno
La ragione di vivere, il mare sereno
Le foglie di novembre, la rosa più amata
La ragazza nella foto è una drogata, la conosce?
- No, non la conosco!
Scheda E
Lunedi, 3 aprile 2009
Nome: Jimena
Cognome: Alvarez
Devo rinunciare a te musica
Tra i più grandi amori il mio più grande amore
No, ti prego, il cuore supplica
Metto subito la maschera senza far rumore
Eccoci… sua Maestà
Sfinge ti voglio chiamare
Vendi sogni al diavolo per brutalità
E ci dai… una maschera d’amare
Ci permetti di tocchare i colori del cielo
Poi ci butti in un pezzo di terra
Emozioni profondi si prolungano alla morte
Una realità colorata bianca e nera
Croci, preghiere e rose blu
Forse triologia dell’asurdità
Ma lì…non puoi andarci tu
La maledizione è lontana da quella dignità
Adesso tocca a noi stappare il vino
Brindiamo per te, per i cuori strappati
Preghiamo per il tuo essere meschino
Nel nome del padre, del figlio e degli spiriti violentati
Amen!
Ore:
Ore: 9:36
Sonela Pirani, Sezione Scutari
Tu quando vedi qualcuno
che non ti piace
ma devi mantenere la pace
metti la maschera
un sorriso
e ti copri la faccia
Se tu sei felice per qualcosa
di cui non devi essere
la maschera della tristezza
tu devi mettere
e ti copri il viso
Anche di fronte alla morte
mettiti la maschera
una risata
fa’ vedere a tutti
quando sembri forte
e ti copri il cuore
Ma quando le maschere
porterai via
non ti conoscera’ nessuno
e beh amico mio
tu sarai nessuno
Erjon Baculi, Sezione Scutari
BATTAGLIA
CONTRO LO
SPECCHIO
Si spogliano le maschere davanti allo
specchio
come le foglie degli alberi in autunno.
Cantano le gazze sopra spoglie di
rami
sotto cieli nuvolosi.
Alla facciata vergine dello specchio
gli si riveste un volto.
Il volto di una di quelle.
Tanto affascinanti quanto incantevoli
gli sguardi perduti nel buio
della notte.
Quando la luce del semaforo si
insanguina.
Acqua. Due volte acqua al viso
e – oh!
Uno spettro la divorò.
Uno spettro senza tratti.
Questo spettro con macchie di
rimmel in faccia:
macchia di angoli maledetti
con tristi passioni.
Acqua! Inesauribilmente acqua
per disolvere nella sua innocenza
i suoni della marcia peccatrice.
Acqua...
Mani che si afferrano forte al lavello
con la parura dallo specchio.
Lo specchio che spoglia le maschere!
Poi , riflesso...
Negli occhi pallidi,
alzate si vedono le bandiere della
vergogna.
Lei e la sua anima
nello specchio.
Anima in ossa, senza pelle, senza
maschere.
Anima in dolore.
Senza dignità.
MASCHERE E
SPECCHI
Maschere trasformate,
sul muro nudo,
stanno.
Lontane l’una dall’altra
si lasciano appendere
ai destini dei chiodi, ogni notte
mentre la città dorme,
e i passi, una metamorfosi
subiscono.
Senza protestare,
amici della luna muta
diventano.
E le maschere
stanno ancora lì
silenziose più che mai
lasciate senza sensi
dai vostri corpi.
Le maschere stanno lì,
ferme,
aspettando i raggi del sole
per svegliarsi…
Ormai,
sono anche specchi
specchi di “Nessuno”
specchi dei Godot
specchi che solamente gli occhi
non riflettono.
I vostri occhi sono cavità,
Godot.
Cavità nere e vuote
come la parete del muro
dove riposate
ogni note.
Vi siete appesi al muro anche voi
stasera
sotto la testimonianza
della luna piena.
Ah, beati voi poveri Godot,
Che i vostri specchi avete trovato
Schiavi di loro siete diventati
E lentamente…senza occhi siete
rimasti.
Selma Meti, Sezione Scutari
SE SOLO
POTESSI...
Guardo i toui occhi tristi,
e penso ...
se solo potessi cambiare il mondo
cercare di aiutare te ,
per sconfiggere il dolore
cercare di guardare in te ,
quelli occhi luccicanti di una volta
cercare di rubare a te ,
un sorriso,
che manca già da tempo ,
al tuo viso.
Guardo le tue mani tremare
e penso ...
se solo potessi aiutare te,
per sconfiggere il freddo
che ha gelato il tuo piccolo cuore
Se solo potessi farti,
tornare indietro
e cambiare il tuo destino
adesso tutto andrebbe meglio.
Si spogliano le maschere davanti allo
specchio
come le foglie degli alberi in autunno.
Si rompe la verginità liscia dello
specchio
dal suo pugno violento
senza nome.
Sento il tuo cuoricino,
battere forte ,
come se non volesse,
arrendersi mai
Se solo potessi ...
farti sorridere ancora una volta
Se solo potessi ...
farti dimenticare tutto
Se solo potessi ...
cambiare il mondo .
Fatjona Brahimi, Sezione Scutari
Kristel Dhimitri, Sezione di Korca
11
Fatti e Scritture
LA SCELTA
DELLA SEZIONE
Luglio 2009.Avevo appena finito la nona classe e dovevo iscrivermi
al liceo.
Ma quale ? Un interrogativo difficile da risolvere.
A giugno , nella mia scuola sono arrivati un gruppo di professori
tra cui una professoressa italiana e il preside del liceo “Asim Vokshi”.
Ci hanno parlato di un liceo un po` particolare rispetto agli altri ; la
sezione bilingue italo-albanese.In questo liceo si poteva studiare metà
delle materie in italiano con professoresse italiane e metà delle materie
in Albanese.
Praticamente era una buona possibilità da scegliere : potevi avere una
formazione , cultura diversa dagli altri licei.
Ho preso l`opuscolo che ci hanno distribuito e tornata a casa gliel`ho
fatto vedere ai miei genitori. Alla mamma e` piaciuto subito.Pensava
che sarebbe stata la scelta giusta per me.
E io ? Io cosa pensavo ?
All`inizio non ero d`accordo. Pensavo che sarebbe stato meglio e
mi sarebbe piaciuto di più studiare in un liceo con gli stessi amici che
avevo alle medie.Avevo sempre gli occhi pieni di lacrime quando
parlavo con la mamma sulla scelta del liceo.
Non eravamo d`accordo. I nostri pensieri camminavano su due
binari diversi. Lei sicuramente guardava al di la` della scelta che
sosteneva.
E così si è fatto.
Mi sono iscritta alla sezione bilingue italo-albanese,iniziando così un
percorso fatto di ostacoli che ho dovuto affrontare e superare, ostacoli
che mi hanno fatto pensare spesso durante il primo e il secondo anno
di andarmene via e cambiare liceo.
Ma , no.Questo non e` accaduto,per fortuna…
Eccomi qua ! Sto alla fine del mio corso di studi.
La Sezione bilingue è stato un percorso importantissimo che mi
ha cambiata , mi ha offerto una formazione che non avrei mai preso
negli altri licei ; mi ha fatto crescere ( e crescere bene ),mi ha dato
l’opportunità di avere fiducia nelle mie capacità e di migliorarmi.
Un viaggio lungo fatto anche di sorrisi , gioie e momenti
indimenticabili , di amicizie che forse dureranno per sempre.
Adesso Si che posso dire che ho fatto la scelta giusta, perchè a me
è sempre piaciuto studiare la lingua italiana , saperne di più sull`Italia
e gli italiani, sulla loro cultura e percio` tra tante scelte che Ho
Dovuto fare fin adesso , questa fa parte di quelle per le quali NON MI
PENTIRO` DI AVERLA FATTA.
Ledia Covaci, Sezione di Tirana
“LA MIA
ADOLESCENZA”
L’adolescenza si dice, è una fase della vita bella e brutta allo stesso
tempo, è questo è vero anche per me, e suppongo anche per tutti gli
altri ragazzi della mia età.
In questo periodo io ho cominciato a capire meglio come stanno le
cose in realtà nella vita. Nella nostra scuola, per esempio, i migliori
si raggruppano, cioè formano dei gruppi esclusivi, non tutti possono
farne parte. Io sono riuscita ad entrare nel gruppo dei migliori e più
famosi della scuola. Ce l’ho fatta ma non è stato facile.
In questa età si cerca di arrivare dove è possibile per divertirsi senza
limiti ma nello stesso tempo si cerca di studiare per far sentire i genitori
orgogliosi e avere in cambio come ricompensa , uscire con gli amici
più spesso, avere un cellulare, un Pc, ecc.
perchè le cose che vogliamo sono molte.: a dire la verità siamo un po’
troppo materialisti!
Il rapporto con i genitori in effetti è difficile perchè noi vogliamo
tutto il contrario di quello che loro vogliono per noi, per esempio noi
vogliamo sentire la musica a volume alto, fare un’ambiente come una
discoteca, uscire quando si vuole. Altro motivo di problemi è il modo
di vestire : a me piace vestire come si dice in inglese come “emogol”, i
miei la trovano una pazzia, sto molte ore davanti ad un Pc e non mollo
mai il cellulare, loro non sono d’accordo e così cominciano i conflitti.
La cosa più neagtiva di questa età è che facciamo le cose senza pensarci
molto così è facile fare errori; i genitori danno molti consigli che
ripetono in continuazione, così a noi sembrano noiosissimi e non li
ascoltiamo più. In questa età si comincia a dire bugie, in classe facciamo
gli stupidi, si copia, si prendono in giro gli insegnanti e si scappa dalle
lezioni senza il permesso, alcuni iniziano a fumare.
Insomma vogliamo sentirci grandi e liberi. E questa è l’adolescenza.!
Xheni Nurja, Sezione Scutari
12
PERCHÉ HO SCELTO
DI FREQUENTARE LA
SEZIONE
Ho sempre voluto studiare la lingua italiana, e adesso ho questa
possibilità. Studio nella sezione bilingue del ginnasio “ Themistokli
Germenji “ a Korca. Sono una dei 29 studenti della mia classe. Prima che
la scuola iniziasse abbiamo cominciato a studiare l’italiano per diverse
settimane. All’inizio tutto era un po’ difficile perchè sapevo parlare un po’
e scrivevo malissimo, ma ho lavorato tanto e sono stata assistita e aiutato
molto dalle mie professoresse. Ho detto professoresse perchè ogni ora noi
facciamo lezione in compresenza con due professoresse, una è italiana e
l’altra albanese. Questo rende tutto molto più facile. Ci sono delle cose
che capisco al volo durante la spiegazione delle nostre professoresse, ma
anche altre cose che trovo difficoltà a impararle. Durante l’ora della lingua
italiana alterniamo sia la lingua parlata che quella scritta, la grammatica e
gli esercizi che a dire la verità non e che mi piacciono tantissimo. E questo
lo sanno anche le profesoresse che insistono a rendere la lezione più
attraente. Mah, oltre alla lingua italiana facciamo anche letteratura italiana
che è la materia che a me piace tantissimo. Questo mi dà la possibilità di
studiare le grandissime opere della letteratura italiana. Per esempio ho
studiato “ La Divina Commedia“ di Dante Alighieri, mentre adesso sto
studiando Petrarca, l’altro gigante poeta conosciuto in tutto il mondo e
non soltanto in Italia. Oltre a leggere le opere in classe le analizziamo e
commentiamo. In italiano facciamo anche storia universale per conoscere
di più la storia italiana e quella mondiale. Anche la fisica e la matematica
le studiamo in italiano anche se abbiamo delle difficoltà in alcuni termini
siamo soddisfatti del lavoro che i nostri professori fanno con noi. Durante
le ore di lezione ci sono momenti in cui scherziamo, ridiamo tutti insieme
di certo senza dimenticare di fare lezione. Stiamo imparando moltissimo
anche sul modo di vivere degli italiani, le cose che a loro piacciono e non
piacciono etc. Di certo sono consapevole che abbiamo ed ho molte altre
cose da imparare. Penso di aver detto tutto sulla mia esperienza come
studentessa della sezione bilingue.
Kristel Dhimitri, Sezione di Korca
Sono seduta vicino al mare e cerco di vedere quello che il futuro ha
riservato per me. Non casualmente ho scelto il mare, perchè dall’altra
parte dal mare vedo il mio futuro. Sono sicura che questo sogno nel
cassetto sara` realizzato in un prossimo futuro. Voglio cercare la chiave
del cassetto, anche` se lo so che non sarà facile. Questo percorso vuole
tanto impegno, ma io c`e` la farò. Perchè io lotto per i miei sogni. Sono
sicura perché ci metterò tanto impegno per arrivare là dove voglio.
Ho una famiglia che mi supporta in tutto, che mi rispetta e mi aiuta a
realizzare i miei sogni e questo mi riempie di speranze. Il mio sogno e`
quello di studiare in Italia, e questo è il mio unico obiettivo.
Ho gia` iniziato questo percorso, ho gia` trovato la chiave del cassetto ed
i miei sogni diventeranno realtà. La chiave si chiama”Sezione Bilingue”.
Non casualmente sono diventata il passeggero di questa nave per
oltrepassare il mare.
Tanti mi possono chiedere perchè ho fato questa scelta e ora che studio in
questa classe posso dire sicura e convinta che nessun’altra scuola meglio
della sezione mi poteva offrire un ambiente pieno d’amore, di rispetto
e amicizia. Sono tantissimi i motivi per scegliere studiare nella sezione
bilingue
Studiare la lingua italiana, soprattutto con l’assistenza delle professoresse
italiane, e un grande aiuto per crescere perché ti permette di gestire
autonomamente e affrontare da sola le difficoltà delle diverse situazioni
comunicative. Poi conosci un’altra cultura e sai confrontarla con la tua:
abitudini, usanze, religione cosi come anche gli orari per pranzare o per
cenare. Conoscere la lingua italiana arricchisce ognuno di noi in maniera
davvero positiva e aiuta ad aprire la mente.
E poi se decidiamo di vivere in Italia il nostro cervello sarà immerso 24
ore su 24 nella lingua italiana: dal momento in cui andremo a fare la spesa
fino a quando chiederemo informazioni e leggeremo libri scolastici e di
diversi argomenti. Per questo ci preparerà la sezione.
Fare un soggiorno studio in Italia significa girare tra i monumenti, visitare
musei e gallerie, vedere le strade e conoscere la loro storia passata. Anche
a questo ci prepara la classe della sezione bilingue italiana. Studiando
Storia dell’arte riusciamo a capire l’arte che vedremo nelle gallerie e nei
musei, sappiamo leggere e capire opere immortali.
Conoscere nuovi amici italiani, stringer amicizie, stabilire rapporti molto
forti, che, speriamo, non moriranno mai.
E basta leggere un annuncio di lavoro, dopo aver finito l`università,
per rendersi conto di quando al giorno d`oggi la conoscenza della
lingua italiana sia diventato un elemento indispensabile per chinque sia
intenzionato a trovare un impiego. Il lavoro e` quindi il motivo principale
che mi spinge a imparare meglio la lingua italiana. In un prossimo
futuro diventerò importante perché la classe della sezione mi sta facendo
crescere ed i miei professori si sentiranno orgogliosi e diranno “Questa è
stata la mia studentessa”.
Io sono certa che ricorderò con nostalgia gli anni scolastici della sezione,
godendo il trionfo di tutto ciò che raggiungerò, perché no, andando in
gondola a Venezia.
Ambra Guri, Sezione di Korca
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