Historia Medicinae Tommaso Campailla (1668-1740) Medico, Scienziato, Letterato, Filosofo Ettore Campailla Direttore della Clinica Ortopedica dell’Università di Udine Parole chiave: Campailla, Storia della Medicina, Botti di Modica. Riassunto: Vengono descritti la vita e le opere di Tommaso Campailla, vissuto in Sicilia tra 1600 e 1700. Fu medico, scienziato, letterato e filosofo ed alla sua epoca ebbe vastissimo successo e fama in tutta Europa. Abstract: It is decribed the life and the works of Tommaso Campailla who lived in Sicily between 1600 and 1700. He was a physician, scientist, lettered and philosoph and, at his time, had a large success all over Europe. Nella città, alta di terrazze e di chiese del Seicento, area di visioni esatte dei paesi e dei mari, della Scienze e dell’Arte, è la casa dove è nato il Campailla, davanti a quella che è stata della mia nascita. SALVATORE QUASIMODO Nel panorama culturale del tardo 1600 vi fu una larga schiera di uomini che coltivarono con passione i più svariati campi dello scibile umano fino allora conosciuto, approfonden- do filoni talora anche differenti tra di loro e dimostrando spesso un’erudizione tanto straordinaria quanto di non facile realizzazione, tenuto conto delle difficoltà pratiche delle comunicazioni e della conseguente circolazione delle idee, rapportate a quel tempo. E se nei grandi circuiti europei promotori di cultura vi poteva essere una qualche minore difficoltà, in luoghi lontani le possibilità 207 Historia Medicinae si riducevano enormemente. Ad esempio in Sicilia, ed in particolare in suoi angoli remoti come la cittadina di Modica. Anche se si trattava pur sempre della Capitale di una Contea sin dall’epoca normanna, sede di Corti e di Tribunali, che nel ‘600 possedeva l’autonomia di un piccolo “regnum in regno”, retta da un Governatore con pieni poteri amministrativi, giudiziari, militari. Non vanno poi dimenticate le condizioni particolari in cui la Sicilia versava proprio nei cento anni che andarono dal 1650 al 1750, uno dei periodi più bui di tutta la storia dell’isola, quando le tristi tappe di quell’epoca erano rappresentate dallo sgretolarsi del deteriorato dominio spagnolo, dalla sua fine e dal succedersi di nuovi governi stranieri nel giro di pochi anni : dando per prima, tra l’altro, il titolo di Re a Casa Savoia con Vittorio Amedeo II cui subentrò, poco dopo, Carlo VI d’Asburgo. Tutto ciò si svolgeva dinanzi ad una popolazione quasi indifferente, abituata e rassegnata al dominio straniero, che condizionava quindi uno stato generale di grande e desolante decadenza: socialmente l’Isola era globalmente rimasta spagnola nel senso più deteriore. La cultura, molto limitatamente impartita sotto il più rigido ed opprimente controllo dei Gesuiti, era essenzialmente di tipo classicheggiante e mnemonico, basata com’era su 208 astrattismo e retorica. Non avendo quindi nulla di scientifico, nonostante si svolgesse nei tempi di Galileo Galilei e di Francis Bacon. E proprio nella lontana Modica nacque (il 6 Aprile 1668) e visse tutta la sua vita Tommaso Campailla, discendente in linea diretta da quell’importante giureconsulto, poeta e letterato che fu Calogero Campailla (Scicli, 1498-1569) ricordato dal Mongitore: “claro genere exortus, amaenioribus litteris latinis et italicis egregiae operam dedit”. Tommaso Campailla, nonostante le condizioni ambientali siciliane di Tommaso Campailla. Historia Medicinae enorme penalizzazione, raggiunse una fama straordinaria non solo per merito del suo indubbio grande e poliedrico ingegno ma anche grazie ad importanti mecenati che lo agganciarono all’alta cultura non solo italiana ma anche europea. In più, non deve essere trascurato il fatto che l’ambiente di casa (ricco di tradizioni familiari, politiche e gentilizie) e contatti sociali, non poterono che garantirgli aperture ed interessi culturali in una città che, nonostante tutto, offriva già di per sé molteplici occasioni e stimoli intellettuali (Criscione, 1999); infatti, come testimoniato con precisione da Jacopo de Mazara ed Echelbelz (1728), la famiglia di Tommaso era imparentata con grandi casati siciliani illustri : i Principi Grimaldi (dei cui figli fu anche precettore), gli Arizzi, i Giardina, i Castelletti, gli Ascensi, i Bellomo di Agosta, i Vassallo di San Bartolomeo, i della Rocca, i Bustamante spagnoli, ecc. Tommaso intrattenne inoltre una corrispondenza epistolare con importanti e famosi personaggi dell’epoca, tra cui ricordiamo solamente Ludovico Antonio Muratori (che per amicizia e stima gli propose una degna sistemazione in Cattedra all’Università di Padova, da lui però rifiutata) ed il grande filosofo irlandese George Berkeley che introdusse le sue Opere alla Royal Society of London e che si recò addirittura in Sicilia a visitarlo a Modica nel 1718. In una lettera il filosofo scrisse a Tommaso, tra l’altro: “Libros tuos, prout in mandatis habeo, Viro erudito e societate regia tradidi, qui cum solertiam et ingenium tuum pro meritis extimet, tum id plurimum miratur, tantum Scientiae lumen in extremo Siciliae angulo tam diu dilatuisse” (Londini, Kalendis Julij, 1723). Il Campailla fu Accademico Arcade (con il nome di Andremoneo), degli Assorditi di Urbino, dell’Accademia palermitana dei Geniali, dei Pastori Ereini (con il nome di Serpillo Leonzio), dell’Accademia del Buon Gusto e Membro - su invito - di moltissime altre Società ed Accademie. Tutte le quali lo accolsero, si badi bene, più per restarne onorate che per onorarlo. Le sue opere, recensite sulle “Novelle Letterarie della Repubblica di Venezia” erano state accolte, discus- La casa dove nacque e visse Tommaso Campailla. 209 Historia Medicinae se e lodate, oltre che in Sicilia, anche a Milano, Lucca, Pisa, Roma, Napoli, Modena, Lipsia, Parigi, Londra, ecc. La sua vita si svolse tutta in Sicilia: da giovane fu mandato all’Università di Catania, alla Facoltà di Giurisprudenza, ma presto abbandonò gli studi del Diritto che allora andavano per la maggiore nell’isola ma che non lo interessavano. Si rivelò però un ragazzo prodigio: affrontò infatti, affidato a precettori, lo studio della matematica, della fisica, dell’astronomia, della chimica, della filosofia, delle lettere, della retorica, della teologia. Frequentò anche corsi di medicina. Insomma tutto il campo del sapere lo affascinò e lo attrasse immensamente. Ebbe grande passione per Aristotele e fu molto ammirato di Ludovico Ariosto e Torquato Tasso. Nel corso della sua vita scrisse molte opere che gli dettero larghissima fama, tra le quali ebbe uno straordinario successo in tutta Europa soprattutto “L’Adamo” (nel 1709 uscì la prima di sei edizioni; l’ultima nel 1783), imponente poema didascalico in ottave nel quale è esposta compiutamente la dottrina di Cartesio, suddiviso in venti canti : i primi dieci sono dedicati alla spiegazione della natura non vivente e gli ultimi dieci alla natura vivente. Contiene, in pratica, tutto lo scibile umano del tempo. Infatti vi sono trattati i principi 210 delle cose, l’astronomia, gli elementi e le loro qualità, la gravità ed i suoi movimenti, la terra, il mare, l’aria, il fuoco, le piante, l’uomo, l’economia animale, la generazione dei sensi e dei sensibili, i morbi, le passioni dell’anima e la sua immortalità. L’Opera può essere definita non solo moderna ma addirittura rivoluzionaria per il pensiero filosofico del tempo ed ebbe, tra i tantissimi consensi ed elogi, quelli importanti - in quanto autorevoli - del severo Ludovico Antonio Muratori che scrisse del Campailla “A lui si conviene il titolo di Lucrezio italiano cristiano. Historia Medicinae Niuno avea per anco occupato quel posto : egli l’ha empito con dignità e l’empierà in avvenire con tutta giustizia”. Guastella (1880) ritenne che dall’Adamo egli “si alza monumentale”. Ortolani scrisse poi (1898): “Sul principio del XVIII Sec. suonava per tutta l’Europa colta il Poema dell’Adamo di Tommaso Campailla e qual nuovo Empedocle siciliano, qual Lucrezio cristiano, era l’Autore encomiato”. Nel 1998 è sta pubblicata una ristampa anagrafica de “L’Adamo”. Vanno ricordate, inoltre, molte altre sue importanti Opere: “L’Apocalisse dell’Apostolo S. Paolo”, “Opuscoli filosofici”, “Del Moto degli Animali”, “Em- blemi e Poesie”, “Problemi naturali”, “Considerazioni sulla fisica di Isacco Newton”, “Filosofia per principi e cavalieri”, “L’unione ipostatica”, e molte altre minori, alcune delle quali andate perdute. I suoi volumi ebbero grande diffusione in tutt’Europa, accolti nelle più importanti biblioteche, nelle Corti, nei Centri di cultura. Si può ben dire che il Campailla concepì la letteratura e la poesia, alle quali peraltro si dedicò con vera grande passione, oltre che come insostituibile completamento culturale per lo scienziato, soprattutto come 211 Historia Medicinae mezzo per divulgare il pensiero scientifico e filosofico. Notevole importanza ebbe dunque il suo apporto come scienziato in senso più stretto nonché come fisiologo, il cui pensiero mostra una notevole modernità. Dette uno spiccato carattere scientifico all’Accademia degli Affumicati, di cui era socio e successivamente anche “custode”, facendone fucina di esperimenti ingegnosi ed eseguendovi inoltre autopsie. Anche grazie ai suoi insegnamenti prese corpo a Modica una valida Scuola di Medicina, indirizzata non solo alla cura ma soprattutto alla ricerca scientifica. 212 Nel campo medico, da lui particolarmente prediletto e per il quale dimostrò una profonda vocazione ed una vasta conoscenza della letteratura specifica, pur restando influenzato dal pensiero scientifico del suo tempo, si dedicò all’interpretazione dei fenomeni naturali e biologici, alla costante ricerca di solide e concrete basi d’indagine rivelando un notevole ancoraggio ai dati sperimentali ed al ragionamento scientifico. Historia Medicinae L’appartenenza all’Accademia dei Geniali gli consentì di sviluppare ulteriormente e soprattutto di confrontare le sue teorie. Nella sua descrizione di “anatomia animata” intitolata “Del Moto interno degli animali” cercò di riportare - con grande modernità di pensiero - tutti i fenomeni naturali, in particolare quelli più intimamente connessi all’idea del flusso e del movimento, ad entità misurabili. Il lavoro contiene, in rapporto ai suoi tempi, corrette e puntuali descrizioni morfologiche e tocca gli argomenti fondamentali della fisiologia umana, unitamente ad alcuni interessanti risvolti patologici. Vengono descritti con dovizia di particolari la struttura muscolare, la dinamica dei muscoli respiratori, dei muscoli scheletrici e del miocardio. Esatte, per l’epoca, risultano le descrizioni in tema di struttura e funzione delle arterie delle vene nel “moto progressivo del sangue” nonché l’osservazione dei fenomeni coagulativi e la descrizione morfologica del sangue. Un esauriente approfondimento è dedi- cato alla struttura ed alle funzioni del sistema nervoso, comprendente anche temi più specifici quali i meccanismi implicati nei fenomeni della veglia e del sonno. In uno studio tra i rapporti che intercorrono tra fenomeni cerebrali e fenomeni psichici viene offerta, con gran ricchezza di dati e rilievi particolarmente vicini a quelli moderni, la classificazione sintomatica e clinica delle psicosi maniaco-depressive, del delirio febbrile e della melancolia. Nell’opera di Tommaso Campailla si accosta la fisica alla chimica, componendo opposte tendenze, in modo da offrire un’interpretazione Disegno originale di Tommaso Campailla di cervello, cervelletto, midollo 213 Historia Medicinae nuova e vivace dei processi organicistici. Nella trattazione dei “Problemi Naturali” il Campailla affronta diverse tematiche : i giorni critici; come influiscono le stelle nel parto; dei morbi epidemici; come si imprimono nel parto le note delle voglie materne; la trasformazione degli umori nelle ghiandole del corpo animale; perché lo stesso cibo nell’uomo nutre parti così differenti; perché sono più vigorosi e virili gli animali interi rispetto ai castrati. Dalla lettura delle sue opere si apprende come egli fosse esperto nell’uso del chinino come antipiretico ed abile nel maneggiare sostanze 214 acide e basiche; conosceva gli effetti dell’oppio e della caffeina quali analgesici e stimolanti. Da un punto di vista pratico, poi, il più noto contributo di Tommaso Campailla nell’ambito della medicina fu l’invenzione delle famose “Botti” fumigatorie per la cura della sifilide mediante l’uso di vapori di mercurio, in opposizione alle vedute dei medici di quel tempo. In effetti fu soprattutto un perfezionamento, che ebbe però un enorme successo. L’uso del mercurio nella cura della lue è infatti antichissimo: ne parlarono Celso ed Areteo di Cappadocia ed il metodo era già in voga tra i medici arabi fin dall’ VIII sec. Anche Girolamo Fracastoro (1478-1553), che per primo usò il termine di sifilide, parlò dell’uso del mercurio-cinabro. Dunque Tommaso Campailla costruì nel 1698 tre stufe mercuriali per la cura delle malattie luetiche nell’Ospedale “S. Maria della Pietà” costruito nel 1600 a Modica, poi ribattezzato Ospedale Campailla. Le sue “botti”, come furono chiamate, avevano caratteristiche del tutto nuove rispetto a quelle in uso precedentemente e furono inutilmente imitate tantissime volte: infatti il segreto della loro costruzione rimase inviolato. Erano costituite da doghe di un legno sconosciuto (forse Guaiaco) che, a distanza di oltre 300 anni, resta oggi ancora intatto e du- Historia Medicinae rissimo. Sono tenute assieme e ricoperte da un intonaco, spesso 20 centimetri, tuttora di non chiara costituzione, anche perché mescolato a componenti chimici. Erano di misura tale che gli ammalati vi potessero essere completamente contenuti, nudi su uno sgabello. Nelle botti costruite prima di quelle modicane, il malato aveva la testa al di fuori e quindi non inalava i vapori. Il Campailla, invece, pensò di fare respirare il solfuro rosso di mercurio-cinabro che, assieme ad incenso per rendere più accettabile l’aria, era bru- Le “botti” originali tuttora visibili a Modica al Museo Campailla. ciato all’interno, a dosi prestabilite e crescenti, in un contenitore di rame pieno di braci, fino a raggiungere i 40°. Il farmaco, bruciando, avvolgeva inoltre nei suoi vapori tutto il corpo del malato che sudando profusamente traspirava e li assorbiva, unitamente a quelli che si sviluppavano dai composti chimici mescolati al cemento che teneva unite le doghe lignee della botte. Di stufe terapeutiche come quelle di Campailla ne furono costruite molte sia in Italia sia all’estero ma parrebbe che nessuna abbia mai funzionato soddisfacentemente; viene invece riportato che risultati positivi ne abbiano dati solo quelle di Modica. Per spiegare ciò molte ipotesi sono state avanzate ma nessuno ha potuto capirne il motivo preciso. Resta il fatto - davvero incontrovertibile - che quelle rimaste oggi famose sono solamente quelle di Modica. La Botti attirarono a Modica pazienti non solo da tutta la Sicilia ma anche da luoghi lontani; dagli antichi registri risultano donne ed uomini di Feltre, Trieste, Terni, ecc. Lo storico S. Correnti scrive nel 1976: “Nuove cure furono tentate negli Ospedali siciliani : celebri furono le “ Botti di Campailla” per la cura delle malattie veneree, escogitate e adoperate con profitto a Modica, dove ancora si conservano. Ne fu inventore un pensatore che abbiamo avuto già modo di ricordare per la sua adesione 215 Historia Medicinae al razionalismo cartesiano, Tommaso Campailla. E di questo nuovo strumento medico ha lasciato una precisa descrizione il Cutrera, indicando che esso si cominciò ad adoperare nel 1698 e che il principio escogitato dal Campailla alla fine del Sec. XVII era ancora valido nel 1900, tanto che a Palermo si facevano cure nel locale sifilocomio basate sul principio ispiratore delle seicentesche botti del Campailla”. Ad un certo momento, però, i progressi della terapia farmacologica rallentarono - ovviamente - il trattamento della lue con i vapori di mercurio, che però tornarono ad acquistare un certo valore verso la fine del 1920, dopo il terreno perduto nel 1910 con l’introduzione del Salvarsan e del bismuto; farmaci che, comunque, mantennero allora intatte le loro indicazioni. L’uso, seppur ristretto, del vapore di mercurio sembrò infatti riacquistare validità soprattutto nelle forme luetiche antiche, nella sifilide viscerale ed in quella infantile. Le Botti di Campailla continuarono così a funzionare a Modica nonostante le moderne innovazioni terapeutiche e nonostante fosse ritenuto, giustamente, un rimedio antiquato, presentando inconvenienti importanti tra i quali quello di non permettere il dosaggio del “medicamento” assorbito. Restavano però l’ultima speranza di ammalati gravi rifiu- 216 tati da altri ospedali e da quelli che, dopo aver provato ogni altra terapia, cercavano un’estrema speranza curativa per il loro gravissimo malanno. Le Botti di Modica trovavano indicazioni mediche anche in più recenti Trattati. Infatti, Rubino nel suo “Formulario terapeutico” scrive che “in Sicilia, la famosa grotta di Modica da tempi assai lontani ha servito per la cura degli affetti da lue perché in quella grotta si sprigionano materie invisibili che guariscono questa malattia”. C. Pulino ritiene (1929) che prima di schierarsi, a priori, contro il metodo terapeutico delle Botti di Modica occorra vagliarlo serenamente, ritenendolo un metodo di cura antiluetica tra i più importanti e degno di fi- Quadro conservato nella Sala Consiliare del Comune di Modica. Historia Medicinae gurare accanto ai più perfezionati sistemi di terapia moderna. Infatti riporta che “dopo la cura mecuriale col metodo del Campailla si può assistere a delle rinascite complete di individui ridotti in condizioni impressionanti di cachessia o con lesioni tali da rendersi impossibile qualsiasi intervento curativo per via percutanea o ipodermica“. Nel volume di A. Fontana “Diagnosi e terapia della sifilide” (1937) viene scritto che “l’introduzione del mercurio per via respiratoria rappresenta il metodo più antico nella cura della sifilide; le fumigazioni coi solfuri di Hg (Botte di Modica) sono note da secoli ed esiste un Istituto attualmente ancora funzionante”. L’uso delle Botti di Modica si protrasse fino all’avvento della penicillina, quando venne abbandonato definitivamente. Dai registri-cartelle cliniche ancora esistenti risulta che l’ultimo paziente fu introdotto nelle Botti nel 1943. Tommaso Campailla nel corso della vita partecipò attivamente anche all’amministrazione della cosa pubblica ricoprendo per ventiquattro anni consecutivi la carica di Magistrato Municipale della Città e per sei volte quella di Senatore della Contea. Morì, tra il compianto generale, il 6 Febbraio 1740 per un ictus cerebrale o forse per un carcinoma gastrico. Fu sepolto nella chiesa di S.Giorgio a Modica. La chiesa di San Giorgio dove fu sepolto Tommaso Campailla e la lapide commemorativa. L.A. Muratori scrisse che era “una gran perdita per la Repubblica Letteraria”. La città di Modica gli intitolò il vecchio Ospedale, il Ginnasio e Liceo Classico, una Piazza, una Strada, il Palazzo ed il Museo in esso sistemato. 217 Historia Medicinae Dopo la grandissima fama ed il prestigio raggiunti a cavallo tra ‘600 e ‘700 (“Miracol d’ingegno ed emporio di tutte quante le scienze”, scrisse Sinesio nel 1783) il suo nome entrò nell’ombra e nonostante un numero molto elevato di pubblicazioni su di lui, comprendente anche alcuni basilari studi specifici, soprattutto di qualche Autore (Criscione) che ne approfondì svariati aspetti, non trovò, probabilmente per trascuratezza di qualche importante Storico istituzionale, quel posto di maggiore rilievo che - forse, azzardiamo per pietas familiae - gli spettava di diritto sia nel campo della Letteratura sia in quello delle Scienze. Mi risulta personalmente per certo, fin dal 1979, che C. Ottaviano, Professore Universitario, avesse in corso un’imponente ed approfondito studio su Tommaso Campailla, rimasto purtroppo incompiuto e mai pubblicato a causa della sua sopraggiunta scomparsa. Possiamo però affermare che, certamente, non è stato studiato con la giusta profondità, accostandolo con l’epoca particolare che visse, quella del tanto vituperato seicentismo. Infatti il passaggio tra quei due secoli rimane un tempo storico complesso ed in genere poco approfondito nell’ambito dell’evoluzione del pensiero scientifico. Il trapasso dal Barocco all’Illuminismo fu un lento mutare dello spirito attraverso una comples- 218 sa serie di contraddizioni filosofiche e scientifiche. E Tommaso Campailla fu un importante esponente proprio di questo periodo di transizione. Certamente, va riconosciuto, non fu personaggio che raggiunse il vertice assoluto in campo filosofico e scientifico. Bisogna però ricordare un’importante riflessione di L. Premuda: “Si è di solito portati ad incensare e idolatrare un individuo quale autore di una grandiosa scoperta ed in pari tempo si perde di vista il talvolta profondo, decisivo valore del contri- Busto marmoreo dello scultore Benedetto De Lisi. Historia Medicinae buto arrecato da tutto uno stuolo di uomini, per lo più ignoti o poco ricordati. Costoro con il loro lavoro, con le loro esperienze hanno dissodato il terreno e preparato l’avvento di un’invenzione o di una scoperta. Ogni scienziato è il prodotto del tempo e dell’ambiente in cui è vissuto”. S.Quasimodo, prestigioso Premio Nobel per la letteratura, così lo ricorda: “I timpani risonanti delle estati hanno fermato nelle conchiglie barocche e sulle ripide scale di Modica, la parola dell’uomo che tra i contemporanei aveva fama ed onori. Il Campailla, Medico, Fisico e Teologo, è lo Scienziato poeta che vuole liberare la mente dell’uomo dalle leggende e dagli dèi mitologici del paganesimo cristiano dal fanatismo religioso. La Medicina era allora già rigida nelle sue derivazioni capillari sotto il fluido scorrere del male; come ombra la vita usciva ed appariva dietro i vetrini opachi dei maghi guaritori : il Campailla è stato uno di quegli uomini che sanno fermare l’intelligenza e l’amore sull’atomo già scoperto della nostra materia e del nostro spirito”. Bibliografia BASEGGIO G.B.: Tommaso Campailla. In: De Tipaldo E:. Biografie degli italiani illustri nelle scienze, lettere ed arti, compilato da letterati italiani per ogni provincia. Ed. Cecchinni, vol. V, pp. 239-241,Venezia, 1837. BELGIORNO F.: I grandi siciliani : Tommaso Campailla. Sicania, II, 44, 1948 BOCK BERTI G. – FAVERO G.A : Contributo alla conoscenza di Tommaso Campailla, medico e scienziato. Acta Med. 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E’ Direttore del Dipartimento di Chirurgie Specialistiche nonchè della Scuola di Specializzazione in Ortopedia e Traumatologia, cui sono attualmente iscritti 48 medici. E’ stato precedentemente Professore incaricato di Clinica Ortopedica per 6 anni nell’Università di Parma e poi Professore Associato nell’Università di Trieste per 9 anni. E’ autore di 25 Monografie e di 320 Lavori Scientifici pubblicati su Riviste Nazionali ed Internazionali. Le Pubblicazioni degli Allievi sono 110. Portano il suo nome due Malattie, incluse nella Classificazione internazionale ufficiale delle Malattie ossee ereditarie. Relatore ufficiale su invito e Moderatore ad oltre 200 Congressi nazionali ed internazionali. Ha organizzato 46 Congressi della Specialità. E’ attualmente vice-Presidente della Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia. Al di fuori del campo scientifico medico ha pubblicato, per hobby, 15 libri su argomenti prevalentemente artistici. Nel 2000 Raffaele Galazzo gli ha consegnato il “Premio alla Modicanità” per la cultura. Nel 2004 è stato insignito della “Cittadinanza Onoraria” della Città di Modica, con la motivazione : “Illustre uomo di scienza, ha profuso grande impegno sia nel campo accademico che nel campo umanistico”. Se desiderate contattare il prof. Campailla potete farlo all’indirizzo : [email protected] 222