Historia Medicinae
Tommaso Campailla (1668-1740)
Medico, Scienziato, Letterato, Filosofo
Ettore Campailla
Direttore della Clinica Ortopedica dell’Università di Udine
Parole chiave: Campailla, Storia della Medicina, Botti di Modica.
Riassunto: Vengono descritti la vita e le opere di Tommaso Campailla, vissuto in Sicilia tra
1600 e 1700. Fu medico, scienziato, letterato e filosofo ed alla sua epoca ebbe vastissimo successo e fama in tutta Europa.
Abstract: It is decribed the life and the works of Tommaso Campailla who lived in Sicily between
1600 and 1700. He was a physician, scientist, lettered and philosoph and, at his time, had a
large success all over Europe.
Nella città, alta di terrazze e di chiese del Seicento,
area di visioni esatte dei paesi e dei mari,
della Scienze e dell’Arte, è la casa dove è nato il
Campailla,
davanti a quella che è stata della mia nascita.
SALVATORE QUASIMODO
Nel panorama culturale del tardo
1600 vi fu una larga schiera di uomini che coltivarono con passione i più
svariati campi dello scibile umano
fino allora conosciuto, approfonden-
do filoni talora anche differenti tra di
loro e dimostrando spesso un’erudizione tanto straordinaria quanto di
non facile realizzazione, tenuto conto delle difficoltà pratiche delle comunicazioni e della conseguente circolazione delle idee, rapportate a
quel tempo. E se nei grandi circuiti
europei promotori di cultura vi poteva essere una qualche minore difficoltà, in luoghi lontani le possibilità
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si riducevano enormemente. Ad esempio in Sicilia, ed in particolare in
suoi angoli remoti come la cittadina
di Modica. Anche se si trattava pur
sempre della Capitale di una Contea
sin dall’epoca normanna, sede di
Corti e di Tribunali, che nel ‘600
possedeva l’autonomia di un piccolo
“regnum in regno”, retta da un Governatore con pieni poteri amministrativi, giudiziari, militari.
Non vanno poi dimenticate le condizioni particolari in cui la Sicilia
versava proprio nei cento anni che
andarono dal 1650 al 1750, uno dei
periodi più bui di tutta la storia dell’isola, quando le tristi tappe di quell’epoca erano rappresentate dallo
sgretolarsi del deteriorato dominio
spagnolo, dalla sua fine e dal succedersi di nuovi governi stranieri nel
giro di pochi anni : dando per prima,
tra l’altro, il titolo di Re a Casa Savoia con Vittorio Amedeo II cui subentrò, poco dopo, Carlo VI d’Asburgo.
Tutto ciò si svolgeva dinanzi ad una
popolazione quasi indifferente, abituata e rassegnata al dominio straniero, che condizionava quindi uno
stato generale di grande e desolante
decadenza: socialmente l’Isola era
globalmente rimasta spagnola nel
senso più deteriore.
La cultura, molto limitatamente
impartita sotto il più rigido ed opprimente controllo dei Gesuiti, era essenzialmente di tipo classicheggiante e mnemonico, basata com’era su
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astrattismo e retorica. Non avendo
quindi nulla di scientifico, nonostante si svolgesse nei tempi di Galileo
Galilei e di Francis Bacon.
E proprio nella lontana Modica
nacque (il 6 Aprile 1668) e visse tutta la sua vita Tommaso Campailla,
discendente in linea diretta da quell’importante giureconsulto, poeta e
letterato che fu Calogero Campailla
(Scicli, 1498-1569) ricordato dal
Mongitore: “claro genere exortus,
amaenioribus litteris latinis et italicis
egregiae operam dedit”.
Tommaso Campailla, nonostante
le condizioni ambientali siciliane di
Tommaso Campailla.
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enorme penalizzazione, raggiunse
una fama straordinaria non solo per
merito del suo indubbio grande e
poliedrico ingegno ma anche grazie
ad importanti mecenati che lo agganciarono all’alta cultura non solo
italiana ma anche europea. In più,
non deve essere trascurato il fatto
che l’ambiente di casa (ricco di tradizioni familiari, politiche e gentilizie)
e contatti sociali, non poterono che
garantirgli aperture ed interessi culturali in una città che, nonostante
tutto, offriva già di per sé molteplici
occasioni e stimoli intellettuali (Criscione, 1999); infatti, come testimoniato con precisione da Jacopo de
Mazara ed Echelbelz (1728), la famiglia di Tommaso era imparentata
con grandi casati siciliani illustri : i
Principi Grimaldi (dei cui figli fu anche precettore), gli Arizzi, i Giardina,
i Castelletti, gli Ascensi, i Bellomo di
Agosta, i Vassallo di San Bartolomeo, i della Rocca, i Bustamante
spagnoli, ecc.
Tommaso intrattenne inoltre una
corrispondenza epistolare con importanti e famosi personaggi dell’epoca, tra cui ricordiamo solamente Ludovico Antonio Muratori (che
per amicizia e stima gli propose una
degna sistemazione in Cattedra all’Università di Padova, da lui però
rifiutata) ed il grande filosofo irlandese George Berkeley che introdusse
le sue Opere alla Royal Society of
London e che si recò addirittura in
Sicilia a visitarlo a Modica nel 1718.
In una lettera il filosofo scrisse a
Tommaso, tra l’altro: “Libros tuos,
prout in mandatis habeo, Viro erudito
e societate regia tradidi, qui cum solertiam et ingenium tuum pro meritis
extimet, tum id plurimum miratur, tantum Scientiae lumen in extremo Siciliae angulo tam diu dilatuisse” (Londini, Kalendis Julij, 1723).
Il Campailla fu Accademico Arcade (con il nome di Andremoneo), degli Assorditi di Urbino, dell’Accademia palermitana dei Geniali, dei Pastori Ereini (con il nome di Serpillo
Leonzio), dell’Accademia del Buon
Gusto e Membro - su invito - di moltissime altre Società ed Accademie.
Tutte le quali lo accolsero, si badi
bene, più per restarne onorate che
per onorarlo.
Le sue opere, recensite sulle “Novelle Letterarie della Repubblica di
Venezia” erano state accolte, discus-
La casa dove nacque e visse
Tommaso Campailla.
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se e lodate, oltre che in Sicilia, anche
a Milano, Lucca, Pisa, Roma, Napoli, Modena, Lipsia, Parigi, Londra,
ecc.
La sua vita si svolse tutta in Sicilia: da giovane fu mandato all’Università di Catania, alla Facoltà di
Giurisprudenza, ma presto abbandonò gli studi del Diritto che allora
andavano per la maggiore nell’isola
ma che non lo interessavano.
Si rivelò però un ragazzo prodigio:
affrontò infatti, affidato a precettori,
lo studio della matematica, della fisica, dell’astronomia, della chimica,
della filosofia, delle lettere, della retorica, della teologia. Frequentò anche corsi di medicina. Insomma tutto il campo del sapere lo affascinò e
lo attrasse immensamente. Ebbe
grande passione per Aristotele e fu
molto ammirato di Ludovico Ariosto
e Torquato Tasso.
Nel corso della sua vita scrisse
molte opere che gli dettero larghissima fama, tra le quali ebbe uno straordinario successo in tutta Europa
soprattutto “L’Adamo” (nel 1709 uscì
la prima di sei edizioni; l’ultima nel
1783), imponente poema didascalico
in ottave nel quale è esposta compiutamente la dottrina di Cartesio,
suddiviso in venti canti : i primi dieci
sono dedicati alla spiegazione della
natura non vivente e gli ultimi dieci
alla natura vivente. Contiene, in pratica, tutto lo scibile umano del tempo. Infatti vi sono trattati i principi
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delle cose, l’astronomia, gli elementi e le loro qualità, la gravità ed i suoi
movimenti, la terra, il mare, l’aria, il
fuoco, le piante, l’uomo, l’economia
animale, la generazione dei sensi e
dei sensibili, i morbi, le passioni dell’anima e la sua immortalità.
L’Opera può essere definita non
solo moderna ma addirittura rivoluzionaria per il pensiero filosofico del
tempo ed ebbe, tra i tantissimi consensi ed elogi, quelli importanti - in
quanto autorevoli - del severo Ludovico Antonio Muratori che scrisse del
Campailla “A lui si conviene il titolo di
Lucrezio italiano cristiano.
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Niuno avea per anco occupato quel
posto : egli l’ha empito con dignità e
l’empierà in avvenire con tutta giustizia”. Guastella (1880) ritenne che
dall’Adamo egli “si alza monumentale”. Ortolani scrisse poi (1898): “Sul
principio del XVIII Sec. suonava per
tutta l’Europa colta il Poema dell’Adamo di Tommaso Campailla e qual
nuovo Empedocle siciliano, qual Lucrezio cristiano, era l’Autore encomiato”.
Nel 1998 è sta pubblicata una ristampa anagrafica de “L’Adamo”.
Vanno ricordate, inoltre, molte altre
sue importanti Opere: “L’Apocalisse
dell’Apostolo S. Paolo”, “Opuscoli filosofici”, “Del Moto degli Animali”, “Em-
blemi e Poesie”, “Problemi naturali”,
“Considerazioni sulla fisica di Isacco
Newton”, “Filosofia per principi e cavalieri”, “L’unione ipostatica”, e molte altre minori, alcune delle quali
andate perdute. I suoi volumi ebbero grande diffusione in tutt’Europa,
accolti nelle più importanti biblioteche, nelle Corti, nei Centri di cultura. Si può ben dire che il Campailla
concepì la letteratura e la poesia,
alle quali peraltro si dedicò con vera
grande passione, oltre che come insostituibile completamento culturale per lo scienziato, soprattutto come
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mezzo per divulgare il pensiero scientifico e filosofico. Notevole importanza ebbe dunque il suo apporto come
scienziato in senso più stretto nonché come fisiologo, il cui pensiero
mostra una notevole modernità. Dette uno spiccato carattere scientifico
all’Accademia degli Affumicati, di cui
era socio e successivamente anche
“custode”, facendone fucina di esperimenti ingegnosi ed eseguendovi
inoltre autopsie. Anche grazie ai suoi
insegnamenti prese corpo a Modica
una valida Scuola di Medicina, indirizzata non solo alla cura ma soprattutto alla ricerca scientifica.
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Nel campo medico, da lui particolarmente prediletto e per il quale dimostrò una profonda vocazione ed
una vasta conoscenza della letteratura specifica, pur restando influenzato dal pensiero scientifico del suo
tempo, si dedicò all’interpretazione
dei fenomeni naturali e biologici,
alla costante ricerca di solide e concrete basi d’indagine rivelando un
notevole ancoraggio ai dati sperimentali ed al ragionamento scientifico.
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L’appartenenza all’Accademia dei
Geniali gli consentì di sviluppare ulteriormente e soprattutto di confrontare le sue teorie.
Nella sua descrizione di “anatomia animata” intitolata “Del Moto interno degli animali” cercò di riportare - con grande modernità di pensiero - tutti i fenomeni naturali, in particolare quelli più intimamente connessi all’idea del flusso e del movimento, ad entità misurabili. Il lavoro
contiene, in rapporto ai suoi tempi,
corrette e puntuali descrizioni morfologiche e tocca gli argomenti fondamentali della fisiologia umana,
unitamente ad alcuni interessanti
risvolti patologici. Vengono descritti
con dovizia di particolari la struttura muscolare, la dinamica dei muscoli respiratori, dei muscoli scheletrici e del miocardio. Esatte, per
l’epoca, risultano le descrizioni in
tema di struttura e funzione delle
arterie delle vene nel “moto progressivo del sangue” nonché l’osservazione dei fenomeni coagulativi e la descrizione morfologica del sangue. Un
esauriente approfondimento è dedi-
cato alla struttura ed alle funzioni
del sistema nervoso, comprendente
anche temi più specifici quali i meccanismi implicati nei fenomeni della
veglia e del sonno.
In uno studio tra i rapporti che intercorrono tra fenomeni cerebrali e
fenomeni psichici viene offerta, con
gran ricchezza di dati e rilievi particolarmente vicini a quelli moderni,
la classificazione sintomatica e clinica delle psicosi maniaco-depressive,
del delirio febbrile e della melancolia.
Nell’opera di Tommaso Campailla
si accosta la fisica alla chimica,
componendo opposte tendenze, in
modo da offrire un’interpretazione
Disegno originale di Tommaso Campailla di cervello, cervelletto, midollo
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nuova e vivace dei processi organicistici.
Nella trattazione dei “Problemi Naturali” il Campailla affronta diverse
tematiche : i giorni critici; come influiscono le stelle nel parto; dei morbi epidemici; come si imprimono nel
parto le note delle voglie materne; la
trasformazione degli umori nelle
ghiandole del corpo animale; perché
lo stesso cibo nell’uomo nutre parti
così differenti; perché sono più vigorosi e virili gli animali interi rispetto
ai castrati.
Dalla lettura delle sue opere si apprende come egli fosse esperto nell’uso del chinino come antipiretico
ed abile nel maneggiare sostanze
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acide e basiche; conosceva gli effetti dell’oppio e della caffeina quali
analgesici e stimolanti.
Da un punto di vista pratico, poi,
il più noto contributo di Tommaso
Campailla nell’ambito della medicina fu l’invenzione delle famose “Botti” fumigatorie per la cura della sifilide mediante l’uso di vapori di mercurio, in opposizione alle vedute dei
medici di quel tempo.
In effetti fu soprattutto un perfezionamento, che ebbe però un enorme successo. L’uso del mercurio nella cura della lue è infatti antichissimo: ne parlarono Celso ed Areteo di
Cappadocia ed il metodo era già in
voga tra i medici arabi fin dall’ VIII
sec. Anche Girolamo Fracastoro
(1478-1553), che per primo usò il
termine di sifilide, parlò dell’uso del
mercurio-cinabro.
Dunque Tommaso Campailla costruì nel 1698 tre stufe mercuriali
per la cura delle malattie luetiche
nell’Ospedale “S. Maria della Pietà”
costruito nel 1600 a Modica, poi ribattezzato Ospedale Campailla.
Le sue “botti”, come furono chiamate, avevano caratteristiche del
tutto nuove rispetto a quelle in uso
precedentemente e furono inutilmente imitate tantissime volte: infatti il segreto della loro costruzione
rimase inviolato. Erano costituite da
doghe di un legno sconosciuto (forse
Guaiaco) che, a distanza di oltre 300
anni, resta oggi ancora intatto e du-
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rissimo. Sono tenute assieme e ricoperte da un intonaco, spesso 20 centimetri, tuttora di non chiara costituzione, anche perché mescolato a
componenti chimici. Erano di misura tale che gli ammalati vi potessero
essere completamente contenuti,
nudi su uno sgabello. Nelle botti costruite prima di quelle modicane, il
malato aveva la testa al di fuori e
quindi non inalava i vapori. Il Campailla, invece, pensò di fare respirare il solfuro rosso di mercurio-cinabro che, assieme ad incenso per rendere più accettabile l’aria, era bru-
Le “botti” originali tuttora visibili a
Modica al Museo Campailla.
ciato all’interno, a dosi prestabilite e
crescenti, in un contenitore di rame
pieno di braci, fino a raggiungere i
40°. Il farmaco, bruciando, avvolgeva inoltre nei suoi vapori tutto il corpo del malato che sudando profusamente traspirava e li assorbiva, unitamente a quelli che si sviluppavano
dai composti chimici mescolati al
cemento che teneva unite le doghe
lignee della botte.
Di stufe terapeutiche come quelle
di Campailla ne furono costruite
molte sia in Italia sia all’estero ma
parrebbe che nessuna abbia mai
funzionato soddisfacentemente; viene invece riportato che risultati positivi ne abbiano dati solo quelle di
Modica. Per spiegare ciò molte ipotesi sono state avanzate ma nessuno
ha potuto capirne il motivo preciso.
Resta il fatto - davvero incontrovertibile - che quelle rimaste oggi famose sono solamente quelle di Modica.
La Botti attirarono a Modica pazienti non solo da tutta la Sicilia ma anche da luoghi lontani; dagli antichi
registri risultano donne ed uomini di
Feltre, Trieste, Terni, ecc.
Lo storico S. Correnti scrive nel
1976: “Nuove cure furono tentate negli Ospedali siciliani : celebri furono le
“ Botti di Campailla” per la cura delle
malattie veneree, escogitate e adoperate con profitto a Modica, dove ancora si conservano. Ne fu inventore un
pensatore che abbiamo avuto già
modo di ricordare per la sua adesione
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al razionalismo cartesiano, Tommaso
Campailla. E di questo nuovo strumento medico ha lasciato una precisa
descrizione il Cutrera, indicando che
esso si cominciò ad adoperare nel
1698 e che il principio escogitato dal
Campailla alla fine del Sec. XVII era
ancora valido nel 1900, tanto che a
Palermo si facevano cure nel locale
sifilocomio basate sul principio ispiratore delle seicentesche botti del Campailla”.
Ad un certo momento, però, i progressi della terapia farmacologica
rallentarono - ovviamente - il trattamento della lue con i vapori di mercurio, che però tornarono ad acquistare un certo valore verso la fine del
1920, dopo il terreno perduto nel
1910 con l’introduzione del Salvarsan e del bismuto; farmaci che, comunque, mantennero allora intatte
le loro indicazioni. L’uso, seppur ristretto, del vapore di mercurio sembrò infatti riacquistare validità soprattutto nelle forme luetiche antiche, nella sifilide viscerale ed in
quella infantile.
Le Botti di Campailla continuarono così a funzionare a Modica nonostante le moderne innovazioni terapeutiche e nonostante fosse ritenuto, giustamente, un rimedio antiquato, presentando inconvenienti importanti tra i quali quello di non permettere il dosaggio del “medicamento” assorbito. Restavano però l’ultima speranza di ammalati gravi rifiu-
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tati da altri ospedali e da quelli che,
dopo aver provato ogni altra terapia,
cercavano un’estrema speranza curativa per il loro gravissimo malanno.
Le Botti di Modica trovavano indicazioni mediche anche in più recenti Trattati. Infatti, Rubino nel suo
“Formulario terapeutico” scrive che
“in Sicilia, la famosa grotta di Modica
da tempi assai lontani ha servito per
la cura degli affetti da lue perché in
quella grotta si sprigionano materie
invisibili che guariscono questa malattia”.
C. Pulino ritiene (1929) che prima
di schierarsi, a priori, contro il metodo terapeutico delle Botti di Modica
occorra vagliarlo serenamente, ritenendolo un metodo di cura antiluetica tra i più importanti e degno di fi-
Quadro conservato nella Sala Consiliare
del Comune di Modica.
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gurare accanto ai più perfezionati
sistemi di terapia moderna. Infatti
riporta che “dopo la cura mecuriale
col metodo del Campailla si può assistere a delle rinascite complete di individui ridotti in condizioni impressionanti di cachessia o con lesioni tali da
rendersi impossibile qualsiasi intervento curativo per via percutanea o
ipodermica“.
Nel volume di A. Fontana “Diagnosi e terapia della sifilide” (1937)
viene scritto che “l’introduzione del
mercurio per via respiratoria rappresenta il metodo più antico nella cura
della sifilide; le fumigazioni coi solfuri di Hg (Botte di Modica) sono note da
secoli ed esiste un Istituto attualmente ancora funzionante”.
L’uso delle Botti di Modica si protrasse fino all’avvento della penicillina, quando venne abbandonato definitivamente. Dai registri-cartelle
cliniche ancora esistenti risulta che
l’ultimo paziente fu introdotto nelle
Botti nel 1943.
Tommaso Campailla nel corso della vita partecipò attivamente anche
all’amministrazione della cosa pubblica ricoprendo per ventiquattro
anni consecutivi la carica di Magistrato Municipale della Città e per
sei volte quella di Senatore della
Contea. Morì, tra il compianto generale, il 6 Febbraio 1740 per un ictus
cerebrale o forse per un carcinoma
gastrico. Fu sepolto nella chiesa di
S.Giorgio a Modica.
La chiesa di San Giorgio dove fu sepolto
Tommaso Campailla e la lapide commemorativa.
L.A. Muratori scrisse che era “una
gran perdita per la Repubblica Letteraria”.
La città di Modica gli intitolò il
vecchio Ospedale, il Ginnasio e Liceo
Classico, una Piazza, una Strada, il
Palazzo ed il Museo in esso sistemato.
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Historia Medicinae
Dopo la grandissima fama ed il
prestigio raggiunti a cavallo tra ‘600
e ‘700 (“Miracol d’ingegno ed emporio
di tutte quante le scienze”, scrisse
Sinesio nel 1783) il suo nome entrò
nell’ombra e nonostante un numero
molto elevato di pubblicazioni su di
lui, comprendente anche alcuni basilari studi specifici, soprattutto di
qualche Autore (Criscione) che ne
approfondì svariati aspetti, non trovò, probabilmente per trascuratezza
di qualche importante Storico istituzionale, quel posto di maggiore rilievo che - forse, azzardiamo per pietas
familiae - gli spettava di diritto sia
nel campo della Letteratura sia in
quello delle Scienze. Mi risulta personalmente per certo, fin dal 1979,
che C. Ottaviano, Professore Universitario, avesse in corso un’imponente ed approfondito studio su Tommaso Campailla, rimasto purtroppo
incompiuto e mai pubblicato a causa della sua sopraggiunta scomparsa.
Possiamo però affermare che, certamente, non è stato studiato con la
giusta profondità, accostandolo con
l’epoca particolare che visse, quella
del tanto vituperato seicentismo. Infatti il passaggio tra quei due secoli
rimane un tempo storico complesso
ed in genere poco approfondito nell’ambito dell’evoluzione del pensiero
scientifico. Il trapasso dal Barocco
all’Illuminismo fu un lento mutare
dello spirito attraverso una comples-
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sa serie di contraddizioni filosofiche
e scientifiche. E Tommaso Campailla fu un importante esponente proprio di questo periodo di transizione.
Certamente, va riconosciuto, non
fu personaggio che raggiunse il vertice assoluto in campo filosofico e
scientifico. Bisogna però ricordare
un’importante riflessione di L. Premuda: “Si è di solito portati ad incensare e idolatrare un individuo quale
autore di una grandiosa scoperta ed
in pari tempo si perde di vista il talvolta profondo, decisivo valore del contri-
Busto marmoreo dello scultore
Benedetto De Lisi.
Historia Medicinae
buto arrecato da tutto uno stuolo di
uomini, per lo più ignoti o poco ricordati. Costoro con il loro lavoro, con le
loro esperienze hanno dissodato il
terreno e preparato l’avvento di un’invenzione o di una scoperta. Ogni
scienziato è il prodotto del tempo e
dell’ambiente in cui è vissuto”.
S.Quasimodo, prestigioso Premio
Nobel per la letteratura, così lo ricorda: “I timpani risonanti delle estati
hanno fermato nelle conchiglie barocche e sulle ripide scale di Modica, la
parola dell’uomo che tra i contemporanei aveva fama ed onori. Il Campailla, Medico, Fisico e Teologo, è lo
Scienziato poeta che vuole liberare la
mente dell’uomo dalle leggende e dagli dèi mitologici del paganesimo cristiano dal fanatismo religioso. La
Medicina era allora già rigida nelle
sue derivazioni capillari sotto il fluido
scorrere del male; come ombra la vita
usciva ed appariva dietro i vetrini
opachi dei maghi guaritori : il Campailla è stato uno di quegli uomini che
sanno fermare l’intelligenza e l’amore
sull’atomo già scoperto della nostra
materia e del nostro spirito”.
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Historia Medicinae
Ettore CAMPAILLA è Professore universitario
Ordinario e Direttore da 15 anni della Clinica
Ortopedico-Traumatologica dell’Università di
Udine, dove ha avuto anche l’insegnamento di
Storia della Medicina nell’anno accademico
1998/99.
E’ Direttore del Dipartimento di Chirurgie Specialistiche nonchè della Scuola di Specializzazione in Ortopedia e Traumatologia, cui sono attualmente iscritti 48 medici.
E’ stato precedentemente Professore incaricato
di Clinica Ortopedica per 6 anni nell’Università
di Parma e poi Professore Associato nell’Università di Trieste per 9 anni. E’ autore di 25 Monografie e di 320 Lavori Scientifici pubblicati su
Riviste Nazionali ed Internazionali. Le Pubblicazioni degli Allievi sono 110. Portano il suo nome
due Malattie, incluse nella Classificazione internazionale ufficiale delle Malattie ossee ereditarie. Relatore ufficiale su invito e Moderatore ad oltre 200 Congressi nazionali ed internazionali. Ha organizzato 46 Congressi della Specialità. E’ attualmente vice-Presidente della Società
Italiana di Ortopedia e Traumatologia.
Al di fuori del campo scientifico medico ha pubblicato, per hobby, 15 libri su argomenti prevalentemente artistici. Nel 2000 Raffaele Galazzo gli ha consegnato il “Premio alla Modicanità” per
la cultura. Nel 2004 è stato insignito della “Cittadinanza Onoraria” della Città di Modica, con
la motivazione : “Illustre uomo di scienza, ha profuso grande impegno sia nel campo accademico che nel campo umanistico”.
Se desiderate contattare il prof. Campailla potete farlo all’indirizzo : [email protected]
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Tommaso Campailla - Associazione Amici del Campailla