Dal 19 al 30 aprile 2014
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da BRESCIA OGGI
da L’ARENA
da L’ADIGE
dal TRENTINO
dalla GAZZETTA DI MANTOVA
dal CORRIERE DELLA SERA
da BRESCIA OGGI
mercoledì 30 aprile 2014 – CRONACA – Pagina 11
IL FUTURO DELL´AEROPORTO. L´intesa mai siglata tra i due scali si sta realizzando nei fatti per ragioni di emergenza.
Dal 12 maggio Bergamo chiude per tre settimane
Montichiari-Orio: prove tecniche di intesa
Natalia Danesi
Emergenza meteo: a Brescia dirottati più di mille passeggeri Lavori al magazzino che ospiterà (per ora
temporaneamente) Dhl
La collaborazione, mai siglata ma a lungo evocata, tra l´aeroporto di Montichiari e quello di Orio al Serio si realizza nei
fatti. Tra la necessità di gestire le emergenze e la collocazione favorevole, il D´Annunzio sta dimostrando la sua
naturale vocazione a supporto dei bergamaschi.
È accaduto per caso nelle ultime ore. L´impossibilità di attivare il sistema Ils per le operazioni in bassa visibilità e le
cattive condizioni meteo hanno costretto lo scalo orobico a dirottare su Brescia 6 voli passeggeri lunedì (Ryanair e
Livingston) e la notte successiva altri 3 voli passeggeri e 5 voli merci. Sono stati gestiti in condizioni di emergenza ed
efficacemente un migliaio di passeggeri. A dimostrazione del fatto che, dal punto di vista operativo, la struttura
bresciana è attrezzata al meglio.
Un nuovo sforzo sarà richiesto a Montichiari quando, dal 12 maggio e per tre settimane, i colleghi di Orio chiuderanno
completamente i battenti per il rifacimento della pista. I voli passeggeri (Ryanair in testa) saranno dirottati a
Malpensa. Per quanto riguarda le merci invece, verranno gestite le singole operazioni con le compagnie, anche
verificando la compatibilità con il contratto in essere con Poste italiane.
Avrebbe già scelto temporaneamente il D´Annunzio il grande carrier cargo DHL (di proprietà delle Poste tedesche),
anche se la Catullo, la società veronese che gestisce il D´Annunzio, continua a non confermare. A Montichiari da alcuni
giorni si sta realizzando interventi strutturali per adeguare i 4mila metri del magazzino merci inutilizzato e per
realizzare il sistema logistico con nastri trasportatori, lettori ottici di codici a barre e tutto ciò che serve per lo
smistamento dei pacchi e delle merci. Un investimento importante, di alcuni milioni di euro, che potrebbe servire non
solo durante la chiusura temporanea di Orio al Serio ma anche immaginando che alcuni voli possano essere mantenuti
a tempo interminato.
L´UPS, altro carrier di spicco che opera ad Orio, invece non si sposterà né a Malpensa né a Montichiari, ma utilizzerà tir
per raggiungere l´hub a Colonia.
L´OPERAZIONE, se pure per ora temporanea e non ufficializzata, con DHL riceve il plauso da Legambiente secondo cui,
spiega il responsabile lombardo Dario Balotta, «potrebbe costituire l´avvio di un riequilibrio del traffico aereo
lombardo».
E pur nella consapevolezza che «la situazione ambientale di Montichiari è già pesante e lo sviluppo dell´aeroporto
creerebbe ulteriori aggravamenti in una zona già fortemente compromessa» resta, per gli ambientalisti, «un
controsenso organizzativo ed ambientale che la Sacbo abbia imposto a Ryanair di spostarsi, durante le tre settimane di
chiusura, nel lontano scalo di Malpensa quando a pochi chilometri c´è, vuoto, il D´Annunzio».
AD ORIO al Serio su 291 ettari di suolo ogni ettaro sopporta 30 mila passeggeri; a Linate su 392 ettari di suolo ogni
ettaro sopporta 23 mila passeggeri; a Malpensa su 1.246 ettari di suolo ogni ettaro sopporta 14 mila voli. Mentre
Montichiari su 347 ettari di suolo ogni ettaro sopporta 58 passeggeri. Come è avvenuto per quest´ultima emergenza,
si tratta di un aeroporto pronto per l´operatività, in grado di gestire sia il traffico merci sia, persino più agevolmente, i
passeggeri. «È l´occasione per la Regione di chiedere ai gestori aeroportuali di riequilibrare i voli sugli scali lombardi»,
insisteÈ Balotta che già da tempo si è schierato contro i voli notturni a Bergamo per la vicinanza con l´abitato e con
Legambiente festeggerà a maggio la temporanea chiusura dello scalo orobico.
martedì 29 aprile 2014 – CRONACA – Pagina 9
L´INVESTITURA. Ufficializzato il poker nella giunta Maroni: a Cavalli vanno le Infastrutture
Parolini al Commercio:
«Aiutare i più deboli»
Chi ha detto che negozio e grandi strutture debbano essere in competizione negativa?
Natalia Danesi
Il neo assessore si occuperà anche di Turismo: «Quello bresciano ha eccellenze ormai riconosciute Bisogna sforzarsi di
venderlo di più e ancora meglio»
«Sono state giornate un po´convulse», ammette al telefono Mauro Parolini, che dopo giorni di tira e molla ora è
ufficialmente assessore regionale. L´annuncio l´ha dato il governatore Roberto Maroni: «Ho deciso io che si dovesse
fare questa operazione di riequilibrio, che qualcuno ha chiamato rimpasto - ha spiegato -. Mi è stato posto un
problema, ho aderito, e ho preso una decisione assumendomene la responsabilità. Alla fine - ha detto - la scelta che
ho fatto è quella di rimodellare la Giunta con l´ingresso di Mauro Parolini, che diventerà assessore con le deleghe al
Commercio e Turismo, quelle che aveva Alberto Cavalli. Quest´ultimo assume le deleghe alle Infrastrutture, quelle di
Maurizio del Tenno».
Con la nuova nomina, Brescia fa poker nell´esecutivo: oltre a Parolini e Cavalli, può contare sulla presenza di Viviana
Beccalossi (al Territorio) e Simona Bordonali (Sicurezza e Protezione Civile).
Cinquantasei anni, originario di Desenzano, Parolini è ingegnere di professione, ma ha alle spalle una lunga esperienza
politica da assessore nella giunta provinciale e poi da consigliere regionale. Fino ad oggi è stato capogruppo del Nuovo
Centrodestra al Pirellone. «Con Ncd abbiamo dimostrato che ci teniamo a lavorare per i lombardi, abbiamo avuto il
senso dell´istituzione - spiega - . Certo, il riequilibrio che volevamo l´abbiamo ottenuto solo in parte. Avevamo chiesto
due assessori e un sottosegretario, ma a noi quello che interessa è governare in Regione, va bene così».
SONO COMPITI importanti, quelli che sono stati assegnati a Parolini, soprattutto in vista della scadenza dell´Expo. «La
delega non ha certo l´orizzonte di un anno - sottolinea -. Ma l´Expo oltre che occasione è un catalizzatore. Ci serve per
accelerare la valorizzazione risorse che abbiamo per essere più competitivi». Da subito, ufficializzata la nomina, il neo
assessore si è messo al lavoro. Già ieri «con un incontro sui sistemi turistici, ho cominciato a metterci la testa racconta -. La sfida è semplificare gli strumenti per valorizzare quello che abbiamo sul territorio».
Si definisce socratico, Mauro Parolini, cioè fa «quello che sa di non sapere», nella consapevolezza che «per lavorare
bisogna essere svelti ad imparare perché le decisioni vanno prese in fretta. Bisogna ascoltare molto e aiutare chi
lavora».
Aiutare il turismo bresciano, innanzitutto («ha eccellenze riconosciute a livello internazionale, l´impegno per venderlo
meglio e di più deve essere massimo; certo richiede un grande sforzo, ma dobbiamo diventare abbastanza grandi da
essere visti da chi è lontano da noi»). Così come i commercianti: «Dobbiamo renderci conto che il sistema è fatto di
grandi e di piccoli - analizza Parolini -. Non è possibile tutelare qualcuno a scapito degli altri. È una rete che serve ai
cittadini. Va aiutata sostenendo chi è più debole; anche nelle emergenze, mi viene in mente caso della Tav. E
sponsorizzando l´integrazione, perché la concorrenza fa bene se è in un sistema virtuoso. Spesso i centri storici
attraggono di meno se non c´è la percezione di un sistema unitario, più attrattivo». E i centri commerciali? «Se ne
sono già fatti un bel po´...Il problema - chiude Parolini - è favorire l´integrazione. Chi l´ha detto che il negozio storico e
la grande struttura debbano essere per forza in competizione negativa?».
martedì 29 aprile 2014 – PROVINCIA – Pagina 17
I COMUNI AL VOTO. Un fenomeno in crescita se si considera che nel 2009 furono appena due le amministrazioni in
questa situazione. L´opinione dei «candidati unici»
Piccoli paesi, i sindaci «marcano visita»
Sono 12 su 147, appena sotto il dieci per cento, i centri nei quali gli elettori troveranno sulla scheda una sola lista
Quasi un Comune su dieci con una sola lista in corsa al voto amministrativo del 25 maggio, dodici su 147, e un
tredicesimo, Sulzano che potrebbe aggiungersi dopo la ricusazione di una delle due civiche. Se in alcuni paesi i
candidati sindaco addirittura straripano, in questi ultimi latitano. Mai accaduto prima un fenomeno di così vasta
portata: tanto per fare un paragone, nel 2009 i Comuni con una sola lista furono appena due, Mura e Vione, reciddivo,
visto che quest´anno ci ricasca.
CHE DIRE? Come spiegare il fenomeno in paesi piccoli, in gran parte sotto i mille abitanti, quando però ve ne sono
anche un paio oltre i 3mila? «Sono dispiaciuto - ammette Franceschino Risatti, sindaco di Limone, baciato
dall´opportunità del terzo mandato, grazie alla legge del ministro Delrio: «Pensavo di giocarmela con qualche altra
lista, ma non è stato così». Per lui è pronto il terzo incarico, semprechè, rammenta la legge, alle urne vada almeno la
metà del corpo elettorale e che il candidato ottenga poi la metà dei voti validi, altrimenti scatta il commissariamento,
almeno per un anno, fino al turno elettorale della primavera 2015.
Ne 2009 la lista di Risatti «Per Limone sul Garda» s´impose con il 71 per cento dei voti lasciando alle altre due liste solo
le briciole. Come sempre accade in casi del genere, ovviamente, squadra che vince, non si cambia: nei dieci fedelissimi,
l´unica new entry è rappresentata da Tiziana Gesmundo. Affiancherà un gruppo ormai collaudato composto da Franca
Italia Gasparinetti, Angelo Colle, Dario Dagnoli, Antonio Martinelli, Renato Segala, Rodolfo Risatti, Rudi Montagnoli,
Giovanni Fedrici e Gabriele Girardi.
«Nelle scorse settimane erano girate voci di altre due liste, ma poi la notizia della possibilità di un terzo mandato per i
sindaci con Comuni sotto i 3000 abitanti, deve aver fatto passare la voglia a qualcuno di mettersi in gioco. E poi aggiunge levandosi qualche sassolino dalla scarpa - con tutto il polverone sollevato con la vicenda delle case da
costruire a San Pietro in Oliveto, pensavo che qualcuno continuasse quella battaglia con le elezioni, ma evidentemente
perdere non piace a nessuno».
Braone e Cerveno, al di qua ed al di la dell´Oglio che quasi si specchiano, condividono lo stesso numero di abitanti (
poco sopra le 650 anime per ambedue) ed una lista ciascuno. Marzia Romano per Cerveno e Gabriele Prandini,
manifestano in perfetta sintonia qualche preoccupazione sulla situazione. «È davvero sconsolante presentarsi al
giudizio delle urne in perfetta solitudine, senza lo stimolo di un competitore : abbiamo sperato fino all´ultimo nella
composizione di una seconda lista e ci siamo addirittura adoperati con i rappresentanti della precedente minoranza
per raggiungere lo scopo, chiedendo infine loro di far parte del nostro gruppo, ma inutilmente» spiega Marzia
Romano.
DELLO STESSO TENORE le dichiarazioni del più navigato Gabriele Prandini, sindaco uscente di Braone: «Non è
certamente una bella cosa dover confrontarsi con sé stessi e debbo purtroppo constatare che il mestiere del sindaco è
sempre più complicato e noi non abbiamo di sicuro interessi da gestire».
Marzia Romano e Gabriele Prandini dovranno convincere i loro concittadini a non mancare nella cabina elettorale il
prossimo 25 maggio ed ambedue fanno anche appello ai mezzi di comunicazione per sensibilizzare gli elettori. Così per
non tralasciare proprio nulla, mercoledì 14 maggio il candidato sindaco di Braone ha convocato un´assemblea
informativa sul quorum e di presentazione del programma ed analoga iniziativa ha messo in calendario la sua omologa
al di là dell´Oglio però in data ancora da destinarsi.
A Preseglie, Stefano Gaburri si dichiara sorpreso: «Non me l´aspettavo di trovarmi solo. È assai più stimolante dover
competere con qualcuno. E poi, mi dispiace del non avere una minoranza che controbatta e controlli, come previsto
dalle regole della democrazia. Il rischio che si corre senza gli stimoli dati dall´opposizione è di adagiarsi».
Gaburri è abbastanza sicuro della vittoria, forte del fatto che la scorsa volta, nella lotta a due, la vittoria fu bulgara con
813 voti (l´82,5%). Che cosa l´ha spinto a ricandidarsi? «La legge che è cambiata. Ma il terzo mandato ci ha anche
risolto un problema: i possibili candidati a sindaco erano 2, con la difficoltà di arrivare ad una scelta condivisa. Certo, ci
saremmo arrivati. Ma il terzo mandato ha risolto ogni cosa».
Contento quindi di restare in campo in campo? «Questo sarà un mandato diverso. Se già io per mia natura non
accentro ma delego ai miei collaboratori, ora delegherò di più, perché va preparato il futuro».
Arcangelo Riccardi, classe 1950, ex sindaco di Villachiara per 4 legislature consecutive dal 1985 al 2004, poi per dieci
anni assessore nella giunta guidata dal suo successore Elvio Bertoletti, ora investito di una corsa in solitaria. Minimizza
Riccardi e punta l´indice sul gruppo di minoranza che da anni non si presentava in consiglio comunale e i consiglieri
dell´opposizione, uno alla volta, si sono dimessi, fino ad esaurimento lista».
martedì 29 aprile 2014 – PROVINCIA – Pagina 18
VIABILITÀ. Comunità montana e Provincia avviano lo studio di fattibilità per nuovi percorsi
Alto Garda, traffico al collasso:
fondi per il tunnel «alternativo»
Luciano Scarpetta
In progetto una galleria parallela Gargnano-Tignale Ma l´intera 45bis da Salò a Riva è ormai inadeguata
La luce in fondo al tunnel? Forse. Domani pomeriggio nell´assemblea della Comunità montana dell´Alto Garda sarà sul
tavolo l´accordo con la Provincia, sul progetto preliminare per una nuova galleria in variante alla 45 bis, tra Gargnano e
Tignale.
UN PERCORSO ALTERNATIVO alla Gardesana, che potrebbe stappare quella specie di imbuto delle attuali gallerie, così
strette da asfissiare l´intera viabilità dell´alto Garda fra sensi unici alternati, innesti a raso e e semafori da incubo.
L´accordo fissa tempi e modi per lo studio di fattibilità dell´opera, con una prima dotazione di 80mila euro, di cui
30mila dalla Provincia e il resto dalla Comunità montana.
La Gardesana dal 1930 a oggi, pur con l´aumento esponenziale del traffico, non è stata più interessata da interventi
organici di potenziamento. Si è intervenuto solo a sprazzi, in genere per aggiustare qua e là tratti ritenuti pericolosi,
come ad esempio nel 2007 nella zona posta in località Forbisicle al confine fra Tignale e Tremosine, o più
recentemente in località Pra de la Fam alla foce del torrente Baes.
MA CON UN´UNICA strada per una Riviera che conta milioni di presenze turistiche, questa viabilità è ormai allo
stremo.
Sono rimasti purtroppo alcuni tratti in galleria che non permettono a due automezzi pesanti di incrociarsi. Soprattutto
nelle prime gallerie da Gargnano al bivio di Tignale, dove da alcuni anni sono stati installati semafori «intelligenti» che
in realtà creano code.
Da decenni ormai si discute in ambito istituzionale di come risolvere il problema più urgente alle prime tre gallerie,
dopo Gargnano, la D´Acli, l´Eutemia e la Ciclopi; 2,2 Km circa di tunnel ogivali ormai totalmente inadeguati.
INNUMEREVOLI le proteste e tanti i tentativi per soluzioni strutturali. Durante l´ultimo mandato da sindaco di
Gargnano, ad esempio, l´onorevole Daniele Roscia scrisse un´interpellanza a Roma per segnalare i quotidiani disagi
sulla 45 bis. Qualche anno dopo il presidente della Comunità montana Bruno Faustini proponeva il raddoppio delle
prime gallerie; poi le sollecitazioni del presidente Roberto Righettini per un ammodernamento generale del tratto in
questione. Tutto inutile.
Intanto ormai le code e i rallentamenti non riguardano più come in passato solo i fine settimana e la stagione estiva.
Adesso non manca giorno senza fermate prolungate. Non solo nella zona alto gardesana, ma anche nel medio lago,
dove spesso per percorrere gli 8 km da Toscolano a Salò ci possono volere tre quarti d´ora.
mercoledì 23 aprile 2014 – PROVINCIA – Pagina 27
SPORT & TRADIZIONI. La Lega alle prese con i dissidi interni cerca di radicarsi e crescere grazie all´apporto dei nuovi
equipaggi e ai ragazzi che si avvicinano ai remi
«Bisse», il futuro è complicato ma giovane
Luciano Scarpetta
Torna l´equipaggio di Toscolano e debutta una barca di Paratico A Gargnano i ventenni di Gioia sulle orme
dell´esperta Villanella
Dopo l´assemblea dei soci della Lega Bisse di febbraio, sulla sponda bresciana del lago ci s´interroga sul destino di
questa gloriosa e antica specialità.
Preso atto del cambio della guardia nel direttivo, ora guidato da Luisa Barbazeni, presidente del gruppo bisse di Lazise
(subentra al dimissionario gardonese Franco Baruffaldi), nel 2014 Brescia ospiterà soltanto due tappe delle otto
previste: a Gargnano e Rivoltella, contro le quattro (cinque con quella iseana di Monte Isola) della passata edizione.
SE PER LE LOCATION si può parlare di avvicendamenti fisiologici dovuti all´alternanza e alle ristrettezze economiche (di
solito molti Comuni a causa dei costi ospitano una tappa ogni due anni), non altrettanto si può dire per la surroga del
presidente. Una decisione giunta alla fine di mesi contraddistinti da incomprensioni e contrasti assortiti all´interno del
direttivo, sfociati nel sanzionamento (un anno di squalifica) di due associati della sponda veronese. «Dispiace per
quello che è successo - spiega l´ex presidente Franco Baruffaldi -, ma purtroppo una serie di avvenimenti hanno
portato alla decisione finale di non poter più proseguire serenamente il mio mandato. Attacchi personali in
un´associazione sportiva non devono e non possono mettere in pericolo anni di lavoro. Sono comunque contento che
il nuovo presidente Luisa Barbazeni, già ex vicepresidente della Lega negli ultimi due anni, abbia deciso di continuare
sulla strada della legalità senza perdere l´identità territoriale».
PER UN CAMPIONATO, il prossimo, che vedrà il dialettale «mi e ti» veneto prevalere sul nostrano «me e te». E non
solo a livello territoriale, ma anche per quanto riguarda gli armi, con la Scuola del remo di Garda (non iscritta alla Lega
Bisse ma alla federazione) a fornire gran parte degli equipaggi, e con la Remiera Peschiera del Garda e l´Asd Cassone di
Malcesine a garantire il fisiologico ricambio degli atleti.
Nel bresciano i rinforzi arrivano tutti dal Sebino: nell´ultima edizione hanno partecipato equipaggi di Portese e di
Desenzano, con rematori provenienti dal lago d´Iseo oltre a tre barche di Clusane e un´imbarcazione di Monte Isola. E
non è finita: quest´anno è in arrivo una nuova barca da Paratico. Timidi segnali di risveglio sulla sponda bresciana del
lago si registrano con la remiera di Gardone in crescita e l´accoglimento della richiesta di riadesione della remiera di
Toscolano Maderno. Rientrerà a far parte della Lega dopo aver gareggiato fino al 2007.
ALTRO PASSO importante per il salto di qualità è l´approvazione del regolamento di stazza dell´imbarcazione a 4
vogatori denominata Bissa, con l´inserimento di tutte le società iscritte nel circuito gardesano all´interno della
Federazione italiana canottaggio sedile fisso.
Un´apertura che si spera possa garantire maggior serietà e impegno in tutti i sodalizi del remo, avvicinando ancora di
più i giovani.
Un po´ come sta accadendo da qualche anno a Gargnano, dove quattro ragazzi non ancora ventenni stanno
partecipando con «Gioia» (è proprio il caso di dirlo) alla disputa della Bandiera del Lago, affiancando i più esperti
dell´equipaggio di «Villanella».
mercoledì 23 aprile 2014 – PROVINCIA – Pagina 27
GARGNANO E RIVOLTELLA
LE DUE TAPPE BRESCIANE
Sarà messa in palio a fine giugno e assegnata ai primi di agosto la «Bandiera del Lago» 2014. Tutto è pronto per il via
alla nuova edizione del Palio delle Bisse. Per quanto riguarda il calendario, sarà Bardolino ad aprire le regate, il 21
giugno. Seguiranno Garda (il 28), Torri (il 5 luglio), Gargnano (prima delle due teppa bresciane il 12), Peschiera (19),
Rivoltella (seconda e ultima tappa bresciana il 26) e Cassone di Malcesine (2 agosto). La finalissima si terrà il 9 a Lazise.
L´equipaggio da battere è Garda, vittorioso nella 46esima edizione, composto da Mauro Battistoli, Dario Menghin,
Luigi Girelli e Alberto Malfer.
sabato 19 aprile 2014 – CRONACA – Pagina 17
LE ESPOSIZIONI. Grandi manovre sul padiglione che fino a pochi mesi fa rappresentava un´alternativa ma che ora è
l´unico polo espositivo attivo in provincia
Brescia-Montichiari, fra traslochi e fusioni
Magda Biglia
Aliment e Golositalia si uniscono in un´unica rassegna del gusto, e anche dentisti e odontotecnici scelgono la provincia
Sarà la fine dei doppioni che hanno caratterizzato i calendari delle due fiere, Brescia e Montichiari, in perenne
concorrenza, senza mai riuscire a trovare se non una sintesi, una complementarietà? Potrebbe diventare un modello
l´iniziativa annunciata ieri: Golositalia, tre edizioni in via Caprera, e Aliment ventisette nella Bassa, hanno stilato un
accordo e si terranno assieme, mantenendo i due marchi, al Centro del Garda dal 21 al 24 febbraio 2015.
Agroalimentare, enogastronomia, attrezzature professionali saranno negli stand per un pubblico variegato, dal
consumatore finale agli operatori. La pura somma fa 450 espositori e 60mila visitatori ma l´appeal aumenterà i
numeri, ne sono convinti il Centro di Montichiari e «Mantova in» srl, la società della famiglia Grandi che ha tre eventi
nel carnet, un altro Golositalia a Rimini e Cosmofood a Vicenza. «Dopo tre anni di crescita, superati i 45mila ingressi,
Brescia non bastava più, avremmo ugualmente effettuato la scelta. Il centro ha tutte le caratteristiche che servono e
risponde alla nostra volontà di restare nel Bresciano» ha dichiarato ieri l´amministratore unico Mauro Grandi a
margine della presentazione dell´intesa nella sala Scalvini del complesso fieristico monteclarense.
MA DI CERTO i lucchetti imposti ai padiglioni del capoluogo hanno obbligato a nuove strade. Golositalia, peraltro, è la
seconda ufficializzazione di trasloco in provincia, dopo Fimast, il salone dei macchinari tessili e accessori. E il direttore
Ezio Zorzi ha annunciato «Italian dental show» per l´ottobre 2015, mentre sta trattando per «una ulteriore
collocazione» nel novembre di quest´anno. «Del resto la fiera di Milano è ormai a Rho» manda a dire a chi vede
Montichiari come votata all´agricoltura. «Noi siamo disponibili, il nostro mestiere sono le fiere». Era al tavolo con loro
Gian Franco Tomasoni, «assessore provinciale rottamato» come si è definito criticando la decisione di cancellare «una
Provincia col capoluogo piccolo rispetto al suo territorio». Una provincia in cui l´agroalimentare vale un miliardo e 300
milioni di prodotto lordo vendibile, base importante per la doppia manifestazione prevista, anche se, tutti hanno
dovuto convenirne, in entrambe le fiere l´incidenza dei produttori bresciani è molto bassa. «Forse il nostro unire le
forze nel nome della brescianità sarà di esempio» auspica Grandi che è di Isorella al di là del nome della sua società. A
dare la benedizione milanese è intervenuto l´assessore al Commercio e Turismo Alberto Cavalli che ha ricordato il
bando da 100 milioni per finanziare ristorazione e ricettività lombarde in occasione di Expo che, data la tematica,
dovrà essere, a suo dire, punto di riferimento per l´edizione 2015 di Golositalia-Aliment. Cavalli si è detto
«particolarmente contento di un sodalizio che rafforza due realtà imprenditoriali ed è legato a un settore
fondamentale per il territorio che viene così a guadarci sensibilmente».
LA DESCRIZIONE di Grandi del 21-24 febbraio parla di quattro padiglioni utilizzati, «con l´auspicio di occuparli presto
tutti», di 70 eventi collaterali e convegni informativi, «perché oggi la gente vuole essere a conoscenza prima di
acquistare e scegliere», di un sito che proseguirà tutto l´anno per gestire promozione e vendite. «Il target del pubblico
sarà duplice, operatori e buyers, consumatori. Saremo la più importante occasione dedicata al food sul piano
nazionale, e obiettivo sarà di divenire internazionali» ha tenuto a far sapere.
sabato 19 aprile 2014 – CRONACA – Pagina 17
IL NUOVO CDA. L´assemblea degli azionisti di Autostrade lombarde
Brebemi spa, Bettoni
confermato presidente
Nel consiglio entrano Stefano Della Gatta e Andrea Mascetti Nuovi quattro sindaci
L´assemblea degli azionisti di Autostrade Lombarde spa, la holding che controlla la Società di Progetto Brebemi spa, si
è riunita ieri mattina e ha rinnovato il proprio consiglio di amministrazione e il collegio sindacale. L´assembea ha
riconfermato Francesco Bettoni presidente.
IL NUOVO Consiglio d´Amministrazione è composto da Francesco Bettoni, Goiulio Burchi, Bruno Chiari, Stefano Della
Gatta, Stefano Imovilli, Riccardo Marchioro. Andrea Mascetti, Gianpiero Mattioda Gianpiero, Maurizio Pagani. Michele
Pizzarotti, Alberto Rubegni, Fabio Santicioli e Claudio Vezzosi. Inoltre ieri è stato rinnovato anche il collegio sindacale
ora composto da Paolo Fumagalli (Presidente), Arcangelo Agogliati, Marco Antonio Dell´Acqua, Giovanni Greco e
Riccardo Ranalli.
Rispetto al precedente cda le new entry sono Stefano Della Gatta e Andrea Mascetti che sostituiscono gli uscenti
Andrea Livio e Luca Sassi. Profondamente mutato invece il collegio sindacale, del precedente resta infatti al suo posto
il solo Riccardo ranalli, mentre escono di scena Luigi Orlando, Matteo Bocca, Paolo Panteghini e Gianfranco Chinellato
SUL PIANO dei cantieri invece si va verso la chiusura. Di qualche settimana fa poi l´annuncio dello stesso Francesco
Bettoni, in una conferenza stampa a Treviglio, che sarà il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, a
presenziare alla cerimonia di inaugurazione che si terrà a Fara Olivana con Sola, piccolo centro della Bassa bergamasca
il prfimo luglio.
«Abbiamo mantenuto quello che avevamo promesso - aveva dichiarato in quella occasione il confermato presidente di
Brebemi, Bettoni -: i tempi burocratici sono stati piuttosto lunghi, ma in 5 anni abbiamo completato il progetto e a
luglio potremo inaugurare quella che diventerà una strada fondamentale per il traffico di una delle zone più
industrializzate del nostro Paese».
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da L’ARENA
martedì 22 aprile 2014 – PROVINCIA – Pagina 28
BRENZONE. I neo imprenditori spiegano agli allievi dell'istituto di Castelletto come si fa turismo
I giovani insegnano ai giovani:
la formula per amare il lavoro
Laura Zanella
Si parla di impresa e formazione e sono previsti incontri in classe
Giovani imprenditori che aiutano giovani studenti. La vicinanza anagrafica come punto di forza per una trasmissione
quanto più coinvolgente e spontanea della professionalità in ambito turistico. Questo caratterizza l'accordo tra
Federalberghi Garda Veneto e l'Istituto tecnico per il turismo delle scuola «Sacra Famiglia» di Castelletto di Brenzone
per la preparazione professionale e l'inserimento lavorativo.
L'iniziativa, che segue le direttive del protocollo nazionale di intesa tra il ministero dell'Istruzione, dell'Università e
della Ricerca e Federalberghi, nasce per sostenere e agevolare la preparazione di giovani studenti attraverso stage
nelle strutture alberghiere associate, favorendo l'inserimento nel mondo del lavoro di chi studia. Ad essere coinvolto è
il gruppo Giovani Albergatori di Federalberghi, che sarà incaricato di gestire ed organizzare gli stage e i rapporti con la
scuola.
«Tengo moltissimo a questa convenzione», ha precisato il presidente di Federalberghi Garda Veneto, Corrado
Bertoncelli, «perché testimonia una sinergia tra la formazione e le imprese che poi si povranno avvalere di
professionisti preparati». «L'organizzazione e l'attuazione pratica degli stage è stata volutamente affidata ai nostri i
giovani albergatori perché questo faciliterà sicuramente i rapporti e l'intesa con gli studenti, mettendoli nelle
condizioni di apprendere al massimo».
«Il primo approccio con il mondo del lavoro», ha aggiunto Lorena Pinamonte, presidente dei Giovani Albergatori, «è
importantissimo e può segnare l'esperienza lavorativa di tutta la vita». «Uno stage in un ambiente poco propositivo o
poco coinvolgente, può erroneamente far pensare agli studenti di aver fatto una scelta sbagliata e far perdere loro
interesse verso uno dei settori che offre grandi possibilità, sia in termini di inserimento che di soddisfazione
professionale. Dal canto nostro, cercheremo di appassionare gli studenti al lavoro senza omettere i sacrifici che ogni
lavoro, se fatto con serietà professionale, richiede».
Lo scambio tra giovani imprenditori e studenti avverrà, in prima battuta, attraverso testimonianze dirette in aula. Ecco
il punto di forza dell'accordo secondo il dirigente scolastico dell'Istituto Sacra Famiglia, Marino Battistoni: «Oltre
all'inserimento di un rappresentante di Federalberghi nel nostro comitato tecnico scientifico, la partecipazione a
questi incontri servirà a far comprendere le dinamiche turistiche e a rispondere a domande e curiosità degli studenti,
in modo diretto e informale». Sono previste inoltre attività di orientamento e aggiornamento delle competenze, per
una presentazione chiara delle opportunità di lavoro offerte dal territorio.
martedì 22 aprile 2014 – PROVINCIA – Pagina 29
MALCESINE. La società della funivia scommette sul «ciclismo per tutti» e anticipa i tempi lanciando il noleggio in
quota
Alla scoperta del Baldo in sella a una mountain bike elettrica
Emanuele Zanini
Sarà il primo «e-park» d'Italia e proporrà itinerari con la guida: le bici a pedalata assistita hanno un'autonomia di 180
chilometri
Pedalare senza grande sforzo sulle pendici del monte Baldo noleggiando sul posto mountain bike elettriche. Non si
tratta di un piano avveniristico, ma di un recente progetto sviluppato da Atf, Azienda Trasporti funicolari di Malcesine,
che verrà realizzato concretamente già nelle prossime settimane. L'evento d'inaugurazione infatti sarà organizzato
entro il mese di maggio.
Ad annunciarlo è il presidente di Atf, Stefano Passarini: «Si tratterà del primo e-park d'Italia (la «e» sta per «electric»,
ndr) e uno dei primi in Europa». Alla stazione di arrivo della funivia, sulla cresta del Baldo, quota 1.750 metri, si potrà
così affittare per una giornata intera una delle quattordici mountain bike elettriche, con pedalata assistita, che
possono aiutare il ciclista nelle salite e nei tratti più impegnativi.
Le bici, per le quali la società di gestione della funivia ha investito circa 40mila euro, a cui se ne aggiungeranno
altrettanti o quasi per promozione, comunicazione e marketing del progetto globale, hanno un'autonomia di circa
dieci ore di pedalata sostenuta da un apposito motorino elettrico in grado di macinare consecutivamente fino a 180
chilometri.
Le bici sono state ordinate e nelle prossime settimane arriveranno a Malcesine. Il via libera al piano è stato dato anche
dal consiglio di amministrazione della funivia. «Abbiamo stipulato un accordo con la Scott, una delle principali aziende
internazionali che realizzano biciclette elettriche», rivela Passarini. «Siamo certi che questo nuovo progetto, su cui
punteremo molto anche con mirate azioni di marketing, garantisca un ulteriore servizio di qualità per la nostra
montagna». In questo modo, secondo Passarini, la montagna in bici sarà a portata di chiunque, non solo quindi per gli
appassionati o gli sportivi ma anche per le famiglie, «che avranno così l'occasione di assaporare le bellezze del Baldo in
sella ad una bici, ma senza per questo faticare troppo», chiosa il presidente.
«Stiamo inoltre studiando dei pacchetti speciali che prevedano la presenza di una guida turistica che accompagni i
turisti nei tragitti prescelti descrivendo la flora, la fauna e l'ambiente del Baldo. Per i visitatori si tratta di un'occasione
unica per unire attività fisica, natura, cultura e divertimento». «Da parte di ditte e addetti ai lavori inoltre stiamo già
ricevendo una risposta entusiastica al progetto», commenta Passarini. «Ci sono già diverse imprese che si stanno
contendendo la gestione del noleggio delle biciclette o chi è intenzionato al coordinamento delle guide turistiche. Con
l'e-park, oltre a valorizzare il Baldo nel pieno rispetto dell'ambiente, si possono quindi creare anche concrete
opportunità di business e di lavoro. Siamo convinti che questo servizio rappresenti una parte importante del futuro
della nostra montagna».
Nel frattempo si stanno studiando tutti i possibili percorsi ciclabili adatti alle bici elettriche, che mettano anche in
collegamento le diverse strutture della zona, da Tratto Spino verso Malcesine, Novezza o Pra' Alpesina. «In un secondo
momento», aggiunge Passarini, «effettueremo anche il noleggio delle bici elettriche alla base della funivia in modo da
dare la possibilità ai ciclisti di salire in quota direttamente dal lago».
Con l'occasione dell'annuncio dell'e-park del Baldo, Passarini ha effettuato un breve bilancio dell'attività invernale
della funivia, «positivo e costante nei mesi, caratterizzato dall'importante acquisizione della pista Paperino che ci ha
permesso di armonizzare e completare il nostro servizio. Le prospettive per questa stagione, appena partita, sono
quanto mai incoraggianti».
sabato 19 aprile 2014 – PROVINCIA – Pagina 30
VALEGGIO. Il presidente della Camera di commercio invita i suoi produttori a coalizzarsi contro la specialità
veronese Tortellini e timori dell'Emilia «È la nostra grande vittoria»
Alessandro Foroni
Nadia Pasquali: «Sapere che Bologna e Modena hanno paura ci fa piacere, ma siamo piccolissimi Puntiamo ad attirare
il turista, non a esportare»
Ha stupito un po' tutti gli operatori del settore, dai ristoratori ai pastai, la recente uscita del presidente della Camera di
Commercio bolognese, Giorgio Tabellini, che invita i produttori emiliani a coalizzarsi per avviare il riconoscimento di
un disciplinare di produzione che tuteli il loro tortellino, anticipando le mosse dei produttori valeggiani. La paura dei
produttori emiliani è che il tortellino di Valeggio s'affermi come l'unico vero tortellino, diventando poi un marchio
imbattibile anche all'estero.
Una paura che secondo Nadia Pasquali, vicepresidente Arv (Associazione ristoratori valeggiani), non ha nessuna
ragione d'esistere. «Mi viene da ridere», afferma Nadia Pasquali, «a pensare che Modena e Bologna ci temono. Certo
è una grande vittoria per Valeggio, constatare che il topolino fa paura agli elefanti». Le dimensioni dei territori che
producono il tortellino emiliano sono infatti ben diverse da quelle del Comune di Valeggio che pure ha visto crescere
negli ultimi decenni numerose attività economiche attorno a questa eccellenza della gastronomia.
«Farci la guerra», continua la vicepresidente Arv, «sarebbe quanto di più sbagliato possiamo fare. Dovremmo invece
mettere in piedi una coalizione di tipicità, ciascuna con le proprie peculiarità e affrontare i mercati esteri assieme a
Modena e Bologna, non gli uni contro gli altri. Mi sorge il dubbio che l'Italia sia retrocessa nel gradimento nei mercati
turistici esteri proprio per l'incapacità, che anche questa vicenda dimostra, di coalizzarci intorno a quanto di buono e
di bello abbiamo, anche se marcatamente diverso da regione a regione».
Sulla stessa falsariga Marianna Bignotti, portavoce di Apav (Associazione pastifici artigiani di Valeggio), che non vede il
motivo d'incentivare una rivalità che al momento ha viaggiato solo attraverso confronti gastronomici. «Non vedo una
rivalità», dichiara Marianna Bignotti, «perché, in prima battuta, noi vogliamo portare qui il turista, non esportare i
tortellini a Shangai, cosa che risulterebbe difficile proprio per le caratteristiche di questo prodotto che è artigianale e
non industriale. Certo siamo lusingati di questa attenzione dall'Emilia, una regione da cui provengono anche tanti
nostri clienti. È anche un riconoscimento sia per il lavoro di qualità che svolgiamo e per le varie manifestazioni che
ruotano attorno al tortellino e che lasciano il segno. Un lavoro che ci permette di raggiungere gran parte dell'Italia del
Nord». Che poi ci sia un attivismo dei produttori che porti a un marchio Igp o Dop, la portavoce dei pastai tende a
negarlo: «Seguire questo percorso è assai costoso e noi abbiamo già la De.Co. (Denominazione comunale), oltrechè
l'inserimento nell'albo dei prodotti regionali. Andare oltre non sarà semplice, anche se potrebbe essere auspicabile».
Per risolvere la querelle, Nadia Pasquali propone «un incontro tra ristoratori e produttori dei diversi tortellini, per un
convivio che esalti l'amabile diversità, senza incoraggiare una sfida o un voto, ma la promozione del più interessante,
completo e moderno primo piatto d'Italia: Sua maestà il Tortellino». Da tempo intanto è partita la macchina
organizzativa che porterà, la sera del 17 giugno alla ventunesima edizione della Festa del Nodo d'Amore, dedicata
proprio al tortellino, sul ponte visconteo a Valeggio e vanno a ruba i biglietti venduti dai ristoranti. Basti pensare che
venerdì 24 gennaio è arrivato il primo bonifico per assicurarsi un posto sul ponte dalla lontanissima California e sono
già 500 gli iscritti dell'area germanica. L'edizione del 2014 sarà dedicata al capitano Malco, protagonista della leggenda
del Nodo d'Amore, con un nuovo tortello a lui intitolato (in cui si useranno gli asparagi), che completerà con il nodo
d'amore e lo scrigno di Silvia, l'offerta di tortelli stagionali. I ristoratori puntano a premiare sul ponte anche uno chef di
grido e a offrire un libro sul ventennale della manifestazione.
Certo di strada ne ha fatta questa pasta ripiena che a Valeggio è comparsa nel 1900 ed è figlia di un sincretismo
culinario che mescola tradizioni di varie regioni, ma che affonda le sue origini addirittura nel Medioevo e viene anche
citata nel «De Arte culinaria», libro di Maestro Martino, gastronomo del 15esimo secolo, in cui si trovano riferimenti ai
«ravioli in tempo di carne».
sabato 19 aprile 2014 – PROVINCIA – Pagina 30
Si chiamano «agnolign» e sono unici
Morello Pecchioli
Bolognesi e modenesi stiano tranquilli: a Valeggio la parola «tortellini» è solo un sinonimo. Nessuno vuol copiare i
turtlén (come li chiamano a Bologna) nè i turtlèin (come li appellano a Modena). Sul Mincio il nome originale è
agnolign. Lo codifica Angelo Renato Foroni nel vocabolario del dialetto valeggiano: agnolign, sostantivo maschile,
plurale; ravioli, tortellini. Quest'ultimo vocabolo, italianizzato, serve solo per far intuire di che pasta sono fatti i veri,
autentici, inimitabili agnolign. Che sono simili, affini, ma non uguali, nè equivalenti, nè copie di chichessìa. I tortellini
(sinonimo) valeggiani sono unici al mondo. Come quelli emiliani, del resto. Non per niente la secolare guerra
sull'origine dell'ombelico di Venere è circoscritta tra Bologna e Modena. Valeggio pone la sua pasta ripiena su altri
piani, sui quali non teme confronti: la squisitezza e la tipicità. Sempre Foroni, nel suo vocabolario, mette proprio
l'accento sulla bontà: «A Valès i fa i agnolign bogn». A Valeggio fanno gli agnolini buoni. Se confronto ci dev'essere
facciamolo sulla bontà. Ma anche questa scaramuccia è superflua. Nadia Pasquali, vicepresidente dei ristoratori di
Valeggio, ha ragione quando parla di «amabile diversità».
Tanto di toque a Bologna, grassa, ghiotta, saporita, dotta. E tanto di cappello anche a Modena, non meno gustosa e
prelibata. Ma i tortellini emiliani sono tutta un'altra cosa rispetto a quelli valeggiani. Che per la loro leggerezza, la
soavità della pasta fatta a mano, il gustoso equilibrio degli ingredienti ci santificano le feste. Conditi con una delicata
cascatella di burro fuso e salvia, è un piacere sentirseli sciogliere in bocca.
È vero, a Bologna hanno codificato la ricetta del tortellino fin dal 1974. Ma che vuol dire? A Valeggio hanno la loro.
Anzi, le loro, visto che non solo i ristoranti e i pastifici artigianali hanno i loro ghiotti segreti, ma anche ogni famiglia del
Mincio vanta qualche misterioso ingrediente per dar maggior sapore al ripieno. La verità è che i tortellini di Valeggio
(pardòn, gli agnolini) sono una ricca, gustosa, perfetta sintesi di sapori scaligeri e gonzagheschi. Assolutamente non
emiliani. La storia è storia anche se per esigenze di ristorazione e favorire la pronuncia ai clienti (ve li immaginate
pronunciare «agnolign»?), sui menu sta scritto «tortellini».
Agnolino e tortellino, però, hanno una cosa in comune: la nobile origine linguistica latina. Il primo deriva da anulus,
l'anello col sigillo, il secondo da tortum, participio passato del verbo torquere che significa rivoltare, piegare,
arrotolare. Il timbro notarile del piacere lo mettiamo volentieri su entrambi perchè con un passato così aristocratico
siamo nel regno del gusto. Sul Mincio, sul Reno e sul Secchia.
sabato 19 aprile 2014 – PROVINCIA – Pagina 33
BARDOLINO. Sistemato un chilometro e mezzo di passeggiata: mancano ancora illuminazione e panchine, ma così
sarà praticabile per Pasqua
Da Cisano a Lazise riapre il lungolago rimesso a nuovo
Intanto il comitato dei cittadini della frazione chiede spiegazioni sul finanziamento dell'opera
Ha riaperto ieri, a pedoni e ciclisti, il lungolago che da Cisano conduce al confine con il territorio di Lazise. Questo
tratto, di un chilometro e mezzo, era chiuso da ottobre e inaccessibile a causa dei lavori di pavimentazione e
riqualificazione costati al Comune 700mila euro. Il progetto porta la firma dell'architetto Marco Mamone, che vive a
Cisano, anche direttore dei lavori: due le ditte esecutrici, Eurocostruzioni del Garda e Zd Scavi di Zanetti Duilio.
Per il percorso a terra, largo tre metri, è stato sistemato il materiale drenante e resistente appena posato pure sul
lungolago da Bardolino a Garda, composto da calcestruzzo, ghiaino e ossido giallo, diviso in lastroni larghi che possono
essere sostituiti al bisogno. Il lungolago ha cambiato look rispetto a quando era contrassegnato da sabbia e ghiaia,
vegetazione selvaggia in molti punti e scarsa delimitazione tra percorso pubblico e aree private di campeggi o altre
strutture.
Ancora rimangono alcune sistemazioni da fare, ma al Comune stava a cuore la riapertura di questo lungolago entro
Pasqua e così ha spinto l'acceleratore. Mancano le finiture di arredo urbano, come l'erba da piantare al posto della
terra a bordo tracciato e le panchine da sistemare per creare aree di sosta attrezzate. Saranno istallati tra qualche
settimana i lampioncini di mezzo metro d'altezza per illuminare il tracciato. Infine, manca la pavimentazione proprio
nella prima parte del lungolago venendo da Bardolino, dalla piazzetta di Cisano al campeggio omonimo, per qualche
centinaio di metri. «Chiederemo a commercianti e residenti se vogliono che venga ultimata a maggio oppure se
preferiscono attendere ottobre, dato che serviranno tre settimane per i lavori», spiega il vicesindaco, Lauro Sabaini.
Intanto il comitato cittadini «Cisano per Viverci», che ha chiesto in municipio copia degli atti relativi al progetto del
nuovo lungolago e si è vista chiedere oltre 400 euro di spese, chiede che venga fatta chiarezza su come è stata
finanziata l'opera e se è in qualche modo collegata all'accordo pubblico-privato che prevede nella frazione una grande
urbanizzazione a fini turistici. «Molti cittadini chiedono spiegazioni, finora senza ottenere risposte», spiega il
segretario Tiziano Maestrello. C.M.
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da L’ADIGE
I pescatori del Garda si sono uniti
E' nata l'Unione Pescatori Sportivi del Garda che unisce i pescatori e le associazioni di pescatori, dalla barca e da riva,
attive sulle sponde del lago e che si propone di diventare un riferimento per le tre provincie che ne gestiscono le
acque. Facendo nel contempo la propria parte per diffondere una moderna cultura di rispetto per l'ambiente ed i
pesci e sostenendo, con le risorse che i suoi associati le mettono a disposizione, politiche di ripopolamento mirate per
le specie più delicate ed a rischio. Nello specifico, il carpione, la trota lacustre ed il luccio.
«Quello che l'Unione ha da offrire - sottolinea il presidente Alberto Rania, dell'associazione Amici della Tirlindana di
Riva - sono l'impegno e la passione dei suoi associati, da tempo in prima fila ogni volta che c'è bisogno di interventi
concreti sul lago. Quello che chiede è di essere riconosciuta come interlocutore, in un panorama in cui la
frammentazione delle gestioni e degli interessi che ruotano attorno al lago hanno spesso costituito un freno per
qualsiasi politica seria di tutela e arricchimento della fauna ittica che lo popola».
Il primo passo compiuto dall'Unione è un ottimo esempio di come intenda e possa in concreto muoversi per il bene
del Garda. Nel giorni scorsi, nel tratto trentino del lago, sono stati seminati 40 mila avannotti di trota lacustre. La vera
trota lacustre del Garda, quella che dagli anni Sessanta era stata praticamente condannata dalla costruzione dello
sbarramento idroelettrico sul Sarca che ne ha impedito la risalita riproduttiva.
Oggi la storica "regina" del Garda è probabilmente estinta. Quello che è certo è che un ceppo di trote della stessa
specie, partite negli anni Cinquanta da uova embrionate raccolte sul Sarca, si è conservato nel lago di Caldonazzo. Da lì
gli Amici della Tirlindana di Riva, grazie ad un accordo con l'associazione pescatori di là, le ha riportate al Garda. Una
reintroduzione che diventerà nei prossimi anni impegno di tutta l'Unione, con la speranza di poter operare su numeri
anche molto superiori rispetto a quelli già significativi di questo primo passo, ed estendendo l'impegno a tutto il
bacino. Puntando a sostituire la vera trota lacustre, nei ripopolamenti, alla trota fario: un pesce che col Garda in
origine non aveva nulla da spartire, ma che per la facilità di reperimento viene seminato da decenni sia in provincia di
Brescia che di Verona. L'Unione Pescatori Sportivi del Garda si presenterà ufficialmente domani a Bardolino alle ore
21. 29/04/14
MALCESINE - «Stupenda città romantica con tanti ottimi ristorantini e negozi
MALCESINE - «Stupenda città romantica con tanti ottimi ristorantini e negozi. Inoltre Malcesine è dotata di una bella
spiaggia con tanto spazio». «Malcesine, una perla sul Lago di Garda, merita sempre una visita». «È un luogo
meraviglioso e altrettanto lo sono i suoi dintorni, che meritano assolutamente (almeno) una visita».
Sono solo alcuni dei commenti dei clienti di tutto il mondo della società tedesca «Atraveo», leader nel settore turistico
con sede a Düsseldorf e che appartiene all'importantissimo gruppo tedesco «TUI Travel plc», uno dei più grandi tour
operators a livello mondiale. Nel 2011 il sito «Atraveo» assegnò il premio di «miglior località turistica italiana»
dell'anno a Riva del Garda. Quest'anno l'indice di gradimento della clientela internazionale ha premiato Malcesine. Il
paese melsineo succede a Bellagio, vincitore nel 2013, e a Venezia che aveva primeggiato l'anno prima, oltre
ovviamente a Riva del Garda. I vincitori di quest'anno per le altre quattro nazioni inserite nella valutazione sono
Moraira (Spagna), Spalato (Croazia), Enkhuizen (Paesi Bassi), Warnemünde (Germania). I clienti di «Atraveo» (che
dispone di oltre 250.000 case vacanza in Europa e in tutto il mondo) provengono da tutta Europa hanno scelto
Malcesine come miglior località turistica italiana assegnandole in media le migliori recensioni (4,67 punti su 5). Il
portale tedesco sottolinea che «l'incantevole Malcesine è famosa anche grazie al Castello Scaligero, eretto su uno
scoglio a picco sul lago. All'interno del castello sono stati allestiti vari musei che meritano una visita. Anche Malcesine
stessa con i suoi tanti edifici storici è da non perdere e affascina i suoi visitatori grazie al suo charme tipicamente
italiano dei piccoli comuni. Da non perdere assolutamente un giro in funivia che collega Malcesine al Monte Baldo, da
cui si gode di uno strepitoso panorama sul lago e sul paesaggio alpino». La cerimonia di consegna del premio «Atraveo
2014» è avvenuta nei giorni scorsi alla presenza dell'assessore provinciale al turismo Ruggero Pozzani e di quello del
Comune di Malcesine Elvira Trimeloni. 27/04/14
Turismo
«Va bene gli sconti, ma stessa qualità»
Arco, bellezza in posa per il Congresso dell'Unione fotoamatori italiani
«Sono prezzi da azioni commerciali abbastanza normali». Così Marco Benedetti, presidente di InGarda, commenta le
offerte da "saldo" disponibili in Germania in queste settimane sia in una catena di hard discount sia in internet
pubblicate ieri da l'Adige . «Però non credo che rispecchino la reale proposta del territorio - dice Benedetti - anche
perché la stessa rete consente di fare paragoni». Su un punto tuttavia il presidente non è disposto a fare concessioni:
«È comprensibile che ad inizio stagione e per avvicinare la clientela una struttura possa mettere a disposizione stanze
a certe cifre, ma non a scapito del servizio. Mi spiego: se un tre stelle vende una camera a 20 euro deve comunque
garantire gli standard di un tre stelle. Altrimenti siamo di fronte ad una mancanza».
Si tratta di eccezioni?
«Le medie dei prezzi sono altre. E, soprattutto, sono diverse nei momenti della stagione che contano davvero. Ancora
una volta dobbiamo dire che dobbiamo puntare sulla qualità, corteggiando turisti con una maggiore capacità di spesa.
Magari rimettendoci qualche presenza».
Anche il Garda Trentino guarda ad Est?
«Sui mercati tradizionali, come ad esempio la Germania, non dobbiamo arretrare di un centimetro. Ma non possiamo
dimenticare l'evoluzione di certi paesi. I dati invernali dimostrano che i russi amano la montagna e le Dolomiti, per cui
non vedo perché non dovrebbero apprezzare il Garda. Ci sono turisti di paesi come la Polonia e la Repubblica Ceca che
una volta arrivavano in corriera e si fermavano un paio di giorni. Adesso è diverso. E basta guardare le targhe e le
automobili per capirlo».
Il Garda Trentino arriva da due annate con 3 milioni di presenze...
«E puntiamo al terzo... Il paragone va fatto con il 2011, quando la Pasqua era arrivata tardi, come adesso. Siamo sugli
stessi livelli. C'è anche una buona base di prenotazioni: per fortuna ai tedeschi piace organizzarsi per tempo. Di solito
la Pasqua tardiva porta bene. Aspettiamo l'Ascensione per capire se c'è continuità».
In Germania è stato cambiato il calendario delle ferie nei diversi Länder: è un vantaggio?
«Potrebbe esserlo. Nel senso che dovrebbe consentirci di allungare un po' la stagione, almeno con i turisti tedeschi.
Lo scorso anno abbiamo visto che chi ha puntato sulla qualità ho avuto buoni riscontri: i turisti con capacità di spesa ci
sono. Noi dobbiamo inseguire quelli, allargando i mercati».
Il Bayern tornerà ad Arco e Riva?
«Secondo me sì. Ma si tratta di capire formula e date. Perché con il mondiale in Brasile mancheranno tutti i
nazionali».
Però il mister, Pep Guardiola, ci sarà...
«E già lui è un bel richiamo... Adesso speriamo anche che ribalti il risultato della semifinale di andata della
Champions». 25/04/14
Il centro velico alla foce, dibattito lungo vent’anni
TORBOLE - Potrebbe occupare fino a 40 persone e fungere da volano turistico anche nei periodi meno floridi.
Il circolo velico internazionale Alto Garda è un sogno dell'architetto Cirillo Tonelli fin da quando era assessore del
Comune di Nago-Torbole: era il 1993 quando cominciò ad abbozzarne un primo disegno. «Oggi forse - spiega
l'architetto - i tempi sono maturi per superare le divisioni tra i comuni e far comprendere a tutti i circoli velici che una
tale struttura sarebbe una risorsa».
Così Tonelli ha ripreso il suo progetto e ha trovato l'entusiastica adesione dei rappresentanti dell'associazione Vela
Garda Trentino. Ora, del centro che dovrebbe trovare spazio alla foce del Sarca, sul terreno attualmente occupato dal
campeggio, esiste una dettagliata analisi di fattibilità.
«Sono molte le potenzialità da sfruttare. Il nostro territorio è l'unico che può garantire il vento: pensiamo alle squadre
veliche del Nord Europa che potrebbero venire qui tra ottobre e marzo a fare i loro allenamenti: sarebbero certe che,
su 10 giorni, per almeno 8 potranno stare in acqua. Questo vale non solo per gli atleti, ma anche per gli ingegneri.
L'area per come l'ho pensata avrebbe un adeguato spazio per la cantieristica; sono solito dire che le barche a vela
sono come strumenti musicali: vanno accordate. Qui c'è il lavoro di ingegneri che studiano il comportamento degli
scafi e dei materiali. Anche questa è una potenzialità che potremmo offrire».
Non manca un ragionamento economico, anche televisivo. «Per ospitare le grandi regate serve il supporto dei grandi
sponsor. Questi richiedono location adeguate in termini di spazi e copertura televisiva mondiale. La conformazione
dell'area, ad anfiteatro, consentirebbe di installare antenne e videocamere sui monti circostanti, ottimizzando i costi
per le riprese e le comunicazioni coi satelliti. Solo così possiamo competere su questo terreno con località tra cui
Malcesine e Campione, che si stanno già muovendo e rischiano di assorbire tutto il mercato».
Non si tratta dunque di una struttura che entra in concorrenza con i circoli vela: «I nostri circoli hanno sedi nei centri
storici e dunque non hanno le aree necessarie alla parte cantieristica, così come non hanno spazio sufficiente a
mettere in acqua un gran numero di barche; qui sarebbe previsto uno scivolo largo 100 metri. Io penso inoltre che il
centro internazionale dovrà essere attrezzato con aule didattiche, ma non con ostelli: la parte ricettiva è già servita
dalle strutture esistenti, che potrebbero così lavorare anche fuori stagione.
Il centro potrebbe occupare una quarantina di persone. Io l'ho pensato costruito con materiali ecologici, privilegiando
il legno. Potrebbe diventare come una "fabbrica": ovvero un'azienda che lavora tutto l'anno».
L'idea di un centro di questo tipo è già presente nei piani della Comunità di valle, anche perché evidentemente si
tratta di un investimento che riguarderebbe tutto l'Alto Garda. Ora, col progetto di Tonelli, il dibattito può ripartire
prendendo le mosse da questi nuovi elementi di progettazione. 25/04/14
Nei discount tedeschi trovi il Garda con prezzi in saldo
Il Garda a prezzi di saldo. Anche quello Trentino. Alla vigilia dell'inizio della stagione turistica estiva, comincia la
battaglia dei listini. Verosimilmente al ribasso.
Un esempio lampante dalla Germania: nella catena di hard discount Aldi Süd è in distribuzione la rivista/depliant "Aldi
Reisen", 24 pagine di offerte e proposte per le vacanze. In copertina, per la prima volta da anni, ci sono lago di Garda e
Alto Adige.
L'esempio della prima pagina è significativo: itinerario in auto da 4 notti in alberghi a tre stelle con trattamento di
mezza pensione a partire da 99 euro a testa (un giorno all'hotel Waldheim di Sarnonico, uno al Panorama di Arco e
due sul Garda). Le prime due proposte sono gardesane. Proprio da 99 euro, anche se per "sole" tre notti: all'hotel San
Zeno (San Zeno in Montagna) con mezza pensione, oppure all'hotel Prince di Riva con prima colazione. La formula non
vale per l'intera stagione ma – ad esempio nella struttura rivana – solo tra il 28 settembre e l'8 ottobre. Oppure, con
10 euro in più, valeva tra il 17 ed il 20 aprile o, ancora, tra il 25 maggio e l'8 luglio e tra il 23 agosto ed il 12 settembre.
A guardar bene ci sono soluzioni anche più convenienti sulla riviera romagnola: da 79 euro fino al 7 maggio in mezza
pensione. Sul lago Maggiore si viaggia a 109 euro tra il 4 ed il 25 aprile, ma solo per dormire.
Su booking.com , uno dei portali più importanti (ed anche di quelli che pretendono commissioni importanti), su 1.582
strutture censite alla voce "Gardasee", 37 offrono listini per persona fino a 49 euro a notte. Tra l'8 e l'11 maggio si
parte da 78,72 in un albergo a Peschiera del Garda. Tra gli altri, l'ostello della Gioventù Benacus di Riva parte da 57
euro a persona (127 in doppia per due persone), inclusa la colazione. Al Residence Marina, due persone nello stesso
periodo pagano 144 euro la stanza. Allo Spiaggia con 135 euro negli stessi giorni possono alloggiare fino a 3 ospiti.
In alcuni casi si tratta di prezzi "di richiamo" (è sempre l'ultima camera/appartamento disponibile), ma è fuori dubbio
che la disponibilità esiste. Si tratta di capire con quali margini.
Attraverso holidaycheck.de a Torbole si trova l'hotel Villa Alberta che parte da 264 la stanza per due in mezza
pensione (208 su booking.com con la sola colazione) per lo stesso periodo. Che al Garnì Villa Gloria scendono a 168
con prima colazione a persona (204 se si prenota attraverso l'Adac, con la quale si ottiene una stanza con balcone).
La giungla dei prezzi e delle offerte è impressionante. Un buon segnale per il Garda che resta tra le mete preferite dei
tedeschi. Nonostante i prezzi della benzina. Recentemente l'Automobil Club tedesco ha comparato i prezzi (medie del
7 aprile) del pieno: in Europa solo nei Paesi Bassi la benzina costa meno (appena un cent, peraltro: 1,79 contro 1,78),
mentre sul gasolio il Belpaese è nettamene il più caro (1,67, 17 cent più che in Svizzera). La differenza con l'Austria,
concorrente turistico diretto, è notevole: verde a 1,31 e diesel a 1,35. 24/04/2014
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dal TRENTINO
Parole rassicuranti del vicepresidente della Provincia: «Il territorio non è fuori dalla crisi, ma ha qualche arma in
più»
Olivi: «Lavoro, l’Alto Garda tiene»
«Nell’Alto Garda e Ledro c’è un mercato del lavoro vivace, con tante assunzioni, quindi con una buona dinamica. Il
quadro è tutto sommato positivo»: lo ha detto in Consiglio comunale a Riva – nel commentare i dati dell’osservatorio
già pubblicati dal Trentino – Antonella Chiusole, dirigente generale dell’Agenzia del Lavoro, intervenuta dopo il
vicepresidente provinciale Alessandro Olivi nella seduta del civico consesso dedicata alle condizioni occupazionali del
territorio. La “rivelazione” ha spiazzato i consiglieri, in particolare quelli di opposizione, irritati anche per la scarsa
ampiezza temporale della trattazione, durata poco più di un’ora anziché due. Dopo che Olivi ha parlato delle misure
adottate dalla Giunta relativamente a lavoro e sviluppo in Trentino (in cui lo stato di cose, anche grazie al “doping” dei
lavori socialmente utili che occupano oltre 3.000 persone, è migliore che nel resto di Italia), Chiusole (specificando che
le cifre locali sono da prendere con le molle, poiché la zona è limitata e non viene tenuto conto della mobilità) ha
presentato le statistiche dell’Agenzia, parlando di calo di domanda di lavoro nel 2013 nell’ex C9 (-4,2%) in linea con
l’andamento provinciale (-4,5%), con saldi tra assunzioni (13.427) e cessazioni (14.042) negativi (-597 unità), con un
calo che riguarda il settore manifatturiero (-42 unità) ma soprattutto il commercio (-235) e i pubblici esercizi (-679),
con al contrario un dato positivo sui servizi alle imprese (+244) e su altri servizi del terziario (+126) e una tenuta di
costruzioni ed estrattivo in controtendenza rispetto al resto della provincia, così come l’aumento dell’apprendistato (a
fronte di un calo delle assunzioni a tempo indeterminato). Gli iscritti al centro per l’impiego a fine 2013 erano 5.993, di
cui il 56,7% femmine, col 54% di iscritti da più di un anno fa (contro il 57% a livello provinciale): tutto ciò ha
determinato il relativo ottimismo. «Dai dati esposti – ha detto Pier Giorgio Zambotti – non mi è chiaro il motivo della
convocazione del Consiglio. Mi sembrava che ci fosse stata perché la nostra zona fosse in crisi, mentre invece ci dicono
altro. Dal mio osservatorio personale mi sembra invece che i problemi occupazionali ci siano. È vero che c’è tenuta per
alberghi e commercio, ma le condizioni di lavoro sono peggiorate: si lavora di più, si viene pagati di meno, quindi si
viene sfruttati di più. Vedo problemi anche nell’edilizia». «È sorprendente sentire – ha aggiunto Pietro Matteotti – che
le costruzioni tengono. Se dite questo le vostre statistiche non valgono nulla. Forse non rientrano le ditte che hanno
sede fiscale fuori provincia?». «Il dato sul commercio – ha replicato Olivi – è appariscente, ma dobbiamo
contestualizzarlo all’interno dei lavori a chiamata che ormai sono quasi uno standard. Il -42 unità nel manifatturiero ci
conferma che il settore – i cui polmoni, cartiere in primis, sono tenuti d’occhio da un nostro gruppo multidisciplinare –
crea lavoro e difende con i denti le posizioni. Il punto di forza dell’Alto Garda è riuscire a far convivere vari comparti,
ma non siamo venuti a dire che a Riva e dintorni la situazione è florida: è dentro il quadro provinciale, non è la
peggiore e ci sono segnali positivi da manifatturiero e terziario avanzato. Questo però è un territorio che può
compensare, perché alcuni segnali sono sintomatici delle potenzialità per affrontare la crisi con armi in più». 30/04/14
Conferenza dei sindaci e associazioni di categoria hanno deciso di pianificare il prossimo triennio con il presidente
uscente
Ingarda, via libera al Benedetti-bis
CARLO REMIA Benedetti ha portato a termine il piano programmato: nessuno ha espresso contrarietà alla sua
riconferma, quindi proseguiremo con lui
GARDA Dalle amministrazioni comunali e dalle associazioni di categoria è arrivato il via libera alla ricandidatura di
Marco Benedetti alla presidenza di Ingarda: dalle consultazioni condotte nei giorni scorsi dai delegati municipali Carlo
Michele Remia (primo cittadino di Tenno e presidente della conferenza dei sindaci) e Luca Civettini (sindaco di NagoTorbole) con referenti dell'Unione, dell'Asat e degli Artigiani è emerso che "nulla osta" alla conferma del massimo
dirigente in carica e quindi ieri il summit dei primi cittadini dei sei comuni interessati (Riva, Arco, Dro, Nago-Torbole,
Tenno e Drena) ha dato mandato sempre a Remia e Civettini di incontrarsi con Benedetti per delineare il programma
dei prossimi tre anni, da presentare poi all'assemblea degli azionisti dell'apt il 13 maggio. «Dalla nostra "operazione
ascolto" - spiega Remia - non è emerso palesemente alcun veto riguardo alla ricandidatura di Benedetti, non sono stati
fatti altri nomi ed è stato riconosciuto il sostanziale rispetto dei quattro compiti principali affidati per il triennio che va
concludendosi (maggiore collegialità, condivisione del piano strategico, aumento della base sociale nei confronti di
nuovi aderenti e contenimento del costo generale degli organi). Di conseguenza ora ci troveremo con il presidente
uscente per mettere nero su bianco le linee di intenti per le iniziative che saranno da intraprendere di qui al 2016: è il
momento di parlare di progettualità, di far capire cosa ci aspettiamo da questo Ingarda nell'immediato futuro e nella
prossima conferenza dei sindaci torneremo sull'argomento alla luce del faccia a faccia che avremo appunto con
Benedetti. Si parlerà in particolare delle idee che abbiamo riguardo a promozione del territorio, commercializzazione
dei pacchetti, ruolo di Garda Unico, organizzazione interna efficiente di Ingarda, rapporti con i soci e attuazione del
piano strategico. Per il cda, si è deciso di proseguire con l'approccio precedente, ossia due rappresentanti di ciascuna
delle principali associazioni e con i referenti indicati dai Comuni». Si è parlato anche dell'ipotesi lanciata su queste
pagine da parte dello stesso Benedetti di istituire più o meno formalmente la pratica del doppio mandato come
condizione minima ma anche massima (per fare un buon lavoro servono due mandati, diceva in sintesi il presidente,
ma sarebbe anche il caso di non superarli)? «Di questo non abbiamo parlato: quello al presidente non sarà però un
incarico a tempo o a gettone, ma a progetto, e se il progetto sarà coerente e condiviso - conclude Remia - non
vediamo ragione di porre un limite di due mandati». 29/04/14
Dall’1 al 4 maggio, in programma la più grande fiera europea della mountain bike
Prenderanno parte alla manifestazione 150 espositori con oltre 300 marche
Arriva il Bike Festival: attesi 30.000 visitatori
È quasi tempo di Bike Festival a Riva e dintorni: dall'1 al 4 maggio gli organizzatori di quella che viene presentata come
la più grande fiera europea della mountain bike - alla quale prenderanno parte circa 150 espositori con oltre 300
marche - si attendono qualcosa come trentamila visitatori. In occasione di questa ventunesima edizione, alla classica
zona fieristica all'aperto tra Palacongressi e Spiaggia degli Olivi si aggiungerà un nuovo spazio espositivo sull'area ex
Cattoi, dove agli stand con prodotti da testare o acquistare e gadget si affiancheranno come di consueto varie
competizioni sulle "due ruote grasse" e dove partiranno anche i tour guidati proposti da Fahrtwind, GardaOnBike e
Carpentari. Il Bike Festival Garda trentino, quest'anno sponsorizzato "Mini", oltre a offrire l'opportunità di vivere in un
territorio particolarmente adatto le emozioni tipiche della disciplina ha anche e principalmente lo scopo di permettere
una comunicazione diretta tra l’industria del settore e i fan della mountain bike: molto spesso infatti nuovi prodotti
dedicati vengono presentati in anteprima proprio nell'alto Benaco, dove nei quattro giorni della manifestazione si
riversa un folto pubblico internazionale. Nel programma del 2014 è stato inserito un nuovo evento, il "Brügelmann
City Eliminator", durante il quale si sfideranno quattro concorrenti su un tracciato di 600 metri allestito con piccoli
ostacoli a Riva tra piazza Garibaldi, viale Liberazione e canale della Rocca, con la finale che si terrà giovedì sera. La
proposta sportiva più attesa e partecipata (duemila o più i ciclisti previsti al via) è la maratona Rocky Mountain Bike
Marathon che si terrà sabato mattina: a richiesta di molti partecipanti, è stata innalzata la percentuale di difficoltà dei
quattro tracciati disponibili. Ma gli appuntamenti saranno anche altri: anche quest'anno, dopo il 2013, approderanno
sul Benaco trentino le Specialized-Sram Enduro Series, ma verranno riproposti pure ulteriori eventi consolidati del
programma come lo Scott Junior Trophy che si terrà domenica, e il “Canyon Knack den Kurschat” in calendario per
venerdì, con il "Canyon Pumptrack" che sabato prevede per la prima volta una sessione di allenamento (con
registrazione video) in aggiunta alla competizione. Il partner del Festival, Mini, porterà da parte sua a Riva la completa
gamma di veicoli, con i visitatori che avranno la possibilità di prenotare delle guide di prova. Seminari sulla tecnica di
guida, workshop e corsi di yoga integreranno l'offerta giornaliera del programma. Sabato sera, poi, sarà festa grande
per visitatori, partecipanti ed espositori con la "Open Night" seguita dal "Riders Party" alla Spiaggia degli Olivi, il tutto
accompagnato dalle note della band bavarese "Apetrap". Per ulteriori informazioni si può visitare il sito
www.bikefestival.it oppure procurarsi la rivista Bike, che ha un allegato di 24 pagine dedicato al Festival. 19/04/14
Meteotrentino mette il simbolo del fiocco sulla Busa
«Ai nostri turisti non interessa il clima a 2.000 metri...»
Il meteo di Pasqua: «Neve sul Garda» Benedetti s’arrabbia
Almeno da mercoledì fino a ieri pomeriggio sulle previsioni del bollettino per l'Alto Garda e Ledro di Meteotrentino
per le giornate di venerdì e sabato (oggi) accanto al simbolo del molto nuvoloso con pioggia campeggiava quello della
neve: un'icona non certo invitante, oltre che abbastanza incomprensibile (viste le minime non elevate ma comunque
di 6-7 gradi), per chi si apprestava a decidere se passare o meno il fine settimana pasquale a Riva e dintorni. Un "déjà
vu" che riporta all'analogo periodo del 2010, quando l'allora presidente di Ingarda non aveva mancato di lanciare i
propri strali contro questa interpretazione meteo (ovviamente non verificatasi) che a suo dire - anche per il fatto che
sul portale Internet dell'Apt all'epoca c'era un richiamo diretto a Meteotrentino - avrebbe contribuito a ingenerare un
calo negli arrivi. Ora il successore di Meneghelli Marco Benedetti si è trovato a propria volta ad affrontare questa
singolare situazione: «Vedrò di chiarire subito questa cosa con Meteotrentino - ci ha detto ieri il presidente di Ingarda,
un paio d'ore prima che effettivamente il bollettino venisse modificato - perché la nostra zona non è molto interessata
a sapere che potrebbe nevicare sopra i 2.500 metri. La Pasqua è e sarà sempre più condizionata da una struttura
legata al bel tempo, anche se il cliente straniero che viene nella nostra zona, in gran parte legato al dinamismo e
all'attività all'aperto, è un po' meno severo rispetto all'italiano riguardo al meteo, essendo uno sportivo ed essendo
abituato ai possibili cambi di situazione climatica. Quindi non vedo particolari motivi di preoccupazione, anche perché
per permettere l'uscita in bici, in barca o l'arrampicata l'importante è che tengano le temperature. Tornando a
Meteotrentino, sicuramente quell'interpretazione grafica ci ha dato fastidio e una provincia turistica come la nostra
non può certo permettersi di presentarsi con questi simboli al 20 di aprile, ma fortunatamente avendo noi molta
clientela straniera Meteotrentino non è certo il sito più seguito: chi accede sulla nostra pagina ad esempio trova le
indicazioni di Garda Meteo, che si "ferma" alla previsione di pioggia con un miglioramento per domenica». Ma, clima a
parte, come sarà questa Pasqua? «Le prospettive - spiega Benedetti - sono abbastanza buone. Gli albergatori si
aspettano buoni riscontri e soprattutto si aspettano che ci possa essere una continuità: non sono tanto importanti
questi tre giorni, quanto il periodo successivo che ci permette di coprire il calendario tra il Bike Festival e l'Ascensione,
un lasso di tempo in cui non ci saranno ponti né grandi eventi e per il quale quindi il meteo sarà determinante».
19/04/14
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dalla GAZZETTA DI MANTOVA
La piena dell’Osone vanifica la pulizia del fiume durata un intero mese
Un’ondata di rifiuti va nel Mincio
RODIGO Un’ondata di rifiuti ha cancellato in un istante i risultati dell’opera di pulizia del Mincio durata un mese intero.
Ieri l’Osone, in piena dopo le abbondanti precipitazioni piovose dei giorni scorsi, ha riversato nel fiume un enorme
carico di sporcizia. Ed ora nelle acque del Mincio tra Rivalta e Grazie galleggiano di nuovo bottiglie, lattine, taniche e
sacchetti di plastica. Paradossalmente i rifiuti sono ancora più numerosi di prima. Eppure i lavori di raccolta, cominciati
i primi d’aprile, sono terminati soltanto pochi giorni fa. Ed è già tutto da rifare. La pulizia e la manutenzione del
Mincio, dei laghi e dei canali viene effettuata con i mezzi della Provincia, affidati ad aziende private, vincitrici delle
gare d’appalto. Per la raccolta delle immondizie vengono impiegati alcuni battelli. Su ogni imbarcazione viaggiano due
persone, munite di forche dal manico lungo oltre tre metri e incaricate di pescare ad uno ad uno i rifiuti, che
galleggiano sulle acque. Un lavoro lungo e faticoso, che viene costantemente vanificato dalla maleducazione di chi non
rispetta la natura e getta ogni sorta d’oggetto nel fiume. Le operazioni di pulizia devono essere ripetute con
frequenza; ma la Provincia, per problemi finanziari, ha dimezzato i fondi destinati alla manutenzione delle acque e ora
lo stanziamento annuo complessivo ammonta a poco più di 70mila euro. Una cifra insufficiente a realizzare le tante
opere che sarebbero necessarie. Rita Lafelli 30/04/14
Sul ciglio della strada per Guidizzolo e sul cavalcavia un mare di rifiuti abbandonati da persone incivili
L’amianto sbriciolato nei prati, spuntano anche elettrodomestici, vestiti e ogni genere di sporcizia
Eternit, plastica, tubi e sacchetti
La tangenziale è una discarica
CASTIGLIONE La tangenziale che collega Guidizzolo a Montichiari, tagliando il territorio di Castiglione delle Stiviere, è
ancora una volta protagonista di inciviltà. Già l’anno scorso, in primavera, nelle piazzole di sosta erano stati scaricati
rifiuti di ogni tipo, non differenziati. C’erano sacchi con plastiche, stoffe, residui di verde, vetri e materiale metallico,
ma anche copertoni, lastre di eternit, fino a sacchetti di immondizia domestica e sacchetti, di carta, dei fast food,
quelli che si utilizzano per il servizio take away. Il fatto era stato segnalato alla Provincia, l’ente che si occupa di quel
tratto di strada che tocca Castiglione, per ottenere la pulizia delle aree in questione. I rifiuti, però, non sono stati
rimossi, ma solo gettati dall’altra parte della strada, nei fossi e nelle piccole scarpate che separano la strada con i
campi a coltivazione agricola. L’ulteriore danno, però, si è verificato nelle varie sezioni di sfalcio del verde, perché i
rifiuti, mescolati e nascosti fra il verde, sono stati tritati e sbriciolati, eternit compreso. Quest’anno, con il ritorno della
bella stagione, le piazzole si sono già nuovamente riempite di rifiuti. Ai vecchi rifiuti, dunque, si stanno sommando
quelli nuovi, con alcune zone dove i cumuli, ormai, sono preoccupati. Nell’area vicino al cavalcavia che si trova la
confine fra il territorio di Castiglione e la frazione Novagli di Montichairi, il fosso è completamente ostruito da grandi
sacchi azzurri di rifiuti che si trovano sopra i rifiuti dello scorso anno. Nella piazzola che si trova nell’altro senso di
marcia, sempre sotto il cavalcavia, oltre all’eternit sbriciolato dello scorso anno, si è aggiunto un mucchio di sostanza
bianca, cristallizzata, che la pioggia, lentamente, sta facendo filtrare nel terreno. Poco più avanti, in direzione
Mantova, nella piazzola che si trova davanti a un agriturismo, ai vecchi rifiuti si sono aggiunti elettrodomestici e,
soprattutto, uno scarico di residui di tubi di plastica, quelli che si usano solitamente nei cantieri edili, con anche rete di
plastica, scarichi di vario materiale edile, ma anche vestiti e bottiglie di plastica. Nei campi ormai i rifiuti si vedono ad
occhio nudo, tritati e, spesso, arati nella terra che, in questo periodo, vede la semina e la nascita delle prime
coltivazioni. Il Comune di Castiglione ha di nuovo sollecitato l’intervento dell’ente di competenza, al fine di poter
ripulire quell’area, per rimuovere l’esistente, ma soprattutto per evitare il degenerare della situazione. Esistono,
inoltre, norme severe per chi viene colto nell’azione di scaricare abusivamente rifiuti; per questo i cittadini possono
denunciare eventuali scarichi all’ufficio ecologia del Comune o di Indecast, ma anche alle autorità competenti, polizia
locale e carabinieri. La discarica di Indecast, inoltre, può accogliere i rifiuti, come è noto, dei residenti a Castiglione
delle Stiviere. Sono ammessi anche gli ingombranti. Insomma, esistono vari modi per rendersi protagonisti di atti di
inciviltà che danneggiano l’ambiente. Luca Cremonesi
29/04/14
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dal CORRIERE DELLA SERA
Domenica 27 Aprile, 2014 - BRESCIA
«Rimpasto in Regione, serviva più coraggio»
Forza Italia: Maroni avrebbe dovuto aspettare il voto europeo. Ma niente polemiche
Il malumore è sottotraccia, le candidature alle europee e l’arrivo di Silvio Berlusconi all’hotel Michelangelo
stemperano il pensiero della «Lombardia defraudata», ma nei discorsi dei responsabili di Forza Italia il rimpasto in
Regione torna ciclicamente. E fa discutere. Lo spiega Mariastella Gelmini, coordinatore regionale degli azzurri: «Ci
dispiace che il riassetto sia stato fatto prima di misurare Ncd al voto. Tutti quelli che siedono in consiglio regionale
sono stati eletti con Berlusconi: ci sarebbe voluto più coraggio ad attendere». Ma per evitare guerriglie in consiglio
regionale, altre divisioni e accuse «che non farebbero bene a nessuno, soprattutto prima del voto», per dare peso «ai
contenuti», potrebbe essere Silvio Berlusconi a chiudere la partita (con un pareggio) e a firmare la pace. Magari
strappando un sottosegratario in più a Maroni.
Inflessibile governatore. Maroni non ha voluto allargamenti in giunta, con una evidente penalizzazione dei forzisti:
entrando il bresciano Mauro Parolini, attuale capogruppo dei centristi al Pirellone, e uscendo il berlusconiano
Maurizio Del Tenno (sua la delega ai Trasporti), Forza Italia scende a quattro assessori. «Vogliamo almeno un
sottosegretario in più, quella è casa nostra», si sentiva ieri in sala. Quantomeno «un equilibrio che non umili nessuno».
Veleni. Perché a oggi Forza Italia conserva il suo sottesegretario (Fabrizio Sala, con delega all’Expo) ed Ncd ne
guadagna uno (il presidente della Provincia di Lecco Daniele Nava che avrà le deleghe agli Enti locali e alla Città
Metropolitana). Niente a che vedere con il «pareggio». Giovanni Toti, consigliere politico di Berlusconi e capolista ale
europee nel Nord Ovest, è contrariato. Mariastella Gelmini insiste: «L’unica cosa che ci interessa è il buon
funzionamento della giunta e del consiglio, non abbiamo mire poltronistiche, a noi interessano i contenuti, dalle
infrastrutture alle attività produttive, di questo vogliamo parlare con Maroni». Anche se per gran parte della giornata
di ieri si è parlato di chiedere con forza un posto da sottosegretario in più per gli azzurri «a titolo di risarcimento»,
magari proprio per Del Tenno. Senza guerre, per ora: «Rimpasto è una parola da vecchia politica — secondo Gelmini
— e il governatore deciderà per il bene dei lombardi». Di certo «Maroni non avrà da Forza Italia lo stesso
atteggiamento che ha avuto dal Nuovo Centrodestra. Si sta trovando una soluzione, basta che la partita finisca in
pareggio».
Giochi aperti. Soprattutto dopo la riunione ristretta di ieri all’hotel Michelangelo (presenti i fedelissimi Mariastella
Gelmini, Giovanni Toti, il vicepresidente della Lombardia Mario Mantovani, il capogruppo Claudio Pedrazzini e
l’europarlamentare Licia Ronzulli), al termine della presentazione dei candidati e del lungo intervento di Berlusconi. E
potrebbe essere proprio l’ex premier a «metterci una pezza», parlando con il suo ex ministro degli Interni e chiudendo
così — con ogni probabilità entro domani — la partita del rimpasto, che Forza Italia avrebbe voluto affrontare solo
dopo il voto. «Noi siamo gente responsabile — è il commento di Mantovani — e disposti a chiudere, ma senza essere
penalizzati». E magari riparlando di deleghe e ruoli anche dopo il voto.
«Siamo concentrati su altro», è il leitmotiv degli Azzurri. In effetti Forza Italia si prepara alle europee con una
campagna virale, porta porta, che si aprirà sabato prossimo al Teatro Nuovo, presente Berlusconi. «E da quel
momento — annuncia il consigliere regionale azzurro Giulio Gallera — saremo noi la sua voce, andando porta a porta,
accogliendo i cittadini nei gazebo, in tutti i banchetti che saranno sistemati sul territorio».
Una grande mobilitazione. E prima ancora, iniziativa tutta milanese: giovedì 29 aprile il gruppo di Forza Italia in
consiglio comunale appoggia i residenti del Castello per la manifestazione indetta contro la pedonalizzazione dell’area.
In vista anche manifestazioni anti tasse. E per il 9, corteo «per il movimento in città» con tutti i comitati: «Difendiamo i
diritti di chi deve lavorare», afferma Fabrizio De Pasquale, capogruppo di Fi in consiglio comunale.
Annachiara Sacchi
Domenica 27 Aprile, 2014 - CORRIERE DEL VENETO - VERONA
Peschiera, tre donne in corsa
Tanti i giovani. E due trentenni si sfidano a Brenzone
VERONA - Sul lago di Garda la partita elettorale si gioca con la cadenza del sette: 7 i Comuni al voto, 21 i candidati
sindaco, 14 gli uomini e 7 le donne. Sono solo due, però, i primi cittadini che si ripresentano per il secondo mandato:
Ivan De Beni a Bardolino e Graziella Finotti a San Zeno di Montagna. Mentre negli altri paesi, eccetto Castelnuovo, non
si presentano nemmeno nelle liste di appoggio i sindaci uscenti Umberto Chincarini, (Peschiera), Giorgio Passionelli,
(Torri), Rinaldo Sartori, (Brenzone), Lorenzo Sartori (Cavaion). In campo molti volti nuovi e giovani. E quasi tutti
maschili. Ad alzare la media femminile è Peschiera che schiera 3 donne. Tutte civiche trasversali, le uniche liste di
appartenenza sono quelle del M5S che presenta tre candidati: a Castelnuovo, Peschiera e Bardolino. L'associazione
degli albergatori entra in campo a gamba tesa con candidati i figli di due presidenti Federalberghi-garda: Mirko
Lorenzini a Torri e Tommaso Bertoncelli a Brenzone.
In ordine alfabetico il dettaglio dei sette Comuni: Bardolino. Competizione a quattro. Il sindaco uscente Ivan De Beni,
47 anni, ripresenta la civica «La Nuova Onda per Bardolino, Calmasino e Cisano», che ripropone in larga parte gli
amministratori uscenti. Lo sfidano l'unica donna candidata, Giuditta Tabarelli, 51 anni, con «La Civica», al cui interno
sono presenti i consiglieri di minoranza; Pierangelo Zorzi, 46 anni, con «Conto anch'io», consigliere uscente di
opposizione, già candidato sindaco nel 2009; per i 5 Stelle,Christian Grazioli, 40 anni, chimico alimentare.
A Brenzone è sfida tra due trentenni: il consigliere di maggioranza uscente con delega al turismo, Tommaso
Bertoncelli, 34 anni, simpatizzante Pd, presenta la squadra «Tutti per Brenzone». Si ricandida per la seconda volta a
sindaco, invece, il consigliere di minoranza uscente Davide Benedetti, 33 anni con la civica «Brenzone prima di tutto».
Quattro le liste a Castelnuovo sul Garda: «Cittadinanza Democratica-Peretti Sindaco» candida il vicesindaco, Giovanni
Peretti, sostenuto da Pd e Ncd e dal movimento civico «Casa dei cittadini»; (ha in lista il sindaco uscente Maurizio
Bernardi). Il «Movimento civico La Strada» mette in gioco l'ex assessore Rossella Vanna Ardielli, insegnante e moglie
dell'ex deputato Giampaolo Fogliardi. Il M5S presenta Marcello Giacomelli, progettista stradale. «Castel Nuovo in
Comune», invece, punta alla vittoria con l'avvocato Giovanni Dal Cero, lista composta dall'aggregazione con
l'associazione culturale «Castelnuovo Lab».
A Cavaion, tre i candidati di cui una donna. Per l'amministrazione uscente si presenta Giovanni Zanetti, 52 anni,
consigliere con delega all'agricoltura. La sua lista: «Zanetti sindaco per la gente», con lui assessori e consiglieri di
maggioranza. L'architetto Sabrina Tramonte, 42 anni, consigliere di opposizione di lungo mandato, presenta la lista nel
segno della continuità «Progetto Paese». In gioco anche Giancarlo Sabaini, 61 anni, già sindaco 3 volte, ex consigliere
provinciale, ora consigliere di minoranza uscente, è appoggiato ufficialmente da Forza Italia e dalla Lega Nord.
Quattro candidati, di cui tre donne a Peschiera. L'unico uomo è Walter Montresor, vicesindaco ed assessore
all'urbanistica uscente, si ripresenta con una civica che parte dal nome del sindaco in carica per sottolineare la
continuità nel passaggio del testimone : «Lista Chincarini-Montresor sindaco». Competono «Orietta Gaiulli Sindaco»,
avvocato, già vicesindaco con Chincarini, in consiglio da 13 anni; «La voce ai cittadini. Giuditta Bolognesi Sindaco»,
giornalista de L'Arena, sostenuta dai gruppi politici del Partito Democratico e della Lega Nord; il M5S con Antonella
Bulgarini, impiegata.
A San Zeno di Montagna, l'uscente prima cittadina Graziella Finotti, 65 anni, professoressa, si ripresenta con la
precedente civica «Noi insieme a Voi» e il grosso dei consiglieri uscenti. La sfida è con il bancario Maurizio Castellani,
60 anni, la civica «Tradizione e Futuro» è appoggiata dai consiglieri di minoranza.
Infine Torri del Benaco. Qua il gioco è sul filo del rasoio: Mirko Lorenzini, 39 anni, con «Impegno e Rinnovamento» la
lista che si confronta con «Futuro e Tradizione» di Stefano Nicotra, 43 anni. Lorenzini è al suo esordio politico, gestisce
con la famiglia lo storico «Albergo Gardesana» affacciato sul porto di Torri. Nicotra, invece è consigliere di minoranza
uscente, già candidato sindaco alle elezioni del 2009. Si profila, però, per il paese un grosso rischio: il 16 maggio,
quindi una settimana prima del voto, è attesa la sentenza del processo in corso, in cui è imputato Nicotra insieme
all'ex vicecomandante della polizia municipale di Verona, Eliano Pasini e il vicepresidente della Provincia, Fabio
Venturi. Il pm ha chiesto per Nicotra e Pasini una condanna a sei anni e mezzo di carcere, per l'accusa di corruzione. E
se Nicotra dovesse essere condannato, scatterebbe la legge Severino che prevede la sospensione della carica di
sindaco, come anche di consigliere comunale, anche in caso di condanne in primo grado.
Annamaria Schiano
Martedì 22 Aprile, 2014 - BRESCIA
Brescia si candida a diventare la capitale europea del golf
Massoletti: forti ricadute economiche sul territorio
Il golf come asset strategico per il turismo. Da tempo è così in tutto il mondo ma in Italia, e a Brescia in particolare,
sembra lo si sia scoperto solo di recente. E allora si cerca di recuperare. Bresciaturism, otto circoli di golf uniti in
un’associazione e il consorzio turistico Lago di Garda hanno organizzato il primo workshop golf dove i club hanno
potuto incontrare selezionati tour operator e giornalisti specializzati di mezza Europa per presentarsi con un unico
biglietto da visita. E un obiettivo comune: far diventare la nostra provincia la principale meta golfistica d’Europa.
Le caratteristiche ci sono tutte: dai campi dove ogni livello di gioco può trovare soddisfazione a un clima che consente
di giocare in ogni stagione dell’anno fino a un territorio dove l’arte e la cultura vanno a braccetto con
l’enogastronomia di eccellenza. E se i turisti italiani legati al golf hanno segnato il passo con un calo del 10/15%, note
più che positive sono arrivate dagli stranieri cresciuti del 20 per cento. Sempre più importante, quindi, «dare risposte
e servizi di livello internazionale per soddisfare le richieste dei turisti stranieri» sottolinea Pietro Apicella, presidente
dell’associazione Golf del Lago di Garda, mentre Carlo Massoletti e Alessio Merigo, rispettivamente presidente e
direttore di Bresciaturism ricordano «le straordinarie potenzialità di traino» che un turista golfista soddisfatto può
dare all’immagine della nostra provincia.
E non solo. Le ricerche evidenziano come il golf sia al quinto posto tra gli sport che portano turismo verso l’Italia dopo
ciclismo, sci, trekking e calcio; il turista che gioca a golf ha una buona capacità di spesa ed è attento e curioso alle
proposte, culturali ma non solo, offerte dal territorio e soprattutto è in grado di generare una spesa media pro capite
al giorno di 113 euro contro i 66 circa della spesa media dei turisti in Italia. E solo il 10% rimane sul campo da golf
mentre il resto viene redistribuito sul territorio.
Business dunque, non solo sport. Anche per questo «abbiamo deciso di puntare con decisione sulle proposte legate al
mondo del golf che saranno sempre più presenti nei nostri tour promozionali — precisa Massoletti — anche in vista di
Expo 2015 e con soddisfazione ricordo che il workshop è tra i primi eventi a poter vantare il patrocinio ufficiale
dell’esposizione universale in programma a Milano».
Roberto Giulietti
Martedì 22 Aprile, 2014 - CORRIERE DEL VENETO - VERONA
La tassa sui turisti vale 41 milioni Guerra tra albergatori e Comuni Gli evasori
Confturismo: le amministrazioni usano i soldi per i buchi di bilancio
PADOVA — Trolley trascinato con una mano, carta d'identità nell'altra. «Buongiorno, ho prenotato una stanza: è
pronta?». È iniziata così la vacanza di uno qualunque dei 16 milioni di turisti che lo scorso hanno visitato il Veneto
(61,5 milioni le presenze). Un passaggio che ha avuto un significato concreto per le casse dei comuni: grazie alla tassa
di soggiorno, sono stati introitati 41 milioni di euro. I dati vengono resi noti in questi giorni, a ridosso delle festività
pasquali e nel pieno della formulazione dei bilanci consultivi.
E, quando si parla di soldi, inevitabilmente scoppiano le polemiche. Marco Michielli è il presidente regionale di
Confturismo , rappresenta la maggioranza delle attività ricettive della nostra regione. «Non accettiamo questa tassa»,
tuona. «Soprattutto perché è usata per tappare i buchi di bilancio. Bisognerebbe ispirarsi a Parigi, dove ogni anno
viene diffuso un opuscolo nel quale il Comune spiega esattamente come sono stati spesi i soldi versati dai turisti».
Neppure l'assessore regionale al turismo, Marino Finozzi digerisce l'obolo comunale. «Confondiamo i turisti, non è
possibile pagare in modo diverso a seconda del Comune dove si soggiorna», dice. «Ho proposto al ministro Dario
Franceschini di rivedere questa tassa. Basterebbe far pagare un euro ad ogni turista veneto: l'80% andrebbe ai
Comuni, il 10% alle Regioni e il rimanente all'Enit, che potrebbe far promozione a livello internazionale».
Allora, valigia in mano, non resta che provare a bussare agli hotel, agli appartamenti ai bed & breakfast e ai
campeggi veneti per cercare di capire cosa accade nei 36 comuni (tre in più dello scorso anno) che chiedono un obolo
ai propri visitatori. Il primo discrimine è quanto si paga: si oscilla dal mezzo euro dei campeggi sul Garda fino ai cinque
degli hotel di lusso a Venezia. Per inciso, più della metà degli introiti finisce proprio nel bilancio di Venezia città: 23,5
milioni lo scorso anno. Le altre cifre importanti provengono dal litorale: due milioni a testa da San Michele al
Tagliamento (leggasi Bibione) e Cavallino Treporti; stessa cifra per le città d'arte Verona e Padova.
Soldi alla mano, i sindaci rispediscono al mittente le accuse. Per farlo, Bibione ad esempio ha installato un cartellone
da sei metri per tre sulla strada principale. Il sindaco, Pasqualino Codognotto (che peraltro è stato anche apripista nel
sperimentare il subappalto della gestione della tassa ad una società esterna, l'Abaco): «Qua funziona tutto bene. E i
soldi vanno ai turisti: noi abbiamo speso 800 mila euro per una ciclabile lungo mare e altrettanti in strade e
marciapiedi, i restanti 400 mila tra 15 telecamere per la videosorveglianza, promozione ed eventi». Gli fa eco il collega
di Caorle, Luciano Striuli. «Abbiamo esteso la tassa ai dodici mesi», spiega. «Reinvestiamo tutto: mezzo milione per
eventi, 150.000 euro in promozione, ma anche pubblica sicurezza. Qui d'estate abbiamo anche 220.000 persone».
Spostandoci verso l'entroterra, sulle sponde venete del Lago di Garda si registrano ogni anno circa 11 milioni di
presenze, la maggioranza dorme nei campeggi. Qui la tassa di soggiorno è a stata lungamente al centro del dibattito
nei Comuni di Malcesine e Lazise, dove esordisce questa estate dopo due anni di limbo. Le categorie chiedono che le
amministrazioni investano almeno il 15% deli introiti nel progetto per il collettore fognario del Lago di Garda, opera
dal valore di 220 milioni di euro che eviterebbe situazioni di ulteriore degrado. Nelle altre province, si sperimentano
strategie diverse. Nel Trevigiano, ad esempio, la Provincia ha coordinato i Comuni di Treviso, Conegliano, Mogliano,
Preganziol e Valdobbiadene (in tutto, circa un milione di euro) per salvare i sette uffici turistici (erano dieci), che
attualmente sono gestiti «al risparmio», coinvolgendo le Pro Loco. «In queste settimane i consigli comunali stanno
votando le delibere», spiega il presidente provinciale Leonardo Muraro. «Loro ci daranno il 10% degli introiti, noi
stanzieremo altri 100.000 euro per tenere aperti gli uffici. Se tutte le votazioni andranno in porto, entro giugno
potranno compensare i primi sei mesi di attività». Nel Padovano, poi, il fronte polemico più acceso è nell'area termale
di Abano, dove l'amministrazione ha raddoppiato la tassa, scatenando l'ira di Assoalbergatori. Infine, nel Bellunese il
turismo di montagna porta circa quattrocentomila euro, poco più che a Vicenza città.
Mauro Pigozzo
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30 aprile 2014 - Lago di Garda