Maturità e rapporti di coppia Paolo Piccinelli Neuropsichiatra Infantile Ain Karim 20 Agosto 2011 Due bisogni umani fondamentali Raggiungere una buona individuazione e stima di Sé (“autonomia”) Avere relazioni d’affetto profonde e autentiche (“dipendenza”) Stima di Sè Lo sviluppo di una buona stima di Sè si costruisce in base a: 1. Immagine di sé riflessa dalle persone care 2. Segni di affetto 3. Segni di attenzione 4. Riflessione personale su di sè Autostima Apprezzamento della propria persona Apprezzamento delle proprie competenze Non si basa sul confronto con l’altro Non è egoismo o individualismo Disistima di sé comporta Diffidenza Sfiducia Isolamento Suscettibilità, aggressività Manipolazione dell’altro Dipendenza/indipendenza eccessive Incapacità a ricevere amore Stima di sé e incontro con l’altro La comprensione di noi stessi dei nostri bisogni più importanti, delle nostre emozioni, ……ci permette di creare uno spazio di distanza dall’altro e ci consente di riconoscere e accettare l’altro nella sua diversità e nella sua verità……di riconoscere i suoi bisogni e di cercare di accostarci alle sue emozioni con delicatezza (empatia). Occorre fare uno spazio al pensare, saperci fermare a riflettere, ascoltare noi stessi………costruire una stima di Sé sufficientemente buona……………………. per riuscire poi ad ascoltare l’altro. Il primo aiuto verso la capacità del pensare ci arriva dalle primissime nostre relazioni affettive. Fin dai primi momenti di vita il neonato inizia a sviluppare gli abbozzi del suo senso di sé: si specchia nello sguardo dei genitori, sperimenta e inizia a memorizzare le prime sensazioni di piacere, soddisfazione, dolore e frustrazione… gradualmente i genitori gli insegnano ad attendere……ad esempio durante l’allattamento e lo svezzamento spesso la madre gli dice ….non tutto …..non subito.....questo è un insegnamento importantissimo che permette la nascita del desiderio .... L’attesa crea uno spazio di distanza tra il bisogno e la soddisfazione del bisogno …tra il neonato e la madre……crea uno spazio mentale e permette la nascita del pensiero. Altrimenti il rischio gravissimo è quello di sviluppare un rapporto di fusionalità…è un rischio che si ripropone per tutta la vita…. Come possiamo fare per aumentare la conoscenza di noi stessi? Il primo passo è imparare a dare attenzione alle emozioni e ai sentimenti che proviamo verso noi, alle parole che ci rivolgiamo, ascoltandoci con benevolenza (dialogo interiore). Che tonalità di voce ho quando parlo a me stesso? (ad esempio in occasione di un errore). Che atteggiamento ho di fronte alle difficoltà della vita, alle decisioni?...per conoscerci dobbiamo cercare di essere tolleranti verso noi stessi… La meditazione su Sé tende ad illuminare infatti anche zone oscure di noi stessi, le nostre “ombre”, porta a ricordare errori più o meno antichi, trasgressioni morali, rivela aspetti di immaturità personale, etc. Ciò può indurre un senso di vergogna, sentimenti di colpa, confusione, incertezza e talora ansia o angoscia. Spesso pertanto preferiamo rimanere all’esterno di noi stessi , non cogliere i messaggi interiori, far tacere gli stati d’animo e “distrarci” nel divertimento o nel lavoro La meditazione ci aiuta invece ad ascoltare la nostra interiorità prendendone nel contempo una certa distanza per non esserne travolti. Facilita l’accettazione delle nostre “ombre”, la loro e integrazione nell’identità complessiva. Solo così potremo sentirci più autentici e in pace con noi stessi. E’ faticoso! Più meditiamo e più emergono le “ombre” “Ombra”: tutto ciò che abbiamo rimosso per paura di non essere accettati dalle persone per noi importanti Le “ombre” sono fonte di disistima di sè Occorre cercare di avvicinarci alla nostra identità profonda e reale con sufficiente fiducia e benevolenza Occorre eliminare tutte le false identità che ci hanno attribuito o che ci addossiamo…..io non sono il mio dolore, la mia delusione, il mio fallimento (disidentificazione) Alcuni eventi estremamente dolorosi come le perdite possono tuttavia indurci a chiudere la comunicazione con il mondo interiore, bloccano la nostra crescita emotiva e spirituale Tramite il processo di disidentificazione è possibile raggiungere un certo distacco psicologico dal dolore e dai problemi e creare un piccolo spazio di pace. Alcune volte abbiamo anche bisogno dell’aiuto di un altro che ci sostenga nell’ascoltarci e nell’interrogarci. Dall’ascolto del Sè…..si comprendono le inclinazioni…..missione personale… Nasce allora la voglia di impegnarsi e di agire …….risveglio del Sé Nasce la possibilità di vedere l’altro, di scoprire l’altro nella sua verità Se prendiamo sempre più coscienza delle nostre ombre evitiamo di proiettarle sugli altri. L’incontro con un'altra persona è sempre una ricchezza, una novità se riconosciamo l’altro nella sua diversità e nella sua verità. Ben diverso è se nell’incontro con l’altro proiettiamo le nostre aspettative, i nostri desideri, le nostre paure… Resta pur vero che abbiamo delle forze che sfuggono al nostro controllo e che ci impongono dei comportamenti….. Cosa mi ha preso? …noi non siamo padroni completamente di noi… Abbiamo dentro di noi delle forze di cui non possiamo decidere sulla loro presenza, ce le troviamo in base al nostro codice genetico e alla nostra storia relazionale. Ciò non significa che noi siamo colpevoli…….sono forze che lavorano in profondità senza che noi ne siamo completamente consapevoli…..prendiamo atto della nostra struttura e della nostra fragilità. 1. 2. 3. Tutti corriamo sempre il rischio di venir travolti dalle nostre pulsioni principali ……di non essere liberi: Bisogno dell’avere Bisogno del potere Bisogno del valere Bisogno dell’avere Fa riferimento ai bene esterni…alla sicurezza che i beni ci procurano…si giustifica ogni mezzo per accumulare più beni possibili Bisogno del potere Fa riferimento al bisogno di affermazione…gli altri diventano oggetti da dominare o da ridurre al proprio potere…. pseudocultura della concorrenzialità….individualismo esasperato che vede l’altro come un ostacolo o un mezzo e non un dono o una ricchezza Bisogno del valere Fa riferimento ai beni affettivi…riguarda il nostro corpo e il nostro cuore, il piacere.…provare piacere dà valore a noi stessi, ci rassicura. ...tendenza a sfuggire la fatica fisica o mentale ed a vivere solo ciò che ci produce piacere….. ricevere piacere (ad esempio sessuale o affettivo) conferma a noi stessi il nostro valore, può rinforzare in modo rilevante la stima di un sé fragile…. rischio di fare del partner un mero oggetto, uno strumento di piacere… rischio di “cosificare” l’altro L’eros dovrebbe essere attraversato dalla dinamica del desiderio……accettare la sfida della diversità, della distanza ……essere aperti al rischio dell’incontro con l’altro….. apprendistato in cui il bisogno sessuale deve essere sentito come desiderio raffinato…..in cui si riconosce sempre l’altro come persona Meditazione Ci permette di riflettere sui valori più profondi che riguardano noi stessi e gli altri, di essere umili e tolleranti, di discernere verso il bene………, di raccogliere le nostre forze in modo di essere capaci di assunzione di responsabilità……..e infine ci fornisce l’energia, l’entusiasmo ……..per sforzarci di essere coerenti. Ascoltare Dobbiamo aver un cuore che ascolta..cosa più difficile della vita…tentazione di ascoltare tutto superficialmente……imparare ad ascoltare…..più importante ascoltare che parlare, più importante ascoltare che pregare….imparare ad ascoltare noi stessi, ascoltare gli altri…ascoltare Dio. Rischi di relazioni distorte Rischio del rapporto collusivo di coppia (tu mi potrai saziare, curare le mie ferite, sei il mio orizzonte..) Rischio del circuito della delusione (l’altro non soddisfa pienamente le mie aspettative…) Amore: premura,responsabilità,rispetto, conoscenza.( L’Arte d’amare, Erich Fromm) Rischio del rapporto fusionale: appena capita qualcosa di conflittuale sembra che l’amore sia “scaduto”……si è semplicemente rotto il rapporto fusionale…..e le difese personali ci portano a pensare che non ci sia più speranza di ricostruire… La sfida è guardare all’altro e riconoscere la sua bellezza, la sua verità, la sua differenza……… …indipendentemente da quello per cui mi serve….. Occorre avere quella distanza che permette ad ognuno di vedere il profilo dell’altro stagliato in un ampio cielo (Timothy Radcliffe, Amare nella libertà) Solo se non invadi l’altro……incontri l’altro Ogni comunicazione significativa ha un’efficacia che è proporzionale alla capacità degli interlocutori di sapersi mettere ognuno nei panni dell’altro Ricordiamoci che non potremo mai conoscere l’altro pienamente…vi è sempre un “segreto”..una riserva, una soglia misteriosa che non è possibile, né utile varcare (cardinale Martini, lettera Effatà) Io sono per te ….nella speranza che tu sia per me L’altro è una realtà sempre e comunque indisponibile alle mie esigenze Amare significa essere vulnerabili ….chi non corre rischi non riesce ad amare. MATURITA’……… diventare se stessi…. Conoscenza e realizzazione del Sé (inclinazioni, vocazioni..missione personale..amore del Sé) Accettazione dei limiti (ombre) Capacità di solitudine e separatezza..stare in piedisenza sostegni.. Con gioia Capacità di relazioni affettive intime, vivificanti, vere e profonde, senza perdere l’individualità Capacità di entrare ed uscire in modo libero dalla simbiosi affettiva Capacità di rinunciare a sé ed affidarsi….a Dio