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Martedì 12 febbraio 2013
OPINIONI NUOVE Poste Italiane S.p.A. Spedizione in abbonamento postale
D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004, n. 46) art. 1, comma 1, DCB Milano
FONDATORE VITTORIO FELTRI
DIRETTORE MAURIZIO BELPIETRO
ANNO XLVIII NUMERO 36 EURO 1,20*
COME ANTICIPATO DA «LIBERO»
GLI INTRIGHI VATICANI
FANNO DIMETTERE IL PAPA
Una decisione clamorosa mette fine a un pontificato segnato da scandali e complotti nella curia
Veleni fino all’ultimo: «Non si scende dalla croce». Entro Pasqua il successore: ecco i favoriti
Scelta fatta nel 2011
GESTO D’AMORE
MA ANCHE
ATTO DI ACCUSA
di MAURIZIO BELPIETRO
Quando, un anno e mezzo fa, Antonio Socci,
sulla prima pagina di Libero, rivelò che il Papa
meditava di dare le dimissioni, lo scoop fu
accolto con freddezza e molti addirittura lo
liquidarono come una bufala. Oltre alle
smentite di rito (si è mai visto il portavoce
della sala vaticana che conferma qualcosa
di non ancora ufficiale, tipo appunto l’abbandono di un Pontefice, evento che è
accaduto volontariamente solo una volta
in duemila anni?), a negare la possibilità
che Benedetto XVI si facesse da parte (...)
Domenica 25 settembre 2011
di ANTONIO SOCCI
Le dimissioni di Benedetto XVI non
sono soltanto una notizia esplosiva,
ma un evento epocale, senza precedenti moderni (si può citare il caso
di Celestino V, settecento anni fa,
ma fu una vicenda diversissima in
tutt’altro contesto).
Quello che accade davanti ai nostri occhi è un avvenimento che, per
la sua stessa natura planetaria e spirituale, fa impallidire tutte le altre
notizie di cronaca di questi giorni e
certamente non ha alcun legame
con esse (a cominciare dalle elezioni
italiane).
Ieri Ezio Mauro, nella riunione di
redazione di Repubblica trasmessa
sul sito e che ovviamente è stata dedicata al pontefice, ha rivelato che
Benedetto XVI è arrivato a questa
decisione (...)
segue a pagina 2
Blitz per gestire il conclave
dopo la rivolta dei cardinali
di FRANCO BECHIS
L’incontro è avvenuto sabato
scorso, ed è possibile che abbia
dato una spinta forte a una decisione che Benedetto XVI stava
maturando già da molti mesi.
segue a pagina 3
Vaticanleaks
e la paura
di Benedetto XVI
di GIANLUIGI NUZZI
Le dimissioni di Benedetto XVI mi
arrivano al telefono. È uno choc per
me e sono convinto per tutti quelli
che vedono in questo pontefice un
pastore rivoluzionario. Ratzinger
non ce l’ha fatta, questo è il messaggio che percepisco da questa scelta.
Non ce l’ha fatta ad assicurare per i
prossimi anni del suo papato quella
coerenza tra il suo messaggio di trasparenza, di cambiamento e il «fare»
della Curia romana. Così con forza
ha deciso di sparigliare i giochi, di
anticipare le mosse, di mettere in
difficoltà chi mina di veleno e sabota
il cammino del cambiamento.
Lo scandalo detto Vaticanleaks (o
del Corvo), del quale con il mio libro
sono stato uno dei protagonisti, avrà
certamente addolorato (...)
segue a pagina 4
MARCO GORRA, CATERINA MANIACI, ANDREA MORIGI,
CHIARA PELLEGRINI e BARBARA ROMANO da pagina 2 a pagina 9
I dogmi del Prof
L’Europa vera
e quella di Monti
di GIANLUIGI PARAGONE
«È un peccato che in campagna elettorale non si parli di
Europa. A Bruxelles si prendono decisioni sul nostro futuro».
Lo ha detto Mario Monti che è
tornato a mettersi il loden dopo aver bevuto una birra in tivù con la Bignardi (...)
segue a pagina 17
Spesa pubblica
È arrivata
l’ora dei tagli
di C. PELANDA
a pagina 10
Invece Bersani
vuol intasare
ancora la scuola
di D. GIACALONE
a pagina 10
* Con: “I segreti dell’investimento immobiliare” € 5,00; “Crea il tuo bilancio famigliare” € 5,0 0.
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Nello studio del Papa è arrivato il
cardinale Angelo Sodano, decano del collegio. Con toni accesi e
concitati (...)
segue a pagina 5
Un pontefice
che faceva
il pontefice
La primavera
che cambierà
il volto all’Italia
di CAMILLO LANGONE
di MARIO GIORDANO
Cominciarono chiamandolo
«Pastore tedesco», come fosse il
cane da guardia di una reazione
clerico-nazistoide. Poi esplosero
i fotomontaggi, con divise da SS e
saluti a braccio teso, (...)
Ma chi l’ha detto che non cambia mai nulla? Ora c’è persino il
Papa che si dimette, che è un
po’ come dire che nevica rosso
o gli elefanti volano. Sembra
uno di quegli esercizi (...)
segue a pagina 6
segue a pagina 9
Oggi Sanremo, il Cav attacca
«Se è Festival dell’Unità, sciopero del canone»
di SALVATORE DAMA
«Se il festival di Sanremo diventa la festa dell’Unità credo che il
50% degli italiani non pagherà il
canone». Silvio Berlusconi mette in guardia Fabio Fazio e gli autori del festival della canzone italiana. Che sia una manifestazione canora e non diventi una vetrina politica (...)
Il caso
Che autogol
la battuta
di Berlusconi
sul lato B
No, malizia
innocente
che piace
agli italiani
di G. MUGHINI
a pagina 14
di M. G. MAGLIE
a pagina 15
segue a pagina 12
Prezzo all’estero: CH Fr. 3.00 / MC & F € 2.00 / SLO € 2.00.
2
PRIMO PIANO
Martedì 12 febbraio 2013
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TENSIONI Dal «corvo» allo Ior, gli
scandali che hanno travolto la Chiesa sono il
sintomo di una guerra in corso oltre Tevere
La croce di Ratzinger
Troppi intrighi, il Papa si dimette
Per guidare questo Vaticano, che vive di trame e cospirazioni, essere autorità morali
e grandi teologi non basta. Conta essere scaltri strateghi. Anche per questo Benedetto XVI lascia
::: segue dalla prima
MAURIZIO BELPIETRO
.
(...) per sopraggiunti limiti di età e
sopraggiunta stanchezza furono
alcuni colleghi. Di Socci, non del
Papa: ciò dimostra che peggio degli uomini di chiesa ci sono solo i
vaticanisti, gente che si reputa
esperta in faccende d’oltre Tevere,
ma che evidentemente non riesce
a vedere oltre il proprio naso.
Che la questione fosse all’ordine del giorno, al contrario, lo si poteva capire da molti indizi, primo
fra tutti un libro di un paio d’anni
fa, in cui lo stesso Ratzinger aveva
lasciato intendere che se avesse ritenuto di non poter svolgere il
proprio compito con sufficienti
energia e forza non avrebbe scartato la possibilità di abbandonare
il soglio pontificio. Troppo forte il
ricordo degli ultimi anni di Wojtyla, troppo doloroso il declino di
un Papa molto amato che la malattia aveva segnato fino quasi a
rendergli impossibile l’esercizio
del pontificato. La frase, oltre a lasciare aperta la porta alle dimissioni per impedimenti fisici, non
escludeva però la possibilità di un
ritiro in caso di affaticamento
mentale e spirituale, quasi che il
Papa temesse un giorno di non
riuscire più a svolgere il delicato e
gravoso incarico, limitato dall’età
a interpretare il suo magistero.
L’inciso, all’interno di un librointervista con Peter Seewald, probabilmente andava contestualizzato in quel che era accaduto e
stava accadendo. Lo scandalo dei
preti pedofili aveva già devastato
la rispettabilità di molte diocesi
americane e rischiava di estendersi ad altri Paesi, dando un colpo devastante all’immagine della
Chiesa cattolica nel mondo, oltre
che una batosta economica alle finanze vaticane a causa delle azioni legali intentate dalle vittime
della pedofilia. Certo, non c’era
ancora stata la fuga delle carte private dello stesso Benedetto XVI,
rubate e fotocopiate dal maggiordomo di sua Santità e poi passate
ai giornalisti - tra i quali il nostro
Gianluigi Nuzzi, che sulla scorta di
quei documenti ha costruito un libro di successo - ma i segnali di
una guerra in corso nelle segrete
stanze pontificie c’erano tutti. Si
capiva che il corpo della chiesa
non era un monolite, ma un esercito diviso in fazioni l’una contro
l’altra armate. Qualcuno con il capo della segreteria vaticana, Tarcisio Bertone, una specie di premier dello stato d’Oltretevere; altri
con quello dei vescovi, Angelo Bagnasco, una sorta di leader del
partito dei presuli.
Il segnale più evidente dello
scontro in corso risale alla fine del
2009, un anno prima delle parole
del Papa sul diritto, anzi il dovere
in certi casi delle dimissioni. Un
articolo sul Giornale rivelò che il
direttore di Avvenire era stato in
passato condannato per molestie
telefoniche nei confronti di una
donna. Il testo faceva riferimento
all’omosessualità del numero
uno dei giornale dei vescovi, mettendo il fatto in relazione alle molestie. Dino Boffo, molto vicino al
cardinal Bagnasco, negò ma fu
costretto alle dimissioni e da lì in
poi molti si interrogarono sulla
manina che aveva recapitato la
velina (in parte rivelatasi falsa) al
Giornale. Qualcuno fece il nome
del direttore dell’Osservatore romano, molto vicino al cardinale
Bertone, e questi negò, ma sta di
fatto che lo stesso Vittorio Feltri lasciò capire che la fonte indossava
una tonaca e dunque era da ricercarsi all’ombra del cupolone.
Non che in passato il Vaticano
fosse stato immune da intrighi e
congiure - tutt’altro - ma quelli del
2009 lasciarono il segno. È forse da
lì che parte la storia di Paoletto Gabriele, l’aiutante di camera del Papa. Già erano state pubblicate le
carte segrete dello Ior (altro libro
CLAMOROSO
L’addio annunciato in latino
«Via il 28 febbraio, alle ore 20»
E i cardinali restano impietriti
::: CATERINA MANIACI
 Un colpo di fulmine. Così descrive
l’annuncio delle dimissioni di Benedetto
XVI il cardinale Angelo Sodano, decano del
collegio cardinalizio. Certo la dichiarazione
scritta in latino era già pronta il giorno prima, domenica, e quindi ne hanno avuto in
mano la copia da tradurre i più stretti collaboratori del pontefice. Il fratello, monsignor
George, fa sapere, in seguito che era al corrente e che le motivazioni sono del tutto personali. Eccoci al lunedì mattina: alle undici
papa Benedetto XVI si presenta nell’aula affollata di cardinali, riuniti per il Concistoro
dedicato alla canonizzazione dei martiri di
Otranto. Dopo i riti d’inizio, il Papa legge il
suo annuncio in latino, in un silenzio stupefatto. In sintesi, papa Ratzinger annuncia
che dalle ore 20 del giorno 28 febbraio lascerà il suo mandato pontificale. La storia della
Chiesa. Un fatto straordinario, il cui precedente bisogna andare a cercare oltre sei secoli fa, poi uno sguardo smarrito al prossimo
futuro, incerto quanto mai. Sodano prende
la parola, dichiara che «tutti noi le siamo vicini, Santo Padre. La stella del suo luminoso
pontificato non si spegnerà». Poi abbraccia
il Papa, mentre tutti rimangono in silenzio.
La notizia viene battuta poco prima di
mezzogiorno e tutto il mondo ascolta attonito. Si organizza subito una conferenza
stampa straordinaria presso la sala stampa
vaticana, con padre Federico Lombardi,
portavoce della Santa Sede. Le domande
fioccano, padre Lombardi chiarisce: nessuna notizia di malattie gravi che abbiano
spinto il Papa alle dimissioni, nessuna pressione, si tratta di una decisione «fatta in totale libertà e in piena coscienza». Il Pontefice è «sempre apparso sereno, niente faceva
presagire una simile decisione». Dunque,
nessun sintomo di scoraggiamento, di depressione, di dubbi profondi. E meno che
mai, insiste padre Lombardi, il Papa è stato
spinto a questo gesto epocale dagli scandali
ripetuti di questi ultimi tempi, e la sconvolgente vicenda del «corvo», ossia il tradimento del suo ex maggiordomo. Insomma, si
tratta di una presa di coscienza di Joseph
Ratzinger che le proprie forze, fisiche e psichiche, non sono sufficienti al gravoso impegno del pontificato.
Ma le voci e i commenti si rincorrono. In
realtà il Papa sarebbe gravemente malato e
avrebbe deciso di ritirarsi prima di non riuscire andare avanti. Benedetto XVI avrebbe
avuto trovato resistenze troppo forti, all’interno della Curia e nella Chiesa in generale.
C’è persino chi tira fuori le numerose profezie che sostengono che Ratzinger sarebbe
l’ultimo o il penultimo Pontefice della storia, poi ci sarà la fine del mondo, l’apocalisse. Qualcuno sottolinea il fatto che bisogna
In questo scatto emblematico, Benedetto XVI
si allontana dal suo
scranno. Dal prossimo
28 febbraio si aprirà il
periodo di sede vacante in attesa del conclave
per la successione Ap
guardare anche alla data sul calendario, che
non sembra essere per niente casuale. Ieri
infatti per la Chiesa è la festa liturgica della
Madonna di Lourdes, nell’anniversario delle più celebri apparizioni mariane. E per volontà di Giovanni Paolo II dal 1992 l’11 febbraio per la Chiesa è anche la Giornata
mondiale del malato. Una coincidenza che
fa pensare, leggendo le parole di Benedetto
XVI sul fatto che «il vigore sia del corpo, sia
dell'animo, negli ultimi mesi, in me è diminuito in modo tale da dover riconoscere la
mia incapacità di amministrare bene il ministero a me affidato».
Padre Lombardi annuncia anche che dal
28 febbraio comincerà il periodo di sede vacante, in cui sarà indetto il Conclave che
eleggerà il nuovo Pontefice; vuole rassicurare che non si corre alcun pericolo per la tenuta della Chiesa, ossia non si incorrerà in
una situazione in cui esistano due Pontefici,
con l’ombra incombente addirittura di uno
scisma. Nulla di tutto questo, il Papa aprirà,
come da programma, il periodo quaresimale. Poi si ritirerà «in preghiera». Mentre i cardinali saranno convocati per il Conclave.
«Entro Pasqua si auspica l’elezione del nuovo Pontefice», spiega il portavoce vaticano.
Il carosello mediatico si scatenano, a piazza
San Pietro la gente guarda smarrita il Cupolone, mentre grandi nuvole grigie si addensano nel cielo già immerso nella sera.
di Nuzzi), messe meticolosamente da parte da un monsignore e poi
date a un nipote affinché le rendesse note; già erano trapelate indiscrezioni a proposito di un alto
prelato rimosso frettolosamente
perché aveva denunciato sprechi
e ruberie compiute in nome di
Dio; già un cardinale aveva rivelato la storia di un presunto attentato al Papa. Ma ecco all’improvviso
spuntare una valanga di carte, tutte autentiche, tutte arrivate direttamente dallo scrittoio di Sua Santità. Segreti circa la rimozione di
Boffo, trattative con il governo a
proposito dell’Imu, lettere top secret del presidente della banca vaticana: documenti confidenziali
difficili da sottrarre da soli, un fiume in piena di missive inaccessibili che si fa fatica a immaginare
nella disponibilità di un solo cameriere. Ma tant’è, la faccenda si è
chiusa con l’arresto, la condanna
e l’immediata amnistia dell’unico
«corvo». Era lui la fonte. Lui la gola
profonda che spifferava le informazioni alle redazioni. Perché lo
ha fatto? Mistero. Nessuno lo sa.
Nessuno lo ha capito.
Neanche il tempo di riprendersi ed ecco un’altra grana. Questa
volta ad essere coinvolto è direttamente il banchiere del Papa, Ettore Gotti Tedeschi, rimosso senza
troppi complimenti dal consiglio
dello Ior. Un uomo di finanza pio e
devoto a Ratzinger licenziato come una colf, con neppure gli otto
giorni che si usano con le cameriere. Aveva rubato? A quanto pare
è escluso. E allora perché estrometterlo brutalmente? Incapacità
manifesta è la versione ufficiale.
Difficile da mandar giù, soprattutto se si considera che Gotti Tedeschi è da qualche decennio il rappresentante in Italia del Santander, il più importante istituto di
credito spagnolo.
Insomma, quello di Benedetto
XVI non è stato un pontificato facile, soprattutto negli ultimi tempi. Dal 2009 ad oggi i motivi di imbarazzo sono stati molti. È forse
per questo che il Papa ha gettato la
spugna. Per guidare una corte in
cui la cospirazione e le trame sono
all’ordine del giorno non basta
una grande autorità morale né essere teologi in grado di esercitare
un alto magistero. No, servono
uomini scaltri in grado di parare i
colpi e di schivare i complotti. Rileggendo la storia di altri papati, si
scopre che anche questa non è
una grande novità, ma forse, negli
ultimi tempi, il virus che ha infettato la politica rendendo l’Italia
ingovernabile ha infettato un po’
di più anche chi sta di là dalle mura leonine. Così il Papa se ne va:
forse non è stato il miglior vescovo
di Roma che ci si potesse attendere, almeno se lo si pensa come pastore di uomini e soprattutto come cane da guardia di cardinali.
Di sicuro di lui ci rimarranno la dignità e l’insegnamento. Questi
nessun complotto ce li potrà togliere.
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@BelpietroTweet
PRIMO PIANO
Martedì 12 febbraio 2013
3
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IL MALE Pio X in punto di morte disse:
«Ho visto il Papa fuggire dal Vaticano
camminando fra i cadaveri dei suoi preti»
La croce di Ratzinger
Una scelta di umiltà e un atto di accusa
Ratzinger si dimette perché non ha più le forze e forse perché non si fida dei componenti della sua Curia
Due profezie, di Pio X e Leone XIII, parlavano di un pontefice in fuga dal Vaticano assediato dai demoni
::: segue dalla prima
ANTONIO SOCCI
.
(...) «dopo una lunga riflessione. Stamattina», ha
aggiunto Mauro, «ci hanno detto che la decisione
l’ha presa da tempo e comunque l’ha tenuta segreta».
In effetti la decisione risale almeno all’estate
2011 e non è più una notizia segreta dal 25 settembre 2011, quando, su questo giornale, io la
portai alla luce, avendola saputa da diverse fonti,
tutte credibili e indipendenti l’una dalle altre. In
quell’occasione scrissi che il passaggio di mano
era stato pensato, da Ratzinger, per il compimento dei suoi 85 anni, cioè nella primavera del
2012.
Sennonché due mesi dopo il mio articolo,
nell’autunno del 2011, cominciò a scoppiare il
caso Vatileaks e fu subito evidente che - finché
non si fosse chiusa quella vicenda - il Santo Padre
non avrebbe dato corso alla sua decisione.
Infatti nel libro intervista di qualche anno fa,
Luce del mondo, con Peter Seewald, analizzando
la cosa in via teorica, aveva spiegato che quando
la Chiesa si trova nel mezzo ad una tempesta un
Papa non può dimettersi.
Per questo l’11 marzo 2012, a un mese dall’85°
compleanno del Pontefice (che è il 16 aprile), io
scrissi su queste colonne: «Va detto che la tempesta che ha travolto in questi mesi la Curia vaticana, in particolare la Segreteria di stato, allontana
l’ipotesi di dimissioni del Papa, il quale ha sempre precisato che esse sono da escludere quando
la Chiesa è in grandi difficoltà e perciò potrebbero sembrare una fuga dalle responsabilità».
Lo svolgimento dei fatti successivi conferma
questa ricostruzione. Perché infine le dimissioni
del Papa arrivano puntualmente un mese dopo la
definitiva chiusura della vicenda Vatileaks, con la
grazia concessa al maggiordomo Paolo Gabriele.
Segno che tali dimissioni effettivamente erano
già state decise nell’estate 2011. Ecco le ragioni
addotte ieri dal Papa: «Sono pervenuto alla certezza che le mie forze, per l’età avanzata, non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il
ministero petrino».
Con la sua abituale limpidezza il Papa ha detto
la semplice verità e ha fatto la scelta che ritiene
migliore per il bene della Chiesa, fra l’altro una
scelta di umiltà, che è un tratto importante della
sua umanità e della sua fede.
Noi tuttavia possiamo e dobbiamo osservare
che quasi tutti i papi precedenti sono invecchiati
e sono rimasti in carica con forze ridotte, governando attraverso i loro collaboratori. Si può dunque ipotizzare che Benedetto XVI non abbia ritenuto di fare questa scelta perché non giudica di
avere collaboratori all’altezza di un tale compito
(con le sue dimissioni tutte le cariche di Curia sono azzerate).
Di certo si può dire che Benedetto XVI è stato
un grande pontefice e che il suo pontificato è stato - almeno in parte - azzoppato da una Curia
non all’altezza, ma anche dalla scarsa rispondenza al Papa di parte dell’episcopato.
Joseph Ratzinger, che si conferma un Papa
straordinario anche con questa uscita di scena,
ha portato la croce del ministero petrino certamente soffrendo molto e dando tutto se stesso
(non gli sono mancate né le incomprensioni né il
dileggio). È stata una pena vedere come il suo
splendido magistero è rimasto spesso inascoltato.
Quando pubblicai il mio scoop scrissi che mi
auguravo di essere smentito dai fatti e auspicavo
che noi cattolici pregassimo perché Dio ci conservasse a lungo questo grande Papa.
Purtroppo molti credenti invece di ascoltare
questo mio appello alla preghiera si scatenarono
ad attaccare me, come se dare la notizia del Papa
che stava pensando alle dimissioni fosse lesa
maestà. Una reazione bigotta che segnalava un
certo diffuso clericalismo.
Benedetto XVI - con la sua continua apologia
della coscienza e della ragione - è fra i pochi con
una mentalità non clericale. Basti ricordare che
non ha esitato a chiamare col loro nome tutte le
piaghe della Chiesa e a denunciarle come mai
prima era stato fatto.
Nella sua ammirevole libertà morale non esitò
nemmeno a smentire qualche suo stretto collaboratore sul «segreto di Fatima». Accadde nel
2010, quando decise un repentino pellegrinaggio
al santuario portoghese e là dichiarò: «Si illuderebbe chi pensasse che la missione profetica di
Fatima sia conclusa... Nella Sacra Scrittura appare frequentemente che Dio sia alla ricerca di giusti per salvare la città degli uomini e lo stesso fa
qui, in Fatima [...] Possano questi sette anni che ci
separano dal centenario delle Apparizioni affrettare il preannunciato trionfo del Cuore Immacolato di Maria a gloria della Santissima Trinità».
Un’espressione che certamente fa pensare (il
centenario delle apparizioni di Fatima è il 2017),
anche in riferimento ai famosi «dieci segreti» di
Medjugorje. D’altra parte lo stesso annuncio delle dimissioni è arrivato in una data gloriosamente
mariana, l’11 febbraio, ricorrenza (e festa liturgica) delle apparizioni della Vergine a Lourdes.
È facile prevedere che ora si scateneranno anche dietrologie fantasiose, si evocheranno i detti
di Malachia, la monaca di Dresda e quant’altro.
Lo scoop di Socci su «Libero» del 25 settembre 2011
Benedetto XVI durante la Via Crucis il 6 aprile 2007 Ap
Ma resta il fatto che il Papa, con la pesantezza
epocale della decisione che ha assunto, pone tutta la Chiesa davanti alla gravità dei tempi che viviamo.
Gravità che la Madonna ha dolorosamente
sottolineato in tutte le sue apparizioni moderne,
da La Salette, a Lourdes, da Fatima a Medjugorje
(passando per la misteriosa e miracolosa lacrimazione della Madonnina di Civitavecchia).
C’è solo da augurarsi che invece non si riferisca
a questo nostro amato Papa ciò che è stato attribuito a un suo predecessore, Pio X, che la Chiesa
ha proclamato santo. È un episodio che da qualche mese viene diffuso fra alcuni ambienti cattolici e anche in Curia.
Risulterebbe che Pio X, nel 1909, abbia avuto
durante un’udienza una visione che lo sconvolse:
«Ciò che ho veduto è terribile! Sarò io o un mio
successore? Ho visto il Papa fuggire dal Vaticano
camminando tra i cadaveri dei suoi preti. Si rifugerà da qualche parte, in incognito, e dopo una
breve pausa morrà di morte violenta».
Sembra che sia tornato su quella visione nel
1914, in punto di morte. Ancora lucido riferì di
nuovo il contenuto di quella visione e commentò:
«Il rispetto di Dio è scomparso dai cuori. Si cerca
di cancellare perfino il
suo ricordo». Da tempo
circola questa «profezia» anche perché si dice che Pio X avrebbe altresì dichiarato che si
trattava di «uno dei
miei successori con il
mio stesso nome».
Il nome di Pio X
era Giuseppe Sarto.
Giuseppe dunque. Joseph. Mi auguro vivamente che non sia
una profezia autentica o da riferirsi ad
oggi. Ma la sua diffusione
segnala
quanto il pontificato
di Benedetto XVI - come
quello del predecessore - sia
circondato da inquietudini.
Del resto fu lui stesso a inaugurarlo chiedendo
le preghiere dei fedeli per non fuggire davanti ai
lupi. Il Papa non è fuggito. Ha sofferto e ha svolto
la sua missione finché ha potuto e oggi chiede alla
Chiesa un successore che abbia le forze per assumere questo pesante ministero.
D’altra parte è evidente a tutti che da trecento
anni il papato è tornato ad essere un luogo di
martirio bianco, come nei primi secoli esponeva
al sicuro martirio di sangue.
Infatti i tempi moderni si sono aperti con un altro evento mistico accaduto a papa Leone XIII, il
papa della «questione sociale» e della «Rerum novarum». Il 13 ottobre 1884 (il 13 ottobre peraltro è
il giorno del miracolo del sole a Fatima) il pontefice ebbe una visione durante la celebrazione eucaristica.
Ne fu scioccato e sconvolto. Il pontefice spiegò
che riguardava il futuro della Chiesa. Rivelò che
Satana nei cento anni successivi avrebbe raggiunto l’apice del suo potere e che avrebbe fatto
di tutto per distruggere la Chiesa. Pare che abbia
visto anche la Basilica di San Pietro assalita dai
demoni che la facevano tremare.
Fatto sta che papa Leone si raccolse subito in
preghiera e scrisse quella meravigliosa preghiera
a San Michele Arcangelo, vincitore di Satana e
protettore della Chiesa, che da allora fu recitata in
tutte le chiese, alla fine di ogni Messa.
Quella preghiera fu abolita con la riforma liturgica seguita al Concilio Vaticano II, la riforma liturgica che Benedetto XVI ha tanto cercato di ridisegnare. Mai come oggi la Chiesa avrebbe bisogno di quella preghiera di protezione a San Michele Arcangelo.
www.antoniosocci.com
4
PRIMO PIANO
Martedì 12 febbraio 2013
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DIVISIONI Secondo molti la decisione di
lasciare il pontificato è dettata anche dalle
frizioni con il segretario di Stato Bertone
La croce di Ratzinger
«Quegli occhi pieni di paura»
.
Lo scandalo Vaticanleaks e i veleni fra porporati dietro le dimissioni di un Papa stanco
degli intrighi dei sacri palazzi. Il sindaco Pisapia: ricordo il suo sguardo buono e...
:::
LA VITA
TEMPI CUPI
A sinistra, papa Benedetto
XVI con l’ex maggiordomo
Paolo Gabriele, individuato
come «il corvo» in Vaticano.
Sotto, fulmini su San Pietro
Ansa
::: segue dalla prima
GIANLUIGI NUZZI
.
BAVARESE
Joseph Ratzingernasce aMarktl am Inn, diocesi di Passau, in
Baviera, Germania, il 16 aprile
del 1927. Il padre, commissario di polizia, proviene da
un’antica famiglia di agricoltori della Bassa Baviera. La
madre è figlia di artigiani e prima di sposarsi aveva lavorato
come cuoca in vari hotel.
LA GUERRA
Dopo i primi studi in seminario, all'età di 16 anni il giovane
Joseph viene assegnato al programma
Luftwaffenhelfer
(«personale di supporto alla
Luftwaffe»). Nell'aprile del
1944 durante una di queste
marce diserta, e riesce a evitare
la fucilazione, prevista per i disertori, grazie ad un sergente
che lo fa scappare. Nell'aprile
del 1945 Ratzinger è recluso
per alcune settimane in un
campo degli Alleati, vicino a
Ulma, come prigioniero di
guerra; viene rilasciato il 19
giugno 1945.
GLI STUDI
Dal 1946 al 1951 studia filosofia e teologia nella Scuola superiore di filosofia e di teologia
di Frisinga e nell’università di
Monaco di Baviera.
SACERDOTE
Il 29 ottobre 1950 è ordinato
diacono, e il 29 giugno 1951
all'età di 24 anniassieme a suo
fratello maggiore Georg è ordinato presbitero.
IL VATICANO II
Dal 1962 al 1965 dà un notevole contributoal ConcilioVaticano II come “esperto”, assistendo come consultore teologico del Cardinale Joseph Frings, arcivescovo di Colonia.
CARDINALE
Il 24 marzo 1977 viene nominato arcivescovo di Monaco e
Frisinga da Paolo VI. Pochi mesi dopo, il 27 giugno 1977 lo
stesso papa Paolo VI lo crea
cardinale. Nel mese di ottobre
del 1978 prende parte al Conclave che elegge Giovanni
Paolo II.
PREFETTO
Il 25 novembre 1981 papa
Giovanni Paolo II lo nomina
prefetto della Congregazione
per la dottrina della fede. Il 27
novembre 2002 viene eletto
decano del Collegio cardinalizio e come tale venerdì 8 aprile
2005 presiedette la cerimonia
funebre per Giovanni Paolo II.
PAPA
Nel 2005 Ratzinger viene eletto Papa durante il secondo
giorno del conclave, al quarto
scrutinio, nel pomeriggio del
19 aprile. Sceglie il nome di
Benedetto XVI.
LE DIMISSIONI
Ieri l’annuncio delle dimissioni: dalle 20 del 28 febbraio Benedetto XVI lascerà il pontificato. «Dopo aver ripetutamente esaminato la mia coscienza davanti a Dio, sono
pervenuto alla certezza che le
mie forze, per l'età avanzata,
non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il ministero petrino»
(...) il Pontefice per il fatto che
quei documenti siano diventati
pubblici. Ma il dolore più grande Benedetto XVI l’ha provato
per i fatti in sé, non per la loro
pubblicazione. E certamente
sono anche quegli scandali ad
averlo indotto al gesto clamoroso.
Certo, la malattia, smentita
dal Vaticano e ripetuta invece a
più voci tra chi frequenta l’appartamento di Ratzinger, avrà
giocato un ruolo, avrà accelerato le scelte, ma credo che dietro
questa mossa così radicale ci sia
di più. C’è l’incapacità di Ratzinger di dare continuità ai suoi
messaggi, certo, ma c’è anche la
scollatura tra lui e il segretario
di Stato, Tarcisio Bertone.
La misura di tutto l’ho ricevuta solo qualche mese fa quando
Benedetto XVI venne a Milano
per le giornate dedicate ai giovani. Lo incontrò il sindaco
Giuliano Pisapia, dal quale potranno separarci le idee politiche ma che tutti sono d’accordo
a indicare come persona perbene. Non me ne voglia Pisapia se
racconto questa sua confidenza. Il tempo e la situazione lo
impongono. Il sindaco incontrò
Ratzinger in un colloquio a
quattr’occhi. Qualche giorno
dopo ci vedemmo per caso,
confrontandoci. Pisapia è uomo laico: «Mi sono rimasti impressi - mi disse - i suoi occhi.
Occhi buoni e pieni di amore».
Mi sorprese, sorrisi. Ecco immaginavo Pisapia, figlio della
sinistra radicale commuoversi
di fronte alla grandezza religiosa di Benedetto XVI. Ma la sorpresa doveva ancora arrivare. E
mi dice: «Ma sono rimasto colpito dagli occhi sì perché Rat-
zinger è un uomo che ha paura». Pisapia ha visto decine di
uomini dietro le sbarre. Sa conoscere e riconoscere le sensazioni, le paure...
Perché Benedetto XVI ha
paura? Di cosa, per quale motivo? Da quel giorno questa domanda si arricchisce di altri
crucci. Mai sapremo la verità se
non sapremo rispondere in
maniera esaustiva, definitiva a
un’altra questione: cosa lega
Ratzinger a Bertone? Perché se
lascia il pontificato oggi Benedetto XVI è per evitare di passare negli ultimi anni di vita il timone pieno al suo segretario di
Stato, uomo così lontano dal
teologo fine e sensibile che ha
paura.
il graffio
il graffio
Chi va
e chi resta
Lo scoop
in latino
Nel settembre 2010,
Gianfranco Fini dichiarò:
«Se Tulliani risultasse il
proprietario della casa di
Montecarlo, lascerei la
presidenza della Camera».
Su chi sia il padrone della
casa di Montecarlo non ci
sono più dubbi e nel frattempo si è dimesso il Papa:
non avveniva da 600 anni.
Ma Fini è sempre lì.
Ha tradotto all’impronta dal latino l’annuncio
di Benedetto XVI e per
prima al mondo ha dato
la notizia delle dimissioni del Pontefice. Dalla
Sala Stampa vaticana,
Giovanna Chirri, vaticanista dell’Ansa, ha fatto lo scoop mondiale.
Una prova che studiare
latino non è inutile.
Il futuro di Benedetto XVI
Sarà vescovo emerito di Roma
e vivrà in un convento in Vaticano
::: ROMA
 Guarderà i bei viali ordinati, i giardini splendidi, le fontane e i boschetti
fioriti dalla finestra del convento di clausura «Mater Ecclesiae» dove ha fatto sapere di voler rimanere, dopo le sue dimissioni, Benedetto XVI, il primo Pontefice da oltre seicento anni che sarà non
più regnante ma dimissionato. Sarà in un
piccolo convento di suore di clausura,
che si trova dentro le mura vaticane, in
cui ha abitato padre Tucci, storica voce
della Radio vaticana, che infatti Joseph
Ratzinger passerà gli ultimi giorni della
sua vita. O forse, trascorso un congruo
periodo di tempo, riuscirà a tornare nella
sua Germania, anzi, più esattamente nella sua Baviera, e lì trascorrerà il tempo
che gli rimane in preghiera e nella scrittura.
Del resto, lui stesso, nel dare l’annuncio-choc delle proprie dimissioni, ha dichiarato di voler passare il tempo che
Dio vorrà concedergli «in preghiera e
meditazione», ma sempre «nel servizio
della Chiesa». Subito dopo il 28 febbraio,
giorno ufficiale del suo ritiro dal soglio
pontificio, Ratzinger si sposterà a Castel
Gandolfo, dove rimarrà probabilmente
durante tutto il tempo in cui si svolgeranno i lavori del Conclave. Poi, come si
è già detto, si dovrebbe ritirare in questa
piccola realtà conventuale, il «Mater Ecclesiae» voluto da papa Giovanni Paolo II
proprio nella sommità del colle vaticano,
un’oasi di pace e di silenzio, ovviamente
di preghiera proprio accanto al cuore
pulsante della Santa Sede. Chi lo conosce
bene crede che questa sia la dimensione
più consona a Ratzinger e che lui stesso,
prima di essere eletto pontefice, sognava
IL RITIRO
Il convento di clausura Mater Ecclesiae
dove vivrà il Papa
proprio di ritirarsi in solitudine per continuare i propri studi teologici e per ritrovare una dimensione più spirituale e
meditativa.
Come vivrà questa sua vicinanza al
suo successore che, unico tra schiere di
Pontefice, potrà vedere vivente anche se
non più «regnante»? Ci saranno due Papi, a pochi metri di distanza. Quale convivenza sarà? Si incontreranno, si consulteranno? Domande destinata, per ora,
a non avere risposta, data la situazione
del tutto inedita.
E a proposito di domande, anche
quella su come si dovrà chiamare, dal 28
febbraio in poi, Ratzinger, non è certo la
più pressante, ma suscita molta curiosità. Sarà denominato «papa emerito», come si fa con i vescovi e i cardinali che sono andati in pensione o si sono dimessi
per motivi di età o di malattia? O sarà per
sempre «vescovo emerito di Roma»? Non
dimentichiamo infatti che il titolo del
Pontefice è appunto associato a quello di
«vescovo di Roma».
CATERINA MANIACI
PRIMO PIANO
Martedì 12 febbraio 2013
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MALATO? Tutti negano che ci siano
gravi problemi di salute, ma monsignor
Paglia racconta di «improvvise amnesie»
La croce di Ratzinger
L’ultima goccia: la rivolta dei cardinali
Ad accelerare la decisione di abbandonare il soglio di Pietro forse un incontro con Sodano:
il decano gli avrebbe rivelato la fronda di molti prelati per la linea dura sui pedofili negli Usa
::: segue dalla prima
FRANCO BECHIS
sagire la clamorosa decisione di
esautorarlo da ogni impegno
pubblico presa dal suo successore, che è stata naturalmente
comunicata alla segreteria di
Stato e al Papa stesso prima di
essere adottata.
Quella scelta ha provocato naturalmente nei modi e nei toni che si usano in Vaticano - una
sostanziale rivolta di una parte
consistente dei cardinali nei
confronti del Papa, ed è stato
questo l’oggetto più che inatteso
dell’incontro del cardinale Sodano con Benedetto XVI.
È stata davvero la goccia che
ha fatto traboccare il vaso?
L’amarezza che ha spinto Papa
Ratzinger ad ufficializzare quelle dimissioni che in cuore suo
aveva già deciso dopo gli ultimi
viaggi all’estero? Una spinta può
averla data, anche se il discorso
letto ieri al Concistoro potrebbe
essere stato preparato da tempo. Non è la rivolta dei cardinali
il motivo di quelle dimissioni
quasi senza precedenti (nessuno mai lo ha fatto se non in probabile costrizione). Lo stato di
salute del Pontefice, la motivazione ufficiale «le forze che vengono meno» e che rendono
troppo arduo proseguire in quegli impegni, è vero, reale. Secondo fonti attendibili nella città
leonina, negli ultimi mesi il Papa
avrebbe avuto numerose piccole ischemie. Episodi minori, ma
.
(...) il porporato ha fatto presente al Papa lo smarrimento, e forse qualcosa di più (c’è chi la chiama “protesta”) di gran parte dei
cardinali su quello che era da
pochi giorni avvenuto nella arcidiocesi di Los Angeles. Lì il primo
di febbraio scorso il nuovo arcivescovo della metropoli americana, Josè Gomez, ha comunicato ufficialmente di avere sollevato da tutti gli impegni pubblici
il suo predecessore, il cardinale
Roger Mahony, che è stato arcivescovo di Los Angeles dal 1985
al 2011. Un gesto senza precedenti, adottato dopo la pubblicazione sul sito Internet della
diocesi (imposta dal tribunale)
di decine di migliaia di documenti che riguardavano lo scandalo pedofilia e l’atteggiamento
che i vertici della Chiesa avevano
tenuto nei confronti dei 122 sacerdoti accusati di molestie sessuali. Carte impressionanti, che
erano direttamente o indirettamente un atto di accusa all’arcivescovo di quegli anni, il cardinale Mahony. Il suo successore
ha voluto scusarsi con i fedeli per
quello che avrebbero letto, giudicando «terribilmente odioso e
diabolico» quel comportamento della diocesi, e aggiungendo
«non ci sono scuse per quel che
accadde a questi bambini».
che in alcuni casi hanno provocato nel Papa smarrimenti, perdite ripetute di memoria, vuoti
di coscienza a cui non era mai
stato abituato. Se ne è accorto,
ad esempio, l’arcivescovo di
Terni e guida della comunità di
Sant’Egidio, monsignor Vincenzo Paglia, durante l’ultimo recentissimo incontro.
DEFAILLANCE
«Ho avuto l’impressione», ha
raccontato l’arcivescovo ad alcuni amici, «che il Papa non fosse presente a se stesso, e a dire il
vero che nemmeno sapesse chi
ero». Un fatto assolutamente
anomalo, perché anche in questi anni la principale dote di Papa Ratzinger è sempre stata una
memoria di ferro, soprattutto visiva. Se il Papa incontrava una
persona anche pochi minuti,
era in grado di ricordarsela addirittura anni dopo.
Queste defaillance mentali
secondo la ricostruzione di persone assai vicine e fedeli a Benedetto XVI, avrebbero iniziato a
preoccupare il pontefice già da
qualche mese. Il timore di perdere progressivamente le capacità fisiche e mentali stava tormentando il Papa e - stando alle
tesi delle stesse persone - si accompagnava a una preoccupazione per le condizioni attuali
della Chiesa nel mondo e dei
suoi principali esponenti, a co-
PERDONO
Pochi giorni prima della pubblicazione di quei documenti, il 21
gennaio scorso, il cardinale
Mahony aveva chiesto perdono
ai fedeli di Los Angeles in una lettera in cui sosteneva di tenere
sull’altare della propria piccola
cappella una piccola targa per
ciascuna delle vittime della pedofilia. Nulla quindi faceva pre-
Da Clemente I a Gregorio XII
 Di senza precedenti, nella ventura abdicazione
del Papa, ci sono solo le motivazioni: è infatti la prima
volta che un Pontefice compie il fatidico passo indietro per ragioni di salute. Quanto al resto, nulla che nella bimillenaria storia di Santa Romana Chiesa non si
sia già visto. Il primo ad interrompere anzitempo il
proprio pontificato fu il quarto Papa della Chiesa cattolica, Clemente I, nel 97. Costui sarebbe stato (condizionale d’obbligo data l’incertezza delle fonti storiche) costretto all’esilio in Crimea da Traiano, che in
seguito ne avrebbe decretato la messa a morte. Sorte
simile per papa Ponziano, deportato nelle miniere
sarde durante la persecuzione di Massimino Trace
del 235 ed ivi costretto ad abdicare per rendere possibile l’elezione di un successore.
Spettacolare la congiura politica che, tre secoli dopo (precisamente nel 537), sarà fatale per il pontificato di Silverio. L’elezione di costui era stata il risultato
di un intenso braccio di ferro tra occidentali e bizan-
tini: ai costantinopolitani serviva un Papa amico da
tirare dalla propria parte nella grande contesa sul
monofisismo (ovvero il primo tassello del domino
che mezzo millennio più tardi avrebbe portato allo
Scisma d’oriente), mentre per gli ostrogoti la priorità
era di eleggere un Pontefice grandemente slegato
dall’Impero. Passò la linea occidentale e Silverio (che
era appena suddiacono di Roma) fu eletto a viva forza
al soglio di Pietro. Fallito il tentativo di reclutarlo alla
propria causa, a Bisanzio misero in piedi il piano B:
approfittando di una guerra scoppiata a Roma con gli
ostrogoti, l’imperatrice Teodora ordinò alla moglie
del celebre generale Belisario di convincere il marito
a risolvere la faccenda. Detto, fatto: i bizantini - pionieri della macchina del fango - produssero una falsa
lettera che dimostrava come Silverio avesse trattato
sottobanco col barbaro invasore onde favorirne la calata. Esilio coatto e parimenti coatta abdicazione sarebbero seguiti a breve.
Il quarto caso è quello di Benedetto IX, ed è emblema delle pietose condizioni in cui la Chiesa ebbe a
FEDELISSIMI
Pur lasciando il soglio pontificio alle ore 20 del 28 febbraio,
Ratzinger avrà ancora una autorità morale che potrebbe essere
decisiva negli orientamenti del
conclave. Lì ci saranno i fedelissimi dell’attuale Papa, i cardinali
ancora legati a Giovanni Paolo
II, e non pochi avversari dell’attuale pontificato. Se l’autorità
del vescovo emerito di Roma sarà ancora decisiva, sul soglio di
Pietro potrebbe approdare il
cardinale canadese Marc Ouellet, che è alla guida della congregazione dei vescovi (è il preferito
dell’attuale Papa). Hanno buone chance anche il cardinale di
Milano, Angelo Scola, il ghanese
Peter Kodwo Appiah Turkson e
l’arcivescovo di New York Timothy Dolan. Questo se davvero
l’autorità morale di Ratzinger
potrà essere elemento forte del
conclave. Quella rivolta dei cardinali capeggiati dal decano Sodano però lascia molte ombre su
queste soluzioni, e il conclave rischia di essere molto più aperto
di quanto non ci si attenda.
DA CELESTINO
In duemila anni solo sei precedenti
ma è il primo che lascia per vecchiaia
::: MARCO GORRA
minciare da quelli della Curia (e
la rivolta dei cardinali per la vicenda di Los Angeles glielo ha
confermato).
Non può dirlo nessuno
espressamente, e chiunque ufficialmente lo negherà, ma nella
scelta sulle dimissioni sembra
avere pesato anche quella
preoccupazione per il futuro
della Chiesa mondiale e - non
ultimo - per chi la dovrà guidare
dopo Joseph Ratzinger. Il conclave che si aprirà probabilmente il prossimo 4 marzo (o nei
giorni seguenti) sarà composto
in buona parte da cardinali scelti
dall’attuale Papa (la maggioranza dei 117 che hanno diritto di
voto).
versare intorno all’anno Mille. Costui divenne Papa
per tre volte, vendendo e ricomprando la dignità
pontificia non una ma due volte (San Pier Damiani lo
descriverà come «diavolo venuto dall’Inferno travestito da prete»). Le sue colpe ricadranno anche sul
successore, Gregorio VI, che sarà costretto ad abdicare per simonia.
Due secoli dopo verrà la volta del precedente più
celebre, quello di Celestino V. Eremita povero e semplice, venne eletto dopo due anni di sede vacante e
sullo sfondo di una situazione politica oltremodo
complessa (spagnoli e francesi si stavano faticosamente mettendo d’accordo sul sud Italia). Perdurando lo stallo, Celestino V emerse come soluzione di
compromesso: conosciuto e rispettato per la propria
caratura di eremita, offriva tutte le garanzie di impoliticità che erano necessarie. Con un problema: di fare
il Papa non voleva saperne. Dopo aver tentato in ogni
modo di rifiutare l’elezione, fu però costretto ad accettarla. Durò comunque poco: dopo quattro mesi di
gestione vistosamente inadeguata (nemmeno parla-
È il 28 aprile 2009: Benedetto XVI,
all’Aquila, rende omaggio alle spoglie
di Celestino V, il papa che nel 1294 si
dimise dal soglio pontificio Ansa
va latino), abdicò opponendo il celebre «gran rifiuto»
e tornandosene all’agognata solitudine. Secoli dopo,
papa Ratzinger - in visita alla celestiniana basilica di
Santa Maria in Collemaggio colpita dal terremoto
abruzzese - deporrà il proprio pallio sulle spoglie del
Papa eremita. Un gesto clamoroso (mai la Chiesa si
era mostrata così benevolente nei confronti di Celestino V) che rivisto oggi appare quasi profetico.
L’ultimo Papa ad abbandonare la carica prima di
Benedetto XVI era stato Gregorio XII nel 1415. Si era
nel pieno dello Scisma d’Occidente, e la situazione
era degenerata al punto di presentare la compresenza di tre Pontefici: Benedetto XIII anti-Papa ad Avignone, Gregorio XII Pontefice legittimo a Roma e
Giovanni XXIII anti-Papa a Pisa. Per sbrogliare il ginepraio si renderà necessaria da parte del potere politico l’indizione del Concilio di Costanza, al termine del
quale Benedetto ed Giovanni saranno deposti, mentre Gregorio - ancorché incolpevole - abdicherà
spontaneamente per consentire la piena ricomposizione dello Scisma.
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PRIMO PIANO
Martedì 12 febbraio 2013
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IL LIBRO Il senatore nel 2004, un anno
prima della sua investitura, ha scritto con
Ratzinger il volume «Senza Radici»
La croce di Ratzinger
«È il Papa più amato dai laici»
L’ex presidente del Senato Pera: «Non è sceso a compromessi con la modernità, e così
ha conquistato i non fedeli». La solitudine: «Nella Chiesa ha avuto tante resistenze»
::: BARBARA ROMANO
 Le dimissioni di Joseph
Ratzinger avranno colto di sorpresa tutti, ma non l’ex presidente
del Senato, Marcello Pera. Tra i
due, negli anni passati, si è creata
una profonda sintonia intellettuale e spirituale, suggellata dalla
scrittura a quattro mani del libro
“Senza Radici”, edito nel 2004,
quando Ratzinger era ancora cardinale e guidava la Congregazione per la dottrina della Fede. L’anno dopo sarebbe diventato Benedetto XVI. A tutt’oggi Pera è uno
dei pochi che il Papa chiama
«amico».
Senatore, se l’aspettava che il
Pontefice si dimettesse?
«Sì, lui lo aveva detto e scritto».
Dove e quando?
«In “Luce del mondo”, il libro
intervista che scrisse nel 2010 con
Peter Seewald. Quando il giornalista tedesco gli chiese se un Papa
avrebbe mai potuto dimettersi,
Ratzinger rispose : “Sì, se non è
più in grado di esercitare le fun-
zioni del magistero”. Perciò, di
fronte a questo grande gesto si
può provare rammarico, ma non
dire che è imprevisto».
Perché lei le considera un «grande
gesto»?
«Pensi che dramma deve aver
vissuto nei confronti della Chiesa
e del Creatore... Lui ha dato una
testimonianza estrema. Ha rassegnato l’incarico perché non si
sente più in grado di svolgerlo,
quindi ha esaltato la sua missione. Un gesto immenso di insegnamento e di umiltà».
Lei crede che la sua scelta sia dovuta solo all’età e alla salute?
«Certamente».
Non potrebbero aver influito anche il “Vatileaks”e gli scandali sulla pedofilia?
«Non credo proprio. Nessuno
scandalo, dentro e fuori della
Chiesa, avrebbe mai potuto scuotere la sua fede. È una roccia, e la
sua voce continuerà a farsi sentire
anche da ex Papa».
Che farà Benedetto XVI dopo aver
appeso la tiara al chiodo?
«Penso che si ritirerà a meditare e a scrivere».
Le sue dimissioni improvvise accentuano il senso d’incompiutezza di questo pontificato. Benedetto XVI passerà alla storia come un
Papa di transizione?
«No, lui passerà alla storia come un grande Papa. È una figura
gigantesca della Chiesa. Un gigante di fede e di dottrina».
Ci parli anche dell’uomo…
«Ratzinger ha la fermezza della
mitezza. Ha un carattere mite, ma
nella mitezza c’è tutta la fermezza
della sua fede. È un uomo disponibile, ha uno sguardo di completa sincerità, che mette a suo agio
l’interlocutore, ma lo atterrisce
con la sua profondità. Impossibile uscire da un colloquio con lui
senza essere scossi».
Lei che lo conosce bene, come immagina stia vivendo il suo dramma umano?
«Il suo è più un dramma spirituale. Non è come l’abdicazione
di un re, che fa i conti con la sua
corte e con il suo popolo. Ratzin-
ger fa i conti con Dio, a Lui deve
essersi rivolto e da Lui deve aver
tratto ispirazione».
Le aveva confidato questo suo travaglio?
«No, le nostre conversazioni
erano su ben altri argomenti. Credo che lui abbia preso questa decisione in totale solitudine, la solitudine di una coscienza davanti
a Dio».
Quindi è vero che Benedetto XVI
era solo e isolato nella Curia...
«Lui ha avuto tante resistenze
nella Chiesa, inutile negarlo, perché la Chiesa è anche un apparato
che ha logiche proprie, sebbene
debba rispondere a Dio. Ratzinger non sempre è stato compreso,
talvolta si è fatto finta di non comprenderlo, ma lui non è certo un
Papa della compromissione con
la modernità e proprio questo ha
colpito molti laici. Benedetto XVI
è stato molto amato da tanta gente che anche quando non capiva
la profondità del suo pensiero
percepiva la sincerità della sua fede, ma di sicuro è stato il Papa più
.
::: segue dalla prima
CAMILLO LANGONE
.
(...) e quando la faccenda cominciò a non
divertire più nessuno ci provarono col fratello, anche lui colpevole di un milione di
misfatti anzi due: essere un prete ed essere
un tedesco. Per gli atei acculturati, che volevano far credere di aver letto molti libri
di storia, Ratzinger era sinonimo di Torquemada per via dei 23 anni a capo dell’ex
Sant’Uffizio. Per i cattochitarristi, quei
praticanti che non faticano a distinguere
la Santa Messa da San Remo, era il campione di una liturgia poco meno che medievale. In estrema sintesi: per tutti gli italiani non di destra Papa Benedetto XVI era
un Papa di destra. Che non è vero per il
semplice motivo che, se lo fosse stato, io
me ne sarei accorto. Senz’altro è stato un
Papa conservatore. Si è impegnato con
tutte le sue povere forze a conservare nella
Chiesa il deposito della fede, l’adesione al
Vangelo, l’unità con Roma. Un attimo prima di salire sul trono di Pietro, nella Missa
Pro Eligendo Romano Pontifice, lanciò la
formula della «dittatura del relativismo»
per conservare almeno la necessità di una
verità assoluta.
E poco prima di scenderne, quindi Na-
Difensore della dottrina
La grandezza del pontefice?
Aver fatto il pontefice
tale 2012 quando la grande decisione
probabilmente era già stata presa, colse
l’occasione degli auguri alla curia per svelare i pericoli del genderismo, la nuova
ideologia arrembante: «Adesso vale che
non è stato Lui a crearli maschio e femmina, ma la società a determinarlo. Maschio
e femmina come realtà della creazione,
come natura della persona umana non
esistono più. L’uomo contesta la propria
natura». Una difesa esplicita, per quanto
espressa con la consueta mitezza (altro
che cane ringhioso!), della legge naturale.
In questo discorso, e in quello successivo
pronunciato durante un’udienza di fine
gennaio, ho percepito una rinnovata capacità di visione grazie alle lucidissime
parole contro il «prometeismo tecnologico» che prescindendo da Dio fa diventare
moralmente lecito qualsiasi cosa sia tecnicamente possibile: «Ogni esperimento
risulta accettabile, ogni politica demo-
grafica consentita, ogni manipolazione
legittimata».
Due splendidi discorsi di un vecchio
teologo che non si volta indietro ma avvistando i nuovi problemi prima di tanti altri
che magari si dichiarano progressisti ma
stanno ancora lì a menarla con l’Inquisizione e le Crociate. Vi ho trovato accenti ed
echi di Roger Scruton, il grande filosofo
conservatore inglese, e questo è un bene,
significando che Pietro non è intellettualmente isolato, e pure un male, significando che i suoi ragionamenti rischiano di essere troppo raffinati per un mondo assordato da ignoranza e pregiudizio. Prima e
dopo l’elezione, Ratzinger ha sempre manifestato gusti estetici sofisticati e anche
questo ha contribuito a farlo giudicare antidemocratico e destrorso. Amante di Bach, Mozart e Schubert, nel 2006 sospese i
concerti pop nell’aula Paolo VI con grave
disappunto di Laura Pausini, Alex Britti e
amato dai laici, perché li ha sfidati, interrogati e interessati».
In lei, che è uno dei laici più devoti
a Benedetto XVI, lui è riuscito anche ad aprire lo spiraglio della fede?
«Sicuramente sì. Le posizioni
dei laici autentici hanno un significato diverso dai laici tout court.
Immanuel Kant, il più grande laico di tutti i tempi, era un credente
alla sua maniera perché non andava a messa ed era contro il potere temporale della Chiesa. I laici
oggi sono stati risvegliati da questo Papa, che ha fatto capire loro
che c’è una fede al di là degli apparati della Chiesa. Io lo considero una ricchezza».
Tanto da professarsi credente oggi?
«Se lei avesse chiesto a Kant o a
Croce se erano credenti, le avrebbero risposto sì e poi avrebbe
scritto un libro per spiegare perché. Io mi limito a dirle: sì, io credo».
Chi sarà il prossimo Papa?
«Non saprei, mi affido allo Spi-
rito Santo».
Ma che tipo di Pontefice si aspetta?
«Wojtyla fu una grande sorpresa per l’opinione pubblica, anche
se era conosciuto all’interno della
Chiesa. Potrebbe essere così anche stavolta».
Un mese fa lei ha annunciato il ritiro dalla politica, quindi avrà
molto tempo libero. Andrà a trovare l’ex Papa dopo il 28 febbraio?
«Se mi sarà concesso, sì, molto
volentieri».
Anche se lui dovesse tornare in
Baviera?
«Andrei sino in capo al mondo».
E che gli dirà?
«Appena lo vedo gli dico: guardi che sono stato più bravo di lei,
l’ho anticipata».
CON I DUE
GEORG
A sinistra, papa Benedetto XVI con il fratello
Georg, anch’egli sacerdote. A destra, con il suo
segretario
monsignor
Georg Gaenswein Ansa,
LaPresse
consimili giganti della musica. Segno ancora più preciso sono state alcune recenti
nomine episcopali, Crepaldi a Trieste,
Scola a Milano, Camisasca a Reggio Emilia, Negri a Ferrara, tre dei quali legati
all’insegnamento di don Giussani e tutti e
quattro catto-cattolici e non catto-protestanti come il precedente vescovo reggiano il quale (lo ha scoperto il costernato
Camisasca in questi giorni) dopo avere
dissacrato il Duomo chiamando a manometterlo alcuni degli artisti più nichilisti
su piazza, non pago aveva pensato di infliggere al quartiere Baragalla una nuova
chiesa priva di inginocchiatoi. Mentre
Ratzinger da decenni insisteva sull’inginocchiarsi come gesto centrale dell’adorazione, ricordando il gettarsi a terra di
Gesù nell’orto degli Ulivi e i Padri del deserto «secondo cui il diavolo non aveva le
ginocchia. L’incapacità a inginocchiarsi
appare addirittura come l’essenza stessa
del diabolico. Una fede o una liturgia che
non conoscano più l’atto di inginocchiarsi, sono ammalate in un punto centrale».
Benedetto ha cercato di curare il debilitato cristianesimo con trasfusioni di buona
liturgia e questo spiega sia il motu proprio
del 2007 che voleva liberalizzare la messa
in latino (senza del tutto riuscirci siccome
molti vescovi ne hanno fatto carta straccia), sia la celebrazione di messe in italiano esemplari con la comunione non sulla
mano ma sulla lingua, per rispetto verso il
Corpo di Cristo (e anche qui, purtroppo,
risultati parzialissimi).
Lo spazio sta per esaurirsi ma devo almeno ricordare il discorso di Ratisbona,
in cui cercò di introdurre un minimo di
verità (l’intrinseca violenza dell’islam) in
un dialogo interreligioso farcito di stomachevoli ipocrisie. È stato il nostro Papa,
Benedetto XVI, come sarà nostro il prossimo perché un Papa, nonostante le speranze dell’apostata Vito Mancuso, democratico proprio non può esserlo. Il nuovo
pontefice, che sarà deciso dallo Spirito
Santo e non dal popolo sovrano, non potrà che confermare le parole del suo precedessore: «La maggioranza non può essere il principio ultimo, ci sono valori che
nessuna maggioranza ha il diritto di abrogare».
PRIMO PIANO
Martedì 12 febbraio 2013
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NANNI MORETTI Chi si è limitato alla
visione di Habemus Papam s’immaginerà
un anziano incapace di governare se stesso
La croce di Ratzinger
La coscienza di Joseph ha ispirato il pontefice
Le ragioni della decisione furono anticipate in un testo del 1991 in cui l’allora cardinale Ratzinger
affrontava la crisi della Chiesa: un pastore deve rendersi conto di cosa è meglio per il suo gregge
::: ANDREA MORIGI
 Prima o poi, spiegherà
le ragioni profonde del suo gesto. Quanto a sé, Joseph Ratzinger aveva già risolto pacificamente e da tempo la discussione che ora, dopo le sue dimissioni, andrà scatenandosi
sulla presunta crisi d’identità
del Papa. Tutt’altro che un
dubbio amletico, da antieroe
moderno, quel dramma personale che va consumandosi
in queste ore trova il suo fondamento in una certezza che
si ritrova nel suo magistero:
l’obbligo di conformarsi alla
verità.
Il suo predecessore, il beato
Giovanni Paolo II, nell’autocomprensione del proprio delicato incarico, si era soffermato spesso sul brano del
Vangelo di san Luca che riferisce le parole di Gesù Cristo:
«Quando avrete fatto tutto
quello che vi è stato ordinato,
dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo
fare”». È una chiave interpretativa intimistica, che lascia il
giusto spazio all’azione della
Grazia di Dio provvidente nel
governare il mondo.
Ma nel caso attuale non è
certamente autentica quanto
quella proposta dallo stesso
Benedetto XVI, «nella crisi attuale della Chiesa», quando
scrive L’elogio della coscienza.
Fino a oggi, quel testo del
1991, preparato ed esposto
come una lectio magistralis
all’Università di Siena, quando l’autore era il prefetto della
Congregazione della Dottrina
della Fede, poteva apparire
niente più di un esercizio filosofico, per quanto intenso,
svolto a commento di una frase celebre del beato cardinale
John Henry Newman: «Certamente se io dovessi portare la
religione in un brindisi dopo
pranzo, cosa che non è molto
indicato fare, allora io brinderei per il Papa. Ma prima per
la coscienza e poi per il Papa».
Eppure ora quelle parole
suonano come una specie di
annuncio e allo stesso tempo
assumono il valore di un testamento, quando Ratzinger
scrive che «più delle direttive
della gerarchia è la capacità di
orientamento della memoria
della fede semplice che porta
al discernimento degli spiriti».
L’allora cardinale Ratzinger,
di spalle, con il suo predecessore al soglio pontificio,
Giovanni Paolo II LaPresse
Le critiche a Benedetto XVI
«Non si scende dalla croce»
L’ex segretario di Wojtyla ne cita l’esempio: «Lui rimase fino alla fine»
 Il più perplesso, fra coloro collaboratore. Ha ancora negli ocche si esprimono pubblicamente chi quella testimonianza di esercisulle dimissioni del Pontefice, è il zio della buona morte: «Sono stato
cardinale di Cracovia, Stanicon il Santo Padre Giovanni
slaw Dziwisz, segretario
Paolo II sino all’ultimo
personale di Giovanni
battito del suo cuore.
Paolo II fino alla sua
Ho visto sul monitor
morte
nell’aprile
quando il suo cuore
2005. E torna con il
ha cessato di battere.
pensiero al passato,
Ha guidato la Chiesa
parlando alla radio
sino alla fine perchè
polacca Rmf Fm: «Pacredo che ciò derivaspa Wojtyla decise di rese dal suo constare sul soglio pontificio
vincimento. E il
Stanislaw Dziwisz
fino alla fine della sua vita
suo convinciperché riteneva che dalla
mento era che
croce non si scende». Su questa sua la Croce non si abbandona; così didecisione di rimanere alla guida ceva».
della Chiesa nonostante la malatNel caso del Pontefice tedesco,
tia, ha detto Dziwisz, Giovanni Pao- non è intervenuta una sofferenza
lo II si consultava anche con il car- fisica. Semmai, una consapevolezdinale Joseph Ratzinger, suo stretto za. Insomma, il confronto non reg-
ge, oltre a non essere commendevole e delicato in una situazione di
interregno. Pertanto, monsignor
Dziwisz si trova costretto ad affidare una precisazione alla Radio Vaticana, in cui torna sulle proprie dichiarazioni e «smentisce qualsiasi
paragone con Giovanni Paolo II,
come riferito da alcuni». Al contrario, ognuno con la propria particolare vocazione, «sono stati due
grandi amici, ciascuno aveva il suo
carisma. Giovanni Paolo II ha aperto la Chiesa al mondo, Benedetto
XVI ha approfondito la fede e le radici cristiane, i pontificati si completano». «Benedetto XVI - conclude - lo storico segretario del suo
predecessore - è stato un grande
Papa, a lui va la mia grande riconoscenza, io lo stimo e lo amo».
A. M.
Se quello era l’interrogativo
centrale sul rapporto personale della creatura con il Creatore, era anche il punto di partenza per arrivare a una considerazione ben più estesa,
che coinvolge la Chiesa
nell’universalità del suo messaggio: «Solo in tale contesto si
può comprendere correttamente il primato del Papa e la
sua correlazione con la coscienza cristiana. Il significato
autentico dell’autorità dottrinale del Papa consiste nel fatto che egli è il garante della
memoria cristiana. Il Papa
non impone dall’esterno, ma
sviluppa la memoria cristiana
e la difende. Per questo il brindisi per la coscienza deve precedere quello per il Papa, perché senza coscienza non ci sarebbe il Papa».
Così, proseguiva, «tutto il
potere che egli ha è potere
della coscienza: servizio al duplice ricordo, su cui si basa la
fede e che dev’essere continuamente purificata, ampliata e difesa contro le forme di
distruzione della memoria, la
quale è minacciata tanto da
una soggettività dimentica del
proprio fondamento, quanto
dalle pressioni di un conformismo sociale e culturale».
Per i sette anni del suo pontificato, ha lottato contro quelle tendenze che in un primo
momento diventano idee e
poi si trasformano in fatti, talvolta orrendi. Le ha viste farsi
strada all’interno della Chiesa,
come era già accaduto per le
eresie nei primi secoli cristiani. Con una differenza. In
questa fase storica, in cui si intravvedono segni apocalittici
come la grande apostasia, il
Santo Padre sembra aver colto, nell’orazione, l’esigenza di
una decisione che non è
esclusivamente sua, ma che si
dichiara esplicitamente ispirata come una risposta a un invito divino.
Eppure chi si è limitato alla
visione della recente opera cinematografica di Nanni Moretti, Habemus Papam, s’immaginerà un pover’uomo, anziano e lacerato, incapace di
governare se stesso. Figurarsi
la Chiesa, un miliardo e 200
milioni di cattolici, i rapporti
con le altre confessioni, il potere globalizzato.
Decisamente l’argomento si
prestava più a interpretazioni
teologiche sulla presunta differenza fra la Cattedra di Pietro e la persona del sommo
Pontefice. Ne aveva trattato a
lungo Joseph de Maistre, nel
suo Il Papa, l’opera del 1819
che si rivelerà decisiva sulla
definizione dell’infallibilità del
Pontefice al Concilio Ecumenico Vaticano I. E aveva concluso che non sarebbe mancata l’assistenza dello Spirito
Santo. Nemmeno al prossimo
conclave.
8
PRIMO PIANO
Martedì 12 febbraio 2013
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GLI OUTSIDER Non mancano ipotesi
suggestive come il filippino Luis Antonio
Tagle, o una personalità di colore
La croce di Ratzinger
L’erede? «Giovane» e italiano
Il toto-pontefice è partito: Scola, Bagnasco e Ravasi favoriti «vaticani»
Tra gli extra-europei in pole il canadese Oullet e l’americano Dolan
:::
LE TAPPE
IL CODICE
Il Codice di Diritto canonico
prevede che il Papa possa dimettersi. In particolare, al Can
332, secondo comma, si legge:
«Nel caso che il Romano Pontefice rinunci al suo ufficio, si
richiede per la validità che la rinuncia sia fatta liberamente e
che venga debitamente manifestata, non si richiede invece
che qualcuno la accetti».
LE DIMISSIONI
Benedetto XVI ha annunciato
che lascerà il pontificato alle
20 del 28 febbraio. Fino a quel
momento sarà nel pieno delle
sue funzioni.
SEDE VACANTE
Dalle 20 del 28 febbraio la sede
sarà vacante e il trono resterà
vuoto: in quel momento decadranno tutte le cariche pontificie, ad eccezione del Camerlengo (Tarcisio Bertone) del
decano del Sacro Collegio (Angelo Sodano), del Penitenziere
Maggiore, del cardinale vicario della Diocesi di Roma, del
cardinale vicario della Città del
Vaticano. Durante il periodo di
sede vacante il cardinale camerlengo assume le le funzioni del governo ordinario.
::: CATERINA MANIACI
.
 Il prossimo Pontefice?
«Giovane, il più giovane possibile, capace di tenere insieme la
Chiesa». Il commento, a caldo, lo
fanno in parecchi, all’ombra del
Cupolone. E l’identikit prosegue
con un dettaglio certo non insignificante: possibilmente italiano. Ne parla anche Vittorio Messori, storico e scrittore di fama internazionale. Lo pensa anche
André Vingt- Trois, arcivescovo
di Parigi. In effetti, dopo l’ultimo
concistoro, verso la fine del 2012,
in cui papa Benedetto XVI ha
creato nuovi porporati, il peso
dei cardinali italiani sembra accresciuto, ma è altrettanto vero
che molte nuove nomine sono di
valenza internazionale.
Il toto-Pontefice (brutto termine, ma chiaro per tutti) è già
partito, anzi, per la verità, era già
cominciato da diversi mesi, tenendosi in considerazione l’età
avanzata di Joseph Ratzinger e
anche quelli che non hanno mai
smesso di ipotizzare come concreta l’ipotesi che sembrava im-
Da sinistra: i «papabili» Angelo Scola, arcivescovo di Milano,
e il presidente della Cei Angelo Bagnasco. I cardinali canadese
e americano Marc Oullet e Timothy Dolan LaPresse, Ansa
I CANDIDATI
possibile, ossia proprio le dimissioni papali. È noto che quel che
accade in Conclave, quando i
cardinali sceglieranno il successore di Benedetto XVI, non è prevedibile, per i credenti agisce lo
Spirito Santo e spesso le previsioni sono del tutto rovesciate
dalle decisioni finali. Ora però si
rincorrono nomi e volti e uno di
questi potrebbe essere il nome e
il volto di colui che si affaccerà a
piazza San Pietro e verrà acclamato dalla folla, in tutto il mondo. Si parla insistentemente di
Angelo Scola, arcivescovo di Milano, che era comunque tra i papabili non dell’ultima ora. Il cardinale è considerato molto vicino al suo predecessore, Ratzinger appunto, e come sempre si fa
notare che il suo percorso, da patriarca di Venezia e poi nella diocesi più importante d’Italia e non
CONCLAVE
Dal primo di marzo il cardinale
camerlengo convocherà i cardinali elettori per il conclave.
Al momento, il Sacro collegio è
composto da 210 membri provenienti da 66 nazioni, ma i
cardinali elettori sono 118. In
teoria, potrebbe fare parte del
Concistoro anche Ratzinger, in
quanto dimissionario e semplice cardinale, ma è un’ipotesi
esclusa.
L’ELEZIONE
Il giorno fissato gli elettori si
riuniscono in San Pietro. Poi si
recano nella cappella Sistina
dove sono allestiti i banchi per
la votazione e dove è montata
la stufa dove verranno bruciati
i voti e, attraverso i segnali di
fumo (bianchi o neri) verrà segnalato l’esito delle votazioni.
NESSUNO SCISMA
Come ha spiegato padre Lombardi, non avverrà alcuno scisma e non ci saranno due papi
in carica. Ratzinger, in quanto
dimissionario sarà solo vescovo emerito di Roma o pontefice emerito. Il Papa legittimo
sarà il nuovo eletto.
DOVE ANDRÀ
Benedetto XVI, dopo un breve
periodo a Castel Gandolfo, si
trasferirà definitivamente nel
convento di clausura «Mater
Ecclesiae», costruito nel 1992
dal predecessore sul colle Vaticano.
solo, è di quelli che possono certificare più che mai la sua salita al
soglio pontificio. Anche il nome
di Angelo Bagnasco, presidente
della Conferenza episcopale italiana, sembra balzare in pole position, così come il nome del cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio
della Cultura, molto noto per il
suo impegno anche nel dialogo
con i non credenti e per il suo
prestigio nel mondo culturale.
Ma anche per il franco canadese
Marc Oullet, prefetto della centrale e strategica Congregazione
per i vescovi. E dalla Curia proviene anche Leonardo Sandri,
prefetto delle Chiese orientali.
Si torna a parlare del cardinale
austriaco Christoph Schoenborn. L’arcivescovo di Vienna,
67 anni, che rientra nel solco della tradizione segnata da Benedetto XVI, ma anche di una linea
riformista nella Chiesa cattolica.
E perché non un Pontefice
“extra-europeo”? Potrebbe essere il primo della storia. Ecco allora il filippino Luis Antonio Tagle,
l’americano Timothy Dolan, il
brasiliano d’origini tedesche
Odilo Pedro Scherer. E molti ricordano che già prima della sua
elezione al Soglio di Pietro lo
stesso Joseph Ratzinger disse nel
2004 a una televisione tedesca
che i tempi erano maturi per un
pontefice di colore.
Sempre in tema di dietrologia,
qualcuno parla del fatto che Joseph Ratzinger potrebbe essersi
fatto da parte proprio per favorire l’elezione di un nuovo Ponte-
fice da lui stesso indicato. Forse
siamo nella fiction alla Dan Brown. Un’altra riflessione sembra
più pertinente: sentendosi venir
meno delle forze per le sfide epocali che la Chiesa ha davanti a sé,
Benedetto XVI ha forse voluto
evitare di lasciare la “barca di
Pietro” senza una guida solida,
con un Curia ingovernabile, così
come lui stesso l’aveva trovata,
otto anni fa.
Maxi-pellegrinaggio
Affluenza record per le esequie di Wojtyla LaP
::: CHIARA PELLEGRINI
ROMA
 Dopo il Giubileo del 2000, la beatificazione di Padre Pio, la morte di Giovanni Paolo II, adesso la Capitale si prepara ad
affrontare un nuovo grande assalto di pellegrini. L’annuncio choc di Benedetto XVI
ha colto di sorpresa i romani. Ieri mattina
in piazza San Pietro prevaleva un’enorme
incredulità. «State scherzando?», «dite sul
serio?». E più romanamente «ma che davero?».
Scioccata una coppia di pellegrini inglesi replica con un compassato «really?
Siamo inglesi e cattolici e crediamo che il
Papa stesse portando la Chiesa sulla strada giusta. È un giorno molto triste».
Mentre tra fedeli e turisti ci si interrogava sulle veridicità della notizia, il sindaco
di Roma, Gianni Alemanno, già annun-
Il conclave infiamma le folle
A Roma previsto un milione di fedeli
ciava che «Roma è pronta a mettere in
moto la macchina dei grandi eventi» per
l’elezione del nuovo pontefice. Il modello
da tenere presente «sarà quello della
morte di Giovanni Paolo II, un’esperienza
positiva che ha dimostrato la capacità
della città di accogliere centinaia di migliaia di pellegrini», ha detto il primo cittadino della Capitale. Dopo l’iniziale sbigottimento, dal Campidoglio hanno fatto
sapere che attiveranno «un tavolo con il
Vaticano per vedere di predisporre l’organizzazione». Difficile prevedere l’afflusso dei pellegrini, ma stando ai numeri
registrati il giorno del funerale di Papa
Giovanni Paolo II, le cifre dovrebbero superare il milione di fedeli. La Protezione
civile nel 2005, anno della scomparsa di
Papa Wojtyla, fu addirittura costretta ad
inviare sui cellulari di ogni italiano un sms
che invitava a non andare a Roma con
mezzi propri. E mentre la proverbiale pazienza dei romani sarà messa ancora a
dura prova. Roma si prepara ad organizzare un nuovo conclave. «Ancora non
possiamo prevedere quale sarà numericamente l’afflusso dei pellegrini », afferma il sindaco, «ma certamente sarà ingente e proveniente da tutto il mondo».
Saranno aumentati i servizi? «Di questo si
occuperà il coordinamento dei servizi
grandi eventi per Roma ma certo ci dobbiamo predisporre a un evento che impegnerà la città di Roma per almeno due
mesi, fino a marzo quando ci sarà il conclave».
Intanto a Borgo Pio, a due passi dal colonnato di San Pietro, una zona molto
amata dal Papa Ratzinger, che qui ha vissuto negli anni che hanno preceduto il
pontificato, ognuno dice la propria. «È un
uomo stanco», racconta Angelo Mosca,
qui tutti lo conoscono come l’elettricista
del Papa. Papa Benedetto XVI, quando
era “solo” cardinale, lo chiamava che fare
lavoretti nel suo appartamento. «Credo
che devi essere un fenomeno per fare il
Papa anche dopo gli 80 anni», dice il signor Mosca. Nella Roma papalina c’è il
tempo anche per le congetture e la fantapolitica. «Forse l’hanno costretto a dimettersi, ha ricevuto delle pressioni oppure lo
ricattano», ipotizza un inquilino di un palazzo non distante dall’ex casa del Pontefice. «Mi spiace, era un grande Papa», dice
una donna che abitava proprio nel palazzo del pontefici, «La Chiesa ha bisogno di
un Papa giovane, magari di 50 o 60 anni e
soprattutto che sia italiano. Spero che il
nuovo pontefice abbia la stessa umiltà di
Ratzinger quando era cardinale. Addirittura nascondeva l’anello quando faceva
la sua passeggiata di trenta minuti».
PRIMO PIANO
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Martedì 12 febbraio 2013
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GIORNATA STORICA Benedetto XVI
con il suo gesto inatteso ci lascia in eredità
quella fiducia che sembrava smarrita
La croce di Ratzinger
Una primavera che cambierà l’Italia
Entro pochi mesi si volta pagina: avremo un nuovo Papa, un nuovo governo, un nuovo
Parlamento e un nuovo capo dello Stato. E forse si potrà ripartire con più speranza
::: segue dalla prima
MARIO GIORDANO
.
(...) che si fanno nelle scuole di
giornalismo, o durante le riunioni di redazione più noiose: «Se il
Papa si dimette, che cosa facciamo?», «Dai su, non dire stupidaggini, torna a essere serio». E
invece no, stavolta siamo proprio seri: il Papa si è dimesso.
Erano passate da poco le 11 di ieri mattina quando è arrivata la
notizia: lavorare in un canale all
news significa non avere nemmeno il tempo di pensarci su.
Dare il flash, dare le immagini
del Papa che annuncia l’addio in
latino, dare la conferenza stampa del portavoce, dare le prime
reazioni del mondo, e avanti:
collegamenti, piazza del Vaticano, sala stampa, redazioni... Che
si dice in Germania? E a Gerusalemme? Poi passano le ore, provi
ad alzare la testa e ti accorgi che
in un attimo sei precipitato dentro i libri di storia: scusa, quanti
secoli sono che non accadeva?
Guardi fuori e pensi che forse tra
poco comincia pure a nevicare
rosso...
Altri sapranno giudicare meglio di me la figura di Papa Benedetto XVI, altri sapranno spiegare meglio di me le ragioni che
stanno dietro a questo gesto, altri sapranno anticipare con dovizia di particolari quello che ora
accadrà alla Chiesa, quali sono i
passaggi previsti di questa inedita situazione e chi potrebbe
essere il successore. A me resta,
al termine di questa giornata
che forse i nostri nipoti studieranno a scuola, soltanto una
sensazione. Una sensazione positiva, nonostante tutto: è come
se in mezzo alla bufera di neve
che scuote l’Italia già s’intravedesse un soffio di primavera, come se quest’annuncio di Ratzinger non fosse carico di dramma
umano, di problemi e di sofferenza, ma soltanto di fiducia nel
futuro. Come se il Papa avesse
voluto dirci a modo suo, con un
gesto clamoroso, quello che
Giovanni Paolo II urlava con la
sua voce polacca e il suo corpo
malato, brandendo la croce fra
le mani tremanti: aprite la porta
alla speranza.
Sarà un pensiero un po’ irriverente, forse inusuale, sarà un
accostamento poco ortodosso,
ma stavo pensando che questa
primavera avremo un nuovo
Papa, un nuovo capo dello Stato, un nuovo Parlamento e un
nuovo governo. Tutto insieme,
come mai era successo prima
d’ora nella storia della Repubblica: il cambiamento attraverserà i palazzi della Capitale, di
qui e di là del Tevere, dalle istituzioni laiche a quelle religiose.
Per uno strano incastro della
cronaca, i fili rossi del rinnovamento scuoteranno l’intera vita
pubblica in un susseguirsi di
elezioni, nomine, fumate nere,
fumate bianche, conclavi di cardinali e di parlamentari, vota-
zioni, scrutini, e infine proclamazioni che porteranno a mutare radicalmente il panorama
del potere.
Cambierà in meglio? O in
peggio? Sono situazioni diverse,
è ovvio: Benedetto XVI, Napolitano, il governo Monti e i parlamentari della peggior legislatura
che si ricordi lasciano in condi-
zioni non paragonabili fra di loro. Ma è indubbio che sia per le
stanze della politica sia per quelle della Chiesa gli ultimi anni siano stati difficili, pieni di polemiche, di smarrimento, di perdita
di valori e di punti di riferimento. E forse proprio lì, dentro
quello smarrimento, c’è anche
un po’ la ragione della cupa di-
CHI DOPO DI LUI?
In un panorama del potere che sembrava immobile presto si
volterà pagina. Roma, al di qua e al di là del Tevere, sarà
attraversata dal vento del cambiamento. E le ripercussioni si
faranno sentire in Europa e nel mondo, soprattutto quando si
saprà il volto del nuovo pontefice Ansa
sperazione che sta attraversando oggi le nostre vite, quella sensazione di oppressione, di fatica,
di stanchezza, che percepiamo
tutti benissimo e che rende i nostri giorni così bui e amari, privi
di obiettivi e di fiducia nel futuro. E ce li fa vivere, uno dopo l’altro, sempre più stancamente,
schiacciati dall’idea che, in fondo, poi non cambia mai nulla...
Ma chi l’ha detto che non
cambia mai nulla? In poche settimane, invece qui cambierà
tutto. Smetterà di nevicare e arriverà la primavera, con un vento sottile che ribalterà tutte le più
alte sedi della Capitale. Si volta
pagina, si ricomincia. E noi lo
vogliamo prendere come un
piccolo segno di ottimismo, un
sottile presagio di rinnovamento: chiunque vinca, chiunque
perda, chiunque venga eletto
Papa o presidente, sarà comunque un inizio, significherà ripartire, magari trovando un nuovo
slancio, un po’ di fiducia. Forse
perfino un po’ di quella speranza che oggi sembra completamente smarrita. E che forse, invece, è ciò che davvero ci lascia
in eredità, col suo gesto, Papa
Benedetto.
Le reazioni politiche
Il sondaggio del Cav: a chi giova?
il graffio
«Se non fossi
sposato...»
Appena arrivata in rete
la notizia delle dimissioni di Papa Ratzinger,
su Internet si sono scatenate le ironie sulle
smisurate ambizioni di
Silvio Berlusconi, con
tanto di fotografia del
Cavaliere vestito da
pontefice (vedi sopra).
Del resto, codice canonico alla mano, per
aspirare al soglio pontificio non serve necessariamente essere cardinale o vescovo. I requisiti essenziali, infatti,
sono soltanto tre: essere
battezzati (e Silvio lo è),
essere di sesso maschile
(e Silvio, tra un’olgettina e l’altra, lo ha dimostrato ad abundantiam)
e, infine, non essere
sposati. Qui, purtroppo,
casca l’asino, visto che
l’ex presidente del Consiglio ha alle spalle ben
due matrimoni, prima
con Carla Dall’Oglio e
poi con Veronica Lario.
Insomma, Silvio potrebbe ripetere la celebre frase alla Carfagna:
«Ah, se non fossi un uomo sposato...». (m.s.k.)
Berlusconi teme che l’addio di Ratzinger possa spingere i credenti tra le braccia di Monti
::: ROMA
 Le reazioni ufficiali sono tutte
all’insegna del rispetto e del dolore per
una notizia epocale: il Santo Padre che si
dimette. Ma, dietro la quinte, la politica è
nel panico. Quali effetti potrà sortire un
evento del genere sulle elezioni che si celebreranno tra pochi giorni? Le dimissioni
del Papa cambieranno le intenzioni di voto dell’elettorato cattolico? È ciò che si
stanno chiedendo un po’ tutti. Primo fra
gli altri Silvio Berlusconi, che ha già commissionato un sondaggio sulle eventuali
implicazioni dell’addio del Papa, temendo che uno scossone così forte possa avvicinare il popolo dei credenti al partito di
Mario Monti, il candidato più apprezzato
dalle gerarchie vaticane. Così sospetta lui.
Eppure non c’è alcuna traccia di collegamenti con le urne nei comunicati ufficiali. «Il Papa dimostra con questo gesto
grande generosità, grande coraggio e da
parte mia c’è grande rispetto», ha spiega-
to Giorgio Napolitano, a margine di una
cerimonia al Quirinale. Per il presidente
della Repubblica «traspariva come fosse
provato e consapevole di una fatica difficile da sostenere». Il mandato del pontefice della Chiesa cattolica è «straordinariamente impegnativo da tenere sulle proprie spalle».
«È una notizia di portata storica», ha
detto Pier Luigi Bersani intervistato a Radio Montecarlo. «Non che questo non abbia precedenti, ma bisogna risalire a secoli fa», ha sottolineato il segretario del Pd.
Mario Monti ha rivelato di essere «molto
scosso da questa notizia inattesa». È addirittura «sconvolto» Pier Ferdinando Casi-
E BEPPE: ORA UN PAPA NERO COME OBAMA
La grillina: abolire lo Stato Pontificio
Abolire lo Stato Pontificio. È la proposta
choc di Silvana Carcano, la candidata
per la presidenza della Lombardia per il
Movimento 5 Stelle. «Visto che il Papa si
dimette» scrive la grillina su Twitter,
«propongo sommessamente lo scioglimento dello Stato Pontificio che facciamo prima». Dura la replica di Gabriele
Albertini, candidato montiano: «In sta-
to di follia ha superato il suo maestro
Beppe Grillo». Il leader del Movimento
5 Stelle, ieri, si è augurato che il prossimo papa sia di colore: «Spero che il
prossimo Papa sia nero, come è successo per il presidente degli Stati Uniti. Non
so», ha aggiunto Grillo, «se sulle dimissioni del Papa ci siano anche problemi
che riguardano lo Ior o altri motivi».
ni: «È un gesto rivoluzionario, che non ha
precedenti o consuetudini a cui rifarsi.
C’è l’idea di un gesto che ha una potenza
evocativa straordinaria». Angelino Alfano
ritiene «doveroso» riconoscere «la grandezza di un pontificato e di un Papa che
ha saputo vedere al cuore della crisi del
nostro tempo individuando dietro e prima della crisi economica una crisi antropologica».
Da Rosy Bindi arriva l’invito a fare poche chiacchiere: in questi momenti «i credenti si raccolgono in preghiera». Un «atto di responsabilità che va rispettato», dice Antonio Ingroia, candidato di Rivoluzione civile. Botta e risposta via Twitter tra
Nichi Vendola e Beppe Fioroni: «L’annuncio di Ratzinger mostra la fragilità
umana: e nei segni della debolezza c'è
una verità profonda del Vangelo», ha dichiarato il leader di Sel. Di parere opposto
Fioroni: «Per compiere questo gesto servono forza e coraggio, non fragilità».
SA.DA.
10
ITALIA
Martedì 12 febbraio 2013
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::: VERSO LE ELEZIONI
Visioni opposte
Il Cav «taglia» il 3% agli statali
Bersani imbarca altri precari
Berlusconi vuole decurtare i salari pubblici non rimpiazzando tutti i dipendenti
in età da pensione. Mentre il leader Pd promette assunzioni, ma i soldi non ci sono
::: ANTONIO CASTRO
 C’è chi propone di stabilizzare i precari storici del comparto
scuola (Bersani), e chi di ridurre i
costi della macchina pubblica statale rinunciando a nuove assunzioni (Berlusconi). Nessuno però
spiega dove trovare i quattrini (circa 10 miliardi l’anno), per imbarcare buona parte dei 300mila contrattisti che anno dopo anno tornano ad insegnare tra i banchi o a
lavorare nei ministeri.
«Se saremo chiamati a governare, restituire all'istruzione le risorse, la stabilità e la fiducia sarà il
cuore del programma. Insieme,
naturalmente, con occupazione e
moralità», ha annunciato Pierluigi
Bersani in una lunga lettera al
quotidiano la Repubblica. «Per
fermare il declino è necessario rilanciare la formazione», premette
il segretario del Pd. Che accusa i rivali di scarso interesse per scuola,
istruzione, cultura e ricerca. Per
questo se «c’è un settore in favore
del quale è giusto che altri ambiti
rinuncino a qualcosa, quello è la
formazione dei giovani. Dovremo
investire in istruzione e diritto allo
studio larga parte delle risorse rese
disponibili dalla lotta all’evasione
fiscale e alla corruzione, per riportare l’investimento al livello medio dell’Ocse».
Intento meritorio e infatti già a
inizio marzo il Pd provò a infilare
nell’improbabile “decreto legge
semplificazioni” un emendamentino per stabilizzare 10mila docenti della scuola. Peccato che la
copertura economica individuata
all’epoca - nuove tasse su Lotto ed
Enalotto (250 milioni) e aumento
delle accise su birra, superalcolici
e alcol etilico (altri 100 milioni) venne considerata dal governo inconsistente e quindi la proposta fu
subito bocciata in commissione
Bilancio a Montecitorio.
Incurante dei costi insostenibili
per la stabilizzazione di tutti i precari, Bersani tira dritto e fa l’elenco
delle emergenze: «La sicurezza
delle scuole, la dispersione scolastica e la necessità di un nuovo sistema di formazione e reclutamento degli insegnanti». Tirando
le somme salta fuori che servono
investimenti per ristrutturare le
scuole e lancia la proposta che «i
cittadini possano destinare l’8 x
mille dello Stato all’edilizia scolastica». Ma anche servono nuovi
investimenti per la «formazione
offerta ai docenti in servizio per
rinnovare la didattica, nuove tecnologie, scuole aperte tutto il giorno, rilancio della formazione tecnica e professionale, un nuovo sistema di formazione e reclutamento degli insegnanti con la previsione di una dotazione di personale stabile a ogni istituto».
Se Bersani vuole assumere, Silvio Berlusconi promette di non
farlo. «Gli stipendi degli impiegati
pubblici», spiega a Uno Mattina il
leader del Pdl, «si possono tagliare
del 3% perché quando dieci vanno in pensione, poi ne vengono
riassunti quattro e non dieci. Non
è una cosa superficiale, abbiamo
fatto uno studio serio su ogni filone di spesa. Secondo noi non c’è
assolutamente bisogno di una
manovra aggiuntiva. Abbiamo
per molti mesi studiato la situazione dei conti pubblici e delle nostre spese», ha aggiunto Berlusconi, «c’è assolutamente bisogno di
abbassare le tasse per uscire da
una recessione che ci attanaglia e
che è colpa di questo governo tecnico che in 13 mesi è riuscito a fare
cose incredibili». Insomma, un
blocco del turn over. Peccato che il
congelamento delle assunzioni
nella pubblica amministrazione
sia già in vigore dal 2011 (2 assunzioni ogni 10 pensionamenti). Come prevede l’ultima Finanziaria
firmata da Giulio Tremonti e quelle precedenti: stando al “Conto
annuale del dipartimento della
Ragioneria generale dello Stato”,
nel triennio 2007-2009 il personale a tempo indeterminato si è ridotto nel periodo di appena 16mila unità mentre il costo del personale è aumentato del 7,71%. E poi
l’allungamento della vita lavorativa previsto dalle riforme Fornero
(lavoro e pensioni), tiene inchiodati più a lungo proprio i dipendenti pubblici.
Più spesa, meno meritocrazia
Nuova coscienza fiscale
Pier Luigi ha un piano
per uccidere la scuola
I tartassati si ribellano:
a casa chi non serve
::: DAVIDE GIACALONE
::: CARLO PELANDA
 Parliamo di cose concrete, dice Pier Luigi
Bersani, senza abbandonarci alla sola propaganda. Giusto. Su Repubblica ha esposto le sue
idee sulla scuola. Va preso sul serio, come tutti
quelli che s’impegnano a far proposte. Proprio
prendendolo sul serio, però, si ha l’impressione
che condanni la scuola a restare com’è. Se non a
peggiorare.
Si concentra su tre proposte. La prima riguarda l’edilizia scolastica, nella quale investire per
metterla a norma e in sicurezza. Ha ragione,
sottoscrivo. Faccio solo osservare che tale intento rientra, però, nei programmi di edilizia e
lavori pubblici, non in quelli per la scuola. Tanto è vero che lo stesso Bersani estende analoga
proposta agli ospedali. Resta da stabilire dove
intende prendere i soldi, ma è questione diversa (fa un cenno a quelli recuperati dall’evasione
e dalla corruzione, come i democristiani di quaranta anni fa e i confusi nostri contemporanei).
LE TRE PROPOSTE
La seconda è relativa all’abbandono scolastico, ma non si capisce in cosa consista la proposta. C’è anche un passaggio surreale: «sono soprattutto i pre-adolescenti e gli adolescenti che
lasciano la scuola». Per forza: la scuola superiore termina con la maggiore età e prima della
pre-adolescanza si è bambini. Cosa pensava,
che si dovesse fermare la fuga dei bambini?
Nella prosa, però, si perde il rimedio. Dice che
le scuole dovrebbero restare aperte tutto il giorno. Per fare che e con che soldi? Se ce ne sono
da spendere meglio incentivare le attività sportive, oltre a lasciare qualche ora per studiare e
qualche tempo per essere giovani e stare con gli
amici. Poi aggiunge: «il giusto riconoscimento
del merito deve essere accompagnato dalla valorizzazione delle opportunità che ciascuno ha
di accedere alla formazione».
Si rende conto che non significa niente?
C’è un punto assai positivo: il rilancio della
formazione tecnica e professionale. Giustissimo. Peccato siano stati i suoi partiti (plurale,
perché è sempre lo stesso, ma ha cambiato più
volte nome) a remare in direzione opposta,
supponendo che la promozione sociale degli
svantaggiati coincidesse con la liceizzazione di
massa. Errore esiziale. Se ne è accorto e gliene
va reso merito.
Il terzo punto è la mazzata mortale: si devono
formare meglio gli insegnanti, selezionandoli
con più attenzione alla qualità (giustissimo),
ma «quello che serve è un nuovo piano pluriennale di esaurimento delle graduatorie» dei precari. Buona notte, perché in quel modo si ottiene l’esatto opposto, bloccando per decenni
l’accesso di quelli bravi e giovani. Il solo farsi
passare per la testa una cosa simile significa
pensare alla scuola come servizio a chi ci lavora,
piuttosto che a chi ci studia.
SPERANZE DELUSE
Una sinistra vera, attenta a che funzionino gli
ascensori sociali e vadano avanti i meritevoli e
non i privilegiati alla nascita, dovrebbe proporre: a) meritocrazia fra i banchi e fra le cattedre;
b) trasparenza e pubblicità dei risultati; c) spesa
pubblica indirizzata verso scuole e insegnanti
che meritano, non a pioggia; d) digitalizzazione
massiccia (tutte le scuole italiane sono in rete,
ma il libro di testo digitale continua a essere rinviato, prima dal governo Berlusconi e poi da
quello Monti, se ne sono accorti?); e) integrazione fa scuola e mondo del lavoro, anche mediante la promozione di borse di studio finanziate dai privati (e interamente defiscalizzate);
f) competizione fra i diversi istituti, il che comporta la cancellazione del valore legale del titolo
di studio.
Soldi? Sì, certo, i soldi servono, ma se non si
cambia il modo di spenderli più se ne mettono
e più se ne buttano. Anche per arruolare l’esercito di quelli che sono in graduatoria senza mai
avere passato un concorso, e che Bersani vuole
assorbire ope legis. Forse perché gli studenti
non votano.
La nostra scuola contiene eccellenze straordinarie, ma anche sprechi e ignoranze vergognose. Se continuiamo a occuparci delle corporazioni, anziché dei risultati, continueremo a figurare ultimi nelle graduatorie dei paesi civilizzati (salvo poi esportare studenti e insegnanti di
primo livello). La scuola non è un luogo dove tenersi compagnia, ma uno strumento per rendere più ricca la vita futura.
Così, tanto per parlare di cose concrete.
www.davidegiacalone.it
 Sento un grande cambiamento nel popolo produttivo. Questo, composto da
milioni di lavoratori indipendenti ed imprenditori, non ha
mai prestato vera attenzione
alla situazione fiscale fino a
che percepiva la possibilità di
evadere parzialmente le tasse, cioè di allentare la morsa
attraverso autoriduzioni. Da
quando questa possibilità si è
ridotta, il popolo del mercato
ha invece cominciato a sentire sempre di più la pressione
e a sviluppare una nuova
consapevolezza: per che cosa
pago le tasse? Durante una
mia conferenza nell’area vicentina, una imprenditrice
ha così segnalato il nuovo
spirito dei tempi: «Non ho
mai osato pensare al licenziamento di dipendenti pubblici
perché riuscivo a grattare via
qualcosa dall’imponibile e mi
sarei sentita colpevole nel sostenere i tagli. Ma ora che pago tutto, vorrei misurare al
millimetro l’utilità di ogni
singola spesa e non avrò
scrupoli, perché o loro o i
miei figli».
Il punto è proprio questo:
ora che il ceto produttivo paga tutte le tasse, riscopre la
cittadinanza e il suo pieno
esercizio come diritto di rappresentanza degli interessi.
Molti cominciano a chiedersi
anche quale sistema di tassazione sia giusto: progressivo
o con aliquota uguale per tutti? Sono abituato alle discussioni sulla «flat tax» in America, ma mi ha sorpreso il
condurle in Italia. Mia posizione: la diseguaglianza dei
carichi fiscali aveva un senso
nel passato se si considera
quella delle condizioni di
partenza, cioè il fatto che
molti cittadini hanno avuto
opportunità minori di altri
per accedere ad un buon reddito. Ma adesso, dopo decenni di istruzione di massa e tutele parificanti, si può dire
che c’è una certa convergenza nelle condizioni di partenza individuali per la vita professionale, e che il suo esito
dipende molto meno che nel
passato dal nascere poveri o
ricchi e molto di più dal merito. Quindi avrebbe senso
pensare ad una aliquota fiscale unica per tutti. Che comunque resterebbe progressiva, in quanto chi ha di più
pagherebbe comunque più
tasse. E sarebbe un fattore di
eguaglianza: perché uno che
sceglie una vita più comoda
in cambio di minor reddito
dovrebbe avere il privilegio di
pagare in percentuale meno
tasse? Ovviamente bisogna
tener conto della complessità
che determina i destini individuali, cosa che consiglia generosità nei confronti dei
meno abbienti. Ma questo a
partire dal principio del merito, e non della ricchezza per
diritto sulle spalle altrui.
CAMBIO DI MARCIA
Che da noi un pubblico discuta di questa materia in
termini non moralistici è una
novità. Mai ho sentito tante
domande su come sia da calcolare l’utilità/produttività
della spesa pubblica per poi
ridurla, peraltro innescate
dalle proposte sia di Berlusconi di tagliare del 3% gli sti-
ITALIA
Martedì 12 febbraio 2013
11
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::: VERSO LE ELEZIONI
Relazione parlamentare
Comuni spreconi targati sinistra
È De Magistris il re degli sperperi
Napoli da record: spende per burocrazia il 52% più del necessario. Seconda Roma,
bocciata anche Firenze. Nella top ten delle peggiori, sette sono a guida progressista
::: FILIPPO MANFREDINI
 Tutti da Palazzo a blaterare: e bisogna tagliare
di qui e tagliare di là, ed eliminare gli sprechi, e ottimizzare le spese, e snellire le procedure. Ed ecco che
per meglio indirizzar le forbici s’incaricano fior di
tecnici - termine invero un po’usurato, ma tant’è - in
modo che analizzino, calibrino e infine sentenzino.
Salvo poi lasciar le buone intenzioni marcire come
tali, con la realtà lasciata intonsa nella sua costosa assurdità - d’altronde mica siamo italiani per niente.
I CONTI NON TORNANO
Il segretario del Partito Democratico nonché candidato premier Pier Luigi Bersani (61 anni,
a sinistra) e il sindaco di Firenze
Matteo Renzi (38 anni): il capoluogo toscano è terzo fra i
Comuni che spendono troppo
per uffici e burocrazia [Ansa]
pendi pubblici (spero non a
polizia, militari, insegnanti e
medici), e sia di Giannino di
eliminare quasi 100 miliardi
di spesa in 5 anni. Mia risposta: la metà dei circa 800 miliardi di spesa che è impiegata per costi di apparato è certamente inutile, dunque
equivale a circa 200 miliardi.
Se si facesse una revisione
della spesa con criteri d’utilità e col calcolo dei modi sostitutivi - tra cui i nuovi sistemi tecnologici - per offrire un
servizio pubblico, verrebbe
fuori questo risultato, tra cui
la non necessità di almeno
1/3 dei dipendenti attuali.
VENTO DA NORDEST
Certo, questa nuova coscienza fiscale non arriverà al
punto di volere subito tagli di
questa entità. Ma sempre più
premerà per un piano che li
persegua, senza lasciar solo
alcuno - mi è piaciuto sentirlo anche dai più arrabbiati in quanto un dipendente
pubblico non è colpevole se
inutile e va comunque aiutato a ricollocarsi nel mercato.
Concludo con le parole di un
artigiano padovano: «Se volete che paghiamo tutte le tasse, allora pretendiamo una
rappresentanza del nostro interesse a limitarle per finanziare soltanto ciò che è davvero utile».
Nel Nordest soffia più forte
la Bora che spazza: il regime
partitico e lo statalismo non
termineranno dopo le prossime elezioni, ma la loro fine è
già iniziata. Ne sentite i refoli
anche in altre parti d’Italia?
Se sì, alzate vela.
www.carlopelanda.com
BOOMERANG
Il riccometro
stanga il povero
se ha una casa
ROMA Il nuovo riccometro
nato con l’intento di stanare
i falsi poveri rischia invece di
estromettere dal nostro welfare pensionati e dipendenti
a basso reddito, ma che sono
proprietari di casa.
Ad esempio, un pensionato ma anche il dipendente con
la sfortuna di avere un figlio
a carico - proprietario di un
appartamento con una rendita catastale di 600 euro rischia di perdere numerose
agevolazioni assistenziali.
Agevolazioni che ad esempio
riguardano l’assistenza domiciliare, le rette della casa
di riposo, delle bollette telefoniche e dei biglietti dell’autobus, il telesoccorso e gli assegni al nucleo familiare.
Ricordiamo che il riccometro, ossia l’aggiornamento
dell’Isee, fa parte degli impegni vincolanti contenuti nel
cosiddetto decreto «SalvaItalia». Prima della sua entrata in vigore, questo strumento è ancora da perfezionare e di questo - vista l’imminente tornata elettorale si occuperà il prossimo governo. A lanciare comunque
l’allarme su quelli che potrebbero essere i possibili rischi del riccometro è stato il
Servizio politiche fiscali della Uil che ne ha messo quindi
in luce alcune storture.
Se a rimetterci sono dunque
i proprietari di casa, a guadagnarci sono invece gli italiani che sono in affitto o che
hanno un mutuo o una famiglia numerosa a carico perché, in tutti questi casi, il
nuovo Isee applica sconti
più generosi sul reddito.
TEORIA E REALTÀ
Per dire: il Sole 24Oreha pubblicato i risultati della
relazione elaborata nei mesi scorsi dalla Copaff, la
Commissione per l’attuazione del federalismo fiscale - progetto che per la verità pare ormai tramontato. E comunque, avvalendosi dell’aiuto di altri soggetti in questo senso competenti - la Sose, società del
ministero dell’Economia e di Bankitalia, e l’Istituto
per la finanza locale dell’Anci - ha scomposto e sviscerato le uscite di tutti i Comuni delle Regioni a statuto ordinario, così da poter fissare i parametri di
spesa ottimale. In sostanza, l’obiettivo è quello di
quantificare la «spesa giusta» per poter far fronte ai
«fabbisogni standard» delle amministrazioni in
questione, che poi coincidono con i cosiddetti «servizi generali» - e dunque i soldi per far funzionare gli
uffici incaricati di gestire entrate e uscite del Comune, e i servizi quali anagrafe e servizi elettorali e anche i servizi tecnici e insomma, tutto o quasi l’apparato burocratico. Trattasi di 8,8 miliardi complessivi
all’anno, vale a dire il 27 per cento delle uscite comunali proprio in ordine alle funzioni fondamentali.
SCIALACQUI VESUVIANI
Questo il discorso. E allora? E allora ecco la prima
cosa che balza all’occhio, proprio scorrendo la tabella che riporta i risultati: Napoli - e non è che uno se
la voglia pigliar sempre con gli amici partenopei, ma
questi sono i numeri - Napoli, secondo i paletti fissati
dalla Commissione, dovrebbe spendere per questo
«fabbisogno standard» 226,1 milioni di euro all’anno, e invece ne sborsa 344,6 milioni, che poi significa
il 52,4 per cento in più. In questo senso è la medaglia
d’oro degli sprechi comunal-burocratici. E dunque?
Si taglia? Macché: nonostante questi sperperi vesuviani rappresentino addirittura il 37,8 per cento del
totale degli sprechi registrati in tutti i capoluoghi,
d’altro canto le ultime disposizioni governative riservano alla città ora amministrata da Giggino De
Magistris solo il 5 per cento dei tagli. Paradossale.
TORINO E BARI LE MIGLIORI
Al secondo posto, in questa davvero poco invidiabile classifica dei municipi immotivatamente spendaccioni, si piazza la Roma di Alemanno: 890,4 milioni di spesa effettiva, a fronte di un fabbisogno
standard quantificato in 827 milioni, dunque con
uno sforamento del 7,7 per cento. E medaglia di
bronzo ecco poi la Firenze che non t’aspetti, con
Matteo Renzi che evidentemente, in quanto a uscite, ha di che sfoltire: 100,9 milioni di euro la spesa effettiva del Comune, 86,8 milioni quella considerata
sufficiente, e quindi 16,2 milioni di surplus. E in effetti, scorrendo la top ten dei «Comuni burocraticamente spendaccioni», non è che il Partito Democratico possa ritenersi soddisfatto: vi compaiono infatti
ben sette città a guida di centrosinistra - oltre a Napoli e Firenze, anche Alessandria, Siena, Padova, Venezia e Perugia - a fronte di tre del centrodestra - oltre a Roma, anche Ascoli Piceno e Lecce.
Peraltro, il Pd si può consolare con la graduatoria
inversa, quella dei migliori: la Torino di Fassino
spende ben 81,9 milioni in meno di quanto quantificato dalla Commissione, con un risparmio del 36,9
per cento. E anche Bari e Milano e Genova sono
messe bene. Quinto fra i Comuni di virtuosi è poi
quello di Verona, guidato dal leghista Flavio Tosi.
Esempi da seguire.
12
ITALIA
Martedì 12 febbraio 2013
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::: VERSO LE ELEZIONI
Sfida canora
Berlusconi minaccia Fazio: «Canto a Sanremo»
Il Cavaliere: se il Festival sarà di sinistra metà degli italiani non pagherà il canone. Poi insiste: chi se ne frega dello spread
::: segue dalla prima
SALVATORE DAMA
.
(...) in piena campagna elettorale. Il Cavaliere contesta la contemporaneità con gli ultimi giorni di comizi: «Non ci voleva
niente a spostarlo di due settimane, la Rai ha preso una decisione sbagliata». Ma se proprio
deve sconfinare in politica, allora vuole esserci anche lui: «Se
Fazio mi invita a Sanremo, io andrei assolutamente subito. Potrei anche presentare una mia
canzone e cantarla». Qualsiasi
cosa pur di aggirare i vincoli della par condicio: «Abbiamo difficoltà a comunicare in campagna elettorale. E il Festival della
canzone italiana diminuisce la
possibilità a dieci giorni dal voto
di comunicare con gli italiani».
Nell’attesa che cominci San
Remo, ieri Silvio ho trovato ospitalità proprio da mamma Rai in
tre diversi momenti. A ”Uno
Mattina”, dove ha esposto il proprio programma politico. A “Un
giorno da pecora”, dove ha raccontato un po’ di fatti suoi, in un
colloquio più personale con i
conduttori. E, infine, a Linea
Notte, a tarda sera. Chiudendo
un’altra lunghissima giornata.
Eppure le interviste non bastano
al Cavaliere: «Mando un avviso
agli italiani», ha annunciato. Le
famiglie riceveranno a casa «una
lettera nella quale confermo che
lo Stato restituirà l’Imu che hanno pagato, se sarò eletto». L’ex
presidente del Consiglio preferisce mettere la promessa nero su
bianco, nel caso la notizia non
avesse raggiunto l’intero suo
elettorato. «L’80% delle famiglie
italiane ha raggiunto il traguardo di una casa proprietà. Lo Stato fa un gesto riparatore rendendo a ciascuna famiglia quello
che ha pagato», dice Berlusconi,
accusando i tecnici che hanno
governato nell’ultimo anno: «Il
governo ha usato metodi violenti contro cittadini e imprenditori
e ha fatto meno bene di noi. Noi
pensiamo di fare meglio senza
costringere le imprese a chiudere per pagare le tasse». Berlusconi invita i cittadini a non preoccuparsi del differenziale: «Gli
italiani non devono preoccuparsi dello spread perché è la
differenza tra quello che deve
pagare la Banca d’Italia sui titoli
di prima emissione e quello che
paga la banca tedesca, e non ce
ne può importare di meno». Ciò
che invece deve interessare,
prosegue, è il suo programma fiscale: «Realizzeremo la riduzione delle aliquote Irpef al 23% e al
33%». E annuncia il «condono
tombale» se «faremo una riforma fiscale che porti le tasse dalle
persone alle cose». Silvio difende la parola “condono”, non è
una bestemmia come sostiene
la sinistra: «I condoni fanno pagare le tasse a chi non le aveva
pagate, costringono quelle persone a diventare dei contribuenti da quel momento in
poi».E mentre l’ex capo del governo invade le tv, Angelino Alfano tesse la rete da Roma, in-
contrando associazioni di settore e professionisti. Ieri, in un solo
giorno, il segretario del Pdl ha visto l’associazione Classi Dirigenti delle Pubbliche amministrazioni, Federmanager, Numeri Primi e Concreta-Mente.
A ognuno il suo. Berlusconi ha
scelto di fare ciò che gli riesce
meglio, il front-man. Attacca i
suoi avversari in tv e in radio. A
partire dal premier: «Controfir-
mare la nomina di Monti a senatore a vita fu una cazzata», si
pente il Cavaliere. Che, invitato a
dire anche una cosa carina sul
professore, se la cava con una
battuta: «Adesso ha un cane. Ma
il suo cane è preoccupato perché gli ha messo una tassa
sull’osso!». Poi scherza su Bersani: «Quando parla non so mai se
è lui o se è Crozza». È bravo, il comico, anche a fare la sua imita-
zione: «Lo trovo simpatico. E mi
diverto quando fa la mia caricatura, è molto azzeccata». Silvio
annuncia di aver superato Bersani nei sondaggi: «Credo di
averlo sorpassato, ora loro sono
dietro». Invita gli elettori a non
disperdere il proprio voto dandolo a Grillo («Un meraviglioso
istrione, ma nelle sue liste ci sono i centri sociali e i No tav») o a
Oscar Giannino: «Un liberale
che sotto le luci della ribalta si è
innamorato del suo personaggio e ora dice che il suo fine è che
il centrodestra debba perdere in
Lombardia». Berlusconi assicura che le elezioni non offriranno
un esito poco chiaro come nel
2006 («Ci vorrebbe un processo
per rifare i conti»), ma in caso di
pareggio, niente inciucio: «Da
noi la Grosse Koalition non si
può fare, non abbiamo una tra-
dizione socialdemocratica in
Italia». Infine un po’ di spazio
per sé: Silvio rivela di invidiare la
cresta di Balotelli («Non ho la
materia prima»), di «aver preso 5
chili in campagna elettorale», di
«non aver mai tradito un amico», solo le donne. Ma con l’attuale compagna è diverso: «Siamo due cuori e una capanna,
non la faccio uscire, sono geloso!».
L’intrusa
Le battaglie
dimenticate
dall’onorevole
::: MONICA MACCHIONI
Chi l’ha visto?
L’onorevole Pippo Gianni ha
imperversato per mesi sulle
agenzie, occupandosi in maniera quasi monomaniacale
di Rai. Ancora in Transatlantico si ricordano le sue battaglie
contro l’ex dg Lorenza Lei. Oggi non affronta più il tema. Ci
si domanda: lo fa perché è
contento del nuovo dg Gubitosi, o perché avendo compreso fino in fondo i meccanismi Rai ed i rapporti serrati tra
cda e politica ha preferito gettare la spugna e uscire dal PID
andandosi a riparare nel partito di Tabacci? Forse meglio
occuparsi solo – si fa per dire di lavoro e sanità.
IN RISALITA
Stasera in campo con Littizzetto e Crozza
Il conduttore prova a fare la vittima
«Diremo tutto, lui paga la tassa tv?»
::: ENRICO PAOLI
 Tu chiamale, se vuoi, sensazioni. E la
sensazione - forte, a tratti granitica - è che non
sarà l’edizione numero 63 del Festival di Sanremo, ma la puntata numero uno della Festona de L’Unità, con annessa gara canora,
pagata dalla Rai. Dice Fabio Fazio, rispondendo a Silvio Berlusconi: «Nessun uso strumentale della tv pubblica. Tv pubblica vuol dire
che è di tutti e quindi non è che non si può dire
niente.Seè dituttisipuòdire tutto».Unapremessa contraddetta dall’affermazione che
alimenta le nostre sensazioni.
E poi, come fai a non dubitare se il fazioso
Fazio replica, con la solita stizza, a Berlusconi
invitandolo a pagare il canone Rai: «Per pagarlo c’è tempo fino al 28 febbraio, con una
piccola sovrattassa». Grazie, lo sapevamo già.
Loro, Fazio e la Littizzetto, lo hanno pagato?
Aspettiamo le ricevute. Nel frattempo i dubbi
su cosa sarà questo Sanremo sono superiori
alle certezze, essendoci di mezzo l’incognita
Crozza. Siamo certi che il comico si lascerà
scappare l’occasione per parlare delle dimissioni del Pontefice nella sua mezz’ora d’intervento? Le voci sanremesi si basano su due
ipotesi. La prima è che l’attore prenda di petto
la situazione, sfidando l’ira dei cattolici e l’im-
barazzo della Rai, e imiti il pontefice dimissionario. La seconda, più laica, è che Crozza si affidi ad un Silvio Berlusconi aspirante Papa,
magari vestito di bianco, come ha fatto capire
la Littizzetto. «È un uomo anziano, vanno tutti in pensione, può farlo anche lui», dice la
spalla del fazioso Fazio, «ora potrebbe diven-
CON CICCHITTO E LORENZIN
Dibattito a Roma
su crescita e sviluppo
Si terrà domani a Roma il dibattito
«Tornare a crescere. Progettare lo sviluppo in tempo di crisi» organizzato
dalla Fondazione Riformismo e Libertà e l’Associazione iPolis. Appuntamento alle 17 al Tempio di Adriano in
Piazza di Pietra. L’incontro vuole affrontare temi di macroeconomia e sullo sviluppo nel settore industriale e del
mercato del lavoro. Tra gli altri, interverranno Fabrizio Cicchitto (presidente della Fondazione Rel), Beatrice Lorenzin (segretario generale dell’Associazione iPolis) e Francesco Forte.
Silvio Berlusconi ospite
di «Uno Mattina» intervistato dal giornalista
Franco Di Mare: il Cavaliere spera di vincere le
Politiche come ha già fatto nel 1994, nel 2001 e
nel 2008 [Ansa]
tare Papa Berlusconi. Io propongo Fazio camerlengo».
Visto che si può parlar di tutto, perché non
farlo, alla faccia della par condicio e del politicamente corretto, come vorrebbe il direttore di Rai Uno, Giancarlo Leone, convinto che
sarà un Festival e non una Festa de L’Unità. Il
rischio, anzi la sensazione, che la kermesse
scivoli a sinistra lo avverte anche il presidente
del Senato, Renato Schifani. «No al disprezzo
politico, sì alla satira», dice la seconda carica
dello Stato, «mi auguro, visto che siamo in
campagna elettorale, che sia il più laico possibile». Ecco, il problema è che se sarà troppo
laico finirà con il trasformare le sensazioni in
certezze. Tanto che il leghista Roberto Calderoni lancia la crociata. «Vista la presenza del
super partes Crozza al Festival e le anticipazioni rilasciate dai presentatori relative alle
prossime elezioni politiche», dice l’ex ministro, «proporrò a Maroni e ai partiti alleati della coalizione di porre come uno dei primi
punti del programma elettorale l’abolizione
del canone Rai». Ma sì, e se avesse ragione
Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia
quando sostiene che «se la sinistra fosse così
sicura di vincere le lezioni non avrebbe bisogno di occupare il Festival di Sanremo»? Più
che una sensazione, una certezza.
Tipo in pullman
L’onorevole Laboccetta non
finisce mai di stupire. Per questa campagna elettorale si è
inventato un pullman vetrinato tutto pieno di manifesti
di Berlusconi e di programmi
elettorali del Pdl (nella foto).
Con qeusto pullmann l’onorevole ha incominciato la sua
lunga marcia per i quartieri di
Napoli. È partito domenica
scorsa con ragazze e ragazzi
volontari, tutti di provata fede
azzurra per portare il messaggio del Pdl ai cittadini di Napoli. In totale sono previste 10
tappe per i 10 quartieri: l’on.
Laboccetta andrà in mezzo alla gente per toccare con mano
i problemi reali ed ascoltare le
possibili soluzioni dai cittadini,un modo come un altro per
portare il palazzo in strada…
anzi, in pullman!
Martedì 12 febbraio 2013
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ITALIA
Martedì 12 febbraio 2013
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::: VERSO LE ELEZIONI
Berlusconi da bacchettare
L’ironia sul lato B è un autogol per Silvio
Lo scherzo è lecito, ma con le donne non si deve sbracare. Anche perché gli avversari non aspettano altro
::: GIAMPIERO MUGHINI
 Che in una campagna
elettorale aspra e noiosissima
come quella italiana un leader
politico cerchi la battuta, magari l’allusione frizzante, insomma di far sorridere il pubblico
ampio, tutto questo è sacrosanto. E del resto ciascun politico lo
fa a modo suo, a seconda dello
stile di cui è esperto, taluni
esperti soltanto di un qualche
stile lugubre.
E dunque è lecito cercare la
battuta se, com’è accaduto un
paio di giorni fa a Silvio Berlusconi, ti trovi innanzi una ragazza vestita di verde, piuttosto
piacente, che ha l’aria di starci
al gioco (in realtà non potrebbe
fare altro data la sua posizione
impari a confronto di quella
dell’ex capo del governo)? Certo
che la puoi cercare la battuta,
solo che ci vuole una gran classe, molta eleganza nel trattare
la particolarità del femminile, e
dunque sapere camminare in
mezzo ai cristalli. Ebbene in
questa occasione Berlusconi di
eleganza ne ha avuta poca, avvilente quel suo gesto a far voltare la ragazza a mostrare il suo
lato B, e non perché il lato B di
una donna non interessi molto
ciascun uomo (nel mio personale caso, molto di più le gambe), ma perché quell’interesse
lo devi mostrare con un lampo
degli occhi, stavo per dire con
un lampo dell’anima. Basta un
sorriso, basta un silenzio un
tantino obliquo. Se le dici nudo
e crudo «si volti» non hai fatto
una battuta, hai fatto un autogol in campagna elettorale.
Detto altrimenti, hai sbracato. E
tanto più che il numero dei cecchini appostati tutt’intorno a
colpirti al cuore se sbagli, è più
numeroso degli uomini delle
Forze Speciali americane che
una notte del maggio 2011 diedero l’assalto decisivo al rifugio
di Osama bin Laden per come
ce l’ha raccontato Kathryn Bigelow nel suo ultimo e bel film.
E dunque la mia opinione è
che il problema di Berlusconi
non è che faccia le battute, è che
le sbaglia fin troppo spesso. E
ciascuno di noi che abbia fatto
delle chiacchiere in pubblico, lo
sa per esperienza personale
quale effetto disastroso fanno
sul pubblico le battute che sgarri. Prendiamo un caso anche recente, le poche parole dette da
Berlusconi sul fascismo italiano
e sul destino politico di Benito
Mussolini. Solo che quelle parole - in sé e per sé niente affatto
scandalose perché c’è ormai
uno scaffale di libri grande così
a spiegarci che una cosa è la
«dittatura mussoliniana» sino al
1934 e fors’anche al 1936, e
tutt’altra e orrida cosa è il tempo delle leggi razziali (1938) e
dell’abbraccio totale con i nazi erano pronunziate nel giorno
della «memoria» del massacro
degli ebrei europei, e dunque
andavano calibrate e cesellate e
soppesate in tutt’altro modo.
:::
IL CASO
IL LUOGO
Polemiche per l’ennesima gag
di Berlusconi con una donna. È
successo nella sede della
Green Power, azienda veneta
specializzata nelle energie rinnovabili.
QUANTE VOLTE?
Quando sul palco è salita
un’affascinante venditrice che
ha fatto sottoscrivere al Cav un
contratto di verifica, Silvio s’è
subito scatenato con i doppi
sensi. «Ma quante volte viene? E a quale distanza temporale una volta dall'altra?». Poi
l’ha invitata a girarsi per guardarle il fondoschiena.
LE RISPOSTE
La dipendente di Green Power
ha accettato la battuta rispondendo a tono: «3, 4, 5 volte, dipende dalle esigenze». Al che
il Cavaliere è sembrato soddisfatto. «Offerta conveniente»,
ha concluso.
Altrimenti è un autogol.
Che a 76 anni Berlusconi abbia ancora lo spirito del goliarda milanese che era stato oltre
mezzo secolo, a me non spiace
affatto. Chi conosce la storia
della goliardia italiana (ho vinto
un premio di giornalismo con
un articolo su quella storia) sa
che è una storia esilarante di
beffe e trovate, storia di cui è
stato un gigante il futuro senatore socialista Lino Jannuzzi.
Ebbene che c’entra con quella
storia il copiare da Vittorio
Sgarbi la battuta secondo cui
Rosy Bindi è «più bella che intelligente»? Una battuta così è
solo facile e volgare. Ma che ci
voleva a dire invece una cosa
così: «Non condivido una riga
del pensiero politico della Bindi, ma ne rispetto la passione
tanto che la trovo persino bella
da come ne è accesa»? Una battuta così ha forse effetto meno
plateale nei confronti del popolino, ma vale e dura cento volte
di più.
Lasciamo stare la foto di Berlusconi in mezzo ad altri leader
europei che si fa fotografare
mentre con le dita mette le corna a un qualche suo collega.
Quella è goliardia che non fa
male a nessuno, e comunque
ciascuno è il goliarda che può.
Completamente diversa la battuta, recitata e posata, in cui
Berlusconi dava del «kapo di
Auschwitz» a uno stupefatto
europarlamentare tedesco con
cui stava contendendo non ricordo più di che cosa. Battuta
infausta, assieme spropositata
e insignificante, e tanto più se
pronunciata in un contesto europeo dove non sono in molti a
guardarti con simpatia, perché
non siamo né ad Arcore né a
Milano 2. Autogol autogol autogol. Dipendono dal fatto che in
linea generale Berlusconi è circondato da una corte di ammiratori e ammiratrici interessati nel senso specifico del termine
- che ridono a ogni suo sospiro
o barzelletta? Temo di sì.
Sto parlando di tutto non
certo perché penso che al prossimo 24 febbraio voteremo chi
contro e chi a favore delle barzellette di Berlusconi. Trovo ridicolo l’appello di quel gruppo
di intellettuali famosi che chiedono di votare innanzitutto e
spasmodicamente contro Berlusconi. Si vota pro o contro cose più decisive, e comunque
mai e poi mai Berlusconi vincerà al 24 febbraio. Sto parlando
come uno che ha incontrato
più volte Berlusconi 20 e passa
anni fa. Era uno che ci stava alle
battute su di lui e contro di lui.
Mi telefonò una volta per ringraziarmi che in un set televisivo di Mediaset mi fossi opposto
al leccapiedismo nei suoi con-
fronti di un giornalista Mediaset, e avessi detto che a vincere
nel 1991 un Oscar cinematografico per il miglior film straniero non era stato affatto Berlusconi (produttore del film),
ma un regista cinematografico
italiano che aveva nome Gabriele Salvatores. Fui contento
di quella telefonata.
Le reazioni
Bersani e Vendola vanno all’attacco
Ma la venditrice: divertita e onorata
::: CHIARA PELLEGRINI
 «Imbarazzata? No. Ero divertita e
onorata». Angela Bruno, il giorno dopo le
battute del Cavaliere, parla e nega ogni tipo
di risentimento. «È stato bello, una cosa
molto simpatica! Incornicerò il contratto
firmato personalmente da Silvio Berlusconi e lo metterònel mio ufficio» L’impiegata
dal sorriso smagliante, capoarea di Green
Power (solare), domenica durante una
convention organizzata a Mirano (Venezia), era stata oggetto delle avances e di una
battuta di dubbio gusto di Silvio Berlusconi. Ieri, per tutto il giorno, Angela Bruno si è
trovata affogata da mille telefonate di giornalisti, amici e curiosi.
A Berlusconi, che le chiedeva come
Green Power - società che si occupa di
energia alternativa - soddisfacesse i proprio clienti, la venditrice aveva risposto
stando allo scherzo. «Ma lei viene?», le aveva chiesto Berlusconi, alludendo al nume-
ro di visite effettuate per installare l’impianto fotovoltaico che era stato offerto a
Berlusconi. E ancora: «Ma quante volte
viene? Una sola?». Angela stando allo
scherzo aveva risposto imbarazzata: «Ma
no, anche tre, quattro, cinque: dipende
dalle esigenze». Uno scambio di battute,
pieno di doppi sensi tra le risate della platea, che si è concluso con la richiesta
all’impegata di girarsi per mostrare il “lato
B” e con la constatazione: «È un’offerta
conveniente...». «Una applauditissima gag
che non aveva niente di male. Lei è stata
contentissima. Ci sono delle persone maliziose che interpretano male, non c’era
nessun secondo fine», ha poi commentato
ieri Berlusconi a “Un giorno da pecora” su
Radio Due,
E così Angela nel giro di ventiquattro ore
diventa oggetto di mille attenzioni mediatiche. Prima annuncia interviste e dettagli,
poi in serata si limita a poche battute. Anche se chi le è vicino giura che ieri Angela
Il leader di Sel Nichi Vendola Fotogr.
non ha trattenuto le lacrime.. Decide che il
silenzio è impagabile. Nel frattempo, la signorina Bruno, venditrice affabile, dal vestitino fasciato e il cappello cotonato ne
abbia fatte arrabbiare di donne sul web. Su
Twitter sono più gli insulti a lei rivolti che
quelli nei confronti di Berlusconi. Anna
Paola Concia, candidata del Pd per il Senato di Abruzzo, scrive: «Concordo la #poraccia è lei che non ha dato una “capocciata”a
#Berlusconi. È su di lei che bisogna interrogarsi». I commenti sugli articoli di giornale
on line non sono più clementi. «N’ata zoccola», scrive un lettore campano dell’Huffington post. In molti le ricordano che
avrebbe dovuto comportarsi diversamente. Magari come Ilaria D’Amico, la giornalista di Sky che qualche settimana fa respinse in diretta i complimenti di Berlusconi.
Più tardi arriva la bordata del leader del
Pd, Pier Luigi Bersani. «Berlusconi parla di
donne più o meno come se fossero bam-
bole gonfiabili». Povera Angela che per la
convention si era messa tutta in tiro. Persino le calze velate con la riga nera ed ora si
becca della bambola gonfiabile. Nichi
Vendola, leader di Sel e governatore della
Puglia, le dà indirettamente del «peperoncino». Perché Berlusconi, dice Vendola,
«con le sue battute di cattivo gusto offende
quotidianamente le donne, che vengono
ridotte al rango di peperoncino o che diventano prede per le stagioni di caccia degli uomini». Va giù dura anche Anna Finocchiaro, presidente del gruppo del Pd al
Senato e capolista in Puglia: «Berlusconi
continua a propinarci battute sessiste, gag
maschiliste e qualunquiste, stereotipi
femminili da casa chiusa», insiste la Finochiaro secondo la quale le «donne risponderanno a Berlusconi con il voto». Flavia
Perina, invece, candidata di Fli, la difende:
«Nessun personaggio pubblico può trattare una donna che sta facendo il proprio lavoro con battute da caserma»
ITALIA
Martedì 12 febbraio 2013
15
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::: VERSO LE ELEZIONI
Berlusconi da assolvere
Non è maschilismo ma malizia innocente
Inutile indignarsi per una battuta, noi italiani siamo così. Il vero errore sono le escluse dalle liste del Pdl
::: MARIA GIOVANNA MAGLIE
E IL CAV DISSE:
LEI VIENE?
Da sx, tre scatti del Silvio
galante e «donnaiolo»:
ammira la conduttrice
Myrta Merlino, pochi
giorni fa. Applaude la
crocerossina Lamuraglia,
nella sfilata del 2 giugno
2001. Infine, scherza con
la venditrice. [Ansa]
Mi piacciono le battute del Cav? Qualche volta no, ma mi piacerebbe vedere indignazione condivisa per una frase come
quella appena pronunciata da Enrico
Letta, ovvero «era assurdo pensare che
non ci fosse chi voleva votare per chi difende l’evasione fiscale», che tradotto in
italiano significa che chiunque voti per il
Cav è un delinquente e un evasore, o meglio che chiunque non voti per il Pd è un
«fassista» o «un miliardario», come usa
condire i suoi comizi Pier Luigi Bersani, a
ricordo perpetuo che l’avversario o è un
innominabile fascista anche nel 2013, o è
un ricco ricoperto di sterco del demonio.
Mi piacerebbe sentire fremere di sdegno
qualcuno quando sempre Bersani si diffonde sulla statura di Renato Brunetta, e
anche lì tutti ridono, e si scelga se sia perché gli italiani ridono di qualsiasi difetto
fisico, ridono anche se qualcuno per strada cade rovinosamente, o sia perché è un
platea di fedelissimi yes men e militanti.
Abbondano ovunque. Mi piacerebbe che
qualcuno ricordasse a Mario Monti che
paragonare un presidente del Consiglio,
che lo ha prima nominato commissario
europeo poi lo ha tenuto su per un anno al
il graffio
Conversioni
Criticando il governo Monti, Paolo Ferrero di Rifondazione comunista ha detto che «serve un new
deal come fece Roosevelt». Dalla
nostalgia dell’Urss al sogno americano.
governo, al comandante Achille Lauro di
una scarpa alla volta è indecente. Qualcuno a Monti l’ha già ricordato, il Cav. Il quale Cav avrà pure un eloquio poco raffinato, ma quando da Telese e Porro ha proclamato quello che tutti pensiamo, cioè
che lo spread è una cazzata, ha segnato
un goal, altro che autogoal.
Il Cav e i suoi bunga bunga spiattellati
in provvidenziali intercettazioni e spiate,
il Cav e i suoi sguardi al lato b delle ragazze, mi piace? Diciamo che non me ne frega niente, è altro che sarei pronta a rimproverargli in un faccia a faccia. L’altra sera dall’Annunziata ha giustamente rivendicato l’approvazione durante il suo governo di una legge di grande civiltà quale
è l’obbligo di un terzo di donne nei consigli di amministrazione delle aziende. La
sua promotrice, una minuta leonessa, si
chiama Lella Golfo, è presidente della
Fondazione Bellisario ed era deputato del
Pdl. Era, non c’è rientrata nelle liste, sarà
perché a chi le ha fatte delle donne non
gliene importa un tubo, sarà che in molti
deputati gliel’avevano pubblicamente
giurata alla Golfo. Manca anche all’appello la deputata italo marocchina Souad
Sbai, un pilastro contro la resa all’islam,
una buonissima idea nel 2008, mentre il
Pd schiera oggi composita lista arcobaleno nelle sue file e giustamente gongola.
Capito, gentile Cav? Qual è la percentuale
vera di donne che sono state candidate
per essere elette nel sistema del porcellum? Quanto è lontana dal quaranta per
cento promesso? Cinque milioni di donne in quota astensionismo decidono su
questo, non su uno sguardo malizioso.
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.
 La scena è la seguente, depurata da
furore politically correct e da obbligo di
propaganda elettorale. Sul palco del raduno aziendale, affollato per via di visita
del Cav, gli organizzatori fanno salire una
gran bella dona, non un uomo anziano e
ingobbito, e lei si suppone che abbia accettato volentieri; il Cav si entusiasma, o
recita la parte obbligata o perlomeno attesa, fa battute sulle visite a domicilio dei
promotori di energia alternativa, com’è
appunto la bella donna bruna e sorridente, alla quale domanda se è lei che viene (a
domicilio) e quante volte. Lei se la ride e risponde che viene (a domicilio) tutte le
volte che serve, anche cinque o sei, lui allora le guarda ostentatamente il culo e
conclude che si tratta di un’offerta conveniente, subissato dagli applausi. Scena,
dunque, di ordinaria italianità, che, e questa campagna elettorale surreale lo conferma, Silvio Berlusconi controlla e impone e domina come nessun altro sa fare. Ci
vogliamo scandalizzare o vogliamo riconoscere che così è il nostro Paese? Si passa
col rosso, si fanno complimenti un po’
volgarotti alle signore, le quali se non gliene fanno corrono a mettersi a dieta o prenotano un vigoroso massaggio, si fanno le
corna come vezzo ricorrente, ancorché
oggi un po’assediato dal dito medio sollevato a mo’ di insulto, si trascorrono ore e
ore a scalmanarsi per una partita di calcio,
ricoprendosi di insulti, segnatamente in
tv, e si tende sfacciatamente a farsi timbrare il cartellino al lavoro mentre si fa la
spesa, tutti barzellettieri o almeno conia-
tori di battute feroci, tutti amanti della satira. Una battuta come «la Bindi è più bella
che intelligente» per un italiano vale oro,
sogna di averla pensata lui, altroché autogoal.
Il Cav per una battuta si farebbe tagliare un dito, il Cav non smetterà di farne finché vive, ma il Cav sa che certe battute gli
italiani le adorano, tutti, anche quelli che
fingono vituperio e scandalo per tanta attitudine pecoreccia. Ognuna delle scandalose e apparentemente ingenue uscite
ha l’effetto di scatenare pensosi sopracciò e valanghe di articoli indignati, ma ha
anche l’effetto di far sorridere un sacco di
gente. È il famoso effetto «tana libera tutti», perché Martin Schulz, oggi degno presidente del Parlamento Europeo, è un fazioso antipatico e scorretto, praticamente un kapò, ops, e il giudizio meditato su
luci e ombre del fascismo lo condividono
non solo decine di studiosi e centinaia di
pubblicazioni, ma anche buona parte degli italiani, se togli comunisti, iscritti
all’Anpi e funzionari di partito e sindacato
tenuti all’obbligo rigido dell’antifascismo
ma non al rispetto e alla difesa di Israele.
Perché dovrebbe essere ancora un tabù?
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16
ITALIA
Martedì 12 febbraio 2013
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::: VERSO LE ELEZIONI
«Ridurre le tasse è necessario»
Una promessa al giorno
Monti adesso ci dice
che toglierà mezza Imu
Il premier prima denuncia l’irresponsabilità di Berlusconi,
poi prova a imitarlo. Nel «menu» anche meno Irap e Irpef
«IO IMPRESENTABILE?»
Maroni rivela:
il Prof mi chiese
di fare il ministro
Quando, nel novembre del
2011, Mario Monti si insediò a Palazzo Chigi chiese a
Roberto Maroni di rimanere al suo posto, al Viminale, come titolare del ministero dell’Interno. A rivelarlo è stato lo stesso leader leghista e candidato
del centrodestra alla presidenza della Regione Lombardia. «Mi sorprende
molto la dichiarazione di
Monti secondo cui io alla
presidenza della Regione
Lombardia sarei pericoloso», ha detto Maroni
all’Adnkronos: «Mi sorprende, visto che quando è
stato incaricato di fare il
presidente del Consiglio
mi aveva chiamato per
chiedermi la disponibilità
a continuare a fare il ministro dell’Interno nel suo
governo». «Credo - ha aggiunto il successore di Umberto Bossi alla guida del
Carroccio - che questa sua
dichiarazione sia dettata
dal nervosismo, dalla consapevolezza che non è riuscito nel suo intento di dar
vita a una coalizione politica che prendesse i voti
del centrodestra. Si trova
in difficoltà, ha già fatto
l’accordo sottobanco con
Bersani. Da qui un attacco
personale a me, che francamente non immagino
sia lo stile di un professore:
purtroppo anche lui ha
preso le sembianze dei
vecchi politici della prima
Repubblica». Alla domanda se la richiesta di Monti
fosse rivolta a Maroni anche in quanto rappresentante della Lega Nord, l’ex
ministro degli Interni risponde: «La proposta la fece a me, mi telefonò per
chiedermi questa disponibilità personalmente e io
risposi che rifiutavo perché la Lega aveva deciso di
stare all’opposizione. Mi
fece piacere all’epoca perché era il riconoscimento
di un’azione che avevo
svolto da ministro e che
poi tutti mi hanno riconosciuto, anche gli avversari»
::: FRANCESCO DE DOMINICIS
ROMA
 A quale Mario Monti bisogna credere? A quello che ieri ha
promesso che «sarà gradualmente ridotta l’Imu a partire dal 2013
rendendola ancora più progressiva per eliminarla da circa la metà
delle prime case»? Oppure alla
versione meno «mirabolante» del
premier uscente che - era il 23 dicembre scorso - sosteneva l’impossibilità di toccare l’imposta
municipale unica? Nell’ultima
conferenza stampa di fine anno,
l’inquilino di Palazzo Chigi non
aveva dubbi: Quella di togliere la
tassa sulla cassa è «una proposta
bellissima e piena di attrattiva popolare», aveva spiegato ironicamente parlando delle proposte di
Silvio Berlusconi. «È bellissimo e
allora io direi anche ridurre le tasse» spiegava il professore. Che poi
sentenzio: se si toglie l’Imu, «chi
verrà al governo un anno dopo, e
non dico dopo cinque anni, dovrà
mettere l’Imu doppia».
Posizioni diametralmente opposte. La prima, quella di dicembre, era ancora ancorata alla linea
del rigore sui conti pubblici. Il
cambio di passo di ieri, invece, tradisce le esigenze della campagna
elettorale e pure la strategia di
Monti: per combattere il Cavaliere, vanno usate le stesse armi.
Dunque promesse a raffica.
Una dietro l’altro, specie sul terreno fiscale nel quale la sensibilità
dei cittadini è particolarmente
spiccata. Non solo Imu. «Perché è
una necessità» abbassare le tasse.
Dunque, il pacchetto tributario
del presidente del consiglio contiene interventi pure sull’Irpef e
sull’Irap. Per quanto riguarda
l’imposta sui redditi delle persone
fisiche «pensiamo di estendere le
deduzioni sulle ristrutturazioni
della casa anche agli arredi» ha
detto Monti. Un fiume in piena.
Tocca all’Irap: «C’è chi propone di
abolirla da 15 anni e poi non fa
nulla, noi pensiamo che sia possibile ridurla sensibilmente eliminando il monte salari dalla base
imponibile. Oggi il totale del gettito è di 32 miliardi ci sarà una decurtazione a 20,8 miliardi, in sostanza un dimezzamento».
Un fulmine a ciel sereno.
All’improvviso Monti si scopre
pronto ad abbattere la pressione
fiscale. Proprio lui che nel 2012 tra Imu, inasprimenti Iva e bolli
sui conti correnti - ha massacrato
famiglie e imprese. Sta di fatto che
il leader di Scelta civica - il motivo
l’abbiamo capito: i sondaggi lo
danno in calo, servono voti - vuole
pescare fra i moderati. I quali sono
attratti ancora una volta dalla sirena di Arcore. Di qui la scelta del
professore che azzarda addirittura prospettive di crescita. «Importantissimo non sprecare i sacrifici
chiesti a italiani per non dissiparli
e trasformarli in una base di partenza per questa crescita che è a
portata di mano se si continuano
le riforme» ha osservato Monti, in
un forum coi candidati a Unindustria Bologna. «Oggi ci sono spazi
mentali e finanziari per analizzare
le proposte - ha detto commentando quelle arrivate - se sarà tenuto fermo l’indirizzo sulle riforme strutturali, l’economia italiana
potrà avere una crescita aggiuntiva del 6% e del 10,5% a regime».
Esaurita la questione tributaria,
il premier si è dedicato a bastonare gli avversari e a curare i probabili, futuri alleati. Dal fisco alla politica in senso stretto dunque. Come quando ha detto che «i due poli hanno trovato molto conveniente tacitamente accordarsi per
non fare una riforma della legge
elettorale». Fin qui un sasso gettato nella mischia. Monti mette nel
mirino il suo nemico numero uno:
::: GENNARO MALGIERI
Berlusconi. Il premier considera
«sprezzante e superficiale» la criti Come tutti coloro che sono animati dal furoca mossa dal suo predecessore
re dei neofiti, Mario Monti esagera e si ridicolizza.
sulla sua trattativa per il bilancio
Le sue intemerate stanno eclissando la fama di
dell’Unione europea. Secondo il
«moderato» che lo ha accompagnato fino alla «sapresidente del Consiglio, Berlulita in politica». Mena fendenti, perlopiù a sproposconi «non affronta le cifre forse
sito, a destra e a manca. Nella vana speranza di farsi
perché il confronto con sette anni
percepire dall’opinione pubblica come leader alfa non è favorevole».
ternativo ai due schieramenti principali. Nessuno
Col Partito democratico, invegli crede, naturalmente. E tutti sono pronti a giurace, il leader del Centro (coalizione
re che, se ce ne sarà bisogno, correrà in aiuto di Berdi cui fanno parte l’Udc di Pier
sani dandogli sostegno al Senato. Consapevole di
Ferdinando Casini e Futuro e litale «sospetto» che grava su di lui, il Professore si sta
bertà di Gianfranco Fini) continua
regolando di conseguenza.
a flirtare. Mette in chiaro, comunDopo aver lisciato il Pd, definendo addirittuque, che per quanto rira «gloriosa» la storia del del Pci, sta tentanguarda la Lombardia il
do di smarcarsi dall’accusa di candidato
candidato alla pread esserne la stampella parlamentare. E
sidenza della Relo fa con i toni risentiti e le argomentagione è «Gabriele
zioni velenose che abbiamo ascoltato.
Albertini», escluNon diversamente si atteggia nei condendo così qualfronti del centrodestra: il sua antipatia
siasi ipotesi di
verso il Cavaliere è talmente evidente da
convogliare apertarisultare perfino volgare, certo non
mente i suoi voti in fadegna di un senatore a vita per di
vore di Umberto Am- P. Casini Fotogramma
più non direttamente coinvolto
brosoli e del Pd. Un
nella raccolta dei consensi.
progetto venuto a galla
I risultati di tanto smanioso mostrarsi equidisabato scorso come stratagemma
stante (ma, in realtà è oggettivamente equivicino
per tagliare le gambe a Roberto
alla sinistra, come dimostrano i movimenti filoMaroni (Lega e Pdl). Monti è stato
Ambrosoli della sua Scelta civica in Lombardia)
chiaro: ogni cittadino è libero, ma
hanno sortito l’encomiabile effetto di aver oscuraniente ordini di scuderia. Tutto
to Casini e Fini, i soggetti più irrilevanti di questa
questo, però, non vuol dire precampagna elettorale. Bisogna riconoscerlo: è stato
giudicare la collaborazione coi
il capolavoro del Professore. I dioscuri del centridemocratici in chiave nazionale.
smo, politici di lungo corso, fagocitati da colui che
Anzi. Monti ha chiaramente teso
hanno sostenuto con maggiore vigore ed entusiala mano al segretario Pd. Con Pier
smo, hanno dimostrato una cecità che francamenLuigi Bersani, ha detto il premier,
te stupisce perfino noi che da tempo ne criticava«non vedo litigi: vedo osservaziomo la scarsa visione di prospettiva politica.
ni, punti di vista leciti da una parte
Domenica scorsa, il leader dell’Udc, partito allo
e dall’altra». Tuttavia, Bersani non
stato larvale dopo che si è fatto imporre da Monti
ha gradito la reazione di Monti alle
esclusioni eccellenti dalle liste, ha dovuto quasi grisue critiche per il bilancio Ue:
darlo che mai e poi mai si aggregherà al carro di
«Mie critiche sono adulte».
twitter@DeDominicisF
Bersani. La sua alterità al centrosinistra dovrebbe
Alleati preoccupati
Il SuperMario più aggressivo
toglie voti solo a Fini e Casini
essere naturale, perché, dunque, sottolinearlo con
tanta foga? Il motivo c’è. Vedendo la sua forza elettorale scemare, Casini tenta di recuperare il terreno che Monti gli ha sottratto con la disperazione di
chi sa di perdere tutto dopo essersi rovinosamente
gettato tra braccia di chi immaginava potesse riportarlo in auge. Fini, per quel che vale - il timore
nelle file di Fli è che se Casini non dovesse superare
la soglia del 2% risulterebbe il «miglior perdente» e
dunque precluderebbe l’ingresso in Parlamento al
partitino dei fuoriusciti - se la cava dicendo che lui è
disponibile al confronto con Bersani «soltanto»
sulle riforme. Una battuta. Figuriamoci se il leader
del centrosinistra si misurerebbe con Fini su un
terreno che ambisce ad arare con ben altri interlocutori. Monti è il principale presidiando lo schieramento centrista saldamente, ma, temiamo per lui,
con pochi elettori.
Da qui l’irritazione del Professore. Gli ultimi
sondaggi disponibili (adesso si fanno, ma non si
possono pubblicare: quanta democratica ipocrisia) dicono che il premier uscente vale intorno
all’8% ed insieme alle frattaglie della sua coalizione
arriva al 12%. Che ci fa? Forse non sarà buono neppure per Bersani che, infatti, messo da parte qualsiasi utilitaristico riguardo, non perde occasione
per sbertucciarlo.
È per questo che il premier uscente (e definitivamente uscito, come non credeva potesse accadere,
forte del vasto consenso di cui godeva fino allo
scorso dicembre) adesso fa la faccia brutta. Ma siamo a Carnevale e la sua è una maschera. Aspettiamo la Quaresima e vediamo che panni indosserà.
Gli starebbero bene quelli del penitente che, con il
capo cosparso di cenere, riconosce il suo peccato
politico più grave: essersi mostrato per quello che
non è pur di perpetuare il suo potere, funzione che
né a destra né a sinistra gli chiedevano di assumere.
Da riserva della Repubblica avrebbe fatto migliore
figura, i centristi doc non sarebbero entrati in paranoia e, probabilmente, anche la campagna elettorale sarebbe stata meno concitata priva della sua
equivoca posizione politica.
Gli resta il furore, tuttavia. Che per un compassato docente della Bocconi può essere eccitante come i primi turbamenti sessuali di un adolescente.
ITALIA
Martedì 12 febbraio 2013
17
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::: VERSO LE ELEZIONI
Il vero programma
L’uomo dell’Europa non parla più d’Europa
Monti si presenta come il preferito da Bruxelles. Ma nasconde che l’Ue ci chiede ancora rigore
::: segue dalla prima
GIANLUIGI PARAGONE
.
C’È IL TRUCCO
Il presidente del Consiglio
Mario Monti, 69 anni, si
presenta alle elezioni del
24 e 25 febbraio alla guida
della lista Scelta civica, che
alla Camera è in alleanza
con l’Udc di Pier Ferdinando Casini e Futuro e
libertà di Gianfranco Fini
LaPresse
(...) e dopo aver adottato il suo bravo
cucciolo elettorale.
Si tratta di una frase manifesto per il
Professore, una frase che lo riporta al suo
curriculum, impreziosito da incarichi illustri in Goldman Sachs, nei club Bilderberg e Trilateral e in altre multinazionali.
È vero, a Bruxelles si prendono decisioni importanti. E sono tutte decisioni
che piovono sulla testa dei cittadini, i
quali da tempo sono passati dalla eurosbornia all’eurocrisi. Avrebbe un gran
senso discutere di Europa ma è privo di
senso discuterne nei termini in cui lo
vorrebbe fare Mario Monti, cioè guai a
metterla in discussione. Guai a discutere
quelle decisioni che vengono prese a
Bruxelles. Perché è questo ciò che sta accadendo nel Vecchio Continente: le politiche di austerity ordinate dai tecnocrati hanno messo in ginocchio le economie col risultato di creare solo un danno
produttivo, occupazionale e quindi sociale. Eccola l’Europa che dà le carte e di
cui non si può parlare male. Non è vero,
infatti, che in campagna elettorale non si
parli di Europa: Berlusconi la sua visione
europeista l’ha data (confusa e altalenante, per la verità, ma va ammesso che
l’uomo non si tira indietro quando sono
da individuarne i mali) e pure Beppe
Grillo lo sta facendo arrivando – unico –
a inserire nel programma un referendum consultivo sull’euro e addirittura a
parlare di ritorno a una sovranità monetaria.
Quindi se ne parla eccome: magari
poco nei dibattiti televisivi tradizionali e
molto nella rete dove il fanatismo europeista non attecchisce proprio per la liberissima circolazione di voci e filmati di
segno diverso. Molto cliccati sono i filmati di Nigel Farage contro i vertici
dell’eurocrazia, per esempio. Così come
vanno forte i siti contro l’euro, quali byoblu.com o paolobarnard.info o ancora
goofynomics.com; per non dire delle voci di Loretta Napoleoni, Paolo Becchi,
Emiliano Brancaccio o Nino Galloni tanto per citarne alcune.
Insomma, molto si muove nel panorama alternativo alle tesi di Monti, di
Draghi, della Bce e del Fondo monetario,
tesi che hanno portato alla depressione
dell’eurozona a vantaggio dell’economia tedesca e di pochissimi altri. In Europa è in corso un dibattito assai serrato
sulla moneta unica e sulla sua rigidità, in
Italia questo dibattito è soffocato dalla
propaganda montiana secondo la quale
saremmo finiti come la Grecia.
Ovviamente nulla di tutto questo è vero. È vero invece il contrario e cioè che le
politiche di austerity hanno aggravato le
condizioni economiche e sociali dei cittadini. È vero che l’Europa ha chiusi entrambi gli occhi allorquando venivano
concessi soldi pubblici per ripianare le
banche e di contro si sollevava il divieto
agli aiuti di Stato se qualcuno proponeva
il graffio
il graffio
I bei tempi del ’68
I bei tempi della Dc
«Nel mio cuore resta tantissimo di Enrico Berlinguer». A
dirlo, in un’intervista a Radio
Montecarlo, è il segretario del
Partito democratico, Pier Luigi
Bersani. Foto sue da giovane
con Berlinguer, però, non ce
n’è nemmeno una. E il motivo
lo spiega lo stesso Bersani:
«Non ero nella Fgci, giravo per
un ’68 più aperto, più complicato e anche più musicale...».
Pure lui, come Berlusconi, faceva il cantante sulle navi da
crociera?
Dice Massimo D’Alema: «La legge
elettorale prevede che ci sia chi vince. Noi siamo in corsa per vincere.
Abbiamo detto che non vogliamo
essere autosufficienti, ma vogliamo
vincere le elezioni». «Non possiamo
continuare a parlare di alleanze come se avessimo il sistema proporzionale della prima Repubblica», ha
aggiunto l’ex premier, «il problema
si porrà dopo». Ricapitolando: non
siamo più nella prima Repubblica,
quindi le alleanze saranno decise
dopo il voto. Esattamente come si
faceva nella prima Repubblica.
un finanziamento a favore dei distretti
produttivi in difficoltà. Di esempi del genere ve ne sono diversi ma il dibattito è
chiuso sul nascere; così come è vietato
ricordare la totale mancanza di legittimazione popolare dell’euro e dell’Europa finanziaria. Di cui Mario Monti è portabandiera assoluto.
Domenica scorsa su Repubblica, Federico Rampini raccontava quanto segue: «Per sopravvivere sui mercati mondiali il made in Italy ha urgente bisogno
di un euro più debole: è ormai assodato
anche a Wall Street». E ancora: «Occorre
una svalutazione del 10 per cento rispetto ai livelli attuali». Per chi scrive, questo
concetto è ovvio da tempo. Così come è
ovvio che in una crisi di sistema proseguire oltre con tali politiche è da folli. A
meno che non si voglia coscientemente
tenere in ginocchio il made in Italy.
Monti è disposto a mettere in discussione le sue personali convinzioni? È disposto, lui che è espressione del sistema
finanziario, a confrontarsi con l’economia reale? Al di là dei siparietti elettorali,
la sostanza di quand’era al governo è
ben diversa: il premier nei salotti della finanza, nei capannoni nessuno. Alle
banche in difficoltà soldi soldi e ancora
soldi; agli imprenditori tasse tasse e ancora tasse. E perché tutte queste tasse?
Semplice: per tenere fede ai suoi impegni europei, dal pareggio di bilancio al
fondo salva stati.
Vuole parlare di Europa? Bene, allora
cominciamo da una domanda: perché la
finanza va salvata mentre i distretti produttivi possono saltare per aria come birilli?
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ITALIA
Martedì 12 febbraio 2013
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::: I GUAI DELLA SINISTRA
In aumento furti e truffe
Germania come gli Usa:
«Milano pericolosa»
Pisapia ancora bocciato
Dopo l’allarme del consolato americano, i siti del ministero
degli Esteri di Berlino e Vienna mettono in guardia i turisti
::: DINO BONDAVALLI
 Avrà anche preso in contropiede il sindaco di Milano, Guliano Pisapia, che si è affrettato a
chiedere spiegazioni al console
americano, Kyle R. Scott. Eppure,
l’allarme sulla sicurezza nel capoluogo lombardo, lanciato l’altro
giorno dalla rappresentanza a
stelle e strisce, non è un caso isolato. Anzi. Quella sulle condizioni di
sicurezza dei cittadini stranieri
che per lavoro o turismo devono
recarsi a Milano rappresenta da
qualche mese una preoccupazione diffusa a livello europeo. Tanto
che Germania e Austria hanno
messo in guardia i propri cittadini
sulla presenza crescente della criminalità, con avvisi sui siti internet
dei rispettivi ministeri degli Esteri.
Il primo a lanciare l’allarme, datato ottobre 2012 ma rinnovato ie-
“
 Rischio di furti e
rapine nelle stazioni
Centrale, Cadorna
e Garibaldi
MINISTERO ESTERI
TEDESCO
 Incremento
dei casi di frode
registrato a Milano
e Torino
MINISTERO ESTERI
. AUSTRIACO
GLI RESTA SOLO IL «KAPÒ»
Il sindaco di Milano Giuliano Pisapia
stringe la mano al socialdemocratico
tedesco Martin Schulz Fotogramma
ri, era stato l’Auswärtige Amt, il
ministero degli Esteri tedesco, che
aveva inserito le principali stazioni ferroviarie milanesi nella poco
invidiabile lista dei luoghi ad altro
rischio di furto, scippo o rapina. Al
pari della «linea ferroviaria che
collega l’aeroporto di Fiumicino
alla capitale» e delle linee di autobus in partenza e in arrivo «alla
stazione Centrale di Napoli», le
stazioni Centrale, Cadorna e Garibaldi rappresentano ambienti in
cui basta un attimo di distrazione
per restare vittime di brutte sorprese. Ma a mostrare preoccupazione è anche l’Aussenministerium (Ministero degli Esteri) austriaco, per il quale il pericolo
maggiore arriva «dall’incremento
dei casi di frode registrato recentemente nel Nord Italia, a Milano
e Torino». L’allerta di Vienna riguarda episodi nei quali ai cittadini stranieri, attratti con la prospettiva di fare un buon investimento
immobiliare a Milano, viene chiesta una cospicua caparra la quale,
ça va sans dire, si volatilizza prima
che l’affare vada in porto.
Episodi ben circostanziati,
quindi, come quelli che hanno
spinto il consolato americano a
mettere in guardia i propri connazionali. «Le autorità milanesi hanno recentemente notato un significativo aumento del crimine nelle
aree a Ovest di corso Venezia attraverso parco Sempione fino a
via Domenichino», recita infatti la
lettera che ha mandato su tutte le
furie il sindaco Pisapia.
Una lettera che avrebbe dovuto
far alzare l’attenzione sul fronte sicurezza, tanto più che secondo la
prefettura milanese nel 2012 nel
capoluogo lombardo si è registrato uno scippo, furto con destrezza
o rapina per strada ogni 17 minuti.
E di fronte alla quale il sindaco si è
invece preoccupato solamente di
salvare l’immagine della propria
amministrazione, facendo pressione sul consolato per ottenere il
parziale
ridimensionamento
dell’allarme.
Napoli sotto i rifiuti
La cura De Magistris
fa calare la differenziata
::: PEPPE RINALDI
 Solo chi non conosce le
pirotecniche vicende del De
Magistris magistrato prova meraviglia dinanzi all’attualità del
De Magistris politico. In realtà la
differenza è lieve, quasi impercettibile: le inchieste giudiziarie
in quel di Catanzaro annunciavano la scomparsa del male dalla faccia della Terra, salvo poi
materializzarsi per quel che erano, cioè in nulla; l’attività politica da sindaco esordiva con un
bagaglio di imminenti trasformazioni, rivoluzioni e «scassamenti» vari di Napoli se soltanto
gli avessero accordato fiducia i
cittadini. Andarono in pochissimi alle urne (al ballottaggio votò
circa un terzo degli aventi diritto) ma quella fiducia arrivò. Legittimamente. Per certi versi,
meritatamente.
Oggi è tempo di bilanci e da
ogni dove spuntano resumé di
poco meno di due anni di guida
della città più pazza e complicata - forse - d’Europa. Come il video che gira sulla rete da qualche giorno, realizzato dall’avvocato Raffaele Di Monda, consigliere comunale di opposizione
eletto nelle file del suo movimento (Pin) e candidato alla Camera con Fli.
Si vede «Giggineddu flop» - il
nomignolo originale affibbiatogli in Calabria man mano che le
sue indagini andavano a schian-
tarsi - negli studi di Sky per il
confronto con l’antagonista del
Pdl del tempo, Gianni Lettieri: è
lì che promette di tutto e di più,
manco fosse Silvio Berlusconi. I
rifiuti? Differenziata subito e a
tappeto in tutta la città: la cruda
realtà, invece, racconta di un calo dei livelli percentuali rispetto
agli anni precedenti, la strada è
ancora lunga.
Lavoro e disoccupazione?
Non esattamente quattro milioni di nuovi posti ma qualcosa
che vi si avvicina considerando
che stiamo parlando di Napoli:
mestamente, nel video spuntano i record negativi fissati dalla
statistica che indica proprio in
Napoli la culla della massima disoccupazione raggiunta sin qui.
Qualità della vita? A sentire il De
Magistris politico, Napoli sarebbe diventata di lì a poco una
grande «Edenlandia»: implacabili, scorrono le immagini con i
cartelli delle classifiche della vivibilità nelle città italiane. Inutile dire dove, nonostante un portento come lui, sia andata a collocarsi la metropoli del Sud. E si
potrebbe continuare a lungo. Il
sindaco si impegna, questo sì,
ma sembra girare a vuoto.
L’avvocato Di Monda, interpellato da Libero, sintetizza il
concetto: «Voleva la rivoluzione, la annunciava e l’annuncia
ancora: in realtà è stato solo capace di ingannare i cittadini. Di
lui non si fidano più».
ITALIA
Martedì 12 febbraio 2013
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::: IL BOOM DEI CINQUESTELLE
Il primo studio scientifico sul Movimento
Tutti i problemi dei grillini in Parlamento
Incompetenza, personalismi, niente filtri tra leader e militanti: ecco perché l’exploit potrebbe rivelarsi un flop
::: FRANCESCO BORGONOVO
 Comiziando di fronte alla
folla riunita a Udine, Beppe Grillo
ha pronunciato una frase interessante a proposito di un sondaggio
che vede il Movimento Cinque
stelle assestato intorno al 16%. Riprendiamo il passaggio dall’articolo di John Hooper, corrispondente del quotidiano britannico
Guardian: «“Questo potrebbe essere un vero tsunami. Questi sondaggi... Siamo al doppio di quella
cifra”, ha detto Grillo. Poi, in modo
appena udibile, ha aggiunto:
“Purtroppo”. Uno dei suoi assistenti ha detto: “Vuoi dire purtroppo per gli altri partiti. Ma Grillo non ha risposto». Ecco, quel
«purtroppo» potrebbe essere significativo. Può darsi che si tratti
semplicemente di una battuta,
ma c’è anche il caso che il comico
sia consapevole di quanto l’aspetta dopo le elezioni. Del fatto, cioè,
che sono in arrivo le difficoltà,
quelle vere.
Non si tratta di un’illazione da
giornalisti faziosi, della «macchina della merda» che Beppe intende far combattere dai suoi avvocati («Ci vediamo in Parlamento e
subito dopo in tribunale», ha detto ieri ai giornalisti. «Preparate il
quinto dello stipendio se ne avete
uno»). No, le stesse conclusioni
relative ai problemi che i Cinque
stelle dovranno affrontare emergono dalla lettura di un saggio
molto ben documentato, appena
pubblicato da Il Mulino. Si tratta
di Il partito di Grillo (pp. 244, euro 16) firmato dagli accademici
bolognesi Elisabetta Gualmini e
Piergiorgio Corbetta, rispettivamente presidentessa ed ex direttore dell’Istituto Cattaneo. Non è
un pamphlet, bensì il primo studio scientifico sullo «strano animale politico» grillino, supportato
da indagini su oltre diecimila elettori, al netto dell’ideologia.
Parlando con Libero, Elisabetta
Gualmini conferma la lettura della parabola grillina. Dopo il suc-
il graffio
PIAZZE PIENE
Beppe Grillo a Treviso Ansa
Come Fo
l’ignorante
Dario Fo, Gianroberto
Casaleggio e Beppe
Grillo, nel volume Il
Grillo canta sempre al
tramonto, appena edito
da Chiarelettere, si lanciano in un «dialogo
sull’Italia e il Movimento 5 Stelle» richiamandosi ai classici greci. E
nella prima frase del
prologo, dovuto al Nobel per la Letteratura
(sic) si legge: «Spesso
mi torna in mente un
testo, grottesco e tragico insieme, scritto da
Luciano di Samosata
intorno al I secolo
d.C.». Povero Luciano,
nato, come tutti, ma
proprio tutti i liceali
sanno, attorno al 120
d.C... Più avanti nella
lettura non siamo andati. Ma se il buongiorno si vede dal mattino...
(m.s.k.)
cesso delle Regionali, il comico ha
dimostrato di sottrarre voti al centrodestra. «In quella fase la Lega
era nel pieno del caso Belsito, il Pdl
viveva ancora la decadenza di
Berlusconi, e Grillo ha cominciato
a pescare anche nel loro bacino
elettorale», spiega la professoressa. Ne è seguita una fase di flessione nei sondaggi: «È accaduto
quando lo spazio politico si è
riempito, quando Berlusconi è ridisceso in campo e il centrodestra
si è riorganizzato». Ma ora Beppe
cresce ancora: «E tornato a occhieggiare alla sinistra, e la vicenda Montepaschi sicuramente ha
inciso». Del resto, basta leggere gli
attacchi nei suoi confronti sfornati ogni giorno dall’Unità o dai «rivoluzionari civili» di Ingroia come
il dissidente Favia, che di nuovo
ieri accusava il comico di non aver
preso adeguatamente le distanze
da Casa Pound.
Non è detto che i risultati dei
sondaggi siano confermati
nell’urna, ma se così fosse un bel
numero di sconosciuti sarebbe
catapultato in Parlamento. È il cosiddetto «effetto Scilipoti».
Spiega la Gualmini: «Credo che
gli stessi Grillo e Casaleggio siano
consapevoli del dilettantismo e
dell’impreparazione dei candidati. Da un lato saranno un’opposi-
zione determinata, anche litigiosa, porranno molti problemi. Governare con loro in Parlamento
non sarà facile. Poi c’è la difficoltà
concreta della gestione di un’ondata di eletti. I Cinque stelle non
sono pronti per gestire problemi
di grande portata. Non sono pronti per governare, a loro conviene
stare all’opposizione, per ora».
Altro problema. Secondo i professori bolognesi, quello di Grillo è
a tutti gli effetti un partito. Ma
manca dei quadri intermedi. Da
un lato c’è il leader carismatico,
dall’altro ci sono i militanti e, soprattutto, c’è il tipo di autogoverno che il Movimento si è dato.
Quest’ultimo è «quasi anarchico e
assembleare», dunque «non farà
che alimentare tensioni e problemi organizzativi (già in parte
emersi) che metteranno a rischio
l’integrazione e la tenuta del movimento».
«Il problema è che c’è un leader
carismatico come Grillo», spiega
la Gualmini. «E quando alcune
personalità cominciano ad acquisire rilievo, diventano più visibili e
rivendicano un ruolo, sorgono
tensioni. Il caso Favia è da manuale». Insomma, in Parlamento potrebbe entrare un plotone di illustri sconosciuti. Che accadrà
quando cominceranno a farsi no-
tare e reclameranno più spazio?
«Il dilemma è enorme. Non a caso
una delle regole per candidarsi alle “parlamentarie” era di essersi
già candidati alle elezioni regionali o comunali. E un modo per candidare i meno visibili, che sono
anche i più controllabili. Nel momento in cui la base acquisirà
maggiore indipendenza i problemi di democrazia interna esploderanno. Per questo servono ruoli
intermedi, di gestione».
Oltre all’incompetenza e ai personalismi che potrebbero deflagrare, c’è almeno un altro paio di
note dolenti. Il Movimento Cinque stelle, spiegano i due docenti,
nasce a livello locale. E in campagna elettorale la vicinanza al territorio (Grillo sta battendo l’Italia
piazza su piazza, gli va riconosciuto) paga. Ma il passaggio dai temi
locali a quelli nazionali e internazionali è complesso. «Un conto è
proporre un referendum sull’inceneritore», spiega la Gualmini.
«Un altro è fare un referendum
sull’euro», cosa che richiede ben
altre competenze e una visione
più ampia, anche a lungo termine.
Infine, ci sono i meccanismi decisionali proposti da Grillo, che potrebbero rivelarsi farragginosi. «I
Cinque stelle propongono approcci di democrazia deliberativa,
che talvolta sono stati sperimentati in amministrazioni locali, specie nel mondo anglosassone. Ma
sono esperimenti che si fanno saltuariamente. La democrazia è un
metodo di decisione paradossalmente autoritario, che si basa sulla maggioranza. Già il Parlamento
non brilla per efficienza, figuriamoci se bisognasse mettere in
piedi questi meccanismi».
Grillo cresce, conquista il consenso di piazze e imprenditori.
Vedremo se saprà anche gestirlo.
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ESTERI
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Scoop del «New York Times»
Per risparmiare Obama raffredda l’atomica
Al Discorso sull’Unione il presidente americano annuncerà il taglio di 600 testate nucleari per recuperare 80 miliardi
::: GLAUCO MAGGI
Commento
NEW YORK
 Obama gioca duro con la
difesa nucleare dell’America.
Nel discorso sullo Stato
dell’Unione in programma oggi
martedì 12, anticipa il New York
Times, annuncerà l’intenzione
di ridurre di almeno un terzo
l’arsenale di testate nucleari
americane, dalle 1700 che sono
“attive” adesso, a circa un migliaio. È una accelerazione che
dà sostanza alla gaffe che il presidente aveva fatto all’inizio
della campagna per la rielezione, quando bisbigliò all’allora
presidente russo Dmitri Medvedev, non sapendo di avere il
microfono acceso sulla giacca,
«dì a Putin che quando sarò rieletto avrò maggiore flessibilità».
Mosca, da tempo, aveva
espresso pubblicamente e bellicosamente la sua contrarietà
al piano di difesa missilistica
occidentale, che era stato avviato da George Bush d’accordo
con Polonia e Repubblica Ceka.
Ma Obama non poteva essere
esplicito nella sua volontà di cedimento poiché sarebbe stato
un argomento di polemica elettorale perdente con Mitt Romney, il quale aveva definito la
Russia il «nemico geostrategico
Numero 1».
Così la Casa Bianca aveva
messo la sordina alle trattative
da fare poi con Putin, e intanto
ha covato la sorpresa della
massiccia riduzione delle testate. La sparata di Barack punta a
rivedere gli stessi numeri che
erano stati fissati con la ratifica
del trattato Start alla fine del
2010, che contemplava, insieme ad altri tagli di missili “tradizionali” dalle due parti, un
calo delle testate nucleari americane a quota 1550 entro il
2018.
Obama ha fatto dire ad un
portavoce ufficioso della Casa
Bianca di credere che «noi possiamo fare delle riduzioni piuttosto radicali – e salvare un sacco di soldi – senza compromettere la sicurezza americana durante il secondo mandato. E la
giunta di comando della Forze
Armate si è detta d’accordo su
questa linea».
Dal discorso al Congresso di
oggi non ci si aspettano numeri
precisi da parte di Obama, ma
la definizione di un indirizzo
strategico anti-nucleare. Il pre-
Fase costituente
e nuove elezioni
per la Tunisia
::: ANTONIO PANZERI*
La difesa del web: Obama inviterà le società Usa che controllano Internet a partecipare ad un piano sperimentale governativo. (Ansa)
:::
L’AGENDA DI BARACK
IL DISCORSO AL CONGRESSO
Aumento dei posti di lavoro, maggiore controllo
sull'uso delle armi personali, lotta al surriscaldamento climatico, riforma migratoria: Barack
Obama presenta oggi la sua agenda nel discorso annuale sullo Stato dell'Unione.
sidente sa di non poter ufficialmente rinegoziare il trattato
Start con i russi, perché sarebbe
poi necessaria una nuova ratifica del Senato americano, ostacolo insuperabile poiché serve
una maggioranza dei due terzi,
e perché le recenti scelte del
ministro della Difesa Chuck
Hagel e del direttore della Cia
John Brennan da parte di Obama hanno guastato gravemente i suoi rapporti con il GOP.
L’idea del presidente americano sarebbe invece quella di
raggiungere un’intesa informale con il capo del Kremlino per
una riduzione di testate bilanciata all’interno dei contorni
previsti dal Trattato Start, senza
che sia resa necessaria una
nuova ratifica. Sarebbe un grave atto di sfida al GOP, al quale
il consigliere nazionale della sicurezza Tom Donilon sta già lavorando. Sta infatti preparando
un viaggio a Mosca per marzo,
dove avrà incontri ad alto livello
per mettere le basi di due summit tra Obama e Putin a inizio
estate.
Non è facile capire quanti
soldi potranno essere rispar-
LO STRAPPO SUL NUCLEARE
Secondo il «New York Times», il presidente
utlizzerà il suo messaggio dinanzi al Congresso
per fare un appello anche a un significativo taglio negli arsenali nucleari in tutto il mondo. Gli
Usa dispongono di circa 1.700 testate nucleari
miati dai tagli delle testate, che
sono distribuiti in tre “sedi”: i
silos di terra con i missili terraaria, i missili ospitati sui sottomarini in acque profonde e difficili da rintracciare, i bombardieri nucleari. Alcune stime in-
L’ACCORDO SUI TAGLI
Citando fonti anonime, il quotidiano scrive che
negli ultimi mesi Obama è giunto a un accordo
con l’esercito in base al quale la potenza nucleare statunitense potrebbe essere tagliata di circa
un terzo.
dicano 120 miliardi di dollari in
20 anni, ma fonti vicine a Obama dicono che la sua intenzione è di “accelerare” i tempi, arrivando a 80 miliardi di tagli in
un decennio.
Per rispondere invece ai
NEL DELAWARE
Sparatoria in un tribunale Usa
Tre persone rimangono uccise
Sono tre le persone rimaste uccise, compreso l’uomo che ha
aperto il fuoco, in una sparatoria avvenuta ieri in un tribunale di
Wilmington, in Delaware. Due agenti della polizia sono rimasti
feriti dai colpi che sono stati esplosi, verso le otto del mattino ora
locale, nell’atrio della New Castle County Courthouse.
Secondo la ricostruzione della polizia, un uomo è entrato
nell’edificio, ha estratto una pistola ed ha cominciato a sparare.
Tra le sue due vittime vi sarebbe, riportano i media locali, la sua
ex moglie, ma il portavoce della polizia non ha confermato la notizia. L'uomo è stato poi ucciso dagli agenti che hanno risposto al
fuoco, ha reso noto il sindaco della cittadina, Dennis Williams.
Dopo la sparatoria l’edificio è stato evacuato e sono stati controllati tutti i suoi 12 piani per essere sicuri che non vi fossero altri
armati o altre minacce. La sparatoria è avvenuta nel giorno in
cui il capo della polizia di Wilmington è a Filadelfia per partecipare ad una tavola rotonda sulla violenza e il controllo delle armi presieduta dal vice presidente Joe Biden.
cyber-attacchi che di recente si
sono intensificati contro enti di
servizi pubblici e aziende private Usa (tra cui le testate del New
York Times e del Wall Street
Journal) da parte degli hackers
“di Stato” di Pechino e di Teheran, il presidente ha in serbo un
ordine esecutivo che renderà
noto tra pochi giorni. In pratica,
le società Usa che controllano
“infrastrutture critiche” saranno “invitate” a partecipare ad
un piano sperimentale governativo che è stato programmato per i “contractors” che lavorano per il ministero della Difesa.
La Casa Bianca si impegna a
tenere informati i partecipanti
al piano protettivo delle minacce di attacchi dei nemici cibernetici non appena ne viene a
conoscenza attraverso il lavoro
delle agenzie di intelligence governative. Le compagnie che
non reagiscono adeguatamente agli avvisi di pericolo possono però essere considerate responsabili di eventuali danni, e
ciò rende di fatto inevitabile
l’iscrizione al programma degli
enti e delle società a rischio.
Laurea col trucco?
Il cacciatore tedesco dei «copioni» prende di mira la tesi della Merkel
::: ENZO PIERGIANNI
BERLINO
 Nel mirino di Martin Heidingsfelder è entrata la tesi di laurea di Angela
Merkel. Lui è il più temuto nemico tedesco del furto intellettuale. Le sue indagini
hanno contribuito a smascherare il falso
“sistematico e intenzionale” della tesi di
laurea in filosofia di Annette Schavan,
per questo costretta sabato a dimettersi
da ministro dell’Istruzione del governo
Merkel. Ieri il “dottor poliziotto”, come lo
definisce l’Hamburger Morgenpost, ha
affermato che metterà subito sotto la sua
lente d’ingrandimento anche la tesi di
Johanna Wanka, la nuova ministra
dell’Istruzione, laureata in matematica.
Ma il botto l’ha fatto l’annuncio che
l’inarrestabile Heidingsfelder sta investigando addirittura sulla genuinità del
dottorato della cancelliera che fa tremare
l’Europa.
È tutta farina del suo sacco? Angela
Merkel si è laureata in fisica nel giugno
del 1978 all’università di Lipsia, nella
parte orientale della Germania che
all’epoca era un satellite dell’Unione Sovietica. La sua tesi aveva un titolo molto
complicato per i profani. Tradotto alla
buona, riguardava l’influsso della correlazione spaziale sulla velocità di reazione
di particelle bimolecolari. «Le ricerche
preliminari sono state terminate» - ha dichiarato all’Express il segugio delle contraffazioni accademiche - «Questo tuttavia non vuol dire che non valga la pena di
proseguire su un punto o sull’altro».
Parole tutt’altro che limpide, comunque intriganti. Dicono che gli sia stata offerta una ricompensa con quattro o cinque zeri se riuscirà a trovare scopiazzature nella tesi di laurea di Angela. «Su questo argomento non voglio dire nulla», ha
fatto il misterioso l’ex vice-campione
d’Europa di football americano (nel
1987). E ha fatto il muto anche sull’ammontare della sua parcella per questa indagine eccellente, di cui non vuole svelare i committenti. A settembre sono in calendario le elezioni politiche, con in palio
l’incerta riconferma della Kanzlerin. Il
”ficcanaso” Heidingsfelder è stato un
militante del partito socialdemocratico
(Spd) che adesso vuole mandare a casa la
Merkel. Quanto basta per andarci con le
molle. Heidingsfelder dal novembre del
2011 fa di professione il cacciatore di falsari attraverso il suo sito politplag.de. che
accetta ordini anche dall’estero.
 La mattina del 6 febbraio è stato assassinato in un
agguato di fronte alla sua abitazione Chokri Belaid, segretario generale del Movimento
patriottico democratico e
membro di spicco del Fronte
popolare, che raggruppa 15
movimenti della sinistra d’opposizione tunisina. Questo
evento, su cui si sta cercando
di fare chiarezza, segna un
punto d’arresto per la recente
storia della Tunisia.
Da Tunisi è partita l’ondata
di proteste che si è poi diffusa
ovunque e ha portato il Paese
nel caos. I manifestanti hanno
chiesto le dimissioni del governo e le sedi di Ennahda sono state occupate, in alcuni
casi distrutte e saccheggiate.
Tutti i portavoce dei partiti e il
Presidente tunisino Moncef
Marzouki hanno condannato
l’attentato e anche le forze internazionali si sono unite al
coro. Questo evento, in tutta la
sua drammaticità che sta
avendo pesanti ripercussioni,
ha messo in evidenza un quadro decisamente compromesso della Tunisia. Non si
tratta, semplicemente, di uno
scontro tra forze laiche e forze
religiose ma, piuttosto, di poteri forti ai quali si sono uniti
anche partiti“laici”(la sinistra
moderata di Ettakol e il Congresso per la repubblica) che
in questo periodo di gestione
del Paese non sono stati in
grado di affrontare i problemi
economici, in primis, e quindi
sociali della Tunisia.
L’industria è ferma, il turismo è crollato, l’agricoltura
non dà segnali di ripresa e gli
investimenti si spostano da
un Paese a cui il Fondo Monetario Internazionale sta chiedendo con forza riforme strutturali. Nel frattempo la proposta, avanzata da Hamadi Jebali del partito Ennahda, di formare un governo tecnico è
stata affossata. Così come
l’ipotesi di rimettere in campo
qualche esponente autorevole da un punto di vista politico,
come Rachid Ghannouchi,
per gestire questa fase critica.
In realtà la soluzione più lineare a questa crisi dovrebbe
prevedere la conclusione della fase costituente e il ripristino di un clima disteso per andare a nuove elezioni. È evidente che per mettere in campo questa ipotesi di lavoro è
necessario il sostegno delle
forze internazionali, a partire
dall’Europa, per accompagnare il processo in atto. Sarebbe troppo rischioso ritornare ad una situazione di ingovernabilità, soprattutto in
questa fase di grave recessione economica.
*Eurodeputato del Pd
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ATTUALITÀ
Martedì 12 febbraio 2013
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A Campodarsego (Pd)
Non gli fa credito: spara al direttore di banca
Gravissimo il funzionario ferito dal titolare di un caseificio. Zaia: gesto da condannare ma segno della disperazione
Quindici in manette
Pagavano tangenti
per cancellare
i debiti con Equitalia
::: ROMA
::: ALESSANDRO GONZATO
PADOVA
 Un gesto folle e disperato compiuto dopo che la banca gli aveva chiesto di rinegoziare un fido che l’aveva
portato, assieme ad altri prestiti ricevuti, ad esporsi per circa 300mila euro.
Ieri mattina, poco prima delle 11, Luciano Franceschi, 54 anni, titolare di
un caseificio a Borgoricco - nel Padovano - dopo aver parcheggiato la sua
Fiat Panda a pochi passi dall’ingresso
del Centro Servizi del Credito Cooperativo, a Campodarsego, è salito al secondo piano, è entrato nell’ufficio del
direttore, Pier Luigi Gambarotto, 63
anni, e gli ha sparato due colpi di pistola al torace da pochi centimetri di distanza. Uno dei due proiettili è fuoriuscito dalla schiena, mentre il secondo
è rimasto all’interno del corpo. Il frastuono ha fatto accorrere nella stanza i
dipendenti della banca, e il direttore,
subito trasportato all’ospedale di
Camposampiero, è stato immediatamente sottoposto ad un lungo intervento chirurgico a cui, a seguito di
un’emorragia interna, ne è seguito un
altro. Nel momento in cui scriviamo,
l’uomo, ricoverato nel reparto di rianimazione, è considerato dai medici in
condizioni disperate.
L’aggressore, Luciano Franceschi storico militante venetista rimasto vedovo tre anni fa - dopo aver sparato è
stato scaraventato su una poltrona ed
immobilizzato da quattro impiegati
dell’istituto di credito che hanno chiamato i carabinieri di Campodarsego.
Ma per un quarto d’ora, prima di arrendersi, Franceschi - cui nessuno era
riuscito a strappargli la pistola - aveva
minacciato di compiere una strage.
“
.
Nel tondo, Luciano Franceschi l’imprenditore che
ha sparato al direttore
della banca; sopra, il luogo dell’agguato nel Padovano
 È un gesto non
giustificabile e da
condannare, ma anche
un altro segno di
disperazione, di una
guerra tra poveri. Difendo
lo sportellista, così come
chi lavora a Equitalia, ma
è un segnale che mi fa
molto pensare, perché è
battaglia del popolo nel
popolo
. LUCA ZAIA
RAPTUS DI FOLLIA
«Per portarmi via dovete ammazzarmi» continuava ad urlare ai carabinieri.
Non si sarebbe trattato di un raptus
di follia, bensì di un gesto in qualche
modo premeditato se è vero, com’è
vero, che Luciano Franceschi, sul profilo Facebook, poche ore prima di sparare al direttore della sede centrale
della Banca di Credito Cooperativo,
aveva scritto: «È ora! Armatevi (e non
solo di buona volontà e sacrifico) e seguitemi! E siate spietati! Forse moriremo o forse diventeremo uomini liberi.
Comunque vada, almeno non rimpiangeremo ogni giorno fino al letto di
morte di non averci provato! W San
Marco».
L’uso del verbo alla prima persona
plurale, quasi per identificarsi, in modo delirante, in un piccolo esercito di
rivoltosi, potrebbe tuttavia denunciare una buona dose di disperata mitomania.
Pochi minuti dopo l’accaduto, il governatore del Veneto, il leghista Luca
Zaia, ha parlato di «gesto assolutamente ingiustificabile perché la protesta è giusto che non ci sia ma non si
deve passare alle mani né tanto meno
alle armi» sottolineando poi che l’episodio «è un segno della disperazione»
e di «una guerra tra poveri».
Il presidente regionale di Confcommercio, Massimo Zanon, ha rimarcato i pericoli che oggi vivono i dipendenti ed i funzionari degli istituti di
credito: «Si è passato il segno, ed è innegabile che il clima sia ormai tesissimo. Il gesto compiuto deve far riflettere chi andrà al Governo» ha proseguito Zanon. «Se a pagare il conto di scelte
sbagliate sono sempre gli stessi, dagli
imprenditori al personale dipendente, qualcosa non va e bisogna cambiare rotta da subito».
 Promettevano ai contribuenti vessati
dai debiti la cancellazione delle cartelle esattoriali dalla banca dati di Equitalia. Il tutto
per poche migliaia di euro.
È il giro d’affari ai danni della pubblica
amministrazione che avevano messo su un
funzionario dell’Agenzia delle Entrate di Roma e un suo collaboratore campano.
Sono 15 le persone arrestate dalla Questura di Frosinone e dalla Guardia di Finanza: 4
sono finiti in cella, mentre 11 ai domiciliari.
Una truffa ben organizzata, che ha fruttato ai
responsabili del raggiro oltre 600mila euro e
ha coinvolto decine di «clienti» non solo a
Roma, ma anche a Valmontone, Perugia,
Spoleto, Fara Sabina, Frosinone, Teramo,
Frascati e Zagarolo. L’organizzazione, ai cui
vertici c’erano il funzionario e il suo collaboratore, si avvaleva di una rete di «procacciatori», abili nella ricerca di contribuenti pieni
di debiti ai quali prospettavano la possibilità
di cancellare le cartelle di Equitalia dietro il
pagamento di una somma di denaro, che
ammontava al 20 per cento del debito.
Il truffatore campano comunicava i nominativi e i codici fiscali al suo socio, il quale
cercava le posizioni nei sistemi dell’Agenzia
e illustrava la situazione debitoria al contribuente. A quel punto scattava la richiesta di
denaro necessario per la cancellazione.
Quando il cliente pagava, il funzionario nascondeva dai sistemi la cartella esattoriale e
stampava la ricevuta su cui erano indicate
varie forme di motivazione, come ad esempio «errore sui dati inseriti». L’imprenditore
moroso risultava così ottimo pagatore. La
certificazione, però, era falsa, in quanto la situazione debitoria non veniva affatto eliminata, ma restava attiva nelle banche dati delle Entrate. L’unico a sapere della falsificazione era il funzionario, che creava in realtà
un’estinzione fittizia del debito. L’uomo, calabrese, aveva già chiesto il trasferimento
nella sua terra natale per allontanarsi quando si sarebbe scoperto il trucco. I poliziotti e
i finanzieri, però, l’hanno preceduto.
R.CAV.
Nel Veneto
LA CAMPAGNA CHOC DEL CNA
Un altro suicida per la crisi
Dal 2013 è già la quinta vittima
::: PADOVA
 Ancora un imprenditore
suicida, ancora in Veneto, e ancora a Vigonza, il comune padovano
dove nel dicembre del 2011 si era
tolto la vita Giovanni Schiavon,
sparatosi in testa nel proprio ufficio dopo aver atteso invano per
mesi di riscuotere 200mila euro di
crediti, soldi che vantava nei confronti di clienti sia privati che pubblici.
Il nuovo martire di questa
«mattanza di Stato» si chiama Albino Mazzaro, aveva 54 anni e, col
fratello Claudio, era a capo della
Mazzaro Giulio e C., azienda che
in passato si era fatta strada nella
produzione di componenti per
biciclette e che negli ultimi anni si
era buttata nel settore dell’arredamento.
Da qualche tempo la ditta faticava ad andare avanti, i conti non
tornavano più e la gestione
dell’impresa, tra costi del lavoro
insostenibili, tasse e bollette sempre più salate, era diventata impossibile. Tutte queste difficoltà,
oltre a costringere i vertici
dell’azienda a richiedere la cassa
integrazione per una decina di dipendenti, avevano determinato
un drastico rallentamento della
produzione.
Domenica mattina Albino
Mazzaro ha salutato la moglie per
l’ultima volta ed è uscito dalla sua
casa di Cadoneghe. I familiari, allarmati dopo che l’imprenditore
non si era fatto più sentire per tut-
ta la giornata, verso sera sono
usciti per cercarlo. Fuori
dall’azienda c’era parcheggiata la
Mercedes grigia. Una volta entrati
nello stabile, attorno alle 20, davanti agli occhi dei parenti ecco la
tragedia: Albino s’era impiccato
nello stesso ufficio in cui aveva visto crescere la sua azienda. Se l’è
portato via uno Stato che i professori hanno affossato.
Mazzaro, prima di farla finita,
ha scritto un biglietto disperato,
ritrovato poi dai familiari sulla
scrivania della stanza: «Non ce la
faccio più». Come Giovanni
Schiavon, prima di morire ha voluto far sapere a tutti le motivazioni del suo gesto.
Ieri mattina i pochi dipendenti
che erano riusciti a mantenere il
La campagna del Cna a Reggio: una
donna che tenta il suicidio. Per il Cna i
rischi maggiori sono i mancati pagamenti dello Stato e l’assenza di credito
proprio posto di lavoro non hanno voluto commentare l’accaduto. Chi in paese conosceva Albino, però, parla di un imprenditore dell’ormai ex ricco Nordest terrorizzato dall’idea di dover lasciare a casa altri lavoratori.
Solo pochi giorni prima la provincia di Padova aveva pianto
un’altra vittima della crisi (la
quinta, in Veneto, dall’inizio
dell’anno), un uomo di 44 anni residente a Campo San Martino che
aveva deciso di dire basta all’in-
terno di un capannone di sua proprietà. Il governatore, Luca Zaia,
ha fatto sapere che sono già 395 le
chiamate ricevute dal numero
verde antisuicidi attivato dalla
Regione. «Comporre l’800334343
può voler dire fermarsi prima
dell’irreparabile e mettere le basi
per un nuovo inizio».
Anche Beppe Grillo, ieri a Rovigo per il suo tour elettorale, ha invitato gli imprenditori a tenere
duro e a non togliersi la vita.
«Non si deve ammazzare nes-
suno, non deve dormire in macchina nessuno, dobbiamo essere
comunità» ha detto, «il lavoro
non può essere tutta la tua vita.
Dobbiamo avere una nuova visione, il lavoro ce lo dobbiamo
reinventare, dobbiamo fare scelte
in un arco temporale di 30 anni».
Ma la situazione è drammatica
ovunque, non solo in Veneto. Basti pensare, ad esempio, che la
scorsa settimana era stata Frosinone a pagare il suo tributo alla
disperazione: il direttore responsabile di un’azienda si era impiccato dopo aver perso un appalto.
In una lettera, poco prima di togliersi la vita, aveva scritto di temere sia per il suo futuro che per
quello del figlio.
A.GON.
ATTUALITÀ
Martedì 12 febbraio 2013
23
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Napoli, uomo investe
e dà fuoco alla moglie
Ha inseguito la moglie e l’ha
investita con l’auto prima di
cospargerla di benzina e darle fuoco: è la sequenza subita
da una cinquantenne, ieri a
Napoli. Secondo quanto ricostruito, la donna stava andando a lavoro quando il
marito l’ha inseguita e investita procurandole delle lesioni. Ad assistere alla scena
alcun passanti che, però, sono stati rassicurati dall’uomo. Che li ha convinti di non
averla investita intenzionalmente e che l’avrebbe portata in ospedale. Ed invece,
pochi metri più in là, l’ha fatta scendere dall’auto tirandola per i capelli, l’ha cosparsa di benzina e le ha dato fuoco. La donna è in pericolo di
vita.
Maltempo annunciato
La «nevicata perfetta»
blocca Tir e aerei
I camionisti s’infuriano
Roma, ragazza incinta
accoltellata dall’ex
È in pericolo di vita la ragazza
romana di 23 anni, incinta,
accoltellata dall’ex fidanzato
dopo una discussione. Il padre della ragazza ha cercato
di difenderla, ma è stato colpito al fianco dall’aggressore, che si è poi scagliato sulla
ex ferendola prima al fianco
e facendola poi cadere in terra. Dopo ha sferrato contro
di lei un altro colpo con il
coltello al torace. La vittima
si è trascinata in terra fino
all’appartamento di un vicino, che ha chiamato i carabinieri. Padre e figlia sono
stati trasportati in ospedale,
mentre i militari del Radiomobile hanno rintracciato e
bloccato l’aggressore.
Nord imbiancato, scuole chiuse a Genova e Parma, a Milano invito
a non usare l’auto. I trasportatori: bastava organizzarsi meglio
::: ALESSANDRO DELL’ORTO
 Il bello dei primi fiocchi aria di vacanza, bianco, buonumore -, ma poi i disagi. Come
per ogni nevicata, anche se ampiamente annunciata tipo questa, ci si lascia trasportare
dall’emozione. Per poi fare i
conti, però, con i problemi pratici. Viabilità, ghiaccio, freddo.
L’Italia - l’Italia tutta: Torino,
Milano, Genova, Firenze e pure
certe zone della Sardegna (fino
a 30 centimetri) - ieri mattina si
è svegliata imbiancata e così è
restata fino a notte, preparandosi al momento peggiore. Cioè
oggi. Sì, perché secondo le previsioni del centro Epson meteo
continuerà a nevicare in pianura al Nordovest (alto Piemonte,
Lombardia occidentale ed entroterra ligure), mentre si attendono forti temporali su Lazio,
.
RITORNO DI GELO. E OGGI SI REPLICA
A causa della neve ieri, oltre a essere stato bloccato il traffico dei
mezzi pesanti, sono stati registrati ritardi e cancellazioni negli
aeroporti, soprattutto sulla tratta Milano-Roma (in altro, l’aeroporto di Linate). Nel capoluogo lombardo (qui a destra un
tram imbiancato) il Comune ha invtato i cittadini a lasciare a
casa l’auto. Secondo le previsioni, la nevicata potrebbe proseguire anche nella mattinata di oggi [Ansa]
Campania e Sicilia e a Venezia è
attesa una marea eccezionalmente alta, che potrebbe addirittura superare la quota dei 140
cm. Tradotto, la perturbazione
si sposterà gradualmente verso
il meridione, per poi allontanarsi definitivamente solo alla
fine di giovedì. E intanto le temperature massime tenderanno
ad aumentare, mentre nelle
prossime notti le minime scenderanno sottozero favorendo la
::: STEFANO RE
 La Corte europea dei diritti umani
ha respinto il ricorso del governo Monti
contro la sentenza dello scorso agosto che
aveva bocciato la legge 40 sulla fecondazione assistita. Lo rendono noto gli avvocati Filomena Gallo e Nicolò Paoletti, rispettivamente Segretario dell’associazione Luca Coscioni e difensore della coppia
da cui era partito il ricorso. «Con la bocciatura del ricorso del governo», proseguono,
«la legge 40 dovrà essere adeguata alla
Carta europea dei diritti dell’Uomo, come
previsto dalla sentenza della stessa Corte
lo scorso 28 agosto, prevedendo l’accesso
alle tecniche di fecondazione medicalmente assistita anche per le coppie fertili
portatrici di patologie trasmissibili ai figli».
Attualmente, sostengono Gallo e Paoletti,
«solo le coppie infertili hanno accesso a
trattamenti di procreazione medicalmente assistita e possono chiedere di conoscere lo stato di salute dell’embrione. Da oggi
anche a tante coppie fertili sarà possibile
accedere a queste tecniche e non trasmettere gravi malattie di cui esse sono portatrici. Così è stata eliminata una dolorosa
discriminazione nell’accesso alle cure».
formazione di ghiaccio al suolo
in molte zone del Centronord.
Ma se la viabilità ferroviaria
non ha subito grandi problemi,
(il traffico dei treni ieri è stato
pressoché regolare: solo alcuni
regionali sono stati ridotti in
Toscana e in Liguria), i guai
maggiori sono da registrare per
il traffico degli automezzi con il
blocco autostradale dei Tir (che
ha scatenato la protesta dei camionisti: «Se è vero che la pru-
Pizzo per festa Carnevale
In manette due giovani
denza è un pregio, l’eccesso di
prudenza è sicuramente negativo, se non addirittura nefasto», hanno accusato Confartigianato Trasporti, Fita/Cna e
Fai Piemonte) e per gli aerei:
voli ridotti o ritardati all’aeroporto di Fiumicino e tagli sulla
tratta Fiumicino-Milano Linate.
Il maltempo si trasferirà gradualmente al sud, ma intanto
ha provocato i maggiori disagi
al nord. Il Comune di Milano ha
fatto appello a usare i mezzi
pubblici (la Prefettura ha emanato il divieto di circolazione
per i mezzi pesanti e ci sono circa 200 volontari della Provincia
operativi sul territorio per fronteggiare l’emergenza), mentre
in Liguria sono state chiuse le
scuole e a Parma (per la precisione a Baganzolino) è stato
trovato morto un senzatetto,
stroncato dal gelo.
La sentenza della Corte dei diritti umani
La Ue riscrive la fecondazione assistita
Bocciato il ricorso del governo sulla legge 40. Pd e Sel: va rifatta. Dubbi nel Pdl
:::
LE NORME
VIETATA L’ETEROLOGA
Sì alla procreazione assistita solo «qualora non siano disponibili metodologie alternative» per rimuovere sterilità o infertilità. Vieta la fecondazione eterologa
NO A SINGLE E POST MORTEM
È aperta alle coppie maggiorenni di sesso
diverso, sposate o conviventi, viventi. No
a single e fecondazione post mortem
NO A CLONAZIONE UMANA
Vietate la sperimentazione su embrioni e
la clonazione umana. La sentenza della
Corte Costituzionale (maggio 2009) fissa
l’autonomia del medico nello stabilire il
numero di embrioni da impiantare (non
più limitato a tre) e il ricorso al congelamento di quegli embrioni «non impiantati
per scelta medica»
A questo punto, secondo il senatore del
Partito democratico Ignazio Marino, possibile ministro della Salute in un ipotetico
governo Bersani, «la legge 40 è da riscrivere». Stessa cosa dice in un tweet il leader di
Sel, Nichi Vendola: «Il governo dei tecnici
e dei conservatori avrebbe dovuto evitare
di fare ricorso. Ora da governo centrosinistra una nuova legge di civiltà, moderna,
giusta, umana».
Richiesta di segno opposto arriva al governo Monti da parte del Pdl. Eugenia
Roccella, ex sottosegretario alla Salute,
che corre in ticket con Francesco Storace
per le regionali del Lazio, sostiene che «il
ministro Renato Balduzzi può comunque
ancora emanare le linee guida sulla legge
40 che erano state elaborate dal precedente governo, e che ha tenuto nel cassetto per un intero anno, in ritardo rispetto ai
termini previsti dalla legge stessa. In quel-
le linee guida, infatti, sono richiamati i criteri già presenti nella legge 40, in cui si afferma che ogni indagine clinica su ciascun embrione deve essere “volta alla tutela della salute e allo sviluppo dell’embrione stesso”».
Secondo Roccella «è evidente che effettuare una diagnosi sull’embrione per
scartarlo non vuol dire “tutelarne la salute
e lo sviluppo”. Il ministro Livia Turco
emanò le linee guida dopo la fine del suo
governo e addirittura dopo le successive
elezioni: il ministro Balduzzi ha dunque
ancora tempo per emanare un provvedimento che permetterebbe agli operatori
di lavorare rispettando la legge e secondo
disposizioni chiare». Balduzzi e il governo
Monti, conclude Roccella, «devono decidere se comportarsi come Ponzio Pilato, e
lavarsene le mani, o affrontare con chiarezza il nodo dell’eugenetica».
A Grammichele, nel catanese, i carabinieri hanno arrestato due giovani, di 18 e 19
anni, che avrebbero chiesto
un pizzo di 200 euro all’organizzatore di una festa di
Carnevale e a un suo rifiuto
prima gli avrebbero danneggiato l’auto, poi avrebbero
aggredito lui e un amico della vittima intervenuto in sua
difesa. L’aggressione è avvenuta la notte fra sabato e domenica scorsa nel bel mezzo
della festa. I due giovani si
sono poi rivolti in maniera
irriguardosa nei confronti
dei carabinieri che li hanno
poi arrestati.
24
Martedì 12 febbraio 2013
Mercato Azionario
AZIONI
A
PREZZO
VAR% PREZZO
CHIUSURA SU PR. RIF. MED. PON.
MINIMO
2010/2011
MASSIMO
2010/2011
VAR% PR.UF.
DAL 30/12/10
ACEA
ACEGAS-APS
ACOTEL GROUP
ACQUE POTABILI
ACSM-AGAM
AEDES
AEDES 09-2014 W
AEFFE
AEGON
AEROPORTO DI FIRENZE
AGEAS
AHOLD KON
AICON
AION RENEWABLES
ALCATEL-LUCENT
ALERION
ALLIANZ
AMBROMOBIL 14 W
AMPLIFON
ANSALDO STS
ANTICHI PELLETTIERI
ARENA
ASCOPIAVE
ASTALDI
ASTM
ATLANTIA
AUTOGRILL
AUTOS MERIDIONALI
AXA
AZIMUT
A2A
4,668
5,775
25,21
0,7575
0,6715
0,057
0,0053
0,6755
4,782
10,28
24,1
11,01
0,122
0,7105
1,273
4
101,8
4,032
7,525
0,1657
0,0051
1,185
5,38
8,31
13,31
9,195
16,5
13,21
12,61
0,4688
2,14
-0,09
-1,43
-0,67
1,43
1,49
0,1
-0,21
1,94
2,3
0,87
-1,19
-0,78
-0,4
-0,66
-0,42
-1,92
-1,09
-2,98
-2,24
-0,82
-1,13
-0,54
-0,3
3,49
4,6429
5,7838
24,8939
0,7577
0,6845
0,0574
0,0054
0,674
4,781
10,202
24,3649
11,0399
0,122
0,7069
1,2805
4,0208
102,5093
4,0551
7,5332
0,1632
0,0051
1,1881
5,43
8,4398
13,3015
9,2385
16,41
13,1625
12,5733
0,4648
4,548
5,515
23,47
0,741
0,621
0,0546
0,0052
0,5635
4,68
9,96
22,98
9,305
0,122
0,525
1,074
3,708
101,8
3,56
7,025
0,1657
0,0051
1,185
5,19
7,795
13,28
8,57
16,4
13,05
11,16
0,444
4,83
5,93
27,61
0,795
0,71
0,0719
0,007
0,705
5,12
10,5
24,76
11,01
0,122
0,804
1,325
4,05
108,2
4,048
7,68
0,1893
0,0059
1,309
5,71
8,56
14,14
9,45
17
13,86
12,95
0,5005
-0,68
4,71
6,37
-4,11
5,75
-5
-14,52
19,88
0,25
0,69
4,87
18,32
35,33
18,53
7,24
-5,91
4,4
4,15
-7,79
-12,07
-7,57
3,36
6,61
-5,87
2,97
-2,71
-3,93
12,59
1,38
27/12/12
09/07/12
26/05/03
02/05/06
21/05/12
07/05/07
07/05/07
18/05/09
25/04/08
07/05/12
30/04/12
19/04/12
B CARIGE
B CARIGE RSP
B DESIO BRIA RNC
B DESIO E BRIANZA
B IFIS
B INTERMOBILIARE
B M.PASCHI SIENA
B P DI SONDRIO
B P EMILIA ROMAGNA
B POP ETRURIA E LAZIO
B POP MILANO
B POP SPOLETO
B PROFILO
B SANTANDER
B SARDEGNA RSP
BANCA GENERALI
BANCO POPOLARE
BASF
BASICNET
BASTOGI
BAYER
BB BIOTECH
B&C SPEAKERS
BCA FINNAT
BE
BEGHELLI
BENI STABILI
BEST UNION COMPANY
BIALETTI INDUSTRIE
BIANCAMANO
BIESSE
BIOERA
BMW
BNP PARIBAS
BOERO
BOLZONI
BON FERRARESI
BORGOSESIA
BORGOSESIA RSP
BPM 09-13 W
BREMBO
BRIOSCHI
BRUNELLO CUCINELLI
BUZZI UNICEM
BUZZI UNICEM RSP
0,7275 -1,69
1,296 -0,15
2,106
1,06
2,108
1,44
6,795 -0,73
1,95
0,21
0,2446
0,58
5,16
-0,1
6,17
2,49
0,5385
2,47
0,5415
4,34
2,482
2,14
0,26 -1,14
5,9 -1,01
7,74
-1,9
14,24
1,42
1,41
0,71
71,85 -0,48
1,53 -1,29
0,851 -3,35
70,05 -1,34
78,65 -0,94
3,41
0,29
0,28
0,2106
5,14
0,388
0,49
0,4742 -2,55
0,925
0,2432 -0,73
0,664 -1,19
2,688
1,82
0,2586 -0,35
72,4 -0,96
44,78
0,13
20,9
2,65
3,52
38,3 -0,34
0,8105
0,25
1,14
0,026 -15,03
9,94 -0,25
0,0955
2,14
14,91 -1,91
10,62 -0,28
5,285 -1,31
0,7338
1,3007
2,1091
2,094
6,7447
1,95
0,2403
5,1549
6,1364
0,5396
0,5424
2,5077
0,2584
5,9114
7,7907
14,2604
1,4085
71,8556
1,5258
0,8505
70,5057
79,1145
3,478
0,2777
0,2132
0,3874
0,4793
0,9035
0,2457
0,6629
2,6887
0,2511
72,6379
44,741
20,8952
2,6687
38,179
0,7914
1,14
0,0255
9,9687
0,0947
14,9931
10,6476
5,293
0,723
1,255
1,96
2,05
5,635
1,885
0,2208
4,6
5,545
0,524
0,4654
1,687
0,2518
5,7
7,3
13,12
1,307
71
1,385
0,84
70,05
73,5
2,998
0,2723
0,1709
0,366
0,4626
0,87
0,193
0,66
2,49
0,2465
71,75
43,71
18,67
2,024
37
0,7215
0,97
0,026
9,74
0,0854
13,39
10,21
5,1
0,888
1,398
2,176
2,36
6,94
2,17
0,3
5,485
6,5
0,657
0,542
3,03
0,272
6,74
7,975
14,72
1,563
75,8
1,691
0,927
76
79,4
3,45
0,2995
0,2206
0,4305
0,52
0,995
0,267
0,742
2,858
0,28
75,85
47,78
21
2,65
39,64
0,8265
1,25
0,1216
10,5
0,1021
15,3
11,35
5,44
-7,68
3,27
7,45
2,83
20,48
-0,51
4,66
12,17
10,97
-2,62
16,35
44,3
2,97
-5,68
6,03
8,54
7,88
-1,71
9,29
-0,47
-2,37
7,01
11,51
2,83
23,23
6,01
1,76
6,08
24,85
-1,92
7,95
-7,54
-4,55
0,97
1,51
28,39
3,51
7,21
17,53
-78,62
0,45
11,83
10,44
-1,12
0,67
21/05/12
21/05/12
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18/06/12
CAD IT
CAIRO COMMUNICATION
CALEFFI
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CALTAGIRONE EDITORE
CAMFIN
CAMPARI
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CARRARO
CARREFOUR
CATTOLICA ASSICURAZIONI
CDC
CELL THERAPEUTICS
CEMBRE
CEMENTIR HOLDING
CENTRALE DEL LATTE TO
CHL
CIA
CICCOLELLA
CIR
CLASS EDITORI
COBRA
COFIDE
COGEME SET
CONAFI PRESTITO’
CR BERGAMASCO
CR VALTELLINESE
CREDEM
CREDIT AGRICOLE
CRESPI
CREVAL 2014 W
CSP INTERNATIONAL
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DAIMLER
DAMIANI
D’AMICO
DANIELI & C
DANIELI & C RSP
DANONE
DATALOGIC
DEA CAPITAL
DELCLIMA
DE’LONGHI
DEUTSCHE BANK
DEUTSCHE TELEKOM
DIASORIN
DIGITAL BROS
DMAIL GROUP
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B
C
D
E
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PREZZO
VAR% PREZZO
CHIUSURA SU PR. RIF. MED. PON.
MINIMO
2010/2011
MASSIMO
2010/2011
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DATA
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37,6
EI TOWERS
EL EN
ELICA
EMAK
ENEL
ENEL GREEN POWER
ENERVIT
ENGINEERING
ENI
E.ON
ERG
ERGYCAPIT 16 W
ERGYCAPITAL
ESPRESSO
ESPRINET
EUKEDOS
EUROTECH
EXOR
EXOR PRV
EXOR RSP
EXPRIVIA
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16
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FALCK RENEWABLES
FIAT
FIAT INDUSTRIAL
FIDIA
FIERA MILANO
FINMECCANICA
FIRST CAPITAL 2013 W
FNM
FONDIARIA SAI
FONDIARIA SAI RSP
FONDIARIA SAI RSP B
FRANCE TELECOM SA
FULLSIX
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F
G
GABETTI
GABETTI 13 W
GAS PLUS
GDF SUEZ
GEFRAN
GEMINA
GEMINA RSP
GENERALI
GEOX
H
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04/06/12
1.678,7
I GRANDI VIAGGI
IGD
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IL SOLE 24 ORE
IMA
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IMPREGILO RSP
INDESIT
INDESIT RSP
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INTERPUMP
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INTESA SANPAOLO RSP
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ITALCEMENTI RSP
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ITALMOBILIARE RSP
IVS GROUP
0,3649
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0,8
-2,48
-1,21
-6,5
-0,6
-1,5
-0,34
5,96
0,41
0,52
-0,09
1,61
-0,49
1,31
-0,66
-0,81
-
0,3656
0,8243
0,6151
16,1667
0,5261
4,0137
13,9192
5,6456
5,6893
1,4168
6,9281
0,3496
0,371
0,4312
5,8015
1,3865
1,1677
0,0474
1,4529
0,5797
2,1988
1,3927
4,4484
2,3014
15,0144
9,7797
6,9
0,362
0,82
0,531
14,6
0,455
3,61
12,68
5,4
5,31
1,41
6,82
0,331
0,3605
0,404
5,55
1,367
1,113
0,0395
1,337
0,48
2,14
1,184
4,102
2,182
13,1
8,1
6,95
0,412
0,93
0,7
16,25
0,5885
4,032
13,95
6,975
6,86
1,65
7,81
0,369
0,3949
0,5135
5,91
1,525
1,258
0,05
1,474
0,578
2,344
1,501
4,9
2,496
16,34
11,13
7,8
-6,41
-1,2
14,88
11,3
15,9
11,25
7,64
-11,53
0,71
-8,8
-5,48
4,59
2,74
3,64
-1,53
0,22
5,21
19,4
3,63
20,42
1,38
16,93
-0,23
4,98
14,12
20,86
-10,26
07/04/08
21/05/12
21/05/12
28/04/08
28/05/12
21/05/12
21/05/12
21/05/12
21/05/12
21/05/12
16,4
270,6
270,6
26,4
598,5
181,9
1.616,3
22,5
645,6
2,9
33,7
14.212,7
119,6
16,3
2,8
631,5
21.361,1
1.091,9
6,1
41
683
38,6
11
784,6
244,6
331,6
160
272,7
JUVENTUS FC
0,2168
0,88
0,2164
0,213
0,2188
1,12
04/11/02
218,5
1,465
1,18
17,2
5,83
1,3175
1,1808
1,033
0,85
1,465
1,595
41,82
38,82
21/05/12
31,2
38,5
LA DORIA
LANDI RENZO
LAZIO S.S.
L’OREAL
LOTTOMATICA
LUXOTTICA GROUP
LVENTURE GROUP
LVMH
1,69
1,519
0,4571
109,4
18,2
33,3
0,1454
131,5
-0,53
-0,26
2,37
0,55
0,05
-0,06
19,97
-1,35
1,6856
1,5187
0,454
109,4091
18,1742
33,2859
0,1454
131,8488
1,68
1,495
0,445
104,5
17,59
31,91
0,0499
131,5
1,711
1,646
0,539
113,8
18,52
34,39
0,35
142
-1,05
1,4
-0,41
1,96
3,47
3,61
165,33
-7,33
23/05/11
23/05/11
52,4
170,9
31
65.904
3.138,7
15.777,9
1,5
64.426,8
MAIRE TECNIMONT
MARCOLIN
MARR
M&C
MEDIACONTECH
MEDIASET
MEDIOBANCA
MEDIOLANUM
MERIDIANA FLY
MERIDIE
MID INDUSTRY CAPITAL
MILANO ASS
MILANO ASS RSP
MITTEL
MOLMED
MONDADORI
MONDO TV
MONRIF
MONTEFIBRE
MONTEFIBRE RSP
MOVIEMAX
MUNICH RE
MUTUIONLINE
0,3849
4,246
8,215
0,1699
1,36
1,87
5,27
4,43
0,725
0,0913
5,935
0,4016
0,436
1,399
0,4186
1,116
0,68
0,2715
0,1017
0,1889
0,0904
136
3,08
0,34
0,92
-0,06
-2,72
-0,74
2,63
1,61
-1,76
5,55
-0,08
-1,79
-1,56
-1,2
0,05
1,27
2,87
1,19
1,89
4,15
-2,09
-0,9
0,3833
4,2467
8,1785
0,1685
1,3682
1,8757
5,2351
4,4087
0,7364
0,0891
5,935
0,4023
0,4349
1,4131
0,4206
1,1167
0,7008
0,2637
0,0994
0,1889
0,0905
136
3,0802
0,3802
4,202
7,97
0,1699
1,318
1,645
4,856
3,944
0,565
0,0741
5,43
0,3237
0,3719
1,323
0,4015
1,102
0,5905
0,2681
0,0682
0,1765
0,0817
132
3,02
0,4785
4,246
8,4
0,1849
1,65
2,018
5,595
4,714
1,2
0,1
6,85
0,43
0,4487
1,416
0,4546
1,293
0,687
0,294
0,1059
0,1926
0,0957
139
3,316
-8,14
0,14
3,07
-0,64
2,41
13,68
8,53
11,87
28,32
23,21
-13,36
24,07
17,24
3,71
-3,79
-2,96
15,16
-1,24
49,12
2,5
10,65
-2,16
-6,84
16/05/11
30/04/12
02/07/12
NICE
NOEMALIFE
NOKIA CORPORATION
NOVA RE
2,65
3,3
3,066
0,78
0,3
0,2
-
2,668
3,3214
3,088
0,8112
2,65
2,924
2,88
0,78
2,87
3,552
3,486
0,9975
-0,9
8,55
-1,03
-21,8
28/05/12
04/05/12
04/06/07
307,4
20,5
11.653,7
10,5
OLIDATA
0,294
1,38
0,2937
0,2668
0,319
9,38
10/05/04
10
PANARIAGROUP
PARMALAT
PARMALAT 2015 W
PHILIPS
PIAGGIO
PIERREL
PININFARINA
PIQUADRO
1,19
1,756
0,75
22,58
2,022
0,81
3,022
1,641
1,45
-0,79
-1,51
-1,44
-0,39
-0,8
-0,98
-2,26
1,1787
1,7585
0,7559
22,5611
2,0134
0,812
3,0324
1,6675
1,088
1,753
0,75
20,25
1,971
0,6695
3,012
1,612
1,195
1,885
0,881
23,4
2,242
1,1
3,396
1,779
9,38
-1,46
-2,47
10,15
-2,98
20,99
-0,72
1,8
11/05/09
18/06/12
18/06/12
02/05/12
14/05/12
54
3.093,8
3.093,8
21.957,1
751,8
13,3
91,2
82,1
HERA
I
J
K
KINEXIA
K.R.ENERGY
L
M
N
O
P
14/08/08
09/05/11
09/05/11
07/05/12
18/06/12
18/06/12
18/06/01
07/05/12
18/06/12
28/05/12
02/02/09
21/05/12
21/05/12
06/06/11
06/06/11
27/04/12
21/05/12
21/05/12
29/04/02
29/11/12
22/04/02
21/05/12
19/11/12
19/11/12
11/05/09
26/04/10
26/04/10
28/02/11
23/05/11
28/02/05
22/05/06
20/05/02
19/05/03
27/04/12
07/05/12
23/05/05
30/07/12
124,1
263,8
546,5
80,6
25,2
2.208,9
4.538,2
3.253,1
77,1
4,7
25
739,9
44,7
123
88,1
275
18
40,7
13,2
4,9
1,9
28.070,9
121,7
Titoli di stato
FTSE Mib
Titolo
AZIONI
DIVIDENDO CAPITALIZZAZIONE
DATA
(MLN/EURO)
Rif. in
ANSALDO STS
7,525
ATLANTIA
13,31
AUTOGRILL
9,195
AZIMUT
12,61
A2A
0,4688
B M.PASCHI SIENA
0,2446
B P EMILIA ROMAGNA
6,17
B POP MILANO
0,5415
BANCO POPOLARE
1,41
BUZZI UNICEM
10,62
CAMPARI
5,65
DIASORIN
27,12
ENEL
2,952
ENEL GREEN POWER
1,448
ENI
17,31
EXOR
21,98
FIAT
4,418
FIAT INDUSTRIAL
9,625
FINMECCANICA
4,762
GENERALI
13,22
IMPREGILO
4,016
INTESA SANPAOLO
1,378
LOTTOMATICA
18,2
LUXOTTICA GROUP
33,3
MEDIASET
1,87
MEDIOBANCA
5,27
MEDIOLANUM
4,43
PARMALAT
1,756
PIRELLI E C.
8,93
PRYSMIAN
15,38
SAIPEM
21,04
SALVATORE FERRAGAMO 19,4
SNAM
3,548
STMICROELECTRONICS
6,305
TELECOM ITALIA
0,641
TENARIS
14,76
TERNA
3,154
TOD’S
100,3
UBI BANCA
3,6
UNICREDIT
4,34
Var.% Titolo
-0,66
-0,82
-1,13
3,49
0,58
2,49
4,34
0,71
-0,28
-1,14
-2,41
0,14
-0,69
0,64
-1,82
-0,31
0,04
-0,75
-0,4
-1,5
0,05
-0,06
-0,74
2,63
1,61
-0,79
0,11
-0,19
-2
-0,21
-0,06
-0,79
-3,54
-0,94
0,38
-0,99
-0,99
-1
Ren. Titolo
BOT
99,964
99,998
99,989
99,976
99,956
99,938
99,931
99,875
99,845
99,78
99,704
99,7
99,616
99,549
99,415
99,301
99,215
99,05
0,18
0,16
0,15
0,16
0,25
0,3
0,33
0,39
0,45
0,54
0,62
0,67
0,76
0,8
0,87
0,91
0,96
1,05
BTP
BTP 15.04.2013 4,25%
BTP 01.06.2013 2%
BTP 1.8.2013 4,25%
BTP 01.11.2013 2,25%
BTP 15.12.2013 3,75%
BTP 01.04.2014 3%
BTP 01.06.2014 3,5%
BTP 01.07.2014 4,25%
BTP 1.8.2014 4,25%
BTP 15.11.2014 6%
BTP 1.2.2015 4,25%
BTP 01.03.2015 2,5%
BTP 15.04.2015 3%
BTP 15.06.2015 3%
BTP 15.07.2015 4,5%
PREZZO
VAR% PREZZO
CHIUSURA SU PR. RIF. MED. PON.
PIRELLI E C.
PIRELLI E C. RSP
POLIGRAFICA S.FAUSTINO
POLIGRAFICI EDITORIALE
POLTRONA FRAU
PPR
PRAMAC
PRELIOS
PREMAFIN
PREMUDA
PRIMA IND 2013 W
PRIMA INDUSTRIE
PRYSMIAN
100,651
100,402
101,563
100,848
102,194
101,9
102,561
103,716
103,843
107,417
104,53
101
101,88
101,84
105,14
0,34
0,56
0,84
1
1,07
1,32
1,46
1,48
1,55
1,7
1,88
2
2,14
2,22
2,32
Ultima rilev.
BTP 1.8.2015 3,75%
BTP 01.11.2015 3%
BTP 01.12.2015 2,75%
BTP 15.04.2016 3,75%
BTP 1.08.2016 3,75%
BTP 15.09.2016 4,75%
BTP 01.02.2017 4%
BTP 01.05.2017 4,75%
BTP 01.06.2017 4,75%
BTP 1.8.2017 5,25%
BTP 01.11.2017 3,50%
BTP 01.02.2018 4,5%
BTP 01.08.2018 4,5%
BTP 1.2.2019 4,25%
BTP 01.03.2019 4,5%
BTP 01.09.2019 4,25%
BTP 1.2.2020 4,5%
BTP 01.03.2020 4,25%
BTP 01.09.2020 4%
BTP 01.03.2021 3,75%
BTP 1.8.2021 3,75%
BTP 01.09.2021 4,75%
BTP 1,3,2022 5%
BTP 01.09.2022 5,5%
BTP 01.11.2022 5,5%
BTP 01.08.2023 4,75%
BTP 15.09.2023 2,6%
BTP 1.11.2023 9%
BTP 01.03.2025 5%
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BTP 1.11.2026 7,25%
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BTP 01.09.2028 4,75%
BTP 1.11.2029 5,25
BTP 01.05.2031 6%
BTP 1.2.2033 5,75%
103,3
101,63
100,9
103,73
103,55
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103,99
106,43
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108,61
100,95
105,49
105,06
103,34
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103,31
104,12
102,48
100,7
98,76
98,56
104,41
105,1
107,96
107,58
101,86
96,34
136,26
103,07
98,7
123,66
116,45
98,75
102,97
111,69
108,69
Ren. Titolo
2,35
2,37
2,44
2,53
2,68
2,77
2,96
3,16
3,19
3,22
3,32
3,35
3,5
3,66
3,7
3,74
3,87
3,9
3,93
3,98
4
4,17
4,35
4,52
4,59
4,59
3,06
4,72
4,76
4,73
4,98
5,05
4,95
5,09
5,13
5,16
Ultima rilev.
VAR% PR.UF.
DAL 30/12/10
8,59
5,71
3,944
0,2567
0,97
141,6
0,1868
0,081
0,133
0,2352
1,224
9,15
15,1
9,73
6,3
6,325
0,2818
1,044
161,7
0,1868
0,094
0,249
0,28
1,49
9,86
16,35
0,62
4,43
26,9
-4,87
5,76
12,64
0,99
33,31
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-2,29
5,16
-
21/05/12
21/05/12
08/05/00
21/05/07
26/05/08
02/05/12
30/06/08
21/04/08
26/05/08
20/06/11
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-
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4,92
R
R GINORI 2013 W
RATTI
RCF GROUP
RCS MEDIAGROUP
RCS MEDIAGROUP RSP
RDB
RECORDATI
RENAULT
RENO DE MEDICI
REPLY
RETELIT
RETELIT 08-13 W
RICCHETTI
RICHARD GINORI 1735
RISANAMENTO
ROMA A.S.
ROSSS
RWE
S
SABAF
SADI SERVIZI INDUSTR
SAES GETTERS
SAES GETTERS RSP
SAFILO GROUP
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SEAT PAGINE GIALLE
SEAT PAGINE GIALLE RSP
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SINTESI
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SOCIETE GENERALE
SOGEFI
SOL
SOPAF
SORIN
STEFANEL
STEFANEL RSP
STMICROELECTRONICS
T
TAMBURI
TAMBURI 2013 W
TAS
TELECOM ITALIA
TELECOM ITALIA RSP
TELECOM ITALIA MEDIA
TELECOM ITALIA MEDIA RSP
TELEFONICA
TENARIS
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TERNIENERGIA
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TISCALI
TISCALI 14 W
TOD’S
TOTAL
TREVI
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U
UAI 2011-2015 W
UBI BANCA
UNI LAND
UNICREDIT
UNICREDIT RSP
UNILEVER
UNIPOL
UNIPOL P
UNIPOL P 2013 W
UNIPOL 2013 W
V
VALSOIA
VIANINI INDUSTRIA
VIANINI LAVORI
VITTORIA ASS
VIVENDI
W
W COMPAGNIA DELLA RUOTA 2017
W MER FLY 13
W PRIMI SUI MOTORI 2015
WARR D’AMICO 12-16
WARR IVS GROUP
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WARR SESA
DIVIDENDO CAPITALIZZAZIONE
DATA
(MLN/EURO)
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18/02/13
Y
YOOX
Z
ZIGNAGO VETRO
ZUCCHI
ZUCCHI RSP
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1650.7
31
330.07
333.69
333.69
1280.78
247.91
244.98
244.96
244.96
244.44
320.21
1 SETT.
2 SETT.
3 SETT.
1 MESE
2 MESI
3 MESI
4 MESI
5 MESI
6 MESI
7 MESI
8 MESI
9 MESI
10 MESI
11 MESI
12 MESI
360
365
0.082
0.091
0.102
0.121
0.176
0.227
0.276
0.326
0.371
0.409
0.451
0.491
0.532
0.571
0.606
0.083
0.092
0.103
0.123
0.178
0.23
0.28
0.331
0.376
0.415
0.457
0.498
0.539
0.579
0.614
Cross rates
CTZ
CTZ 30.04.2013
CTZ 30.09.2013
CTZ 31.01.2014
CTZ 30.05.2014
CTZ 30.09.2014
CTZ 31.12.2014
BTP INDICIZZATI
BTPI 15.9.2014 2,15%
BTP IT 26.03.2016 2,25%
BTP IT 11.06.2016
BTPI 15.09.2016 2,1%
BTP IT 22.10.2016
BTPI 15.9.2017 2,10%
BTPI 15.09.2018 1,7%
BTPI 15.09.2019 2,35%
BTPI 15.9.2021 2,1%
BTPI 15.9.2026 3,1%
BTPI 15.9.2035 2,35%
Euro
Gran
Bretagna Giappone Svizzera Danimarca Canada Norvegia Svezia
USA
1,000
1,172
0,799
0,813
0,134
0,741
0,136
0,117
0,747
G. Bretagna 0,854
1,000
0,682
0,694
0,114
0,633
0,116
0,100
0,637
1,018
0,168
0,927
0,170
0,146
93,436
Euro
Giappone
125,120 146,595 100,000
Svizzera
1,229
1,440
0,983
1,000
0,165
0,911
0,167
0,143
0,918
Danimarca
7,462
8,743
5,964
6,069
10,000
5,530
1,011
0,870
5,572
Canada
1,349
1,581
1,078
1,098
0,181
1,000
0,183
0,157
1,008
Norvegia
7,380
8,646
5,898
6,002
0,989
5,469
10,000
0,861
5,511
Svezia
8,575
10,047
6,854
6,975
1,149
6,355
1,162
10,000
6,404
Usa
1,339
1,569
1,070
1,089
0,179
0,992
0,181
0,156
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Gli indici
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Borsa Londra-FTSE 100
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Petrolio - al barile
3.650,58
+0,03%
Euro/Dollaro
1,3391
-0,26%
+0,13%
117,37 $
La carta in crisi
Il «Corriere» si ribella ai tagli Rcs
Piano sanguinoso della società editoriale: via 800 persone e 10 periodici. Addio alla sede di via Solferino
ma il quotidiano e il direttore De Bortoli non ci stanno. Il management si riduce lo stipendio del 10%
 Come trent’anni fa il gruppo Rcs- e nella misura del 10%. Potrebbe essere
Corriere della Sera lotta per la sopravvi- solo l’inizio. Tanto più che il bisturi non
venza. Allora era stata la Loggia P2 a dis- risparmia nemmeno i quotidiani: setsanguare il palazzo di via Solferino. Oggi tanta prepensionamenti al Corsera e 30
solo un miracolo impedirà che venga in- alla Gazzetta. Stavolta senza discrezioghiottito dalla crisi. La bandiera viene nalità volontaria: chi ha maturato i reammainata. La vendita della storica sede quisiti va a casa. Piaccia o no.
del Corriere della Sera fa parte del proLa divisione periodici rottamata. Sogramma di ristrutturazione presentato pravvivono solo tre testate (Oggi, il Monieri ai sindacati dall’amministratore de- do e Amica). Via tutto il resto a comincialegato Pietro Scott Jovane. Un inaspri- re da marchi storici come Novella 2000,
mento rispetto al piano industriale pre- Visto e tutta la sezione enigmistica. Fuori
sentato il 19 dicembre. Allora si parlava anche A con il salvacondotto a Maria Lasolo della cessione di
tella a Io Donna. Per i
un’ala dello stabile lagiornali da chiudere soIL PIANO
sciando il resto nella dilo una flebile speranza:
sponibilità delle redatrovare un compratore.
zioni del Corsera e della
Una
conclusione
ESUBERI
Gazzetta. Ora, invece,
sanguinosa per una viDegli ottocento esuberi antutti a Crescenzago, pecenda sconclusionata:
nunciati da Rcs ai sindacati,
600 sono in Italia e 200 in Spariferia est di Milano
già da anni sarebbe stagna.
nella vecchia sede Rizto necessario intervenizoli recentemente rire per chiudere la partiINDEBITAMENTO
strutturata da Renzo
ta con perdite e debiti.
Con gli esuberi annunciati il
Piano. La risposta dei
Le irresolutezze del rafgruppo editoriale, gravato da
giornalisti è stata una
finato salotto che espriun indebitamento finanziario
infuocata assemblea e
me la proprietà ha rindi circa 900 milioni di euro, taglia del 14% la sua forza lavoro
solo le dimissioni del
viato ogni decisione. Il
(l'ultimo dato disponibile, del
Papa hanno impedito
2012 chiuso con una
30 settembre scorso, parla di
lo sciopero immediato.
perdita record: a set5.740 dipendenti).
Perchè in fondo il
tembre, nonostante la
destino del mattone è
vendita di Flammarion,
IL TAGLIO DEI PERIODICI
solo l’omaggio al rituaera di 380 milioni. Il
Tra i periodici che vanno inlismo, anche se i redat2013 si annucia gelido
contro alla vendita o chiusura,
ci sono «A», «Max» e «Bravatori sono pronti a diquanto la neve che imcasa». A fronte del taglio dei
fendere lo storico indibianca Milano. Servodipendenti e delle cessioni i
rizzo come fosse Fort
no 400 milioni. Forse di
vertici del gruppo editoriale
Apache. A guidarli lo
più. Chi li mette? Mario
hanno annunciato una ridustesso Ferruccio de
Greco (Generali) e Carzione del 10% del loro stipenBortoli, direttore del
dio.
lo Cimbri (Unipol-Sai)
Corriere della Sera che
hanno altro cui pensaal trasferimento si è sempre opposto. Ma re. Della Edison, ormai francese, nemad aprile il suo contratto scade e, secon- meno parlarne. Marchionne ne farebbe
do le indiscrezioni, c’è già Mario Cala- volentieri a meno (anche se al Corriere
bresi che alla Stampa si prepara a fare gli non c’è più Massimo Mucchetti). Mescatoloni per Milano.
diobanca ha un po’ di problemi. L’unico
È chiaro, però, che il problema non è il seriamente interessato è Giovanni Bazomattone. I palazzi vanno e vengono e il li visto che Banca Intesa è la principale
Corriere quello stabile l’aveva già vendu- creditrice. Basterà? Fuori dalla porta Roto una volta (pur tenendolo in affitto). La telli e Della Valle. Sono gli unici ad avere i
parte sanguinosa è l’altra. Su cinquemila soldi e voglia di spenderli. Probabilmendipendenti 800 devono andare a casa: te saranno chiamati all’appello. Il Corse650 in Italia e 150 in Spagna dove, co- ra, come sempre nella sua storia, acmunque, solo l’anno scorso sono state compagnerà con il passaggio di propriemandate a casa 350 persone. Gli stipendi tà l’apertura din una nuova fase politica.
N. SUN.
tagliati: per il momento solo ai manager
ALTRI INTERROGATORI PER MPS
:::
Commento
Ora il faro tedesco
si accende su Bpm
::: NINO SUNSERI
:::
Bersani «ordina» a Profumo:
«Fa causa alle banche straniere»
«Mi auguro, penso, che la nuova amministrazione di Monte dei
Paschi possa provare a rivalersi sulle banche d’affari che eventualmente avessero combinato con il vecchio management interventi per cui con i derivati si sono coperti dei buchi». Lo affermaPierLuigiBersani,leaderdel Pd.«Setoccasseamegovernare e una banca d’affari facesse uno scherzo del genere avrebbe finito di lavorare in Italia». Intanto sono ripresi ieri alla Procura di
Siena gli interrogatori degli indagati nell’ambito dell’inchiesta
sull’acquisizione di Antonveneta da parte di Mps. Ieri è stato
sentito l’ex vicedirettore generale Marco Morelli. Nella foto, l’at. tuale numero uno Mps, Alessandro Profumo[Ansa]
 Corre il titolo Banca Popolare di Milano.
Anzi vola. Ieri ancora il 4,34% dopo essere stata
bloccata perché aveva superato il limite di velocità imposto dalle autorità di mercato. Il propellente è rappresentato dalle voci di imminente
trasformazione in società per azioni. Voci ricorrenti anche se al momento difficili da concretizzare. Stando ai conteggi il presidente Andrea
Bonomi non ha ancora i numeri per ottenere il
cambio di Statuto. In proposito un paio di considerazioni.
La prima è di ordine generale. La Borsa corre
nella convinzione che la trasformazione in società per azione sia un ricostituente delle quotazioni. Un po’ di memoria dovrebbe spingere alla prudenza. Anche l’Antonveneta era una popolare così come l’Agricola Mantovana. Entrambe finite in Mps. Valore ben poco. Seconda
considerazione: mai si era visto un libro soci così misterioso come l’attuale di Bpm. Ci sono le
società estere che fanno capo ad Andrea Bonomi titolari dell’8,6%. Il secondo azionista, sempre con l’8,6%, è ancora più oscuro: Time & Life
del finanziere italo-inglese a Raffaele Mincione.
La società è basata nelle isole del Canale, paradiso fiscale collocato sulla Manica. Chi c’è dietro? Chissà.
Più sotto un’altra intestazione fiduciaria: Dimensional Fund Advisors Lp titolare del 2,5%.
Visto che parliamo di banche non sarebbe opportuno avere un po’ di chiarezza? Già con Mps
un po’ di polvere ha sporcato Banca d’Italia.
D’ora in poi trasparenza non sarà mai troppa.
Soprattutto interrogandosi sul finale di partita.
Tranne Credit Mutuel gli altri grandi soci puntano al capital gain. Cercano un compratore. Probabilmente in Germania visti i collegamenti di
Bonomi: ha venduto Ducati all’Audi e in Aston
Martin monterà motori Mercedes. Una banca
che ha il nome Milano in ditta in mani straniere,
probabilmente tedesche. È questo il meglio per
l’Italia? Il Mezzogiorno è in crisi anche per l’assenza di banche locali. L’Italia diventerà il Sud
della Germania? Speriamo proprio di no.
Caso Saipem
Cinque voli giornalieri
Scaroni: «Non ho motivi per dimettermi»
EasyJet: Linate-Fiumicino a prezzi stracciati
 «Abbiamo chiarito la nostra estraneità ai
fatti, non c'e nessuna ragione per dimettersi».
Così l’ad di Eni, Paolo Scaroni, rispondendo alle
domande dei giornalisti a margine del suo intervento al Summit inaugurale “Italy meets United
States of America”.
Durante il convegno Scaroni ha sottolineato
come «L’Europa è l’anello debole, guadagnamo
nel resto del mondo». «Eni è una grande economia mondiale, siamo presenti ovunque ci siano
idrocarburi e come la maggioranza delle compagnie petrolifere stiamo performando bene: stiamo perdendo soldi solo in Europa e in Italia
mentre guadagnamo nel resto del mondo», ha
detto.
::: CLAUDIO ANTONELLI
«Una forte leadership» questo «è ciò di cui ha
bisogno l’Italia». Così l’ad di Eni, Paolo Scaroni,
rispondendo a una domanda sulla percezione
della situazione e sugli eventuali rischi del fare
business in Italia. «Tutti, in Italia e in Europa - ha
detto Scaroni - «sappiamo cosa fare: c’è bisogno
di leadership per “vendere” al meglio il nostro
paese». «Ne ha bisogno l’Italia e ne hanno bisogno tanti altri paesi», ha osservato l’ad Eni sottolineando anche l’importanza della flessibilità per
la creazione di posti di lavoro.
«Oggi l’Italia è piena di piccole e medie aziende orientate all’export che stanno facendo bene,
con risultati che nel 2012 sono stati addirittura
migliori del 2011».
 L’ultima tratta d’Europa in monopolio si apre
alla concorrenza il prossimo 25 marzo. EasyJet volerà
infatti da Linate a Fiumicino al prezzo minimo di
29,75 euro. Si tratta di 5 collegamenti quotidiani, in
entrambe le direzioni, collocati nella prima fascia del
mattino e nell’ultima del pomeriggio-sera e prezzi
accessibili a tutti. Quattro slot arrivano direttamente
da Alitalia che li ha dovuti lasciare liberi dopo la decisione dell’Antitrust e il quinto è stato sottratto a Londra Gatwick. La clientela business potrà contare su
servizi “su misura”. Le tariffe Flexi, disponibili sul sito
a partire da 90,5 euro, che permettono di cambiare la
data di partenza del volo gratuitamente, e che inclu-
dono tutti i servizi per rendere più veloce e comoda
l’esperienza di viaggio, varchi di sicurezza dedicati,
imbarco prioritario e posti premium a bordo. La novità mira a fare concorrenza diretta ad Alitalia tanto
che la compagnia low cost ha annunciato una applicazione mobile per smartphone dedicata e in grado
di consentire una prenotazione in meno di un minuto. Inoltre i clienti business potranno acquistare per
180 euro una card che consente l’accesso ai varchi
dedicati. Esattamente i fast track di Alitalia. «La liberalizzazione» , ha dichiarato Frances Ouseley, direttore Italia di EasyJet, «manda un segnale di apertura a
quegli operatori che, come noi, vogliono investire in
Italia». Ora resta da capire quale nuova concorrenza
riusciranno a fare i treni veloci.
26
Martedì 12 febbraio 2013
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A tu per tu
di MATTIAS MAINIERO
::: le lettere
[email protected]
Le lettere via e-mail vanno inviate sottolineando nell’oggetto: “lettere”. Via posta vanno indirizzate a: Libero - viale L. Majno 42 - 20129 Milano; via fax al n. 02.999.66.264.
VERSO IL VOTO/1
Cresci,
Giorgia.
Cresci
Giorgia Meloni si vergogna del Pdl e
arrossisce. Ci sono i meloni estivi e
quelli invernali. Ci sono i meloni
bianchi e quelli gialli. Mai ci sono
stati i meloni rossi.
Luigi Flaiano
e.mail
Devo correggerla, caro Flaiano:
i meloni rossi ci sono, eccome
se ci sono. Meloni alla Pecoraro
Scanio, ex ministro delle Politiche agricole (governo Amato
II) e dell’Ambiente (Prodi II):
verdi fuori e rossi dentro. E poi
c’è il melone Giorgia, specialità
della Garbatella, quartiere romano: nacque nero, poi divenne grigio, poi azzurro, poi di
nuovo grigio con qualche venatura di nero. Melone multicolore diplomato all’istituto
professionale alberghiero Amerigo Vespucci che non arrossì
neppure un poco quando nel
2008, per volontà di Berlusconi
e del Pdl, a soli 31 anni, divenne
ministro della Gioventù. Non
arrossì quando, dobbiamo presumere sinceramente, dichiarò:
«Le leggi ad personam sono
delle leggi che Berlusconi ha
fatto per se stesso. Ma sono
leggi perfettamente giuste».
Non arrossì quando propose la
nomina del suo vicepresidente
in Azione Giovani a direttore
generale
dell’Agenzia nazionale per i giovani
(proposta
lecita,
ma secondo alcuni
in puro stile vecchia politica). Non
arrossì, non espresse
particolari
dissensi,
non si lamentò, non disse
nulla e supinamente accettò
quando era presidente del movimento politico giovanile del
Pdl. Allora andava tutto bene.
Ora no. Ora il melone Giorgia
fonda il suo movimento, però si
apparenta con il Pdl per sfruttare la legge elettorale, che non
le piace, ed essere rieletta. E
questo non la fa arrossire neanche un poco. Certi meloni, maturando troppo, diventano meno commestibili.
P.S. Mi viene in mente una
dichiarazione della Meloni di
qualche anno fa: «È vitale far
capire ai ragazzi che chi si impasticca dalla mattina alla sera
non è un vincente, ma un mezzo fallito». Dalla mattina alla
sera è troppo. Evidentemente,
per il melone Giorgia, basta una
sola volta. Preferibilmente in
campagna elettorale. Altra dichiarazione: «Sono lunatica. Mi
arrabbio molto facilmente, grido. Dico molte parolacce ma mi
so controllare». Si controlla tra
una parolaccia e l’altra. Cresci,
Giorgia. Cresci.
[email protected]
segui la rubrica anche su
www.
gna elettorale è facile, addirittura banale, reperire fondi
per abbattere il debito pubblico, finanziare scuola, pensioni, sanità, welfare, imprese,
far ripartire l'economia, senza
mettere le mani nelle tasche
degli italiani - «basta privatizzare questo, tagliare le spese
pubbliche inutili, vendere quel
bene dello Stato...» -, mentre
dopo vengono richiesti sacrifici ulteriori, versando gli ultimi spiccioli in tasse o facendo debiti per pagarle?
Claudio Iona
e.mail
I dilemmi di Monti
in Lombardia
La capolista di Monti alla Camera per la Lombardia (Borletti
Buitoni) invita a non votare il
capolista di Monti al Senato per
la Lombardia (Albertini) nella
sua veste di presidente della
Lombardia (mayday mayday
abbiamo un problema!)... e
Monti che dice? Monti non ha
niente da dire. Fantastico! Per
la capolista di Monti alla Camera votare il capolista di Monti al Senato significherebbe
(inaudito!) correre il rischio di
far perdere il candidato presidente alla Lombardia di
Pd-Sel e compagni... Aaah!
Adesso sì che tutto è chiaro,
anzi «chiarissimo»! Come dice
invariabilmente la Gruber
quando vuole interrompere
l’esponente di area politica avversa alla sua mentre sta dicendo qualcosa di efficace che
può far presa sugli ascoltatori.
Paola Sassi
e.mail
BERSANI
Premio Nobel
per la banalità
Per Berlusconi
l’ultima chance
Un famoso detto dice che il
ferro va battuto finché è caldo.
Questo è il momento del Pdl: se
Berlusconi e i suoi continuano
a ricordare tutti i giorni agli
italiani che la vittoria del Pdl
dona agli italiani oltre all’abolizione dell’Imu sulla prima casa, il condono fiscale ed edilizio, non c’è alcun dubbio, la
vittoria del Pdl è assicurata.
Questa volta però le promesse
vanno mantenute e realizzate
alla svelta, al massimo entro i
famosi cento giorni, diversamente il Pdl perderebbe definitivamente quella credibilità,
che con fatica il Cav. Berlusconi
ha recuperato.
Antonio De Iorgi
e.mail
MONTI/1
Mario
e il baratro
VERSO IL VOTO/3
Quante promesse
in questo periodo
La domanda è sempre la stessa:
«Perché?». Perché i politici in
campagna elettorale sembrano
ragionare come fanno i cittadini dotati di un minimo di
buon senso e dopo se ne dimenticano? Perché in campa-
MONTI/2
Il curriculum
del Professore
Ormai è lampante: Monti è un
politicuzzo acido e incapace a
livello di un Fini(to) e di un
Casini. Ma come professore a
che livello è? Quale disciplina
ha insegnato? Quali sono le sue
pubblicazioni? Wikipedia non
riporta neppure un opuscolo,
una dispensa, un appunto!
Renato Nicodemo
Nocera Inferiore (Sa)
TASSE/1
Pier Luigi Bersani mi ricorda il
tifoso, pseudo-intenditore di
calcio, che al bar dello sport dà
lezioni a tutti criticando giocatori, allenatori e presidenti.
Quando parla, tutti l’ascoltano
in religioso silenzio e ogni
parola pronunciata con prosopopea è una colata di grasso.
Ultimamente abbiamo saputo
dal segretario del Pd che vince
chi arriva primo. Questa affermazione fa ridere anche chi
non ha voglia di ridere ed ha
lasciato perplessi anche i suoi
sostenitori. Con questa scoperta sensazionale potrà candidarsi al premio Nobel per le
banalità.
Giancarlo Testi
e.mail
VERSO IL VOTO/2
manda in coma irreversibile e
poi gli somministra l’aspirina.
Roberto Brambilla
e.mail
Critiche assurde
alle idee leghiste
Nel tentativo di recuperare in
Lombardia, dove lo schieramento Monti-Bersani è in ritardo su Maroni, Pd e centrini
si affannano a criticare la Lega
riguardo alla proposta di trattenere in Regione il 75% delle
tasse pagate dai lombardi. Ma
coloro che sostengono che la
Lega è egoista, questi soloni
della solidarietà... degli altri, in
nome di quella solidarietà sarebbero pronti ad accettare di
pagare più tasse a sostegno
dell'Europa? Perché questo è
esattamente quello che succederebbe se nella prossima
legislatura al governo tornassero gli amici della Merkel...
Fabio Scarpellini
e.mail
TASSE/2
Non se ne può più. La faccia di
tolla degli esponenti sinistri è
davvero senza limiti. Ogni
giorno, sui media, non perdono occasione per favoleggiare che Monti ci ha salvato
dal baratro. Tasse e disoccupazione record, debito pubblico e Pil disastrosi, recessione e crollo dei consumi,
povertà e malcontento generalizzati, chiusura di decine di
migliaia di piccole-medie
aziende, perdita giornaliera di
centinaia di posti di lavoro,
innumerevoli suicidi per disperazione, le spaventose conseguenze nazionali causate dal
nefasto operare del professore
bocconiano. Che ricorda quel
bravo medico che, per curare il
suo indifeso paziente, prima lo
Rendere l’Imu
atto di giustizia
Rendere il maltolto non è comprare voti: è ripristinare la giustizia ed il rispetto dei sacrifici
delle famiglie.
Moreno Sgarallino
e.mail
TAGLI
Il taglio dei costi della pubblica
amministrazione non fa parte
dei proclami elettorali, risulterebbe un autogol per i signori
candidati. Migliaia di circoscrizioni, oltre ottomila comu-
DISTRIBUTORE PER L’ITALIA E L’ESTERO
DIRETTORE RESPONSABILE
Maurizio Belpietro
VICE DIRETTORI
Massimo de’ Manzoni (vicario) - Franco Bechis
Fausto Carioti - Pietro Senaldi
DIRETTORE GENERALE
Stefano Cecchetti
STAMPA
LITOSUD SRL - Via Aldo Moro 2 - Pessano con Bornago (Mi)
CENTRO SERVIZI EDITORIALI Srl - Via del Lavoro, 18 - Grisignano (Vi)
MODELLI
Einaudi-De Gasperi
coppia da riscoprire
Occorre che il Pdl e tutte le
forze politiche di centro-destra
lottino per difendere strenuamente i valori cattolici e in
particolare i valori della famiglia. Il pensiero di Alcide De
Gasperi e di Luigi Einaudi rimane sempre attuale poiché
consente sia di lavorare per
ottenere una società libera più
giusta e umana, sia per consentire la rinascita economica
dell’Italia, sia per impedire che
gli uomini e legittimi eredi di
coloro che volevano far diventare l’Italia un Paese satellite dell’Urss e a sovranità
limitata, si impossessino del
potere.
Remo Roncati
e.mail
MPS/1
A Siena
scandalo silenziato
Mentre ai tempi di Fiorito, o per
le vicende del Bunga Bunga,
c’era un fiorire di intercettazioni, articoli, dichiarazioni, per
il Monte dei Paschi che in ogni
caso ha voluto dire soldi regalati ad una banca spagnola
(se non ci sarà di peggio) ed uno
sputtanamento verso il mondo
della nostra classe dirigente
bancaria, si assiste ad uno
smorzare generale di giuste critiche e preoccupazioni, come se
il fatto criminoso non fosse
ascrivibile a nessuno...
Oscar Fenu
e.mail
MPS/2
Ora la sinistra
ha poco da ridere
Nessuno parla
dei costi dello Stato
PRESS-DI Distribuzione Stampa e Multimedia Srl
ni, oltre cento province, oltre
venti regioni... Un continuo voto di scambio e giro di poltrone
da far venire i brividi ad un
pinguino... Mandiamo a casa
questo esercito di improduttivi!
Stefano Ruggeri
Terni
Mps. Mai più sarcasmo! Mi
piacerebbe, ma non sono troppo ottimista, che dopo lo scoppio del bubbone Montepaschi,
certi personaggi che rappresentano la sinistra, cancellino
dal loro viso quell’odiosa
EDITORIALE LIBERO S.r.l. - Società Unipersonale
SEDE LEGALE: Viale Luigi Majno, 42 - 20129 Milano
CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE
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ISSN 1591-0423
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Contributi diretti legge 7 agosto 1990 n. 250
n° 36 anno XLVIII
Registrazione: n° 8/64 del 22/12/1964 - Tribunale di Bolzano
La tiratura di martedì 12 febbraio 2013
è di 163.984 copie
Martedì 12 febbraio 2013
27
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Vi invitiamo a scrivere lettere brevi. La redazione si riserva il diritto di tagliare o sintetizzare i testi.
Posta prioritaria
di MARIO GIORDANO
Una campagna elettorale bestiale
Caro Giordano, il Pd e Monti hanno improntato la
loro campagna elettorale denigrando sempre il
Cavaliere, ma loro sanno benissimo che ciò di cui
parla Silvio Berlusconi è veramente quello di cui
ha bisogno il Paese…
Graziella Saieva – via mail
Caro Giordano, le promesse di Silvio Berlusconi
iniziano a essere sempre più variopinte. Maggiore
è la vicinanza con la tornata elettorale, più il
Cavaliere le spara grosse…
Fabrizio Vinci – Messina
espressione sarcastica. La loro
sbandierata superiorità morale
ha subìto un manrovescio. Se
avessero un minimo di dignità
se ne starebbero quatti, quatti,
con le orecchie abbassate.
Luisa Ricchi
Bologna
ticamente, come esportare una
trasmissione dal terzo canale
di mamma Rai, «Che tempo
che fa», al primo canale, facendo passare il tutto per il
Festival della canzone Italiana.
Che cosa ci si può aspettare di
nuovo a parte il nulla? Ma
allora basterà prendere quel
meraviglioso oggetto chiamato
telecomando e provare la meravigliosa sensazione di esplorare decine di canali digitali, o
più semplicemente spegnere la
televisione.
Nicoletta Piazzi
San Giorgio di Piano (Bo)
LE NOSTRE AZIENDE
Inchieste
e crolli di Borsa
Indagano i vertici di Finmeccanica e il titolo crolla in Borsa.
Indagano i vertici dell’Ilva e
l’Ilva sta quasi per chiudere,
indagano Eni e il titolo crolla...
Mentre noi litighiamo di politica qualcuno ci sta depredando con l’aiuto della magistratura.
Renato Mancini
Fiuminata (Mc)
Ho messo insieme queste due lettere perché dimostrano che anche tra i lettori di
Libero il dibattito è aperto. Del resto, si sa,
la campagna elettorale è un po’ come il
gelato: ognuno sceglie il suo gusto preferito. A me per esempio fragola-pistacchio
non è mai piaciuto. E nemmeno, se devo
essere sincero, mi piace il tono che ha preso
il dibattito, fra insulti, polemiche sterili e
soprattutto tanti cani. Persino il professor
Monti che fino a qualche settimana fa parlava solo di spread e economia, ora compare nei salotti tv con un cucciolo in braccio. Berlusconi ovviamente non disdegna
una carezza al cagnolino elettorale, poi però quando Bersani lo provoca col giaguaro
da smacchiare, il Cav risponde: troverà un
leone, Monti si mette in mezzo con i camaleonti da rendere trasparenti, naturalmente c’è un Grillo che impazza e intanto
sui giornali si apre il dibattito sul gatto di
sione della democrazia di un
anno e più?
Aldo Castellari
e.mail
A MILANO
Lavavetri
aggressivi
SANREMO/2
Era meglio
un rinvio
SANREMO/1
La tentazione
di cambiare canale
Ci risiamo, anche quest’anno è
arrivato il Festival di Sanremo
con tutto quello che ne consegue oltre alle canzoni: le polemiche sui soldi spesi per pagare gli ospiti, i cantanti esclusi
che straparlano, le critiche, ecc.
Poi c’è la conduzione: Fabio
Fazio e Luciana Littizzetto. Pra-
Oscar Giannino e sulla sua pipì in redazione. Miao, bau, cra cra e cip cip: e nessuno
dica che la campagna elettorale non è una
cosa bestiale. In mezzo a tante bestie, spuntano i soliti pollai. Comizi pochi, talk show
tanti. E poi spot con i nipotini, spot con i
bambini, gite allo Juventus Stadium, dibattiti su Balotelli, Messi al Bettola Footbal
Club, candidati infantili, candidati sprezzanti, candidati con la birra, candidati senza birra, candidati senza birra ma con 150
sigarette al giorno, cazzate, controcazzate,
minestre riscaldate, sedie spazzolate, tagli
alle tasse, incentivi alle imprese, soldi per
giovani, scuole, ospedali, Imu da rimborsare, Irpef da abbassare, Mmp, il festival di
Siena e quello di Sanremo. Alla fine, infatti,
la campagna elettorale scatena l’ultima
polemica: quella sulla rassegna canora nazionalpopolare. In fondo è inevitabile: si sa
che anche lì ci sono tanti cani…
Caro direttore, penso che sarebbe stato più logico spostare
il prossimo Festival di Sanremo
di due settimane, mantenendo
tutta l’organizzazione, ma facendola slittare a favore di
queste elezioni, che hanno una
grande importanza per lo stato
di crisi del nostro Paese. Non
sarebbe stato un gran problema. Nell’ordine delle priorità, sarebbe anzi stata una
decisione lapalissiana. Infatti
sono più importanti le canzonette o è più importante un
governo del Paese eletto dai
cittadini, dopo una sospen-
Abito in un paese in provincia
di Bergamo, ma spesso vengo a
Milano a trovare vecchi amici o
per partecipare ad eventi culturali. Mi è comodo entrare in
città con l’automobile venendo
da viale Forlanini. Vent’anni fa
abitavo in quella zona e mi
ricordo i primi lavavetri abusivi
appostati al semaforo: erano
nordafricani, un po’ molesti,
ma, se opponevi un deciso
rifiuto alle loro attenzioni, ti
lasciavano in pace. Da un po’
di tempo in qua ci sono invece
zingari con le loro donne. A
differenza di qualche innocuo
marocchino, tunisino ecc.,
questi sono aggressivi e prepotenti, e se non sottostai alle
loro pretese, inveiscono e minacciano. L’ultima volta che ci
sono passato ho dovuto compiere una manovra azzardata,
saltando un semaforo rosso,
per evitarli. Spero che non mi
arrivi una multa. Forze dell’ordine? Nessuno in vista.
Giancarlo Moruzzi
Bolgare (Bg)
NORD: residue precipitazioni, ancora nevose al mattino sulle pianure centro-occidentali. Asciutto ovunque entro sera ma con foschie e nubi basse in pianura. Temperature in ascesa, massime tra 2
e 7.
CENTRO: instabile con acquazzoni sparsi, specie sul NO della Toscana e sull'Abruzzo, maggiori schiarite altrove; neve tra 500 e 900m.
Temperature in rialzo, massime tra 5 e 10.
SUD: maltempo con piogge e temporali diffusi, specie sul basso
Tirreno; neve oltre 900-1300m. Temperature in lieve calo, massime
tra 8 e 13.
SANREMO
Dalla farfallina
agli avvoltoi
La farfallina di Belen aveva
fatto scandalo. Così quest’anno
a Sanremo l’hanno sostituita
con gli avvoltoi rossi.
Rudi Vido
e.mail
FOIBE
Giornata
del ricordo?
NORD: fenomeni su Friuli, dalla sera pure in Romagna con neve a
quote basse; discreto altrove ma con nebbie in Valpadana. Temperature in rialzo ad Ovest, massime tra 4 e 9.
CENTRO: instabile sui versanti adriatici e dorsale con piogge sparse
e neve a quote collinari; stabile altrove ma a tratti più nuvoloso.
Temperature in rialzo ad Ovest, massime tra 5 e 10.
SUD: ancora instabile su basso Tirreno e Puglia con acquazzoni
sparsi, schiarite altrove; peggiora nella notte. Temperature stabili,
massime tra 8 e 12.
La Giornata del Ricordo è passata sotto silenzio. Per la giornata della Memoria ci hanno
martellato per giorni, gli altri
sono morti di serie B, non
degni di rimembranza.
Alda De Carli
Lazise (Vr)
CELESTINO V
Quando un Papa
lascia
Curiosi gli anagrammi. E talvolta anche di grande attualità.
Cambiando di posto le lettere
di «Pietro Celestino» (il papa di
cui al dantesco «gran rifiuto»),
s’ottiene la eloquente e veritiera. «Eletto, ci ripensò».
Leone Pantaleoni
Pesaro
NORD: soleggiato ad Ovest salvo nebbie nottetempo in Valpadana;
nuvoloso su Triveneto e Romagna, ma con nubi in attenuazione.
Temperature in rialzo, massime tra 5 e 10.
CENTRO: piovaschi al mattino su alte Marche e basso Abruzzo, ampie schirite dal pomeriggio; più soleggiato altrove, specie sulle coste
tirreniche. Temperature in aumento, massime tra 7 e 12.
SUD: instabile con acquazzoni specie su Adriatiche, dorsale, Lucania e Nord Sicilia con nevicate fino a 700-900m. Temperature stabili,
massime tra 8 e 13.
Temperature previste oggi
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CAMPOBASSO
FIRENZE
GENOVA
L'AQUILA
MILANO
3 8
-1 5
7 13
-2 4
4 10
1 4
1 7
2 7
1 4
-1 2
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NAPOLI
PALERMO
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PRATO
ROMA
TORINO
TRENTO
TRIESTE
VENEZIA
8 11
10 13
-1 5
1 5
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3 10
-3 2
-3 2
1 5
-1 4
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28
Martedì 12 febbraio 2013
I paesaggi bianchi di Qui Shihua in mostra a St. Moritz
Addio a Defoux, il teologo gesuita che disegnava fumetti
Fino al 24 febbraio, presso la Chiesa Protestante di St. Moritz, si tiene la mostra «Paesaggi bianchi»
di Qui Shihua, uno fra gli artisti cinesi più importanti del panorama internazionale. L’esposizione
presenterà sette opere dell’artista caratterizzate da delicati paesaggi che, come nascosti da un velo,
emergono lentamente dalla superficie pittorica.
L’artista belga Pierre Defoux, autore di strisce a tema religioso, è morto a Bruxelles a 88 anni. Prete, gesuita e
teologo, si affermò come disegnatore e sceneggiatore di Xavier racontè par le menestrelsulle avventure di San
Francesco Saverio, apparso per la prima volta sulla rivista belga Spirou nel 1953, poi ripreso da La Libre e
quindi più volte ristampato in volume tra 1990 e 2002 e pubblicato su vari periodici nel mondo.
Un insolito turista in Grecia
Heidegger: gli dei stramaledicano la Germania
In una serie di saggi inediti, il grande filosofo tedesco si confronta con i classici ellenici
da Pindaro a Eraclito. E condanna un’Europa imperniata sul dominio dell’economia
:::
Versi profetici
La cura dei tecnici
ha distrutto l’Italia
Parola di Kavafis
::: MISKA RUGGERI
::: GIANLUCA VENEZIANI
 La Grecia è l’alba dell’Occidente, cioè della «terra dove il sole
tramonta». «Nell’arcipelago di questo mare iniziò il grande destino della
storia occidentale». Le due frasi, sintesi e citazione del volume di Martin
Heidegger appena pubblicato da
Bompiani,Hölderlin. Viaggi in Grecia (pp. 768, euro 30), testimoniano
la grande sfida da parte del filosofo
tedesco di ripensare, esattamente 50
anni fa, l’inizio della civiltà europea.
Nei saggi qui raccolti, per buona parte inediti, Heidegger va incontro alla
Grecia da pensatore e da turista, cimentandosi prima in un dialogo
ideale con gli autori classici, da
Eschilo a Pindaro fino a Eraclito, mediato dalle opere del poeta tedesco
Friedrich Hölderlin, e poi visitando
di persona, in due viaggi compresi
tra il 1962 e il 1967, le terre d’Ellade,
da lui considerate «dimora originaria», «ombelico» d’Europa, aurora
del nostro pensiero.
Ciò che sorprende leggendo questi testi è il carattere quasi profetico
delle parole di Heidegger, che critica
l’Europa germanocentrica, imperniata sul dominio della tecnica e
dell’economia, e ritrova in Grecia,
oggi ridotta a periferia e ventre molle
del continente, i segni di un primato,
che è cronologico ma anche gerarchico; blasone che la rende vertice e
origine cui dobbiamo tornare.
Heidegger costeggia la penisola e
l’arcipelago greci in compagnia di
sua moglie Elfride, cui dedica un
limpidissimo diario di bordo, insolito per un pensatore abituato
all’oscurità del linguaggio. Lasciando la Germania, il filosofo avverte subito il distacco dalla sua terra, in cui
tutto avviene secondo «una fretta
senza fine degli affari» e «l'economia
e il progresso sono le forze evidenti
in primo piano». L’affannarsi
sull’«economico» e sul «tecnico» è,
secondo Heidegger, la cifra negativa
della modernità, che ha adottato e
tradito il pensiero greco, declinando
la sua ebbra disciplina in una sterile
sobrietà, quella che oggi la Merkel
.
SULLE ORME DI APOLLO E DIONISO
Le rovine del tempio di Dioniso sull’isola di Delos. Nel
tondo, il filosofo tedesco Martin Heidegger (1889-1976)
chiamerebbe «rigore». Basti leggere
questa riflessione del filosofo: «Il carattere “sobrio” non è il quotidianamente abituale e calcolante, il non
entusiasta e disilluso, bensì il “sacro
sobrio”. Il pensiero rimemorante
deve essere insieme ebbro e sobrio».
Ecco un’espressione chiave di
Heidegger: pensiero rimemorante.
A fronte del «pensiero calcolante»,
basato sulla supremazia e «la potenza della tecnica, della scienza e della
società industriale», occorre recuperare un pensiero rimemorante che
non miri al progresso ma torni
all’origine, «la fonte, dove inizia la
ricchezza». È questa infatti la natura
propria dell’origine: non essere statica, sterile o lontana, ma al contrario
viva, mobile e nuova, come è appunto la sorgente di un fiume, che sgorga
di continuo, che è sempre un inizio.
Solo così l’origine diventa anche un
approdo, e il ritorno a essa il nostro
destino.
Heidegger si affida ai versi dei lirici
e alle parole dei filosofi per questa
missione: la Grecia gli appare il luogo
della verità, che insieme si cela e si
manifesta, come indicano sia l’etimologia del termine greco «verità»,
alètheia, cioè «il disvelamento di ciò
che è occulto», sia il nome dell’isola
di Délos, che vuol dire «colei che rivela mentre nasconde».
Il filosofo gioca con le parole per
dire che la verità non è mai qualcosa
di certo e palese, non è l’evidenza
della tecnica o dei calcoli dell’economia, né una scienza esatta e pianificata. È piuttosto la terra dei poeti e
dei pensatori, il locusdella parola più
che dei numeri o delle azioni. La Grecia ha fatto propria questa diversità e
Ai lettori
Il Papa lascia perché la Bellezza, quella che in Dio ha la sua
immagine più perfetta, ha bisogno d'una forza che l'età perde
col tempo. Che indicibile e amorevole, immensa e umile
grandezza. Inadattabile, forse; di certo lontana dalla superficialità orrenda d’oggi ma, per questo, legata per sempre
a tutti i nostri giorni. «Pillole di classica» quindi tace. Per
ascoltare il silenzio che scandaglia l’anima quando la Storia
risuona nella vertigine della coscienza.
(N.Car.)
questa eccellenza, da cui trae splendore ma anche isolamento. Come
dice Heidegger, la Grecia è «un’unica isola separata da tutti i restanti
mondi conosciuti e sconosciuti».
Per spiegare questo destino insulare, il filosofo introduce un altro elemento, il mare, come principio aurorale e spazio di transito verso l’origine. I pensatori stessi non sono che
naviganti e le loro parole sono fatte
di acqua, abitate e ispirate dal mare.
In questo passaggio del testo il pensiero di Heidegger, spesso impenetrabile come le brume della Foresta
Nera dove lui abitava, si riempie di
luce e, invaso dal chiarore solare, diventa pensiero meridiano, ispirazione apollinea, filosofia del mattino.
Heidegger si tuffa nel mare, quasi
fosseun “martin pensatore”. E,nella
luce del mezzogiorno greco, quando
il silenzio si fonde al rumore dell’acqua, pronuncia un inno alla bellezza, inchinandosi e ringraziando:
«Per un istante», avverte, «i pensieri
si librarono sopra la montagna. L’Arcipelago si apriva di nuovo».
Viaggiando verso Sud, Heidegger
riabbraccia non solo il punto originario del pensiero e del destino europei, ma avverte anche le tracce del
divino scomparso, ritrova la fragile
dimora del sacro e sente riaffiorare,
nella forma di una nostalgia o comunque di una mancanza, l’urgenza di un pensiero alto, che ha tanto
più bisogno di calarsi nel ventre
quanto più vuole elevarsi verso i cieli
degli dèi olimpici.
 Tante volte, nell’ultimo anno, abbiamo
sentito definire l’Italia una colonia. Colonia della
Germania, agli ordini della Merkel e vittima, per
mezzo di Monti, della sobrietà teutonica. E allora
il pensiero non può che andare a una celebre poesia di Costantino Kavafis (1863-1933): In una
grande colonia greca, 200 a.C., scritta dall’immenso poeta di Alessandria d’Egitto nel 1928.
Ecco, nella traduzione di Nicola Crocetti, quello che sembra proprio il ritratto del Belpaese sotto
i provvedimenti del governo tecnico. «Che le cose
non vadano bene nel Paese / non è chi non lo veda. E benché in qualche modo noi si tiri avanti, /
forse è arrivata l’ora - lo pensano non pochi -, di
ricorrere a un Gran Riformatore». Insomma, la
crisi galoppa, lo spread incalza e servono le riforme: avanti col Professore. Tuttavia, poi, questi
bocconiani, giunti a salvare la baracca con la loro
scienza, se la tirano e ci vanno giù pesanti: «Ma
l’impedimento, la difficoltà / è che questi Riformatori / trasformano ogni cosa in grande impresa. / (Che fortuna sarebbe / poter fare a meno di
loro). Su ogni questione / fanno interrogatori e
inquisizioni, / e subito propongono modifiche
radicali / da attuare - ingiungono - senza alcun
indugio». Fare presto, in nome dell’emergenza, è
la parola d’ordine, perché l’Europa non può
aspettare. I conti vanno fatti tornare a ogni costo.
«Inoltre, hanno una tendenza ai sacrifici: /
“Dovete rinunciare a quella proprietà. / La vostra è
un’occupazione precaria: / proprio tali possessi
danneggiano il Paese. / Dovete rinunciare a questa
entrata / e a quest’altra, collegata alla prima, / e a
questa terza: logica conseguenza. / È essenziale,
che volete farci? / Ne conseguono responsabilità
perniciose”». Il decreto della terza strofe, contrariamente alle abitudini di Kavafis, sempre pronto
a citare precise fonti storiche, appare inventato.
Ma potrebbe benissimo essere montiano, tratto
da una sua conferenza stampa rigorosamente in
inglese (le colonie, si sa, tendono a perdere anche
la sovranità linguistica...).
«E più vanno avanti con il loro elenco / più trovano sprechi da eliminare. / Ma abolire queste
cose è complesso». E magari ti ritrovi un po’ di
esodati tra capo e collo... «E quando, a Dio piacendo, il lavoro è concluso, / dopo aver stabilito
con minuzia i tagli / e incassato il giusto compenso, se ne vanno. / Vedremo poi quello che resta /
dopo l’atroce intervento chirurgico». Tipo l’intervento è riuscito, ma il paziente è morto. «Forse
non è il momento giusto. Ma vediamo / di stare
calmi; la fretta in certi casi è un rischio. / Dei provvedimenti prematuri ci si pente. / Troppe cose
non vanno nel Paese. / Ma esiste, poi, cosa umana perfetta? / Comunque sia, ce la sfanghiamo
così». Forse, parola di Kavafis, era meglio fare a
meno della cura Monti...
30
SPETTACOLI
Martedì 12 febbraio 2013
@ commenta su www.liberoquotidiano.it
::: ANTONELLA LUPPOLI
 Ha scritto canzoni per
una grande come Mina. È Cristiano Malgioglio, esperto di
musica. A lui abbiamo fatto
dieci domande sul Festival di
Sanremo.
Che Festival si aspetta?
«Non so, leggendo i testi non
ho grandi aspettative, mancano i grandi autori di un tempo.
E la storia delle due canzoni
non fa ben sperare».
Per chi avrebbe scritto degli ar-
Le versione di Malgioglio
«La nenia di Carlà e i pianti della Oxa»
tisti presenti all’Ariston?
«Per nessuno se ci fosse stata
Alessandra Amoroso avrei
scritto per lei».
Di Chiara Galiazzo che mi dice?
«Deve perdere 10 chili. Ha una
gran voce ma deve rifarsi il
look. L’ho vista a Riusciranno i
nostri eroi, il programma su
RaiUno con Max Giusti e non
mi è piaciuta».
Malika?
«Mi piace, ma deve togliersi
quella mela dalla bocca quando canta».
E Fazio e la Littizzetto?
«Lui è una persona carismatica,
lei troppo volgare. Non so come se la caveranno, ma nessuno potrà mai emulare le edizioni condotte da Baudo. Hanno
fatto la storia della canzone».
Al Bano, Toto Cutugno
e i Ricchi e
Poveri.
«Eh, Jurassic Park
non potevano stare
a
casa?
Tornano a
Sanremo
sempre con le stesse canzoni».
E’ d’accordo con la Oxa quindi?
«No. Fa polemica tanto per
fare scene e non serve a
nulla».
Carla Bruni?
«Cosa viene a fare
lei che non ama
l’Italia? Per cantare la sua nenia?
Che la canti per i
francesi».
Ospiti internazionali
«Mi piace Veloso,
ma sono convinto
che le signore anziane cambieranno canale. È uno sconosciuto».
Per chi tifa?
«Ho lavorato con Maria Nazionale e le ho portato fortuna, mi
piacciono anche i Modà e Gualazzi».
Exit poll
al Festival
Fabio Fazio e Luciana Littizzetto
ieri alla conferenza stampa di presentazione Ansa
::: LEONARDO IANNACCI
 Ieri pomeriggio, prove generali all’Ariston prima della notte
che ha portato consiglio in vista
del debutto del Festival. Ultimi accordi e rifiniture per i 12 big sul palco e le 24 canzoni, una delle quali
sarà eliminata, l’altra andrà in finale. Stasera i primi sette in gara in
questo ordine: Marco Mengoni,
Raphael Gualazzi, Daniele Silvestri, Simona Molinari con Peter
Cincotti, Marta sui Tubi, Maria
Nazionale, Chiara. Di seguito, le
nostre personalissime pagelle
dall’Ariston. Sugli scudi e favoritissimi per la vittoria finale Elio, Gualazzi e Malika. Dietro la lavagna sono finiti Mengoni e Modà.
Almamegretta
«Mamma non lo sa», reggae
della Pomigliano perduta con un
messaggio neppure tanto velato a
Sergio Marchionne, è una sorta di
Ragazzo della via Gluck del nuovo
secolo. Voto: 6,5. Soltanto 6 alla
ballata mediterranea di Federico
Zampaglione «Onda che vai».
Raiz osserverà pure la Shabbat ma
ha un timbro che spacca.
Annalisa
Voce pulita in «Non so ballare»
(6) e alla saltellante «Scintille» (6).
Nessun volo pindarico. Molto dipenderà dall’interpretazione che
proporrà all’Ariston la Scarrone,
laureata in fisica.
Chiara
«L’esperienza
dell’amore»,
griffata Tiromancino, e «Il futuro
che farà», ballata con testo di
Francesco Bianconi, sono due
squilli al cielo ma non convincono
fino in fondo (6 a entrambe). Risentendole, non possono che migliorare. Come le altre canzoni
dell’ultimo album di Chiara.
Daniele Silvestri
«A bocca chiusa» (6) ballata ro-
Al via questa sera la 63ª edizione della kermesse sanremese, ecco le pagelle
alle canzoni (due per artista): Gualazzi e Malika in corsa per la vittoria, Mengoni
e Modà gareggiano... per le radio. Simona Molinari: il brano di Luttazzi è da 8
::: SANREMO (IMPERIA)
Si scrive Sanremo, si legge polemica. Da sempre. Questa volta, causa
vicinanza elezioni, di più. Anche se, a dire il vero, la conduzione Fazio-Littizzetto tenta di arginarla. Cartina di tornasole la conferenza
stampa di apertura: Crozza c’è, una volta per tutte, Benigni confermato assente eccellente dal direttore Giancarlo Leone in persona.
Polemiche dribblate (o almeno rimandate) scambi di battute fra i
conduttori. Lucianina va a braccio e sta sul pezzo. Bistratta il buon
Fabio, come di consueto («è nato vecchio, al posto del fiocco azzurro,
per lui ne hanno messo uno grigio»). Rassicura il direttore di rete:
«Sarò bravissima, gliel’ho promesso». Vedremo. Innegabile per
questo Festival, la politica farà la sua buona parte. Ma non parliamo
di par condicio, «perché qui non ci sono candidati», spiega Fazio.
.
SIMONA VOGLINO LEVY
.
TOP: GUALAZZI E MALIKA
8,5
e 7,5
Berlusconi non ha fatto attendere il suo giudizio sulla «faziosa» kermesse che, asuo avviso, distoglie dal dibattito elettorale:«Se il Festival della canzone italiana dovesse diventare un festival dell’Unità,
credo che il 50% dei cittadini non rinnoverà il pagamento del canone». Non sarà il festival dell’Unità, assicura Leone. Mentre per quanto riguarda il canone«Berlusconi ha tempo di pagarlo finoal 28 febbraio», ironizza il padrone di casa. «E poi, se ci hanno accusati fino ad
ora di disturbare le elezioni, voglio vedere cosa diranno al Papa»,
scherza ancora Fazio, proposto come camerlengo da Lady Littizzeto. Che non conferma se si esibirà nel ballo: «Mi muovo peggio della
De Filippi», ammette. Sembrano rilassati i due. Nessuna esitazione
apparente. Non temono il confronto col Morandi anche se «Fazio invecchia, Morandi no», scherza Lucianina divertita.
7,5
e 6,5
manesca che inizia piano e voce
sulla gente che crede ancora alle
piazze con citazione gaberiana
(«partecipazione certo è liberta
ma è pure resistenza») è gradevole.«Il bisogno di te», sequel di «Salirò», non è sufficiente (5).
domiti, i moderati e gli esodati (7).
Geniale «La canzone mononota»,
costruita solo sul «do», citando tra i
predecessori di questa nobile arte
Rossini, Dylan e «Tintarella di luna», oltre al Jobim di «Samba di
una nota sola». Voto 8.
Elio e le Storie Tese
Malika Ayane
«Dannati forever» è una riflessione su vari sensi di colpa e il testo
lo recita: «Sono troppi i peccati
mortali che ho collezionato. Fatto
adulterio, mentito, rubato, continuamente pisello toccato...». Tra i
colpevoli Elio e i suoi sodali ci infilano gli onanisti, i comunisti, i so-
Paolo Conte dice che ha una voce speziata. Per noi è semplicemente straordinaria. Nei due brani firmati dal fidato Giuliano Sangiorgi, la bionda Malika lo dimostra: «Niente» (7,5) è uno dei tanti
crescendo in gara, ma forse il più
elegante e sicuramente quello più
convincente; in «E se poi» (6,5) la
Ayane fa il verso a Ornella Vanoni
ma non convince fino in fondo.
Marco Mengoni
«L’essenziale» (6) ha un buon
ritornello ma è sostanzialmente
mellifluo; «Bellissimo» si mostra
come un melo-rock alla Gianna
Nannini (con l’ausilio di Pacifico)
ma si rivela alla fine un lato B (5). A
sua discolpa Mengoni si sforza, lodevolmente, di tenere sotto traccia la voce. E ci riesce.
Maria Nazionale
Voce da Sanremo anni ’50-’60.
Max Gazzè
«Sotto casa» è un progressiverock da 5,5: un Testimone di Geova bussa alla porta e, visto che nessuno gli apre, parla con la porta,
ma potrebbe benissimo essere
Gesù. «I tuoi maledettissimi impegni» (6)tratteggia una love story
nell’epoca delle donne in carriera
che non si concedono mai.
Modà
«Come l’acqua dentro il mare»
e«Se si potesse non morire»(voto
a entrambe 5,5) sono rock annacquati con la furbesca voglia di essere troppo radiofonici e easy.
Raphael Gualazzi
FLOP: MODÀ E MENGONI
5,5
e 5,5
alla pastorizia perché con la mia
condotta ho umiliato la reputazione della pecora nera».
«Sai (ci basta un sogno)» è una
scintillante romanza alla Gualazzi
nella quale un pittore dipinge una
modella discinta e poco vestita
(8.5); «Senza ritegno» (7,5) parte
come un trascinante jazz’n’roll su
una società effimera che deve imparare a fidarsi dei suoi artisti.
Doppio, grande Gualazzi.
6
e5
«Quando non parlo» (6) è una
ballad in puro stile fado di Gragnaniello; «È colpa mia» una sanguigna canzone d’amore in napoletano regalata alla Nazionale da Peppe Servillo e Fausto Mesolella (6).
Marta sui Tubi
«Vorrei» (6,5) è una cocciantiana «Bella senz’anima» ai tempi di
Facebook («non ti vergogni a mostrarti nuda come una cipolla che
non sa far piangere») e con piccanti frecciate alla fidanzata poco colta che non sa chi sono Oscar Wilde
e Mallarmè. «Dispari» (6)ha il verso cult del festival: «Chiedo scusa
S Molinari e P Cincotti
«Dr. Jekyll e mr. Hyde», l’incredibile inedito donato a Simona
dalla vedova del maestro Lelio
Luttazzi è da 8. Più easy l’electroswing «La felicità» (6,5). Il piano
del maestro newyorchese Cincotti
è incisivo e di classe.
Simone Cristicchi
«Mi manchi» (6) è una canzone
sull’amore perduto. Merita 7 «La
prima volta (che sono morto)»
nella quale Cristicchi sentenzia:
«Non è vero che c’è il paradiso, il
purgatorio e nemmeno l’inferno,
sembra più una scuola serale, tipo
un corso di aggiornamento», e il
fresco cadavere si trova a giocare a
briscola con Pertini e a passeggio
con Charlot. Originale.
SPETTACOLI
Martedì 12 febbraio 2013
31
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Complimenti per la trasmissione di FRANCESCO SPECCHIA
Tila Tequila, il lato (stupidamente) bisex del Gf
 «Una mascella rotta è peggio di un
cuore spezzato», mormora Bo dall’Ohio,
un giovanotto ipercalorico con mascella
quadra, appena mollato da una cantante-pornostar thailandese che fa della sua
ricerca dell’anima gemella un reality internazionale. Siamo sul set con jacuzzi
di A Shot At Love with Tila Tequila (Mtv,
venerdi ore 22.30 e mtv on demand sul
web). E il suddetto Bo si è beccato il due
di picche dopo essere arrivato in finale
all’epilogo di gare talmente idiote - via
terra, piscina e giardino - da far apparire
quelle del Grande Fratello una gara di
scacchi. La vincitrice di questo grottesca
gara di corteggiamento è invece tal
Krysty, biondissima bellezza con cui la
cantante - pornostar del titolo - Tila Tequila, appunto - ha ritenuto di doversi
accasare, dopo una seratone di baci roventi e sesso soft, tutto rigorosamente ripreso dalle telecamere e intramezzato
da improbabili confessioni. Il gioco è
questo: si prende una giovane bisessuale in cerca del partner ideale; le si fa arrivare in limousine una mandria di 15 eterosessuali maschi e 15 lesbiche sexy decisi all’impossibile per conquistarla, tipo
sciogliere enormi blocchi di ghiaccio a
culo nudo; chi vince diventa una star in
grado di scavalcare qualsiasi pregiudizio
sulle coppie omo-bisex. Il sex appeal mica c’entra: Tila, alta meno di Lucy la tap-
ELIO E LE STORIE TESE
«Siamo troppo avanti
infatti arriveremo quarti»
«Non siamo a ridosso delle elezioni, piuttosto del conclave
Aspettiamo Siffredi: verrà. Gli uomini? Destinati all’inferno»
:::
PRIMA SERATA
GLI ARTISTI
Stasera al via la 63esima edizione del festival di Sanremo. Sul palco dell’Ariston
saranno protagonisti 7 dei
14 big (in ordine di esibizione): Marco Mengoni, Raphael Gualazzi, Daniele Silvestri, Simona Molinari con
Peter Cincotti, Marta sui Tubi, Maria Nazionale, Chiara
Galiazzo. Ogni artista gareggia con due canzoni.
LA GIURIA
A decretare quale dei due
brani proseguirà la sua corsa
verso la finalissima sarà il
pubblico da casa con il televoto a cui sarà aggiunto il
voto della Giuria della Stampa del Festival. Entrambi peseranno al 50% sul risultato
finale e decreteranno la canzone «regina» tra le due proposte dai cantanti in gara. A
rendere ancora più solenne il
momento dell’annuncio dei
brani che andranno in finale
ci saranno personaggi noti
nelle vesti di Proclamatori.
OSPITI
Trepidante attesa per il comico genovese Maurizio
Crozza.
«PRESENTERS»
In ordine di uscita rispettivamente ciascuno con un artista: Marco Alemanno, Ilaria
D’Amico, Valeria Bilello,
Flavia Pennetta, Cristina e
Benedetta Parodi, Vincenzo
Montella, Stefano Tempesti.
OMAGGIO A VERDI
In programma anche un
omaggio a Verdi, con una
sorpresa che Fazio non ha
voluto anticipare. I direttori
d'orchestra Daniel Barenboim e Daniel Harding durante la manifestazione saranno ospiti del Festival, così come il ballerino Lutz Foster, del corpo di ballo di Pina Bausch.
 Iconoclasti, dirompenti,
satirici e onirici. Elio si presenta
senza i parrucconi di X Factor e
con un abito scuro, elegante,
quasi da becchino; le Storie Tese
lo spalleggiano, non somigliano
ai favoriti per la vittoria finale del
Festival di Sanremo. Ma ne sono i
mattatori. Divertono ma soprattutto si divertono come pazzi
quando affrontano le prove generali all’Ariston e si scatenano,
come meravigliose marionette
musicali, domani nei due pezzi in
gara: la trascendentale Mononota, vaudeville basato sull’assillante e variegata ripetizione di
una nota sola, il do, e Dannati forever, canzone sui nostri peccati,
anche i più reconditi. Poi si concedono ai poveri giornalisti, pure
loro con peccati da espiare. Le loro risposte sono al limite della
provocazione. Impossibile parlare seriamente anche se, in realtà,
Elio e i suoi sono fedeli al detto:
«castigat ridendo mores». Voto in
simpatia: 30 e lode.
I bookmaker vi danno per favoriti. Vi toccate molto, sotto il tavolo,
quando sentite queste previsioni?
«No. Da giorni siamo convinti che arriveremo
quarti. Se vinciamo il
Festival, sarebbe una
delusione immensa.
Non ci vogliamo neppure pensare. Un vero fallimento».
Allora perché siete
venuti al Festival?
Per arrivare quarti?
«Una scelta opportunistica. E di soldi. Se ci chiedono
di essere comunisti, ci siamo! Se ci
invitano a essere di
destra, eccoci…».
Avreste dovuto vincere già nel 1996
quando la vostra esilarante canzone La
Terra dei Cachi arrivò
seconda. Ricorda?
«Come no. La verità è
che noi siamo troppo
avanti, in anticipo sui tempi. All’epoca il pubblico di
Sanremo non era pronto
per i Cachi e, oggi, non è
pronto per queste due
cato la scelta di Chiara inserita
nella lista dei big in gara. Che ne
pensate?
«Hanno ragione. Noi ci siamo
battuti per l’inserimento nella lista dei big di Massimo Spiccia:
non esce da un talent ma è il vincitore dello Zecchino d’Oro 2013
con il brano Il mio nasino all’insù.
Ha quattro anni e l’avremmo visto volentieri in gara all’Ariston».
La canzone Mononota ha cambiato titolo per un errore di molti
giornalisti. È diventata Monotona...
«C’è un’ultima versione di quel
titolo: “Montona”. Trattasi di un
brano sull’uomo che, invece di
evolversi, si è involuto in un’unica nota».
Perché la litania sui peccati degli
uomini dal titolo Dannati forever?
«Tutti sono certi di andare, alla fine, all’Inferno. Come cantiamo:
“fin dall’età di sei anni ero già
condannato...”. Ma gli italiani
pensano ad altro, non all’Inferno.
Fanno finta di niente».
Elio, il prossimo anno sarà ancora
giurato a X Factor?
«Per la verità non so neppure se ci
sarà un’edizione 2013. Se
mi danno soldi, molti
soldi, potrei passare
ad Amici».
Venerdì sera, nella
serata storica, proporrete Un bacio
piccolissimo, hit di
Bobby Rydell del
1964. Vi farete piccolissimi, vi esibirete con strumenti piccolissimi e, poi, arriverà Rocco Siffredi,
in tutta la sua
grandezza recondita, per recitare una poesia
d’amore stilnovista. Giusto?
«Sarebbe delittuosa
un’assenza di RocElio con barba
co».
Nel caso vi desse buca?
e parrucca.
«Diciamo che per il noNel 1996 stupì
stro caro amico si trattearrivando al
rebbe della prima volta
secondo posto
nella sua vita in cui non
con «La terra
viene».
dei cachi»
canzoni. Cantiamo per i nostri
nipoti, questa è la verità».
Ieri il Papa ha annunciato le sue
dimissioni. Come l’avete presa?
Una storia tesissima, no?
«In parte sì. Ma con Joseph abbiamo concordato una nuova tesi:
vivo un Papa, se ne fa un altro!».
Berlusconi ha detto: il Festival andrebbe spostato, troppo sotto le
elezioni. Siete d’accordo?
«In realtà, da ieri, è troppo sotto
conclave... In effetti la manifestazione andava spostata. Anzi, abbiamo un suggerimento per il
conclave».
Addirittura?
«Sì, i cardinali dovrebbero dividersi in big e nuove proposte».
Alcuni vostri colleghi hanno criti-
L. IAN.
pa di Dallas, da noi al massimo farebbe
la commessa. Certo, in questa sorta di
Uomini e donne mixato al Jersey Shore,
in questa Bombay tv, lo stile è bandito, al
punto che Tila ogni sera invita un ospite
e ci sta con tutti; o al punto che la frase
più ipocrita è «mi sto innamorando di
Tia e la più emblematica è “Tila non vuole così tanti peni attorno a lei”. A Shot At
Love... è una rozzezza tutta Usa. E guardarlo è una perdita di tempo, ma non
perché sia un programma trasgressivo.
Solo perché è un programma stupido.
Ma lo show lo fa Chris Brown
Jay Z e Kayne West
trionfano ai Grammy
 I Fun e i Mumford & Sons
trionfatori, insieme a Paul McCartney e Adele, Black Keys e
Gotye. I Grammy Awards che
sono stati assegnati allo Staples
Center di Los Angeles sono stati
un mix di modernità e classicità. I Fun sono riusciti a battere
la concorrenza in due categorie
forti, quelle riservate alla canzone dell’anno per il brano We
are younge al miglior artista debuttante. I Black Keys hanno
meritato il premio della performance rock per Lonely boye per
il miglior albumi rock (El Camino). Disco dell’anno è andato a
Gotye e i Kimbra per la loro So-
mebody That I Used to Know
che si sono portati a casa anche
la statuetta come miglior band.
Al disco Bangarang di Skrillex
due premi per il comparto dance. Nulla per Rihanna e i plurinominali Jack White, Alabama
Shakes e lo stesso Bruce Springsteen. Nella notte californiana
premi anche a due voci inglesi
eccellenti. Quella di Adele, per
l’interpretazione pop-live di Set
Fire to the Rain (Live) e all’ex
Beatle Paul McCartney che, a
70 anni, ha vinto il Grammy per
il miglior disco pop tradizionale (Kiss on the bottom).
L.IAN
Affleck si prende pure il «Bafta»
Agli Oscar inglesi
vince il «solito» Argo
 I Bafta 2013 (British Academy of Film and Television
Arts, in pratica gli Oscar del Regno Unito) hanno visto il trionfo di Argo, prodotta tra gli altri
da George Clooney, diretta e
interpretata da Ben Affleck. Oltre che nella categoria Best Movie, Argo ha trionfato portando
a casa il premio per la miglior
regia e quello per il miglior
montaggio. A Skyfall la statuetta del miglior film rivelazione
consegnata al regista da Affleck. Una incantevole Sarah
Jessica Parker ha consegnato a
Daniel Day Lewis la statuetta
del miglior attore protagonista
per il film Lincoln. Anne Hathaway si è guadagnata il premio
di miglior attrice non protagonista. Les Miserables ha portato
a casa altri riconoscimenti tecnici, tra cui il Best Make Up. La
statuetta per i migliori costumi
è andata ad Anna Karenina.
Miglior attrice protagonista, a
sorpresa, la francese Emmanuelle Riva, per il drammatico
Amour. Presente alla cerimonia anche Quentin Tarantino,
il suo Django, ha guadagnato
due premi: miglior sceneggiatura e miglior attore non protagonista a Cristoph Waltz.
G.L.M.
«Warm bodies» in testa
Cinema sempre più giù
Al botteghino -20 %
 Subito in testa al box office Warm Bodies di Jonathan
Levine: la love story zombie adolescenziale guadagna la
vetta del botteghino con
898.827 euro e 2.483 euro di
media copia. Sale di una posizione The Impossible, ora secondo con 855.000 euro e oltre 2,5 milioni di incasso complessivo. Al terzo posto, sceso
di due gradini, Lincoln di Steven Spielberg: 800.207 euro e
poco più di 5 milioni di euro
come incasso generale. A dir
poco preoccupante, e a conferma del calo di spettatori già
registrato nello scorso mese di
gennaio, il fatto che nessun
film del weekend abbia superato almeno 1 milione di euro
di incasso: - 21,34 %, questo lo
scarto rispetto allo stesso fine
settimana del 2012. Il resto
della top ten vede Django Unchained scendere dal secondo
al quarto posto (785.346 euro), seguito da tre new entry:
Broken City è quinto con
604.989 euro, Studio illegale di
Umberto Carteni è sesto con
598.626 euro (e 1.761 euro di
media per copia), Zero Dark
Thirty di Kathryn Bigelow
(candidato a 5 premi Oscar) è
settimo con 539.186 euro (e la
media copia più alta tra i film
in top ten, pari a 2.808 euro).
32
Martedì 12 febbraio 2013
PALINSESTI
Martedì 12 febbraio 2013
RAI UNO
RAI DUE
RAI TRE
CANALE 5
ITALIA UNO
RETE QUATTRO
LA 7
6.30
6.40
8.10
8.00
6.00
7.55
6.20
6.40
8.45
6.50
6.00
6.45
10.00
10.25
10.55
11.00
11.05
12.00
13.30
14.00
14.10
15.15
18.50
20.00
20.30
20.35
0.30
TG1 - Previsioni sulla
viabilità CCISS Viaggiare informati
Unomattina “Ospite
Mario Monti - Focus
sulle dimissioni di
Papa Benedetto XVI”.
Condotto da Franco Di
Mare, Elisa Isoardi. Per
il TG1 Paolo Di Giannantonio
Unomattina Occhio
alla spesa “I dolci tipici di Carnevale”
Unomattina Rosa.
Condotto da Franco Di
Mare ed Elisa Isoardi
Che tempo fa
TG1
Unomattina Storie Vere
La prova del cuoco
“L’agliata”
TG1
TG1 Economia
Verdetto Finale “Violazione della privacy”
La vita in diretta. Condotto da Marco Liorni,
Mara Venier
TG1 - Che tempo fa
(all’interno)
L’eredità
TG1
Anteprima Festival
Dal Teatro Ariston di
Sanremo 63º Festival
della Canzone Italiana
“Prima serata - Omaggio a Lucio Dalla e
Giuseppe Verdi” (Dir.)
TG1 60 Secondi
(all’interno)
Rai Parlamento
Elezioni 2013 Messaggi Autogestiti
9.40
10.00
11.00
13.00
13.30
13.50
14.00
14.40
15.25
16.10
16.55
17.00
17.50
18.15
18.45
19.35
20.30
21.00
23.00
0.00
Cartoon Flakes
Le sorelle McLeod “Gli
stivali nuovi di Tess”
“Vinca il migliore”
Sabrina vita da strega
“Giamaica”
TG2 Insieme
I Fatti Vostri
TG2 Giorno
TG2 Costume e Società
Medicina 33
Seltz
Senza traccia
“Il soldato Grant”
Cold Case
“Kensington”
Numb3rs “Protezione
testimoni”
TG2 Flash L.I.S. Meteo 2
Elezioni 2013 Tavola rotonda
Rai TG Sport
TG2
Squadra Speciale
Cobra 11 “Nozze con
l’assassino”
Il Commissario Rex
“La talpa”
TG2 - 20.30
Rai Parlamento
Elezioni 2013 - Conferenza stampa “Intervengono: Fare per
Fermare il declino, Partito Comunista dei Lavoratori, Scelta civica
con Monti per l’Italia”
Speciale TG2
Benedetto XVI
Amori e altri disastri
(Commedia, 2006) con
Brittany Murphy, Matthew Rhys. Regia di
Alek Keshishian.
10.00
10.10
10.10
11.00
11.25
11.30
12.00
12.25
12.45
13.10
14.00
14.20
14.50
14.50
15.55
16.00
17.40
19.00
19.30
20.00
20.10
20.35
21.05
23.10
23.20
0.00
Agorà
“Le dimissioni di Papa
Benedetto XVI”
Elezioni 2013 Messaggi Autogestiti
Per le regioni interessate: Lazio, Lombardia
- Conferenze stampa
candidati a Presidente
di Regione
La Storia siamo noi
Codice a barre
TG3 Minuti
Buongiorno Elisir
“La laringe”
TG3 - Meteo 3
TG3 Fuori TG “Sanità”
Diario italiano
Prima tv Lena, amore
della mia vita
TG Regione - Meteo
TG3 - Meteo 3
Regioni interessate:
Molise - Tribune Elezioni Regionali 2013
TGR Il Carnevale di
Viareggio
TGR Piazza Affari
Cose dell’altro Geo
Geo & Geo
TG3
TG Regione - Meteo
Blob
Comiche all’italiana
Un posto al sole
Operazione Valchiria
(Drammatico, 2008)
con Tom Cruise.
Regia di Bryan Singer.
Elezioni 2013 Intervista
I migliori Volo della
nostra vita. Condotto
da Fabio Volo
TG3 Linea notte
8.00
8.40
8.50
11.00
13.00
13.40
14.10
14.45
16.15
16.55
18.50
20.00
20.40
21.10
23.20
1.00
1.30
2.20
Prima Pagina
Traffico - Meteo.it Borsa e Monete
TG5 Mattina
La telefonata
di Belpietro
Mattino Cinque.
Condotto da Federica
Panicucci e Paolo Del
Debbio
TG5 - Ore 10
(all’interno)
Forum
TG5 - Meteo.it
Beautiful
CentoVetrine
Uomini e Donne
Amici. Condotto da
Maria De Filippi
Pomeriggio Cinque.
Condotto da Barbara
D’Urso
Avanti un altro
TG5 - Meteo.it
Striscia la Notizia - La
voce dell’insolvenza.
Condotto da Enzo Iacchetti ed Ezio Greggio
In questo mondo di
ladri (Commedia,
2004) con Carlo Buccirosso, Valeria Marini.
Regia di Carlo Vanzina.
TGCom - Meteo.it
(all’interno)
Italia domanda Dibattito
TG5 Notte - Meteo.it
Striscia la Notizia - La
voce dell’insolvenza.
Condotto da Enzo Iacchetti ed Ezio Greggio
(Replica)
Uomini e Donne
(Replica)
SPORT
19.10 Il club delle prime
mogli
Con Bette Midler
SCP
19.20 Piccoli omicidi tra
amici
Con Kerry Fox
SCU
19.20 Al momento giusto
Con G. Panariello
SCC
19.35 Stuart Little 2
Con Geena Davis
SCF
21.00 La prima linea
Con G. Mezzogiorno SCU
21.00 Super Nacho
Con Jack Black
SCC
21.00 Rio
SCF
21.00 Amore estremo
Con Jennifer Lopez SCP
21.00 Vulcano Los Angeles 1997
Con T. Lee Jones
SCM
21.10 Habemus Papam
Con Nanni Moretti
SC1
21.10 The Untouchables - Gli
intoccabili
Con Sean Connery SCH
22.35 Gallo cedrone
Con Carlo Verdone SCC
22.45 Le ombre rosse
Con E. Fantastichini SCU
22.45 Save the last dance
SCF
Con Julia Stiles
22.50 I fiumi di porpora
Con Jean Reno
SCM
23.00 Non abbiate paura La vita di Giovanni
Paolo II Con Thomas
Kretschmann
SC1
23.10 Amori e disastri
Con Ben Stiller
SCP
23.15 Glory Uomini di gloria
Con M. Broderick
SCH
0.25 Amen
Con Ulrich Tukur
SCU
LEGENDA
CN Cartoon Network
D
Discovery Chan. HD
ES
Eurosport HD
DY Disney Channel
F - FR Fox HD - Fox Retro
15.00 Salto con gli sci, Coppa
del Mondo 2012/2013
Klingenthal: qualifiche
HS 140 (Diretta)
ES
16.45 Sci alpino, Mondiali 2013
Nation Team Event
(Diretta)
ES
18.00 Ski Pass (Diretta)
ES
19.15 Snooker Welsh Open
Giorno 2 (Differita)
ES
20.00 v (Diretta)
ES
20.00 UEFA Champions League Prepartita (D) SP1-3
20.45 Calcio, UEFA Champions
League Ottavi di finale.
Gara di andata Celtic Juventus (Diretta)
SP1
20.45 Calcio, UEFA Champions
League Ottavi di finale.
Gara di andata Valencia PSG (Diretta)
SP3
21.45 Rugby, Torneo Sei Nazioni
2013 1a giornata Italia Francia (Sintesi)
SP2
22.45 UEFA Champions League Postpartita (D) SP1
23.30 (E’ sempre) Calciomercato (Diretta)
SP1
0.15 Poker WPT Series 9 SP2
SC1
SCC
SCF
SCH
SCM
17.40
18.30
19.20
21.10
23.30
1.30
14.00
14.45
15.30
16.35
16.50
18.55
19.35
20.30
21.10
0.20
0.25
20.05 Una mamma
per amica
“Marte e Venere”
FL
20.10 Violetta
DY
20.25 Strega per amore
FR
21.00 Life Bites
DY
21.00 Strega per amore
FR
21.00 N.C.I.S.
“Il canto del cigno”
FC
21.00 Prima tv Private Practice “Festa di addio” FL
21.00 Prima tv C’era una volta
“Il dottore”
F
21.10 The Following
“Episodio pilota”
“Chapter Two”
SKU
DY
21.15 Jessie
FR
21.30 Strega per amore
21.40 La mia babysitter
DY
è un vampiro
NCK
21.45 ICarly
21.50 Prima tv New Girl
“I nuovi vicini”
F
21.55 N.C.I.S. “La piramide” FC
21.55 Prima tv Scandal
“Spie come noi”
FL
22.00 Strega per amore
FR
22.05 Jessie
DY
22.10 Big Time Rush
NCK
20.40 Passepartout
21.15 Il matrimonio di Lorna
(Drammatico, 2008) con
Arta Dobroshi, Jérémie Renier. Regia di Jean-Pierre
Dardenne, Luc Dardenne.
23.05 David Letterman Sho
Rai Storia
Cielo
20.20 Dixit Sport
22.20 Res Tore
23.15 Res Gestae Fatti
20.15 Fratelli in affari
21.10 Hell’s Kitchen - Il diavolo
in cucina
23.15 Junior Masterchef Australia
Canale disponibile anche in alta definizione
FC Fox Crime HD
FL
Fox Life HD
MGM Metro Goldwyn Mayer
NCK Nickelodeon
NGC National Geo.HD
16.45
12.55
Rai 5
RAGAZZI
22.00
HD
15.50
10.50
11.30
12.00
21.15 Overheard 1 (Azione,
2009) con Daniel Wu, Jinchu Zhang. Regia di Felix
Chong, Alan Mak.
23.05 Tropa de Elite (Drammatico,
2007) con Wagner Moura.
Regia di José Padilha.
20.00 Spongebob
NCK
20.10 I Simpson
F
20.20 Lo straordinario
mondo di Gumball CN
20.30 Spongebob
NCK
20.35 I Simpson
F
20.40 Lo straordinario
mondo di Gumball CN
21.00 I pinguini
di Madagascar
NCK
21.20 Leone il cane fifone CN
21.20 Kung Fu Panda
NCK
22.35 Hero 108
CN
21.55
15.00
9.50
Rai 4
DOCUMENTARI
21.00
21.00
21.50
13.00
13.40
14.35
8.40
TELEFILM
20.00
20.05
20.30
20.35
20.55
Top Gear
D
Affari di famiglia THC
Il boss della casa SKU
Affari di famiglia THC
Indagini
ad alta quota
NGC
Acquari di famiglia D
Affari al buio
THC
Affari di famiglia Louisiana
THC
Megastrutture giganti
“Grattacielo”
NGC
Las Vegas Garage
D
12.25
7.45
T. J. Hooker “Un
amore sbagliato”
Miami Vice
“Gente fidata”
Hunter “Doppia
preda” con Fred Dryer
Carabinieri 3
“Il quadro rubato”
Ricette di famiglia
TG4 - Meteo.it
Un detective in corsia
“Scambio di favori”
La signora in giallo
“L’uomo che non esisteva”
TG4 - Meteo.it
Lo sportello di Forum
Rescue Special Operations “La proposta”
My Life - Segreti e
passioni
Sfida a White Buffalo
(Avventura, 1977) con
Charles Bronson, Kim
Novak. Regia di J. Lee
Thompson.
TGCom - Meteo.it
(all’interno)
TG4 - Meteo.it
Tempesta d’amore
Walker Texas Ranger
“Amici per la pelle”
L’avvocato del diavolo
(Drammatico, 1997)
con Keanu Reeves, Al
Pacino. Regia di Taylor
Hackford.
I bellissimi di R4
Black Rain - Pioggia
Sporca (Poliziesco,
1989) con Michael
Douglas, Andy Garcia.
Regia di Ridley Scott.
TG4 Night News Meteo.it (all’interno)
CANALI FREE DIGITALE TERRESTRE
SATELLITI
FILM
10.35
Mediashopping
Cartoni animati
Everwood “Voglia di
tornare a vivere”
“Riflessi istintivi” con
Treat Williams
E.R. - Medici in prima
linea “Missile all’opera” “Le cose
cambiano in negativo”
con Noah Wyle
Studio Aperto Meteo.it
Sport Mediaset
I Simpson
What’s my destiny
Dragon Ball
Le avventure
di Lupin III
White Collar “Un
viaggio pericoloso”
con Matthew Bomer
Chuck “Chuck vs la
prima lite” con Bonita
Friedericy
La vita secondo Jim
“Bugie per amore”
“L’uomo che sussurrava alle puledre”
con James Belushi
Studio Aperto Meteo.it
C.S.I. “Conflitto a
fuoco - prima parte”
“Conflitto a fuoco seconda parte”
con George Eads
Wild - Oltrenatura.
Condotto da
Fiammetta Cicogna
Speciale Champions
League
The Shield “Uno
sguardo al passato”
con Michael Chiklis
Cinema 1 HD
Cinema Comedy HD
Cinema Family HD
Cinema Hits HD
Cinema Max HD
SCP Cinema Passion HD
SCU Cinema Cult HD
SP1-2-3 Sky Sport 1-2-3 HD
SKU Sky Uno HD
THC The History Channel
Rai Movie
21.15 Colpo d’occhio (Giallo,
2007) con Riccardo Scamarcio, Sergio Rubini. Regia di
Sergio Rubini.
23.20 100 pallottole d’Argento
23.25 Mangiata viva (Horror,
2001) con Vincent Gallo,
Béatrice Dalle. Regia di
Claire Denis.
Iris
21.05 Mulholland Drive (Fantastico, 2001) con Naomi
Watts, Laura Harring. Regia
di David Lynch.
23.35 La maschera di scimmia
(Thriller, 2000) con Susie
Porter, Kelly McGillis.
Regia di Samantha Lang.
7.00
9.50
11.00
12.30
13.30
14.05
14.45
16.50
18.50
20.00
20.30
21.10
23.45
0.35
0.40
33
TGLa7 - Meteo Oroscopo - Traffico Informazione
Omnibus. Condotto
da Andrea Pancani
e Alessandra Sardoni
TG La7 (all’interno)
Coffee Break. Condotto da Tiziana Panella con Enrico Vaime
L’aria che tira.
Condotto da Myrta
Merlino
I menù di Benedetta
“Ospite il giornalista e
conduttore televisivo
Luca Telese” (Replica)
TG La7
TG La7 Cronache.
Condotto da Bianca
Caterina Bizzarri
Il Bounty (Avventura,
1984) con Mel Gibson,
Anthony Hopkins,
Laurence Olivier.
Regia di Roger
Donaldson.
Il Commissario Cordier
“Pretty doll” con
Pierre Mondy
I menù di Benedetta
“Ospite l’attrice Sarah
Felberbaum”
TG La7
Otto e mezzo. Condotto da Lilli Gruber
Speciale Atlantide
“La scelta del Papa”.
Condotto da Mario
Tozzi
Omnibus Notte. Condotto da Edgardo Gulotta e Flavia Fratello
TG La7 Sport
Prossima Fermata
CLASS TV
Class TV Msnbc
(Canale 27 del digitale terrestre)
19.30 Punto e a Capo
20.40 Il TG della Convenienza
21.10 Film Crimini&Complotti
Thursday (Thriller, 1998)
con Thomas Jane. Regia di
Skip Woods.
22.45 Law & Order
Class Cnbc
(Canale 507 di Sky)
19.00 19° Congresso Assiom
Forex
19.30 Bond TV
21.10 Partita Doppia - Il vostro
voto, i vostri soldi
22.00 Linea Mercati Notte
Class Horse
(Canale 221 di Sky)
20.30 Class Horse TG
20.45 Weekend Review
21.30 Carnevale Romano 2013
CANALI PREMIUM DIGITALE TERRESTRE
Joi
Steel
Mya
19.35 Chuck “Chuck vs Morgan” “Chuck vs La tic
tac” con Bonita Friedericy
21.15 Prima tv 2 Broke Girls “E
le tentazioni della città”
21.40 Prima tv Are you there,
Chelsea? “Non sbottare ti
fa male”
22.10 Better with you
23.05 Fairly Legal
18.30 Squadra Antimafia 4 Palermo oggi
“Seconda puntata”
20.25 Smallville “La donna del
destino” con Tom Welling
21.15 Prima tv Revolution
“Il treno”
22.00 The Pacific
23.55 Covert Affairs “Lo straniero” con Piper Perabo
19.25 E.R. - Medici in prima
linea “Mai dire mai” “Il
primo giorno di Susan”
21.15 Prima tv Gossip Girl “La
sfilata dello scandalo”
“Il ritratto di Lady Alexander” con Blake Lively
22.50 Nip/Tuck “Ricky Wells”
23.45 Army Wives “Verità e
conseguenze”
Premium Cinema
Studio Universal
Premium Calcio
21.15 Cado dalle nubi (Commedia, 2009) con Checco
Zalone, Dino Abbrescia.
Regia di Gennaro Nunziante.
23.05 Immaturi - Il viaggio
(Commedia, 2012) con
Raoul Bova, Ricky Memphis. Regia di Paolo Genovese.
20.40 Project Greenlight
21.15 Hollywoodland
(Drammatico, 2006)
con Adrien Brody,
Diane Lane. Regia
di Allen Coulter.
23.30 Affari sporchi (Poliziesco,
1990) con Richard Gere,
Andy Garcia. Regia di
Mike Figgis.
19.10 Magazine Champions
League
19.45 Champions League Live
20.45 Calcio, UEFA Champions
League 2012/2013
Ottavi di finale. Gara di
andata Celtic - Juventus
(Diretta)
22.40 Champions League Live
0.00 Sport Mediaset
Tolto il -1 in classifica all’Empoli
Tennis, doppio ko per Nadal
Su Sky nasce Bike Channel
Il Tnas ha annullato all’Empoli la penalizzazione di un
punto inflitta al club toscano nell’ambito del processo
sul calcioscommesse. L’Empoli aggancia così il Padova
al quinto posto con 35 punti.
Rafael Nadal è uscito sconfitto in due finali nel torneo Atp di
Vina Del Mar: in doppio, insieme a Monaco, è stato battuto
dagli azzurri Potito-Starace, mentre in singolare è andato
ko contro Zeballos.
A partire da domani, sul canale 237 di Sky, arriva
Bike Channel, il primo canale dedicato a tutti gli appassionati di
ciclismo.
:::
Il pallone di Luciano
Strama torna a sorridere
Ma a giugno arriva Mazzarri
::: LUCIANO MOGGI
 Che tristezza vedere la
politica che prende in prestito il
Calcio per la pubblicità elettorale: TV, radio e carta stampata ad
annunciare la presenza di Bersani a Torino per Juventus-Fiorentina assieme a Renzi, il suo
amico di “adesso”. Passi per il
SindacodiFirenze dasempretifoso dei viola e persona simpatica, ma Bersani che c’entrava (dicono a Torino)? Siccome il calcio
è un mondo scaramantico, potrebbe averlo invitato lo stesso
Renzi come porta fortuna: se così fosse, i tifosi viola toccheranno
ferro qualora lo dovessero rivedere allo stadio..
Sotto pressione
Dalle divagazioni al calcio
giocato, agli anticipi della 5ª di
ritorno, prima Juventus-Fiorentina, dopo Lazio-Napoli. Si diceva che in caso di vittoria della Juve il Napoli sarebbe andato in
pressione giocando dopo e con
la Lazio, così come il Napoli nella giornata precedente, giocando per primo, in caso di vittoria
avrebbe potuto condizionare
emotivamente i bianconeri. Noi
avevamo enunciato la regola di
come in matematica, cambiando l’ordine dei fattori il prodotto
non cambi, ma avevamo anche
scritto «nel calcio però…».
E avevamo ragione, la Juve incurante della vittoria del Napoli
sul Catania ha schiacciato il
Chievo più di quanto abbia detto il risultato, con la Fiorentina
parlare poi di Juve superlativa è
dire poco. Si narra di una Fiorentina presentatasi molle in
campo, nessuno dice che ciò è
dipeso dalla forza della Juve che
ha raddoppiato e triplicato gli
avversari in ogni parte del campo. Bianconeri incuranti e superiori anche ai dispetti di calendario che vengono fatti loro dalla Lega in materia di anticipi e
posticipi, 3 partite in 7 giorni,
quasi a voler togliere il respiro e
la forza a chi di respiro e forza ne
ha da vendere. Erano d’altra
parte le stesse battaglie che si facevano al tempo della triade,
Agnelli deve farsi sentire perché
alla lunga le forze potrebbero
venire meno. La squadra è già in
Scozia dove stasera incontrerà il
Celtic per la prima di Champions e sabato sarà all’Olimpico
di Roma contro i giallorossi.
Veniamo a Napoli-Lazio per
dire appunto che il Napoli, al
contrario della Juve, ha dimostrato di patire più del previsto la
vittoria dei bianconeri nell’anticipo, forse emotività, sicuramente mancanza di quella autostima che genera solitamente
la personalità, sta di fatto che il
Napoli nella prima ora ha subito
la pressione laziale. Quando poi
Mazzarri si è deciso a far entrare
un giocatore, Insigne, che sa saltare l’avversario e creare la superiorità, la squadra si è resa più
pericolosa tanto da raggiungere
il pareggio. A dimostrazione che
non si può chiedere tutto a Cavani, anche lui ha bisogno di
una spalla. L’autostima dovrebbe però aleggiare anche in panchina poichè l’impressione data
è che si sia giocato a lungo più
per non perdere che per vincere
e per diventare grandi questa
non è la strada giusta. Tra i migliori Campagnaro, autore del
gol del pareggio, che a giugno
emigrerà a Milano, sponda Inter, assieme all’allenatore Mazzarri. Sugli spalti campeggiava
uno striscione dedicato a Carlo
Iuliano, deceduto qualche giorno prima: era considerato “la
storia del Napoli”, bravissimo
dirigente al tempo dei due scudetti, della Coppa Italia, della
Supercoppa italiana, della coppa Uefa, mancava il ricordo della nuova Società che pare non
conoscere la propria storia.
Beato Andreazzoli
L’Inter battendo il Chievo, ha
sopravanzato il Milan per la lotta al terzo posto: 43 punti contro
i 44 della Lazio, mentre la squadra rossonera ha colto un buon
punto nella trasferta di Cagliari,
dimostrando però come sia difficile la convivenza di Balotelli
con El Shaarawy e quanto possano mancare un difensore ed
un centrocampista d’ordine. La
classifica vede comunque il Milan in lotta per la Champions
con merito, a dimostrazione del
buon lavoro svolto da Allegri.
Tonfo della Roma a Genova
con la Sampdoria. Andreazzoli a
Sky si dice contento della squadra che ha fatto quanto da lui richiesto, il nostro dubbio è che
magari si sia dimenticato di dire
qualcosa.. A domanda poi sul
perché il rigore lo abbia calciato
Osvaldo anziché Totti che è il rigorista, la risposta: «Non lo so».
Beato lui! Intanto gli avversari
della Roma augurano lunga vita
a Baldini in primis e a Sabatini..!
L’Udinese, battendo in casa il
Torino, migliora la sua classifica, cosi come il Catania imbattuto sul campo di Bergamo.
Buon pareggio del Genoa a Parma ma è lenta la risalità dei liguri. Il pareggio in Bologna-Siena
migliora la classifica degli emiliani, non quella dei toscani che
rimangono al penultimo posto,
pareggiano Palermo e Pescara,
va già bene agli isolani di non
aver perduto in casa.
Antonio Conte (43 anni) con
Alessandro Matri (28). Il mister ha scelto lui per guidare
l’attacco a Glasgow [LaP]
CHAMPIONS LEAGUE
Signora in kilt
Euro-esordio per Conte: «Rispetto al Celtic, ma vogliamo la Coppa»
Giovinco in panchina, Vucinic fa coppia con l’insostituibile Matri
::: FRANCESCO PERUGINI
GLASGOW (SCO)
 Il cavaliere Antonio porta la
sua Signora al ballo del debuttante. Ha dovuto aspettare sei mesi in
più del previsto per vivere questo
giorno Conte, ma alla fine è arrivata la sera della sua prima panchina
europea.
Difficile dire «torna la
Champions League» parlando del tecnico della
Juve che il girone eliminatorio lo ha vissuto
da dietro un pannello di plexiglass, nascosto nelle tribune
degli stadi più diversi
d’Europa
(Londra, Donetsk e
Copenaghen). L’allenatore bianconero
è finalmente pronto a
scendere nello scontro
alla testa dei suoi uomini e lo farà su un autentico
campo di battaglia: il Celtic
Park. Qui i cattolicissimi signori di Scozia hanno battuto persino
il Barcellona, grazie a un babyWilliam Wallace: Tony Watt, il fenomeno arrivato al calcio professionistico grazie a un'inserzione
su un quotidiano. In questo fortino i biancoverdi hanno costruito
l'inatteso passaggio del turno ai
danni di Benfica e Spartak Mosca,
conquistando 7 dei loro 10 punti
totali. Stesso ruolino della Juve
(due vittorie e un pareggio allo
“Stadium”), fortissima anche in
trasferta: 12 punti e garanzia del
ritorno degli ottavi a domicilio.
«Ho già giocato qui con Parma e
Juve, c’è un’atmosfera molto inglese e il loro pubblico li aiuterà
molto», ricorda capitan Buffon.
Ad accendere la sfida anche il
piccolo sgarbo dei bianconeri, che
hanno preso casa nell’impianto
dei Rangers. Gi odiati protestanti,
precipitati in terza divisione a causa di problemi finanziari. Ma fa
parte del nuovo stile Juve, inaugurato in questa stagione e mostrato
in tutta la propria forza con il video
minaccioso che ha preceduto la
partita con la Fiorentina: la Signo-
IL TECNICO DEGLI SCOZZESI
Lennon: «Non sottovalutateci»
GLASGOW (SCO) Tutti danno il Celtic sfavorito, ma il tecnico degli scozzesi Neil Lennon crede al passaggio del turno: «Sarebbe un
errore sottovalutarci, come fanno la stampa internazionale e persino quella scozzese. Questa è la gara più importante per il club negli ultimi 4-5 anni. Tutto può succedere in due sole partite, andata
e ritorno. Certo che possiamo passare il turno». Ma la Juve resta favoriti: «Sono forti. C’è Matri in avanti in gran forma, Vidal e Marchisio in mezzo, e poi Pirlo, tra i più forti degli ultimi anni. La Juve
si difende bene, è organizzata, consistente», le parole del tecnico.
ra non va più in campo con la gonna delle grandi occasioni, ma con
il kilt da battaglia. Per conquistare
una terra mai vinta né dai Romani
né dagli inglesi per secoli.
«Non sottovaluteremo il Celtic,
sono una squadra molto fisica e
che segna molto su calcio piazzato», assicura il condottiero Conte,
«non sono molte le squadre capaci di battere il Barcellona in
casa e che hanno perso per
un soffio al Camp Nou. La
Champions è un sogno
da accarezzare, partita
per partita. Adesso il
nostro sogno è di superare gli ottavi.
Siamo un outsider
ma non vogliamo
neppure porci limiti. Di sicuro, otterremo quello che ci saremo meritati».
Ci saranno anche
Vucinic - nonostante il
problema al ginocchio di
sabato sera - e Asamoah, atterrato direttamente in Scozia
dal Sudafrica. Per il ghanese solo
panchina («pronto a Roma»),
mentre il Celtic potrebbe puntare
sul difensore nigeriano Ambrose,
in arrivo solo stamattina dopo la
vittoria della Coppa d’Africa. Da
valutare le condizioni del centravanti Samaras, mentre ci sono pochi dubbi sulla presenza dall’altra
parte di Alessandro Matri, l’uomo
in più della Juve 2013. Sempre titolare nei primi quattro match di
Champions, il bomber era stato
accantonato per le sfide decisive
contro Chelsea e Shakthar Donetsk. Trascinatore in campionato,
l’attaccante ex Cagliari si ricandida ancora per il ruolo di “top player” europeo. O come uomo dei
sogni.
SPORT
Martedì 12 febbraio 2013
35
@ commenta su www.liberoquotidiano.it
il graffio
Esonera tutti
Maurizio Zamparini, presidente del Palermo, fa sempre
notizia. Ieri riguardo l’azionarato popolare ha dichiarato:
«Sono contrario. Dubito che si trovino 500 mila azionisti, è
solo demagogia». Mica scemo: se passa la proposta gli
tocca addirittura chiedere il permesso per esonerare.
LE 2 FACCE DEL MILAN
L’irruenza di Balo e Silvio
non rende tutti Allegri
Il Cav: «Sul mister solo una battuta». Galliani: «Resta anche
l’anno prossimo». Ma lui s’offende. E il Faraone soffre Mario
::: ALESSANDRO OLIVA
La Samp lo multa
Due giornate a Delio Rossi
Troppo «vero» per la serie A
 Due giornate dalla Lega
di serie A, la multa (che verrà devoluta in beneficenza
all’ospedale Gaslini)
dalla Sampdoria. Questa la punizione per
Delio Rossi dopo il dito
medio riservato a Nicolas Burdisso durante la sfida contro la Roma.
Non sono bastate le scuse del
tecnico, la mazzata (sacrosanta) è arrivata. Ma è peggio lui,
che si fa prendere dalla trance agonistica
(reagendo ad un insulto di Burdisso), oppure chi aizza i tifosi
avversari, magari con
un dito sulla bocca a
zittirli? La Lega crede di si, noi
non ne siamo così sicuri.
 Nel giorno in cui il Papa decide di andarsene, il Faraone si ritrova oscurato. Non che il suo allenatore se la passi meglio. Da
quando è arrivato Mario Balotelli,
Stephan El Shaarawy non segna più. E
da quando è allenatore del Milan, Max
Allegri sa che da un
momento all’altro
Silvio Berlusconi gli
recapiterà una critica pubblica.
L’ex genoano sta
disputando una
grande stagione, ha
già segnato 15 gol.
Ma da un mesetto a
questa parte, El
Shaarawy fa più fatica, l’impressione
è che stia tirando
un po’ il fiato. Ma
da due partite a
questa parte, da
quando è arrivato
Super Mario, si fa avanti il sospetto che il numero 92 soffra la presenza dell’ex interista, sia da un
punto di vista della personalità, sia
tecnico: El Shaarawy entra meno
in area per evitare di pestare i piedi
al compagno. Il timore è che si
possa rivedere quanto successo
l’anno scorso, quando Stephan
soffrì un’altra presenza “ingombrante”come quella di Ibra.
«Allegri sarà con noi anche il
prossimo anno, Berlusconi ha
«Stavo scherzando con uno vicino
a me, che con tutte le persone che
nominava io dicevo una frase in
veneto, poi ha nominato Allegri e
ho ripetuto quella frase. Poi i giornali come al solito...».
E come al solito, Berlusconi si è
lasciato scappare
qualche parolina di
troppo sul suo tecnico. La metafora
più celebre resta
quella del sarto rivolta a Zaccheroni:
«Attenzione a che
sarto dai la buona
stoffa». La stoccata
più diretta fu quella
ad Ancelotti nel
2009: «Non abbiamo vinto lo scudetto? Colpa di AnceMassimiliano Allegri,
lotti». Nessuno fu
45 anni, abbraccia il
esente, nemmeno
«Faraone» Stephan El
Sacchi, che nel
Shaarawy, 20 (18 gol
1997 sbottò: «Guai
stagionali) [LaPresse]
a considerarmi finito, sono una polveriera». Ma il machiamato me e lui per spiegare co- go delle riposte resta Liedholm:
sa aveva detto». L’ultima battuta «Lui è molto bravo, ha allenato
nel fascicolo “scambi di opinione l’Edilnord». Allegri per ora si è trintra Berlusconi e il suo tecnico” è di cerato dietro un «Spero di finire la
Galliani. Ma Berlusconi già smen- stagione». Non male, come replitito quel «No el capisse un casso»: ca. Ma non è detto che basti.
15MILA EURO
Inter multata
per i cori razzisti
a Supermario
MILANO Dopo averlo tanto
difeso, i tifosi dell’Inter passano al contrattacco con Mario
Balotelli. Tanto che la società
nerazzurra è stata multata
dalla Lega per 15mila euro per
avere «al 41° del primo tempo
e al 42° del secondo tempo, indirizzato ad un calciatore di altra Società cori insultanti e costituenti espressione di discriminazione razziale», si legge
nel comunicato.
Ovviamente dispiaciuto per
l’accaduto Massimo Moratti,
che già prima della notizia della multa aveva commentato:
«Sono dispiaciuto per quei cori e dico nel modo più assoluto
che non devono ripetersi per il
derby. Dallo stadio non capivo
bene cosa dicessero ma mi
hanno riferito che erano offensivi». Il presidente nerazzurro è poi tornato sulla gara
di domenica contro il Chievo:
«La vittoria è la risposta che mi
aspettavo. Il rientro di Milito è
importante, finché continuerà così non ci sarà bisogno di
attaccanti. C’è stata una bella
prestazione anche da parte di
Cambiasso. Stankovic? È uno
che ha ancora tanto da dare alla squadra». Sempre a proposito di tifosi, Moratti ha anche
risposto allo striscione della
curva nerazzurra («Società e
squadra avanti con il progetto
ma non mancateci di rispetto», questa la scritta): «Il discorso sul progetto mi sta bene, ma il resto davvero non lo
capisco...», ha concluso il presidente dell’Inter.
36
Martedì 12 febbraio 2013
[CREMONA]
[BERGAMO]
I NUMERI DI IERI
Boom di investitori orientali
I violini sconfiggono la crisi
:::
:::
:::
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MASSIMO DE ANGELIS a pagina 45
7 Furti d’auto
7 Furti a bordo auto
12 Borseggi
5 Rapine
:::
:::
:::
:::
2 Autovetture recuperate
9 Furti appartamenti e negozi
0 Scippi
14 Arresti
Rapina in villa con terrore
Coniugi minacciati di morte
SERVIZIO a pagina 45
Redazione cronaca: viale Majno 42, 20129 Milano; telefono 02.999666; fax 02.99966227; email: [email protected]; Pubblicità: SYSTEM24, via C. Pisacane, 1 - 20016 Pero (MI); Tel. 02.3022 1/3837/3820 - Fax 02.30223214
Emergenza internazionale
Milano insicura: solo Pisapia fa finta di niente
Dopo gli Usa, anche Germania e Austria lanciano l’allarme sicurezza. Il centrodestra: «È un fallimento totale»
 Il tema della sicurezza torna al tà, torna ad essere l’argomento su cui trodestra, ha infatti annunciato che
:::
Dillo a Maroni
centro dello scontro per le elezioni re- Roberto Maroni punta per dare scac- «tra un paio di giorni», si terrà una
Sotto accusa
gionali. E, dopo l’allarme sulle condi- co a Umberto Ambrosoli. Ieri il segre- conferenza stampa sul tema sicurezza
zioni di Milano, lanciato nei giorni tario della Lega Nord e candidato alla assieme al Pdl.
Più sostegni
DINO BONDAVALLI a pagina 39
scorsi dal consolato americano in cit- presidenza della Regione per il cenGIULIANO FACCIA TOSTA
alle strutture
NEGA ANCHE L’EVIDENZA LA GIUNTA ROSSA: SI È ROTTO. L’OPPOSIZIONE: VERGOGNA
turistiche
::: RENATO BESANA
 A stupire è soprattutto la faccia tosta (per
non dire di peggio). La giunta arancione ha risposto con un’alzata di spalle alla denuncia del
console statunitense, Kyle R. Scott, che con una
lettera ha messo in guardia i suoi concittadini
residenti a Milano: la città, ha scritto, non è sicura. L’identico giudizio è condiviso dai ministri
degli affari esteri di Germania e Austria, che
l’hanno messo in evidenza sul proprio sito internet. Pisapia s’è detto amareggiato, la sinistra
e i suoi giornali minimizzano, tirando in ballo
New York, Chicago e Los Angeles. I reati gravi,
protestano, sono diminuiti, anche se sono costretti ad ammettere il consistente aumento di
scippi, rapine e furti, soprattutto nelle case. La
colpa, però, sarebbe secondo loro da attribuire
alla crisi economica, non alla disastrosa gestione della sicurezza. In altre parole, chi ruba lo fa
per bisogno e va quindi compreso e assistito,
mentre la destra forcaiola pretenderebbe che
fosse assicurato alle patrie galere.
Nel mondo frequentato dal signor sindaco,
giungono attutiti gli echi di quel che quotidianamente accade fuori dai salotti eleganti. Del
tutto inascoltate sono perfino le rimostranze
d’un consigliere comunale del Pd, Marco Cormio, che lamenta i ripetuti furti in zona Mecenate, dovuti secondo lui anche alla massiccia
presenza di insediamenti rom. La sinistra di governo somiglia a due delle tre celeberrime scimmiette, quella che non vede e quella che non
sente, di certo non alla terza, che non parla.
Come mai accada è presto detto: il pregiudizio ideologico si è sovrapposto alla realtà, negandola. La questione della sicurezza è stata derubricata a «ossessione securitaria»; le pattuglie
miste di militari e poliziotti sono state ritenute
inutili se non pericolose (un parroco progressista di via Padova era arrivato a sostenere che
impaurivano i bambini); la polizia locale si è vista sottrarre i compiti di ordine pubblico. I risultati sono conseguenti alle premesse: ce ne siano
accorti anche se nessuno ci ha scritto per avvertirci.
 Onorevole Maroni, se
diventerà governatore lombardo cosa farà per dare sviluppo ai settori della cultura e
del turismo? Per noi che lavoriamo con le bellezze lombarde è essenziale valorizzare il territorio.
Nel
2015 poi ci
sarà l’Expo:
un’occasione da
non perdere.
VALENTINO ROGNONI
e.mail
Gentile Valentino, mi fa piacere rispondere alla sua domanda, perché non dobbiamo mai scordarci che la nostra Lombardia è soprattutto bella. Vantiamo un patrimonio culturale, monumentale, museale, archeologico, ambientale e paesaggistico unico in Europa. Il (...)
segue a pagina 41
.
Il totem dei marò
in un sottoscala
::: MICHELA RAVALICO
 Buttato in un angolo buio e sporco di un
sottoscala di Palazzo Marino. Ecco che fine ha
fatto il totem dei marò, che dovrebbe servire a
ricordare la sorte infausta dei due soldati italiani detenuti illegalmente in India. Il caso è arrivato in consiglio comunale ieri, ed è stato Marco Osnato, del gruppo Fratelli d’Italia, a denunciarlo. «Non solo il consiglio comunale (...)
IL CARDINAL SCOLA: ATTO DI UMILTÀ
LA CORSA AL PIRELLONE
«L’addio del Santo Padre
ci riempie di domande»
Il carrozzone di Umberto
dalla Borletti a Ingroia
di FABIO RUBINI
::: ADOLFO VALLA
 Anche in Lombardia le dimissioni di Papa Benedetto XVI hanno suscitato vive reazioni. La prima
in ordine di importanza è stata quella del cardinale
Angelo Scola, arcivescovo di Milano. (...)
segue a pagina 38
segue a pagina 43
La Lega: troppi disagi lontano dal centro
Neve senza tregua: strade nel caos in periferia
 Alla fine «Big Snow» non si è
lasciata attendere e, dalle 6 della
scorsa notte, la perturbazione atlantica è arrivata sulla regione iniziando a ricoprire di fiocchi bianchi Milano e gran parte della Lombardia.
Gli esperti dicono che «Big Snow»
sarà la più grande e intensa nevicata
di tutto l’inverno, durerà 24 ore durante le quali sono previsti su Milano fino a 20 - 25 centimetri di neve. I
fiocchi cadono fitti spinti anche dal
forte vento che da alcuni giorni sof-
fia impietoso sulla Lombardia
creando problemi al trasporto.
Palazzo Marino ha raccomandato ai cittadini, fin dal primo pomeriggio di ieri, di preferire i mezzi
pubblici e di usare l’auto solo in caso
di necessità e ha invitato a segnalare
casi di donne e uomini che ancora
non hanno un ricovero.
Ma forse non basta. «Qualcuno
dica a Pisapia che nevica» ha scritto
Matteo Salvini, segretario della Lega
Lombarda sul suo profilo Facebook.
«Ci sono alcune strade e tantissimi
marciapiedi dove servono le ciaspole, le slitte o gli sci da fondo».
Inutili i 180 mezzi Amsa entrati in
funzione fin dalla notte scorsa per la
salatura e la lamatura delle strade.
La neve porta voglia di partire. Secondo la metà delle agenzie di viaggio milanesi, sentite dalla Camera di
commercio di Milano, la scelta preferita per le vacanze di Carnevale sarà infatti la settimana bianca.
MARIANNA BAROLI a pagina 43
Anche Antonio Ingroia è salito sul
carrozzone di Umberto Ambrosoli.
Adesso la sinistra estrema che appoggia il candidato finto-civico appoggiato dal Pd, è al gran completo.
a pagina 41
38
CRONACA
Martedì 12 febbraio 2013
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Deficit a Palazzo Marino
LA DENUNCIA
Buco da 350 milioni
Giuliano prende tempo
ma alzerà le tasse
Il totem dei marò
nel sottoscala
«Vergogna»
::: segue dalla prima
MICHELA RAVALICO
.
Il primo cittadino spera: deroga ai conti con il nuovo governo
Dopo le elezioni, stangata in arrivo con il successore di Tabacci
::: MICHELA RAVALICO
 Prende tempo il sindaco
Giuliano Pisapia sui conti del Comune di Milano. Nasconde la testa sotto la sabbia anche sulla
questione tasse. All’appello per il
2013 mancano almeno 350 milioni di euro, ma il primo cittadino che dopo le dimissioni di Tabacci
riveste ad interim l’assessorato al
bilancio - non dice come e dove
taglierà la spesa corrente per far
quadrare la partita. Non dice né se
aumenterà le tasse, né come eliminerà gli sprechi. Parla di «sobrietà, tagli agli sprechi e lotta
all’evasione»», ma senza dire come realizzerà i tre obiettivi. Su un
punto, invece, è molto chiaro: Pisapia affida il futuro di Milano e
l’equilibrio dei conti alla vittoria
della sinistra alle politiche, in modo da poter chiedere a un governo
Bersani la deroga al patto di stabilità oltre alla nomina di un sottosegretario dedicato a Expo.
LE POLEMICHE
«La spesa corrente del Comune
di Milano è di 2,6 miliardi di euro denuncia il capogruppo Pdl Carlo
Masseroli - non è chiaro dove si
comincia con i tagli. Aumenteranno ancora le tasse ai cittadini?
Io credo vadano ridotte, ma mi
pare che il sindaco non abbia le
idee molto chiare». Masseroli polemizza anche su Atm: «Il sindaco
si vanta del boom di abbonati da
quando due anni fa è stato au-
:::
NUMERI
DISAVANZO
Il Comune di Milano per il
2013 è a caccia di una somma
che oscilla tra i 350 e i 370 milioni di euro. Sono i soldi che
dovranno essere investiti per
completare le opere Expo. Senza deroga al patto di stabilità
da parte del governo, il Comune di Milano ha solo tre possibilità: tagliare i servizi, alzare le
tasse o vendere le partecipate.
GIOIELLI DI FAMIGLIA
Come già fatto in passato,
quando l’ex assessore al bilancio Bruno Tabacci ordinò la
vendita del 30% di Sea per
chiudere il bilancio 2011, anche quest’anno il Comune potrebbe mettere mano alle partecipate per far tornare i conti.
A disposizione del Comune c’è
la quota del 14% di Serravalle,
il cui valore è di circa 140 milioni di euro. Il 54% di Sea rimasto al Comune può valere almeno 500 milioni di euro
IMPOSTE
Altra strada, meno popolare,
per non tagliare i servizi è l’aumento di tasse e imposte: Irpef, Imu, Tarsu, Cosap e aumento delle tariffe.
IN FUGA VERSO ROMA
Bruno Tabacci ha restituito le deleghe di
assessore al Bilancio di Milano per correre
alle prossime elezioni politiche come leader del neonato «Centro democratico»,
alleato di Pd e Sel. Il sindaco Giuliano
Pisapia, dopo le elezioni, nominerà dunque il suo successore: sul tavolo, c’è
ancora la richiesta di una deroga al patto
di stabilità per gli invstimenti di
Expo. [Fotogrammi]
mentato il prezzo del biglietto ma
non quello degli abbonamento ricorda il consigliere - peccato che
gli abbonati portino nelle casse di
Atm 20 milioni di euro, mentre il
Comune versa ogni anno
all’azienda dei trasporti milanese
700 milioni come da contratto di
servizio».
Per Riccardo De Corato, invece,
uno dei punti chiave è come vengono spesi i soldi. «L’anno scorso
con l’Imu sono entrate nelle casse
del Comune 700 milioni di euro,
dove sono finiti questi soldi?». Poi
l’ex assessore alla sicurezza ricorda il flop della quotazione in Borsa
di Sea, e domanda: «Non torneremo a parlarne quest’anno?».
REVISORI DEI CONTI
Sempre ieri è stata ratificata ieri
dal consiglio comunale la nomina
dei nuovi revisori dei conti del Comune. Si tratta di Mario Antonio
Guallini, Maurizio Quaranta, Elisabetta Migliorati, e avranno il
compito di verificare il bilancio
del Comune di Milano. I tre professionisti, come ha stabilito una
nuova norma nazionale approvata dal governo Monti nel 2011, sono di nomina prefettizia e sono
stati scelti con un’estrazione a
sorte tra un elenco di revisori dei
conti. Sul caso c’è stata polemica
in consiglio comunale. La Lega,
per voce di Luca Lepore, denuncia: «Sicuramente il meccanismo
del sorteggio è fragile, in quanto
non disciplina la reale professionalità e capacità tra i proponenti,
ma almeno un principio lo sancisce: è finito il periodo dell’ingerenza da parte della politica anche
nel controllo dell’attività che essa
stessa svolge». Per il capogruppo
del Pd, Carmela Rozza, «non è accettabile che per controllare il bilancio di una amministrazione
come quella di Milano ci si affidi
all’estrazione a sorte fra commercialisti che hanno avuto in precedenza esperienze in comuni al di
sopra di 15mila abitanti. Chi ci garantisce che siano in grado di affrontare i bilanci di un Comune
molto più grande?».
(...) di Milano non ha voluto
fare uno striscione fisso e ben
più visibile del totem per denunciare lo scandalo dei due
marò, come invece hanno fatto altre istituzioni - ricorda
Osnato - ma quel che è più
grave è che ora quel totem sia
stato buttato in un sottoscala,
a deperire». Immediata la risposta del presidente dell’aula, Basilio Rizzo: «Il totem è lì
temporaneamente, perché è
stato danneggiato, e andava
aggiustato - si giustifica Rizzo
-poi sarà rimesso al suo posto». Osnato, però, non si ritiene soddisfatto della risposta e con lui neppure tutti coloro che sono solidali con i
soldati Massimiliano Latorre
e Salvatore Girone. «Sono almeno due settimane che lo
vedo lì buttato, quanto tempo
ci vuole ad aggiustarlo?» rincara Osnato. Era il 15 marzo
2012 quando il totem a favore
dei due marò arrestati in India
è stato esposto fuori da Palazzo Marino con la scritta «Riconsegnate Massimiliano Latorre e Salvatore Girone allo
Stato italiano».
Centro destra e centro sinistra, in Comune, si sono scontrati per la testimonianza a favore dei due soldati. Alla fine
fu trovato il compromesso,
firmato Scavuzzo (Lista civica
per Pisapia), di un totem da
esporre dal mattino alla sera
al posto di uno striscione permanente.
Dopo l’attacco dell’avvocato arancione
Giostrai dell’Idroscalo in rivolta: «Siamo noi il parco dei milanesi»
::: ALVISE LOSI
 Alcune notizie hanno vita di un
giorno. Altre invece prima scompaiono e
poi riappaiono. È il caso delle dichiarazioni del sindaco riguardo alla possibilità di
creare a Milano un nuovo luna park. Da
subito quella di Giuliano Pisapia era parsa
un’uscita poco convincente. Ma alcune
parole in particolare hanno fatto storcere
il naso a qualcuno. «È vero che ce n’è uno
all’Idroscalo», aveva detto il primo cittadino, «ma non è a Milano e in ogni caso
con tutti i lati positivi che ha soprattutto
d’estate, non è un bellissimo luna park».
Insomma, non solo il (potenziale) danno economico per i proprietari della
struttura di Segrate, ma anche la beffa di
non vedere riconosciuto il proprio lavoro. Un’affermazione che non poteva lasciare indifferenti i gestori. «Non sono
d’accordo con Pisapia», afferma Riccardo
Trebino, direttore del luna park. «L’EuroPark Idroscalo è il parco divertimento dei
milanesi e quindi sentirsi dire che siamo
un parco non di Milano mi ha lasciato
fortemente amareggiato. Anche in virtù
del fatto che da circa dieci anni la nuova
gestione ha cambiato volto al parco. Con
notevoli investimenti e una riqualificazione importante, creando nuovi posti di
lavoro».
Un’inversione di rotta che forse il primo cittadino non conosce e che include
anche attività dedicate ai meno fortunati.
«Vorrei sottolineare che organizziamo
insieme alla Divisione infantile neurologica dell’associazione Carlo Besta una
giornata a sostegno dei bambini afflitti da
gravi malattie neurologiche», precisa
Trebino. «Colgo l’occasione per invitare il
sindaco Pisapia con una delegazione di
bambini all’Europark Idroscalo a passare
con noi una giornata per vedere di perso-
La ruota panoramica dell’Europark Idroscalo [Fotogramma]
na il nostro luna park». Prima di parlare
Pisapia farebbe bene a informarsi. Certo,
quella del nuovo parco dei divertimenti
era solo un’idea, non ancora un progetto
definito. Ma il sindaco è riuscito comun-
que a suscitare una piccola polemica, che
però si potrebbe chiudere con giornata di
giochi grazie all’invito che il parco ha voluto inviare tramite il nostro giornale. E
che di certo Pisapia vorrà accettare.
CRONACA
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L’allarme criminalità
Milano insicura, ma Pisapia fa finta di niente
Dopo gli Usa, anche Austria e Germania la inseriscono tra le città più pericolose. Lega e Pdl: «Il sindaco ha fallito»
::: DINO BONDAVALLI
Le associazioni
 Il tema della sicurezza torna al centro dello scontro per le
I comitati di quartiere
elezioni regionali. E, dopo l’allarme sulle condizioni di Milano,
sul piede di guerra
lanciato nei giorni scorsi dal con Al sindaco
solato americano in città, torna
«Siamo dimenticati»
ad essere l’argomento su cui Roimputiamo una
“
berto Maroni punta per dare
scacco a Umberto Ambrosoli.
Dopo aver sottolineato domenica su Twitter che «la Milano di
Pisapia spaventa anche gli americani: troppi crimini», ieri il segretario della Lega Nord e candidato alla presidenza della Regione per il centrodestra, ha infatti
annunciato che «tra un paio di
giorni», si terrà una conferenza
stampa sul tema sicurezza assieme al Pdl. Un segnale che, nonostante i tentativi del sindaco Pisapia di smorzare la preoccupazione tra i cittadini, con la richiesta
di spiegazioni al console americano a Milano, Kyle R. Scott, l’argomento rimarrà centrale da qui
alla fine della campagna elettorale, che lunedì prossimo avrà uno
dei propri momenti clou con
l’iniziativa congiunta che vedrà
Silvio Berlusconi presente in città
insieme a Maroni.
Poco importano, quindi, gli
sforzi fatti dal primo cittadino milanese per spegnere l’allarme lanciato dal consolato a stelle e strisce nei giorni scorsi, quando con
una lettera aveva messo in guardia i cittadini americani residenti
in città rispetto al fatto che «le autorità milanesi hanno recentemente notato un significativo aumento del crimine nelle aree a
Ovest di corso Venezia attraverso
parco Sempione fino a via Domenichino», area che «include la residenza di molti impiegati del
consolato e cittadini Usa». Anche
perché a confermare che la situazione è critica sono pure i ministeri Esteri di Germania e Austria.
Da parte dell’Auswärtige Amt, il
ministero degli Esteri della Repubblica federale tedesca, la
preoccupazione più grande riguarda le principali stazioni ferroviarie milanesi. Sul sito internet
del ministero, queste sono infatti
inserite dallo scorso ottobre nella
poco invidiabile lista dei luoghi
ad altro rischio di furto, scippo o
rapina, al pari della «linea ferroviaria che collega l’aeroporto di
Fiumicino alla capitale» e alle linee di autobus in partenza e in
arrivo «alla stazione Centrale di
Napoli».
A preoccupare l’Aussenministerium (Ministero degli Esteri)
austriaco, che usa sempre il web
per allertare i propri concittadini,
è invece «l’incremento dei casi di
frode registrato recentemente nel
Nord Italia, a Milano e Torino».
L’allerta riguarda infatti episodi
nei quali a cittadini stranieri, attratti con la prospettiva di fare un
buon investimento immobiliare a
Milano, viene chiesta una cospicua caparra, la quale si volatilizza
prima che l’affare vada in porto.
Una serie di allarmi che, sommati a quello del consolato americano, aiutano a capire perché la
Milano arancione venga considerata una città particolarmente pericolosa.
Ma anche perché una città che
politica lassista e una
sensazione di
impunità le cui
conseguenze sono
evidenti
MORELLI (LEGA)
 La percezione oltre
confine della città di
Milano è quella di
una città allo sbando,
insicura, pericolosa
per chi viene in
Lombardia sia per
turismo sia per lavoro
LA RUSSA (F. D’ITALIA)
.
«due anni fa il New York Times
metteva tra le prime cinque città
al mondo da visitare» ricorda
Marco Osnato, consigliere comunale di Fratelli d’Italia, che ieri ha
portato la questione anche in
consiglio comunale, «dopo due
anni di giunta Pisapia è diventata
un luogo in cui gli americani han-
no paura ad uscire di casa».
Come ha sottolineano ieri l’ex
assessore regionale alla Sicurezza, Romano La Russa, candidato
alle elezioni regionali con Fratelli
d’Italia, «la percezione oltre confine di Milano è quella di una città allo sbando, insicura, pericolosa per chi viene in Lombardia sia
per turismo sia per lavoro». Una
situazione per la quale «a Pisapia
non si possono imputare i singoli
casi» ammette Alessandro Morelli, capogruppo del Carroccio in
consiglio comunale, «ma una politica lassista e una sensazione di
impunità le cui conseguenze sono evidenti».
 Che la Milano arancione stesse scivolando lungo la pericolosa china della perdita di
sicurezza, loro lo denunciano da diversi mesi.
Sarà per questo che ora, di fronte alla reazione
del sindaco Pisapia, più preoccupato di difendere l’immagine della sua amministrazione
che di garantire ai milanesi quegli interventi
per migliorare la situazione che loro invocano
a gran voce, si dicono pronti a dare battaglia.
Quella condizione di pericolo denunciata
dal consolato americano e dai ministeri Esteri
di Germania e Austria, i commercianti e i cittadini milanesi la sperimentano infatti quotidianamente sulla propria pelle. «E adesso, visto che le persone sono impaurite per ciò che
accade su corso Buenos Aires e nelle strade limitrofe», spiega Gabriel Meghnagi, presidente di AscoBaires, «ci stiamo preparando a costituire un nuovo comitato di cittadini per
chiedere il ripristino delle pattuglie di militari,
la cui presenza aveva contribuito in maniera
significativa a migliorare la situazione
in città».
Ma di fronte all’incremento di un certo tipo di reati a Milano, dove nel 2012 secondo i dati della prefettura - si è registrato in media un furto in negozio ogni
20 minuti, i commercianti sono pronti
a fare appello a qualsiasi risorsa. «Purtroppo il pomeriggio e la sera anche in
pieno cento ci sono vie poco illuminate
nelle quali, con la chiusura dei negozi,
c’è un humus micidiale per chi delinque», spiega Alessandro Prisco, presidente di
AscoDuomo e capolista della formazione Tremonti 3L alle elezioni regionali.
«Capisco che alla polizia manchino anche i
soldi per mettere la benzina nelle auto», ragiona Prisco. «Ma i vigili possono muoversi anche
in bicicletta, per cui intanto si potrebbe mandare la polizia municipale in giro a presidiare il
centro per poter avere un effetto di deterrenza».
D. BON.
Le politiche del centrosinistra
Addio ai militari e flop dei ghisa di quartiere: due anni di insuccessi
::: SALVATORE GARZILLO
 «Milano non è Beirut», disse Pisapia un po’ di tempo fa. «Milano è
una città insicura», dice oggi Kyle R.
Scott, il console degli Stati Uniti. La
verità, come sempre, sta nel mezzo, e
per comprenderla basta leggere i dati.
Sono sufficienti quelli diffusi dalla
Questura nel dicembre scorso: con
273.465 reati denunciati si segna un
calo del 7% rispetto al 2011, ma sono
in aumento le violenze sessuali (+1%),
la detenzione e lo spaccio di stupefacenti (+4%), i reati di usura (+83%), gli
scippi (+15%), i furti con destrezza
(+0,5%), le rapine in abitazioni (+40%)
e negli esercizi commerciali (+23%).
A questi vanno poi aggiunti i casi
eclatanti, gli omicidi, alcuni dei quali
ancora senza un colpevole. È il caso di
Massimiliano Spelta e della moglie
sudamericana, uccisi a colpi di pistola
l’11 settembre scorso in via Muratori,
in piena Porta Romana. Oppure il
broker assicurativo di 69 anni Diego
Preda, ammazzato come un cane con
un colpo di pistola alla nuca mentre
tornava a casa dalla moglie; era il 21
novembre e, al momento, non solo
:::
GLI ERRORI
SOLDATI
Nel 2011 appena insediato come
sindaco di Milano, Giuliano Pisapia decide di abolire i 350 uomidi
dell’esercito predisposti alla sicurezza di 34 punti caldi della città.
VIGILI
Al posto dei militari per strada, il
sindaco decide di riconfigurare alcuni agenti della polizia locale
trasformandoli in vigili di quartiere atti al controllo della sicurezza
ma privi di capacità di azione.
NOMADI
Un punto caldo della politica
arancione riguarda i rom e lo
sgombero dei campi abusivi. La
giunta arancione sceglie un approccio buonista della situazione
con inviti ad allontanarsi invece
che veri e propri sgomberi.
NEGAZIONISMO
Nonostante furti, aggressioni e
omicidi in aumento in città la
giunta continua a riferire che Milano è una città sicura.
non c’è un responsabile ma neppure
una pista. E l’elenco potrebbe continuare con l’omicidio irrisolto di Ivano
Casetto, il cui corpo è stato abbandonato in strada il 10 dicembre passato.
Numeri, dati e date aiutano a ricostruire un periodo politico segnato
più dalle tinte noir che dall’arancione
del popolo di Pisapia.
Lo stesso popolo, soprattutto quello strettamente politico, che segnala
uno studio pubblicato dal Corriere
della Sera sui dati dei dipartimenti di
polizia di New York, Chicago, Washington e Los Angeles, nel quale
emerge che queste città hanno un
tasso di criminalità più alto di Milano.
E vorremmo vedere. Esclusa la capitale degli Usa (con popolazione inferiore e dimensione simile), il paragone non è solo fuori luogo, è ridicolo.
Milano non arriva a un milione e
mezzo di abitanti sparsi su 181 chilometri quadrati, mentre New York supera gli 8 milioni (su 784 km), Los Angeles i 3 milioni e 800mila (su 1.200
km), Chicago i 2 milioni e 700mila (su
oltre 600 km). Se Milano avesse gli
stessi numeri criminali di queste città
ci sarebbe da scappare. Altro che
Scampia dei tempi d’oro.
La colpa di questa situazione, l’opposizione ne è convinta, è del buonismo di un sindaco capace di rassicurare anche nel maggio scorso, quando
si registrò una media di 26 violenze
sessuali in 30 giorni, molte delle quali
ai danni di ragazzine palpeggiate in
metropolitana in pieno giorno. Colpa
anche di una visione “pacifista” che
ha avuto l’effetto opposto a quello
sperato. Ci riferiamo alla scelta di eliminare nel 2011 i 350 uomini preposti
alla sicurezza di 34 punti caldi della
città, dei militari, della riconfigurazione degli agenti della polizia locale, a
cui è stato ordinato di “invitare” i rom
ad allontanarsi dai campi invece che
sgomberarli.
Proprio i rom, cavallo di battaglia
della giunta rinnovatrice e aperta al
dialogo, sono diventati il tallone
d’Achille. I milanesi sono stanchi della gestione così remissiva del fenomeno, che invece di «includere i nomadi
nel tessuto sociale della città» si trasforma in un’incapacità di punire e
far rispettare le leggi. Dunque, Milano
non sarà Beirut, ma di sicuro non è
neppure la Svizzera.
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CRONACA
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Si allarga l’accozzaglia della sinistra
DILLO A MARONI
Da lady Borletti a Ingroia
L’armata rossa di re Umberto
Più sostegni
alle strutture
turistiche
::: segue dalla prima
Il magistrato con i montiani ribelli: voto Ambrosoli. Maroni: vinco lo stesso
::: FABIO RUBINI
 Venghino signori venghino, sul carrozzone di Umberto
Ambrosoli c’è posto per tutti.
L’ultimo arrivato nell’allegra accozzaglia finto-civica è Antonio
Ingroia con tanto di compagni al
seguito. In tour a Milano per la
campagna elettorale anche l’ex
magistrato ha voluto portare il
suo contributo al voto disgiunto
pro-Ambrosoli: «In Lombardia
da tempo c’è stato un percorso di
confronto per cui sostieniamo
pienamente Ambrosoli che rappresenta quella società civile che
noi vogliamo e sosteniamo dentro a Rivoluzione Civile». Ingroia
ha poi attaccato Maroni che «Porta avanti una politica di destra,
lontana dai cittadini e dai lavoratori, è alleato di Berlusconi che ha
determinato tutti questi disastri
per l’Italia e la Lombardia stessa».
Tutti contro Maroni e il centrodestra, dunque, e naturalmente il
finto-civico Ambrosoli annuisce
contento per l’ultimo tassello
della sua squadra. Resta da capire, però, come farà l’ex monarchico a far andare d’accordo le
ormai infinite sfaccettature della
sua coalizione che va dalle varie
anime presenti nel Pd ai montiani ribelli dei salotti milanesi (la
Borletti Buitoni); dai cattolici
(Marcora e Ombretta Fumagalli
Carulli) ai comunisti più estremisti. Già, perché nella “Rivoluzione
Civica” di Ingroia sono candidati
moderati del calibro di Oliviero
Diliberto (quello del caso Ocalan)
attualmente segretario dei Comunisti Italiani) e di Paolo Ferrero, leader di Rifondazione Comunista. Come faranno a dialogare
coi moderati non lo sa nessuno e,
temiamo, nemmeno Ambrosoli,
che per il momento si limita a raccattare il raccattabile pur di battere lo spauracchio rappresentato dall’alleanza Lega-Pdl.
La nuova strana alleanza è stata commentata anche da Bobo
Maroni: «In lizza siamo io ed Ambrosoli. Io rappresento ciò che di
buono è stato fatto nella sanità,
buoni scuola, costi. Dall’altro, abbiamo un candidato sostenuto
il graffio
Farinetti
strategy
Il papà della catena Eataly
Natale Farinetti detto
Oscar sul Corriere di ieri ha
spiegato di avere paura
della secessione e che «se
vince Maroni a Milano al
posto di Eataly mi vien voglia di aprire un grande kebab». Non si capisce come
uno che si è posto a difensore del cibo “a chilometro
zero” rilanciando le tradizioni italiane possa fare
così repentinamente dietro front per una semplice
questione politica. A meno che il Farinetti, viste le
difficoltà che la sua catena
sta attraversando a Roma,
Torino, Tokyo (non a New
York) non abbia trovato
un’ottima exit strategy per
evitare di realizzare Eataly
a Milano...
da Ingroia, Sel, sinistra radicale.
Se uno è un moderato che vota
Monti poi non può scegliere chi è
sostenuto dalla sinistra. Penso
che il voto disgiunto mi possa favorire. Chi vincerà? Maroni».
Più duro il segretario della Lega
Lombarda Matteo Salvini: «Aumenta di volume l’armata brancaleone che va dalle contesse ra-
dical-chic ai rottami del comunismo, dai banchieri agli ex magistrati. È piuttosto evidente quale
sia il minimo comune denominatore: hanno tutti paura del voto
dei cittadini lombardi e del crescente consenso che stanno
avendo le proposte serie e concrete di Roberto Maroni».
In serata sull’argomento è in-
tervenuto anche Gabriele Albertini: «Quanto già era abbondantemente previsto ora si è palesato: anche l’eroe giustizialista Antonio Ingroia ha fatto giungere le
sue parole di pieno appoggio ad
Ambrosoli. Giusto a favore di chi
si ostina ancora oggi a definire civica la candidatura dell’Avvocato».
(...) nostro territorio narra
pagine di storia e di ambiente che ne fanno la prima regione italiana per numero di siti internazionali
riconosciuti dall’Unesco (9
su 45). Noi valorizzeremo
questa ricchezza per chi in
Lombardia ci vive e per chi
viene a trovarci, affiancando i Comuni nelle opere di
riqualificazione delle strutture e in quelle di conservazione e restauro. Predisporremo percorsi culturali per
far conoscere la Lombardia, pubblicizzandoli a livello territoriale ma soprattutto a livello turistico, in
maniera da poter trarre ulteriori fondi, da destinare
interamente alle attività
culturali. Un impegno che
si lega a doppio filo con
Expo. La rete che abbiamo
studiato, ci consentirà di
accogliere nel migliore dei
modi le oltre 20 milioni di
persone (delle quali il 30%
provenienti dall’estero) che
visiteranno la Lombardia
per l’esposizione di Milano
2015. Un’occasione – lei ha
detto bene – che non abbiamo alcuna intenzione di
perdere.
ROBERTO MARONI
[email protected]
La campagna del centrodestra
Mantovani: «Con Carroccio e Pdl nessuna secessione»
 «Bersani si rassereni: in Lombardia non
c’è stata e non ci sarà nessuna deriva. Roberto
Maroni infatti è stato Ministro della Repubblica che ha sempre operato per il bene dell’Italia intera, come da tutti ampiamente riconosciuto». Parole di Mario Mantovani, coordinatore regionale del Pdl, che risponde alle critiche piovute in questi giorni da parte di alcuni esponenti del centrosinistra (da ieri Bersani
èin Lombardiapersostenere Ambrosoli,oggi
arriva Renzi). «Qui il Pdl avrà la forza necessaria per affiancare la Lega e così sostenere non
solo una Regione certamente rispettosa
dell’unità nazionale, ma anche capace di rivendicare, con determinazione, la propria
autonomia di governo, come sancito dalla
Costituzione. Questo - conclude Mantovani per rispondere con efficacia e concretezza alle
attese delle imprese e delle famiglie».
Parole di apprezzamento per la campagna
del Pdl sono arrivate anche dal leader della
Lega Roberto Maroni: «certo che sono soddisfatto della campagna» ha detto il candidato
presidente, ricordando poi la grande manifestazione comune del 18 febbraio, quando a
Milano ci sarà Silvio Berlusconi. Mentre tra
un paio di giorni Lega e Pdl faranno una conferenza congiunta per annunciare i programmi sulla sicurezza. Oggi alle 15 intanto l’assessore alla sanità uscente Mario Melazzini, sarà
protagonista di una conferenza insieme a
Maroni e Matteo Salvini per presentare il pro-
gramma della coalizione di centrodestra sulla
sanità: «che da buona diventerà ottima».
Spiega Salvini: «La Lombardia è simbolo di
eccellenza nel campo della sanità. Vogliamo
continuare a giocare su questo campo con un
ruolo da protagonista. Questa sfida - conclude Salvini - si potrà vincere solo migliorando
l’efficenza del sistema grazie alla sua semplificazione e integrazione». Melazzini, dal canto suo, va all’attacco del governo centrale
«che con i suoi tagli lineari ci penalizza. Ma
con quanto abbiamo pianificato in un’ottica
di razionalizzazione e di riorganizzazione,
nessuna prestazione né servizio verrà a mancare».
F. RUB.
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LOMBARDIA
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Caduti venti centimetri
IL CARDINALE SCOLA
Neve senza tregua
e strade nel caos
Comune sotto accusa
«Il Papa lascia
per il bene
della Chiesa»
::: segue dalla prima
ADOLFO VALLA
.
Città imbiancata, traffico impazzito sulle provinciali
e nelle periferie. La Lega: troppi disagi, servono le slitte
::: MARIANNA BAROLI
 Alla fine «Big Snow» non si
è lasciata attendere e, dalle 6 della
scorsa notte, la perturbazione
atlantica è arrivata sulla Lombardia iniziando a ricoprire di fiocchi
bianchi Milano e gran parte della
regione. Gli esperti dicono che
«Big Snow» sarà la più grande e intensa nevicata di tutto l’inverno:
la grande nevicata durerà infatti
per 24 ore durante le quali sono
previsti su Milano fino a 20 - 25
centimetri di neve. I fiocchi cadranno fitti spinti anche dal forte
vento che da alcuni giorni soffia
impietoso sulla Lombardia
creando problemi al trasporto.
Palazzo Marino, in una nota,
ha raccomandato ai cittadini di
preferire i mezzi pubblici e di usare l’auto solo in caso di necessità e
ha invitato a segnalare casi di
donne e uomini che ancora non
hanno un ricovero. Fino alle 7 di
questa mattina saranno impiegati 500 uomini cosiddetti “avventizi” per la pulizia dei marciapiedi.
Ma forse non basta. Sono molteplici i disagi alla circolazione,
con autovetture che proseguono
a velocità ridotta a causa della
scarsa visibilità. Anche per questo
motivo, sulle autostrade milanesi, dalle 11 di ieri fino alle 22 di oggi
è vietata la circolazione dei mezzi
superiori alle 7,5 tonnellate.
«Qualcuno dica a Pisapia che
nevica» ha scritto Matteo Salvini,
segretario della Lega Lombarda
sul suo profilo Facebook. «Ci sono alcune strade e tantissimi
marciapiedi dove servono le ciaspole, le slitte o gli sci da fondo».
Alitalia ha già predisposto la
cancellazione di alcuni voli tanto
che sui siti degli aeroporti di Linate e Malpensa è comparso fin dal-
.
PRECIPITAZIONI PER 24 ORE
Due immagini della Milano di ieri sotto l’effetto di «Big
Snow». In alto, il Duomo imbiancato. A sinistra, la corsa
nelle strade sotto la neve. Ftg.
la mattinata di ieri l’avviso: «Per
ridurre i possibili disagi è opportuno contattare la propria compagnia aerea per informazioni
aggiornate sullo stato del proprio
volo». Il presidente della Provincia di Milano, Guido Podestà, fa
sapere che sono pronti quasi 200
volontari della Provincia operati-
vi sul territorio nelle stazioni Fs
della provincia per fronteggiare
l’emergenza legata alle precipitazioni nevose di queste ore e aiutare in caso di ritardi di treni.
La grande neve sta già causando danni al sistema imprenditoriale del territorio con perdite stimate secondo l’ufficio studi della
Camera di commercio di Monza
e Brianza, in oltre 92 milioni di
Euro per la regione. A Lecco, per
esempio, le scuole sono rimaste
chiuse fin da ieri e nelle prossime
ore è previsto un calo sottozero
dellle temperature che favorirà la
formazione di ghiaccio al suolo.
Ma la neve porta anche la voglia di partire. Secondo la metà
delle agenzie di viaggio milanesi,
sentite dalla Camera di commercio di Milano, la scelta preferita
per le vacanze di Carnevale sarà
infatti la settimana bianca o il
weekend in famiglia sulla neve.
(...) «Credo che come lui ha
detto, tutto questo sarà per il
bene della Chiesa. Viviamo la
decisione del Pontefice con
serenità, perché è presa da un
uomo di Dio, dalla fede e
dall’umiltà
assolutamente
straordinarie». Per il governatore della Lombardia Roberto
Formigoni quello del Papa è
stato «Un atto di coraggio, non
casuale anche nella scelta della data. La mattina dell’11 febbraio 1858 a Lourdes accadeva un evento straordinario,
destinato a cambiare la storia
dell’intera comunità cristiana». Anche il sindaco di Milano si è detto «molto colpito»
dalla scelta di Benedetto XVI:
«Ricorderò sempre l’emozione, mia e di tutta la città, in occasione della sua visita a Milano lo scorso anno». Il presidente della Provincia Guido
Podestà è «profondamente
rattristato dalla volontà
espressa da Benedetto XVI,
ma ne comprendo le ragioni».
Anche Roberto Maroni ha
commentato: «Le dimissioni
non influenzano la politica,
ma le coscienze». L’unico a
buttarla in politica è stato Umberto Ambrosoli: «è un gesto
pone riflessioni profonde a
quanti sono impegnati in una
competizione elettorale che
dovrebbe rinnovare profondamente la classe dirigente
della nostra regione e del Paese».
44
MILANO E LOMBARDIA
Martedì 12 febbraio 2013
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::: le lettere
Le lettere via e-mail vanno inviate a: [email protected]
sottolineando nell’oggetto: “lettere a LiberoMilano”. Via posta vanno indirizzate a:
LiberoMilano - viale L. Majno 42 - 20129 Milano; via fax al n. 02.999.66.227.
Vi invitiamo a scrivere lettere brevi. La redazione si riserva il diritto di tagliare o sintetizzare i testi.
SICUREZZA
Vivere a Milano mi fa paura
Il Console americano a Milano in una
nota ai suoi connazionali ha affermato di
fare attenzione, Milano non è sicura.
Troppi scippi, furti, risse, ubriachi molesti, rom dediti all’elemosina molesta, i
mezzi pubblici osceni zeppi di portoghesi, borseggiatori ed altro; la notte poi
si riempie ogni dove di pittoreschi e
molesti personaggi, non solo nei quartieri popolari ma anche in quelli chic
della moda, per non parlare dei ritrovi dei
sudamericani fra litri di birra, grida, canti
violenze ed amplessi anche al di fuori dei
locali, sotto le finestre dei vari malcapitati. Ma Pisapia non ci sta, ha persino
smesso di twittare dalla sorpresa. Ma
come proprio ora che stava pensando per
Milano ad un grande Luna Park, simil
Commenta anche
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@liberomilano
Chiusura al traffico: Piazzale Lorenzo Lotto: strada chiusa al traffico causa lavori tra Via Monte
Bianco e Viale Paolo Onorato Vigliani. La durata
del provvedimento è correlata all'esito delle indagini del sottosuolo (da 15 a 60 giorni). Via
Giovanni Battista Fauché: senso unico di marcia
causa lavori tra Via Privata Chieti e Via Lodovico
Castelvetro in direzione Via Lodovico Castelvetro.
Via Idro: strada chiusa al traffico causa lavori sulle
condutture d'acqua tra Via Padova e Via Bormio Lavori di pronto intervento. Via Mario Borsa: strada chiusa al traffico causa lavori tra Via Armando
Picchi e Via Alex Visconti - Lavori di pavimentazione stradale. Termine lavori previsto: 22 febbraio
2013. Traffico difficoltoso in: Via Cenisio: rallentamenti causa lavori per modifica della viabilità per
Prater di Vienna, ma come il Console non
capisce. Forse il Console ha ascoltato i
pochi milanesi rimasti delusi, arrabbiati e
probabilmente non abbastanza coesi.
Daniela Portaluppi
e.mail
ELEZIONI
I dubbi sulle schede nulle
L’altro giorno ero in un bar della mia
città, Corsico, notoriamente conosciuta
perché città rossa. Mentre prendevo un
caffè mi sono imbattuto in un “buzzurro”
di sinistra che alle prossime elezioni farà
lo scrutatore e che spiegava estremamente divertito a un suo amico come gli
fossero stati impartite precise istruzione
su come, durante lo scrutinio dei voti,
distrarre quelli della parte avversa per
poter rendere nulle le schede scomode.
All’elezione precedente insegnavano a
tenere un pezzo di mina copiativa sotto
l’unghia, ed infatti ho letto che ci sono
state schede nulle, naturalmente del Pds,
in misura più che anomala e molto
sospetta. Io non so come allertare i
nostri, di conseguenza ho ritenuto opportuno segnalarvi questo pericolo incombente.
Giuseppe Sala
Corsico (Mi)
Farmacie
cantiere di Metro 5. Viale Monte Ceneri: difficoltà
di circolazione tra Via Bartolini e Via Mac Mahon
per Lavori di manutenzione del cavalcavia.
Termine lavori: 15 aprile 2013. Corso XXII Marzo:
possibili rallentamenti causa lavori di manutenzione tra L.go Marinai d'Italia e Piazza V Giornate.
Termine lavori: 15 Settembre 2015. Viale Piceno:
restringimento di carreggiata tra P.le Dateo e
Piazza Emilia. Via Cavriana: è stata disposta a
senso unico di marcia da via Tucidide a via Gatto
per lavori cantiere Metro 5. Termine lavori previsto: 30 aprile 2015. Via Benozzo Gozzoli difficoltà
di circolazione, seguire le deviazioni locali del traffico causa lavori su cavi interrati tra Via Benozzo
Gozzoli e Via Maffeo Bagarotti Termine lavori
08/03/2013.
Turno diurno
(dalle ore 8,30 alle ore 21,00)
■ CENTRO v. Larga, 16; v. Dell'Orso, 1; v. Stampa, 14; p.le Cadorna, 11;
v. Larga, 16. ■ NORD v. dei Cignoli, 1; v. Lepontina, 13; v. Monterotondo,
1; v.le Zara, 145; v. Monte Santo, 12. ■ SUD v. Comacchio, 4; v. Volvinio,
25; v. Saponaro, 2/c; Ripa di Porta Ticinese, 33. ■ EST v. Varanini, 19; v.
Toselli, 2; v. Matteucci, 4; p.le Udine, 8; v. Ciro Menotti, 18; v.le Monte Nero,
59; v. Parea, 13. ■ OVEST c.so Colombo, 6; v. Vignoli 42/44; v. del Pettirosso, 16; v.le Ranzoni, 2; v. F.lli Zoia, 84/2; p.za Stuparich, 4; v. Alex Visconti,
22/a; v. Principe Eugenio, 19; v. Canonica, 32.
(dalle ore 21 alle ore 8,30)
Turno notturno
v. Boccaccio, 26; p.za Cinque Giornate, 6; c.so Magenta, 96; p.za Clotilde,
1; Ripa di Porta Ticinese, 33; C.so P.ta Ticinese, 50 v.le Zara, 38; v. Stradivari,
1; v.le Lucania, 10; c.so S. Gottardo, 1; v. Buonarroti, 5; v. Canonica, 32; v.le
Ranzoni, 2. p.le Stazione Porta Genova 5/3 ang. via Vigevano 45. Aperte
24h: p.za Duomo, 21; Stazione Centrale (Gall. Delle partenze); Stazione
Garibaldi (P.za S, Freud); v. R. Di Lauria, 22; v.le Testi, 90;
::: appuntamenti
Clown Festival
in arrivo a Milano
I Simpson arrivano San Valentino
in Piazza Portello
Festa in Triennale
FESTE Con la sua ottava
edizione, torna il Milano
Clown Festival, festival sul
nuovo clown e teatro di
strada promosso da Scuola
di Arti circensi e teatrali di
Milano e diretto da Maurizio Accattato che quest’anno, grazie anche alla speciale compartecipazione
del Comune di Milano,
coinvolge oltre 70 artisti e
compagnie di “nuovo circo” provenienti da tutto il
mondo – con ospiti specialissimi che vanno dal più
noto duo di clown, gli italiani Donati & Olesen, alla
band di Islampunk The Kominas, per la prima volta in
Italia - e che animerà la città in concomitanza del
Carnevale Ambrosiano. Oltre 100 appuntamenti tra
spettacoli, eventi speciali,
concerti, incontri dedicati
alla formazione e alle scuole, a ingresso libero.
BAMBINI Il Carnevale
Ambrosiano si arricchisce
di nuove maschere: I Simpson! Con la loro carica di
simpatia e irriverenza, per
rendere il Carnevale un
momento unico, tutti i personaggi creati da Matt
Groening sbarcano in Piazza Portello. Grandi e piccini
potranno passare una giornata immersi nella fantastica atmosfera del “Carnevale di Sprigfield” tra coriandoli, musica e divertimento. I più piccoli potranno
così festeggiare il Carnevale
“a Springfield”, immergendosi nella fantastica atmosfera della città che ospita
la famiglia più famosa
d’America: a loro disposizione i trucchi, i colori e le
parrucche del Laboratorio
Simpson, grazie ai quali
potranno costruire le maschere ispirate al loro personaggio preferito.
SERATE Per San Valentino, a partire dalle 20, Triennale di Milano e Triennale
Design Museum offrono
l’ingresso gratuito a tutte le
coppie che visiteranno la
mostra Kama. Sesso e Design. Sarà inoltre possibile
fare l’aperitivo al Triennale
DesignCafé che per l’occasione presenta nella lista
dei suoi cocktail uno speciale Kama Cocktail. Kama.
Sesso e Design è una grande mostra che analizza le
relazioni fra sesso e progetto. Una rassegna dalle radici storiche, mitiche e antropologiche fino a oggi, con
circa 300 fra reperti archeologici, disegni, fotografie,
oggetti e opere di artisti e
designer internazionali. Sono indagati modi, forme e
strategie con cui la sessualità si incorpora nelle cose e
ne fa strumento di conoscenza.
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13-16 febbraio, Milano.
Ingresso gratuito.
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16 febbraio, dalle ore 15, Piazza Portello. Ingresso gratuito.
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Milano. Ingresso gratuito.
LOMBARDIA
Martedì 12 febbraio 2013
45
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Cremona
LIUTAIO
Boom di investitori orientali
I violini ammazzano la crisi
Alle stelle i prezzi degli strumenti musicali: cresce la domanda dal Giappone
::: MASSIMO DE ANGELIS
CREMONA
 Ingentiliscono l’animo, e
soprattutto l’udito dei fedeli
ascoltatori, ma suonano anche
per il conto in banca di sgamati
investitori, proprietari degli
strumenti.
Mentre lo shopping finanziario in Borsa ha ridimensionato i risparmi di tante famiglie, esiste una nicchia al riparo da speculazioni e ribassi,
ovvero gli oggetti musicali «di
fascia alta». Con in prima posizione i violini pregiati, che da
tempo mantengono rendimenti costanti positivi. Molto
meglio dei Bot, se pensiamo
che tale categoria si è apprezzata nell’ultimo ventennio in
misura superiore al 750%.
E la patria incontrastata della produzione liutaia è sicuramente Cremona. Viene considerata a ragione la capitale
mondiale del settore, con oltre
duecento botteghe a continuare ancora oggi la storica tradizione. In città è anche possibile visitare luoghi per assistere
dal vivo alla fasi della lavorazione, mentre la prossima primavera inaugurerà il «Museo
del violino», struttura tecnologicamente
all’avanguardia,
che consentirà di apprezzare
tutto ciò che ruota intorno al
suo universo. Un business fio-
:::
La mania per i violini
cremonesi continua a
catturare nuovi adepti
in tutto il mondo: in
particolare, la domanda
è in costante crescita
dai Paesi orientali come
Hong Kong, Taiwan,
Singapore e Giappone,
dove tutti i pezzi di
valore risultano di provenienza nostrana. Fotogramma]
BUSINESS
ARTE E MUSICA
I violini pregiati, nonostate
la crisi, mantengono rendimenti costanti positivi. Molto meglio dei Bot, se pensiamo che tale categoria si è apprezzata nell’ultimo ventennio in misura superiore al
750%.
VALORI
I prezzi sono impennati, tanto che un vero e proprio
boom ha riguardato gli
esemplari di valore superiore ai 100mila euro. A testimoniare le rigogliose prospettive, è nato addirittura
un fondo di investimento,
con sede a Lodra, il «Fine
Violinus Fund».
rente da vari punti di vista,
perché l’interesse degli appassionati sussiste sia per i pezzi
più antichi (Stradivari, Amati e
Guarneri del Gesù), sia per
quelli di nuova fabbricazione. I
prezzi sono impennati, tanto
che un vero e proprio boom ha
riguardato gli esemplari di valore superiore ai 100mila euro.
A testimoniare le rigogliose
prospettive, è nato addirittura
un fondo di investimento, con
sede a Lodra, il «Fine Violinus
Fund», con l’obiettivo di raccogliere sessanta milioni di euro
per l’acquisto di cinquanta
violini d’autore. E la maggior
parte dovrebbero provenire
dalle terre lombarde. A Cremona infatti opera un gruppo di
esperti artigiani con un giro
d’affari annuo valutato decine
di milioni di euro. Gli strumenti base realizzati in Germania,
e rifiniti ai piedi del Torrazzo,
costano due, tre mila euro,
mentre gli oggetti raffinati, to-
talmente made in Italy, vanno
dai diciotto mila per un violino, ai trentasei mila euro per
un violoncello.
Tariffe all’insù, considerando la domanda in costante crescita dai paesi orientali (Hong
Kong, Taiwan, Singapore,
Giappone) dove tutti i pezzi di
valore risultano di provenienza
nostrana. Adesso si sta cercando di ampliare il bacino di
utenza, con il progetto dal 15 al
17 marzo di attraversare
l’oceano. Infatti la nota rassegna «Mondomusica», esposizione di artigiani liutai organizzata da Cremona Fiere, arriverà per la prima volta a New
York, nel cuore pulsante di
Manhattan. Una grande opportunità di espansione negli
Stati Uniti, da un lustro primo
importatore mondiale di strumenti ad arco, e una ghiotta
occasione da non perdere per
il benessere dell’economia cremonese.
BERGAMO
Rapinano villa
e minacciano
i proprietari
BERGAMO I tre rapinatori
li hanno aggrediti e minacciati di morte con una pistola alla tempia. Poi, gli
hanno chiesto dove fosse la
cassaforte. I proprietari di
una villetta ai piedi della
Città alta, a bergamo, hanno passato una domenica
notte di paura. i due coniugi, 42 e 32 anni, stavano rincasando poco prima delle
22, quando sono stati bloccati sulle scale che conducono dal garage all'appartamento da tre persone. I rapinatori, con spiccato accento straniero, erano tutti
a volto scoperto e hanno
subito immobiilzzato la
moglie e puntato la pistola
in faccia al marito, chiedendo di disattivare l’allarme
esterno. Poi, per oltre
un’ora, i malviventi hanno
minacciato la coppia chiedendo a marito e moglie di
rivelare la posizione di una
cassaforte che erano convinti fosse all’interno della
casa (senza successo). Con
lo stesso obiettivo la casa è
stata perquisita a fondo. I
tre hanno deciso di rinunciare solo quando il 42enne, sotto shock, ha consegnato loro il denaro contante che aveva in casa, poche migliaia di euro. I banditi sono fuggiti a bordo
dell'automobile di proprietà delle vittime, che è però
stata ritrovata a poche centinaia di metri dall'abitazione.
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Martedì 12 febbraio 2013
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Martedì 12 febbraio 2013
:::LOMBARDIA
MILANO
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20.10-22.15
MULTISALA TEODOLINDA
VIA CORTELONGA 4 - TEL. 039323788
Love Is all You Need
Lincoln
The Impossible
Django Unchained
15.30
18.00-21.00
15.30-18.30
21.15
MONZA
VIA DUCA D`AOSTA, 8 - TEL. 039748081
TRIANTE
Riposo
PADERNO DUGNANO
AREA METROPOLIS
VIA OSLAVIA, 8 - TEL. 029189181
ROZZANO
THE SPACE CINEMA ROZZANO
Cirque du Soleil 3D: Mondi lontani
15.10-17.30-20.00-22.20
Flight
16.20-19.30-22.35
Le avventure di Fiocco di neve
15.30-17.45
Ghost Movie
20.00
The Impossible
22.15
Lincoln
15.30-19.00-22.15
Studio illegale
15.15-17.40-20.10-22.35
Asterix e Obelix al servizio di sua Maesta’
16.00
Warm Bodies
19.00-21.30
Zambezia
15.45-18.00
Pazze di me
20.15
Ghost Movie
22.40
Django Unchained
15.00-18.30-22.00
Frankenweenie
14.30
Looper
17.10-19.50-22.35
Zero Dark Thirty
15.00-18.30-22.00
Broken City
14.35-17.25-20.00-22.30
The Impossible
14.30-17.05-19.50-22.45
Warm Bodies
15.00-17.30-20.00-22.30
SAN DONATO MILANESE
TROISI
PIAZZA DALLA CHIESA, 1 - TEL. 0255604225
Lincoln
Quartet
21.15
21.30
SAN GIULIANO MILANESE
MOVIE PLANET
S.S. 9 VIA EMILIA - TEL. 02 98245409 - 899 552578 (PREN.)
Warm Bodies
The Impossible
Lincoln
Broken City
Studio illegale
21.15
21.15
21.15
21.15
21.15
SEREGNO
ROMA
VIA UMBERTO I , 14 - TEL. 0362231385
La parte degli angeli
21.30
SEREGNO
S. ROCCO
VIA CAVOUR, 83 - TEL. 0362230555
La kryptonite nella borsa
21.00
SESTO SAN GIOVANNI
SKYLINE MULTIPLEX
C/O CENTRO SARCA - TEL. 0224860547
Studio illegale
15.15-17.15-20.20-22.30
Les Miserables
15.10-18.30-21.40
Lincoln
15.20-18.30-21.35
Zero Dark Thirty
15.10-19.00-22.00
Broken City
15.00-17.30-20.00-22.30
Django Unchained
15.10-18.30-21.50
Flight
19.40
Warm Bodies
15.15-17.30-20.20-22.35
Cirque du Soleil 3D: Mondi lontani
15.15-17.15-20.15-22.15
The Impossible
15.05-17.30-20.00-22.30
Looper
15.00-22.35
Zambezia
17.45
SESTO SAN GIOVANNI
VIALE MATTEOTTI, 425 - TEL. 0222478183
RONDINELLA
VIMERCATE
21.15
THE SPACE CINEMA TORRIBIANCHE
VIA TORRI BIANCHE, 16 - TEL. 892111
Django Unchained
Les Miserables
La migliore offerta
Frankenweenie
Quello che so sull’amore
Pazze di me
Broken City
Flight
Studio illegale
Warm Bodies
Cirque du Soleil 3D: Mondi lontani
Le avventure di Fiocco di neve
Ghost Movie
The Impossible
Looper
Warm Bodies
Cloud Atlas
Zero Dark Thirty
Zambezia
The Last Stand - L’ultima sfida
The Impossible
Lincoln
BERGAMO
21.15
21.00
PADERNO DUGNANO
LE GIRAFFE
VIA BRASILE, 4 - TEL. 0291084250
VIA MATTIOLI, 1 - LOC. LONGUELO - TEL. 035251339
Revolutionary Road
La Bicicletta Verde
21.00
21.00
DEL BORGO
Singolarita’ di una ragazza bionda
17.45-20.30-22.45
18.00-20.20-22.30
17.10-20.00-22.40
18.40-20.40-22.40
18.00-21.00
17.30-20.30-22.30
17.50-21.30
17.45-21.00
17.00-18.45-20.30
22.15
16.50-19.15-21.30
17.30-21.00
17.20-20.30
17.30-19.30-21.30
UCI CINEMAS PIOLTELLO
VIA SAN FRANCESCO, 33 - TEL. 892960
La migliore offerta
Lincoln
Django Unchained
Les Miserables
The Impossible
Studio illegale
Warm Bodies
Ralph Spaccatutto
Zero Dark Thirty
Broken City
Cirque du Soleil 3D: Mondi lontani
Ghost Movie
Warm Bodies
16.00
MULTISALA SAN MARCO
Zero Dark Thirty
Django Unchained
21.00
21.00
STUDIO CAPITOL
VIA TASSO, 41 - TEL. 035248330
Quartet
Cloud Atlas V.O.
Lincoln
21.00
21.00
21.00
CORTENUOVA CINESTAR MULTIPLEX CORTENUOVA
VIA TRIESTE, 15 - TEL. 0363992244
Les Miserables
Warm Bodies
The Impossible
Studio illegale
Broken City
Zero Dark Thirty
Lincoln
21.20
21.40
21.35
21.40
21.30
21.25
21.25
COSTA VOLPINO
IRIDE VEGA
Warm Bodies
Les Miserables
20.00-22.00
21.00
UCI CINEMAS CURNO
Studio illegale
Django Unchained
Lincoln
Ralph Spaccatutto
Ghost Movie
Zero Dark Thirty
Broken City
Flight
Studio illegale
Zambezia
The Impossible
Warm Bodies
Warm Bodies
Looper
19.50
17.45-21.20
18.00-21.30
17.00
18.30-21.30
17.45-21.10
19.50
19.30
22.30
17.30
17.10-19.45-22.20
17.30
20.00-22.30
22.40
ROMANO DI LOMBARDIA MULTISALA IL BORGO
STRADA STATALE 498 - TEL. 0363688012 - 3928258116
17.00-19.50-22.40
19.15-22.20
18.30-22.00
18.30-22.00
17.20-20.00-22.30
18.20-20.30-22.40
17.30-20.00-22.40
17.00
19.10-22.20
17.20-19.50-22.20
18.20-20.30-22.40
18.30-21.30
19.30-22.00
Zambezia
Flight
Les Miserables
Warm Bodies
Looper
Gli Incredibili
Studio illegale
TREVIGLIO
VIALE MONTEGRAPPA - TEL. 0363419503
Les Miserables
Quello che so sull’amore
Lincoln
The Impossible
20.20-22.30
20.00-22.30
20.10
BRESCIA
21.15
MULTISALA WIZ
C. COMM. FRECCIA ROSSA - TEL. 0302889211
Lincoln
Les Miserables
Django Unchained
La parte degli angeli
Zambezia
The Impossible
Studio illegale
Zero Dark Thirty
15.30-18.30-21.30
15.10-21.30
18.15
15.30-18.30-21.30-V.O.
15.20-17.20
19.20-21.40
15.35-17.35-19.35-21.35
15.10-18.15-21.20
NUOVO EDEN
VIA NINO BIXIO 9 - TEL. 0308379404
18.30
21.15
18.00-21.15
18.30-21.15
21.15
18.30
18.30-21.15
ARISTON MULTISALA
VIA SORBANELLA 12 - TEL. 0303507911
PICCOLO CINEMA PARADISO
21.30
21.00-V.OSOTT.
21.50
20.10-22.20
VIALE RIMEMBRANZE, 10 - TEL. 0371426028
Colpi di fulmine
16.00-21.00
FANFULLA
V.LE PAVIA, 4 - TEL. 0371/30.740
Un sapore di ruggine e ossa
21.15
MODERNO MULTISALA
CORSO ADDA 97 - TEL. 0371420017
Studio illegale
Lincoln
21.30
21.20
CINELANDIA MULTIPLEX PIEVE
21.00
SOCIALE
VIA CAVALLOTTI, 20 - TEL. 03041140
7 Psicopatici
18.00-21.00
CAPRIOLO
MULTISALA GEMINI
VIA PALAZZOLO - TEL. 0307460530
Django Unchained
Studio illegale
Warm Bodies
20.30
20.15-22.30
20.15-22.30
CORTE FRANCA
MULTIPLEX NEXUS
VIA ROMA 78 - TEL. 030986060
Cirque du Soleil 3D: Mondi lontani
Broken City
Studio illegale
The Impossible
Les Miserables
Lincoln
Zero Dark Thirty
Django Unchained
21.00
21.10
21.20
20.50
20.30
20.40
20.30
20.20
DARFO BOARIO MULTISALA GARDEN MULTIVISION
PIAZZA MEDAGLIE D`ORO 2 - TEL. 0364529101
Lincoln
Zero Dark Thirty
The Impossible
Studio illegale
21.00
20.00-22.30
20.00-22.30
20.00-22.30
MULTIPLEX PORTE FRANCHE
VIA ROVATO 44 - TEL. 0307717644
Zambezia
Flight
The Impossible
Lincoln
Les Miserables
Looper
Studio illegale
Warm Bodies
Broken City
Django Unchained
17.30
22.20
19.50
17.00-19.50
17.10-22.10
20.10
17.20-20.00-22.30
17.40-20.30-22.50
17.50-20.10-22.40
22.00
LONATO
VIA FORNACE DEI GORGHI - TEL. 0309913670
Studio illegale
Zero Dark Thirty
Lincoln
The Impossible
Les Miserables
MULTISALA KING
20.30-22.45
21.00
21.15
20.15-22.40
21.15
ORZINUOVI
STARPLEX ORZINUOVI
VIA LOMBARDIA 26/28 - TEL. 030943605
Warm Bodies
Broken City
Studio illegale
Lincoln
Zero Dark Thirty
Cirque du Soleil 3D: Mondi lontani
Les Miserables
COMO
21.35
21.30
21.35
21.20
21.15
21.30
21.20
ASTRA
Cineforum - Ingresso con tessera
15.30-21.00
GLORIA
CORSO EUROPA 23 - TEL. 031710039
Studio illegale
Warm Bodies
Lincoln
20.30-22.40
20.20-22.40
21.15
CANTU’
LUX
VIA MANZONI, 8 - TEL. 031714759
La Regola del Silenzio
21.15
UCI MONTANO LUCINO
Warm Bodies
Les Miserables
Ralph Spaccatutto
The Impossible
Cirque du Soleil 3D: Mondi lontani
Lincoln
Ghost Movie
Broken City
Flight
Looper
Zambezia
Zero Dark Thirty
Django Unchained
Studio illegale
The Impossible
CREMONA
17.30-20.00-22.40
17.30-21.00
17.20
19.50-22.40
17.30-20.00-22.30
19.00-22.10
18.30-21.30
17.20-20.00-22.30
19.30
22.40
17.20
17.50-21.30
18.00-21.40
20.10-22.30
17.15
CINEMA CHAPLIN
VIA ANTICHE FORNACI 58 - TEL. 0372453005
Un sapore di ruggine e ossa
21.00
SPAZIOCINEMA CREMONA PO
MANTOVA
ARISTON MULTISALA
VIA PRINCIPE AMEDEO, 20 - TEL. 0376328139
Zero Dark Thirty
Lincoln
Les Miserables
PIAZZALE CESARE BECCARIA 5 - TEL. 0376340740
Warm Bodies
The Impossible
Studio illegale
Broken City
Looper
Lincoln
Django Unchained
Flight
20.20-22.40
20.15-22.30
20.30-22.40
20.10-22.30
20.00
21.30
21.30
22.30
MIGNON
VIA BENZONI, 22 - TEL. 0376366233
Quartet
18.00-21.00
CURTATONE
STARPLEX CURTATONE
VIA G. MONTANELLI, 31 - TEL. 0376348395
Warm Bodies
Broken City
Zero Dark Thirty
The Impossible
Les Miserables
Lincoln
Studio illegale
21.30
21.25
21.15
21.25
21.20
21.20
21.35
PAVIA
POLITEAMA
C.SO CAVOUR, 18/20 - TEL. 0382530343
Lincoln
21.15
PARONA
MOVIE PLANET
STRADA PROV.LE PER LA CATTANEA, 106 - TEL. 0384296728
Broken City
The Impossible
Warm Bodies
Looper
Les Miserables
Studio illegale
Lincoln
21.30
21.30
21.30
21.30
21.30
21.30
21.30
MONTEBELLO DELLA BATTAGLIA
THE SPACE CINEMA MONTEBELLO DELLA BATTAGLIA
VIA MIRABELLA, 6 - TEL. 892111
Warm Bodies
Zero Dark Thirty
Studio illegale
Zambezia
Les Miserables
Ghost Movie
Django Unchained
Lincoln
The Impossible
Broken City
Warm Bodies
Looper
17.05-19.30-22.30
18.40-22.05
17.40-20.00-22.20
17.55-20.00
22.00
17.40-19.40
21.40
19.00-22.10
17.10-19.40-22.15
17.20-19.50-22.20
20.15
17.40-22.30
SAN MARTINO SICCOMARIO
MOVIE PLANET
CENTRO COMMERCIALE BENNET - TEL. 0382556030-0382556870
Lincoln
Les Miserables
Broken City
Django Unchained
The Impossible
21.00
21.00
21.15
21.00
21.15
SONDRIO
EXCELSIOR
15.30-17.50-20-20-22.30
15.30
21.30
15.00-20.20-22.30
15.00-18.05-21.15
19.00
15.00-18.05-21.15
19.10
15.30-21.30
15.30-17.30
17.30-20.15-22.30
MULTISALA PORTA NOVA
VIA INDIPENDENZA - TEL. 0373218411
21.00
19.30-21.30
21.15
19.10
21.30
19.30-21.35
21.00
STARPLEX SONDRIO
VIA VANONI, ANGOLO VIA TONALE - TEL. 0342214709
Broken City
Studio illegale
Warm Bodies
The Impossible
21.25
21.30
21.15
21.20
MORBEGNO
CINEMA TEATRO IRIS
VIALE AMBROSETTI 27 - TEL. 0342611711
Lincoln
MORBEGNO
21.15
CINEMA TEATRO PEDRETTI
PIAZZA MATTEI 1 - TEL. 0342610161
Warm Bodies
21.15
MORBEGNO
CINEMA 3
VIALE AMBROSETTI, 25 - TEL. 0342610161
Studio illegale
21.15
VARESE
NUOVO
VIA DEI MILLE, 39 - TEL. 0332237325
The Words
15.30-20.00-22.30
MULTISALA IMPERO
VIA BERNASCONI 13 - TEL. 0332284004
Django Unchained
Broken City
Lincoln
Les Miserables
Studio illegale
Warm Bodies
The Impossible
Flight
Zero Dark Thirty
GALLARATE
VIA CASTELLEONE, 108 - TEL.
Warm Bodies
Cena tra amici
The Impossible
Studio illegale
Lincoln
Flight
Les Miserables
Looper
Django Unchained
Zambezia
Broken City
21.30
21.40
21.20
VIA C. BATTISTI - TEL. 0342215368
CINELANDIA MULT. CANTU’ 2000
MONTANO LUCINO
20.20-22.35
20.10-22.35
20.30-22.40
20.15-22.40
20.30
20.00
22.35
Flight
Riposo
VIA VARESINA - TEL. 892960
Warm Bodies
The Impossible
Studio illegale
Broken City
Django Unchained
Looper
Lincoln
CINECITY MULTIPLEX
VIA FRANCESCO LANA, 15 - TEL. 030280010
La grande fuga
Ruby Sparks
Studio illegale
Les Miserables
The Impossible
Lincoln
Warm Bodies
LODI
DEL VIALE
S.S. N 235 - TEL. 0371237012
Django Unchained
15.10-18.20-21.30
Lincoln
15.30-18.30-21.30
Cirque du Soleil 3D: Mondi lontani
14.30-16.30-18.30-20.30-22.30
Broken City
15.20-17.35-20.15-22.30
Studio illegale
15.30-17.30-19.30-21.30
Zambezia
15.20-17.30
Pazze di me
17.20-19.25
Flight
14.30-17.15-20.00-22.40
Warm Bodies
14.20-16.25-18.30-20.35-21.30-22.40
Looper
15.00-20.10-22.35
The Impossible
15.20-17.40-20.20-22.40
CREMA
VIA FIUMICELLA 12 - TEL. 0341361533
Riposo
PIEVE FISSIRAGA
Riposo
OZ IL REGNO DEL CINEMA
CANTU’
V.LE COSTITUZIONE, 27 - TEL. 0341366331
PALLADIUM
VIA S. ALESSANDRO - TEL. 03048383
Quartet
ERBUSCO
LECCO
NUOVO MIGNON
Riposo
MORETTO
VIA VARESINA, 72 - TEL. 0314491080
P.LE REPUBBLICA 2 - TEL. 035240416
CURNO
Warm Bodies
Studio illegale
Looper
V.LE GIULIO CESARE, 3 - TEL. 031261234
PIAZZA S. ANNA 51 - TEL. 035270760
VIA LEGA LOMBARDA, 39 - TEL. 892960
Broken City
Looper
Flight
Pazze di me
Zero Dark Thirty
Studio illegale
Django Unchained
The Impossible
Zambezia
Ghost Movie
The Last Stand - L’ultima sfida
Lincoln
Les Miserables
Warm Bodies
18.05-21.40
18.00-21.15
17.50-21.00
17.30
19.45
22.10
16.30-19.00-21.30
18.50-21.50
16.40-18.55-21.10
16.55-19.20-21.45
16.50-19.05-21.20
17.40
19.50
22.00
17.45-20.40
18.25
20.50
17.50-21.05
17.20
19.30-21.55
18.15-20.55
18.10-21.35
CONCA VERDE
VIA TORRIONE, 2 - TEL. 035971717
Qualcosa nell’aria
Quartet
PIOLTELLO
17.25
21.50
17.25
22.40
17.30-20.00
C.SO PERTINI, 20 - TEL. 892111
ARCADIA MULTIPLEX
Studio illegale
Django Unchained
Looper
Warm Bodies
The Impossible
Les Miserables
Lincoln
MONZA
Zambezia
Flight
Looper
Looper
Pazze di me
Django Unchained
LEGNANO
MONZA
VIALE SARCA, 336 - TEL. 892960
Studio illegale
15.00-17.40-20.10-22.30
Django Unchained
14.10-17.50-21.30
Ghost Movie
15.30-18.30-21.30
Lincoln
16.00-19.10-22.20
Flight
16.20-19.20-22.20
Le avventure di Fiocco di neve
14.05
Pazze di me
14.35-17.05-20.15-22.35
Les Miserables
15.00-18.30-22.00
Looper
19.30
Ralph Spaccatutto
14.20-17.00
The Last Stand - L’ultima sfida
22.30
Broken City
14.35-17.15-20.00-22.30
Warm Bodies
15.00-17.30-20.15-22.05-22.40
Cloud Atlas
14.45-18.20-22.00
Frankenweenie
14.50-17.10
The Impossible
19.30
La migliore offerta
16.35-19.40-22.35
Django Unchained
18.30-22.00
Zambezia
14.20-16.30
Looper
14.20-17.10-20.00-22.40
Zero Dark Thirty
15.00-18.40-22.05
The Impossible
14.20-17.00-20.00-22.40
Cirque du Soleil 3D: Mondi lontani
14.00-16.10-18.20-20.30-22.40
VIALE MILANOFIORI - TEL. 892960
MOVIE PLANET C.C. GLOBO
MELZO
VIA PALESTRINA, 7 - TEL. 026702700
Lincoln
Django Unchained
Flight
Studio illegale
Les Miserables
The Impossible
BUSNAGO
17.20-20.40-22.20
17.35-20.05-22.50
17.45-20.20-22.40
22.35
17.30-20.10-22.40
17.40-21.00
18.50-20.50
17.15
17.25
17.50-21.10
19.55
20.00-22.30
17.00-19.50-22.10
TEL. 039 695182 (PREN.) - 039 6956516 (PROGRAMMAZIONE)
LISSONE
VIA SANTA RADEGONDA, 8 - TEL. 892111
Django Unchained
Les Miserables
Lincoln
Zero Dark Thirty
Studio illegale
Broken City
Flight
Warm Bodies
Django Unchained
Cirque du Soleil 3D: Mondi lontani
Quartet
Zambezia
Les Miserables
Looper
The Impossible
Lincoln
LISSONE
VIA SAVONA, 57 - TEL. 0248951802
Amour
ORFEO MULTISALA
C.C. LA CORTE LOMBARDA - TEL. 02954164445
ARCADIA
Riposo
CORSO VERCELLI 18 - TEL. 0248008908
Django Unchained
Warm Bodies
Studio illegale
Flight
Broken City
The Impossible
Les Miserables
Ghost Movie
La migliore offerta
Zambezia
Looper
BELLINZAGO LOMBARDO
Riposo
VIA TORINO 64 - TEL. 0272008219-899678903
Zero Dark Thirty
Quartet
Re della terra selvaggia
La migliore offerta
18.00-21.30
18.15-20.25-22.35
19.20-22.25
17.30-20.00-22.40
17.20-19.50-22.15
19.00-22.10
19.30
22.40
17.15
18.30-21.30
17.30-20.00-22.30
VIA MARCELLINE 37 - TEL. 029245343
VIA TORINO 30/32 - TEL. 02874826
Lincoln
La migliore offerta
Django Unchained
Les Miserables
Warm Bodies
Django Unchained
Studio illegale
Lincoln
Warm Bodies
Broken City
Zero Dark Thirty
Les Miserables
Looper
Zambezia
Ghost Movie
The Impossible
21.00
20.20-22.30
21.30
21.45
20.00-22.30
20.30-22.35
20.20-22.30
21.45
22.00
CINELANDIA MULTIPLEX
VIALE LOMBARDIA, 51 - TEL. 0331268017
Looper
Flight
Les Miserables
Warm Bodies
The Impossible
Studio illegale
Lincoln
Broken City
Django Unchained
TRADATE
20.15
22.45
21.10
20.30-22.40
20.15-22.40
20.20-22.35
21.15
20.10-22.40
21.00
STARPLEX TRADATE
VIA DELLA FORNACE CORTELLEZZI - TEL. 0331814241
Broken City
Lincoln
Warm Bodies
The Impossible
Zero Dark Thirty
Les Miserables
Studio illegale
21.25
21.20
21.30
21.25
21.15
21.20
21.35
Martedì 12 febbraio 2013
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