26 gennaio 2005 Seminario “Parma e il Biologico”
Arpa sezione di Parma – Dr. Enrico Mozzanica
Tutela delle superfici sottoposte a
coltivazione biologica e monitoraggio
dei suoli
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Argomenti
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agricoltura sostenibile
diffusione del biologico
esempi di elementi di pressione territorialmente critici
monitoraggio dei suoli
bioindicatori
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L’agricoltura sostenibile
• Un'agricoltura e un ambiente sostenibili sono attualmente
uno degli obiettivi fondamentali della politica agricola
comune (la 'PAC'):
L’agricoltura sostenibile:
• ottenuta tramite l’integrazione dei sistemi di produzione
propri dell’agricoltura biologica e quelli dell’agricoltura
integrata;
• l’integrazione:
– rappresenta una opportunità di crescita;
– contribuisce alla vitalità dell'economia rurale;
– permette di ottenere non solo benefici per l'ambiente, ma anche
vantaggi in termini economici e di coesione sociale delle zone
rurali.
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L’agricoltura biologica
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•
L’agricoltura biologica costituisce uno dei percorsi verso
l’agricoltura sostenibile.
favorisce il ricorso alle risorse rinnovabili ed il riciclo;
restituisce al suolo i nutrienti presenti nei sottoprodotti;
pone particolare attenzione al benessere animale e
all’utilizzazione di alimenti “naturali”;
evita l’utilizzo di fitofarmaci di sintesi e prodotti ottenuti
da manipolazioni genetiche;
concorre al mantenimento degli ecosistemi ed alla
riduzione dell’inquinamento.
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Quadro della diffusione del biologico
In Italia, dal 2002
• calo del numero di operatori (- 25% al 31/12/03 rispetto al
31/12/01)
• contrazione della superficie coltivata in biologico (- 15 %
al 31/12/03 rispetto la 31/12/01)
• la massima diffusione del biologico rispetto alla SAU si è
ottenuta nel 2001, con una percentuale di penetrazione del
9.1%
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Il Biologico in Italia
N° aziende
superficie ha
(Solo produttori - fonte MiPAF)
(Fonte MiPAF)
60000
1300000
1200000
40000
1100000
20000
0
aziende (1)
1000000
31/21/2000
31/12/2001
31/12/2002
31/12/2003
49790
56440
49489
42185
900000
ettari
31/21/2000
31/12/2001
31/12/2002
31/12/2003
1040377
1237000
1168212
1052002
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Quadro della diffusione del biologico
In Emilia Romagna,
• calo del numero di operatori dal 2002 (- 14% al 31.12.03
rispetto al 31.12.01) in percentuale meno rilevante rispetto
alla media nazionale
• sostanziale tenuta della superficie coltivata in biologico (0.3 % al 31/12/03 rispetto al 31/12/02)
• la massima diffusione del biologico rispetto alla SAU si è
ottenuta nel 2002, con una percentuale di penetrazione del
9.6%
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Il Biologico in Emilia-Romagna
N° aziende
Superficie ha
(Solo produttori - Fonte MiPAF)
(Fonte MiPAF)
5000
108000
4000
106000
3000
104000
2000
102000
1000
0
aziende (1)
100000
31/21/2000
31/12/2001
31/12/2002
31/12/2003
4084
4535
4228
3900
ettari
31/21/2000
31/12/2001
31/12/2002
31/12/2003
104991
106923
106539
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L’agricoltura sostenibile
•
L’importanza dell’agricoltura sostenibile rispetto
all’agricoltura tradizionale, o se preferiamo intensiva, si è
notevolmente ampliata, ma rimane ancora una scelta
nettamente minoritaria.
•
In un recente studio predisposto dalla Provincia di
Modena il numero di aziende che pratica forme di
agricoltura ecocompatibile si attestano intorno al 15% del
totale; la superficie totale interessata nel 2003 non ha
superato il 14% . Il biologico è predominante nelle aree di
collina e montagna, mentre nelle aree di pianura è
maggiormente diffusa l’agricoltura integrata
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Superfici ad agricoltura biologica ed agricoltura integrata in
provincia di Modena
(fonte:Provincia di Modena, 2003, le produzioni ecocompatibili)
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Elementi di pressione
•
Il suolo (agrario), inteso come risorsa naturale non
rinnovabile, è soggetto a innumerevoli rischi di perdita e
degrado;
• su tali rischi e su alcune caratteristiche intrinseche e
dinamiche dei suoli solo recentemente sono stati introdotti
dei sistemi di raccolta dati ed elaborazione;
• si è giunti all’individuazione di un un set di indicatori in
grado di rispondere, almeno preliminarmente, alla sempre
maggiore richiesta di informazioni
• lo schema utilizzato, proposto dell’Agenzia Europea
dell’Ambiente, è noto con l’acronimo DPSIR (forze
Determinanti, Pressioni, Stati, Impatti, Risposte)
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Elementi di pressione
• L’agricoltura “tradizionale” si caratterizza per un forte
ricorso ad elementi di produzione che , in alcuni casi,
possono essere tradotti in elementi di pressione ambientale
sui suoli
• L’APAT ha predisposto l’Annuario dei Dati Ambientali edizione 2003 - nel quale sono stati riportati diversi
indicatori scelti come descrittori dello stato dell’ambiente.
• Tra gli indicatori di pressione
– utilizzo dei fertilizzanti:
• progressivo aumento del consumo di azoto per unità di
superficie dal 1971 al 2001 (media nazionale da 47.5 a 89.4 kg
per ha)
• in RER nel 2001 la media di consumo per l’azoto è stata di
104,6 kg per ha
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Pressione sul territorio: i fertilizzanti
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(Fonte: APAT, Annuario dei Dati Ambientali - Edizione 2003)
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Pressione sul territorio: i fertilizzanti
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(Fonte: APAT, Annuario dei Dati Ambientali - Edizione 2003)
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Elementi di pressione
– utilizzo di prodotti fitosanitari:
• aumento dal 1990 al 2000, lieve decremento dal 2001 (sui
fungicidi) con media nazionale da 6.1 a 8.3 kg per ha;
• in RER nel 2001 la media di consumo dei prodotti fitosanitari è
stata di 11 kg per ha
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Pressione sul territorio: i prodotti fitosanitari
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(Fonte: APAT, Annuario dei Dati Ambientali - Edizione 2003)
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Pressione sul territorio: i prodotti fitosanitari
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(Fonte: APAT, Annuario dei Dati Ambientali - Edizione 2003)
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Monitoraggio del suolo
• Nel 2003 ARPA E.R., nell’ambito del sottoprogetto SINA
sul monitoraggio dei suoli, ha proposto la realizzazione di
una “Rete regionale di monitoraggio dei suoli”
•
la rete dovrebbe basarsi su due sistemi di monitoraggio:
• a maglia fissa con quadrati di 4 x 4 km e 660 punti significativi
individuati nell’area della pianura regionale
• per siti rappresentativi (aziende agricole sperimentali pubbliche
o private) in cui sono stati individuati 14 siti, 9 per la pianura,
2 per il basso appennino, 3 per il medio appennino
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Monitoraggio del suolo
rete a maglia fissa
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Monitoraggio del suolo
• Il progetto prevede, sui suoli, la determinazione di una
serie di indicatori - scelti con il criterio DPSIR - per il
monitoraggio dei processi di:
– degradazione chimica (parametri chimici, inquinamento diffuso
inorganico ed organico)
– degradazione fisica (struttura del suolo)
– degradazione biologica (biomassa)
• Gli indicatori danno la possibilità di misurare, stimare,
prevedere o simulare le forze che determinano pressioni
sul suolo, l'entità delle pressioni stesse, lo stato del suolo e
le sue modificazioni, gli impatti sul suolo e sulle altre
matrici ambientali.
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Monitoraggio del suolo
• La conoscenza di questi fattori consente di fornire
indicazioni relative alle scelte di politica e di tecnica
produttiva che salvaguardino la risorsa suolo
• I parametri che si ricercheranno andranno distinti in due
livelli di sensibilità…..
– livello 1 sulle qualità intrinseche poco o per nulla modificabili
– livello 2 sulle qualità dinamiche che dovranno dar conto delle
modificazioni indotte dall'azione dei fattori di rischio
• … ed in base alla loro rilevanza
– parametri fondamentali da monitorare in tutti i siti;
– parametri specifici parametri da monitorare solo per particolari
esigenze regionali o locali;
– parametri non di sito, ricavati da da statistiche, da censimenti, da
telerilevamento;
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Monitoraggio del suolo
• Tra gli obbiettivi della rete di monitoraggio regionale vi è
quello di
– valutare il livello di inquinamento dei suoli da fonti diffuse e
seguirne la variabilità nel tempo nella rete a maglia fissa
• Il monitoraggio va inteso anche come elemento di
conoscenza in grado di fornire indicazioni sul
miglioramento atteso di alcune caratteristiche dei suoli
(riconducibili alle qualità dinamiche) sottoposte ad
agricoltura sostenibile
• I suoli subiscono le differenti pressioni ambientali che
possiamo indicare essere di tipo
– passivo, es. tipo la ricaduta aerea dei metalli pesanti, l’apporto di
elementi o sostanze esogene da prodotti extra agricoli…
– attivo tutti quelli direttamente apportati: prodotti fitosanitari,
metalli pesanti (Cu, Zn…), fertilizzanti…
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Monitoraggio del suolo
• Spesso risulta difficoltoso - sia per motivi tecnici che per
motivi economici - riuscire ad individuare per via analitica
quali siano le specifiche criticità di un suolo;
• La possibilità di ricorrere a tecniche di monitoraggio
biologico sfruttando l’ausilio di organismi viventi potrebbe
consentire una migliore valutazione dello stato
complessivo del suolo;
• le tecniche che utilizzano i biondicatori sono
particolarmente indicate nei casi di contaminazione, ma
possono essere utilizzate anche come sistema per
discernere i diversi approcci agronomici (agricoltura
tradizionale, integrata, biologica)
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Monitoraggio del suolo
• I biondicatori sono usati:
– in ecotossicologia ambientale
• sulla matrice liquida del suolo (prove di tossicità)
• sulla matrice solida (saggi si vegetali o animali)
• prove di mutagenesi con microrganismi
– con Indici di Qualità Ambientale sfruttando le comunità
naturalmente presenti nei suoli (animali o vegetali)
• Sugli Indici di Qualità Ambientale vi sono meno dati
sperimentali rispetto all’utilizzo dei biondicatori
ecotossicologici anche se alcuni IQA hanno ottenuto
indubbi successi (Indice Biotico Esteso sulle acque e
Incide di Biodiversità Lichenica)
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Monitoraggio del suolo
• Numerosi sono i metodi di indagine proposti sulla micro e
mesofauna; uno specifico indice di qualità sui suoli,
recentemente proposto, si basa sul monitoraggio della
pedofauna tellurica (Parisi, 2001)
• QBS-ar ( indice di Qualità Biologica del suolo) utilizza
specifici punteggi in dipendenza dell’Indice
Ecomorfologico (EMI) dei vari gruppi sistematici facenti
parte della fauna tellurica dei microartropodi (Mandibolati:
crostacei, miriapodi, insetti; Chelicerati: aracnidi )
• Le forme ecomorfologiche vengono valutate con punteggi
tanto maggiore quanto maggiore è l’adattamento alla vita
tellurica.
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Monitoraggio del suolo
• Il monitoraggio dei suoli attuato tramite l’ausilio degli
Indici di Qualità Ambientale, sfruttando le comunità
naturalmente presenti in un determinato tipo di suolo,
potrebbe essere utilizzato come ulteriore stato di
certificazione dell’impiego di tecniche di coltivazione a
basso impatto ambientale.
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Approfondimenti
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APAT, Annuario dei dati ambientali, edizione 2003
www.apat.gov.it/site/itIT/APAT/Pubblicazioni/Stato_Ambiente/Annuario_Dati_Ambientali/
ARPA E,R. Annuario regionale dei dati ambientali, edizione 2004
http://www.arpa.emr.it/annuario2004/
Sito Sistema Informativo Nazionale Ambientale SINAnet www.sinanet.apat.it/site/itIT/Documentazione/Documentazione/Geosfera/
ARPA Piemonte, 2002, Tecniche di biomonitoraggio della qualità del suolo,
www.arpa.piemonte.it
Parisi, V., 1974. Biologia e ecologia del suolo. Tecniche di ricerca. Boringhieri, Torino.
Parisi, V., 2001. La qualità biologica del suolo. Un metodo basato sui microartropodi. Acta
Naturalia de L’Ateno Parmense 37 (2001): 97–106.
Gardi, C., Jacomini, C., Menta, C. & Parisi, V., 2003. Evaluation of Land Use and Crop
Management Impacts on Soil Quality: Application of QBS Methods. Proceedings “OECD
Expert Meeting on Soil Erosion and Soil Biodiversity Indicators, Rome, March 25-28,
2003.
Gardi, C., Tomaselli, M., Parisi, V., Petraglia, A., Santini, C., 2002. Soil quality indicators
and biodiversity in Northern Italian permanent grasslands. European Journal of Soil
Biology 38: 103-110
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