CNOP - ORDINE DEGLI
PSICOLOGI
Rassegna Stampa del 24/06/2010
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INDICE
CONSIGLIO NAZIONALE DELL ORDINE DEGLI PSICOLOGI
Il capitolo non contiene articoli
PSICOLOGI E PSICOLOGIA
24/06/2010 La Repubblica - Nazionale
SE L'OMOSESSUALITÀ NON È UN DESTINO
6
24/06/2010 La Repubblica - Bari
L'ASCOLTO NELLA SCUOLA PER PREVENIRE IL DISAGIO
8
24/06/2010 La Stampa - NAZIONALE
Obesi e stressati Sono diventati il nostro specchio Cani e gatti riproducono sempre
più le nevrosi dei padroni
9
24/06/2010 Avvenire - Nazionale
L'aborto chimico in Veneto non «sfonda»
10
24/06/2010 Avvenire - Nazionale
Parti cesarei. l'Italia della maternità «meccanica»
11
24/06/2010 Il Giorno - Legnano
Psicologa low-cost contro la crisi
13
RIFORMA DELLE PROFESSIONI
24/06/2010 Il Sole 24 Ore
NOTIZIE In breve
15
24/06/2010 Avvenire - Nazionale
MEDICI: SUGLI STATI VEGETATIVI GLI ORDINI SI DIVIDONO
16
24/06/2010 ItaliaOggi
Le quotazioni Omi non hanno valore fiscale
18
24/06/2010 ItaliaOggi
Albi sanitari con il ddl Boldi
19
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE ED ENTI PUBBLICI
24/06/2010 Avvenire - Nazionale
Malattia mentale, le parole per dirla
21
23/06/2010 Il Mattino - NAPOLI SUD
Consiglio, via all'anagrafe patrimoniale degli eletti
22
23/06/2010 Il Mattino - SALERNO
Studenti alla ricerca disperata della felicità
23
24/06/2010 Libero - Milano
Il ponte sul Po ritorna percorribile anche di notte
24
24/06/2010 Il Foglio
Dalemiano doc spiega perché il futuro dei compagni del Pd è rifondare la
socialdemocrazia in Europa
25
24/06/2010 ItaliaOggi
Firma digitale d'obbligo per atti e documenti notarili
28
24/06/2010 ItaliaOggi
Notai obbligati alla firma digitale
29
23/06/2010 La Gazzetta Del Mezzogiorno - BASILICATA
Un canale digitale nel rapporto tra i cittadini e l'ente Provincia
30
24/06/2010 La Nazione - Prato
Gare di appalto tutte su internet E nasce il mercato «virtuale»
32
UNIVERSITA
24/06/2010 La Repubblica - Genova
Quando l'Università disse no a Tambroni
34
24/06/2010 La Stampa - ALESSANDRIA
Tra viti, hi-tech e gastronomia
35
24/06/2010 Il Resto del Carlino - Ferrara
«Università, fiduciosi in Nappi»
36
24/06/2010 Il Resto del Carlino - Nazionale
Maturità, Platone al Classico «Sì, questa volta è andata bene»
37
24/06/2010 Il Resto del Carlino - Ancona
Da Venezia arrivano venti progetti per il centro storico del futuro
38
24/06/2010 Avvenire - Nazionale
Gelmini: la riforma universitaria? Sarà approvata entro settembre
39
24/06/2010 Avvenire - Nazionale
Gelmini: terzo scrìtto si cambierà
40
23/06/2010 Il Mattino - CASERTA
Ingegneria, contro la Gelmini prosegue il blocco delle prove
41
24/06/2010 Libero - Nazionale
Uno scienziato alla scoperta della censura
42
24/06/2010 Il Secolo XIX - Nazionale
Manovra, "saltano" 1.175 posti
44
24/06/2010 ItaliaOggi
Monta la protesta dei ricercatori
45
23/06/2010 La Gazzetta Del Mezzogiorno - BRINDISI
Chiude l'Università gli studenti pronti alla mobilitazione
46
24/06/2010 Osservatore Romano
Cattedra della fondazione Ratzinger
47
24/06/2010 Sette
ANCHE GLI ITALIANI ANDRANNO SULLA LUNA
48
PSICOLOGI E PSICOLOGIA
6 articoli
24/06/2010
La Repubblica - Ed. nazionale
Pag. 38
(tiratura:710716)
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R2CULTURA Simona Argentieri parla del suo nuovo libro "A qualcuno piace uguale"
SE L'OMOSESSUALITÀ NON È UN DESTINO
L'analista affronta un tema poco trattato: la scelta, a un certo punto della vita, dopo "normali" relazioni
eterosessuali, di fare coppia con un partner dello stesso sesso
LUCIANA SICA
Il suo è uno sguardo preoccupato sull' incapacità di amare, come spia di patologia, sintomo diffusissimo ma
estraneo alle inclinazioni sessuali. E sulla tendenza a proclamare pari dignità per ogni bizzarria, ogni
combinazione sentimentale ed erotica: nulla sembra proibito e tutto possibile, anche che a un certo punto
della vita si scopra un gusto erotico diverso e si scelga un partner dello stesso sesso. Capita, anzi
l'impressione è che capiti sempre più di frequente.
Non solo di questo tema - poco trattato scrive l'Argentieri nel suo libro, e senza l'ingenuità di sbandierare una
qualche certezza, convinta che le generalizzazioni siano sempre improbabili e nel caso del "viraggio" quasi
impossibili: «Nel passaggio all'omosessualità, bisognerebbe innanzitutto valutare quale fosse l'assetto della
relazione eterosessuale nella prima parte della vita... Non a caso Freud parlava di "sacrifici pulsionali", della
rinuncia a una parte di sé». Oggi molti analisti - di diversi orientamenti teorici - si chiedono soprattutto quanto
contano le pressioni culturali al bisogno di adattamento sociale, se non sono un elemento decisivo nella
formazione complessiva del soggetto. Che la scelta eterosessuale possa essere conformista, mortificante per
la parte passionale dell'erotismo, e l'incontro omosessuale consentire finalmente un'espressione autentica del
desiderio, l'Argentieri non lo esclude: «Credo che la minore rigidità delle strutture psicologiche dei nostri giorni
permetta davvero in qualche caso una riorganizzazione intrapsichica della propria struttura e una pienezza
inedita di emozioni, affetti, passioni». Se peròè declinata al femminile,a volte la scelta omosessuale somiglia
a un rimedio alla solitudine, a un ripiegamento su una sorta di amicizia amorosa. In questi rapporti - dice
l'Argentieri - la componente passionale non è il primo motore: «Sono le circostanze ambientali e culturali, i
fattori di realtà che hanno il loro peso, come una raggiunta autonomia economica, l'aver già iccolo gioco
cinefilo, alludendo a quel film di Billy Wilder - A qualcuno piace caldo - dove saggiamente si dichiara:
"nessuno è perfetto!", A qualcuno piace uguale è il titolo scelto da Simona Argentieri per il suo nuovo libro in
uscita nelle "Vele" di Einaudi (pagg. 132, euro 10). Da sempre provvista di un suo tic per il cinema, la nota
psicoanalista è qui molto critica con i vecchi pregiudizi che colpiscono gli omosessuali, ma anche allergica al
nuovo conformismo del "politicamente corretto" che tende a banalizzare e soprattutto a dissimulare certe
forme più o meno sottili di rifiuto.
Le pagine di A qualcuno piace uguale scorrono veloci, chiare e ben scritte: tutt'altro che rassicuranti, però.
«Ammettere che nessuno è perfetto non equivale a dire che tutto va ugualmente bene»: in linea di massima,
l'autrice trova molto sospetta l'assenza di "problematizzazione" quando si parla di sessualità in generale, e di
omosessualità in particolare. realizzato il desiderio di avere figli, magari la delusione nei confronti dell'altro
sesso o la valutazione realistica delle opportunità che offre la vita. Una donna non giovanissima può non
trovare facilmente un partner etero, mentre in una relazione omosessuale l'aspetto anagrafico non è così
determinante». Dal suo punto di vista, più problematici sembrano gli uomini che, dopo aver fatto coppia con
una o più donne, preferiscono apertamente un partner dello stesso sesso: «Sono uomini - anche secondo
l'esperienza clinica - che per un lungo tratto della vita "non scelgono", e sono tutt'altro da invidiare perché in
genere soffrono e fanno soffrire, vittime di complicazioni e tormenti, artefici di piccoli inferni nella vita
quotidiana.
Qui le due parti spesso sono scisse: quella eterosessuale si è organizzata in un rapporto stabile mentre
quella omosessuale viene vissuta in modo anonimo e furtivo. Se invece le due "quote" si integrano, la
sessualità diventa legame, oltre che piacere, e un uomo può orientarsi decisamente alla compagnia di un
altro uomo».
PSICOLOGI E PSICOLOGIA - Rassegna Stampa 24/06/2010
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24/06/2010
La Repubblica - Ed. nazionale
Pag. 38
(tiratura:710716)
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Tenendo conto di tanta varietà nella declinazione dei generi, c'è da chiedersi cosa dica oggi la parola
"omosessuale": «Non dice proprio niente, è un concetto di poco spessore che non ci dà nessuna
informazione sull'organizzazione psicologica di un soggetto. Dietro questa etichetta può esserci davvero di
tutto, dalla nevrosi alla perversione, dall'inibizione alla più banale normalità... Gli omosessuali sono fin troppo
simili agli eterosessuali,e se proprio sono "diversi", lo sono tra loro».
Senza temere certi cliché, l'Argentieri osa difendere «lo stare in coppia» come una risorsa, un esercizio di
conoscenza, una fonte di intimità. Non sottovaluta però le difficoltà profonde di qualunque relazione stabile,
insistendo sul problema di riconoscere e tollerare la diversità dell'altro - senza odiarlo.
«In un primo momento dell'attrazione amorosa ci può essere l'illusione che stare con una persona dello
stesso sesso sia facilitante, ma ben presto si comprende che la somiglianza anatomica è solo l'aspetto più
superficiale del mistero dell'alterità. La psicoanalisi non può rinunciare a interrogarsi sulla qualità dei rapporti
che riusciamo a costruire... È anche vero che chi è felice ha sempre ragione: ma questo l'ha scritto Tolstoj,
non Freud».
Foto: IL LIBRO "A qualcuno piace uguale" s'intitola il nuovo libro di Simona Argentieri in uscita da Einaudi
PSICOLOGI E PSICOLOGIA - Rassegna Stampa 24/06/2010
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24/06/2010
La Repubblica - Bari
Pag. 19
(tiratura:710716)
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L'ASCOLTO NELLA SCUOLA PER PREVENIRE IL DISAGIO
SAVERIO ABBRUZZESE
FA UNA certa impressione leggere ogni anno di questi tempi notizie di suicidi di studenti a seguito di un
insuccesso scolastico. Però avviene ogni anno. Ed ogni anno diciamo che è necessario correre ai ripari. Ogni
volta, infatti, emerge che nessuno sospettava che un ragazzo potesse reagire in modo così drammatico ad
un trauma. Né si attribuisce alla scuola una tale importanza da rendere così terribili gli effetti di un
insuccesso. Eppure tutto questo succede con una regolarità sempre più preoccupante. Si tratta di morti
annunciate. E noi continuiamo ad assistervi. Di solito si dice che lo studente non si aspettava di essere
respinto e che tutti, amici e parenti non sospettavano nulla e non avrebbero mai immaginato. Tanto meno i
docenti avrebbero mai potuto immaginare una simile reazione ad una bocciatura. Già, nessuno se lo
aspettava e nessuno avrebbe mai immaginato. Ma da quando la prevenzione del disagio adolescenziale si
basa sulla aspettativee sull'immaginazione? Docenti, amici e genitori sono in grado di leggere questo
disagio? Sono in grado di prevedere quali saranno le conseguenze di un evento frustrante? Sono in grado di
valutare la "soglia" alla frustrazione di un ragazzo? Ho passato molti anni nei centri d'ascolto ad ascoltare
ragazzini che venivano a raccontarmi i loro drammi. È davvero difficile concepire la complessità della
condizione adolescenzialee come tanti problemi rimangono inascoltati perché questi ragazzi non si fidano e
perché non trovano chi "sappia" ascoltarli. Ogni scuola dovrebbe essere attrezzata con un centro d'ascolto
affidato a personale esperto. L'ascolto deve essere fatto in modo responsabile e deve svolgere una funzione
catartica sui vissuti drammatici dei ragazzi che vi accedono. Non basta la buona volontà e lo spirito
volontaristico di alcuni docenti. Ci vuole una presa in carico totale del problema, con il coinvolgimento della
famiglia.
Dobbiamo avere il coraggio di ammettere che i nostri ragazzi, non pochi, hanno bisogno di aiuto. Se una
bocciatura o la fine di una storia d'amore producono conseguenze così drammatiche, probabilmente questa
ragazzo o questa ragazza avevano altri problemi, nascosti, di cui nessuno era consapevole, ma non
possiamo soffermarci ogni volta ad osservare la goccia che ha fatto traboccare il vaso, trascurando di vedere
di cosa era strapieno quel vaso. Il centro d'ascolto è un'occasione per svuotare questo vaso, ma è necessario
che il contenitore sia "capace", nel senso della capienza e della professionalità. Esiste una legge regionale
sulla istituzione di un sevizio di psicologi scolastica, ma a tutt'oggi gli unici centri d'ascolto in attività sono
quelli voluti dalla sensibilità e lungimiranza di alcuni dirigenti scolastici. Chi scrive, dopo una decina di anni di
attività nei centri come docente psicologo utilizzato su progetti, è stato richiamato all'insegnamento. Lo Stato
non poteva permettersi di avere un docente in meno.
L'ascolto del disagio poteva aspettare, non era urgente. In tempi di ristrettezze e tagli per la scuola l'ascolto
del disagio è un lusso che non possiamo permetterci. Poi ci indigniamo e protestiamo di fronte a queste
tragedie, tutt'altro che imprevedibili. sociologo
PSICOLOGI E PSICOLOGIA - Rassegna Stampa 24/06/2010
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24/06/2010
La Stampa - Ed. nazionale
Pag. 24
(diffusione:309253, tiratura:418328)
La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Obesi e stressati Sono diventati il nostro specchio Cani e gatti
riproducono sempre più le nevrosi dei padroni
Pigri, cocciuti, isterici: esattamente come i padroni. La diceria (o la sorprendente constatazione, a volte) che
gli animali domestici - cani e gatti in particolare - siano spesso simili ai loro padroni potrebbe non essere solo
un cliché. Gli animali domestici, nella convivenza forzata, assumono i nostri difetti, fisici e psicologici,
dall'obesità alle nevrosi.
Se siamo chiassosi, lasceremo che il cane superi più spesso la soglia di decibel, e lui si abituerà. Il
comportamento aggressivo del proprietario del cane influenza l'animale, che tenderà a sviluppare
atteggiamenti ostili e rabbiosi. Lo dice anche uno studio dei ricercatori dell'Università della Pennsylvania che
hanno intervistato un campione di proprietari di cani: quelli aggressivi con molta probabilità continueranno a
rimanere tali, a meno di un radicale cambiamento nelle tecniche di addestramento. A essere più efficaci
contro l'eccessiva aggressività dei cani sarebbero il movimento fisico, attraverso il quale l'animale sfoga
l'energia e la rabbia represse, e l'utilizzo di premi quando il cane ubbidisce ai comandi. Picchiare il cane o
punirlo eccessivamente ottiene il risultato opposto, non fa altro che aumentare l'aggressività. Un proprietario
che sappia ammansire il cane, insomma, è fondamentale.
Non stupisce che spesso gli animali facciano pendant con chi li possiede: il comportamento dei proprietari
influenza il carattere di cani e gatti. Padroni insicuri ingozzeranno le loro bestie, rendendole obese come loro.
E anche la scienza si è sbilanciata: i cani di razza pura assomigliano ai padroni, ha detto una ricerca
conodotta all'Università della California di San Diego dagli psicologi Nicholas Christenfeld e Michael Roy e
pubblicata su «Psychological Science». Quando una persona deve prendere un cane, «ne cerca uno che, a
qualche livello, gli assomigli. E se scelgono un animale di razza pura, ottengono quello che cercano».
A volte si è invece di fronte alla grande empatia che manifestano tante specie: i nostri cugini genetici bonobo
sono perfettamente in grado di mettersi nei panni degli altri. E che dire dei cani? Sanno riconoscere decine
(se non centinaia) di espressioni facciali e gesti anche minimi dei membri familiari: perché non dovrebbero
saper fare gli occhi dolci se vedono che lui o lei si commuovono e sganciano qualche boccone, e mantenere
questo redditizio atteggiamento?
Sono creature che respirano, mangiano, dormono vicino a noi: lo sapeva anche Thomas Mann, quando
scrisse «Cane e padrone». Certi cani vogliono andare a dormire nel letto dei proprietari, dice Desmond
Morris, perché per certi aspetti non maturano mai. Vogliono stare uniti al branco.
La loro sensibilità, a volte, ha qualcosa di miracoloso, come quella di un gatto diventato un caso negli States
perché - adottato in una casa di cura per malati di Alzheimer - aveva un dono eccezionale: «sentiva» quando
un paziente stava per morire e si accoccolava vicino a lui. La sua storia (raccontata nel libro «Le fusa di
Oscar»), è stata pubblicata nel «New England Journal of Medicine» e ha fatto discutere i medici di tutto il
mondo.
www.lastampa.it/grande
PSICOLOGI E PSICOLOGIA - Rassegna Stampa 24/06/2010
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24/06/2010
Avvenire - Ed. nazionale
Pag. 18
(diffusione:105812, tiratura:151233)
L'aborto chimico in Veneto non «sfonda»
Solo 10 sinora i casi di ricorso alla Ru486 in 16 delle 21 Uhs della regione. Nessun day hospital, obbligatorio
il ricovero. Per il presidente Zaia «abortire non deve diventare il modo sbrigativo per togliersi un impiccio. Del
resto, se fosse soltanto una scelta privata, non si capirebbe il perché di una legge ad hoc, o di un così acceso
dibattito»
Francesco Dal Mas
Quattro le ragazze, due italiane e due straniere, hanno fatto ricorso alla pillola abortiva nel veneziano.
Sembra sia un «primato» fra le 21 aziende sanitarie della regione Veneto. Nessuna ha firmato per farsi
dimettere dall'ospedale. In tre casi la Ru486 ha funzionato. Nel quarto i medici hanno dovuto intervenire
chirurgicamente. Un'ottantina le confezioni di cui si sono dotati gli ospedali in tutto il Veneto, ma si contano
sulle dita di due mani i casi trattati: non più di 10 in 16 delle 21 Ulss del Veneto. Tanti, eppure pochi
relativamente ad altre regioni. «Il dato però non deve trarre in inganno, anzi, è motivo di più grave
preoccupazione ammette Bruno Mozzanega, ginecologo della Clinica Ostetrica dell'azienda ospedaliera di
Padova, un migliaio di aborti l'anno, dove non c'è stata fino a oggi alcuna richiesta di Ru486 - perché forse si
preferisce l'aborto "clandestino" attraverso il misoprostolo, farmaco in vendita come terapia dell'ulcera». • a
Regione Veneto l'ha detto chiaro e tondo alle Ulss: quella della Ru486 è • una procedura ospedaliera, quindi
il ricovero è obbligatorio perché c'è la necessità di seguire la paziente costantemente per i rischi che può
incontrare. Niente day hospital, dunque. Parte da lontano, il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, per
dare significato valoriale a queste disposizioni. «Oltre trent'anni fa l'aborto fu al centro di un ampio dibattito
sulla disponibilità della vita altrui. Oggi, più di allora, educare alla vita è necessità imprescindibile per una
società che voglia restare vitale». Che cosa significa? Il governatore non ha dubbi: «Abortire non deve
diventare un modo sbrigativo per togliersi un impiccio. Del resto, se l'aborto fosse soltanto una scelta "privata"
e richiedesse un trattamento sanitario come tanti altri, non si capirebbe il perché di una legge ad hoc o di un
cosi acceso dibattito ancora oggi». Fatta questa premessa, la convinzione del neo-presidente della Regione è
che la Ru486 debba essere somministrata sotto stretto controllo medico, per due motivi: «Sono passati
trent'anni - dice Zaia - dal referendum abrogativo della legge che vietava alle donne di abortire. In trent'anni
un diritto riconosciuto è diventato tabù: nessuno può permettersi di dirsi contrario, di esprimere un parere '
diverso o scegliere secondo coscienza un'altra opzione, com'è giusto che sia, senza sentirsi dire che è contro
un diritto indiscutibile». «Lo sdoganamento dell'aborto chimico incalza Zaia - sta facendo il resto, rischiando di
trasformare quello che è un momento delicatissimo della vita di una donna o di una coppia in un gesto
ordinario, facile». Ne consegue che la Ru486 va somministrata in ospedale «perché non è un'aspirina, non
guarisce il raffreddore, spezza l'inizio di una vita ed è bene che chi l'assume si trovi sotto stretto controllo
medico e possa ricevere tutte le cure sanitarie e garantire proprio di uno psicologo Dunque «non c'è
solitudine». psicologiche di cui ha bisogno». Ed ecco il secondo motivo: l'assistenza psicologica. «Il mondo
medico è diviso fra chi sostiene che sia meglio assumere la Ru486 in casa propria, in un ambiente familiare,
e chi invece ritiene più idonea l'assunzione in ricovero ospedaliero - riprende Zaia - . E la ritiene più idonea
perché, se è la salute e la libertà delle donne che si intendono tutelare, è consapevole di quanto sia
importante, a volte indispensabile, alle donne il sostegno e di un medico». libertà nella
PSICOLOGI E PSICOLOGIA - Rassegna Stampa 24/06/2010
10
La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
RU 486 E REGIONI
24/06/2010
Avvenire - Ed. nazionale
Pag. 17
(diffusione:105812, tiratura:151233)
Idati continuano a cpnfermarìo: il nostro Paese 'dettene il primato assoluto delle nascite con intervento
chirurgico Esclusi i casi in cui è una scelta inevitabile, sempre più spesso si medicalizza il rapporto della
mamma con la vita nascente Parlano medici e psicologi
Danìela Pozzoli
Si potrebbe dire che è una delle facce della cultura della sterilità che ha nella contraccezione e nel ricorso alla
procreazione assistita i suoi punti di forza. Si tratta dell'eccessiva medicalizzazione della gravidanza e del
parto, vissuti più come una malattia che come un fatto naturale, e che spiega quell'incremento altrimenti
ingiustificato di tagli cesarei nel nostro Paese. Giocano anche un ruolo importante il medico che spesso va
sul sicuro con un "taglio" più che con un parto vaginale e la paura delle donne, troppo spesso disinformate
anche sul loro diritto a dire "no" davanti alla proposta di intervenire chirurgicamente. «Il rifiuto dell'intervento
deve essere una delle possibili opzioni per la gestante», si legge infatti nelle linee guida emanate l'il febbraio
dall'Istituto superiore di sanità (Iss), le prime in materia. Il dato italiano ha dell'incredibile se si pensa che si è
passati dal 5% degli anni '50 al 3 3 % del 2000, fino ad arrivare al 38% nel 2008. Unico a contenderci il
primato in Europa è il Portogallo con il 33%. Risale al 1985 la raccomandazione dell'Oms - del tutto disattesa
- di non eseguire più di un parto cesareo ogni 7, ovvero il 15%: è questo il valore limite per garantire il
massimo beneficio alla salute generale delle mamme e dei bebé. Ma se in tutti i Paesi europei si «sgarra»,
l'Italia supera di gran lunga i valori registrati nel resto della Uè che sono intorno al 20-25%. Va riconosciuto
alla Francia di ricorrere al «taglio» solo nel 20% dei casi, in Inghilterra nel 23%; Olanda e Slovenia addirittura
scendono sotto il 15%. Esiste inoltre nel nostro Paese una forte differenza tra regione e regione; si oscilla tra
il 20% dei cesarei registrati nella provincia autonoma di Bolzano al clamoroso 62% della Campania, cui
seguono la Sicilia (52,91%), il Molise (52%), la Puglia (50,60%) e la Basilicata (48,19%). ii ricorre troppo
spesso al cesareo ^che oltre a essere invasivo è più ericoloso per la donna di un parto spontaneo», spiega
Roberto Russo, presidente della Società italiana di psicoprofilassi ostetrica (Sippo) e a sua volta ginecologo
ostetrico, un medico che da 30 anni fa venire al mondo i bambini - se non ci sono valide ragioni mediche,
come una sofferenza fetale acuta o un problema materno - in modo naturale. Proprio per questa
«pericolosità» (resta comunque un intervento chirurgico, anche se di 40-45 minuti) l'Iss ha emanato le Linee
guida, pubblicando due opuscoli: uno per gli spedalisti («Taglio cesareo. Una scelta appropriata e
consapevole»), l'altro per le donne, perché siano informate sulla scelta che stanno per compiere («Taglio
cesareo. Solo quando serve»). No, non esistono più i maestri che insegnavano l'ostetrida denunda il
presidente della Sippo -, e tra i giovani media c'è poca voglia di inserirsi in un campo che spesso li coinvolge
in vertenze legali mosse dai genitori. Per questo le polizze sono così alte per assicurare noi che d occupiamo
di assistenza al parto. Nel mio caso, avendo oltre 55 anni e quindi essendo più "a rischio" per le
assicurazioni, sono arrivato a pagare 17mila euro l'anno. Cifre che toccano nel portafoglio chi ha da poco
iniziato la professióne (vedi box, ndr)». Roberto Russo introduce un elemento che la dice lunga su come le
donne gravide vengano lasciate sole durante la gestazione e poi davanti al parto: «Spesso manca il
coordinamento tra chi lavora nei punti nascita sul territorio e segue la donna durante la gravidanza e chi
lavora nell'equipe medico-ostetrica ospedaliera e che la vede solo quando deve partorire. Senza contare che
nelle scuole di specializzazione spesso non viene data, nei cinque anni di corso, la preparazione adeguata ai
medici specializzandi. Ecco che i giovani invece di intraprendere la strada di ostetricia preferiscono scegliere
ginecologia, un modo più tranquillo di esercitare». Si spiega così un'altra ragione che fa lievitare i cesarei:
spesso è dominante non solo nelle coppie ma anche nei medici l'idea di una nascita che non comporti alcun
rischio. In questa scelta gioca anche la mancanza di medici «dedicati» che abbiano passione, mestiere e
anima, elemento indispensabile in sala parto, sostiene Russo. " 1 a pensa così anche Giuliana Mieli, I
laureata in Filosofia teoretica e in ««Psicologia dinica, che dopo aver lavorato negli anni Settanta nei primi
PSICOLOGI E PSICOLOGIA - Rassegna Stampa 24/06/2010
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La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Parti cesarei. l'Italia della maternità «meccanica»
24/06/2010
Avvenire - Ed. nazionale
Pag. 17
(diffusione:105812, tiratura:151233)
PSICOLOGI E PSICOLOGIA - Rassegna Stampa 24/06/2010
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La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
centri di salute mentale sul territorio, è stata consulente per 20 anni presso il reparto di Ostetricia e
ginecologia dell'ospedale San Gerardo di Monza diretto ai tempi dal ginecologo Costantino Mangioni. Il
primario intuì non solo l'importanza della presenza in reparto di psicologi a fianco dei genitori, ma anche in
sostegno del personale medico e infermieristico che imparava così a "coltivare" l'affettività. «La formazione
affettiva del personale che tende a comprendere e a gestire il rapporto con la paziente - scrive Giuliana Mieli
nel suo recente libro II bambino non è un elettrodomestico (Urrà, ' 208 pagine, 13 euro) - trasforma il percorso
della gravidanza da un percorso di esami e controlli in un evento emotivo in cui è possibile parlare delle
proprie emozioni, paure, dubbi, perché qualcuno se ne prenda carico». Grazie all'esperienza maturata in
reparto, Giuliana Mieli sostiene che molti dei problemi che oggi la nostra società incontra sono dovuti alla
disattenzione nei confronti degli affetti, dei bisogni e dei codici affettivi. Una "distrazione" che ha indotto a
scelte che si riflettono anche nelle politiche sanitarie, con ripercussioni individuali e sociali molto forti, e che
andrebbero messe in discussione. Rispondere ai bisogni affettivi è necessario, soprattutto in gravidanza e ' •
soprattutto da parte di chi segue le mamme: «La trascuratezza emotiva si riflette non solo nella sofferenza
psichica dilagante tra le donne, ma anche nelle difficoltà che attualmente accompagnano la maternità annota la Mieli - . Le ostetriche sanno quanto importante è la relazione affettiva con la donna, possibilmente
intrapresa durante la gravidanza, che è uno stare accanto, un aiutare a riconoscere le potenzialità e l'energia
e cavalcarla». La dottoressa Mieli si chiede il perché dell'aumento dei parti cesarei eseguiti su esplidta
richiesta della donna, anche se non vi è necessità terapeutica, tantopiù che il parto cesareo non è privo di
rischi e inibisce, insieme agli ormoni tipid della nasata, quelli die provocano una «reazione d'amore» nei
confronti del nasdturo, interferendo nello sviluppo dell'affettività nella relazione tra madre e figlio. «Quello che
mi sta a cuore condude - è difendere il senso filospfico e affettivo della naturalità del nascere perché non
venga eliminato, come inutile sovrastruttura rispetto a una meccanica separazione». ' i arresta in Italia la
crescita dei cesarei sul totale dei parti. Un fenomeno che ha radici non solo mediche ma soprattutto culturali
Cwonn ine viene fatto credere che la maternità sia essenzialmente un fatto tecnico e medicalizzato, sempre
più svuotato dei suoi aspetti umani e affettivi
24/06/2010
Il Giorno - Legnano
Pag. 4
(tiratura:107480)
Psicologa low-cost contro la crisi
- LEGNANO - C'È LA CRISI, fatico a pagare le rate del mutuo, figuriamoci se posso permettermi lo psicologo
. Quante volte abbiamo ascoltato ragionamenti del genere? Ma si potrebbero ribaltare così: proprio perché i
tempi sono difficili è doveroso mantener salda la salute mentale. Oggi i costi delle cure non possono essere
più una scusa. A Legnano è nato un servizio di psicologo "low cost". Lo ha portato in città Federica Camellini.
Laureata a pieni voti in Psicologia all'Università Cattolica di Milano. Il suo studio si trova in via Ronchi 25 (cell.
347.6979349). La prima consulenza è gratuita e non vincolante. Tre sono i servizi: psicoterapia individuale, di
coppia, e familiare. Le aree d'intervento su cui vanno ad agire le parole della psicologa sono: ansia e fobie,
attacchi di panico, disturbi alimentari psicogeni, depressioni, disagio scolastico, situazioni stressanti,
problematiche di coppia, disturbi sessuali. Racconta Federica: «Un tempo le persone si informavano sui
tempi delle cure, oggi la prima cosa che chiedono è quanto costa la seduta. Intanto i malesseri crescono:
ansia e depressione aumentano, ma pericolosamente si danno per scontate, imposte dai ritmi moderni.
Invece, non chiedendo aiuto, il disturbo si cronicizza, e il sintomo diventa parte della persona». Come vincere
la paura del primo contatto? «Con la consapevolezza che si può stare bene e vivere serenamente. La
soluzione ai malesseri c'è, non è irraggiungibile». In due mesi e mezzo di apertura dello studio, Camellini ha
avuto 50 contatti, effettuato 40 prime visite gratuite. Trentasette persone (la maggior parte donne) hanno
iniziato una consulenza. Nel suo studio non ci sono divani: «I colloqui avvengono faccia a faccia, per creare
un'interazione che permette la fiducia nel colloquio terapeutico. Nella prima consulenza si focalizzano le
principali difficoltà. I successivi incontri hanno prezzi calmierati, diciamo quasi la metà rispetto a una seduta di
psicoterapia. In cinque sedute, in media, si approfondiscono le ragioni dei disagi». Ma il "low cost" è anche
orientato alle aziende: possono convenzionarsi e permettere ai dipendenti e familiari di usufruire del 50% di
sconto sulle prestazioni. S. V.
PSICOLOGI E PSICOLOGIA - Rassegna Stampa 24/06/2010
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LEGNANO CONSULENZA GRATUITA
RIFORMA DELLE PROFESSIONI
4 articoli
24/06/2010
Il Sole 24 Ore
Pag. 35
(tiratura:405061)
FONDAZIONI LIRICHE
Niente fiducia
L'esame continua
C'è accordo tra maggioranza e opposizione ma la fiducia della Camera al decreto di riforma delle fondazioni
liriche, prevista per ieri, non è arrivata. Dopo un lungo braccio di ferro il ministro ai Beni culturali Sandro Bondi
si è detto soddisfatto: «È stato un lavoro faticoso ma positivo. Andiamo avanti». Tra le modifiche concordate
ci sono la cancellazione del tetto ai compensi delle star della lirica e la riduzione da tre a un anno del periodo
di pareggio di bilancio necessario per sbloccare il turn over nei teatri.
PROFESSIONI
Ordini e associazioni: riforme separate
Le commissioni Giustizia e Attività produttive hanno licenziato la proposta di Maria Grazia Siliquini (Pdl),
relatore del provvedimento di riforma delle professioni. La proposta separa la riforma delle professioni
ordinistiche da quella che riguarda le associazioni. «Questo risultato - ha commentato l'onorevole rappresenta una tappa importante della riforma, che persegue la logica di esaminare le proposte di legge
nelle commissioni parlamentari di competenza».
AGENZIE FISCALI
I sindacati chiedono
i fondi al ministero
Le segreterie nazionali delle agenzie fiscali protestano contro la mancata assegnazione da parte del ministro
dell'Economia dei fondi per gli obiettivi strategici «ampiamente raggiunti» negli anni 2008 e 2009. «I
dipendenti del comparto - spiegano - rischiano di stare fermi per un biennio anche per quanto riguarda
l'erogazione del salario di produttività».
RIFORMA DELLE PROFESSIONI - Rassegna Stampa 24/06/2010
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NOTIZIE In breve
24/06/2010
Avvenire - Ed. nazionale
Pag. 19
(diffusione:105812, tiratura:151233)
MEDICI: SUGLI STATI VEGETATIVI GLI ORDINI SI DIVIDONO
Quattordici comitati provinciali - tra i quali quelli più numerosi, come Milano, Roma e Bologna - danno seguito
alla spaccatura emersa un anno fa su un discusso documento della Federazione nazionale. E scelgono di
seguire una propria strada su uno dei nodi etici più delicati per la professione
ENRICO NEGROTTI
Fare chiarezza sulle diagnosi di stato vegetativo, che < continuano a rappresentare un enigma anche per gli
specialisti, è lo scopo principale dello studio osservazionale che quattordici Ordini provinciali dei medici
chirurghi e degli odontoiatri stanno organizzando per avere il maggior numero di dati utili e garantire la
migliore assistenza a queste persone gravemente disabili. Anima dell'iniziativa è il presidente dell'Ordine di
Bologna, Giancarlo Pizza, che ne indica l'origine nel dibattito tenutosi un anno fa a Terni - al convegno sulle
dichiarazioni anticipate di trattamento organizzato dalla Federazione nazionale degli Ordini dei medici
chirurghi e degli odontoiatri (Fnqmceo) - e che era sfociato in un documento approvato a maggioranza dalla
Fnomceo che non aveva lasciato tutti soddisfatti. come medici crediamo sia giusto difendere la vita, senza
finire nell'accanimento terapeutico puntualizza Pizza -, ma non condividiamo l'impostazione che a Terni si
tradusse nella disponibilità a togliere il sostegno vitale a queste persone». Per questo si è avviata l'indagine
cui hanno aderito finora 14 Ordini provinciali dei medici: oltre a Bologna, Milano e Roma, e poi Palermo,
Messina, Catania, Potenza, Latina, Lucca, Rimini, Ferrara, Trieste, Lodi e Pavia. E altri Ordini si stanno
mostrando interessati. «Occorre impostare un programma riabilitativo individuale per ciascuna di queste
persone - sottolinea la neurolcjga Anna Maria Cipriani, responsabile dell'Unità operativa complessa di
Neurologia e Neurofisiopatologia presso l'Ospedale «Sandro Pertini» di Roma e uno dei referenti del progetto
per conto dell'Ordine dei medici di Roma -. La fase post-acuta lascia esiti per tutta la vita e può durare molti
anni. Il percorso riabilitativo va quindi rimodulato sulle esigenze del paziente». Gli studi più avanzati sugli stati
vegetativi, attraverso indagini come la risonanza magnetica funzionale (sviluppata soprattutto nei centri di
eccellenza di Liegi e Cambridge) hanno evidenziato tracce di attività cerebrale in alcuni pazienti prima ritenuti
privi di ogni forma di coscienza. «Abbiamo già fatto un paio di riunioni organizzative e crediamo che lo studio
possa partire entro l'anno conclude Pizza -. Gli Ordini stimoleranno progetti di ricerca e cercheranno di
trovare finanziamenti». «Proprio oggi (ieri, ndr) sono stato a un convegno sugli stati vegetativi - osserva Mario
Falconi, presidente dell'Ordine dei medici di Roma - ed emergeva con chiarezza, proprio dai massimi esperti
in materia, l'incertezza sulle diagnosi. E quanto velocemente la scienza evolva, rendendo così facilmente
superate eventuali dichiarazioni anticipate di volontà. Con lo studio intendiamo mettere in rete importanti
istituti e avere una massa critica di dati da un numero significativo di pazienti: si tratta di avere elementi
maggiori di conoscenza con metodiche condivise per poter dire qualcosa di più su queste persone». Una
opinione sottoscritta anche dal presidente dell'Ordine dei medici di Milano, Ugo Garbarmi: «II compito dello
studio osservazionale è proprio quello di distinguere tra diagnosi che talvolta sono eseguite in modo
superficiale. È stato per esempio scoperto che non tutti gli stati vegetativi sono tali, ma possono essere di una
minore gravita - stati di minima coscienza - che meritano cure e approfondimenti diagnostici diversi». Da
esami funzionali, aggiunge Garbarmi, si sta dimostrando che «alcuni stati vegetativi ritenuti persistenti non lo
sono, perché alcune zone del cervello funzionano. Uno studio che duri tre anni potrà fornire gli
approfondimenti diagnostici che ci servono per evitare confusioni. E abbiamo indicato due specialisti per
effettuare le prime indagini: uno a Milano e uno a Bergamo». I1 secondo è Giovanni Battista Guizzetti, che
dirige il reparto dei pazienti in stato vegetativo all'Istituto Don Orione di Bergamo: «Si tratta di uno studio
retrospettivo osservazionale che nella prima fase prevede l'arruolamento di persone in stato vegetativo. Si
vuole confrontare i dati italiani con quelli che in alcune indagini britanniche hanno mostrato che l'errore
diagnostico ha raggiunto il 40 per cento dei pazienti. Poi occorrerà seguire nel tempo le persone anche
attraverso esami sofisticati quali la risonanza magnetica funzionale». «L'approccio a questi pazienti RIFORMA DELLE PROFESSIONI - Rassegna Stampa 24/06/2010
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IL BIVIO
24/06/2010
Avvenire - Ed. nazionale
Pag. 19
(diffusione:105812, tiratura:151233)
RIFORMA DELLE PROFESSIONI - Rassegna Stampa 24/06/2010
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La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
aggiunge Anna Maria Cipriani - deve essere multidisciplinare, con neurofisiologi, psicologi, riabilitatoli E i
principi guida devono essere l'efficacia terapeutica e l'equità assistenziale: oggi in Italia accanto ad alcune
isole di eccellenza ci sono tante persone che non hanno l'assistenza adeguata». ' > •
24/06/2010
ItaliaOggi
Pag. 23
(diffusione:88538, tiratura:156000)
Le quotazioni fornite dall'osservatorio del mercato immobiliare non sono equiparabili agli studi di settore. Le
finalità di tali valutazioni sono di natura extra fiscale essendo destinate alla rilevazione delle quotazioni medie
del mercato immobiliare italiano. A tali valutazioni e soprattutto all'intero procedimento di costruzione delle
stesse, non è necessario applicare lo stesso sistema di validazione attualmente previsto per gli studi di
settore. È questa, in estrema sintesi, la risposta fornita dal sottosegretario all'economia e alle finanze Sonia
Viale, a un question time (n.5-03055) a firma degli On. Occhiuto e Galletti.Secondo gli interpellanti invece,
poiché le valutazioni raccolte dall'agenzia del territorio vengono utilizzate per molteplici finalità, fra le quali
anche alcune di natura prettamente fiscale, dovrebbe essere garantita anche a tali quotazioni la stessa
trasparenza vigente per gli studi di settore. Dovrebbero cioè essere sottoposte anch'esse a una preventiva
validazione da parte delle categorie interessate. Di diverso avviso invece la risposta fornita dal
sottosegretario all'economia. In primo luogo le quotazioni Omi non vengono utilizzate per l'accertamento dei
redditi dei fabbricati di cui all'articolo 41-bis del Dpr 600/73, contrariamente a quanto sostenuto invece dagli
Onorevoli interroganti. Per tali attività di accertamento il valore di riferimento è costituito dalle rendite catastali
degli immobili che sono da considerarsi stabili nel tempo e non mutevoli sulla base dell'andamento del
mercato immobiliare. In secondo luogo il meccanismo e i procedimenti di costruzione delle quotazioni Omi
sono già connotate da un buon grado di trasparenza. Le metodologie e i processi di determinazione di tali
valori sono infatti dettagliatamente descritti nel manuale della banca dati Omi pubblicato sul sito internet
dell'Agenzia del territorio. Processo nel quale peraltro i tecnici operatori del mercato immobiliare ed i
rappresentanti degli ordini professionali svolgono un ruolo attivo partecipando agli appositi comitati provinciali
chiamati a esprimere un parere preventivo, seppur non vincolante, sulle quotazioni stesse.Essendo dunque
diversa la finalità delle quotazioni Omi da quelle degli studi di settore, conclude il sottosegretario Viale, non si
ravvisano i presupposti fondamentali per procedere verso un modello di costruzione delle valutazioni
immobiliare simile a quello degli studi di settore.Andrea Bongi
RIFORMA DELLE PROFESSIONI - Rassegna Stampa 24/06/2010
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Le quotazioni Omi non hanno valore fiscale
24/06/2010
ItaliaOggi
Pag. 37
(diffusione:88538, tiratura:156000)
Albi sanitari con il ddl Boldi
Ma gli infermieri restano scettici sui tempi
Il governo scommette tutto sul disegno di legge della senatrice Rosanna Boldi «Istituzione degli ordini e delle
professioni sanitarie infermieristiche, ostetrica, riabilitative, tecnico-sanitarie e della prevenzione» (Atto senato
1142), depositato in commissione Senato a fine 2008, tutt'ora in discussione in XII Commissione permanente
igiene e sanità e trasmesso anche alla commissione bilancio, per portare a casa il progetto «Ordini sanitari in
sei mesi». Lo conferma a ItaliaOggi il direttore generale del ministero della salute Giovanni Leonardi,
all'indomani dell'annuncio dello stesso ministro Ferruccio Fazio (si veda IO di ieri) di portare a casa entro il
2010 la legge che trasforma i collegi in ordini, mettendo così fine ad una vicenda legislativa iniziata con la
legge 43 del 2006 che aveva conferito una delega al governo (mai attuata) per la nascita di una serie di albi
professionali nell'ambito sanitario. Si tratta comunque categorie che, in ogni caso, partono da condizioni
iniziali diverse: gli infermieri, le ostetriche e i tecnici di radiologia medica sono infatti già aggregati in Collegi
provinciali e Federazioni nazionali, mentre le altre professioni sono costituite solo in associazioni. Per i primi
si tratta quindi di trasformare i loro collegi in ordini, per le altre figure professionali si tratta di avere una
rappresentanza istituzionale che per ora non esiste. E che ora, dopo anni di dibattito, sembra
improvvisamente più a portata di mano. E i sei mesi di tempo per approvare la riforma promessi da Fazio
sono secondo lo stesso Leonardi assolutamente possono bastare. Del resto, dice, «il testo è stato oggetto di
discussione da mesi nella XII commissione permanente igiene e sanità e quindi tutti quegli aspetti su cui
poteva esserci un dibattito sono stati risolti». La commissione competente del Senato ha, in questi mesi,
ricevuto in audizione tutti i rappresentanti delle 22 professioni, tra federazioni e associazioni, e ha anche
passato al vaglio tutti gli emendamenti depositati dalla maggioranza e dall'opposizione. Sembra superato
anche lo scoglio dei medici, da sempre contrari all'istituzione di un provvedimento che avrebbe travolto la
categoria all'interno di disposizione generali che normano esclusivamente l' organizzazione, la gestione e le
attribuzioni degli ordini delle professioni sanitarie. Per loro infatti, così come per i farmacisti, i veterinari e i
medici odontoiatri, si pensa, spiega ancora il direttore della sanità, ad una delega ad hoc per aggiornarne gli
ordinamenti professionali ormai superati. Plaude alla notizia senza troppo entusiasmo Annalisa Silvestro
presidente della federazione nazionale collegi infermieri perché, «non è la prima volta che il ministro fa
queste promesse e a tutt'oggi non c'è ancora nulla di fatto. Questo non vuol dire, dice la Silvestro, che non
apprezziamo l'impegno e le parole di Fazio, ma di concreto non c'è ancora nulla. La speranza è che questa
sia davvero la volta buona».
RIFORMA DELLE PROFESSIONI - Rassegna Stampa 24/06/2010
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Il governo scommette sull'A.s. 1142
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE ED ENTI
PUBBLICI
9 articoli
24/06/2010
Avvenire - Ed. nazionale
Pag. 26
(diffusione:105812, tiratura:151233)
Malattia mentale, le parole per dirla
informazione e regole Varato ieri, a trent'anni dall'approvazione della legge 180, il protocollo che invita a
usare in modo pertinente e scevro da preconcetti i termini riconducibili a patologie come la schizofrenia Nella
Carta di Trieste le direttive per una cronaca più rispettosa
DA TRIESTE FRANCESCO DAL MAS
_ _ • mpazzire si può, perché MM I guarire si può», si sostiene m m I al forum sulla sofferenza mentale in
corso a Trieste. Ma bastano poche parole usate male per far ripiombare pazienti e familiari nella
disperazione. È proprio necessario, ad esempio, scrivere o parlare di "donna depressa", di "schizofrenico", di
"psicopatico", di "malati di mente", di "matti" e finanche di "mostri"? Perché, invece, non essere più sobri nella
scrittura e nel linguaggio, parlando di "donna che some di depressione", di "uomo affetto da schizofrenia", di
persona con "disturbi psicologici" o "psichiatrici"? Ecco l'obiettiva della Carta di Trieste", varata ieri, al fine di
«educare» gli operatori dell'informazione a non usare a sproposito o abusare di termini specifici di patologie
mentali. Come spesso accade con l'aggettivo "schizofrenico", riferito perfino a comportamenti politici e sociali.
Quando si sa che chi ha parenti in condizione di disagio psichico sobbalza al solo sentire un politico
pronunciare quella parola. La "Carta", sul modello di quella di Treviso per i minori, arriva a trent'anni dal varo
della legge 180 del triestin o Franco BasagUa e porta la firma dell'Ordine dei giornalisti e della Federazione
della stampa, che h a n n o accolto l'invito dell'Oms a sostenere la lotta ai pregiudizi. Ed ecco la prima
raccomandazione del protocollo (che verrà ulteriormente perfezionato): «Usare termini appropriati, non lesivi
della dignità umana, o stigmatizzanti, o pregiudizievoli, per definire sia il cittadino con disturbo mentale
qualora oggetto di cronaca, sia il disturbo di cui è affetto, sia il comportamento che gli si attribuisce, onde n o
n alimentare il già forte carico di tensione e preoccupazione che il disturbo mentale comporta, o indurre forme
di identificazione, sentimenti o reazioni che potrebbero risultare destabilizzanti o dannosi per la persona, i
suoi familiari e la comunità nell'insieme». E ancora: «Usare termini giuridici pertinenti, n o n approssimativi o
allusivi a luoghi comuni di sorta nel ca^ o il cittadino con disturbo mentale si fosse reso autore di u n reato di
qualsivoglia entità, tenendo presente che è u n cittadino come gli altri, uguale di fronte alla legge». Ma anche
«non interpretare il fatto in un'ottica pietistica, decolpevolizzando il cittadino per il solo motivo che soffre di u n
disturbo mentale né, al contrario, attribuire le cause e/o l'eventuale efferatezza del reato al disturbo mentale».
E, in ogni caso, è meglio «considerare sempre che il cittadino con disturbo mentale è u n potenziale
interlocutore in grado di esprimersi e raccontarsi, t e n e n d o presente che può non conoscere le dinamiche
mediatiche e n o n essere quindi in grado di valutare tutte le conseguenze e gli eventuali rischi
dell'esposizione attraverso i media». . i La "Carta", inoltre, mentre invita a «promuovere la diffusione di storie
di guarigione e/o di esempi di esperienze positive improntate alla speranza e alla possibilità di guarigione»,
sollecita una particolare attenzione quando si tratta di raccontare u n suicidio. «Benché in oltre il 75% dei casi
il suicidio n o n sia connesso al disturbo mentale, è luogo c o m u n e molto frequente associare a q u e
st'ultimo le sue cause. In questo modo n o n solo si fornisce un'informazione non corretta, m a si rischia di
indurre c o m p o r t a m e n t i emulativi nelle persone più fragili»-. > • • : mn-> <*. •••
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE ED ENTI PUBBLICI - Rassegna Stampa 24/06/2010
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CODICE ETICO Ordine dei giornalisti e Federazione della stampa hanno raccolto l'invito dell'Oms a
sostenere la lotta ai pregiudizi.Tra le raccomandazioni l'uso di vocaboli appropriati evitando ogni tipo di
allusione
23/06/2010
Il Mattino - Napoli sud
Pag. 3
(diffusione:79573, tiratura:108314)
Consiglio, via all'anagrafe patrimoniale degli eletti
D'Aniello «La nostra battaglia per l'attività trasparente procederà con dirette su internet »
Ciriaco M . Viggiano
PIANO DI SORRENTO. Con una delibera adottata all'unanimità, il Consiglio comunale ha approvato
l'adozione dell'anagrafe patrimoniale degli eletti. Il civico consesso ha così accolto la proposta avanzata nelle
scorse settimane dal responsabile della sezione locale dei Giovani Democratici, Antonio D'Aniello,
sull'esempio dei Radicali, che hanno promosso la stessa iniziativa presso tutte le Regioni e gli enti locali
italiani. Entro sei mesi dall'adozione della delibera, pertanto, per il sindaco e per ciascun membro della giunta
e del Consiglio dovranno essere resi disponibili le generalità, i dati relativi agli incarichi elettivi ricoperti nel
corso degli anni, gli stipendi, i rimborsi ed i gettoni di presenza percepiti a qualsiasi titolo dal Comune, le
spese sostenute per l'ufficio e per lo staff oltre che per eventuali trasferte, infine il quadro delle presenze ai
lavori dell'ente con l'esatta indicazione delle delibere e delle mozioni proposte per l'approvazione e dei voti di
volta in volta espressi. Informazioni che dovranno successivamente essere pubblicate sul sito del Comune
per far sì che i cittadini o chiunque ne abbia interesse possano facilmente accedervi. Stralciata dal testo della
delibera, per motivi di privacy, la previsione dell'obbligo per ciascun consigliere comunale di rendere nota la
propria dichiarazione dei redditi e degli interessi finanziari relativa all'anno precedente l'assunzione della
carica, agli anni durante i quali quest'ultima è ricoperta ed all'anno successivo alla scadenza del mandato
elettorale. E proprio su questo punto l'opposizione attacca: «La maggioranza ha quasi completamente
svuotato di senso la proposta dei Giovani Democratici - afferma Giovanni Iaccarino, capogruppo dell'UdC in
Consiglio comunale - limitandosi a dare un misero contentino. Non abbiamo fatto mancare il nostro appoggio,
tuttavia, perché siamo convinti che l'anagrafe degli eletti sia comunque uno strumento importante per avviare
una rivoluzione culturale a sostegno della trasparenza nella gestione della cosa pubblica». A Giovanni
Iaccarino fa eco lo stesso Antonio D'Aniello: «La nostra battaglia per la trasparenza dell'attività amministrativa
va avanti: nelle prossime settimane - annuncia - proporremo la trasmissione delle sedute del Consiglio
comunale in diretta streaming su internet e la completa informatizzazione dell'albo pretorio, iniziative che
intendiamo esportare, in un secondo momento, anche negli altri Comuni della penisola sonentina». Piano di
Sorrento L'ingresso del municipio
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE ED ENTI PUBBLICI - Rassegna Stampa 24/06/2010
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Piano di Sorrento
23/06/2010
Il Mattino - Salerno
Pag. 4
(diffusione:79573, tiratura:108314)
Studenti alla ricerca disperata della felicità
È stata la traccia più gettonata. A seguire quelle sulla musica e sugli ufo. Snobbato Levi Piace anche
l'argomento «giovani e politica» Alla fine tutti soddisfatti
Viviana Navarra
La timida Debora Picarella felice di aver superato il primo ostacolo II musicista Valerio De Falco entusiasta:
suono, non mi poteva capitare di meglio Volevano Pascoli e hanno avuto Levi. Invocavano Obama e Madre
Teresa e invece sono arrivati gli ufo. Sognavano Michael Jackson e intanto hanno citato Muccino. Pensavano
di non farcela. E invece ce l'hanno fatta. Prima prova superata per le migliaia di studenti che ieri mattina
hanno affrontato lo scritto di italiano. «Non ci credo, è andata!», urla di gioia Valentina schioccando un sonoro
bacio sulla guancia alla sua migliore amica che l'aspetta all'uscita dello scientifico Da Vinci. «Ho scelto il tema
sulla ricerca della felicità e a quanto pare ho fatto bene perché mentre scrivevo l'ansia spariva del tutto»
confessa la diciannovenne con la grande passione per la danza classica e il sogno di andare al Dams. Ha
optato per l'ambito storico-politico Rosario Minervini, rappresentante d'istituto del Severi: «limolo dei giovani
nella politica è l'argomento più in sintonia con i miei interessi e con le mie passioni e per questo l'ho
approfondito con facilità». Ansia pre- esame? Valentina l'ha scongiurata dormendo profondamente, Rosario
invece leggendo alle 7 di mattina l'antologia di Spoon River firmata dal poeta americano EdgarLeeMasters.
Dalla storia all'attualità, dalla scienza alla politica passando per la letteratura: le tracce scelte quest'anno dal
ministero della Pubblica Istruzione hanno fatto contenti proprio tutti, dai secchioni agli irriducibili
dell'interrogazione salva-pagella. Ecco nello specifico cosa proponevano i vari ambiti da sviluppare. Il
letterario è partito dalla comprensione de «La ricerca delle radici» di Primo Levi, brano su cui effettuare
un'analisi del testo oppure un saggio breve. L' artistico-letterario ha avuto come argomento «Piacere e
piaceri» e ha preso in esame brani di Leopardi, D'Annunzio e Ungafetti e dipinti di Botticelli, Matisse e
Picasso. La ricerca della felicità è stato il tema dell'ambito socio-economico. Partendo dall'articolo 3 della
Costituzione, dalla dichiarazione d'indipendenza degli Stati Uniti e fino ad arrivare a «L'arte della vita» di
Bauman, il maturando ha dovuto sviluppare un saggio breve o un articolo di giornale in massimo cinque
colonne di foglio protocollo. L'area storico-politica ha avuto come oggetto «II ruolo dei giovani nella storia e
nella politica» e in allegato ha suggerito frammenti di discorsi pronunciati da Benito Mussolini, Palmiro
Togliatti, Aldo Moro e papa Giovanni Paolo II. Quella tecnico-scientifica ha avanzato l'interrogativo: «Siamo
soli?» e ha offerto ai candidati documenti che hanno spaziato dalla filosofia alla scienza con scritti di Kant,
Steven Dick, Pippo Battaglia, Walter Ferrari, Stephen Hawking e Paul Davies. Il tema di argomento storico ha
proposto per la prima volta l'orrore delle Foibe. Quello di ordine generale, infine, ha chie sto all'allievo di
soffermarsi sulla funzione, sugli scopi e sugli usi della musica nella società contemporanea, consentendo di
fare riferimento anche ad esperienze personali di pratica e/o di ascolto musicale. E se le ragazze sono state
indiscutibilmente attratte dalla «ricerca della felicità» i ragazzi hanno optato in primis per la musica e per il
tema tecnico-scientifico. te* II poker d'assi Milena Gibboni, Irene Nicolao, Bruno Aversa e Paola Fasano Le
contente Anna Ferrara, MariannaAbatee Alessandra Gentile: il cielo con un dito I secchioni Chiara Bruni,
prima a varcare i cancelli Marco Caraffa il politologo Gli spensierati Francesco Montella Tommaso Mancini:
«Appena finita un tuffo a Tropea» Le o t t i m i s t e Lucia Carrella ed Alessandra Sica gridano alla vittoria: ce
l'abbiamo fatta Gli inseparabili Massimo Ventura, Domenico De Vivo, Sonia Sabatino e Federico Pastore Le
sorridenti Giustina Guerrieri, Domira Cuomo e Nausica Livrieri: il piacere della felicità I soddisfatti Gerardo
Vitolo eGianluigi Ferrigno Pollice in alto: «Buona la prima» I fantascientifici Marco Caraffa, Gerardo Perrotta e
Francesco Ginepro: ufo che passione
Foto: Foto di gruppo Un sospiro di sollievo davanti ai cancelli del Da Vinci: superata bene la prima prova si
guarda con serenità alle altre
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE ED ENTI PUBBLICI - Rassegna Stampa 24/06/2010
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La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
L'esame di maturità Ieri la prima prova per centinaia di ragazzi
24/06/2010
Libero - Milano
Pag. 59
(tiratura:224026)
Il ponte sul Po ritorna percorribile anche di notte
FLAVIA MAZZA CATENA
LODI Per la prima volta dopo il disastroso crollo del ponte sul Po, che collega Lombardia e Emilia Romagna,
la struttura, tuttora provvisoria in vista della ricostruzione definitiva, è stata riaperta al transito 24 ore su 24.
L'ha annunciato Anas, consentendo di nuovo il passaggio sul ponte dopo la piena dei giorni scorsi. «La
decisione di aprire finalmente giorno e notte arriva anche in considerazione della favorevole stagione estiva».
Finora, si poteva passare solo fino alle 23 e poi dalle 5 del mattino in poi. Per sicurezza. Era il 30 aprile 2009
quando l'infrastruttura si accasciò su se stessa. Per velocizzare le procedure di ricostruzione dell'opera, ora
provvisoria in vista di quella definitiva, è stato decisivo anche l'intervento del governo che, con ordinanza del
presidente del Consiglio del 15 luglio scorso, ha nominato un commissario delegato del ponte e ha reso
possibile contrarre ulteriormente le tempistiche per le diverse fasi di ripristino. E durante l'ultima riunione in
prefettura a Piacenza, alla presenza di rappresentanti dell'Anas, delle prefetture di Piacenza e Lodi, della
Provincia di Piacenza, del Comune di Piacenza, del Comune di San Rocco al Porto, dell'Aipo, dei vigili del
fuoco e delle forze dell'ordine, è stato condiviso un nuovo protocollo di gestione del collegamento provvisorio.
Risultato: la nuova apertura prevede l'in tensificazione dei controlli da parte delle forze dell'ordine, soprattutto
da parte dei carabinieri, per aiutare l'azione del personale di sorveglianza già attivo.
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LODI
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D'A LA PROSSIMA NOMINA DI LEMA A CAPO DELLA FONDAZIONE DEGLI EUROSOCIALISTI E I
CONSIGLI DEL SEGRETARIO DI "La crisi economica ha sancito il fallimento del liberalismo sfrenato e la
sinistra ora deve ripensare il modello sociale europeo "Quando parla di immigrazione la sinistra affronta
spesso il problema con superficialità. I New Labour? Hanno fallito"
Roma. Che cosa succede alla sinistra europea? Che cosa succede ai compagni che si trovano in giro per
l'Europa? Sono tutti bolliti? Sono tutti vittime di un irreversibile percorso che da qui a poco sancirà in modo
definitivo la fine della vecchia socialdemocrazia? Non credo sia così e credo anzi che la sinistra europea e
quella italiana oggi hanno la grande occasione di riscrivere insieme l'agenda e il profilo di una nuova
socialdemocrazia europea. Ma andiamo con ordine. Gli esiti positivi del processo di integrazione europea
rappresentano il più grande successo politico del nostro tempo. I popoli europei non si considerano più come
una potenziale minaccia l'uno per l'altro, come è avvenuto per secoli, perché sessant'anni di storia condivisa
hanno insegnato loro a lavorare insieme per costruire un destino comune. Le minacce oggi sembrano
nascere soprattutto al di fuori dei confini del continente, ed esigono un salto di qualità nel processo di
integrazione. La crisi mondiale ha inoltre evidenziato l'esistenza di un deficit di democrazia dovuto
all'asimmetria tra la crescita dell'economia e la debolezza delle istituzioni internazionali. E' quindi necessario
un rafforzamento dell'Unione non solo in quanto luogo di incontro e di mediazione fra i governi di fronte alle
rinnovate spinte nazionaliste, ma anche come strumento utile ad evitare il rischio di un'Europa schiava delle
sue paure e sempre meno influente. Il sociologo francese Dominique Moïsi descrive una realtà che vede la
speranza animare i nuovi paesi emergenti, il rancore ispirare l'azione dei perdenti e degli esclusi dalla
globalizzazione e la paura attanagliare i più ricchi. In questo quadro l'Europa viene dipinta come il continente
della paura per eccellenza: paura del proprio declino di fronte alla crescita delle economie asiatiche, paura di
non riuscire a contrastare gli effetti negativi della globalizzazione e della crisi economica, paura degli
immigrati e della minaccia terroristica. La destra conservatrice si è dimostrata pronta a cavalcare queste
paure e a offrire loro una risposta, benché semplicistica, mentre le forze progressiste europee non sono state
in grado di proporre soluzioni alternative. Esse non hanno saputo cogliere l'occasione che la crisi economica
poteva rappresentare per contrastare l'offensiva neoconservatrice e rilanciare la costruzione di un'Europa in
grado di agire come attore globale che fosse anche promotore dei valori democratici, dei principi della
giustizia sociale e delle libertà individuali che sono i valori fondanti dell'Unione europea. Nonostante il fatto
che nella seconda metà degli anni Novanta almeno undici paesi su quindici dell'Unione fossero guidati da
forze di centrosinistra, il socialismo europeo non è riuscito, nelle sue componenti tradizionali né in quelle
innovative, come per esempio il New Labour, ad andare oltre i riformismi nazionali. Da allora è iniziato un
declino che ha spinto i socialdemocratici europei sempre più ai margini dell'attività di governo. Un andamento
discendente che è proseguito fino ad oggi e che appare paradossale se consideriamo che l'indebolimento
delle forze socialdemocratiche si è manifestato proprio nel momento in cui gli effetti della crisi economica si
sono rivelati in tutta la loro crudezza: la crisi economica, politica e sociale ha sancito il fallimento del liberismo
sfrenato e, attraverso l'invocazione di un maggiore intervento dello Stato nell'economia, sono tornati al centro
del dibattito pubblico le idee fondamentali della tradizione socialista. Le forze socialdemocratiche sono
chiamate ora a ripensare sé stesse, a rimettersi in gioco con coraggio, sforzandosi di leggere la realtà
attraverso categorie nuove e di elaborare su questa base politiche innovative; i partiti riformisti europei
devono lasciarsi alle spalle le timidezze degli ultimi anni, nel tentativo di formulare una strategia che permetta
loro di riconciliare welfare e sviluppo, e di riconquistare quegli spazi politici (tutela delle fasce più deboli,
politiche per l'occupazione, promozione della giustizia sociale e delle libertà individuali) che sono parte
integrante della loro tradizione e rispetto alle quali hanno perso terreno a favore delle forze conservatrici. Per
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Dalemiano doc spiega perché il futuro dei compagni del Pd è rifondare la
socialdemocrazia in Europa
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quanto concerne in particolare il lavoro, mai come nel contesto della globalizzazione questo è apparso
penalizzato da uno sviluppo distorto che negli ultimi quindici anni ha premiato soprattutto la rendita
finanziaria, l'accumulo di capitale e la speculazione. Si impone invece una più equilibrata distribuzione fra
redditi di lavoro, capitale e rendite, non solo per ragioni di giustizia sociale, ma soprattutto per ridurre così i
rischi di instabilità sociale ed economica. Un eccesso di protezionismo nei mercati è certamente da evitare,
tuttavia la loro necessaria apertura deve essere accompagnata da un'espansione dei diritti sociali e dal
deciso sostegno alle politiche del lavoro, anche attraverso misure fiscali adeguate. Una riflessione analoga va
fatta sul tema dell'uguaglianza, termine che per molto tempo si è esitato a utilizzare nel timore che
richiamasse alla mente l'egualitarismo di stampo sovietico. Di fronte alle disuguaglianze intollerabili che si
sono prodotte negli ultimi quindici anni, in Italia come nelle altre economie avanzate, si impone però una
riflessione sul tema che vada oltre l'invocazione dell'uguaglianza delle opportunità cui ci si è limitati finora,
esigendo invece l'impegno in favore di una ridistribuzione più equa della ricchezza. Di fronte ad una crisi
come quella attuale, di natura economica e sociale prima che finanziaria, determinata da una crescita
squilibrata e da una diseguale distribuzione del reddito fra paesi e al loro interno, si potrebbe provare a
immaginare l'uguaglianza non più semplicemente come quel sistema tradizionale di diritti e tutele finora
sperimentato, ma piuttosto come un insieme di garanzie pubbliche unito ad un allargamento delle libertà
effettivamente esercitate, tra le quali la libertà di affermare la propria personalità. Occorre inoltre ripensare il
modello sociale europeo, che è stato uno dei pilastri delle politiche socialdemocratiche nel corso degli anni
Novanta, ma che ora, con la sua tradizionale impostazione meramente risarcitoria, risulta inadeguato a far
fronte alle sfide poste dalla rivoluzione tecnologica, dall'emergere di nuovi competitori globali, dalla denatalità
e dal progressivo invecchiamento della popolazione, dai problemi posti dall'immigrazione proveniente sia dai
paesi dell'Est sia dal Nord Africa. Il vincolo costituito dalle ristrettezze di bilancio impone, di fronte a queste
nuove sfide, di individuare soluzioni che permettano un potenziamento del sistema di welfare senza
comportare un'ulteriore espansione della spesa pubblica. Le proposte avanzate finora in merito dalla sinistra
tradizionale (generalizzare le garanzie e le forme di protezione preesistenti) e dalla terza via del New Labour
(modernizzare i sistemi di welfare aprendoli alle logiche di mercato e alla partecipazione dei privati) si sono
rivelate inadeguate. E' invece necessario individuare misure che riempiano di contenuto tutele riconosciute
ormai solo a livello normativo, che migliorino l'efficienza del sistema, che consentano di concentrarsi sui reali
obiettivi che si intende perseguire garantendo al contempo una più razionale performance della pubblica
amministrazione. L'immigrazione, una delle principali sfide cui l'Unione europea è oggi chiamata a fare fronte,
rappresenta un dato strutturale delle società avanzate, e necessita perciò di essere affrontato non più con
misure di emergenza adottate a livello nazionale ma attraverso una strategia di governo del fenomeno
elaborata in ambito comunitario. È quindi necessario sviluppare a livello sovranazionale misure di controllo e
pianificazione dei flussi, aumentare la coordinazione fra le autorità nazionali coinvolte nella gestione del
fenomeno e potenziare gli strumenti di collaborazione, sia bilaterale che multilaterale, con i paesi di origine e
di transito dei migranti Per fare fronte a tutto ciò è necessario recuperare e rivalutare quei principi di
solidarietà, uguaglianza e democrazia che rappresentano le radici culturali della socialdemocrazia europea.
Ma, nello stesso tempo, bisogna avere il coraggio di introdurre concetti nuovi, quali, ad esempio, la
valorizzazione di una crescita basata sulla conoscenza, e quindi sull'innovazione, sulla ricerca scientifica e
sulla cultura. In tal senso è necessario perseguire l'obiettivo del rafforzamento della Strategia di Lisbona,
soprattutto per quanto riguarda gli aspetti legati al potenziamento del sistema educativo nei suoi vari livelli nell'infanzia come nell'età adulta. Solo attraverso un ampio piano di investimenti in formazione si può infatti
pensare di creare quel capitale umano che si prospetta come il vero volano di crescita per le economie
avanzate nell'epoca della globalizzazione. Questo necessario processo di rielaborazione delle strategie può
oggi giovarsi del contributo offerto dalle fondazioni, dagli istituti di cultura, dai centri di ricerca che si
richiamano alla tradizione socialdemocratica e che costituiscono un patrimonio che la sinistra riformista
europea può utilizzare nello sforzo di ridefinire se stessa, la sua cultura politica e la sua visione del futuro. Dal
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2008 le forze progressiste europee si sono dotate di un nuovo strumento, la Foundation for European
Progressive Studies (Feps), della quale fanno parte fondazioni di lunga tradizione e strutturalmente legate ai
partiti - come la Fondation Jean Jaurès e la Friedrich Ebert Stiftung - e alcuni think tank che hanno già
dimostrato in passato di poter incidere sulla formulazione di un approccio innovativo alla socialdemocrazia,
quali l'inglese Policy Network, la più recente Fundación Ideas, organizzazione spagnola voluta dal premier
Zapatero, e la Fondazione Italianieuropei. Obiettivo della Feps è quello di coniugare la tradizione
socialdemocratica con la necessità di dare continuo impulso al progetto di integrazione europea. La Feps
rappresenta un'occasione per superare i particolarismi delle socialdemocrazie e dei riformismi nazionali e per
aprire la strada a un progressismo che sia davvero europeo. "Next Left", ad esempio, una delle molte
iniziative promosse dalla Feps, si propone, con una prospettiva di lungo termine, di contribuire al dibattito sul
rinnovamento della socialdemocrazia attraverso la partecipazione attiva, lo scambio di idee ed esperienze
delle fondazioni nazionali che della Feps fanno parte. Il progetto, che è ancora in corso, ha già evidenziato
l'esistenza di problemi comuni e dunque la necessità di elaborare risposte a livello di Unione europea. Le
sfide cui si accennava necessitano del resto di uno sforzo collettivo da intraprendere a livello sopranazionale:
perché solo un'Europa in grado di esprimere una posizione e una strategia comuni può sperare di godere di
una ripresa economica realizzata attraverso un modello di sviluppo sostenibile, o di costruire un solido
sistema di relazioni internazionali con i suoi vicini più prossimi - in particolar modo con quelli della sponda sud
del Mediterraneo - o con altri continenti. Il rafforzamento dell'Unione europea non passa però soltanto
attraverso il consolidamento dei suoi pilastri internazionali, ma anche, se non soprattutto, attraverso il
rafforzamento del suo processo democratico interno. Un'organizzazione sovranazionale come la Feps svolge,
in merito a quest'ultimo aspetto, il compito da un lato di riempire di contenuti gli appuntamenti politici ed
elettorali che scandiscono la vita dell'UE e che attualmente vengono vissuti con indifferenza dai cittadini
europei, dall'altro quello di operare nel proprio contesto nazionale al fine di sensibilizzare l'opinione pubblica e
le classi dirigenti circa la necessità di rilanciare il processo di integrazione europea. Si dovrà aspettare
qualche tempo affinché i risultati ottenuti diventino visibili e siamo coscienti delle difficoltà legate alla
costruzione di una nuova cultura socialdemocratica europea. Tuttavia siamo animati dalla convinzione che è
anche attraverso esperienze come quelle della Feps che si deve necessariamente passare per riappropriarsi
degli spazi politici ed elettorali persi in favore delle forze conservatrici. Siamo chiamati in qualità di
socialdemocratici progressisti europei ad offrire il nostro convinto sostegno a questo progetto. Andrea Peruzy,
segretario generale di Italianieuropei
24/06/2010
ItaliaOggi
Pag. 21
(diffusione:88538, tiratura:156000)
Arriva per i notai l'obbligo di munirsi di firma digitale quale unico strumento da utilizzare per la formazione, la
trasmissione e la conservazione dei documenti informatici. La firma elettronica, che sarà rilasciata dal
Consiglio nazionale del notariato, dovrà inoltre essere qualificata, ossia basata su un complesso sistema di
chiavi crittografiche per garantire maggiore sicurezza. In questo modo, pertanto, viene data piena
equiparazione sul piano degli effetti giuridici all'atto pubblico e alla scrittura privata autenticata con strumenti
informatici rispetto ai medesimi documenti cartacei. È quanto prevede uno schema di dlgs che sarà varato
oggi dal consiglio dei ministri. Il provvedimento era già passato a palazzo Chigi in prima lettura (si veda
ItaliaOggi del 23 febbraio 2010), venendo approvato il 1° marzo scorso, e successivamente trasmesso in
parlamento per il parere delle commissioni competenti.Il decreto, operando una serie di modifiche alla legge
notarile (legge n. 89/1913), dà attuazione alla delega conferita al governo dalla legge n.69/2009 con
l'obiettivo di prevedere disposizioni di dettaglio che consentano ai notai, coerentemente con quanto previsto
dal Codice dell'amministrazione digitale (dlgs n. 82/2005), di redigere atti pubblici in formato elettronico,
nonché di sottoscrivere i medesimi atti e le scritture private utilizzando la firma digitale. Il dlgs stabilisce che,
alla luce dell'equiparazione dei documenti pubblici cartacei con quelli informatici, i soggetti chiamati a
sottoscrivere gli atti (parti, fidefacenti, interpreti, testimoni) dovranno apporre personalmente e in presenza del
notaio la propria firma: ciò significa che, nei casi di atto informatico, tali soggetti dovranno utilizzare la firma
elettronica o la firma digitale. Qui, però, per non rendere eccessivamente gravoso il compito e quindi per
incentivare la diffusione delle tecnologie informatiche, non viene richiesta la firma elettronica qualificata: sarà
sufficiente la scansione della firma autografa (la possibile minore affidabilità sull'identità del soggetto, recita la
relazione illustrativa al provvedimento, «viene superata dalle funzioni del notaio»).Per la conservazione degli
atti informatici, i notai potranno avvalersi di un'infrastruttura telematica realizzata dallo stesso Notariato, sulla
base delle regole dettate dal codice dell'amministrazione digitale. Le spese di funzionamento di tale struttura
sono interamente poste a carico dei notai, senza oneri per lo Stato.Cooperazione europea. Sempre in tema di
giustizia, sul tavolo dell'esecutivo è pronto per oggi uno schema di decreto legislativo recante «Disposizioni
per conformare il diritto interno alla decisione quadro 2008/909/GAI relativa all'applicazione del principio del
reciproco riconoscimento alle sentenze penali che irrogano pene detentive o misure privative della libertà
personale, ai fini della loro esecuzione nell'Unione europea».
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Firma digitale d'obbligo per atti e documenti notarili
24/06/2010
ItaliaOggi
Pag. 1
(diffusione:88538, tiratura:156000)
Notai obbligati alla firma digitale
Arriva per i notai l'obbligo di munirsi di fi rma digitale quale unico strumento da utilizzare per la formazione, la
trasmissione e la conservazione dei documenti informatici. La fi rma elettronica, che sarà rilasciata dal
Consiglio nazionale del notariato, dovrà inoltre essere qualifi cata, ossia basata su un complesso sistema di
chiavi crittografi che per garantire maggiore sicurezza. Un decreto oggi all'esame del governo dà piena
equiparazione sul piano degli effetti giuridici all'atto pubblico e alla scrittura privata autenticata con strumenti
informatici rispetto ai medesimi documenti cartacei. Stroppa-Chiarello a pag. 21
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE ED ENTI PUBBLICI - Rassegna Stampa 24/06/2010
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Sarà l'unico modo per formare, trasmettere e conservare tutti i documenti informatici
23/06/2010
La Gazzetta Del Mezzogiorno - Basilicata
Pag. 12
(tiratura:63756)
A P P U N TA M E N T I Tempo libero Il Centro Sportivo «S. Eligio» di Atella organizza il Nashira Young
Village, villaggio ludico estivo dai 4 ai 16 anni (Baby, Mini e Junior Club) dalle 9 alle 19 dal lunedi al venerdi.
L'apertura è prevista per oggi. Tra le varie attività programmate: Il corpo in movimento (consapevolezza del
proprio corpo e di ciò che ci circonda); H20 (giochi e attività in piscina); taglia e strappa (creare oggetti con la
fantasia per valorizzare la creatività); canta, balla, recita & quiz (recitazione, canti e giochi); happy birthday
(festa di compleanno per i bambini che compiranno gli anni durante il village). Mostra Uno scrive, l'altro
disegna. Anche i nomi, Mirco Petrelli & Maicol Rocchetti ricalcano il gioco di reciprocità, assonanza e
replicazione nel quale sono invischiati da qualche anno. Quarantacinque anni in due, marchigiani di S.
Benedetto del Tronto, patiti per il fumetto e le storie assurde, sono approdati a Potenza, ospiti dall'8 giugno
della galleria Teknè di via Isca del Pioppo. Scarno ed essenziale il loro repertorio nella restituzione grafica.
Carta e inchiostro, alternati a pennarelli e cartoncino, ma anche a tele e tempere (tre delle quali di grande
dimensione, dipinte anche con grigi rosa e rossi durante la serata di inaugurazione da Maicol) costituiscono lo
spazio espressivo stimolato dalla scrittura di Mirko. Soggetti principali: omuncoli e pupazzoidi di dubbia
umanità, dotati di mini-arti e occhi amplificati, che pullulano improbabili scenari, di irriconoscibili giardini, con
inimmaginabili fiori. La mostra di disegni, fumetti e dipinti potrà esser visitata fino al 30 giugno. Cinema
Estate, di nuovo tempo di «Io, Isabella International Film Week», tempo di celebrare la parte femminile del
cinema e il documentario creativo. Dal 3 all'8 agosto Maratea torna ad ospitare la VI edizione della settimana
dedicata al cinema fatto dalle migliori registe provenienti da tutto il mondo ed ai documentari creati con il
grande schermo in mente. La Perla del Tirreno, bandiera blu 2010, sospesa tra mare e montagna insieme
alle sue frazioni più caratteristiche, dalla piazzetta al porticciolo passando per le località Acquafredda e
Fiumicello per qualche giorno sarà ancora scenario di grande cinema visto con occhi di donna e proiezioni
dedicate ai migliori e più recenti documentari. Sei giorni di talk-show, performances ed eventi nell'evento
immersi in un'atmosfera stimolante e informale. Io, Isabella è il primo festival cinematografico del Sud Italia e
il secondo in Italia nato per promuovere il lavoro delle professioniste mondiali dell'audio -visivo, rendendo il
giusto tributo al talento delle signore dietro alla macchina da presa. NUMERI UTILI P OT E N Z A
CARABINIERI POLIZIA POLIZIA MUNICIPALE 0971-415754 - 415711 EMERGENZA INFANZIA PRONTO
SOCCORSO VIGILI DEL FUOCO GUARDIA DI FINANZA GUARDIA MEDICA 0971-310310 FARMACIE
APERTE DI NOTTE BLASONE piazza Don Bosco, 18 BENZINA 24 ORE EMERGENZA SANITARIA CORPO
FORESTALE AGIP raccordo aut. TELEFONO AZZURRO Q8 raccordo aut. TELECOM SERVIZIO GUASTI
MELFI ACI SOCCORDO STRAD. FERROVIE DI STATO POLIZIA MUNICIPALE PRONTO SOCCORSO
SOCCORSO IN MARE GUASTI ACQUA GUARDIA MEDICA AMGAS FARMACIE REPERIBILI DI NOTTE
MANCUSI via A. Moro ITALGAS PRONTO ENEL BENZINA 24 ORE AGIP largo Stazione IP S.S. 93 ACTA
NETTEZZA URBANA ESSO via A. Moro COTRAP RIONERO CASAM ACAT POLIZIA MUNICIPALE
OSPEDALE Ass. alcolisti in trattamento TELEFONO PER SORDI Centralino voce GUARDIA MEDICA
FARMACIE REPERIBILI DI NOTTE Centralino D.T.S. 055-6505552 FOND. ANTIUSURA0971-51893/0835314616 PAPA via Sauro, 75 CERVONE piazza Fortunato, 4/8 Giornata di protesta delle amministrazioni
locali contro i tagli della finanziaria: se ne è sentito più di un'eco nell'ini - ziativa «Al passo con i tempi,
autonomie locali e amministrazione digitale», che ha affrontato ieri il nodo dell'innovazione tecnologica legata
alle politiche locali. Presentato il nuovo portale della Provincia di Potenza, che sarà attivo on line entro luglio,
un portale al passo con i tempi, poiché per l'avanzata impostazione tecnologica, consentirà non solo un
dialogo in tempo reale, ma anche una collaborazione tra istituzioni e con i cittadini, grazie all'unificazione del
linguaggio e alla istituzione di banche dati informatiche omogenee. Gerardo Ferretti, consigliere Provinciale e
delegato Centro Servizi Territoriali, presentando il nuovo sito istituzionale, ha ricordato gli obiettivi del Codice
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Un canale digitale nel rapporto tra i cittadini e l'ente Provincia
23/06/2010
La Gazzetta Del Mezzogiorno - Basilicata
Pag. 12
(tiratura:63756)
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di Amministrazione Digitale, e ha detto che - l'ine - vitabile percorso verso l'ammi - nistrazione digitale può
essere BENZINA 24 ORE API via Potenza VENOSA BENZINA 24 ORE API via Roma L AV E L LO
FARMACIE REPERIBILI DI NOTTE DE MARTINO corso G. Fortunato BENZINA 24 ORE ERG via Verdi
ESSO via Roma L AG O N E G R O POLIZIA MUNICIPALE PRONTO SOCCORSO GUARDIA MEDICA
FARMACIE REPERIBILI DI NOTTE ORLANDO piazza Trieste, 11 subito o guidato, la Provincia ha scelto la
seconda prospettiva, curando nel tempo, attraverso il Cst, l'aspetto informatico delle relazioni istituzionali ed
essendo ora in grado di offrire alle piccole amministrazioni una piattaforma informatica interattiva, su cui
ciascun Comune e ciascuna scuola può attivare la propria pagina e attraverso di essa mettersi in vetrina con
un link e nello stesso tempo comunicare con il cittadino. - . Importante a tali fini la scelta di allocare la server
farm della Provincia là dove è il cuore pulsante informatico della Regione Basilicata, la Rupa, Rete Unitaria
del- BENZINA 24 ORE AGIP Ss 585 L AU R I A FARMACIE REPERIBILI DI NOTTE DI TOMASO via
Nazionale, 3 BENZINA 24 ORE AGIP piazza Miraglia, via San Pietro CATANIA via Fontana Inferiore SENISE
POLIZIA MUNICIPALE PRONTO SOCCORSO GUARDIA MEDICA 0973-584718 FARMACIE REPERIBILI
DI NOTTE PISANO via M. d'Anglona, 128 BENZINA 24 ORE AGIP Statale Sinnica uscita Senise VILLA
D'AGRI POLIZIA MUNICIPALE PRONTO SOCCORSO GUARDIA MEDICA la Pubblica Amministrazione,
attivata nel 1995 con direttiva Presidente Consiglio dei Ministri. Presentata anche l'infor matizzazione
dell'emeroteca della Biblioteca Provinciale, la Dirigente Angela Costabile ha sottolineato la partecipazione
della Biblioteca alla realizzazione di una banca dati nazionale relativo dei periodici, nella Biblioteca Digitale
Italiana. La biblio- FARMACIE REPERIBILI DI NOTTE CAIAZZA via V. Emanuele, 9 (Viaggiano) BENZINA
24 ORE AGIP via Nazionale IES via Nazionale M AT E R A POLIZIA MUNICIPALE PRONTO SOCCORSO
GUARDIA MEDICA FARMACIE APERTE DI NOTTE GUERRICCHIO via don Sturzo, 55/a BENZINA 24 ORE
ACI IP viale delle Nazioni Unite AGIP via Dante, via Lucana API statale 99 per Altamura ERG via La Zazzera
ESSO via Dante, via Lucana IP via La Martella Q8 via Annunziatella, via Nazionale B E R N A L DA
GUARDIA MEDICA POLIZIA MUNICIPALE POLIZIA MUNICIP. METAPONTO0835/745121 FARMACIE
REPERIBILI DI NOTTE PALUMBO corso Umberto I, 199 teca Provinciale, a progetto completato, porterà in
linea circa 100.000 immagini, che provengono dal suo grande patrimonio di riviste lucane, dal 1820 al 1950.
Assente il presidente dell'Anci, Vito Santarsiero, in viaggio per Roma per la manifestazione di oggi dei
Comuni Italiani contro i tagli della finanziaria, presenti invece numerosi sindaci di piccoli comuni della
Basilicata, «interessati - dichiara ad esempio il sindaco di Tito, Pasquale Scavone - all'utilizzazione di servizi
on line avanzati che, a motivo dei sempre più radicali tagli statali, non potrebbero mai fornire da soli ai propri
cittadini». Il presidente Piero Lacorazza concludendo i lavori ha sottolineato che «Il nuovo portale della
Provincia di Potenza. oltre ad essere un incubatore di innovazione tecnologica, rappresenta un modo
concreto per avere più forza nel contrastare i tagli, con l'ef ficienza, la velocità, la trasparenza e la
razionalizzazione dei costi della macchina amministrativa». FERRANDINA FARMACIE REPERIBILI DI
NOTTE MORANO corso V. Emanuele, 21 BENZINA 24 ORE Q8 via Olmi M O N T E S C AG L I O S O
FARMACIE REPERIBILI DI NOTTE BEATRICE via D'Alessio, 13 PISTICCI GUARDIA MEDICA FARMACIE
REPERIBILI DI NOTTE LOFRANCO c.so M. di Savoia, 55 POLICORO POLIZIA MUNICIPALE PRONTO
SOCCORSO 0835-986312 / 972171 GUARDIA MEDICA FARMACIE REPERIBILI DI NOTTE FORTUNATO
via Siris, 54
24/06/2010
La Nazione - Prato
Pag. 9
(tiratura:176177)
Gare di appalto tutte su internet E nasce il mercato «virtuale»
APRIRE NUOVE frontiere di mercato utilizzando internet? Conoscere e gestire gare e appalti pubblici con un
semplice clic? Ora si può. Una nuova opportunità per le imprese pratesi è nata dalla collaborazione tra Cna,
Regione e Consip grazie alla quale l'associazione taglia il nastro di un nuovo sportello dedicato alle imprese
che attraverso l'e-procurement vogliono allacciare rapporti economici con gli enti pubblici. E-procurement
significa «approvvigionamento elettronico» e, come sottolineano Andrea Venturi e Angelo Giambalvo,
presidenti dell'Unione Costruzioni e dell'Unione Installatori Cna, «rappresenta una nuova concezione di
mercato di cui la pubblica amministrazione negli ultimi anni si sta sempre più avvalendo per le forniture di
beni e servizi e e per la chiusura on-line di appalti e transazioni». In questo caso gli strumenti messi a punto
da Regione e Consip sono «Start» (Sistema Telematico Acquisti Regione Toscana, www.e.toscana.it/etoscana/it/start.wp) e «Mepa» (Mercato Elettronico della Pubblica Amministrazione,
http://www.acquistinretepa.it). Il primo consiste in un sistema innovativo di cui si è dotata la Regione per la
gestione di gare telematiche per affidamenti di forniture, servizi e lavori, mentre Mepa è il mercato elettronico
sul quale le aziende possono costruire il proprio catalogo aprendo così un nuovo canale di vendita dei loro
prodotti. «Attraverso questi nuovi strumenti - proseguono Venturi e Giambalvo - i vantaggi per le aziende
vengono amplificati e l'innovazione smette di essere un'utopia e si trasforma in realtà. Parliamo infatti di
sistemi che consentono maggior trasparenza e concorrenza su tutte le gare d'appalto pubbliche, al di sotto o
al di sopra della soglia comunitaria; parliamo di una notevole semplificazione e riduzione dei tempi, di
risparmio nell'esecuzione delle gare, di taglio degli oneri burocratici a carico delle aziende che partecipano a
queste gare. D'altro canto, proprio un'indagine della Ue ha dimostrato che il ricorso a gare d'appalto
telematiche fa risparmiare fino al 5% in termini di spesa e fino al 50-80% sui costi delle transazioni sia per gli
acquirenti che per i fornitori». Dal canto suo, la Regione crede che le associazioni possano rivestire un ruolo
importante per la diffusione degli strumenti telematici fra le imprese offrendo un supporto concreto per la
conoscenza e l'utilizzo di Start e Mepa. Le imprese interessate ad avere informazioni o l'abilitazione possono
contattare la Cna telefonando allo 0574-57.85.09. Image: 20100624/foto/8744.jpg
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE ED ENTI PUBBLICI - Rassegna Stampa 24/06/2010
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CNA ACCORDO CON REGIONE E CONSIP PER L'UTILIZZO DELLE PIATTAFORME START E MEPA
UNIVERSITA
14 articoli
24/06/2010
La Repubblica - Genova
Pag. 9
(tiratura:710716)
Quando l' Università disse no a Tambroni
(m. bo.)
UN CORTEO di docenti e studenti, guidato dall'allora preside della facoltà di Scienze Politiche, da via Balbi
fino alla casa dello Studente: successe anche questo, a Genova, il 30 giugno del 1960.
È per raccontare una pagina quasi dimenticata del giorno in cui Genova disse no al governo Tambroni che
martedì prossimo, alle 16, nell'aula magna dell'ateneo, si svolgerà "Il giugno 1960, rivisitato dopo
cinquant'anni", che coinvolgerà chi era presente allora, lo storico e professore di Storia contemporanea all'
università di Torino Giovanni De Luna, il rettore Giacomo Deferrari e l'assessore alla Cultura del Comune,
Andrea Ranieri.
Alla testa del corteo c'era Carmine Romanzi, il preside che poi diventò rettore dell'Università di Genova. Ma
molte azioni furono organizzate da studenti, docenti, interi dipartimenti: come quello di Fisica, che allestì una
mostra, nella propria sede, sui crimini nazifascisti. «La grande manifestazione organizzata dagli universitari, il
30 giugno del 1960, contro il congresso del Msi presieduto da un prefetto di Salò noto per la sua crudeltà ricorda il professor Giunio Luzzatto, tra gli organizzatori - ha rappresentato l'apice di una protesta che era
cresciuta nelle settimane precedenti». All'iniziativa partecipano anche l'Associazione Libertà e Giustizia e il
Centro culturale Primo Levi.
UNIVERSITA - Rassegna Stampa 24/06/2010
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Un convegno nell'Aula magna per ricordare il corteo di docenti e studenti del 30 giugno 1960 La memoria
24/06/2010
La Stampa - Alessandria
Pag. 84
(diffusione:309253, tiratura:418328)
Tra viti, hi-tech e gastronomia
Asti
Il polo universitario Asti Studi Superiori collabora alla prima edizione della scuola estiva di Etologia, che
studia «la gestione e il benessere dell'animale e l'interazione uomo-animale». Lo stage, riservato a un
numero di studenti compreso tra 10 e 25, è organizzato dal dipartimento di biologia evoluzionistica dell'
università di Firenze e si svolgerà dal 6 all'11 settembre in Toscana.
Alba
Una ventina di studenti del corso di laurea in viticoltura ed enologia che ha sede ad Alba partecipano a luglio
all'Erasmus intensive programme Ecovitis 2010 frequentando lezioni e visitando aziende nei paesi europei
che aderiscono al progetto. I colleghi stranieri visiteranno le sedi piemontesi della facoltà di Agraria e alcune
aziende agricole del territorio cuneese.
Aosta
Cosa caratterizza la società della conoscenza? Quale supporto possono offrirle le tecnologie digitali? Con
l'obiettivo di esplorare questi e altri temi l'Università della Valle d'Aosta organizza una Summer School dall'1
al 3 luglio. Info www.ckbg.org/summer2010/ o scrivere a [email protected].
Pollenzo
Iniziano il 19 luglio le attività della Scuola Alti Studi in «Sustainability and Food Policies» all'Università di
scienze gastronomiche di Pollenzo. I corsi (otto settimane) sono organizzati in otto aree tematiche.
UNIVERSITA - Rassegna Stampa 24/06/2010
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Altre opportunità
24/06/2010
Il Resto del Carlino - Ferrara
Pag. 8
(tiratura:206221)
« Università , fiduciosi in Nappi»
CONFARTIGIANATO si congratula con Pasquale Nappi per la vittoria di martedì. «Guardiamo con interesse
e fiducia all'elezione di Pasquale Nappi a nuovo rettore dell'ateneo estense. Auspichiamo - scrive in una nota
il vicedirettore di Confartiglianato Paolo Cirelli - che la sua nomina si accompagni a un confermato e rinnovato
interesse, da parte dell'università, al mondo della formazione professionale. Le imprese del territorio ferrarese
hanno infatti bisogno di ogni tipo di competenze, tanto di quelle fornite dai nostri centri quanto di quelle più
accademiche. Le due non si escludono affatto, devono anzi essere sinergiche, complementari e l'una può
essere la normale prosecuzione dell'altra. Proprio per il grande valore che riconosciamo all'università, e al
nostro ateneo in particolare, guardiamo con attenzione a ogni cambiamento che possa portare al
potenziamento della formazione come parte integrante della conoscenza e valore aggiunto della stessa
Università».
UNIVERSITA - Rassegna Stampa 24/06/2010
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CONFARTIGIANATO
24/06/2010
Il Resto del Carlino - Ed. nazionale
Pag. 14
(tiratura:206221)
L'autore era atteso dagli studenti. Traduzione subito sul web
SILVIA MASTRANTONIO
di SILVIA MASTRANTONIO - ROMA - SECONDA prova senza drammi per gli oltre 500.000 giovani
impegnati negli esami di maturità e qualche fuga di notizie anche se successiva all'apertura delle buste
sigillate. Per il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini «la prova si è svolta nel migliore dei modi» anche
se «nell'era di Internet è difficile tutelare la riservatezza». La responsabile di viale Trastevere ha anche
annunciato l'introduzione della prova nazionale Invalsi per i maturandi a partire dal 2012 o, al massimo, dal
2013. Prospettive che non appassionano il popolo degli studenti interamente proiettato, ieri, a verificare lo
svolgimento delle prove e oggi a preparsi per il quizzone di domani. Al grido «ce la siamo cavata» i ragazzi
hanno consegnato la versione di greco al Classico (un brano giovanile di Platone «Socrate e la politica»); due
problemi di analisi matematica e geometria analitica e dieci quesiti allo Scientifico; Internet al Pedagogico; Il
Grande Fratello a Scienze sociali; qualche batticuore nei Tecnici per una traccia considerata «fuori
programma» e un palese errore per gli Elettronici. I test erano diversi per ogni indirizzo di studio ma, alla fine,
i ragazzi si sono mostrati mediamente soddisfatti delle proprie prestazioni anche se, secondo un sondaggio di
studenti.it, il 60% è riuscito a copiare almeno qualcosa. Resta il fatto che due minuti prima delle 8,30 alcuni
dei siti specializzati avevano già ricevuto indiscrezioni sui testi. Prima di metà mattina, attorno alle dieci,
erano in Rete le soluzioni dei problemi e la traduzione della versione di greco. Non sono mancati, comunque,
neanche gli scherzi con molte segnalazioni fasulle inoltrate a Skuola.net o a ScuolaZoo. Secondo i gestori dei
portali specializzati quest'anno i messaggi sono diminuiti e nulla è filtrato prima dell'apertura dei plichi del
ministero. I vietatissimi telefonini hanno colpito ancora e hanno proiettato su Internet tutte le paure dei giovani
alle prese con l'esame. I SITI, affermano, hanno risposto a tutti gli appelli con i dovuti suggerimenti. La Polizia
postale ha controllato e controllerà. Per il prossimo anno il ministro Gelmini sta organizzando una diversa
diffusione dei quesiti per l'esame, impiegando Internet e sperimentando gradatamente i nuovi modelli. Sarà
testata una regione alla volta, mantenendo le garanzie di riservatezza che l'esame richiede.Problemi che
riguarderanno altri studenti, quelli impegnati adesso tremano per il quizzone, ossia le domande a risposta
multipla o aperta elaborate dalle singole commissioni. «È LA PROVA più difficile» hanno detto in molti. La
prossima settimana si aprirà il capitolo orali e poi sarà vacanza con un occhio verso il futuro. Università?
Forse e forse anche con qualche cambiamento visto che il ministro Gelmini intende arrivare entro l'estate alla
ratifica definitiva della Riforma. Chi, invece, non passerà l'esame di Stato dovrà ripresentarsi a scuola senza
la speranza di allungare le «ferie» fino alla fine di settembre come era stato adombrato nei giorni scorsi. La
Gelmini ha escluso un inizio posticipato in ottobre ma ha insistito sulla possibilità di concedere maggiore
flessibilità alle regioni in base alle esigenze del territorio.
UNIVERSITA - Rassegna Stampa 24/06/2010
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Maturità, Platone al Classico «Sì, questa volta è andata bene»
24/06/2010
Il Resto del Carlino - Ancona
Pag. 24
(tiratura:206221)
Da Venezia arrivano venti progetti per il centro storico del futuro
VENTI STUDENTI dell'Università di architettura di Venezia, hanno partecipato in questi giorni al «Workshop
di Progettazione Urbana» organizzato dal Comune di Recanati in collaborazione con la stessa Università. Il
workshop proposto come occasione di esplorazione e sperimentazione su reti dello spazio pubblico urbano
ha avuto per tema il «Progetto di accessibilità al Centro Storico di Recanati». L'iniziativa durata cinque giorni
si é conclusa all'aula magna del Comune con una mostra dei documenti di analisi e progetto aperta alla
cittadinanza, uno strumento utile per gli addetti ai lavori sulla Recanati del terzo millennio dal quale attingere
per le relative elaborazioni. Le tavole del workshop sono state esposte nella chiesa di san Vito dove in
contemporanea é stata inaugurata la mostra «Piazze d'Europa, Piazze per l'Europa». Agli studenti Iuav che
hanno partecipato al workshop sono stati rilasciati i relativi attestati e l'assegnazione di crediti formativi utili
nell'attività degli studenti stessi. a. t. Image: 20100624/foto/329.jpg
UNIVERSITA - Rassegna Stampa 24/06/2010
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RECANATI SEMINARIO CON GLI STUDENTI DELL'UNIVERSITA' DI ARCHITETTURA PER
SPERIMENTARE NUOVE RETI DELLO SPAZIO PUBBLICO
24/06/2010
Avvenire - Ed. nazionale
Pag. 10
(diffusione:105812, tiratura:151233)
R O M A . «Sono fiduciosa che la riforma dell'università possa essere approvata entro fine luglio al Senato
per poi avere a settembre il via libera anche dalla Camera e quindi la ratifica definitiva». Lo ha affermato il
ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, durante una video chat al Tg I, aggiungendo che i ritardi sono
imputabili a «regolamenti farraginosi. Quando il presidente BerTusconi - ha proseguito - lamenta il fatto che i
regolamenti di Camera e Senato sono obsoleti dice una cosa vera». Gelmini ha smentito la voce di uno
slittamento dell'inizio dell'anno scolastico: «Non si è mai pensato di far cominciare le scuole a ottobre». E ha
spiegato: «È stata semplicemente presentata una proposta di legge per introdurre una maggiore flessibilità
nei calendari scolastici».
UNIVERSITA - Rassegna Stampa 24/06/2010
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Gelmini: la riforma universitaria ? Sarà approvata entro settembre
24/06/2010
Avvenire - Ed. nazionale
Pag. 11
(diffusione:105812, tiratura:151233)
Gelmini: terzo scrìtto si cambierà
Tutto si è svolto nella massima tranquillità. E domani si conclude co.i la prova j pluridiscipÈinare «Dovrà
diventare un test nazionale» ribadisce il ministro e debutterà nell'edizione 2012
DA MILANO ENRICO LENZI
La maturità 2010 prosegue «in modo regolare», ma al ministero della Pubblica Istruzione, si sta già pensando
a quelle future. Nel mirino del ministro Mariastella Gelmini le procedure per la divulgazione delle tracce per le
prove scritte e la struttura del terzo scritto, quello pluridisciplinare, che il mezzo milione di studenti
affronteranno domani mattina. Lo ha annunciato partecipando a una video chat al Tgl. Soddisfatta di come
sta andando la maturità di quest'anno, anche perché «finora si è riusciti a mantenere la riservatezza pur
facendo la scelta molti mesi prima», il ministro Gelmini ha comunque detto che «stiamo studiando una
modalità più snella, più semplice per divulgare i contenuti delle prove». Ovviamente «senza perdere
l'esigenza primaria che rimane la riservatezza». Uno studio che potrebbe portare a una nuova modalità forse
già dal prossimo anno. Rinviato alla maturità 2012, invece, il debutto della nuova struttura della terza prova,
introdotta con la riforma del 1997. Lo conferma lo stesso ministro sottolineando l'opportunità di «criteri
standardizzati in modo che la valutatone non cambi da territorio a territorio, non sia qualcosa di discrezionale,
ma una modalità oggettiva e precisa per verificare la preparazione degli studenti». Quando venne introdotta
dall'allora ministro Luigi Berlinguer, il terzo scritto venne indicato come la prova che permetteva agli studenti
di essere giudicati in base ai programmi effettivamente svolti rispetto alle prove nazionali comuni. Ora,
invece, il ministro Gelmini punta a trasformare il terzo scritto «in una prova nazionale oggettiya e comune»
così come da qualche anno avviene all'esame di terza media, grazie alla prova predisposta dall'Invalsi.
Nell'attesa delle novità, prosegue senza colpi di scena l'edizione 2010 della maturità. Ieri il secondo scritto
differente per indirizzo di studi. Al classico nella temuta versione di greco è uscito un brano di Piatone tratto
dall'Apologià di Socrate, nella parte in cui si parla del suo rapporto con la politica ateniese del suo tempo. Un
brano abbordabile, anche se richiedeva alcune cognizioni storiche e istituzionali per una miglior scelta dei
vocaboli nella traduzione. Anche la prova di matematica al liceo scientifico è stata giudicata «non difficile»
dagli stessi studenti all'uscita dagli istituti. Un giudizio che ha unito i maturandi da Milano a Palermo: un test
facile. Al linguistico una delle tracce per il tema «in lingua» proponeva una frase del fondatore di Wìkipedia
Jimmy Wales sul futuro della carta stampata mentre per U liceo pedagogico fra i quattro suggerimenti
figuravano un testo di Alberoni dedicato alla vocazione dei ragazzi e un altro di Savater. I ragazzi del liceo
delle scienze sociali si sono visti proporre, tra le altre, anche una traccia sul «Grande Fratello» televisivo dove
«eliminare gli altri senza farsi eliminare è la chiave del successo». Ma secondo un sondaggio condotto dal
sito on line Studenti.it, ben il 60% dei maturandi avrebbe copiato durante lo svolgimento del secondo scritto.
Un dato che, se mai si potesse confermare davvero, renderebbe il giudizio positivo rilasciafo all'uscita dalle
scuole, piuttosto compromesso. Comunque, sempre secondo il sondaggio on line, non a tutti la copiatura
sarebbe andata bene: solo il 31% ha detto di esser riuscito a copiare tutto, il 16% ha copiato abbastanza, il
13% solo un pò. Quest'anno un solo giorno di riposo e già domani si affronterà il terzo scritto, affidato
all'elaborazione delle singole commissioni.
LE SOLUZIONI La traduzione e il commento alla versione di greco proposta al liceo classico sono della
professoressa Giulia Regoliosi, docente al licèo Alexis Carrel di Milano. La soluzione della prova di
matematica (consistente in due problemi e il questionario) proposta agli studenti del liceo scientifico (corso
ordinario) sono state elaborate dal Centro Pristem Éleusi dell'Università Bocconi di Milano
UNIVERSITA - Rassegna Stampa 24/06/2010
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ESAME DI MATURITÀ
23/06/2010
Il Mattino - Caserta
Pag. 4
(diffusione:79573, tiratura:108314)
Ingegneria, contro la Gelmini prosegue il blocco delle prove
Circa mille persone all'assemblea II preside Di Natale: «Una morsa si è stretta intorno agli atenei» Chi paga
Studenti divisi sulla protesta dei ricercatori C'è chi vorrebbe una pausa e chi solidarizza con loro
Anna Sgueglia
AVERSA Secondo giorno di blocco degli esami, presso la Facoltà di Ingegneria e ieri, le ragioni della levata
di scudi di prof e ricercatori contro la riforma universitaria del Ministro Gelmini e contro in tagli in finanziaria
sono state discusse in una seguitissima assemblea (quasi un migliaio di partecipanti) dai toni a tratti accesi.
Le conclusioni le ha tratte il Preside, Michele Di Natale, citando l'apologo di Menenio Agrippa. «Qui non
siamo membra distaccate, ma facciamo parte dello stesso corpo. Ascoltate il grido di sofferenza di una parte
del corpo - ha detto il Preside ai ragazzi - e cerchiamo di risolvere i problemi insieme». Sollecitazione ad
andare al di là delle difficoltà contingenti, degli esami bloccati, ma a considerare la situazione nella sua
interezza e gravita. «Solo la verità vi renderà liberi», cita ancora il Preside. La verità, è quella di una morsa
stretta intorno all'Università. Gli ingegneri da parte loro, fanno parlare i numeri: ci pensa Eugenio Ruocco, uno
dei 30 ricercatori che ha dato il via alla protesta condivisa da professori ordinari e associati che ha portato al
blocco della sessione estiva di esami: la parte del Pii investito in ricerca in Italia è equivalente ali 1,13%, ben
al di sotto della media europea; la percentuale dei ricercatori rispetto alla popolazione lavorativa è delle più
basse. Solo lo 0,3%, infatti, segue la strada della ricerca con prospettive di guadagno limitate (un ricercatore
americano guadagna 3 volte più di un collega italiano). Ma secondo una prassi italiana ai ricercatori
universitari non si chiede solo di far ricerca, ma anche di coprire la didattica: «La figura del ricercatore afferma Ruocco - viene sostituita da quella del ricercatore precario. Ci si dice che l'obiettivo è valutare i
risultati per una successiva assunzione, ma il punto è che senza fondi non potremo raggiungere risultati e
saremo costretti ad andare via». Il taglio dei fondi rischia di ricadere sui portafogli degli studenti. «Per far
quadrare i bilanci si sarà costretti ad aumentare le tasse», infatti afferma il professor Alessandro Mandolino.
La protesta dei ricercatori che coinvolge tutti gli Atenei italiani: si gioca in fatti sulla doppia linea
dell'opposizione al Ddl 1905, la riforma Gelmini, e alla manovra finanziaria che stritola l'Università, specie nei
tenitori difficili. «Si da la possibilità di trasformare l'Università in fondazione, sostituendo i fondi pubblici con
quelli privati, ma l'Università che non sarà capace di attrarre capitali privati non potrà andare avanti». Facce
tirate tra gli studenti: non solo il blocco degli esami, ma anche il paventato blocco delle lezioni per il prossimo
anno accademico catalizzano riflessioni e interventi. Sono in tanti a prendere la parola. Posizioni
contrapposte: i rappresentanti degli studenti tentano la mediazione. Giovedì incontreranno professori e
ricercatori per trovare un accordo. C'è chi, come Pietro Falco sostiene che si cerca negli studenti «una cassa
di risonanza per la protesta», chi si schiera dalla parte dei ricercatori («Non avevano altra possibilità»). Molti
sono pronti a scendere in campo: sit in, manifestazioni «ma a patto che il blocco si trasformi in sciopero»,
sostiene Dario, tra gli applausi. «I nostri genitori pagano per le tasse e noi ci perdiamo, anche i prof -conclude
- devono essere disposti a sacrifici economici. Così li seguiremo»
Foto: La proposta Trasformare il blocco in uno sciopero: così avrete più consensi
UNIVERSITA - Rassegna Stampa 24/06/2010
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Università
24/06/2010
Libero - Ed. nazionale
Pag. 37
(tiratura:224026)
Uno scienziato alla scoperta della censura
Nel nuovo saggio, il grande genetista racconta la sua carriera: uno slalom fra gli ostracismi di chi lo
considerava "fascista", "creazionista", "papista". Senza mai discutere nel merito le sue teorie
GIUSEPPE SERMONTI
Critica a Darwin Era il 1950 e io fui uno di quei ragazzi che E. B. Chain, Nobel per la penicillina (con Fleming
e Florey), mandò a reclutare in giro per l'Italia, con l'intento di costituire un laboratorio di Chimica
Microbiologica presso l'Isti tuto Superiore di Sanità a Roma, allora diretto da Domenico Marotta. E così mi
accadde che, dopo essermi laureato in Agraria per vivere tra spighe vibranti e alberi in fiore, fui destinato alle
muffe, di cui, per giunta, non sapevo nulla. (...) Cinque anni dopo vinsi una cattedra di Genetica, che mi portò
a Palermo, la città di mia madre. (...) Passeggiando per i solitari sentieri della Favorita di Palermo, andavo
sviluppando la mia critica alla Scienza come ideologia. Da quei pensieri nacque il mio primo libro italiano, che
Elémire Zolla segnalò ad Alfredo Cattabiani, della Rusconi. Lo intitolai Il crepuscolo dello scientismo . I primi
assalti
Per quell'opera ricevetti un premio dalle librerie popolari e mi aspettavo l'attenzione della contestazione
studentesca in atto. Imparai subito: non dire mai cose che il tuo competitore vorrebbe aver detto lui! Feltrinelli
espose la mia «opera prima» tra i libri «da non leggere». Alcuni docenti di Scienze della Sapienza romana mi
montarono contro i loro studenti e organizzarono (su iniziativa di un certo X) un processo al mio opuscolo, cui
non fui invitato e ancora non so che cosa si disse. Chiesi che mi si consentisse di replicare e mi fu negato.
Dietro mie insistenze mi fu concessa un'auletta all'Istituto di Genetica, nel pomeriggio, purché parlassi solo
delle mie ricerche sulla sessualità dei batteri. Assistettero una dozzina di coraggiosi e il direttore Giuseppe
Montalenti. Sulla lavagna era scritto: «Chi ascolta è fascista. FaPubblichiamo ampi stralci dell'introduzione a
Le delizie della biologia , (Lindau pp. 274, euro 19,5, in uscita oggi) di Giuseppe Sermonti, tra i più importanti
genetisti italiani. Il volume raccoglie gli editoriali usciti sulla Rivista di Biologia dell'università di Perugia. Qui
sotto, Sermonti ripercorre la sua carriera di ostracizzato. scista chi cancella». Cancellò il direttore. Intanto
l'Espresso aveva ricevuta una recensione di Guido Ceronetti, cui il libro era piaciuto, ma un redattore
scientifico della rivista (quel certo X) oppose un veto. Mi dissero che Ceronetti sospese la collaborazione.
L'Unità dedicò alla mia opera un elzeviro feroce dal titolo Il gregario oscurantista . Mi fece male e mi chiesi
perché sprecassero tanto spazio e veleno per un piccolo gregario in solitudine. Capivo che era cominciato il
mio destino da emarginato. L'editore Zanichelli di Bologna, per cui avevo pubblicato un libro per ragazzi ( Vita
Coniugale dei Batteri , 1972), mi chiarì, in una conversazione privata, il procedimento di esclusione. Mi
mostrò, stupito lui stesso, una lettera di X in cui gli veniva chiesto di mettere il libro fuori collana, «perché
Sermonti ha idee diverse dalle mie» (naturalmente non in merito al sesso dei batteri). (...) Era intanto
maturato il tempo per il mio trasferimento all'Istitu to di Genetica della Sapienza di Roma. Non risultavano
opposizioni e il direttore Montalenti mi telefonò a Palermo per rassicurarmi, cosa che un poco mi preoccupò.
L'accordo era così perfezionato che avevo preso casa e trasferita la mia famiglia a Roma perché i ragazzi
non dovessero cambiare scuola in corso d'an no. A questo punto un gruppo di assistenti e ricercatori
dell'Istitu to romano alzarono le barricate. Ricordo una discussione con due di loro, in presenza di un
taciturno Montalenti. «Nessuno negherà che ho più titoli di C.», opponevo. «Dichiareremo il contrario».
«Questo si chiama "falso ideologico"». «Questa è prassi comune oggi in Italia», concluse uno dei due.
Continuai il discorso con l'altro la sera, a villa Chigi. Alla mia protesta: «Ma perché non posso essere
chiamato a Roma?», il mio interlocutore mi rispose (sic): «Quando cadde El Alamein (1942), voi piangeste,
noi festeggiammo». Io allora ero un adolescente e il mio amico poco più che un bambino, ma il destino ci è
evidentemente consegnato con molto anticipo. (...) [Nel 1980] pubblicai, da Rusconi (con R. Fondi), su invito
di Alfredo Cattabiani, un libro di meticolosa critica alla genetica evoluzionista: Dopo Darwin . Il libro ebbe
cinque edizioni in due anni e si affacciò tra i best seller. (...) Quando Rusconi mi propose di scrivere un'altra
UNIVERSITA - Rassegna Stampa 24/06/2010
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SERMONTI
24/06/2010
Libero - Ed. nazionale
Pag. 37
(tiratura:224026)
UNIVERSITA - Rassegna Stampa 24/06/2010
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opera sull'evoluzionismo, accettai di buon grado e preparai un testo stavolta non critico ma propositivo. Lo
intitolai Dimenticare Darwin , convinto che il pubblico preferisse le critiche alle proposte. (...) Dopo trent'anni
di «ostracismo» dalla Sapienza romana, provai a presentare il mio libro alla Facoltà di Medicina e Chirurgia.
Con il sostegno del prof. Mariano Bizzarri e l'invito formale del Magnifico Rettore, l'evento fu annunciato per il
19 maggio 2003 nell'Aula A del Dipartimento di Chirurgia. Alcuni docenti di Genetica e di Fisica reagirono
indignati, intimando al Rettore di annullare l'evento, perché, scrissero «Le ultime scoperte biomolecolari
hanno relegato la stagione del dibattito creazionismo-evoluzionismo nei più reconditi recessi dell'America
bigotta e fondamentalista». Un manifesto del Collettivo di Scienze proclama: «Tutti in aula a difendere
Darwin». La presentazione si svolse, tranquilla, i professori contestatori non si presentarono e si limitarono a
esprimere il loro scandalo e a richiedere che il Rettore «promuova in tempi brevi un dibattito scientifico
pubblico sull'evoluzione (...). Sperando di non essere "docenti dimenticati", contiamo in una sollecita risposta
e altrettanto sollecita iniziativa». Tranquillizzai il Rettore che quel confronto era l'ultima cosa che volessero e
mai lo avrebbero promosso, e così fu. (...) A sostegno dei professori «dimenticati» intervenne «L'Unità» con
un articolo di Pietro Greco. Mi accusava di essere più papista del Papa («che crede a Darwin»), «uno che
tenta di conciliare scienza e fede, insomma un integralista religioso». «La sua impresa, proseguiva, è priva di
credibilità, non solo scientifica ma anche culturale, cui un'Università non dovrebbe prestarsi con tanta
facilità.» Una censura, dunque? «Non si tratta di censura ma di adesione a una soglia minima di rigore
culturale.» Non vorrei aver data l'impressione di giudicare i biologi italiani succubi del darwinismo di maniera.
Anzi, rispetto a quelli di altri paesi, sono particolarmente disponibili a criticarlo. I faziosi formano una piccola
lobby, tuttavia abile a dar voce al silenzio dei dubbiosi e a occupare i seggi della ufficialità. (...) Il danno che i
darwinisti «dimenticati» e i giornalisti di sostegno fanno alla biologia è cosa seria. Di essi si può dire quello
che W. H. Thompson F .R. S. scrisse nell'introduzione a una ristampa centenaria dell'Origine: «... Si
riuniscono a difesa di una dottrina che non sono capaci di definire scientificamente e ancor meno di
dimostrare, tentando di mantenere il suo credito col pubblico attraverso la soppressione della critica e
l'eliminazione delle difficoltà». In un momento della biologia nel quale le idee del '900 vanno incontro a una
sorprendente rivoluzione, essi sanno apprezzare solo quel lato dei fenomeni che dia qualche ragione
all'ottocen tesco Darwin, che del gene e della mutazione aveva idee vaghe ed erronee, come meglio non si
poteva pretendere da un naturalista del suo tempo. La rappresentazione dell'origine dell'uomo con un piccolo
corteo iniziato da un peloso e chino scimpanzé e coronato da un umano eretto e roseo tiene ancor il campo,
benché smentita da decenni di osservazioni e misure. E si presta più alla vignetta del troglodita che inventa
una ruota quadrata o della donna primordiale trascinata alla grotta per i capelli, che non a qualche plausibile
considerazione scientifica o umanistica. Inviso a chi conta
Oggi, prossimo alla soglia del mio cammino, provo a capire quale delle mie opere mi abbia reso inviso
all'establishment. Non la mia critica al darwinismo, perché il «processo a Sermonti» era già avviato vent'anni
prima del Dopo Darwin , all'uscita del Crepuscolo . Neppure lo stesso Crepuscolo , che era un saggio gentile
inserito in una collana del ben collocato editore Rusconi. Fu proprio Genetics of Antibiotics , con il quale ero
uscito dall'uovo come il brutto anatroccolo di Andersen, senza avere chiarito prima a quale specie
appartenessi. Ho voluto corredare la mia autobiografia con riferimenti a mal individuati censori. Essi mi hanno
concesso il privilegio del perseguitato. Ruolo che ha messo alla prova non il mio coraggio, semmai la mia
riluttanza a contrastare la faziosità. Mi hanno concessa la parte di intrepido guerriero, mentre la mia natura è
schiva e riservata, disponibile alla critica e sino all'offesa, aliena al potere e alle procedure per raggiungerlo.
Sono stato osteggiato per idee che non mi hanno mai appartenuto, mentre l'unica colpa di cui sono confesso
è la vaga percezione di qualcosa di costante nell'universo, che non oso chiamare «dio».
Foto: Un inquietante scienziato alle prese con il dna. olycom
24/06/2010
Il Secolo XIX - Ed. nazionale
Pag. 15
(tiratura:127026)
Manovra, "saltano" 1.175 posti
Lavoro, a rischio i contratti a termine di trasporto pubblico, scuola e Università
DANIELE GRILLO
SONO quasi milleduecento i dead man working , i lavoratori che la manovra ha già virtualmente cancellato
dagli organici. Contratti a progetto che non verranno rinnovati all'Università, tranvieri spacciati magari a un
passo dall'entrata definitiva in azienda, insegnanti che rischiano di non potersi neppure più lamentare di
essere precarie. Volti, delusione, ansie, di una bella fetta di città messa sulla graticola da un decreto. Domani
scuola, università e trasporto pubblico si fermeranno, con modalità differenti, per difendere questi lavoratori.
Modalità e pesi differenti, perché lo sciopero nazionale è stato indetto dalla Cgil e quindi riguarda i soli iscritti
del sindacato. Stop per l'intera giornata di scuole, università, appalti ferroviari, taxi (ma sono pochissimi gli
iscritti al servizio, che pertanto rimarrà quasi regolare). Più contenute le astensioni dei trasporti (vedi dettaglio
nella tabella a fianco). La segreteria regionale della Cgil ha convocato un presidio dei lavoratori dei tre settori
dalle 10,30 alle 13 sotto la Prefettura. All'iniziativa, organizzata per protestare contro il blocco di tre anni dei
contratti e il taglio di fondi e finanziamenti, parteciperanno anche ricercatori e lavoratori della formazione
professionale. A patire le perdite più gravi, in virtù di tagli diretti e indiretti, saranno le aziende del trasporto
pubblico. Amt e Atp, rispettivamente le aziende di trasporto di Genova e della provincia, perderanno - se nulla
cambierà nel testo della manovra - la bellezza di 367 addetti. Questo l'effetto immediato della riduzione dei
trasferimenti, catastrofica soprattutto per Amt. Anche se sull'azienda provinciale pende un'ulteriore spada di
Damocle: quella della restituzione obbligata del denaro prestato dalla Provincia l'anno scorso per far
quadrare il bilancio. «Significherebbe portare immediatamente i libri in tribunale», spiega il segretario
regionale della Filt Cgil Corrado Cavanna. Ma i tagli, secondo la Cgil, colpiranno anche e soprattutto gli utenti.
«In Liguria ci sarà un abbattimento del 25 per cento del numero dei convogli regionali in circolazione, e chi ne
patirà le conseguenze saranno i pendolari che si spostano per lavoro dalle periferie e dalle riviere verso il
capoluogo - continua Cavanna - Ancora peggiore è la situazione del trasporto pubblico su gomma, con tagli
che a Genova provocheranno una drastica riduzione del servizio». Dati forniti nei giorni scorsi anche
dall'azienda, che ha parlato di 3 milioni di chilometri di servizio in meno l'anno, di 300 esuberi e di 150 bus da
rottamare o rivendere. Un altro macigno rischia di abbattersi su scuola e università. I ricercatori, in virtù della
norma che obbliga a spendere, per l'anno prossimo, la metà di quanto speso quest'anno per i contratti,
verranno dimezzati. «Per i lavoratori della scuola i danni di questa manovra si sommano ai danni delle
manovre precedenti spiega il segretario provinciale della Flc Cgil Paolo Quattrida - Il congelamento degli
stipendi per tre anni provocherà ritardi nelle pensioni e nelle buonuscite, mentre i tagli avranno una ricaduta
sul personale precario» In termini ancor più pratici non mancheranno soltanto docenti e amministrativi, ma
pure i bidelli. Secondo i calcoli della Cgil ne mancheranno, a settembre, uno o due per scuola, con tutto ciò
che ne consegue per la sicurezza degli studenti.
UNIVERSITA - Rassegna Stampa 24/06/2010
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LA PROIEZIONE SUGLI EFFETTI DELLA FINANZIARIA. TUTTI GLI ORARI DELLO SCIOPERO CGIL DI
DOMANI
24/06/2010
ItaliaOggi
Pag. 37
(diffusione:88538, tiratura:156000)
Monta la protesta dei ricercatori
Già in 7.000 il prossimo anno si asterranno dalla cattedra
La riforma universitaria arranca ma la protesta dei ricercatori avanza a passo di marcia. Per ora sono circa 7
mila (pochi giorni fa erano 5200) coloro che il prossimo anno accademico incroceranno le braccia dalla
didattica. A rilevarlo è un monitoraggio del «Comitato 29 aprile», nato da un gruppo di ricercatori per seguire
la riforma e alimentare la protesta. Che non fa altro che confermare la tensione dei rapporti fra ministero dell'
università e mondo accademico. Dato che, il Miur ha prorogato più volte la scadenza per la presentazione
dell'offerta formativa da parte degli atenei; che a seguito dell'annunciata protesta non sono riusciti ancora a
tracciare la mappa degli insegnamenti. E non è tutto. Se il disegno di legge sull'università non sarà
modificato, la protesta sarà destinata ad aumentare. Con l'immediato risultato di paralizzare del tutto la
didattica nella maggior parte degli atenei italiani. E il conseguente grido d'allarme dei rettori: una ventina di
magnifici, infatti, è già andato a bussare alla porta del ministero dell'istruzione e dell'università Mariastella
Gelmini per chiedere che proprio quei ricercatori a tempo indeterminato, la cui figura andrà ad esaurimento,
vengano inquadrati nella terza fascia delle docenza, in qualità di associati. Ma i magnifici si dicono anche
preoccupati «dei continui rinvii della stessa riforma». I numeri della protesta. Secondo il Coordinamento
nazionale dei ricercatori «il 29 aprile» sono 6680 i colleghi di 29 atenei per un totale di 180 facoltà che hanno
aderito allo sciopero della didattica non obbligatoria per legge.La parte del leone la fa l'università senese il
100% dei ricercatori si asterrà dall' attività didattica, oltre il 90% anche all'università di Milano Bicocca con
un'astensione di 55 ricercatori e quella di Roma Tor Vergata con 106 ricercatori che incroceranno le braccia.
E poi oltre il 70% a Bologna (1005), più del 75% (877) all'università degli studi di Napoli Federico II e circa il
54% (867) nell'ateneo torinese uno dei primi in cui è partita la protesta. I motivi. Quel che è certo è che i
ricercatori non si fermeranno, protesteranno finché la legge sarà in Parlamento. Il nodo principale da
sciogliere riguarda proprio loro. La riforma prevede, infatti, l'introduzione del ruolo di ricercatore a tempo
determinato: questo potrà essere assunto con contratto triennale rinnovabile una sola volta e al termine del
secondo triennio potrà essere assorbito come professore associato oppure uscire dall'ambito dell'università.
E i ricercatori a tempo indeterminato? Per loro non ci sono grandi possibilità perché di fatto il ruolo viene
confermato ad esaurimento (così come previsto dalla riforma Moratti) ma resteranno fuori anche da ogni
progressione di carriera, senza per di più vedersi riconosciute le funzioni svolte e le competenze didattiche
acquisite.I tempi della riforma. In tutto questo il disegno di legge di riforma universitaria è arenato tra la
commissione istruzione del senato dove è stato licenziato ormai da oltre un mese e l'aula di Palazzo Madama
dove non sarà discusso prima della metà di luglio. Anche se esponenti della maggioranza non hanno esitato
a dichiarare che la riforma sarà approvata dai senatori prima dell'estate
UNIVERSITA - Rassegna Stampa 24/06/2010
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I dati del coordinamento 29 aprile. E il braccio di ferro con il Miur si fa sempre più aspro
23/06/2010
La Gazzetta Del Mezzogiorno - Brindisi
Pag. 4
(tiratura:63756)
• Convenzione o chiusura. Il Senato accademico dell'Ateneo barese è stato chiaro: si deve uscire
dall'ambiguità. Gli enti del territorio che nel lontano 2001 si sono impegnati a sostenere l'Universi - tà di
Brindisi (all'epoca: Provincia, Comune, Camera di Commercio e Autorità portuale), non possono continuare a
trincerarsi dietro il «non detto», devono dire a chiare lettere quale futuro ipotizzano per l'Università brindisina
oggi in grave sofferenza. E devono esprimersi entro settembre al massimo, altrimenti sarà palese il
disinteresse del territorio. Tensioni e preoccupazioni che da mesi serpeggiano all'inter no della sede
universitaria di via Primo Longobardo al Casale (ex Ipai), ieri sono state sviscerate in un'as - semblea-fiume
indetta dagli studenti che si è tenuta nell'aula magna ed ha coinvolto anche i docenti dei tre corsi di laurea:
Giam - paolo Zeni (Economia aziendale), M. Francesca Costabile (Informatica) e Francesco Fistetti
(Progettazione e gestione delle attività culturali). I tre corsi di laurea triennali, istituiti grazie all'Ateneo barese,
suggellati con la firma di un'in - tesa nel 2001, scaduta da due anni, potrebbero chiudere i battenti. La crisi
finanziaria rema contro e la politica del Governo taglia ed invita a stringere la cinghia, negando il diritto di
esistere ai corsi decentrati, ma decidere pro o contro università non è solo una questione di bilanci, è una
scelta politica. Significa pensare allo sviluppo, ai giovani, alle opportunità di lavoro. L'Ateneo barese preme: i
docenti che lavorano a contratto non vedono un euro da tempo immemorabile e non ci sono rimborsi per la
trasferta per chi è titolare di cattedra. I nodi sono arrivati al pettine, si deve decidere. Altrimenti, lo hanno detto
senza tanti giri di parole ieri i docenti: ci sarà il blocco delle nuove iscrizioni. Si porteranno a termine solo il
secondo e il terzo anno per chiudere la triennale. Sebbene cresca l'inquietudine nel corpo docente, il senso di
responsabilità sembra prevalere: «Siamo persone serie - ha sostenuto Costabile -, non abbandoneremo i
nostri studenti, sarà forse necessario fare un passo indietro e valutare soluzioni più economiche come le
lezioni in videoconferenza». Coerenti con la necessità di attuare economie e contenere gli sprechi è anche la
strada dell'in - terateneo che i rettori di Lecce e Bari vorrebbero tentare facendo confluire i corsi di laurea nel
progetto Università del Salento. «Ritengo che la proroga della convenzione, anche se solo di qualche anno è intervenuto il prof. Fistetti - assicuri una tutela agli studenti, in attesa di capire quale sarà il destino dell'
università italiana, investita dai tagli e da un complesso di normative e riforme che potrebbero cambiarne la
fisionomia». «I bilanci degli enti locali non possono essere solo una ripetizione del bilancio dell'anno
precedente vanno pensati e studiati in base alle esigenze e alle vocazioni del territorio», ha quindi aggiunto
Zeni sostenendo di ricevere molte mail dagli studenti e persino dagli istituti tecnici preoccupati per la
paventata chiusura dei corsi di laurea. Questa mattina dovrebbe tenersi un incontro alla Provincia cui
prenderanno parte l'Ateneo di Bari, rappresentato dal Rettore Petrocelli o dal capo della Ragioneria S p at a r
o e tutti gli enti che, in questi anni, hanno sostenuto l'Università per discutere del rinnovo della convenzione.
E di come saldare il pregresso e impostare l'av ve n i re. «Chiederemo che all'incontro partecipi pure una
nostra rappresentanza», sostiene un altro studente Danie - le Pomes, mentre in chiusura di assemblea Piero
incita i compagni a vendere cara la pelle: «A Bari nostri colleghi hanno occupato l'Ateneo per molto meno,
dobbiamo difendere il polo universitario brindisino». Al termine del dibattito è stato preparato un documento
nel quae si dichiara lo stato di agitazione degli universitari.
UNIVERSITA - Rassegna Stampa 24/06/2010
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Chiude l' Università gli studenti pronti alla mobilitazione
24/06/2010
Osservatore Romano
Pag. 4
(tiratura:60000)
Cattedra della fondazione Ratzinger
XVI .», sorta A Ratisbona è stato raggiunto un accordo fra la direzione dell'università e la fondazione «Joseph
Ratzinger Papst Benedikt su iniziativa del circolo degli antichi allievi del Papa. L'arcivescovo di Vienna, il
cardinale Christoph Schönborn, presiede il comitato di sorveglianza della fondazione. A partire dal prossimo
anno, nel semestre estivo, un ricercatore tedesco o straniero insegnerà e condurrà ricerche per un massimo
di tre mesi a Ratisbona. Non dovrà essere necessariamente un teologo. Potrà essere anche un docente di
filosofia sociale o di materie simili. Come ha dichiarato alla Kathpress il decano della Facoltà teologica
cattolica, Bernhard Laux, la cattedra sarà molto ricca dal punto di vista contenutistico. In ambito teologico
potrà essere aperta anche a ricercatori ortodossi e protestanti. Come ha affermato Laux, la cattedra,
internazionale e della durata di cinque anni, dovrà contribuire allo «studio della teologia secondo lo spirito di
Joseph Ratzinger, a cogliere le sue istanze e a svilupparle ulteriormente». Ciononostante non si tratta di una
docenza incentrata esclusivamente sulla persona di Ratzinger o sulla sua opera. Al momento della firma
dell'accordo, il rettore dell'università di Ratisbona, Thomas Strothotte, ha affermato che la natura particolare
di questa cattedra consiste nell'«essere tendenzialmente aperta a tutte le nazionalità e a varie materie».
UNIVERSITA - Rassegna Stampa 24/06/2010
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All' università di Ratisbona
24/06/2010
Sette - N.25 - 24 giugno 2010
Pag. 42
NE È CONVINTA LA PROFESSORESSA AMALIA ERCOLI FINZI, ANIMA DEL PROGETTO TRICOLORE
CHE PARTECIPA AL GOOGLE LUNAR X PRIZE. UNA COMPETIZIONE INTERNAZIONALE CHE METTE
IN PALIO 30 MILIONI DI DOLLARI PER UNA NUOVA MISSIONE SUL NOSTRO SATELLITE
Giovanni Caprara
Il richiamo della Luna è ben più forte del rifiuto del presidente americano Barack Obama a riportare la Nasa
sul nostro satellite naturale. Forse proprio per questo sta crescendo l'interesse attorno a un'iniziativa che
mobilita addirittura 21 team internazionali. E partecipa pure l'Italia. La storia inizia un po' in sordina alla fine
del 2007 negli Stati Uniti quando Google e X Prize Foundation annunciano la loro unione per dar vita al
"Google Lunar X Prize". Il primo protagonista lo conoscono tutti, la Fondazione un po' meno, nonostante negli
ultimi anni sia stata l'anima di alcune fortunate iniziative sostenute dallo slogan "Rivoluzione attraverso la
competizione". In America è lunga tradizione bandire premi da parte di filantropi per stimolare lo sviluppo
della tecnologia facendo ricorso a grandi imprese mai tentate. Charles Lindberg, il primo trasvolatore
dell'Atlantico nel 1927, aveva affrontato il grande balzo proprio per vincere un cospicuo premio. È un modello
di filantropia mai abbandonato e negli anni recenti, a partire dal 1995, è emersa la X Prize Foundation che ha
bandito vari premi oltre a quello per la Luna. Il primo da 10 milioni di dollari e sostenuto in particolare da Paul
Allen, co-fondatore di Microsoft, venne conquistato nel 2004 nel cielo del deserto di Mojave in California dove
volava lo SpaceshipOne, il primo aereo a razzo nato per portare danarosi turisti a cento chilometri d'altezza e
far loro assaggiare l'ebbrezza di alcuni minuti di assenza di gravità guardando il cielo nero trapuntato di stelle
e la Terra azzurra rotante sotto lo sguardo. Vinse Burt Rutan, che ora costruisce e vende questo modello di
velivolo al miliardario Richard Branson, il quale dall'anno venturo inizierà i voli turistici: costo del biglietto,
200mila dollari. Ma la Foundation, sostenuta da gruppi industriali e finanziari, ha in corso anche una
competizione per la genomica e un'altra per la realizzazione di una nuova generazione di automobili più
affidabili e soprattutto meno avide di carburante. Per la Luna sono in palio complessivamente 30 milioni di
dollari suddivisi in un primo Grand Prize da 20 milioni, un Second Prize da 5 milioni e altrettanti per un terzo.
Per conquistare il bottino più ricco bisogna dimostrare di saper portare lassù sulla Luna un robottino capace
di atterrare, muoversi per almeno 500 metri e trasmettere video, foto e dati per certificare così il
raggiungimento dell'obiettivo. Il primo premio è valido fino alla fine del 2012. Se si arriverà più tardi la
ricompensa scende a 15 milioni di dollari e comunque la gara scadrà del tutto, salvo ripensamenti, alla fine
del 2014. Finora si sono creati 21 team in vari Paesi: dall'Europa agli Usa, dalla Cina alla Malaysia. Tra loro
c'è appunto anche il "Team Italia" che ha presentato la sua candidatura nel febbraio 2008 durante un summit
dei partecipanti a Mountain View, in California. L'anima dell'impegno tricolore è la professoressa Amalia
Ercoli Finzi del Politecnico di Milano, già famosa oltre che per aver fatto crescere schiere di entusiasti
ingegneri aerospaziali anche perché è responsabile, nella spedizione Rosetta in corso da parte dell'Esa
europea, della trivella che nel 2014 scaverà per la prima volta il suolo della cometa Churyumov-Gerasimenko
analizzandone le caratteristiche. La missione lunare preparata dagli scienziati italiani è stata battezzata
"Amalia" per rendere onore alla promotrice ma è pure l'acronimo aulico di "Ascensio Machinae Ad Lunam
Italica Arte". «Partecipiamo e vinceremo», dice Amalia Ercoli Finzi con la sua tradizionale carica trascinatrice.
«Ora siamo nella fase preliminare del progetto che prevede un veicolo di 700 chilogrammi il quale dopo
quattro giorni di viaggio arriverà in orbita circolare attorno alla Luna parcheggiando a cento chilometri
d'altezza. Poi scenderà atterrando su quattro gambe molleggiate liberando un robottino con quattro ruote
lungo quasi un metro, largo una settantina di centimetri e pesante una cinquantina di chilogrammi in grado di
muoversi, riprendere l'ambiente intorno e trasmettere immagini e informazioni verso la Terra». L'ostacolo da
superare riguarda i finanziamenti, cioè il ritrovamento di cento milioni di euro dei quali solo il 10 per cento può
arrivare da fondi pubblici secondo le regole del Premio. Tutto il resto da privati. Il gruppo che si è creato e che
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ANCHE GLI ITALIANI ANDRANNO SULLA LUNA
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Sette - N.25 - 24 giugno 2010
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UNIVERSITA - Rassegna Stampa 24/06/2010
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potrà ancora allargarsi, comprende oltre al Politecnico di Milano, quello di Torino, le università di Roma La
Sapienza, Federico II di Napoli, l'Università di Padova, le società Thales Alenia Space-Italia, Carlo Gavazzi
Space SpA, Techno System Developments, l'Associazione italiana per la cultura aerospaziale. sulla luna
pensando a marte «La difficoltà maggiore è legata al razzo per il lancio che da solo richiede una ventina di
milioni», nota la professoressa. «Ma ora siamo in trattative con i russi, i quali possono praticare dei prezzi più
economici. Intanto abbiamo creato un'associazione temporanea di scopo che gestirà l'operazione e che
offrirà ai partecipanti delle preziose e uniche opportunità anche se non operano nel campo spaziale. Per
esempio un fabbricante di occhiali potrà collocare sul robot delle lenti per studiare e verificare la loro capacità
di resistere a vibrazioni e radiazioni. Chi invece è attivo nelle produzioni cosmiche ha l'opportunità di
sperimentare tecnologie da applicare su futuri satelliti o sonde interplanetarie. Nonostante le difficoltà ce la
faremo. Io sono ottimista». Ma perché andare sulla Luna? L'obiettivo non è casuale. Un sondaggio Gallup ha
dimostrato che due terzi degli americani, esattamente il 68 per cento, vuole e sostiene il ritorno con robot e
astronauti. Inoltre andarci significa cogliere diverse opportunità. Per esempio: il 40 per cento in peso del
suolo, la regolite, è costituito da ossigeno che si può utilizzare sia per i motori dei razzi che per gli ambienti di
una colonia dove vivranno gli astronauti; sulla Luna si possono installare impianti per la raccolta di energia
dal Sole da trasmettere sulla Terra; per gli astronomi è un luogo privilegiato per installare telescopi ottici o
radiotelescopi indagando l'universo al di fuori dei filtri e dei disturbi radio presenti sulla Terra. Oltre a questi
esempi c'è inoltre da ricordare che, proprio per la loro asprezza e difficoltà, i grigi mari lunari sono l'ambiente
ideale per collaudare sia i sistemi da utilizzare per il futuro viaggio su Marte sia per preparare e abituare gli
astronauti a sfide più ardue. In questa prospettiva pure il Google Lunar X Prize potrà dare un contributo non
trascurabile sensibilizzando il mondo industriale, delle agenzie, delle università e coinvolgendo i giovani in un
sogno che, nonostante le debolezze e le incomprensioni della politica, rimane sempre vivo. Í
DALLA PARTENZA ALLO SBARCO NEL RAZZO La sonda italiana Amalia con il robottino rinchiusa e
protetta nell'ogiva del razzo per la partenza dalla Terra e l'attraversamento dell'atmosfera IN VIAGGIO La
sonda come si presenterà durante il viaggio di quattro giorni verso la Luna. Nel tragitto gli ingegneri
controlleranno le sue condizioni ALL'ARRIVO Lo sbarco sarà morbido grazie alle gambe che consentiranno di
toccare il suolo molleggiando. Poi uscirà il robot per la ricognizione
I NUMERI DELLA MISSIONE
kg
400 IL PESO La massa alla superficie lunare (2.400 kg al lancio)
km
100 LA DISTANZA L'orbita di parcheggio lunare (circolare)
4giorni IL TEMPO I giorni impiegati per il trasferimento
Foto: IL SIMBOLO Il logo di Amalia Team Italia, al quale partecipano il Politecnico di Milano, il Politecnico di
Torino, l'Università Federico II di Napoli, La Sapienza di Roma, oltre alle aziende Carlo Gavazzi Space SpA,
Thales Alenia SpaceItalia e Techno System Developments
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