Professione i.r. SOMMARIO Mensile di attualità, cultura, informazione a cura dello Snadir Sindacato Nazionale Autonomo Degli Insegnanti di Religione Anno XVI - n. 3 - Marzo 2010 Spedizione In abbonamento postale Direttore Orazio Ruscica Direttore Responsabile Rosario Cannizzaro Coordinamento redazionale e progettazione grafica Domenico Pisana Hanno collaborato Doriano Rupi, Domenico Zambito, Antonio Bollin, Enrico Vaglieri, Alfonso D’Ippolito, Gloria Manutza, Giovanni Palmese, Ernesto Soccavo, Marina Vinciguerra, Tommaso Dimitri, Silvia Petrachi. EDITORIALE - Lo Snadir ottiene due importanti risultati, di Doriano Rupi.... 1 ATTIVITÀ SINDACALE E TERRITORIO - La riforma dei Licei. di Ernesto Soccavo.................................... 2 - Lo Snadir del Veneto e il suo lavoro sul territorio, di Domenico Zambito.................................................................... 3 IL COMMENTO - Non c’è legame didattico tra le lezioni storiche sulla shoah e i diritti dell’uomo, di Alfonso D’Ippolito....................................... 4 RICERCA E FORMAZIONE Direzione, Redazione, Amministrazione Via Sacro Cuore, 87, 97015 MODICA (RG) Tel. 0932/762374 Fax 0932/455328 Internet: www.snadir.it Posta elettronica: [email protected] SMS News - E’ presente nel sito http://www.snadir.it un forum di registrazione dedicato agli iscritti Snadir per ricevere sul proprio cellulare le notizie più importanti Impaginazione e stampa Tipografia CDB Zona Industriale 3ª fase - RAGUSA Chiuso in tipografia il 27/02/2010 Associato all’USPI UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA - Il contributo e il ruolo specifico dell’irc nella progettazione del sistema di istruzione e formazione, a cura di Tommaso Dimitri............................................................ 5 - L’Irc “chiave ermeneutica” per educare la persona e aiutare a leggere la contemporaneità, di Gloria Manutza......................... 7 - Tutta colpa di Facebook, di Enrico Vaglieri....................................... 8 SCUOLA E SOCIETÀ - L’IRC si pone al servizio del bene del Paese, di Antonio Bollin.. 9 - Le relazioni disfunzionali, di Giovanni Palmese........................ 10 - I riflessi della bibbia nella formazione culturale dello studente e del cittadino di Domenico Pisana.............................................. 12 Professione IR Marzo 2010 EDITORIALE Contratto collettivo nazionale integrativo relativo alla mobilità del personale della scuola per l’a.s. 2010/2011 LO SNADIR OTTIENE DUE IMPORTANTI RISULTATI di Doriano Rupi* ncora significativi risultati, quelli ottenuti dallo Snadir, ancora maggiormente salvaguardate. Infatti nessun all’interno della Federazione Gilda Unams, in ordine Ordinario diocesano si ritroverà nella propria diocesi un alla contrattazione per la mobilità del personale della scuola insegnante di religione soprannumerario che avrebbe tolto la per l’a.s. 2010/2011. Il segretario nazionale, prof. Orazio possibilità ad un precario in servizio nella stessa diocesi di Ruscica, è riuscito infatti a fare inserire nel Contratto trovare una collocazione lavorativa. Anzi, non si ritroverà Collettivo Nazionale con il MIUR, firmato il 16 febbraio neppure la proposta. Tutto ciò a tutela della competenza scorso, alcuni aspetti importanti per i docenti di religione. esclusiva dell’Ordinario diocesano nello stabilire quale «E’ stato anzitutto posta attenzione – afferma il prof. docente di religione possa insegnare nelle scuole del territoRuscica – alla questione della soprannurio della propria diocesi. Inoltre, i docenti merarietà, tralasciando il problema degli di religione verranno salvaguardati dal tenesuberi, che in atto non esiste; la cosa tativo scorretto di essere collocati – qualoimportante che siamo riusciti ad ottenere ra soprannumerari – in altra diocesi. riguarda invece il punteggio aggiuntivo per Infine, il punteggio derivante dalla contiil servizio di ruolo prestato senza soluzione nuità è un buon deterrente contro il desidedi continuità negli ultimi tre anni scolastici rio di chiedere trasferimento ogni anno. nella scuola di attuale servizio e poi per Insomma è un premio per chi decide di ogni ulteriore anno successivo. Con questo rimanere nella stessa scuola e così manteemendamento, insomma, siamo riusciti a nere una continuità didattica che si ripersanare un problema che lo scorso anno si cuoterà in modo positivo sulla competenze era presentato al momento della compilache i nostri studenti dovranno raggiungere. zione delle domande di mobilità e, che, All’interna della Federazione Gilda come si ricorderà, aveva creato non poche Prof. Orazio Ruscica, segretario nazionale Snadir e vice Unams la nostra presenza è importante percoordinatore nazionale della Federazione Gilda-Unams difficoltà nella stesura della domanda». ché tutte le questioni che riguardano la Raggiunto questo risultato, il primo anno di riferimento del disciplina vengono seguite attentamente per trovare la giusta triennio, ai fini dell’esercizio di tale opzione, sarà l’anno sco- soluzione». lastico 2009/2010. Nei prossimi giorni sarà emanata una ordinanza ministeriaMa c’è un altro aspetto che lo Snadir è riuscito a rappre- le che stabilirà le modalità di trasferimento/mobilità professentare nelle sedi ministeriali, vale a dire la questione riguar- sionale degli insegnanti su posto comune, dei docenti su clasdante l’utilizzo della graduatoria regionale su base diocesana se di concorso e del restante personale della scuola. ai fini dell’individuazione dei soprannumerari. E’ bene ricordare che in questa fase verranno trattati i tra«Su tale problema – prosegue il prof. Ruscica – è bene sferimenti e passaggi di settore tra diocesi e i passaggi tra un ricordare che la soprannumerarietà si realizza nel momento settore all’altro (infanzia/primaria alla secondaria e viceverin cui c’è un aumento del personale rispetto alla dotazione sa) nella stessa diocesi di servizio. numeraria di ruolo già assegnata, ma vi sono altri posti disInvece, la specifica ordinanza ministeriale che detterà le ponibili. Pertanto in questo caso gli eventuali soprannume- modalità e le date entro cui i docenti di religione potranno rari rimarranno in servizio nella diocesi di riferimento e ver- presentare le domande di mobilità e per la graduatoria regioranno utilizzati in altra sede della stessa diocesi». nale su base diocesana sarà pubblicata successivamente. Prof. Ruscica, soddisfatto dunque per questi risultati Nel momento in cui sarà pubblicata l’ordinanza ministeriadello Snadir? le provvederemo a divulgare le schede, le guide per la com«Sì, certamente, perché tale risultato è una giusta media- pilazione delle domande. La mobilità tra una scuola e un’alzione tra esigenze dell’amministrazione, prerogative tra all’interno della stessa diocesi sarà trattata a seguito della dell’Ordinario diocesano e diritti dei docenti di religione. firma del contratto sulle utilizzazioni (mese di giugno/luglio Direi che le esigenze degli Ordinari diocesani sono state 2010). Doriano Rupi A * Componente redazione Professione IR Marzo 2010 1 ATTIVITÀ SINDACALE E TERRITORIO LA RIFORMA DEI LICEI Il MIUR prevede la pubblicazione, entro aprile, delle Linee Guida della riforma: documento indispensabile per poter entrare nella fase operativa di una trasformazione che vedrà impegnati in prima linea, ancora una volta, i tanto bistrattati quanto indispensabili “insegnanti di Ernesto Soccavo* L a legge 27 febbraio 2009 n. 14, che ha convertito con modificazioni il decreto legge 30 dicembre 2008 n. 207, ha previsto dal settembre 2010 l’avvio del sistema dei Licei. Come più volte ribadito dal Ministro Gelmini, uno spazio privilegiato sarà riservato all’insegnamento delle lingue straniere. In tutti i Licei sarà introdotta una lingua straniera e sarà possibile aggiungerne una seconda usufruendo della quota di autonomia. Nel Liceo linguistico, che diventa scuola di ordinamento, sono confermate due lingue straniere nel biennio ed una terza nel triennio (scompaiono nel biennio storia dell’arte, diritto ed economia). Nel Liceo classico fino ad ora lo studio della lingua straniera era previsto solo nel biennio. Nel Liceo artistico non era previsto per niente se non nei corsi sperimentali.. In tutti i percorsi è previsto che, nel quinto anno, una disciplina non linguistica sia studiata in lingua straniera secondo la modalità CLIL (Content and Language Integrated Learning). Nel liceo linguistico ciò avverrà già a partire dal terzo anno di corso. La disciplina in questione potrà essere scelta tra quelle obbligatorie per tutti gli studenti o tra quelle che le istituzioni scolastiche possono introdurre autonomamente. Un decreto ministeriale fisserà, per i docenti, i percorsi e i titoli per ottenere la specializzazione CLIL. Questi i percorsi previsti dalla riforma: Da uno sguardo d’insieme si rileva che solo il Liceo artistico si articola in ulteriori tre indirizzi; gli altri licei presentano percorsi unici (fatta salva l’opzione tecnologica-informatica del Liceo scientifico e quella economico-sociale del Liceo delle scienze umane). Premesso che il cambiamento si muove “all’interno di un’unica cultura liceale”, lo schema di Regolamento delinea i quadri orari specificando che accanto alle materie obbligatorie, ciascuna istituzione scolastica potrà utilizzare la quota di autonomia per rafforzare alcune materie o per inserirne di ulteriori scelte dal Repertorio (Allegato H). L’offerta formativa potrà essere ulteriormente arricchita attraverso gli insegnamenti facoltativi aggiuntivi. La quota oraria riservata alle singole istituzioni scolastiche (quota di autonomia), nei limiti del contingente di organico assegnato, non potrà essere superiore al 20% del monte ore complessivo nel primo biennio, al 30% nel secondo biennio e al 20% nel quinto anno. L’orario previsto dal piano di studio di ciascuna disciplina non potrà essere comunque ridotto in misura superiore a un terzo nell’arco dei cinque anni. Resterà da verificare “se” e “in che misura” le istituzioni scolastiche decideranno di ricorrere a tale possibilità o se, al contrario, preferiranno muoversi sulla più tranquilla strada di una conferma in blocco di un unico quadro orario. Per recepire in organico di diritto le variazioni determinate dall’impiego delle quote di autonomia, verrà assicurata la seguente procedura: 1. il Sistema Informativo del MIUR fornirà gli organici sulla base dei piani orari nazionali standard. 2. le singole istituzioni scolastiche inseriranno le variazioni inerenti al proprio Piano dell’offerta formativa, sia in termini di compensazione, sia in termini di inserimento di discipline (Repertorio - allegato H), fermi restando il numero delle ore previste dall’ordinamento. Un decreto interministeriale annuale metterà a disposizione delle scuole, con specifiche modalità, un contingente di organico aggiuntivo. In effetti l’utilizzo della quota di autonomia rappresenterà l’unica possibilità per dare continuità ad alcuni dei 396 indirizzi sperimentali, in particolare quelli che hanno dato buoni risultati dimostrando di poter rispondere alle esigenze espresse dalle famiglie. Circa l’obiettivo, posto dalla riforma, dell’approfondimento di conoscenze, abilità e competenze: questo potrà essere perseguito anche nell’ambito dei percorsi di alternanza scuola-lavoro (D.Lgs. n. 77/2005) o attraverso appositi stages. Quest’ultimo potrebbe essere il caso della sezione coreutica dell’omonimo liceo, che prevede non solo lo studio ma anche la pratica delle diverse tecniche della danza. Inutile dire che i dubbi del mondo della scuola sono ancora tanti e tante domande rimangono sospese in attesa di risposte (es. circa la revisione delle classi di concorso). Il MIUR prevede la pubblicazione, entro aprile, delle Linee Guida della riforma: documento indispensabile per poter entrare nella fase operativa di una trasformazione che vedrà impegnati in prima linea, ancora una volta, i tanto bistrattati quanto indispensabili “insegnanti”. 2 * Docente di discipine giuridiche, vice segretario nazionale Snadir Ernesto Soccavo Professione IR Marzo 2010 ATTIVITÀ SINDACALE E TERRITORIO LO SNADIR DEL VENETO E IL SUO LAVORO SUL TERRITORIO La nostra presenza sul territorio è e sarà sempre volta al sostegno degli insegnanti di religione e dell’Insegnamento della religione cattolica nella scuola perché siamo convinti della sua valenza culturale e professionale nel contesto dell’ordinamento scolastico italiano di Domenico Zambito* Ricordo con amarezza, il primo Concorso del 2004, valido per l 12 febbraio scorso è stata inaugurata a Bassano del Grappa, la sede operativa staccata provinciale dello SNADIR di Vicenza. l’assunzione a tempo indeterminato, dove molti docenti di reliL’inagurazione è avvenuta in via dell’Ospedale, 21, e sono stati gione del Veneto furono penalizzati, con un’alta percentuale di invitati Dirigenti Scolastici, Direttori degli Uffici IRC, bocciature (il 20% circa) al termine sia delle prove scritte che di quelle orali. Insegnanti, personalità politiche e di associazioni. Un altro obiettivo per noi molto importante è stato quello di Nel discorso di presentazione, è pervenuto ai presenti il saluto del Segretario Nazionale dello Snadir, prof. Orazio Ruscica, quin- tessere una rete di rapporti, all’insegna della collaborazione, con di sono state illustrate le molteplici attività/iniziative svolte dal l’Ufficio Scolastico Regionale, gli Uffici Scolastici Provinciali, con le altre organizzazioni sindacali, con le ACLI e con gli Uffici sindacato in Veneto a sostegno degli IDR. La sede bassanese servirà da punto di riferimento per gli inse- diocesani per l’Insegnamento della Religione Cattolica della gnanti che abitano distanti dai rispettivi capoluoghi di provincia Regione. La nostra presenza sul territorio (Vicenza, Treviso, Padova e è e sarà sempre volta al sostegno Trento). degli insegnanti di religione e delTra i partecipanti anche il dott. l’insegnamento della religione catAndrea Luzi, presidente delle tolica nella scuola perché siamo ACLI del Veneto, il dott. Raffaele convinti della sua valenza culturaGrazia, Consigliere regionale del le e professionale nel contesto delVeneto, il prof. Giuseppe Simol’ordinamento scolastico italiano. netto, consulente giuridico delUna scuola senza insegnamento l’Ufficio IRC di Vicenza e il segredella religione cattolica sarebbe tario provinciale dello Snadir di priva di quella dimensione che Verona, prof. Matteo Bruschetta. forma la persona umana nella sua La referente di zona sarà la totalità e in quei valori religiosi e prof.ssa Elena Rebellato, che sarà interculturali, fondamentali per coadiuvata da esperti a seconda una convivenza pacifica e non di delle esigenze degli insegnanti. Dunque la nostra presenza in da sx verso dx: prof. Domenico Zambito, prof. Giuseppe rado presenti nella nostra Costituzione. Veneto continua a dare i suoi frutti Simonetto, prof. Matteo Bruschetta, prof.ssa Elena Non si può non tenere conto e l’impegno di questi mesi, che ha Rebellato, dott. Malcolm Bellò e dott. Andrea Luzi della dimensione religiosa nella visto anche la realizzazione di un Convir in collaborazione con l’ADR lo scorso gennaio, ci inco- formazione della persona! È qui che si inserisce l’IRC, e non può non trovare spazio nella raggia ad incrementare sempre più la nostra attività sindacale. Come ormai tutti sanno il primo obiettivo che ci siamo dati è scuola dell’autonomia. E questa è sicuramente una sfida culturastato quello di avviare iniziative di coordinamento e di supporto le che l’insegnante di religione è chiamato a svolgere con chiarezza, senza se e senza ma. agli insegnanti di religione cattolica di questa regione. L’idr è essenzialmente uomo di cultura, di quella cultura milleA tal fine sono stati individuati alcuni referenti territoriali che ancora oggi svolgono un ruolo di massima collaborazione all’in- naria che ha fondato i principi di democrazia e tolleranza che si terno delle segreterie provinciali e sono punto di riferimento per respirano in ogni parte d’Europa. Quella cultura generata da una fede che è poi stata vissuta nel molti colleghi. Con loro sono state affrontate diverse questioni riguardanti la contesto concreto della vita in ogni spazio ed ambito. È questa, a mio avviso, la sfida culturale che oggi attende ogni particolare categoria dei docenti di religione cattolica. insegnante di religione cattolica, ma, direi, tutta la Scuola in ogni Tra queste ricordiamo: • I ricorsi al Consiglio di Stato per gli Insegnanti di religione cat- sua pretesa di riforma. Una riforma che non può non tenere conto di ciò e essere tolica bocciati al concorso e conclusosi con la riammissione e appiattita sul mero bilancio finanziario. Il recente Convir di genl’entrata in ruolo dal 1 settembre 2007; • Il continuo supporto agli insegnanti di religione cattolica, naio è stato un valida occasione regionale che ci ha permesso di anche attraverso le numerose assemblee sindacali tenutesi sul cogliere alcune prospettive educative della scuola nell’ambito del sistema di istruzione e formazione, ed altresì di acquisire struterritorio; • L’immissione in ruolo nel settembre 2009 di quattro docenti menti per porre in essere un’innovazione didattica e metodologidella diocesi di Treviso che non erano stati inseriti in ruolo pur ca dell’insegnamento della religione nel quadro delle finalità della scuola, ove la cultura religiosa ha l’obiettivo di contribuire avendo superato il concorso del 2004. L’impegno del nostro sindacato è quello di far sì che nella sempre meglio alla formazione integrale dello studente e del citnostra Regione possa essere bandito un nuovo corso - concorso tadino” Domenico Zambito per coprire quei posti vacanti della attuale graduatoria regionale. I * Segretario regionale Veneto Professione IR Marzo 2010 3 IL COMMENTO Un preoccupante rapporto dell’Agenzia europea sui diritti fondamentali dell’Uomo NON C’È LEGAME DIDATTICO TRA LE LEZIONI STORICHE SULLA SHOAH E I DIRITTI DELL’UOMO di Alfonso D’Ippolito* U no spunto di riflessione, a nostro avviso, decisivo per la progettazione didattico-educativa degli anni che verranno, è stato offerto di recente dal Rapporto che l’Agenzia europea dei diritti fondamentali dell’uomo ha diffuso nel corso dell’abituale commemorazione delle vittime del nazismo che ha avuto luogo il 27 gennaio scorso ad Auschwitz Lo studio denominato “Discover the past for the future. A study on the role of historical sites and museums in Holocaust education and human rights education in the EU” (“Scoprire il passato per il futuro. Studio sul ruolo dei luoghi e dei musei storici nel campo dell’insegnamento all’olocausto e ai diritti umani nell’UE”), dopo una serie di interessanti considerazioni, ha confezionato una conclusione che si propone senza mezzi termini alle coscienze di tanti educatori nostrani aprendo, a nostro avviso, un vero cantiere per la programmazione di nuove piste e per l’affermazione di nuove idee nel fare scuola Quel che manca - ha affermato il rapporto - è il legame didattico tra le lezioni storiche sulla shoah e il ruolo dei diritti umani nella società odierna. Le violenze del passato non vengono tradotte, all’interno dei programmi e dei moduli diffusi a scuola in “lezioni attuali” per comprendere appieno lo sterminio degli ebrei e per “segnalare” in maniera inequivocabile il ruolo del diritto fondamentale dell’essere umano e della affermazione della dignità umana, nei vari settori in cui essa si esprime. Non basta, quindi, ascoltare con gli occhi sbarrati un testimone ultraottantenne, reduce da un campo di sterminio o farsi venire la pelle d’oca di fronte alle immagini di repertorio sui crimini nazisti diffusi in occasione della “Giornata della Memoria” ; occorre associare l’esperienza vissuta, nel qui-e-ora del momento didattico, nel setting presente della realtà contemporanea, ma occorre soprattutto imparare a riconoscere che ancor oggi i diritti umani non sempre vengono rispettati. Tale assunto poggia le sue conferme nella nostra attività quotidiana, che, sovente, si confronta con la preoccupante superficialità con cui alcuni giovani commentano pagine di storia, peraltro spesso prima ignorate. Trova riscontro con lo scadimento di contenuti proposti in alcune commemorazioni della “giornata della memoria” a cui abbiamo partecipato quest’anno e con la sciattezza culturale che accompagna, ormai da tempo, la scelta di testi e documenti da porre a riflessione degli studenti. C’è sicuramente bisogno di un decisivo viraggio negli studi e nei programmi per realizzare un processo di formazione della persona, che abbiamo ricordato in altre sedi e che porta il “ricordo” (l’emergenza della emozione) a diventare “memoria” (rappresentazione e assimilazione di dati significativi) assumendone uno spessore educativo destinato a modificare le coscienze e a condizionare le scelte individuale e/o collettive. 4 * Docente IRC SMS di Roma Ma basterà sollecitare i singoli governi nazionali dell’unione Europea per promuovere l’integrazione nei programmi didattici di quello che è ritenuto un “punto rilevante sia dal punto di vista storico che per il futuro democratico della stessa Unione Europea” ? Al riguardo Morten Kjaerum, direttore dell’Agenzia, di certo non l’ha mandata a dire affermando “gli esiti del nostro studio rivelano la necessità che i governi europei affrontino i temi dell’istruzione in materia di shoah, democrazia e diritti umani. Solo quando si raggiungerà questo obiettivo, i giovani dell’Unione Europea saranno in grado di comprendere appieno il loro passato e di procedere alla costruzione di un futuro più unito.” E per dare un sostegno pratico all’impegno richiesto ai governi delle singole nazioni l’Agenzia europea dei diritti fondamentali dell’uomo ha annunciato la pubblicazione anche di due manuali dedicati all’istruzione alla shoah partendo dai diritti umani: uno sarà destinato ai docenti, l’altro sarà una sorta di guida per la redazione di siti internet di commemorazione (dei 23 spazi web presenti sulla linea dedicata internazionale che l’Agenzia ha esaminato solo uno è stato ritenuto soddisfacente). Da parte nostra, non possiamo non ricordare la rilevante testimonianza che qualche anno fa un nostro collega di Irc, compagno di tante battaglie e sperimentazioni didattiche, scovò e propose agli allievi di un noto istituto commerciale della periferia della Capitale, in occasione della giornata della memoria. Secondo tale testo Anniek Cojean riportava la nota che uno sconosciuto preside di un liceo americano aveva l’abitudine di inviare agli insegnanti della sua scuola all’inizio di ogni anno scolastico : una lettera breve e immediata che, a nostro avviso, non ammette neppure la replica di un sapiente commento. La riportiamo integralmente oggi, in un contesto che ha già visto il varo della riforma della scuola e annuncia trasformazioni epocali nelle attività didattiche rivolte agli alunni . E ci asteniamo da qualsiasi ulteriore considerazione. “Caro professore, sono un sopravvissuto di un campo di concentramento. I miei occhi hanno visto ciò che nessun essere umano dovrebbe mai vedere: camere a gas costruiti da ingegneri istruiti: bambini uccisi con veleno da medici ben formati; lattanti uccisi da infermiere provette; donne e bambini uccisi e bruciati da diplomati di scuole superiore e Università. Diffido - quindi - dall’educazione. La mia richiesta è: aiutate i vostri allievi a diventare esseri umani. I vostri sforzi non devono mai produrre dei mostri educati, degli psicopatici qualificati, degli Eichman istruiti. La lettura, la scrittura, l’aritmetica non sono importanti se non servono a rendere i nostri figli più umani”. Alfonso D’Ippolito Professione IR Marzo 2010 RICERCA E FORMAZIONE 3º Corso di aggiornamento interregionale, a Lecce degli Idr di Puglia, Campania, Basilicata, Molise e Calabria IL CONTRIBUTO E IL RUOLO SPECIFICO DELL’IRC NELLA PROGETTAZIONE DEL SISTEMA DI ISTRUZIONE E FORMAZIONE a cura di Tommaso Dimitri* CRONACA DI UNA “GIORNATA SOLARE” religione. A tal proposito interessante è risultato l’excursus cronoecce 25 febbraio 2010, “una giornata solare!”. In realtà il sole, logico, da cui è emerso il mancato riconoscimento della dignità di dopo nuvolose e piovose giornate, è arrivato davvero! tale disciplina da parte dello stato giuridico nel passato ma ormai E il “grazie per aver portato il sole” è stato proprio il saluto con- recuperata con l’immissione a ruolo degli Insegnanti di Religione clusivo che il Presidente della Cattolica. Una grande vittoria ragDa sinistra: dott. F. Togni, dott.ssa E. Vaj, prof. D. Pisana, Provincia di Lecce, dott. Antonio mons. D. D’Ambrosio, prof. O. Ruscica, prof. M. D’Ambrosio giunta! Gabellone ha rivolto ai 180 Docenti Ma non basta: la creazione deldi Religione convenuti al III Corso l’ADR, Associazione Docenti di Interregionale di Aggiornamento. Reli-gione, di cui lo stesso prof. Un corso di aggiornamento per i Ruscica è Presidente, è volta a far docenti di religione: ma perché emergere il contributo di professioaggiornarsi? Il prof. Domenico nalità e impegno che gli insegnanti Pisana, Direttore del Corso e docenhanno profuso nel tempo, dando te formatore referente Progetto prova di una vera dignità professioMIUR, che ha curato la presidenza e nale. l’introduzione al convegno, è stato Tale operato, essendo un valido esplicito: «Rispetto ad una corrente supporto per il ragazzo in procinto di pensiero presente nella nostra scuola secondo la quale aggior- di entrare a far parte e di divenire protagonista di una società in narsi è tempo sprecato, perché ormai nessuno può insegnare nulla perenne mutazione, necessita pertanto sia di una passione costante a chi è già docente e che basta insegnare come si è sempre fatto, noi per gli approfondimenti, sia del continuo aggiornamento. Solo in tal docenti di Religione non siamo d’accordo. Noi vogliamo tenere alta modo l’IRC può divenire un valido punto d’incontro, “una cerniela nostra professionalità in una scuola in continuo mutamento… ma ra tra scuola e territorio”. soprattutto perché gli studenti chiedono docenti qualificati e all’alImpegnativo il tema del corso: “La nuova identità della scuola a tezza del loro compito». 10 anni dall’introduzione dell’autonomia scolastica. Il contributo e L’intervento ha anticipato le tematiche di cui i relatori a seguire il ruolo specifico dell’Irc nella progettazione del sistema di istruavrebbero discusso: al giorno d’oggi i ragazzi sono estremamente zione e formazione”. influenzati dai mass media, che addirittura arrivano a sostituire il I lavori si sono svolti in due momenti. ruolo di genitori e professori. Primo momento: al mattino nel moderno Auditorium del Museo «Preso atto di ciò tutti i docenti, e non solo quelli di religione, “Sigismondo Castromediano”, offerto dalla Provincia di Lecce che devono assolvere - ha proseguito il ha patrocinato l’evento. Il Lecce: i partecipanti al Corso prof. Pisana - il principale compito Presidente della Provincia, dott. di insegnare non solo le discipline Antonio Gabellone, che per i scolastiche, ma attraverso queste, numerosi impegni è riuscito ad indirizzare gli alunni a vivere in arrivare solo all’inizio della ripresa maniera retta e coscienziosa». dei lavori, ha ringraziato “per aver Sulla stessa lunghezza d’onda scelto il Salento per svolgere queanche il breve intervento del prof. sto evento così autorevole” e molto Michele D’Ambrosio, che dopo volentieri lo ha accolto nel grande aver ringraziato in particolar modo palazzo di cultura del Museo mons. Domenico D’Ambrosio e la Archeologico Provinciale, il più dott.ssa Elena Vaj per la loro parteantico della Puglia, fondato nel cipazione al Corso ha evidenziato 1868 da Sigismondo l’importanza pedagogica del professore di religione. Quest’ultimo, Castromediano duca di Cavallino (LE). infatti, talvolta più di altri professori, è colui che maggiormente La prima relazione è stata curata dalla dott.ssa Elena Vaj, crede nelle capacità di coloro che sono ritenuti i più deboli e come Dirigente scolastico e Collaboratrice del CQIA (Centro Ateneo per tali più bisognosi di impegno e professionalità dei docenti. la qualità dell’insegnamento e dell’apprendimento) dell’Università Professionalità e impegno dell’Insegnante di Religione – ribadi- di Bergamo. Il tema trattato è stato: “Nodi problematici dell’Offerta to fortemente anche dall’Arcivescovo – “per non trasformare l’Ora formativa tra sperimentazioni, progetti, agganci al territorio ed di Religione in un’ora di Tuttologia”. emergenze educative”. Sintetico ma incisivo anche l’intervento del prof. Orazio Ruscica, La seconda relazione, invece, è stata curata dal dott. Fabio incentrato sulla problematica della tutela dei diritti dei docenti di Togni, Collaboratore del CQIA, docente (Continua a pag. 11) L * Insegnante di Religione presso il Liceo Classico “Virgilio” di Lecce e Giornalista de “L’Ora del Salento” Professione IR Marzo 2010 5 RICERCA E FORMAZIONE IL POF E I SUOI NODI PROBLEMATICI IN FUNZIONE DELLA PERSONA E DELLA VITA REALE clusivo nonché una visione prettamente tecnicista dell’insegnamento. Ora invece tale metodo è stato soppiantato da uno basato sulla valorizzazione delle capacità dell’alunno. Un rilevante contributo al III Corso Interregionale di In tale ottica personalistica, l’attenzione si focalizza in parAggiornamento è stato dato dall’intervento della dottoressa ticolar modo sul capitale umano, fondamentale risorsa su cui Elena Vaj, Dirigente Scolastico e collaboratrice della CQIA riporre la massima fiducia. Tale valorizzazione avviene realizdell’Università di Bergamo. zando un insegnamento non chiuso al contesto strettamente La relatrice ha esordito ponendo in rilievo e analizzando disciplinare, ma aperto alle esperienze extrascolastiche. una realtà attuale, quella dell’autonomia scolastica, valido Fondamentale, infatti, è creare un contatto diretto tra le strumento funzionale alla sperimaterie scolastiche e la vita conmentazione formativa. temporanea reale. D’altronde la scuola deve essere «Per far risaltare inoltre le attenta ai segni dei tempi della capacità dell’alunno - ha affermasocietà contemporanea; è infatti to la dott.ssa Vaj - è necessario pronecessario che essa percorra un muovere le competenze orientative iter pedissequo all’evoluzione di ciascuno affinché il ragazzo sia della società stessa. in grado di compiere scelte basate Invero la continua evoluzione sulle proprie competenze”. tecnologica ha determinato una L’alunno è, nella didattica odierriorganizzazione radicale dal prena, il fulcro fondamentale della cedente assetto scolastico. comunità scolastica e come tale In precedenza la scuola aveva deve essere esaltato e incoraggiato La dott.ssa Vaj mentre svolge la relazione un carattere auto incentrato e consempre più. Silvia Petrachi L’IRC, LA PERSONA E LA SUA FORMAZIONE TRA CONOSCENZA E FEDE La relazione del dott. Fabio Togni, collaboratore del CQIA e docente ricercatore nella Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Bergamo, ha posto l’accento sul ruolo specifico dell’Irc nella progettazione del sistema di istruzione e formazione. È stata svolta essenzialmente attraverso un parallelismo intrinseco tra il concetto di conoscenza e quello di fede, entrambi imprescindibili nel quadro più complesso della persona. È proprio in relazione alla “persona” che infatti bisogna realizzare un progetto educativo fondamentalmente “kairotico”, in cui non si riduce la persona alla sua condizione storico-sociologica, ma la si considera simbolo. L’etimologia greca del termine “simbolo”, “συν−βολον” ovvero “lancio insieme”, riconduce infatti a quell’idea di globalità, basilare per comprendere quindi l’effettivo significato di conoscenza. Questa, appunto, non coincide con un mero apprendimento di nozioni, bensì con quell’insieme di legami che la per- sona stessa realizza tra i vari concetti, rendendoli autenticamente reali e razionali. Allo stesso modo la fede non esiste come entità astratta a se stante, ma come compito metafisico dell’individuo, che “facendola essere fa essere se stesso”. Fondamento della fede, inoltre, è la libertà, non intesa come autarchia, ma in termini razionali. È la norma, di conseguenza, a dover indirizzare la libertà nella giusta direzione, egualmente alla religione e in relazione alla fede. La religione, dunque, risulta imprescindibile dalla fede; da qui il problema della collocazione dell’Irc all’interno di un contesto, quale quello scolastico, dove non sempre si riscontra il presupposto necessario della fede. A tale questione è possibile rispondere applicando al sistema scolastico un’“epokè metodologica”, una sospensione di giudizio, che porti alla consapevolezza di una scuola realmente autonoma e democratica, in cui al concetto di laicismo si sostituisca quello di laicità democratica. Solo all’interno di tale ottica può avvenire una piena realizzazione dell’insegnamento religioso, recepito come guida per la corretta applicazione e incarnazione dei concetti di conoscenza e libertà all’esperienza individuale del discente. Marina Vinciguerra Le prof.sse Mary Cantoro e Maria Rosaria Manca alla guida del laboratorio di scuola secondaria di I grado I proff. Leonardo Ferrulli e Antonio Amatulli alla guida del laboratorio della scuola secondaria di II grado 6 Professione IR Marzo 2010 RICERCA E FORMAZIONE Cagliari accoglie il terzo Convir organizzato dall’ADR L’IRC “CHIAVE ERMENEUTICA” PER EDUCARE LA PERSONA E AIUTARE A LEGGERE LA CONTEMPORANEITÀ di Gloria Manutza ADR ha tenuto a Cagliari il 20 febbraio scorso il terzo convegno regionale di aggiornamento sul tema: “L’IRC e la formazione della persona per una cultura della vita”. L’argomento proposto è stato particolarmente gradito ai docenti, che da tutte le parti della Sardegna hanno partecipato numerosi, non lasciandosi scoraggiare né dalla pioggia, né dai tanti chilometri. L’evento, atteso e gradito, ha offerto, grazie ai relatori, una riflessione sulla finalità dell’IRC, per tutto ciò che attiene alla formazione della persona. A partire dalla presentazione del convegno affidata al Prof. Domenico Pisana, teologo morale e docente formatore referente progetto Miur per l’Adr, si è sviluppato un percorso attraverso il quale si è venuto a delineare un profilo di educatore capace, grazie alla sua professionalità, di aiutare i ragazzi a trasformare la conoscenza in “sapienza di vita”. Quell’“io so” non deve rappresentare un fatto compiuto ma un divenire verso l’“io sono”, che però muove i primi passi a partire dal sapere. Si tratta, quindi, di una formazione globale della persona per la quale devono concorrere tutte le discipline con le quali l’IRC inevitabilmente dialoga e che ne rappresenta il “sale”. Da sx: don Isidoro, dott. Tocco Il tutto va fatto senza perdere mai di vista la realtà che i nostri ragazzi respirano e nella quale sono immersi, realtà che spesso vivono con grande solitudine, che si concretizza, talvolta, in una significativa percentuale di bocciati o in una grande percentuale di promossi ma con la sola sufficienza. In ragione di ciò il dott. Tocco, reggente USR della Sardegna, ha ricordato che l’autonomia, della quale si parla da tempo ma che nessuno, forse, ha saputo valorizzare, può es-sere lo strumento che permette una progettazione più mirata, dove ogni singola persona, Don Milani docet, è fatta oggetto di una particolare attenzione. I partecipanti al convegno Questa grande solitudine nella quale i ragazzi si trovano a navigare, come ha sostenuto nel suo intervento la Prof.ssa Cappai, bioeticista, ha bisogno di una professionalità docente che non si limiti a trasfondere saperi ma che sappia dialogare con la globalità della persona e con tutti i suoi versanti, non ultimo quello affettivo ed emotivo, senza trascurare o privilegiare nessuno. Questi sono i presupposti per poter incardinare quei valori che di fron- L’ te alle sfide dell’oggi, in merito al significato della vita in ogni suo momento, non si fanno scalfire da alcuna chimera. Da bioeticista quindi ha sottolineato la cura della persona sotto ogni profilo ed affermato altresì che la scuola deve acquisire nuove chiavi ermeneutiche per attrezzare i ragazzi a leggere la contemporaneità e per orientarvisi. La passione educativa, allora, deve connotare tutti i docenti, in particolare quelli di religione, non perché siano diversi ma perché hanno un quid in più dato non dalla loro Da sx: dott. Cominelli, prof. Ruscica persona ma dal contenuto della loro disciplina, come ha sottolineato con forza Don Isidoro, Direttore regionale dell’ufficio scuola per l’IRC. Nel suo intervento, infatti, ha posto tra le finalità della disciplina e della scuola quella di promuovere la speranza. Non è sicuramente un compito facile. Da una approfondita lettura della società fatta dal Dott. Cominelli, è emerso che tale società ha disertato il suo ruolo educante provocando una emergenza educativa proDa sx: prof.ssa Cappai, prof. Pisana prio nel momento in cui la forza produttrice fondamentale è la persona “educata”. Cominelli ha sostenuto che tale crisi conduce inevitabilmente a definire lo stare a scuola un non senso perché ciò che la connota è la noia. Come salvarla, allora, se non con la coscienza del tutto e con l’autoformazione che richiede una sorta di introflessione riflessiva per conoscere noi stessi, come persone e come docenti. Dette provocazioni da parte dei relatori sono state stimolanti per animare un dibattito costruttivo. Il corso si è concluso con l’intervento di carattere giuridico-sindacale del Prof. Ruscica, Segretario nazionale dello Snadir, che ha reso in modo estremamente chiaro la problematica della valutazione facendo un exursus storicogiuridico. Ha inoltre definito in termini inequivocabili il significato di soprannumerario e di esubero. I convegnisti sono rimasti estremamente soddisfatti, e hanno auspicato, a breve termine, altre iniziative di aggiornamento. Gloria Manutza Professione IR Marzo 2010 7 RICERCA E FORMAZIONE TUTTA COLPA DI FACEBOOK! I vecchi stereotipi e pregiudizi sulla rete e ora quelli sui Social Network vanno superati, se si vuol capire cosa cercano i giovani. Enrico Marchetto: “Le indagini dicono che Facebook funziona soprattutto come “estensione della propria realtà sociale”. di Enrico Vaglieri* I social network sono impermeabili al fascino della fatica quotidiana di mettersi in gioco tra cultura, organizzazione sociale e ricerca della verità?. E’ una domanda che poniamo al professor Enrico Marchetto, docente di Sociologia dei Consumi alla IULM di Milano, esperto di nuove tecnologie e soprattutto di social network. È anche consulente per la SWG, importante istituto di ricerca sul web, con il quale ha partecipato a una delle più importanti ricerche sul fenomeno Facebook (un campione di 2000 persone) per capirne l’entità, e chi e quanti ragazzi coinvolge (www.diarioaperto.it). Inizia con un aneddoto: “Nel gennaio 2008, di 200 miei studenti all’università, 30 avevano un account di Myspace, nessuno per Facebook. Solo 20 mesi dopo, su 80 persone ben 70 erano su Facebook; e all’inizio di quest’anno sono diventati il 100%!”. Nella storia delle tecnologia nessuna realtà ha mai avuto simili tassi di crescita. In Italia Facebook è il social network più diffuso. Ha usi diversi che all’estero (in Gran Bretagna gli utenti non si vergognano a usarlo per promuovere le proprie competenze professionali). Un altro software, Twitter ha un simile tasso di crescita, ma alta mortalità (la maggior parte entro 3 mesi). Invece Facebook ha una durata che sembra eterna e in Italia ha 13 milioni di iscritti; il picco delle iscrizioni si registra a agosto e settembre per caricare le foto delle vacanze e mantenere le nuove amicizie. E Youtube ha numeri molto più elevati di un qualsiasi gruppo televisivo. “La ricerca SWG dimostra che Facebook funziona come estensione della propria realtà sociale. E’ più di una moda. Per la prima volta l’identità si estende sulla rete e trasforma le amicizie estive e del tempo libero, che nella storia sono sempre state effimere, in amicizie di lunga durata”. Alcuni dati: l’88% degli iscritti ha un’età dai 18 ai 44 anni. Ma in pochi mesi l’età dai 13 ai 18 è passata dal 5 al 30% come presenza! Più che un fenomeno va considerato una rivoluzione. Consiste in una vera alterazione del tes- suto sociale nazionale; assomiglia a ciò che avvenne negli anni ‘50 con la diffusione della TV o della lavatrice. Ma i pregiudizi resistono oltre il senso critico. Un facile esperimento: cercare su Google due parole abbinate: adolescenti + facebook, e il risultato è che le pagine più diffuse grondano di stereotipi, adolescenti a rischio, sempre più dipendenti, con privilegi da maggiorenne, illusi da falsi idoli. E i vecchi media, giornali e TV sfruttano cinicamente la cronaca per attaccare il nuovo nemico commerciale: allora un suicidio può diventare strettamente correlato a Facebook se il ragazzo che l’ha commesso era iscritto a una pagina come “Hai mai pensato di farla finita?” (episodio accaduto di recente in Veneto). Una precedente ricerca del 2007 su 5000 persone, sul mondo dei blog, aveva trovato 1400 blog aperti, come diari online, che recensivano telefonini, programmi televisivi e altro. Ora, in poco tempo, i blog non sono più così importanti, e assistiamo all’impennata di frequenze su Facebook, ma stavolta con una crescita esponenziale. Ci sono addirittura persone che stanno su Facebook ma non hanno navigato su internet, quindi una rete dentro la rete. “È una piattaforma fatta di tante vetrine, una ‘vetrinizzazione dell’identità’, le persone passano e guardano”. La storia di Internet fa capire molte cose: da esperimento militare diventa di massa dal 1995 e fino al 2001 non ha consapevolezza dei propri poteri e responsabilità; i grandi investimenti cercano di replicare la pubblicità della tv in rete, ma il sogno crolla perché la gente si annoia a vedere la pubblicità sul web e va via: non è un emittente che trasmette a un pubblico passivo. Ora si è pubblico e si ha un pubblico. Si avvera ciò che disse Andy Warhol “ognuno nella vita sarà famoso per 15 minuti”, ovvero oggi per sarà famoso per 15 persone. In questo contesto nasce l’esigenza di avere piattaforme di interazione sociale. Il contenuto è generato dagli utenti stessi; come Wikipedia che è l’enciclopedia più visitata. 8 * Counsellor educativo in Analisi Transazionale - Coordinatore Snadir Treviso Enrico Vaglieri Professione IR Marzo 2010 SCUOLA E SOCIETÀ L’IRC SI PONE AL SERVIZIO DEL BENE DEL PAESE “Educare vuol dire dare ad un giovane il coraggio della libertà” di Antonio Bollin* I n questi mesi l’ADR sta profondendo il massimo impegno a livello nazionale per la formazione dei docenti di religione, con il supporto e la collaborazione dello Snadir. Anche le Diocesi hanno intrapreso con l’ADR un rapporto di proficua collaborazione, come nel caso della Diocesi di Vicenza, ove il recente convegno di aggiornamento, come ha sostenuto il Direttore dell’Ufficio scuola Mons. Antonio Bollin rivolto ai docenti di religione è stato una ulteriore conferma che l’IRC e gli IdR sono parte integrante della realtà scolastica. In questo articolo riportiamo alcune riflessioni di Mons. Antonio Bollin esposte proprio nel Convir di Vicenza. 1. L’ IRC si pone al servizio del bene del Paese Da un po’ di tempo alcuni hanno coniato una nuova o diversa modalità di presenza dell’IRC nella scuola: si parla di “ora delle religioni” (penso a Brunetto Salvarani di CEM –mondialità o a Beppe Severgnini sul “Corriere della seramagazine” del 29 ottobre 2009). Non mi convince! Ci potrà essere e ci sarà in futuro una evoluzione (forse ci potrà essere in alternativa la storia delle religioni…), ma non così. Il modello italiano dell’IRC non è l’unico, ma è la via più diffusa in Europa. Non è un privilegio o una concessione alla chiesa cattolica, come lo attestano le Intese con altre confessioni cristiane o religioni che hanno rinunciato ad una presenza scolastica. La Chiesa non si serve dell’IRC, ma con l’IRC si pone al servizio del bene del Paese. E’ necessario invece far leva sull’alta percentuale degli avvelenatesi(91% di adesioni all’IRC nel Veneto, frequentato pure da circa il 40% degli alunni stranieri presenti nei nostri istituti scolastici), una scelta che continua da più di 25 anni e che conferma il valore educativo apprezzato dalle famiglie e dagli studenti. * Direttore dell’Ufficio IRC, diocesi di Vicenza 2. Il legame dell’Idr con la Chiesa Occorre però – ed è il secondo aspetto sul quale desidero portare l’attenzione - non scordare l’originalità della figura del docente di religione cattolica con la duplice appartenenza: alla scuola e alla chiesa. Il legame con la comunità ecclesiale non va mai allentato. Si avverte però – nelle diocesi più grandi del Veneto – il calo di partecipazione ad alcune iniziative formative (promosse dai rispettivi uffici ) da parte degli IdR nominati a tempo indeterminato o incaricati annuali. Ben vengano quindi iniziative come quelle proposte dall’ADR, senza dimenticare che nella realtà locale diocesana o interdiocesana avviene il percorso di formazione permanente. 3. L’IRC si gioca molto sulla qualità del docente Dalla mia ventennale esperienza di docente di religione e ora da più di un decennio come direttore dell’Ufficio per l’IRC di Vicenza posso attestare che l’IRC si gioca molto sulla qualità del docente di religione. Come vedo oggi il docente di religione? Un docente formato e aggiornato, un professionista della scuola, ben motivato, un cristiano convinto (è insegnamento della religione non sulla religione cattolica!), con una grande passione educativa. Diceva il teologo Romano Guardini: “Educare vuol dire dare ad un giovane il coraggio della libertà”. L’Idr deve amare la scuola, i ragazzi e farsi amare! Lo scriveva agli educatori salesiani S. Giovanni Bosco: “Studiamoci di farci amare”. Antonio Bollin Professione IR Marzo 2010 9 SCUOLA E SOCIETÀ Emergenza educativa: il fallimento del lavoro didattico non è mai un evento emotivamente neutro LE RELAZIONI DISFUNZIONALI Quale relazione tra docente e studente per una collaborazione efficace alla vita della scuola? di Giovanni Palmese* O ggi più che mai l'insegnante può essere definito un professionista della relazione. Il suo lavoro consiste in una serie d’interazioni con soggetti diversi: gli alunni, i colleghi, le famiglie, la dirigenza scolastica e la struttura in genere. Ambiti e persone diverse che mettono a dura prova le abilità relazionali del docente. Relazionarsi con tanti soggetti diversi, passare velocemente da un piano relazionale all'altro, gestire il gruppo-classe e fare attenzione al singolo, confrontarsi con i colleghi, le famiglie e la dirigenza: tutto ciò necessita di una grande abilità relazionale, di flessibilità e di una notevole attenzione all'ascolto. L'attività relativa all'orientamento, la motivazione allo studio, problematiche specifiche come i comportamenti aggressivi, le problematiche familiari degli alunni, come separazioni e divorzi o difficoltà di rapporto con i genitori, lutti, trasferimenti della famiglia, nascite di altri fratelli, sono tutte situazioni che richiedono un impegno straordinario da parte del docente, che può sentirsi sopraffatto da tante istanze diverse, incapace di gestire le proprie emozioni, inefficace nel conseguire i propri obiettivi umani e professionali. Se ne deduce, quindi, che il livello relazionale del lavoro degli insegnanti non può essere ridotto soltanto all’azione didattica. Ogni insegnante deve avere la possibilità e la competenza per applicare gli strumenti ed attivare le funzioni della sua professionalità onde avviare un efficace processo di apprendimento. All'interno dell'interazione tra l'insegnante e l'allievo, avviene il processo di apprendimento. La fluidità di questo rapporto determina in ogni momento la disponibilità dell'allievo ad accogliere i messaggi culturali veicolati con i moderni strumenti della pedagogia. Vi è e vi deve essere un’integrazione e un’interazione tra il professore e il suo allievo che deve costituire lo strumento dell’insegnamento e della didattica da una parte e dell’apprendimento dall’altra. Dove la relazione allievo-docente è vischiosa o bloccata nasce un circolo vizioso che conduce al fallimento sicuro dello scopo didattico. Al rifiuto da parte dell'allievo delle materie di studio (sono questi messaggi indirizzati al docente), segue un rifiuto, più o meno consapevole da parte del 10 * Segreterio regionale Snadir Emilia Romagna docente, che compromette in modo definitivo l'iter formativo del discente. Gli insegnanti, in realtà, nella quasi totalità dei casi, si trovano ad interagire con alunni che proiettano sui docenti i modelli relazionali tanto spesso disfunzionali appresi in ambiti estranei alla scuola. Chi insegna quindi ha la necessità di padroneggiare con sensibilità e forza gli strumenti relazionali e comunicativi. Il fallimento del lavoro didattico non è mai un evento emotivamente neutro. L'insegnante è esposto al rischio di un vissuto d’impotenza, demotivazione, perdita d’interesse per la propria professione e non di rado potrebbe incontrare difficoltà ad interagire con i colleghi e con l'ambiente istituzionale. La demotivazione del docente rimane, a mio avviso, un problema molto serio nella scuola d’oggi che rischia di bloccare uno sviluppo di competenze e di professionalità sempre più adeguate. Il miglioramento da parte dei docenti di competenze comunicative e relazionali valide è, troppo spesso, purtroppo, affidato ad una creatività personale, che si affina con l'esperienza, ma ignora i parametri e gli strumenti che la psicologia ha elaborato all'interno della propria evoluzione concettuale. In una dinamica relazionale sono di grande rilievo le personalità sia dell’allievo che del docente. Il rischio di questo approccio è quello di instaurare una “Relazione Simbiotica”. Penso che i prerequisiti essenziali per evitarla siano: insegnare ai ragazzi a riconoscere i propri bisogni ed aiutarli ad imparare a chiedere aiuto senza attese passive o pretese ricattatorie. In questo ambito può essere utile chiarire a se stessi i propri bisogni e dichiararli apertamente, imparare a chiedere, proporre le proprie idee, etc. La simbiosi si stabilisce quando due persone, dipendendo l’una dall’altra, si comportano come se fossero un solo individuo e nessuna delle due vive attivamente tutti i propri stati dell’Io. Sebbene sia una situazione naturale e importante nello stadio orale dello sviluppo del bambino, diventa patologica nel momento in cui essa impedisce al medesimo il graduale processo verso l’autonomia, stabilendo una Professione IR Marzo 2010 SCUOLA E SOCIETÀ “eterna dipendenza”. La relazione simbiotica si presenta tra persone che mostrano carenze di sviluppo e limiti di funzionalità espressive, indipendentemente dalla loro età. Queste carenze emotivocomportamentali vengono in apparenza compensate dall’altro interlocutore, dando origine ad una “illusione” di pienezza relazionale, ma generando una sindrome di passività nelle emozioni, nei pensieri e nei comportamenti. Ad esempio chi è maggiormente istintivo cerca persone che hanno sviluppato di più l'aspetto razionale e viceversa. In questo modo ci si illude che l'altro è fondamentale per il proprio equilibrio in quanto compensa nostre carenze. Chi tenta di instaurare una relazione simbiotica “svaluta” (processo di svalutazione) o “distorce” (processo di ridefinizione) una parte della propria esperienza e cerca la causa o la soluzione dei propri problemi esclusivamente negli altri o nel destino. Per superare tale relazione disfunzionale bisogna innanzitutto riconoscere l'esistenza di bisogni insoddisfatti che causano tali comportamenti errati. L'individuo deve prendere consapevolezza del suo comportamento e dei bisogni inespressi sottesi ad esso. Per fare ciò egli deve assumere un atteggiamento logico e razionale, al fine di chiedersi il perché dei suoi comportamenti e di quelli degli altri componenti ed è qui che s’inserisce l’azione del docente: è chiamato a far sviluppare l’atteggiamento logico e razionale utilizzando gli strumenti propri che le conoscenze pedagogiche e psicologiche gli mettono a disposizione. Solo così egli potrà sostituire i comportamenti automatici con quelli dettati dal buon senso e dalla ragionevolezza. In una relazione disfunzionale di questo tipo ciascuno degli interlocutori deve innanzitutto chiedere all'altro che cosa si Segue da pag. 5 ricercatore nella Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Bergamo, e aveva come tema: “Il contributo e il ruolo specifico dell’Irc nella progettazione del sistema di istruzione e formazione”. Il Secondo momento è stato caratterizzato dalle attività di approfondimento nei laboratori divisi per aree tematiche e ordini di scuola. Se i tre laboratori, dislocati in tre piani diversi, poteva creare confusione o smarrimento tra i diversi ambiti del grande Museo, il servizio di assistenza di 11 giovani studenti dell’ultimo anno del aspetta da lui per concordare insieme un percorso comune e per soddisfare attese che in altro modo rimarrebbero insoddisfatte. Il dialogo e la negoziazione sono necessari per fondare rapporti sani e costruttivi. Il docente è quindi chiamato, quasi come obbligo morale, ad acquisire le necessarie competenze psico-pedagociche che lo rendano in grado di evitare comportamenti che possano risultare insidiosi in dinamiche relazionali. È evidente che tutto questo non può essere dettato da improvvisazione, ma occorre una costante attenzione verso gli alunni e una altrettanta capacità ad elaborare una didattica a tutto tondo in grado di fornire loro l’aiuto necessario al momento e con le giuste modalità. Per prima cosa occorre disponibilità all’ascolto, non assumendo il ruolo di psicologo, ma facendosi facilitatore di corretti processi di apprendimento, attraverso interventi educativi correttivi delle relazioni disfunzionali. Gestire efficacemente le situazioni complesse può apparire come un carico di lavoro in più per l’insegnante, e sicuramente lo è, tuttavia è comunque un’occasione per migliorare la propria formazione, allargare le proprie conoscenze, e, soprattutto, trovare più soddisfazione nel lavoro, dando un senso alla propria professionalità e, in fin dei conti, vivere meno da stressati. Mentre concludo questo articolo non posso non pensare, ancora una volta, all’esperienza di Barbiana, ove don Lorenzo Milani si poneva proprio in questa ottica relazionale per formare l’uomo maturo, impegnato in ambito politico, sociale e religioso, capace di coltivare il sapere in tutte le sue dimensioni. Quella scuola rimane per me ancora il modello ideale del mio essere insegnante. Giovanni Palmese Liceo Classico “Virgilio” di Lecce, ha permesso non solo il regolare svolgimento del corso ma un rasserenante accompagnamento dei docenti in tutte le fasi del lavoro congressuale. La loro disponibilità e professionalità sono state straordinarie! I laboratori sono stati guidati dagli insegnanti Brigida Palermo e Maria Grazia Pennetta per la Scuola infanzia e primaria; i professori Mary Cantoro e Maria Rosaria Manca per la Scuola Secondaria di I grado; i professori Leonardo Ferrulli e Antonio Amatulli per la Scuola Secondaria di II grado. Unica mancanza: la brevità del tempo non ha permesso di visitare il Centro Storico di Lecce, gioiello di arte e cultura, che ha sempre affascinato con il suo Barocco Leccese e presenze archeologiche romane. In ogni caso nella carpetta telata, consegnata a tutti i partecipanti, sono stati inseriti numerosi opuscoli offerti dall’APT (Azienda di Promozione Turistica) della Provincia di Lecce per raccontare il territorio del Salento. Alle ore 18,00 il Museo ha chiuso le porte ma ha lasciato a tutti i docenti convenuti un caro saluto: non “addio” ma di “Arrivederci a Lecce”. Tommaso Dimitri Professione IR Marzo 2010 11 SCUOLA E SOCIETÀ I RIFLESSI DELLA BIBBIA NELLA FORMAZIONE CULTURALE DELLO STUDENTE E DEL CITTADINO Il riflesso cognitivista, psico-sociale, critico-problematico di Domenico Pisana* S e nell’itinerario scolastico di uno studente italiano parecchi libri hanno avuto, chi più chi meno, un certo riflesso formativo, nel senso che hanno fatto quanto meno parte del suo bagaglio di conoscenze (mi riferisco, a grandi opere come l’Iliade, l’Odissea, I Promessi Sposi, la Divina Commedia), la stessa cosa non può sicuramente dirsi della Bibbia, nonostante le grandi definizioni, più o meno evocative, che si sono avute e succedute nel tempo attorno al testo sacro: “Grande codice dell’Occidente”, “giacimento biblico”, “grammatica dell’esistenza”, “testo dell’essere nella storia”, “specchio dell’invisibile volto di Dio”, definizioni che chiaramente rivelano la grande pregnanza culturale e religiosa della Bibbia. La realtà scolastica italiana, e direi europea, vive una grande contraddizione culturale rispetto ad un testo come la Bibbia che è, da un lato, fondamento di cultura a vari livelli (artistico, letterario, filosofico, etico) ma che dall’altro rimane ai margini dei processi formativi degli studenti, sebbene da un sondaggio risulti che il 74% degli intervistati ritenga necessario insegnarla nelle scuole. In tempi più recenti un ministro della Pubblica Istruzione, di ispirazione non sicuramente cristiana, Tullio De Mauro, auspicava addirittura che la Bibbia fosse adottata come libro di testo scolastico, sostenendo che “dal punto di vista didattico la Bibbia è una bomba conoscitiva”. Certamente il problema di una adozione come libro di testo è a mio avviso irrilevante, perché l’IRC ha la grande possibilità di mettere al centro la Bibbia nell’attività didattica con una doppia valenza: - di testo rivelato, e quindi fondamento della fede individuale e collettiva; - di testo secolare, e quindi fondamento dell’ethos e della cultura occidentali. La Bibbia, insomma, nell’IRC ha una rilevanza culturale in quanto testo religioso, ma, proprio in quanto testo religioso, non può sottrarsi ad un approccio culturale. Certo, non può essere ridotta a mero testo culturale, ma è del tutto legittimo un approccio culturale all’interno di quel rapporto tra fede e cultura che non è antitetico, ma complementare. Rispetto a questo doppia valenza del testo biblico, che ne conferma anche la sua complessità e difficoltà di approccio, l’idr deve farsi bene i conti. Come è impensabile che un avvocato faccia il penalista senza saper padroneggiare e navigare all’interno del codice di procedura penale, allo stesso modo è azzardato che un idr pensi di mettere al centro dell’IRC la Bibbia senza sapervi entrare dentro per farne un uso didattico con grande valenza culturale e formativa. E’ dunque all’interno di questo processo che bisogna “ripensare” come fare della Bibbia un testo centrale nell’attività di insegnamento/apprendimento, affinché sia patrimonio conoscitivo di tutti gli studenti: credenti, non credenti, indifferenti, agnostici ecc… I riflessi della Bibbia sulla formazione dell’alunno Il titolo di questo articolo contiene in sé un “lemma”, che a mio avviso costituisce la parola chiave fondamentale. Questo “lemma” è la parola “riflesso”. Che cosa indica anzitutto questo termine. Per riflesso in campo medico si definisce una risposta rapida e involontaria ad uno stimolo sia esso meccanico o chimico. In ogni riflesso c’è dunque una duplice azione: c’è una azione di riposta , c’è una azione di stimolo. Se applichiamo questa duplice azione all’attività di insegnamento e apprendimento, possiamo dire che l’azione di riposta consiste nel raggiungimento di un obiettivo formativo, mentre l’azione dello stimolo consiste nell’attivazione di processi di comunicazione educativa capaci di motivare gli studenti all’apprendimento di contenuti che non sono semplici nozioni ma questioni di significato e di senso del sapere religioso. Come si può applicare la Bibbia all’educazione, all’istruire educando, all’Irc? Sorge insomma il problema della pertinenza della Bibbia nella storia,cioè se ciò che la Bibbia insegna ha della implicazioni riguardo alla realtà. In altre parole: quello che la Bibbia insegna è applicabile alla realtà di oggi oppure no? A tutta prima, per gli studenti e non solo, sembrerebbe di no, perché se la Bibbia insegna che l’uomo è ad immagine di Dio, la scienza del prof. Odifreddi dice di no; se la Bibbia insegna che la sessualità è un dono inteso per il matrimonio, la biologia e la sessuologia sostengono che è un bisogno fisiologico che va soddisfatto come qualsiasi altro bisogno; se la Bibbia insegna che al male bisogna rispondere con il bene, ci sono realtà che sostengono che è la rivoluzione che può cambiare le cose, ecc.. Se dunque, potrebbero concludere i nostri studenti, tutto quello che la Bibbia insegna non incide sulla storia, è inutile conoscerla. Qui un idr dubbioso e incerto può rischiare di far sminuire il ruolo della Bibbia sia come testo della fede che come testo di cultura e del secolo, se non attiva ragionamenti chiari che possano condurre gli studenti a cogliere la dimensione più profonda della Bibbia che non si struttura come un codice di regole da applicare, ma come “visione dell’uomo e della storia” trasmessa di Dio all’umanità. 12 * Teologo morale, docente formatore referente progetto MIUR per l’ADR Professione IR Marzo 2010 SCUOLA E SOCIETÀ 2. Mettere al centro della didattica la Bibbia Tenendo conto di ciò, cerchiamo ora di esemplificare il modo come, nella didattica dell’IRC, collocare la Bibbia nel quadro dei programmi di religione. Certamente, a mio giudizio mettere a centro la Bibbia non significa utilizzarla come un libro di testo, anche perché io credo che l’ora di religione non sia un’ora di teologia biblica, ma un’ora di cultura nella quale qualsiasi problematica di natura religiosa, antropologica, esistenziale, ecclesiologica, etica, sacramentale, filosofica, sapienziale trova nella Bibbia un fondamento di riflessione e di argomentazione da cui l’idr non dovrebbe e non può prescindere. Diciamocelo però con chiarezza, non ci si può nascondere dietro un dito: per la sua storia, il suo contenuto, la sua forma, la sua lingua la Bibbia è un libro difficile. Per certi tratti, anche molto difficile. Arrendersi di fronte a questa constatazione o, peggio ancora, ignorarla sarebbe il modo migliore per condannare il testo biblico all’emarginazione. La questione, nella didattica dell’Irc, è evitare di dare la sensazione agli studenti che la Bibbia sia semplicemente una “pezza di appoggio” per supportare ragionamenti religiosi, e invece puntare sui riflessi e sugli effetti che essa produce sul piano della formazione dell’uomo e del cittadino. I vari testi di religione offrono tematiche ed argomenti, unità didattiche, stabiliscono obiettivi di apprendimento ecc.. Domanda: dove sta la Bibbia? La Bibbia è sicuramente stratificata, con citazioni e riferimenti, in tutte le articolazioni del libro di testo, citazioni che l’idr sicuramente utilizzerà, ma, a mio avviso, il testo biblico non assume però un “ruolo fontale”, cioè di fondamento ispirativo ed argomentativo di una visione del mondo e dell’uomo rispetto alla quale la ragione dello studente è chiamata a mettersi in discussione prima di giungere a conclusioni sbrigative sulle questioni che lo interpellano sul piano della riflessione umana e religiosa. In altre parole, viene a mancare quel riflesso, quell’effetto di pertinenza della Bibbia sulle argomentazioni che molte volte sono più gradite agli studenti. Capita che alcuni docenti di religione usino espressioni di questo tipo: se in classe si affrontano argomenti di attualità, i ragazzi seguono e partecipano, se si parla di Bibbia e vangelo si annoiano, non seguono. Allora mi chiedo: ma la Bibbia parla anch’essa di attualità oppure no? Si genera spesso una sorta di dicotomia tra i programmi di religione e la Bibbia, pur avendo in sé i programmi, parecchi affacci alla Bibbia. L’idr dovrebbe sancire questa sorta di riconciliazione tra la Bibbia come testo della fede e del saeculum e l’attività didattica, facendo scoprire in essa i grandi temi dell’attualità. E poi, quali sono questi temi di attualità che tanto interessano gli studenti: l’amore, l’amicizia, il senso della vita, la sofferenza, il dolore, la nascita, la morte, la vita dopo la morte, la violenza, la sessualità, la bioetica, l’ambiente, la legalità, il rapporto genitori e figli, la solidarietà, l’egoismo dell’uomo, l’orgoglio, l’invidia, la gelosia, la condizione della donna, la pace, la giustizia, la magia, la superstizione, il satanismo….. ?? Ma questi temi di attualità non sono tutti temi presenti nella Bibbia nella sua doppia valenza di testo della fede e testo del saeculum? Nella Bibbia non ci sono forse messaggi forti sul piano educativo e culturale nella direzione di queste tematiche? Certo se la Bibbia la si usa come una pezza di appoggio per qualche citazione, allora non diventa centrale né si percepisce la sua attualità valoriale, se invece vi si viaggia all’interno sia dell’AT che del N.T con un ragionamento fondativo di riflessioni, allora il discorso andrà su un altro piano. 3. Tre riflessi in circolarità ermeneutica La Bibbia nello svolgimento dei programmi di IRC ha certamente tante possibilità di applicazioni tematiche e di incidere nella formazione degli allievi sia con un riflesso cognitivo (conoscere ciò che la Bibbia insegna), sia con un riflesso sul piano degli atteggiamenti (capire ciò che la Bibbia indica come orizzonte valoriale per la costruzione della società), sia con un riflesso critico-problematico (cioè l’interpretazione delle grandi questioni dell’esistenza umana). Questi tre riflessi devono armonicamente interagire perché la Bibbia diventi interessante e appetibile. Se si guarda solo al riflesso cognitivista, si rischia di far apparire la Bibbia un libro barboso, pesante e nozionistico e di trasformare l’ora di religione in una disciplina insopportabile. Se si insiste solo sul riflesso psicosociale, si rischia di trasformare la Bibbia in una “pezza di appoggio” per supportare discorsi religiosi e di trasformare l’ora di religione in un “contenitore sincretista”, dove l’insegnante, pur di farsi seguire, fa parlare e “sfogare” i ragazzi con opinioni di vario genere, idee e concetti che non hanno a volte né testa né coda e alle fine di lasciare tutto nel mondo delle opinioni e nella confusione delle idee. Se si insiste sul riflesso critico-problematico, il rischio è che le questioni diventano così grandi che il livello di attenzione possa scemare e svanire. Questi tre riflessi, cognitivo, psico-sociale e critico, vanno posti invece in maniera circolare, l’uno deve richiamare l’altro contemporaneamente perché la Bibbia possa essere percepita come documento di cultura e testo della fede per i credenti, ove ogni uomo, al di là delle sue convinzioni, può ritrovare i presupposti per capire le radici della sua identità storica, per comprendere gli orizzonti valoriali significativi e di senso in grado di rendere migliore la società, per imparare come è possibile vivere da “cives” nella “civitas”. Domenico Pisana Professione IR Marzo 2010 13 ELENCO DEI RIFERIMENTI PROVINCIALI Per particolari necessità potrete contattare la Segreteria Nazionale Via Sacro Cuore, 87 - 97015 MODICA (RG) - Tel. 0932/762374 -Fax 0932/455328 Piazza Confienza, 3 - 00144 ROMA - Tel. 06 44341118 - Fax 06 49382795 o le varie sedi SNADIR Provinciali o zonali AGRIGENTO Via delle Betulle, 8/C - 92100 AGRIGENTO Tel./Fax 0922/613089 - Cell. 3382612199 - [email protected] PADOVA Cell. 3319764977 - Fax 0444/283664 [email protected] BASSANO DEL GRAPPA Via dell’Ospedale, 21 - Bassano del Grappa (VI) Tel. 0424/525538 - Fax 0424/220655 Cell. 3471960797 - [email protected] PALERMO Via R. Gerbasi, 21 - 90139 PALERMO Tel./Fax 091/6110477 - Cell. 3495682582 - [email protected] PISA Via V. Gioberti, 58/A - 56100 PISA Tel. 050/970370 - Fax 1782286679; Cell. 3473457660 - [email protected] BARI Via Laterza, 95 - 70029 SANTERAMO (BA) Tel./Fax 080/3023700; Cell. 3294115222 - [email protected] BENEVENTO Via Degli Astronauti, 3 - 83038 MONTEMILETTO (AV) Cell. 3332920688 - [email protected] RAGUSA Via Sacro Cuore, 87 - 97015 MODICA (RG) Tel. 0932 762374 - Fax 0932 455328; Cell. 3290399657 - [email protected] BOLOGNA Via S. Ferrari, 11/A - 40137 BOLOGNA (BO) Tel./Fax 051/342013 - Cell. 3482580464 - [email protected] ROMA Piazza Confienza, 3 - 00185 ROMA Tel. 06/44341118 - Fax 06/49382795; Cell. 3495857419 - [email protected] CAGLIARI Via Segni, 139 - 09047 SELARGIUS (CA) Tel. 070/2348094 - Fax 1782763360 Cell. 3400670940 - [email protected] SALERNO Via F. Farao, 4 - 84124 SALERNO Tel. 089/792283 - Fax 089/2590359 CATANIA Via Martino Cilestri, 61 - 95129 CATANIA Tel. 095 387859 - Fax 095 3789105 Cell. 3932054855 - [email protected] SASSARI Via Dante, 49 - 7100 SASSARI Tel./Fax 079/280557 - Cell. 3892761250 - [email protected] CATANZARO Via Milano, 8 - 88024 Girifalco (CZ) Tel. 0968/749918 - 0968/356490 Fax 0968/749918 - Cell. 3480618927 SIRACUSA Corso Gelone, 103 - 96100 SIRACUSA Fax 0931/60461 - Tel. 0931/453998; Cell. 3334412744 - [email protected] FIRENZE Piazza Salvemini, 21 (c/o MCL) - 50122 FIRENZE Tel./Fax 055/2466256 - Cell. 3407548977 - [email protected] TRAPANI Via Biscottai, 45/47 - 91100 TRAPANI Tel./Fax 0923/541462 - Cell. 3472501504 - [email protected] MESSINA Via G. La Farina, 91 is. R - 98123 MESSINA Tel. 090/6507955 - Fax 090/7388469 - Cell. 3358006122 [email protected] TREVISO c/o la sede della FGU GILDA UNAMS/SNADIR Viale Felissent, 96/L - 2° piano - Treviso Tel. 0422/307538 - 3496936083 - [email protected] MILANO Via Bergamina, 18 - 20016 PERO (MI). Tel. 02/66823843 - Fax 02/68852016. Cell. 3331382273 - [email protected] VERONA Stradone Alcide De Gasperi, 16A - 37015 S. Ambrogio di Valpolicella (VR) Tel. 045/6888608 - Fax 045/21090381 - Cell. 3335657671 [email protected] NAPOLI Viale Campi Flegrei, 18 - 80124 NAPOLI Tel./Fax 081/5709494 - Cell. 3400670924 / 3400670921 / 3290399659 - [email protected] VICENZA Via dei Mille, 96 - 36100 VICENZA Tel. 0444 955025 - Fax 0444 283664 Cell. 3280869092 - [email protected] Vuoi costituire la segreteria dello SNADIR nella tua provincia? Telefona allo 0932/762374 Doppia assicurazione per gli iscritti allo Snadir Dal 1º settembre 2006 lo Snadir ha stipulato con l'Unipol una polizza per la copertura della responsabilità civile personale degli iscritti. Tale assicurazione fa seguito a quella già stipulata per gli infortuni. Gli iscritti allo Snadir, pertanto, fruiscono gratuitamente delle polizze assicurative infortuni e responsabilità civile. Nel sito http://www.snadir.it alla sezione “Assicurazione” tutte le informazioni. SMS News E’ presente nel sito http://www.snadir.it un forum di registrazione dedicato agli iscritti Snadir per ricevere sul proprio cellulare le notizie più importanti IL SERVIZIO È GRATUITO SNADIR - INFO Tel. 0932 76.23.74 / 76.30.48 Fax 0932 45.53.28 ORARIO DI APERTURA UFFICI La sede di Modica è aperta il lunedì, mercoledì e venerdì dalle ore 9,30 alle ore 12,30 e dalle ore 16,30 alle ore 19,30. La sede di Roma è aperta il martedì, mercoledì e giovedì dalle ore 14,30 alle ore 18,30. 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