Anno X Numero 5
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Periodico mensile dell’oratorio S. Tarcisio – Carnate (MB)
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Editoriale
Messaggio del Cardinale per
la Festa di Apertura degli
Oratori 2012
L’oratorio: insieme per una vita piena. Messaggio alla
Diocesi per la Festa di Apertura degli Oratori 2012
Carissimi,
tutti noi abbiamo ancora gli occhi ed il
cuore pieni della gioia dell’incontro con
il Papa allo Stadio di San Siro. È stata
veramente una grande festa in cui il
Santo Padre ha voluto condividere il
nostro cammino e confermarci nella
Fede. In quell’occasione egli ha detto
parole importanti, che faccio mie e vi
rilancio: «Cari amici, voi siete fortunati
perché nelle vostre parrocchie ci sono
gli oratori, un grande dono della
Diocesi di Milano. L’oratorio, come
dice la parola, è un luogo dove si
prega, ma anche dove si sta insieme nella gioia della fede, si fa
catechesi, si gioca, si organizzano attività di servizio e di altro
genere, si impara a vivere, direi. Siate frequentatori assidui del
vostro oratorio, per maturare sempre più nella conoscenza e nella
sequela del Signore».
Così il Papa incoraggia ogni nostro oratorio a diventare sempre
più una “porta della fede”, un luogo e un’esperienza capace di
introdurre in una vita piena. L’oratorio è chiamato ad essere un
luogo educativo privilegiato per scoprire la bellezza della
fede e la sua convenienza per la vita concreta, fin dai primi
anni della nostra vita.
Editoriale 3
Perché questo possa accadere è necessario curare e guidare
sempre di più la vita e l’opera degli educatori nei nostri
oratori. Essi sono anzitutto collaboratori della grazia di Dio e
proprio per questo sono chiamati a vivere in prima persona il
dono della fede nella comunità.
Per tanti ragazzi l’oratorio costituisce anche ben di più di una
porta, arrivando a diventare una vera e propria “casa della
fede”. In esso, infatti, si impara a credere condividendo la fede
con gli altri e dandole concretezza. Sappiamo bene che
nessuno crede da solo: si crede tutti insieme, come Chiesa
del Signore, e insieme si cammina. Gli adulti e i giovani
aiuteranno i ragazzi a crescere nella fede; i ragazzi aiuteranno gli
adulti e i giovani a mantenere viva la freschezza della loro fede.
All’inizio di questo nuovo anno, vorrei rivolgere a tutti l’invito ad
osare il “salto
della fede”, con
serenità e serietà.
Chi
crede
si
affida e lo fa sulla
base
della
presenza viva di
Gesù Risorto in
mezzo a noi: Egli
è sempre fedele.
Di cuore invoco su tutti voi che in vario modo vivete l’esperienza
dell’oratorio la benedizione del Signore.
+ Angelo card. Scola
Arcivescovo di Milano
Milano, 8 settembre 2012
-Pagine a cura di Ester-
4
Esperienze
L’esperienza estiva degli Adolescenti
DIMPU TURAMONCA
La Sorgente dell Amore
Era questo il titolo della vacanza comunitaria che era stata proposta a noi
adolescenti all’inizio dell’estate. Titolo privo di significato. Almeno per chi non ha
avuto la fortuna di vivere questa esperienza. Guidati dall’intramontabile don
Gianpaolo, dal temerario don Fabio e dagli educatori Elisa e Sebastiano di Carnate,
Walter e Lorenzo di Ronco e Alex di Usmate, abbiamo intrapreso questa
avventura. Cinque sono stati i ragazzi di
Carnate che hanno aderito alla proposta,
una decina quelli di Usmate e uno, il più
coraggioso di tutti, di Velate. Il gruppo
di Ronco invece contava una ventina di
partecipanti.
La mattina del 29 Luglio, quindi, siamo partiti con il pullman alla volta di Roma.
Uno dei fatti che più mi hanno colpito e di cui sono molto contento è stato vedere il
cambiamento avvenuto in una sola settimana: se durante il viaggio di andata il
pullman era diviso in settori (il settore di Carnate, quello di Ronco e quello di
Usmate), durante il ritorno tutte queste barriere erano scomparse! Non sembrava
più che vivessimo in quattro paesi diversi ma, anzi, l’atmosfera che si respirava era
quella di un’unica comunità! Spero che tutto questo entusiasmo non si spenga
appena raggiunta la soglia di casa ma, al contrario, continui a svilupparsi per
crescere insieme!!!
Tornando alla vacanza, ho finora omesso che ci eravamo presi l’impegno, per tre
giorni, di servire come volontari ad una delle numerose mense della Caritas che
esistono a Roma. Personalmente ero un po’ spaventato da questo fatto: nel mio
immaginario, avremmo dovuto riempire di cibo le ciotole dei senzatetto, malconci,
sporchi e privi di qualsiasi bene che si sarebbero presentati in uno squallido locale
dal pungente odore acre… Appena giunto, però, in questa mensa della Caritas mi
sono dovuto ricredere totalmente. Innanzitutto vi era un attento controllo: prima di
arrivare, pensavo che se chiunque fosse andato lì avesse ricevuto gratuitamente da
mangiare ci sarebbero stati moltissimi “pigroni” che senza lavorare e dedicando
tutto il giorno alla nobile arte dell’ozio, sarebbero stati ben nutriti a spese della
Caritas. Questa idea mi venne subito smentita: infatti, alcuni di noi erano addetti ai
registri. Il compito era quello di verificare che chiunque entrasse per avere da
mangiare fosse iscritto nelle liste, possedesse la propria tessera e non avesse ancora
ricevuto alcuna pietanza durante quella giornata, e solo allora potevano con gioia
porgergli il biglietto che per lui era sinonimo di pasto. Infatti, la prima volta che un
affamato si presenta alla mensa, viene inserito nei registri e gli viene fornito il
pasto; dopo qualche giorno che continua a presentarsi viene chiamato a colloquio
dal direttore della mensa per conoscere meglio la sua situazione.
Esperienze 5
Se, per esempio, è senzatetto egli viene mandato in un ostello della Caritas in cui
sarà fornito di letto e nuovi vestiti. Se è un immigrato gli sarà anche indicato un
corso per imparare la lingua e riuscire meglio ad integrarsi. Da questo sono giunto
alla conclusione che la Caritas non fornisce cibo a chiunque bensì a chi ne ha
realmente bisogno. Superata quindi la sala registri, l’affamato riceve finalmente il
pasto: in fila ognuno prende il proprio vassoio e servito dai volontari sceglie la
pietanza che gradisce di più. Ovviamente le porzioni sono uguali per tutti. Qui al
contrario della mia idea iniziale regna l’igiene assoluta: i volontari aiutano infatti a
pulire fornelli e vassoi ogni giorno dopo la chiusura della mensa.
Ma è nella sala mensa, quella in cui si consuma il pasto, che si può stare a contatto
veramente con le persone bisognose e meno fortunate. Anche in questa sala è
necessaria la presenza di volontari che stiano con loro. Come dicevo prima, io mi
aspettavo persone poco curate nell’aspetto e nella pulizia del corpo. Questo è il
fatto che mi ha sorpreso maggiormente: nonostante ci fosse qualche individuo che
corrispondeva alla mia immaginazione, la maggior parte della gente era
normalissima, come noi, gente alla quale se la vedessi per strada non attribuirei
alcuna stranezza. La maggior parte di loro aveva solo la sfortuna, come può
capitare ad ognuno, di non riuscire ad arrivare alla fine del mese con lo stipendio.
Vestiti alquanto dignitosamente, curati
nell’aspetto, la maggior parte di loro mancava
solo del necessario per vivere. Vi erano poi
persone escluse dalla società, come anziani o
immigrati, per i quali la mensa rappresentava
l’unico momento di vita “normale”. Era allora
stupendo ammirare con quale gioia si
aprivano a noi, che eravamo pronti e attenti
ad ascoltare le loro tristi vicende.
Credo che l’esperienza di servizio che ho vissuto in quei giorni, la mia prima
esperienza diretta con le realtà che ci circondano e che normalmente consideriamo
estranee alla nostra vita, abbia fatto crescere ognuno di noi nell’amore verso il
prossimo e nell’attenzione verso il bisognoso.
Era proprio l’Amore il tema di questa vacanza comunitaria: grazie alla seppur
breve esperienza lavorativa nel servizio degli affamati e alle riflessioni e ai
momenti di preghiera che chiudevano le nostre giornate, abbiamo a lungo meditato
sull’essenza dell’Amore e sulla sua sorgente, che è Gesù. Da Lui infatti, che noi
intravediamo nell’affamato che chiede ancora un po’ di pane, nell’anziano che
trova conforto nell’attenzione ai suoi discorsi di un adolescente sprovveduto, da
Lui sgorga il desiderio di metterci in moto e risollevare il bisognoso per rendere
tutti partecipi della Sua gioia e del Suo Amore.
BERRY
-Ubi caritas et amor ibi Deus est-
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Esperienze
L’esperienza estiva dei 18enni
NESSUNO È IL PROPRIO ERRORE!
Quest'estate, dal 12 al 19 Agosto, insieme al gruppo di catechismo dei
diciottenni, ho trascorso una settimana a Mulazzo, in Toscana, nella comunità
Giovanni XXIII, che accoglie al proprio interno carcerati, ex tossicodipendenti,
ex prostitute, dandogli una seconda possibilità. All'interno della comunità
ognuno ha un proprio incarico, che svolge durante la giornata. Nel corso degli
anni la struttura è andata allargandosi sempre di più tanto che se prima tutti gli
ospiti erano impegnati all'interno dell'azienda di produzione del miele, adesso
bisogna occuparsi anche della fattoria e della costruzione di una nuova ala della
comunità, che ospiterà le stalle per gli animali! Ovviamente anche noi, durante
la settimana in cui siamo stati con
loro, abbiamo aiutato nelle varie
mansioni:
abbiamo
sbadilato,
raccolto le macerie, aiutato in
fattoria, ed è stato sì faticoso, ma
soprattutto divertente. Inoltre,
grazie al lavoro, siamo venuti a
contatto con i membri della
comunità,
abbiamo
condiviso
fatiche e gioie, creando legami. Il
nostro gruppo è stato quasi sempre
a contatto con i carcerati, che per diverse ragioni, hanno avuto la fortuna di
poter usufruire di questo carcere alternativo per scontare la propria pena.
All'inizio, noi ragazzi non avevamo particolari aspettative riguardo a questa
vacanza. C'eravamo per lo più fidati di quello che ci avevano detto i nostri
educatori, che qualche anno prima avevano provato la stessa esperienza. In
ogni caso, ognuno di noi aveva i propri pregiudizi, i propri stereotipi che, però,
si sono dissolti in meno di una settimana! Per esempio normalmente pensiamo
che i carcerati siano delle persone forti, chiuse, scontrose. In realtà, proprio
grazie a questa esperienza, abbiamo potuto constatare come essi siano aperti,
disponibili al confronto e soprattutto a raccontare la loro storia! Più volte nel
corso della settimana hanno sottolineato come per loro fosse importante parlare
con noi, confrontarsi, perché prima o poi, dovranno tornare nel "mondo reale" e
quindi dialogare è una sorta di palestra quotidiana! E' proprio grazie a questo
loro desiderio di raccontarsi che abbiamo potuto conoscere le loro storie.
Ascoltandole, si capisce come ognuno di loro sia assolutamente "normale",
solo che sfortunatamente, nel corso della propria vita si é trovato o si é sentito
particolarmente solo e ha fatto un errore.
7
Esperienze
Questa non è, però, una giustificazione a ciò che
hanno fatto, anzi sono loro i primi a dire che hanno
sbagliato e che giustamente hanno pagato o devono
pagare per i propri errori. Però non per questo
bisogna etichettarli come persone cattive o
delinquenti, perché come dicono loro, nessuno è il
proprio errore; bisogna imparare a convivere con
quello che si è fatto e cercare di migliorarsi il più
possibile, andando avanti a vivere. Pensando a
loro, non posso fare altro se non ammirarne il
coraggio e la forza, la capacità di andare avanti e
non lasciarsi più abbattere dalla vita. Un' altra cosa
che mi ha colpito enormemente è stato il clima di
accoglienza e di affetto che regnano all'interno della comunità. Si è andata
creando una vera e propria famiglia dove tutti vengono accolti e aiutati nelle
difficoltà. Per questo molti dei detenuti, finita la pena, decidono di restare lì e
continuare a lavorare come volontari, perché fuori dalla comunità spesso, non li
aspetta nessuno, mentre lì invece, per la prima volta, si sono sentiti amati. In
generale penso che questa
esperienza, con le diverse
testimonianze ascoltate e i
vari incontri fatti, ci abbia
permesso di conoscere
molte realtà, molte storie.
Come ha detto Franco, un
ex
carcerato
e
ora
volontario, adesso sta noi
decidere cosa fare di tutto
quello
che
abbiamo
imparato, e soprattutto sta a
noi decidere che tipo di
persone vogliamo essere.
Di sicuro questa vacanza è stata un' esperienza molto forte e importante che ha
cambiato il nostro modo di vedere queste realtà e ci ha fatto venire voglia di
assumere un ruolo un po' più attivo per cercare di aiutare chi ne ha bisogno.
Cri
(Sul sito http://www.ilbagliore.altervista.org, nella sezione EXTRAS
trovate le foto dell’intera esperienza)
8
Libri
1984
Di George Orwell
Siamo nel 1984 e il mondo è diviso in tre superstati :Oceania, Eurasia ed Estasia.
In Oceania ,dove la capitale è Londra, vige il principio
del socing, il socialismo inglese, il quale si fonda sulla
figura del Grande Fratello, capo supremo del “partito” il
quale tutto vede e tutto sa. I suoi occhi sono le telecamere
che spiano incessantemente ogni membro del partito, il
suo braccio la psicopolizia la quale si occupa di punire
gli psicocriminali, cioè coloro che sono sospettati di
avere comportamenti non consoni ai dettami del partito.
La contraddizione più grande, però, sta nel fatto che nello
sconfinato paese (l'Oceania comprende le Americhe e le
isole britanniche) non ci sono leggi scritte, nulla è
proibito, se non pensare secondo i dettami del partito,
divertirsi se non con i passatempi imposti dal Grande
Fratello, amare se non con il fine esclusivo di riprodursi. Ovunque nelle città ci
sono manifesti che inneggiano gli slogan del partito, il volto del Grande Fratello
osserva incessantemente tutti da ogni angolo di strada.
Ed è in questo scenario post apocalittico che Wiston
Smith, l'ultimo uomo sulla terra (questo è il titolo che
avrebbe preferito l'autore), un tranquillo lavoratore del
partito, si scrolla di dosso le imposizioni del partito e
inizia una lunga ed estenuante lotta contro il partito,
soprattutto volta all'emancipazione mentale da quello
che è il socing e al riraggiungimento di una condizione
di essere umano.
1984 è un libro che non si può neanche immaginare se
non lo si è letto poiché esso, grazie ad una strabiliante
opera dell'autore, porta la mente del lettore sui binari
voluti coinvolgendolo all'inverosimile come se fosse
anch'egli a lottare e a soffrire senza mai svelargli nulla
e facendogli credere ciò che meglio crede Orwell.
Terminando, non vi voglio anticipare nulla sul finale del libro poiché esso è
straordinariamente sorprendente e lascia il lettore in uno stato di profonda
meditazione, aprendo nella sua mente interrogativi e campi di pensiero in
precedenza (parlo della mia esperienza) sconosciuti.
Fede
Curiosità
9
I PHONE 5
Lo scorso 12 settembre è avvenuta la tanto
attesa presentazione ufficiale del nuovo
iPhone 5, ovvero la sesta generazione del
telefonino che, in un certo senso, ha
cambiato il mondo della tecnologia. Tutto
cominciò nel 2007 quando Steve Jobs (il
geniale fondatore della Apple, che circa
un anno fa ci ha lasciato) presentò il
primissimo modello di iPhone: fu una vera
rivoluzione che lasciò tutti a bocca aperta
in quanto non si era mai visto prima un
telefono che fosse dotato di tutte quelle funzioni; un apparecchio del
genere era soltanto frutto della nostra immaginazione! Oggi il telefono
in questione ha molti concorrenti sul mercato: alcuni esempi possono
essere il Galaxy della Samsung, gli Windows Phone della Nokia, la
nuova generazione dei BlackBerry e tanti altri! Insomma, questi nuovi
modelli di telefono cellulare denominati
“smartphone” hanno avuto un grande
successo negli ultimi anni, un successo tale da
sminuire in un certo senso l’esordio dei nuovi
modelli, come appunto l’iPhone 5, che pur
essendo sempre un prodotto di tutto rispetto,
non è più una novità, ma un gioiello che anno
dopo anno viene raffinato e migliorato poco
alla volta. La “colpa” non è delle case
produttrici, ma delle nostre aspettative, fa un
certo effetto pensare a come in pochi anni il
mondo sia cambiato… e sicuramente
continuerà a cambiare grazie a colpi di genio
come questo!!!!
Drusi
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Giochi
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ORIZZONTALI:
1. Per molti è ricominciata il 12 settembre – 7. L’antica piazza di Atene – 12. Di libri o
di perle – 13. Grande lago asiatico – 14. Accomunano aerei e uccelli – 15. Il nichel del
chimico – 16. Millisecondo (abbr.) – 17. 550 romani – 18. Una provincia veneta – 19.
Lo stupefacente ottenuto dal Papaver somniferum – 21. Dispari nel pasto – 22.
Contengono Halloween – 23. Il cantante Cellamare – 24. La doppiatrice Spinelli (iniz.)
– 25. Ripudiato, emarginato – 28. Le vocali del testardo – 30. In un detto non è acqua –
32. Fiori non ancora aperti – 34. Uguale nei prefissi – 35. In mezzo ai fiori – 36. Un
capoluogo tra i monti.
VERTICALI:
1. Si comprano a paia – 2. Un simbolo della capitale – 3. L’albero delle ascolane – 4. Il
centro del polo – 5. Regione piemontese famosa per i vini – 6. Non cationico – 8.
Grande spavento… nei fumetti – 9. Un po’ di orata – 10. Era Ga Ga per i Queen – 11.
Andiamo… a Nizza – 16. Un pezzo di artiglieria – 20. Il brindisi dei latini – 25. Rauco,
afono – 26. Lei – 27. Trieste sulle auto – 29. Precede Castello in provincia di Catania –
31. Prefisso per sei – 32. Brescia sulle auto – 33. Infrarosso.
ANDREA
11
Giochi
PUZZLE
…ORATORIO…
Cercate e cancellate nello schema le parole riportate in fondo. Possono essere
scritte in ogni direzione (verticale, orizzontale, diagonale) e in ogni verso (sia da
destra a sinistra e viceversa, sia dall’alto in basso e viceversa). Al termine, con le
lettere avanzate si troverà la soluzione proposta dal quesito nella chiave.
Chiave: Il nostro santo… (9)
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ALLEGRIA,
ANIMAZIONE,
CALDO,
CAMPO,
Parole:
CANCELLO,
CATECHISTA,
COMUNITA’,
EDUCATORI,
FERIALE, FESTA, GRANITA, INNI, MOTIVO, PALLAVOLO,
PRANZO, REGOLE, SENSO, STELLE, TELI, TINTA, ZOLLE.
Claudio
12
Cucina
Pensieri e Cucina
CROSTATA ALLA MARMELLATA
“A MODO MIO”
Cari lettori,
leggendo il titolo della ricetta che a breve vi illustrerò vi sembrerà che
sia qualcosa di semplice, quasi banale, e invece vi stupirà. Ho preso
spunto da una crostata austriaca chiamata “Linzer Torte” , una delle più
antiche torte al mondo, la cui preparazione è di media difficoltà, ma
grazie a qualche piccolo arrangiamento che ho adottato il risultato credo
soddisferà anche i palati più esigenti.
Incominciamo elencando gli ingredienti:
-250g di burro
-2 cucchiaini di cannella in polvere
-300g di farina 00
-200g di nocciole
-½ limone
-1 uovo intero e 1 tuorlo
-200g di zucchero semolato
-2 cucchiai di zucchero vanigliato
-1 vasetto di marmellata alle fragole (circa 350g)
Incominciamo mettendo a tostare le nocciole in
forno per 10 min, dopodiché le tritiamo per bene
cercando di raggiungere la consistenza quasi
impalpabile della farina. Poniamo a fontana la
farina 00 e quella di nocciole. Aggiungiamo lo
zucchero semolato e quello vanigliato e i due
cucchiaini di cannella.
Cucina
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Tagliamo a pezzettini il burro ammorbidito a temperatura ambiente e li
mettiamo tutt’intorno alla fontana. Al centro della fontana stessa
aggiungiamo, invece, l’uovo intero, il tuorlo e il succo di mezzo limone.
Pian piano raccogliamo tutti gli ingredienti e impastiamo il tutto per
pochi minuti. Rivestiamo l’impasto con la pellicola trasparente e la
lasciamo riposare per un’ora in frigo affinché sia più malleabile.
Trascorso il tempo indicato, togliamo l’impasto dal frigo e rivestiamo
con carta forno la teglia dotata di cerniera, che facilita l’estrazione della
torta evitando di rovinarla. Dividiamo in due parti l’impasto: con la
prima parte stendiamo la base della crostata. La peculiarità del composto
di questa crostata è quella di essere davvero molto morbido e untuoso,
perciò di difficile stesura. Non preoccupatevi se non riuscite a porre la
base nella teglia in maniera uniforme, perché la soluzione consiste in
tanta
pazienza
nella
composizione direttamente
nella tortiera compattando
la frolla con l’aiuto degli
utensili migliori: le mani.
Dopo aver formato il nostro
guscio, poniamo sullo
stesso le briciole di due
biscotti
secchi,
che
eviteranno che la torta
risulti troppo umida e di
conseguenza
che
non
cuocia bene. Prendiamo la marmellata e la spalmiamo sulla frolla. Con
la restante parte dell’impasto formiamo le classiche striscioline della
crostata. In una ciotola sbattiamo l’uovo con due cucchiai di latte e
zucchero vanigliato e spennelliamo la torta con questa emulsione.
Inforniamo il dolce per circa 50 min a 180 gradi. Come ben si può notare
il procedimento è lungo ma le vostre fatiche verranno per certo ripagate
quando gusterete questo dolce a merenda con i vostri bambini o a
colazione!
CHIARA
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Esperienze
SILK ROAD RACE
2012
Sono all'incirca le tre dell'ennesimo, caldo, afoso, torrido pomeriggio in Asia
Centrale. Il sole è alto nel cielo e si riflette sul cofano bianco della nostra Seat
Arosa. Sul cruscotto il contachilometri segna 8497, tanta è la distanza che ormai ci
separa da casa, da quella sera in cui abbiamo salutato amici e parenti accorsi a villa
Litta e, insieme ad altri otto team, abbiamo cominciato la nostra lunga corsa verso
oriente. Dopo venti giorni di viaggio, qui a Dushanbe, nel cuore del Takjikistan, ha
termine il Silk Road Race, rally non competitivo di beneficenza organizzato
dall'associazione “Partenza Intelligente”, i cui proventi andranno all'ONG CeSvi
(Cooperazione e Sviluppo), con partenza da Lainate ed arrivo proprio nella capitale
tajika.
Percorrendo le ultime centinaia di
metri di strada, dissestata come
sempre, non possiamo non pensare a
tutto quello che abbiamo vissuto
durante la nostra cavalcata verso Est.
Abbiamo lasciato l'Italia nelle prime
ore di una calda Domenica di fine
Luglio e ci siamo tuffati verso Sud
attraverso i Balcani, una terra che
ancora oggi è alla disperata ricerca di
una normalità che stenta ad arrivare a
più di quindici anni dalla
conclusione delle sanguinose guerre seguite al disfacimento della Yugoslavia.
Pochi giorni dopo, oltrepassando lo stretto del Bosforo, abbiamo salutato anche la
cara vecchia Europa, immergendoci nelle mille meraviglie e nelle mille
contraddizioni della Turchia, paese sospeso tra due continenti, dove convivono
città antiche di millenni e metropoli modernissime, dove una sfrenata rincorsa al
progresso e allo stile di vita occidentale si mescolano a tradizioni di un altro tempo
e di un altro mondo, creando una commistione tra passato, presente e futuro unica
al mondo. Abbiamo lasciato alle nostre spalle Istanbul ed Ankara, la Cappadocia e
il lago di Van, cuore della lotta per l'indipendenza Kurda, e siamo entrati in Iran, il
Paese che più di tutti ha solleticato la nostra curiosità alla vigilia della partenza.
Tante sono le cose che abbiamo sentito, tante sono le cose che vengono dette a
proposito di questa nazione. Abbiamo impiegato poche ore per capire che
pressoché nessuna delle informazioni che arrivano in occidente a proposito del
popolo che abita l'antica Persia corrisponde a verità.
Esperienze 15
L'Iran è una terra magnifica, ricca di storia e di cultura come poche altre al mondo,
che poco a da invidiare a qualunque altra nazione in quanto a bellezze naturali ed
architettoniche. Ma quello che ricorderemo con più piacere di questa terra sono le
persone, con la loro calda e avvolgente ospitalità che ci ha accompagnato durante
tutta la nostra permanenza in Iran, tra un invito per un “chay” (il the iraniano) e
una cena consumata direttamente sul tappeto con tutta una famiglia riunita come
per le grandi occasioni. Colmi di questo illimitato spirito di accoglienza e con non
poco dispiacere, abbiamo lasciato anche l'Iran, giungendo in Turkmenistan e
attraversando il temibile deserto del Karakum, enorme distesa di sabbia
punteggiata da accampamenti di pastori che si appostano curiosi sul ciglio della
strada per assistere al passaggio della nostra auto buffamente colorata, rallentata
dalla pessima qualità dell'asfalto, se non dalla totale assenza di esso. Ci siamo
lasciati alle spalle anche questa terra di deserti e dittatori megalomani, dove più che
in ogni altro luogo si ha l'impressione che l'Unione Sovietica non appartenga al
passato ma sia viva e presente, per ritrovarci catapultati in Uzbekistan, il vero
cuore pulsante dell'Asia Centrale,
epicentro politico ed economico di questa
travagliata regione. Abbiamo dimenticato
in fretta villaggi di pastori e città postsovietiche, perché ad accoglierci
abbiamo trovato due delle più antiche,
famose e fantastiche città del mondo:
Bukhara e Samarcanda travolgono infatti
i loro visitatori con la loro storia
millenaria e con i loro mille monumenti.
Non serve una guida per visitarle, non
servono cartine e opuscoli per turisti: basta prendersi il proprio tempo e vagare
senza meta per le strade assolate di questi due ex-emirati per incontrare un
susseguirsi di madrasse, moschee, minareti, bazar, immersi in un caleidoscopio di
colori dati dalle stupende maioliche che ricoprono ogni edificio. Abbiamo poi
superato le aride montagne dell’Uzbekistan meridionale e abbiamo sfiorato il
confine con l'Afghanistan, la cui vicinanza si può avvertire dall'aumento
esponenziale del numero di check-point e di “militsia” (termine locale per
“polizia”) lungo le strade. Infine, abbiamo superato anche l'ultima dogana e dopo
una sessantina di chilometri di strada ai limiti dell'impraticabile siamo arrivati qui,
alle porte di Dushanbe, alle soglie della nostra meta. Un ultimo sguardo indietro e
poi possiamo ripartire. Tra poco raggiungeremo il centro della capitale tajika ed
allora il nostro viaggio potrà dirsi veramente concluso, almeno per ora...
Luca
(Per approfondire e vedere un po’ di foto, vi invitiamo a visitare la pagina di
Facebook http://www.facebook.com/arosadeiventi)
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Cultura
Picasso. Chi non conosce Picasso? Forse il più noto artista del Novecento.
Palazzo Reale di Milano gli dedica un’importante mostra, aperta dal 20
settembre al 6 gennaio, che lo celebra con una serie di opere in prestito dal
Museo Nazionale di Picasso a Parigi. Un’occasione unica per conoscere
questo eccentrico pittore, che ha rivoluzionato l’Arte contemporanea: la
mostra ospita ben duecento dipinti, attraverso i quali si delinea il suo
percorso artistico in tutte le varie fasi.
Pablo Picasso nasce nel 1881 a Malaga, in Spagna. La sua carriera artistica
comincia quando si trasferisce a Parigi, nel 1900. Sono gli anni in cui
Picasso inizia a delineare uno stile personale, che si esprime nei famosi
dipinti del “periodo blu”, malinconici e introspettivi, a cui seguono quelli
del “periodo rosa”, più allegri e positivi.
La svolta arriva intorno al 1907. Nella
Francia coloniale si diffonde l’interesse per
l’arte esotica. A Parigi si aprono le prime
mostre di Arte Africana. Le figure dai volti
allungati, le maschere dagli occhi
triangolari, i lineamenti primitivi delle
statue
colpiscono
profondamente
l’immaginazione di Picasso, che inizia a
sviluppare un’arte nuova, nella quale le
figure vengono snaturate e scomposte sulla
tela. Con il dipinto Les demoiselles
d’Avignon nasce il Cubismo. I corpi sono appiattiti sulla tela. Macchie rosa,
linee spezzate, volti asimmetrici. Tutti i fondamenti della pittura vengono
abbandonati. Non c’è prospettiva, non c’è profondità. I soggetti del quadro
vengono quasi “appiccicati sulla tela”, allo spettatore è lanciata una sfida:
ricomporre le figure all’interno della propria mente.
Gli anni successivi sono all’insegna del cubismo. Prima la fase del
“cubismo analitico”, sviluppato con Braque, nel quale l’immagine è
scomposta in una miriade di piani solidi intersecati secondo angolazioni
diverse, ottenendo in pratica l’effetto di un’esplosione del soggetto. Segue
poi il “cubismo sintetico” nel quale pezzi di legno, lettere di giornale e altri
oggetti entrano nello spazio del quadro: è il mondo reale che si integra con
quello dell’arte.
Cultura
17
In seguito alla prima guerra mondiale, lo stile di Picasso cambia ancora e
recupera le forme e i motivi del classicismo e del Rinascimento italiano.
L’influenza del surrealismo lo porta a un’ulteriore evoluzione dello stile. Ne
è un esempio il motivo del Minotauro, che ricorre in numerosi dipinti, fino
ad apparire nel più celebre: Guernica.
Gli ultimi anni sono caratterizzati da un
produzione varia e sterminata, volta alla
sperimentazione di varie forme d’arte:
dalla scultura alle acqueforti, che
continua fino alla morte del pittore,
avvenuta nel 1973 per infarto.
Picasso è stato un artista unico, che ha avuto il coraggio di scardinare tutti i
fondamenti dell’arte, e ha aperto nuove forme di espressione alla ricerca
artistica.
Molto spesso si sente dire che in fondo saremmo capaci tutti di disegnare
come Picasso. Purtroppo non è così. Ciò che lo caratterizza, forse più delle
doti tecniche, è la capacità finora ineguagliata, di trasmettere le emozioni
attraverso l’uso di linee spezzate e accostamenti di colori. È come se,
distruggendo la forma esteriore, riuscisse a catturarne l’interiorità e a
rappresentarla sulla tela: che sia gioia, malinconia o disperazione. Pochi
artisti sono riusciti a creare opere capaci di fermare in
maniera altrettanto incisiva un momento storico, una
sensazione o il carattere di una persona. Ancora meno
riescono ad emozionare come lui. Non importa quanto
si capisca l’arte. La mostra vale la pena perché offre
l’opportunità di vedere dal vivo quadri di un artista che
per quasi un secolo ha rappresentato l’animo umano, e
che per fare questo non ha avuto paura di disegnare gli
occhi sulla fronte, le lacrime aguzze come cocci di
vetro, i sorrisi storti, la pelle colorata di viola...
Un piccolo aneddoto per concludere!
Un uomo criticò Picasso perché creava arte poco realistica. Picasso gli
chiese: «Mi può mostrare dell'arte realistica?» L'uomo gli mostrò la foto
della moglie. Picasso osservò: «Quindi sua moglie è alta cinque centimetri,
bidimensionale, senza braccia né gambe, e senza colori tranne sfumature di
grigio?»
Alessia
18
Soluzioni Giochi
SOLUZIONI GIOCHI DI GIUGNO
Soluzione Labirinto
Soluzione Labirinto-Gam
Soluzione del Cruciverbone
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Soluzione del Puzzle: SALENTO
La Redazione
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Calendario 19
APPUNTAMENTI DI OTTOBRE
Preadolescenti (‘99-’00):
Venerdì 12, ore 20.00: Incontro di Comunità
(a Usmate)
(Gli incontri successivi verranno comunicati in seguito)
Adolescenti (‘96-’97-‘98):
Domenica 7, dalle ore 10.00: Domenica Insieme
(a Ronco)
Domeniche 14-21-28, ore 20.30: Catechesi
(a Carnate)
18enni (‘93-’94-‘95):
Domeniche 7-14-28, ore 20.30: Catechesi
(a Carnate)
Domenica 21, ore 20.30: Facciamo catena
Giovani (dal ’92)
Giovedì 4 e 25, ore 21.00: Catechesi
Nella settimana 11-18: Facciamo catena
PER TUTTI
-Domenica 30 Settembre, ore 11.00: S. Messa in Oratorio (in chiesa parrocchiale in
caso di pioggia)
-Domenica 30 Settembre, nel pomeriggio: Stand e giochi in Oratorio
LA REDAZIONE
Per commenti e osservazioni scrivete alla casella e-mail de “Il Bagliore”: [email protected]
Visitate il nostro sito: www.ilbagliore.altervista.org
“Il Bagliore” esce in collaborazione con:
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Redazione de "Il Bagliore"