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[PAYS.DOC]
Paesaggio dei rilievi prealpini
Osservatorio virtuale del paesaggio mediterraneo
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Varesotto
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Il Campo dei Fiori
Il Varesotto detiene, a livello regionale, il
primato della più ampia superficie boschiva.
L’asse stradale Varese- Laveno, in qualche
misura, assorbe gli urti dell’espansione
dell’area metropolitana verso le Prealpi.
Morfologicamente articolato, il sistema delle
valli e delle convalli varesine isola le maggiori
emergenze montuose e movimenta i quadri
percettivi, mutevoli e diversificati nel volgere
di brevi spazi. Il caso più eclatante è quello
della soglia di Ponte Tresa che sul margine alto
della Val Marchirolo, dopo un angusto
percorso vallivo, apre di fronte a sé lo scenario
inatteso del Ceresio. Questa separazione di
spazi contribuisce a formare unità territoriali
ben riconoscibili, quali il Luinese e la Val
Veddasca, la Valtravaglia e le altre vallate
contermini (Val Cuvia, Valganna, Valceresio,
Val Marchirolo), l’Anglante (sub-area che
comprende le colline e i bacini morenici a sudovest di Varese), la Valle Olona e la Valle
dell’Arno.
È dal Campo dei Fiori (m 1226), ogg tutelato a
parco naturale, che ci si rende conto della
variegata mor fologia della par te più
occidentale della fascia prealpina lombarda.
L’orizzonte più lontano delle Alpi si apre a
oriente con i famigliari contorni delle Grigne
(più vicino, il Generoso), si svolge con la lunga
cresta delle montagne ticinesi e ossolane e si
chiude a occidente con il massiccio del Rosa,
inaspettatamente a ridosso della pianura. Qui controluce nelle brume basse così frequenti emerge tutta una vasta prospettiva di cuspidi,
campanili, grattacieli; qua e là, a seconda del
gioco delle luci e del frapporsi di quinte rilevate
o boscose, i riflessi dei corsi e degli specchi
d’acqua dei tanti fiumi e laghi che vivacizzano
la regione.
Se le vallate varesine attorno al Campo dei
Fiori sono a buon diritto inseribili nel
complesso delle Prealpi, la zona a nord del
fiume Tresa, ovvero le vallate del Luinese (Val
Veddasca, pianori di Agra e Dumenza) si
avvicinano di più, per caratteri fisici e culturali,
alla montagna alpina. Ne sono riprova le
architetture contadine (in pietra a vista), la
disposizione altimetrica di ‘monti’ e ‘alpi’, la
difficoltà di accesso (Monteviasco è tuttora il
solo centro permanentemente abitato della
Lombardia non raggiungibile da una strada
carrozzabile). La cornice a lago (Verbano)
delle valli del Luinese accresce poi il
particolare pregio paesaggistico dei luoghi,
ben sintetizzabili nei borghi di Maccagno e
Tronzano.
Il turismo dei pionieri
I centri e i nuclei storici
Dal balcone panoramico del Campo dei Fiori
(o dal piazzale del Cannone, al quale si
riferisce la foto d’apertura di questa scheda)
sono percepibili gli andamenti divergenti delle
catene che fanno da basamento alla dorsale
delle Alpi e la contengono. Si possono
distinguere le grandi valli trasversali occupate
dai laghi, formatesi in epoca glaciale. I
ghiacciai hanno modificato l'antica orografia,
aprendovi nuove valli (del Ticino, dell'Adda) e
lasciando quelle più piccole quali valli pensili
(d'Intelvi, di Menaggio). Sono anche evidenti i
depositi delle glaciazioni che hanno modellato
i rilievi fino a una certa altezza, ammorbidito le
pendici e isolato i gruppi più aspri.
Il turismo di villeggiatura, a cavallo fra ‘800 e
‘900, corrispose ai desideri della società
borghese in pieno rigoglio. «Chi ha bisogno di
respirare del buon ossigeno non vada a
comperarlo insaccato dallo speziale, venga a
Varese e lo troverà», proclamava nel 1892 un
opuscolo locale. Non fu un invito disatteso:
già si decretava il successo di famosi alberghi
varesini con livelli di comfort di rango
internazionale, mentre nuove ville eclettiche si
venivano affiancando alle residenze patrizie
del XVIII secolo. A partire dal dopoguerra, col
mutare dei gusti e delle mode, la vocazione
turistica del Varesotto — specie per il turismo
d’élite — prese a vacillare. In tutto ciò
contarono molto gli effetti
dell'industrializzazione e dell'urbanizzazione,
quest'ultima incentivata anche dalla diffusione
delle stesse residenze secondarie che,
modificando i luoghi, ne alterarono l'immagine
più apprezzata.
Girando fra i vicoli, intessuti con il tipico
acciottolato lombardo (la 'rissada'), si
apprezza il carattere dei nuclei storici delle
valli. Vi affacciano spesso eleganti dimore
contadine del XVIII-XIX sec. Sono edifici
disposti su tre lati (il quarto serve d'accesso
ma è spesso un portone ricavato in un corpo
di fabbrica) attorno a una 'corte' dove alle
abitazioni si accostano le legnaie, le stalle, i
fienili e i depositi per gli attrezzi. Delle case
fanno spicco il porticato e i loggiati a uno o
due piani su pilastri in pietra o, a volte, anche
su rustiche colonne. Qualche mano di
intonaco copre la pietra 'a spacco' ma non
cancella del tutto quella continuità materiale
che lega l'uomo e la sua casa alla terra. Festoni
di glicine, pergole di vite, edere e gerani
inteneriscono la durezza della pietra. L'effetto
d'insieme dimostra il razionale uso delle
risorse locali: calce, pietra (rosata dai toni del
porfido), legno, coccio di laterizio. I boschi di
castagno circondano i villaggi, le cave di pietra
erano un po' dovunque, le fornaci pure.
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Le valli varesine
Valli sospese e idrografia
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La montagna varesina
LOM-08
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Montagna
Collina
Pianura
Litorale
Tipo di paesaggio prealpino delle vallate varesine.
Punto di ripresa: piazzale del Cannone, Campo dei Fiori (comune
di Varese).
Altezza: 1089 m
Orientamento: N
Riferimento geografico: 45°52'08.20"N – 8°46'45.14"E
Riferimento cartografico: CTR 1:10.000, foglio A4d4
Varesotto è termine geografico probabilmente improprio
ma che, in generale, designa la porzione della provincia di
Varese più connotata nei suoi caratteri paesistici. Il termine
stesso è stato spesso usato, nella terminologia turistica,
come sinonimo di area dai dolci contorni collinari o
prealpini, disseminata di piccoli specchi lacustri, ma non
priva di alcune sue riconoscibilissime specificità
orografiche, come il Sacro Monte di Varese e il vicino
Campo dei Fiori o come il Sasso del Ferro sopra Laveno.
D’altro canto, la celeberrima veduta ottocentesca della
Gazzada, alle porte di Varese, identifica e testimonia l’alto
valore paesaggistico di questo territorio. Varese stessa si è
connotata nel passato, assieme alle sue ‘castellanze’,
come modello di città giardino, meta ambita dei villeggianti
milanesi.
catena alpina
depositi alluvionali
formazioni porfiriche del Varesotto
Brinzio
boschi cedui
emergenze calcaree
sedimentarie
depositi morenici interglaciali
(Brinzio)
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Paesaggio dei rilievi prealpini
Osservatorio virtuale del paesaggio mediterraneo
Varesotto
LOM-08
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Illustrazione - réclame - di un albergo varesino nello stile floreale in voga all’inizio del Novecento
(Albergo Viggiù, Viggiù)
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«Dal Sacro Monte, alto su Varese, sembra di guardare giù una carta ortografica, un modello
finto. E oltre, all’orizzonte, dopo laghi e ville, non appare un orizzonte naturale, verso
Milano, ma un lago immenso e verde pallido di abitazioni e stabilimenti, laborioso e
malinconico: l’Appennino dove comincia l’Italia della mia memoria è lontanissimo»
1 Dimora rurale a portico e logge a Brinzio.
2 Il giardino terrazzato della Villa Bozzolo a Casalzuigno.
Ottiero Ottieri, La linea gotica, 1966
3 Bedero Valcuvia.
4 L’abbazia di Ganna.
Esempi di murature di edifici nelle valli varesine: a) zona collinare e di alta pianura in
ciottoli di fiume e corsi di laterizio; b) zona di collina e prealpina in pietrame di torrente
misto a pietra di cava stratificata; c) zona di montagna in pietra calcarea e/o cristallina
stratificata.
5 Lozzo, villaggio di pendio in Val Veddasca.
6 Il villaggio abbandonato di Ronco in Val Veddasca.
7 Veduta di Santa Maria del Monte (Varese).
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8 Monteviasco.
9 Betulle al Pian di Qiro.
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