Commissione Europea Sommario Natura 2000 – parte di un paesaggio vivente pagg 3 Gestire i siti di Natura 2000 pagg 4 L’agricoltura e Natura 2000 pagg 6 Silvicoltura e Natura 2000 pagg 8 Attività ricreative nell’ambito di Natura 2000 pagg 10 Valutare nuovi progetti di sviluppo pagg 12 Natura 2000: sfatare i miti pagg 14 Europe Direct è un servizio che aiuta i cittadini a trovare risposte alle domande sull’Unione europea – Nuovo numero verde: 00 800 6 7 8 9 10 11 Numerosi complementi di informazione sull’Unione europea sono disponibili su Internet tramite il server Europa (http://ec.europa.eu). Ulteriori informazioni sulla politica della Commissione Europea sulla natura sono disponibili sul sito http://ec.europa.eu/environment/nature/index_en.htm I dati di catalogazione sono riportati alla fine della pubblicazione. Lussemburgo: Ufficio delle pubblicazioni ufficiali delle Comunità europee, 2009. Tutte le fotografie della presente pubblicazione sono protette da copyright. Nessuna foto può essere utilizzata senza esplicita autorizzazione dei fotografi. Cover: Christopher Achemeier; Nationalpark Hainich; Lorne Gill/SNH; Espaces Naturels de France (ENF); Kerstin Sundseth/ Ecosystems LTD; Hortobagy National Park Pagg 3: English Nature; Pauliina Kulmala; Kerstin Sundseth/ Ecosystems LTD; Eduardo de Miguel/Fundacion Global Nature Pagg 4 & 5: Kerstin Sundeth/Ecosystems LTD; Espaces Naturels de France (ENF); Catherine Keena; Hortobagy National Park; Archiv der Abteilung Umweltschutz, Amt der Tiroler Landesregierung Pagg 6 & 7: Christopher Achemeier; Rüdiger Specht/Untersee life; F. Kis/WWF Hungary; E. Stegmaier – RP Freiburg; Fundacion CBD Habitat; APCOR; Voldemar Rannap; Susanne Forslund Pagg 8 & 9: Nationalpark Hainich; John Houston; Buchenwaldinstitut.e.V; Forstliche Versuchs- und Forschungsanhalt, Abt. Landespflege, Arbeitsbereich Wildökologie; Jorma Luhta; Peter Creed Pagg 10 & 11: Lorne Gill/SNH; George Logan/SNH; Kerstin Sundseth/Ecosystems LTD; FACE; Micheal O’Briain; Diego L Sanchez; K Taskinen ISBN 978-92-79-11548-6 Pagg 12 & 13: Lorne Gill/SNH; Rotterdam flygbild; Peter Creed; Stuart Elsom © Comunità europee, 2009 Riproduzione autorizzata con citazione della fonte. Tutte le fotografie della presente pubblicazione sono protette da copyright e non possono essere utilizzate per scopi diversi senza esplicita autorizzazione dei fotografi. Pagg 14 & 15: Wolfgang Hochhardt, NABU/Untersee LIFE project; LPN; John Houston; LIFE New Forest Partnership; Spanish Cetacean Society SEC; Jim Asher Stampato su carta riciclata che ha ricevuto il marchio europeo di qualità ecologica per la carta grafica http://ec.europa.eu/environment/ecolabel/index_en.htm La rete Natura 2000 dovrebbe arrivare a coprire circa un quinto del territorio dell’UE. Ciò significa che essa costituirà parte integrante del nostro paesaggio rurale, in cui le persone svolgono un ruolo centrale La rete Natura 2000 è stata istituita nel 1992 con l’adozione della direttiva “habitat” che, unitamente alla direttiva “uccelli”, costituisce la pietra angolare della politica europea di conservazione della natura. Una politica che costituisce la risposta dell’Europa in materia di conservazione della biodiversità, conformemente agli impegni sottoscritti nell’ambito della Convenzione sulla biodiversità, nonché uno degli elementi principali dell’impegno sottoscritto dai capi di Stato e di governo europei al vertice di primavera di Goteborg (2001) di “arrestare la perdita di biodiversità entro il 2010”. Le modalità con le quali questi ambiziosi obiettivi saranno raggiunti sono descritte nel Piano d’azione europeo sulla Biodiversità del giugno 2006. La rete Natura 2000 ha come obiettivo la protezione e la gestione delle specie e degli habitat vulnerabili europei, a prescindere dai confini nazionali o politici. Natura 2000 non è tuttavia un sistema rigoroso di riserve naturali da cui sono sistematicamente escluse tutte le attività dell’uomo. L’approccio adottato , al contrario, riconosce che l’uomo è parte integrante della natura e che uomo e natura danno il meglio cooperando tra di loro. In realtà il valore di molti siti Natura 2000 sta proprio nelle modalità con cui sono stati gestiti fino a oggi ed è importante che certe attività che si svolgono al loro interno (ad esempio l’agricoltura estensiva) possano continuare anche in futuro. Questo approccio presenta numerosi vantaggi, sia per quanto riguarda la conservazione della natura sia per chi vive e lavora nelle zone rurali. Coinvolgendo attivamente nella gestione dei siti Natura 2000 i diversi utilizzatori, è possibile garantire il mantenimento degli habitat seminaturali e delle specie vulnerabili che dipendono da una gestione efficace. Analogamente, le stesse dimensioni di Natura 2000 ne fanno un potente alleato per mantenere la redditività economica e il tessuto sociale di molte zone rurali europee e la rete può creare nuove opportunità di diversificazione economica e di investimenti interni. È un dato di fatto ormai riconosciuto ai più elevati livelli politici. La recente riforma della politica agricola comune ha disaccoppiato i pagamenti dalla produzione, sostituendoli con un pagamento unico per azienda basato sulle buone condizioni agronomiche e ambientali. Il campo di applicazione delle misure che possono essere finanziate nell’ambito del regolamento sullo sviluppo rurale è stato dunque ampliato. Uno degli obiettivi del regolamento è quello di migliorare l’ambiente e il paesaggio mediante misure di gestione del territorio con effetti benefici per la biodiversità dell’Europa e, più in particolare, per la rete Natura 2000. Nel presente opuscolo vengono esaminate le implicazioni in materia di gestione di Natura 2000 in diversi ambiti di uso del territorio e esplorate le possibili opzioni di collaborazione con diversi gruppi di interesse per tutelare il rilevante patrimonio di biodiversità europeo e promuovere lo sviluppo sostenibile. Ulteriori informazioni su questi aspetti e sui documenti di orientamento della Commissione sono disponibili sul seguente sito dedicato della Commissione europea: http://ec.europa.eu/environment/nature/ 3 Natura 2000 si ispira al principio dello sviluppo sostenibile. Il suo obiettivo non è quello di bloccare le attività economiche bensì di fissare i parametri all’interno dei quali queste attività possono avere luogo salvaguardando la biodiversità europea In che modo vengono scelti i siti? collaborazione con gli Stati membri e gli esperti scientifici. La rete Natura 2000 si compone di zone speciali di conservazione (ZSC) scelte per uno o più dei 230 tipi di habitat minacciati e dellepiù di mille specie indicate negli allegati della direttiva “habitat”. Essa comprende anche zone di protezione speciale (ZPS), classificate nell’ambito della direttiva “uccelli” per circa 190 specie di uccelli in pericolo, e zone umide di importanza internazionale. Alcune zone di grande importanza sono al contempo ZSC e ZPS. A tutt’oggi la rete Natura 2000 comprende circa 25.000 siti che nell’insieme coprono quasi un quinto del territorio europeo. L’obiettivo è fare in modo che le specie e gli habitat vulnerabili siano mantenuti o, laddove necessario, ripristinati in uno stato di conservazione soddisfacente in tutte le loro aree naturali di distribuzione in Europa. I siti sono selezionati, in base alla Direttiva “habitat”, in tre fasi. ➤ La terza fase prevede che i siti di importanza comunitaria selezionati entrino a far parte della rete Natura 2000. A questo punto gli Stati membri hanno sei anni di tempo per designare tali siti come zone speciali di conservazione (ZSC) e, se necessario, adottare opportune misure di gestione per ripristinare o mantenere le specie o habitat in uno stato di conservazione soddisfacente. I siti designati in base alla Direttiva “uccelli” invece, seguono una diversa procedura: essi sono classificati dagli Stati membri e, una volta valutati, sono inclusi direttamente nella rete Natura 2000. Quali sono gli obblighi da rispettare nei siti natura 2000? ➤ La prima fase prevede una valutazione scientifica a livello nazionale. Ogni Stato membro individua i siti e le specie importanti presenti sul suo territorio sulla base di criteri scientifici comuni. L’elenco nazionale dei siti è quindi trasmesso ufficialmente alla Commissione europea. ➤ La seconda fase prevede la selezione di siti di importanza comunitaria dagli elenchi nazionali sulla base di una delle nove regioni biogeografiche europee. Questa selezione è operata dalla Commissione europea in stretta 1 La rete Natura 2000 è stata istituita dalla direttiva 92/43/CEE del Consiglio, del 21 maggio 1992, relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche e dalla direttiva 79/409/CEE del Consiglio, del 2 aprile 1979, concernente la conservazione degli uccelli selvatici. 4 Poiché ciascuna regione biogeografica copre diversi Paesi o parti di Paesi che presentano condizioni naturali simili, i siti possono essere scelti in funzione delle aree di distribuzione di ciascun tipo di specie o habitat, a prescindere dai confini nazionali o politici. La direttiva prevede che, nei siti di Natura 2000: ➤ sia vietato lo svolgimento di attività che potrebbero perturbare in misura rilevante le specie o deteriorare gli habitat per la salvaguardia dei quali il sito è stato designato; ➤ siano adottate misure adeguate, ove ciò sia necessario, per ripristinare e mantenere gli habitat e le specie in uno “stato di conservazione soddisfacente” nelle loro aree naturali di distribuzione. Spetta agli Stati membri decidere quali misure adottare per garantire da un punto di vista giuridico la conservazione dei siti. Essi possono adottare disposizioni di tipo: • normativo (ad esempio, creare riserve naturali), Natura 2000: partner per la conservazione • • contrattuale (ad esempio, sottoscrivere accordi di gestione con i proprietari terrieri), o amministrativo (mettere a disposizione i fondi necessari per la gestione del sito). Qualsiasi metodo utilizzato deve tenere conto di tutti i fattori economici, sociali e culturali nonché delle caratteristiche locali e regionali delle zone interessate. Questo principio è sancito dalla Direttiva “habitat”. Orientamenti della Commissione Per facilitare la comprensione delle disposizioni delle direttive “natura”, con riferimento alla gestione dei siti di Natura 2000, la Commissione ha pubblicato un manuale di interpretazione che fornisce linee guida dettagliate sull’argomento. http://ec.europa.eu/environment/ nature/natura2000/management/ guidance_en.htm Regioni biogeografiche dell’Unione europea. ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ Alpina Atlantica Mar Nero Boreale Continentale Macaronesica Mediterranea Pannonica Steppica Partecipazione dei gruppi di interesse Ciò implica, in pratica, lavorare in stretta collaborazione con i proprietari terrieri e i gruppi di interesse all’interno o in prossimità dei singoli siti Natura 2000 per concordare le modalità più appropriate di conservazione delle specie e degli habitat presenti in tali siti, rispettando al contempo il contesto socioeconomico. La Direttiva “habitat” raccomanda l’adozione di piani di gestione che permettano di avviare un dialogo tra tutte le parti interessate per concordare soluzioni pragmatiche di gestione delle singole zone. Per quanto non obbligatori, i piani di gestione sono strumenti utili in quanto: • permettono di registrare le necessità delle specie e degli habitat presenti in un sito e di indicare quindi con chiarezza cosa vada conservato e in che modo; • analizzano il contesto socioeconomico e culturale della zona e le interazioni tra lo sfruttamento del territorio e le specie e gli habitat presenti; • mettono a disposizione un forum aperto al dibattito tra i diversi gruppi di interesse e aiutano a creare il consenso sulla gestione a lungo termine dei siti; • creano un senso di responsabilità condivisa sui risultati finali; • aiutano a trovare soluzioni pratiche di gestione che siano al contempo sostenibili e perfettamente integrate con gli altri usi del territorio. Natura 2000: partner per la conservazione È vero che… • • • • molte pratiche di utilizzo del territorio continueranno regolarmente perché sono già compatibili con la conservazione degli habitat e delle specie presenti nei siti laddove le attività svolte incidono negativamente sulle specie e gli habitat presenti nei siti, sono spesso possibili adeguamenti che non mettono a rischio la produttività le attività di gestione che favoriscono la conservazione della natura possono beneficiare di ulteriori finanziamenti grazie alla Normativa per lo Sviluppo Rurale la caccia, la pesca, il turismo e altre attività ricreative potranno continuare a condizione che siano gestite in modo sostenibile e non abbiano effetti negativi sulle specie e gli habitat rari presenti nel sito o ne impediscano il ripristino. Non è vero che… • • • • • le proprietà perdono automaticamente di valore in conseguenza dell’inserimento nei i siti Natura 2000 tutte le attività economiche subiscono un rallentamento la caccia viene proibita vengono vietate tutte le nuove infrastrutture le attività quotidiane sono subordinate a una valutazione di impatto ambientale 5 Il valore di molti siti di Natura 2000 risiede proprio nelle modalità con cui sono stati utilizzati fino a oggi Nuove tendenze in agricoltura Terreni agricoli in Natura 2000 Questi habitat seminaturali contribuiscono a rendere particolare il paesaggio europeo, sia dal punto di vista culturale che da quello della biodiversità. In queste zone le pratiche agricole esistenti sono in genere compatibili con l’ambiente e dovrebbero continuare con le stesse modalità. Anzi, il loro inserimento in Natura 2000 potrebbe aiutare a potenziare tali attività, attirando l’attenzione sul loro valore sociale e orientando i Fondi europei verso il loro mantenimento e, laddove possibile, una reintroduzione. L’Europa presenta uno dei paesaggi rurali più vari e diversificati al mondo. Questa diversità si deve anche a secoli di differenti pratiche agricole che hanno generato molti habitat seminaturali particolarmente ricchi di specie, quali prati da fieno, praterie umide, pascoli boschivi e brughiere. Si tratta di risorse preziose che stanno purtroppo rapidamente scomparendo. Negli ultimi cinquant’anni l’agricoltura europea ha subito grandi cambiamenti. Nel dopoguerra gli agricoltori furono esortati a modernizzarsi e a praticare, laddove possibile, l’agricoltura intensiva per aumentare le rese e accrescere l’efficienza. Furono introdotte le monocolture, ampliati i campi, potenziati gli allevamenti e introdotti pesticidi e fertilizzanti per aumentare la produttività. Non tutte le aziende agricole, però, furono in grado di seguire queste tendenze. Alcune erano ostacolate dalle condizioni locali: terreni troppo ripidi, suolo troppo povero, zona remota, la manodopera necessaria troppo elevata ... Molti agricoltori di zone europee più marginali (dal punto di vista agricolo) furono perciò costretti ad abbandonare le loro terre e a cercare lavoro altrove. Di conseguenza ampie zone agricole in tutta Europa subirono pesanti trasformazioni o furono semplicemente abbandonate. Gli effetti combinati di queste due opposte tendenze sul patrimonio di biodiversità europeo sono significativi, al punto che molti habitat e specie delle zone agricole ad alto valore naturalistico sono in via di rapida sparizione. 6 Poiché una biodiversità elevata coincide spesso con scarse rese agricole, la maggior parte dei terreni agricoli di Natura 2000 si trova in zone marginali dal punto di vista agricolo. Esempi tipici ne sono i prati e i pascoli alpini, le aree steppiche, dehesas e montados, le brughiere e le praterie umide. Il nuovo Eegolamento Europeo sullo Sviluppo Rurale L’importanza dell’agricoltura per il mantenimento dell’ambiente naturale è ormai riconosciuta ai più alti livelli politici. Le ultime modifiche della politica agricola comune hanno, ad esempio, eliminato il legame fra i pagamenti alle aziende agricole e la produzione, collegandoli, invece, al mantenimento dei terreni in buone condizioni agronomiche e ambientali. L’ultimo Regolamento per lo Sviluppo Rurale (2007-2013) ha fra i propri obiettivi anche il miglioramento dell’ambiente e del paesaggio. Esso supporta numerose misure di gestione del territorio che abbiano effetti benefici per l’ambiente, quali i regimi agroambientali. Tutto ciò ha notevoli implicazioni per la biodiversità europea e, in particolare, per la rete Natura 2000. Gli agricoltori possono beneficiare ora di un ulteriore sostegno finanziario per l’impiego di attività agricole non nocive per la flora e la fauna selvatica. Natura 2000: partner per la conservazione Opzioni per Natura 2000 nell’ambito del programma di sviluppo rurale ➤ il “pagamento unico per azienda” non è più collegato alla produzione, ma è subordinato al mantenimento dei terreni in “buone condizioni agronomiche e ambientali”. Ciò implica il rispetto, fra le altre, delle Direttive “habitat” e “uccelli”; ➤ è previsto un aiuto temporaneo e decrescente destinato ad ammortizzare gli effetti del rispetto di una normativa particolarmente rigorosa in materia di ambiente, igiene e benessere degli animali imposta dalla legislazione UE. ➤ la definizione di zone sottoposte a vincolo ambientale (ZVA) è circoscritta ora esclusivamente alle aree Natura 2000. Ciò aiuta gli agricoltori a rispettare le disposizioni delle Direttive “habitat” e “uccelli” e fornisce loro una compensazione per le misure speciali di gestione che sono tenuti ad adottare e che vanno oltre i requisiti delle buone pratiche colturali; ➤ le misure illustrate possono essere ulteriormente integrate da regimi agroambientali su base volontaria finalizzati a proteggere l’ambiente e a mantenere la biodiversità, mirati a particolari zone naturali o specie selvatiche. Spetta ai singoli Stati membri definire i propri regimi agroambientali per tenere conto delle rispettive priorità regionali o nazionali; ➤ finanziamenti possono essere concessi anche per la stesura di piani di gestione relativi ai siti di Natura 2000 e per valorizzare, all’interno delle aziende, gli aspetti pubblici ricreativi delle zone di Natura 2000 e di altre zone di elevato valore naturale. La cooperazione con gli agricoltori per ripristinare i pascoli sull’isola svedese di Öland Misure in campo agricolo con effetti positivi per la flora e la fauna selvatica 1. Lasciare una fascia di terra non coltivata e non fertilizzata al margine dei terreni o lungo i corsi d’acqua 2. Introdurre la falciatura tardiva per favorire la crescita di rari fiori selvatici e la fauna nidificante 3. Ridurre l’uso di pesticidi e fertilizzanti 4. Evitare l’aratura e i raccolti nei periodi di allevamento dei piccoli 5. Adeguare i regimi di pascolo per favorire una struttura di habitat a mosaico e prevenire così gli effetti del sovra o sottopascolamento 6. Ricreare piccoli stagni 7. Utilizzare cereali seminati in primavera, quali la colza, l’erba medica, il ravizzone… 8. Adottare sistemi di coltivazione a rotazione con colture miste di grano, pascoli e maggese 9. Mantenere strutture del paesaggio importanti per la flora e la fauna selvatica come siepi, piccole aree boschive, fossati, margini di coltivi, muretti a secco… 10. Lasciare il ristoppio invernale non trattato Per secoli, l’isola di Öland, nel sud della Svezia, è stata utilizzata come terreno da pascolo per capre, vacche e cavalli: in questo modo si è venuto a creare un mosaico complesso di habitat “alvar” di considerevole diversità botanica. Questa è stata l’attività economica prevalente sull’isola per migliaia di abitanti. Negli ultimi 30–40 anni, molti piccoli agricoltori di Öland sono stati costretti a cambiare attività, a causa degli scarsi guadagni offerti dall’allevamento estensivo. Con il diminuire delle aree adibite a pascolo, l’alvar ha cominciato a scomparire, soffocato dall’invasione di una sterpaglia di valore ecologico notevolmente inferiore. Successivamente all’inclusione di una superficie di 26.000 ettari di alvar nella rete Natura 2000, l’ente regionale per la conservazione della natura, operando in stretta collaborazione con la comunità degli agricoltori locali, ha messo a punto un regime agroambientale specifico per l’alvar. Grazie a questo regime l’85% di Stora Alvaret è di nuovo utilizzato come pascolo e gli agricoltori ricevono pagamenti annui superiori a 2 milioni di euro. Nuove prospettive commerciali si dischiudono inoltre per i loro prodotti, anche per il maggior afflusso di turisti attratti dallo straordinario patrimonio naturale e culturale dell’isola. Natura 2000: partner per la conservazione 7 L’inclusione tra i siti di Natura 2000 non implica che tutte le foreste debbano sistematicamente essere ritirate dalla produzione ma che le attività devono essere adeguate per evitare che possano minacciare le specie e gli habitat rari presenti in tali foreste Le risorse forestali europe Oggi circa un terzo del territorio europeo è coperto da foreste, tuttavia con variazioni sensibili tra gli Stati membri (fino al 72% in Finlandia e non più dell’8% in Irlanda). La maggior parte è classificata come “utilizzabile per la fornitura di legname” ed è soggetta a vari gradi di sfruttamento. Come in agricoltura, le tendenze degli ultimi cinquant’anni evidenziano un’intensificazione e l’uso di alberi esoticiL’UE è oggi il secondo produttore al mondo di carta e legname. Le foreste europee sono però importanti per molte altre ragioni: prevengono l’erosione, accumulano acqua e carbonio e hanno un alto valore ricreativo. Infine esse presentano una biodiversità particolarmente ricca. Data la loro diversità e complessità strutturale, queste foreste costituiscono l’habitat ideale per un’ampia serie di piante e animali e un rifugio naturale per i grandi carnivori come orsi, aquile e lupi, che un tempo si muovevano liberamente nei territori europei coperti di foreste. Esempi tipici di antiche foreste naturali sono la taiga occidentale in Svezia e Finlandia, le foreste vergini di faggi e lecci in Europa centrale o i querceti portoghesi e i ginepreti nel bacino del Mediterraneo. Purtroppo, poche di queste foreste vergini sono sopravvissute fino al Ventunesimo secolo e ciò che ne resta copre una zona molto ristretta e altamente frammentata, ragione per la quale sono state inserite nella Direttiva “habitat”. 8 Gestione delle foreste di Natura 2000 Natura 2000 comprende sia foreste naturali che foreste seminaturali gestite. Come nel campo dell’agricoltura, l’inserimento in Natura 2000 non significa che tutte le foreste siano state sistematicamente sottratte alla produzione commerciale. Le attuali pratiche di gestione dovrebbero tuttavia tenere conto dei valori naturali presenti nelle foreste e, in particolare, delle specie e degli habitat per i quali i siti sono stati designati. Gli adeguamenti da apportare potrebbero essere relativamente semplici, come lasciare il legname morto per terra, proteggere gli alberi in cui nidificano specie rare di uccelli, o più complessi come l’introduzione del taglio selettivo con una lunga rotazione o la rimozione degli alberi esotici e la loro sostituzione con specie decidue locali. Molto dipenderà dalle condizioni delle foreste e dalle specie e habitat presenti. Va tuttavia ribadito che l’approccio migliore in una gestione di lungo termine consiste nel decidere caso per caso in stretta consultazione con gli operatori e i proprietari terrieri locali interessati. Al fine di agevolare tale processo sono disponibili finanziamenti UE nell’ambito del nuovo Regolamento di Sviluppo Rurale (2007-2013) per le foreste di proprietà di privati inserite in Natura 2000. Sono state introdotte inoltre nuove misure per l’ambiente forestale. Analogamente ai regimi agroambientali, le nuove misure garantiscono un ulteriore sostegno finanziario per interventi volontari e rispettosi dell’ambiente in ambito forestale. Natura 2000: partner per la conservazione Contratti di gestione forestale in Francia In Francia è presente la metà degli habitat forestali elencati nell’allegato I della Direttiva “habitat”. Ne risulta che più del 40% dei siti di Natura 2000 proposti per la Francia contengono foreste, la maggior parte delle quali è in mano a privati — non a grandi società ma a piccoli proprietari detentori di particelle di superficie media pari a 4 ha. Dato il contesto, la Francia ha scelto un meccanismo giuridico basato sulla cooperazione volontaria a livello locale per l’attuazione di Natura 2000. Per ciascun sito Natura 2000 vengono redatti orientamenti di gestione sotto la supervisione delle autorità locali per determinare i bisogni specifici di conservazione dei siti e le misure pratiche (inclusi i fondi) richieste. Le raccomandazioni che ne risultano, prima di essere adottate tramite delibera, sono discusse formalmente in un comitato direttivo istituito per coinvolgere gli operatori locali. Le autorità locali e gli operatori del settore si avvalgono di una guida completa agli habitat forestali pubblicata dal ministero francese dell’ambiente che fornisce informazioni dettagliate in materia di conservazione delle singole tipologie forestali e delle specie associate e delle capacità di produzione e usi economici, contribuendo a determinare i livelli appropriati delle attività forestali commerciali. Una volta messi in atto gli orientamenti di gestione, e a seconda degli ulteriori interventi gestionali richiesti, le autorità locali possono stipulare contratti di servizio pubblico, chiamati “contratti Natura 2000”, allo scopo di remunerare gli operatori locali per “servizi resi alla comunità”. Il contratto definisce con precisione i compiti da realizzare, in un lasso di tempo minimo di cinque anni, per mantenere o ripristinare determinate specie o habitat forestali nonché il tipo di pagamento (aiuti all’investimento o aiuti annui per ettaro). I contratti in questione sono finanziati in parte dall’UE mediante il nuovo programma di sviluppo rurale. In questo modo è possibile impegnare ragguardevoli risorse finanziarie per aiutare gli operatori locali a gestire attivamente i siti Natura 2000 che, altrimenti, potrebbero essere abbandonati o distrutti. La gestione delle foreste in Germania e la protezione dell’urogallo La Foresta Nera, nel sud della Germania, è l’ultimo rifugio rimasto all’urogallo nell’Europa centrale. Negli anni ’90, 80 km2 di foresta con un’elevata resa commerciale furono tolti dalla produzione per riportarli a uno stato più naturale. La scelta si rivelò tuttavia infelice per l’urogallo. In assenza di gestione la foresta divenne troppo vecchia, uniforme e densa per molte specie e non riuscì più a garantire il complesso mosaico di habitat necessari per la sopravvivenza dell’urogallo. L’istituto forestale regionale decise quindi di reintrodurre una gestione attiva della zona basata sulle esigenze di conservazione della specie. Le conclusioni furono che non tutta la foresta doveva necessariamente costituire un habitat ottimale per la specie ma che ne sarebbe bastato il 30-45% (una percentuale da spostare gradualmente nel tempo all’interno della zona). Le misure specifiche di gestione necessarie per ottenere questi risultati furono analizzate con gli operatori forestali locali incaricati di attuarle. Questo approccio dinamico alla gestione forestale fu notevolmente apprezzato dagli operatori locali, che poterono riprendere le attività commerciali nella zona mentre l’opera di conservazione fu portata a termine nell’ambitodelle normali pratiche di gestione forestale. L’interesse suscitato fu tale che alcuni anni dopo tali operatori dettero il loro pieno sostegno alla proposta di ampliare le aree forestali di Natura 2000 per includervi l’intera metapopolazione di urogalli. Natura 2000: partner per la conservazione 9 La rete Natura 2000 offre alla gente un’opportunità unica di scoprire e apprezzare il ricco patrimonio naturale dell’Europa Attività ricreative nella natura Vi sono molteplici ragioni che spingono le persone a immergersi nella natura. Per molti è il desiderio di rilassarsi nell’atmosfera quieta di un paesaggio naturale, per altri la voglia di esplorare nuovi territori; altri ancora si dedicano a tutta una serie di attività, quali nuoto, escursioni a piedi, ciclismo, caccia, pesca … Quali che siano le motivazioni, la rete Natura 2000 offre alla gente un’opportunità unica di scoprire e apprezzare il ricco patrimonio naturale dell’Europa. La maggior parte delle attività ricreative menzionate sono compatibili con le disposizioni delle Direttive “habitat” e “uccelli” nella misura in cui non esercitino un impatto negativo sugli habitat e le specie presenti. La chiave per evitare tali effetti negativi risiede spesso in un’accorta pianificazione e in un uso corretto delle risorse, per evitare che le attività menzionate non finiscano per distruggere l’ambiente naturale in cui si svolgono. Orientamenti della Commissione in materia di caccia Per facilitare la comprensione della Direttiva “uccelli” per quanto attiene alla caccia degli uccelli selvatici in Europa, la Commissione ha prodotto un documento orientativo. Il documento intende chiarire le condizioni dettate dalla Direttiva “uccelli” riguardo alla caccia nel contesto giuridico e legislativo esistente. Esso, radicandosi fortemente sui principi e dati scientifici, considera, in particolare, questioni come la tempistica della caccia a scopo ricreativo in base alla Direttiva ”uccelli” e identifica le opportunità e le limitazioni alla flessibilità nella definizione delle stagioni venatorie. Il documento è stato elaborato consultando i gruppi attivi negli ambiti venatorio e di conservazione della natura che hanno poi sottoscritto un accordo sulla caccia sostenibile per continuare il dialogo sulle pratiche di caccia sostenibili. La caccia ne è un esempio tipico. Le Direttive “uccelli” e “habitat” riconoscono la legittimità della caccia come forma di uso sostenibile e non vietano a priori le attività venatorie nei siti Natura 2000. Le direttive fissano però un quadro di controllo delle attività venatorie per garantire l’equilibrio tra la caccia e l’obiettivo di lungo termine di mantenere una popolazione sana e consistente delle specie cacciabili. 10 Natura 2000: partner per la conservazione Turismo Il turismo è uno dei settori che registrano la crescita economica più rapida in Europa. La riduzione dell’orario di lavoro, che interessa un numero crescente di persone, e l’abitudine a fare vacanze più brevi ma ad intervalli più regolari, hanno aumentato la domanda di forme più specializzate di turismo, quali l’escursionismo naturalistico o l’osservazione della fauna allo stato selvatico.. Queste forme alternative di turismo presentano una crescita di tre volte superiore a quella registrata nei mercati del turismo classico. Poiché la Rete Natura 2000 protegge molte delle aree a più alto valore naturalistico e di biodiversità, essa può esercitare una notevole attrattiva su un certo tipo di turisti, offrendo loro opportunità di immergersi nella natura e di dedicarsi all’osservazione della fauna selvatica, all’escursionismo, all’esplorazione, al canottaggio ecc… Queste attività possono contribuire a loro volta a diversificare l’economia locale e a stimolare gli investimenti interni in imprese locali e in iniziative collegate al turismo. L’esperienza in campo dello sviluppo del turismo sostenibile nell’ambito di Natura 2000 va incrementandosi. Alcuni operatori del settore, ad esempio, in due aree pilota in Lettonia e Andalusia hanno sviluppato 40 nuove proposte turistiche sulla base di Natura 2000. La loro esperienza è raccolta in una serie di guide. I dettagli sono disponibili sul sito www.natura2000tourism.eu Le Canarie: un paradiso per gli ecoturisti Ogni anno oltre 11 milioni di turisti visitano le Canarie. Benché molti siano attratti dal sole, l’ecoturismo, un tipo di vacanza basata maggiormente sulla qualità e su un approccio più rispettoso dell’ambiente, registra un successo crescente. E le cose da vedere sono molte! Le Canarie rappresentano un polo mondiale di biodiversità per le piante, i mari sono popolati da tartarughe e delfini e le spettacolari zone interne delle isole ospitano molte specie rare e insolite. Il risultato è che oltre il 30% delle isole è stato inserito in Natura 2000. Questo riconoscimento internazionale ha contribuito molto a incrementare ulteriormente l’ecoturismo e ha permesso di dare vita a interessanti forme di collaborazione: le entrate del turismo, ad esempio, contribuiscono all’opera di conservazione di specie rare quali la lucertola gigante di Hierro (il rettile più grande d’Europa), che, non a caso, è diventata la mascotte dell’isola. È tuttavia importante che questa tipologia di turismo si sviluppi senza causare danni al patrimonio naturale delle singole zone. Si tratta di un obiettivo più facile da realizzare se vi è un interesse diffuso al mantenimento delle risorse naturali. Il turismo di massa, invece, tende spesso a porsi in diretta concorrenza con la natura, specie nelle zone costiere e in montagna. Poiché quella turistica è un industria molto competitiva, una pianificazione adeguata è fondamentale per il successo di qualsiasi iniziativa. La pianificazione, infatti, non solo aiuta a garantire che le preziose risorse naturali siano utilizzate in modo sostenibile ma favorisce anche una migliore integrazione delle attività turistiche e di altre attività rurali. Natura 2000: partner per la conservazione Turismo nei siti di Natura 2000 in Lapponia La Lapponia copre vaste distese di foreste e torbiere di incredibile bellezza naturale. Quando fu deciso di inserire un’area di 300 km2 tra i siti Natura 2000, le comunità locali all’inizio si opposero, temendo che ciò avrebbe frenato il fiorente mercato turistico. Le autorità del parco garantirono che, al contrario, il progetto avrebbe aiutato a incrementare l’occupazione e creare nuove opportunità economiche e misero a punto una serie di sentieri naturali, il cui percorso era accuratamente progettato per tenere lontani i visitatori dalle zone sensibili, garantendo loro al contempo una piacevole esperienza. I sentieri ottennero un successo tale da finire sulle prime pagine dei giornali e da allora le aziende locali hanno registrato un flusso crescente di visitatori. Sono molti a vedere ora in Natura 2000 un potenziale alleato e non un intralcio all’attività economica. 11 Nuove attività o sviluppi che abbiano degli impatti nei siti di Natura 2000 non sono automaticamente esclusi. Le decisioni tuttavia devono seguire la procedura progressiva indicata nella Direttiva “habitat” Nuovi sviluppi e Natura 2000 Di quando in quando vengono proposti nuovi progetti e piani di sviluppo che potrebbero avere un impatto sui siti della rete Natura 2000. Ad esempio la costruzione di una nuova strada o di un complesso turistico o l’apertura di una nuova cava. Esame di piani e progetti che interessano i siti Natura 2000 PP = piano o progetto Sviluppi di questo tipo — come ad esempio grandi interventi di imboschimento o piani di irrigazione — potrebbero anche provocare cambiamenti notevoli negli usi attuali del territorio all’interno e all’esterno dei siti di Natura 2000. In linea di principio, nessuna di queste attività è proibita dalle direttive UE. Esse debbono tuttavia essere sottoposte ad un rigoroso processo di valutazione per determinare se il progetto possa essere realizzato o meno. La procedura progressiva L’articolo 6 della Direttiva “habitat” definisce tale procedura progressiva. Il termine “progetto” può indicare sia opere di costruzione sia altri interventi nell’ambiente naturale, mentre il termine “piano” comprende piani di utilizzo del territorio giuridicamente vincolanti o piani o programmi strutturali, escludendo però ogni dichiarazione di politica generale. ➤ Prima fase: la prima fase è finalizzata a determinare le probabilità che il piano o progetto abbia un impatto significativo sul sito. Se le conclusioni indicano che i probabili effetti non saranno significativi, il progetto può essere approvato immediatamente. ➤ Seconda fase: se, invece, è probabile che il piano o progetto abbia un impatto significativo sul sito, il proponente è invitato a riformularlo per scongiurare il verificarsi di tale impatto o a prendere in considerazione opzioni alternative (ad esempio, modificare il tracciato di una strada progettata) che non abbiano un impatto negativo sul sito. ➤ Terza fase: se non esistono alternative ma il progetto o piano è considerato indispensabile — ovvero riveste un interesse pubblico superiore — esso può essere realizzato purché siano adottate adeguate misure di compensazione per mantenere l’integrità globale della rete Natura 2000. 12 Natura 2000: partner per la conservazione Esiste poi un’ulteriore clausola di salvaguardia per piani o progetti la cui realizzazione potrebbe avere effetti negativi su siti che ospitano habitat o specie prioritari — come ad esempio quelle minacciate o vulnerabili. In questo caso i progetti possono essere realizzati solo nel caso in cui essi siano necessari per la salute dell’uomo e la sicurezza pubblica o nel caso in cui lo Stato membro sottoponga alla Commissione argomentazioni convincenti riguardo all’interesse pubblico superiore. Tali progetti devono inoltre essere correlati da adeguate misure di compensazione per la perdita o il danneggiamento provocato agli habitat e alle specie coinvolti. Le decisioni relative alle fasi da 1 a 3 sono adottate dalle autorità nazionali degli Stati membri interessati. La Commissione interferisce con tali decisioni soltanto nei casi in cui venga presentato un reclamo ufficiale contro le decisioni adottate dallo Stato membro o i progetti proposti possano nuocere specie o habitat prioritari. La Commissione deve essere tuttavia informata in merito alle eventuali misure di compensazione proposte per i piani o progetti approvati nell’ambito della terza fase, perché possa verificare che non sia messa a repentaglio la coerenza della rete Natura 2000. Orientamenti della Commissione Per facilitare la comprensione delle disposizioni in questione, la Commissione ha prodotto un documento orientativo che fornisce un aiuto metodologico non vincolante per effettuare o riesaminare le valutazioni richieste ai sensi dell’articolo 6, paragrafi 3 e 4, della Direttiva “habitat”’. http://ec.europa. eu/environment/nature/natura2000/ management/guidance_en.htm L’espansione del Porto di Le Havre L’estuario della Senna in Francia è un rilevante sito Natura 2000, con una superficie di circa 188 km². Sulle sue sponde sorge il porto di Le Havre, il più trafficato porto commerciale francese e importante crocevia del mercato mondiale. Per fronteggiare la sempre crescente affluenza di imbarcazioni, è stata portata a compimento la prima fase di espansione del porto. Prima di procedere con la realizzazione del progetto era necessario sottoporlo ad una valutazione di incidenza in base all’articolo 6 della Direttiva Habitat. L’impatto notevole sull’ambiente di una così grande espansione portuale era evidente ma la valutazione di incidenza ha riconosciuto al progetto il suo “interesse pubblico superiore”. Per minimizzare il danno ecologico del progetto di espansione ed identificare un pacchetto di misure compensative realizzabili e condivise da tutti, le autorità portuali hanno deciso di coinvolgere immediatamente i gruppi di interesse locali in modo da individuare tutti i fattori di importanza rilevante nell’estuario. In un periodo di soli quattro mesi sono stati svolti più di quaranta incontri pubblici ed è stata stabilita una collaborazione operativa con i gruppi ambientalisti. Come risultato della collaborazione, è stato approvato un pacchetto da 46 milioni di euro (ancora meno dell’1% del costo totale del progetto) destinati a misure ambientali da intraprendere prima che i lavori di espansione del porto cominciassero, inclusi: • La costruzione di una piccola isola per la nidificazione degli uccelli marini a sud dell’estuario. • La creazione di una seconda area di nidificazione sulle dune di sabbia della costa per compensare la zona occupata dal nuovo porto. • Il ripristino delle zone di costa fangose a monte dell’estuario tramite un complesso sistema ingegneristico in grado di alterare il livello del mare e le correnti così da garantire che l’afflusso di acqua nelle zone fangose. Il progetto di espansione del Porto di Le Havre dimostra che lo sviluppo economico non è ostacolato da Natura 2000 nei casi in cui i provvedimenti dettati dall’art.6 siano rispettati e il dialogo con i gruppi di interesse sia instaurato da subito in modo da coinvolgerli attivamente nella formulazione di decisioni, alternative e soluzioni. Natura 2000: partner per la conservazione 13 L’attuazione della rete Natura 2000 dipende dalla comprensione delle disposizioni delle Direttive “habitat” e “uccelli” La consultazione pubblica è un elemento vitale del processo Natura 2000. E perché le discussioni possano centrare i loro obiettivi è essenziale che si svolgano in un’atmosfera di reciproca fiducia e comprensione. all’interno del sito, che vanno quindi semplicemente mantenute. Designare un sito Natura 2000 non implica pertanto a priori che le attività all’interno dello stesso debbano cambiare o essere interrotte. Tali attività devono tuttavia tenere conto delle specie e degli habitat rari presenti nel sito per garantirne uno stato di conservazione soddisfacente. • “Allo scopo di tutelare la natura dovremo mettere fine a tutte le nostre attività all’interno dei siti” Ci saranno ovviamente casi in cui sarà necessario decidere se ridurre o interrompere determinate attività che costituiscono una minaccia significativa per le specie o tipi di habitat per i quali il sito Natura 2000è stato designato. Ma queste decisioni andranno adottate caso per caso e non generalizzate. Tuttavia, nel corso degli anni sono emersi numerosi equivoci sull’attuazione delle direttive della UE in campo ambientale, che non solo hanno creato confusione ma anche suscitato preoccupazioni infondate. La parte che segue fornisce una risposta alle preoccupazioni più comuni. La speranza è che alcune paure possano essere fugate, favorendo al contempo una migliore comprensione degli obiettivi ultimi di Natura 2000. • • 14 “La Direttiva ‘habitat’ è un’iniziativa comunitaria elaborata in segreto dai tecnocrati di Bruxelles”. Natura 2000 costituisce una risposta diretta alle preoccupazioni diffuse sulla rapida diminuzione delle zone naturali in Europa. Secondo un recente rilevamento dell’Eurobarometro il 43% dei cittadini europei considera la perdita di biodiversità un problema serio.. Reagendo a questi dati, nel 1992, dopo cinque anni di dibattito al Consiglio e al Parlamento europeo, i ministri dell’ambiente degli Stati membri adottarono all’unanimità la Direttiva “habitat”. Nel periodo precedente l’adozione molti gruppi di interesse comunicarono la loro posizione agli Stati membri e alla Commissione che la tennero in debito conto. “Tutti i siti di Natura 2000 diverranno riserve naturali” Se un sito viene incluso nella rete Natura 2000 è perché riveste un’importanza a livello europeo per le specie o gli habitat in esso presenti e elencati nelle Direttive “uccelli” o “habitat”. In molti casi queste specie o habitat sono in uno stato di conservazione soddisfacente proprio grazie alle attività dell’uomo Mantenere le specie o gli habitat in uno stato di conservazione soddisfacente non è necessariamente incompatibile con le attività umane. Al contrario, la sopravvivenza di molte aree naturali dipende in sommo grado da tali attività (ad esempio dall’agricoltura). Alcuni dei siti in questione sono già gestiti nello spirito di Natura 2000, e la loro inclusione nella rete dovrebbe aiutare a garantire una loro corretta gestione anche in futuro. Le dimensioni stesse di Natura 2000 fanno sì che la rete possa risultare un alleato formidabile per attirare gli investimenti interni e mantenere quindi le pratiche attuali di utilizzo del territorio o incoraggiarne di nuove. Diverse misure che fanno riferimento al regolamento sullo sviluppo rurale sono oggi adattate specificamente ai siti Natura 2000, riconoscendo il ruolo importante di questa rete per mantenere un ambiente rurale dinamico. Natura 2000: partner per la conservazione • “Bruxelles ci vuole imporre cosa fare o cosa non fare in ciascun sito” La Direttiva “habitat” e la rete Natura 2000 sono basate sul principio di sussidiarietà. Spetta agli Stati membri decidere le modalità migliori per preservare tali siti di importanza comunitaria. Per quanto non siano obbligatori, i piani di gestione indicati nella direttiva costituiscono uno strumento utile per determinare gli interventi da effettuare per ripristinare o mantenere i siti in uno stato di conservazione soddisfacente. I piani in questione sono specifici per ciascun sito e forniscono uno strumento di consultazione con i gruppi di interesse locale, garantendo così che il destino di un sito Natura 2000 sia deciso di comune accordo in uno spirito di cooperazione e cogestione. I piani di gestione aiutano spesso i diversi gruppi di interesse per trovare un terreno d’intesa tra di loro. • “Una volta incluso nella rete Natura 2000, un sito resta intoccabile per quanto riguarda futuri sviluppi” La direttiva non impedisce a priori nuove attività o sviluppi all’interno di un sito di Natura 2000. L’articolo 6 stabilisce tuttavia che per i nuovi piani o progetti, per i quali si prevede un’incidenza significativa, sia necessario effettuare, prima della loro attuazione, un’adeguata valutazione d’impatto ambientale. • Se da tale valutazione emerge che l’attività proposta potrebbe causare danni significativi a un sito ma che tutte le alternative prese in considerazione non sono praticabili, tale attività può essere proseguita se risponde a un interesse pubblico superiore e se vengono adottate contestualmente misure per compensare le perdite di specie o habitat presenti nel sito. Natura 2000: partner per la conservazione “Le persone che abitano all'interno dei siti di Natura 2000 devono sostenere i costi degli interventi di tutela" Spetta agli Stati membri e alla Commissione garantire che i costi di Natura 2000 siano sostenuti da tutti. Per questo motivo quando gli Stati membri presentano l’elenco nazionale dei siti, sono invitati a fare una stima dei costi necessari a gestire le zone che ospitano specie o habitat prioritari e a trasmetterla alla Commissione. Tali costi possono poi essere presi in considerazione ai fini del cofinanziamento da parte di diversi programmi comunitari. Le misure agroambientali previste dal regolamento sullo sviluppo rurale rivestono particolare importanza per il finanziamento dell’agricoltura estensiva rispettosa dell’ambiente in molti siti di Natura 2000. Il fondo europeo LIFE+ prevede lo stanziamento di circa 800 milioni di euro per il periodo 2007–2013 per progetti natura e biodiversità che includono il supporto di migliori pratiche o progetti dimostrativi all’interno dei siti Natura 2000. A chi rivolgersi per maggiori informazioni: Per facilitare l’attuazione delle Direttive “habitat” e “uccelli”, la Commissione Europea ha realizzato una serie di manuali e rapporti di buone pratiche in aggiunta a quelli già menzionati nella presente brochure. Questi documenti sono disponibili sulla home page Natura & Biodiversità: • • • • • • • Una Guida al finanziamento di Natura 2000 e uno strumento IT; Linee Guida per l’istituzione della rete Natura 2000 nell’ambiente marino; Guida per l’implementazione delle misure previste dalla Direttiva “habitat” per la protezione delle specie; Linee guida per i Piani di Gestione delle popolazioni di grandi carnivori; Normativa della Corte di Giustizia Europea sulle Direttive “habitat” e “uccelli”; Esempi di buone pratiche per la gestione di siti Natura 2000; Modelli di Gestione per gli habitat di Natura 2000; Esiste inoltre una newsletter su Natura 2000 alla quale ci si può iscrivere: http://ec.europa.eu/environment/nature/index_en.htm 15 La messa a punto di una rete ecologica di siti, denominata Rete Natura 2000, costituisce il cardine di questa iniziativa. Finora la rete comprende circa 25 000 siti. Complessivamente essi costituiscono quasi un quinto dell’Unione Europea, ovvero la più grande rete di aree di conservazione della natura al mondo. Poiché Natura 2000 è parte integrante del nostro paesaggio, occorre che i siti continuino a essere gestiti in modo da tener conto degli habitat e delle specie vulnerabili esistenti. Il suo obiettivo non è quello di bloccare le attività economiche bensì di fissare i parametri all’interno dei quali queste attività possono avere luogo salvaguardando la biodiversità dell’Europa. Tutti — cittadini interessati e proprietari privati, utilizzatori dei terreni, autorità pubbliche, ambientalisti — svolgono un ruolo determinante per garantire il successo di Natura 2000. Commissione europea Natura 2000: partner per la conservazione Lussemburgo: Ufficio delle pubblicazioni ufficiali delle Comunità europee 2009 – 16pp – 21 x 29.7 cm ISBN 978-92-79-11548-6 KH-71-09-401-IT-C Natura 2000 è l’iniziativa più ambiziosa mai intrapresa per tutelare la ricchezza del patrimonio di biodiversità europeo. Grazie a essa 27 Paesi dell’Unione uniscono i loro sforzi per proteggere centinaia di specie e di habitat particolarmente preziosi in tutte le loro aree di distribuzione in Europa, ignorando le frontiere nazionali.