N° 1 ANNO LXIII Febbraio 2011
SPAZIO APERTO
IL VINCOLO FIDUCIARIO NEL
SETTORE BANCARIO
ABBECEDARIO SINDACALE
FABI, UN 2010 DA
PROTAGONISTA
Supplemento al numero odierno di MF/Milano Finanza - Il quotidiano dei mercati finanziari Spedizione in A.P. 45% art. 1 c. 1 L. 46/04, DCB Milano.
Direttore responsabile Paolo Panerai. Registrazione Tribunale di Milano n. 266 del 14/4/1989.
FEDERAZIONE AUTONOMA BANCARI ITALIANI
Antiriciclaggio e scudo fiscale
LE BANCHE
DRIBBLANO,
I LAVORATORI
PAGANO?
In ordine sparso dinanzi alla legge
SPAZIO DONNA
POSSIAMO CAMBIARE IL MONDO
SPAZIO DONNA
DONNE AL BIVIO
Nicola Borzi, di Plus24 del Sole 24 Ore,
ha sottolineato il ruolo della stampa
nel far emergere tentativi di elusione
della legge
UN PROGETTO DI SOLIDARIETÀ TARGATO CUORE FABI
IL SOGNO DI ARUNAS
Serve poco per rendere
una vita felice
NON DEVI METTERE MANO ALLE TASCHE
BASTA UNA FIRMA PER DONARE IL TUO
5 PER MILLE
“IL SOGNO DI ARUNAS” onlus
C.F. 98120160175
Via Cefalonia 41/a
25124 Brescia
IBAN IT34C0869211205027000270458
Banca di Credito Cooperativo di Brescia
Via Crotte n. 28 – 25127 Brescia
EDITORIALE
DOSSIER
2 > Lodi, a lezione di antiriciclaggio
5 > QUOTA PERISCOPICA
di Lando Maria Sileoni - Segretario generale FABI
SINDACATO & SERVIZI
ATTUALITà
6 > In pensione con i soldi di papà
7 > Informatizzazione, il nemico ti ascolta
8 > Fenomenologia del mobbing. Il lavoro malato
9 > Aumenti delle pensioni dal 1° gennaio 2011
10 >L’epidemia del pregiudizio
11 >ICT, motore di ripresa
LE BANCHE DRIBBLANO,
I LAVORATORI PAGANO?
Scomparso Tommaso Padoa Schioppa
FABIGIOVANI
13 >Fragile
QUADRI DIRIGENTI
19 >Ritratto di manager in grigio
SPAZIO DONNA
22 >Si moltiplicano le violenze sulle donne
SALUTE
24 >Respirare smog ci cambia il DNA
PARERE LEGALE
25 >Malattia in concomitanza con un’azione di
sciopero
ANTIRICICLAGGIO E SCUDO FISCALE
Assenza alla visita di controllo per “serio e
fondato motivo”
FISCO
26 >Il metano ti dà una mano
NONSOLOBANCA
HI TECH
27 >Sony sfoglia i libri elettronici
LA FABBRICA DEI SOGNI
28 >Indovina chi viene alla cena dei cretini?
ITINERARI
29 >Liberty e Coppedè a Roma
SEGNALIBRO
27 >Nuovo repertorio di giurisprudenza del lavoro
AVVISO AI NAVIGANTI
28 >Il portale del Ministero della Salute
ALTROTURISMO
30 >Gli Etruschi dall’Arno al Tevere
31 >DREAMTIME. Lo stupore dell’arte aborigena
CHI C’E’ C’E’
32 >Il cartellone di febbraio
L
In ordine sparso dinanzi alla legge
o scorso 29 Gennaio, organizzato dalla FABI di
Lodi, si è svolto un importante convegno, dal titolo
"Banche ed intermediari finanziari nel contrasto del
riciclaggio", che ha registrato una larghissima partecipazione ed ha visto interventi ricchi di spunti tecnici e politici.
In particolare, dopo l'introduzione del Segretario Coordinatore Ettore Necchi, l’intervento del prof. Giuseppe Santorsola
ha delineato i profili legislativi della materia ed il quadro di
riferimento degli adempimenti normativi, mentre la nostra
Debora Russo ha illustrato, nella sua ampia ed appassionata relazione, proprio l'esperienza applicata "sul campo", cioè
nella vita reale delle filiali bancarie.
L'eco, sulla stampa e in Tv, è stato pari all'impegno profuso
dalla nostra organizzazione che, con scelta azzeccata e attenta
sensibilità, ha saputo porre un tema così attuale e delicato,
come quello dell'antiriciclaggio, al centro dell'attenzione.
Desidero, per parte mia, per il ruolo che rivesto nella nostra
Organizzazione, trarre alcuni spunti di riflessione offerti dal
convegno.
Intanto, una premessa: c'è un continuo bisogno di aggiornamento e formazione su temi in divenire, dai quali dipende la
reputazione delle banche.
È sintomatico che la FABI, con questo convegno, abbia coperto una lacuna, spesso molto evidente, nei programmi formativi delle singole banche che, invece, preferiscono affrontare argomenti più "redditizi" o privilegiare quelli più collegati
alla quotidianità commerciale (induzione a comportamenti
standardizzati, solleciti e contatti pianificati, spinta alla vendita, gestione dei portafogli, offerta di polizze, ecc).
Poi, un riferimento di assoluta attualità, basti pensare alla vicenda dello IOR (la Banca Vaticana) che ha dovuto rapidamente conformarsi alla normativa antiriciclaggio, per essere
esclusa dalla black-list a livello internazionale. Un segnale certo positivo, ma doveroso, anche per non menomare la credibilità dell’alta ispirazione morale della Santa Sede.
Tornando al sistema Italia: il convegno di Lodi ci invita a guardare che cosa accade, di fatto, nei comportamenti quotidiani
dove, spesso, come dice Debora, "il taci ed esegui" diviene la
vera consegna operativa data ai colleghi. Oppure l'argomento - davvero eticamente discutibile! - delle pratiche connesse
allo scudo fiscale, pratiche che, pur tuttavia, non sollevano gli
intermediari dalle eventuali responsabilità in materia di antiriciclaggio. Il caso citato da Debora nella sua relazione (un
collega rimosso e trasferito per aver segnalato gli spostamenti
di capitale dall'estero di un esponente del Consiglio di Amministrazione della banca) è di inaudita gravità: viene ritenuto
colpevole (ed ingiustamente punito) colui che ha svolto in
modo esemplare il proprio operato, mentre resta "immune"
chi si è procurato un vantaggio in danno alla collettività ed in
barba agli onesti contribuenti a reddito fisso.
Così – prepotentemente - ritorna l'argomento delle "regole":
invocate quando proteggono le banche, ma eluse quando devono tutelare i lavoratori ed i clienti.
La fiducia si basa su regole, ma qualcuno affermava che "per
i nemici le leggi si applicano, per gli amici si interpretano"...
Siamo ancora a questo punto? Purtroppo sì.
In questi giorni s’intensifica, anche da parte dell'ABI, la pressione sulle Organizzazioni sindacali per ottenere preventivamente l'accordo su un insieme di regole che sia, in qualche
modo, preliminare rispetto al contratto.
Noi, come FABI, ci opponiamo: non già perché siamo contrari alle regole, anzi. Ma perché non vogliamo avallare gabbie
preventive, che limitino ingiustamente la nostra libertà d’azione e le nostre rivendicazioni. È nostra convinzione che anche
le regole debbano essere materia propria del rinnovo contrattuale e, soprattutto, che al Sindacato - alla FABI - non manchi
il senso della misura e l'apertura al nuovo che avanza.
Certo, per noi, regola non può essere sinonimo di rinuncia, di
mani legate, di avallo preventivo ed acritico a scelte unilaterali.
Il valore della contrattazione deriva dal confronto vero, non
addomesticato. Precisiamo: dal confronto su dati attendibili,
con obiettivi chiari (che non scindano sostanza e apparenza
per forzare decisioni).
Per questo rivolgiamo a tutti i nostri interlocutori un messaggio
inequivocabile: bisogna avere senso della misura, evitando di
creare, in prossimità del rinnovo contrattuale, situazioni sociali
insostenibili e cariche di nuove tensioni, di diffondere l'ansia da
perdita di posto di lavoro, poiché il nostro sistema non sarebbe
in grado di tollerarle e potrebbero aprirsi scenari ingovernabili.
Il peso del settore bancario, anche sotto il profilo delle relazioni sindacali, deve esprimersi con idee proprie, senza imitare i
comportamenti dei supermanager del momento, ma facendosi portatore di idee innovative, costruttive, che sappiano
aprire la strada a maggiore partecipazione alle decisioni e a
maggiore coinvolgimento nelle scelte.
Questa è la strada che vogliamo intraprendere: elaborare
idee, non imitare chi evoca spaccature tra i lavoratori e in
loro danno.
Direttore editoriale
Lando Maria Sileoni
Capo redattore
Lodovico Antonini
Ordinario di Sociologia Generale
Università di Verona
Comitato di direzione
Gianfranco Luca Bertinotti
Mauro Bossola
Franco Casini
Giuliano De Filippis
Attilio Granelli
Mauro Morelli
Mauro Scarin
Lando Maria Sileoni
Collaboratori
Luciano Quaranta,
Clinica oculistica Università degli
Studi di Brescia
Maddalena Sorrentino,
docente di informatica generale,
Università Cattolica - Milano
Luca Riciputi,
esperto risorse umane
e consulente aziendale
Illustrazioni: Roberto Mangosi
Domenico Secondulfo,
Flavia Gamberale
Editing: Mariapaola Diversi
Grafica: www.Majakovskij-comunicazione.com
DTP: ERRE Creativity - Alessandro Villa
Stampa:
Elcograf, Beverate di Brivio (Lc)
Direzione, Redazione,
Amministrazione
00198 Roma - Via Tevere 46
Telefoni: 06-84.15.751/2/3/4
Fax: 85.59.220
Direttore responsabile
Paolo Panerai
E-m ail : re dazio ne @fabi.it | Edizione web: http://www.fabi.it/pubblicazio n i /voce- dei - ban car i | w w w. fabi . i t - E- m ai l : federaz i on e@ fabi . i t
dossier
LODI, PIÙ DI 500 BANCARI
A LEZIONE DI ANTI-RICICLAGGIO
della Guardia di Finanza di Lodi, al professor Giuseppe G. Santorsola, ordinario
di Economia degli Intermediari Finanziari dell’Università Parthenope di Napoli,
da Attilio Granelli, Segretario nazionale
FABI, ad Angelo Maranesi, Responsabile
nazionale FABI Bankitalia, da Ermanno
Cappa, avvocato e presidente del Centro
Studi Giorgio Ambrosoli a Renzo Capelletto, Gianluigi Bonifati, rispettivamente
avvocato Penalista del Foro di Torino e
avvocato FABI del Foro di Lodi, nonché
Andrea Gibelli, V. Presidente della Regione Lombardia.
FORTE DENUNCIA:
LE BANCHE
CERCANO
DI DRIBBLARE
LA LEGGE
Grande partecipazione al convegno “Banche e intermediari
bancari nel contrasto del riciclaggio” organizzata dalla FABI
di Lodi il 29 gennaio scorso. Fra i relatori d’eccezione Luca
Criscuolo, Condirettore e Titolare Divisione Normativa e Metodi
dell’Unità d’Informazione Finanziaria di Banca d’Italia,
il prof. Santorsola, il giornalista Nicola Borzi e gli avvocati
Cappa, Capelletto e Bonifati. Granelli, Segretario Nazionale
FABI, ai lavoratori: “Denunciate a noi tutte le irregolarità”
B
oom di presenze al convegno
ed alla tavola rotonda “Banche
e intermediari bancari nel contrasto del riciclaggio”. L’evento,
organizzato dalla FABI lodigiana, si è
svolto il 29 gennaio a Lodi presso l’Auditorium della Banca Popolare di Lodi e ha
registrato oltre 500 partecipanti: bancari
e promotori finanziari venuti da diverse
regioni del Nord Italia per saperne di più
sulle leggi in materia di antiriciclaggio,
di Flavia Gamberale
norme che gli operatori di sportello sono
tenuti ad applicare, ma sui cui ancora
oggi c’è scarsa informazione.
E l’appuntamento della FABI non è stato
solo un’occasione di confronto tra esperti
di settore e lavoratori, finalizzato a informare questi ultimi sui rischi penali che
corrono nel caso le leggi non vengano osservate, ma soprattutto un momento di
denuncia forte per raccontare quello che
avviene quotidianamente in molte filiali
“La legge in materia è estremamente insidiosa, perché impone
al lavoratore di riconoscere le operazioni anomale e di diventare
una sorta di Sherlock Holmes, cioè di fare l’investigatore, pur non
avendone i poteri e le competenze”.
Giuseppe Molorolo
Comandante del Nucleo di Polizia tributaria della Guardia di Finanza
di Lodi
2
Un'immagine della
tavola rotonda e la sala
gremitissima.
bancarie italiane, dove spesso, con “avvertimenti” o diktat dei vertici aziendali,
si sacrifica il rispetto delle norme sull’altare del raggiungimento degli obiettivi di
vendita.
Oltre ai rappresentanti della FABI lodigiana, il coordinatore Ettore Necchi e la Dirigente provinciale Debora Russo, a intervenire sul tema, moderati dal giornalista
de Il Cittadino Lorenzo Rinaldi, sono stati
anche altri qualificati ospiti: da Luca Criscuolo, Condirettore e Titolare Divisione
Normativa e Metodi dell’Unità d’Informazione Finanziaria di Banca d’Italia, a
Nicola Borzi, giornalista de Il Sole 24 Ore,
esperto di banche, da Giuseppe Molorolo,
Comandante Nucleo Polizia Tributaria
FORMAZIONE QUESTA SCONOSCIUTA
“Ai lavoratori bancari manca la formazione”, ha esordito Debora Russo, dirigente
sindacale FABI nella sua approfondita
relazione introduttiva più volte interrotta da applausi, “le banche, nonostante ci
siano precisi obblighi di legge in materia,
non formano adeguatamente il personale
sulle norme antiriciclaggio. Le nozioni
legislative vengono trasmesse attraverso
corsi online, svolti magari tra un’operazione di sportello e l’altra, e senza alcun
controllo da parte dei superiori. E, purtroppo, a pagare i costi di questa cattiva
prassi aziendale sono proprio i lavoratori
che, in assenza di un’adeguata formazione, non hanno gli strumenti per riconoscere e segnalare le transazioni dal dubbio
profilo legale”.
“Come sindacato”, ha poi proseguito,
“registriamo anche numerosi casi di di-
Ettore Necchi
Debora Russo
Segretario coordinatore della FABI
di Lodi, in pochi anni ha portato gli
iscritti a oltre 1.100 unità
Dirigente della FABI di Lodi, che ha tenuto la relazione
introduttiva al convegno.
dossier
pendenti le cui segnalazioni di operazioni
sospette sono spesso volutamente ignorate dai capi filiale. Al solo scopo di raggiungere i famigerati budget, gli obiettivi
di vendita e, soprattutto, nell’intento
di non compromettere i rapporti con
il grosso cliente di turno. E pazienza se
poi è il lavoratore a rischiare di finire alla
sbarra sotto indagine giudiziaria”.
“La situazione”, aveva tuonato Ettore
Necchi, Segretario Coordinatore della
fettuato l’operazione: lo sportellista.
Poco importa se l’ha eseguita in perfetta
buona fede, perché magari non era stato
adeguatamente informato dalla sua banca
sulle leggi in vigore, o se – peggio! - l’ha
effettuata su pressioni di un superiore
particolarmente sensibile al “richiamo del
budget”.
“La legge in materia è estremamente insidiosa”, ha sottolineato l’avvocato Cappa,
“perché impone al lavoratore di ricono-
“fare comunque le dovute denunce, anche se è passato del tempo
dal momento della transazione sospetta, perché inoltrarle in ritardo è sempre meglio che non inviarle per niente”.
FABI di Lodi “è insostenibile e va cambiata. È inammissibile che le responsabilità
ricadano solo sulle spalle dei lavoratori”.
UNA LEGGE INSIDIOSA
Ma che cosa dice la legge? Il decreto
231/2007 parla chiaro: gli operatori di
sportello hanno l’obbligo di segnalare
senza ritardi all’Unità d’ Informazione
Finanziaria di Bankitalia le operazioni in
odore di riciclaggio. Nel caso omettano
di farlo e non registrino tutte le informazioni, relative al cliente che ha effettuato
l’operazione e sul quale ci siano sospetti,
rischiano a vario titolo sanzioni, i cui importi vanno da un minimo di 100 euro a
un massimo di 200mila euro.
E la responsabilità penale è sempre
a carico di chi ha materialmente efLuca Criscuolo
scere le operazioni anomale e di diventare
una sorta di Sherlock Holmes: di fare l’investigatore, pur non avendone i poteri e
le competenze”. Presto elencate le insidie:
“La norma dice che il dipendente, quando ha ragionevoli motivi per sospettare
della liceità di un’operazione, lo deve segnalare agli organi competenti senza ritardo. Ma chi detta i criteri per stabilire
la ragionevolezza di un sospetto? E una
segnalazione che arriva in ritardo equivale
alla mancata segnalazione? Dubbi che la
legge non chiarisce. Consiglio”, ha però
sottolineato Cappa, “di fare comunque
le dovute denunce, anche se è passato del
tempo dal momento della transazione sospetta, perché inoltrarle in ritardo è sempre meglio che non inviarle per niente”.
Un invito rinnovato anche dal Direttore
dell’Unità d’Informazione di Bankitalia
Luca Criscuolo, che ha ribadito come il
sistema sanzionatorio sull’antiriciclaggio
sia inadeguato e necessiti urgentemente
di una riforma.
Quanto agli obblighi di legge in materia
di formazione, Gianluigi Bonifati, avvocato del Foro di Lodi della FABI, ha
lanciato un appello alle banche: formare
il personale non una tantum, ma costantemente. “I lavoratori devono essere tempestivamente aggiornati su tutte le ultime disposizioni di legge e sulle circolari
emanate, dato che il quadro normativo
di riferimento del contrasto al riciclaggio
è in continua evoluzione”, ha affermato
Bonifati.
PAROLA D’ORDINE: DENUNCIARE
E come deve comportarsi il lavoratore,
qualora subisca pressioni da parte del capo
filiale ad eseguire comunque una transazione di dubbia legittimità? “Solo in un
modo”, hanno risposto il giornalista Nicola Borzi e il Segretario nazionale FABI
Attilio Granelli: “denunciando ”.
Il primo soggetto, a cui segnalare l’episodio, è senz’altro il sindacato. “I lavoratori,
ogni qualvolta si trovino in difficoltà per-
ché costretti dal proprio capo ad effettuare
un’operazione sospetta, non devono aver
paura ma rivolgersi a noi. La FABI si attiverà poi in tutte le sedi opportune, non
solo in quella giudiziaria, per tutelare il
dipendente, anche e soprattutto il precario, che è maggiormente ricattabile”, ha
“il sistema sanzionatorio è inadeguato e dev’essere riformato
urgentemente”
sottolineato il Segretario nazionale della
FABI Attilio Granelli, che ha poi definito
di “meschinamente ambiguo” l’atteggiamento di molte banche. “Formalmente
chiedono ai dipendenti il rispetto della
legge”, ha tuonato il Segretario nazionale
della FABI, “e, di fatto, fanno pressioni sui
lavoratori perché le infrangano, pur di incrementare i profitti”.
Nicola Borzi, dal suo osservatorio privilegiato di giornalista de Il Sole 24 Ore, ha
invece svelato che c’è solo una cosa che
le banche temono di più di un’eventuale
condanna penale: il danno di immagine.
“Per questo”, ha suggerito, “è bene raccontare
“Appello alle banche: formare il personale non una tantum, ma
costantemente. I lavoratori devono essere tempestivamente aggiornati su tutte le ultime disposizioni di legge e sulle circolari
emanate, dato che il quadro normativo del contrasto al riciclaggio
è in continua evoluzione”
Il tavolo della presidenza del convegno
Attilio Granelli
Dirigente dell Unità d'Informazione Finanziaria
di Bankitalia
Segretario Nazionale FABI e Nicola Borzi, de "Il
Sole 24Ore"
Il bollettino semestrale di Bankitalia
ANTIRICLAGGIO, NEL PRIMO SEMESTRE 2010 92 DENUNCE
B
Criscuolo (Uif): “Lavoratori esposti a troppi rischi. La legge va cambiata”
en 92 denunce a carico delle banche per violazioni delle
norme antiriciclaggio inoltrate
all’autorità giudiziaria, 12 ispezioni effettuate e circa 103 fattispecie
di rilevanza penale presentate alla magistratura. Questo il bilancio dell’attivi-
tà, condotta nel primo semestre 2010,
dell’Unità di informazione finanziaria
di Bankitalia, il braccio destro di Palazzo
Koch che opera in collaborazione con la
magistratura nel contrasto e nella prevenzione del riciclaggio e a cui le banche,
in caso di operazioni sospette, devono
inoltrare le loro segnalazioni.
“Da quando è entrata in vigore la legge,
a finire sotto indagine della magistratura
per violazione delle norme anti-riciclaggio sono stati parecchi lavoratori”, rivela
Luca Criscuolo, Condirettore e Titolare
Divisione Normativa e Metodi dell’Uni-
tà d’Informazione Finanziaria di Banca
d’Italia, “del resto è la stessa legge che in
virtù dell’indeterminatezza di molti suoi
passaggi espone il dipendente a un frequente rischio di violazione. Per questo
la norma andrebbe corretta in molti suoi
punti”.
3
dossier
“Denunciate sempre gli abusi al sindacato. Se non bastano i canali ufficiali, il sindacato può contare sulla stampa, perché c’è una
cosa che le banche temono più di ogni altra: il danno d’immagine”
alla stampa tutto quello che non va, magari
attraverso la voce autorevole del sindacato.
La FABI in questo ha sempre dimostrato di
essere in prima linea”.
LE PROPOSTE DELLA FABI
Durante il Convegno sono state, infine, lanciate nuove proposte per tutelare al meglio
i bancari. “Stiamo valutando”, ha detto in
rappresentanza della Segreteria nazionale
della FABI, Attilio Granelli, “di chiedere
l’istituzione di help desk aziendali, a cui
possano rivolgersi tutti i lavoratori per avere
chiarimenti sulle norme antiriciclaggio e sugli obblighi da adempiere in merito.
Non solo. A breve rivendicheremo anche
Uno scorcio della Sede della
Banca Popolare di Lodi, che
ha gratuitamente messo a
disposizione il suo Auditorium
per l'iniziativa della FABI
Andrea Gibelli (secondo da sinistra)
V. Presidente della Regione Lombardia, intervenuto ai
lavori
l’apertura di un Fondo per le spese legali,
spese a carico degli istituti di credito, ma che
oggi molti lavoratori sono costretti ad anticipare”.
“Quanto alla formazione, nella nuova
piattaforma contrattuale, chiederemo alle
aziende che sia qualificata e certificata e che
avvenga in aula, non online”.
Infine, un auspicio: che la tavola rotonda organizzata a Lodi sia solo la prima di una lunga serie di analoghe iniziative per informare
adeguatamente i lavoratori sui loro diritti e i
loro doveri.
“Sappiamo che, come sempre, le nostre sedi
territoriali”, ha concluso Granelli, “non si
sottrarranno a questo impegno”.
“Ambiguo l’atteggiamento di molte banche, che formalmente
chiedono ai dipendenti il rispetto della legge, ma di fatto, esercitano pressioni sui lavoratori perché la infrangano, pur di accontentare il cliente e d’incrementare i profitti”
Importante vademecum per gli addetti allo sportello
Come riconoscere l’operazione sospetta
Ecco la Sintesi degli indicatori di anomalia redatti da Bankitalia
INDICATORI DI ANOMALIA CONNESSI AL CLIENTE
1. Il cliente si rifiuta o si mostra riluttante
a fornire le informazioni richieste, ovvero
fornisce informazioni false o contraffatte
ovvero varia ripetutamente e senza apparente giustificazione le informazioni fornite.
2. Il cliente, senza fornire alcuna plausibile
giustificazione, adotta un comportamento del tutto inusuale rispetto a quello comunemente tenuto dalla clientela.
3. Il cliente effettua operazioni in contanti di significativo ammontare ovvero
con modalità inusuali quando è noto per
essere stato sottoposto a procedimento
penale, a misure di prevenzione o a provvedimenti di sequestro, ovvero quando è
notoriamente contiguo (ad esempio familiare) a soggetti sottoposti a misure della
specie ovvero effettua tali operazioni con
controparti note per le medesime circostanze.
4. Il cliente risiede ovvero opera con controparti situate in Paesi o territori a rischio
ed effettua operazioni di significativo ammontare con modalità inusuali, in assenza
di plausibili ragioni.
INDICATORI DI ANOMALIA CONNESSI ALLE
OPERAZIONI O AI RAPPORTI
5. Operazioni con configurazione illogica,
soprattutto se economicamente o finanziariamente svantaggiose per il cliente, che
non risultano in alcun modo giustificate.
6. Operazioni che risultano inusuali rispetto alla prassi corrente di mercato ovvero sono effettuate con modalità e strumenti significativamente diversi da quelli
utilizzati dagli altri operatori attivi nello
stesso comparto, soprattutto se caratte-
4
rizzate da elevata complessità ovvero dal
trasferimento di somme di importo significativo, qualora non siano giustificate da
specifiche esigenze.
7. Operazioni che risultano non coerenti
- anche per gli strumenti utilizzati - con
l’attività svolta ovvero con il profilo economico, patrimoniale o finanziario del
cliente ovvero, in caso di persona giuridica, del relativo gruppo di appartenenza,
ove non siano adeguatamente giustificate
dal cliente.
8. Operazioni effettuate frequentemente
o per importi significativi da un cliente in
nome o a favore di terzi ovvero da terzi
in nome o a favore di un cliente qualora
i rapporti personali, commerciali o finanziari tra le parti non risultino giustificati,
soprattutto se volte a dissimulare il collegamento con altre operazioni.
INDICATORI DI ANOMALIA CONNESSI AI MEZZI E
ALLE MODALITA’ DI PAGAMENTO
9. Utilizzo ripetuto e ingiustificato di denaro contante, specie se per importi rilevanti o qualora implichi il ricorso a banconote di elevato taglio.
10. Ricorso a tecniche di frazionamento
dell’operazione con presumibili finalità
elusive degli obblighi di adeguata verifica
o di registrazione, in assenza di giustificate
esigenze rappresentate dal cliente, soprattutto se volte a dissimulare il collegamento
con altre operazioni.
INDICATORI DI ANOMALIA RELATIVI AL
FINANZIAMENTO DEL TERRORISMO
11. Utilizzo di strumenti di pagamento
(carte di debito, carte di credito, carte prepagate, moneta elettronica, nella loro evi-
denza fisica e virtuale1) che, per modalità,
ricorrenza o rilevanza economica, non risulta coerente con la normale operatività
del cliente ovvero con l’operatività del distributore o dell’esercente (c.d. merchant).
12. Utilizzo ripetuto e per importi complessivi rilevanti dei servizi di pagamento
nella forma dell’incasso e del trasferimento
fondi (c.d. money transfer), laddove l’operatività risulti incoerente con le condizioni
economiche e finanziarie del cliente e non
sia adeguatamente giustificata.
INDICATORI DI ANOMALIA RELATIVI ALLE
OPERAZIONI IN STRUMENTI FINANZIARI E AI
CONTRATTI ASSICURATIVI
13. Operazioni in strumenti finanziari incoerenti con il profilo economico, finanziario o patrimoniale del cliente ovvero,
nel caso di persone giuridiche, del gruppo
di appartenenza, oppure effettuate con
modalità inusuali o illogiche, soprattutto
se di ammontare complessivamente rilevante, non adeguatamente giustificate da
specifiche esigenze.
14. Operazioni aventi a oggetto strumenti
finanziari che si caratterizzano per l’intestazione a favore di terzi ovvero per l’intervento di soggetti diversi, qualora non siano in alcun modo giustificati dai rapporti
tra le parti.
7 livello intermedio, ove previsto, o al
delegato, è comunque quest’ultimo a
rispondere dell’omessa segnalazione di
operazione sospetta.
15. Operazioni frequenti o di importo
significativo effettuate su strumenti finanziari non dematerializzati, soprattutto se al
portatore, in assenza di plausibili giustificazioni.
16. Stipula di polizze assicurative vita o
di rapporti di capitalizzazione che risultano incoerenti con il profilo del cliente o che presentano modalità inusuali,
specie se di ammontare rilevante, ove
non giustificate da specifiche esigenze
rappresentate dal cliente.
17. Operazioni attinenti a polizze assicurative vita o a rapporti di capitalizzazione effettuate frequentemente o
per importi rilevanti dal contraente in
nome o a favore di terzi ovvero da terzi
in nome o a favore del contraente, qualora i rapporti personali, commerciali o
finanziari tra le parti non risultino giustificati.
18. Pagamenti di premi relativi a polizze assicurative vita o a rapporti di capitalizzazione con modalità inusuali o
illogiche, specie se di ingente ammontare, non giustificati da specifiche esigenze rappresentate dal cliente.
19. Riscatto o liquidazione di polizze
assicurative vita o di rapporti con modalità inusuali o illogiche, non giustificati da specifiche esigenze rappresentate
dal cliente.
20. Operazioni che, per il profilo soggettivo di chi le richiede ovvero per le
modalità inusuali della
movimentazione, appaiono riconducibili a fenomeni di finanziamento del
terrorismo.
21. Operazioni che, per le modalità
inusuali della movimentazione o l’incoerenza con il profilo
economico di chi le richiede, appaiono
riconducibili all’abuso di organizzazioni non profit a scopo di finanziamento
del terrorismo.
quota periscopica
Il verdetto di Bankitalia
APPALTI PUBBLICI BOCCIATI
“Un sistema esposto ai rischi di corruzione e collusione e carente sul piano della progettazione”, scrivono gli economisti di
Palazzo Koch. Gli aspetti più critici? Le gare al ribasso e lo scarso controllo sui subappalti
E
sposto ai rischi di corruzione
e collusione e carente sul piano della progettazione. Così si
presenta il sistema degli appalti
pubblici nostrano, secondo l’ultimo studio
elaborato da Bankitalia dal titolo “L’affidamento dei lavori pubblici in Italia: un’analisi dei meccanismi di selezione del contra-
ente privato”.
Un sistema malato, nonostante negli ultimi anni siano state varate numerose riforme per renderlo più moderno. Gli economisti di Palazzo Koch puntano l’indice
soprattutto sulle procedure di selezione
che lo Stato e gli enti locali adottano per
reclutare le imprese private alle quali affi-
dare la realizzazione delle opere pubbliche.
Procedure inadeguate, perché il tipo di
gara al ribasso utilizzata in Italia, che assegna l’appalto a chi offre il prezzo minore,
“presenta un’elevata vulnerabilità al rischio
di collusione tra imprese”. Ma Bankitalia
nel suo report indica anche un percorso
per uscire da questa situazione. I fenome-
ni di corruzione all’interno
dei sistemi degli appalti pubblici vanno
contrastati, scrivono i tecnici, “attraverso la
riorganizzazione dei sistemi di attestazione,
inasprendo i controlli relativi alla subcontrattazione (ponendo un freno così al dilagare dei subappalti) e pretendendo una
maggiore trasparenza nelle informazioni”.
In 5 anni cresciute dello 0,5%
TERZIARIO, IMPRESE FEMMINILI IN AUMENTO AL SUD
Avanzano soprattutto in Sicilia le piccole aziende dei servizi guidate da donne.
Ma Terziario Donna avverte: “Da un lato segnale positivo, dall’altro diretta conseguenza della
mancanza di lavoro”
A
vanzano le piccole imprese del
terziario fondate e gestite da
donne. E questo- a sorpresaavviene proprio nel Sud Italia,
dove negli ultimi 5 anni la loro presenza è
cresciuta dello 0,5%. Un dato comunque
non trascurabile, se si considera che pa-
rallelamente la stessa tipologia di azienda
con leadership al femminile ha registrato
un segno meno in tutti gli altri comparti
produttivi.
La Sicilia è, in assoluto, la regione in cui il
trend di nuove aperture di imprese rosa è
maggiore rispetto alla media nazionale. Ma
non sempre la scelta di aprire un’attività è
dettata da una reale volontà di mettersi in
proprio. “Se da un lato è un segnale positivo”, commenta la presidente nazionale di
Terziario donna Marilù Galdieri, “dall’altro è lo sbocco naturale alla mancanza di
lavoro dipendente che, come fotografato
dall’Istat, si sconta soprattutto nel Meridione”. “Il problema”, denuncia Galdieri,
“è che l’imprenditoria non può essere una
semplice scelta di auto-impiego”.
Fra le dieci città italiane con la maggiore
presenza femminile nel terziario spiccano
Chieti (29,3%) e L’Aquila (28,4%).
Lo pensa il 65% dei Direttori del personale
MEGLIO UN CORSO D’INGLESE
CHE UN LAVORO DEQUALIFICATO
I
Secondo un’indagine di Gidp, la maggioranza dei responsabili delle risorse umane consiglia ai giovani
laureati di non accettare un impiego di serie B, ma piuttosto di formarsi ulteriormente per rientrare sul
mercato più competitivi una volta passata la crisi
n tempi di crisi, per un giovane è
meglio accettare un lavoro poco
qualificato o continuare a studiare
in attesa che la tempesta passi e che
il mercato torni ad offrire proposte d’impiego interessanti e in linea con il proprio
curriculum?
I direttori del personale delle principali
aziende italiane hanno pochi dubbi in
merito: meglio la seconda opzione. Almeno per il 65% del campione intervistato
da Gidp, associazione dei responsabili
delle risorse umane, che su commissione
di Repubblica.it ha realizzato un’indagine a campione chiedendo ai direttori del
personale consigli per gli under 35 su
come affrontare la crisi.
Oltre la metà degli intervistati pensa che
in questo momento per un giovane laureato sia meglio un corso di formazione che
un impiego che non ha nulla a che fare
con il percorso di studi.
L’ideale, in un mondo iper-globalizzato
come il nostro, è imparare una nuova
Su www.fabi.it
FONDI PENSIONE, ARRIVA LA GUIDA ONLINE
Sul portale del nostro sindacato presto attivo un nuovo servizio per orientare i
lavoratori nell’intricata giungla della previdenza complementare
T
utto
quello
c h e
avreste
voluto sapere sulla
previdenza
complemenvta-
re. E che ora oserete chiedere. Il sito web
della Fabi si arricchisce di una nuova area
dedicata ai fondi pensione, che sarà inserita
nella sezione del Dipartimento Welfare.
Grazie a un accordo siglato recentemente
dal nostro sindacato con il Mefop, società controllata dal Tesoro che raggruppa i
principali fondi pensione attivi in Italia, a
partire da febbraio sul portale della FABI
troveranno spazio tutte le notizie più importanti che riguardano il settore.
Un servizio prezioso per tutti i lavoratori,
che qui potranno avere risposte ai propri
dubbi e una serie di informazioni utili, oltre a ricevere consigli mirati sugli investimenti più adatti al loro profilo.
lingua e sfruttarne la conoscenza nel momento in cui il mercato delle assunzioni
mostri i primi segnali di ripresa. Per i direttori del personale, infatti, la scelta del
primo lavoro “è troppo importante e condizionante per accettare un impiego qualsiasi”. Soldi permettendo, naturalmente.
La sezione sarà, infatti, interattiva e i
naviganti potranno rivolgere domande agli
esperti FABI per avere dei chiarimenti di
natura fiscale e legale sul funzionamento
dei fondi complementari.
“È un’iniziativa che abbiamo preso per
venire incontro alle crescenti richieste di
aiuto di tanti lavoratori, che non sanno
come orientarsi nel mare magnum della
previdenza integrativa”, spiega Vincenzo
Saporito, Responsabile del Dipartimento
Welfare della FABI, “la conoscenza della
materia è scarsa e noi, con questo servizio,
ci offriamo di migliorarla a favore di tutta
la categoria”.
5
SINDACATO E SERVIZI
attualità
I
n pensione con i soldi di papà. Non
è l’aspirazione del bamboccione tipo,
ma un’eventualità destinata a diventare sempre più concreta per molti
giovani di oggi e anziani di domani.
Prova ne sono i tanti fondi di previdenza
complementare che stanno riformando i
propri statuti per consentire agli iscritti la
possibilità di effettuare versamenti contributivi anche a favore dei figli. Il fine è
quello di garantire ai “pargoli” una pensione dignitosa.
Che la previdenza pubblica sarà avara nei
confronti delle nuove generazioni, del resto, è un dato di fatto, visto che le riforme
pensionistiche degli ultimi anni hanno
tentato di fare fronte al progressivo aumento delle previsioni di spesa dell’Inps,
causato dal graduale invecchiamento della
popolazione, sforbiciando sulle pensioni
degli anziani del futuro, che hanno così
assistito e continueranno ad assistere a un
progressivo abbassamento dei coefficienti
di calcolo del loro assegno pensionistico.
E lo scenario si annuncia ancora più cupo
per i lavoratori precari, in particolare i parasubordinati, che godono di una contribuzione previdenziale più bassa rispetto a chi
ha un contratto a tempo indeterminato.
Stando alle stime effettuate da autorevoli
Istituti di ricerca, questi ultimi rischiano di
percepire un vitalizio di poco più di 400
euro mensili: il corrispettivo dell’assegno
sociale erogato ai bisognosi.
Ancora una volta, dunque, la famiglia si
candida a diventare l’ammortizzatore sociale del futuro. Una dispensatrice di Welfare che - purtroppo o per fortuna - supplisce alle carenze del sistema pubblico e a
cui lo Stato tutto sommato strizza l’occhio.
È stata proprio l’ultima legge di riforma
del settore, la 252/05 entrata in vigore nel
2007, a introdurre l’opportunità per gli
iscritti alla previdenza complementare di
stanziare somme anche a beneficio delle
persone fiscalmente a loro carico. Quindi,
in primis, dei figli.
news
“P
otrebbe rappresentare una
sorta di patto generazionale.
Gli adulti, che fanno parte
di quel mercato del lavoro
garantito e che hanno accesso a tutte le forme di protezione sociale, purtroppo ad oggi
precluse alle nuove generazioni, potrebbero
investire parte del loro reddito nelle pensioni dei figli. Mi sembra una buona idea.
Certamente si tratta di una soluzione tampone, che non si può sostituire a progetti
politici di riforma del Welfare più a lungo
termine”.
Questa l’opinione di Pierluigi Celli, Direttore dell’Università Luiss (l’ateneo di Confindustria), riguardo alla nuova opportunità
offerta da alcuni fondi di previdenza complementare agli iscritti di effettuare versamenti contributivi anche a favore dei figli.
Insomma, l’Italia salvata dalla famiglia…
6
Il Welfare pubblico salvato dalla famiglia?
IN PENSIONE
CON I SOLDI
DI PAPÁ
Sono in aumento i Fondi pensione del settore del credito che danno la
possibilità ai propri iscritti di versare contributi previdenziali a favore dei
figli o di altre persone fiscalmente a carico, come previsto da recenti
accordi sindacali promossi dalla FABI. Un’opportunità che qualche
famiglia sta prendendo in seria considerazione per incrementare i futuri
magri assegni pensionistici delle nuove generazioni
di Flavia Gamberale
Una norma che i fondi negoziali stanno
gradualmente recependo all’interno dei
propri Statuti su pressione delle organizzazioni sindacali, a cominciare dalla FABI.
Tra i fondi principali attivi nel settore del
credito e riservati ai dipendenti, per ora
sono tre a consentire concretamente questa
possibilità: il Fondo di Gruppo Ubi, quello della Banca Regionale Europea (Ubi) e
quello della Popolare di Verona (Gruppo
Banco Popolare). Centocinquanta le posizioni attualmente aperte nei primi due.
E a breve entrerà nel novero virtuoso anche il Fondo delle banche di credito cooperativo, che ha riformato lo Statuto la
scorsa estate. Al momento, spiega il cda, si
sta concludendo l’adeguamento della rete
informatica per rendere operativo quanto
previsto.
“Purtroppo”, spiega Piergiuseppe Maz-
zoldi, consigliere d’amministrazione del
Fondo in quota Fabi, “l’iter tecnico è
piuttosto lungo. Come Fabi abbiamo
chiesto alla società addetta all’implementazione della rete l’impegno a terminare i
lavori entro febbraio”.
Poi ci sono il Fondo Sanpaolo Imi, il
Fondo Intesa, quello Unicredit Group,
il Cariparma Group e il Previbank, cui
si appoggiano 120 aziende del credito:
tutte realtà che hanno inserito questa
opportunità nei propri Statuti, attraverso
specifici accordi sindacali, ma che stanno
ancora provvedendo ad adeguare i sistemi
informatici di gruppo per poterla rendere fruibile agli iscritti. Lungi dall’essere il
nuovo paradiso delle pensioni di domani, la previdenza integrativa a favore delle
persone fiscalmente a carico pone, tuttavia, dei problemi di sostenibilità. Investire
annualmente parte del proprio stipendio,
oltre che nel proprio fondo pensione integrativo, anche in quello del figlio rappresenta, infatti, per il lavoratore medio un
costo non indifferente, seppur compensato da qualche beneficio fiscale (sono previsti sgravi sull’Irpef per versamenti fino
a 5.164 euro all’anno).
Eppure di fronte a una prospettiva di vitalizi da fame per le prossime generazioni,
potrebbero essere molte le famiglie a mettersi una mano sulla coscienza e poi sul
portafoglio. “I lavoratori”, commenta Vincenzo Saporito, a capo del Dipartimento
Welfare della FABI, “sono sempre più interessati a queste forme di previdenza. Sfida
del prossimo futuro, per noi della FABI,
sarà quella di renderle operative e fruibili,
per assicurare trattamenti pensionistici dignitosi anche alle future generazioni”.
Parla l’autore di “Generazione tradita”
“È UN BUON PATTO GENERAZIONALE.
DA PROMUOVERE”
Pierluigi Celli, manager di lungo corso e attuale Direttore della Luiss,
giudica positivamente l’opportunità concessa da alcuni fondi pensione
agli iscritti di effettuare versamenti contributivi anche a favore dei figli
Sì, d’altronde bisogna prendere atto del
fatto che il Welfare pubblico è in crisi e che
il mercato del lavoro per le nuove generazioni si presenta precario e spesso privo di
ammortizzatori sociali. L’occupazione è
destinata a diventare sempre più discontinua e aumenta il bisogno di tutele previdenziali forti. Di ciò dovrà inevitabilmente
farsi carico la famiglia, visto l’enorme debito pubblico, lasciato in eredità ai giovani
dalla nostra classe dirigente, che riduce le
possibilità d’intervento dello Stato.
Nel suo ultimo pamphlet definisce i giovani di oggi “generazione tradita”. Rispetto ad altri Paesi europei in che cosa
ha fallito l’Italia?
Rispetto agli altri Paesi l’Italia è stata meno
capace di interpretare l’innovazione. Ha
avuto una classe politica ripiegata su se
stessa, che non ha combattuto ma, invece, alimentato una certa cultura nazionale
che tende a privilegiare più l’appartenen-
za familiare che il merito, promuovendo
l’immobilismo.
Quali sono secondo lei le riforme più urgenti da attuare per ridare un futuro alla
generazione tradita?
Tre, in particolare: reddito minimo garantito per tutti; indennità di disoccupazione
anche per i precari e un salario minimo
d’ingresso ai giovani. Per finanziare queste
riforme basterebbe tagliare i troppi sprechi
pubblici e combattere l’evasione fiscale.
SINDACATO E SERVIZI
M
essenger, Skype, Facebook e chi più ne ha più ne
metta, tutti mezzi di comunicazione globale che
aiutano nella vita quotidiana a risolvere
innumerevoli problemi senza limiti di
confini, lingue o nazioni. Ormai i telefoni cellulari che non sono dotati di
collegamento internet, sono ritenuti
assolutamente obsoleti e inutili, la comunicazione e il collegamento transoceanico sono diventati normale routine
e guai a non potersi collegare!
Collegamento e informazione sono le
uniche cose di cui l’uomo di oggi non
può assolutamente fare a meno.
Eppure, tutto ciò rischia di diventare
un boomerang che, da un momento
all’altro, può avere effetti devastanti per
tutti coloro i quali usufruiscono di questi mezzi, quindi, per tutti noi.
Non vorremmo apparire come novelle
Cassandre che predicono disastri e prevedono tragedie, ma è doveroso mettere in guardia sugli effetti devastanti che
l’uso smodato dei mezzi informatici,
può provocare. Se non facessimo questo, l’informatizzazione e l’informazione, sarebbero prevaricate dalla disinformazione, l’elemento peggiore dei tempi
nostri.
È opportuno sapere che molti datori
di lavoro, tra cui le banche, utilizzano i
mezzi informatici per controllare la vita
privata di ognuno di noi. Negli Stati
Uniti tre lavoratori su quattro, sono
controllati dai propri datori di lavoro,
attraverso il computer, senza che questi possano accorgersi di nulla. L’occhio
indiscreto del grande fratello, puntato
su ognuno di noi, continua ad acquisire
e immagazzinare dati, da potere utilizzare anche a distanza di parecchi anni,
per colpirci in qualche modo.
Come? Semplice, l’utilizzo dei mezzi
informatici messi a disposizione dai datori di lavoro, sia che questi siano uffici,
sia che siano aziende, sia che siano ban-
attualità
Informatizzazione, informazione
e disinformazione
IL NEMICO TI ASCOLTA
Attenti ai controlli informatici, potrebbero nuocervi
anche nel mondo del lavoro
di Gianni Di Gennaro, Dipartimento nazionale Comunicazione &
Immagine e Coordinatore FABI Ragusa
che, fa sì che i dati trasmessi diventino
prove certe per potere carpire elementi
sufficienti per comprendere quali siano
le tendenze politiche, religiose, sessuali
e quant’altro, di ogni utente.
Tutto viene raccolto in una sorta di
grande calderone informatico e viene
riposto negli archivi, da aprire all’occorrenza, quando si dovesse presentare
l’occasione per utilizzare i dati, ritorcendoli contro i lavoratori, imputati
magari di avere usato mezzi non propri
per criticare o diffamare il datore di lavoro.
Certo, dobbiamo obiettare che tutto
ciò è illegale e assolutamente vietato
dalle vigenti norme contrattuali e di
legge in Italia.
È indubbio! Ma che ne sappiamo se –
sotto sotto – datori di lavoro spregiudicati e disinvolti, ci sottopongono a
dossieraggi a nostra insaputa?
Qualcuno si è mai chiesto perché oggi
tutti gli istituti di credito mettono a
disposizione dei propri dipendenti, i
mezzi informatici, compreso il diffusissimo sistema di chat interno? Vi siete mai domandati perché a qualcuno,
seppur dipendente della stessa banca, è
consentito di accedere ad internet e a
qualcun altro no?
Impossibile sottrarsi al dubbio che già
sia in funzione qualche forma di controllo, magari collegata al grado o alla
mansione e che, per ovvi motivi, resta
sotterranea.
Oggi è tutto illegale e la Magistratura
ha sempre sanzionato gli abusi. Ma domani? Chi può dire se qualche manager, sulla scia di Marchionne, non sia
tentato d’introdurre pericolose novità,
magari col pretesto della sicurezza o di
una produttività giudicata al di sotto
dello standard richiesto?
Fantascienza o fantabanca?
Lo speriamo. Infatti, se tutto quello
che stiamo ipotizzando dovesse diventare legittimo anche da noi, tra
qualche tempo, tutti potremmo
essere “processati” per avere espresso giudizi critici nei confronti del
datore di lavoro, per avere esagerato negativamente parlando del diretto superiore, o magari per avere
criticato aspramente l’imposizione
giunta dall’alto, di vendere prodotti
bancari tossici a ogni costo e ad ogni
tipologia di clientela.
Occhi ed orecchie ben aperte, dunque, e attenzione a non lasciarci
andare, anche quando riteniamo di
essere protetti dall’anonimato, perché il “grand3 fratello” informatico ha
orecchie ed occhi dappertutto.
Troppe ore davanti al Pc
news
IL DANNO DA STRESS
DEV’ESSERRE
PROVATO
N
on può essere accolta la pretesa al risarcimento del danno alla salute, derivante dallo
stress di espletare la propria
attività lavorativa tutti i giorni usando i
computer per più di quattro ore al giorno, in posizioni posturali e di luminosità
precarie, qualora sia carente la dimostrazione del pregiudizio subito ed in assenza anche di un qualsiasi principio di
prova, come da costante giurisprudenza
Lo ha stabilito il TAR del Lazio
civilistica in materia di danno biologico.
È quanto affermato dal Tar Lazio con la
sentenza n. 35028 del 2 dicembre 2010,
in risposta alla richiesta di alcuni dipendenti pubblici in merito all’accertamento del diritto ai danni da stress subiti per
l’esposizione ai videoterminali; i lavoratori sostenevano di aver subito un’esposizione diretta e continua, comunque
Se poi non bastasse, ci sono sempre gli
zelanti spioni, che per emergere sarebbero disposti a tradire anche la madre.
Una cosa è certa, comunque: noi della
F.A.B.I. non consentiremo a nessuno di
utilizzare le moderne tecnologie a scapito dei lavoratori.
superiore alle quattro ore al giorno, ad
onde elettromagnetiche in grado di produrre danni irreversibili sulla vista e sul
sistema nervoso, provocando alterazioni
anche psicosomatiche. I ricorrenti, alla
luce della sentenza n. 29465 del 31 luglio 2010 - che in un caso analogo aveva
rigettato la richiesta risarcitoria a causa
della mancanza di prove relative al pre-
giudizio subito - allegavano alla propria
memoria difensiva circolari, studi ed
opuscoli relativi alle problematiche e
alle conseguenze dell’esposizione ai video terminali. A tal proposito i Giudici,
respingendo il ricorso dei dipendenti,
affermano che “ancorché tale corposo
apparato documentale possa tornare
utile ad un aggiornamento sulle problematiche in questione, esso non appare
sufficiente a provare il danno che ciascun ricorrente possa avere tratto dalla
adibizione a videoterminali e PC, dal
momento che affronta la problematica
in generale, laddove la prova del danno
passa, secondo i principi civilistici in
materia, per la dimostrazione anzitutto
dell’evento causativo, del nesso di causa e dell’elemento soggettivo presente in
chi tale danno avrebbe prodotto.”
7
SINDACATO E SERVIZI
attualità
Abstract della tesi di laurea
di una nostra dirigente sindacale
IL LAVORO
MALATO
Fenomenologia del mobbing
P
er mobbing s’intendono quei
comportamenti che si verificano
sul posto di lavoro con atti, parole, gesti, vessazioni, intenzionali e
lesivi dei valori di dignità umana e professionale, fino a mettere in pericolo l’impiego
o a degradare il clima aziendale. Secondo
Leymann, il mobbing si estrinseca in azioni
ostili che devono essere:

attuate in modo iterativo, per un tempo
determinato (almeno 6 mesi);

sistematiche, strutturate e poste in atto in
ambiente di lavoro;

caratterizzate da violenza esercitata contro la persona, il lavoro, la funzione e lo
status;

essere a progressione variabile, con atti
sanzionatori pretestuosi;

attuate con lo scopo di mettere la vittima
in situazione di isolamento.
Alla base di ogni manifestazione di mobbing c’è un conflitto non risolto.
Tipicamente l’azienda italiana presenta un
clima conflittuale, che di per sé non costituisce mobbing, ma si pone come terreno
fertile per un suo sviluppo (secondo Herald
Ege è la Condizione Zero).
Il conflitto scaturisce dalla volontà di emergere a discapito di tutti gli altri e da rapporti
tra colleghi basati solo su cortesia formale.
Dall’ambito lavorativo sfocia un deliberato
attacco che va a toccare anche la sfera privata della vittima designata, che percepisce
tensioni e freddezza, fonti di disagio e malessere, senza comprendere subito di essere
divenuta bersaglio di azioni di mobbing.
Sorgono così disturbi psicosomatici e malattie: ipertensione, coliti, cefalee, aritmie,
dispnee, asma, disturbi alimentari, disturbi
del sonno, della concentrazione o della memoria. Sono inoltre state riscontrate forti
correlazioni tra l’insorgere di depressione
reattiva e casi di tumori. La direzione del
personale aziendale si limita a registrare le
numerose assenze da parte della vittima, che
viene fatta oggetto anche di provvedimenti
disciplinari. Il soggetto prova un fagocitante senso di colpa che lo spinge nel baratro
della disperazione, un circolo vizioso che
ne alimenta il senso di impotenza, sino alla
fase conclusiva: l’esclusione dal mondo del
lavoro.
Il mobbing è un fenomeno sociale: le persone che vi prendono parte ne sono elementi indispensabili con le loro peculiarità
caratteriali. L’aggressore (mobber) è un
persecutore che vive nell’estremo bisogno
di dominare e di distruggere, mascherato
con atteggiamenti falsamente amichevoli.
Intorno a persecutore e vittima (mobbizzato) l’atmosfera che si crea è talmente densa e
tesa che è impossibile non percepirla, quindi, anche gli spettatori del mobbing ne fanno parte: vengono chiamati side-mobbers,
fiancheggiatori.
Sono colleghi, superiori, addetti alla gestione del personale, che non sono coinvolti direttamente nel mobbing, ma che in qualche
modo lo percepiscono o lo vivono di riflesso. Chi assiste al mobbing e non lo denuncia
o cerca di interromperlo, in qualche modo
lo favorisce con la propria indifferenza. Gli
effetti ricadono pesantemente sul mobbiz-
zato, ma anche sulle aziende dove emerge
tale problematica.
L’aumento dell’assenteismo per malattia
causa conseguenze economiche rilevanti
dovute alla riduzione della produttività e
dell’efficienza. È, quindi, interesse dell’azienda, prevenire il mobbing, piuttosto che
tentare di tamponarne gli effetti.
Anche lo Stato può essere danneggiato
dall’accumularsi di esborsi dovuti a prepensionamenti di lavoratori mobbizzati.
In Svezia, dove l’argomento è stato approfondito, il governo cerca di proteggere il bilancio nazionale con la legge della “riabilitazione professionale” che obbliga gli imprenditori a presentare un piano di riabilitazione
professionale, non appena un lavoratore ha
avuto un periodo di malattia di un mese o di
dieci volte nell’arco dell’anno. La finalità è
trasferire i costi della riabilitazione all’origine, là dove le condizioni ambientali disagiate hanno causato i costi stessi.
In Italia, le trattative sindacali potrebbero
essere finalizzate a raggiungere accordi per
costituire camere di conciliazione intraaziendali o presso i sindacati, per risolvere i
conflitti sul nascere, evitandone la degenera-
Cassazione
zione. Figure come psicologi o counselors a
supporto dei lavoratori in difficoltà potrebbero aiutarli a reagire nel modo più corretto,
evitando maggiori costi in termini umani ed
economici.
Maria Pia Pedrini
Dirigente FABI Cremona
news
Il lavoratore licenziato per ritorsione o rappresaglia
dev’essere reintegrato
“L
a norma dell’art. 3 della legge 108 del 1990,
relativa all’estensione ai
licenziamenti nulli in
quanto discriminatori di cui agli artt. 4
della legge n. 604 del 1966 e 15 della
legge n. 300 del 1970, a prescindere dal
numero dei dipendenti del datore di lavoro e anche a favore dei dirigenti, deve
intendersi applicabile in genere ai licenziamenti nulli per motivo illecito determinante e in particolare a quelli che siano
determinati in maniera esclusiva da moti-
8
vo di ritorsione o di rappresaglia”. Lo ha
ribadito la Sezione lavoro della Suprema
Corte con la sentenza n.
24347 del
1° dicembre 2010, rigettando il ricorso di
una società avverso
la decisione dei giudici di appello.
Il licenziamento
intimato dalla società ad un proprio
dipendente era stato
ritenuto fondato su motivi di ritorsione
e rappresaglia, a fronte di rivendicazioni
retributive del lavoratore, con conseguente condanna alla reintegrazione. La Società
ricorrente si duole
del fatto che, sebbene in causa fosse
pacifico che non
ricorrevano
nel
caso in esame i requisiti numerici per
l’applicazione della tutela reale, la Corte
territoriale abbia sostanzialmente applicato l’art. 18 dello Statuto dei Lavoratori
ad un licenziamento qualificato come
rappresaglia. La Corte di Cassazione, ritenendo infondato il motivo di ricorso della Società, afferma l’applicabilità, anche
al licenziamento, della disciplina generale
del negozio a motivo illecito determinante, nonché la portata di principio generale
che assume la regola di cui all’art. 3 della
legge n. 108 del 1990.
SINDACATO E SERVIZI
pensionati
PENSIONI: AUMENTI
DAL 1° GENNAIO 2011
a cura dell’Esecutivo Nazionale FABIPensionati
I
l Decreto Interministeriale del
19/11/2010 fissa al 1,4%
la
perequazione automatica delle pensioni per il 2011.
news
D
a verifiche casuali, si è riscontrato che, in diversi casi, il
calcolo per definire l’importo
mensile della pensione o
dell’assegno di sostentamento al reddito
non tiene in considerazione quanto percepito come arretrati, premi, conguagli o
altro.
Questa anomalia è assai frequente quando gli importi sopra citati, sui quali sono
state effettuate le trattenute previden-
Il valore provvisorio dell' 0,7% per l' anno
in corso viene confermato , quindi, nessun conguaglio.
Dall'1.1.2011 il valore provvisorio è
dell’1,4%
Riportiamo uno stralcio del Decreto:
Art.1
La percentuale di variazione per il calcolo
della perequazione delle pensioni per
l'anno 2009 è determinata in misura pari
a +0,7 dal 1° gennaio 2010.
Art. 2
La percentuale di variazione per il calcolo
della perequazione delle pensioni per
l'anno 2010 è determinata in misura pari
a + 1,4 dal 1° gennaio 2011, salvo conguaglio da effettuarsi in sede di perequazione
per l’anno successivo.
È necessario ricordare che il 31 dicembre
2010 è scaduto quanto previsto dall’art.
5, comma 6 della Legge n. 127/2007, in
base alla quale nel triennio 2008-2010
gli aggiornamenti delle rendite delle pensioni hanno avuto il seguente andamento:
a)100% dell’indice ISTAT sull’importo
mensile sino a cinque volte il trattamento minimo;
b) 75% sulla quota mensile eccedente
cinque volte l’importo del trattamento
minimo.
RENDITA PENSIONE
ASSEGNO DI SOSTENTAMENTO
AL REDDITO
Le verifiche nelle sedi FABI territoriali
ziali, sono stati erogati successivamente
all’entrata in pensione o al Fondo esuberi.
È necessario, quindi, controllare il pro-
NUMB3RS
prio Estratto Conto Contributivo,
ricalcolare la rendita della pensione o
dell’assegno e confrontare i due importi
Poiché la legge 127/2007 aveva valore
per un solo triennio (2008-2010) , nel
2011 il 100% sarà applicato, come era
un tempo, all'importo pari a tre volte
il trattamento minimo, come prevede
l'art. 69 comma 1 della legge 388/2000.
Le quote A (100%) e B(75%), quindi,
passano da 2 a 3; quota A (100%), B
(90%), C (75%), quindi si applica:
Quota A percentuale intera (1,4%) fino
a tre volte il minimo INPS, cioè fino a
1.382,91 e, quindi, massimo 19,36 euro
Quota B percentuale 90% (1,26%; - per
3 anni, dal 2008 fino al 2010, è stato
il 100%) da oltre tre volte il minimo
(1.382,91) a 5 volte (2.304,85) e, quindi, massimo 11,62 euro
Quota C percentuale 75% (1,05 %) oltre cinque volte il minimo (2.304,85)
Il ripristino delle tre fasce penalizza gran
parte dei bancari, che si collocano nelle
rendite tra € 1.382,91 e € 2.304,85.
con quanto riportato dal mod. Te 08,
rilasciato dall’Ente previdenziale.
Nel caso che l’Ente Previdenziale non
avesse ricompreso anche gli importi in
questione, ci si dovrà recare presso la
sede dell’INPS di competenza e presentare la richiesta di ricostituzione, a partire dal primo mese di erogazione della
pensione o dell’assegno.
La differenza in meno può ammontare
anche a qualche decina di euro al mese.
+ 5,5 miliardi
Lieve ripresa dei profitti in vista per le banche italiane. Secondo una stima dell’Abi, nei
prossimi due anni l’utile netto degli istituti di credito del Belpaese potrebbe registrare un
incremento di 5,5 miliardi. Quanto alle sofferenze, invece, dopo una crescita delle stesse di
oltre il 20% nel 2010, si prevede un ulteriore incremento del 10% nel 2011, che poi approderà
a una sostanziale stabilizzazione nel 2012 (-1,7%).
1/4
NUMB3RS
5%
di Flavia Gamberale
La previdenza complementare? In Italia ancora non decolla. Nonostante i foschi scenari
del prossimo futuro che vedono gli importi degli assegni pensionistici pubblici ridursi
sempre di più, solo il 25% degli occupati risulta iscritto a un fondo pensione. Si tratta di
cinque milioni di lavoratori su una massa critica di oltre 21 milioni e mezzo.
23.700
Ancora pochi i papà del Belpaese che utilizzano i congedi parentali. Nel 2009 sono
stati solo 23.700 contro le 253mila lavoratrici madri che ne hanno usufruito. Secondo il
rapporto sulla coesione sociale elaborato dal Ministero del Lavoro su dati Inps e Istat, i
padri più premurosi si trovano nel Lazio (4.238 richieste di congedo parentale), mentre i
“più latitanti” sono in Lombardia (3.867 richieste).
Le nuove tasse europee sui profitti potrebbero mangiare un quarto degli utili delle banche.
Lo rivela il Finacial Times. Secondo il quotidiano londinese, la banca più colpita sarà Credit
Agricole, a cui le gabelle europee potrebbero assorbire fino al 24% dei profitti. Le nuove tasse,
in base a quanto stabilito da Bruxelles, dovrebbero avere un peso medio dello 0,5% sugli attivi
bancari.
50 miliardi
Cinquanta miliardi di dollari. A tanto si attesta il valore di mercato di Facebook, il re dei
social network che attualmente conta una platea di utenti che sfiora i 500 milioni. Dopo
l’iniezione di liquidità da parte di Goldman Sachs e di Digital Sky Technologies, la società
fondata da Mark Zuckerberg ha superato in valore addirittura i tre noti giganti dell’Itc:
Yahoo!, E bay e Time Warner.
+ 9,2%
La crisi non fa paura agli imprenditori di origine straniera con un’attività in Italia. Negli ultimi
due anni il loro numero è, infatti, salito del 9,2%, in controtendenza rispetto a quanto avvenuto
per i titolari d’azienda italiani, che nel medesimo periodo sono invece diminuiti dell’1,2%.
Secondo lo studio della Fondazione Leone Messa elaborato su dati Infocamere, attualmente
nel Belpaese gli imprenditori con passaporto straniero sono oltre 600mila.
9
SINDACATO E SERVIZI
attualità
T
roppo spesso accade nelle banche che importanti decisioni
(valutazioni sul personale, nomina di preposti, promozioni)
siano “affette” dal pregiudizio.
Che cosa è il pregiudizio? In psicologia si
intende per pregiudizio l’opinione preconcetta concepita non per conoscenza
diretta di un fatto, di una persona o di
un gruppo sociale, quanto piuttosto in
base alle opinioni comuni o alle voci.
Quindi, un concetto errato si trasforma
in pregiudizio quando rimane “identico”
anche di fronte a nuovi dati conoscitivi.
Se i manager ritengono, per esempio,
che ad un dato gruppo di colleghi (quelli
a cui mancano pochi anni alla pensione) si addica l’etichetta di “stanchi”, ben
difficilmente cambieranno opinione di
fronte a coloro che, in tutta evidenza, si
comportano in modo difforme dal loro
pregiudizio. Se questi colleghi continueranno imperterriti ad uscire dall’agenzia
per ultimi, ad arrivare per primi, a prendere pochi giorni di ferie, a presentarsi
in ufficio, anche se hanno un febbrone
da cavallo, faranno ricorso alla logica
dell’eccezione. L’eccezione che, diranno,
conferma la regola: i colleghi prossimi
alla pensione sono “stanchi” e quelli che
dimostrano il contrario sono eccezioni
che confermano l’assunto di fondo.
Anche Francesco Bacone nel 1600 poneva l’accento sull’errata valutazione
dell’uomo quando il pensiero è viziato
dal pregiudizio. Bacone presupponeva
l’esistenza di idola, dal greco “ eidolon
“= “idolo”: rappresentazioni, immagini preconcette che si sovrappongono a
quelle vere, quasi come dei veri e propri
fantasmi immaginativi cioè pregiudizi.
Egli identifica quattro tipi di “idola”.
Idola tribus “dell’intera tribù umana”,
comuni a tutti. Tutti i dirigenti, diremmo noi…. Quando vedono una cosa
pensano che sia effettivamente come la
vedono. Credono troppo ai sensi. Il manager ha una tendenza a generalizzare
che spesso lo conduce all’errore. “Vedono” un collega intraprendente, che
“piazza” diversi prodotti, “ascoltano” i
commenti lusinghieri dei loro coordinatori, rilevano la brillante performance…
Peccato che dopo la relativa “promozione” (in qualsiasi forma) del collega, si
accorgono che il loro pre-giudizio è stato
affrettato. Infatti, aumentano i reclami
dei clienti ai quali non è stata spiegata
(= è stato omessa) la vera entità dell’investimento che, peraltro, non è affatto
vero, ad esempio, che si può estinguere
in qualsiasi momento.
Idola specus, “idoli della caverna” pregiudizi che appartengono all’inconscio.
Propri di ciascun manager, derivanti
dalla sua educazione, dal suo stato sociale, dalle sue abitudini e dal caso; per
cui sono portati a proiettare negli altri
sé stessi, con la conseguenza di non essere obiettivi. Per esempio, un uomo è
più ottimista, l’altro è più pessimista.
Alcuni danno più importanza alla prati-
10
Un’epidemia
che fa troppe vittime
IL PREGIUDIZIO
Capire certi meccanismi e certe
“patologie” aiuta a sopravvivere
nella giungla bancaria. Compito
della FABI dissipare i pregiudizi e
far trionfare obiettività e verità
di Giuseppe Angelini,
Dipartimento Comunicazione & Immagine.
Segretario provinciale FABI Palermo
“I più pericolosi dei nostri pregiudizi regnano in noi
contro noi stessi. Dissiparli è genialità”
ca, altri alla teoria. L’attività conoscitiva
umana è condizionata dalla costituzione
individuale, dall’educazione ricevuta,
dalle abitudini. Ad ogni generalizzazione
inadeguata corrisponde un pregiudizio.
Per esempio: il manager ottimista, aggressivo, “convinto”, spavaldo, boccerà
certamente quei colleghi che, “più riflessivi”, evidenzieranno le lacune e i punti
deboli di alcuni prodotti commerciali
dell’azienda.
Idola fori, “idoli della piazza”, pregiudizi relativi al linguaggio. Prendiamo la
parola “umido” pregiudizialmente e superficialmente diremmo che umido fa
riferimento all’acqua. In realtà l’umido
può essere anche di altra sostanza, come
l’olio. I manager pregiudizialmente parleranno di una possibilità di “crescita
professionale”, il malcapitato di turno
capirà, a tempo debito, che la “crescita”
è stata di lavoro, di spese, di distanze da
percorrere.
Idola theatri “del teatro”: si chiamano
così perché sono i pregiudizi indotti dalle diverse scuole filosofiche. Chi ha studiato una dottrina filosofica, finisce poi
per interpretare l’intera realtà in base a
quella dottrina, convinto che la realtà sia
interamente interpretabile con una dottrina: questo é il pregiudizio. I manager
avendo frequentato la “scuola del profit-
to” poco si occuperanno del lato umano
del personale. Chiederanno di vendere
sempre e comunque, di tagliare i costi
del personale (esodi obbligatori, ferie
d’ufficio, negazione dello straordinario),
di limitare al massimo le assunzioni caricando maggiormente di lavoro il personale in organico.
Nei primi del 900 lo scrittore austriaco
Hugo von Hofmannsthal affermava: “I
più pericolosi dei nostri pregiudizi regnano in noi contro noi stessi. Dissiparli
è genialità”.
La FABI dissipa quotidianamente con i
suoi dirigenti e con il loro operato i pregiudizi, ma i manager sono geniali?
news
Premi ai lavoratori e recesso unilaterale dell’azienda dagli accordi
INADEMPIMENTO
CONTRATTUALE
I
l datore di lavoro che ha sottoscritto
un accordo per la corresponsione di
un premio ai dipendenti non può
poi recedere unilateralmente, neppure parzialmente, dall'obbligo a suo carico di corrisponderlo. È quanto affermato
dalla Corte di Cassazione con la sentenza
n. 23614/2010, precisando che "tra le
erogazioni del datore di lavoro rientrano
tutte le somme di denaro, a qualsiasi titolo anche diverso dallo stipendio e dalle
voci previste dalla contrattazione collettiva, corrisposte ai dipendenti in maniera
stabile e continuativa". Spiegano inoltre
i Giudici di legittimità che la cessazione
delle erogazioni integra, quando ciò non
abbia una specifica giustificazione di carattere giuridico, una forma di inadempimento contrattuale che può essere totale
o parziale. Nel caso di specie il datore di
lavoro non aveva receduto dall’accordo
originario, ma ne aveva limitato la portata, dando così luogo ad un recesso parziale che comunque non può legittimare il
mancato adempimento delle obbligazioni che derivavano dall’accordo stesso.
SINDACATO E SERVIZI
attualità
dovuta all’accentuarsi della rischiosità del
credito ed alla introduzione di normative
europee più stringenti. Le istituzioni
finanziarie continuano a generare
utili ma in misura inferiore rispetto
al periodo precedente alla crisi e con
attività più collegate ai mercati finanziari,
che dipendono maggiormente dalla
fluttuazione delle borse internazionali.
L’IDC Banking Forum è l’evento
annuale che IDC (la più grande società
di Ricerca nel settore high-tech al
mondo) dedica al settore finanziario
in Italia. L’appuntamento ha visto
la partecipazione di circa 80 banche
Banking Forum 2010 italiane.
L’evento ha aiutato ad approfondire
le modalità con cui le banche
attraverso i propri sistemi informativi
e gli investimenti in Information
Technology possono far fronte alla
flessione della redditività e cogliere
nuove opportunità di business.
inoltre affrontato il tema
Approfondite le modalità con cui le banche Èdel statorecepimento
delle
nuove
regolamentazioni
di
Basilea
III
e gli
attraverso i propri sistemi informativi e gli
ultimi trend e tecnologie adottate dalle
investimenti in Information Technology possono banche e payment institutions.
inaugurare la conferenza con
far fronte alla flessione della redditività e Ad
il suo benvenuto è stata la nuova
cogliere nuove opportunità di business Managing Director di IDC Italia
Luisa Bordoni, che in più interviste
di Pietro Gentile, Dipartimento nazionale Comunicazione & Immagine a quotidiani nazionali, anche nelle
settimane successive, ha sottolineato
a crisi economico/finanziaria e scenario che si prospetta per i prossimi come vi debba essere una inversione
le nuove regole di Basilea III anni.
di rotta negli investimenti ICT in
stanno cambiando l’industria La maggior parte degli economisti Italia per favorire finalmente la ripresa
bancaria italiana e mondiale. sostengono che alla prova della crisi economica.
Nel corso del Forum Internazionale che finanziaria il sistema bancario italiano L’intervento internazionale di Peter
ha avuto luogo a Milano verso la fine abbia dimostrato più solidità rispetto Farley, Managing Director Emea di
del 2010, si è fatto il punto su come le a molti altri paesi europei. Nonostante IDC Financial Insights, ha evidenziato
banche italiane grazie all’Information ciò, oggi le banche italiane stanno gli ultimi trend tecnologici del settore
Technology potranno affrontare lo affrontando una flessione della redditività finanziario in Italia e in Europa con
ICT motore di ripresa
nel settore bancario
L
particolare focus agli investimenti IT
delle banche e a un utilizzo “intelligente”
della Business Intelligence.
Francesco Daveri noto economista
ed opinionista de “La Voce.info” ha
presentato i numeri dell’economia
italiana del dopo-crisi, ponendo
l’accento sulle politiche adottate dai
governi europei e i conseguenti risultati.
Nella Tavola Rotonda in sessione
plenaria le banche e i players di mercato
si sono confrontati sul tema “In che
modo le banche e i dipartimenti ICT
possono far fronte alla flessione della
redditività e cogliere nuove opportunità
di business? Quali evoluzioni nella
gestione del rischio anche in vista di
nuove regolamentazioni?”.
Al dibattito sono intervenuti Top
Manager ICT delle principali banche
italiane.
L’evento è proseguito con una
presentazione di Angela Vacca,
Consulting Manager di IDC European
Industry Solutions sugli ultimi trend
del mercato dei pagamenti, che ha fatto
da introduzione alla tavola rotonda
moderata, a cui ha partecipato tra gli
altri Romano Stasi, Segretario Generale
di Abi Lab.
Nel corso della tavola Rotonda si è
evidenziato come i Social Networks e
nuovi players quali FaceBook possano
irrompere in un prossimo futuro nello
scenario dei sistemi di pagamento oggi
quasi totalmente ad appannaggio delle
istituzioni finanziare tradizionali.
Nel pomeriggio, di particolare interesse
è stato il focus group interattivo dedicato
alla relazione delle Banche con i propri
clienti, attraverso le nuove Tecnologie e
i Social Media, in cui i principali players
di mercato nazionale hanno esposto le
proprie esperienze in tale ambito.
Belluno 1940-Roma 2010.
news
SCOMPARSO TOMMASO PADOA SCHIOPPA
N
el gelo che attanagliava le
nostre città, Tommaso Padoa
Schioppa se n’è andato a soli
settant’anni, forse senza soffrire,
fulminato improvvisamente nella serata
del 18 dicembre scorso da un infarto
inesorabile. S’è sentito male in Via Giulia,
in quel Centro di Roma ove era facile
incontrare per le vie più caratteristiche
la sua figura nobile e particolarissima:
alto, di aspetto autorevole, naturalmente
elegante, colto ed equilibrato.
Era nato a Belluno il 23 luglio ‘40; era
cresciuto a Trieste, dove aveva frequentato
il Liceo Classico Petrarca e dove il padre
era Direttore generale delle Assicurazioni
Generali.
Era stato proprio questo grande
economista bocconiano, tanti anni fa,
Economista europeista, papà della moneta unica
ad immaginare un’Europa a moneta
unica. Una vita in Banca d’Italia, in un
paio di occasioni sembrava destinato
alla poltronissima di Governatore: ma il
potere teme e cerca di limitare personalità
forti ed indipendenti, non malleabili e
non disposte a derogare ai propri principi.
È stato Presidente della Consob e
Ministro tecnico dell’Economia e delle
Finanze nel secondo Governo Prodi;
europeista convinto, già componente
del comitato esecutivo della BCE, ora
stava dando una mano alla Grecia per
riassestare la situazione che la vede in
grandi ambasce nell’attuale marasma
economico internazionale. Passerà alla
storia, oltre che per i suoi grandi meriti
tecnici, per aver coniato l’espressione
“bamboccioni”, riferita ai ragazzi che
si attardano nella bambagia della
famiglia. Per dirla con un ossimoro, un
idealista-pragmatico che mancherà assai
a quest’Italia sempre più in preda alla
mediocrità. Era una sempre affidabile
risorsa per il suo - il nostro - Paese per
gli innumerevoli ruoli svolti in modo
misurato e competente.
Uomo d’altri tempi, che non pensava
mai al suo tornaconto personale.
Ci avrebbe certamente aiutati ad uscire
dalla mesta situazione che ci attanaglia.
Ma il destino ha deciso diversamente
ed ora il futuro ci appare ancor più
fosco senza la rassicurante, anche se
all’apparenza algida, figura di Tommaso
Padoa-Schioppa.
Economista europeista, papà della
moneta unica.
11
SINDACATO E SERVIZI
attualità
A proposito di Downshifting
LAVORARE PER
VIVERE O VIVERE PER
LAVORARE?
Il mostro della crisi, che sembra rinascere continuamente, ci impone di ripensare
al nostro stile di vita e al senso del nostro affannarci senza soste. Sviluppo
sostenibile per la terra che ci ospita e per noi, che non possiamo continuare a
produrre per consumare e consumare per produrre in un vortice senza fine
F
orse lo scrittore Andrea De
Carlo, con queste parole,
pensava proprio al nuovo
fenomeno sociale definito
Downshifting, il termine, che letteralmente sta per ‘cambiamento verso il
basso’, e che indica una possibile soluzione per cambiare vita, adottando la
regola del “meno per meno uguale più”.
Produrre meno, spendere meno e pretendere meno, puntando ai propri desideri e
alla propria libertà.
L’idea nasce negli anni Settanta e rientra nel più ampio concetto del “Simple
living”, il vivere con semplicità, serenamente e senza troppe pretese, tipico della
‘contraocultura’ di quel periodo.
Il manifesto del “Simple Living” fu simbolicamente redatto con la pubblicazione
di due saggi: “La società dei consumi”, di
Jean Baudrillard, ed “Ecologia e politica”,
di André Gorz.
Baudrillard, filosofo francese, critico e teorico della post modernità, sostiene che
il consumo non coincide più con il miglioramento della vita umana, ma che, al
contrario, proprio a causa dell’illimitato
consumo di massa, la realtà viene trasformata in un insignificante collage di immagini ed eventi privo di significato.
Gorz, anch’egli francese, direttore negli
anni Sessanta di «Le Temps Modernes»,
la rivista fondata da
Jean Paul Sartre, rifiuta la logica capitalista dell’accumulo di materie prime, di
energie e di lavoro, rivendicando invece il
valore sociale della persona.
I due precursori di questo modo di pensare e di vivere teorizzarono la necessità
di una “decrescita”, basata sulla consapevolezza dell’insostenibilità, a livello sia
individuale sia che globale, di ritmi di sviluppo troppo veloci.
Oggi, come trent’ anni fa, i sostenitori del
concetto di “vivere lentamente” o “Slow-
living” ritengono che si debba fare tutto il
meglio possibile e non il più velocemente
possibile: qualità, non quantità.
In Italia, il sociologo Domenico De Masi
(ospite al convegno sul precariato organizzato dalla FABI lo scorso ottobre a
Milano) ha elaborato il concetto di “ozio
creativo”.
Il termine ‘ozio’ non deve indurci a pensare a una situazione di passività, o di
immobilità: già per gli antichi romani il
termine otium stava ad indicare un tempo
libero dagli impegni, nel quale era possibile dedicarsi alla dimensione creativa o
interiore.
Per nostra fortuna, oggi, buona parte dei
lavori ripetitivi e noiosi è stata delegata
alle macchine; all’essere umano è rimasta
perciò la parte più interessante, e cioè la
gestione dell’aspetto creativo.
Il Downshifter è, quindi, colui che decide di ridurre ritmo e entrate, a favore di
Possiamo trasformare la vita in una specie d’avventura da
libro illustrato, se vogliamo. Non c’è nessun limite a quello
che si può inventare, se solo usiamo le risorse che adesso
vengono rovesciate per alimentare questo mondo detestabile.
tempo, qualità della vita, relazioni sane:
in poche parole, colui che si impegna in
un investimento sul concetto di felicità.
Vediamo allora padri che decidono di
accorciare i loro orari di lavoro per avere
più tempo da trascorrere con i figli; il funzionario che decide di abbandonare il lavoro d’ufficio per gestire un agriturismo,
Vessazioni sul posto di lavoro?
REATO DI VIOLENZA PRIVATA
La Cassazione ha ravvisato i caratteri di una condotta moralmente
violenta e psicologicamente minacciosa, idonei a costringere
il lavoratore a tollerare uno stato di deprezzamento delle sue
qualità lavorative
L
a sesta sezione penale della Corte di Cassazione, con sentenza n.
44803 del 21 dicembre 2010, ha
affermato che la condotta vessatoria e denigratoria, con atti moralmente
violenti e psicologicamente minacciosi, del
“capo” verso il lavoratore, integra il reato di
violenza privata e non di maltrattamenti in
famiglia o di mobbing. I giudici di merito
12
o (caso atipico, ma reale) il gestore di un
locale che pianta tutto per dedicarsi alla
vita da acrobata di circo.
I limiti, naturalmente, sono ancora numerosi nella nostra società in cui il lavoro,
tradizionalmente inteso, ha un ruolo centrale: il beneficiario-tipo di una scelta del
genere resta, al momento, il professionista con una laurea, una buona posizione
economica e conseguente libertà di scelta,
optando per quello stile di vita che più
s’attaglia alle sue aspettative o esigenze.
Nel critico momento che stiamo vivendo,
è in lenta ma costante crescita il numero di persone che decide di “ribellarsi”
alla crisi economica, che in molti casi va
di pari passo con un profondo senso di
inaridimento e insoddisfazione personale,
resettando e riprogettando il lay-out della
propria esistenza.
Un traguardo ambizioso, certo, ma che si
può tentare di raggiungere.
avevano dichiarato colpevole del reato di
cui all’art. 572 c.p., un capo-officina, per
maltrattamenti continuati in pregiudizio
di un meccanico, mentre i giudici di Cassazione osservano che, nel caso di specie,
mancava lo stato di particolare soggezione
morale e psicologica, richiesto dall’articolo
572 c.p. - che sanziona la violenza in ambito familiare - così come non è configurabi-
Come? Magari mettendo freno ad uno
stile di vita, che ci illude d’essere più vivi
solo perché consumiamo di più, ma che
per questo ci impone d’essere sempre più
produttivi.
Fino a quando poteva durare?
è tempo di fermarsi e riflettere.
Silvia Catalucci
news
le il reato ex art. 62 bis c.p. (c.d. Mobbing).
In particolare, la Suprema Corte stabilisce
che “sembra piuttosto correttamente configurabile […] nella condotta dell’imputato il reato di violenza privata continuata
aggravata ex art. 61 c.p., n. 2, potendo
ricondursi ai puntuali episodi, contestati
nell’imputazione, caratteri di una condotta
moralmente violenta e psicologicamente
minacciosa, idonei a costringere il lavoratore a tollerare uno stato di deprezzamento
delle sue qualità lavorative nel contesto di
una condotta articolata in più atti consequenziali ad un medesimo disegno criminoso, con l’intuibile aggravante della commissione del fatto con abuso di relazioni di
prestazioni d’opera”.
SINDACATO E SERVIZI
fabi giovani
I
mmaginiamo uno scatolone enorme, pesante e ingombrante, immaginiamo migliaia di persone che lo
sorreggono con cura e attenzione,
immaginiamo che sull’imballaggio ci sia
una scritta d’allerta di colore rosso intenso: FRAGILE.
Quell’enorme involucro contiene un oggetto vitale per tutte le persone che lo sostengono, che chiameremo: FUTURO.
Adesso proviamo ad ipotizzare che queste
persone, già indisposte dalla fatica, siano
messe in contrasto tra di loro, proviamo
La solidarietà generazionale
ad immaginare cosa succederebbe se pochi cominciassero ad insinuare che gli incontro la strategia del privilegio
dividui nati da una certa data in avanti devono contrastare quelli nati prima di loro. di Mattia Pari, Responsabile Coordinamento nazionale Giovani FABI
Tutti mollerebbero la presa e la confezione s’infrangerebbe al suolo, e il FUTU- nei privilegi, è la stessa che si attribuisce che ha come prima cellula fondamentale
RO si ridurrebbe in piccoli frammenti.
compensi economici immorali e ingiusti- la “famiglia”.
Chi ne trarrebbe vantaggio sarebbero solo ficati rispetto alla realtà. La maggioranza, Il segreto per risolvere i problemi non è
i pochi che già incidevano in misura infe- i padri e i figli, che hanno lasciato la presa, quindi il conflitto generazionale tra chi
riore agli altri nel sostenere il FRAGILE sono invece gli stessi che cercano soluzio- ha le medesime difficoltà, non è nemmeFUTURO.
ni diverse a problemi comuni. Perché vi- no l’eliminazione del merito, il segreto,
Quella minoranza è la stessa che si rifugia viamo tutti nel medesimo sistema sociale il vero segreto è la ragionevolezza di un
L
a dedica ai Giovani da parte
del Capo dello Stato nel suo
messaggio di fine anno è stata
motivo di grande soddisfazione per tutti noi. Il sottolineare che “i
problemi che essi sentono e si pongono per
il futuro sono gli stessi che si pongono per
il futuro dell’Italia” è una verità che deve
essere sempre al centro dell’attenzione
della classe dirigente del Paese.
Il Capo dello Stato ha sottolineato inoltre alcuni problemi fondamentali per le
nuove generazioni; dal peso del debito
pubblico, alle crescenti disuguaglianze
nella distribuzione del reddito e della
ricchezza, tutti temi che se non risolti,
rappresenteranno un ostacolo enorme
per il nostro futuro.
H
o avuto l’opportunità di
partecipare recentemente al
corso nazionale di formazione di II livello, rivolto ai dirigenti del nostro sindacato. Un appuntamento fisso che il nostro Dipartimento
Formazione organizza a Rimini ogni
anno, in autunno e in primavera.
Per me questa settimana di formazione
non ha rappresentato solo un arricchimento professionale, ma un’inaspettata
sorpresa. Infatti, due dei 14 partecipanti
al corso erano colleghi ipovedenti.
Sono orgogliosa di far parte di un’orga-
SI RIPARTE DAI GIOVANI?
RIFLESSIONE SUL DISCORSO DI FINE ANNO DEL CAPO DELLO STATO
“Investire sui giovani,
scommettere sui giovani, chiamarli a fare la
propria parte e dare
loro adeguate opportunità” ha detto il Presidente, e da queste
parole non si può prescindere. Come giovani abbiamo il diritto/
dovere di contribuire
a costruire il Paese
che verrà, dobbiamo
essere co-protagonisti
nelle scelte che ri-
guardano il nostro
domani. Perché solo
dall’unione di esperienza ed innovazione si possono creare
presupposti seri per
costruire percorsi comuni e solidali.
Purtroppo la rinnovata attenzione per le
giovani generazioni è
un impegno recente
che oggi non può fare
altro che tamponare una situazione di
Quando formazione fa rima con inclusione
SENZA BARRIERE
Al corso per dirigenti sindacali, che la FABI organizza a Rimini in primavera e in
autunno, hanno partecipato quest’anno anche due ipovedenti. È la testimonianza
che il nostro sindacato considera la diversità un importante valore aggiunto
nizzazione che dà la possibilità anche ai
diversamente abili di fare un percorso
sindacale ed ai loro SAB di prevedere
risorse economiche per attuarlo: la loro
presenza all’interno della nostra organizzazione permette di avere un valore
aggiunto indiscutibile e di approcciarci
adeguatamente al loro mondo.
fronte comune di rivendicazioni che accomuni le persone sulla base delle idee e
delle necessità.
Perché chi prima, chi dopo, abbiamo sostenuto tutti lo stesso manufatto. Abbiamo fatto tutti la stessa fatica. Perché la
vera difficoltà non è nel peso dello scatolone, ma nella corretta distribuzione del
carico.
Prima ancora di una ripartizione generazionale delle risorse, occorre concentrarsi su un’equa spartizione della ricchezza,
che valorizzi il merito e le capacità, ma che
corrisponda a una scala di valori sociali ed
etici.
Accordi sindacali che permettono l’uscita volontaria ed incentivata dei colleghi
prossimi alla quiescenza e la contestuale stabilizzazione dei precari sono state
risposte serie e solidali che il sindacato
ha saputo dare alle necessità del sistema.
Ora, se ancora non fosse chiaro, prima di
parlare di costo del lavoro in relazione al
conflitto generazionale, vogliamo parlare
del costo del management e della governance.
Perché il FRAGILE FUTURO, come ha
anche ricordato il Capo dello Stato nel discorso di fine 2010, dipende dalla coesione sociale e solo quando potremo levare
l’imballaggio scopriremo la vera forma
del manufatto, ma fino ad allora possiamo solo camminare nella stessa direzione
e impiegare tutti, ma proprio tutti, la stessa fatica.
emergenza che ha causato effetti devastanti e che, almeno per quanto riguarda
il settore del credito, la FABI denuncia
già da tempo.
Come Coordinamento Giovani continueremo a fare la nostra parte proponendo, partecipando e sopratutto assumendoci la nostra parte di responsabilità per
il futuro della categoria. Continueremo
a fare quello che la FABI fa da oltre sessant’anni, partendo dalle basi solide costruite da chi ci ha preceduto e spingendoci verso nuovi orizzonti, verso nuovi
traguardi.
Le prospettive sono difficili, ma il futuro
dipende anche della determinazione delle nuove generazioni e dalla nostra capacità di tradurla in atti concreti.
Come principale sindacato di categoria,
abbiamo il dovere di tutelare l’integrazione dei diversamente abili nel nostro settore e di caldeggiare norme a loro supporto
che ne valorizzino le professionalità.
L’esperienza mi ha davvero arricchito. L’insegnamento che ne ho tratto
è:coinvolgere, coinvolgere, coinvolgere,
a prescindere dalle abilità fisiche.
Questa volta il mio grazie è tutto per la
FABI: mi avete regalato un’emozione!
Simona Misticoni
Esecutivo Nazionale FABI Giovani
13
Scheda Preventivo Auto / Moto
Convenzione FABI
INVIA QUESTO MODULO VIA FAX AL NUMERO 02 80509676
Data
ISCRITTO FABI
Cognome
Nome
Matricola
Cognome
Nome
Codice Fiscale
Indirizzo
N° Civico
Professione
Telefono Ufficio
DATI CONTRAENTE
CAP
Città
Provincia
Fax Ufficio
Email Ufficio
DATI INTESTATARIO AL P.R.A. (PUBBLICO REGISTRO AUTOMOBILISTICO)
Cognome
Nome
Professione
Codice Fiscale
Data di Nascita
Sesso
M
DATI VEICOLO
Autovettura
Marca
Fuoristrada
Modello Completo
Comune di Resid. Intestazione al P.R.A.
F
Roulotte
Camper
Targa
Alimentazione
SI
Benzina
NO
Cavalli Fiscali (CV)
Gasolio
Moto/Scooter
Furto audiofonovisivi (compresi nella somma assicurata)
SI
Prima Immatricolazione al P.R.A.
Provincia
NO
Prima Immatricolazione
Valore Autovettura
GPL
Mese
Anno
ATTUALE CLASSE DI MERITO (BONUS/MALUS)
Massimale
Gancio Traino
Rinuncia Rivalsa
SI
SI
Dichiarazione di Sinistrosità:
Almeno un sinistro nell’ultimo anno
Data Scadenza Annuale Polizza
NO
Danni a cose di terzi trasportati
Veicoli adibiti a Scuola Guida
NO
Nessun sinistro ultimo anno
Nessun sinistro ultimi 3 anni
Attuale Compagnia
Nessun sinistro ultimi 5 anni
Frazionamento Semestrale del Premio
SI
NO
DATI PER GARANZIE AGGIUNTIVE (DETTE ARD) + PACCHETTI*
Garanzie Gruppo 5
(conprensiva eventi naturali e sociopolitici)
Garanzia Valore a Nuovo
Furto Totale e Parziale
Incendio
Tutela Legale
Collisione
Antifurto Satellitare
SERVIZIO ASSISTENZA
DATI PER GARANZIE ADDIZIONALI
Infortuni Conducente
Kasko
Rottura Cristalli
Sospensione Patente
180 gg
Servizi Assistenza
365 gg
VINCOLO SUL VEICOLO
Istituto Vincolatario
Scadenza del Vincolo
Tipo Patente (A, B, C, ecc.)
*N.B. LE GARANZIE “PACCHETTO” SONO OPERANTI SOLO PER LE AUTOVETTURE IN PRESENZA DI GARANZIA INCENDIO/FURTO
Le informazioni sono raccolte ed elaborate elettronicamente da Biverbroker allo scopo di formulare un preventivo di una polizza auto. Lei ha la possibilità
(ai sensi dell’art. 13 legge 675/96) di accedere ai suoi dati personali per aggiornarli, modificarli, integrarli, o chiederne la cancellazione scrivendo a:
Biverbroker Via Carducci, 37 20123 Milano (email: [email protected]).
Il Sottoscritto
Direzione Generale:
Via Carducci, 37 20123 Milano
Tel. 02.8055007 - Fax 02.86463845
Email: [email protected]
Sede Legale:
Via Gramsci, 12/F - 13900 Biella
Tel. 015.2522595 - Fax 015.2523045
Email: [email protected]
Sede Milano/AGOAL:
Via Unione, 1 - 20122 Milano
Tel 02.80509472 - Fax 02.80509676
Email: [email protected]
POLIZZA GLOBALE ABITAZIONE
Estratto condizioni Convenzione FABI
Polizza dell’abitazione
Formula Assicurativa Iscritti Fabi
INVIA QUESTO MODULO VIA FAX AL NUMERO 02 80509676
OGGETTO ASSICURAZIONE:
1) Incendio danni materiali dell’abitazione
2) Furto e rapina dell’abitazione
3) Responsabilità civile della famiglia
4) Tutela giudiziaria della vita privata
Il sottoscritto, preso atto che BIVERBROKER SrL, nell’ottica di agevolare ed incoraggiare il ricorso a forme facoltative di assicurazione, ha predisposto alcuni prodotti assicurativi che, a condizioni
di mercato particolarmente favorevoli potranno essere offerte ai dipendenti, e che BIVERBROKER SrL intende mediare tali prodotti offrendoli ai dipendenti, pensionati ed esodati bancari e loro
famigliari iscritti alla FABI che dichiara di essere interessato a tale offerta. A tal fine il sottoscritto dichiara di ricevere le condizioni di contratto relative alle polizze sulla Responsabilità civile della
famiglia, Tutela giudiziaria vita privata, Incendio e Furto dell’Abitazione, e di averne presointegralevisione. Il sottoscritto, alle condizioni tutte sopra richiamate, che formano parte integrante della
presente assicurazione, le accetta e dà la propria adesione alla proposta formulata dichiarando quantosegue:
1) Incendio danni materiali dell’abitazione
La Società si obbliga a tenere indenne nei limiti delle somme assicurate i danni materiali e diretti subiti dalle cose
assicurate in conseguenza degli eventi di seguito indicati, anche se dovuti a colpa grave dell’Assicurato:
Cognome
Nome
Codice Fiscale
Indirizzo/Ubicazione del rischio
Via o piazza, n°
Città
CAP
•
Sigla Provincia
dimora abituale
dimora saltuaria - Ubicazione del rischio
nuova adesione
adesione in sostituzione della scheda di adesione n.
del
DURATA CONTRATTO
Annuale
Effetto dalle ore 24 del
Decorrenza prima rata successiva
Scadenza dalle ore 24 del
Rateazione
1-15
annuale
L’operatività dell’assicurazione è subordinata al pagamento del premio relativo a BIVERBROKER SrL di seguito riportato e convalidato per quietanzamento
C) ASSICURAZIONE INCENDIO FURTO DELL’ABITAZIONE
RESP. CIVILE
TUTELA GIUD.
SOMME ASSICURATE
SOMME ASSICURATE
SOMME ASSICURATE
SOMME ASSICURATE
FURTO E RAPINA
€ 2.582,28(*)
€ 5.164,57(*)
€ 7.746,85(*)
€ 7.746,85(*)
INCENDIO DEL
CONTENUTO
€ 25.822,84
€ 25.822,84
€ 36.151,98
€ 36.151,98
INCENDIO DEL
FABBRICATO
€ 103.291,38
€ 154.937,07
€ 206.582,76
€ 258.228,45
RESPONSABILITÀ CIVILE
DELLA FAMIGLIA
€ 258.228,45
€ 258.228,45
€ 258.228,45
€ 258.228,45
TUTELA GIUD.VITA PRIV.
€ 5.164,57
€ 5.164,57
€ 5.164,57
€ 5.164,57
Abitazione in Abitazione
condominio isolata
Abitazione in Abitazione
condominio isolata
Abitazione in Abitazione
condominio isolata
Abitazione in Abitazione
condominio isolata
GARANZIE
TIPO DI ABITAZIONE
DIMORA ABITUALE
PREMIO LORDO ANNUO
€ 145,56 € 171,58 € 192,39 € 223,60 € 244,43 € 280,83 € 260,03 € 301,65
DIMORA SALTUARIA
PREMIO LORDO ANNUO
€ 158,57 € 189,80 € 208,01 € 244,40 € 270,45 € 306,84 € 286,05 € 330,27
barrare (X) la
combinazione scelta
C1a
C1b
C2a
C2b
C3a
C3b
C4a
C4b
(*) NEL CASO DI DIMORA SALTUARIA LE SOMME ASSICURATE PER IL FURTO SONO PARI AL 50% DI QUELLE ESPOSTE
PREMIO ANNUO TOTALE €
Il Sottoscritto dichiara di essere dipendente della Banca
e iscritto alla FABI di
impegnandosi a
comunicare a BIVERBROKER SrL l’eventuale venire meno in corso di contratto dei requisiti per usufruire delle su indicate condizioni d’Assicurazione, consapevole che il venir meno di tali
requisiti comporta la non concedibilità delle stesse, dallo scadere della presente copertura assicurativa. Il Sottoscritto si impegna inoltre in caso di denuncia di sinistro a presentare, a richiesta di
BIVERBROKER SrL, un documento personale (tessera FABI) attestante la Sua qualità di avente diritto alle condizioni predette, consapevole che nel caso di applicazione non dovuta delle stesse,
l’indennizzo dovuto sarà dedotto in sede di liquidazione proporzionalmente della differenza tra il premio pagato e quello dovuto.
L’ASSICURATO
L’Assicurato dichiara di aver ricevuto l’Informativa “AllegatoDP” relativa al trattamento dei dati personali comuni e sensibili, ai sensi del D.Lgs.n.196 30.06.2003. CONSENSO
• al trattamento dei dati personali, sia comuni, sia sensibili, che mi riguardano, funzionale al rapporto giuridico da concludere o in essere con la Società assicuratrice;
• alla comunicazione degli stessi dati alle categorie di soggetti indicate al punto 5, lett. a), della predetta informativa, che li possono sottoporre a trattamenti aventi le finalità di cui al punto 1),
lett. a), della medesima informativa o obbligatoria per legge;
• al trasferimento degli stessi dati all’estero come indicato al punto 7 della predetta informativa (Paesi UE e Paesi extra UE).
L’ASSICURATO
Ai sensi degli artt.1341 e 1342 C.C. il Sottoscritto dichiara di approvare specificatamente le seguenti Condizioni di assicurazione:
Per le Polizze Responsabilità Civile Terzi, Tutela Giudiziaria: art. 8 (Proroga dell’assicurazione e periodo di assicurazione: tacita proroga in mancanza di disdetta data almeno 30 giorni prima
della scadenza).
Per la Polizza incendio - furto dell’abitazione: art. 20 (procedimento per la determinazione del danno - nomina dei periti: deroga alla competenza dell’Autorità Giudiziaria), art. 23 (Recesso in
caso di sinistro); art.26(Proroga dell’assicurazione: tacita proroga in mancanza di disdetta data almeno 30 giorni prima della scadenza).
L’ASSICURATO
Luogo
data
Firma per esazione dell’importo totale del premio
Luogo
data
Incendio, Fulmine, Esplosione o scoppio non causato da ordigni esplosivi;
Caduta di aeromobili, loro parti o cose da essi trasportate, Onda sonica;
• Urto di veicoli stradali o natanti in transito sulla pubblica via o su corsi d’acqua, non appartenenti all’Assicurato o
in uso allo stesso;
• Rovina di ascensori o montacarichi, compresi i danni agli impianti; Sviluppo di fumi, gas, vapori;
• Guasti arrecati per ordine dell’Autorità o dall’azione di terzi o dell’Assicurato al fine di impedire od arrestare
l’incendio;
• Guasti arrecati dai ladri per commettere il furto o la rapina o per tentare di commetterli, qualora non sia stata pattuita
la garanzia furto;
• Fumo da incendio anche di cose diverse da quelle assicurate; Caduta di antenne radio - televisive, compresi i danni
subiti dalle stesse
• Eventi atmosferici , Sovraccarico di neve, Eventi socio - politici, Fuoriuscita di acqua condotta, Fenomeni elettrici
• Ricorso Terzi, Rischio locativo, Terremoto, Inondazioni, alluvioni, allagamenti.
• Spese di demolizione, sgombero e trasloco, Spese fatte per evitare il sinistro, Danni da impiego di mezzi
• Rottura lastre, Spese per la riparazione o il rimpiazzo di apparecchi
•
ora
2) Furto e Rapina dell’abitazione
La Società si obbliga ad indennizzare l’Assicurato, entro i limiti della somma convenuta in polizza, dei danni materiali e
diretti a lui derivanti da furto o rapina nei locali della propria dimora abituale identificati nel certificato di adesione.
L’assicurazione è estesa, fino alla concorrenza della somma assicurata:
• ai guasti cagionati dai ladri per commettere il furto o la rapina o per tentare di commetterli, alle parti del fabbricato
costituenti i locali che contengono le cose assicurate ed agli infissi posti a riparo e protezione degli accessi ed aperture
dei locali stessi;
• ai guasti ed agli atti vandalici commessi dagli autori del furto o della rapina consumati o tentati
• al furto con destrezza, rapina o scippo di gioielli, preziosi o pellicce di uso personale, che l’Assicurato ed i suoi
famigliari conviventi hanno indosso al di fuori dei locali assicurati, purché in Italia;
• al furto ed alla rapina delle cose contenute nei ripostigli non comunicanti con l’abitazione e nelle autorimesse ad uso
esclusivo della stessa, limitatamente a mobilio, arredamento, vestiario, provviste, attrezzi e dotazioni comuni.
• La garanzia rapina è operante anche quando le persone sulle quali viene fatta violenza o minaccia siano prelevate
dall’esterno e costrette a recarsi nei locali indicati in polizza.
3) Responsabilità civile della famiglia
La Società, nel limite del massimale pattuito ed indicato sulla Scheda di adesione costituente parte integrante della
polizza, si obbliga a tenere indenne l’Assicurato di quanto questi sia tenuto a pagare, quale civilmente responsabile, ai
sensi di legge, a titolo di risarcimento (capitali, interessi e spese) di danni involontariamente cagionati a terzi per morte,
per lesioni personali e per danneggiamenti a cose, in conseguenza di un fatto accidentale inerente a:
La garanzia è valida anche per i rischi inerenti a:
• manutenzione ordinaria e straordinaria dell’abitazione predetta, ma con riferimento alla straordinaria, limitatamente
alla responsabilità dell’Assicurato quale committente; restano comunque escluse le responsabilità derivanti al
committente ai sensi del D.Lgs. 494/96
• spargimento di liquidi e rigurgiti di fogne;
• uso di apparecchi elettrodomestici in genere
• caduta dell’antenna radiotelevisiva o per radioamatore
• scoppio del tubo catodico del televisore.
La garanzia è valida anche per i rischi inerenti a:
intossicazione od avvelenamento causati da cibi o bevande preparati o somministrati dall’Assicurato
• pratica dilettantistica di attività sportive comuni, esclusa la partecipazione a gare in genere e alle relative prove, salvo
che si tratti di corse podistiche, di tennis, di golf, di pesca non subacquea, di tiro a segno e a volo, di gare bocciofile;
• proprietà ed uso di giocattoli anche a motore e biciclette;
• fatto dei figli minori dell’Assicurato che mettano in movimento o in circolazione veicoli o natanti pur essendo sprovvisti
dei requisiti richiesti dalla legge per la guida o il trasporto di persone, con esclusione dei danni subiti dai veicoli o
natanti. La garanzia è estesa al fatto dei figli minori in possesso dei requisiti di legge per la guida di ciclomotori che
trasportino persone su tale tipo di veicolo. L’assicurazione è operante a condizione che la messa in movimento o
circolazione del veicolo o natante o il trasporto illecito di persone siano avvenuti all’insaputa dei genitori e che il mezzo
stesso, se di proprietà dell’Assicurato, risulti coperto, al momento del sinistro, con polizza di assicurazione contro il
rischio della Responsabilità Civile Auto secondo quanto disposto dalla legge sull’assicurazione obbligatoria per veicoli
e natanti a motore. La presente garanzia è operante soltanto in relazione all’azione di regresso eventualmente svolta
dall’assicuratore della Responsabilità Civile Auto, ovvero per le somme che risultino dovute in eccedenza a quelle
garantite da detto assicuratore;
• proprietà, possesso ed uso di cavalli, cani ed altri animali domestici;
• proprietà, possesso ed uso di armi per scopo di difesa, per tiro a volo, tiro a segno, pesca
• subacquea, purché gli Assicurati siano in regola con le leggi vigenti;
• all’ordinaria conduzione e manutenzione dei locali in cui risiedono anche non abitualmente l’Assicurato e le persone
con esso conviventi; nonché alla proprietà di abitazioni diverse da quella assicurata con la Scheda allegata, purché
comunque assicurate con altre Schede di adesione
• Danni da Incendio
• Danni da interruzione o sospensione di attività
• L’assicurazione è operante per l’Assicurato ed ogni familiare e/o persona con lui stabilmente convivente, nonché per
fatto di collaboratori domestici nello svolgimento delle loro mansioni.
• L’assicurazione vale per i danni che avvengono in tutto il mondo, esclusi Stati Uniti d’America e Canada.
•
4) Tutela giudiziaria vita privata
La Società assume a proprio carico, fino alla concorrenza del massimale indicato nella Scheda di adesione ed alle
condizioni di seguito zindicate, l’onere delle spese per l’assistenza stragiudiziale e giudiziale - civile e penale conseguenti ad un sinistro rientrante in garanzia.
• le spese per l’intervento di un legale;
• le spese sostenute in sede giudiziale per l’intervento di un perito nominato dall’Autorità Giudiziaria o dall’Assicurato
e approvato dalla Società;
• le spese di giustizia;
• le eventuali spese del legale di controparte, in caso di transazione autorizzata dalla Fondiaria - Sai divisione Fondiaria
e/o Europa;
• le spese di soccombenza liquidate alla controparte in caso di condanna dell’Assicurato.
Nel caso di controversie tra Assicurati con la stessa polizza la garanzia viene prestata unicamente a favore
dell’Assicurato/Contraente.
P.S.: la garanzia riguarda esclusivamente i sinistri accaduti nell’ambito della vita privata extraprofessionale
dell’Assicurato e si riferisce ai seguenti casi:
• 1) controversie per danni extracontrattuali subiti dall’Assicurato per fatto illecito di altri soggetti;
• 2) controversie per danni extracontrattuali cagionati ad altri soggetti in conseguenza di fatti illeciti dell’Assicurato (la
garanzia opera con i limiti del successivo Art. 16;
• 3) difesa penale dell’Assicurato per delitto colposo o contravvenzione;
• 4) controversie nascenti da pretese inadempienze contrattuali, proprie o di controparte, il cui valore in lite non sia
inferiore a €. 516,45 sono inoltre comprese alle stesse condizioni le controversie relative alla proprietà o locazione
della unità immobiliare costituente la dimora abituale dell’Assicurato; nella copertura sono inoltre comprese le altre
unità immobiliari a disposizione dell’Assicurato e costituenti dimore stagionali di vacanza, purché comunque assicurate
con altre Schede di adesione
• 5) controversie individuali di lavoro con i collaboratori domestici
• 6) controversie nei confronti di Istituti o Enti Pubblici di Assicurazioni Previdenziali e di Assistenza Sociale;
SINDACATO E SERVIZI
abbecedario sindacale
ABBECEDARIO SINDACALE
FABI,UN 2010 DA PROTAGONISTA
Battaglie, vittorie, manifestazioni, iniziative. Dalla A alla Z, una carrellata di tutti
i momenti più importanti che hanno visto protagonista la nostra organizzazione
nell’anno appena passato
di Flavia Gamberale
A
ACCORDI. Sudati, non di rado conclusi dopo lunghe e difficili trattative,
gli accordi sindacali firmati dalla Fabi
nel 2010 sono stati dal primo all’ultimo
all’insegna della nuova occupazione.
Da Intesa Sanpaolo a Ubi, dal Banco
Popolare alla Bnl passando per Unicredit: tutti grandi gruppi hanno dovuto
sottostare al diktat imposto dalla FABI:
sì alle uscite (volontarie e incentivate)
di personale solo in cambio di nuovi
posti di lavoro e della conferma a tempo indeterminato dei precari.
Detto fatto: con l’accordo siglato a
maggio in Ubi sono state portate a casa
550 assunzioni a fronte di 500 esodi
volontari e incentivati, così come in Bnl
si sono aperte le porte a 1.100 nuovi
contratti a tempo indeterminato a fronte dell’uscita volontaria e incentivata di
1000 lavoratori che hanno raggiunto i
requisiti per la pensione o il prepensionamento. E ancora: il Banco popolare
ha detto sì all’assunzione di 539 precari che subentreranno a 500 colleghi
16
in esodo volontario e incentivato, così
come Unicredit entro il 2013 si è impegnata a assumere a tempo indeterminato più di 2000 giovani a fronte di 3000
uscite volontarie e con incentivo economico di personale in età pensionabile.
Capitolo a parte merita l’accordo siglato a gennaio in Intesa Sanpaolo. Il nostro sindacato ha ottenuto l’assunzione
a tempo indeterminato di oltre 1000
lavoratori con salario d’ingresso ridotto per i soli primi 4 anni, da realizzarsi
nelle aree più disagiate del Paese. Un
investimento sul lavoro di notevoli dimensioni e ottenuto senza concedere in
cambio all’azienda alcuna contropartita, come ad esempio l’ uscita anticipata
di personale.
B
BATTAGLIE. Alcune condotte a fil di
penna, sfruttando la cassa di risonanza
dei media e della Rete, altre scatenate
portando in piazza i lavoratori. Due su
tutte: “Profumo come Marchionne” e
la manifestazione organizzata a Bolza-
no ad ottobre contro il licenziamento
di un sindacalista Fabi della Sparkasse.
La prima: correva il 4 agosto e l’allora
amministratore delegato di Unicredit,
Alessandro Profumo, dichiarava ai sindacati, nel generalizzato torpore estivo,
4.700 esuberi nel Gruppo, diretta conseguenza del piano di riorganizzazione
One4C. Senza ammettere repliche. A
quel punto la dichiarazione di guerra
del segretario generale della Fabi, Lando
Sileoni, faceva il giro dei tg nazionali e
delle prima pagine dei giornali: “Profumo come Marchionne. L’ad di Unicredit tenta di eludere il confronto con
i sindacati. Noi non ci stiamo”. Una
dura presa posizione che probabilmente ha contribuito a smorzare il piano di
ristrutturazione lacrime e sangue originariamente predisposto dall’azienda.
Tanto che gli esuberi sono passati dagli
iniziali 4700 a 3000, tutti volontari e
incentivati così come previsto dall’accordo siglato a ottobre da sindacati e
Gruppo. Quanto alla manifestazione
di Bolzano, impossibile dimenticare i
1000 dirigenti sindacali, provenienti da
ogni parte d’Italia, che a ottobre si sono
riversati sotto la direzione generale della
Sparkasse armati di tamburi e fischietti
per denunciare l’ingiusto licenziamento subito da un sindacalista della Fabi e
chiederne a gran voce il reintegro. Una
manifestazione di piazza, di cuore, che
ha visto schierati in prima fila il segretario generale Lando Sileoni e tutti i segretari nazionali del sindacato.
C
CONTRATTO. Le vere consultazioni
tra organizzazioni sindacali per definire
la nuova piattaforma contrattuale dei
bancari entreranno nel vivo nel 2011.
Intanto però a settembre è stato disdettato il vecchio contratto nazionale,
quello 2007/10. La Fabi, per bocca del
suo segretario generale, ha subito voluto mettere le cose in chiaro: “Non è politicamente credibile un rinnovo contrattuale a costo zero. Se l’Abi intende
percorrere questa strada lo scontro sarà
inevitabile”. Come dire: uno dei capisaldi del prossimo contratto dovrà essere l’aggiornamento delle retribuzioni
dei lavoratori. Altri argomenti all’ordine del giorno già messi in agenda dalla
Fabi: la regolamentazione dei sistemi
SINDACATO E SERVIZI
abbecedario sindacale
incentivanti e l’introduzione di percorsi
certi di stabilizzazione per i precari.
D
DIRITTI. La Fabi ha fatto valere i diritti dei lavoratori non solo nelle banche
ma anche nelle aule giudiziarie. Diverse
le sentenze o i pronunciamenti arrivati nel 2010 che hanno dato ragione ai
bancari assistiti dalla nostra organizzazione. Tre su tutte: quella che ha disposto il reintegro di un iscritto in servizio
presso Neos banca, ingiustamente trasferito da Ancona a Bergamo, e quella
che ha riconosciuto il diritto dei lavoratori e anche dei sindacalisti della Cassa
di risparmio di Pisa, Lucca e Livorno
ad ottenere un corrispettivo economico
per i permessi non utilizzati. Infine, da
ricordare l’esito positivo di una conciliazione tra una lavoratrice precaria e la
Bcc del Fermano. Alla dipendente è stato riconosciuto il diritto di precedenza
nell’assunzione ed il suo contratto è
stato così trasformato a tempo indeterminato.
E
ELEZIONE. Il 2010 si è aperto per la
Fabi nel segno del rinnovamento. Durante il XIX Congresso nazionale, che si
è svolto a Roma a febbraio presso l’hotel Ergife, è stata eletta la nuova segreteria nazionale che guiderà la Fabi per
i prossimi 4 anni. Nominato anche il
nuovo segretario generale: Lando Maria
Sileoni, sindacalista di lungo corso, con
in tasca la tessera della Fabi dal 1976.
Gli iscritti lo hanno eletto con una
percentuale bulgara di consensi: ben il
98%, per un totale di 94.587 voti.
F
FONDO EMERGENZIALE. Un paracadute per tutti i lavoratori di banche in crisi che per ragioni anagrafiche
o aziendali non possono accedere al
Fondo di solidarietà. È il fondo emergenziale, divenuto operativo nel 2010
grazie a un accordo fortemente voluto e
sottoscritto dalla Fabi.
Un ammortizzatore sociale di nuovo
conio, frutto di scelte politiche lungimiranti, che ha permesso a oltre 500
lavoratori, licenziati quest’anno da
banche commissariate e prossime alla
liquidazione coatta amministrativa, di
ottenere un’indennità di disoccupazione per due anni pari a circa l’80% dello
stipendio. La Fabi si è già impegnata a
esercitare una forma di moral suasion,
insieme all’Abi e alle altre organizzazioni, nei confronti dei ministri dell’Economia e del Lavoro per convincerli a
prorogare per un altro anno il Fondo,
in scadenza il 31 dicembre.
G
GIORNALI. Dal Corriere della Sera a
Repubblica, da Il Messaggero a il Tempo, da La Stampa a Libero e Il Giornale,
fino ad arrivare a Il Fatto , Il Riformista
e ai grandi quotidiani economici come
Il Sole 24 Ore e Milano Finanza. La
Fabi ha dato risalto alle proprie posizioni, ha dettato l’agenda alla controparte
ritagliandosi un ruolo da protagonista
su tutti gli organi di stampa nazionali,
nessuno escluso.
Quest’anno, inoltre, si è confermata
fonte di prima mano per i settimanali
di approfondimento, letti soprattutto
da manager ed esperti di settore: Panorama Economy, L’Espresso e Il Mondo.
Su queste prestigiose pagine le prese di
posizione del nostro sindacato hanno
avuto grande visibilità.
I
INIZIATIVE. La Fabi ha riconfermato
il suo ruolo di sindacato opinion leader
anche nel 2010. Numerose le iniziative
messe in piedi sia a livello locale sia a
livello nazionale per sottoporre all’attenzione dei media, delle istituzioni e
delle persone che contano, i problemi dei lavoratori bancari. A ottobre la
Fabi è stata protagonista a Milano con
“Destinazione banca”, convegno organizzato per presentare i dati della prima
indagine nazionale sul fenomeno del
precariato nel settore del credito, a cura
del Centro studi Pietro Desiderato.
Un momento di denuncia e di approfondimento che ha avuto grande visibilità sui media nazionali e ha visto confrontarsi in maniera diretta e costruttiva sindacalisti, sociologi del lavoro e responsabili Risorse umane delle banche.
L
LAVORO. Non solo tutelare chi è già
“dentro” ma promuovere l’ingresso in
banca dei giovani, di nuova forza lavoro. Creare occupazione di qualità e
stabile. E ciò che è avvenuto nel 2010:
nonostante la crisi e la redditività delle
banche in caduta libera, solo nei grandi Gruppi sono stati creati oltre 5mila
nuovi posti di lavoro fissi, grazie agli
accordi che la Fabi ha sollecitato e sottoscritto.
Obiettivo dell’organizzazione per i
prossimi 3 anni, come ha già più volte detto il segretario generale Lando
Sileoni, sarà quello di ottenere l’assunzione di 30-40mila giovani direttamente con contratto a tempo indeterminato, ma con una flessibilità d’ingresso
temporanea.
M
MANAGER. Retribuzioni spropositate ai manager? Sull’argomento la Fabi
anche quest’anno ha dato battaglia. È
stata, infatti, l’unica organizzazione a
intervenire quando ad Alessandro Profumo, all’indomani delle dimissioni da
amministratore delegato di Unicredit,
è stata accordata una buonuscita di 40
milioni di euro. Nel silenzio generale,
solo la Fabi ha criticato pubblicamente l’entità della liquidazione concessa
al golden boy della finanza. “Una cifra
non i linea con i tempi, fuori luogo,
in un momento in cui vengono chiesti sacrifici ai lavoratori”, ha tuonato in
quell’occasione il segretario nazionale
della Fabi Mauro Morelli.
N
NO. La FABI è un sindacato riformista, aperto al dialogo ma che al momento opportuno sa anche sferrare i
suoi no. Pronti, secchi, decisi. Come
quando a novembre l’Abi ha detto di
essere intenzionata a sciogliere il Fondo
di Solidarietà, l’ammortizzatore sociale
di settore che in 10 anni ha permesso di
governare senza traumi per i lavoratori
le ristrutturazione aziendali, dando la
possibilità a 40mila bancari di andare in
prepensionamento volontariamente e
dietro incentivo economico. Una prova
di forza, quella dell’Abi, messa in atto
alla vigilia del confronto sul rinnovo
del contratto, a cui la FABI ha reagito
con fermezza e intransigenza. “Nessuna
sponda all’Abi”, ha dichiarato Sileoni a
Milano Finanza, “per difendere il nostro Fondo di Solidarietà siamo pronti
alle barricate”.
O
ORGANIZZAZIONE. Nuovo di zecca, creato a marzo del 2010, si occupa
di dare un supporto tecnico a tutte le
attività della Fabi, che ci tiene ad essere
un sindacato pragmatico e vicino alle
esigenze degli iscritti: è il Dipartimento
Organizzazione. In collaborazione con i
SAB, si impegnerà a far crescere sempre
di più la FABI.
P
PRECARI. Gli invisibili. I lavoratori
meno tutelati, sempre in bilico sulla
possibile mancata riconferma. Per loro
la FABI nel 2010 ha messo a segno
importanti conquiste. Oltre 2mila precari sono stati infatti assunti a tempo
indeterminato, grazie ad accordi sindacali sollecitati e firmati dal nostro
sindacato. Un impegno, quello della
stabilizzazione dei lavoratori a termine,
che proseguirà anche negli anni a venire. Perché come ha spesso sottolineato
17
SINDACATO E SERVIZI
attualità
U W
S
Q
Sileoni nei suoi interventi pubblici “la
conferma dei precari produce un beneficio permanente per l’economia, rafforza la coesione sociale ed è un antidoto al declino”.
QUALIFICATI. Non solo appassionati,
ma anche estremamente qualificati.
Sono stati oltre 1000 i sindacalisti della
FABI che nel 2010 hanno partecipato
ai corsi territoriali e residenziali curati
dall’organizzazione,
approfondendo
la conoscenza del diritto del lavoro,
dei temi della responsabilità civile del
bancario e delle norme anti-riciclaggio.
Una preparazione accurata che consente loro di essere punti di riferimento per
i lavoratori e di difendere questi ultimi
con competenza ed efficacia.
forte e autorevole, davvero in grado di
difenderli.
SOLIDARIETÁ. Tanti e di rilievo i
progetti di solidarietà portati avanti
dalla FABI quest’anno. Dalla realizzazione della Casa famiglia di Kaunas,
destinata a ragazze orfane, alla raccolta
fondi per i terremotati abruzzesi e haitiani, fino ad arrivare al finanziamento
del personale medico e degli ospedali in
Eritrea. Una generosità senza frontiere.
UNITÁ. L’appello Sileoni lo ha lanciato al Congresso nazionale della Fisac, ad
aprile, rivolgendosi a tutte le organizzazioni dei lavoratori. “Bisogna mantenere
viva l’unità sindacale”, ha detto, “perché
un sindacato unito è più forte a sa rappresentare meglio i lavoratori in sede
di trattativa, a maggior ragione in vista
del rinnovo contrattuale”. Un obiettivo politico che la FABI ha perseguito e
continuerà a perseguire con costanza, in
modo tale che il “modello Fiat” non si
imponga anche nel settore del credito.
WELFARE. Potenziare il welfare aziendale soprattutto in questo periodo caratterizzato da tagli draconiani alla spesa pubblica. Il Fondo sanitario unico di
Intesa Sanpaolo, istituto grazie a un accordo che la Fabi ha firmato a ottobre,
va proprio in questa direzione. Da nord
a sud Italia tutti i 75mila dipendenti
del Gruppo e le loro famiglie, insieme
ai pensionati, potranno avere il pieno
rimborso delle spese mediche non coperte dal Servizio sanitario nazionale.
V Z
T
R
RAPPRESENTATIVITÁ. Proprio nel
2010 la FABI ha tagliato il traguardo
degli oltre 100mila iscritti, confermandosi il primo sindacato dei bancari per
rappresentatività.
18
TRASFORMAZIONI. Succede anche questo, per fortuna: che lavoratori
inquadrati con un contratto da metalmeccanici si trasformino bancari. È
accaduto ai 168 dipendenti delle società di monetica del Gruppo Unicredit.
Grazie all’accordo siglato dalla Fabi a
dicembre, hanno ottenuto l’inquadramento contrattuale del credito con un
evidente miglioramento delle loro retribuzioni.
VITTORIE Sarà ricordata come una
delle grandi vittorie targate FABI del
2010. Stiamo parlando dell’accordo
sulle agibilità sindacali raggiunto a luglio, che ha finalmente premiato la rappresentatività della nostra organizzazione. La FABI, che tra le sigle di categoria
ha il numero maggiore di iscritti, in
virtù dell’intesa firmata ha visto crescere a livello esponenziale il suo peso
politico nelle trattative di Gruppo e in
Abi. Il tutto a beneficio dei tesserati che
possono contare su un’organizzazione
ZERO. È l’unico zero ottenuto dalla
Fabi nella “pagella” di quest’anno. Zero
in condizionamenti politici, acquiescenza ai poteri forti e subordinazione
al conformismo. Perché, come ha ricordato il Segretario Generale Lando
Sileoni nell’ultimo Consiglio nazionale, “Potranno criticarci o esaltarci, combatterci o blandirci. C’è una cosa, però,
che non potranno mai fare: comprarci
l’anima”.
SINDACATO E SERVIZI
quadri direttivi
DEBOLI CON I FORTI E FORTI CON I DEBOLI
RITRATTO DI MANAGER IN GRIGIO
Ogni riferimento alla realtà non è affatto casuale, ma assolutamente voluto
di Giuliano Xausa, responsabile nazionale Coordinamento Quadri direttivi
S
chiere di rampanti manager
portatori sani di responsabilità a livello di ampie zone di
mercato e di territorio, candidamente ignari e irresponsabilmente disinteressati ad alcun tipo di procedura,
circolare, manuale, consuetudine operativa, che trascorrono le loro giornate
consultando statistiche, controllando i
controllori. Operativi ventiquattro ore
al giorno anche quando sono in ferie.
Profumatamente retribuiti per essere in
buona parte amici degli amici, parenti
di colui a cui si doveva un favore, con-
news
I
migliori ‘cervelli’ italiani lavorano
nella ricerca pubblica, soprattutto
nelle università dello Stivale. E si
concentrano nell’ateneo Alma Mater di Bologna, al Consiglio nazionale
delle ricerche (Cnr), alla Statale di Milano, all’università di Padova e alla ‘Sapienza’ di Roma. Sono, infatti, queste le
migliori cinque strutture nel panorama
della ricerca azzurra, secondo una classifica stilata da scienziati ‘tricolore’ che lavorano all’estero, riuniti nell’associazione
Virtual italian academy (Via-academy),
nata a Manchester. Subito dopo l’ateneo
romano si piazza quello di Torino, seguito
dall’Istituto nazionale di astrofisica (Inaf),
dal San Raffaele di Milano, prima strut-
news
fidenti di politici intriganti.
Tutti ben impacchettati nei loro impeccabili ‘gessati’, camicie su misura,
lucenti di gemelli in oro, cronografi di
alta precisione, cellulari satellitari, scarpe fatte a mano.
Sussiegosi nel parlare, con termini ricercati e per lo più in inglese. Doppi sensi
(che spesso comprendono solo loro) e
ironia talmente sottile da tradire una
profonda mancanza di cultura di base.
Allergici a qualsiasi tipo di richiesta di
spiegazioni e a qualsiasi tipo di interlocuzione che non sia di approvazione.
Arzigogolati e incomprensibili nelle
loro mail, usano spesso terminologie
antiquate o termini disastrosamente
antipatici, se non offensivi.
Abbreviazioni proprio dove non ci do-
vrebbero essere, inventate al momento;
sottintesi sarcastici al limite della querela.
Se interpellati e messi alle strette, costretti a fornire le necessarie delucidazioni, spesso un lieve s’impacciano
in un balbettio, un impercettibile tremore, mentre lo sguardo resta vacuo
e incapace di guardarti negli occhi da
uomo a uomo!
Assolutamente refrattari a qualunque
tipo di presa di posizione, sempre servizievoli (o servili!) e accomodanti nei
confronti dell’alta gerarchia. Si mostrano, al contrario, sempre sprezzanti e arroganti verso i subalterni, specie quelli
che non avranno mai alcuna chance di
carriera secondo il loro inespresso standard, ma che potrebbero ambire a pro-
gredire per meriti personali e capacità
indiscusse.
Odiano il sindacato, anche se pubblicamente si mostrano ben disposti, e
ignorano termini come orario di lavoro, ferie, malattia, part time.
Grandi tagliatori di teste (soprattutto
quelle di coloro, che temono possano
far loro ombra) preferiscono circondarsi di obbedienti controllori, portaborse,
segretarie; quando non di “nani”, per
assicurarsi di poter svettare, a dispetto
di quella statura che si misura dal collo
in su.
Insomma, deboli con i forti e forti con
i deboli.
Pura immaginazione, letteraria esagerazione o, forse, ne conoscete qualcuno
anche voi?
Top Italian Scientists Report
I MIGLIORI CERVELLI ITALIANI
NEL PUBBLICO
tura privata in classifica, dall’università di
Firenze, dall’Istituto nazionale dei tumori
di Milano, dall’università di Pisa, dall’Istituto Mario Negri, dall’università Tor Vergata di Roma, dall’ateneo di Ferrara e di
Napoli. La classifica continua annoverando i primi 50 migliori istituti di ricerca.
“Seguendo il primo ‘Top Italian Scientists
Report’ - si legge sul sito dell’associazione
Via-academy - siamo lieti di presentare
ora i primvi 50 istituti di ricerca in Italia
dall’analisi della stessa lista. L’analisi è stata
prodotta da Mauro Degli Esposti e altri
membri della Via-academy, che hanno
formato un comitato, chiamato ‘Valutator’, e condotto una sistematica valutazione degli scienziati italiani che appartengono alla lista Tis del 2010, combinando
informazioni web e personali con l’analisi
computerizzata del database Tis. Dei 100
istituti rappresentati nel lista Tis, solo i
primi 50 sono stati presi in considerazio-
ne. È stata eseguita anche l’h-index medio
delle persone che vi sono affiliate”.
PERMESSI EX FESTIVITÀ SOPPRESSE
A
i sensi delle previsioni
contrattuali vigenti (art.
50 del CCNL 8/12/2007
per i quadri direttivi e le
aree professionali) ai lavoratori spetta,
annualmente, un numero di permessi
giornalieri retribuiti corrispondente alle
giornate che – indicate come festività
dalla Legge 27 maggio 1949, n. 260 –
non sono più, per successive modifiche
dei dispositivi di legge, riconosciute
come tali.
In applicazione di quanto sopra, la
cadenza settimanale delle giornate in
oggetto per l’anno 2011 è così distribuita:
• 23 giugno: Corpus Domini
(giovedì)
• 29 giugno: SS. Apostoli
Pietro e Paolo (mercoledì)
• 4 novembre: Unità
Nazionale (venerdì)
Facciamo presente che a queste si aggiunge
una giornata di permesso retribuito (o
in alternativa il corrispondente compenso
aggiuntivo), in quanto il 1° maggio 2011
coincide con la giornata di domenica.
L’art. 48 del vigente Contratto collettivo
nazionale di lavoro stabilisce infatti che
“per le festività del 25 aprile, 1° maggio
e 2 giugno coincidenti con la domenica
il dipendente ha diritto di ricevere
dall’Azienda – d’intesa con la stessa – il
compenso aggiuntivo oppure altrettante
giornate di permesso”.
Vi ricordiamo però che nelle giornate
sopra elencate il lavoratore deve
aver diritto alla piena retribuzione:
attenzione, quindi alla richiesta di
permessi non retribuiti, anche parziali,
in tali giornate, che comportano
la perdita della compensazione o
della monetizzazione, in maniera
proporzionale all’orario effettivamente
svolto.
I permessi per le festività soppresse
vanno goduti dal 16 gennaio al 14
dicembre: successivamente vengono
monetizzati, con il comune criterio di
1/360 della retribuzione annua lorda
per ciascun giorno entro il mese di
febbraio dell’anno successivo.
19
SINDACATO E SERVIZI
spazio donna
8 Marzo 2011. Le donne della FABI
in prima linea per la solidarietà
È
POSSIAMO
CAMBIARE IL
MONDO
ormai da qualche anno che in
coincidenza dell’8 marzo, il Coordinamento Nazionale Donne
della FABI sponsorizza un’ini-
ziativa di solidarietà; le molte sollecitazioni
ricevute da molte colleghe ed amiche negli
anni passati ci spingono ancora una volta a
‘perseverare’ su questa strada.
In particolare quest’anno la nostra scelta
ci vede ancora più coinvolte, perché una
componente del nostro Esecutivo ha avuto
la possibilità di partecipare in prima persona ad una missione umanitaria, organizzata dall’Associazione “Un cuore un mondo”
nell’ambito del Progetto Cuore Eritrea. a
Una scelta coraggiosa e di grande sensibilità, per la quale la ringraziamo. Nella sua
testimonianza diretta, riportata in queste
pagine, i sentimenti e le emozioni di chi
si trova a contatto con una realtà che nella
moderna società del ‘benessere’ si fa addirittura fatica ad immaginare.
Perché parlarne in prossimità dell’8 marzo?
Per ricordare a noi stesse, in un giorno speciale, che ciascuna di noi, può davvero fare
la differenza!
Cristiana De Pasquali
Responsabile Coordinamento Nazionale Donne FABI
UNA MADRE ASSISTE IL FIGLIO
DURANTE IL DECORSO POST OPERATORIO
Chi salva un bambino,
salva il mondo
Cuore Eritrea
Q
uest’anno ho seguito in prima
persona un progetto che riguardava la gestione delle problematiche logistiche e organizzative
assai complesse, che coinvolge molti soggetti, nazionali e internazionali e che prevede
d’implementare l’assistenza cardiologica e
cardiochirurgica pediatrica in Eritrea.
Al momento, il progetto sanitario più importante che dovrà essere sviluppato in Eritrea, riguarda la costruzione dell’Ospedale
Pediatrico di Asmara, finanziato dalla Regione Toscana. Tra questi sicuramente il più
qualificato è Progetto “Cuore Eritrea”ed è
probabilmente l’unico esempio di cooperazione sanitaria nel settore delle cardiopatie
congenite, finanziato e gestito da più equipe
internazionali. Le equipe organizzano due
missioni ciascuna per ogni anno e riescono
a operare oltre 100 bambini cardiopatici. Si
può, senza dubbio, affermare che il progetto
Cuore Eritrea, coordinato dall’Associazione
”Un cuore un mondo - Massa” è l’esempio
della capacità di ottenere eccellenti risultati,
quando si raggiungono importanti sinergie
d’intenti, come quelle realizzate in Eritrea.
L’equipe dell’Ospedale del Cuore Pasquinucci di Massa, con la quale sono stata a
stretto contatto per il periodo nel quale ho
soggiornato ad Asmara, è stata la prima a
impiantare valvole cardiache su bambini affetti da cardiopatie reumatiche.
20
IL GRUPPO MISSIONE ERITREA
Con il cuore pieno d’insicurezza e paura,
ma con voglia di capire e rendermi utile per
una popolazione in difficoltà, mi sono ritrovata a respirare l’aria di Asmara. Il primo
impatto con la città non è stato così t raumatico come mi aspettavo, ma era solo una
calma apparente, dovuta al fatto che la vera
Asmara dovevo ancora scoprirla.
Infatti, nel momento dell’arrivo all’Ospedale Orotta, sono subito inghiottita dal
profondo senso di necessità che si legge
negli occhi della gente. Occhi che raccontano il dramma di dover percorrere 250 km
a piedi in sedici giorni, attraversando mille
pericoli e superando problemi dovuti alla
vicinanza di aree in guerra come quelle dei
paesi confinanti, mancanza di cibo e acqua,
infezioni dovute alla scarsa igiene, solo per
far visitare il proprio bambino. Non si può
rimanere indifferenti davanti a questi occhi
e, quindi, scatta subito il senso di urgenza
di dover far qualcosa di utile. Eccomi allora
catapultata nella ressa della sala d’attesa del
piccolo ambulatorio dove, grazie alla preparazione e alla sensibilità dimostrata dal personale medico partito con me, mi ritrovo a
stretto contatto con mille storie che mi sono
raccontate da genitori, parenti e bambini
che ogni giorno attendono il loro turno per
sapere se avranno la possibilità di scorgere la
speranza di una vita migliore.
Piccole creature che vorrebbero vivere la
Il progetto è probabilmente l’unico esempio di
cooperazione sanitaria nel settore delle cardiopatie
congenite ed è coordinato dall’Associazione “Un
cuore, un mondo- Massa”. A centinaia di bambini
affetti da cardiopatie reumatiche sono impiantate
valvole cardiache. Ora il Coordinamento Nazionale
Donne FABI ha adottato l’iniziativa
vita come i loro fratellini europei, americani, asiatici... Perché, anche se nati in Africa
con la pelle scura e una lingua a volte incomprensibile, hanno lo stesso diritto alla vita.
Occhi che, anche quando sono chiusi costretti al sonno da una pesantissima anestesia necessaria all’intervento appena subito,
riescono a parlare al cuore e a dimostrare
dignità e forza d’animo, indispensabili per
superare una situazione così complicata,
resa ancora più difficile dal fatto che i posti
per la degenza in terapia intensiva, necessari al decorso post- operatorio, sono ancora
molto limitati.
Nonostante questo, i genitori mantengono
viva la speranza sorridendo sempre e cercando nei miei occhi un conforto, che li
aiuti anche ad affrontare le notti nel cortile
dell’ospedale, lontano dal letto del proprio
bimbo e avvolti dalle tenebre e dal freddo
della montagna.
Giunta ormai alla fine del mio viaggio mi
ritrovo, da una parte, triste per il fatto di
dover abbandonare le persone con le quali
avevo stabilito un profondo rapporto, ma
dall’altra contenta perché, grazie ai nostri
bravi chirurghi, i bambini avranno una vita
normale.
Inoltre, mi sento profondamente appagata da un’esperienza per me assolutamente
nuova.
E questo è solo l’inizio. Torneremo e soster-
remo, come FABI, il progetto.
La solidarietà non ha confini.
Arrivederci Eritrea.
Stefania Bertarini
Coordinamento Donne FABI
STEFANIA BERTARINI TIENE IN BRACCIO
UN BIMBO APPENA OPERATO
SINDACATO E SERVIZI
spazio donna
DIVISE TRA CARRIERA E FAMIGLIA
DONNE AL BIVIO
Quale è la priorità? La scelta incide
significativamente su tutto il sistema familiare e
sulla persona in sé. Evitare gli sbilanciamenti
eccessivi a favore del lavoro o della famiglia,
e cercare di trovare una via di mezzo è la
soluzione più idonea per non incorrere né
nella frenesia del lavoro a scapito degli affetti, né
nella frustrazione cui è soggetta la donna che si pone dei
traguardi professionali o anche – per sopravvivere alla crisi
- solo economici. Piano del governo per conciliare tempi di
lavoro e tempi di cura della famiglia
Denise Gulino - psicologa
S
ono in considerevole aumento le donne divise tra carriera
e famiglia, sia per motivazioni
strettamente connesse alla crisi
economica, sia per consentire alla donna
quella parità di diritti che determina la realizzazione professionale cui molte donne
oggi aspirano.
Da tale quadro emerge una fotografia
della realtà difficile da mettere a fuoco,
in cui l’immagine della donna è quella di
una saetta lanciata nella quotidianità, che,
ahimè, non ha il tempo di soffermarsi a
riflettere su quale sia la scelta migliore da
compiere per il benessere e l’equilibrio della sua famiglia, ma solo di agire per poter
far quadrare i conti di casa a fine mese…
Ebbene sì, una vera e propria lotta per
raggiungimento di quel benessere economico, che consente alla coppia in primis e
alla famiglia in seguito di poter vivere in
modo dignitoso.
La donna di oggi, in continuo mutamento, veste un abito a ogni ruolo: madre,
moglie, amante; ed in questa metamorfosi
costante fa fatica a far quadrare i tempi di
lavoro con quelli di cura della casa e dei figli, dedicando talvolta più tempo al lavoro
a scapito della famiglia, o viceversa.
E proprio per contrastare questo fenomeno il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, ha siglato con il ministro per le Pari
opportunità, Mara Carfagna, un piano
strategico di azione per la conciliazione
dei tempi di lavoro con i tempi dedicati
alla cura della famiglia e per la promozione
delle pari opportunità nell’accesso al lavoro, denominato ‘Italia 2020’.
Le linee d’azione individuate, per le quali
sono stati stanziati 40 milioni di euro, mirano a: 1) favorire i nidi familiari attraverso l’esperienza delle cosiddette tagesmutter
(mamme di giorno), ossia donne che ospitano a pagamento i bambini in casa loro,
un’esperienza già avviata con successo in
alcune regioni del nord; 2) creare albi di
badanti e baby sitter, italiane e straniere,
appositamente formate; 3) fornire voucher destinati all’acquisto di servizi di cura
in strutture come ludoteche e centri estivi;
4) sostenere cooperative sociali che operano per la conciliazione in contesti svantaggiati; 5) favorire il telelavoro femminile;
6) favorire percorsi formativi di aggiornamento destinati a lavoratrici, che vogliono
reinserirsi nel mercato del lavoro dopo un
periodo di allontanamento.
Sicuramente non è semplice fare una scelta
in un senso o nell’altro, in modo rigido, rinunciando ad una realizzazione personale
o professionale.
Allora cosa fare? Non esiste una scelta più
giusta dell’altra… Probabilmente, nel momento stesso in cui si fa una scelta, bisogna
chiedersi: “È una rinuncia o un desiderio,
mi sentirò appagata, felice e soddisfatta?
Quale è la mia priorità?”
Rinunciare alla carriera per dedicarsi
esclusivamente alla famiglia diventa un
sacrificio, se non lo si fa in maniera consapevole; quando una donna opera tale
scelta poiché si sente realizzata e appagata
occupandosi della famiglia, allora avrà agito la scelta sulla base di una sua priorità e
non di una rinuncia.
Tuttavia, molte donne inattive con figli,
totalmente dedite alla gestione degli impegni familiari, spesso vivono una frustrazione dovuta al non riconoscimento delle
proprie capacità e alla mancata realizzazione degli obiettivi professionali, in modo
particolare quando hanno trascorso molti
anni a studiare allo scopo di conseguire un
titolo, come - per esempio - la laurea. In tal
caso sarebbe opportuno attivarsi, anche in
un lavoro part time, così da non sentirsi
totalmente annullate.
Quando, invece, la donna decide di intraprendere una carriera professionale a
tempo pieno, seppure armata di buona volontà nel dedicare del tempo alla famiglia
in virtù di quella frase che spesso sentiamo
dire “è la qualità del tempo che si passa con
i figli e non la quantità!”, in realtà ne ottiene scarsi risultati; questo perché in verità è
importantissimo il tempo trascorso con i
figli, i legami affettivi, le relazioni significative vanno create e rafforzate nel tempo in
modo costante e non in brevi attimi intensi da ritagliare in modo sfuggente o quando per esempio si rientra la sera stanche da
lavoro dopo una giornata piena.
Ed ecco che, quando noi donne decidiamo di operare una scelta, dando priorità
alla professione, dobbiamo essere consapevoli dei probabili rischi che corriamo
nel trascurare o dedicare il poco tempo rimanente alla famiglia, e delle ripercussioni
che ciò può avere nelle relazioni affettive
(moglie-marito; genitore-figli).
Se è vero che, oggi più che mai, anche la
donna lavora all’interno della famiglia per
assicurare un benessere economico adeguato ai figli, e tale scelta va letta come un
prendersi cura di loro in modo indiretto,
non bisogna mai dimenticare il valore che
ha il prendersi cura dei figli attraverso lo
scambio affettivo, reciproco e non solo
materiale.
Infatti, alla luce della situazione economica attuale in Italia è quasi ovvio che lavorare non è più una scelta bensì una necessità
sia per il marito sia per la moglie.
Pertanto lavoro o famiglia rappresenta una
scelta di vita che incide significativamente
su tutto il sistema familiare e sulla persona
in sé.
Probabilmente come dicevano i latini “in
medio stat virtus”, ossia evitare gli sbilanciamenti eccessivi a favore del lavoro o della famiglia, e cercare di trovare una via di
mezzo è la soluzione più idonea per non
incorrere, né da un lato nella frenesia del
lavoro che determina uno stress non indifferente e lascia poco o nullo spazio alla
famiglia e agli affetti, né in quella frustrazione cui è soggetta molto spesso la donna
ambiziosa che si pone dei traguardi professionali da raggiungere, e si trova a dover
‘rinunciare’, non ‘scegliere’, per accudire la
famiglia e i figli.
La priorità scaturisce, pertanto, da una
molteplicità di fattori personali e contestuali, tra cui gioca un ruolo decisivo l’autoefficacia percepita (self-efficacy), ossia
quell’insieme di convinzioni che la persona possiede riguardo la propria capacità di
organizzare ed eseguire azioni necessarie
al raggiungimento dei propri scopi, una
sorta di autoesame che ciascuno fa per
verificare le probabilità di riuscire in un
compito.
21
SINDACATO E SERVIZI
spazio donna
Il carnefice è il partner o l’ex nella maggioranza dei casi
e solo nel 6,2% un estraneo
SI MOLTIPLICANO
LE VIOLENZE SULLE
DONNE
La ‘vittima tipo’ abita al Centro-Nord (64%), prevalentemente in aree metropolitane
(42%). Ma, in tutta Italia, almeno un terzo della popolazione femminile ha subito
qualche forma di sopraffazione nel corso della vita. Solo che difficilmente il disagio
viene a galla. Ora una guida dei ginecologi affronta le mille facce del problema
S
torie di abusi sessuali che restano
nell’ombra. Insospettabili le vittime e gli aguzzini. È l’Italia delle
violenze sulle donne. A restare
imprigionate nella spirale degli abusi non
solo straniere, che vivono in ambienti disagiati, ma anche italiane che rientrano nello
stereotipo della donna forte: imprenditrici,
dirigenti, libere professioniste il 35,1% del
totale.
L’identikit della vittima cambia: è boom
di ragazze laureate (36,2%) e divorziate
(45%) con storie di violenza sessuale alle
spalle. Per riconoscerle e offrire loro un
aiuto concreto e professionale, i ginecologi
hanno deciso di scendere in campo. L’Aogoi (Associazione ginecologi e ostetrici
ospedalieri italiani) lancia un vero e proprio manuale, una guida che accompagna
i professionisti nel mondo degli abusi. Il
volume, distribuito a tutti gli ospedali e
consultori e sarà venduto nelle librerie a 25
euro. “Affrontiamo dalla A alla Z il percorso da fare con la paziente abusata”, spiega
Valeria Dubini, vice-presidente di Aogoi.
Gli specialisti parlano di “vera emergenza” da inserire nella lista delle priorità. A
fotografarla i dati di un’indagine Istat su
25 mila donne. La ‘vittima tipo’ abita al
Centro-Nord (64%), prevalentemente in
aree metropolitane (42%). Ma, in tutta
Italia, almeno un terzo della popolazione
femminile ha subito qualche forma di sopraffazione nel corso della vita. Solo che
difficilmente il disagio viene a galla.
E troppi abusi si consumano nel silenzio,
spesso fra le mura di casa. “Ci vogliono
in media almeno 10 episodi di violenza
prima che una donna decida di troncare
la relazione con l’aggressore, di dire basta”,
sottolinea Dubini. Il volume “Violenza
contro le donne, compiti ed obblighi del
ginecologo”, edizioni Editeam, si apre con
una prefazione firmata dal ministro della
Pari opportunità Mara Carfagna. Quasi 300 pagine in cui si affrontano le mille
facce della violenza in rosa. Abusi che lasciano il segno, nell’anima come nel corpo.
“I ginecologi statunitensi hanno lanciato
l’allarme nel 2004 con numeri alla mano:
si sono infatti resi conto che dietro il 4050% dei casi del dolore pelvico cronico si
nasconde una storia di abuso”, chiarisce
Dubini. “L’81% delle protagoniste di atti
di suicidio ha alle spalle episodi di abuso spiega Alessandra Graziottin, direttore del
Centro di ginecologia e sessuologia dell’ospedale San Raffaele Resnati di Milano e
co-presidente del Congresso - “Diffusissima è anche la sindrome post-traumatica
da stress, in cui tutto il corpo esprime attraverso sintomi fisici l’intensità del trauma vissuto. Ma anche i disturbi dell’alimentazione e del sonno (riportati dal 41%
delle donne), una consistente riduzione
dell’autonomia e isolamento sociale, senza
contare il rischio di aver contratto malattie
sessualmente trasmissibili o di gravidanze
indesiderate”.
Anche l’abuso di alcol diventa una spia.
Il prossimo passo per i ginecologi sarà di
concentrarsi sulle violenze domestiche. Ma
i ginecologi vogliono occupare un ruolo
sempre più attivo anche per fronteggiare
la violenza che avviene tra le mura di casa:
su questo sta lavorando “Soccorso rosa”,
ambulatorio dell’ospedale San Carlo di
Milano, attivo dal 2007: “L’obiettivo è
far emergere il sommerso - spiega Mauro
Buscaglia, direttore dell’Ostetricia e ginecologia del San Carlo e co-presidente
del Congresso - per intervenire non solo
sugli episodi di emergenza, ma anche sui
tantissimi, prolungati, abusi che avvengono in famiglia”. Il ‘carnefice’ è il partner
nel 69,7% dei casi, l’ex nel 55,5% e solo il
6,2% delle violenze sessuali, sempre stando
alle denunce, è opera di estranei. “Ci siamo
resi conto di quanto sia recente la tutela
dei diritti delle donne in Italia - conclude
Dubini - Solo nel 2009, per esempio, si è
legiferato in merito allo stalking, eppure si
stima che le donne che lo subiscono siano
2,7 milioni”. Il percorso per arrivare a una
rete d’intervento efficiente per le vittime di
violenza sessuale è ancora lungo. Secondo i
dati del progetto “Urban”, che ha coinvolto 24 città italiane, la sensibilità alla lettura della violenza da parte degli operatori
è bassa nel 47% dei casi, nulla nell’8,1% e
solo nell’8,3% risulta elevata. “Dove il nostro intervento è stato più pervasivo si registrano, però, più denunce e una miglior
presa in carico Il ‘carnefice’ è il partner nel
69,7% dei casi, l’ex nel 55,5% e solo il 6,2%
delle violenze sessuali, sempre stando alle
denunce, è opera di estranei.. Anche consigli semplici (come tenere a portata di mano
chiavi, documenti e cellulare, o prepararsi
punti di appoggio, da un’amica o in un
centro dedicato) possono fare la differenza.
Dal presidente nazionale Aogoi, Giovanni
Monni, arriva anche la proposta di “attivare corsi nelle scuole per educare al rispetto.
Esistono veri e propri esercizi, che si possono introdurre fin dalle classi elementari,
per aiutare i nostri ragazzi a crescere con la
consapevolezza della parità fra i sessi”.
CUD dell’ex marito
accessibili alla moglie
news
Lo ha stabilito il Tar del Lazio
I
n caso di separazione la ex moglie ha
diritto ad accedere ai CUD dell’ex
marito per poter prendere conoscenza di eventuali indennità percepite
che non rientrano nella dichiarazione dei
redditi. Lo ha stabilito una recente sentenza del Tar Lazio (la numero 35020/2010)
spiegando che i CUD non rientrano nei
22
casi di esclusione dal diritto di accesso
(disciplinati dall’art. 24, comma 1 lett. b
della legge n. 241/1990). La questione
sottoposta al Tribunale Amministrativo
era di verificare se la ex moglie potesse ottenere “l’ostensione e il rilascio di copia dei
modelli CUD 2009 e 2010 del marito”
necessari “per dimostrare che il coniuge”
avev apercepito negli anni 2008 e 2009 “altri compensi oltre lo stipendio erogatogli
dall’Amministrazione” presso cui lavorava.
L’ex marito, quale ingegnere, percepiva infatti delle percentuali su lavori, che erano
soggette a tassazione separata e che potevano influire sull’assegno di mantenimento
dei figli.
SINDACATO E SERVIZI
spazio aperto
Inflessibile sentenza della Suprema Corte
IL VINCOLO
FIDUCIARIO
NEL SETTORE
BANCARIO
di Paolo Berti - avvocato
U
n recente arresto della Suprema
Corte (sentenza n°2 1899 del
26 Ottobre 2010, C. G/BANCO DI SICILIA) obbliga tutti
noi ad una seria riflessione sulla particolare
pregnanza che il vincolo fiduciario ricopre
nella branca del diritto del lavoro bancario.
Così si esprime, dunque, la Corte di Cassazione: “..Nell’ambito della concreta valutazione della condotta, assume senz’altro
rilievo la potenzialità che ha il fatto addebitato, di porre in dubbio la futura correttezza dell’adempimento; tuttavia, al fine
di tale giudizio prognostico, se le pregresse
violazioni assumono un significato chiaramente negativo, l’assenza di precedenti
contestazioni od addebiti si qualifica quale fatto privo di particolare conducenza al
fine di ritenere l’esistenza di una prognosi
favorevole in ordine ai futuri comportamenti, ben potendo gli elementi emergenti dal singolo episodio contestato, sotto il
profilo della gravità dei fatti posti in essere
e della portata oggettiva e soggettiva degli
stessi, avere valore determinante ai fini della lesione dell’elemento fiduciario che, per
costante orientamento giurisprudenziale,
assume una particolare pregnanza in relazione al settore bancario…”.
Volendo riassumere il pensiero dei Giudici
delle Leggi, potremmo dire che, nel valutare se un licenziamento di un lavoratore
bancario sia o meno proporzionale (come
impone la legge), è sufficiente che: a) si
analizzi la potenzialità lesiva della/delle
condotte poste in essere dal dipendente,
senza curarsi se le stesse abbiano o meno
leso degli interessi patrimoniali od extrapatrimoniali; b) si faccia una sorta di prognosi
sulla futura, ipotetica, ripetizione da parte
dell’interessato di analoghi comportamenti illeciti, prognosi che, se adeguatamente
motivata, non è censurabile per cassazione.
In questo contesto, il passato professionale
del lavoratore, se positivo, non gioca alcun
ruolo, mentre al contrario, se negativo,
esso costituisce un’aggravante della sanzione.
Il quadro non certo esaltante (per i lavoratori) che emerge dalla lettura della citata
sentenza, si fa ancora più fosco, se si pensa
che il lavoratore in questione aveva dedotto e provato che il proprio comportamento, per quanto non ligio alle circolari
aziendali, era stato il frutto di una prassi
consolidata avallata dai superiori; il muro
eretto dai Giudici è stato, anche sul punto,
estremamente vigoroso nel sottolineare,
da un lato, l’importanza delle regole formali e dall’altro la totale irrilevanza delle
prassi operative contra ordinem.
“Oggi pietà l’è morta”, si sarebbe detto in
altri momenti della storia del nostro Paese!
È proprio così? Non c’è difesa alcuna che
regga l’urto della Magistratura del Lavoro?
A noi pare che, pur nella giusta sottolineatura delle peculiarità del lavoratore
bancario, della “razza speciale” a cui esso
appartiene, non si possa (né si debba) fare
di lui il bersaglio di ogni cacciatore, con il
rischio di decretarne la rapida estinzione.
Talvolta, abbiamo l’impressione che i Giudici posseggano una visione eccessivamente romantica del lavoratore bancario, ancorata ad un passato non certo recente in cui
si pensava al “posto in banca” come ad un
impiego sicuro, assai ben remunerato e tutelato (anche rispetto alla clientela!) e speso fra le pareti d’orate di prestigiose sedi.
Oggigiorno, tuttavia, siamo certi che quel
modello di lavoratore sia ancora presente?
La domanda è ovviamente pleonastica.
Anche il lavoro bancario, come tutte le altre tipologie di lavoro subordinato, ha mutato radicalmente la propria pelle: oggi, in
Banca, si impongono ritmi serrati di lavoro, sollecitazioni continue dalla clientela,
dal mercato, dai superiori a far sì che il
“prodotto lavoro” sia veloce oltre misura e
quantitativamente elevato.
Non mancano, in questo contesto, gli
inviti pressanti a lasciar correre le regole
formali (che altrimenti rallenterebbero il
lavoro) per assecondare i bisogni (le isterie, a volte) della clientela e per accelerare
la produzione.
Tutti sono disposti, a cominciare dai piani alti della scala gerarchica, a chiudere un
occhio o a far finta di non vedere quando
i cosiddetti budget debbono crescere ed i
numeri debbono salire, salvo poi, con analoga prontezza, quando il vento cambia,
sciorinare la tal o la tal altra circolare interna per additare i colpevoli.
Quanto al posto fisso…
E così, in questo vorticoso frullatore che
è diventato il mondo del credito, anche la
professionalità del lavoratore fatica a formarsi ed a crescere- come l’importanza del
ruolo imporrebbe- e con essa l’Etica la cui
acquisizione dipende, anche, da un’istruzione tecnico-pratica che non può esaurirsi nel rituale, asettico, dell’e-learning.
Comprendere le evoluzioni del mondo del
lavoro (e le sue evidenti contraddizioni)
non significa affatto sminuire la portata
dell’Etica, che pure è necessaria ed opportuna, ma che la stessa deve essere, per così
dire, contestualizzata. E contestualizzare
aiuta a capire meglio i fenomeni sociali,
stemperando la mano del censore affinché
non colpisca, in maniera sempre unilaterale, colui il quale, una sola volta nella vita
e magari per eccessivo, aziendalistico zelo,
devi dal percorso istituzionale del lavoro.
Che la voglia di comprensione non sia mai
avulsa dal mondo della giustizia!
Inchiesta di un periodico femminile
news
88 DONNE SU CENTO
SI SENTONO DISCRIMINATE
S
econdo quanto emerge da
un’inchiesta, condotta dal periodico femminile “Elle”, 88
donne su cento si sentono discriminate sul lavoro. Per il 62% delle intervistate le capacità lavorative le donne
sarebbero sottovalutate rispetto a quelli
degli uomini; la discriminazione, secondo il 56% del campione, sarebbe dovuto
alla maternità, mentre per il 45% delle
intervistate il lavoro delle donne sarebbe
sottopagato rispetto quello degli uomini. Il 38%, infine, ritiene che ci troviamo in una società maschilista. Eppure,
in ambito professionale, le donne italiane si considerano più precise, concrete e
veloci (50%) con le stesse competenze e
capacità degli uomini (50%) e pensano
che una maggior presenza di donne in
ruoli di potere potrebbe portare importanti vantaggi anche in termini economici (42%). Il 63% del campione percepisce che il mancato raggiungimento
di un posto di responsabilità è dovuto
al dover conciliare lavoro e vita privata
e che, conseguentemente, gli uomini al
comando difficilmente puntino su di
loro (58%).
23
SINDACATO E SERVIZI
salute
Studio del Policlinico di Milano
Respirare smog
ci
cambia
il
Dna
Bastano solo 7 giorni con i livelli di Pm10 sopra la soglia limite per scatenare
questo fenomeno di riprogrammazione dei geni. Aumenta anche la frequenza
d’infarti e ictus. Parola di scienziati italiani
U
n gruppo di ricercatori dell’università Statale di Milano
(Policlinico di Milano) ha
studiato prima i vigili urbani
della metropoli lombarda, poi gli anziani
di Boston, adesso gli operai di un’acciaieria italiana. E i risultati sono sempre gli
stessi: “Abbiamo scoperto che nelle cellule di persone esposte all’inquinamento dell’aria, il livello di metilazione del
Dna (cioè l’aggiunta di particolari gruppi chimici a regioni specifiche di Dna)
cambia rispetto a chi non lo è”, spiega
uno degli autori delle ricerche, Andrea
Baccarelli, responsabile del Centro di
epidemiologia molecolare e genetica del
Policlinico di Milano e adjunct professor
all’Harvard School of Public Health di
Boston. “In pratica - conferma - stiamo
dimostrando che respirare aria inquinata può mettere a soqquadro il nostro
Dna, determinando la riprogrammazione della funzione dei nostri geni, anche
soltanto dopo 7 giorni caratterizzati da
livelli di inquinamento sopra la soglia”.
Una prima evidenza era arrivata da uno
studio che aveva coinvolto in tutto circa
200 persone fra cui i vigili urbani di Milano, categoria particolarmente esposta
alle polveri sottili, lavorando in mezzo
al traffico cittadino. I vigili erano stati
confrontati con impiegati di ufficio e le
differenze fra i due gruppi erano balzate subito agli occhi. Da qui la decisione
di allargare la ricerca. “Siamo volati a
Boston dove abbiamo analizzato i campioni di sangue di 1.800 anziani, anche
centenari, soggetti più suscettibili agli effetti dello smog”, racconta lo specialista.
Anche in questo caso sono risultati cambiamenti nel Dna. “Lo studio è confermato da indagini simili che stiamo con-
24
ducendo su popolazioni italiane e la cosa
interessante - sottolinea Baccarelli - è che
nella stessa popolazione in cui si è osservata, in concomitanza di picchi di inquinamento, una consistente diminuzione
della metilazione di particolari regioni
del genoma, si è anche osservato un aumento della frequenza di infarti e ictus.
Questo ci fa sospettare che i due fenomeni siano legati”. Ulteriori conferme stanno arrivando dallo studio sugli operai
dell’acciaieria. “Li abbiamo reclutati perché lavorano in ambienti in cui le polveri
sottili sono molto alte e sono soggetti a
un’esposizione intermittente che ci permette di analizzare gli effetti sul Dna a
fine turno, facendo confronti con i valori
registrati all’inizio del turno. Dai primi
risultati è emerso che i geni infiammatori
vengono riprogrammati completamente dalle polveri sottili. E questo tipo di
alterazione epigenetica predispone alla
trombosi”, avverte l’esperto. Questo filone di ricerca nasce da dati epidemiolgici:
“Abbiamo osservato che le polveri sottili,
un insieme di inquinanti aerei e solidi generati da processi di combustione (traffico ma anche da riscaldamento domestico e attività industriali), attivano in senso infiammatorio le cellule immunitarie
presenti nelle vie aeree, in particolare i
macrofagi alveolari - spiega Mannucci
- Queste cellule residenti nei bronchi e
nei polmoni, contaminate dalle polveri,
producono grandi quantità di 6 citochine, che innescano una generale reazione
infiammatoria, la quale può manifestarsi
sotto forma di asma o allergia respiratoria, ma può anche dare origine a un evento trombotico”.
La teoria degli scienziati italiani è che
questo fenomeno dipenda da un processo di riprogrammazione dei meccanismi
molecolari di tipo epigenetico. Questi
cambiamenti nella metilazione, riflettono gli specialisti, possono anche verificarsi spontaneamente, fisiologicamente,
con l’invecchiamento. “E’ come se vivere
esposti al traffico e allo smog ci facesse invecchiare prima”, commenta Baccarelli.
Ora l’obiettivo è capire se si tratta, come
sembra, di un fenomeno reversibile e se
esistono dei comportamenti ‘protettivi’.
In cantiere c’è un ambizioso progetto di
ricerca: “Vorremmo seguire per 10 anni
2-3 mila persone e capire come l’inquinamento modifica punto per punto l’intero genoma umano, analizzando la metilazione. I mezzi per farlo li abbiamo e ci
vorrebbero un paio d’anni per arrivare ai
risultati”, assicura Baccarelli. È già scattata la ricerca di finanziamenti. “Seguire le
persone per un lungo periodo di tempo
ci permetterebbe di scoprire se gli effetti
dello smog si accumulano o si dissolvono
quando viene rimossa la fonte di inquinamento. Non solo: vogliamo capire se
una dieta particolarmente salutare può
fare da scudo contro l’inquinamento
anche a livello epigenetico”, annuncia lo
scienziato.
Stesso discorso per l’attività fisica. “Gli
effetti dell’inquinamento atmosferico
non si fermano all’apparato respiratorio, ma coinvolgono molti altri distretti
dell’organismo, tra cui il sistema cardiocircolatorio - conclude Baccarelli
- tanto che uno studio da me guidato,
eseguito in Lombardia in collaborazione con il Centro trombosi del Policlinico e pubblicato su Archives of Internal
Medicine nel 2008, aveva dimostrato
che con un aumento di 10 microgrammi di Pm10 per metro cubo d’aria, si ha
un incremento del 70% del rischio di
trombosi”.
SINDACATO E SERVIZI
il parere legale
a cura del Dipartimento Nazionale (nella specie, per l’adesione ad uno sciopero
Contrattualistica FABI da parte della stragrande maggioranza del
Malattia in concomitanza
con un’azione di sciopero
IL LAVORATORE
DEV’ESSERE
PAGATO
La Suprema Corte ha ribadito che il diritto alla retribuzione non
viene meno per quei lavoratori il cui rapporto di lavoro sia già
sospeso per malattia ai sensi dell’art.2110 c.c
RISPOSTA
Sono un collega bancario iscritto recentemente alla FABI e vorrei porre il
seguente quesito: se sono in malattia durante uno sciopero che costringe la banca alla chiusura totale dello sportello, ho
diritto alla retribuzione?
(lettera firmata)
La domanda formulata dal collega trova risposta in una recente pronuncia della Corte
di Cassazione, Sezione lavoro, e precisamente nella sentenza n.13256 del 31 maggio 2010.
In tale sentenza la Somma Corte, infatti,
dissentendo espressamente da un orienta-
FAC SIMILE richiesta pareri legali
QUESITO
Spett.le
La Voce dei Bancari
Mensile di FABI – Federazione Autonoma
Bancari Italiani
Via Tevere n. 46 – 00198 Roma
Data ……………………..
Il/La
sig./sig.ra
.………………………………………, iscritto/a alla
FABI (tessera n° .…………), pone un quesito sul seguente argomento inerente al
proprio rapporto di lavoro:
……………………………………………………………
……………………………………………………………
……………………………………………………………
…………………................
Allega copia della normativa convenzionale di riferimento.
Firma del lavoratore
_____________________________
_____________________________
______________________
Informativa e richiesta di consenso a norma del d.lgs.
196 del 2003 (codice in materia di protezione dei dati
personali). I dati della presente scheda saranno oggetto di trattamento informatico e manuale da parte
della rivista “La Voce dei Bancari” per le seguenti
finalità:
a) analisi giuridico-legale; b) risposta al quesito; c) pubblicazione in forma anonima sulla rivista “La Voce dei Bancari” del quesito e della
risposta. Titolare del trattamento dei dati è la
rivista “La Voce dei Bancari” e responsabile è il
Direttore della rivista, Paolo Panerai.
Le chiediamo di prestare il consenso per il
trattamento dei dati anche sensibili contenuti
nella presente scheda e nell’allegato promemoria, per finalità editoriali relativamente alla
pubblicazione di quesiti e di risposte su “La
Voce dei Bancari”.
Firma del lavoratore
N.B. Si informano i lettori che la Redazione si
riserva di rispondere e di pubblicare solo i quesiti e le risposte di interesse generale.
mento giurisprudenziale portato a difesa dal
datore di lavoro (ai sensi dell’art. 1463 cod.
civ., il diritto alla retribuzione dei lavoratori
in malattia viene meno, quando la prestazione lavorativa della generalità dei dipendenti
dell’impresa non sia resa per causa non imputabile al datore di lavoro) ribadisce che
“nell’ipotesi in cui il datore di lavoro si trovi
nell’impossibilità di ricevere la prestazione
lavorativa per causa a lui non imputabile
Assenza alla visita di controllo
per “serio e fondato motivo”
LAVORATORE NON LICENZIABILE
La Cassazione ha respinto il ricorso di un’azienda contro la sentenza di
reintegra di una dipendente, afflitta da sindrome depressiva ansiosa,
a cui era subentrata una nuova patologia
L
a Sezione Lavoro della Corte
di Cassazione con la sentenza
21621 del 21 ottobre 2010
afferma, come più volte statuito, che la mancanza
del lavoratore alla visita fiscale è giustificata
qualora ricorra “un
serio e fondato motivo
che giustifichi l’allontanamento dal proprio
domicilio”.
Il caso preso in esame
dalla Suprema Corte
è relativo al ricorso di
un’azienda, che aveva
licenziato una propria
dipendente perché assente dal proprio domicilio in occasione
della visita fiscale e che
era stata vista al mare
per qualche ora, avverso la sentenza della
Corte d’Appello che, convalidando la
decisione dei giudici di primo grado,
aveva disposto la reintegra della dipendente.
personale dipendente e per la conseguente
inutilizzabilità del personale residuo non
scioperante) il diritto alla retribuzione non
viene meno per quei lavoratori il cui rapporto di lavoro sia già sospeso per malattia
ai sensi dell’art.2110 c.c. ,atteso che la speciale disciplina dettata per ragioni di carattere sociale dall’art. 2110 c.c., investe in via
esclusiva il rapporto tra il datore di lavoro e il
singolo lavoratore e, su di essa, non possono
pertanto incidere le ragioni che, nel medesimo periodo di sospensione del rapporto,
rendano impossibile la prestazione di altri
dipendenti in servizio, senza che peraltro
possa - in tal modo - configurarsi una violazione del principio di parità di trattamento,
posto che detto principio non può essere
validamente invocato al fine di eliminare un
regime differenziato, voluto a tutela di particolari condizioni già ritenute meritevoli di
un trattamento privilegiato”.
Tale interpretazione, peraltro, era già stata
fornita dalla sentenza n. 3691 del 1998,
sempre della Corte di Cassazione, nella
quale il Supremo Collegio addossava al
datore di lavoro, per ragioni di carattere
sociale, l’onere di adempiere la propria
obbligazione, nonostante l’impossibilità
temporanea di pretendere la controprestazione, quando si era in presenza di malattia
del lavoratore.
La Corte, respingendo il ricorso dell’azienda, concorda con le motivate e argomentate valutazioni dei Giudici di
merito, ritenendo “l’assenza giustificata
sia dalla natura della patologia (sindrome depressiva ansiosa), sia dalla necessità
sopravvenuta di rivolgersi al suo sanitario di fiducia, per l’insorgere improvviso - documentalmente provato - di un
evento morboso diverso da quello prima
diagnosticato” e sottolinea l’evidente
sproporzione tra la condotta della dipendente e il licenziamento disciplinare, che
costituisce l’estrema ratio. La Suprema
Corte, precisando che la società ricorrente ha trascurato la gravità dello stato
patologico a carico della dipendente e “le sue manifestazioni
di tipo emorragico, tutte richiedenti specifici trattamenti terapeutici anche urgenti”,
conclude che, una volta esclusa la sussistenza di condizioni
tali da “considerare gravemente inadempiente la condotta
complessiva del lavoratore che
si allontani dal luogo in cui questi deve trascorrere il periodo di
malattia”, la breve assenza della
dipendente “non assume rilevanza in sé e per sé, in mancanza di altri elementi che
ne evidenzino l’influenza
negativa sia sullo stato di salute, che sull’assetto funzionale
del rapporto di lavoro”.
25
SINDACATO E SERVIZI
fisco
L
a materia è un po’
ingarbugliata, ma per chi ha
una casa in condominio e ha
un impianto centralizzato per
il riscaldamento effettivamente c’è la
possibilità di avere un buon rimborso
economico.
Procediamo con ordine: una Direttiva
Comunitaria del 2003 ha definito le
modalità ed i limiti di tassazione dei
prodotti energetici e dell’elettricità in
base a tariffe determinate per scaglioni
di consumo. Questa disposizione
comunitaria è stata recepita nel
nostro ordinamento solo nel Decreto
Legislativo del 2.2.2007, n. 26, in
vigore dal 1 gennaio 2008, prevedendo
l’applicazione dell’aliquota Iva del 10
per cento per la “somministrazione di
gas metano usato per combustione per
usi civili limitatamente a 480 metri
cubi annui; somministrazione, tramite
reti di distribuzione, di gas di petrolio
liquefatti per usi domestici di cottura
cibi e per produzione di acqua calda,
gas di petroli liquefatti contenuti o
destinati ad essere immessi in bombole
da 10 a 20 kg in qualsiasi fase della
commercializzazione”.
In seguito a questo Decreto Legislativo,
dal 1 gennaio 2008, l’aliquota Iva
del 10 per cento trova applicazione
per l’erogazione di gas nel seguente
modo: i primi 480 mc di gas sono
fatturati in bolletta con aliquota del
10 per cento; il consumo eccedente
tale limite, e calcolato fino al 31
dicembre del medesimo anno, è
assoggettato ad aliquota del 20 per
cento. Tutte le operazioni diverse
dalla somministrazione di gas (come
ad esempio i servizi accessori) non
rientrano nella norma agevolativi e
sono, pertanto, assoggettate ad aliquota
Iva ordinaria del 20 per cento.
Ciò che non risultava chiaro era come
si dovesse calcolare il limite dei 480
mc, che usufruiscono dell’Iva al 10 per
cento, nei casi di condomini dotati di
impianti centralizzati e, cioè, se tale
limite doveva essere considerato per
l’intero condominio o per ogni singola
unità immobiliare facente parte del
condominio.
Si è dovuto attendere la Risoluzione
dell’Agenzia delle Entrate 15 ottobre
2010, n. 108 che, in risposta a numerose
cause intentate da privati cittadini,
ha finalmente fornito istruzioni in
merito alla corretta applicazione di tale
normativa, nei casi di fornitura di gas
metano per usi civili nei confronti di
condomini e cooperative di abitanti
di edifici dotati di impianti di tipo
centralizzato e collettivo, specificando
che,
ai
fini
dell’applicazione
dell’aliquota Iva del 10 per cento,
il limite di 480 mc è da intendersi
riferito a ciascuna unità immobiliare
del condominio o cooperativa,
riconoscendo conseguentemente il
beneficio a ciascun utente-condomino
26
Rimborso Iva sul Gas per usi domestici
IL METANO TI DÀ UNA MANO
L’Amministrazione finanziaria fornisce la
corretta interpretazione sull’Iva agevolata
per il Gas destinato alla cottura di cibi, al
riscaldamento e alla produzione d’acqua calda
di Leonardo Comucci – Esperto fiscale
nei limiti del proprio consumo non
superiore a 480 mc.
La conseguenza è che, laddove vi sia
un impianto centralizzato, il limite di
480 mc annui che permette di poter
usufruire dell’aliquota Iva agevolata al
Quadro economico
PERIODO
VARIAZIONE
PERCENTUALE
3° trim. 2010
+ 1,1
Prezzi al consumo
11/2010
+ 1,7
Prezzi alla produzione
12/2010
+ 1,9
Produzione industriale
11/2010
+4,1 (nero)
Vendite al dettaglio
11/2010
+1 (nero)
3° trim. 2010
- 0,8
Disoccupazione
11/2010
8,7
Disoccupazione giovanile
11/2010
29
Retribuzioni
12/2010
+ 1,7
Pil
Occupati
Chi avesse quesiti di carattere generale attinenti alla
materia fiscale, può inviarli al numero di FAX 06 233 222 788.
10 per cento, deve essere moltiplicato per
il numero delle unità immobiliari il cui
impianto di riscaldamento è allacciato
all’impianto centralizzato e non, come
era stato fatto fino ad ora dai gestori
dei contratti di somministrazione del
gas, considerando il limite di 480 mc a
condominio.
Onde evitare una duplicazione del
beneficio in capo agli utenti, l’Agenzia
delle Entrate, con successiva Risoluzione
del 22 ottobre 2010, n.112 ha
ulteriormente specificato che il limite
complessivo della quantità di gas metano
erogata con aliquota agevolata deve
essere calcolato al netto dei consumi
effettuati da quelle unità immobiliari
che, fruiscono contemporaneamente
dell’impianto condominiale centralizzato
e di un impianto autonomo, che utilizza
gas metano per usi civili, al quale risulta
già applicata l’aliquota Iva agevolata del
10 per cento.
L’Agenzia delle Entrate ha fornito
anche le istruzioni per le modalità di
richiesta di rimborso da parte degli
utenti per l’Iva finora corrisposta nella
misura del 20 per cento, laddove andava
correttamente applicata l’aliquota del
10 per cento a seguito dei chiarimenti
sopra esaminati.
Tale istanza di rimborso, per la
maggiore Iva corrisposta a decorrere dal
1 gennaio 2008, deve essere inoltrata
al gestore del servizio di erogazione
da parte del titolare del contratto di
fornitura che, per i condomini, risulta
essere, generalmente, l’amministratore
di condominio.
A sua volta il gestore avrà la possibilità
di recuperare l’Iva versata all’Erario in
misura eccedente il 10 per cento.
Ricordiamo, infine, che in questo
specifico caso, la relativa domanda
di restituzione, in mancanza di
disposizioni specifiche, non può
essere presentata dopo due anni dal
pagamento. Nel caso oggetto della
presente analisi, conseguentemente,
il termine biennale decorre dalla data
del versamento dell’Iva calcolata nella
misura del 20 per cento.
A questo punto non resta altro che,
per coloro che rientrano in questa
tipologia, segnalare la cosa al proprio
amministratore di condominio il più
velocemente possibile, in modo che
si attivi per il recupero dell’Iva versata
nella misura del 20 per cento laddove
andava applicata al 10 per cento.
Per facilitarvi ancora di più la cosa,
vi segnaliamo le principali fonti
normative sull’argomento:

D.Lgs 2.2.2007, n.26 art.2, co.5;

Circolare Ministeriale Agenzia
Entrate 17 gennaio 2008, n.2/E;

Risoluzione Ministeriale Agenzia
Entrate 15.10.2010, n.108 (che
contiene anche i riferimenti per la
richiesta di rimborso);

Risoluzione Ministeriale Agenzia
Entrate 22.10.2010, n.112.
non solo banca
hi tech
SONY sfoglia i
libri elettronici
(e ti insegna le lingue)
di Luca Riciputi, Consulente aziendale ed esperto Risorse umane
C
on tutti i protagonisti pronti
ormai a cavalcare la diffusione
dell’editoria elettronica, gli ebook si confermano già come
uno dei temi più caldi del prossimo anno.
La disponibilità di un ampio catalogo di
titoli è, infatti, fondamentale per il decollo di questo nuovo modo di acquistare
e leggere i libri, più delle caratteristiche
stesse dei dispositivi tramite cui è possibile fruire dei contenuti. Sul fronte dell’hardware si anima comunque la competizione tra i fautori di tablet pc sul modello
di iPad, dotati di un display lcd a colori
e caratteristiche adatte a fruire anche di
altri contenuti multimediali come video e
siti web, e i lettori di libri elettronici veri
e propri. Questi ultimi utilizzano per la
maggior parte display basati su tecnologia
e-ink, ossia inchiostro elettronico molto
più rilassante per la vista specie per i grandi divoratori di libri, capaci di completare
in una serata un intero romanzo. Questo
tipo di tecnologia, utilizzata da dispositivi come il nuovo Reader di Sony, utilizza,
infatti, un particolare tipo di inchiostro
che viene disposto sul display per formare
il testo nel giro di un secondo, rimanendo
poi perfettamente stabile fino a che non
si cambiano i contenuti dello schermo,
senza per di più bisogno di retroilluminazione.
In questo modo l’occhio umano ha lo
stesso comfort di lettura di un vero libro stampato, al prezzo però di doversi
accontentare di riprodurre testi e immagini in bianco e nero, o meglio in scala di
grigi, e di un tempo di circa un secondo
segnalibro
per cambiare il contenuto visualizzato
a schermo, rendendo questi dispositivi
inutilizzabili per la navigazione web, la
fruizione di contenuti multimediali e
le funzioni anche basilari tipiche di un
pc. Proprio queste considerazioni hanno portato Sony a non dotare i propri
modelli di Reader di una scheda Umts
o Wi-fi, obbligando così a collegare i dispositivi a un pc connesso a internet per
acquistare nuovi titoli da negozi elettronici come Feltrinelli, Ibs o Bol. Una volta
acquistati, i titoli vengono trasferiti nella
memoria interna da 2 Gb o nelle schede
in formato SD o MemoryStick installabili per ampliare la capienza da 1.200 libri circa a decine di migliaia di titoli. Una
scelta, quindi, differente da quella compiuta da Amazon con Kindle, il lettore
con display e-ink, ma connessione Umts
o Wi-fi che ha riscosso finora un discreto
successo specie negli Usa. Un punto di
forza del modello Reader Touch Edition
rispetto a Kindle è costituito, però, dallo
schermo da sei pollici sensibile al tocco
del dispositivo di Sony, che rende decisamente più intuitivo e piacevole sfogliare
letteralmente le pagine, oltre che inserire
appunti rispetto alla piccola tastiera fisica adottata da Amazon. Sony ha dotato,
inoltre, il Reader Touch Edition di un
sistema di riproduzione dei file musicali
per chi non vuole rinunciare alla musica
durante la lettura, oltre a un pennino per
non sporcare lo schermo mentre si sfoglia un libro elettronico, sgranocchiando
magari un aperitivo comodamente seduti. La tecnologia utilizzata ha, inoltre,
permesso di limitare il peso del Reader
touch, venduto a 249 euro, a 215 grammi e di estendere la durata tipica della
batteria a due settimane circa, inserendo, però, funzioni utili come quella che
permette di toccare due volte una parola
Farnesina
Sviluppata da Samsung in collaborazione
con Froggy, l’applicazione Farnesina –
Italiani Nel Mondo fornisce ai possessori
di uno smartphone o un tablet basato su
sistema operativo Android tutte le informazioni diramate dal ministero degli
Esteri per chi si deve recare all’estero.
La sezione Avvisi particolari fornisce in
tempo reale tutte le informazioni su si-
Mario PACIFICO - Massimiliano PACIFICO - Enrico PACIFICO
NUOVO REPERTORIO
di Giurisprudenza
del Lavoro
Giuffrè Editore, Milano 2010
Pagg. 1168, € 115,00
L
di Luca Riciputi, Consulente aziendale ed esperto Risorse umane
a nuova edizione di uno degli
strumenti più utili ai fini della
conoscenza ed approfondimento pratico della casistica e dei re-
lativi orientamenti della giustizia del lavoro
(con prevalente riferimento a Cassazione
e Consiglio di Stato, ma non mancano gli
esiti di contenziosi innanzi a tribunali e
TAR, laddove rilevanti) mantiene tutte le
favorevoli caratteristiche che lo hanno reso
noto e lo hanno fatto apprezzare da avvocati giuslavoristi, consulenti del lavoro, re-
qualsiasi in ogni punto di un libro per
vedere istantaneamente la traduzione in
una delle cinque lingue contenute nei
dieci dizionari integrati nella memoria
(tedesco, spagnolo, italiano, francese e
olandese, da e per l’inglese).
tuazioni critiche, difficoltà e pericoli segnalati dall’Unità di crisi del ministero, in
modo da poter pianificare e organizzare il
proprio viaggio con la massima tranquillità e sicurezza.
La sezione Schede Paese contiene, invece,
approfondimenti su ciascuno Stato, sulle
formalità di ingresso e di permanenza,
sulle rappresentanze dell’Italia e sulla situazione sanitaria e di sicurezza.
Farnesina – Italiani Nel Mondo, gratis
su Android Market
sponsabili uffici risorse umane, sindacalisti
responsabili dell’ufficio vertenze.
Si tratta di un vero e proprio dizionario
di ben 262 macro – voci (da Abruzzo a
Volontariato ) a loro volta declinate in sottovoci, che affrontano le varie tematiche
del diritto del lavoro sindacale e della previdenza sociale, dando conto degli orientamenti delle Corti chiamate a decidere
interpretando le norme coinvolte a, a loro
volta, impegnate a produrre “diritto” più
propriamente al livello della attività giurisdizionale.
L’opera, pregevole ed aggiornatissima,
è esaltata sul piano della pratica e quotidiana operatività attraverso la previsione
di molteplici indici ( per articoli di legge,
cronologico delle decisioni, delle voci e
dei rinvii ) e dalla indicazione di voci bibliografiche ed articoli – note pubblicate
su di riviste di settore.
27
non solo banca
INDOVINA CHI VIENE
ALLA CENA DEI
CRETINI?
PERSONAGGI
IN CERCA D’AUTORE
di Valerio Carangella
S
icuramente con un po’ di fantasia, il gioco combinatorio di
titoli di film potrebbe dar vita
a numerose altre soluzioni,
ripensando ai tanti scenari cinematografici che evoca La bellezza del somaro, terzo film di Castellitto alla regia
che ripropone sul grande schermo un
“racconto esteso” (come l’autrice stessa
lo ha definito), della moglie Margaret
Mazzantini, qui anche sceneggiatrice.
Nella storia del somaro, la giovanilistica
coppia Marina e Marcello, interpretati
da Laura Morante (come sempre brava,
intensa ma un po’ troppo nevrotica) e
lo stesso Castellitto, dovranno fare la
conoscenza del nuovo “ragazzo” della figlia Rosa, che a differenza del capolavoro Indovina chi viene a cena? (di Stanley
Kramer, 1967), non è uno stimato medico afroamericano, ma un “senex”, un
distinto e giovane settantenne. Questo
saggio e canuto signore (interpretato da
Jannacci), metterà a dura prova la tanto
ostentata apertura mentale dei due co-
avviso ai naviganti
niugi moderni, modaioli ed “eco-solidali”, professionisti affermati (psicologa
lei ed architetto lui) un po’ troppo sicuri dei loro elastici metodi educativi…
fino a quella fatidica scoperta. Sarà
proprio dall’arrivo di quest’ospite misterioso che si snoderà la trama portante dell’intero impianto narrativo, fatta
di gag paradossali e dialoghi surreali…
troppo spesso urlati e deliranti, più da
palcoscenico che da grande schermo,
tra commedia degli equivoci e teatro
dell’assurdo.
Dopo un lungo ed esagitato prologo (la
storia inizia con una crisi sentimentale
proprio tra Rosa ed il fidanzatino Luca
a casa del padre, Marcello, durante la
sua festa di compleanno), la tragicomica vicenda della famiglia Sinibaldi, si
svolge nell’arco di un intero fine settimana, tra le colline toscane nella loro
villa mascherata da casale di campagna. All’intero del salotto radical-chic,
tra un’abbuffata e l’altra, quasi come
ne La cena dei cretini, il vecchio e se-
rafico saggio scatenerà con un effetto
a catena i drammi personali di questo
coro scapestrato di ordinaria follia contemporanea: ex mogli arrabbiate dalla
nascita, uomini affermati nel lavoro
ma profondamente irrisolti nella vita, i
pazienti della psicologa in vacanza premio che bevono alcolici da un biberon
o paranoici ossessionati dal film Il settimo sigillo, la domestica dispotica. Tutti
personaggi in cerca di se stessi più che
di un autore, genitori ex-sessantottini
che tentano affannosamente di diventare amici “figaccioni” dei propri figli
e che pensano che basti fumare una
canna con loro per colmare le distanze,
ma che alla fine non gli resta altro che
l’amara scoperta di essere il fallimento
dei loro figli.
Un quadro surreale, affascinante nel
messaggio, sicuramente d’autore, ma
non perfettamente riuscito quello di
Castellitto, che dipinge questa realtà
in maniera pretenziosa e spesso abbozzata, infarcendola di pillole di cultura
(Checov, Nabokov, Bergman) che non
bastano a rendere bello questo ermetico
somaro.
La Bellezza Del Somaro
Italia, 2010.
Regia Sergio Castellitto.
Interpreti Sergio Castellitto, Laura
Morante, Enzo Jannacci, Marco
Giallini, Barbara Bobulova, Gianfelice
Imparato, Nina Torresi, Emanuela
Grimalda, Pietro Castellitto.
Sceneggiatura Margaret Mazzantini.
http://www.salute.gov.it
MINISTERO DELLA SALUTE
di Bruno Pastorelli
P
er una ricerca personale, mi
sono connesso con il sito del
Ministero della Salute: con mia
grande sorpresa mi sono trovato di fronte ad un sito istituzionale, di
facile consultazione e accessibilità.
Non solo ho trovato subito ciò che cercavo (una delle rare volte che mi succede),
ma sono stato molto stimolato a navigarci e vi ho trovato tutto e di più.
Chi accede alla home page, intuisce subito come entrare in tutte le aree del sito,
anche perché la pagina è ben strutturata.
Nel frame di sinistra salta immediatamente all’occhio l’organizzazione del
Ministero con in testa il nome del Ministro e al centro della pagina le notizie
28
(sempre aggiornate in tempo reale).
Nel frame di destra un elenco in ordine
alfabetico dei vari temi trattati, come ad
esempio: Assistenza sanitaria degli italiani all’estero e degli stranieri in Italia,
Salute e sicurezza sul lavoro ecc.
Se poi apriamo le pagine dei singoli temi,
possiamo consultare sia le normative sia
le circolari di riferimento, oltre che i link
ai vari organismi competenti nelle diverse materie.
Nella sezione “Obiettivi” ho appreso
che il sito era di nuova costruzione, in
quanto il Ministero è stato nuovamente
istituito con la legge 13 novembre 2009,
n. 172, entrata in vigore il 13 dicembre
2009; esso è organo centrale del Servizio
Sanitario Nazionale.
La Legge 317 del 2001 gli attribuisce “le
funzioni spettanti allo Stato in materia
di tutela della salute umana, di coordinamento del Sistema Sanitario Nazionale,
di sanità veterinaria, di tutela della salute
nei luoghi di lavoro, di igiene e sicurezza
degli alimenti”.
Ho appreso altresì che, “il ruolo dello Stato in materia di sanità si è andato
via via trasformando e, da una funzione
preminente di organizzatore e gestore di
servizi, è diventato garante dell’equità
nell’attuazione del diritto alla salute sancito dall’articolo 32 della Costituzione.”
Fatevi una ‘surfeggiata’ sulle onde del sito,
vedrete quante cose utili ci troverete.
non solo banca
Liberty e
R
oma è una città d’ineguagliabile bellezza, vero, e un crogiolo
di stili architettonici diversi.
L’appellativo di “città eterna”
non si riferisce solo alle sue origini antichissime, ma anche al fatto che sembra
senza fine il suo destino, che è storico, culturale, sociale ed artistico insieme.
Non manca, anzi è rigogliosa, anche l’architettura in stile liberty che, nei primi
anni del’900, si diffuse nella capitale: fiorì prevalentemente nei nuovi rioni e nei
quartieri fuori le mura per ospitare la nuova borghesia capitolina, anche se esempi
mirabili, come un’ala del Parlamento ed
il palazzo della Rinascente, si ergono nel
tempo stesso quartieri come il rione Prati,
il rioni Ludovisi e Sallustiano, i quartieri
Pinciano e Parioli, il Salario e Nomentano
e “dulcis in fundo” il meraviglioso quartiere Coppedè.
Tanto per citare alcuni esempi, meritano
approfondimento il Parlamento, ampliato dall’architetto palermitano Ernesto
Basile, esponente di primo piano della
stagione liberty italiana, che eseguì importanti interventi costruendo un nuovo
edificio alle spalle dell’originale, la Galleria Sciarra (rione Trevi), prima realizzazione in ferro-vetro-ghisa di Giulio De
Angelis, “il più inquieto, il più curioso,
il più coraggioso degli architetti romani
itinerari
ROMA MODERNISTA
Coppedè
di Enogastronauta
matura morte.
Il quartiere, che sorge tra la Salaria e la
Nomentana, praticamente inglobato nel
quartiere Trieste, in cui le case sorgono
tutte a raggiera rispetto alla curiosa Fontana delle Rane, ubicata in posizione baricentrica nella Piazza Mincio, fu completato da Paolo Emilio Andrè.
Il piano dell’opera comprendeva inizialmente la costruzione di 18 palazzi e 27
edifici tra palazzine e villini. Il 23 agosto
1917 la commissione edilizia fece una
richiesta a Coppedè di dare al quartiere un’impronta romana. Così Coppedè
utilizzò il tema della Roma antica come
le cornici e le modanature alla Roma im-
periale e un grande arco richiamante gli
archi di trionfo del Foro Romano. Nel
febbraio del 1918 fu approvato il progetto dei Palazzi degli Ambasciatori, con la
condizione di chiudere la via diagonale
(l’attuale via Dora) per farla diventare
una via privata. Nel 1920 venne rifiutata la costruzione dei Villini delle Fate in
via Rubicone. Per la realizzazione venne
usato il travertino (sempre in onore della
Roma imperiale), mentre gli interni sono
realizzati in: maiolica smaltata per le cucine, con parquet in legno per i soggiorni,
mosaici in stile pompeiano per i bagni.
L’arco che sormonta l’ingresso del palazzo situato al numero civico 2 della piazza
è una fedele riproduzione di una scenografia del film del 1914 Cabiria.
Per la sua particolare architettura il Quartiere Coppedè fu scelto dal regista Dario
Argento come sfondo per alcune scene
dei suoi film Inferno e L’uccello dalle piume di cristallo.
In una della villette del quartiere aveva la
sua casa romana il tenore Beniamino Gigli.
In via Tanaro, si trova l’ambasciata del
Sud Africa.
Gli interni di soggiorno erano divisi dalle zone di ambito privato quasi a formare dei «Quartieri di ricevimento» e dei
«Sacrari di vita privata». Nei Villini
delle Fate viene esaltata la Firenze con
una scritta «Fiorenza sei bella» e con
delle decorazioni fiorentine con Dante
e Petrarca. Invece, il lato di via Brenta è
dedicato a Venezia con un leone di San
Marco. Il Palazzo del ragno inneggia al
lavoro tramite la decorazione raffigurante
un cavaliere con law scritta «labor».
Merita di trascorrervi un week end.
DA NON PERDERE
Il grande lampadario in ferro battuto posto nell’arco d’ingresso del quartiere; i Villini delle Fate, i
Palazzi degli Ambasciatori, Palazzo del Ragno,
la Fontana delle rane, la Madonna con Bambino
(ingresso, lato via Tagliamento), i palazzi di via
Olona 2 e 7, quelli di via Ombrone 7, 8 e 11, infine,
il palazzo di via Brenta 26
cuore della città.
Lo stile, a prima vista, può apparire come
un netto contrasto rispetto ad impianti
architettonici dei secoli passati, ma quando lo si immagina inserito nel contesto
del prima decade secolo scorso, appare
sorprendente per l’armonia delle forme
e la bellezza delle minuziosi decorazioni
floreali. È rappresentativo di un’architettura che coniuga la produzione artistica
con quella industriale, nel senso che utilizza appieno le nuove tecnologie (ferro,
vetro e cemento) che avevano il sopravvento nell’epoca per realizzare opere moderniste.
L’itinerario liberty a Roma richiede un
bel po’ di tempo per una visita completa,
perché abbraccia il centro storico ed al
del periodo umbertino”, con dipinti del
Cellini, la Galleria Colonna, ora dedicata ad Alberto Sordi, per continuare negli
altri quartieri per visitare villini singolari
come quelli Cagiati, Rudinì, Ximenes e la
casina delle Civette, posta all’interno di
Villa Torlonia e ideata nel 1840 da Giuseppe Jappelli su commissione del principe Alessandro Torlonia. Un itinerario
a sé è la visita del quartiere Coppedè, tra
piazza Buenos Aires e via Tagliamento,
che in realtà non è altro che un complesso
di 26 palazzine e di 17 villini, progettato
dal grande Gino Coppedè (Firenze, 26
settembre 1866 – Roma, 20 settembre
1927) un architetto, scultore e decoratore
di celebrata fama, che tuttavia non riuscì
a portarlo a termine a causa della sua pre-
DOVE MANGIARE
TRATTORIA CADORNA
Via Raffaele Cadorna, 12 - 00187 Roma
06/4827061
MAESTRALE
Piazza Elio Callistio, 5 - 00199 Rome
06/86391914
VAL DI SANGRO
via Alessandria 22/24 - 06/44.24.98.48
AL CEPPO
via Panama 2 - 06/8551379
EZIO ALLE SCALETTE
Via Chiana, 89 / 91 - 06/8551109
DOVE DORMIRE
HOTEL EXECUTIVE (convenzionato FABI)
Via Aniene - 06/8552030
HOTEL GAMBRINUS
Via Piave - 06/4871250
HOTEL FIUME (convenzionato FABI)
Via Brescia, 5 - 06/8543000
29
non solo banca
altroturismo
Le collezioni del Louvre a Cortona
Gli Etruschi
dall’Arno
al Tevere
di Arturo
U
na straordinaria esposizione
di opere etrusche, provenienti
dal Louvre, è in programma a
Cortona, da marzo a luglio:
si tratta di quaranta oggetti, tra cui alcuni capolavori, appartenenti a una delle
collezioni d’arte etrusca più importanti d’Europa, ora esposti in Italia grazie
all’eccezionale collaborazione avviata con
il Louvre che, nei mesi scorsi, ha concluso
un accordo triennale con Cortona, antica
lucumonia etrusca.
La mostra propone un’accurata selezione
di reperti di grande fascino – anche opere
poco note al grande pubblico ed esposte
per la prima volta in Italia – per offrire
nuovi elementi di riflessione sulla società
etrusca in relazione alle diverse località
dell’area tra Arno e Tevere.
L’opera simbolo dell’evento e l’Arianna
da Falerii, pervenuta al Louvre nel 1863.
Capolavoro della scultura etrusca recuperato dall’oblio, è un grande busto di
Arianna in terracotta (III sec. a.C.), frammento di una statua monumentale che,
fino a una decina d’anni fa, era conservato, privo ancora d’identità, nei depositi
del Dipartimento delle Antichità greche,
etrusche e romane del museo francese.
Oggi, questa scultura femminile ornata di
gioielli e con foglie di vite sui capelli, che
era raffigurata nell’atto di scoprirsi il capo
dal velo, è considerata uno dei più significativi esempi di coroplastica etrusca di età
ellenistica.
La mostra si sviluppa secondo le aree di
provenienza dei materiali: da Fiesole a
Chiusi, da Orvieto a Bomarzo, da Perugia
a Falerii. Un percorso affascinante, che ci
porta anche a rievocare le singolari figure
di collezionisti, amatori e mercanti attraverso i quali sono transitate le opere etrusche pervenute al Louvre.
Un percorso che è soprattutto una sorta
di grande fotografia dell’Etruria interna,
attraverso vasi e statue in bronzo, urne e
monumenti sepolcrali, gioielli, preziose
terrecotte.
Opere famose, come la Testa da Fiesole –
un bronzo del III sec. a.C., acquistato dal
Louvre nel 1864, parte di una statua raffigurante un giovane aristocratico – e quattro importantissimi bronzi del Falterona:
statuette appartenenti a un eccezionale
deposito votivo rinvenuto nel 1838 e oggi
diviso tra i maggiori musei europei.
30
1 - Kantharos con testa di menade e testa
di satiro terracotta h. 17 cm Etruria, prod.
Chiusi seconda metà del IV secolo Parigi,
Musée du Louvre
2 - Pisside con un cavaliere e animali reali
e fantastici avorio h. 8,10 cm Etruria, prov.
Fonte Rotella (Chiusi) fine VII inizio VI sec. a.
C. Parigi, Musée du Louvre
Sarà possibile ammirare pezzi d’artigianato artistico, come la pisside in avorio
scoperta nella necropoli di Fonte Rotella
presso Chiusi, lavorata da un’unica porzione di zanna d’elefante, in stile orientaleggiante, con raffinate decorazioni d’animali ed elementi fitomorfi, e preziosi
pezzi d’oreficeria, comprati a Roma nel
1861 dagli emissari del Governo francese,
come gli orecchini in oro con pendenti ornati da motivi raffiguranti il carro del Sole
e la Vittoria.
Ancora, il mirabile Vaso conformato a testa
femminile, recipiente bronzeo (fine III –
inizio II sec. a. C.), forse prodotto da un
atelier orvietano, caratterizzato dalla bella
acconciatura e dall’iscrizione Suthina sulla fronte.
A rappresentare Chiusi, pezzi eccezionali: dal canopo antropomorfo (seconda metà
del VI sec. a.C.), a una bella urna cineraria
in terracotta; dalla collana con catena a fili
d’oro intrecciati e pendente raffigurante
una testa di Acheloo, a un gruppo funerario raffigurante un banchetto funebre
con il defunto semidisteso su una kline e
ai suoi piedi un demone femminile alato.
Dunque, Cortona – sede fin dal XVIII
secolo della prestigiosa Accademia Etrusca, apprezzata in tutta Europa e alla
quale aderirono anche grandi personalità
francesi come Voltaire e Montesquieu –
continua con questa eccezionale mostra
a confrontarsi con i maggiori musei internazionali e a sviluppare occasioni di studio e ricerca sul tema etrusco.
3 - Coppia di orecchini pendenti decorati
a motivi rappresentanti il Carro del Sole e
Vittorie oro e pasta di vetro 6,9 x 2,55 cm
Etruria, prov. Bolsena ultimo quarto del IV
primo quarto del III secolo Parigi, Musée du
Louvre
4 - Kouros bronzo h. 22 cm Etruria, prov.
Falterona - primo quarto del V secolo a.C
Parigi, Musée du Louvre
5 - Askòs a forma di anatra: figura di donna
alata terracotta h. 11,5 x l. 23 cm Etruria,
Chiusi – 320 av. J.C. ca. Parigi, Musée du
Louvre
6- Frammento di cippo funerario con scena
di prothésis pietra vulcanica 39 x 57 cm
Etruria, prov. Chiusi – inizio del V secolo
Parigi, Musée du Louvre
non solo banca
altroturismo
P
er quantità – oltre 290 lavori – e
soprattutto per la qualità delle
opere proposte, DREAMTIME
si configura come la più completa esposizione mai presentata in Italia
sull’arte aborigena australiana.
Ad ospitare questo evento davvero eccezionale, dall’11 febbraio al 26 giugno, sono
la Sardegna e il MAN di Nuoro, in un gioco di rimbalzi che mette a sistema siti archeologici e musei etnografici di una parte
dell’isola.
L’esposizione si avvale delle massime collaborazioni istituzionali da parte italiana e
australiana e ha come “garante di qualità”
il Koorie Heritage Trust, unico organismo
DREAMTIME
Lo stupore dell’arte aborigena
di Arturo
rigena contemporanea nel suo attuale stato
d’evoluzione e non restituisce una visione
statica degli stereotipi che spesso vengono
attribuiti a queste culture.
Malgrado la distanza fisica, la Sardegna
pare davvero il luogo più adatto a questa
spettacolare mostra. Come ben spiega la
direttrice del MAN: “È una sorta di infanzia della storia che avvicina il contempo-
raneo, il tempo presente alle nostre radici,
con una forte spinta alla scoperta, alla creazione, alla invenzione, al rispetto, al riconoscimento e infine al senso di appartenenza
ai luoghi che hanno plasmato e plasmano
la nostra visione del mondo.
La pittura delle prime civiltà è forse l’espressione artistica più affascinante per lo
spettatore di oggi. Oltre che sulla figura
umana, è infatti in grado di dirci qualcosa
sul suo rapporto con l’ambiente che la circonda e che la condiziona: i suoi simili, gli
animali, la natura. […]
La forza iconografica delle opere in mostra,
la simbologia primitiva e arcaica, determinano una serie di analogie con la cultura
sarda primigenia, archeologica, tradizionale e identitaria, creando un grande gioco
Gabriella Possum Nongurrayi:
Alan Joshua Jnr.:
Djambu Barra Barra:
Clifford Possum Tjapaltjarri:
Bush tucker dreaming, 1967
Healing Mimi, 2004
Four names for Kangaroo, 2003
Worm dreaming, 1996, cm. 183 x 122
Trevor Turbo Brown:
Sea Eagle, 2008
Luke Cummins:
Gecko dreaming, 2002
riconosciuto a livello internazionale per la
valorizzazione e lo studio delle culture aborigene.
La straordinaria mostra, secondo i curatori, è “la più numerosa collezione di lavori
aborigeni che abbia mai lasciato l’Australia, opere non rappresentative della solita
tradizionale area del Western Desert ma
di un territorio vastissimo, da Victoria fino
al Qeensland, provenienza che consente di
mostrare le profonde differenze fra tribù
che si riflettono sui loro manufatti”.
Non fosse che per questo, DREAMTIME
godrebbe del carattere di eccezionalità tra
le mostre dedicate alla cultura aborigena
al di fuori del continente australe. Ma ciò
che certamente più affascinerà il pubblico
italiano sarà l’originalità del linguaggio
espressivo, i colori ipnotici, gli archetipi
che hanno solcato immutati 40 mila anni,
dal Tempo del Sogno ad oggi.
La mostra include artisti di riconosciuta
fama come Clifford Possum, Jhon e Luke
Cummins, Trevor Turbo Brown, Craig
Charles e artisti emergenti, che si stanno
affermando nel panorama internazionale.
Questo accostamento presenta l’arte abo-
di rimandi e risonanze che dall’apparentemente altro come l’arte proveniente da un
continente agli antipodi (che però ha sempre avuto una condizione di insularità non
solo geografica) ci riporta alle evidenze e
ricchezze del territorio che noi abitiamo”.
La mostra è un progetto del MAN, Museo
d’Arte della Provincia di Nuoro, in collaborazione e con il patrocinio della Regione
Sardegna, il Ministero degli Affari Esteri
Italiano, l’Ambasciata Italiana a Canberra,
l’Ambasciata Australiana a Roma, l’Istituto Italiano di Cultura, il Consolato di Melbourne.
Billy Doolan:
Partners of life: Minya Guyu (Fish spawning),
2005
DREAMTIME.
Lo stupore dell’arte aborigena
MAN,_Museo d’Arte
Provincia di Nuoro, dall’11
febbraio al 26 giugno
Orario: 10 -13 / 15.30-19.30; lunedì
chiuso
Biglietti: l’ingresso al museo è gratuito
così come il servizio di visita guidata
dal martedì al sabato dalle 10 alle 13 e
dalle 15.30 alle 19.30
Info: tel. e fax: +39 0784 252110
Billy Doolan:
Takalaka, 2004
31
'è
C
è
'
C
HI
C
us
lyc
o
t
Au
di
I L
C A R T E L L O N E
ALBRECHT - GVAZAVA
Palermo, Politeama Garibaldi, il 19 e 20 febbraio
Hansjörg Albrecht – direttore
Eteri Gvazava – soprano
S. Prokofiev: Ouverture su temi ebraici op. 34
G. Mahler: Sinfonia n. 4 Versione da camera di E. Stein
MOSTRE D’ARTE ED EVENTI MUSEALI
VITTORIO EMANUELE II. IL RE GALANTUOMO
Torino, Palazzo Reale
Racconigi (CN), Castello di Racconigi
Fino al 13 marzo
LUDOVICO EINAUDI - THE SOLO CONCERT
Gorizia, Teatro Comunale G. Verdi, il 22 febbraio
MODIGLIANI SCULTORE
Rovereto (TN), MART
Fino al 27 marzo
MONET, CÉZANNE, RENOIR e altre storie di pittura in
Francia
San Marino, Palazzo Sums
Fino al 27 marzo
CARAVAGGIO E ALTRI PITTORI DEL SEICENTO
Rimini, Castel Sismondo
Fino al 27 marzo
IN VIAGGIO. Strade ferrate, itinerari, persone per unire
le Alpi
Sondrio, Galleria Credito Valtellinese
Dall’11 febbraio al 30 aprile
LOMBARD - JOHANSSON
Palermo, Politeama Garibaldi, il 25 e 26 febbraio
A. Lombard – direttore
E. Johansson – soprano
R. Strauss: Vier letzte Lieder per soprano e orchestra;
Frühling; September; Beim Schlafengehen; Im Abendrot
P. I. Cajkovskij: Sinfonia n. 6 in si minore op. 74 Patetica
PROVA APERTA - M. GEORGES PRÊTRE
Milano, Teatro alla Scala, il 27 febbraio
Filarmonica della Scala
Maestro Georges Prêtre – direttore
C. Franck: Sinfonia in re minore
ANTICHE MADONNE D’ABRUZZO
Trento, Castello del Buonconsiglio
Fino al 1° maggio
ARCIMBOLDO. ARTISTA MILANESE
Milano, Palazzo Reale
Dal 10 febbraio al 22 maggio
GIOVANNI ALLEVI - ALIEN TOUR 2011
Napoli, Teatro di San Carlo, il 28 febbraio
Viareggio (LU), Teatro Politeama, il 10 marzo
Ravenna, Pala De André, il 12 marzo
L’AFRICA DELLE MERAVIGLIE
Genova, Palazzo Ducale
Fino al 5 giugno
CARLA ACCARDI. Segno e trasparenza
Catania, Fondazione Puglisi Cosentino
Dal 6 febbraio al 12 giugno
MUSICA CLASSICA
GEOFFROY COUTEAU - Le Salon Romantique
Venezia, Palazzetto Bru Zane, il 9 febbraio
Geoffroy Couteau – pianoforte
Ch. Alkan: Trente Chants (Terza Suite op. 65); Scherzo
diabolico; Allegro barbaro
F. Chopin: Preludi op. 28
ROBERTO ABBADO
Torino, Teatro Regio, l’11 febbraio
R. Abbado – direttore
Orchestra del Teatro Regio
F.J. Haydn: Sinfonia n. 103 in mi bemolle maggiore Hob.
I (Rullo di timpani)
W. A. Mozart: Sinfonia n. 26 in mi bemolle maggiore K.
184
L. van Beethoven: Sinfonia n. 1 in do maggiore op. 21
CONCERTO SINFONICO
Bari, Teatro Petruzzelli, il 12 febbraio
Giovanna Fratta – direttore
W. A. Mozart: Sinfonia concertante per oboe, clarinetto,
fagotto, corno e orchestra; Sinfonia n.41 Jupiter
SALVATORE ACCARDO - CAMERATA DUCALE
Milano, Conservatorio – Sala Verdi, il 14 febbraio
S. Accardo – violino
Musiche di F. Mendelssohn e F. Schubert
CONCERTO SINFONICO
Bari, Teatro Petruzzelli, il 17 febbraio
A. Veronesi – direttore
F. J. Haydn: Ouverture L’isola disabitata; Concerto per
tromba e orchestra
L. van Beethoven: Sinfonia n.3 Eroica
MAHLER/AXELROD
Milano, Auditorium, dal 17 al 20 febbraio
John Axelrod – direttore
G. Mahler: Sinfonia n. 9 in Re maggiore
CHRISTIAN ARMING
Napoli, Teatro di San Carlo, il 19 e 20 febbraio
Ch. Arming – direttore
Orchestra Teatro di San Carlo
G. Mahler: Adagetto dalla Sinfonia n. 5; Sinfonia n. 4 in
sol magg. per soprano e orchestra
32
BERNSTEIN/GRAZIOLI 10-11
Milano, Auditorium, dal 24 al 27 febbraio
G. Grazioli - direttore
L. Williamson – soprano
D. Pershall – baritone
L. Bernstein: Wonderful Town
D I
febbraio
CENERENTOLA
Pavia, Teatro Fraschini, il 25 febbraio
Balletto di Roma
Coreografia e regia: F. Monteverde
BABAR
Napoli, Foyer San Carlo, il 27 febbraio
Scuola di Ballo del Teatro San Carlo
Coreografia: A. Razzi
Musiche: F. Poulenc
IL NASO
Reggio Emilia, Teatro Municipale Valli, il 1° e 2 marzo
V. Agronskij – direttore
Musiche: D. Sostakovič
Regia: B. Pokrovskij
TEATRO, CABARET, SPETTACOLI
SCONCERTO
Napoli, Teatro Mercadante, fino al 20 febbraio
Orchestra del Teatro di San Carlo
Regista: Toni Servillo - Con la partecipazione di Peppe
Servillo
TRADIMENTI
Torino, Teatro Gobetti, dall’8 al 13 febbraio
Brindisi, Teatro Verdi, il 18 e 19 febbraio
Autore: H. Pinter
Regista: A. Renzi
Interpreti: Nicoletta Braschi
OPERA, OPERETTA E BALLETTO
LA SIRENA
Roma, Teatro India - Sala A, dal 9 al 20 febbraio
Firenze, Teatro della Pergola, dal 1° al 6 marzo
Urbino, Teatro Sanzio, l’11 marzo
Da Lighea di G. T. di Lampedusa
Interpreti: L. Zingaretti
L’ELISIR D’AMORE
Roma, Teatro dell’Opera, dal 4 al 18 febbraio
B. Campanella - direttore
Libretto: F. Romani
Musiche: G. Donizetti
Orchestra e Coro del Teatro dell’Opera
IL MISTERO BUFFO DI DARIO FO
Cattolica (RN), Teatro della Regina, il 9 e 10 febbraio
Cremona, Fondazione Teatro Ponchielli, il 17 febbraio
Mirandola (MO), Teatro Nuovo, il 21 febbraio
Autore e interprete: P. Rossi
LA BELLA ADDORMENTATA
Napoli, Teatro di San Carlo, dal 9 al 15 febbraio
Coreografia: D. Walsh
Musiche: P. I. Čajkovskij
VOLLMOND
Milano, Teatro Giorgio Strehler (Piccolo Teatro), dal 10
al 13 febbraio
Coreografia e regia: Pina Bausch
LA VEDOVA ALLEGRA
Modena, Teatro Storchi, il 12 e 13 febbraio
Casalecchio di Reno (BO), Teatro Testoni, il 17 febbraio
Faenza (RA), Teatro Masini, il 20 febbraio
Bergamo, Teatro Donizetti, il 6 marzo
DON GIOVANNI
Roma, Teatro Vittoria, dal 13 al 17 febbraio
B. De Billy – direttore
Musiche: W. A. Mozart
Regia: C. Guth
IL TROVATORE
Lecce, Teatro Politeama Greco, da 16 al 22 febbraio
F. Zigante - direttore
Musiche: G. Verdi
Orchestra Sinfonica Tito Schipa
Coro Lirico di Lecce
SAMSON ET DALILA
Trieste, Teatro Lirico G. Verdi, dal 18 al 26 febbraio
Autore: F. Lemaire
Boris Brott – direttore
Regia: M. Znaniecki
In lingua originale con sopratitoli
LA PRINCIPESSA DELLA CZARDAS
Bergamo, Teatro Donizetti, il 20 febbraio
Autori: Leo Stein e Béla Jenbach
Musiche: E. Kálmán
Regia: S. Felisetti
LA GIOCONDA
Palermo, Teatro Massimo, dal 24 febbraio al 3 marzo
Autore: A. Ponchielli
MAI PIÙ SOLI
Mestre (VE), Teatro Toniolo, il 10 e 11 febbraio
Imola (BO), Teatro Ebe Stignani, dal 22 al 27 febbraio
Autore: S. Benni
Regia: C. Pezzoli
Interpreti: A. Finocchiaro, D. Trambusti
L’ORO DI NAPOLI
Ascoli Piceno, Teatro Ventidio Basso, il 12 e 13 febbraio
Crema (CR), Teatro S. Domenico, il 18 febbraio
Assisi (PG), Teatro Lyrick, il 25 febbraio
Regia: A. Pugliese
Interpreti: L. Ranieri, G. Imparato
I CASI SONO DUE
Jesi (AN), Teatro G.B.Pergolesi, il 13 febbraio
Portogruaro (VE), Teatro Comunale L. Russolo, il 22
febbraio
Trieste, Teatro O. Bobbio, dal 25 febbraio al 6 marzo
Autore: A. Curcio
Regia: C. Giuffré
Interpreti: C. Giuffré, A. Pagano
L’AVARO
La Spezia, Teatro Civico, il 17 febbraio
Venaria Reale (TO), Teatro della Concordia, il 21 febbraio
Cagliari, Teatro Massimo, dal 24 al 27 febbraio
Regia: Luigi De Filippo
SILVIO C’È? - CORNACCHIONE
Genova, Politeama, il 22 e 23 febbraio
Sarzana (SP), Teatro degli Impavidi, il 25 febbraio
URGE - ALESSANDRO BERGONZONI
Parma, Teatro Due – Spazio Grande, dal 23 al 26 febbraio
Schio (VI), Teatro Astra, il 4 marzo
Milano, Elfo Puccini Sala Shakespeare, dall’8 al 20
marzo
SMETTI DI PIANGERE PENELOPE!
Bari, Teatro Team, il 26 e 27 febbraio
Interpreti: T. D’Aquino, N. Romanoff, S. Sardo
IL BERRETTO A SONAGLI
Roma, Teatro Quirino, dal 2 al 13 marzo
Autore: L. Pirandello
Regista: G. Dipasquale
Interpreti: P. Caruso
MUSICA POP, ROCK & JAZZ
SKUNK ANANSIE
Assago (MI), Mediolanum Forum, il 12 febbraio – Unica
data italiana
FILIPPO GRAZIANI CANTA IVA GRAZIANI
Porto Sant’Elpidio (AP), Teatro delle Api, l’11 febbraio
POOH - DOVE COMINCIA IL SOLE TOUR
Bologna, Europauditorium, il 14 febbraio
Assisi (PG), Teatro Lyrick, il 15 febbraio
Trieste, Politeama Rossetti, il 17 e 18 febbraio
GIANLUCA GRIGNANI - ROMANTICO ROCK SHOW
Cremona, Teatro Ponchielli, il 16 febbraio
La Spezia, Teatro Civico, il 25 febbraio
Milano, Teatro Arcimboldi, dal 2 al 16 marzo
Roma, Auditorium Conciliazione, il 12 marzo
MORGAN
Senigallia (AN), Cineteatro La Fenice, il 19 febbraio
S. Margherita Ligure (GE), Teatro Centrale, il 24 febbraio
STEVE LUKATHER
Milano, Magazzini Generali, il 20 febbraio
DALLA-DE GREGORI
Trieste, Politeama Rossetti, il 21 febbraio
Milano, Teatro Arcimboldi, il 5 e 6 marzo
FRAN HEALY - TRAVIS
Milano, Tunnel Club, il 21 febbraio
Ravenna, Bronson, il 24 febbraio
WIRE
Trezzo sull’Adda (MI), Live Club, il 22 febbraio
KATY PERRY
Milano, Palasharp, il 23 febbraio
NIENTE PROGETTI PER IL FUTURO
Bari, Teatro Team, il 13 febbraio
Interpreti: G. Covatta e E. Iacchetti
EUGENIO FINARDI
Milano, Magazzini Generali, il 24 febbraio
Roma, Alphaeus, il 27 febbraio
UN ISPETTORE IN CASA BIRLING
Firenze, Teatro della Pergola dal 15 al 20 febbraio
Concorezzo (MI), Teatro S. Luigi, il 24 febbraio
Autore: J. B. Priestley
Regista: G. Sepe
Interpreti: C. Guarnieri, P. Ferrari, A. Giordana
MASSIMO RANIERI
Taranto, Palamazzola, il 27 febbraio
CHI HA PAURA MUORE OGNI GIORNO - I miei anni con
Falcone e Borsellino
Genova, Politeama, il 15 febbraio
Autore e interprete: G. Ayala
BEPPE GRILLO IS BACK
Bologna, Paladozza, il 16 febbraio
MOMIX REMIX
Parma, Palaraschi, dal 18 al 20 febbraio
Coreografia: Moses Pendleton
GOGOL BORDELLO
Roma, Atlantico Live, il 4 marzo
ELISA
Roma, Auditorium Conciliazione, il 4 e 5 marzo
Bologna, Teatro Manzoni, l’8 e 9 marzo
MY CHEMICAL ROMANCE
Milano, Palasharp, il 7 marzo
KYLIE MINOGUE
Assago (MI), Mediolanum Forum, l’8 marzo
TAYLOR SWIFT
Assago (MI), Mediolanum Forum, il 15 marzo
La Redazione declina ogni responsabilità per cambiamenti di programmi, date e luoghi degli eventi segnalati.
DiRiTTo aL FUTURo
BamBoccioni a chi?
w w w . g i o v e n t u . i t
Federazione
autonoma
B a n c a r i
i t a l i a n i
Non è propaganda
è informazione
trasparente.
Ora anche con le
news in scorrimento
continuo
www.fabi.it
Scarica

se non vedi la pubblicazione clicca qui e scarica il formato pdf