Rete delle scuole del IV e V Municipio
“Per una scuola che mira
alla centralità della Persona”
Il Gruppo di lavoro :
Annita Ciotti e Battistello Silvia (115°Angelo Mauri), M.Giovanna Pisani
e Paola Cimino (145°Anna Magnani), Francesca De Marino
(164°Chiovini),Antonella Palma e Marta Bernabè (I.C. Renoglio), Gioia
Quarta e Laura Cicu (I.C.Carlo Levi), Silvia Ippoliti (I.C.R.Fucini), Marina
Macchia ed Ester De Pietro (S.M.S. V.C.Perazzi), Francesca Daniela
Margutta e Maria Petrucci (I.C. V. Palombini), Maria Vaccaro (I.C. Casal
Bianco), Patrizia Ruggero (S.M.S. Fellini), M.Letizia Nespica e Marco
Giacobbe e Maria Saraceni (S.M.S. Di Liegro), Antonia Melchiorre e
Manuela Rosci (196°V.Perazzi).
Il gruppo
di lavoro
145°
Anna Magnani
115°
Angelo Mauri
164°Chiovini
Una rete di 12 scuole
I.C. Renoglio
I.C. Carlo Levi
I.C. R. Fucini
I.C.
Via Palombini
S.M.S. Di Liegro
I.C.
Casal Bianco
S.M.S.
Via Perazzi
S.M.S. Fellini
196° Via Perazzi
La nostra cornice di riferimento è stato l’ACCORDO di RETE
sottoscritto dalle scuole del IV e V Municipio:
ART.1 OBIETTIVI / FINALITA’
“Ricercare e favorire azioni comuni e
coordinate per diffondere e sviluppare
conoscenze e condivisione delle “buone
pratiche” condotte dalle singole scuole della
rete ed anche attraverso progetti di
collaborazione su specifiche tematiche ….”
Da dove siamo partiti?
La scuola è un sistema di relazioni umane dove la
centralità della persona (alunno-insegnantegenitore) deve essere non solo rispettata ma
valorizzata.
Cosa significa “ essere centrali in un sistema”?
Essere riconosciuti come persona che ha dei
bisogni e che porta dei valori e può avere
qualcosa da dire.
Non è così facile.
All’interno del sistema scuola la
centralità delle persone è
garantita dalla capacità dell’adultodocente di conoscere il proprio
scopo, pianificare il percorso e
scegliere le strategie
professionalmente più funzionali per
garantire una crescita complessiva
dell’alunno e del gruppo in cui è
inserito.
“COSA FACCIO CON UN
ALUNNO CHE NON
APPRENDE?”
piuttosto che rimanere dentro la ricerca del
“PERCHE’ QUESTO BAMBINO
NON APPRENDE”?
Cosa faccio con un alunno che non apprende
Le scelte organizzative
Punti di forza / Punti di fragilità
L’atteggiamento della
scuola:
•di attesa
•di delega
•ricerca del perché
•ricerca delle soluzioni
La scuola lavora:
•Sul disturbo
•Sull’autostima
•Sull’organizzazione
I bisogni
Il gruppo di ricerca
si racconta
• dell’alunno
• del docente
• della scuola
Metodologia di lavoro:
Impegno nei confronti della
scuola:
•Impegno corale ( chi siamo
e per conto di chi)
•Gestione dell’informazione
•Presupposti condivisi di
individuazione di filoni (cosa
vogliamo fare)
•Individuazione di criteri di
lavoro e procedure (come lo
vogliamo fare)
•Gestione della comunicazione
•Assenza di piani comuni
•Delega da parte degli ins.ti
•Si cerca il risultato in tempi brevi
•No alle classi aperte
•Mancanza di tempo
per la condivisione
(fase operativa e verifica)
•Manca lavoro sistematico
Tutto
quello
che ci
manca!
Difficoltà
di far circolare
la comunicazione
•Manca
l’aspetto organizzativo
•Difficoltà di raccordo
con i Servizi
•Solitudine nell’affrontare
le difficoltà
•Poca condivisione
delle esperienze tra i plessi
•Utenza difficile
•Mancanza di classi aperte
•Sentimento di solitudine
•Manca un vero lavoro
di gruppo condiviso
•Mancanza di una piena
collaborazione tra
sostegno e classe
•Mancanza di uno spazio
strutturato per pensare
ai bambini
•Difficoltà nella convivenza
•Mancano punti di contatto
anche tra docenti di sostegno
•Identità non forte
•Mancanza di omogeneità
tra i plessi
•Problema del tempo
•Ricambio di docenti
•Genitori aggressivi
•Difficoltà di lavoro
con la sc. Media
•Mancanza di stimoli
da parte della dirigenza
•Disagio
generalizzato dei ragazzi
•Ognuno cerca le sue soluzioni
•Difficoltà a comunicare
tra colleghi (rivalità)
•Faticoso cercare l’accordo
tra tutti
•Livello finale dei ragazzi
scadente
Mancanza di collegamento
tra le sedi
Mancanza di raccordo,
di un lavoro comune
•poca compresenza
Manca:
•La condivisione del lavoro
•Il tempo per la condivisione
E’ presente:
•Il raccordo tra le persone
•Il sentimento di
solitudine
•L’assenza di piani comuni
•Un lavoro sistematico
•La circolazione della comunicazione
•Uno spazio strutturato per pensare ai
bambini
•La delega degli altri
docenti
•Il disagio generalizzato
tra i ragazzi
•Livello finale scadente
•Un vero lavoro di gruppo condiviso
•L’aspetto organizzativo
Cosa si cerca (di solito):
•Il collegamento tra le sedi
•Un risultato positivo in
tempi brevi
•Le classi aperte
Abbiamo condiviso, tra le tante, due
convinzioni:
E’ fondamentale riconoscere che ogni scelta
pedagogica del docente produce un effetto sul
singolo e sul gruppo, anche nei colleghi.
Lavorare in rete è un mettere in comune senza
perdere la propria identità (e forse costruire
anche qualcosa di nuovo insieme)
Il dilemma: come poter conciliare i diversi bisogni degli alunni con le esigenze del
“programma” di scuola. Come scegliere gli obiettivi didattici, quali privilegiare?
Cooperazione tra bambini
alunni
Modello organizzativo della scuola
docenti
Latitante ?
Disinteressata ?
Stili educativi
Riconoscimento del
ruolo del docente
Ottimizzare gli incontri a
scuola
famiglia
Tempo scuola
Il dilemma
Il 90% parla il
docente
clima
Della scuola
Della classe
La diversità come valore
I diversi contesti
Lavoro sulla diversità
Mensa, gita, laboratorio,
aula..
Diversificare le regole
Ob.: entrare nell’ottica di vedere non solo le discipline ma le Persone!
Riflessione: sappiamo condurre e gestire i gruppi?
Noi tutti diversi
Gennaio 2006
A febbraio ci siamo chiariti l’obiettivo …
Osservare le pratiche che noi docenti
utilizziamo per rispondere ai bisogni
particolari di tutta la classe (del
singolo alunno- dell’alunno in
difficoltà?).
…e
abbiamo così ritenuto di dover spostare
l’attenzione su noi docenti !
Abbiamo condiviso quali sono, secondo noi, i
bisogni dell’alunno…
cosa serve a LUI/LEI?
Comunicazione
Individualizzazione
tempi diversificati
diversificazione delle regole
diversificazione delle proposte
didattiche
bisogni affettivi (sicurezza,
socializzazione, riconoscimento)
… abbiamo
deciso di costruire uno strumento
di registrazione che permettesse di:
1. elencare le pratiche/ strategie attese
2. registrare le pratiche/ strategie utilizzate
3. osservare come i docenti comunicano e
condividono le azioni in risposta ai bisogni
degli alunni
Capire cosa c’è che non funziona e cosa
possiamo imparare a gestire meglio.
Noi docenti.
Lo scopo:
1.
registrare come “funzionano” i gruppi di docenti
(team- consigli di classe)
2.
provocare un momento di riflessione nel teamconsiglio di classe che risponde
Il focus
1. quali azioni vengono effettuate dal teamconsiglio di classe sul gruppo classe
2. come si concordano le azioni all’interno del
gruppo dei docenti
La tempistica e le modalità di impiego:
lo strumento deve essere pronto entro la fine dell’anno
scolastico (maggio - giugno?)
lo strumento, corredato del protocollo di presentazione
verrà consegnato ai Dirigenti Scolastici referenti per la
rete
si ipotizza che la presentazione e somministrazione
possa avvenire a settembre, prima dell’inizio dell’anno
scolastico
la proposta verrà presentata in ogni Collegio dei Docenti,
in accordo con il Dirigente Scolastico, spiegando le
finalità e le modalità d’uso
Il nostro compito (per il questionario) :
andiamo ad indagare come un gruppo di docenti
(team e consigli di classe) percepisce e
descrive:






il proprio modo di relazionare
di comunicare
di prendere e condividere decisioni
di trovare soluzioni
di negoziare le proprie posizioni
di agire.
Scuole in rete del IV e V Municipio Gruppo di ricerca-azione “La centralità della persona”
Questionario
1. I membri del Consiglio di classe o del team, si confrontano e decidono delle linee
comuni per costruire un clima positivo della classe ?
 Sì, regolarmente durante le riunioni collegiali.
 Sì, ma non durante le riunioni collegiali.
 Sì, ma coinvolgendo solo i colleghi con i quali si hanno maggiori affinità.
 No, per la brevità delle riunioni.
 No, per divergenza.
 No, perché non si ritiene importante
Altro…………………………………………………………………………………………………………
………………………………………………………………………………………………………
2. Se si,come i membri del team/consiglio si confrontano per rendere il clima della classe
idoneo al raggiungimento degli obiettivi prefissati?
 Dopo che sono state realizzate osservazioni mirate
 Predisponendo dei percorsi utili alla positiva gestione del gruppo e delle singole individualità
 Attraverso il dialogo, senza utilizzare alcuna osservazione precedente
Altro…………………………………………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………………………..
Abbiamo forse pensato di aver esaurito
l’argomento?
Assolutamente no!
Sono tanti gli spunti nati dalla nostra
riflessione e aspettano solo di trovare
spazio per essere affrontati. Lasciamo alla
riflessione di tutti alcune idee.







La centralità dell’alunno può essere
rispettata riconoscendo:
il ritmo di sviluppo individuale
il bisogno di sentirsi sicuro
il bisogno di essere riconosciuto capace
(autostima)
il bisogno di sperimentare successo
il bisogno di socializzazione
il bisogno di conoscere attraverso il saper
fare



La centralità del docente, in quanto persona “implicata”
nella conduzione del processo
insegnamento/apprendimento, è riconosciuta nello
svolgimento di funzioni quali:
la capacità di costruire un rapporto proficuo con l’alunno
la capacità di individuare gli stili di apprendimento
dell’alunno
e di conseguenza






la capacità di utilizzare stili di insegnamento adeguati
la capacità di scegliere
la capacità di produrre cambiamenti negli atteggiamenti e
nei comportamenti degli alunni
la capacità di rispondere ai bisogni di sicurezza e autostima
dell’alunno
la capacità di formare e condurre un gruppo di alunni
la capacità di lavorare in team con i colleghi e/o altri
professionisti

La strada è stata tracciata: ora
abbiamo la possibilità di individuare
percorsi di formazione sul tema della
centralità della persona che possano
coinvolgere altri docenti oltre noi.
Può essere interessante per
qualcuno?
Grazie a tutti i gruppi
di docenti
che collaboreranno
rispondendo al questionario.
Il gruppo di ricerca-azione sulla “Centralità della persona”
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2"La centralità della persona"