III Quadrimestre 2011
Notiziario redatto in proprio e divulgato esclusivamente al personale “IN QUIESCENZA”
Lago di Como – Il campanile di Ossuccio protegge la quiete della chiesa di Santa Maria Maddalena
UNIONE PENSIONATI GRUPPO UNICREDIT
Gruppo Lombardia
Viale Liguria, 26 – 20143 Milano
Telefono 02 83112652/3 - Fax 02 83112659
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Da questo numero le foto di copertina illustreranno alcuni scorci della nostra regione.
Invitiamo i soci ad inviarci i loro scatti: tra questi sceglieremo le immagini più suggestive
sottotitolate con il nome del luogo e dell'autore.
Inviare le foto in digitale a: [email protected]
COMUNICAZIONI DEL GRUPPO
TEMPI DI RECESSIONE
Da quando, nel 2001, si è passati dalla lira all’euro, abbiamo scelto di unificare il contributo
associativo e abolire l’imbarazzante richiesta di differenziazione della quota di ognuno di noi, in
funzione del grado raggiunto nella vita lavorativa. Da allora non c’è stato nessun adeguamento della
quota sociale.
Oggi, per diversi fattori non dipendenti dalla nostra gestione, sono aumentati alcuni “costi fissi” e
quindi dovremmo conseguentemente adeguare il valore della quota.
In questo clima recessivo, ci giungono inoltre notizie non positive sul nostro Fondo, pertanto si
prospettano sempre più sacrifici da affrontare soprattutto per coloro che si collocano nella fascia
pensionistica più debole.
Alla luce di tutto ciò, il Gruppo Lombardia ha deciso, per il prossimo anno, di accollarsi i “maggiori
costi fissi” sopraggiunti, mantenendo la quota e i servizi offerti invariati in attesa per il futuro di
tempi migliori, in caso contrario si vedrà il da farsi.
Ci auguriamo che questo nostro sacrificio rivolto a tutelare i “più deboli” venga compensato
dalla generosità dei “meno deboli”.
La scelta fatta rientra nelle finalità statutarie della nostra Associazione, che non ho dubbi, sarà da
tutti Voi condivisa.
Gerlando Restivo
FELICITAZIONI A:
CAVAZZA SILVIO e
FAVA MILENA
50 anni di matrimonio - 27/10/11
MARCHESELLI OSVALDO e GAROSIO ROSA MARIA
60 anni di matrimonio – 1/12/2011
VALENTI IGINIO
e
POLI LAURA
60 anni di matrimonio – 11/08/2011
A LORO GLI AUGURI PIU’ CORDIALI DA TUTTA L’UNIONE PENSIONATI
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ASSISTENZA SANITARIA
BILANCIO DI UNI.C.A. RELATIVO ALL’ESERCIZIO 2010
Alla chiusura dei lavori di scrutinio del 28 luglio scorso dallo spoglio delle schede pervenute
per corrispondenza sono emersi i seguenti risultati relativi all’approvazione del Bilancio 2010:
Schede pensionati, esodati e dipendenti altre società:
- Aventi diritto:
11.487 (di cui 6.718 pensionati e 4.348 esodati)
- Schede pervenute:
2.385
- Percentuale:
20,76%
- Schede valide:
2.202
- Schede non valide:
183
per un:
TOTALE APPROVO
TOTALE NON APPROVO
TOTALE SCHEDE BIANCHE/ANNULLATE
2.126
74
2
Alla votazione ha partecipato il 22,43% dei pensionati (nr. 1.507) ed il 14,83% degli esodati
(nr. 645).
A chiusura dei lavori dello scrutinio telematico per i dipendenti erano stati raggiunti i seguenti
risultati:
VOTI ON LINE
- Aventi diritto:
- Voti pervenuti:
- Percentuale:
58.434
2.257
3,86%
per un:
TOTALE APPROVO
TOTALE NON APPROVO
VOTI NULLI/IN BIANCO
1.743
426
88
Sono stati così raggiunti i seguenti risultati complessivi:
- Totale aventi diritto:
- Totale voti pervenuti:
69.921
4.642
TOTALE APPROVO
TOTALE NON APPROVO
TOTALE VOTI NULLI
3.869
500
273
Alessandro Fossi
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SPAZIO APERTO
LUOGHI DI LOMBARDIA
(...) quel cielo di Lombardia, così bello quando è bello, così splendido, così in pace (...)
Manzoni così descriveva il suo cielo lombardo nel 17° capitolo dei Promessi sposi.
Quel cielo, il nostro cielo, sia azzurro o affollato di nubi tumultuose avvolge una regione
illanguidita da incantevoli laghi, vasti o minuscoli come gioielli incastonati nella dolcezza delle
campagne che si arrendono a nord alle asprezze dei monti, i quali in ogni stagione suscitano
un'attrazione potente e dolce insieme, difficilmente eludibile da coloro che nella Natura più estrema
trovano un nutrimento interiore.
Luoghi di Lombardia ai margini di notorietà storicamente acquisite, intatti come essenze di armonia
visiva, schivi. Luoghi in attesa, forse dimenticati, trascurati dalla recente acquisizione
comportamentale che si chiama fretta e non lascia spazio a esplorazioni oltre il già conosciuto, dalla
fretta nasce una superficialità indifferente ai segreti, alle sottili seduzioni di quiete, tradizioni,
antichi sapori, paesaggi la cui pacatezza priva di clamori turistici rilascia una confortante serenità
che scende in noi come un balsamo.
Serenità, lentezze e quiete: rifugi dell'anima che ancora si possono trovare nei luoghi di Lombardia,
appartati, lontani dagli eccessi, dalla velocità.
Luoghi in attesa di noi.
Questo lungo preambolo inneggiante la nostra regione, le cui attrattive subiscono non poche volte
una ingiustificata trascuratezza, vuole invitare i nostri soci lombardi a segnalarci le perle nascoste di
Lombardia. Saranno sufficienti poche righe, una foto, un appunto sull'evento locale, o quanto possa
esprimere le emozioni che hanno accompagnato la loro scoperta, durante una gita o un soggiorno;
luoghi a voi vicini fisicamente o spiritualmente, luoghi in cui siete nati o hanno ospitato parte della
vostra vita, o che sono stati complici di un amore, luoghi che proteggono, non senza difficoltà,
scuole di artigianato dimenticate, opere d'arte definite minori ma, proprio perché tali, capaci di
risvegliare in noi la gioia della scoperta, invasi da quel particolare benessere davanti al bello che
trascende da accademismi e discettazioni conclamate.
Paesaggi lontani dalle vanità che aspettano come un segno di affetto la nostra attenzione.
Luoghi in attesa. Non lasciamoli nell'oscurità dell'indifferenza, diamo loro la luce della conoscenza,
sottraendoli a un ingiustificato oblio.
Riscopriamo insieme la nostra Lombardia dove, sotto un cielo così bello quando è bello, così
splendido, così in pace, località altrettanto belle ci attendono.
Il nostro giornalino accoglierà le vostre scoperte o riscoperte, alcune delle quali non rimarranno
solo tra le pagine, le mete verranno valutate dalla nostra Sezione Turismo al fine di organizzare gite
collettive per poterle viverle “tucc insema”, uniti nel piacere di poter incontrare i soci dei luoghi di
Lombardia.
Isabella Cattaneo
Suggerimenti in proposito
La guida dei Giardini lombardi aperti al pubblico è distribuita nei centri di informazione turistica
di Como e provincia, oppure visitabile nel sito: www.grandigiardini.it
La guida dei Castelli e ville aperti in Lombardia è distribuita negli ex caselli daziari di Porta
Nuova, P.zza Principessa Clotilde, Milano, il sito: www.castellieville.it e www.castelliaperti.it
l'Istituto italiano dei Castelli e le sue iniziative si trovano su www.castit.it, sezione Lombardia,
email: [email protected].
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TURISMO
TOCCATA E FUGA NELLE CAPITALI SCANDINAVE
Durante il viaggio su cui mi accingo a scrivere le solite due righe, nell’arco di una sola settimana
abbiamo visitato tre delle città nordiche più importanti: Stoccolma, capitale della Svezia,
Copenhagen, capitale della Danimarca ed Oslo, capitale della Norvegia, tre città con caratteristiche
che le accomunano, senza però togliere a ciascuna un proprio profilo individuale.
Ad accomunarle troviamo innanzi tutto la forma di governo monarchico-costituzionale che pare ben
accettata dai cittadini, essendo gli attuali regnanti molto liberali, ben lontani da quelli tradizionali
dispotici talvolta fino alla tirannia. In secondo luogo ho notato in tutti e tre gli Stati una popolazione
molto giovane, bella e, almeno apparentemente, allegra. Quest’ultima impressione forse deriva dal
fatto che abbiamo visto gli Scandinavi nella loro stagione migliore, quando cioè, dopo mesi di
interminabili gelide notti, arriva la primavera e il tanto atteso sole. Inoltre, proprio durante i giorni
della nostra permanenza, le città erano particolarmente vivacizzate dai tanti pullman aperti su cui i
ragazzi giunti al termine delle scuole superiori festeggiavano la loro “maturità” cantando a
squarciagola sostenuti da fiumi di birra.
Iniziando da Stoccolma, il solo fatto che questa sorga su quattordici isole collegate da innumerevoli
ponti, dove il lago Malaren attraverso il suo emissario sfocia nel Mar Baltico, ne fa una città unica
nel suo genere. Noi con la guida ne abbiamo visitato solo il centro, Gamla Stan, un’isola che
conserva la sua anima medioevale, con un intricato dedalo di viuzze e piazzette in cui spesso
troneggiano statue imponenti (basti ricordare quella di S.Giorgio e il drago!). Il Parlamento, il
Municipio con la sua cupoletta dorata sormontata da tre corone, la Cattedrale con il bell’obelisco
nella Piazzetta antistante, il Palazzo reale, dove siamo giunti proprio nel momento in cui avveniva
il suggestivo cambio della guardia, sono solo i monumenti più importanti della città, ma tutti
avremo sempre negli occhi lo spettacolo indimenticabile dei tanti altri palazzi e dei tanti spazi verdi
visti durante il bellissimo tour sui canali.
E chi potrà mai dimenticare il Museo Vasa in cui è conservato il grande vascello reale affondato
durante il viaggio inaugurale e ricostruito con i pezzi originali quasi totalmente recuperati ?
Riflettendoci, questo Museo, oltre ad essere un’importante testimonianza storica, può essere visto
come un monito ai tanti deliri di onnipotenza che ancor oggi, come nel 600, ottenebrano la mente di
tanti uomini nei vari settori, sportivo- economico- politico. Sarebbe utile ripensare a questa nave,
sorta come invincibile, capace di incutere timore agli avversari più forti, che si è rivelato solo un
enorme giocattolo da guerra colato a picco alla sua prima navigazione!
Da Stoccolma siamo poi partiti alla volta della Danimarca, facendo alcune soste, tra l’altro molto
interessanti, che sono servite anche ad interrompere il viaggio piuttosto lungo: una prima ad
Uppsala dove abbiamo visitato l’imponente Cattedrale gotica, una seconda a Orebro , famosa per
la sua grande fortezza, ed una terza a Vadstena dove abbiamo visitato la deliziosa Abbazia di
S.Brigida, fino a giungere a Linkopin dove abbiamo pernottato.
Con un breve traghetto abbiamo quindi raggiunto Copenhaghen , una città in cui il fascino
dell’antico si mescola con una realtà decisamente moderna ed effervescente. Mi limiterò ad elencare
quello che particolarmente colpisce di questa città: la bella Piazza del Municipio, di fronte al quale
sorge la torre delle due donnine “meteo”, il Palazzo reale, residenza degli attuali regnanti, un
complesso di quattro palazzine disposte lungo il perimetro di una piazza ottagonale, il Palazzo
Rosemborg , sede della casa regnante fino ai primi anni del 1700, dove sono custoditi i gioielli
della corona, circondato da un immenso parco, alle cui spalle si trova lo splendido Giardino
botanico, la caratteristica zona hippy di Christiania, un’ex area militare occupata da abitanti
abusivi nel 1970, sempre a rischio di sgombero, e il folle Parco di divertimenti Tivoli. Impossibile
poi non spendere due righe a proposito dello straordinario rinnovamento architettonico
recentemente avvenuto nella zona portuale dove si fronteggiano il nuovo Teatro dell’Opera, con
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un grande foyer che si affaccia sull’acqua, lo squadrato edificio del Royal Danish Playhouse e la
Nuova Biblioteca reale, un enorme blocco di granito nero, proprio per questo detto “Diamante
nero”. Ci sarebbe tanto altro ancora da ricordare, ma non è questa la sede per farlo. Sicuramente io
di questa città ricorderò sempre in particolare, come elementi simbolici indimenticabili, il porto
turistico di Nyhavan, detto Porto Nuovo, un tempo luogo malfamato e pericoloso, oggi un tripudio
di colori e di allegria, e la dolcissima “Sirenetta”che dal 1909 emerge da queste gelide acque e che
purtroppo già due volte è stata oggetto di atti vandalici.
Dalla Danimarca abbiamo infine raggiunto la Norvegia via nave, godendoci una mini-crociera
durata poche ore ma molto gradevole. Oslo, una delle più piccole capitali europee, nota soprattutto
per i suoi caratteristici fiordi, considerata una delle più verdi e più vivibili città del mondo, ci ha
accolto con la pioggia, ma, offrendoci come prima visione il suo nuovo stupendo Teatro
dell’opera, ci ha talmente incantati da far sì che quasi non ce ne accorgessimo. Il tempo è
comunque ben presto migliorato e abbiamo potuto goderci pienamente la visita al Parco-Museo
Vigeland in cui questo scultore, con 212 statue di granito e di bronzo ha illustrato l’intero ciclo
della vita.
Dopo di che ognuno ha organizzato la sua giornata in base alle proprie preferenze; e veramente non
c’è stato che l’imbarazzo della scelta perché Oslo offre tantissime possibilità ai suoi visitatori! Solo
percorrendo la principale strada pedonale Karl Johan, si incontrano la bella Cattedrale, il Palazzo
sede del Parlamento norvegese in stile neo-romanico, il Grand hotel che ospita tutti i vincitori del
premio Nobel per la pace, unici ad essere qui designati, fino ad arrivare, al termine della via,
all’imponente Palazzo reale.
Io personalmente ho concluso il mia breve tour norvegese visitando i Musei che più mi
interessavano: il National Gallery dove è esposta una delle versioni del famoso “Urlo” di Munch, e
nell’ultima mattina, sulla penisola di Bygdoy, il Museo dei Vikinghi che ospita le tre grandi navi
ritrovate alla fine del XIX sec. dopo essere state sepolte più di 1000 anni prima, e quello del Kon
Tiki, in cui si può ammirare la famosa imbarcazione con la quale il norvegese Thor Hayerdhal ha
compiuto le sue straordinarie spedizioni, molto dispiaciuta per non essere riuscita, per mancanza di
tempo, a vedere anche il Museo Fram dove si trova la famosa nave di legno utilizzata per i loro
viaggi dai maggiori navigatori norvegesi fra cui Nansen e Amundsen.
A questo punto, il solito giudizio finale: viaggio interessantissimo, ottimi gli alberghi in cui
abbiamo alloggiato (stendendo un velo pietoso su quello di Linkopin dove però siamo rimasti una
sola notte), simpatico e spiritoso anche se tendenzialmente un po’ logorroico il nostro
accompagnatore Roberto, molto valida qualche guida, un po’ meno qualche altra. La conclusione
comunque è che siamo tornati tutti, almeno così mi sembra, pienamente soddisfatti del nostro
viaggio. Unica mia osservazione personale: avremmo dovuto avere a disposizione qualche altro
giorno, oppure rinunziare a qualche visita nei dintorni delle città principali! Ma, anche per noi
pensionati e quindi non più giovanissimi, la Scandinavia non è poi così lontana e irraggiungibile ed
è sempre pronta ad accoglierci per una seconda volta!
Mariangela Lombardini
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UNA VACANZA INDIMENTICABILE ALLE “SETTE PERLE DEL MEDITERRANEO”
Mi sembra giusto intitolare così questo articoletto sulla settimana recentemente trascorsa alle Isole
Eolie perché proprio con tale appellativo queste località sono proposte dai tour operators agli amanti
del mare desiderosi di trascorrere un periodo di vacanza in pieno relax con la possibilità di godersi
paesaggi unici al mondo.
Queste isole, che etimologicamente prendono nome da Eolo, Dio dei venti, costituiscono un piccolo
arcipelago di terre di origine vulcanica sparse a nord della costa sicula che, nel loro insieme,
formano una grande “ipsilon”.
Facilmente raggiungibili da varie località della terra ferma da cui distano poche miglia nautiche,
attualmente sono considerate fra le mete più “in” dell’estate, non tanto perchè molto frequentate dai
Vip, quanto per il loro straordinario fascino.
Qui infatti, dove il trasporto dall’una all’altra isola può avvenire solo via mare, si riesce a buttarsi
alle spalle ogni preoccupazione, come se la bianca scia lasciata dalla barca su cui avvengono i vari
spostamenti avesse quasi un potere ipnotico sul turista incantato di fronte ad una natura tanto bella.
Non a caso Massimo Troisi ha scelto Salina per girarvi le scene più belle del suo film “Il postino”,
evidentemente perché ne ha colto il sottile richiamo romantico, capace di attirare molto più delle
coltivazioni di Malvasia e di capperi sparse sul suo territorio.
Qui ogni isola ha un suo fascino particolare. Vulcano, la più vicina alla Sicilia, con manifestazioni
di vulcanismo tuttora visibili (le fumarole ed i bagni sulfurei) è una calamita irresistibile per i
visitatori; Stromboli si presenta come un enorme gigante nero che alla sera offre ai più fortunati
(purtroppo noi non siamo stati fra questi) uno spettacolo pirotecnico unico; Panarea, la più piccola,
riserva buone possibilità per chi ama la vita mondana e notturna; Alicudi e Filicudi, le più lontane,
sono anche le più antiche ed incontaminate e rappresentano un’oasi di tranquillità preziosa per chi è
particolarmente stressato; Lipari, infine, è l’isola più estesa e, ad eccezione di Salina, tutte le altre
fanno parte di questo comune.
Proprio qui noi siamo stati alloggiati durante tutta la vacanza in un bell’ albergo situato su un’altura
un po’ lontano dal centro, comunque facilmente raggiungibile, da cui si godeva un panorama
incantevole.
Lipari è senz’altro il cuore pulsante delle Eolie, soprattutto dal punto di vista turistico. Il paese si
estende ai piedi della magnifica rocca del castello e lungo le insenature di Marina Corta e Marina
Lunga ed è non solo bellissima paesaggisticamente ma anche storicamente assai interessante come
può ben testimoniare il ricco Museo Eolico che ha sede nel complesso del castello stesso.
Quest’isola veniva un tempo anche detta “la montagna bianca” perché ricca di cave di pomice, ora
abbandonate e in disuso, e proprio per l’abbondanza di questo materiale e dell’ossidiana, una
sostanza vetrosa di origine vulcanica con proprietà assai taglienti, è stata in passato un centro di
intensi traffici commerciali che, molto più delle coltivazioni agricole, hanno dato vitalità e
ricchezza alle Eolie.
Ci sarebbe tanto altro ancora da dire su questa vacanza, soffermandosi a parlare delle spaghettate in
barca, dei bagni in un mare incredibilmente pulito e trasparente, degli interminabili shopping a cui
nessuna signora ha saputo resistere! Si può semplicemente concludere dicendo che è stato un tour
perfetto, da cui siamo tornati tutti molto soddisfatti e ritemprati, grati al nostro accompagnatore che,
sempre efficiente ed attento alle nostre richieste, ci ha assisiti e sollevati da ogni preoccupazione
organizzativa. Mi sembra doveroso concludere con questa considerazione, che io condivido
pienamente, perché questa è stata la riflessione finale espressa da molti partecipanti al viaggio.
Mariangela Lombardini
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VIAGGIO IN NORMANDIA – 18/24 SETTEMBRE 2011
Il viaggio, individuale o collettivo, ovunque sia la meta, suscita riflessioni, reazioni
comportamentali, entusiasmi e, anche se non vorremmo mai viverne, inaspettate sofferenze
dell'anima che ci sorprendono come malesseri inconsci, risalgono dal cuore, specie se a evocarli
sono luoghi in cui si è consumato il più assurdo dramma dell'umanità: la guerra.
Il recente viaggio in Normandia organizzato dal nostro Gruppo ha suggerito tre diverse analisi, due
delle quali nate durante il viaggio menzionato, mentre la terza nasce da una mia precedente visita.
Nella prima, gli immancabili appunti di Mariangela Lombardini visualizzano il dipanarsi del
viaggio, personalizzato dalle valutazioni della viaggiatrice attenta; nella seconda, Silvano Casalini
focalizza il succedersi dell'evento storico e bellico più significativo della seconda guerra mondiale,
nella terza, infine, ho cercato di esprimere proprio quel malessere citato, quel peso greve sul cuore
che mi porta affollate, quanto confuse domande che reclamano a gran voce ragionevoli risposte che
mai verranno.
Luoghi in cui la Storia ha lasciato un'impronta pesante, perciò abbiamo voluto dedicargli il
necessario spazio in cui si è cercato di esprimere in tre modi differenti eventi e intime pulsioni,
consapevoli che mai l'aspro vento dell'Atlantico riuscirà a dissipare la consapevole presenza del
dolore.
i.c.
Gruppo partecipanti tour Normandia
Normandia, sinonimo del tragico D-DAY del 1944
Dal 18 al 24 Settembre l’Unione Pensionati ha organizzato un viaggio in Normandia. Io, che lo
scorso anno ho visitato la Bretagna, immaginavo che la prima fosse all’incirca una continuazione
della seconda, mentre in realtà, pur avendo molti aspetti che le accomunano, le due regioni sono
decisamente diverse.
La Bretagna è un territorio paesaggisticamente molto più ridente in cui i tragitti in pullman
avvengono quasi sempre su un litorale molto vario e ridente, spesso intervallati da soste: tanti fari,
lunghe spiagge sabbiose e reperti storici “tranquilli”e poco coinvolgenti.
La Normandia invece è una regione essenzialmente legata agli eventi bellici che la sconvolsero
radicalmente durante la seconda guerra mondiale: qui infatti il 6 Giugno 1944 avvenne lo sbarco
degli alleati, il famoso D-DAY, che vide Americani, Canadesi, Inglesi e soldati di tanti altri Paesi
sacrificarsi per liberare l’Europa dall’occupazione nazista. Il paesaggio, molto verde, con tanti
pascoli, in certi punti addirittura bucolico, pacato al punto da sembrare in certi tratti monotono,
sembra adeguarsi all’atmosfera luttuosa del dopoguerra che qui ristagna ancora e non si è ancora
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completamente dissolta. Tutto questo predispone il visitatore a riflessioni gravi e dolorose il che
rende in un certo senso l’esplorazione della Normandia più “impegnativa” di quella della Bretagna.
Dopo questa premessa, limitandomi a citare le località più suggestive ed interessanti visitate, vorrei
iniziare da Giverny, dove si trovano la bella casa rosa ed il ricchissimo giardino di Claude Monet,
da dove abbiamo proseguito per Rouen, dove fu eretto il rogo della “pulzella di Orleans” di cui
resta una testimonianza nell’aiola della Piazza del vecchio mercato e nella modernissima Chiesa
di Giovanna d’Arco costruita lì accanto. Da ricordare anche le altre belle Chiese: la storica
Cattedrale di Notre Dame con le due torri diverse di Saint Romain e del Burro, così detta in
quanto eretta con i proventi delle tasse imposte sul consumo del burro in Quaresima, allora
severamente vietato, Saint Ouen, un altro gioiello dell’architettura gotica con una navata centrale
altissima e Saint Maclou la cui bella facciata convessa è purtroppo rovinata dall’incuria al punto
che oltre che da pinnacoli e cuspidi la chiesa appare anche ornata di erbacce! Quello che, però,
ricorderò sempre in particolare di Rouen sono le oltre tremila case a graticcio, spesso in equilibrio
apparentemente instabile per la vetustà, ricche di un fascino indescrivibile.
A poca distanza da Rouen si trova poi Etretat, famosa per le sue “falesie” bianche a strapiombo sul
mare che racchiudono una lunga spiaggia di ciottoli levigati dalle maree, fenomeno molto evidente
anche in Normandia.
Dopo una sosta a Jumieges, dove si trovano i resti di un’antica Abbazia dell’ordine benedettino,
definiti “i più bei resti di Francia” siamo passati da Le Havre, sull’estuario della Senna,
soffermandoci brevemente sul lungomare e, attraversando il ponte di Normandia (m.2141) e siamo
arrivati a Honfleur, una cittadina risparmiata dai bombardamenti dove molte costruzioni sono in
legno, compresa la caratteristica Chiesa di S.Caterina. Da qui abbiamo iniziato a percorrere la
Cote des fleurs lungo la quale sono disseminati tanti paesini deliziosi, un tempo abitati solo da
pescatori, ora divenuti luoghi di villeggiatura, Trouville, Deauville, Villers sur mer, ed altri
ancora, fino a giungere a Cabourg. Nelle vicinanze si trova la località del Pegasus Bridge dove
avvenne il primo sbarco degli alleati (alianti e paracadutisti) e dove si trova un Museo-Memorial
che ospita numerosi reperti bellici, il più importante dei quali è comunque il ponte stesso ricostruito
esattamente come quello del 44, soltanto più largo.
Ci siamo poi diretti a Caen, capoluogo del Dipartimento di Calvados e della Bassa Normandia, una
cittadina che fu distrutta al 75%, di cui però fortunatamente si salvarono i monumenti più
importanti: l’Abbazia dei Benedettini detta degli Uomini con la Chiesa di Saint Etienne, il castello
e le mura. Trasferendoci il giorno successivo a Bayeux, abbiamo qui potuto ammirare due
capolavori che costituiscono le attrattive principali della città: la “Tela di Matilde” e la veramente
eccezionale Cattedrale. La prima è una finissima tela di lino lunga 70 metri ad alta 50 cm, su cui è
stata ricamata, probabilmente da monaci inglesi, la storia in sintesi (58 scene) della salita al trono
d’Inghilterra di Guglielmo il conquistatore. La finalità di questo antesignano gigante fumetto non
era tanto di dare informazioni storiche, quanto di dare un insegnamento morale: i traditori e gli
spergiuri vengono sempre puniti.
Ci siamo spostati poi sulla costa a nord di Bayeux dove avvenne il vero grande sbarco del D-DAY
lungo 80 Km. di spiagge variamente denominate in codice: Utah, Omaha, Gold, Juno e Sword.
Proprio qui si trovano le testimonianze più toccanti, soprattutto ad Arromanches les Bains, dove
venne montato in pochi giorni dopo lo sbarco un ponte artificiale precostruito in Inghilterra di cui
sono ancora visibili i resti trascinati sulla spiaggia dalle maree. Qui si trova anche un
interessantissimo Musèe du Debarquement dove si può anche assistere alla proiezioni di filmati di
un realismo impressionante. Non meno commovente è il cimitero americano di Coleville a
strapiombo sulla sottostante spiaggia di Omaha dove sono sepolti più di 9.000 soldati americani
ricordati da una distesa di croci bianche tutte uguali allineate su prati verdi. Ci siamo fermati anche
al Museo di Utah Beach e siamo arrivati infine a Sainte Mere Eglise dove sulla chiesa è appeso un
paracadute ed un manichino a ricordo della vicenda del soldato americano rimasto impigliato , dopo
il lancio, su una guglia. Dopo tante emozioni e dopo una sosta a Cap de la Hague dove si può
ammirare un imponente faro, si arriva a Coutance, per una visita alla bella Cattedrale e abbiamo
terminatosi termina la giornata a Bagnoles de l’Orne, dove abbiamo pernottato in un Hotel molto
raffinato in cui ci è stata offerta un’ottima cena. L’ultima tappa del viaggio è Chartres, dove si
trova la Cattedrale dichiarata dall’Unesco patrimonio dell’umanità. Purtroppo la frettolosità della
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visita ci ha reso difficile apprezzarne a pieno il valore, anche perché la Chiesa in fase di restauro
non si presenta al meglio.
Il giudizio sul tour è senz’altro positivo: buona la guida che già conoscevamo e molto attento
l’autista che si è premurato di farci sostituire il primo pullman assegnatoci veramente dissestato,
sempre disponibile il nostro accompagnatore e più che accettabile anche il tempo che ci ha
risparmiato le grandi piogge che normalmente si riversano sulla Normandia. Sopratutto ritengo che
le tante domande e riflessioni che, di fronte alle tragiche e toccanti testimonianze del D-DAY,
inevitabilmente ci si pongono, abbiano portato ad un momento di ripensamento interiore e ad una
presa di coscienza molto importanti per tutti.
Mariangela Lombardini
NORMANDIA - 6 GIUGNO 1944 - lo sbarco
Il Golfo di Normandia occupa la zona da QUINEVILLE a LE HAVRE ma le zone interessate dallo
sbarco furono da Crisbecq a Ouistreham:
UTHA e OMAHA - assegnate agli Americani
GOLD - assegnata agli Inglesi
JUNO - assegnata ai Canadesi
SWORD - assegnata agli Inglesi
Il Comandante Supremo delle forze alleate il Gen. Dwight David Eisenhower decide alle 4,15 di
lanciare l'attacco per l'alba del 6 giugno.
Il nome in codice dell' operazione: OVERLORD
Nella notte tra il 5 ed il 6 vengono lanciati i paracadutisti della 101° divisione aviotrasportata
Americana dietro le linee Tedesche nella zona di Sainte Mère Eglise. Quasi contemporaneamente la
6° divisione Britannica lancia i suoi alianti a nord est di Caen la missione è quella di impadronirsi
dei ponti di Ranville e di Bénouville sull' Orno e sul Canale di Caen l'attacco è condotto con
perfezione dagli uomini del Maggiore Howard. Gli Americani invece si trovano in difficoltà
essendo caduti tra le paludi del centro del dipartimento della Manica. I bombardamenti delle
artiglierie navali distruggono quasi completamente la maglia radar dei Tedeschi. I partigiani
disorganizzano le comunicazioni telefoniche tagliando i cavi di comunicazione.
Tuttavia alcune informazioni riescono a passare, ma sono insufficienti per convincere lo stato
maggiore tedesco che il giorno ' G' è arrivato. Inoltre, la sera del 5, dopo aver ascoltato la musica di
Wagner, Adolf Hitler dorme e non c'è ragione di svegliarlo !
Allo spuntare dell'alba, di fronte alle coste dei dipartimenti della Manica e del Calvados avanza
un'immensa armata di 7.000 navi di ogni tipo. A bordo portano più di 300.000 uomini, hanno
attraversato la Manica sul mare tempestoso e burrascoso pronti a sbarcare. Durante la loro
attraversata aerei e navi lanciano migliaia di tonnellate di bombe sugli obiettivi nemici. Quando
giungono sulle spiagge il tempo è plunbeo e piovoso ed i nomi dei luoghi che devono raggiungere
per loro sono in codice: Sword, Juno, Gold, Omaha, Utha.
Alle 6,30 radio Berlino annuncia lo sbarco ed il 'New York Time' titola l'edizione del mattino 'Gli
Alleati sono sbarcati in Francia'. La grande invasione è incominciata. Il Generale De Gaulle parla
alla BBC nel pomeriggio. Verso le 10 del mattino Hitler viene a conoscenza del fatto che lo sbarco
si svolge sulle coste normanne . Non sembra affatto sorpreso ma considera che si tratti solo di una
diversione e che un attacco più potente si produrrà nella zona di Calais. Per questo accetta di
spostare solo due unità blindate verso l'ovest, la 'Panzer Lehr' e la '12° SS Panzerdivision
Hitlerjugend'.
Il resto è storia.
Oggi queste spiagge sono luogo di memoria in cui, colui che passa, è invitato a ricordarsi delle
migliaia di uomini che sono venuti e morti per la libertà.
Silvano Casalini
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Ste Mére eglise – Il fantoccio agganciato alla torretta della chiesa ricorda lo sfortunato atterraggio del paracadutista statunitense
VINCITORI E VINTI
La pagina di Storia qui sopra riportata, nella sua sintetizzazione, evoca prepotentemente , come un
fragore mai sopito, tutta la drammaticità di quegli eventi che in pochi giorni portarono alla morte
migliaia di giovani combattenti.
Ottomila giovani che la Storia vuole differenziare in vincitori e vinti.
Già dai primi anni '50 le lunghe spiagge ( la cui esigua profondità fu causa determinante del
massacro delle forze alleate via mare), furono meta di pellegrinaggi che, di proposito, non voglio
definire turistici, come invece si legge in alcuni opuscoli del luogo.
Dalle dune, lasciando correre lo sguardo lungo le rive, risulta impossibile distogliere la mente
concentrata sugli eventi di quei giorni; impossibile non evocare corpi straziati, ammucchiati in una
scomposta e atroce allegoria dell'inutilità di tutte le guerre.
Alle spalle di Omaha beach , a Colleville sur mer, situato poco oltre le dune, a ridosso del mare, si
trova il cimitero e il Memoriale dei caduti statunitensi. Solennità, dimensioni imponenti, un museo
del ricordo ove vengono ininterrottamente proiettati filmati dello sbarco in un percorso di contenuto
trionfalismo, accorta scelta del luogo “panoramico” in cui il silenzio viene appena scalfito dalle
fruscianti mareggiate, tutto ciò lo identifica come sepoltura dei vincitori.
Poco oltre, a La Cambe, lungo la battuta statale n.13, il più vasto dei cimiteri tedeschi è defilato,
essenziale, sobrio, qui il silenzio non viene scalfito dal respiro delle mareggiate, ma schiaffeggiato
dal fruscio costante del traffico stradale; se la visita è successiva a quella del cimitero dei vincitori,
verrebbe spontaneo pensare che ai vinti non è neppure concesso di riposare in pace.
La scelta dei luoghi è casuale ? La magniloquenza scenografica e celebrativa del primo non viene
certamente colta da chi giace sotto quei cippi bianchi come l'innocenza, ma neppure la sobrietà
asciutta del secondo, dove il rumore della strada ne riduce la sacralità, potrà infastidire il riposo dei
vinti. Ciononostante la diversità dei due luoghi mi disturba, un pensiero greve come un malessere si
rifiuta di identificare come vincitori e vinti migliaia di giovani trucidati dalla follia di pochi e la cui
morte ora è celebrata e perfino onorata in collocazioni che la mia sensitività vede dissimili; una
sensitività forse eccessiva che vuol vedere un cimitero “sottotono” rispetto ad un altro, cercando di
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isolare quel qualcosa in più dell'uno che ne sottolinea la mancanza nell'altro. Percezioni sfilacciate
che incupiscono ancor più la consapevolezza dell'insensatezza dei conflitti.
In questi giorni il cimitero dei vincitori è onorato da un costante pellegrinaggio che a tratti diventa
quasi folla accompagnata da brusio e distrazioni fotografiche, poco lontano, tra le lapidi dei vinti si
raccolgono esigui gruppi silenziosi e raccolti. Forse è la casualità del momento, o forse il differente
temperamento dei due popoli affiora con maggiore evidenza in queste circostanze, ma, tra i due
diversi atteggiamenti di raccoglimento non posso fare a meno di cogliere nel primo il
compiacimento patriottico, la consapevolezza di essere di quei martiri giovinetti gli eredi; nonni,
padri di cui andare fieri. Sono stati i liberatori, gli eroi dello sbarco, Patria e Francia riconoscenti li
hanno privilegiati della visuale ininterrotta e scenografica di quell'oceano che li vide trionfatori, un
indiscutibile privilegio inscindibile dalla gloria.
E' ancora uno strisciante malessere che nuovamente mi riporta a quei primi giorni di giugno del '44;
pioggia, esplosioni, un'umanità confusa che corre e si contorce, ordini urlati tra le grida dei feriti,
gemiti, paura, odore di guerra e di morte; la signora della lunga falce in quei giorni d'orrore ha
mietuto un abbondante raccolto, giovane e vitale, la sua lama imparziale non distingue vincitori e
vinti, neppure io vorrei diversificarli in questa visuale, ma la Storia esige la resa dei conti, la
certezza dei risultati, c'è chi perde e chi vince, nelle sue pagine non trovano spazio malesseri e
sentimentalismi, sono pagine scritte da chi è caduto affinché i vivi possano sapere, sono pagine che
finora non hanno saputo o voluto evitare altri orrori.
Il pomeriggio si spegne sulle lunghe spiagge dello sbarco, uno scroscio di pioggia allontana
frettolosamente gli ultimi visitatori, la solitudine unisce finalmente i due cimiteri come una
benedizione; né vincitori, né vinti. La Storia taccia dinnanzi alla morte.
Isabella Cattaneo
Colleville sur mer – Il cimitero americano sovrasta l’oceano che li vide vincitori
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La Cambe - Cimitero tedesco. Alla sommità di un terrapieno spoglio una croce rende onore ai vinti.
DALLE SEZIONI DEL CIRCOLO UNICREDIT MILANO
VENT’ANNI
Vent’anni sono trascorsi da quando, entrando nella sala lunga e stretta, il seminterrato un po’
bohémien della Sezione Pittura in via Amedei, mi sono affacciata sul mondo dell’arte: mi aspettavo
di mischiare colori sulla tavolozza, di applicarli sulla tela con la spatola, di inventare lì per lì,
seguendo l’intuizione, l’idea, il sentimento… volevo fuggire al mio segno pulito, a quel “tutto a
posto” che sapevo essere mio e di cui volevo disfarmi, quasi cercando una sorta di libertà…
Niente di tutto questo: a svelare a poco a poco il mistero della Pittura è stato Nicola Vitale oggi,
anche lui come me, da vent’anni Maestro del Corso.
In questo giorno di prima d’estate, un’estate davvero non ancora arrivata, con il cielo gravido di
pioggia e un vento che par d’essere in riva al mare, ritorno con il pensiero al clima di amicizia e di
collaborazione che si era subito creato con le persone che già da tempo frequentavano la Sezione e
ai numerosi allievi che negli anni hanno frequentato il corso di Pittura: Giancarla, la persona che mi
ha accolto, poi Claudia, Liliana, Letizia, Michela, Jole, Mauro, Umberto…di molti ricordo il viso e
il nome, di altri solo il nome, altri ancora sono presenti nella mia mente per un lavoro ben fatto, per
un bel quadro, per un dipingere o un carattere particolari.
Gli spostamenti di sede, la stanchezza dei nostri giorni sempre più convulsi, il lavoro che a volte
impedisce di ritagliarci anche un piccolo spazio tutto per noi, hanno costretto alcuni a lasciare il
Corso, sostituiti da volti nuovi che con il loro desiderio di imparare e il loro entusiasmo hanno ogni
volta portato una ventata di freschezza alle nostre lezioni di pittura.
Alcuni lasciando il corso, sono rimasti affezionati alla Sezione: frequentano le nostre mostre, ci
vengono a trovare quando passano al Circolo, li incontro in occasione di visite a musei e insieme
ricordiamo le persone conosciute, le esperienze pittoriche, i momenti delle mostre per noi
importanti. Sono da anni soci della Sezione e continuano ad esserlo, mostrando con il loro piccolo
gesto un senso di appartenenza che sempre mi commuove e tempera un poco la delusione dei molti
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altri che, dopo anni di frequenza, lasciando il Corso di pittura non si sono più fatti vedere né
sentire…
Ricordo con nostalgia i nostri incontri del giovedì mattina in via Amedei, quando pieni di
entusiasmo ci trovavamo per “andare avanti con il lavoro”, per cercare di capire qualcosa che non
avevamo ben compreso durante la lezione, per cercare di mettere in pratica ciò che avevamo
imparato: tra momenti di lavoro sulla tela, qualche chiacchiera, una risata, si sono costruite amicizie
che durano ancora.
In autunno ci saranno le elezioni nelle sezioni… forse qualcosa cambierà per la Sezione Pittura…
Sono stati anni belli e ricchi di esperienze per me nuove in un mondo completamente diverso dal
mondo dell’insegnamento che avevo da poco lasciato e desidero ringraziare chi in questo tempo mi
ha seguito, aiutato nella conduzione della Sezione.
Sono moltissime persone con le quali si sono intessuti sereni rapporti di collaborazione e anche di
sincera amicizia; con i colleghi della Sezione Fotografica abbiamo diviso, alternandoci, lo spazio
delle mostre; con le “bibliotecarie” discutiamo di letteratura, degli ultimi romanzi, condividendo
appassionate esaltazioni o affossando senza pietà l’ultimo best seller; un particolare grazie va a
Forneris che ha insegnato il gioco del ping pong a mio figlio allora ragazzino.
Vari Presidenti del Circolo si sono avvicendati in questo lungo periodo: Lando Nobili per primo ha
accettato che mi occupassi della Sezione, incoraggiandomi , accontentando le mie richieste di uno
spazio per le mostre e permettendomi di organizzare alcune personali nella bella Sala delle Colonne
di via Amedei, poi Riccardo Paganelli, Franca Liva e ora Cesare Somenzi. Ringrazio tutti per
avermi sempre sostenuto, accontentato nelle necessità della Sezione, apprezzando le scelte degli
artisti da proporre in mostra.
Un particolare grazie va a Cesare Somenzi per aver compreso quanto tempo, impegno e fatica ho
dedicato alla Sezione.
Non dimentico certo la Segreteria del Circolo, Milena che spesso ho tormentato per i conti, Vittorio
che mi ha dato buoni consigli, Paola e Sibilla sempre disponibili e sorridenti, Roberto Parabiaghi
con cui abbiamo fatto una mostra in via Prati, Giancarlo Bossi, da poco conosciuto, sempre gentile
e premuroso e coloro che in questi anni hanno lavorato e lavorano al Circolo: tutti sono stati di aiuto
e li ringrazio.
Ringrazio gli allievi del Corso di Pittura che in questi anni si sono avvicendati ai cavalletti: da tutti
ho imparato qualcosa, ho tenuto conto di ogni suggerimento cercando sempre di far bene il mio
lavoro alla Sezione.
Ringrazio il Maestro Nicola Vitale: ogni anno ci ha proposto nuovi lavori, spesso impegnativi,
perché potessimo impadronirci dei vari linguaggi pittorici, ci ha insegnato a guardare con occhi
nuovi i capolavori del passato e affiancandoci nel lavoro ci ha guidato nella scelta dei colori, delle
composizioni, senza mai imporci uno stile ma aiutandoci a tener presente sempre i valori della
pittura. Per alcuni di noi la pittura è così diventata una vera disciplina, ricerca di verità.
Ultimo, ma non meno importante, un grazie va a mio marito che per primo vent’anni fa mi ha
incoraggiato a frequentare il Corso di Pittura, ha condiviso il mio impegno per la Sezione, mi ha
sostenuto nei momenti di scoraggiamento e… ha sempre cenato da solo al mercoledì: non avrei
potuto farlo se non fosse stato così generoso.
Grazie anche ad Isabella se vorrà pubblicare questo mio scritto!
Alda Bossi
Grazie a te, cara Alda, sono certa che al mio ringraziamento si uniranno molti altri che, come me,
sono stati contagiati dal tuo entusiasmo per la creatività, quel magico impulso che dona vita
all'arte, e aiuta coloro che ad essa si accostano a ritrovare in sé una gioia speciale, illuminante.
Ecco, i tuoi vent'anni dedicati alla Sezione hanno fatto scoprire a molti di noi che un'opera può
renderci felici. Grazie Alda!.
I.
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INIZIATIVE TURISTICHE 2012
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Settimana bianca ad Andalo
Ovada Forte di Gavi
Biella Santuario di Oropa
Cogne Giardino Botanico cascate di Librez
Spagna (Galizia – Asturie – Terre Basche)
Cure Termali a Ischia
Legaite (Foligno-Bevagna-Montefalco)
Festa di primavera
Capitali baltiche Helsinki-Tallin-Riga-Vilnius
(Finlandia - Estonia - Lettonia – Lituania)
Tour delle Isole Cicladi (Grecia)
+ eventuale soggiorno
Budapest e dintorni (Ungheria)
Varese e Villa Panza
Festa d’autunno
Mercatini di Natale
Fine anno in Basilicata
30 gennaio / 6 febbraio
15 marzo
(giovedi)
4 aprile
(mercoledì)
3 maggio
(giovedì)
2 -8 maggio
13 - 27 maggio
22 - 24 maggio
29 e 31 maggio
6 – 12 giugno
(8 gg)
(1 gg)
(1 gg)
(1 gg)
(7 gg)
(15 gg)
(3 gg)
25 - 30 giugno
01 - 07 luglio
18 - 22 settembre
27 settembre (giovedì)
23 ottobre
(martedì)
3 - 5 dicembre
29 dicembre / 2 gennaio
(6 gg)
(7gg)
(5 gg)
(1 gg)
(1 gg)
(3 gg)
(5 gg)
(7 gg)
LE DATE INDICATE IN QUESTO PROGRAMMA POTREBBERO ESSERE MODIFICATE AL MOMENTO DELLA EFFETTIVA
ORGANIZZAZIONE DELL’INIZIATIVA TURISTICA; NEL CORSO DELL’ANNO NE POTREBBERO ESSERE INSERITE ALTRE, SI
CONSIGLIA DI INFORMARSI PRESSO LA SEGRETERIA.
FESTA DI NATALE
Informiamo che quest’anno la FESTA DI NATALE si terrà il 13 dicembre 2011.
Seguirà Invito.
AVVISO AI SOCI
INIZIATIVA DEL GRUPPO LOMBARDIA
Riteniamo di fare cosa gradita ai nostri Soci consentendo di utilizzare il sito esistente (WWW.UNIPENS.ORG) per
l’inserimento di annunci di vario genere attraverso il Gruppo Lombardia. A tal fine, gli interessati, sono pregati di farci
pervenire l’inserzione che desiderano pubblicare, compilando il modulo in calce da indirizzare per posta all’Unione
Pensionati Unicredit – Gruppo Lombardia Viale Liguria 26 – 20143 Milano, oppure tramite e-mail a
[email protected] o tramite fax al 02 83112659.
Sarà nostra cura provvedere all’inserimento dell’annuncio nel sito.
Fac-simile modulo:
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Telefono…………………………………Cell………………….Importo…………………………….
Testo…………………………………………………………………………………………………..
…………………………………………………………………………………………………………
Data……………………..
Firma……………………………………………………….
Fermo restando che il sito sarà solo punto di incontro, ma nessuna responsabilità sull’esito delle trattative potrà essere
imputata al Gruppo ospitante.
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VARIAZIONE DI INDIRIZZO
Ricordiamo ai Soci che cambiano il proprio indirizzo di comunicare per iscritto al Fondo Pensioni e telefonicamente
all’Unione Pensionati la nuova domiciliazione onde evitare disguidi nel recapito della corrispondenza.
Ai fini di applicare correttamente le Addizionali Regionali e Comunali, quando si comunica al Fondo la variazione è
necessario specificare se il nuovo recapito è il medesimo del domicilio fiscale.
Rammentiamo inoltre, se non già fatto, di comunicarci il n° di cellulare e l’eventuale indirizzo e-mail necessari
per eventuali comunicazioni urgenti. E’ necessario segnalare anche il Codice Fiscale.
Il sito internet della Unione Pensionati è:
WWW.UNIPENS.ORG
In questo sito è stata creata una pagina “ULTIME NOTIZIE” che verrà aggiornata con “news” di interesse generale.
I Soci hanno l’opportunità di comunicare col Gruppo Lombardia via e-mail
all’indirizzo:
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TI SEI RICORDATO DI RINNOVARE LA TUA ISCRIZIONE ALL’UNIONE PENSIONATI ?
La quota associativa minima per il 2012 è rimasta invariata: € 12,00.
I versamenti devono essere effettuati evitando assolutamente di inviare denaro contante.
Per i versamenti invitiamo caldamente i soci ad usare il bonifico bancario, anche via internet tramite “ONLINE
UniCredit Banca”, specificando nella causale il nome del socio e la motivazione onde evitare disguidi.
Le coordinate bancarie IBAN del C/C sono:
PAESE
IT
CIN EUR
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CIN
O
ABI
02008
CAB
01600
n° CONTO
000005465970
Intestato a: UNIONE PENSIONATI UNICREDIT - Gruppo Lombardia
Chi non avesse ancora provveduto al versamento delle quote degli anni precedenti è pregato di
regolarizzare la propria posizione.
ORARI D’ UFFICIO DELLA UNIONE
LUNEDI’
MARTEDI’
MERCOLEDI’
GIOVEDI’
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9,30 – 12,30
9,30 – 12,30
9,30 – 12,30 e dalle 14,00 alle 16,00
9,30 – 12,30
NUOVE ADESIONI ALL’UNIONE PENSIONATI
BONINI
COLOMBO
GATTO
GHIDELLI
MUSTACCHI
NORDIO
PIOLI
PRAVETTONI
SANZANNI
SCACCABAROZZI
MARIA LUISA
GRAZIELLA
FLAVIA
LUIGI
MARIA EBE
ROBERTO
BRUNO FERNANDO
GIUSEPPE
GIANLUIGI
LUISA
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Settimo Milanese
Milano
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Monza
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Nun Tucc Inséma - 3° Quadrim. 11