Istituzione “Provincia di LecceAgenzia di Assistenza Tecnica agli Enti Locali”
“EUROPROGETTAZIONE:
Finanziamenti comunitari
per progetti europei”
25 Ottobre 2005
Dott. Francesca Fasano
Obiettivi dell’intervento formativo:
 Offrire una panoramica sulle
opportunità di finanziamento
“esterne” a supporto delle Pubbliche
Amministrazioni
 Fornire delle linee guida per la
definizione di specifici progetti da
sottoporre a richiesta di
cofinanziamento
Cosa si intende per risorse di
finanziamento “esterne”
Opportunità di finanziamento che:

Prevedono l’accesso attraverso la presentazione di
specifici progetti

Sono spesso basate su meccanismi di tipo
concorrenziale

Nella maggior parte dei casi richiedono la creazione
di un partenariato
Cosa sono i “finanziamenti europei”
Nell’utilizzo comune del termine si fa riferimento sia
ai fondi gestiti direttamente dagli organi
dell’Unione Europea che a quelli la cui gestione è
delegata agli Stati Membri e alle loro strutture di
articolazione interna
Faremo riferimento a finanziamenti
amministrati a livello
 Comunitario
 Nazionale
 Regionale
La gestione dei Finanziamenti Europei
Attuazione delle linee di bilancio
UNIONE
EUROPEA
Fondi gestiti direttamente
Programmi d’azione
Strumento finanziario per l’ambiente
LIFE
VI-VII Programma Quadro di Ricerca
di Sviluppo Tecnologico
Fondi erogati
agli Stati
Membri
I Programma Quadro a favore della
cultura – CULTURA 2000
Strumenti di prestito
ITALIA
Fondi gestiti
dalle Regioni
PUGLIA
Iniziative Comunitarie
Leader +
Urban
Interreg
Fondi strutturali
Fondi strutturali
Equal
P.O.N. Obiettivo 1
P.O.R. Obiettivo 1
(FESR – FSE – FEAOG - SFOP)
Livello comunitario
1.
LE POLITICHE STRUTTURALI EUROPEE E GLI
STRUMENTI FINANZIARI DI SUPPORTO
L'Unione europea si fonda sui principi dello stato di diritto e della
democrazia.
Non è un nuovo stato, inteso a sostituire quelli esistenti, né è
paragonabile ad altre organizzazioni internazionali.
Gli Stati membri delegano la loro sovranità ad istituzioni comuni che, su
questioni di interesse comune, rappresentano gli interessi dell'Unione nel
suo complesso.
Tutte le decisioni e le procedure discendono dai trattati fondamentali
ratificati dagli Stati membri.
I principali obiettivi dell'Unione sono:
 Instaurare la cittadinanza europea (Diritti fondamentali;
Libera circolazione; Diritti civili e politici);
 Garantire libertà, sicurezza e giustizia (Cooperazione nel
settore della giustizia e degli affari interni);
 Promuovere il progresso economico e sociale (Mercato
unico; Euro, la moneta comune; Creazione di posti di
lavoro; Sviluppo regionale; Protezione dell'ambiente);
 Far valere la voce dell'Europa nel mondo (La politica
estera e di sicurezza comune; L'Unione europea nel
mondo).
L'Unione europea è governata, sulla base del principio
dello stato di diritto, da cinque istituzioni,
ognuna delle quali riveste un ruolo specifico:
 Il Parlamento europeo (eletto dai cittadini degli Stati
membri);
 Il Consiglio dell'Unione europea (emanazione dei
governi degli Stati membri);
 La Commissione europea (la forza trainante e l'organo
esecutivo);
 La Corte di giustizia (rispetto della legge);
 La Corte dei conti (sana e corretta gestione del bilancio
dell'Unione europea).
I principi cardine delle attività dell’Unione
Europea riguardano:
 Lo spazio economico e sociale
 Il ruolo dell’Unione nel mondo
 La giustizia e gli affari interni
 Il finanziamento delle attività comunitarie
Come nascono le politiche comunitarie
 I Trattati definiscono i grandi obiettivi
per es. art. 151 per l’azione culturale
-la Commissione individua un campo d’azione
•
Sollecita la discussione (per es. con un libro verde)
-la Commissione porta le sue conclusioni al dibattito istituzionale
•
COR, CES, PE, Consiglio
-il Consiglio detta la base giuridica
La Commissione mette in opera le azioni previste, attraverso la sua
articolazione in Direzioni Generali
Politiche, programmi, bilancio,
DG
Politiche
Programma
1 Pilastro
Comunità Europee
Linea di
Bilancio
Politiche
2 Pilastro
Direzione
Generale
La Politica Estera e di
Sicurezza Comune
Politiche
Programma
3 Pilastro
Cooperazione in
materia di giustizia e di
affari interni
Politiche
Il Bilancio Comunitario
 E’ il principale riferimento per conoscere le disponibilità
finanziarie
 Consente di individuare puntualmente le linee per cui ci
saranno azioni
 È disponibile nella versione definitiva nel primo trimestre
dell’anno, ma:


È possibile seguirne la discussione
La bozza del bilancio di previsione è sufficiente per avere
importanti indicazioni
Da dove provengono le risorse
Le entrate dell’Unione provengono da 4 risorse
principali:
 L’imposta sul valore aggiunto (IVA) comunitaria
 I dazi doganali riscossi sui prodotti che entrano
nell’Unione Europea
 I prelievi agricoli
 Ulteriore risorsa proporzionale al prodotto
nazionale lordo di ogni Stato Membro
Gli strumenti finanziari delle politiche
strutturali
 Sovvenzioni non rimborsabili


Fondi strutturali
Linee di bilancio
 Strumenti di prestito

Per es. Banca Europea per gli Investimenti
2.
I PRINCIPI DI FUNZIONAMENTO DELLE POLITICHE
STRUTTURALI
 Le opportunità di finanziamento gestite
direttamente dalla Commissione Europea:

Linee di bilancio amministrate dalle Direzioni Generali
 “call

Programmi d’azione
 Per

for proposal”
esempio: Save, Altener, Leonardo
Strumento finanziario per l’ambiente
 LIFE
Ambiente, Natura, Paesi Terzi
Le opportunità di finanziamento che vedono
il coinvolgimento degli Stati Membri
 Le iniziative comunitarie




Leader +
Urban
Interreg
Equal
 I Fondi Strutturali e il raggiungimento degli obiettivi prioritari







Il Fondo Sociale Europeo (FSE)
Il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR)
Il Fondo Europeo Agricolo – Sez. Orientamento e Garanzia (FEAOG)
Lo strumento Finanziario di Orientamento della Pesca (SFOP)
Obiettivo 1 (FSE – FESR – FEAOG – SFOP)
Obiettivo 2 (FESR)
Obiettivo 3 (FSE)
Leader plus
 OBIETTIVI :



promuovere l'attuazione di strategie di sviluppo di
qualità costruite attorno ad uno o più temi prioritari
rendere maggiormente dinamiche le aree rurali
creare nuove occasioni di occupazione, contribuendo
a generare in ogni territorio rurale dinamiche di
sviluppo endogene e durature, costruite sulla storia e i
fattori competitivi specifici di ogni area
Urban II
 OBIETTIVI - Promuovere la creazione e lo sviluppo di strategie innovative
per un rinnovamento economico-sociale delle città di piccola e media
grandezza, delle cities e delle aree urbane depresse nelle più grandi città.
Incentiva il potenziamento e scambio di esperienze in relazione al
rinnovamento urbano e allo sviluppo nell'Unione Europea.
 AZIONI FINANZIATE
- Riconversione ambientale
- Imprenditorialità e patti d'impiego;
- Integrazione delle persone emarginate e favorire l'accesso ai servizi di
base;
- Trasporti pubblici integrati;
- Riduzione al minimo gli sprechi e i trattamenti;
- Gestione efficiente delle acque e riduzione dell'inquinamento acustico;
- Sviluppo del potenziale tecnologico della società dell'informazione;
- Progressi a livello governativo
 CONTATTI DG Politica regionale Commissione Europea
http://europa.eu.int/comm/regional_policy/urban2/index_en.htm
Interreg
 OBIETTIVI – si propone di rafforzare la coesione economica e sociale
nella Comunità Europea promuovendo la cooperazione transfrontaliera,
transnazionale e interregionale e lo sviluppo equilibrato del territorio della
Comunità.
 AZIONI FINANZIATE
- Aspetto A: sviluppare la cooperazione transfrontaliera e in tal modo
aiutare le zone frontaliere interne ed esterne dell'Unione europea a
superare i problemi dovuti al loro isolamento;
- Aspetto B: sviluppare la cooperazione transnazionale;
- Aspetto C: sviluppare la cooperazione interregionale.
 BENEFICIARI organizzazioni pubbliche o private connesse allo
sviluppo transfrontaliero, transnazionale o interregionale
 CONTATTI - Direzione generale Politica regionale
Equal
 OBIETTIVI
1 - Inserimento della dimensione delle pari opportunità tra uomini e donne
in tutte le politiche ed attività
2 - Impiego e condizioni di lavoro: istruzione,tirocinio, accesso e condizioni
di impiego, promozione dell'indipendenza economica, organizzazione e
flessibilità delle condizioni di lavoro, eguale valore e retribuzione del lavoro
tra uomo e donna, aspetti legati all'ambiente lavorativo incluse le molestie
sessuali, imprenditorialità
3 - Equilibrio dei ruoli nelle decisioni:sviluppo e monitoraggio dei metodi,
strategie ed azioni
4 - Incremento delle conoscenze, promozione di condizioni favorevoli di
uguaglianza tra uomini e donne
 CONTATTI
http://www.equal.it
http://europa.eu.int/comm/employment_social/equ_opp/index_en.htm
I FONDI STRUTTURALI
COSA SONO
costituiscono una parte dei fondi europei e sono demandati alla realizzazione delle
cd. Politiche strutturali.
QUALI SONO E
il Fondo Sociale Europeo (FSE) ha il compito di intervenire principalmente
CHE OBIETTIVI
PERSEGUONO
nell'ambito della strategia europea per l'occupazione;
il Fondo Europeo Agricolo di Orientamento e Garanzia (FEAOG) sez.
Orientamento è destinato allo sviluppo e all'adeguamento strutturale delle regioni in
ritardo di sviluppo tramite il miglioramento dell'efficienza delle strutture di
produzione, trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli, silvicoli,
nonché alla promozione delle zone rurali;
il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) ha il compito di correggere i
principali squilibri regionali esistenti nella Comunità, contribuendo allo sviluppo e
all'adeguamento strutturale delle regioni in ritardo, alla riconversione delle regioni
industriali in declino ed allo sviluppo delle zone rurali;
lo Strumento Finanziario di Orientamento della Pesca (SFOP) è adibito al settore
della pesca.
GLI OBIETTIVI

Obiettivo 1 (FSE – FESR – FEAOG – SFOP)
promuovere lo sviluppo e l'adeguamento strutturale
nelle regioni in ritardo di sviluppo.

Obiettivo 2 e phasing out (FESR) sostenere la
trasformazione economica e sociale delle aree che
fanno fronte a difficoltà strutturali

Obiettivo 3 (FSE) sostenere l'adeguamento e la
modernizzazione delle politiche e dei sistemi di
istruzione, formazione e occupazione
I principali Regolamenti
dei Fondi strutturali
A. Reg. CE 1260/99;
B. Reg. CE 1783/99 relativo al FESR;
C. Reg. CE 1784/99 relativo al FSE;
3. LE FONTI DI INFORMAZIONE
 I bollettini ufficiali

La GUUE o Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea è articolata
in più serie:
 L (Legislazione): contiene gli atti normativi a carattere
vincolante (regolamenti, direttive, decisioni)
 C (Comunicazioni): contiene atti a carattere non vincolante e
comunicazioni delle istituzioni comunitarie di diversa natura
 S (Supplemento): contiene bandi di gara e offerte di contratti di
lavoro, fornitura, servizi;
 CA (Concorsi): contiene gli annunci dei concorsi indetti dalle
istituzioni
 I siti internet

www.europa.eu.int
I servizi specifici a disposizione dei
Comuni della Provincia di Lecce:

L’Istituzione Agenzia di Assistenza Tecnica agli Enti Locali:
 Sito web: http://www.entilocali.provincia.le.it/ sezione
“Sportello telematico” “Finanziamenti pubblici”.

Il panorama completo delle opportunità di finanziamento è
consultabile sulla banca dati del sito Internet dell’Istituzione.
 News-letter: è un servizio periodico di informazione sulle
opportunità di finanziamento di recente pubblicazione sul
sito internet dell’Istituzione.

Se siete interessati a riceverla
[email protected]
potete
comunicarlo
a:
4. LA GESTIONE DEI FONDI STRUTTURALI
Regioni Obiettivo 1
QCS
(Quadro Comunitario di Sostegno)
Livello nazionale
PON
(Programma Operativo Nazionale)
POR
Livello regionale
(Programma Operativo Regionale)
CP
(Complemento di Programmazione)
 Quadro Comunitario di Sostegno (QCS)

Per le zone Obiettivo 1 la Commissione approva e,
d’intesa con lo Stato, adotta un documento
contenente la strategia e le priorità di azione, i relativi
obiettivi specifici, la partecipazione percentuale dei
vari fondi strutturali e delle altre risorse finanziarie
 Programma Operativo Nazionale (PON)

E’ un documento presentato dalle Regioni interessate
dall’Obiettivo 1 in cui vengono definite le priorità delle
azioni e gli importi degli interventi
5.
LA GESTIONE DEI FONDI STRUTTURALI
 Programma Operativo Regionale (POR Obiettivo 1 – Regione
Puglia 2000-2006)

E’ un documento che contiene, in riferimento alla specifica
situazione contestuale della Regione alla quale si riferisce, gli
obiettivi da raggiungere strutturati in:

Assi, Misure, Azioni
 Complemento di Programmazione

E’ il documento che consente la piena operatività del Piano
Operativo, attraverso informazioni dettagliate sui beneficiari, sulle
tipologie di intervento da realizzare, sulle modalità di attuazione e
sull’assegnazione finanziaria delle singole misure.
Progetti Integrati (P.I.T. e P.I.S.)
 Bandi

Le principali scelte strategiche
del POR Obiettivo 1 - Puglia:

Priorità n. 1: Condizioni per la crescita e
l’occupazione
 Competitività regionale
 Gestione delle risorse idriche
 Telecomunicazioni: verso la società dell’informazione
 Ricerca, sviluppo tecnologico e innovazione:
ammodernamento della base produttiva
 Infrastrutture di trasporto
 Settore energetico.
 Competitività delle imprese e creazione di
occupazione

La strategia del POR è rivolta esclusivamente alle
imprese di piccola e media dimensione (ad eccezione
ovviamente dei pacchetti localizzativi rivolti alle grandi
imprese che investono nella Regione).

Priorità n. 2: Strategia per l’occupazione

Priorità n. 3: Sviluppo urbano e rurale ai fini di un
assetto equilibrato del territorio
 sviluppo urbano
 sviluppo rurale
 sviluppo delle tematiche inerenti la Società
dell’Informazione (S.I.)
 sviluppo locale
 attuazione del principio delle pari opportunità
 attuazione del principio “chi inquina paga”.
Articolazione della strategia in assi prioritari
 Valorizzazione delle risorse ambientali e





naturali – Asse I “Risorse naturali”
Valorizzazione delle risorse culturali – Asse II
“Risorse culturali”
Valorizzazione delle risorse umane – Asse III
“Risorse umane”
Valorizzazione dei sistemi locali di sviluppo –
Asse IV “Sistemi locali di sviluppo”
Miglioramento della qualità delle città e della
vita associata – Asse V “Città”
Rafforzamento delle reti materiali e dei nodi di
servizio – Asse VI “Reti e nodi di servizio”
POR PUGLIA OBIETTIVO 1 – 2000/2006 Le Misure e le Azioni
ASSE I – RISORSE NATURALI
(in grassetto le Misure/Azioni di interesse per la Pubblica Amministrazione)
Misura
Azione
1.1.
1.1.1. Completamento degli schemi idrici degli invasi e delle condotte primarie e
secondarie
Interventi di adeguamento e
completamento degli schemi idrici e
delle relative reti infrastrutturali (F.E.S.R.)
1.1.2. Riabilitazione delle reti interne ed esterne ai centri abitati e miglioramenti delle
interconnessioni
1.1.3. Interventi per la realizzazione e adeguamento di impianti di trattamento e
depurazione delle acque reflue urbane
1.1.4. Realizzazione, ampliamento e risanamento di reti di fognatura nera in agglomerati
esistenti
1.1.5 Realizzazione di sistemi di collettamento differenziati per le acque piovane
1.2.
Risorse idriche per le aree rurali e
l’agricoltura (F.E.O.G.A.)
1.2.1 Ampliamento e razionalizzazione acquedotti rurali
1.2.2 Affinamento e riuso acque reflue depurate
1.2.3 Razionalizzazione delle condotte idriche distributrici
1.3.
Interventi per la difesa del suolo
(F.E.S.R.)
1.3.1. Mitigazione e/o rimozione dello stato di rischio con particolare riguardo agli
insediamenti abitati, ai territori, alle aree produttive caratterizzati da dissesti
idrogeologici
1.3.2. Difesa delle coste regionali colpite da fenomeni di subsidenza, erosione dei litorali
sabbiosi e dissesto dei litorali rocciosi
1.3.3. Interventi strutturali di miglioramento sismico degli edifici pubblici strategici, delle
infrastrutture e dei beni monumentali definiti sulla base di prescrizioni tecniche
legate al livello di rischio atteso
1.3.4. Miglioramento delle conoscenze di base, adeguamento e ampliamento del sistema
di monitoraggio del suono, dei corpi idrici superficiali, sotterranei e costieri
POR PUGLIA OBIETTIVO 1 – 2000/2006 Le Misure e le Azioni
1.4.
Sistemazioni agrarie e
idraulico-forestali estensive per la difesa del
suolo (F.E.O.G.A.)
1.4.A.
Miglioramento
rinaturalizzazione sponde
rete
scolante,
funzionalità
corsi
d’acqua,
1.4.B.
dunale
Imboschimenti protettivi ai fini idro-geologici, ripristino vegetazione
1.4.C.
acqua
Rete agrometeorologica e acquisto attrezzature per analisi suolo e
1.5.
Sistema informativo
ambientale (F.E.S.R.)
1.5.1.
Costruzione del Sistema Informativo Pugliese dell’Ambiente (S.I.P.A.)
1.6.
Salvaguardia e valorizzazione
dei beni naturali e ambientali (F.E.S.R.)
1.6.1.
Implementazione del sistema delle conoscenze di base ai fini dello
sviluppo, della pianificazione e della programmazione della rete regionale delle aree
naturali protette
1.5.2.
Potenziamento delle strutture tecniche pubbliche costituenti il primo
nucleo regionale dell’ARPA Puglia (Laboratori dei P.M.P.)
1.6.2.
Conservazione e recupero del patrimonio naturale regionale
1.6.3.
Strutture e infrastrutture finalizzate alla fruizione compatibile e alla
conoscenza delle aree naturali protette
1.7.
Incremento e gestione dei
boschi e tutela della biodiversità del
patrimonio forestale (F.E.O.G.A.)
1.6.4.
Sensibilizzazione, informazione ed educazione ambientale
1.7.A.
Imboschimenti a scopo ambientale
1.7.B.
Miglioramento boschi
1.7.C.
Difesa della biodiversità
1.7.D.
bosco
Raccolta, stoccaggio, trasformazione e conservazione dei prodotti del
1.7.E.
Aiuti di avviamento alla costituzione di cooperative e associazione di
imprenditori privati e/o comuni per la gestione delle foreste
1.7.F.
Interventi per la ricostituzione dei boschi e per la prevenzione da danni
naturali e dagli incendi
POR PUGLIA OBIETTIVO 1 – 2000/2006 Le Misure e le Azioni
1.8.
Miglioramento del sistema di
gestione dei rifiuti (F.E.S.R.)
1.8.1.
Interventi volti a promuovere la riduzione della produzione e/o della
pericolosità dei rifiuti
1.8.2.
Interventi per accrescere la raccolta differenziata, il riutilizzo e il
recupero dei rifiuti
1.8.3.
Interventi nel settore della gestione dei rifiuti attraverso lo strumento
della finanza di progetto
1.8.4.
Interventi volti al monitoraggio dei siti inquinati
1.8.5.
Interventi di bonifica dei siti inquinati
1.10.A.
Interventi per la formazione iniziale e continua del personale delle P.A.
1.9.
Incentivi per la produzione di
energia da fonti rinnovabili (F.E.O.G.A.)
1.10.
Formazione e sostegno
all’imprenditorialità nei settori interessati
all’Asse (F.S.E.)
1.10.B.
Azioni di formazione rivolte a giovani e adulti non occupati
1.10.C. Azioni di sostegno alla creazione di piccole imprese ed all’occupazione nei
settori interessati all’Asse (de minimis)
POR PUGLIA OBIETTIVO 1 – 2000/2006 Le Misure e le Azioni
ASSE II – RISORSE CULTURALI
(in grassetto le Misure/Azioni di interesse per la Pubblica Amministrazione)
Misura
Azione
2.1.
Valorizzazione e tutela
del patrimonio culturale pubblico e
miglioramento dell’offerta e della qualità
dei servizi culturali (F.E.S.R.)
2.1.A.
Il Barocco pugliese
2.1.B.
Itinerario Normanno-Svevo-Angioino
2.1.C.
Habitat rupestre
2.1.D.
Sistema archeologico regionale
2.1.E.
Servizi bibliotecari
2.1.F.
Azioni promozionali per la fruizione dei beni culturali
2.1.G.
Accompagnamento
2.3.A.
Interventi per la formazione iniziale e continua del personale della P.A.
2.3.B.
Azioni di formazione rivolte a giovani e adulti non occupati
2.2.
Tutela e valorizzazione
del patrimonio rurale (F.E.O.G.A.)
2.3.
Formazione e sostegno
all’imprenditorialità nei settori interessati
all’Asse (F.S.E.)
2.3.C.
Azioni di sostegno alla creazione di piccole imprese ed all’occupazione nei
settori interessati all’Asse (de minimis)
POR PUGLIA OBIETTIVO 1 – 2000/2006 Le Misure e le Azioni
ASSE III – RISORSE UMANE
(in grassetto le Misure/Azioni di interesse per la Pubblica Amministrazione)
Misura
Azione
3.1.
Organizzazione del
sistema dei servizi per l’impiego (F.S.E.)
3.1.A.
Ammodernamento dei servizi pubblici per l’impiego
3.1.B.
Riqualificazione degli operatori, creazione di nuove figure
3.1.C.
locale
Attività di raccordo e di integrazione con altri soggetti e intermediari attivi a livello
3.1.D.
Azioni di accompagnamento
3.2.
Inserimento e
reinserimento nel mercato del lavoro di
giovani e adulti secondo un approccio
preventivo (F.S.E.)
3.2.A Percorsi formativi integrati in obbligo formativo e di inserimento professionale
3.2.B. Percorsi formativi integrati e di work-experiences
3.2.C. Accompagnamento
3.3.
Inserimento e
reinserimento lavorativo di disoccupati
di lunga durata (F.S.E.)
3.3.A Percorsi formativi integrati in obbligo formativo e di inserimento professionale
3.3.B. Percorsi formativi integrati e di work-experiences
3.3.C. Accompagnamento
3.4.
Inserimento e
reinserimento lavorativo di gruppi
svantaggiati (F.S.E.)
3.4.A Percorsi integrati per l’inserimento lavorativo
3.4.B. Tirocinio di orientamento e formativo finalizzati all’inserimento lavorativo ai sensi della
Legge 68/1999
3.4.C. Sviluppo delle reti di sostegno per la transizione al lavoro e all’inserimento lavorativo
3.4.D Accompagnamento
3.5.
Adeguamento del
sistema della formazione professionale
(F.S.E.)
3.5.A. Formazione dei formatori
3.5.B. Strumenti per la qualificazione del sistema regionale
POR PUGLIA OBIETTIVO 1 – 2000/2006 Le Misure e le Azioni
3.6.
Prevenzione della
dispersione scolastica e formativa (F.S.E.)
3.6.A. Percorsi integrati di inserimento, permanenza e reinserimento dei soggetti a rischio di
dispersione scolastica e formativa all’interno dei canali dell’obbligo formativo
3.6.B. Ricerche e studi
3.7.
(F.S.E.)
3.8.
(F.S.E.)
Formazione superiore
Formazione permanente
3.9.
Sviluppo della
competitività delle imprese e formazione
continua con priorità alle P.M.I. (F.S.E.)
3.10.
Potenziamento e sviluppo
dei profili professionali della P.A. (F.S.E.)
3.7.A.
Formazione post-qualifica – area di specializzazione
3.7.B.
Sportello tirocini/stages
3.7.C.
Istruzione e formazione tecnica superiore (IFTS)
3.7.D.
Borse di studio di specializzazione post-laurea
3.7.E.
lavoro
Promozione e sostegno di filiere formative in forte connessione con il mercato del
3.7.F.
Azioni di accompagnamento
3.8.A.
Percorsi formativi
3.8.B.
Formazioni individualizzata per occupati
3.8.C.
Accompagnamento
3.9.A.
Formazione continua per le P.M.I.
3.9.B.
Formazione finalizzata all’occupazione
3.9.C.
Sostegno alle politiche di flessibilità
3.9.D.
Azioni di accompagnamento
3.10.A.
Attività formative e di supporto alle innovazioni amministrative e organizzative
3.10.B.
Formazione per operatori dei servizi pubblici di vigilanza e controllo per
contrastare il lavoro nero
3.10.C. Azioni sperimentali per il telelavoro
3.10.D. Azioni di accompagnamento
POR PUGLIA OBIETTIVO 1 – 2000/2006 Le Misure e le Azioni
3.11.
Sviluppo e
consolidamento dell’imprenditorialità,
emersione del lavoro non regolare
(F.S.E.)
3.11.A.
3.11.B.
Sostegno all’autoimprenditorialità e alla creazione di impresa
Sostegno all’autoimpiego (aiuti de minimis)
3.11.C. Aiuti all’occupazione
3.11.D. Emersione dei lavoratori non regolari (aiuti de minimis)
3.11.E. Azioni di accompagnamento
3.12.
Miglioramento delle
risorse umane nel settore della ricerca e
sviluppo tecnologico (F.S.E.)
3.12.A.
Borse di studio
3.12.B.
di intervento
Piano Regionale per la Ricerca Scientifica e Tecnologica e definizione delle linee
3.13.
Ricerca e sviluppo
tecnologico (F.E.S.R.)
3.13.A.
Tecnologico
Definizione del Piano Regionale per la Ricerca Scientifica e lo Sviluppo
3.13.B.
Attuazione al Piano Regionale della Ricerca
3.14.
Promozione della
partecipazione femminile al mercato
del lavoro (F.S.E.)
3.14.A.
Promozione di una cultura di mainstreaming per gli addetti all’orientamento e
all’incontro domanda/offerta dei nuovi servizi pubblici per l’impiego
3.14.B.
Percorsi integrati di formazione, accompagnamento e consulenza per la
creazione di nuova imprenditorialità in forma singola e associata
3.14.C.
Rafforzamento e qualificazione dell’offerta di servizi attraverso la formazione di
nuove figure professionali per favorire le donne lavoratrici
3.14.D.
Percorsi integrati e individualizzati per il recupero e la transizione al lavoro delle
donne e dei soggetti in disagio sociale
3.7.E.
Azioni di accompagnamento
POR PUGLIA OBIETTIVO 1 – 2000/2006 Le Misure e le Azioni
ASSE IV – SISTEMI LOCALI DI SVILUPPO
(in grassetto le Misure/Azioni di interesse per la Pubblica Amministrazione)
Misura
Azione
4.1.
Aiuti al sistema
industriale(P.M.I. e artigianato) (F.E.S.R.)
4.1.A.
Sistema della globalizzazione
4.1.B.
Sistema dell’innovazione
4.1.C.
Sistema di ampliamento della base produttiva
4.1.D.
Pacchetti Integrati di Agevolazioni (P.I.A.)
4.2.
Interventi di
completamento e miglioramento delle
infrastrutture di supporto e qualificazione
dei bacini logistici dei sistemi produttivi
locali (F.E.S.R.)
4.3.
Investimenti nelle aziende
agricole (F.E.O.G.A.)
4.4.
Insediamento giovani
agricoltori (F.E.O.G.A.)
4.5.
Miglioramento delle strutture di
trasformazione dei prodotti agricoli
(F.E.O.G.A.)
4.2.A Occupazioni a regia regionale
4.2.B. Occupazione a regia regionale da identificare a cura dell’Autorità di Gestione
POR PUGLIA OBIETTIVO 1 – 2000/2006 Le Misure e le Azioni
4.6
Selvicoltura (F.E.O.G.A.)
4.7
Aiuti di avviamento per
l’assistenza alla gestione delle aziende
agricole (F.E.O.G.A.)
4.8.
Commercializzazione dei
prodotti agricoli di qualità (F.E.O.G.A.)
4.8.A.
Studi per l’individuazione di processi produttivi innovativi
4.8.B.
Studi per la definizione di standard di qualità di prodotto e di processo
4.8.C.
Studi per l’individuazione e l’applicazione di tecniche avanzate
4.8.D.
Aiuti all’avviamento per la costituzione di organismi associativi
4.8.E.
Aiuti all’avviamento per la costituzione di consorzi di tutela di prodotti agricoli
e zootecnici di qualità riconosciuti
4.8.F.
Aiuti all’avviamento per la costituzione di organismi commerciali, di prodotti
agricoli e zootecnici di qualità
4.9.
Diversificazione delle
attività delle imprese agricole (F.E.O.G.A.)
4.10.
(F.E.O.G.A.)
Infrastrutture rurali
4.11.
Misure in corso (F.E.O.G.A.)
4.12.
Miglioramento della
produzione ittica (S.F.O.P.)
4.9.A.
Attività agrituristiche
4.9.B.
Attività agroartigianali
4.12.A.
Protezione e sviluppo delle risorse acquatiche (art. 13.1.a)
4.12.B.
Acquacoltura (art. 13.1.b)
4.12.C.
Attrezzature dei porti di pesca
4.12.D.
Trasformazione e commercializzazione (art. 13.1.d)
POR PUGLIA OBIETTIVO 1 – 2000/2006 Le Misure e le Azioni
4.13.
Interventi di supporto alla
competitività e all’innovazione del sistema
pesca (S.F.O.P.)
4.13.A.
Piccola pesca costiera (art. 11)
4.13.B.
Interventi di carattere socio-economico: azione di sostegno alla riconversione
o diversificazione delle attività (art. 12.3.c)
4.13.C.
Promozione delle produzioni e ricerca di nuovi sbocchi di mercato (art. 14)
4.13.D1.
(art. 15.1)
azioni realizzate dagli operatori del settore: aiuti alle organizzazioni dei produttori
4.13.D2.
azioni realizzate dagli operatori del settore: azioni di interesse collettivo e Centri
servizi (art. 15. punti 2 e 3)
4.1.3.E. azioni innovative (art. 17)
4.14.
Supporto alla competitività,
all’innovazione delle imprese e dei sistemi
di imprese turistiche (1) (2) (F.E.S.R.)
(1) Iniziative da finanziare con le procedure
delle leggi regionali 3/2001 e 23/2001
(azioni a,b,c,d,e)
(2) Iniziative da finanziare con il regime de
minimis (f,g,h)
4.14.A.
ammodernamento, completamento
limitatamente a piccoli porti turistici e approdi
4.14.B.
o
realizzazioni
di
nuovi
impianti
Impianti sportivi-ricreativi e per il turismo culturale e sociale
4.14.C.
Ammodernamento, ampliamento, riconversione adeguamento di strutture
ricettive quali: alberghi, motels, villaggi-albergo, residenza turistico-alberghiere, campeggi,
villaggi turistici, ostelli per la gioventù
4.14.D.
realizzazione di strutture ricettive costituite da una pluralità di trulli e case rurali
ordinati e organizzati in complessi organici di residenze turistiche
4.14.E.
recupero e restauro di antiche masserie, torri e fortificazioni, castelli, dimore
storiche ed edifici d’epoca da adibire a strutture ricettive con requisiti minimi richiesti per una
classificazione a quattro stelle
4.1.4.F. realizzazione di modeste strutture ricettive per l’accoglienza di un’utenza soprattutto
giovanile, nonché di modeste strutture ricettive attraverso il recupero di fabbricati ubicati
all’interno dei centri storici
4.14.G. realizzazione o ammodernamento di strutture per la balneazione, approdi turistici e
punti di ormeggio per il turismo nautico
4.14.H. servizi di consulenza per la certificazione dei sistemi di qualità aziendale e di gestione
ambientale secondo e norme ISO9000, ISO 14001 ed EMAS
POR PUGLIA OBIETTIVO 1 – 2000/2006 Le Misure e le Azioni
4.15 Attività di
promozione finalizzata
all'allargamento
dell'offerta turistica
(F.E.S.R.)
4.15.1 Servizi di promozione del territorio pugliese
4.16 Interventi di
potenziamento delle
infrastrutture specifiche
di supporto al settore
turistico (F.E.S.R.)
4.16.A.
4.15.1.A aiuti in regime de minimis agli operatori turistici per iniziative promozionali e pubblicitarie
Per entrambe sono previste:
Servizi da a ad f
Aiuti de minimis (da g a j)
realizzazione di porti turistici e approdi a completamento del sistema integrato
4.16.B.
realizzazione di parcheggi, piste ciclabili e aree attrezzate per la sosta breve di caravan e
roulottes a servizio di zone ad alta densità turistica
4.16.C.
Realizzazione di strade di accesso al mare, attrezzamento e arredo urbano delle fasce
costiere più degradate
4.16.D.
Potenziamento delle infrastrutture riguardanti la rete viaria, la pubblica illuminazione e la
segnaletica turistica da realizzare unicamente a supporto delle strutture ricettive
4.16.E.
Azioni volte ad assicurare adeguate condizioni di sicurezza, fruibilità e vivibilità dei comuni ad
alta densità turistica attraverso progetti-pilota innovativi
4.17 Aiuti al
commercio (F.E.S.R.)
4.17.A.
interventi mirati allo sviluppo del settore volti al miglioramento dell’organizzazione del processo
commerciale
4.17.B.
riqualificazione e rivitalizzazione del sistema distributivo e ricettivo nei contesti urbani, rurali e
montani, anche mediante interventi volti alla creazione di servizi tecnici a più imprese
4.17.C.
interventi relativi all’insediamento di nuovi esercizi commerciali e alla ristrutturazione e
ammodernamento di quelli esistenti promossi da microimprese e localizzati all’interno di aree urbane
interessate dall’attuazione della misura 5.1 e dei contesti urbani specificatamente individuati dai progetti
integrati settoriali (turismo-beni culturali)
POR PUGLIA OBIETTIVO 1 – 2000/2006 Le Misure e le Azioni
4.18 Contratti di programma (F.E.S.R)
4.19 Interventi per la capitalizzazione e il
consolidamento finanziario del sistema
delle PMI dei settori Artigianato, Turismo,
Commercio (F.E.S.R.)
4.20 Azioni per le risorse umane (Settori
Sistemi Industriali,dell'Agricoltura, Turismo,
Commercio) (F.S.E.)
4.19A.
Fondo di garanzia
4.19.B.
Fondo di dotazione
4.19.C.
Fondo per il capitale di rischio
4.20.1. azioni di formazione specifica per la P.A. e per i soggetti sociali ed
economici attori del sistema locale
4.20.2. azioni di formazione per i diversi settori dell’Asse
POR PUGLIA OBIETTIVO 1 – 2000/2006 Le Misure e le Azioni
ASSE V – CITTA’, ENTI LOCALI E QUALITA’ DELLA VITA
(in grassetto le Misure/Azioni di interesse per la Pubblica Amministrazione)
Misura
Azione
5.1.
Recupero e
riqualificazione dei sistemi urbani
(1) (FESR)
(1) Attivate per 4 capoluoghi di
provincia (Bari, Brindisi, Lecce,
Taranto) su 5
5.1.A.
Riurbanizzazione plurifunzionale ed ecocompatibile degli spazi urbani
5.1.B.
imprenditorialità e patti per l’occupazione
5.1.C.
integrazione dei soggetti di esclusione sociale
5.1.D.
trasporti pubblici integrati e comunicazioni
5.1.E. miglioramento della gestione
5.2.
Servizi per il
miglioramento della qualità
dell'ambiente nelle aree urbane
(FESR)
5.2.1. Incentivi per la redazione di piani di azione ambientale
5.2.2. realizzazione/o adeguamento e integrazione delle reti di rilevamento e dei sistemi di analisi
e monitoraggio dei livelli di inquinamento urbano
5.2.3 interventi di miglioramento funzionale della mobilità e del trasporto urbano a livello interno,
ai fini della riduzione dell’inquinamento atmosferico attraverso lo sviluppo delle migliori tecnologie
5.2.4.incentivi per la redazione e attuazione dei piani di zonizzazione e di risanamento acustico
5.2.5. incentivi ai comuni per la realizzazione di piani di illuminazione a più basso impatto
ambientale
5.3.
Azioni formative e
piccoli sussidi (FSE)
5.3.A. Azioni di formazione per la P.A.
5.3.B. Sostegno alla piccola impresa in ambito urbano (de minimis)
5.3.C. piccoli sussidi
5.3.D. Informazione, orientamento e sostegno alle famiglie
POR PUGLIA OBIETTIVO 1 – 2000/2006 Le Misure e le Azioni
ASSE VI – RETI E NODI DI SERVIZIO
(in grassetto le Misure/Azioni di interesse per la Pubblica Amministrazione)
Misura
Azione
6.1.
Adeguamento e
miglioramento delle reti
di trasporto (FESR)
6.1.A.
Ferrovie locali, metropolitane leggere
6.1.B.
interporti-centri intermodali
6.1.C.
infrastrutture per il trasporto aereo di interesse regionale
6.2.
Società
dell’informazione (FESR)
6.2.A.
Definizione del piano regionale per la società dell’informazione
6.2.B.
marketing territoriale e attrazione degli investimenti
6.2.C.
attuazione delle linee di intervento prioritarie proposte dal Piano regionale per la Società
dell’Informazione
6.3.
Sostegno
all'innovazione degli enti
locali (FESR)
6.3.A. Reazione dell’infrastruttura telematica di base della RUPA regionale
6.3.B. creazione di un’infrastruttura per la gestione dei servizi applicativi di base della RUPA regionale
6.3.C. creazione della rete del sistema sanitario regionale
6.3.D. realizzazione dell’osservatorio della finanza locale
6.3.E. estensione dei servizi di interscambio catasto-comuni al territorio regionale
Sottomisura A
Sottomisura B: adeguamento strutturale dei centri/servizi per l’impiego
6.4.
Risorse
umane e società
dell’informazione (FSE)
6.4.A. Formazione specifica per la P.A.
6.4.B. Attuazione del piano regionale della Società dell’Informazione
POR PUGLIA OBIETTIVO 1 – 2000/2006 Le Misure e le Azioni
ASSE VII – ASSISTENZA TECNICA
(in grassetto le Misure/Azioni di interesse per la Pubblica Amministrazione)
Misura
Azione
7.1.
Assistenza
tecnica Azioni sottomessa a
budget (b,d,e,g)
7.1.A.
Miglioramento delle conoscenze ai fini della sorveglianza e gestione del programma
7.1.B.
azioni di supporto all’organizzazione del comitato di sorveglianza
7.1.C.
ampliamento e potenziamento del sistema di monitoraggio
7.1.D. attività di valutazione
7.1.E. attività di controllo (regolamento n°2064/97)
7.1.F. Attività di comunicazione, informazione e pubblicità
7.1.G. formazione
POR PUGLIA OBIETTIVO 1 – 2000/2006
GLI STANZIAMENTI FINANZIARI

Il POR Puglia approvato dalla Commissione Europea con Decisione dell’8 agosto 2002 n°C (2000)
2349 si colloca al terzo posto tra le 6 regioni Obiettivo 1, per entità di risorse impegnate nel
periodo 2000-2006.

Il Piano Finanziario del Complemento di Programmazione ammonta a 6.695,377 Ml di Euro di cui
4.692,078 di aiuti pubblici, derivanti da contributi comunitari e nazionali e 2.003,299 di risorse a
carico dei privati.

I contributi comunitari ammontano a 2.639,448 Ml di Euro ripartiti tra FESR, FSE, FEOGA e SFOP,
mentre quelli nazionali pari a 2.052,590 Ml di Euro sono a carico sia del bilancio statale (attraverso
il Fondo di rotazione, L 183/87) sia di quello regionale, locale e di altri soggetti pubblici,
rispettivamente per 1.436,812 e per 615,778 Ml, di cui 508,809 provenienti dalla Regione, 55,161
dagli Enti Locali e 51,808 Ml da altri Enti Pubblici.

Il Fondo europeo che interviene in maniera più consistente è il FESR con 1.527,828 Ml di Euro
(57,88% dell’intero importo), seguito dal FSE (558,560 Ml, 21,16%), dal FEOGA (523,100 Ml,
19,82%) e dallo SFOP (30 Ml di Euro, 1,14%).
POR PUGLIA OBIETTIVO 1 – 2000/2006
I Progetti Integrati
 La Regione, nell’attuazione del P.O. 2000-2006,
intende assicurare un adeguato riconoscimento
alle iniziative che rispondono a un principio di
integrazione e di concentrazione sia funzionale
che territoriale, tenuto conto degli indirizzi previsti
all’interno del QCS, attraverso:

a) Progetti Integrati Territoriali (P.I.T.)

b) Progetti Integrati Settoriali (P.I.S.)
POR PUGLIA OBIETTIVO 1 – 2000/2006
I Progetti Integrati
Progetti Integrati Territoriali (P.I.T.)
 progetti
unitari, articolati in componenti progettuali
esplicitamente collegate
 diretti al raggiungimento di uno o più obiettivi mutuati dal
QCS
 contestualizzati rispetto alle potenzialità e ai bisogni di un
territorio specifico

Le risorse pubbliche disponibili per la loro attuazione
ammontano a 730 Ml di Euro
I Progetti Integrati – P.I.T.
I Progetti Integrati – P.I.T.
POR PUGLIA OBIETTIVO 1 – 2000/2006
I Progetti Integrati – P.I.T.
AREA TERRITORIALE
IDEA-FORZA
1. Tavoliere
•Sviluppo ed innovazione dell’economia rurale ed agro-alimentare attraverso
l’integrazione e la diversificazione produttiva
2. Nord barese
•Consolidamento ed innovazione dei sistemi manifatturiero attraverso un più elevato
livello di integrazione ed un più diverso e più incisivo posizionamento competitivo che
privilegi segmenti più qualificati di prodotto/mercato
3. Area metropolitana di Bari
•Consolidamento del polo di reti e nodi di servizi presente nell’area metropolitana sia
rispetto alle infrastrutture di logistica e di trasporto, sia rispetto ai servizi innovativi di rete
basati sull’offerta di prestazioni ad alta intensità di conoscenza derivanti dalla diffusione
della Società dell’informazione
4. Area della Murgia
•Consolidamento del sistema locale basato sull’economia rurale e sulla produzione del
mobile imbottito, attraverso l’integrazione di filiera e la diffusione di processi di
innovazione di prodotto/mercato in direzione di segmenti più elevati di offerta
5. Valle d’Itria
•Creazione di un sistema locale integrato valorizzando l'offerta esistente ed ampliando
le capacità di innovazione in riferimento in prevalenza alle presenze di manifatturiero
leggero diffuse nell’area
(Comprendente comuni delle province di Bari, Brindisi e Taranto)
6. Taranto
•Sviluppo di un sistema integrato logistico-distributivo legato alle più importanti direttrici
internazionali che muove dagli investimenti in corso di realizzazione nell’area
7. Brindisi
•Sviluppo di un sistema integrato di servizi di logistica e distribuzione in grado di favorire
la connessione tra l’asse Nord-Sud interno alla regione e la comunicazione con le altre
direttrici del Corridoi internazionali n.8 e n.10
8. Area Ionico-Salentina
•Sviluppo ed innovazione dell’economia agricola e rurale attraverso l’integrazione e la
diversificazione produttiva
(Comprendente comuni appartenenti alle province di Le, Ta e Br)
9. Territorio Salentino Leccese
10. Sub-Appennino Dauno
•Consolidamento ed innovazione del sistema produttivo locale incentrato sulla
presenza diffusa di imprese manifatturiere.
POR PUGLIA OBIETTIVO 1 – 2000/2006
I Progetti Integrati
Progetti Integrati Settoriali (P.I.S.)
 riguardano
un complesso di azioni nei settori del
Turismo e dei Beni Culturali, strettamente coerenti e
legati tra di loro, che convergono verso un comune
obiettivo di sviluppo del territorio e giustificano un
approccio attuativo unitario.

Le risorse pubbliche disponibili per la loro attuazione
ammontano a 551 Ml di Euro
POR PUGLIA OBIETTIVO 1 – 2000/2006
I Progetti Integrati – P.I.S.
A. Turistico-culturale Barocco Pugliese
B. Itinerario turistico-culturale Normanno-Svevo-Angioino
C. Itinerario turistico-culturale Habitat rupestri
D. Turismo-Cultura-Ambiente nel territorio del sud-Salento
E. Turismo-Cultura-Ambiente nel Gargano
F. Sistema archeologico regionale
GLI ORIENTAMENTI PER LA PROGRAMMAZIONE DOPO IL 2006
La nuova programmazione dei fondi strutturali 2007-2013
L’Unione Europea, superata l’importante tappa dell’ampliamento, sta analizzando una proposta di
riforma che introduce radicali innovazioni indispensabili in un contesto socio-economico così
profondamente modificato.
Per i nuovi Fondi strutturali la Commissione prevede uno stanziamento di circa 336 miliardi di Euro,
pari allo 0,41% del PIL comunitario.
Lo scorso 14 luglio, la Commissione ha adottato le relative proposte di regolamento, allo scopo di
giungere alla loro approvazione in tempo utile per consentire l’avvio dei nuovi programmi a partire
dal 2007.
In linea generale, allo stato attuale dei negoziati e sulla base della documentazione ufficiale
disponibile, è possibile ipotizzare che la riforma, tenda a:
 favorire interventi strutturali focalizzati sugli orientamenti strategici dell’Unione (Strategie di
Lisbona e Göteborg per una «economia fondata sulla conoscenza» più competitiva e sostenibile;
e “strategia europea per l’occupazione”);
 concentrare maggiormente l’azione sulle regioni più svantaggiate, anticipando al contempo il
cambiamento nel resto dell’Unione;
 garantire un maggior decentramento e un’attuazione più snella, trasparente ed efficace degli
interventi;
 riconoscere un sostegno finanziario più cospicuo alle zone penalizzate da svantaggi naturali,
nonché una maggiore attenzione alla dimensione urbana;
 attribuire maggiore responsabilità agli Stati membri e alle regioni, particolarmente in materia di
controllo;
 ridurre il numero di strumenti finanziari in materia di coesione (tre invece di sei);
GLI ORIENTAMENTI PER LA PROGRAMMAZIONE DOPO IL 2006
La nuova programmazione prevede, in sintesi, i seguenti Obiettivi:
OBIETTIVO CONVERGENZA (E COMPETITIVITA’)
Questa priorità, simile all’attuale obiettivo 1, mira ad accelerare la convergenza
economica delle regioni meno avanzate: cercando di creare condizioni più propizie
alla crescita e all’occupazione favorendo investimenti nelle persone e nelle risorse
fisiche; innovazione e società della conoscenza; adattabilità ai cambiamenti
economici e sociali; tutela dell’ambiente; efficienza amministrativa.
L’obiettivo «Convergenza» riguarderà le regioni con un prodotto interno lordo pro capite
(PIL/abitante), calcolato in base ai dati relativi all’ultimo triennio antecedente
l’adozione del regolamento, inferiore al 75 % della media dell’UE allargata. Tale
situazione interesserà principalmente la maggior parte dei nuovi Stati membri. Al fine
di consolidare i progressi conseguiti nel corso delle precedenti programmazioni,
alcune delle attuali Regioni Obiettivo 1 (che supereranno la soglia del 75%),
beneficeranno di una sorta di regime di sostegno transitorio a carattere decrescente
fino al 2013. Le risorse destinate all’obiettivo «CONVERGENZA», saranno pari a 264
miliardi di euro, ossia il 78,54 % della dotazione dei fondi a fronte dell’attuale 75 %.
Con tali risorse sarà possibile prevedere interventi rivolti al miglioramento delle
infrastrutture e dei trasporti, al rafforzamento della pubblica amministrazione, alla
protezione dell’ambiente.
GLI ORIENTAMENTI PER LA PROGRAMMAZIONE DOPO IL 2006
OBIETTIVO COMPETITIVITÀ REGIONALE E OCCUPAZIONE
Questo nuovo Obiettivo riassume gli attuali Ob. 2 e 3 e vi rientrano tutte le Regioni europee non
incluse nell’Obiettivo convergenza sopra descritto. Attraverso specifici programmi, la politica di
coesione aiuterà le regioni interessate ad anticipare e promuovere i mutamenti economici nelle
aree industriali, urbane e rurali, potenziandone la competitività. Gli interventi riguarderanno
soprattutto lo sviluppo sostenibile e l’incremento occupazionale. Dovrebbe essere abbandonato il
criterio della zonizzazione previsto dall’attuale Ob. 2 a favore di una metodologia basata sulle
priorità da finanziare. Pertanto la Commissione propone un duplice approccio. Si tratterà, da un
lato, di rafforzare la competitività e l’attrattiva delle regioni attraverso programmi di sviluppo
regionale, anticipando i cambiamenti economici e sociali e sostenendo l’innovazione, la società
della conoscenza, l’imprenditorialità, la protezione dell’ambiente e la prevenzione dei rischi.
Dall’altro, mediante programmi nazionali o territoriali di livello adeguato finanziati dal FSE, si
tenderà a potenziare l’adattabilità dei lavoratori e delle imprese nonché a garantire lo sviluppo di
mercati del lavoro per rafforzare l’inclusione sociale, in linea con la strategia europea per
l’occupazione. L’obiettivo “COMPETITIVITA’” beneficerà di una dotazione finanziaria di 57,9
miliardi di Euro, pari al 17,22% dello stanziamento complessivo.
OBIETTIVO COOPERAZIONE TERRITORIALE
Questo nuovo obiettivo non finanzierà la formazione, bensì la cooperazione transfrontaliera,
transnazionale ed interregionale e viene proposto a seguito delle positive esperienze registrate
dai programmi ad Iniziativa comunitaria INTERREG, EQUAL ed URBAN. Le risorse destinate alla
cooperazione territoriale saranno pari a 13,2 miliardi di euro, ossia il 3,94 % dello stanziamento
complessivo.
GLI ORIENTAMENTI PER LA PROGRAMMAZIONE DOPO IL 2006
2000-2006
2007-2013
OBIETTIVO 1
CONVERGENZA
OBIETTIVO 2
OBIETTIVO 3
COMPETITIVITA’
REGIONALE
OCCUPAZIONE
INTERREG EQUAL,
URBAN,
LEADER+
9 OBIETTIVI
6 STRUMENTI
Stanziamenti
Priorità
78.5%
264 MILIARDI
INNOVAZIONE, INFRASTRUTTURE RISORSE UMANE,
AMBIENTE/PREVENZIONE
RISCHI,
CAPACITA’
AMMINISTRATIVA
TRASPORTI,
AMBIENTE,
ENERGIE
RINNOVABILI,
TRASPORTI SOSTENIBILI
17,2%
57,9 MILIARDI
INNOVAZIONE, ACCESSIBILITA’, STRATEGIA EUROPEA
PER L’OCCUPAZIONE, AMBIENTE PREVENZIONE
RISCHI
COOPERAZIONE
TERRITORIALE
EUROPEA
3,934
13,2 MILIARDI
INNOVAZIONE, AMBIENTE,
PREVENZIONE RISCHI
3 OBIETTIVI
3 STRUMENTI
AUMENTA LO STANZIAMENTO COMPLESSIVO PER L’OBIETTIVO CONVERGENZA
MA DIMINUISCE PER I PAESI UE 15 (DA 212 A 173 MILIARDI)
E
CULTURA,
ISTRUZIONE,
GLI ORIENTAMENTI PER LA PROGRAMMAZIONE DOPO IL 2006
Le indicazioni che emergono fino a questo momento dai documenti
relativi alle proposte per la nuova programmazione, rendono
possibile l’identificazione di alcuni concetti chiave che dovranno
essere articolati e dettagliati maggiormente al fine di elaborare i
documenti programmatici per il nuovo sessennio. Tra questi
concetti, a titolo esemplificativo si sottolineano:

Sostenibilità;

Competitività

Approccio territoriale integrato

Innovazione.
GLI ORIENTAMENTI PER LA PROGRAMMAZIONE DOPO IL 2006
DALLA PROGRAMMAZIONE COMUNALE
ALL’ATTIVAZIONE DI PROGETTI
SPECIFICI PER LA RICHIESTA DI
COFINANZIAMENTO
Cosa si intende per “progetto”
 Un insieme di azioni che portano al raggiungimento
di obiettivi prestabiliti e che:

Siano inserite nella realtà dell’organizzazione che lo
propone;

Forniscano soluzioni ad uno o più problemi
1.
DALLA PROGRAMMAZIONE COMUNALE ALLA
RICERCA DI OPPORTUNITA’ DI
FINANZIAMENTO ESTERNE
Il punto di partenza
STRUMENTI DI
PROGRAMMAZIONE
COMUNALE
Programma di
Governo del Sindaco
Piano Generale di
Sviluppo
Relazione
Previsionale e
Programmatica
Bilancio pluriennale
Piano triennale
delle Opere
Pubbliche
Piani Esecutivi di
Gestione.
OPPORTUNITA’ DI
FINANZIAMENTO
ESTERNE
“Call for proposal”
Programmi
d’azione
Programmi di
Iniziativa
Comunitaria
Fondi strutturali
Bandi nazionali
Bandi regionali
Il punto di partenza
 In generale l’approccio da adottare deve essere del tipo
“problem solving”
 Partendo da esigenze o problemi concreti, si prevedono
possibili soluzioni, valutando la coerenza con le politiche
dell’Ente che promuove il Bando
La costruzione del progetto
 Può derivare da attività già previste che
possono essere “ricollocate” all’interno di un
progetto ad hoc
 costruzione del progetto “dal basso”
 Può essere stimolata dall’uscita di un bando
 costruzione del progetto “dall’alto”
La copertura finanziaria
 Prima di procedere è opportuno verificare che il soggetto
proponente sia in grado di assicurare la quota di
cofinanziamento prevista a suo carico o, comunque, che vi
siano i tempi e le modalità per poterla reperire
La ricerca delle opportunità
 I bollettini



Gazzetta Ufficiale delle Comunità Europee (GUUE)
Gazzetta Ufficiale italiana
Bollettino Ufficiale della Regione Puglia (BURP)
 Le news-letters
 I siti internet


www.europa.eu.int
Siti istituzionali
 I servizi specifici a disposizione dei Comuni della
Provincia di Lecce

L’Istituzione “Agenzia di Assistenza Tecnica agli Enti
Locali”
La scelta del bando
 Prima di procedere alla stesura del progetto, è sempre bene verificare
l’esistenza di bandi alternativi e, soprattutto, valutare la congruenza tra
i propri obiettivi e quelli dell’Ente erogatore del finanziamento
 Per esempio: Ente pubblico gestore di un Museo che intende
realizzare nuovi allestimenti
Cultura 2000
Obiettivo 1
•Si se si intendono
attivare scambi tra
collezioni
•Si se si tratta di
interventi di tipo
infrastrutturale
•No se si vuole
intervenire soltanto
sulla propria
struttura
•No se si ha
intenzione di
prevedere mostre
itineranti
2.
L’ELABORAZIONE DELLA
PROPOSTA PROGETTUALE
Considerazioni generali
 Prima di impegnarsi nell’elaborazione di un progetto è
fondamentale effettuare alcune considerazioni sui costi da
sostenere per predisporlo in rapporto alla percentuale di
riuscita
 Per evitare la dispersione di risorse, sia in termini di tempo
che di lavoro, occorre una attenta analisi di prefattibilità per
valutare la convenienza a predisporre il progetto
 In sintesi occorre verificare che:



Gli obiettivi dell’intervento che si intende realizzare o
dell’idea progettuale che si vorrebbe sviluppare,
convergano con quelli del bando
Siano disponibili le risorse finanziarie necessarie al
cofinanziamento (o vi siano i tempi e le modalità
necessarie per poterle reperire)
Vi siano sufficienti probabilità di successo in base a:
 La
rispondenza ai requisiti del bando
 La completezza dell’idea progettuale
 La disponibilità di fondi rispetto al numero ipotizzato di
risposte concorrenti
 E’ poi fondamentale riflettere sugli aspetti organizzativi:






Quanto il progetto risponde ai nostri obiettivi?
Chi lo promuove? Noi direttamente o un partner più qualificato
(istituzionalmente o tecnicamente)?
La nostra organizzazione è in grado autonomamente di redigere
la richiesta di sovvenzione?
Che contributo è in grado di fornire? Finanziario, Tecnico,
Istituzionale?
La nostra organizzazione è in grado di gestire il progetto
nell’eventualità in cui venisse finanziato?
Quanto tempo possiamo dedicare al progetto?
Valutazione dell’idea rispetto al bando
 Nell’ideazione del progetto occorre:




Verificare che i propri obiettivi risultino coerenti con
quelli previsti dal bando o, eventualmente,
ricalibrarli;
Verificare che si rientri tra le tipologie di soggetti
beneficiari e che non vi siano limitazioni per
l’ammissibilità;
Evitare duplicazioni di risultati già ottenuti;
A seconda della tipologia di finanziamento, evitare
la ripetizione di progetti già realizzati o in corso.
Costo e convenienza della presentazione del
progetto
 La valutazione del costo dipende dall’esperienza
conseguita nel formulare progetti:



È impossibile che una proposta venga formulata da una
sola persona;
La stesura richiede un certo numero di giornate
lavorative;
Il lavoro necessario per predisporre una proposta valida
varia da bando a bando in base:



Al livello di definizione dell’idea progettuale;
Al livello di partecipazione del soggetto all’interno del
progetto;
Alle dimensioni economiche e strutturali della proposta;
(In linea di massima occorre un impegno di 2/3 persone
qualificate per un paio di settimane);
Costo e convenienza della presentazione del
progetto

Nella presentazione di un progetto non bisogna sottovalutare
l’impegno necessario per mettere insieme una proposta
vincente.

Non tutte le proposte idonee vengono accettate: vige la regola
della competizione fra proposte.
Eventuale costituzione di un
partenariato
 Nel caso in cui il progetto che si intende definire
risponda ad un bando comunitario, occorre
costituire un partenariato: la Commissione
Europea, infatti, finanzia progetti che abbiano
una valenza europea. In quasi tutti i programmi
è necessario avere una o più controparti in altri
paesi europei.
 Sarà fondamentale avere un rapporto di lavoro
facilmente gestibile con il responsabile
dati/descrizione tecnica/budget in ciascun luogo
rappresentato nel progetto.
L’importanza dei partners
 Uno degli obiettivi principali dell’Unione è quello
di favorire la cooperazione tra i cittadini e le
organizzazioni degli Stati Membri
 Ne deriva che le azioni promosse a livello
comunitario devono avere un interesse
transnazionale
I partners di progetto
 La presentazione di proposte progettuali UE ha
quasi sempre come vincolo la costituzione di un
partenariato con operatori esteri (Paesi UE,
Allargamento, extra UE)
 I partners sono figure giuridiche che, attraverso
la presentazione di un progetto in maniera
congiunta, esprimono formalmente l’intento di
essere disposti a:


Impegnarsi in un investimento comune per
realizzare il progetto
Espletare in maniera coordinata una attività
pianificata
I ruoli
 I partners devono avere ruoli ben definiti all’interno del
progetto:



Coordinatore: è il responsabile del progetto di fronte alla
Commissione, svolge un ruolo fondamentale non soltanto dal
punto di vista tecnico, ma anche amministrativo
Partners: sono soggetti coinvolti a vario titolo nella realizzazione
del progetto; possono essere coinvolti finanziariamente oppure
no
Sub-contractors: sono soggetti coinvolti nella realizzazione
concreta delle attività, attraverso la definizione di incarichi
specifici
Il coinvolgimento dei partner all’interno
del progetto
 La proposte devono essere formulate
congiuntamente dai soggetti proponenti e devono:



Comprovare la capacità di ciacun partner
Indicare le risorse umane che lavorano al progetto
Riportare le risorse finanziarie necessarie per poter
ottenere i risultati dichiarati all’interno del progetto
La ricerca dei partners
 Normalmente le proposte di sovvenzione di un progetto
devono coinvolgere almeno due organismi di due Stati
Membri diversi, o di almeno uno Stato membro e uno Stato
associato all’Unione Europea.
 La ricerca dei partners può avvenire attraverso:





L’utilizzo di internet
Contatti professionali
Contatti informali
Le reti o le associazioni tematiche
Le giornate informative
La documentazione per la
presentazione del progetto
 Dopo aver effettuato le opportune valutazioni sulla
idoneità di un’idea progettuale, aver trovato la
rispondenza con un bando ed, eventualmente,
aver individuato i partner con i quali definire il
progetto, è opportuno assicurarsi di avere tutto il
materiale necessario per stilare la proposta da
inoltrare all’Ente erogatore del finanziamento.
La documentazione per la presentazione del progetto
 La maggior parte dei Bandi che regolamentano l’accesso alle
opportunità di finanziamento, sono accompagnati da un formulario che
indirizza il proponente nella struttura di una buona proposta
 A seconda dell’Ente erogatore del finanziamento il formulario può
essere più o meno articolato
 Si riportano una serie di documenti che aiuteranno nella redazione
della proposta: alcuni sono necessari (cfr formulario ed allegati), altri di
supporto. Non sempre tutti i documenti sono disponibili e, talvolta, la
loro nomenclatura può essere leggermente diversa.
La documentazione per la presentazione del progetto: i
documenti di accompagnamento
 Normativa di riferimento:


Rappresenta la base giuridica su cui è fondato il
bando. Stabilisce gli ambiti di intervento entro i quali
collocare le proposte
A livello comunitario, spesso i bandi sono preceduti
da comunicazioni sull’argomento in questione che
possono fornire utili indicazioni sugli orientamenti
della Commissione
La documentazione per la presentazione del progetto: i
documenti di accompagnamento
 Programma di lavoro:



È un documento molto importante emesso dalle singole
Direzioni Generali (nel caso di presentazione di una proposta a
livello comunitario) o all’interno del programma specifico per il
quale si sta redigendo la proposta. Descrive dettagliatamente
tutti gli obiettivi da rispettare e delinea gli ambiti di intervento
I programmi di lavoro possono essere richiesti ai Centri di
informazione, raccolti durante le giornate informative o scaricati
dai siti web di riferimento
Occorre leggere attentamente il programma di lavoro per
verificare che gli estremi dell’idea progettuale che si ha in mente
combacino con gli obiettivi e gli ambiti di lavoro prefissati
Il formulario
 Ogni formulario presenta un’articolazione differente e il materiale
richiesto al proponente può variare.
 Occorre seguire attentamente le istruzioni di ogni modulo e assicurarsi
che le parti per le quali è richiesta una firma vengano consegnate in
originale: la non osservanza di queste regole basilari può comportare
l’esclusione della proposta prima ancora che cominci il processo di
valutazione
 In linea di massima viene sempre richiesta una documentazione di
minima composta da due-tre sezioni:



Moduli amministrativi
Descrizione del progetto
Budget per la sua realizzazione
Gli allegati
 Anche in questo caso, gli allegati possono risultare
variabili. Ad esempio, possiamo ritrovare:


Guida per i proponenti: contiene le istruzioni specifiche per la
definizione di una corretta proposta, nonchè quali sono le spese
ammissibili, qual è la quota di cofinanziamento, quali sono gli
accorgimenti da seguire. E’ necessario assicurarsi di avere a
disposizione la versione aggiornata della guida, scaricandola dal
sito ufficiale di riferimento.
Procedura di valutazione: contiene i riferimenti ai soggetti
responsabili dei processi di valutazione, oltre ai criteri che
vengono osservati per l’attribuzione dei punteggi.
Le dichiarazioni ufficiali
 Per dichiarare la propria disponibilità a portare a
compimento quanto previsto all’interno della
proposta progettuale, i soggetti proponenti e gli
eventuali partner dovranno predisporre una lettera
di intenti sottoscritta e firmata dal legale
rappresentante dell’Ente. Laddove il formulario lo
preveda, occorrerà rispettare dei modelli di
riferimento.
La stesura del progetto:
considerazioni generali
 In sintesi, per predisporre un progetto
occorre definire chiaramente e in
maniera inequivocabile:






Il problema di partenza
Gli obiettivi che ci si prefigge
I risultati attesi
Le attività previste
I soggetti coinvolti
I costi
Struttura di una buona proposta
 La struttura di una buona proposta,
compatibilmente con quanto richiesto dal
formulario, prevede la definizione di una:



Parte amministrativa
Parte tecnica
Parte finanziaria
La parte amministrativa
 Prevede la presentazione dei soggetti coinvolti all’interno delle attività,
con riferimento ai ruoli di ciascuno e al coinvolgimento tecnicofinanziario
 Per ciascun soggetto, può essere richiesta una garanzia sulle
condizioni di affidabilità, da esprimere, ad es, attraverso una sintesi
dei progetti analoghi ai quali hanno preso parte e attraverso il bilancio
dell’ultimo esercizio
 Occorrerà riportare i dati di riferimento relativi alla natura giuridica del
soggetto, oltre a quelli amministrativi
La parte tecnica
 Contiene, solitamente:
















Il contesto della proposta progettuale, ovvero l’identificazione del problema,
lo “stato dell’arte”,
i beneficiari, diretti ed indiretti
il target di riferimento, ovvero i destinatari
i problemi da affrontare
lo scopo, ovvero il perché occorre un contributo pubblico,
gli obiettivi, generali e specifici
i risultati attesi,
gli indicatori di valutazione,
le attività previste e il modo in cui si svolgeranno tecnicamente,
l’eventuale innovazione apportata col progetto
le modalità di attuazione
i tempi
il team, ovvero le risorse umane necessarie,
le conseguenze per la collettività,
il valore socio-economico (talvolta espresso attraverso un’analisi costi-benefici)
La parte finanziaria
 Dovrà descrivere il costo totale del progetto e la sua scomposizione
per azioni. Le voci di spesa faranno riferimento soltanto ai costi
direttamente imputabili alla realizzazione delle attività, tenendo conto
delle eventuali limitazioni riportate nel bando. In linea di massima le
voci riguardano:





Costi del personale
Assistenza esterna
Beni durevoli
Materiali di consumo
Spese di viaggio o trasferta
 Dovrà, inoltre, essere indicata la quota di cofinanziamento prevista a
carico di ciascun soggetto coinvolto, nonché quella richiesta all’autorità
competente
Raccomandazioni fondamentali
 Durante la scrittura del progetto e/o al termine
della prima bozza, è opportuno riflettere sui
seguenti punti:

Ammissibilità dei partecipanti: controllare che tutti i
partecipanti soddisfino le condizioni che regolano la
partecipazione al bando (ad esempio l’adeguato
statuto giuridico delle organizzazioni coinvolte, il
rispetto delle condizioni minime per la costituzione
di consorzi, ecc.) e quelle relative alle particolari
attività contemplate (alcune attività potrebbero
essere riservate alle PMI, agli organismi attivi in un
particolare settore, ecc.)
Raccomandazioni fondamentali




Azioni specifiche ed obiettivi: controllare che le attività proposte
rientrino tra quelle previste nel bando considerato. Le proposte
non ammissibili e quelle che non riguardano attività previste dal
Bando, non saranno prese in considerazione
Criteri di selezione: alle proposte la cui valutazione non supera
la soglia minima prevista, non verrà concesso alcun
finanziamento
Gestione: presentare chiare prove a dimostrazione della
capacità di gestire un progetto delle dimensioni proposte
Contenuto: per avere buone probabilità di successo, le proposte
devono rispettare i criteri di selezione
Raccomandazioni fondamentali



Questioni etiche: indicare chiaramente le eventuali questioni
etiche sollevate, alla luce delle regolamentazioni applicabili in
materia e dell’attività di ricerca che dovrà essere svolta; indicare
come tali questioni verranno affrontate nel rispetto delle
normative nazionali applicabili
Presentazione: per avere buone probabilità di successo, le
proposte devono essere redatte in modo chiaro e comprensibile.
Esse devono essere inoltre precise e coincise. I valutatori
giudicano in base al contenuto e non al numero di pagine!
Risultati: per avere buone probabilità di successo, le proposte
devono indicare chiaramente i risultati attesi ed il modo in cui i
partecipanti intendono divulgare o sfruttare tali risultati
Raccomandazioni fondamentali





Completezza: le proposte devono essere complete dal momento
che sono valutate solo in base al materiale presentato. Occorre
seguire la struttura prevista dal formulario di presentazione delle
proposte
Partenariato: devono essere chiari i ruoli e le responsabilità
proprie dei vari partners
Concorrenza: si prevede una forte concorrenza ed un solo
elemento debole in una proposta.
Equilibrio: occorre verificare che la proposta rispetti i limiti di
costo e l’equilibrio fra le voci nel budget
Verifiche: può risultare opportuno interpellare colleghi non
direttamente coinvolti nella stesura del progetto per richiedere
una verifica della chiarezza di quanto esposto
L’invio della proposta
 Dopo aver completato una proposta e prima di
inviarla è opportuno effettuare un ultimo controllo
per assicurarsi di aver adempiuto a tutti gli obblighi
del bando. Basta una piccola svista per invalidare
tutto il lavoro portato avanti. E’ dunque opportuno
rileggere un’ultima volta il bando e gli allegati.
 Alcuni suggerimenti utili per l’ultimo controllo sono:





Abbiamo l’indirizzo corretto?
Abbiamo seguito le istruzioni per la busta?
Tutti i documenti che devono essere firmati sono in originale?
La proposta è inviata entro il termine indicato nel bando?
La proposta è inviata secondo le regole indicate dal bando?
Può risultare utile predisporre una ceck-list di controllo a partire dal
bando
I tempi e le tappe dell’attesa
 I tempi di attesa riguardano essenzialmente il processo di
valutazione. Il minimo previsto per la durata dell’iter
burocratico di valutazione è di 7-9 settimane. Spesso i
tempi sono ben più lunghi. Si può comunque comunicare
con l’Ufficio competente per sapere come stanno andando
le cose
 Il tempo necessario per la risposta varia relativamente ai
programmi e alla quantità di richieste di finanziamento da
valutare
I tempi e le tappe dell’attesa:
il processo di valutazione delle proposte
 Trasparenza e imparzialità: la valutazione delle proposte si
basa sulla trasparenza e sulla parità di trattamento. La
procedura di valutazione ed i criteri di valutazione sono
descritte nel Bando o negli allegati
 Iter: gli esperti esaminano le proposte individualmente e in
seguito si riuniscono per stabilire una graduatoria
 Graduatoria: una volta completata la valutazione l’Ente di
riferimento compila una graduatoria delle proposte tenendo
conto degli interessi pubblici. La graduatoria è stilata in
base alle disponibilità di bilancio indicate dal Bando
I tempi e le tappe dell’attesa:
il processo di valutazione delle proposte
 Proposte non accolte: le proposte pervenute
fuori dai termini o che non soddisfano i requisiti,
quelle che presentano un livello qualitativo
insufficiente o per le quali non esistono
adeguati finanziamenti, saranno dichiarate “non
accolte” dall’Ente di riferimento. Al proponente
interessato sarà comunicato l’esito negativo
della valutazione e le motivazioni principali di
questa decisione. In questi casi occorre
effettuare una valutazione interna delle cause
per vedere se il progetto merita di essere
ripresentato con delle modifiche
La realizzazione del progetto
 L’ammissione al finanziamento:
 nel caso in cui una proposta finisca tra quelle definite finanziabili
il soggetto proponente verrà opportunamente informato
attraverso una comunicazione ufficiale che potrà dare avvio
all’inizio delle attività
 La stipula del contratto: quando una proposta passa la
selezione vi sono ancora alcune procedure da seguire per
arrivare all’erogazione del finanziamento:



Eventuale fase di negoziazione del budget e forma del contratto
con l’Ente
Stipula dei contratti con tutti i partners
Eventuale costituzione di ATI (Associazione Temporanea
d’Impresa
La realizzazione del progetto
 La risoluzione dei problemi: a volte durante il periodo di
negoziazione possono sorgere dei problemi con i partner o
con L’Ente. Questi problemi possono nella grande
maggioranza dei casi essere risolti grazie all’impegno dei
coordinatori.
 L’inizio delle attività: dopo le firme di tutti i contratti il
progetto entra nella fase di realizzazione. Occorre
precisare che una volta approvata, la proposta rappresenta
la base del contratto: pertanto ogni variazione sostanziale
della stessa dovrà essere concordata con l’Ente erogatore
del finanziamento.
La realizzazione del progetto
 La realizzazione del progetto: il coordinatore inizia
la gestione assumendo il controllo delle attività
eseguite dai partners.
 Il rispetto dei tempi previsti: i partners,
relativamente ai ruoli e compiti stabiliti procedono
nell’esecuzione di quanto previsto rispettando il
calendario
La realizzazione del progetto
 Stati di avanzamento e reportistica: durante lo svolgimento
del progetto l’Ente richiederà un invio periodico di materiali
allo scopo di consentirgli di monitorare l’andamento dei
lavori svolti. Tali materiali sono definiti contrattualmente,
specificando la loro struttura, i tempi di consegna e il
partner responsabile del loro contenuto. L’Ente può
richiedere rapporti periodici dal coordinatore che attestino
le attività svolte, le risorse impiegate, i problemi sorti, le
decisioni intraprese, gli incontri effettuati, ecc. Sono di
solito bimestrali o trimestrali
La realizzazione del progetto
 La diffusione dei risultati: avviene attraverso
 canali interni:
 Reports

interni
 Seminari
comunicazioni esterne:
 Seminari e workshop
 Siti web
 Materiale cartaceo
 Attraverso mass-media
N.B.: La scelta dei metodi di diffusione deve essere adeguata al
tipo di progetto, ai possibili gruppi di utenti dei risultati, alle
risorse finanziarie
La realizzazione del progetto
 Gestione generale, rendicontazione e controllo: la
gestione generale delle attività spetta, di norma, al
coordinatore che, eventualmente, può avvalersi di
assistenza esterna qualificata. Il coordinatore
rappresenta il punto di riferimento per i rapporti
con l’Ente erogatore dei fondi, nonché il principale
responsabile dell’andamento generale dei lavori.
La realizzazione del progetto
 La rendicontazione deve seguire le
regole descritte nel bando e negli allegati
e si deve attenere al budget definitivo. E’
bene esplicitare ai partners le regole
amministrative della rendicontazione,
prima dell’avvio del progetto. Le attività
di controllo saranno a cura dell’Ente
erogatore dei fondi o di eventuali
comitati di sorveglianza
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Abstract