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Sistemi economici e sociali di Puglia e Basilicata
Anno XVI – /
novembre
–€ ,
– Settimanale di informazione economica – www.gazeco.it – Spedizione in abb. postale
% Art c.
/B L.
/
– Filiale di Bari
Anticipazioni – Il rapporto sulla situazione pugliese
Verdetto Bankitalia
“Regione a rilento”
I
primi tre trimestri del
? Una fase di debole ripresa, trainata da esportazioni e agroalimentare, ma la cui prosecuzione è messa a rischio dal quadro di estrema incertezza
riguardante domanda interna, finanziamenti
e andamento del mercato. Lo rileva Banca
d’Italia nel documento “L’economia della Puglia”. Segnali positivi da occupazione e credito, male le costruzioni e il clima di fiducia
delle imprese.
BUONO A PAG. 5
OLTRE LA CRISI
Il senso
del
dovere
di DIONISIO CICCARESE
N
Indagine – Passa solo il % dei giovani meridionali
Mutui al Sud
una chimera
on è tempo di “good
news”. La crisi fa sentire i suoi morsi, la speculazione soffoca il Paese e il m
ondo della politica, al solito, è
più preoccupato della propria
privilegiata esistenza che della
sopravvivenza di gran parte del
Paese. Tuttavia questi nostri
politici non sono lì per caso, ma
“solo” perché li abbiamo votati. Elezioni, larghe intese, fine
del berlusconismo e via dicendo segnano un’agenda informativa che continua a garantire salvacondotti per una classe
politica arrogante, pasticciona,
incompetente e ipocrita.
Il mondo dell’impresa strepita, quello dei lavoratori impreca e soffre, quello dei giovani
vive un’ansia anticipatoria per
quel futuro che non c’è e neanche si intravede. Bankitalia
avverte che gli investimenti
sono fermi, reggono solo le
esportazioni, ma questo non
basta a generare dinamica economica. I consumi calano,
cresce l’indebitamento delle
famiglie (il che è preoccupante
nel momento in cui le banche
hanno di molto alzato le proprie asticelle per le concessioni dei prestiti) e le imprese
sono schiacciate nella morsa
di una domanda che scema ed
un’offerta che resta inevasa.
Il tutto finisce nel calderone
autoreferenziale di show televisivi inseguiti e commentati
dalla carta stampata. Eppure
questa overdose informativa a
dispetto di quel che si potrebbe
immaginare uccide la percezione. La stritola, la manipola, la
confonde fino al punto che gli
italiani non hanno ancora ben
capito che la crisi è autentica e
ci riguarda uno per uno. L’opinione pubblica scarica su quei
politici che ha eletto, ma tra
noi c’è chi continua a evadere
le tasse, c’è una burocrazia che
Europa
Tre premi
Istat-Cnel
Il libro
Agricoltura
e ambiente
non vanno
d’accordo
La Puglia
regina
dello
Smau
Benessere
solo
se c’è
la salute
Comunicare
elimina
molte
incertezze
SEGUE A PAG. 17
LEVANTACI PAGG. 8 E 9
DAPONTE PAGG. 12 E 13
COLELLA PAGG. 6 E 7
TRAVERSA A PAG. 21
SCHIRONE ALLE PAGG. 2 E 3
LA SCOMPARSA
Novacco
un vero
alfiere
di ORESTE BARLETTA
“Il
Mezzogiorno
ha
bisogno di una speranza di futuro”, diceva Nino Novacco – scomparso
a
anni nella notte fra domenica e lunedì scorsi – in un’intervista rilasciata alla “Gazzetta
dell’Economia” cinque anni fa in
occasione del sessantennale della Svimez, l’Associazione per lo
sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno; che, dopo tredici anni
di vicepresidenza, Novacco ha
presieduto dal
al
(per
diventarne presidente emerito),
al culmine di un impegno meridionalistico iniziato proprio alla
Svimez nel lontano
.
“Impegnarsi per accorciare
le distanze fra il Nord e il Sud
significa lavorare per il futuro
di tutti gli italiani”, aggiungeva. Poiché “non è possibile
pensare a politiche per un’Italia
senza Mezzogiorno”. Affermazione, questa, in piena sintonia
con quella del capo della Stato
quando sostiene che la crescita
economia e sociale del Paese
non può ripartire “in assenza di
una strategia di valorizzazione
del potenziale decisivo apporto
delle risorse del Mezzogiorno”.
Economista di vaglia, studioso di problemi dello sviluppo
anche fuori dal nostro Paese
(nell’area mediterranea e in
Sud America), Nino Novacco
può essere definito un combattente animato dalla grande
passione in cui trovava fondamento il suo impegno meridionalistico.
Impegno mai declinato in
chiave regionalistica o localistica. Poiché Novacco è stato
sempre convinto, “rabbiosamente” convinto – si potrebbe
affermare – che il Nord da solo
non può farcela. E che, diceva,
senza il Sud l’Italia “resterà
piccola e destinata al declino”.
Convinzione che, grazie a lui e
alla Svimez tutta intera di ieri e
di oggi, sembra aver guadagnato sostenitori.
2
12-18 novembre 2011
Rapporti
Casa – Proibitivo l’accesso ai finanziamenti
Agli under 30
del Sud
mutuo difficile
Solo il 3% delle domande dei giovani
meridionali viene accettata dalle banche a causa
delle troppe incertezza. La richiesta media
è di 133mila euro pari al 74% del valore
dell’immobile da acquistare
U
n’indagine di Mutui.it mette alla luce i
problemi dei giovani nel Sud Italia per
l’acquisto della prima casa. Nel Mezzogiorno, infatti, il mutuo sembra davvero inaccessibile agli under . A richiederlo, in questa
fascia d’età, è il % degli italiani, ma solo il %
riesce ad ottenerlo. Questione di garanzie, di
certezze, di un futuro che non promette nulla di buono. Secondo il comparatore online di
mutui, sono in particolare i giovani meridionali
quelli che incontrano le difficoltà maggiori in
relazione alle domande arrivate negli ultimi
Senza lavoro e garanzie
è sempre più difficile
È Napoli la città in cui le case da acquistare
costano di più: il valore dell’immobile arriva a
mila euro di media; Agrigento, di contro, è
il fanalino di coda: il valore medio non supera i
mila euro. “Se questo è il desiderio dei giovani del Mezzogiorno – ha spiegato l’Amministratore Delegato di Mutui.it, Alberto Genovese – la
realtà è diversa. Nemmeno il % delle loro domande si concretizzerà in un mutuo concesso.
La mancanza di contratti di lavoro stabili, l’indi-
Classifica ammontare mutui in Puglia
BARI
€
.
BRINDISI
€
.
FOGGIA
€
.
BAT
€
.
LECCE
€
.
TARANTO
€
.
mesi da Puglia, Basilicata, Calabria, Campania e
Sicilia. Analizzando in maniera più approfondita le domande delle cinque regioni considerate, risulta evidente come la richiesta media sia
di
mila euro (meno della media nazionale,
di
mila), pari al % del valore dell’immobile
da acquistare. Nel
% dei casi si preferisce il
tasso fisso (percentuale superiore rispetto alla media, del %), solo nel % quello variabile
( % a livello italiano).
I giovani chiedono un mutuo
a circa 27 anni
Gli under
del Mezzogiorno, che hanno mediamente anni al momento della compilazione
del preventivo (dato in perfetta media nazionale), aspirano ad ottenere un mutuo della durata
di anni. Gli importi più elevati sono richiesti in
Campania ( mila euro), quelli più bassi in Calabria ( mila). I Calabresi, inoltre, si rivelano i più
prudenti: qui le preferenze per il tasso fisso raggiungono addirittura il % del totale. Più attenti
ai mutamenti del mercato e fiduciosi nel tasso
variabile sono siciliani e lucani: nel loro caso la
percentuale di richieste sale al %, restando comunque al di sotto della media italiana. La provincia meridionale che ama di più il tasso fisso è Catanzaro (la percentuale arriva addirittura al %),
quelle che richiedono maggiormente il tasso variabile sono Ragusa e Potenza, entrambe con il
% di richieste; il loan to value maggiore (vale a
dire la percentuale di finanziamento rapportata
al valore dell’immobile) lo troviamo a Brindisi, Enna e Siracusa, province in cui si vorrebbe pagare
attraverso il mutuo il % della casa.
sponibilità di un cointestatario o di un garante e
una bassa affidabilità creditizia sono le motivazioni principali di questo freno alla concessione
del finanziamento”
La situazione al dettaglio in Puglia
In Puglia si registra una richiesta media di
.
euro da parte degli under , che equivale al % del valore degli immobili da acquistare.
% contro % è il rapporto tra le richieste di tasso fisso e quelle di tasso variabile. Nel dettaglio,
gli importi maggiori sono richiesti a Bari ( mila euro), poi a Brindisi ( .
), Foggia e BAT
( mila), Lecce ( .
) e Taranto ( mila).
Brindisi è la città con il loan to value più elevato,
pari al %, mentre a Bari il finanziamento a tasso
variabile raccoglie il più alto numero di consensi ( %). Taranto, infine, richiede in percentuale
maggiore il tasso fisso ( %).
La situazione al dettaglio in Basilicata
In Lucania, gli under
che vorrebbero richiedere un mutuo fanno domanda per
mila euro, vale a dire il , % del valore dell’immobile.
Il tasso fisso prevale nettamente sul variabile:
% vs %. È Matera la provincia in cui la media
degli importi è nettamente più alta, con
mila
euro richiesti, contro i
mila di Potenza (che
oltretutto vanta un rapporto tra mutuo e valore
dell’immobile più elevato) del % (contro il %
di Matera). A Matera le richieste di finanziamento a tasso fisso sono il % del totale, mentre nella provincia di Potenza solo il %.
ALESSANDRO SCHIRONE
L’analisi – Ecco i dati di Mutui.it
Orribile 2011
un calo del 20%
I
mutui continuano a rappresentare la cartina di tornasole della situazione economica del Paese: per questo, l’Ufficio Studi di Mutui.it (www.
mutui.it) ha fatto il punto
sulla situazione guardando
come sia cambiato il mercato in questo annus horribilis,
scoprendo che negli ultimi sei
mesi i mutui si sono davvero
ristretti: considerando il periodo compreso tra aprile e
settembre
il valore medio
delle erogazioni di mutuo si è
ridotto del %.
La percentuale sale fino al
% se isoliamo le sole richieste di mutuo per l’acquisto
della prima casa. Questo dato, messo a confronto con la
sostanziale stabilità sia del valore medio degli immobili (che
oscilla, nel corso dei sei mesi,
tra
mila e
mila euro),
sia dell’importo richiesto (che
varia da
mila a
mila euro), implica un drastico calo
della percentuale finanziata.
Se ad aprile
le banche
arrivavano a finanziare il %
del valore dell’immobile, a
settembre si fermano al %.
In altre parole: se ad aprile il
mutuo medio erogato era di
mila euro, a settembre è
sceso a
mila euro.
Il quadro che affiora diventa anche più offuscato se
consideriamo solamente le
erogazioni di mutui prima casa: in questo caso, il loan to
value si riduce maggiormente,
passando dal % al %. Si è
scesi, in sostanza, da
mila a
mila euro di mutuo. Ma come bisogna interpretare questi dati? “La ragione di questa
Rapporti
12-18 novembre 2011
3
Classifica regionale dell’ammontare richiesto dai pensionati
italiani per un prestito:
Basilicata
Sardegna
Lombardia
Campania
Lazio
Marche
Piemonte
Umbria
Sicilia
Puglia
Calabria
Liguria
Veneto
Toscana
Abruzzo
Friuli Venezia Giulia
Emilia Romagna
Molise
Trentino Alto Adige
Valle d’Aosta
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
n.d.
n.d.
n.d.
Lo studio – Fanno più ricorso al credito al consumo
Sul fronte prestiti
esposti gli anziani
Classifica delle finalità per cui i pensionati italiani hanno
richiesto un prestito negli ultimi dodici mesi:
Il “mutuo cap” è una formula
a tasso variabile che
stabilisce un tetto massimo
per il tasso d’interesse
flessione nelle erogazioni va
cercata – secondo l’ad di Mutui.it, Alberto Genovese – in
primo luogo nella maggiore
diffidenza delle banche, sempre più restie a concedere
mutui con LTV molto elevati,
non supportati da sufficienti
garanzie”.
Complice l’incredibile clamore mediatico suscitato
dal netto rialzo dei margini,
le paure sul futuro del proprio mutuo sono aumentate
sensibilmente, tanto da aver
condotto molte persone alla
prudenza a tutti i costi. Conseguenza di questa situazione è
che, anche se i finanziamenti
a tasso variabile restano sicuramente i più convenienti nel
breve periodo, l’interesse degli Italiani si sta focalizzando
sempre più sul tasso fisso.
Da aprile a settembre
Mutui.it ha registrato un aumento del , % delle richieste di mutui a tasso fisso: il
netto incremento è bilanciato
dal calo delle richieste di tasso variabile (- , %) e di tasso
variabile con cap (- , %).
“Se nei mesi scorsi si paventava un aumento di Euribor ed Eurirs – ha proseguito Genovese – oggi sono
gli spread bancari a incutere
timore nei risparmiatori e in
chi è alla ricerca di un nuovo
mutuo. In questa generale difficoltà comparare le diverse
proposte di banche e istituti
finanziatori è indispensabile
per muoversi nel mercato in
maniera consapevole. Le opportunità migliori esistono, e
vanno cercate”.
a.s.
Liquidità
Ristrutturazione casa
Auto e moto nuove/km
Consolidamento debiti
Auto e moto usate
Acquisto immobile
Arredamento
Matrimonio e cerimonie
PC ed elettronica
Viaggi e vacanze
Altro
N
on ci sono solo i giovani e le loro difficoltà
nell’ottenere il mutuo relativo all’acquisto della prima casa, ma nelle recenti indagini
spuntano anche i pensionati, ben inseriti invece in un discorso più ampio sul credito al consumo. Secondo l’analisi di Prestiti.it (www.prestiti.it), infatti, il , % delle richieste di prestito
personale arriva dagli anziani. La percentuale
diventa sbalorditiva: circa
mila italiani in
pensione, nell’ultimo anno, hanno avuto la necessità di ricorrere al credito al consumo.
“Se pensiamo che il , % dei pensionati italiani riceve una pensione inferiore ai mille euro
mensili – ha evidenziato Marco Giorgi di Prestiti.
it – ci rendiamo conto di come il ricorso ai prestiti personali sia una scelta utile per dilazionare le
spese e pianificare meglio i pagamenti”.
Secondo Prestiti.it, infatti, il pensionato che
fa domanda di prestito ha in media
anni,
cerca un finanziamento di circa mila euro e
vorrebbe rimborsarlo in
mesi, quindi più di
anni e mezzo. Le richieste arrivano prevalentemente dagli uomini ( %). La somma e la durata del prestito si convertono in una rata me-
,
,
,
,
,
,
,
,
,
,
,
%
%
%
%
%
%
%
%
%
%
%
dia mensile che oscilla attorno ai
euro. Un
numero così alto di richiedenti rivela come il
ricorso ai finanziamenti sia ormai un’abitudine
anche fra i più anziani, ma dall’altro racconta
come la congiuntura economica abbia messo in
difficoltà una fetta considerevole della popolazione italiana.
A ulteriore riprova di questo è il fatto che più
di un quarto del campione chiede un prestito
per liquidità ( %), cioè per avere una maggiore disponibilità di contante con cui affrontare
le spese quotidiane. Seguono, nell’ordine, le
richieste di chi ha bisogno di denaro per ristrutturare casa ( , %), e per comprare un’auto ( %). L’ , %, poi, ha bisogno di un prestito
per consolidare i propri debiti, vale a dire per
riunire i finanziamenti già in corso creando un
prestito unico.
A livello regionale, le aree in cui la percentuale di richieste da parte di pensionati supera
notevolmente la media nazionale sono la Campania e la Puglia: qui arrivano a rappresentare
il , % del totale.
a.s.
[ ]
ph: angelo.gi
SE DITe
stampa
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SEDIT
S
e dite stampa dite Sedit. Punto di riferimento per la stampa
anche di quotidiani nel Sud Italia, partner privilegiato di case
editrici e aziende. Tecnologie, conoscenza e organizzazione:
la risposta alle nuove sfide della comunicazione e della stampa.
70026 Modugno (Bari)
www.sedit.biz
Rapporti
Nel primo semestre
le esportazioni sono
aumentate del 22%
rispetto allo stesso
periodo del 2010
e hanno superato
i livelli del 2008
prima della crisi
5
12-18 novembre 2011
Tra i settori
produttivi stentano
le costruzioni
con il comparto delle
opere pubbliche in
rallentamento. Bene
anche il turismo
e il traffico merci
MAURIZIO LOZZI, VALERIO VACCA, VINCENZO UMBRELLA, CESARE PEDONE
I dati sull’economia – Il quadro sui primi nove mesi dell’anno tracciato dagli analisti di Bankitalia
La piccola ripresa della Puglia
non attenua la paura del futuro
Q
uella che abbiamo attraversato nei primi tre trimestri del
è stata una fase di debole ripresa, che è messa tuttavia
in discussione dalle incertezze riguardanti l’evoluzione della domanda interna, il finanziamento dell’economia e l’andamento del mercato. È quanto rilevato da Banca d’Italia nel documento
“L’economia della Puglia”, presentato alla stampa nella sede barese di corso Cavour dal direttore uscente Vincenzo Umbrella (sarà
sostituito da Giorgio Salvo, responsabile della filiale di Trento), Valerio Vacca, Maurizio Lozzi e Cesare Pedone.
A trainare la ripresa è la domanda estera: nel primo semestre del
le esportazioni sono aumentate del % rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente, in accelerazione anche rispetto alla media delle regioni meridionali (+ , %) e del Paese (+ , %).
Per la prima volta le vendite all’estero hanno in questo modo recuperato (superandoli di punti percentuali) i livelli pre-crisi (primo
semestre
). Brillano i settori siderurgico, metalmeccanico e
farmaceutico.
Ristagna la produzione industriale, che, con l’eccezione dei comparti agroalimentare e metalmeccanico, non ha beneficiato della
crescita delle esportazioni, facendo registrare solo un moderato
miglioramento.
Stenta a decollare, di pari passo, anche il clima di fiducia degli
imprenditori, rimasto sui livelli dell’anno passato e responsabile del
rallentamento degli investimenti: in particolare le aspettative per
i prossimi mesi risentono negativamente delle attese di riduzione
degli ordinativi.
Continua ad accusare difficoltà il settore delle costruzioni. Nel
comparto residenziale il numero delle transazioni immobiliari nel
primo semestre è stato inferiore del , % rispetto allo stesso periodo del
(prezzi su dell’ , %, giù dell’ , % al netto dell’inflazione).
Anche per quel che riguarda il comparto delle opere pubbliche, si è
ridotto sensibilmente (del , %, - , % su base nazionale) il valore
dei bandi pubblicati.
Fanno segnare invece dati tutto sommato positivi i servizi, con
turismo e trasporti sugli scudi. Le prime cifre ufficiali testimoniano
un lieve incremento dei movimenti turistici (dovuto principalmente al flusso dei visitatori stranieri), così come del traffico merci (bene Taranto) e container (bene Bari) nei porti (lieve flessione per
quello passeggeri) e di quello passeggeri (+ , %) negli aeroporti
(Brindisi su tutti).
Altro piccolo segnale positivo è la lieve ripresa dell’occupazione (ancora lontana, però, dai livelli pre-crisi), ascrivibile in primo
luogo alle donne e agli autonomi: nel primo semestre del
i
lavoratori in Puglia sono aumentati dell’ , % (circa
mila unità)
rispetto al corrispondente periodo del
. In Italia e al Sud ci si
è fermati al + , %.
Superiore alla media del Mezzogiorno e del Paese anche l’espansione del credito, nonostante la maggiore rigidità dei criteri per l’erogazione dei prestiti da parte delle banche. Le elargizioni alle imprese (soprattutto di grandi dimensioni) crescono più di quelle alle
famiglie (+ , % a + , % nei dodici mesi terminanti a giugno), penalizzate dalla debolezza del mercato immobiliare e dall’aumento dei
tassi di interesse (nel periodo considerato), ma prosegue il deterioramento della qualità del credito (per nuove sofferenze e incagli).
Esportazioni (ͩ)
ȋ†ƒ–‹–”‹‡•–”ƒŽ‹Ǣ‹†‹…‹ͪͨͨͨίͩͨͨȌ
ͩͭͨ
Puglia
Mezzogiorno
ͩͬͨ
ͩͫͨ
ͩͪͨ
ͩͩͨ
ͩͨͨ
ͱͨ
Ͱͨ
ͪͨͨͯ
ͪͨͨͰ
ͪͨͨͱ
ͪͨͩͨ
ͪͨͩͩ
Fonte: elaborazioni su dati Istat.
(1Ȍ I dati sono destagionalizzati. Esportazioni totali al netto del ramo
coke e prodotti petroliferi raƥnati.
ANDREA BUONO
Scheda – Lieve aumento degli occupati
Scheda – Le banche molto più selettive
Mercato del lavoro
numeri… ingannatori
Credito alle famiglie
la domanda è ferma
ͩͨͮ
Occupazione (ͩ)
Prestiti bancari (ͩ)
ȋ†ƒ–‹–”‹‡•–”ƒŽ‹Ǣ‹†‹…‹ͪͨͨͭίͩͨͨȌ
ȋ†ƒ–‹‡•‹Ž‹Ǣ˜ƒ”‹ƒœ‹‘‹’‡”…‡–—ƒŽ‹•—‹ͩͪ‡•‹Ȍ
Puglia
ͩͨͬ
ͪͨ
Imprese
Mezzogiorno
ͩͨͪ
ͩͨͨ
Famiglie consumatrici
ͪͨ
Totale
ͩͭ
ͩͭ
ͩͨ
ͩͨ
ͭ
ͭ
ͨ
ͨ
ͱͰ
ͱͮ
ͪͨͨͮ
ͪͨͨͯ
ͪͨͨͰ
ͪͨͨͱ
Fonte: elaborazioni su dati Istat, rilevazione continua sulle forze di lavoro.
(1Ȍ I dati sono destagionalizzati.
T
ra le note meno dolenti del rapporto vi è
certamente la (moderata) ripresa del mercato del lavoro, su cui ha inciso il modesto incremento dell’attività produttiva, favorito in
particolare dalle esportazioni e più marcato
nei settori agroalimentare e metalmeccanico.
Resta tuttavia da effettuare una considerazione di fondo: il + , % fatto registrare nel primo semestre
(dato superiore alla media
delle regioni meridionali e anche nazionale)
è bastato a recuperare solamente un quarto
degli occupati del periodo pre-crisi: mancano
all’appello, infatti, oltre
mila lavoratori rispetto al picco (dal
) della prima metà
del
…
ͪͨͩͨ
ͪͨͩͩ
Il settore terziario è quello che ha fornito
l’apporto più rilevante all’aumento dell’occupazione.
Il numero dei lavoratori in cerca di occupazione si è ridotto del , % (- , % nel Mezzogiorno). In presenza di una lieve espansione
della forza lavoro, il tasso di disoccupazione è
pertanto sceso al , %, oltre un punto percentuale in meno rispetto a dodici mesi prima (a
Sud è del , %). Il moderato aumento dell’attività produttiva ha avuto riflessi anche sulla
dinamica della cassa integrazione guadagni (% richieste di autorizzazione da parte delle
imprese).
a.b.
ͪͨͨͮ
ͪͨͨͯ
ͪͨͨͰ
ͪͨͨͱ
ͪͨͩͨ
ͪͨͩͩ
(1Ȍ I dati •‹”‹ˆ‡”‹•…‘‘ƒŽŽƒ”‡•‹†‡œƒ†‡ŽŽƒ…‘–”‘’ƒ”–‡ǡ‡•…Ž—†‘‘Ž‡•‘ơ‡”‡œ‡‡‹’”‘–‹…‘–”‘–‡”‹‡‡ƒ
partire da ottobre 2007 comprendono le segnalazioni della Cassa depositi e prestiti. Le variazioni sono corrette
’‡”Ž‡…ƒ”–‘Žƒ”‹œœƒœ‹‘‹‡Ž‡”‹…Žƒ••‹Ƥ…ƒœ‹‘‹ǤŽ†ƒ–‘”‡Žƒ–‹˜‘ƒ†ƒ‰‘•–‘͖͔͕͕°’”‘˜˜‹•‹‘”‹‘Ǥ
I
l credito a famiglie e imprese aumenta, lo fa
ad un tasso superiore rispetto a quello medio
del resto del Mezzogiorno e del Paese, ma le
banche cominciano ad essere sempre più selettive e ad adottare criteri sempre più stringenti
e a peggiorare è la qualità del credito: a giugno
il flusso annuale delle nuove sofferenze è stato del % (stabile rispetto a dicembre); il tasso
di ingresso in sofferenza dei prestiti concessi
alle imprese è rimasto intorno al , %; quello
relativo alle famiglie è invece migliorato di circa
un decimo di punto; l’incidenza delle partite in
temporanea difficoltà (incagli) sui prestiti non
in sofferenza è aumentata al , % (in lieve rialzo
rispetto alla fine del
).
Nel primo semestre del
la domanda di mutui da parte delle famiglie è risultata pressoché stagnante (in leggero rialzo i tassi, al , % a metà
,
a fronte di una crescita nel precedente semestre
e di una diminuzione, per ora solo prevista, nella
seconda parte dell’anno), quella di finanziamenti
per il consumo si è ridotta, in corrispondenza della
flessione degli acquisti di beni durevoli.
Per quanto riguarda le imprese, la domanda
di credito (trainata comunque dalle operazioni
a scadenza e dalle forme di prestito a breve termine: scarsa la domanda legata agli investimenti) si è indebolita nel primo semestre del
e
le condizioni di accesso si sono inasprite specie
a.b.
nel comparto delle costruzioni.
6
12-18 novembre 2011
Rapporti
Indagine Cnel – Istat sul concetto di benessere
Prima di tutto
ci sono sempre
salute e futuro
Un’iniziativa che, attraverso il coinvolgimento
di 45mila cittadini intervistati, punta a integrare
indicatori economici, sociali e ambientali
con misure di diseguaglianza e sostenibilità
I
l concetto di benessere cambia secondo tempi, luoghi e culture; non può quindi essere
definito univocamente, ma solo attraverso un
approccio che coinvolga le società stesse nella
definizione delle dimensioni che costituiscono i
fondamenti del benessere (salute, lavoro, benessere materiale, inquinamento, ecc.). Nel dicembre
Cnel e Istat hanno annunciato l’avvio di
un’iniziativa congiunta volta a misurare il “benessere equo e sostenibile” (Bes), integrando indi-
, ecc.) è pari al %. Questo vuol dire che chi ha
risposto con punteggi sempre uguali ha dato
essenzialmente tutti . Si tratta, comunque, di
una minoranza di intervistati: nell’ % dei casi gli
intervistati hanno fornito almeno una coppia di
voti diversi.
Ogni dimensione ha ricevuto punteggi elevati:
il valore medio varia tra , dell’essere in buona
salute e il , del partecipare alla vita della comunità. Essere in buona salute è la condizione più
Punteggio medio attribuito alle
dimensioni del benessere dalle persone di
anni
Anno
Fino a
-
MASCHI
Essere in buona salute
Poter assicurare il futuro dei figli dal punto di vista economico e sociale
Avere un lavoro dignitoso di cui essere soddisfatto
Un reddito adeguato
Buone relazioni con amici e parenti
Essere felici in amore
Sentirsi sicuri nei confronti della criminalità
Un buon livello di istruzione
Il presente e il futuro delle condizioni dell’ambiente
Vivere in una società in cui ci si possa fidare degli altri
Istituzioni pubbliche in grado di svolgere bene la loro funzione
Servizi di pubblica utilità accessibili e di buona qualità
Tempo libero adeguato e di buona qualità
Poter influire sulle decisioni dei poteri locali e nazionali
Partecipare alla vita della comunità locale attraverso strutture politiche o
associazioni
FEMMINE
Essere in buona salute
Poter assicurare il futuro dei figli dal punto di vista economico e sociale
Avere un lavoro dignitoso di cui essere soddisfatto
Un reddito adeguato
Buone relazioni con amici e parenti
Essere felici in amore
Sentirsi sicuri nei confronti della criminalità
Un buon livello di istruzione
Il presente e il futuro delle condizioni dell’ambiente
Vivere in una società in cui ci si possa fidare degli altri
Istituzioni pubbliche in grado di svolgere bene la loro funzione
Servizi di pubblica utilità accessibili e di buona qualità
Tempo libero adeguato e di buona qualità
Poter influire sulle decisioni dei poteri locali e nazionali
Partecipare alla vita della comunità locale attraverso strutture politiche o
associazioni
,
,
,
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,
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,
,
Persone di anni e più per
dimensioni del be
Anno
, composizioni percentuali
Da
a
Maschi
,
Femmine
,
Essere in buona salute Maschi e
,
femmine
Poter assicurare
il futuro dei figli
dal punto di vista
economico e sociale
catori economici, sociali e ambientali con misure
di diseguaglianza e sostenibilità. I dati presentati
dall’Istat sono il risultato di una prima consultazione dei cittadini sull’importanza delle dimensioni del benessere.
L’Istat ha chiesto ai mila intervistati residenti
in Italia dai anni in su di fornire un punteggio
da a
ad una lista di condizioni che corrispondono ad altrettante dimensioni del benessere, senza alcun vincolo. Per i cittadini gli aspetti
rilevati sono tutti importanti e contribuiscono al
benessere del Paese. I giudizi sono stati espressi
in modo omogeneo dagli intervistati con pochissime differenze di genere, età, titolo di studio e
territorio. Per verificare se gli intervistati hanno
avuto la tendenza a rispondere a tutte le dimensioni allo stesso modo sono stati analizzati anche
i principali profili di risposta, i quali appaiono piuttosto diversificati. All’interno di una tendenza a
fornire voti elevati, è presente una buona articolazione dei giudizi di risposta in cui non mancano
valutazioni con punteggi molto bassi. I voti , e
sono presenti almeno una volta nel % dei casi.
Il fatto che voti bassi siano presenti con frequenze progressivamente decrescenti (il è presente
almeno una volta nel % dei casi, il nel %, il
nel %, il nel %, il nel %, l’ nel % e lo nel %),
sta ad indicare che le dimensioni sono percepite
tutte come rilevanti.
La tendenza a fornire
punteggi pieni (ossia volte il punteggio “ ”) si è verificata solo
per l’ , % degli intervistati. Complessivamente
la percentuale di chi ha fornito tutti punteggi
uguali (ossia considerando anche chi da tutti ,
importante per il benessere individuale. Ben il
, % delle persone di anni e più dà a questa
dimensione punteggio .
Al secondo posto la possibilità di assicurare un
futuro ai figli (voto medio: , ; , % di ). Per i
cittadini è molto importante assicurare alle generazioni future un livello di benessere equivalente
al nostro. Rilevante è anche la preoccupazione
per le condizioni dell’ambiente (voto medio:
, ). Queste due dimensioni rimandano al problema della sostenibilità economico-finanziaria,
ambientale e sociale dell’attuale stile di vita.
Al terzo e quarto posto si situano due dimensioni correlate: avere un lavoro dignitoso ( , ) e
avere un reddito adeguato ( , ) con rispettivamente il , % e il % di .
Un’altra dimensione che emerge chiaramente
è quella interpersonale: avere buone relazioni
con parenti e amici ( , ) e essere felici in amore
( , ). La sicurezza personale e la fiducia sono elementi rilevanti: il potersi sentire sicuro nei confronti della criminalità ha un punteggio medio di
e una società in cui ci si possa fidare degli altri
un punteggio appena inferiore ( , ). La partecipazione politica e sociale è considerata meno
rilevante, con punteggi medi inferiori a sia per
la possibilità di influire sulle decisioni dei poteri
nazionali e locali, sia per la partecipazione alla
vita della comunità locale. In particolare, la percentuale di chi ha dato punteggio
a questi aspetti è molto contenuta: rispettivamente , %
e , %.
SANTA COLELLA
Obiettivi: equità e sostenibilità
Consultazione
su dodici punti
C
ontemporaneamente alla
diffusione di questi dati, il
presidente del Cnel, Antonio
Marzano, e il presidente dell’Istat, Enrico Giovannini, hanno
presentano le
dimensioni
del benessere scaturite dai lavori del Comitato di indirizzo
incaricato di sviluppare una
definizione condivisa del progresso e del benessere della
società italiana.
L’obiettivo del Comitato,
composto da rappresentati delle parti sociali e della
società civile, è stato quello
di sviluppare un approccio
multidimensionale del “benessere equo e sostenibile”
(Bes), che integri l’indicatore dell’attività economica,
il Pil, con altri indicatori, ivi
compresi quelli relativi alle
diseguaglianze (non solo di
reddito) e alla sostenibilità economica, sociale e ambientale. L’iniziativa Cnel-Istat pone
l’Italia nel gruppo dei paesi
europei e mondiali (Francia,
Germania, Regno Unito, Stati
Uniti, Australia, Irlanda, Messico, Svizzera, Olanda) che
hanno recentemente deciso
di misurare il benessere e la
qualità della vita della società. In tale contesto, l’Italia si
è dimostrata all’avanguardia
dato che alla selezione degli
indicatori hanno partecipato
direttamente rappresentanti
delle parti sociali e della società civile.
Il Comitato di indirizzo ha
dunque definito i
ambiti
(chiamati anche domini) di
maggior rilievo: Ambiente,
Maschi
Femmine
Maschi e
femmine
Maschi
Avere un lavoro
Femmine
dignitoso di cui essere Maschi e
soddisfatto
femmine
Maschi
Femmine
Un reddito adeguato
Maschi e
femmine
Maschi
Buone relazioni con
Femmine
Maschi e
amici e parenti
femmine
Maschi
Sentirsi sicuri nei
Femmine
confronti della
Maschi e
criminalità
femmine
Maschi
Femmine
Essere felici in amore Maschi e
femmine
Maschi
Vivere in una società
Femmine
in cui ci si possa fidare Maschi e
degli altri
femmine
Maschi
Un buon livello di
Femmine
Maschi e
istruzione
femmine
Il presente e il futuro Maschi
Femmine
delle condizioni
Maschi e
dell’ambiente
femmine
Maschi
Istituzioni pubbliche
Femmine
in grado di svolgere
Maschi e
bene la loro funzione femmine
Maschi
Servizi di pubblica
Femmine
utilità accessibili e di
Maschi e
buona qualità
femmine
Maschi
Tempo libero
Femmine
adeguato e di buona
Maschi e
qualità
femmine
Maschi
Poter influire sulle
Femmine
decisioni dei poteri
Maschi e
locali e nazionali
femmine
Partecipare alla vita
Maschi
Femmine
della comunità locale
Maschi e
attraverso strutture
politiche o associazioni femmine
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Rapporti
e più, per sesso e classe di età
Punteggio medio attribuito alle
dimensioni del benessere dalle persone di
7
12-18 novembre 2011
anni e più, per regione
Anno
Sardegna
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Il libro – I Nobel Stiglitz e Sen con Fitoussi
La vita non sia
a misura di PIL
punteggio attribuito alle
nessere, per sesso
Non
risponde
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JOSEPH STIGLITZ
AMARTYA SEN
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Sul sito www.misuredelbenessere.it
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un questionario e uno spazio
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Italia
Sicilia
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Calabria
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Puglia
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Basilicata
Molise
Campania
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Lazio
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Abruzzo
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Umbria
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Marche
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Toscana
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EmiliaRomagna
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Liguria
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Veneto
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Essere in buona salute
Poter assicurare il futuro dei figli dal punto di
vista economico e sociale
Avere un lavoro dignitoso di cui essere
soddisfatto
Un reddito adeguato
Buone relazioni con amici e parenti
Essere felici in amore
Sentirsi sicuri nei confronti della criminalità
Un buon livello di istruzione
Il presente e il futuro delle condizioni
dell’ambiente
Vivere in una società in cui ci si possa fidare
degli altri
Istituzioni pubbliche in grado di svolgere
bene la loro funzione
Servizi di pubblica utilità accessibili e di
buona qualità
Tempo libero adeguato e di buona qualità
Poter influire sulle decisioni dei poteri locali
e nazionali
Partecipare alla vita della comunità locale
attraverso strutture politiche o associazioni
Friuli-Venezia
Giulia
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Trento
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Bolzano Bozen
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Lombardia
Totale
Piemonte
e più
Valle d’Aosta
Vallée d’Aoste
-
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di opinioni per i cittadini
JEAN‐PAUL FITOUSSI
Salute, Benessere economico,
Istruzione e formazione, Lavoro e conciliazione dei tempi
di vita, Relazioni sociali, Sicurezza, Benessere soggettivo,
Paesaggio e patrimonio culturale, Ricerca e innovazione,
Qualità dei servizi, Politica e istituzioni. Su queste dimensioni, i cosiddetti “domini” si
apre oggi una fase di consultazione pubblica aperta agli
esperti, alla società civile e ai
singoli cittadini.
L’obiettivo è di raccogliere contributi sulla natura e
sull’importanza delle dimensioni del benessere rilevanti
per la società italiana. A tal
fine è stato realizzato un sito,
già operativo on-line, www.
misuredelbenessere.it, attraverso cui è possibile fornire le
proprie opinioni sull’utilità di
misurare il benessere e sulla
scelta delle dimensioni che lo
determinano. Il portale offre
la possibilità di rispondere a
un questionario esprimendo
la propria opinione in merito
alle
dimensioni del benessere proposte, inoltre si può
collaborare scrivendo sul
blog, commentando i post o
proponendo approfondimenti sull’intera problematica delle misure del benessere.
I risultati di questa consultazione verranno utilizzati per
operare la scelta definitiva dei
domini del “benessere equo e
sostenibile”, per ognuno dei
quali verranno selezionati gli
indicatori statistici più significativi nella realtà italiana.
s.c.
I
l PIL non è un indicatore affidabile del benessere e del progresso sociale. A sostenerlo sono i
due premi Nobel per l’Economia, Joseph Stiglitz
e Amartya Sen, che assieme a Jean-Paul Fitoussi
(economista transalpino) hanno curato la stesura del libro “La misura sbagliata delle nostre
vite”, pubblicato a ottobre
(e recensito sul
numero / di questo giornale).
Nel febbraio
, su invito del presidente della
repubblica francese, Nicolas Sarkozy (è sua la prefazione), gli autori del volume hanno presieduto
la “Commissione per la misurazione della performance economica e del progresso sociale”, per
valutare limiti e distorsioni del PIL e di un’analisi economica (e un indirizzo nelle politiche pubbliche)
incentrata sulle sue indicazioni. La Commissione
si è suddivisa in tre gruppi, che si sono occupati,
rispettivamente, di questioni classiche relative al
PIL, di qualità della vita e di sostenibilità.
Ne è venuto fuori un Rapporto (presentato a
settembre
) che mirava ad aprire un dibattito
pubblico sui sistemi di misurazione e che ha messo
in luce la necessità di un set di più indicatori (nes-
suno, di per sé, sarebbe cioè sufficiente a descrivere la società in modo esaustivo) che si concentri
sul benessere delle persone e sulla sostenibilità
economico-finanziaria, sociale ed ambientale, più
che sulla mera produzione e crescita economica. Il
Rapporto è rivolto naturalmente ai politici, ma anche alla comunità accademica, alle organizzazioni
e al grande pubblico. Proprio Sarkozy sottolinea
(nella sua prefazione) l’importanza delle nostre
statistiche e dei nostri bilanci, che riflettono le
aspirazioni che nutriamo e il valore che attribuiamo alle cose, la nostra visione del mondo, e che
influenzano notevolmente le politiche pubbliche.
Se per il PIL tutto fa brodo (ne determinano un
incremento anche un terremoto o una catastrofe
ambientale), la Commissione raccomanda invece
di valutare il reddito e il consumo, piuttosto che
la produzione, di mettere al centro delle analisi le
prospettive delle famiglie, di tener conto della distribuzione della ricchezza, così come delle attività
non legate direttamente al mercato.
ANDREA BUONO
8
12-18 novembre 2011
Agroalimentare
Politiche agricole – La bozza della riforma penalizza le produzioni
Sud-Ue sulla PAC
un braccio di ferro
Aree come la Capitanata che producono
pomodoro e grano duro forniti in tutto il
mondo, no tutelate dalle nuove norme.
La denuncia di Confagricoltura
N
ONOFRIO GIULIANO
ubi minacciose di addensano sulle campagne della nostra Puglia assolata, le condizioni climatiche non c’entrano molto è
piuttosto ciò che si “cucina” in queste settimane a Bruxelles a mettere in ansia gli agricoltori.
La riforma della politica agricola comunitaria è
dunque entrata nella sua fase decisiva, la bozza
presentata lo scorso ottobre dal commissario
rumeno all’agricoltura Dacian Ciolos prevede esattamente ciò che veniva ventilato alla vigilia.
“Sarà una riforma più orientata a salvaguardare
l’idea di tutela ambientale dell’agricoltura, piuttosto che a garantire le produzioni di punta dei
singoli territori poco importa se ci sono aree come quella del Foggiano che forniscono la metà
del pomodoro e un terzo del grano duro ai consumatori mondiali”, sottolinea con una punta di
sarcasmo il presidente di Confagricoltura Foggia, Onofrio Giuliano. La questione viene posta
in termini di sopravvivenza del sistema agricolo
nazionale e meridionale, in special modo, anche
dall’europarlamentare Sergio Silvestris che a Bruxelles afferma di aver masticato amaro nei giorni
in cui la bozza era ancora in gestazione e già filtravano le prime indiscrezioni. “Secondo questa
riforma un pascolo tedesco o un green scozzese valgono quanto un campo di pomodori della
Capitanata, un ettaro di olive dell’alta Murgia.
Non viene fatta distinzione sul valore aggiunto
che certe produzioni arrecano alle economie dei
territori, si ritiene che l’agricoltura debba essere
la stessa da Copenaghen a Mazara del Vallo, ma
così si calpestano origini, tradizioni, tipicità tutti
quei requisiti di autenticità sui quali abbiamo in-
vestito in questi anni”.
È sulla base di queste riflessioni che ora si apre
un negoziato “durissimo” a Bruxelles con i paesi
membri chiamati a emendare quella bozza che
appare molto più sbilancata sui paesi subentrati
nell’Europa a
stati (non sono d’accordo con
questa impostazione anche Germania, Francia e
Inghilterra). L’Italia però parte da una posizione
di debolezza, almeno secondo quanto denuncia
l’assessore pugliese Dario Stefàno: “Abbiamo
chiesto al governo che le regioni facciano parte
della delegazione ufficiale che affronterà il confronto con la Commissione, l’Italia dopo aver
cambiato tre ministri in un anno e mezzo non ha
una politica seria a Bruxelles”.
MASSIMO LEVANTACI
Scheda – Dal volume dei pagamenti alle classificazioni
Presto la candidatura
Gli scenari possibili
previsti a Bruxelles
Per l’oro giallo
del Tavoliere
arriva il Doc?
I
L
a bozza di regolamento comunitario presentata il
ottobre scorso a Bruxelles apre un ventaglio di scenari che
le organizzazioni agricole hanno provato a riassumere nei
punti più salienti che spaziano dal volume dei pagamenti
(l’argomento certamente più
gettonato) alla distinzione tra
“agricoltori attivi” e altri, un
aspetto significativo e discriminante della nuova Pac. Il documento che abbiamo preso in
esame è quello reso noto nei
giorni scorsi da Confagricoltura. Vediamolo.
L’attuale sistema basato su
pagamenti “storici” più la parte
ancora “accoppiata” alla produzione dei premi (articolo )
verrebbe sostituito da un mix
di pagamenti a disposizione degli agricoltori: ) un pagamento
disaccoppiato di base uguale
per tutto il territorio nazionale,
o suddiviso su base regionale,
calcolato dividendo il plafond
finanziario a disposizione per
gli ettari ammissibili (praticamente tutta la Sau comprese
le foraggere) dichiarati il primo
anno di entrata in vigore della
riforma. A tale pagamento concepito con assegnazione di titoli, si sommerebbero: ) un pagamento aggiuntivo che compensa gli impegni cosiddetti di
greening. In pratica tutti gli agricoltori con pagamento di base
debbono rispettare tre tipologie di impegno: il mantenimento delle foraggere permanenti;
la diversificazione degli ettari
a seminativi (le specie coltivate ad “arabili“ di un’azienda
devono essere non meno di
tre con una percentuale sulla
superficie totale ad arabili di
non meno del % e non più del
% ciascuno). La diversificazione non si applica nei casi in
cui i seminativi aziendali siano
meno di tre ettari e nel caso di
coltivazioni in sommersione (riso); la destinazione di almeno il
% di tutti gli ettari ammissibili
aziendali (comprese le colture
permanenti) ad “aree a focus
ecologico” consistente in messa a riposo, creazione di fasce
tampone, elementi paesaggistici, imboschimento.
Quanto agli agricoltori “attivi”, la proposta prevede che
tutti i pagamenti diretti siano
riservati ai soli agricoltori che vivono di tale reddito. I pagamenti sono prima ridotti progressivamente (“degressività”): tra
e
mila (meno %), tra
e
mila (meno %) e tra
e
mila (meno %). Oltre
mila di pagamenti diretti
viene applicata una trattenuta
del
% (“plafonamento”). Le
somme “imponibili” a degressività e plafonamento sono il totale dei pagamenti diretti meno
il costo complessivo, compresi
i contributi, della manodopera
impiegata nell’azienda beneficiaria nell’anno precedente,
nonché i pagamenti a titolo di
greening. È confermato il tetto
minimo per le erogazioni di
euro o di un ettaro a scelta dello
Stato membro che può modificare queste soglie (l’Italia può
elevare i
euro sino a
euro e ridurre il minimo di superficie a , ha).
Per erogare tutti i pagamenti
diretti, l’Italia potrebbe contare su , miliardi nel
, da
abbattere in base all’impatto di
degressività e plafonamento,
che si ridurrebbero comunque
gradualmente a , nel
e
negli anni successivi. Poi sarà
fissato anche lo stanziamento dello sviluppo rurale, ad
oggi non ancora noto. I limiti
finanziari che delimiterebbero
in campo d’azione degli stati
membri sono evidenti: rispetto
al plafond nazionale complessivo il
% di questa somma
dovrà essere destinata obbligatoriamente ai pagamenti
di greening. Sino al % potrà
essere destinata ai premi ai
piccoli agricoltori; sino al % ai
pagamenti diretti ai giovani; sino al % ai pagamenti alle aree
con svantaggi naturali; o infine
fino al %, elevabile a talune
condizioni (in cui rientra l’Italia)
al % ai pagamenti accoppiati.
m.l.
l grano prodotto nel Tavoliere potrebbe fregiarsi a breve del marchio Doc (denominazione
di origine controllata). Il comitato tecnico per la
candidatura di Foggia a capitale della cerealicoltura nazionale, spinge sull’acceleratore del disciplinare di produzione, una richiesta formulata dal
presidente del comitato (il preside della facoltà
di Agraria, Agostino Sevi) nella riunione che si è
tenuta qualche settimana fa allo Iam, l’istituto agronomico mediterraneo con sede a Valenzano
per mettere a punto la “proposta che, dopo un
passaggio a livello regionale – informa una nota
– sarà l’elemento cardine a sostegno della candidatura in sede europea che verrà formalmente
presentata dal Comitato propositore, presieduto
dal presidente della commissione Agricoltura al
Parlamento Europeo, Paolo De Castro. Termini
e tempi di presentazione della candidatura sono
stati messi a punto a Foggia, in occasione dell’assemblea generale di Confagricoltura Foggia, alla
presenza dell’on. De Castro”.
Le ragioni alla base della richiesta di un disciplinare di produzione sono state illustrate da Nicola
Di Miscio, vicepresidente della sezione economica
grano duro di Confagricoltura: “Consentirebbe di
mettere ordine nella selva di varietà, una quarantina, che oggi ingolfano il settore regolamentando
la produzione in una forbice di massimo varietà.
Per valorizzare tutto il grano duro che la Capitanata produce ogni anno bisognerà puntare anche
sulle sue peculiarità igienico-sanitarie: la pasta
fatta solo con grano di Capitanata sarebbe ottima
anche sul piano della sicurezza alimentare”.
Alla riunione hanno partecipato anche il direttore di Confagricoltura, Alfredo Giordano, il
direttore del Centro ricerche in agricoltura, Roberto Papa, il dirigente della Regione Puglia Ufficio provinciale agricoltura di Foggia, Antonio
Ursitti e Zina Flagella, ordinario di Agronomia e
Coltivazione erbacee alla Facoltà di Agraria di
Foggia. Un’indicazione utile sullo stato dell’arte
la fornisce Cosimo Lacirignola, direttore dello
Iam: «l’on. De Castro è già al lavoro in sede di
Commissione europea perché questo traguardo
sia possibile».
m.l.
Agroalimentare
12-18 novembre 2011
9
L’intervista – Il presidente della Commissione Agricoltura Ue, Paolo De Castro
“C’è tempo per far bene
ma anche nuove sfide”
T
ranquilli, dice Paolo De Castro, presidente della commissione Agricoltura
del Parlamento europeo: la riforma di
politica agricola comunitaria è soltanto
alle battute iniziali e ci sarà tutto il tempo e il modo per emendarla recependo
le ragioni di paesi cardine per lo sviluppo agricolo dell’Unione europea, come
l’Italia ma anche la Francia, l’Inghilterra
e la Germania che di questa bozza del
commissario Ciolos non sono affatto soddisfatti. Ma l’europarlamentare italiano,
grande esperto di agricoltura, invita anche chi gli chiede un parere su questa riforma a “non indulgere in romanticismi”,
lasciando intendere che il piano-Ciolos,
così come è stato impostato (l’ambiente
a tutela del territorio ha lo stesso peso
dell’agricoltura intensiva), sarà molto
difficile scardinarlo nei suoi principi fondanti. Insomma se è vero che la riforma è
“solo allo stadio iniziale” e che il “librone
di
pagine dovrà ancora essere esaminato in tutti i suoi dettagli”, è anche vero
che il governo dell’Unione ha già chiarito
come la pensa e non terrà conto del blasone degli stati membri.
c’è bisogno di misure competitive per
competere sui mercati”.
Presidente, ma lei crede che il dibattito
per quanto si possa sviluppare potrà modificare radicalmente la proposta Ciolos?
“Io credo che ci sarà una compensazione tra primo e secondo pilastro della
riforma. Se ora le aziende si lamentano
per la politica dei tagli, avranno motivo di
ricredersi quando passeremo ad esaminare la seconda parte di questa Pac che
non è stata al momento ancora toccata”.
La regionalizzazione però – dicono le
organizzazioni agricole – rischia di diventare un boomerang per le aziende.
“Non sono d’accordo, per i motivi che
ho detto prima. Ma voglio far rilevare un
altro aspetto del problema: se paesi su
si sono già pronunciati a favore, non
possiamo noi opporci solo perché siamo
l’Italia e paese membro dalla prima ora”.
Non sarà facile, almeno all’inizio, rimediare a una riduzione drastica delle
entrate nell’ordine del - % da subito.
Molte aziende sono già in bolletta, così
si rischia la paralisi delle coltivazioni.
“Piano con questi castrofismi, io credo che in questo momento non sia importante quantificare il danno economico, che certamente ci sarà, quanto
valutare nello specifico la qualità della
proposta. E io credo che su questo punto siamo messi bene”.
A cosa si riferisce in particolare?
“A una visione d’insieme che considera l’agricoltura come un vero e proprio
settore economico che va dotato però
di strumenti per competere. Guardi, noi
oggi corriamo il rischio di considerare
l’agricoltura come un passatempo domenicale romantico come la legge sul
chilometro zero ci suggerisce. Mi chiedo, cosa cambia per gli agricoltori? Qui
In che modo secondo lei è migliorabile
la proposta del commissario Ciolos?
“Nella parte in cui venga concessa
l’opportunità ai paesi membri misure di
flessibilità per entrare nel merito della
regionalizzazione. Ogni paese membro
dovrebbe avere la facoltà di scegliere la
ripartizione degli aiuti nella maniera più
congeniale a quello stato”.
Lei però è l’unico a non essere allarmato sulle nuove norme, tutte le organizzazioni agricole salvo parziali eccezioni la
pensano allo stesso modo.
“La proposta non è entrata ancora
nel vivo, può essere emendata e discussa da tutti gli stati membri in una visione
d’insieme che va sempre salvaguardata
almeno per i nostri parametri europei.
Quello che però dovremmo capire un po’
tutti quanti è che bisognerà costruire una
nuova Pac all’altezza delle nuove sfide
che ci attendono. Altrimenti non abbiamo fatto nulla”.
Se lei fosse ministro dell’Agricoltura in
questo momento come condurrebbe le
trattative per il negoziato?
“Io credo che sia arrivato il momento di costruire una rete di alleanze che
finora è venuta meno perché l’Italia a
Bruxelles politicamente ha bisogno di
recuperare terreno. È il momento perciò di serrare i ranghi e di costruire una
rete di alleanze anche a livello di rappresentanze sul posto”.
È vero che stiamo parlando della riforma agraria che introdurrà i cambiamenti più strutturali da quando esiste
l’Unione?
“Stiamo parlando di una riforma complessa, che tiene conto dell’allargamento
a dieci nuovi stati membri e delle risorse
che si assottigliano perché la torta da tagliare è sempre la stessa. È una partita
difficilissima, non lo metto in dubbio, ma
in questi casi si lavora uniti per un obiettim.l.
vo comune”.
PAOLO DE CASTRO
Nel Foggiano
Il calendario
Agronomi Il 2012
in cerca
anno
di spazio decisivo
“L
e specificità dell’agricoltura di Capitanata, peculiare e diversa rispetto ad altre
realtà regionali e nazionali, dovranno trovare adeguata considerazione nel testo finale che
diverrà operativo nel
”, afferma il presidente dell’associazione agronomi Luigi Miele. Un
ruolo – afferma – che dovrebbe
essere maggiormente valorizzato anche dalla Regione.
Secondo gli agronomi foggiani, infatti, “un’adeguata attuazione della nuova Pac passa attraverso il potenziamento
degli uffici regionali presenti
sul territorio, che andrebbero
adeguati all’oggettiva importanza che l’agricoltura e l’agroalimentare di Capitanata
rivestono nel panorama complessivo della Puglia e del Mezzogiorno”.
Si apre una fase di approfondimenti e di consultazioni che
per l’associazione provinciale
degli agronomi non può prescindere dal ruolo chiave di
Foggia nello scacchiere agricolo nazionale e mediterraneo.
m.l.
U
na volta entrata nel vivo la riforma della politica agricola comunitaria,
adesso a Bruxelles l’agenda
degli incontri e dei negoziati
fra gli stati membri procederà a tappe forzate a partire
dai primi mesi del
. La
fase di proposta legislativa,
quella in cui attualmente
siamo, proseguirà per quasi
l’intera durata del prossimo
anno quando la bozza di
oggi avrà assunto una sua
struttura semi-definitiva: c’è
dunque un anno di tempo
per le diplomazie per emendare il piano del commissario Ciolos. Dai primi del
si passerà alla elaborazione
dei regolamenti applicativi,
quindi dal primo gennaio del
si entrerà nella fase di
attuazione della nuova Pac.
Secondo le previsioni rese
note in questi giorni l’Europa passerà da una incidenza
della spesa agricola sul bilancio comunitario pari al , %
nel
al , % nel
.
m.l.
10
12-18 novembre 2011
Ambiente
Allarme idrogeologico – In Puglia, tranne che per Foggia, situazioni meno pericolose
Piove sul bagnato
6 milioni a rischio
L
e recenti alluvioni che hanno colpito le Cinque Terre prima e Genova
poi (interessando, seppure in maniera meno traumatica, varie altre aree
della nostra penisola) hanno fatto tornare prepotentemente di attualità il grave problema del dissesto idrogeologico.
Inquietanti i numeri contenuti nel Rapporto sullo stato del territorio italiano
realizzato dal Centro Studi del Consiglio
Nazionale dei Geologi: sono quasi milioni le persone che abitano nei .
chilometri quadrati ( .
Comuni) del
nostro territorio (il % della superficie
dell’intero Paese, l’ % dei centri) considerati “ad elevato rischio idrogeologico”. Un milione e
mila edifici sono a
rischio frana o alluvione. Di questi, oltre
mila sono le scuole e
gli ospedali. Della popolazione a rischio, rileva la ricerca,
il , % vive in Molise, il % in Campania,
il , % in Emilia-Romagna. Seguono Valle d’Aosta, Trentino, Friuli, Toscana, Piemonte e Veneto. Il % degli italiani, poi,
risiede in zone a rischio sismico.
Secondo le stime del Centro Studi del
CNG, dal dopoguerra ad oggi sarebbero
stati spesi circa
miliardi di euro per
prevenire, ma soprattutto per curare, gli
effetti derivanti dai rischi idrogeologico e
sismico. Il valore dei danni causati da eventi franosi e alluvionali nello stesso periodo
ammonta a circa
miliardi. Dal
ad
oggi si sono registrati .
eventi con
danni gravi, oltre .
tra vittime, feriti
e dispersi e almeno
mila sfollati. Tra il
e il
si sono contate circa frane,
alluvioni e
vittime. Per l’Ispra,
alnegli ultimi
anni ci sono state .
luvioni e mila frane, che solo negli ultimi
due decenni hanno colpito mila perso-
ne e causato miliardi di euro di danni.
Tutto sommato meno drammatiche
le indicazioni sulla nostra regione. Secondo “Il rischio idrogeologico in Italia”,
report curato da Ministero dell’Ambiente e Unione Province Italiane (
),
la superficie delle aree ad alta criticità
idrogeologica è infatti pari a .
Kmq,
di cui .
Kmq nella sola provincia di
Foggia. È dunque interessato il , % del
territorio (media nazionale: , %; in Liguria l’ , %), anche se ben
Comuni
pugliesi (il % del totale, a fronte di una
media dell’ , %) hanno una qualche area esposta (la totalità dei centri, , in
Basilicata!), mentre nel
erano (il
% del totale). Al di sotto della media
nazionale anche il dato su popolazione
residente ed edifici situati in zone potenzialmente a rischio idrogeologico.
Ecosistema Rischio, rapporto di Legambiente, ha monitorato l’attività dei
centri pugliesi classificati a rischio da Ministero dell’Ambiente e UPI nel
.È
emerso che il % dei Comuni intervistati
ha nel proprio territorio abitazioni in aree golenali, in prossimità degli alvei dei
fiumi o in aree a rischio frana (il % di
essi interi quartieri o fabbricati industriali, il % strutture sensibili, come scuole
o ospedali), che nessuna amministrazione ha intrapreso opere di delocalizzazione e che solo nel % dei casi sono state
svolte attività di informazione. Il % dei
Comuni ha realizzato interventi di manutenzione e/o messa in sicurezza, l’ % di
essi ha approvato un piano di emergenza per il rischio idrogeologico (il % lo
ha aggiornato nell’ultimo anno).
ANDREA BUONO
Il ministro Prestigiacomo ammette: “Siamo senza risorse”
La prevenzione? Travolta
dalla grande onda dei tagli
I
l piano nazionale di prevenzione
del dissesto idrogeologico del
nostro Paese? Mai partito. E i fondi
stanziati nel
per finanziare i
piani di risanamento del territorio?
Travolti dall’ondata di tagli cui hanno dovuto far fronte i Ministeri (a
parte quelli dirottati nel
alla
gestione di specifiche emergenze).
Ha dovuto ammetterlo il ministro
Prestigiacomo lo scorso novembre nel corso di un’audizione parlamentare in occasione della quale ha
ribadito la richiesta di ripristinare i
fondi: “Di fatto il Piano straordinario per il dissesto in molte regioni
è ancora fermo al palo. Ad oggi al
Ministero dell’Ambiente non è stata assegnata alcuna risorsa. Con
il decreto legge di agosto, tutte le
risorse Fas statali, incluse quelle per
il dissesto, sono state cancellate”.
Gli accordi di programma sottoscritti con le Regioni prevedevano
stanziamenti per .
milioni di euro:
milioni di fondi Fas statali,
dal bilancio del ministero e
da risorse regionali.
Per il WWF “anche nella Finanziaria
sono spariti i
milioni di fondi per la prevenzione del
dissesto idrogeologico promessi
da Presidente del Consiglio e Ministro dell’Economia”, la cui copertura era assicurata dai “proventi
della vendita all’asta delle frequenze della banda larga e da una
quota dei fondi Fas”.
Per il presidente nazionale del
CNG, Gian Vito Graziano, “nonostante tutte le emergenze, in
questo momento nessuna legge
organica di governo del territorio
vige sul territorio italiano. Oggi
in Italia sentiamo un ritardo politico-istituzionale, conseguenza
del forte ritardo culturale, che si
traduce nel rincorrere le emergenze, ponendoci solo l’obiettivo
di reperire le risorse economiche
necessarie per ricostruire la zona
colpita, dopo aver fatto il conteggio dei danni e purtroppo spesso
anche quello dei morti”.
“Chiediamo una legge organica di
governo del territorio – ha spiega-
to – che ricostruisca la filiera delle
competenze, metta in campo azioni
di manutenzione ordinaria e straordinaria dei nostri bacini idrografici,
ponga le basi di una riforma urbanistica e faccia tesoro di quelle attività di presidio territoriale che hanno
portato a fronteggiare situazioni di
rischio idrogeologico scongiurando
il verificarsi dell’eventuale evento
calamitoso e quindi non sempre e
soltanto in fase emergenziale”.
“In un momento di crisi economica come questo – ha suggerito
il geologo ligure Giuliano Antonielli, consigliere nazionale CNG – non
bisogna cedere alla tentazione di
tagliare fondi, ma investire in un
settore che è vitale per il Paese e
che può diventare una risorsa. Roosevelt, che non era sicuramente
un ambientalista ma certamente un
grande Presidente, rilanciò gli USA
dopo il ’ con il New Deal passando dalla sistemazione idrogeologica del territorio in cui trovarono
lavoro
.
disoccupati”.
a.b.
WWF – Il dramma con morti e feriti in Liguria Legambiente – Le ricette dell’associazione
“Mancano presìdi:
dramma annunciato”
“U
na tragedia annunciata dall’assenza
di un presidio sul territorio in grado
di prevenire i disastri ambientali del dissesto idrogeologico. Un prezzo che ancora una volta i
cittadini scontano sulla propria pelle perché alla
cementificazione selvaggia, che passa ‘inosservata’ ai controlli degli enti locali e delle Autorità
competenti e che viene puntualmente graziata
dai condoni dei Governi, si aggiunge la ‘colata’ di
interventi edilizi autorizzati in aree a rischio che
invece andrebbero liberate con i dovuti abbattimenti”. Così il WWF Italia a commento dell’emergenza maltempo in Liguria che ha provocato
gravi danni, morti e dispersi.
Proprio qualche mese fa – denuncia il World
Wide Fund for Nature – la Regione Liguria ha approvato un provvedimento (Regolamento regionale n. /
, pubblicato sul Bollettino Ufficiale
regionale del
luglio
) che ha ridotto da
a metri le distanze minime di edificazione vicino
ai corsi d’acqua.
Sui fiumi in particolare si continua ad intervenire d’urgenza, al di fuori di una visione d’insieme, restringendo le aree di esondazione naturale
e canalizzando i fiumi, contribuendo così ad aumentare il rischio di alluvioni a valle.
Non sono bastate la legge sulla difesa del suolo (legge
/ ), che prevedeva la redazione
dei Piani di Assetto idrogeologico (PAI) da parte
delle Autorità di Bacino (i primi mai aggiornati,
le seconde di fatto delegittimate attraverso una
costante riduzione dei finanziamenti ad esse destinati), e i successivi decreti Sarno (
) e Soverato (
), che disponevano Piani di sicurezza
per le aree a rischio.
a.b.
P
“Ridiamo respiro
ai corsi d’acqua”
untuale anche la ricetta di Legambiente per
la mitigazione del rischio idrogeologico.
L’associazione ambientalista chiede di: realizzare interventi di delocalizzazione degli edifici,
delle strutture e delle attività presenti nelle aree a rischio; adeguare lo sviluppo territoriale
alle mappe del rischio; ridare respiro alla natura, restituendo al territorio lo spazio necessario per i corsi d’acqua, le aree per permettere
un’esondazione diffusa ma controllata, creando e rispettando le “fasce di pertinenza fluviale”, adottando come principale strumento di
difesa il corretto uso del suolo; rivolgere una
particolare attenzione all’immenso reticolo di
corsi d’acqua minori, visti gli ultimi avvenimenti
in cui proprio in prossimità di fiumare e torrenti sono stati compiuti gli scempi più gravi e si
sono verificati gli eventi peggiori; attuare una
manutenzione ordinaria del territorio che non
sia sinonimo di artificializzazione e squilibrio
delle dinamiche naturali dei versanti o dei corsi d’acqua ma di interventi mirati e localizzati
realmente utili e rispettosi degli aspetti ambientali; prevenire gli incendi, perché spesso il
disboscamento dei versanti da essi causato può
aggravare i rischi di frana; applicare una politica
attiva di “convivenza con il rischio”, con sistemi
di allerta, previsione delle piene e piani di protezione civile aggiornati, testati e conosciuti dalla
popolazione; rafforzare le attività di controllo
e monitoraggio del territorio per contrastare
illegalità come le captazioni abusive di acqua,
l’estrazione illegale di inerti e l’abusivismo edilizio; gestire le acque piovane in città; investire
nella difesa del suolo.
a.b.
Iniziative
12-18 novembre 2011
11
GIUSY OTTONELLI, NICOLA FRATOIANNI, GIANFRANCO VIESTI
La novità – Dopo il Cineporto, il quartiere si arricchirà di un nuovo spazio permanente
L
La Fiera “apre” alla creatività
a trasformazione della Fiera del
Levante (anche) in una cittadella
della creatività è ormai realtà. Dopo l’insediamento del Cineporto, fiore
all’occhiello dell’Apulia Film Commission, e in attesa di altri operatori, singoli o collettivi, il quartiere si arricchirà
presto di uno spazio dedicato a giovani
imprenditori, liberi professionisti, startup e associazioni che vogliono “cambiare il mondo”.
Entro - mesi, infatti, il padiglione
ospiterà in fitto la società The Hub
Bari, che si è aggiudicata il bando di locazione. Come si ricorderà ad aprile la
Fiera aveva lanciato una manifestazione
di interesse per nuove attività coerenti
con quelle fieristiche mentre a settembre era stato firmato un protocollo di
intesa con la Regione Puglia e l’Agenzia
regionale per la tecnologia e l’innovazione (Arti) per favorire lo sviluppo dell’imprenditorialità giovanile.
Proprio i giovani e l’unione di gruppo
costituiscono la vera forza di The Hub
Bari: persone che, forti delle proprie esperienze professionali all’estero come
in Italia, condividono la passione per
questo progetto e lavorano insieme da
oltre un anno per trasformarlo in realtà.
The Hub è la prima rete internazionale
di innovatori sociali: non è semplicemente uno spazio di coworking (progetto
che, peraltro, non ha precedenti a Bari
o in tutta la Puglia) ma il luogo dedicato a tutti coloro che vogliono mettere
insieme idee e risorse per creare nuove
opportunità imprenditoriali per se stessi
e per gli altri.
Il padiglione sarà, dunque, aperto a
tutte quelle persone che vorranno esse-
re protagoniste del cambiamento e che
vorranno condividere con gli altri lo spazio, le idee e i progetti.
La struttura, che sarà ristrutturata,
consta di .
mq, di cui .
dedicati
agli spazi di lavoro, alle sale riunioni (ne
sono previste tre), sale tecniche, biblioteca multimediale, zona relax mentre
gli altri
saranno destinati all’organizzazione di eventi, conferenze e workshop. Per il primo anno sono previste
postazioni lavoro e ad oggi sono state raccolte più di
adesioni da parte
di freelance, professionisti, associazioni
e start-up.
“La Fiera – sottolinea il presidente
Gianfranco Viesti – dà in fitto (per
mila euro in sei anni: mila euro per i primi due e mila a partire dal sesto, ndr)
questo spazio a The Hub Bari, la quale
per anni coinvolgerà i giovani imprenditori che non hanno i mezzi necessari e
creerà un posto vivo in cui circoleranno
idee e nasceranno importanti opportunità economiche”.
Del resto, come evidenzia Nicola
Fratoianni, assessore regionale alle
Politiche giovanili, “è dimostrato che,
se imprese giovanili si concentrano in
un territorio, possono costituire un
fattore trainante per lo sviluppo urbanistico ed economico di quell’area. La
Regione ha investito molto sui giovani
in termini di risorse. Bisognava, però,
creare le condizioni – a costo zero –
perché queste energie giovanili si rinforzassero e si strutturassero. Di qui
la sinergia con la Fiera che consentirà
di riqualificare il quartiere e incubare
nuove idee originali”.
Ypsilon
Utilizzato nelle start-up
Il successo
del coworking
I
l coworking è una modalità di telelavoro che sta emergendo sempre di più nel mondo. A volte professionisti che lavorano da casa,
consulenti o dipendenti che viaggiano molto finiscono col lavorare
in isolamento. Il coworking permette il ritrovo sociale di persone
che, sebbene continuino a lavorare in maniera indipendente, hanno in comune alcuni valori come la collaborazione, la disponibilità
e la condivisione del proprio sapere.
Il coworking è in qualche maniera simile agli incubatori d’impresa anche se in questi ultimi spesso mancano aspetti di socialità,
cooperazione e informalità. Da questo punto di vista le iniziative
di coworking assomigliano di più a cooperative, specie per la loro
attenzione al concetto di comunità, piuttosto che a tipiche iniziative commerciali.
Al giorno d’oggi i principali promotori del coworking sono le
start-up: con le nuove tecnologie sono sempre di più le persone a
decidere di crearsi una propria attività che, grazie ai bassi costi, è
alla portata di tutte le tasche.
Y.
Entro mesi il padiglione
Persone, spazio, idee:
3 cardini per The Hub
“I
tre cardini del progetto sono
persone, spazio, idee. L’obiettivo è partire da potenzialità
comuni per creare opportunità differenti”: lo ha detto nella conferenza stampa di presentazione l’architetto Giusy Ottonelli, co-founder di
The Hub Bari.
Tra mesi cosa si vedrà nel vostro padiglione?
“All’ingresso degli uffici chiusi,
destinati a chi svolgerà attività per
le quali l’open space come modalità architettonica non va bene,
saranno realizzati dei container.
Lo spazio aperto accoglierà liberi
professionisti e start-up, che potranno affittare scrivanie e postazioni lavoro per lavorare in condivisione. Previste diverse formule,
dall’affitto di una scrivania full time
a part time fino a determinate ore
alla settimana. Non mancheranno
spazi-riunione con modalità diverse
rispetto a quelle cui siamo abituati: ci saranno zone aperte e visibili
Su Fb
tante
news
ltre a Giusy Ottonelli, co-founder e
portavoce del gruppo,
fanno parte dI The Hub
Bari Monica Del Vecchio, Francesco Antonacci, Diego Antonacci,
Angela Amoruso e Vincenzo Maiorano. Per
adesioni e informazioni
chiunque può rivolgersi alla fanpage di Facebook (www.facebook.
com/Hub.Bari) oppure
scrivere a [email protected].
Y.
in tutto lo spazio e una sala chiusa
per le esposizioni che richiedono
silenzio. Da segnalare, infine, una libreria-biblioteca inizialmente riempita con i nostri stessi libri, una sala
proiezioni, uno spazio con i plastici
(per architetti e designer che potranno realizzare piccoli prototipi
architettonici) e una zona-servizi
che avrà un piccolo posto office con
la possibilità di disporre di una cucina. Del resto momenti di convivialità come la pausa-caffè o il pranzo
sono importanti nello scambio di
idee. Inizialmente prevediamo che
occuperanno tutto il padiglione da
un minimo di
a un massimo di
persone. Dopo la firma del contratto ci sarà un workshop di cocreazione della durata di - giorni
in cui tutti quelli contattati finora
verranno invitati a progettare con
noi lo spazio futuro”.
Che cosa attingete dalle altre esperienze di hub in Italia e Europa?
“Gli hub nascono in città in cui il
coworking è già diffuso. Noi dobbiamo innanzitutto promuovere
questa modalità di lavoro tra tutti i
giovani professionisti pugliesi e poi
avremo un occhio di riguardo per
l’architettura sostenibile e la finanza etica”.
Perché avete scelto questo bando e la Fiera come sede?
“Per poter attuare un cambio di
mentalità nelle giovani generazioni
e dare a molti la possibilità di avere
uno spazio economicamente accessibile era necessario un dialogo
con la pubblica amministrazione e,
quindi, con la Regione e la Fiera”.
A quali forme di comunicazione
ricorrerete?
“Utilizzeremo tutte le formule
convenzionali. Quelle non convenzionali deriveranno da quelle che la
rete hub usa sempre. Un passaparola costante digitale e analogico
farà la differenza”.
Y.
Padiglioni a disposizione delle idee pugliesi
Il gruppo
O
ospiterà la società
I
La nuova vita
di aree inutilizzate
n Fiera alcuni spazi poco utilizzati verranno
progressivamente sostituiti da comunità creative, che avranno come valore aggiunto la capacità di immaginare, creare e innovare. Numerosi
padiglioni verranno, infatti, messi a disposizione
delle esperienze imprenditoriali dell’industria
creativa pugliese.
L’accordo Fiera-Regione-Arti prevede una serie di rilevanti attività costruite nell’ottica della rigenerazione urbana, per garantire il pieno
sfruttamento degli spazi fieristici, la promozione della crescita intelligente e sostenibile del
territorio pugliese, in linea con quanto previsto
dalla Comunità europea in materia di industrie
culturali e creative come potenziale da sfruttare
per la creazione di imprese ad alto contenuto di
conoscenza.
Tra gli obiettivi inseriti nel protocollo: la mes-
sa a disposizione di aree, a condizioni agevolate,
ad imprese giovanili operanti nel campo della
creatività e dell’innovazione, da individuare attraverso bando pubblico; l’attivazione, negli
stessi spazi, di uffici della Regione Puglia per lo
svolgimento di attività coerenti con le finalità
generali del protocollo, complementari e non
in sovrapposizione con le attività istituzionali
svolte da altri servizi pubblici operanti in Puglia;
l’insediamento nel quartiere fieristico di nuovi
servizi dedicati allo sviluppo e alla messa in rete
di imprese creative e innovative.
L’intento è quindi di trasformare la Fiera anche in un luogo di incontro e di “laboratori”, come già fatto con l’Apulia Film Commission, per
favorire un’innovazione e una sperimentazione
più aperta.
Y.
12
12-18 novembre 2011
Smau
Innovazione
–Tre premi al salone internazionale dell’ICT
La Puglia
che innova
è vincente
A pari merito con Emilia Romagna grazie
ai progetti dell’Avvocatura dello Stato di Bari,
della Provincia Bat e di Geatecno (azienda
di Modugno). La Capone: siamo un altro Sud
P
uglia prima in Italia a Smau Milano
,
salone internazionale di Information &
communications technology, da
anni
leader in Italia. La regione, a pari merito con
l’Emilia Romagna, ha fatto meglio di Veneto,
Lombardia e Lazio (da cui provenivano gli altri
concorrenti premiati). Ha portato a casa, infatti, tre proposte vincenti (su oltre
candidati
e
finalisti) nei premi nazionali assegnati per
l’Innovazione (tra cui Information and communications technology, logistica e operations,
segnalare le scadenze per il ritiro di copie delle
sentenze al personale addetto, che ritrova questo compito a sistema tra le attività da svolgere
durante la settimana. I benefici sono un più rapido reperimento dei fascicoli, più produttività ed
efficienza e un miglioramento di pianificazione e
controlli sui processi interni.
Il terzo premio, per l’innovazione in Information and communications technology (Ict),
categoria “Business Intelligence e Customer relationship management”, è andato a un’azienda
PREMIO INNOVAZIONE ICT:
Avvocatura dello Stato di Bari
Puglia
Provincia di Barletta Andria Trani
Puglia
Geatecno
Puglia
Essepienne
Emilia Romagna
Ferrarini
Emilia Romagna
Lamborghini
Emilia Romagna
Terranova
Veneto
Brain Care
Veneto
Chiaravalli
Lombardia
Brix Distribuzione
Lombardia
Maiorana
Lazio
amministrazione e finanza, marketing e vendite,
acquisti e progettazione). Già nel
la Puglia
si era distinta con tre progetti selezionati dalla
Regione classificatisi al primo, quarto e quinto
posto. Il resto del Sud, invece, da questa edizione di Smau torna a mani vuote.
Dei tre riconoscimenti conquistati dalla Puglia, due sono andati a delle amministrazioni, i
soli enti pubblici premiati in questa edizione, la
Provincia di Barletta-Andria-Trani e l’Avvocatura
distrettuale di Stato di Bari. La prima ha vinto il
premio innovazione in amministrazione e finanza, per aver adottato un sistema informatico di
monitoraggio dell’efficienza dei servizi erogati,
che consente ai cittadini e ad altri stakeholders
di conoscere sul sito dell’Ente le performance in
vari settori, valutate attraverso indicatori qualitativi e quantitativi. Il sistema, nato per ottemperare alle innovazioni introdotte dalla “riforma
Brunetta” (d. Lgs
/
), ha dato forte impulso all’automazione dei processi di programmazione pluriennale, con una potenziale riduzione dei tempi di lavoro di oltre il %.
L’Avvocatura distrettuale di Stato di Bari ha
vinto il premio innovazione Ict, categoria “pubblica amministrazione e Sanità”, per un progetto di gestione dei documenti che ha migliorato
efficienza, efficacia, economicità e trasparenza
dei procedimenti. Dal
, per ridurre i costi di
archiviazione degli atti, l’ente ha intrapreso un
progetto sperimentale per digitalizzare i documenti. La fase successiva del progetto prevede l’adozione di moduli software a supporto
della collaborazione tra il personale addetto. Il
sistema permette, ad esempio, agli avvocati di
PIERANTONIO MACOLA
di Modugno (Bari) attiva nel settore delle rinnovabili, la Geatecno srl. Con un sistema “fatto
in casa” ha migliorato la gestione dei contatti
commerciali, ridotto il tempo di preparazione
dei preventivi e assicurato un rapporto costante
nel post vendita con i clienti e il telecontrollo e
monitoraggio del loro impianto fotovoltaico.
Questi successi a Smau non sono casi isolati,
per l’assessore allo Sviluppo economico Loredana Capone: “La Puglia è un altro Sud. Sotto c’è
un sistema. Stiamo raccogliendo i frutti di investimenti pubblici che hanno contribuito a diffondere una sensibilità nuova nella pubblica amministrazione: l’innovazione come strumento che
aumenta la competitività aprendo nuovi mercati, ma anche per facilitare la vita di lavoratori e
cittadini. L’innovazione è al centro delle nostre
politiche di sviluppo, abbiamo investito in ricerca e sviluppo più di , miliardi di euro con la
programmazione
. Per farlo abbiamo
costruito una strategia che mette insieme imprese, università, centri di ricerca, sistema della
formazione, partenariato sociale e istituzioni.
Così abbiamo raddoppiato il numero brevetti.
E abbiamo messo in campo con il Piano straordinario per il Lavoro quattro bandi per , milioni di euro. Uno, già chiuso, ha totalizzato
richieste per oltre , milioni di euro e ha premiato i partenariati regionali per l’innovazione.
È il primo bando di questo tipo in Europa, nato
da una strategia approvata dalla Commissione
europea e messa in pratica solo un mese dopo
dalla Puglia”.
GIUSEPPE DAPONTE
Pierantonio Macola – ad Smau
“Un successo
non per caso”
I
casi pugliesi di eccellenza nell’innovazione? Per
l’amministratore delegato di
Smau, Pierantonio Macola,
non sono coincidenze fortunate ma “la punta di un iceberg che emergerà entro i
prossimi quattro anni”.
“I tre premiati pugliesi –
spiega – non sono campioni
nazionali ma internazionali,
perché Smau è una fiera internazionale da
anni. Il primato a Smau Milano
della
Puglia, sancito da una giuria
di
esperti provenienti dal
giornalismo specializzato in
Ict e dal mondo accademico,
soprattutto Politecnico di Milano e Università Bocconi, è il
segno di una propensione del
territorio all’innovazione – dice Macola – di una attenzione,
sensibilità e reattività dei suoi
imprenditori e manager verso le nuove tecnologie, dagli
smarth phone ai tablet, dal
cloud computing alle app e
alle soluzioni di collaborazione e comunicazione unificate.
Queste evidentemente sono
sempre meno appannaggio di
pochi esperti e grandi aziende, e sempre più diffuse, accessibili, economiche, semplici e applicate in varie funzioni
aziendali, in particolare dalle
piccole e medie imprese. E
saranno soprattutto loro, nei
prossimi anni, ad avvalersi dei
vantaggi delle nuove tecnologie, ad accrescere la propria
competitività con investimenti contenuti, ad accedere a soluzioni più sofisticate in modo
più creativo e flessibile, ad abbattere vecchie barriere spaziali per uscire dalla periferia
Innovazione
12-18 novembre 2011
13
E ora appuntamento a Bari, a febbraio
A Milano in 52mila
per il futuro digitale
Foto della premiazione di Geatecno di Smau Milano (Nella foto Pierantonio Macola, Amministratore
Delegato di Smau e Umberto Bertel, Presidente della School of Management del Politecnico di Milano
premiano Giuseppe Bratta, Direttore
DATI AFFLUENZA ALLE EDIZIONI DI SMAU BARI
“Per la vostra regione
è la punta di un iceberg
che emergerà nei prossimi
quattro anni”
Conferenza in Regione sulle proposte
premiate a Smau Milano. Da sinistra
Macola, ad di Smau, Ventola, presidente
della Bat, Capone, assessore regionale,
Bratta di Geatecno e Franceco Cocco per
l’Avvocato di Stato di Bari
e dialogare con competenze e
eccellenze, come quelle della
regione di Hannover”.
D’altronde, Smau non è arrivato nel capoluogo pugliese per caso. “Seminiamo nei
terreni più fertili – riferisce –
dove c’è un humus culturale
favorevole al cambiamento.
Bari è la Milano del Sud. E la
Puglia, secondo i dati che da
tre anni rileviamo a gennaio
con il Politecnico di Milano,
mostra una diffusa e omogenea maturità infrastrutturale
(come copertura di banda larga o presenza di server e altri
dispositivi) e applicativa (disponibilità di software capaci
di dialogare con sistemi europei) più elevata rispetto ad
altri territori. Merito di un mix
vincente, dello sforzo della
Regione, che ha realizzato a-
zioni concrete capaci di stimolare le imprese in questa direzione e lo sviluppo delle infrastrutturale. Ma anche di un
importante distretto dell’Ict,
del Politecnico e di produttori
di informatica e software radicati nel territorio”.
Un indice significativo, precisa Macola, è anche il numero dei visitatori di Smau
Bari, “cresciuto dal
al
quasi del % (da .
a
.
), mentre in genere altrove registriamo tassi di crescita del %”. Oggi, conclude,
la Puglia resta indietro rispetto a realtà come Lombardia
(prima in Italia), Emilia Romagna e Veneto, “ma è prima
nel Paese per l’accelerazione
registrata negli ultimi cinque
anni”.
g.d.
Smau Bari
visitatori
.
.
.
L
a esima edizione di Smau Milano
, rassegna internazionale di Information & communications technology (Ict), si è chiusa lo scorso ottobre con un bilancio di oltre .
visitatori, tra manager, imprenditori utilizzatori delle
tecnologie digitali e mondo degli addetti ai lavori.
Come consuetudine, ha presentato un ampio
calendario di premi (quello per l’Innovazione Ict
ma anche altri per progetti innovativi di adozione
di tecnologie digitali nelle diverse funzioni aziendali) e ha dato ampio spazio alle novità tecnologiche presentate da oltre
marchi, dai tablet
alle app, dal cloud computing e alle soluzioni di
unified communication & collaboration (ossia di
integrazione di servizi di comunicazione in tempo
reale) che stanno rivoluzionando rapidamente il
modo di lavorare in azienda.
La tre giorni, inoltre, ha messo sotto i riflettori vari attori che sostengono le imprese nei processi di innovazione, quali i grandi player dell’Ict
affiancati dai propri partner tecnologici e gli assessorati alle attività produttive e all’innovazione
delle Regioni.
“In questa edizione di Smau – ha detto Pie-
rantonio Macola, ad di Smau – è emerso come
molte aziende e pubbliche amministrazioni siano
consapevoli del grande cambiamento culturale
in atto: lo prova la grande affluenza di pubblico
che ha affollato stand ed eventi, le
aziende
che si sono candidate ai premi in programma e le
giovani imprese che hanno presentato le loro
creative idee di business. Il cambiamento coinvolge anche il mondo del Canale Ict – rivenditori,
software house, system integrator, var – che si
sta evolvendo per adattarsi alle esigenze del mercato e supportare al meglio le imprese”.
Grazie al nuovo accordo tra Anci e Smau, inoltre, è nato l’Osservatorio Smau-Anci sulle “Smart
Cities”. Il tema delle città intelligenti è stato sviluppato da Smau con laboratori sulle progettualità più evolute. Comuni italiani più virtuosi (tra cui
anche Bari, al fianco di Genova e Torino) e aziende
hanno presentato i propri casi di successo.
I focus di Smau Milano saranno i temi portanti
delle tappe del Roadshow
. Smau Business
arriva a Bari il prossimo febbraio (seguiranno Roma, Padova e Bologna).
g.d.
12-18 novembre 2011
Innovazione
Lo studio StageUp
– Sport & Leisure
Business promuove
la nuova casa della
Juventus. Bene anche
Allianz Arena di
Monaco e l’Emirates
Stadium di Londra
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La nuova struttura
che ha sostituito
il “Delle Alpi” ha
fatto registrare il
tutto esaurito nelle
prime 5 giornate della
stagione. Investimento
da 120 mln
La distanza di ricavi dell’Italia rispetto all’Inghilterra
è pressoché interamente attribuibile ai minori incassi
da stadio e attività correlate
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€ milioni
14
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ͩͨͨͨ
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Inghilterra
Germania
Italia
Spagna
Francia
Fonte: Elaborazioni PwC su dati UEFA
Calcio – Con una capienza di mila posti è l’impianto continentale di nuova generazione
Juventus Stadium è il futuro:
intrattenimento e ristorazione
L
o Juventus Stadium, il nuovo stadio della Juventus, è in
linea con gli standard di stadio “all’europea”. I dati emergono dallo studio di StageUp – Sport & Leisure Business
sugli impianti dei
club partecipanti ai massimi campionati
di calcio in Europa (Premier League, Bundesliga, Serie A, Liga e
Ligue ) nella stagione
/ .
Lo stadio bianconero, con una capienza di mila posti e il
tutto esaurito fatto registrare nelle prime partite della stagione, rappresenta, infatti, la vera e propria tipologia di impianto
continentale di nuova generazione (capienza di .
posti,
posti auto .
, investimento di
mln € a carico della Juventus, di cui
mln € derivanti dalla cessione del ramo d’azienda
a Nordiconad per la realizzazione dell’area commerciale, diritto
esclusivo di Sportfive,
mln €per anni, di trovare lo sponsor, servizi come
.
mq di area commerciale dedicata ai
servizi, di cui .
mq di area commerciale, bar e aree ristorazione). Ma vengono citati anche l’Allianz Arena di Monaco
(capienza: .
posti, posti auto .
, investimento di
milioni €, a carico di Bayern Monaco e Monaco
, proprietà
del Bayern Monaco, sponsor gruppo Allianz che ha acquistato
il naming right per
anni per
mln €, servizi come impianto
dotato di negozi e di .
mq di strutture per la ristorazione,
uffici e sale conferenze) e l’Emirates Stadium di Londra (capienza .
posti, investimento di
milioni €, proprietà dell’Arsenal, sponsor Emirates Airline con
mln €per naming right
per anni e sponsorizzazione squadra, impianto multifunzionale dotato di negozi e servizi di ristorazione).
Intanto, nell’ultima stagione, l’offerta di posti a sedere negli
Prodotti e servizi: Serie A Vs. Premieri League
PRODOTTI E SERVIZI NEGLI STADI
SERIE A
Prenotazione posti con carta di
credito
,
Negozi merchandise dei club
,
Ordini per corrispondenza del
merchand
,
PREMIER LEAGUE
Sito Internet
,
Gadgets e mascotte
,
,
,
Visite alle strutture/impianti sportivi
,
,
Rivista/house organ
,
Affitto campo sportivo
,
Ristorante
,
Sale per i soci
,
Sale per conferenze
,
Hospitality box
,
Bar
,
Palestra
,
stadi dei
club è stata complessivamente di , milioni. La dimensione media di uno stadio europeo è di poco oltre i mila
posti. Mediamente questa offerta è stata coperta per il % grazie alla presenza di poco più di mila spettatori per ogni gara.
Fra le maggiori criticità degli stadi italiani si identificano la scomodità, l’insicurezza, la carenza di servizi, la monofunzionalità
e l’età. A eccezione del nuovo stadio della Juventus gli impianti
nazionali hanno un’età media di oltre
anni, dai ai
anni
in più di quelli tedeschi e spagnoli.
Esempio virtuoso, invece, quello dei club della Bundesliga che registrano la maggiore capienza media dei loro stadi
( mila posti a sedere) per un tasso di occupazione che supera il %. In Premier League il tasso di occupazione medio sfiora il % ma su una dimensione media inferiore pari a poco più
di mila posti. Gli impianti, pur avendo un’età simile a quella
italiana, hanno beneficiato di recenti importanti interventi di
ristrutturazione o di nuova costruzione (Emirates Stadium nel
; Etihad Stadium di Manchester nel
; Old Trafford ristrutturato nel
).
Si stima che la costruzione di nuovi stadi in Italia nei prossimi dieci anni potrà generare un alto giro d’affari. Di sicuro
il business legato agli impianti di terza generazione dipende fortemente dai servizi connessi che si intendono offrire.
Escludendo i ricavi derivanti dal ticketing, puntare su entertainment, ristorazione e affitto di spazi può generare fino alla
metà dei ricavi attesi.
Dati espressi in eprcentuale
Fonte: S. Giudice -
FABIO TRAVERSA
La sicurezza rendere ogni partita una festa
Giovanni Palazzi, presidente StageUp
A Torino uno spazio
pensato per la famiglia
Bisogna puntare
su stadi “scalabili”
Stadio multifunzionale europeo: ricavi dai servizi*
Juventus Stadium vs stadio all’europea
Ƥ–‡••…‡–‡”
ͩͮΨ
servizi ristorazione
ͫͩΨ
DIMENSIONE MEDIA
MEDIA SPETTATORI
GARA
% OCCUPAZIONE
museo
ͩͮΨ
merchandising
ͩͰΨ
locazione spazi
ͩͱΨ
er il nuovo impianto della Juve ci si è ispirati alla convivialità tipicamente italiana,
ripensando lo stadio come luogo di incontro e
divertimento, dove passare momenti da ricordare insieme ad amici, familiari e altri tifosi. La
struttura architettonica concretizza quest’idea
ed esalta lo spettacolo del calcio: nessuna barriera divide i tifosi dal campo, la pista di atletica
è soltanto un ricordo e gli ingressi alle tribune
consistono in
passerelle sospese. Gli spazi
.
STADIO MEDIO EUROPEO
.
.
sono ampi, gli accessi facilmente controllabili:
massima sicurezza per rendere ogni partita una grande festa all’insegna dello sport. Ma c’è
di più: l’impianto bianconero ha introdotto in
Italia il concetto di stadio che vive non soltanto la domenica, ma sette giorni alla settimana.
Dal
ci sarà il museo dedicato alla squadra,
con gadget e un assortimento molto profondo
di merchandising.
f.t.
“S
ulla base dei migliori esempi di stadi europei di terza generazione come quello
della Juventus in Italia – commenta Giovanni
Palazzi, presidente di StageUp – Sport & Leisure
Business – occorre puntare su un nuovo modello di stadio scalabile che, senza dimenticare le
specifiche esigenze, possa mettere a fattor comune esperienze e know-how utili a più realtà”.
StageUp opera nel mercato del leisure business (sport, eventi speciali, testimonial, fiere,
%
.
Dati relatici alle prime cinque giornate di campionato
Fonte: Elaborazione StageUp
* Esclusi i ricavi del tocketing
Fonte: Elaborazioni StageUp
P
JUVENTUS STADIUM
%
/
turismo, manifestazioni sportive, spettacolistiche, culturali e sociali) ed è tra le aziende di riferimento nell’ambito del business dello sport con
particolare riferimento al marketing, ai media ed
alla comunicazione. Attraverso la sua gamma
di servizi, StageUp interviene su tutta la catena
del valore dei clienti, occupandosi di strategia,
progettazione, pianificazione e controllo, negoziazione e buying nonché della supervisione e
f.t.
realizzazione di progetti operativi.
Interventi
15
12-18 novembre 2011
Fine tuning
a cura di Fabio Poli
Nell’epoca in cui tutti comunicano, gli eccessi di “rumore” stanno svuotando di valore i messaggi
Tutti gridano, ma chi ci ascolta?
S
iamo ormai ridotti a dover inventare qualcosa di “diverso” per farci ricordare, per
colpire la coscienza distratta del consumatore
medio [ammesso, poi, che esista un consumatore “medio”!]. Così, ultima solo in ordine di tempo, campeggia sui cartelloni e sugli schermi una
campagna di promozione di un film, “costretta”
a giocare sui numeri inseriti al posto delle lettere, per mascherare una frase che normalmente
sarebbe considerata scurrile [“D C
”].
Il tema è quanto mai attuale: nell’epoca della comunicazione, comunicare basta per farsi
ascoltare?
L’esplosione [mi pare l’unico termine calzante] dei media permette ad ogni utente di abbeverarsi alla fonte delle notizie in maniera costante e differenziata. È un po’ come essere registi
del proprio film: ciascuno sceglie la prospettiva
dalla quale preferisce approfondire il tema, la
notizia, l’avvenimento. L’offerta non è sempre
sconfinata ma è certamente superiore alla domanda, se si considerano le possibilità messe a
disposizione dalla rete, dai canali generalisti o
tematici, dai blog, dai social network e da tutte
le forme di contenuti generati dagli utenti.
Il tema attuale, allora, è se tutto questo non
rappresenti un eccesso di comunicazione? Una
sovrabbondanza, non richiesta e poco utile, di
fonti e di sollecitazioni, che provoca l’effetto
contrario: la dis-attenzione.
Nell’epoca in cui tutti hanno accesso a strumenti e dinamiche assolutamente impensabili
solo pochi anni fa, tutti comunicano. E non parlo
[per una volta!] della rete. Il suo influsso è stato
determinante, certo. Ma il processo è cominciato molto tempo prima. L’invenzione della radio
e del telefono, logiche migliorie del telegrafo e
del piccione viaggiatore, hanno segnato l’inizio
di un percorso che ci ha trasformati, tutti, in generatori di contenuti. TUTTI.
Ogni uomo contemporaneo è, dunque, un
media! Più precisamente: pochi sono i veri “generatori” e molti sono i “ripetitori” peer-to-peer,
letteralmente i “nodi equivalenti” di una rete di
connessioni non gerarchizzate.
Il tema, a questo punto, va aggiornato: il ma-
cui ci sia qualcuno a sentirlo, a riceverlo, a subirlo. Se nessuno può taggarlo … il messaggio
non esiste!
Questa constatazione, però, ci riporta al
punto di partenza: comunicare basta per farsi
ascoltare?
Se tutti comunicano, a loro modo e in qualche
modo, è ovvio che l’effetto che se ne genera sia
quello della confusione. Troppe sollecitazioni,
troppe notizie, troppi messaggi generano disattenzione. Gli utenti sono bombardati in ogni
momento, durante ogni azione da messaggi
promozionali, da comunicazioni istituzionali, da
notizie più o meno aggiornate.
Chiaramente l’unica strategia per farsi ascoltare diventa quella di “alzare la voce”. I massmediologi parlano di “effetto rumore”: un ingorgo in cui il messaggio fatica a farsi strada, in
cui l’eccesso di informazione diventa qualcosa
di intollerabile per gli utenti. Il risultato è che
scompaiono le gerarchie, sfuggono i punti di vista, ogni dato equivale a un altro.
Così, nell’intento di “alzare la voce”, ogni notizia diventa la peggiore o la migliore degli ultimi
anni. Ogni descrizione si arricchisce di aggettivi
che, via via che vengono utilizzati, perdono il
loro significato. “Eccezionale”, “straordinario”,
“pessimo” si ammantano di un’aura scontata
che non dovrebbe esser loro consona e sembrano non bastare più a descrivere la “normale
eccezionalità” degli eventi.
Mentre tutti alzano la voce, nessuno ascolta
con attenzione. E nel rumore generato dall’eccesso di comunicazione si perde il silenzio, strumento necessario al ragionamento; si sottovaluta il valore del pensiero autonomo; si confonde
l’opinione del singolo che non sa più smarcarsi
dalla massa.
Che sia il caso di fare, tutti, un po’ di silenzio
in più?
re in tempesta fa rumore anche quando non c’è
nessuno a sentirlo? È arrivato il momento di formulare una nuova risposta per questa domanda
filosofeggiante. No!
Un rumore, una notizia, un messaggio o un
qualsiasi contenuto esiste solo nella misura in
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di Dionisio Ciccarese
Le chiacchiere
non servono
Puglia svegliati!
V
ia via i sospetti stanno
prendendo forma: questa campagna elettorale
rischia di non dare alcun valore
aggiunto alle prospettive della
Puglia. La situazione diventa
paradossale perché ci fa rimpiangere persino la stagione
della comunicazione politica intrisa di promesse. Quella politica dell’annuncio che porta i vari
mana Federico Pirro, docente
di Storia dell’industria nell’Università barese, in un editoriale
sul nostro giornale ha rotto gli
indugi e, con l’eleganza che lo
caratterizza, ha rivolto ai candidati una di quelle domande che
una volta tra i banchi di scuola
si definiva “a piacere”: per favore, diteci qualcosa di economico. Diteci, insomma: quale idea
Sì
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Elezioni regionali – Scelte strategiche e operative fondamentali attendono il Governatore
Vendola, una vittoria palese
di Dionisio Ciccarese
E
Comunicazione,
potere
e governance
h sì, è stata una vittoria palese. E anche annunciata. A
dispetto dei giochini parai ti i h i
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parte. Piepoli ne aveva sorriso e
aveva sottolineato: “Bisogna solo aspettare qualche settimana.
V d
” Abbi
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Vendola al comando
27
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febbr
L’esito del nostro sondaggio:
il Governatore uscente al 46,5%.
A 6 punti di distanza Palese.
La Poli Bortone all’11%.
Servizi, grafici e tabelle alle pagine 15-16-17 e 18
A proposito di debito pubblico
Foto: Carlo Cofano/Iesseppi
Turismo – Una regione leader
Confindustria – Ecco le “tesi”
L’ora di sirtaki
e flamenco BIT di Milano: Il Sud ora deve
P
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Il presidente Nichi Vendola resta saldamente
alla guida della Puglia. Gli elettori lo hanno confermato assegnandogli oltre il % delle preferenze. Più di punti rispetto al suo principale
antagonista, Rocco Palese. Alla Poli Bortone è
andato invece l’ , % dei voti. Un esito in totale sintonia con i risultati dei tre sondaggi che
l’Istituto Piepoli aveva realizzato per il nostro
giornale (e di cui pubblichiamo la riproduzione
delle prime pagine). Ora dopo una breve pausa
(che andrà qualche giorno oltre le festività) il
presidente Vendola dovrà nominare la Giunta.
Il che dovrebbe accadere intorno al
aprile.
È questa una fase delicata e il suo esito è tanto
Una lezione
Ventura
sale
in cattedra
desidero sottoscrivere un abbonamento annuale a
La Gazzetta dell’ Economia
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Dati inquietanti dalla ricerca Assofin-Crif-Eurisko sulle “revolving”
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16
12-18 novembre 2011
Opinioni
di Vito RAIMONDO
Il leader de “La Destra” e le “fucilate” a chi ha voltato le spalle al premier
Silvio, Storace e i “traditori”
diciamolatutta Dio li fa, loro si accoppiano
Storace – Berlusconi: Dio li fa
e loro si accoppiano!
Il grido di dolore della Carfagna
che dimentica gli Scilipoti boys…
riere della Sera” che pochi giorni dopo la vittoria elettorale del
, ricevette dal Premier
– tramite la mediazioni di Gianni Letta – una telefonata in cui Berlusconi gli “propose di fare il
Ministro del Lavoro”.
Aggiunge l’esperto docente: “Ad un certo
punto mi disse < Lei non mi conosce, ma guardi
che sono molto simpatico>”.
Della stessa materia ciancia, indignatissima,
il Ministro Mara Carfagna: “L’ipotesi di un Governo guidato da un premier diverso da Berlusconi sarebbe un tradimento della volontà degli
elettori”.
SILVIO BERLUSCONI
FRANCESCO STORACE
“Quei deputati che in queste ore cambiano partito, mentre il Presidente del Consiglio è a Cannes
per l’Italia, meriterebbero di essere fucilati alla
schiena”.
Un concetto del genere non può che essere
stato pronunciato dalla bocca di Francesco Storace, ex Msi, ex An, ex Pdl, ex Governatore del
Lazio, ora maitre à penser de “La Destra” .
In fondo, però, il disinvolto Storace merita
rispetto per la sua ferrea, inossidabile coerenza culturale e politica. Ci farebbe piacere conoscere il luogo in cui avverrà l’esecuzione (eviti le
Fosse Ardeatine, per piacere).
La sua uscita – guarda caso – è coincisa con
un’altra dotta esternazione del patron del Pdl
(non ancora ex!) Silvio Berlusconi: “Chi lascia la
maggioranza è un traditore”. Della serie: Dio li fa
e loro si accoppiano. E quale accoppiata…
MARA CARFAGNA
Ma ricorda, la signora, che l’eventuale tradimento degli elettori si poggia anche sui voti dei
Scilipoti boys (ex oppositori)? S’informi cortesemente.
Errore: l’Italia no è stata commissariata
ma ha chiesto di esserlo…
“L’Italia ha chiesto al Fondo Monetario Internazionale di monitorare le proprie riforme
economiche e fiscali”, ha affermato Josè Manuel Barroso, presidente della Commissione
europea.
Beh, vuol dire che in molti ci siamo sbaglia-
ti nelle scorse settimane, quando dicevamo
che “l’Italia è stata commissariata dall’Unione
Europea”.
In verità, ora possiamo dire che “il nostro Paese si è fatto commissariare”. Lo hanno consigliato anche Madame Christine Lagarde, presidente
del Fmi e, persino, dal nostro Presidente della
Repubblica che avevano parlato, la prima di
“mancanza di credibilità”, il secondo di “scarsa
affidabilità e determinazione”.
Ci chiediamo: allora, a cosa serviranno i voti di
fiducia che Berlusconi chiederà a quei sepolcri
imbiancati che sono divenuti, ormai, il Senato e
la Camera?
Ma la vogliamo finire di fare (e, qualche volta,
di esserlo!) i pagliacci in Europa e nel mondo?
Il Premier a Ichino: “Entri
nel Governo. Sono simpatico”
Il prof. Pietro Ichino, docente di Diritto del
Lavoro e deputato del Pd ha rivelato al “Cor-
“Non vi offendo, perché io non vi ho insultato, ma vi ho descritto”
PIETRO ICHINO
Ci rendiamo conto? Un premier offre un posto
di Governo perché lui è simpatico! Simpatico!
Somiglia alla proposta ad un delle tante escort
invitate ad entrare nel Governo di…Via Grazioli
o di Villa Cerosa o di Arcore dove invitava le ragazze che concupiva per …cene eleganti seguite dall’inevitabile Bunga Bunga
Ma non conosce proprio la vergogna
quest’uomo che Governa un Paese civile? Non si
vergogna. Anzi, non sa cosa sia la vergogna, il
pudore. Ancora una volta gridiamo: “Hai ragione
Veronica. Non sta bene. Va aiutato”.
Indro Montanelli
Dal sabato
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“Nel tempo
dell’inganno
universale
dire la verità
è un atto
rivoluzionario”
George Orwell
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Rubriche
12-18 novembre 2011
17
segue dalla prima
Il senso del dovere
con i suoi tempi e le sue debolezze costringe le
aziende a uscire dalla competizione (ultimo rapporto Osservatorio Banche Imprese), ci sono
intere categorie che non intendono rinunciare a
propri assurdi privilegi, c’è chi si lamenta di essere andato in pensione troppo presto e chi invece
trova intollerabile prolungare il lavoro a anni.
Il nostro è un Paese così: amiamo attribuirci
i diritti e assegnare i doveri. Cosa c’entra questo con l’economia? Con la politica? È proprio
questo invece il tema in discussione: il senso
del dovere in un Paese stremato dagli sprechi
e dai privilegi. E ci riguarda tutti. Dalle scelte
faziose di un’informazione dipendente e inquinata dalle tossine della politica alle pensioni di
invalidità per persone in salute, dall’evasione
fiscale al fiancheggiamento di attività criminali
che segnano le attività economiche di larghe
parti del Paese.
Siamo tutti concentrati sullo spread, sulle cadute di Piazza Affari, sullo scambio di accuse tra
centrodestra e centrosinistra: un’attesa logorante di numeri e percentuali in cui sguazzano
e vengono catapultati commenti che distruggono l’immagine del Paese. A reggere il vessillo di
un Paese oscenamente declinante sulla scena
internazionale è Giorgio Napolitano, entrato di
diritto nella storia dei grandi Presidenti della
Repubblica. La rilettura dei suoi interventi per
contenuto, profondità e tempestività negli anni
a venire gli consegneranno un posto di rilievo
nella storia di questi anni.
Berlusconi sta per uscire di scena, ma i problemi restano sul tappeto. Gli oppositori del
cavaliere compatti nel lapidarlo ora vacillano
sulle ipotesi dei futuri assetti. E allo stesso
modo all’interno della maggioranza fanno
breccia gli interessi di parte (con la Lega in
testa). Torna a prevalere l’interesse persona-
le e di partito su quello generale del Paese.
Un triste gioco. Perché in gioco è l’Italia, cioè
noi. Ma questo, tra tutti, in un Paese in cui la
politica ha la stessa emotività di uno spettacolo sportivo sembra l’aspetto più difficile da
comprendere. Il Paese non ha bisogno di “tifosi” del centrodestra e del centrosinistra. Ha
necessità di soggetti pensanti e competenti
capaci di misurarsi su problemi e soluzioni. Il
resto è teatrino della politica entrato a pieno
titolo nello show business.
DIONISIO CICCARESE
leNewsdaTerritorioeImprese
inviate le vostre notizie a [email protected]
PUGLIA
“Cuore Mio” del Pastificio Granoro
alle Terme di Margherita di Savoia
All’insegna della tutela della salute nasce una importante collaborazione del Pastificio Granoro e le Terme di Margherita di Savoia:
per i visitatori sarà possibile conoscere e degustare oggi, sabato
novembre, la linea di prodotti salutistici “Cuore Mio”, ricchi di
betaglucano d’orzo, una fibra solubile che unita alla semola e al
sapore della pasta tradizionale contribuisce notevolmente a ridurre il colesterolo. Questa partnership è il risultato dell’impegno di
Confindustria Bari e Bat, che ha favorito la creazione di una rete tra
aziende del settore turistico e agroalimentare.
Tante le iniziative legate alla promozione della salute fisica e alimentare che le Terme di Margherita di Savoia hanno ideato in sintonia con il Pastificio Granoro e che saranno realizzate nei prossimi
mesi: per i visitatori delle Terme sarà possibile acquistare nel punto
shop dello stabilimento il prodotto salutistico per eccellenza del
Pastificio Granoro per tutto il mese di novembre.
Impresa e competitività:
presentato rapporto 2011
È stato presentato a Roma giovedì scorso, novembre, Il “Rapporto
Impresa e Competitività”, realizzato congiuntamente da
OBI (Osservatorio Banche - Imprese di Economia e Finanza) e SRM
(Studi e Ricerche per il Mezzogiorno), giunto alla sua quarta edizione. Il Rapporto analizza gli aspetti strutturali dei sistemi produttivi
delle regioni del Mezzogiorno: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia (le analisi relative alla regione Sicilia sono state curate dalla Fondazione Angelo Curella di Palermo). L’indagine è stata realizzata su un campione rappresentativo
di .
imprese operanti nei settori del manifatturiero, delle costruzioni e dei servizi ICT e turistico-ricettivi. Il risultato è un bilancio
quali-quantitativo ottenuto sulla base delle nove variabili centrali per
l’attività delle imprese (fatturato, portafoglio ordini, capacità produttiva, scorte, occupazione, finanza, investimenti, esportazioni e
accesso al credito), e integrato da informazioni riguardanti i processi
di aggregazione tra imprese, il livello professionale e l’impegno.
Provincia di Taranto:
progetto per solarizzare le scuole
È stato presentato questa settimana il più importante investimento nelle energie rinnovabili realizzato al Sud Italia da un ente
locale: milioni di euro di risparmio in bolletta in venti anni, milioni di euro di investimenti di cui la metà per lavori che coinvolgeranno le imprese ioniche, minori emissioni di anidride carbonica pari
a
milioni di chilogrammi: questo il progetto di solarizzazione di
scuole medie superiori di Terra Ionica e due sedi universitarie
tarantine per una potenza complessiva di megawatt, presentato
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Direttore responsabile: Dionisio Ciccarese
Direttore editoriale: Vito Raimondo
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dal presidente della Provincia di Taranto, Gianni Florido. Secondo le
stime della Svicat Energy, azienda emiliana che si è aggiudicata l’appalto e già operante nella regione Puglia con uffici a Lecce, i primi
impianti fotovoltaici che saranno installati sui tetti delle scuole di Taranto e provincia dovrebbero iniziare a funzionare da gennaio
.
Disegno di legge su agriturismo:
sì di Cia e Turismo Verde
Il disegno di legge regionale sull’agriturismo piace alla Confederazione Italiana Agricoltori della Puglia (Cia) ed all’associazione
“Turismo Verde” che hanno tenuto il convegno nazionale “Le politiche regionali per l’agriturismo: dalla classificazione alla legislazione nazionale” ad Otranto (Lecce). L’incontro è stata l’occasione
per presentare e discutere il Disegno di legge regionale sull’agriturismo approntato dall’assessore regionale alle risorse agroalimentari, Dario Stefàno.
“Tirocini Formativi”:
Avviso n. 4/2011
Nell’ambito del Piano Straordinario per il Lavoro in Puglia
,è
stato pubblicato l’Avviso n. /
“Tirocini Formativi”, che intende favorire la realizzazione di progetti di tirocinio che contemplino
non solo azioni di orientamento e formazione, ma anche esperienza lavorativa e qualificazione e riqualificazione professionale nei
confronti di soggetti in condizioni di relativo svantaggio nel mercato del lavoro, giovani inoccupati e disoccupati, anche di lunga durata, che debbono essere inseriti/reinseriti nel mercato del lavoro.
La Regione Puglia
al NEREUS di Bruxelles
Anche la Regione Puglia è stata presente tra le regioni europee aderenti al NEREUS (Network of European Regions Using Space
Technologies) a Bruxelles. Agli eventi in programma hanno preso
parte rappresentanti istituzionali dell’Ufficio della Regione Puglia a
Bruxelles, della società InnovaPuglia e del DAP - Distretto Aerospaziale Pugliese. È un’iniziativa europea che riunisce le regioni dei paesi
UE aderenti al Network con l’obiettivo di condividere le risultanze
delle attività di ricerca afferenti al settore delle tecnologie spaziali
e diffondere applicazioni e relativi benefici tra le regioni e i cittadini.
BASILICATA
Patto di Stabilità:
la Regione cede capacità di spesa”
La Regione Basilicata ha rinunciato a oltre quattro milioni del-
la propria capacità di spesa (in base a quanto riconosciutole dal
“patto di stabilità”) per consentire ai Comuni lucani che ne avevano necessità di portare avanti interventi che comportavano
esborsi. Lo ha fatto con una delibera adottata dalla Giunta Regionale con la quale trasferisce una quota del proprio “patto di stabilità” in favore di nove comuni che avevano avanzato richiesta
in tal senso.
Il “trasferimento di capacità di spesa”, nel dettaglio, riguarda
le amministrazioni di Maratea, Lauria, Grassano, Marsicovetere,
Tito, Policoro, Pisticci, Genzano di Lucania, e Montalbano Jonico,
per un totale di milioni e
mila euro. La questione è stata affrontata dalla Regione con la così detta “regionalizzazione” del
Patto di stabilità, ossia la possibilità di spostare quote di obiettivo di spesa tra i varie enti della Regione, mantenendo invariato il
saldo finale.
Obiettivo 2012:
primi 4 interventi
Obiettivo
, l’intesa tra Regione, Organizzazioni sindacali e
datoriali per lo sviluppo della Basilicata, prende quota: la Giunta
Regionale ha approvato quattro provvedimenti rientranti nel pacchetto di interventi decisi dalla “cabina di regia” che governa l’Intesa. Si tratta di Microcredito, Task force sburocratizzazione, Fondo
regionale di Venture Capital e avviso pubblico Banda Larga.
Il Microcredito è un intervento volto alla concessione di prestiti
da restituire a tassi agevolati, al fine di sostenere l’avvio di nuove
attività imprenditoriali e agevolare la realizzazione di nuovi investimenti. Si occuperà, invece di “individuare le procedure e gli adempimenti più costosi da semplificare e di valutare l’efficacia di ogni
intervento sulla stima dei risparmi ottenuti per favorire lo sviluppo,
la competitività, la crescita economica e l’innovazione del sistema
produttivo lucano” la Task force sburocratizzazione.
Il Fondo Regionale di Venture Capital, si pone come strumento
di finanza innovativa per favorire lo sviluppo delle Piccole e Medie
Imprese attraverso il capitale di rischio, mediante l’investimento
diretto o il co-investimento, in partnership con terzi. Il quarto e ultimo provvedimento è quello di sostenere le reti di trasporto dati
ad alta capacità superando la condizione di svantaggio tra territori
nota come “digital divide”.
CCIA Matera per
ComUnica STARWEB
La Camera di commercio di Matera ha organizzato il novembre scorso una sessione specifica di formazione per la diffusione
del servizio ComUnica STARWEB.
Tale servizio rappresenta uno strumento molto semplice ed
efficace per la predisposizione delle pratiche della “comunicazione unica” e consente,inoltre, agli uffici del Registro delle Imprese un’attività di controllo più snella. La formazione è
rivolta principalmente ai professionisti e alle associazioni di
categoria. che assistono le aziende nei rapporti con il Registro
delle imprese.
Ogni riproduzione anche parziale è vietata ai termini di legge – Chiuso in tipografia il 10 novembre 2011
Società editrice:
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12-18 novembre 2011
Itinerari
La sagra – Appuntamento da buongustai a Trinitapoli il
e
novembre
Il violetto
il colore
del carciofo
S
esta sagra del carciofo violetto il
e il
novembre a
Trinitapoli, in provincia della Bat (Barletta-Andria-Trani).
L’appuntamento nei pressi della Chiesa di Santo Stefano
in piazza Umberto I, più nota come piazza Municipio. Qui verranno allestiti stand per mettere in bella mostra (e in degustazione) piatti a base di carciofi violetti. Sono coltivati anche in
Toscana e in Romagna ma, sostengono i coltivatori di Trinitapoli, come quelli di San Ferdinando, di Cerignola di Barletta, di
Canosa dove pure coltivano il violetto, hanno caratteristiche organolettiche uniche.
La produzione di capolini si aggira attorno ai due milioni annui in
più raccolti grazie ai polloni che escono dalla pianta basale.
La stagione dei carciofi a Trinitapoli comincia fin dall’inizio del
maggio precedente, con la raccolta del primo piccolo germoglio
apicale di carciofo, tenerissimo, che viene tagliato per permettere
la crescita più rigogliosa degli altri germogli. Alla fine di novembre
quando la raccolta raggiunge l’apice, tante di più sono le ricette da
poter preparare a base di carciofo.
Alla sagra di Trinitapoli saranno gustati fritti in pastella, crudi
con un filo di olio d’oliva, cotti col soffritto di aglio o cipolla a fuo-
co molto lento, tagliati a spicchi rosolati e serviti
freddi in insalata con limone e scaglie di formaggio,
lessi e conditi con aglio, prezzemolo, pepe e olio.
Il menù comprende anche piatti a base di carciofo
come zuppe, minestre, torte salate, risotti, secondi a base di carciofi ripieni, insalate e tante
altre specialità.
La sagra è organizzata da AVIS (associazione donatori
sangue) e AVS (Casaltrinità soccorritori ).
In programma anche il Raduno Vespa Club con mezzi che arriveranno da tutta Italia per esibire le loro Vespe, orgogliosi delle due
ruote che hanno fatto storia: per ricordare gli anni della Dolce Vita
o per un semplice assaggio di piatti a base di carciofo. Il percorso si
svolgerà per le vie della cittadina e toccherà alcuni dei suoi luoghi
simbolo.
E ancora bande, esibizioni musicali, artisti di strada, giochi gonfiabili per bambini, area mercato e quant’altro, saranno a disposizione di tutti durante i due giorni di festa. In occasione della sagra,
son previste anche visite guidate ai numerosi ipogei frequentati
nell’età del Bronzo come luoghi di culto, rinvenuti nei dintorni di
UNA PIANTA SOTTO IL SEGNO DI VENERE
S
i ritiene che il carciofo (Cynara Scolymus)
sia pianta sotto il dominio di Venere e che
perciò non ci sia da meravigliarsi più di tanto se
provochi libidine. Il parere è condiviso da altri...
esperti in questioni afrodisiache che si spingono ad affermare che il carciofo “accresce le forze naturali, e provoca l’uomo ad atti venerei”.
Pare che l’ortaggio in questione abbia avuto
sempre questa nomea ha probabilmente origini nella mitologia: Cynara era una bellissima
ninfa dai capelli lunghi color violetto cenere.
Trinitapoli, in zona
Madonna di Loreto. Si
tratta di templi sotterranei
in cui si svolgevano riti sacri di
carattere propiziatorio, anche se alcuni di essi furono utilizzati come tombe.
Allora week end a Trinitapoli in onore del violetto, ricordando
Pablo Neruda che, ispirato dal carciofo, scrisse una bellissima ode
in cui narra del “vegetale armato” che sognava la guerra ma avendo “tenero cuore” e “pacifica polpa” finì in pentola.
E Neruda non conosceva il violetto.
I prodotti da acquistare oltre ai carciofi, le conserve sott’olio e
sott’aceto, l’uva, il vino, il pane ed altri prodotti da forno.
Info: telefono
.
LA RICETTA DEI CARCIOFI SOTT’OLIO.
Manco a dirlo di lei s’innamorò, come non gli
bastassero tutte le dee di cui disponeva, oltre
alle donne più... terrestri, Giove. Era così geloso
della ninfa che per evitare eventuali assalti degli uomini, la trasformò in una pianta piuttosto
bruttina da vedere, appunto il carciofo, al quale
dette anche non poche spine perché nessuno
fosse invogliato a mangiarlo. E invece tutto fu
vano: gli uomini del trucco di Zeus se ne fecero
un baffo e i carciofi finirono sui loro deschi e oggi l’ortaggio è apprezzato più che mai.
S
i mondano i carciofi più teneri e freschi, privandoli del gambo e delle
foglie più esterne. I cuori ottenuti quindi si tengono in acqua e limone
per impedire che anneriscano. Si manda a bollore abbondante acqua salata e aceto e vi s’immergono i carciofi lasciando che cuociano al dente.
Si scolano e si lasciano un’intera notte ad asciugare tenendolo a testa
in giù su un panno di cotone o di carta da cucina. Si dispongono a strati
in contenitori di vetro sterilizzati, con qualche foglia d’alloro e grani di
pepe nero. Si versa quindi l’olio sino al colmo del contenitore che dovrà
essere lasciato aperto per alcune ore per far uscire eventuali bolle d’aria.
Chiudere il conternitore e tenere al buio. Per farli insaporire bene d’olio
attendere almeno una quindicina di giorni.
Basilicata da scoprire – C’è una stazione astronomica
Castelgrande, la… piccola
C
fraBoschi,SentierieTorrenti
Per laghi e per fiumi
Domenica
e domenica
lo Speleo
Trekking Salento organizza due escursioni, la prima a Torricella e l’altra nella
Terra dell’Arneo, entrambe per la guida
di Riccardo Rella. Quello di Torricella è un
itinerario lungo il periplo del lago piccolo,
lungo il saliscendi delle dolcissime ondulazioni collinari, al fianco di canali naturali
tra zone ulivetate e masserie. Si ammirerà
anche uno specchio d’acqua-rifugio per
l’avifauna stanziale e migratoria. Fontanelle mostrerà le sostanziali differenze geologiche che ne fanno uniche le peculiarità.
Paesaggi e vegetazione palustri, vaste zone di assorbimento, gradevoli panorami,
masserie e sistemi di irrigazione, balconi
sul lago. Facile percorrenza di Km circa.
Nuova, bella escursione, di chilometri,
in Terra di Arneo tra estensioni di macchia
nelle vicinanze della pista di collaudo dei
prototipi. Lunghissimi rettilinei e poi Monteruga con la sua storia ed i drammi raccontati in mezzo alle vestigia di un’opera
che nacque per la rivalutazione dell’attività
agricola ed, in seguito, abbandonata dopo
qualche decennio, per l’irresistibile richiamo dei centri abitati. Profumi di macchia
mediterranea e Masseria Donna Aurelia, in
un itinerario lungo uliveti, lunghi rettilinei
sterrati ed asfaltati, eleganti residenze di
campagna, querce gigantesche, grotte. Info:
.
astelgrande, in provincia di Potenza, è alle pendici
del Toppo, una montagna di .
metri nel Bacino
del Sele, ad est della Fiumara di Muro, in territorio di
Potenza. Grande non è il paese: appena .
abitanti
e del castello angioino dell’XI secolo non ci sono che
pochi resti.
A Castelgrande c’è una stazione astronomica di rilevanza internazionale: è di proprietà del Comune in
consorzio con l’Osservatorio Astronomico (OAC) di
Capodimonte. Avere una postazione simile vuol dire
che il cielo da quelle parti è privo d’ogni inquinamento
luminoso. Non per nulla fu il famoso astronomo Righini a scegliere Castelgrande per installarvi la struttura
dopo un’accurata ricerca in tante parti dell’Italia Meridionale.
L’osservatorio, con cupola mobile con lente da ,
m. e telescopio del diametro di centimetri, richiama
sul posto molti appassionati e presto sarà realizzato un
planetario da sei metri di diametro.
Castelgrande è ridente per essere tra i monti Giani
(.
m.), il Pariatello ( .
m.), il Carruozzo ( .
m.)
che con il Toppo e il lago artificiale Saetta, sono la meta per escursioni tra pareti rocciose, ruscelli (si pesca
la trota), boschi di castagno e di faggio. Se la ride Castelgrande su una pendice rocciosa con strette strade
lastricate di pietra, ripide scalinate, budelli di passaggio tra le case addossate le une alle altre. Da visitare la
chiesa di Santa Maria di Costantinopoli, rifatta nel XVII
secolo e che conserva un pregevole altare ligneo.
Nella chiesa Madre è custodita una statua lignea di
San Sebastiano commissionata per ex voto allo scultore napoletano Pietro Caraso del Seicento. In contrada
Montenuovo a .
metri d’altitudine è stato di recente scoperto un insediamento del V-IV secolo a.C. e una
cinta muraria.
Il luogo fu abitato sin dal V secolo a.C. Nel Medio evo
fu feudo della Contea di Conza, in epoca Normanno-
Sveva fu dei conti di Balvano, poi dei Sanseverino sotto
Carlo d’Angiò, passò agli Sforza (
) quindi ai Carafa
di Stigliano e infine ad Anna di Laviano.
L’economia di Castelgrande si basa soprattutto sulla
coltivazione di legumi, di pastorizia, di attività boschive. Il tutto per una vacanza “genuina, culturale, divertente” come sostengono con orgoglio in Municipio.
Per informazioni, per la visita all’Osservatorio Astronomico e per l’eventuale ospitalità telefonare allo
. La Pro loco (stesso numero) organizza, su
prenotazione, escursioni ambientaliste.
Castelgrande, a nord Ovest della Lucania, dista da
Bari
minuti d’ìauto ed è raggiungibile percorrendo
la strada di scorrimento veloce Basentana. L’Osservatorio dista km dalla SS. Appia cui s’innesta in corrispondenza del Passo di Monte Carruozzo.
Se la ride Castelgrande anche per la cucina tradizionale e per i prodotti tipici. A tavola i piatti sono il “cazzemarr” d’interiora di agnello cotto nel forno a legna,
il “cutturidd” di pecora in umido con erbe selvatiche,
cucinato in recipienti di terracotta, legumi, “lampasciune”, verdure, peperoni “crusch” di una particolare varietà tanto da essere conservati secchi e poi condirvi
minestre di legumi o di pasta fresca, come i “capunti”
di grano duro.
Ottimi anche con i ragù d’agnello o di maiale e infuocati di peperoncino. Lo stesso che si trova in buona compagnia, con i semi di finocchio, nelle salsicce di
maiale. Si consumano fresche o conservate sott’olio
o nella sugna. Stessa sorte per le ormai rarissime soppressate lucane.
La “pezzente” è un altro insaccato fatto con le parti
meno nobili del suino mescolate ad aglio e peperoncino. E ancora formaggi freschi e stagionati: pecorino,
caciocavallo, butirro, provolone e scamorza.
Pagina a cura
di Vittorio Stagnani
Sanità
12-18 novembre 2011
19
Un attento controllo farebbe risparmiare molte vite e tre miliardi di euro l’anno
Colesterolo 1° killer del cuore
C
olesterolo: big killer del cuore. Ogni ora, in
Italia, ricoveri ospedalieri per alterazioni
coronariche o malattie ischemiche cardiache, infarti, morti per problemi di cuore. In
Puglia e in Basilicata morti al giorno.
Il % degli attacchi di cuore, nell’Europa occidentale, sono causati da alterazioni di colesterolo-trigliceridi nel sangue e sono responsabili di
oltre la metà dei decessi.
Un insieme che pesa, sull’economia della Unione Europea, per
miliardi di € l’anno.
Un attento controllo del colesterolo – ha accertato un’indagine promossa dalla Simg e realizzata
dal prof. Atella (facoltà Economia, Roma) farebbe
risparmiare miliardi di euro l’anno già dal primo
anno (“beneficio immediatamente disponibile”) e
ridurrebbe di un buon % le spese sostenute per
le malattie cardiovascolari per le quali si spende almeno quanto una manovra finanziaria.
“Il messaggio – dice il prof. Alberico L. Catapano,
farmacologo università, Milano, presidente società
europea aterosclerosi – è univoco: occhio ai grassi
nel sangue, ridurre efficacemente e costantemente
il colesterolo “cattivo” (LDL) tenere elevato il “buono” (HDL) e fare attenzione ai trigliceridi.
Non basta il successo di una volta di dieta ed esercizio fisico. Bisognerà mantenere costantemente i soddisfacenti livelli eventualmente raggiunti.
Fattori di rischio aggiunti ipertensione, diabete, fumo i quali incentivano di volte il rischio di
incorrere in un attacco di cuore mentre valori di
colesterolo nel sangue fino a
ml/dl lo accrescono di volte”.
Stop al colesterolo oltre i limiti (il totale deve
essere meno di
ml/dl) ma va tenuto conto di
quello cattivo (LDL) che non dovrebbe superare
mg per decilitro di sangue e del “buono”
(HDL”) che non dovrebbe superare i
mg per
l’uomo e
per la donna. Completare l’attenzione dovuta anche con il dosaggio dei trigliceridi:
non oltre
mg/dl.
Stima dei risparmi potenziali a seguito del miglioramento del
trattamento farmacologico, per anno e regione nel lungo periodo
Millioni di Euro
Regione
Piemonte
Valle d’Aosta
Lombardia
Trentino Alto Adige
Veneto
Friuli Venezia Giulia
Liguria
Emilia Romagna
Toscana
Umbria
Marche
Lazio
Abruzzo
Molise
Campania
Puglia
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Calabria
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I risultati principali dell’indagine
Evoluzione temporale (dati in milioni di euro)
TOTALE
Riduzione delle ospedalizzazioni
Riduzione costi diretti
Riduzione costi indiretti
Totale riduzione costi
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Purtroppo si tratta di controlli che non facciamo o di cui sottovalutiamo i risultati e disprezziamo i rischi connessi quando i valori si discostano
dalla norma. Solo su italiani con valori alti di
colesterolo sono in trattamento e, di loro, solo
il % riesce a raggiunge l’obiettivo terapeutico.
E trattare un soggetto – dice Catapano – senza
raggiungere o, almeno, avvicinarsi all’obiettivo
terapeutico costituisce uno spreco economico
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duplice in quanto non solo si prescrivono e dispensano inutilmente i farmaci ma nemmeno si
prevengono le complicazioni prevedibili e, quindi, il ricorso alle strutture sanitarie ed all’uso di altri farmaci. Si realizza, purtroppo, un parallelismo
tra spreco economico e clinico ed insufficiente attenzione al paziente in termini di salute.
Le alterazioni non danno sintomi, non campanelli d’allarme ma viaggiano spedite a minare la
Francia – Polemica sulle autostrade: il buio aumenta l’allerta del guidatore?
Luci spente per la “sicurezza”
I
n Francia saranno spente tutte le luci delle autostrade per risparmiare, secondo i calcoli del centro studi sui trasporti, il
% di emissioni di CO , milioni di euro e registrare una riduzione del % degli incidenti, sulla base dell’affermazione (contestata) che le strade non illuminate causano più difficoltà ai guidatori e li impegnano ad usare maggiore attenzione e rallentare
e causare meno incidenti.
Dall’oscuramento realizzato, dal
, sull’autostrada A
(tranne che nelle zone urbane) giungono conferme dei benefici
del buio: meno % di incidenti nelle sezioni di strade non illuminate e più % in quelle illuminate, nelle vicinanze delle città. Qui,
inoltre – dice H. Amiotte (direzione interdipartimentale della stra-
da Nord) la gravità degli incidenti è largamente superiore.
La società francese per l’illuminazione, forte di uno studio del
CNR francese, obietta che “con l’illuminazione il campo visivo del
guidatore è di
metri e, all’oscuro, esso cala a
metri. Se ne
deduce che anticipazione del rischio e visione a distanza sufficientemente lontana di ostacoli sono favoriti dall’illuminazione. Per C.
Remande, un esperto del Centro, “la vera ragione è solo economica e le notti saranno, ora, meno sicure in autostrada”.
Meno tutelati si sentono i motociclisti: “Al buio ci vedranno
meno e, pur se siamo il % del traffico, l’anno scorso, il % dei
morti viaggiavano su due ruote motorizzate. E c’era illuminazione; figuriamoci al buio”.
consistenza delle arterie e del cuore che ne risultano come “ingottate” (al pari, per esempio, degli elastici) e, quindi facili preda di malattia.
È l’ora di dire stop ed abbassare questa cenerentola fra i fattori di rischio alla base di malattie
cardiovascolari.
Spesso non sono sufficienti dieta ed esercizio
fisico ed il medico deve ricorrere a prescrizione
di farmaci.
“La via maestra sono le statine. Ma, tra queste, è da scegliere la più adatta al singolo paziente. Per alcuni, poi, si è dimostrata efficace
l’aggiunta di ezetimibe, sostanza che riduce
l’assorbimento intestinale del colesterolo e ne
inibisce la sintesi a livello epatico. La sua azione
combinata con le statine ,inoltre, consente di diminuire la dose di queste ultime somministrate.
Un valore aggiunto, l’ezetimibe: riduce – dice
Catapano – di ulteriore % la soglia ottenuta
dalle statine”.
L’ezetimibe è prezioso specialmente per quei
soggetti nei quali le sole statine non hanno dimostrato gli effetti desiderati della messa a punto
dei valori inadeguati che il paziente presenta. La
somministrazione combinata, in questi casi, si rivela vincente e, se ben attuata, libera i pazienti
dai rischi connessi con le alterazioni colesteroliche nel sangue.
L’ezetimibe è anche indicato, in questo caso,
da solo, nei soggetti che presentano intolleranza
alle statine e che, altrimenti, sarebbero rimasti
senza scudo di difesa alcuna.
“Si tratta – dice il prof. Claudio Borghi (università, Bologna – di una vera svolta, di una nuova
strategia combinata (statine e ezetimide)”.
Uno studio (Sharp) condotto su .
pazienti
con malattia renale ha dimostrato i benefici della
riduzione dei livelli del colesterolo cattivo sugli
eventi vascolari maggiori. A maggior ragione, il
successo è evidente in chi non abbia alterazioni
di rene.
“CARO” DISPOSITIVO MEDICO
“D
ispositivi medici (pace maker, protesi
varie) o device, tutti di avanguardia ma
uno su costa troppo rispetto ai benefici che
offre e non è innovativo”. La denuncia viene
dalla dr Laura Fabiano, presidente dei Farmacisti Ospedalieri (SIFO) che propone l’istituzione di un registro nazionale e maggiore rigore
nella immissione in commercio dei dispositivi
stessi. Questi sono più “favoriti” rispetto ai
farmaci per i quali i criteri di controllo sono più
rigorosi e, per loro, è possibile dimostrare i rapporti costo/benefici. Per i device, no.
Sulla spesa sanitaria di
miliardi €
(anno
), la farmaceutica incide per
il % ( .
.
€), di cui, per i farmaci, il
% ( .
.
) e per i dispositivi, il
%
( .
.
)”.
Tumori letali fra gli stranieri: non fanno prevenzione
I
mmigrati: sono poco più del % della popolazione e producono
circa il % del Pil. Pagano tasse per , miliardi di euro ma usufruiscono di servizi pubblici, tra cui i sanitari, per soli
milioni di euro.
Non entrano in Italia, nella massima parte dei casi, già malati ma,
per condizioni di vita e lavori non protetti ma protratti, si ammalano, non si curano, non riescono a fruire delle provvidenze che, pure, potrebbero essere disponibili. Paradigmatico il pianeta cancro.
I cittadini stranieri colpiti da cancro muoiono più degli italiani.
Non perché la loro malattia sia più aggressiva ma perché essa viene
diagnosticata in ritardo, fino a anno dopo. L’Associazione Italiana
di Oncologia Medica (AIOM) lancia l’allarme. “Vediamo, in questa
popolazione – dice il presidente, prof. Marco Venturini – aumento
dei tumori più direttamente correlati a stili di vita errati (polmone,
testa-collo, colon-retto, stomaco) e mancato accesso allo screening
(collo dell’utero, seno e colon retto). Questo si traduce in diagnosi
tardive, quando la neoplasia è in fasi più avanzate e, quindi, più grave. In questa popolazione vi è poi incidenza maggiore di cancro al
fegato che origina, in gran parte dei casi, da cirrosi dovute a forme
di epatite B cronica ed è quindi particolarmente frequente in popolazioni che non hanno ricevuto la vaccinazione contro il virus ed
hanno vissuto in ambienti in cui questo prolifera o presentano altri
fattori predisponenti (rapporti non protetti, abuso di alcol, ecc.)”.
“I tumori, negli immigrati, ci sono; bisogna scovarli in tempo utile. Ma tutti valutiamo i bisogni ma pochi gli aiuti specifici specie ai
clandestini”.
La popolazione immigrata, anche se regolarizzata, aderisce meno ai programmi di screening o per ignoranza oppure sono diffidenti per mancata conoscenza del problema. La comunicazione è
essenziale né può essere univoca, universale. Ma – va detto – ad
un immigrato che, dallo screening, riceve una diagnosi di malattia
o pre-malattia, il percorso verso il trattamento gli è – quanto meno
– poco accessibile e basso livello di istruzione, di conoscenza e difficoltà economiche condizionano l’abbandono del male a se stesso.
Questo fa sì che il contributo percentuale, fornito al PIL dagli immigrati, cali di - punti e riduca il pagamento delle tasse per almeno miliardi di euro. Impossibile quantificare i danni provocati dal
cancro dei clandestini.
Il progetto AIOM
L’AIOM ha attivato il primo progetto nazionale multietnico
con una Giornata di studio a Bologna su “Problematiche oncologiche nei migranti: dall’emergenza alla gestione”. Previsti periodici
incontri e la realizzazione di opuscoli informativi, tradotti nelle
principali lingue ed adeguati alle diverse culture, da diffondere
in collaborazione con altre Società scientifiche. E sul web, nel
sito www.aiom.it, verrà attivata un’area dedicata con un’attenzione particolare per i ragazzi: i minorenni stranieri in Italia sono
.
, di cui
.
nati qui.
“Dobbiamo insistere – continua Venturini – sulla prevenzione,
primaria e secondaria, in particolare attraverso il coinvolgimento
delle “seconde generazioni”. AIOM ha attivato un confronto aperto con le Istituzioni su questo tema.
“Definito il sistema di protezione sanitaria dei migranti, è necessario verificare – dice Luca Coletto, coordinatore degli Assessori
Sanità della Conferenza Stato-Regioni, – se l’offerta dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) dell’oncologia sia adeguata a questa
specifica domanda. Le principali difficoltà denunciate sono barriere linguistiche, scarsa conoscenza del funzionamento e delle
modalità di accesso e di utilizzo del sistema sanitario e distanza
culturale con gli operatori”.
Il divario
Il peso degli stili di vita è determinante: oltre il % dei tumori
è direttamente collegato a una dieta scorretta e un uomo che fuma ha
volte più probabilità di ammalarsi di cancro al polmone
rispetto a chi non lo fa. “Ma l’adesione agli screening è altrettanto
importante – spiega il prof. Carmelo Iacono, presidente uscente AIOM – si pensi che la mammografia può ridurre del % la mortalità.
L’accesso a questo esame è ancora insufficiente in Italia. Esso è in
media del % (su donne invitate solo una accetta), con un divario
tra Centro-Nord e Sud dove i livelli di adesione sono al %. Nelle
donne straniere il dato è tre volte inferiore. Senza contare il dramma dell’immigrazione irregolare, che sfugge alla nostra percezione
e che non accede ad alcun tipo di controllo preventivo. È una nostra
priorità annullare questo divario”.
Pagina a cura
di Nicola Simonetti
Libri&Riviste
12-18 novembre 2011
Modelli – La diffusione di conoscenza elimina le incertezze
21
PIERO DOMINICI
Con la comunicazione
si rende tutto più facile
La comunicazione nella
società ipercomplessa
Condividere la conoscenza
per governare il mutamento
Autore: Piero Dominici
Editore: FrancoAngeli
Collana: La cultura della
comunicazione
Pubblicazione:
Numero di pagine:
Prezzo: €
I
ndividuare le categorie concettuali utili a configurare un modello teorico interpretativo che
riesca a spiegare la complessità del mutamento in corso e degli attuali processi comunicativi
ma anche formulare alcuni presupposti dell’etica
della comunicazione per la civiltà tecnologicocognitiva che abbiano una prospettiva universale. Sono questi gli obiettivi che si prefigge Piero
Dominici nel libro scritto per FrancoAngeli. Il contesto storico di riferimento è una società ipercomplessa, in cui la comunicazione, intesa come
processo sociale di condivisione della conoscenza, ha assunto ormai una centralità strategica in
tutte le sfere della prassi individuale e collettiva.
Considerando fondata l’equazione conoscenza =
potere ne consegue che tutti i processi, le dinamiche e gli strumenti finalizzati alla condivisione
della conoscenza non potranno che determinare
una condivisione del potere o, comunque, una riconfigurazione dei sistemi di potere.
La comunicazione, allora, secondo l’autore,
costituisce un pre-requisito fondamentale per
la riduzione della complessità e dell’incertezza/
imprevedibilità all’interno dei sistemi, il con-
trollo e la gestione dei rischi locali e globali, la
mediazione a vari livelli dei conflitti, la realizzazione della società della conoscenza diffusa,
veicolo di una globalizzazione etica e fondata
sulla responsabilità.
Il volume tenta di individuare le categorie di
un modello teorico interpretativo adeguato a un
sistema-mondo sempre più basato su una razionalità limitata. L’ipertrofizzazione degli apparati
burocratici, la progressiva dissoluzione dello spazio pubblico e l’evoluzione dei regimi democratici, fondati sulla trasparenza, sull’accesso alle
informazioni, sul concetto di sovranità popolare
e, da un punto di vista culturale, sulla mancata
definizione del rapporto tra i valori fondanti della
libertà e dell’uguaglianza hanno causato una radicale politicizzazione della sfera pubblica, il cui
spazio operativo è stato ridimensionato alla sola
questione della “rappresentanza” e al ruolo di
ancella del sistema di potere.
L’economia interconnessa richiede scelte strategiche e una nuova sensibilità etica per le problematiche riguardanti gli attori sociali, il sistema
delle relazioni e lo spazio del sapere: occorre,
cioè, una nuova cultura della comunicazione,
orientata alla condivisione e all’intesa, in grado
di incidere sui meccanismi sociali della fiducia e
della cooperazione. In particolare la riflessione
sull’etica, a giudizio di Dominici, sembra tornata di attualità grazie alla crisi delle ideologie e al
crollo di tutte le utopie che si erano poste come
obiettivo la creazione di un uomo nuovo, di un
individuo perfetto e/o di una società ideale. Ebbene, affrontare il tema del rapporto tra etica
e sociologia non significa in alcun modo andare
alla ricerca di princìpi considerati più o meno universalmente “giusti” o “buoni” ma comporta
una riflessione sul fatto che quegli stessi princìpi rappresentano il prodotto di complesse dinamiche di interazione sociale e comunicative che
si sviluppano all’interno dei gruppi e dei sistemi
sociali, dinamiche che sono alla base dello stesso
processo di formazione dell’identità individuale e
collettiva.
Per Dominici l’etica, la sociologia e le scienze
della comunicazione dovrebbero altresì concentrarsi sulla sfera della prassi dell’agire umano e
sulle conseguenze che esso può comportare,
analizzando i princìpi che animano le molteplici
visioni del mondo e che permettono la sopravvivenza di un gruppo, di una comunità, di un sistema sociale.
La prima parte del volume analizza la modernità radicale come evo del conflitto e dell’ambivalenza mentre la seconda si concentra sull’utopia
della comunicazione, sulla nuova sfera pubblica e
sull’esigenza di un’etica per la civiltà tecnologica
in Rete. Non mancano riferimenti alla prassi della
comunicazione che ha determinato negli ultimi
tempi un processo di riconfigurazione dello spazio-tempo e una progressiva erosione dei confini
tra pubblico e privato. La crescita esponenziale
dei canali di socializzazione e la crisi comunicativa
hanno allentato la trama del tessuto sociale, aumentando le distanze tra le istituzioni e i singoli
attori sociali che, da sempre, hanno contribuito
a creare quello spazio sociale condiviso utilizzato
per il confronto e lo scambio, per la rielaborazione delle informazioni e della conoscenza, per la
definizione di strategie per la prassi.
FABIO TRAVERSA
Chi è l’autore
Intevista – Il prof. Dominici avverte che non si tratta di un manuale divulgativo
“Un libro per gli addetti ai lavori”
P
rof. Dominici, come nasce l’idea del
libro?
“Il volume si rivolge soprattutto a un
pubblico di ‘addetti ai lavori’, ossia ad accademici e studenti. Il libro è impegnativo
nel lessico, nel linguaggio e nei riferimenti
bibliografici ed è concepito come un ipertesto tra richiami, riferimenti, note a piè di
pagina”.
Quanto oggi la conoscenza e le competenze determinano i rapporti di forza
nella vita sociale?
“Nel libro analizzo la comunicazione come processo sociale di condivisione della
conoscenza. Ci sono attori, soggettività
etiche portatori di sistemi di orientamento valoriale e conoscitivo. I media sono
attenti a ciò che accade, protagonisti dei
mutamenti a cui stiamo assistendo ma
restano sempre strumenti. A me interessano i rapporti sociali che equivalgono a
rapporti di potere. E l’identificazione che
traccio tra conoscenza e potere è basilare. Ad esempio ciò che è accaduto con la
primavera araba o con i moti di conflitto
non può essere spiegato solo come un
evento avvenuto grazie alla Rete o ai social network. È evidente che queste innovazioni tecnologiche siano importanti e
aprano nuovi orizzonti di cittadinanza ma
le considero ‘solo’ un volàno: devono, poi,
trovare una traduzione applicativa in termini di pressione e capacità di incidere sul
decisore politico”.
Quando parla di economia interconnessa e nuova cultura della comunicazione a cosa si riferisce?
“La società della conoscenza e l’economia della conoscenza rappresentano un
mutamento di portata straordinaria. Lo
confermano i dati del mercato del lavoro
nazionale e internazionale. Stiamo andan-
do sempre più verso un’economia dei servizi o dell’immateriale. In questo contesto
va ridefinito lo spazio del sapere. La Rete
e il web . sono un’importante opportunità e una grande risorsa ma a patto che
gli utenti abbiano davvero le ‘armi’, gli
strumenti, la formazione per elaborare le
informazioni e utilizzarle al meglio. La vera
sfida, comunque, è la riduzione della complessità e l’unione dei molteplici saperi. È
evidente che abbiamo bisogno di saperi
specialistici ma si sta un po’ perdendo la
capacità di analisi e di sguardo di insieme.
Per me, poi, la ‘vera’ comunicazione ha
delle implicazioni anche di carattere etico
nel senso che richiede a tutti gli effetti un
impegno verso i nostri interlocutori. Quando noi comunichiamo ci stiamo impegnando con gli altri. Una pubblica amministrazione che voglia creare la basi per una
cittadinanza davvero attiva e coinvolta nei
processi decisionali deve, allora, rendersi
trasparente e accessibile e sottoporre al
vaglio, al controllo, alla discussione pubblica tutte le sue azioni e procedure. Solo così si possono ridurre i processi di gestione
del rischio, di diminuzione delle complessità, di governo dell’incerto”.
Attualmente in politica chi è, secondo
lei, il miglior comunicatore?
“Al di là delle valutazioni che si potrebbero fare sulle identità politiche di ognuno
di noi ritengo che, dal punto di vista della
comunicazione orientata alla condivisione
e dei contenuti a essa legati, il presidente
della Regione Puglia Nichi Vendola sia molto convincente per il lessico e la capacità di
toccare determinate tematiche e affrontare le questioni. La critica che spesso gli
viene mossa è che è molto filosofico e teorico. Ma a mio giudizio è semplicemente
documentato e lo si capisce da come parla
f.t.
e dalle letture cui fa riferimento”.
P
Docente
in tre
Università
iero Dominici è ricercatore
all’Università di Perugia.
Ha insegnato nelle Università
di Sassari, L’Aquila e Siena ed
è formatore aziendale.
Si occupa di comunicazione organizzativa, di organizzazioni complesse, di società
della conoscenza e di etica.
Svolge attività di ricerca e
consulenza per organizzazioni pubbliche e private.
Tra le sue opere Per un’etica dei new-media (
) e La
società
dell’irresponsabilità
(
).
Nell’ultimo libro scritto per
FrancoAngeli la premessa è
affidata a Franco Ferrarotti e
la postfazione a Mario Morcellini.
f.t.
22
12-18 novembre 2011
Fiscalmente
I chiarimenti dell’Agenzia delle Entrate sulle condizioni per cui è possibile
Agevolazione prima casa
rinuncia senza sanzioni
R
inunciare all’agevolazione “prima casa” è possibile – senza il pagamento di sanzioni – se il richiedente non riesce a
trasferire la residenza nel comune in cui è situato l’immobile entro il termine di diciotto mesi dalla data dell’atto di acquisto
dell’abitazione. Questa opportunità è concessa, come chiarisce la
recentissima risoluzione
/E dall’Agenzia delle Entrate, perché
l’acquirente si impegna al trasferimento mediante una semplice
dichiarazione di intenti sottoscritta all’atto di acquisto dell’immobile. Il contribuente potrà, quindi, rinunciare al beneficio quando
la “dichiarazione resa in atto” non attiene alla sussistenza delle altre condizioni necessarie per fruire dei benefici (es.: impossidenza
di una abitazione sita nel medesimo comune dell’immobile che si
intende acquistare, novità nella fruizione dell’agevolazione e residenza nel comune in cui è sito l’immobile).
Pertanto non è possibile rinunciare volontariamente all’agevolazione nel caso in cui i requisiti, che il contribuente ha dichiarato di
possedere al momento dell’acquisto, risultino assenti. In tal caso,
infatti, la dichiarazione di essere nelle condizioni che legittimano
la fruizione del beneficio, fatta al momento della compravendita,
risulterebbe “mendace”.
18 mesi per richiedere la revoca
La dichiarazione dell’acquirente di voler stabilire la residenza nei
diciotto mesi è prevista dalla legge a “pena di decadenza” dall’agevolazione. Il mancato trasferimento nel termine dei diciotto mesi
comporta, quindi, la perdita dell’agevolazione.
La decadenza si verifica alla scadenza del diciottesimo mese dalla data dell’atto. Prima di tale scadenza, infatti, il contribuente risulta ancora nei termini per adempiere all’impegno preso.
Entro diciotto mesi dall’atto di acquisto dell’immobile è, quindi,
possibile rinunciare all’agevolazione “prima casa” senza incorrere
nell’applicazione di sanzioni. E non essendo ancora decorsi i termini, al contribuente non può essere “imputato” il mancato adempimento dell’impegno a trasferire la propria residenza nel nuovo
comune.
È, invece, esclusa – come detto – la possibilità di rinuncia per il
soggetto acquirente che abbia reso la dichiarazione di possedere i
requisiti prescritti dalla norma di cui alla Nota II-bis).
Come ottenere la revoca
L’acquirente che non intende adempiere all’impegno assunto in
atto “è tenuto a presentare una apposita istanza” all’ufficio presso
il quale l’atto è stato registrato. Con tale atto revoca la dichiarazione d’intenti a suo tempo manifestata di volere trasferire la propria
residenza nel comune nel termine di diciotto mesi dall’acquisto.
Contestualmente deve richiedere la riliquidazione dell’imposta assolta in sede di registrazione.
Tale istanza deve essere presentata sia nel caso in cui l’atto per
il quale si sia fruito delle agevolazioni “prima casa” sia stato assoggettato ad imposta di registro che per quelli assoggettati ad IVA.
A seguito della presentazione dell’istanza, l’ufficio procederà alla
riliquidazione dell’atto di compravendita ed alla notifica di apposito
avviso di liquidazione dell’imposta dovuta oltre che degli interessi
calcolati a decorrere dalla data di stipula dell’atto di compravendita.
Mentre – come statuito dall’Agenzia delle Entrate – non si applica la sanzione pari al
per cento di cui all’art. , quarto comma,
della Nota II -bis) allegata al TUR. Ciò in quanto, entro il termine
di diciotto mesi dalla data dell’atto non può essere addebitato al
contribuente il mancato adempimento dell’impegno assunto, cui
consegue la decadenza dall’agevolazione.
Decadenza
Decorso il termine di diciotto mesi dalla data dell’atto, senza
che il contribuente abbia provveduto a trasferire la residenza o a
presentare all’ufficio dell’Agenzia l’istanza, con la quale revoca la
dichiarazione di intenti di cui sopra, si verifica la decadenza dall’agevolazione “prima casa” fruita in sede di registrazione dell’atto e
si applicano le sanzioni.
La richiamata Nota II-bis), nell’attuale formulazione, prevede,
infatti, che in caso di decadenza dal regime di favore fruito per le
cessioni di case di abitazione “non di lusso” assoggettate all’IVA, “
... l’ufficio dell’Agenzia delle entrate presso cui sono stati registrati i
relativi atti deve recuperare nei confronti degli acquirenti la differenza fra l’imposta calcolata in assenza di agevolazioni e quella risultante
dall’applicazione dell’aliquota agevolata…”, nonché irrogare la sanzione amministrativa pari al per cento della differenza medesima.
Ne consegue, quindi, che a seguito della decadenza dal regime
di favore, l’acquirente dovrà corrispondere un importo pari alla differenza tra l’IVA calcolata con l’aliquota applicabile in assenza di
agevolazione e quella agevolata, oltre che gli interessi calcolati a
decorrere dalla data di stipula dell’atto. Il contribuente sarà, inoltre, tenuto al pagamento della sanzione amministrativa stabilita
nella misura del per cento di detto importo.
EMILIA CIMINIELLO
CHIARA DAMMACCO
a cura di Giuseppe Ciminiello
FiscoinAula
I
contribuenti che possiedono
una “posizione” aperta con
il Fisco, e vogliano avvalersi
di una dilazione delle somme
iscritte a ruolo, hanno la possibilità di richiedere ad Equitalia
spa il rateizzo del proprio debito. Tanto a condizione che
il contribuente che ne faccia
richiesta versi in uno “stato di
temporanea situazione di obiettiva difficoltà economica”.
Concetto quest’ultimo del tutto avulso dalla diversa nozione
di “indigenza”. Per tal motivo
le indicazioni dell’Ente della
riscossione, contenute nella
direttiva /
, secondo cui
per concedere una dilazione
alle persone fisiche per debiti
superiori a .
,
euro occorre la presentazione della
c.d. certificazione ISEE, sono
illegittime. La certificazione,
infatti, è stata introdotta dal
nostro legislatore per poter
valutare la situazione economica di cittadini che vogliano
accedere a prestazioni sociali agevolate ed è finalizzata,
dunque, ad appurare l’eventuale stato di indigenza e non
una “temporanea difficoltà
finanziaria”.
Il chiaro principio è stato
recentemente stabilito dalla
Debiti con Equitalia, per rateizzare
non occorre la certificazione “I.S.E.E.”
Commissione Tributaria Provinciale di Torino (Pres. Calvo
Rel. Manni), chiamata a pronunciarsi sul diniego di rateizzo che l’Ente della riscossione
aveva opposto ad una contribuente piemontese.
Il fatto
Con specifico ricorso (notificato il . .
) la sig.ra A.G.
impugnava il provvedimento
di rigetto dell’istanza di rateazione notificatole da Equitalia
Nomos spa il
. .
. Con
il provvedimento impugnato
Equitalia aveva negato la rateazione di una cartella di pagamento, di importo superiore
a .
Euro, presentata dalla
contribuente ai sensi dell’art.
, DPR
/ . Richiesta era
stata rigettata in quanto non
corredata dalla certificazione
ISEE ed in quanto risultavano
rate scadute e non pagate in
relazione ad una rateazione
precedentemente concessa.
In sede di giudizio, inoltre, Equitalia eccepiva l’inammissibi-
lità del ricorso per essere stato
presentato oltre i termini di cui
/ . L’ecceall’art. DLgs
zione è stata però ritenuta infondata dai giudici piemontesi.
Secondo la ricostruzione Equitalia, infatti, il provvedimento
di rigetto era stato comunicato in data . .
tramite fax
alla consulente della ricorrente che era stata incaricata della presentazione dell’istanza.
Conseguentemente, il ricorso,
spedito il
. .
(rectius
. . n.d.r.), sarebbe risultato tardivo. Dalla documentazione prodotta dalla ricorrente, tuttavia, era emerso che il
provvedimento di diniego, pur
anticipato via fax, era stato
spedito per raccomandata in
data . .
, sempre presso lo studio della consulente, che l’aveva ricevuto solo
in data
. .
. Da quanto
sopra se ne è dedotto che, in
verità, Equitalia non aveva mai
ritualmente notificato il provvedimento alla parte; infatti, la
consulente era stata incaricata
di presentare l’istanza, ma la
contribuente non aveva eletto domicilio presso la stessa.
La notifica, quindi, per essere
validamente eseguita, avrebbe dovuto essere inviata alla
residenza della contribuente,
secondo le modalità previste
per legge. La contribuente, avendo interesse alla decisione
della controversia, aveva comunque inteso sanare il vizio
di notifica di cui sopra presentando ugualmente il ricorso,
ma il dies a quo per valutare
la tempestività del ricorso non
poteva certo essere la data del
fax, non avendo quest’ultimo
alcun valore legale, chiariscono i giudici. La data di notifica
valida è stata ritenuta quella
del . .
, data di ricezione
della raccomandata da parte
della consulente, raccomandata che costituisce invece
modalità prevista dal legislatore per la notifica degli atti
dell’agente della riscossione
DPR
/ ). alla luce
(art.
di tanto il Collegio, superando
una questione tutt’altro che
marginale, ha concluso per la
tempestività del ricorso proposto avverso il diniego.
Nel merito, smentito documentalmente che alla data del
provvedimento di diniego di
cui trattasi la sig.ra G. fosse in
debito per dilazioni precedentemente accordate, i giudici tributari sono passati all’esame
della “legittimità della richiesta da parte dell’agente della
riscossione della certificazione
ISEE a corredo dell’istanza di
rateazione”. Sul punto osservano, condivisibilmente, i giudici “l’art. DPR
/
non
stabilisce alcunché, limitandosi a richiedere che sussista una “temporanea situazione di
obiettiva difficoltà”. Equitalia
ha invece emanato in proposito la direttiva del . . con
la quale distingue i debiti fino
a€ .
, , per i quali non si
prevede la necessità di alcuna
allegazione probatoria a corredo dell’istanza di rateazione,
da quelli di importo superiore,
per i quali invece è richiesta la
produzione della certificazione ISEE. Come è noto, è stato
spiegato, tale certificazione
ha per fine quello di valutare
la situazione economica dei
soggetti che richiedono prestazioni sociali agevolate (asili
nido, mense scolastiche, ecc.),
cioè la situazione di indigenza,
fine che esula completamente da quello del rateizzo in
parola. La concessione della
rateazione, infatti, sulla base
della norma sopraindicata non
postula affatto una situazione
di indigenza, ma la difficoltà,
temporanea, a far fronte al
debito in unica soluzione, situazione che va valutata con
riferimento a ben altri parametri, quali l’entità del debito
con riferimento al reddito del
debitore. La pretesa di Equitalia di ottenere la certificazione ISEE, a fronte dell’inutilità
della stessa ai fini della valutazione richiesta dalla predetta
norma, ha concluso il Collegio,
“è pertanto ingiustificata ed
eccessivamente gravatoria nei
confronti del contribuente”. Il
ricorso, quindi, è stato ritenuto fondato con conseguente
annullamento dell’atto impugnato.
LE SCADENZE FISCALI
MARTEDÌ
NOVEMBRE
Termine per la registrazione anche cumulativa sul libro dei corrispettivi, da parte dei soggetti esercenti il commercio al minuto, delle operazioni effettuate in ottobre e risultanti dagli
scontrini fiscali o dalle ricevute fiscali.
Annotazione, sul registro IVA degli acquisti,
del documento riepilogativo relativo alle fatture
di ammontare unitario inferiore a €
emesse
e ricevute in ottobre.
Emissione e registrazione delle fatture diffe-
rite relative ai beni consegnati o spediti in ottobre, risultanti da Ddt o altro documento equivalente, con l’indicazione della data e del numero
dei documenti cui si riferiscono e riepilogative di
tutte le cessioni poste in essere fra due soggetti.
MERCOLEDÌ
NOVEMBRE
Versamento, da parte dei contribuenti mensili,
dell’IVA relativa al mese di ottobre (cod. tributo
) e, da parte dei contribuenti trimestrali, dell’IVA relativa al terzo trimestre (cod. tributo
).
Versamento delle ritenute operate nel mese
di ottobre sui redditi di lavoro dipendente e assimilati, di lavoro autonomo, sulle provvigioni,
anche dai curatori fallimentari e dai commissari liquidatori, e da parte degli amministratori di
condominio.
Versamento della terza rata trimestrale dei
contributi INPS dovuti sul minimale da parte degli iscritti alle gestioni artigiani e commercianti.
Termine per la comunicazione dei dati delle
dichiarazioni d’intento ricevute in ottobre.
MERCOLEDÌ
NOVEMBRE
Termine per il versamento dell’intera somma dovuta, da calcolare sulla base del valore
della lite, a mezzo mod. F
per la definizione agevolata delle liti pendenti alla data del °
maggio
.
Le liti devono avere per oggetto atti impositivi o atti di irrogazione sanzioni e il valore della
singola controversia non deve superare l’importo di € .
.
Chi va&Chi viene
Partenze da BARI
Destinazione Compagnia Part. Arr.
Berlino TXL
Airberlin
Ryanair
Ryanair
Ryanair
Alitalia
Alitalia
Bologna
Ryanair
Ryanair
Ryanair
Ryanair
Ryanair
Ryanair
W!ZZ
Bucarest
W!ZZ
W!ZZ
Budapest
W!ZZ
Ryanair
Cagliari
Ryanair
Ryanair
blu express
Catania
blu express
germanwings
Colonia
germanwings
germanwings
Ryanair
Dusseldorf Weeze Ryanair
Ryanair
Ryanair
Ryanair
Ryanair
Francoforte Hahn Ryanair
Ryanair
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Note: ) La frequenza del volo FR
Bari-Madrid è cancellata dal
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) Il volo FR
Bari-Fiumicino è cancellato il giorno / /
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helvetic
Zurigo
ORARI IN VIGORE dal / /
al
/
Note: ) La frequenza del volo FR
Bari-Madrid è cancellata dal
/ / al / / .
) Il volo FR
Bari-Fiumicino è cancellato il giorno / /
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Partenze da BRINDISI
Destinazione Compagnia Part. Arr.
Bologna
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Ryanair
:
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Ryanair
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S
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Ryanair
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M
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Ryanair
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Barcellona
Londra
Stansted
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Milano Lin
Milano MXP
Milano Orio
al Serio
Monaco
Pisa
Roma CIA
Roma FCO
Torino
Treviso
Venezia
Verona
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Easyjet
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Easyjet
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Isole Tremiti
Alidaunia
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Alidaunia
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Alidaunia
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Verona
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Note
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V
nota
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ORARI IN VIGORE dal / /
al /
Note: ) Scalo Vieste : / : .
) I voli pomeridiani varieranno dal / /
Venezia
da / / a / /
D da
Partenze da FOGGIA
Frequenza
Treviso
/ / a / /
ORARI IN VIGORE dal / /
al / /
Note: ) Il / il volo parte alle . ;dal / al / e dal / al /
nonchè dal / al / non opera il martedì e il giovedì.
) Non opera i giorni / , / , / .
) Non opera il /
) Il volo non opera i giorni / , / , /
) Il giorno / parte alle . ;
) Il volo non opera i giorni / , / e / ;
) Il giorno / il volo parte alle . ; il / il volo parte alle . ; i
giorni / e / il volo parte alle .
) Il volo non opera dal / al / .
Destinazione Compagnia Part. Arr.
Torino
da / / a / /
Ryanair
:
Roma FCO
/ / a / /
Ryanair
Ryanair
Roma CIA
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Ryanair
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Airberlin
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Airberlin
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Ryanair
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Ryanair
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Ryanair
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Zurigo
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Pisa
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Monaco
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Londra
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Ryanair
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Bologna
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Note
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G
Air One
V
Ryanair
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L
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Frequenza
Ryanair
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M
M
23
Arrivi a BRINDISI
Destinazione Compagnia Part. Arr.
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Ryanair
Ryanair
Ryanair
Ginevra
V
Note
:
Ryanair
Brussels
Charleroi
Frequenza
Ryanair
12-18 novembre 2011
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Ryanair
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M
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Alitalia
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L
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L
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V
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D da / / a / /
ORARI IN VIGORE dal / /
al / /
Note: ) Il giorno / arriva alle ore . ; dal / al / e dal / al
/ nonchè dal / al / non opera il martedì e il giovedì
) Non opera i giorni / , / e / .
) Non opera il /
) Non opera i giorni / , / , /
) Il giorno / parte alle . ;
) Il volo non opera i giorni / , / , / ;
) Il giorno / parte alle . ; il / il volo parte alle . ; i giorni
/ e / il volo arriva alle . .
Partenze da FOGGIA
Destinazione Compagnia Part. Arr.
Isole Tremiti
Alidaunia
:
:
Alidaunia
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Alidaunia
:
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Alidaunia
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:
Frequenza
MM G
L
V
MM G
L
ORARI IN VIGORE dal / /
al / /
Note: ) I voli pomeridiani varieranno dal
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S D da
da
Note
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nota
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S D da / nota
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S da / nota
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Mutui al Sud una chimera - La Gazzetta dell`Economia