Seminario di approfondimento
“Problematiche sanitarie e sociali emergenti,
evoluzione normativa ed organizzativa in atto,
strumenti di pianificazione e governo”
22 Settembre 2004
“La governance e il ruolo dei Comuni nei
Piani Sociali di Zona.
Fabbri Marilena
Normativa base di riferimento

D.Lg. 31 Marzo 1998 n. 112, artt.128-134
"Conferimento di funzioni e compiti amministrativi
dello Stato alle regioni ed agli enti locali, in
attuazione del capo I della legge 15 marzo 1997, n.
59"

L. 8 Novembre 2000 n. 328
“Legge quadro per la realizzazione del sistema
integrato di interventi e servizi sociali”

L. R.E.R. 6 Marzo 2003 n. 2
“Norme per la promozione della cittadinanza sociale e
per la realizzazione del sistema integrato di
interventi e servizi sociali”
Pari opportunità e diritti di cittadinanza sociale.
Diritto di accesso universale, indipendentemente dalle
condizioni economiche, con priorità per le categorie deboli
“… La Repubblica assicura alle persone e alle famiglie
 un sistema integrato di interventi e servizi sociali,
 promuove interventi per garantire la qualità della vita,
pari opportunità, non discriminazione e diritti di
cittadinanza,
 previene, elimina o riduce le condizioni di disabilità,
di bisogno e di disagio individuale e familiare, derivanti da
inadeguatezza di reddito, difficoltà sociali e condizioni di
non autonomia,
 in coerenza con gli articoli 2, 3 e 38 della Costituzione. …”
Art. 1, comma 1 L.n. 328 /2000
“Interventi e servizi sociali”
…, per "servizi sociali" si intendono tutte le attività
relative alla predisposizione ed erogazione di
servizi, gratuiti ed a pagamento, o di prestazioni
economiche destinate a rimuovere e superare le
situazioni di bisogno e di difficoltà che la persona
umana incontra nel corso della sua vita, escluse
soltanto quelle assicurate dal sistema
previdenziale e da quello sanitario, nonché quelle
assicurate in sede di amministrazione della
giustizia.”
D. Lg. 112/98 art. 128 comma 2
Gli interventi e i servizi del sistema
integrato comprendono:


A) prestazioni ed attività socio-assistenziali,
finalizzate alla promozione sociale ed a sostenere,
affiancare ed aiutare le persone e le famiglie
attraverso la predisposizione ed erogazione di servizi
e di prestazioni economiche;
B) prestazioni ed attività socio-sanitarie,
caratterizzate da percorsi assistenziali integrati per
rispondere ai bisogni di salute delle persone che
necessitano di unitariamente di prestazioni sanitarie e
socio-assistenziali.
Art.1, L. R. n. 2/2003
L. n. 328/2000 Art. 3.
“Principi per la
programmazione degli interventi e delle risorse del
sistema integrato di interventi e servizi sociali.”
Per la realizzazione degli interventi e dei servizi
sociali, in forma unitaria ed integrata, è adottato il
metodo:
 della programmazione degli interventi e delle
risorse,
 dell’operatività per progetti,
 della verifica sistematica dei risultati in termini di
qualità e di efficacia delle prestazioni,
 della valutazione di impatto di genere.
L. n. 328/2000 Art. 3.
“Principi per la programmazione
degli interventi e delle risorse del sistema integrato di
interventi e servizi sociali.” ….segue
Lo Stato, Le Regioni e gli Enti locali, provvedono, nell’ambito delle
rispettive competenze, alla programmazione degli interventi e delle
risorse del sistema integrato di interventi e servizi sociali secondo i
seguenti principi:
a) coordinamento ed integrazione con gli interventi sanitari e
dell’istruzione nonché con le politiche attive di formazione, di avviamento
e di reinserimento al lavoro;
b) concertazione e cooperazione tra i diversi livelli istituzionali, tra
questi ed i soggetti di cui all’articolo 1, comma 4 (organismi non lucrativi di
utilità sociale, cooperazione, associazioni ed enti di promozione sociale,
fondazioni ed enti di patronato, volontariato, etc), che partecipano con proprie
risorse alla realizzazione della rete, le organizzazioni sindacali
maggiormente rappresentative a livello nazionale nonché le aziende unità
sanitarie locali per le prestazioni socio- sanitarie ad elevata integrazione
sanitaria comprese nei livelli essenziali del Servizio sanitario nazionale.
L. n. 328/2000 Art. 3. “Principi per la programmazione
degli interventi e delle risorse del sistema integrato di
interventi e servizi sociali.” … .segue
4. I comuni, le regioni e lo Stato
promuovono azioni per favorire la
pluralità di offerta dei servizi
garantendo il diritto di scelta fra gli
stessi servizi e per consentire, in via
sperimentale, su richiesta degli
interessati, l’eventuale scelta di servizi
sociali in alternativa alle prestazioni
economiche.
Art. 6, Legge n. 328/2000
(Funzioni dei comuni)

1. I Comuni sono titolari delle funzioni
amministrative concernenti gli interventi
sociali svolti a livello locale e concorrono
alla programmazione regionale. Tali
funzioni sono esercitate dai comuni
adottando sul piano territoriale gli assetti
più funzionali alla gestione, alla spesa ed
al rapporto con i cittadini.
Le novità della L.R. 2/2003



Dalla logica dei servizi alla logica dei diritti:
ruolo di garanzia del pubblico, ma anche assunzione
di responsabilità e di progettualità del privato
Dall’assistenza al benessere:
riparazione, prevenzione, promozione
Costruzione del sistema: responsabilità primaria
dei soggetti istituzionali, concertazione e
cooperazione con i soggetti sociali
Art. 4, L. n. 328/00
“Sistema di finanziamento delle politiche sociali.”
“1. La realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali
si avvale di un finanziamento plurimo a cui concorrono, secondo
competenze differenziate e con dotazioni finanziarie afferenti ai rispettivi
bilanci, i soggetti di cui all’articolo 1, comma 3 (Stato, Regioni, Enti locali).
2. Sono a carico dei comuni, singoli e associati, le spese di attivazione
degli interventi e dei servizi sociali a favore della persona e della comunità,
fatto salvo quanto previsto ai commi 3 e 5. (Fondo nazionale e fondo
regionale …….)”
•Fondo nazionale per le politiche sociali
•Fondo regionale per le politiche sociali
•Fondo per la non autosufficienza
•Finanziamenti con leggi di settore
•Bilanci comunali
•Bilancio ASL
•Altre risorse di soggetti privati che partecipano
alla programmazione del piano
Quali diritti e quali strumenti



Universalismo: accesso sulla base del bisogno
personale e familiare, non della capacità
economica
Accesso: sportello sociale, localizzazione servizi,
partecipazione ai costi in ragione capacità
economica, titoli per fruizione
Livelli essenziali di assistenza: sulla base dei
bisogni, nel rispetto di criteri di equità, efficacia,
appropriatezza
L. R. n. 2/2003
Quali innovazioni ?



Personalizzazioni Progetto individuale per gli
anziani, per i minori, per i disabili,
strutture,
servizi, interventi, residenziali, territoriali, domiciliari,
integrati nel percorso personale, e tra i diversi
settori (sanitario, educativo, abitativo...)
Carta dei servizi e partecipazione dei cittadini a
controllo della qualità
Fondo per la non autosufficienza
L. R. n. 2/2003
Quali responsabilità?



Capacità di iniziativa dei cittadini: l’autoaiuto, la solidarietà, la partecipazione attiva,
la costruzione del progetto di vita, la
valutazione
Ruolo del Terzo settore: co-progettazione e
concertazione nel PdZ, Istruttoria pubblica
per la progettazione, apporto volontariato,
Conferenza regionale Terzo settore
Le imprese private: partecipazione
all’erogazione dei servizi, conciliazione,...
L. R. n. 2/2003
Governo del sistema:
I Soggetti




Comuni e zona: titolarità dei Comuni e
associazione delle funzioni, le forme
gestionali, la riforma delle IPAB
Rapporto con Ausl: l’integrazione
istituzionale, gestionale, professionale
Province: funzioni di coordinamento,
accompagnamento, monitoraggio
Regione: programmazione, indirizzo e
controllo
L. R. n. 2/2003
Il Comune
e le leggi di riforma del welfare



Il piano di zona è lo strumento con il quale i Comuni hanno dato
attuazione alle leggi di riforma del welfare.
Esso rappresenta la prima forma di pianificazione unitaria ed integrata
dei servizi su di un ambito sovracomunale (il Distretto). In una logica di
integrazione delle politiche sociali con le altre politiche, in particolare
sanitarie, educative, formative, del lavoro, culturali, urbanistiche ed
abitative; di integrazione tra istituzioni (enti locali, azienda USL, Ipab,
Fondazioni.)
Il Comune per l’elaborazione del Piano di Zona attiva percorsi di
partecipazione attiva nei confronti dei soggetti del Terzo Settore, dei
soggetti senza scopo di lucro, delle aziende pubbliche di servizi alla
persona, per la ricognizione dei bisogni, e l’individuazione dei progetti
prioritari e innovativi che favoriscano l’inclusione sociale, promuovano il
benessere, migliorino la qualità della vita, riducano le disuguaglianze
sociali, promuovano forme di responsabilizzazione all’interno della
comunità, valorizzino il sistema delle relazioni interpersonali e
favoriscano la nascita di gruppi di auto-aiuto.
In sintesi con il Piano di zona



Si pianificano e si progettano le
politiche sociali e socio-sanitarie per
tutta la cittadinanza
Si determinano sulla base degli indirizzi
regionali i livelli essenziali omogenei
delle prestazioni sociali da garantire sul
territorio
Si pianificano tutte le risorse comunali
in materia di politica sociale e si negozia
sul piano economico anche con l’Asl
Per l’elaborazione del Piano Sociale di Zona sperimentale 2002-2004 i
Comuni del Distretto di Casalecchio di Reno, interpretando la L. n.
328/2000 che invita alla pianificazione concertata con tutti i soggetti
“sociali” che operano sul territorio, hanno adottato il percorso che segue,
che si intende riconfermare per l’elaborazione del Piano S.d.Z. 2005-2008



La proposta di Piano da presentare alla discussione
nelle Assemblee pubbliche, tematiche e territoriali,
con i cittadini e gli operatori del settore è il risultato
di un lavoro istruttorio che vede il coinvolgimento :
dei servizi sociali comunali e distrettuali per
l’elaborazione dei dati ed il censimento delle
risorse;
delle Istituzioni pubbliche e delle Rappresentanze
del Terzo Settore - attraverso i 4 tavoli tematici –
per l’analisi dei bisogni e l’individuazione delle
priorità e delle possibili soluzioni.
Percorso del Comitato di Distretto di Casalecchio
di Reno, per l’elaborazione del Piano Sociale di
Zona e relativi Piani attuativi, …segue

A ciascun tavolo tematico partecipano due
amministratori dei Comuni del Distretto (uno
effettivo ed uno supplente) con il compito di
coordinare l’attività del tavolo e garantire il
rispetto degli indirizzi, posti dal Comitato di
Distretto, e dei tempi per l’elaborazione del
Piano.
Percorso del distretto …..segue
Gli amministratori all’interno dei Tavoli tematici costituiscono
l’elemento di congiunzione costante tra i tavoli tematici ed il
Comitato di Distretto.
 Questa esperienza spinge:
- ad una forte responsabilizzazione dei Comuni nella
pianificazione,
- alla ricerca di condivisione degli obiettivi,
- alla coesione delle politiche comunali;
 Consentendo di passare dal concetto di Piano come somma di
progetti e azioni indipendenti al concetto di Piano come sintesi
di priorità condivise, strategie coerenti e azioni sostenibili.

Percorso del Comitato di Distretto di Casalecchio
di Reno, per l’elaborazione del Piano Sociale di
Zona e relativi Piani attuativi, …segue

Al Tavolo ogni categoria (Ass. di categoria, di
volontariato o di familiari, Coop. Sociali. Etc.) designa
il nome dei propri rappresentanti, effettivi e supplenti.
Tutti possono partecipare contemporaneamente con
diritto di voto solo per gli effettivi.

Il tavolo tematico, una volta designato rimane in carica
tre anni, in coincidenza con la durata del Piano Sociale
di Zona, al fine di ottimizzare le competenze e le
esperienze maturate nella fase di elaborazione del
documento di pianificazione.
Percorso per l’attuazione del PIANO SOCIALE di ZONA
PROVINCIA
COMITATO di
DISTRETTO
Ha un ruolo di coordinamento dei Comuni, funzioni di staff, di
raccolta dati, valutazione e monitoraggio sull’attuazione dei Piani
Sociali di zona nell’intera Provincia. Ha istituito un tavolo politico ed
un tavolo tecnico di coordinamento con i distretti.
È il luogo della strategia politica, di decisione e di approvazione
del Piano di Zona su mandato dei rispettivi Consigli comunali.
È composto da tutti i Comuni e dai Rappresentanti del Distretto
socio-sanitario di Casalecchio di Reno.
Ufficio di
Piano
Strumento di lavoro tecnico a valenza
operativa che ha il compito, per conto del
Comitato di Distretto, di gestire
operativamente il percorso per
l’elaborazione e l’attuazione del P.S.d.Z.
Fase Istruttoria
Fase di Concertazione
Fase Decisionale
Percorso per l’attuazione del PIANO SOCIALE di
ZONA
Fase Istruttoria
Comitato di Distretto
4 Tavoli tematici di
programmazione:
Anziani, Disabilità,
Responsabilità familiari
e Minori, Nuove Povertà
e Immigrazione
Comuni e
Distretto
Il C.D definisce le linee di indirizzo su cui
dovranno lavorare i tavoli tematici.
A composizione rappresentativa dei Comuni, dell’ASL e del
Terzo Settore. Hanno il compito di verificare lo stato di
attuazione del programma attuativo dell’anno in corso e di
produrre un documento, da consegnare al Comitato di D., di
analisi e lettura dei bisogni nelle singole aree, e di proposta di
azioni sulla base delle linee di indirizzo del C.D.. Ai 4 tavoli
tematici già costituiti negli anni precedenti, si sono aggiunti nel
2003, tre tavoli trasversali sui temi della Casa, dei Trasporti e
del Lavoro composti da alcuni componenti dei 4 tavoli.
I Comuni del’ASL distrettuale forniscono all’Ufficio di Piano
tutti i dati sui bilanci e sui servizi dei singoli comuni e
dell’azienda facendo la mappa delle risorse esistenti sia come
risorse umane che economiche.
Incontro del Comitato di Distretto con eventuali partner interessati a
sottoscrivere l’Accordo di Programma sui P.S.d.Z., intervenendo con risorse
proprie.
Percorso per l’attuazione del PIANO SOCIALE di ZONA
Apertura della
Conferenza dei Servizi
Assemblea
Generale
territoriale
La Provincia apre la Conferenza dei Servizi invitando
tutti i soggetti interessati a conoscere e discutere dei
bisogni e dei servizi da impostare sul territorio
provinciale nelle diverse aree d’intervento.
A seguito dell’apertura della Conferenza dei Servizi il Comitato di D.
convoca l’assemblea generale, aperta ai cittadini, invitando tutti i
soggetti del distretto interessati, al fine di presentare la Prima
Proposta di Piano S.d.Z. che sarà oggetto di osservazioni ed
emendamenti. L’assemblea dopo una fase di presentazione in
plenaria, si suddivide in 4 gruppi di lavoro per aprire la discussione
sul testo e raccogliere gli eventuali emendamenti. Ulteriori
emendamenti potranno essere fatti pervenire per iscritto entro il
temine che verrà stabilito.
Commissioni consiliari
e/o Consigli comunali
Chiusura
Assemblea Generale
territoriale
Fase Concertativa
I singoli Comuni, attraverso gli strumenti che ritengono più
appropriati, informano e coinvolgono i consiglieri e la giunta
comunale sul percorso di elaborazione del Piano e raccolgono le
osservazioni e gli emendamenti da proporre al Comitato di Distretto.
Il Comitato di Distretto valutati e discussi gli emendamenti
pervenuti, propone una Seconda proposta di P.S.d.Z. che viene
portato alla discussione definitiva dell’Assemblea.
Percorso per l’attuazione del PIANO SOCIALE di ZONA
Chiusura
della Fase Istruttoria
L’istruttoria si chiude con l’elaborazione di un
documento (Prima Proposta di Piano), da parte del
Comitato di distretto, che tiene conto del contributo
offerto da tutti i soggetti finora coinvolti e prevede:
l’analisi dei bisogni; l’individuazione degli obiettivi
strategici e delle priorità d’intervento, le azioni
consolidate e quelle innovative, nonché gli strumenti
ed i mezzi per la relativa realizzazione.
Percorso per l’attuazione del PIANO SOCIALE di ZONA
Fase decisionale
Comuni - ASL
La proposta di Piano Sociale di Zona triennale licenziato
dall’Assemblea Generale viene portata all’approvazione dei singoli
Consigli comunali e della Direzione aziendale, quest’ultima per la
verifica della copertura economica.
Firma dell’Accordo di Programma sul Piano Sociale di Zona
I Comuni, il Direttore del Distretto su delega della Direzione Generale,
la Provincia e gli eventuali partner cofinanziatori sottoscrivono
l’accordo. I soggetti del Terzo settore che condividono i contenuti del
Piano possono aderire all’Accordo di Programma.
Tavolo: Responsabilità familiari, Donne, Diritti
dell’infanzia e dell’adolescenza
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Coordinatore tavolo tematico: 2 Amministratori Comunali, 1effettivo
ed 1 supplente
Coordinatore tecnico del tavolo: Direttore Area Socio Sanitaria del
Distretto
2 Tecnici comunali: 1 effettivo e 1 supplente
1 rappresentante CISL
1 rappresentante CGIL
1 rappresentante UIL
3 rappresentanti Cooperative: 2 effettivi ed 1 supplente
3 rappresentanti Associazioni: 2 effettivi ed 1 supplente
1 rappresentante Comitato Consultivo Misto
2 Referenti Servizio Sociale Area Famiglia Infanzia Età Evolutiva
1 Referente Area Psicologica Consultorio Familiare
2 Rappresentanti del Distretto scolastico di Casalecchio di R. (1
effettivo e 1 supplente)
1 rappresentante Commissione Pari Opportunità Mosaico
Tavolo: Anziani
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Coordinatore Tavolo Tematico: 2 Amministratori comunali, 1 effettivo e 1
supplente
Coordinatore Tecnico dei Tavoli Tematici, Direttore dei servizi sociali del
distretto
2 Tecnici comunali: 1 effettivo e 1 supplente
1 rappresentante CGIL
1 rappresentante UIL
1 rappresentante CISL
3 rappresentanti Cooperative: 2 effettivi e 1 supplente
3 rappresentanti Associazioni: 2 effettivi e 1 supplente
1 rappresentante Comitato Consultivo Misto
Direttore Distretto Casalecchio di Reno
Responsabile Area Progetto Anziani Distretto
Responsabile del SAA
1 rappresentante Istituzione Casa Protetta Crespellano
1 rappresentante Casa di Riposo
Tavolo: Disabilità
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Coordinatore Tavolo Tematico: 2 Amministratori comunali, 1 effettivo ed
1 supplente
Coordinatore Tecnico dei Tavoli Tematici: Direttore dei Servizi Sociali del
Distretto
2 Tecnici comunali: 1 effettivo e 1 supplente
1 Rappresentante CISL
1 Rappresentante CGIL
1 Rappresentante UIL
3 rappresentanti Cooperative: 2 effettivi ed 1 supplente
3 rappresentati Associazioni: 2 effettivi ed 1 supplente
1 rappresentate Comitato Consultivo Misto
2 Rappresentanti Distretto scolastico di Casalecchio: 1 effettivo e 1
supplente
1 Referente Servizio Sociale Polo Handicap Adulto Distretto
1 Referente Neuropsichiatria Infantile Distretto
Tavolo: Vecchie e Nuove povertà
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Coordinatore del Tavolo Tematico: 2 Amministratori comunali, 1 effettivo
ed 1 supplente
Coordinatore Tecnico dei Tavoli Tematici: Direttore dei Servizi Sociali del
Distretto
2 Tecnici comunali: 1 effettivo e 1 supplente
1 rappresentate CGIL
1 rappresentante CISL
1 rappresentante UIL
3 Cooperative: 2 effettivi ed 1 supplente
3 Associazioni: 2 effettivi e 1 supplente
1 rappresentante Comitato Consultivo Misto
1 rappresentate Commissione Pari Opportunità Mosaico
2 rappresentanti Distretto scolastico: 1 effettivo e 1 supplente
1 Rappresentante Coordinamento Tecnico Tossicodipendenze
1 Referente Distrettuale Legge 286/98
2 Referenti Area Minori Servizio Sociale Distretto
1 Referente SER.T Distretto
1 Referente Centro Salute Mentale Distretto
Difendere la L. 328/00. Perché?
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Per assicurare a tutti i cittadini livelli essenziali
di assistenza in modo omogeneo
Per promuovere partecipazione e solidarietà
organizzata
Per potenziare i servizi alla persona,
diversificare e personalizzare gli interventi
Per valorizzare risorse ed esperienze esistenti,
professioni sociali, sapere quotidiano, un
governo del sistema più vicino alle persone
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Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi