pizzofalconews 22 APR 2014 - PASQUA E MASTROPASQUA
Pasqua alle spalle.
Riflessioni.
Ripercorrendo la Nostra Storia “nei 16esimi “ dell’Associazione Ex Allievi, formula tipografica che facilita le
stampe per numero più economico di copie, ci si imbatte nel pamphelet che GiusepPeppino Catenacci ha
curato per noi in una edizione realizzata con il contributo della Fondazione e dedicata il 10 novembre del
2007 al genetliaco dell’allora 80enne Avv. Gerardo Marotta, Presidente dell’Istituto Italiano per gli Studi
Filosofici.
L’opuscolo che ha per titolo “Lezioni di Storia Militare di Giuseppe Saverio Poli”, tratta la vita e le opere di
cotanto “Governatore”, cioè Comandante della Nunziatella negli anni di Ferdinando IV di Borbone.
Rinviando in altra sede quanto Poli ancora ci insegna, uomo di multiforme ingegno, scienziato e storico, la
“laureanda” Lucrezia Mastropasqua , autrice del saggio, così descrive la soppressione rivoluzionaria del
1799:
”…..In quel momento, il cardinal Fabrizio Ruffo a capo di un esercito denominatosi della Santa Fede,
sbarcava in Calabria e riconquistava, in nome del re, le province e poi la stessa Napoli che, dopo un’eroica
resistenza, capitolò.
I Borbone rientrarono a Napoli, ma non Ferdinando che preferì trattenersi a Palermo sino al 1802 e
nell’intero regno si scatenò una sanguinosa repressione per estirpare il giacobinismo.
Nei primi mesi della controrivoluzione si eliminò quel poco che era stato fatto in materia di ordinamento dello
stato, si strinsero più stretti rapporti con le gerarchie ecclesiastiche, si richiamarono i gesuiti, si considerò
sovversiva ogni idea di progresso e cultura.
Così facendo la monarchia apriva un’enorme frattura tra sé e i ceti sociali più avanzati della popolazione.
“Visitatori generali e visitatori economici vennero inviati nelle province soprattutto per individuare e punire i
responsabili e gli aderenti al movimento giacobino, ma anche per mettere freno alle usurpazioni dei demani
comunali, ai disboscamenti, al generale rifiuto di pagare le imposte…….”
Intanto, quasi un anno fa, il 20 giugno 2013, parlando proprio del cardinale Fabrizio Ruffo, che è stato un grande militare, ma che per quanto cardinale sembra che non fosse titolato alla celebrazione dei riti religiosi, vale anche ricordare cosa riporta di lui sulla Storia della Repubblica Napoletana, la scrittrice Antonella Orefice (ah!, ‘ste donne letterate….). Tra l’altro, la Orefice, scrittrice e laureata in Filosofia, della Nostra Storia scrisse "Mariano D'Ayala ‐ Il Pantheon dei martiri del 1799” , con la benedizione proprio di Geardo Marotta e prefazione, leggete‐
leggete!, di Henry J. Woodcock, sssì‐sssì!, quello delle cronache ultime napoletane, e presentato con grande eco presso l’ Istituto Italiano per gli Studi Filosofici., nel Palazzo Serra di Cassano, in Via Monte di Dio, a due passi dal Rosso Maniero. Il “pezzo” che si propone, descrive un aspetto importante e significativo di ieri, come di oggi, della Storia che viviamo, e il cui titolo è: “ 1799 ‐ Per ordine di "sua maestà" far sparire tutte le carte dai processi e dagli archivi“:
Nessuno doveva più ricordare. Tutto doveva essere messo a tacere. La Repubblica Napoletana ed i martiri del 1799 dovevano essere sottratti alla memoria dei posteri. Per la loro rarità, i documenti dell’epoca, sfuggiti al rogo della censura borbonica, sono divenuti dei veri e propri oggetti sacri; nonostante, infatti, la brevità della parabola temporale, nonché la feroce repressione, la Repubblica Napoletana segnò la storia del Meridione indelebilmente e, più in generale, quella dello sviluppo della democrazia in Italia. Questa la trascrizione dell’ordine emanato dal Cardinale Ruffo il 18 settembre 1799. Di seguito pubblichiamo il documento originale: “ Alla Curia per la pronta esecuzione. Ill.mo sign. Da sua Eminenza il Cardinal Ruffo si è comunicata a questa Reale Seg.ria di Stato e all’Ecclesiastica. La sua risoluzione al tenor seguente: Avendo rassegnati al Re la Rapp.a di S. Em.za al ‘17 dello scorso Agosto relativa alle decisioni fatte nel tempo della papata Rivoluzione dai Tribunali della Capitale e al Regno a nome della corrutta sedicente Repubblica Napoletana; S. M. ha risoluto, e comanda che le decisioni proferite secondo le leggi formate dal preteso Governo Provvisorio, o secondo lo spirito degli infami principi democratici , tanto dagli antichi Magistrati quanto dai giudici novellamente eletti dalla sedicente Repubblica, o per effetto dei di lei imbrogli, restino del tutto nulle e si abbiano come non fatte . Volendo poi S.M. far uso della sua Clemenza ed Autorità, si è degnata e viene in accordare una sanatoria a quei decreti, decisioni ed ordini emanati a tenore delle leggi Monarchiche vigenti nel tempo della invasione de’ Francesi. A qual uopo vuole e comanda la M.S. che si commetta alla R. Camera di Santa Chiara, perché proponga i mezzi da operarvisi per togliere dai Processi tutte le carte confacenti: la qual norma deve essere ancora eseguita per le scritture di simile natura esistenti negli Archivi ed altri luoghi pubblici, ed anche per le scritture dei privati che ne vogliono far uso in Giudizio. La suddetta R. Segreteria Ecclesiastica lo partecipa di tal ordine a E.S.V per l’intelligenza della curia di Napoli, e alla congregazione Apostolica delegata per l’uso che conviene per la corrispondente esecuzione. Palazzo 18 settembre 1799. “ E’ Storia, la Storia per noi, censurati o censori, che siamo stati e siamo educati dalla Storia della Repubblica Napoletana, e che siamo stati e siamo eletti eredi dei valori di quel 1799. Ma, l’erede o gli eredi di Sua Eminenza Ruffo cardinal Fabrizio chi è, o chi sono chi? Siminarion
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