ALBERTO SORDI - GIUSEPPE CAPITANI
E TUTT0 IL G.S. AVIS DI MONTEVARCHI
BAMBINI E BICI
19/01/2013
GRUPPO SPORTIVO AVIS
COMUNE DI MONTEVARCHI
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PRESENTAZIONE
La prima bicicletta non si scorda mai, forse è quello il vero primo amore.
C’è un attimo in cui le due ruote prendono la magica forma di due ali.
In quel momento, l’emozione di riuscire a ‘prendere il volo’ ti da’ una scarica di
adrenalina tanto forte che ricorderemo quel momento per sempre.
Nel momento in cui ti allontani da quelle braccia che ti hanno aiutato a stare in sella
senza cadere, provi la prima sensazione di libertà, vivi un’avventura breve e fragile,
ma ti sembra di spiccare il volo.
Si dice che un bambino abbia detto che la bicicletta è più democratica
dell’automobile perché possono usarla tutti, anche i bambini, mentre per l’auto
occorre una certa età, la patente e tanti soldi. La bicicletta è un “attrezzo-gioco”
proprio del bambino e quasi tutti ne posseggono una.
La bicicletta è il mezzo di trasporto che i bambini amano di più. Con qualche
attenzione, la si può usare anche con i piccolissimi. Gli accessori indispensabili, le
precauzioni da prendere su strada per non correre rischi, la scelta degli itinerari per
organizzare il primo cicloviaggio con tutta la famiglia.
Con la bicicletta i bambini accrescono ancora di più la loro autonomia e potenziano
le loro capacità motorie-percettive, come il senso dell’equilibrio, della velocità e
delle distanze.
Nonostante tutto questo la maggior parte dei bambini, ed il numero è in crescita, è
accompagnato a scuola da un adulto, il più delle volte in automobile.
La bicicletta è, comunque, un mezzo di trasporto e come tale deve essere
considerata se viene usata sulla strada. In questo caso il bambino deve conoscere le
principali regole del traffico e le deve rispettare.
Il nostro territorio ha una tradizione importante nell’uso della bicicletta.
All’interno della famiglia quasi tutti ne facevano uso, ad esempio, ricordo
perfettamente la moltitudine di uomini e donne davanti alle sbarre del passaggio al
livello per raggiungere “la Familiare”. Oppure, ancora oggi, l’abilità di tante
casalinghe che passano con la bicicletta carica oltre misura delle borse della spesa
attaccate ai manici.
Ancora oggi il suo uso è diffuso, tanto che quando qualche collega di lavoro viene a
trovarmi, mi fa presente quante persone usano questo per spostarsi da un punto e
l’altro della città.
L’impegno per incentivarne ancora di più l’uso fin da bambini e l’attenzione verso
l’amministrazione affinché questa avvenga con il supporto di strutture, in primis
piste ciclabili adeguate, fa parte, da sempre delle caratteristiche del Gruppo Sportivo
AVIS di Montevarchi.
Pedalo da oltre cinquant’anni, ma quando prendo il via con la mia bici, la sensazione
è sempre quella: mi sembra di volare!
Alberto Sordi, A.s.d. Gruppo Sportivo AVIS Montevarchi
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PREFAZIONE
Il Codice della strada prevede programmi di educazione stradale nelle scuole al fine
di promuovere l’uso della bicicletta come mezzo di trasporto. Informazione e
educazione rappresentano un tassello fondamentale per costruire una “cultura della
sicurezza stradale”. Costituiscono un elemento imprescindibile per il lavoro di
promozione dell’uso della bici.
Non è solo questione di distribuire torti o ragioni in caso di incidente, ma soprattutto
di prevenirli, di proteggere l’incolumità fisica del ciclista, di assegnare alla bici quella
dignità di mezzo di trasporto tante volte negata, con la prospettiva di favorire il più
possibile un suo utilizzo in sicurezza.
Occorre partire dalla consapevolezza dei diritti e dei doveri per un’affermazione
responsabile della presenza dei ciclisti sulle strade, dove essi non hanno una
posizione inferiore agli altri utenti. Il semplice rispetto delle regole della circolazione
non è sufficiente a garantire la sicurezza del ciclista.
Anche alcuni dispositivi di protezione individuale, come il casco, non solo non
devono sostituire misure di prevenzione collettiva, ma possono rivelarsi inadeguati
se il ciclista si muove come uno sprovveduto nelle insidie del traffico.
La prudenza è la qualità di chi valuta con ponderazione ciò che è opportuno fare e
agisce in modo da evitare rischi inutili per sé e per agli altri. La prudenza è la capacità
di distinguere le cose da fare da quelle da evitare (Marco Tullio Cicerone).
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ODE ALLA BICICLETTA
I grandi amori nascono presto e durano per sempre. Così è stato tra me e la
bicicletta.
Fino a che non ne ho posseduta una – sarà successo intorno ai sei anni – ho creduto
che il nostro destino fosse quello di vivere con i piedi costantemente ancorati a
terra.
Camminare fa bene, correre può anche essere bello, ma vuoi mettere volare?
perché è quello che scopri non appena riesci a padroneggiare un po’ la bicicletta.
Accanto alla dimensione ordinaria e banalmente quotidiana se ne apre un’altra di
cui fino a quel momento non avevi sospettato l’esistenza – quella della leggerezza,
della libertà, della poesia.
La maggior parte dei miei libri sono nati nella mia mente pedalando. Quando i
pensieri si ingorgano, quando la creatività si inceppa non c’è niente di meglio che
salire in sella! La fatica della salita – purtroppo vivo in alta collina – e la gioiosa
libertà della discesa sono in grado di sbriciolare qualsiasi blocco creativo.
La bicicletta ci dona la poesia facendoci volare ma è anche poesia nella sua
essenza strettamente fisica.
So di parlare con gli occhi dell’innamorata ma cosa c’è di più puro e perfetto della
meccanica di una bicicletta? Tutte le leggi della fisica sono splendidamente
rappresentate in quell’oggetto così apparentemente modesto. Semplicità ed
efficienza lavorano in perfetta sincronia. In un tempo in cui su ogni mezzo di
trasporto ci viene costantemente imposta l’inutile complessità dell’elettronica, lei si
offre nella sua nuda essenzialità.
La bicicletta è anche la cura per questi tempi malati. Tempi in cui si passano ore
schiacciati in macchina negli ingorghi e poi si pagano costose palestre per tenersi in
forma. C’è un po’, direi anzi, molta follia nel mondo contemporaneo e una delle
forme di ribellione più miti e pacifiche è proprio l’uso quotidiano della bicicletta.
La battaglia per la vivibilità ciclistica delle città è una delle battaglie più civilmente
importanti di questo tempo. Poter un giorno vivere in città senza più macchine,
dove si pedala, si respira, dove si chiacchiera, dove non si rischia più – a me
purtroppo è successo – di venire falciati dal solito automobilista distratto.
Come non posso vedere i cani abbandonati, altrettanto non reggo nel vedere le
biciclette abbandonate: non c’è rottame che io abbia incontrato sulla mia strada che
non abbia raggiunto il conforto del mio garage e le cure necessarie per tornare a
correre.
Come si fa ad abbandonare un cane? E come si fa ad abbandonare una bicicletta? In
entrambi c’è umiltà, semplicità, fedeltà, pazienza, dedizione; quante cose hanno da
insegnarci! La bicicletta, come il cane, ci aiutano ad essere più umani.
Susanna Tamaro
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OBBIETTIVO
Vogliamo promuovere l’uso della bicicletta, il mezzo di trasporto più ecologico ed
economico che esiste. Vogliamo convincere le Amministrazioni che per liberare le
nostre città dal traffico e dall’inquinamento è indispensabile investire risorse in
progetti di mobilità sostenibile, vogliamo che i ciclisti abbiano percorsi dedicati e
sicuri come già accade in molte città europee.
Andare in bicicletta, è buona abitudine e un’alternativa all’auto o alla moto.
Pensiamo a una città dinamica e moderna poco inquinata, meno rumorosa e
caotica.
Una città all’altezza dei nostri bambini e dei nostri bisogni.
Questo opuscolo è un valido aiuto a gestire le situazioni di difficoltà, conoscere bene
la strada e prevedere gli errori.
Prima di salire in sella meglio leggerlo.
Dopo andare in bicicletta, sarà più sicuro.
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SUGGERIMENTI GENERALI
Ecco alcuni suggerimenti e regole da seguire per pedalare in sicurezza
1. Evitare strade trafficate e possibilmente, scegliere itinerari provvisti di piste
ciclabili.
Uno degli errori più frequenti che le persone commettono quando iniziano a
muoversi in bicicletta è percorrere esattamente le stesse strade di quando si
muovono in auto.
In generale è meglio scegliere strade con meno auto e dove il traffico è più
lento. Studiando bene il percorso, si scopriranno molte strade secondarie, più
tranquille, che permettono di raggiungere ugualmente la meta, attraversando
soltanto le strade principali anziché percorrendole.
Bisogna ricordarsi inoltre che, se ci sono piste ciclabili, i ciclisti sono
OBBLIGATI ad usarle.
2. Rendersi visibili. Luci e catadiottri non sono optional; sono invece elementi
fondamentali e anche obbligatori per la sicurezza del ciclista e devono quindi
essere sempre presenti e in condizioni di efficienza. In commercio si possono
trovare luci rosse intermittenti posteriori da usare come integrazione. Meglio
ancora usare fanali che funzionano con la dinamo, così non si scaricano le
batterie e non si producono rifiuti pericolosi e difficili da smaltire. Inoltre è
utile indossare pettorina rifrangente e abiti sgargianti, soprattutto di notte.
Capi di colore arancione o giallo riflettenti fanno la differenza. Anche le fasce
rifrangenti di bretelle o ferma pantaloni sono una soluzione valida e poco
costosa.
3. Segnalare la propria presenza suonando il campanello. A volte ci si sente a
disagio a suonare il campanello, ma è certo meglio provare imbarazzo
piuttosto che essere investiti. Anche il campanello è obbligatorio, ma è bene
operare una scelta accurata, preferendo modelli che siano ben udibili anche a
distanza e nel caos del traffico.
4. Guardarsi alle spalle. Usare uno specchietto retrovisore. Ce ne sono di diverso
tipo, da applicare al manubrio, al caschetto o agli occhiali. Anche se non si
tratta di un accessorio indispensabile può essere molto utile per tenere sotto
controllo il traffico anche alle spalle.
5. Rispettare le norme. Conoscere e rispettare norme e segnaletica è un modo
per partecipare consapevolmente alla propria sicurezza, condizione
necessaria anche se non sufficiente.
6. Essere prudenti. Prudenza e buon senso aiutano a prevenire incidenti. Evitare
se possibile le strade più trafficate; pedalare come se si fosse invisibili;
valutare i pericoli che stanno intorno.
7. Cercare il contatto visivo con i conducenti degli altri veicoli . Molto utile è
guardare negli occhi chi guida per rendersi conto se ci ha visto o se è distratto.
Nel caso, richiamare la sua attenzione è importante per tutti e due!
8. Segnalare con le braccia l’intenzione di svoltare a destra o a sinistra o di
spostarsi al centro della carreggiata.
Per permettere agli altri utenti della strada di capire dove andremo in modo
che possano comportarsi di conseguenza.
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L’ARTICOLO 182 DEL CODICE DELLA STRADA
Nella complessità della mobilità cittadina, il ciclista deve attenersi scrupolosamente
al Codice della Strada come se fosse alla guida di un’auto; prima di tutto perché in
caso di incidente con altri mezzi di trasporto ha spesso la peggio e inoltre perché
così agevola il congestionato traffico cittadino (non andare contromano, non
passare con il semaforo rosso, scendere dalla bici negli attraversamenti pedonali,
non utilizzare le corsie interne delle rotatorie).
Il codice della strada detta le norme di comportamento dei "velocipedi".
Riguarda tutti i ciclisti, vediamolo nel dettaglio.
Art. 182. Circolazione dei velocipedi.
1. I ciclisti devono procedere su unica fila in tutti i casi in cui le condizioni della
circolazione lo richiedano e, comunque, mai affiancati in numero superiore a
due; quando circolano fuori dai centri abitati devono sempre procedere su
unica fila, salvo che uno di essi sia minore di anni dieci e proceda sulla destra
dell'altro.
2. I ciclisti devono avere libero l'uso delle braccia e delle mani e reggere il
manubrio almeno con una mano; essi devono essere in grado in ogni
momento di vedere liberamente davanti a sé, ai due lati e compiere con la
massima libertà, prontezza e facilità le manovre necessarie.
3. Ai ciclisti è vietato trainare veicoli, salvo nei casi consentiti dalle presenti
norme, condurre animali e farsi trainare da altro veicolo.
4. I ciclisti devono condurre il veicolo a mano quando, per le condizioni della
circolazione, siano di intralcio o di pericolo per i pedoni. In tal caso sono
assimilati ai pedoni e devono usare la comune diligenza e la comune
prudenza.
5. È vietato trasportare altre persone sul velocipede a meno che lo stesso non sia
appositamente costruito e attrezzato. È consentito tuttavia al conducente
maggiorenne il trasporto di un bambino fino a otto anni di età,
opportunamente assicurato con le attrezzature, di cui all'art. 68, comma 5.
6. I velocipedi appositamente costruiti ed omologati per il trasporto di altre
persone oltre al conducente devono essere condotti, se a più di due ruote
simmetriche, solo da quest'ultimo.
7. Sui veicoli di cui al comma 6 non si possono trasportare più di quattro persone
adulte compresi i conducenti; è consentito anche il trasporto contemporaneo
di due bambini fino a dieci anni di età.
8. Per il trasporto di oggetti e di animali si applica l'art. 170.
9. I velocipedi devono transitare sulle piste loro riservate quando esistono, salvo
il divieto per particolari categorie di essi, con le modalità stabilite nel
regolamento.
9 bis. Il conducente di velocipede che circola fuori dai centri abitati da
mezz’ora dopo il tramonto del sole a mezz’ora prima del suo sorgere e il
conducente del velocipede che circola nelle gallerie hanno l’obbligo di
indossare il giubbotto o le bretelle retroriflettenti ad alta visibilità, di cui al
comma 4-ter dell’articolo 162 (comma introdotto dalla legge 29/7/2010 n.
120 Gu: n. 175 del 29/7/2010 suppl.ord.,.
10. Chiunque viola le disposizioni del presente articolo è soggetto alla sanzione
amministrativa del pagamento di una somma da lire 38.100 a lire 152.420. La
sanzione è da lire 63.510 a lire 254.030 quando si tratta di velocipedi di cui al
comma 6.
"Nuovo codice della strada", decreto legisl. 30 aprile 1992 n. 285, aggiornato con decreto legisl. 10 sett. 1993 n. 360 ,
d.P.R. 19 apr. 1994 n. 575, decreto legisl. 4 giugno 1997 n. 143, d.m. 22 dic. 1998.
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IL CASCO
Il casco per ciclisti è una invenzione.
Nel 1975 la BELL sviluppò il primo casco per ciclisti in polimero espanso che fu
chiamato biker.
Secondo recenti statistiche il casco riduce dell'88% i traumi alla testa.
In Italia il casco non è obbligatorio, mentre in altri paesi (Australia, Nuova Zelanda)
lo è.
Non vogliamo entrare nel merito della discussione sulle leggi.
Semplicemente suggeriamo fortemente a tutti i ciclisti l'utilizzo del casco.
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REQUISITI DELLA BICI
Il veicolo, in base all’art. 68 del Codice della Strada, deve possedere:
• luci
• campanello
• freni
Il suo massimo ingombro non deve superare per larghezza 130 cm, per lunghezza
300 c e infine per altezza 220 cm.
Vediamo, scendendo in particolari tecnici, le caratteristiche del veicolo bicicletta:
• I due freni devono essere indipendenti, uno per ogni asse, agenti sulle ruote,
con comando a mano o pedale
• Il suono del campanello per la segnalazione acustica deve poter esser
percepito a 30 metri.
• La luce anteriore, bianca o gialla, deve essere posizionata con un’altezza da
terra tra 30 e 100 cm. L’asse ottico deve puntare a terra a non più di 20 m
• La luce posteriore deve essere rossa, a non più di 100 cm da terra
• Oltre alla luce posteriore, sotto di essa si pone il catadiottro a luce riflessa.
Anche questo deve essere di colore rosso e a non più di 90 cm da terra
• Inoltre devono essere presenti i dispositivi catadiottrici a luce riflessa gialla,
sui due fianchetti di ogni pedale
• Infine dispositivi catadiottrici laterali a luce riflessa gialla, devono essere
presenti sui due lati di ogni ruota
Note:
a) i dispositivi ottici di segnalazione (luce anteriore e posteriore) devono
essere accesi da mezz’ora dopo il tramonto a mezz’ora prima del sorgere
del sole. Inoltre devono essere accesi nei centri abitati, nelle gallerie, con
pioggia, nebbia, neve o scarsa visibilità;
b) sono consentiti i rimorchi per velocipedi purché la lunghezza del
velocipede, compreso il rimorchio, non superi 3 m di lunghezza. La
larghezza massima totale del rimorchio non deve essere superiore a 75 cm
e l’altezza massima, compreso il carico, non deve essere superiore a 1 m.
La massa trasportabile non deve essere superiore a 50 kg. Per la
circolazione notturna il rimorchio deve essere equipaggiato con i dispositivi
di segnalazione visiva posteriore (luce rossa) e laterale (catadiottri);
c) sono considerati velocipedi anche le biciclette a pedalata assistita, dotate
di motore ausiliario elettrico con potenza massima di 0,25 kw la cui
alimentazione viene interrotta quando il veicolo raggiunge i 25 km/h o
prima se il ciclista smette di pedalare. Se questi parametri vengono
superati il veicolo è da considerarsi ciclomotore e pertanto per poter
circolare in pubblica via necessita di immatricolazione, targa, certificato di
circolazione e copertura assicurativa r.c. .
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TIPOLOGIE DI BICI
Scegliere quale tipo di bici sia adatta a noi e alle nostre esigenze non sempre è una
cosa semplice. Ci sono diverse variabili da considerare quando valutiamo la bicicletta
adatta a noi:
I. Il tipo di percorso che vogliamo o dobbiamo fare,
II. le nostre caratteristiche fisiche (peso, altezza, sensazione di comfort, postura
eccetera),
III. la misura del telaio,
IV. i copertoni che possono essere più stretti per andare veloci o più larghi per
terreni sconnessi,
V. il nostro budget di spesa, nuova o usata, ma comunque sono sempre
sconsigliabili quelle troppo economiche,
VI. dove la parcheggeremo (al chiuso a all’aperto, magari anche di notte)
VII. dal nostro gusto estetico (l’aspetto di una bici può essere determinante per
invogliarci a pedalare).
Prima di procedere all’acquisto, perciò, è necessario valutare con attenzione tutte
queste specificità. Perché la bici è un vestito su misura, ed ognuno ha il suo.
Sceglierne una sbagliata può essere scoraggiante e può farci desistere dall’utilizzarla.
Adesso vediamo le varie tipologie:
City bike - è una bici che presenta, in genere, caratteristiche di buona
maneggevolezza e copertoni più larghi rispetto alle bici da corsa. In genere ha
un telaio che permette una posizione di guida con la schiena più dritta. Il
manubrio è largo. Le ruote possono essere da 26 o 28 pollici. È dotata quasi
sempre di portapacchi e parafanghi. Il cambio prevede una serie di rapporti
adeguati per affrontare anche le salite di una certa pendenza.
Da corsa - presenta un telaio molto leggero con ruote sottilissime. Si tratta di
una bici, appunto, per chi vuole correre. Se si pedala in strade con asfalto
sempre liscio può andar bene perchè risulta essere molto scorrevole. Di
contro in città, con sanpietrini, buche e pavè, le ruote molto piccole risultano
scomode. Sempre in città si può rivelare anche pericolosa poichè le ruote così
piccole posso incastrarsi facilmente nei tombini o nelle rotaie.
Mountain Bike - é un modello molto diffuso, adatto per il terreno sterrato.
Presenta copertoni molto larghi e, in genere, ha un telaio robusto. Può avere
ammortizzatori anteriori e/o posteriori per attutire gli urti di un terreno
impervio e dare una maggiore stabilità. Gli ammortizzatori però hanno lo
svantaggio di rendere pesante la bici, così come le ruote larghe che
aumentano la fatica perchè l’attrito della ruota sul terreno è maggiore.
Presenta in genere rapporti molto agili per affrontare salite anche ripide.
Ibrida - è una via di mezzo tra la bici da corsa e la mountain bike. Adatta per un
utilizzo misto sia per strada che sullo sterrato. Presenta copertoni di larghezza simile
a quelle delle city bike ma in genere leggermente scolpiti. È una bici buona anche
per effettuare cicloturismo, perchè si adatta molto bene al trasporto di borse e
bagagli. Più pesante di una bici da corsa ma più leggera di una mountain bike,
possiede in genere il manubrio piatto come quello della mountain bike ma con una
posizione di guida più alta rispetto a quella delle alle bici da corsa.
Pieghevole - insieme alla bici a pedalata assistita è tra le invenzioni più
intelligenti in ambito ciclistico. Richiama la visione della celebre Graziella, ma
rispetto al modello degli anni ‘60, le moderne bici pieghevoli sono di gran
lunga più confortevoli. È il mezzo ideale per la città, ed è perfetta per l’utilizzo
intermodale integrato con tutti gli altri mezzi di spostamento. Si chiude in
pochi secondi e può essere trasportata abbastanza comodamente nei mezzi
pubblici o in auto. Da chiusa ha, in genere, le dimensioni di un bagaglio a
mano, e quindi si può trasportare senza pagare supplementi in metropolitane
e treni. Ha le ruote più piccole delle normali bici, con un diametro
generalmente da 16 o da 20 pollici. Per la sua trasportabilità consente, di
fatto, la possibilità di andare ovunque. Nessun problema per il furto perchè la
si può portare sempre con sè. Sono diffusissime in Europa ed in particolare in
Gran Bretagna. In Italia stanno prendendo sempre più piede.
Pedalata assistita - spesso chiamate erroneamente “bici elettriche”, sono bici
fornite, in genere, di un motore anteriore o posteriore che “assiste” la
pedalata ma non la sostituisce, e hanno una batteria che si ricarica
elettricamente. La pedalata, quindi, viene semplicemente supportata dal
motore per superare salite con pendenze impegnative. Sono bici più pesanti
delle normali. Oggi sono presenti sul mercato modelli tecnologicamente
avanzati, con batterie e motori sempre più prestazionali. Esistono telai di
mountain bike, bici ibride, bici pieghevoli o city bike con la pedalata assistita.
Le batterie moderne e quelle più affidabili sono agli ioni di litio. L’autonomia
in km dipenderà, oltre che dalla qualità e dallo stato batteria stessa, anche dal
tipo di percorso che si dovrà fare (poche o molte salite), dal peso del ciclista,
dal terreno, dalla velocità.
Reclinata - in inglese “recumbent”, sono particolari tipi di biciclette in cui il
ciclista è seduto e appoggia la schiena ad un sedile. Molto utili per chi ha
problemi di schiena. In genere questa bici comporta meno sollecitazioni anche
a polsi e braccia perchè lo sforzo è concentrato maggiormente sulle gambe. La
posizione seduta abbatte quasi completamente le sollecitazioni alla parte
perinea del ciclista. Le bici reclinate vengono suddivise in “a passo corto” o “a
passo lungo”, a seconda della posizione dei pedali, che possono essere
collocati più avanti o più indietro rispetto alla ruota anteriore. Le bici reclinate
nelle salite procedono normalmente più piano rispetto ad altre tipologie di
bici. Sono prevalentemente utilizzate per escursioni o gite fuori porta.
Scatto fisso - è una bicicletta che ha la particolarità di avere un solo rapporto
possibile e nessun meccanismo di “ruota libera” per cui la pedalata è solidale
con il movimento della ruota posteriore. Non è perciò possibile pedalare a
vuoto all’indietro, né smettere di pedalare, a meno che non si voglia
rallentare bruscamente l’andatura. È una bici molto diffusa tra i postini in
bicicletta soprattuttto in America e da qualche tempo anche in Italia per il
fatto che è una bici molto essenziale e leggerissima e consente di essere
tutt’uno con la bici. Attenzione! L’utilizzo di queste bici senza frenatura in città
oltre ad essere pericoloso è anche vietato cosi come specificato all’art. 68,
comma 1, lettera a del Codice della strada.
Tandem - è una bicicletta a due posti in cui pedalano due persone. La persona
che sta davanti gestisce il manubrio, i freni della bici ed il cambio.
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MANUTENZIONE
Abbiamo visto quali sono le norme per circolare in bici, abbiamo scelto il modello
per noi più adatto, adesso è la volta di qualche informazione sulla manutenzione di
questo mezzo di locomozione.
Queste nozioni aumenteranno anche il nostro confort e la nostra sicurezza.
• REGOLAZIONE DELLA SELLA-La corretta posizione dell'altezza sella fa si che
seduti il nostro ginocchio sia leggermente piegato quando il pedale si trova
nella posizione più bassa. Una volta stabilita l'altezza della sella, occorre
assicurarsi che il meccanismo di bloccaggio del reggisella sia ben serrato.
Attenzione: non alzare mai il canotto reggisella lasciando visibile la tacca che
segnala il limite massimo in altezza.
• REGOLAZIONE DEL MANUBRIO - Per alzare o abbassare il gambo del
manubrio occorre allentare la vite expander posta sopra al gambo stesso. Una
volta libero, abbassare o alzare fino alla corretta altezza. Mantenendo il
gambo in posizione, serrare saldamente la vite dell'expander. Nel caso il
manubrio si pieghi in seguito a cadute, non provare a raddrizzarlo, ma
provvedere subito alla sua sostituzione in quanto avrà perso le sue
caratteristiche meccaniche. Attenzione: non alzare mai il manubrio oltre il
segno di minimo inserimento.
• REGOLAZIONE DEI FRENI - I freni usati sulle biciclette sono di tre tipi:
a. a tiraggio laterale;
b. a tiraggio centrale;
c. a contropedale.
I metodi di regolazione variano secondo il tipo. Per la regolazione ottimale dei
freni, occorre mantenere circa 2 mm. di distanza tra i pattini del freno ed il
fianco del cerchio. Il pattino del freno non deve toccare il cerchio in posizione
di riposo. Inoltre i due pattini devono toccare il cerchio contemporaneamente
al momento della frenata e senza toccare la copertura. La regolazione fine si
può ottenere agendo sulla vite di registro collocata in varie posizioni che
dipendono dai tipi di freno impiegati. Se il risultato non è ottimale, occorre
rivolgersi al vostro rivenditore specializzato. Attenzione: in caso di rottura di
uno dei due impianti frenanti, provvedere immediatamente alla riparazione,
in quanto un solo freno non è sufficiente a garantire una sicura frenata.
Attenzione: assicurarsi che i pattini freno siano saldamente fissati. Se, durante
la frenata, entrano in contatto con la copertura o entrano nei raggi delle ruote
possono essere causa di cadute. Attenzione: Il sistema di frenata agisce più
efficacemente sulla ruota anteriore in quanto l'inerzia sposta il peso sulla
ruota anteriore scaricando quella posteriore che tenderà a sollevarsi. Dovete
quindi distribuire in modo diverso la forza tra il freno anteriore e quello
posteriore.
• CAMBI - Possono essere presenti sulla bicicletta uno o due meccanismi
(cambi) a seconda del numero di ingranaggi. Il primo e il "cambio"
posteriore, fissato al forcellino destro del telaio. È sempre presente
quando sul mozzo posteriore vi sia più di un ingranaggio. Il secondo è
chiamato "deragliatore", ed è fissato al telaio sotto il tubo sella. I due
meccanismi vengono azionati separatamente dalle leve di comando. Scopo
del cambio e del deragliatore è di spostare la catena da un ingranaggio
all'altro, permettendo cosi di avere una varietà di rapporti di trasmissione.
Le combinazioni d'uso dell'ingranaggio piccolo anteriore / piccolo
posteriore ed ingranaggio grande anteriore / grande posteriore vanno
assolutamente evitate in quanto la catena non rimane allineata e produce
attrito che provocano rumori fastidiosi e possono dare atto ad
inconvenienti. Una volta presa confidenza con i rapporti, sarà facile
scoprire quelli più adatti alle esigenze personali di ognuno. ATTENZIONE:
cambiate rapporto solo mentre pedalate in avanti. Cambiare rapporto da
fermi o pedalando all'indietro può provocare seri danni alla bicicletta.
Attenzione: Rivolgetevi ad un rivenditore specializzato nel caso in cui non
riusciate ad ottenere una buona regolazione del cambio, evitando di
manomettere i meccanismi.
• RUOTE SISTEMI DI BLOCCAGGIO - Seri danni possono scaturire da un
errato montaggio della ruota. Sulle biciclette sono previsti, secondo il
modello, due diversi sistemi di bloccaggio. La maggior parte delle nostre
biciclette sono dotate di mozzi a bloccaggio rapido. Questo tipo di mozzo
permette al ciclista una veloce e facile rimozione della ruota per il
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•
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trasporto, la riparazione o la sostituzione durante le gare. Per togliere la
ruota, aprire il bloccaggio rapido dei freni a tiraggio laterale o rimuovere
l'archetto nei freni. Ora tirate la leva del bloccaggio dei mozzi fino alla
posizione "aperto". La ruota adesso è libera di essere rimossa dai forcellini.
Nelle ruote equipaggiate con mozzi bloccate da dadi, necessitano delle
chiavi fisse per la rimozione e il montaggio. Per togliere la ruota, aprire il
bloccaggio rapido dei freni a tiraggio laterale o rimuovere l'archetto nei
freni. Allentando entrambi i dadi del mozzo, la ruota sarà libera di uscire
dai forcellini. In entrambi i casi per rimontare la ruota ponete il suo asse
tra i forcellini, quindi avvitate gradualmente i dadi contemporaneamente
da ambo le parti consentendo il centraggio della ruota oppure riportate la
leva in posizione "chiuso" (durante la chiusura la leva di bloccaggio
dovrebbe opporre una graduale resistenza). Assicuratevi poi dell'avvenuto
bloccaggio picchiando sulla ruota con forza come indicato in fig. 9.
Attenzione: Nelle biciclette sportive od olanda, è possibile che per togliere
la ruota si debba sgonfiare la gomma. ATTENZIONE. Nelle biciclette viaggio,
per rimuovere le ruote si necessita smontare i pattini dei freni.
Assicuratevi, nel rimontaggio, di ben posizionare e ben bloccare i pattini.
Tenete il bloccaggio rapido o i dadi di bloccaggio ben chiusi.
PNEUMATICI - Controllate che la pressione dei pneumatici sia quella
indicata sul fianco della copertura. Controllate l'incollaggio o il
posizionamento dei pneumatici anche percorrendo lunghe discese.
Controllate la superficie delle coperture riguardo a tagli, eccessivo
consumo o altri danni. Se necessario sostituiteli.
CONTROLLO DEI CAVI - Controllate i cavi dei freni e dei i cambi ai due
terminali. Sostituiteli se sfilati o piegati.
CATENA - Rimuovete lo sporco, per evitare eccessivi consumi della
trasmissione.
REVISIONE ANNUALE - Oltre ai controlli sopra menzionati devono essere
effettuate le seguenti operazioni: - lubrificare o sostituire le parti in
rotazione (cuscinetti o sfere); - lubrificare o sostituire tutti i cavi; sostituire i pattini dei freni; - sostituire la catena. Attenzione: fate
controllare, ed eventualmente sostituire, dal vostro rivenditore
specializzato le parti meccaniche soggette ad usura. - serie sterzo - serie
movimento - forcella - ingranaggi - coperture – pattini.
• CICLO E RICICLO - In caso di demolizione del ciclo, non abbandonarlo nella
natura in quanto è composto da parti che, con il tempo, potrebbero
inquinare l'ambiente.
• SICUREZZA E DIRITTI DEI CITTADINI IN BICICLETTA
Siamo ciclisti, ma anche automobilisti. Dobbiamo ricordare che il ciclista è un utente
debole al pari del pedone. Quindi è obbligatorio fermarsi prima di un
attraversamento ciclabile se vi sono ciclisti in attraversamento e prima di un
attraversamento pedonale se vi sono pedoni (codice della strada art. 40).
La velocità aumenta il pericolo e diminuisce la percezione degli imprevisti. Essere
investiti da un'automobile a 50 km/h è come cadere da un'altezza di 10 metri.
Tenetelo presente in presenza di pedoni e ciclisti!
Ricordatevi di:
• non stringere a destra il ciclista quando lo si supera,
• mantenere la distanza di sicurezza,
• non uscire dai parcheggi senza guardare,
• non parcheggiare in doppia fila, costringe il ciclista a spostamenti pericolosi
verso il centro strada,
• non parcheggiare sulle piste ciclabili o nelle intersezione con le piste stesse,
• attenzione quando si gira a destra per non tagliare la strada ad un eventuale
ciclista
• DEGALOGO DEL CICLOESCURSIONISTA
Dopo essersi ‘posizionati’ da automobilisti, torniamo sulla nostra bicicletta. Quando
si esce in gruppo per fare un’escursione ci sono dei comportamenti da seguire, una
specie di bon-ton ciclistico da tenere durante l’escursione per la sicurezza propria e
degli altri.
1. Ci si presenta puntuali al raduno come indicato dai comunicati con
l’equipaggiamento previsto (camera d’aria di riserva, attrezzi per piccole
riparazioni, eventuale colazione al sacco) consapevoli del grado di difficoltà della
gita e delle proprie capacità di affrontare il percorso.
2. Memorizzare la figura del capogita e del ciclista scopa (l’ultimo, quello che
‘raccatta tutti’ ) dopo che si saranno presentati.
3. Alla partenza il capogita dà indicazioni ed informazioni, tutti i partecipanti
devono ascoltare attentamente. Se qualcuno, per disattenzione o per essersi
allontanato, non sente le istruzioni, non può poi lamentarsi delle eventuali
conseguenze.
4. Non superare mai il capogita, c’è il rischio di seguire strade non previste
portandosi dietro altre persone.
5. Non attardarsi in coda rispetto alla “scopa”, e non lasciare troppo spazio dal
ciclista che precede al fine di rimanere uniti.
6. Quando si imbocca un’altra strada e ci si accorge che le persone dietro non
arrivano, ci si ferma per segnalare la direzione e se ci sono problemi si avvisa il
capogita.
7. Durante le soste, è importante mettersi in disparte, non invadere la strada e
lasciare libero il passaggio.
8. Sulle strade ad alto traffico veicolare procedere in “fila indiana”.
9. Pedalando in gruppo tenere una distanza di sicurezza da chi precede e evitare, le
brusche frenate.
10. Dopo colazioni o spuntini non lasciare rifiuti in giro. Non pedalare su prati o
aiuole, e non danneggiare piante, alberi, animali, non prendere frutti dai campi
lungo il percorso.
• PREVENZIONE PER I BAMBINI
Torniamo ancora a parlare specificatamente di bambini e della loro sicurezza.
Il bambino deve conoscere le principali regole del traffico e le deve rispettare.
Come rendere sicuro l’uso della bicicletta?
Alcuni semplici accorgimenti e misure di prevenzione:
la bicicletta deve essere della misura del bambino: sedendosi sul
sellino deve potere appoggiare completamente i piedi per terra,
è preferibile l’acquisto di una bicicletta tradizionale, più stabile
rispetto a quella da cross,
i freni e i fanali devono essere perfettamente funzionanti,
i bambini devono essere educati ad indossare il casco tutte le volte
che usano la bicicletta, non solo per strada, ma anche in luoghi
protetti (piste ciclabili, cortili, ecc.). La stessa regola vale per gli
adulti, anche perché sarà difficile che un bambino indossi il casco se
il padre e la madre non lo utilizzano.
E a proposito di casco, anche in questo caso, le regole per acquistarne uno:
il colore, il disegno e il modello (a parità di condizioni) devono essere scelti dal
bambino: il casco sarà poi portato più volentieri,
il casco deve calzare perfettamente e, scuotendo la testa, deve rimanere ben
saldo,
il casco deve avere, se possibile, colori vivaci e un nastro riflettente che lo
renda ancora più visibile di sera,
il bambino deve essere capace di aprire e chiudere con una sola mano e con
facilità il cinturino sotto il mento,
il cinturino non deve aprirsi da solo,
la calotta esterna deve essere rigida e ben attaccata allo strato morbido
interno che assorbe gli urti,
il casco, una volta indossato, non deve compromettere la visione e l’udito del
bambino,
la sigla che ne attesta la sicurezza deve essere riportata sulla confezione (EN
1078); la sua presenza, tuttavia, non sempre è garanzia di sicurezza ed è
sempre meglio verificare una per una le caratteristiche sopra riportate,
in caso di impatto violento il casco deve essere sostituito, anche se
apparentemente integro,
il bambino deve essere abituato a togliere il casco non appena scende dalla
bicicletta,
il bambino deve imparare che il casco è uno strumento di prevenzione e non
di gioco, da togliere quando scende dalla bicicletta,
la ditta che produce il casco deve essere segnalata nell’etichetta.
• ALCUNI CASI DI INCIDENTI
Nonostante tutte le attenzioni gli incidenti si verificano comunque.
Vediamo dieci casi, fra quelli più comuni, memorizziamo le situazioni e sarà più facile
in futuro evitarli.
L’INCROCIO DA DESTRA
Questa è una delle situazioni più frequenti: un automobilista che esce da una strada
laterale, da un parcheggio o da un passo carraio sulla destra non sempre presta
attenzione a chi sopraggiunge in bicicletta.
COME EVITARE QUESTA COLLISIONE
1. Suonare il campanello. È importante procurarsi un campanello e USARLO ogni
volta che si vede un’auto avvicinarsi (o sostare) davanti o alla propria destra.
2. Rallentare. Se il ciclista non riesce a farsi notare dal guidatore (incontrandone lo
sguardo, soprattutto di notte) deve rallentare tanto da poter essere in grado di
fermarsi completamente, se necessario.
3. Procurarsi fanali e abiti catarifrangenti. Se si pedala dopo il tramonto e in
condizioni di scarsa visibilità bisogna usare sempre un fanale anteriore, uno
posteriore e dotare le ruote e i pedali di catarifrangenti. E’ previsto anche dal Codice
della Strada. Non faranno male anche giubbetto o bretelle con strisce
catarifrangenti che sono obbligatorie fuori dai centri abitati di notte e in città nelle
gallerie.
4. Consiglio pratico. Si è soliti pedalare molto vicino al bordo del marciapiede per
evitare di essere investiti alle spalle .
Quando però un automobilista sopraggiunge da una laterale destra, tende a
guardare al centro della strada, non sempre in prossimità del marciapiede.
Pertanto se si pedala un po’ più a sinistra, è più probabile che l’autista veda, ma è
bene ricordare che spostarsi troppo a sinistra è sempre pericoloso dato che non si
riesce a controllare il traffico che viene da dietro. Conviene quindi sempre rallentare
in queste situazioni, per potersi fermare nel caso in cui l’automobilista non ci abbia
visto.
Pedalare all’estrema destra rende invisibile alle auto davanti nei punti di
intersezione, pedalare più a sinistra rende vulnerabile nei confronti delle auto
provenienti alle proprie spalle.
Cosa scegliere?
Bisogna valutare, in base al tipo di strada e al tipo di traffico e dunque in relazione
alla situazione concreta, la soluzione che sembra più sicura: sulle strade a
scorrimento veloce, con molte traverse, sarà meglio stare più a destra, mentre su
strade a scorrimento lento, con molte traverse, sarà più prudente stare un po’ più
sulla sinistra.
LA PORTIERA APERTA
Un altro tipo di incidente si può verificare quando un’auto parcheggiata apre
improvvisamente la portiera proprio davanti a un ciclista.
Se la distanza è ridotta e i riflessi non sono pronti, l’impatto è quasi inevitabile.
COME EVITARE QUESTA COLLISIONE
1. Tenere d’occhio le auto parcheggiate. Per quanto è possibile, osservare gli
eventuali occupanti e cercare di anticipare un‘apertura improvvisa della portiera,
magari suonando il campanello, è meglio usarlo una volta in più che una in meno!
2. Consiglio pratico. In presenza di veicoli in sosta spostarsi leggermente a sinistra in
modo da avere un margine di movimento in caso di apertura improvvisa di una
portiera, compatibilmente con il resto del traffico, in particolare quello che
sopraggiunge alle proprie spalle.
IL SEMAFORO ROSSO
Quando ci si ferma a un semaforo rosso (o a uno stop) immediatamente a destra di
un’automobile nella stessa corsia e in attesa dello stesso segnale, se l’auto deve
girare a destra e il ciclista deve proseguire dritto, può presentarsi una situazione di
pericolo, qualora l’automobilista non veda il ciclista. La situazione è ancora più
pericolosa quando si è fermi accanto a un autobus o a un camion anche perché i
mezzi pesanti hanno molti “angoli o zone cieche” (blind corner), che presentano
rischi mortali.
COME EVITARE QUESTA COLLISIONE
1. Fermarsi in un punto in cui si è ben visibili. È bene fermarsi davanti e a destra
dell’auto e non di fianco, in modo da essere ben visibili e non farsi tagliare la strada,
al verde è bene liberare rapidamente l’incrocio; oppure, se non ci si trova in
prossimità del semaforo ma fra due auto incolonnate, è bene fermarsi davanti alla
seconda auto per permettere a quest’ultima di vederci chiaramente. In questo caso,
al verde, è bene non superare da destra il veicolo che precede perché potrebbe
svoltare improvvisamente a destra e tagliare la strada.
2. Non confidare che tutti gli automobilisti utilizzino sempre e in modo corretto gli
indicatori di direzione. Quello della freccia (art.154, comma 1 Cds) spesso non
rispettato. Soprattutto agli incroci è fondamentale essere sempre vigile e
comportarsi come se l’auto di fianco possa svoltare all’improvviso senza segnalarlo.
3. Attenzione nel superare veicoli fermi in prossimità di un semaforo. La portiera
destra potrebbe essere aperta improvvisamente per la discesa del passeggero o
l’auto potrebbe inaspettatamente affiancarsi al margine destro della carreggiata o
entrare in un parcheggio.
IL GANCIO A DESTRA (1° TIPO)
Quando un’auto supera un ciclista in prossimità di un incrocio, potrebbe dover
svoltare a destra, tagliando la strada al ciclista, una manovra che si verifica spesso
nelle rotatorie da parte dei veicoli in uscita.
Questo tipo di incidente è molto difficile da evitare perché non ci si rende conto di
cosa sta accadendo fino all’ultimo momento.
COME EVITARE QUESTA COLLISIONE
1. Manovra di emergenza. Compatibilmente con il tipo di traffico sulla strada, è bene
che il ciclista si sposti un poco verso sinistra: in questo modo sarà più facile per le
auto vederlo.
2. Gettare uno sguardo dietro di sé o guardare lo specchietto retrovisore.
Guardando dietro prima di arrivare all’intersezione si riesce a capire se l’auto che sta
sopraggiungendo ha intenzione di superare. In ogni caso è sempre bene rallentare,
in modo da potersi fermare in caso di improvvisa svolta a destra dell’automobilista
che ci ha superato. È molto utile montare uno specchietto
retrovisore sul manubrio della propria bici.
3. Consiglio pratico: all’interno delle piazze a circolazione rotatoria, all’avvicinarsi
degli assi stradali in uscita, tenere il braccio sinistro teso verso l’interno della
rotonda per segnalare che la direzione prosegue dentro la piazza.
IL GANCIO A DESTRA (2° TIPO)
Quando un’auto o un’altra bici procedono lentamente, il ciclista può avere la
tentazione di superarla a destra, ma può succedere che durante il sorpasso il veicolo
svolti a destra in una laterale, un parcheggio, un passo carraio e vada addosso al
ciclista.
COME EVITARE QUESTA COLLISIONE
1. Mai superare a destra. Questo tipo di collisione è molto facile da evitare:
semplicemente non bisogna superare alcun veicolo a destra.
2. Pedalare dietro. Quando si è in corsa e il veicolo che ci precede si muove
lentamente è necessario pedalargli dietro, non alla sua destra (cioè non nella sua
“zona cieca”). È inoltre fondamentale tenere una distanza di sicurezza dal veicolo
che ci precede sufficiente a garantirci la possibilità di frenare in tempo. Ricordare
che si sorpassa solo a sinistra e una volta verificate le condizioni di sicurezza! E’
anche possibile segnalare la propria manovra di sorpasso con il campanello.
3. Guardarsi alle spalle prima di svoltare a destra per evitare di entrare nella
traiettoria di chi, imprudentemente, supera da destra.
L’INCROCIO A SINISTRA
Un’auto proveniente dalla direzione opposta, nella manovra di svolta a sinistra
potrebbe investire il ciclista qualora non notasse la sua presenza.
COME EVITARE QUESTA COLLISIONE
1. Rendersi visibile. In condizioni di scarsa visibilità accendere il fanale anteriore e
posteriore. Indossare abiti dai colori sgargianti e rifrangenti.
2. Rallentare. Cercare il contatto visivo con il guidatore del mezzo e se non ci si
riesce, rallentare in modo da essere in grado di fermarsi, se necessario.
3. Non superare a destra.
L’IMPATTO POSTERIORE (1° TIPO)
Per evitare un’auto parcheggiata o un altro ostacolo sulla strada, al ciclista può
succedere di sbandare leggermente a sinistra, rischiando così di essere urtato da
un’auto che sopraggiunge alle sue spalle.
COME EVITARE QUESTA COLLISIONE
1. Non spostarsi mai a sinistra senza aver controllato di poterlo fare in sicurezza.
Alcuni automobilisti superano i ciclisti sfiorandoli appena, pertanto spostandosi
anche solo di poco a sinistra ci si può mettere nella traiettoria di un’auto. E’ sempre
meglio avere l’abitudine a una guida rettilinea. Piuttosto è meglio fermarsi e
controllare chi sopraggiunge o verificare se c’è un passaggio alternativo.
2. Usare uno specchietto retrovisore.
L’IMPATTO POSTERIORE (2° TIPO)
Questo tipo di incidente è molto temuto dai ciclisti, ma non è molto comune tranne
che nei casi di guida notturna o su strade a lunga percorrenza fuori città. In ogni caso
è una delle collisioni più difficili da evitare, poiché generalmente quando si pedala
non si guarda dietro.
COME EVITARE QUESTA COLLISIONE
1. Pedalare su piste ciclabili.
2. Rendersi visibili. Se si pedala al buio, bisogna assolutamente dotare la bicicletta di
un fanale rosso posteriore, di catarifrangenti ai pedali e possibilmente vestire le
fasce rifrangenti reperibili anche nei negozi che vendono articoli per la sicurezza sul
lavoro.
3. Quando è possibile scegliere strade ampie. Per gli spostamenti, cercare di
scegliere strade provviste di una corsia esterna sufficientemente ampia da garantire
una distanza di sicurezza dalle auto.
4. Quando è possibile scegliere strade con traffico lento. Più il traffico è a
scorrimento lento, più gli automobilisti hanno il tempo di vedere i ciclisti. Per questo
è preferibile usare strade secondarie o residenziali.
IN BICI SUI PASSAGGI PEDONALI
Gli automobilisti non si aspettano di trovare biciclette sugli attraversamenti riservati
ai pedoni, pertanto, quando si attraversano le strisce pedonali fra due marciapiedi
prestare attenzione alle auto che svoltano.
COME EVITARE QUESTA COLLISIONE
1. Ricordarsi che la bici è un veicolo. È bene rimanere sulla strada, usando le
normali regole della circolazione veicolare. Se si preferisce usare comunque
l’attraversamento pedonale (magari per attraversare una strada particolarmente
trafficata), bisogna scendere dalla bicicletta e condurla a mano.
I ciclisti possono rimanere in sella alla propria bici quando ci sono gli
attraversamenti ciclabili, cioè i cosiddetti “quadrotti” di 50 x 50 cm.
2. Non pedalare sui marciapiedi non adibiti anche a pista ciclabile. Anche se
possono sembrare più sicuri rispetto alla strada, non si deve salire sui marciapiedi
con la bici: la presenza di pedoni, passi carrai e attraversamenti può creare situazioni
di rischio.
LO SCONTRO FRONTALE CONTROMANO
Pedalando contromano sul lato sinistro della strada si corrono molti rischi:
un’automobilista che svolta a destra da una strada laterale, da un passo carraio o da
un parcheggio controlla di solito solo il traffico proveniente dalla sua sinistra e può
non vedere chi proviene da destra. Inoltre chi percorre la strada nella direzione
consentita, non si aspetta di vedere marciare in senso contrario una bici e potrebbe
avere tempi di reazione più lenti. Inoltre in questo caso l’urto è anche più violento
perché le velocità si sommano.
COME EVITARE QUESTA COLLISIONE
1. Guidare nella stessa direzione del traffico, cioè, non pedalare contromano.
Pedalare contromano potrebbe sembrare una buona idea perché si riescono a
vedere le auto che sorpassano, ma non lo è.
• pedalare contro mano è espressamente vietato dal Codice della Strada e si può
essere multati per questo;
• le auto che seguono la direzione di marcia o che si immettono nel traffico da
strade laterali o parcheggi e attraversano la strada (di fronte e a sinistra) non si
aspettano traffico proveniente dalla direzione sbagliata;
• le auto si avvicineranno a una velocità più elevata. Se un ciclista procede a 15 km
all’ora, un’auto che sorpassa da dietro a 50 km/h, si avvicina alla velocità di 35 km/h
(50-15), ma se si procede nel senso opposto le velocità si sommano (50+15). Poiché
l’auto si avvicina ad una velocità superiore, sia ciclista che automobilista avranno
quindi molto meno tempo per reagire, e in caso di collisione, le conseguenze
saranno peggiori.
Approfondimento sul termine BLIND CORNER
L’angolo cieco, una trappola da evitare L’angolo cieco (o angolo morto, detto
anche blind corner) è uno spazio situato attorno a un veicolo, che non risulta
visibile dal posto di guida. Esistono molti punti ciechi: davanti, sui fianchi,
dietro e sopra il veicolo. In questi spazi di non visibilità il conducente non può
vedere gli altri utenti della strada e ciò ha come effetto di aumentare
considerevolmente il rischio di incidente. Prevedere gli “angoli ciechi” è un
primo passo per evitare incidenti, anche mortali.
• FONTI
Vivi con stile - Bimbi in bici, Network Legambiente
I tutor della salute, Progetto della Regione Toscana
Tipi di bici, BiciZen
Bici in città: le regole per pedalare in sicurezza, comune di Milano
Circolazione dei velocipedi, Automobil Club Italia
La mobilità ciclabile in Toscana, indagine della Regione Toscana
Ode alla bicicletta, Susanna Tamaro
Per i bambini in bicicletta, S. Conti Nibali
Consigli per la sicurezza di chi va in bicicletta, FIAB – CICLOBBY
Bambini in bicicletta, PagineMediche.it
• DISEGNI E ILLUSTRAZIONI
Asia Bartolini -
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ALBERTO SORDI ALBERTO SORDI