ASUR AREA VASTA n. 1 - Urbino
Dipartimento di Prevenzione
Servizio Igiene e Sanità Pubblica
Corso di Laurea in Scienze motorie
Corso integrativo di Igiene dello Sport:
Normativa vigente e controlli sanitari per gli impianti
sportivi
I rischi sanitari in ambienti sportivi
Alessandro Lucchesi
1
Premessa
L’evidenza scientifica parla chiaro: svolgere
una regolare attività fisica di moderata
intensità favorisce uno stile di vita sano, con
notevoli benefici sulla salute generale della
persona.
Il numero di italiani dediti regolarmente ad
attività sportive negli impianti sportivi
(palestra, piscina, ecc.) è in costante
aumento.
2
Premessa
La struttura, le condizioni microclimatiche e
la gestione dell’ambiente sportivo
possono però condizionare la salute ed il
benessere di chi vi trascorre molte ore a
settimana.
In Italia purtroppo manca una regolare raccolta
di dati epidemiologici su epidemie o casi di
malattie ed incidenti verificatisi negli impianti
sportivi, ma lo stato attuale delle conoscenze
indica sicuramente la via per una efficace
prevenzione.
3
Ai fini della valutazione delle condizioni di salubrità e di
sicurezza di un ambiente confinato destinati alle attività
sportive, si considerano 4 componenti fondamentali:
1. Le caratteristiche fisiche di un impianto,
impianto
2. Le sostanze chimiche presenti nell’
nell’impianto,
3. La presenza di microorganismi patogeni e non (aria e
strutture),
strutture)
4. La gestione di un impianto.
4
Come valutare le condizioni di salubrità e
sicurezza degli ambienti confinati destinati
alle attività sportive?
1. Caratteristiche fisiche,
fisiche principalmente legate al
microclima: temperatura,ventilazione ed umidità
dell’ambiente confinato,
confinato ed essenzialmente connesse
a caratteristiche strutturali e architettoniche e a criteri
di progettazione (presenza ed adeguata collocazione
e manutenzione degli impianti di climatizzazione e
ricambio dell’aria);
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Come valutare le condizioni di salubrità e
sicurezza degli ambienti confinati destinati
alle attività sportive?
2. Rilascio nell’
nell’aria di sostanze chimiche derivanti da:
• materiali di costruzione e di arredo,
• diffuse durante le operazioni di sanificazione dei
locali,
• attività degli occupanti,
• prodotti per l’igiene personale,
• acqua delle vasche di una piscina.
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Come valutare le condizioni di salubrità e
sicurezza degli ambienti confinati destinati
alle attività sportive?
3. Eventuale diffusione - da parte degli stessi fruitori
degli impianti - di microrganismi patogeni o patogeni
opportunisti presenti nell’aria atmosferica
dell’ambiente confinato e sulle superfici di attrezzi
ginnici, nell’acqua delle piscine e panche degli
spogliatoi, piani delle docce, ecc.;
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Come valutare le condizioni di salubrità e
sicurezza degli ambienti confinati destinati
alle attività sportive?
4. La gestione di un impianto ovvero:
la regolamentazione del numero dei fruitori della
palestra e della piscina,
la vigilanza sulle operazioni di sanificazione e
igienizzazione degli ambienti e delle superfici,
la manutenzione degli impianti idrico e di
climatizzazione dell’aria,
la vigilanza del rispetto delle regole comunitarie e dei
principi educativi di base.
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Rischi igienico-sanitari
I rischi sulla salute dei praticanti sono
essenzialmente di 3 tipi:
Rischi fisici;
Rischi da esposizione a prodotti chimici;
Rischi microbici.
9
Rischi fisici in ambienti sportivi
Tipologia della lesione
• Annegamenti
• Ferite, escoriazioni
• Traumi
• Fratture
• Lesioni spinali
• Colpo di calore
• Folgorazione
Misure di prevenzione
• Regolamento interno, avvisi
informativi
• Recinzione o copertura vasche
• Vigilanza costante
• Rivestimenti in materiale
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Cosa fare in caso di annegamento?
Nel caso di annegamento è necessario intervenire con la
massima tempestività.
Se la vittima è cosciente è sufficiente tranquillizzarla, metterla
in posizione semiseduta per facilitare la respirazione, aiutarla
ad espellere il liquido presente nelle vie aeree con dei colpetti
sulla schiena e con movimenti circolari delle braccia che
aiutano l’espansione della gabbia toracica e quindi della
respirazione.
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Prevenzione nelle piscine (10)
Se l’infortunato ha perso coscienza è necessario agire con la
massima urgenza: verificare per prima cosa la presenza del
respiro e del battito cardiaco e chiamare il 118.
Se l’infortunato è incosciente con respiro presente e battito
cardiaco presente: posizione laterale di sicurezza.
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Prevenzione nelle piscine (11)
Se l’infortunato è incosciente con respiro assente e battito
cardiaco presente bisogna immediatamente procedere alla
respirazione artificiale.
Prima è bene, però, verificare che le vie aeree non siano
ostruite dall’acqua: si rovescia l’annegato a pancia sotto e il
soccorritore si dispone in piedi a gambe larghe sopra il suo
bacino, afferrandolo per le anche o i fianchi e sollevandolo in
modo da far defluire l’acqua. Appena questa è defluita si può
finalmente stendere l’annegato a pancia in su e procedere con
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la respirazione artificiale.
Prevenzione nelle piscine (12)
Nel caso che anche il battito cardiaco sia assente bisogna
procedere al massaggio cardiaco e alla respirazione artificiale.
Ogni tanto bisogna controllare che l'attività cardiaca non si sia
ripristinata. In tal caso interrompere immediatamente il
massaggio e controllare le funzioni vitali dell'infortunato sino
all'arrivo dei soccorsi.
Se l'attività non si ripristina il massaggio va continuato
senza interruzioni sino all'arrivo dei soccorsi.
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Rischi da agenti chimici (es: piscina)
1.Connessi alla
gestione:
(sostanze flocculanti,
correttori pH,
disinfettanti)
2.Inquinanti presenti
acqua di
approvvigionamento
(es: derivati dalla disinfezione)
RISCHIO
CHIMICO
3.Contaminanti introdotti
dagli utenti degli impianti (es.
urine, sudore, igiene
personale,cosmetici, lozioni, creme,
detergenti)
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1. Rischi da agenti chimici (es: piscina) connessi
alla gestione
Correttori di pH
Acido cloridrico
Acido solforico
Sodio idrossido
Sodio bisolfato
Sodio bicarbonato
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1. Rischi da agenti chimici (es: piscina) connessi
alla gestione
Perché correttori di pH?
Poiché molti degli agenti disinfettanti alterano il grado
di pH delle acque trattate, è necessario introdurre dei
correttori di pH al fine di mantenere valori ottimali
compresi tra 6,5 e 7,5 (neutralità).
Ph con valori bassi (acidi) determinano irritazioni
cutanee e agli occhi, corrosione degli impianti e uso
eccessivo di disinfettante.
Ph con valori troppo alti (basici) determinano irritazioni
cutanee e agli occhi, favoriscono lo sviluppo di alghe e
batteri, inibiscono l’azione disinfettante del cloro,
precipitazione di sali (torbidità).
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1. Rischi da agenti chimici (es: piscina) connessi
alla gestione
Flocculanti
(
Solfato di alluminio
Cloruro ferrico
Clorosolfato ferrico
Polidrossicloruro di alluminio
Polidrossiclorosolfato di alluminio
Alluminato di sodio
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1. Rischi da agenti chimici (es: piscina) connessi
alla gestione
Perché i Flocculanti?
(La
flocculazione si effettua per eliminare o per prevenire la
formazione di microscopiche sospensioni difficilmente
sedimentabili o filtrabili che procurano intorbidimenti
nell’acqua della piscina.
E’ un trattamento di purificazione delle acque.
Sono elettroliti inorganici che agiscono attraverso fenomeni
di adsorbimento
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1. Rischi da agenti chimici (es: piscina) connessi
alla gestione
Flocculanti
Il valore in concentrazione da non superare di ferro o alluminio è lo
stesso richiesto per la potabilità.
Un superamento indica una fuga di dette sostanze dagli impianti di
trattamento, che non sono pericolose in quanto tali, ma possono
denotare la reintroduzione in vasca delle impurità trattenute dai
filtri (filtri mal funzionanti).
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1. Rischi da agenti chimici (es: piscina) connessi
alla gestione
Disinfettanti
I principali disinfettanti utilizzati per il
trattamento delle acque delle piscine sono:
• Ozono
• Cloro
• Ipoclorito di sodio
• Ipoclorito di calcio
• Dicloroisocianurato sodico anidro
• Dicloroisocianurato sodico biidrato
• Acido tricloroisocianurico
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1. Rischi da agenti chimici (es: piscina) connessi
alla gestione
Tutti i disinfettanti a base di cloro esplicano la loro
azione sulla base della capacità di liberare in acqua lo
ione ipoclorito, che, in funzione del pH, forma
l’acido ipocloroso indissociato: HClO
Es: Ipoclorito di sodio
NaClO + H2O
HClO + NaOH
che agisce da vero disinfettante: la clorazione uccide
batteri e virus
(non è efficace contro cisti e ovocisti di protozoi).
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1. Rischi da agenti chimici (es: piscina) connessi
alla gestione
Un’altra funzione del cloro è quella di ossidare le
sostanze organiche e l’ammoniaca formando le
clorammine la cui presenza costituisce il “cloro
attivo combinato” che rappresenta quindi la quota di
cloro che ha già reagito e che, pur essendo una forma
di cloro attivo, risulta molto meno efficace come
disinfettante
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Processo di disinfezione mediante
clorazione
Ioni metallici
Agenti
disinfettanti
a base di Cl
Cloro attivo
combinato
Solfuri e
bromuri
HO
< 0,4 mg/L
2
Acido ipocloroso
(HClO)
Composti
cloro-organici
Cloro attivo
libero
Disinfezione
Cloroammine
(mono, di, tri)
0,7 – 1,5 mg/L
Cloro attivo libero
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1. Rischi da agenti chimici (es: piscina) connessi
alla gestione
Cloroammine
Le cloroammine sono composti volatili derivanti dalla reazione
tra Cl attivo libero e ammoniaca (urine,sudore). Esse
disperdendosi parzialmente dall’acqua sotto forma di gas,
causano il tipico odore di cloro presente nelle piscine e possono
provocare effetti irritanti per il nuotatore e per gli astanti
(lavoratori, pubblico, ecc.).
In particolare:
Le mono- e dicloroammine causano soprattutto congiuntiviti;
Le tricloroammine, oltre ai disturbi oculari, possono irritare le
vie aeree fino ad indurre asma nei nuotatori e negli addetti
professionalmente esposti
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1. Rischi da agenti chimici (es: piscina) connessi
alla gestione
Disinfettanti a base di cloro
Sono state descritte, oltre le congiuntiviti,
dermatiti in seguito ad esposizioni ad elevate
concentrazioni di cloro e ipoclorito in piscina.
Acque iperclorurate possono determinare
erosione dello smalto dentale.
Comunque l’inalazione di elevate concentrazioni
può provocare ipersensibilità a livello delle vie
aeree ed asma.
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1. Rischi da agenti chimici (es: piscina) connessi
alla gestione
Disinfettanti a base di cloro
Sodio ipoclorito e calcio ipoclorito sono pericolosi
quando impropriamente maneggiati o miscelati:
Il sodio ipoclorito se miscelato con acidi provoca la
formazione di cloro gas tossico.
Il calcio ipoclorito in polvere se inalato provoca effetti
dannosi sui polmoni.
I composti cloro-isocianurati devono essere
immagazzinati separatamente dagli acidi per evitare
la formazione di cloro gas tossico.
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1. Rischi da agenti chimici (es: piscina) connessi
alla gestione
Ozono (O3) (scarsa utilizzazione)
L’ozono, in alcuni casi impiegato in associazione
ai disinfettanti a base di cloro, è tossico per
inalazione e può determinare, se presente anche
in piccole quantità nell’aria, effetti dannosi su
nuotatori ed operatori dell’impianto
(irritazione, infiammazione delle vie aeree
fino in rari casi edema polmonare).
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2. Rischi da agenti chimici (es: piscina) derivati
dalla disinfezione
Sottoprodotti della disinfezione:
Trialometani (THMs)
Derivano dalla reazione del cloro con le sostanze organiche.
Sono cloro e bromo-derivati:
Cloroformio
Bromoformio
Dibromoclorometano
Diclorobromometano (gruppo 2B della IARC)
Tutti questi composti sono volatili e quindi nuotatori e operatori
vengono esposti per inalazione nelle piscine coperte.
La loro concentrazione nell’aria indoor è in funzione della
ventilazione e della temperatura dell’acqua.
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2. Rischi da agenti chimici (es: piscina) derivati
dalla disinfezione
Cloroformio (Trialometani)
Il cloroformio è classificato come possibile cancerogeno per
l’uomo (Gruppo 2B della classificazione IARC).
La sua concentrazione nell’aria delle piscine coperte può
raggiungere valori anche elevati.
Oltre che tramite le vie aeree viene significativamente assorbito
per via cutanea.
Si distribuisce in tutto il corpo ed in particolare nel sangue e
nell’adipe.
Si accumula con effetti tossici nei reni, nei polmoni e nel sistema
nervoso.
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2. Rischi da agenti chimici (es: piscina) derivati
dalla disinfezione
Cloroformio (Trialometani)
La normativa di riferimento delle piscine non indica un valore limite
per la presenza di queste sostanze, ma è certo auspicabile che
questa risulti la più contenuta possibile.
Per raggiungere questo obiettivo occorre:
• non eccedere con l’uso del cloro;
• ridurre l’apporto di sostanze organiche (di qui ad es. l’importanza
della doccia di pulizia prima dell’ingresso in vasca!);
• utilizzare acqua di buona qualità (povera di precursori);
• favorire la ventilazione e i ricambi d’aria nelle piscine coperte.
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2. Rischi da agenti chimici (es: piscina) derivati
dalla disinfezione
Sottoprodotti della disinfezione con agenti clorurati:
Acidi aloacetici (HAAs)
AloAcetonitrili(HANs)
Alochetoni
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3. Rischi da agenti chimici (es: piscina) derivanti
da contaminanti introdotti dagli utenti
Il rischio per la salute di cosmetici, lozioni,
creme è ampiamente sottovalutato ma
possono essere causa di:
•Irritazione cutanea e oculare;
•Fotosensibilizzazione;
•Allergie
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Gestione del rischio da agenti chimici
Il rischio da agenti chimici nelle piscine è una realtà che
però, se correttamente gestito (!), può mantenersi a
livello molto contenuto.
D’altra parte l’utilizzo di alcuni di questi prodotti è allo
stato dei fatti indispensabile per tenere sotto controllo
il rischio biologico sicuramente presente e rilevante.
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Gestione del rischio da agenti chimici
Le misure più importanti per contenere il rischio chimico a livello
accettabile sono:
1. Adozione di regole di comportamento per i bagnanti;
2. Corretta manutenzione dell’impianto sportivo;
3. Riduzione del carico di materiale organico;
4. Pulizia della vasca e degli spazi perimetrali;
5. Controllo della temperatura dell’acqua e della stabilità del pH;
6. Adozione di un efficace sistema di filtrazione e disinfezione,
7. Reintegro quotidiano di acqua (almeno il 5%);
8. Garantire adeguati ricambi d’aria;
9. Stoccare e manipolare gli agenti chimici in maniera consona;
35
10. Formazione specifica di coloro che operano nell’impianto.
Rischi da agenti microbiologici
A parte le infezioni da Legionella, per le quali
esiste obbligo di notifica, è plausibile
ipotizzare una generale sottostima delle
infezioni acquisite negli impianti natatori e
nelle palestre
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RISCHIO MICROBIOLOGICO
Le malattie infettive in piscina
Istituto Superiore di Sanità 2004:
“ Rischi e caratteristiche di qualità igienico
sanitaria degli impianti natatori”: La
principale
fonte
di
inquinamento
microbiologico della piscina è rappresentata
dai suoi frequentatori. In piscina la via
privilegiata di infezione è l’ingestione
involontaria di acqua contaminata, ma anche
attraverso
il
contatto,
praticamente
inevitabile, tra pelle e mucose i microrganismi
presenti in sospensione possono determinare
patologie infettive.
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RISCHIO MICROBIOLOGICO (PISCINE)
Batteri, virus e parassiti possono
riprodursi facilmente in piscine, strutture
acquatiche di tipo ricreativo. Il metodo
più comune di disinfezione è la
clorazione delle acque, ma questa
procedura non elimina completamente il
rischio
microbiologico
legato
alla
frequenza delle piscine. Ci sono infatti
alcuni agenti patogeni che resistono al
cloro e in alcuni casi la clorazione non è
effettuata in maniera ottimale.
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Le patologie più comuni
(piscine)
Tra le infezioni enteriche la diarrea è una delle piu’ diffuse e
può essere sintomo dell’azione di diversi agenti patogeni:
batteri, protozoi e virus.
Tra le infezioni trasmesse invece per contatto si segnalano per
particolare frequenza le dermatomicosi, le otiti, le
follicoliti, le congiuntiviti.
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RISCHIO MICROBIOLOGICO
(PALESTRE)
• Nelle palestre, se si escludono le discipline sportive che
implicano stretto contatto fisico tra sportivi, per le quali la
trasmissione di infezioni può avvenire per contatto diretto, la
trasmissione di patologie a carattere infettivo è soprattutto
di tipo indiretto e può avvenire attraverso l’inalazione di
goccioline aerodisperse.
• Inoltre l’aumentata ventilazione polmonare legata alla pratica
degli esercizi fisici aumenta l’esposizione e l’inalazione di
aerosol derivanti da liquidi biologici. Questo “bioaerosol”
contiene scaglie di cute umana, batteri, virus, miceti e
micotossine responsabili di allergopatie.
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RISCHIO MICROBIOLOGICO
(PALESTRE)
• Tra i miceti, molte specie comunemente ritrovate negli ambienti
indoor, (Alternaria, Aspergillus, Cladosporium, Penicillium) sono
state segnalate come causa di reazioni allergiche, mentre più rari sono
le specie patogene. Attività allergenica può manifestarsi anche per la
presenza di particolato biologico costituito da escrementi di acari
(principalmente Pyroglyphidae, genere Dermatophagoides), e
frammenti di materiali originati da artropodi e volatili.
• La specie più nota tra questi è Aspergillus fumigatus, agente
eziologico della aspergillosi broncopolmonare allergica e di forme di
asma e alveoliti allergiche, che si ritrova negli ambienti confinati
generalmente in basse concentrazioni e può costituire un rischio per
soggetti immunocompromessi.
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RISCHIO MICROBIOLOGICO
(PALESTRE e PISCINE)
• Un altro punto critico di esposizione ad aerosol contaminati negli
impianti sportivi è rappresentato dalle docce. Gli impianti di
riscaldamento dell’acqua possono essere facilmente colonizzati da
microrganismi che contribuiscono alla formazione di biofilm nelle
tubature
• Nelle tubature degli impianti le condizioni di oligotrofia delle acque, le
temperature elevate, la presenza di ferro, la scarsa concentrazione di flora
batterica interferente e la presenza di microrganismi vettori resistenti ai
disinfettanti possono favorire la sopravvivenza e la moltiplicazione della
Legionella.
• Le superfici umide degli attrezzi e delle macchine ginniche e, ancor di
più, quelle dei sanitari e i pavimenti dei servizi igienici rappresentano un
habitat ideale anche per agenti virali di spiccata infettività, quali
Molluscipoxvirus e HPV, agenti rispettivamente del mollusco
contagioso e delle verruche plantari.
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CLASSIFICAZIONE RISCHIO
MICROBIOLOGICO
Apparato digerente
Cute – Mucose
(Contagio oro-fecale)
(contatto )
Cryptosporidium parvum
(gastroenteriti gravi)
Giardia lamblia (gastroenteriti gravi)
Escherichia coli O157:H7
(gastroenteriti)
Shigella (gastroenteriti)
Virus (>100 specie)
Epatite A
Salmonella, Proteus (gastroenteriti e
infezioni urinarie)
Legionella
Adenovirus(congiuntiviti/faringiti)
Tinea pedis (piede d’atleta)
HPV (Verruche plantari)
Pseudomonas aeruginosa /Streptococcus
/Staphylococcus aureus
(dermatiti/otiti/tonsilliti/bronchiti)
Chlamydia (congiuntiviti)
Mycobacterium (granulomi)
Candida (candidosi muco-cutanea)
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Cryptosporidium parvum
L’infezione da C. parvum è altamente
contagiosa ed è una delle più
importanti cause di diarrea
infettiva (4-17% nei bambini di 1-5 anni)
in molte zone geografiche accompagnate
da febbre e malessere generale. Rappresenta
una delle enteriti più comuni che si trasmette mediante
l’acqua. Il parassita colpisce le cellule del tratto gastrointestinale dell’ospite, dei condotti biliari e del tratto
respiratorio. Le oocisti resistono alla maggior parte dei
disinfettanti: sono sensibili all’ammoniaca e alla formalina ma la
45
clorazione routinaria delle acque non è sufficiente a distruggerle.
Giardia lamblia
La giardiasi è un’infezione cosmopolita
della quale sono state descritte epidemie
da contaminazione idrica.
La trasmissione si verifica per via
oro-fecale attraverso le cisti che
rappresentano la forma di resistenza e
diffusione del protozoo. Le cisti possono rimanere vitali in acque
fredde o tiepide per 1-2 mesi e sono in grado di sopravvivere alla
concentrazione di cloro utilizzate negli acquedotti. Sebbene
spesso la malattia sia asintomatica, si può associare a una varietà
di sintomi intestinali quali diarrea cronica, crampi addominali,
46
gonfiori, affaticamento e perdita di peso.
Shigella
La shigellosi è una malattia ubiquitaria.
L’infezione è trasmessa per via oro-fecale
soprattutto per contatto diretto ma anche
per inquinamento delle acque e degli alimenti.
Per causare la malattia è sufficiente un numero particolarmente
basso di microrganismi: la shigellosi compare con facilità
dopo ingestione di meno di 200 batteri. Sono descritte
raramente forme gravi o fulminanti soprattutto nei bambini
con fenomeni neurotossici
47
Infezioni intestinali da virus
Si conoscono oltre 100 diversi tipi di virus che possono essere
eliminati con le feci dell’uomo infetto. I virus enterici, eliminati
attraverso le feci, arrivano nelle acque fognarie e potendo spesso
resistere ai normali trattamenti di depurazione e disinfezione,
provocano la contaminazione delle acque di balneazione.
I sintomi possono apparire da poche ore a pochi giorni
dall'infezione.
Solitamente durano per 1-2 giorni, ma possono durare anche 10
giorni. Il virus può essere trovato nelle feci fino a due settimane dopo
la guarigione clinica: i livelli medi di particelle virali escrete oscilla fra
106 e 108 .
La temperatura, l’associazione con particelle sospese, la
torbidità e il pH sono tutti fattori in grado modificare la persistenza
dei virus enterici nelle acque.
48
Epatite A
L’epatite A è un’infezione acuta e sistemica sostenuta
da un virus (HAV) ad RNA (Picornavirus) che
colpisce prevalentemente il fegato.
Il virus è in grado di resistere senza alterazioni in
acque fredde fino a 12 mesi e alla temperatura di
60 gradi per un’ora.
Ha un periodo di incubazione da 15 a 60 giorni e in
genere la malattia che dura 2-3 settimane e si
manifesta con febbre, malessere, nausea, dolori
addominali ed ittero, accompagnati da elevazioni
delle transaminasi e della bilirubina.
Non esiste stato di portatore cronico del virus A né
nel sangue né nelle feci. A volte si possono avere
forme più gravi con decorso protratto ed anche
forme fulminanti.
49
Che cos’è Legionella?
Legionella è un batterio GRAM - che deve il suo nome all’epidemia
dipolmonite che si verificò nell’estate del 1976 in un hotel di
Philadelphia tra i partecipanti ad una riunione dell’American Legion:
tra i 4.000 veterani del Vietnam presenti (chiamati appunto
“Legionnaires”)
221 si ammalarono e 34 morirono
Scoperta di un “nuovo”
batterio denominato
Legionella nell’impianto di
condizionamento dell’hotel
dove i veterani avevano
soggiornato
50
• Attualmente si conoscono 48 specie di
Legionella, a loro volta suddivise in 70
sierogruppi
• Solo 20 di queste sono in grado di dare
malattia nell’uomo
• In Italia circa il 90% dei casi è dovuto
a
Legionella
pneumophila
ed
in
particolare al sierogruppo 1
(Rota et al, 2005)
Anche nel resto del mondo il 91,5% dei
casi comunitari è dovuto alla specie
pneumophila, soprattutto di sierogruppo 1
(84,2%), mentre i sierogruppi dal 2 al 13
rappresentavano il 7,4%
51
Modalità di infezione da
Legionella
Per inalazione di aerosol
contaminati
Per aspirazione di acqua
contaminata
Per inalazione di particelle di polvere
da essi derivate per essiccamento
La
La trasmissione
trasmissione interumana
interumana non
non èè stata
stata dimostrata
dimostrata
52
Dalle Linee guida del 2000
10.0 - MISURE PREVENTIVE PER LE PISCINE per Legionella
Per quanto riguarda le piscine alimentate con acqua dolce, la
normativa vigente prevede una concentrazione di cloro attivo libero
nell'acqua della vasca pari a 1 mg/L (0,7-1,2 mg/L).
Sebbene tali valori del cloro rendano improbabile un eventuale
contaminazione da Legionella, tuttavia, si raccomanda in occasione
dello svuotamento periodico della vasca (da effettuarsi almeno una
volta all'anno) la pulizia disinfezione shock della vasca, delle
tubature e la sostituzione dei filtri della vasca, la revisione
accurata dei sistemi di circolazione dell'acqua, con
eliminazione di ogni deposito ed inoltre la periodica
manutenzione con smontaggio e accurata pulizia di rubinetti e
docce.
53
TINEA PEDIS
E’ una frequente dermatomicosi, spesso
favorita dalla compromissione ungueale
che costituisce una riserva di miceti,
provocata nella maggior parte dei casi da
Trichophyton rubrum, Trichophyton
mentagrophytes ed Epidermophyton
floccosum.
In genere le micosi si trasmettono
solitamente per via indiretta, contatto
con
superfici,
indumenti,
acqua
contaminata oppure per contatto diretto da
persona a persona.
I funghi proliferano in ambienti caldoumidi, ed e per questo che la
frequentazione di spogliatoi e piscine
espone maggiormente al rischio di
infezione (pavimenti umidi delle docce,
negli spogliatoi, sui bordi della vasca, nei
passaggi).
54
VERRUCHE PLANTARI
La
verruca è una neoplasia
epiteliale benigna provocata da
HPV (Papilloma virus), che
infetta l’epitelio squamoso della
cute e della mucosa.
L’aspetto clinico delle verruche è
assai variabile a seconda della
sede di localizzazione e del
sierotipo virale. Nel caso di
verruche plantari sono coinvolti
i sierotipi 1,2,4,63. Il periodo di
incubazione varia da 3-4
settimane fino a 6-20 mesi.
55
Prevenzione delle infezioni
durante le pratiche sportive:
misure individuali e collettive
Per gli atleti e i frequentatori assidui di impianti
sportivi, uno strumento individuale di prevenzione
delle infezioni a trasmissione aerea, la cui copertura è
tuttavia limitata ad un numero esiguo di agenti
eziologici, può essere rappresentato dalle
vaccinazioni,
vaccinazioni come quella anti-influenzale e quella
anti-pneumococcica.
56
Prevenzione delle infezioni
durante le pratiche sportive:
misure individuali e collettive
Un criterio preventivo basilare, applicabile a tutte le
infezioni sintomatiche, è ovviamente rappresentato
dall’astensione dalla pratica sportiva nel caso in cui
un’infezione sia in atto e, a guarigione avvenuta, è
comunque necessario rispettare idonei tempi di
convalescenza.
57
Prevenzione nelle piscine (1)
La difesa dalle infezioni che si possono
contrarre in piscina si basa sull’applicazione di
procedure di disinfezione continua nell’acqua,
nell’ambiente, sulle superfici e sull’adozione
di idonei standard di igiene personale.
58
Prevenzione nelle piscine (2)
L’acqua nelle vasche deve avere le caratteristiche
dell’acqua potabile in quanto chi nuota la ingoia,
involontariamente, anche se in minima quantità e, in
ogni caso, si ha un contatto prolungato con essa a
livello di cute, mucose e cavità comunicanti con
l’esterno.
59
Prevenzione nelle piscine (3)
Le acque delle piscine devono essere sottoposte continuamente
a provvedimenti che ne assicurino la bonifica agendo sui
seguenti punti: rifornimento idrico corretto e sufficiente;
rinnovo dell’acqua; riciclo dell’acqua; disinfezione
dell’acqua.
Nessuno di questi interventi è, da solo, sufficiente a garantire
la potabilità dell’acqua in vasca, e quindi, solo applicandoli
tutti contemporaneamente e correttamente si potrà
garantire un livello di sicurezza accettabile.
60
Prevenzione nelle piscine (4)
Le acque utilizzate in piscina sono classificate in:
•acqua di approvvigionamento,
•acqua di immissione in vasca,
•acqua contenuta in vasca.
Tutte devono possedere determinate caratteristiche e
rispondere a precisi requisiti (igienico ambientali;
chimico-fisici e microbiologici).
61
Prevenzione nelle piscine (5)
Tra le raccomandazioni principali
determinante è l’uso obbligatorio di cuffie
e la buona abitudine di fare la doccia
prima di entrare in piscina.
62
Prevenzione nelle piscine (6)
Va associata inoltre una buona igiene delle acque e una
corretta manutenzione dell’impianto sportivo.
Bisognerebbe, perciò, che venissero fatti controlli
periodici dell’impianto specie per i parametri
microbiologici e chimico-fisici dell’acqua.
I disinfettanti a base di cloro sono fra i disinfettanti e
ossidanti più comunemente applicati per il trattamento
delle piscine.
I livelli massimi e di soglia per la concentrazione del cloro sono stabiliti per
Legge nella Tabella A dell’Accordo Stato-Regioni- Province autonome del 16
63
gennaio 2003
Prevenzione nelle piscine (7)
Mantenendo sotto controllo la concentrazione del cloro, si previene
anche la formazione di agenti di rischio quali i Trialometani (THMs) e
tra i trialometani il più diffuso è il cloroformio che è sostanza molto
volatile, e, quindi, una parte lascia l’acqua ed essere assunta tramite
inalazione.
Per questo motivo negli Usa è stato tentato l’uso di ozono a scopo
disinfettante al posto del cloro o in associazione ai disinfettanti a base di
cloro. Si è scoperto però che l’ozono è tossico per inalazione e può
determinare, se presente nell’aria, effetti dannosi su nuotatori ed
operatori dell’impianto.
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Prevenzione nelle piscine (8)
Importante mantenere la temperatura dell’aria e dell’acqua
nelle piscine ed anche l’umidità come previsto dall’Allegato 1
e Tabella A dell’Accordo Stato-Regioni- Province autonome
del 16 gennaio 2003.
Ciò perché influenzano, insieme al pH, l’attività dei
disinfettanti ed il comportamento delle sostanze che si
formano nella piscina durante la disinfezione.
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Prevenzione nelle palestre (1)
L’eliminazione di una potenziale fonte di diffusione di
microrganismi nelle palestre è legata alla regolare
pulizia o sostituzione dei filtri dell’impianto di
climatizzazione/condizionamento,
climatizzazione/condizionamento con una frequenza
valutabile sulla base del tempo di utilizzo del sistema,
tenendo in considerazione i volumi di aria immessa
nell’ambiente.
66
Prevenzione nelle palestre (2)
Alcune accortezze igieniche quali la pulizia e la
disinfezione approfondita delle superfici e delle
tappezzerie in cui possono concentrarsi acari, spore
fungine e, in generale, polvere, sono misure
indispensabili per mantenere un buon livello di qualità
dell’aria indoor dell’impianto.
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Prevenzione nelle palestre (3)
delle
e
L’insieme di norme per l’igiene e la sicurezza dei fruitori dell
palestre potrebbe cosi sintetizzarsi:
• evitare il contatto diretto con le superfici
degli attrezzi ginnici e delle panche degli
spogliatoi, piuttosto munirsi di teli o
tappetini a uso personale;
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Prevenzione nelle palestre (4)
delle
e
L’insieme di norme per l’igiene e la sicurezza dei fruitori dell
palestre potrebbe cosi sintetizzarsi:
• nell’uso dei servizi igienici, evitare il
contatto diretto con la superficie dei
sanitari e utilizzare scarpe idonee nelle
docce;
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Prevenzione nelle palestre (5)
delle
e
L’insieme di norme per l’igiene e la sicurezza dei fruitori dell
palestre potrebbe cosi sintetizzarsi:
• indossare indumenti di cotone che
consentano una buona traspirazione e
che minimizzino fenomeni di
macerazione cutanea;
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Prevenzione nelle palestre (6)
delle
e
L’insieme di norme per l’igiene e la sicurezza dei fruitori dell
palestre potrebbe cosi sintetizzarsi:
• al termine dell’attività fisica, lavare
accuratamente ogni parte del corpo
utilizzando disinfettanti per uso topico;
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Prevenzione nelle palestre (7)
delle
e
L’insieme di norme per l’igiene e la sicurezza dei fruitori dell
palestre potrebbe cosi sintetizzarsi:
• asciugare accuratamente, con
l’accappatoio personale, ogni parte del
corpo per evitare che l’umidità residua
favorisca la proliferazione di funghi e
batteri.
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Prevenzione nelle palestre (8)
Anche se il rispetto di norme igieniche di base
dovrebbe essere parte integrante della cultura del
singolo, non solo per la tutela del proprio stato di
salute, ma anche per senso civico,
uno strumento efficace nella riduzione dei rischi
igienico-sanitari legati alla frequentazione di
palestre e impianti sportivi affini è rappresentato
dalla comunicazione delle informazioni sui rischi.
rischi
73
Prevenzione nelle palestre (9)
La divulgazione di regole comportamentali e di
principi educativi nelle palestre potrebbe essere
promossa dagli stessi gestori degli impianti
attraverso la redazione di decaloghi comportamentali
da collocare in più punti di facile accesso per la
lettura e mediante la distribuzione di opuscoli ad hoc..
74
E anche se non è un rischio sanitario
causato dagli ambienti sportivi,
non dimentichiamoci del Doping!!
75
76
Sta comunque soprattutto alla responsabilità
e coscienza dei singoli individui ricordarsi
che,
che come sostiene l’Organizzazione
Mondiale della Sanità, tutti hanno diritto alla
salute,
salute vista non come uno stato di assenza
di malattia, ma come…
77
uno stato di completo benessere
psicopsico-fisico e sociale
78
Ora è il tempo ….
delle domande …..
….. dei dubbi ….
…. o altro !!
ASUR Area Vasta 1 - Urbino
DIPARTIMENTO di PREVENZIONE
Servizio Igiene e Sanità Pubblica
Direttore: Dott. Giovanni Cappuccini
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presentazione 2 rischi sanitari ambienti sportivi 2015