ADERISCI AL PARTITO COMUNISTA
DEI LAVORATORI!
I NOSTRI QUATTRO PUNTI
PROGRAMMATICI:
1
L’OPPOSIZIONE ALLE CLASSI DOMINANTI
E AI LORO GOVERNI, SIANO ESSI DI
CENTRODESTRA O DI CENTROSINISTRA
2
LA PROSPETTIVA DI UN GOVERNO DEI
LAVORATORI E DELLE LAVORATRICI
3
IL COLLEGAMENTO COSTANTE TRA GLI
OBBIETTIVI DI LOTTA IMMEDIATI E LA
PROSPETTIVA DI FONDO
DELL’ALTERNATIVA ANTICAPITALISTICA
4
LA PROSPETTIVA DI UN’ORGANIZZAZIONE COMUNISTA RIVOLUZIONARIA
INTERNAZIONALE
CONTATTI
Cip via g.orsini, 44 firenze
Per scrivere al giornale:
[email protected]
Siti web:
www.pcltoscana.splinder.com
www.pclavoratori.it
il
B ollettino
dei Lavoratori
N°2 - aprile 2010 - offerta libera
Foglio del Partito Comunista dei Lavoratori della Toscana
Regionali 2010
LA SINISTRA FALLISCE,
L’OPPOSIZIONE DEVE ESSERE DI CLASSE
Un risultato elettorale di rafforzamento politico della
coalizione di governo nel pieno di un’enorme crisi
sociale- caso unico in Europa- misura il fallimento delle
opposizioni liberali e delle sinistre ad esse subalterne.
In assenza di una vera opposizione e mobilitazione di
classe, le difficoltà del berlusconismo al Nord sono state
capitalizzate a destra da un avanzata della Lega xenofoba
che conquista il Piemonte e allarga i suoi avamposti in
Centro Italia; parallelamente la catastrofe annunciata dei
principali governi borghesi di malaffare del centrosinistra
a Sud ( Campania e Calabria)- purtroppo sostenuti da tutte
le sinistre- ha aperto la strada alla rivincita berlusconiana
nel Mezzogiorno. L’eccezione della Puglia è
essenzialmente determinata dalla divisione interna al
campo del Centrodestra. Mentre la crescente astensione
operaia e popolare, su entrambi i versanti, esprime
l’irriconoscibilità dei due poli borghesi agli occhi di ampi
settori sociali.
Gli stessi stati maggiori del Centrosinistra, che due anni
fa col disastro del proprio governo ( antioperaio)
regalarono l’Italia a Berlusconi, oggi tengono in sella
Berlusconi col disastro della propria opposizione. La
miscela di un’opposizione liberale che ammicca a
Confindustria, di un populismo giustizialista che fa il
megafono della Magistratura, di sinistre parolaie
subalterne ad entrambi (per fame di assessori), non sposta
i rapporti di forza con la destra reazionaria: mobilita
l’opinione democratica e ampie fasce di popolo della
sinistra, ma non gli strati più profondi della classe operaia,
delle masse sfruttate, delle loro ragioni sociali. Privandole
di un riferimento indipendente e di un programma di lotta
riconoscibile.
Solo una lotta di massa e radicale della classe operaia
contro il Governo e il padronato, su un proprio
programma unificante, può unire le ragioni sociali e
democratiche, incrinare il blocco sociale delle destre,
aprire la via di un’alternativa vera. Solo l’unità d’azione
delle sinistre politiche e sindacali, attorno ad un polo di
classe indipendente, alternativo a centrodestra e
centrosinistra, può lavorare a questa svolta.
Il PCL che - escluso da una legge elettorale truffa- si è
schierato ovunque e sempre contro i due poli, si batterà
per questa svolta di autonomia, unità, radicalità del
movimento operaio e di tutti i movimenti di lotta.
Marco Ferrando
I
nquest
onumero:
-Liberali e populisti falliscono contro le destre, solo la
classe operaia può battere Berlusconi e costruire una
vera alternativa;
-Risposta a Paolo Ferrero, segretario del PRC;
-25 aprile, giornata di lotta contro il razzismo e il
fascismo;
-Negata la sala a Nuova Destra Sociale;
-La privatizzazione dell’acqua;
-Il PCL aderisce al referendum sull’acqua;
-Il sonno della ragione e la rimozione della memoria
generano mostri;
-La tenaglia del governo sul diritto all’istruzione;
-Elezioni regionali della Toscana, una disfatta per PD e
PdL;
-Palmiro Toglliatti: l’assassino della rivoluzione
spagnola;
il Bollettino dei Lavoratori - n°2, aprile 2010
il Bollettino dei Lavoratori - n°2 aprile 2010
teoria&prassi
Risposta a Paolo Ferraro, segretario del PRC
Paolo Ferrero, a nome della federazione della
sinistra, ha inviato una lettera " ai segretari dei
partiti della sinistra e del centrosinistra" per
proporre la continuità dell'esperienza unitaria della
manifestazione del 13 marzo contro il governo. La
lettera è stata pubblicata su Liberazione del 3 Marzo.
Questa è la risposta del PCL:
Caro Paolo, la lettera che hai inviato “ ai partiti di
sinistra e di centrosinistra” ci pare rimuovere, nella
sua stessa impostazione, il nodo di fondo: la necessità
di una piena indipendenza politica delle sinistre DAL
centrosinistra, come condizione decisiva per una
svolta radicale di lotta capace di sconfiggere e
cacciare il governo Berlusconi, nella prospettiva di
una vera alternativa.
Noi abbiamo partecipato come sai alla manifestazione
democratica contro il governo del 13 Marzo, e ad
analoghe manifestazioni precedenti, come segno di
unità col popolo della sinistra nella comune lotta
contro un governo particolarmente reazionario.
Tuttavia non solo non abbiamo aderito alla
piattaforma politica della manifestazione, ma vi
siamo intervenuti con una proposta nettamente
distinta ( “Contro Berlusconi ma non con Bersani”),
fondata sulla centralità dell’autonomia politica del
movimento operaio e di tutte le sinistre politiche e
sindacali dal PD liberale e dall’IDV giustizialista. A
maggior ragione ci siamo contrapposti alla cornice
propagandistica- elettorale che i partiti promotori
hanno finito col dare alla manifestazione: al suo
pubblico sostegno alle coalizioni regionali di
centrosinistra ( estese talvolta persino all’UDC); e al
pubblico impegno – che tu stesso hai rivendicato dal
palco- di un fronte comune di centrosinistra per le
prossime elezioni politiche. Lo abbiamo fatto con un
argomento preciso: “ ogni blocco politico delle
sinistre con i liberali e con i populisti, ogni
subordinazione della classe operaia alla cosiddetta
borghesia democratica, finisce non solo col tradire le
ragioni sociali della classe, ma col compromettere la
stessa battaglia democratica”.
Come puoi immaginare, dopo l’esito delle elezioni
regionali, non abbiamo certo ragione di cambiare
opinione. L’esito delle elezioni, con l’indubbia
vittoria politica di Berlusconi, ha misurato il
fallimento politico, sullo stesso terreno democratico,
di quel fronte dell’opposizione che la manifestazione
del 13 marzo aveva celebrato. Ha dimostrato una
volta di più che un fronte politico con liberali e
populisti può riempire una piazza progressista, ma
non può coinvolgere le ragioni sociali degli operai. E
che senza l’irruzione sul campo degli strati più
profondi della classe operaia e delle masse popolari
non si può rovesciare il rapporto di forza con
Berlusconi e con la Lega. Al contrario si finisce con
2
l’abbandonare tra le loro braccia settori proletari smarriti,
delusi, traditi.
Per questa ragione la rivendicazione della “continuità del
13 Marzo” , che tu avanzi, ripropone esattamente
l’equivoco politico di cui liberarsi.
Va da sé che confermiamo la volontà di partecipare come
in passato, con le nostre posizioni indipendenti, a
manifestazioni di massa “democratiche” contro il governo.
Così come la piena disponibilità ad impegnarci nelle
iniziative referendarie su acqua, nucleare, precarietà. Ma
lo facciamo in una logica e in una prospettiva
profondamente diverse da quelle che tu riproponi: la
prospettiva di una svolta di unità e radicalità del
movimento operaio e delle sinistre, in piena autonomia dal
centrosinistra. Una prospettiva che punti a ricomporre
l’unità tra ragioni sociali e democratiche sotto l’egemonia
della classe operaia e delle sue rivendicazioni, in
alternativa al liberalismo borghese e al giustizialismo.
Come sai, il PCL ha avanzato da tempo all’insieme delle
sinistre politiche e sindacali una proposta di svolta: sul
terreno della piattaforma rivendicativa e programmatica,
come sul terreno delle forme di lotta e di organizzazione
del movimento operaio e dei movimenti di massa.
Abbiamo avanzato precise proposte unitarie di azione su
terreni delicatissimi dello scontro con la reazione ( dalla
questione migranti all’anticlericalismo). Abbiamo
avanzato una proposta di sede democratica di confronto
pubblico tra le sinistre politiche e sociali ( “Parlamento dei
lavoratori e delle sinistre”), nel rispetto dell’autonomia di
ogni soggetto. Ma su ognuno di questi temi, abbiamo
registrato il silenzio dei gruppi dirigenti della sinistra.
Ostinatamente, tanto più dopo l’esito elettorale,
riproponiamo questa esigenza di svolta, unitaria e radicale.
Di fronte al permanere di una gravissima crisi sociale, di
un governo reazionario stabilizzato e rafforzato dal voto,
di un’ “opposizione” liberale e populista che apre al
governo sullo stesso terreno della “riforma”
costituzionale, le sinistre italiane debbono assumersi la
responsabilità di una propria proposta e iniziativa di lotta,
e di un proprio programma anticapitalista. Perché
riconoscere platonicamente la centralità della “questione
sociale”, ma chiedere di farsene carico ai “segretari” di un
centrosinistra confindustriale- come la tua lettera di fatto
propone- è molto peggio di una perdita di tempo: è la
riproposizione della logica politica della subordinazione.
Tanto più sconcertante dopo la sua ennesima sconfitta.
Marco Ferrando
seria’’.
Appare chiaro che Togliatti era il cervello della
controrivoluzione in Spagna!
Come osserverà Antonio Moscato, Togliatti (a differenza
del boia Vidali) non prese mai parte personalmente ad un
assassinio politico ma fu il teorizzatore del massacro dei
rivoluzionari.2
Il burocrate controrivoluzionario inoltre non si fermava ad
accostare i trotskisti agli anarchici ma assimilava anche gli
anarchici al Poum.
Quest’assimilazione è scorretta,perché gli anarchici hanno
sempre rimproverato al Poum il suo rigore di partito
leninista.
Togliatti svolse un ruolo fondamentale anche nel liquidare
il governo Caballero.
In una lettera del 15 dicembre 1937 indirizzata a Dimitrov
e Manuilskij afferma ’’I Caballeristi hanno in mano la
direzione provinciale dei sindacati,e questo gli offre la
possibilità di disporre di un giornale quotidiano,la
Correspondencia de Valencia,organo dei sindacati di
Valencia.Oggi questo giornale è l’organo di Caballero e
conduce contro il Pc le più sporche battaglie.La questione
è davanti alla segreteria da quando sono arrivato e i
compagni garantiscono quotidianamente che cacceranno i
caballeristi dalla direzione regionale dei sindacati e dalla
redazione del giornale.Il loro piano consiste nel mettersi
d’accordo con i socialisti(centristi)presenti nella direzione
regionale ed…effettuare una specie di colpo di mano
semilegale sul giornale cacciando i redattori caballeristi e
insediando una nuova redazione…con l’aiuto delle
autorità’’.
Tolto di mezzo il governo Caballero s’instaurerà il governo
Negrin il quale mise fuori legge il Poum.
Negrin era un feroce anticomunista,l’uomo giusto per
Stalin e il la grande borghesia internazionale.
I tredici punti del governo Negrin erano assolutamente
reazionari e furono scritti con la consulenza di Togliatti.
Senza volerci soffermare in questa sede sui crimini degli
stalinisti nella Spagna rivoluzionaria era importante capire
il ruolo politico di Togliatti,l’uomo della controrivoluzione.
Trotsky a riguardo del ruolo degli stalinisti in Spagna
affermerà ’’Gli stalinisti furono i più coerenti all’interno
del
blocco
dirigente.Furono
la
punta
della
controrivoluzione borghese-repubblicana.Miravano ad
eliminare la necessità del ricorso all’intervento dei fascisti
dimostrando alla borghesia spagnola e mondiale che
sarebbero stati in grado di soffocare la rivoluzione
proletaria apponendovi il sigillo della’’democrazia’’.
Questa fu l’essenza della loro politica’’.3
Andres Nin,fondatore del Poum,in precedenza aveva detto
del Partito Socialista’’Consolidare la Repubblica era il loro
motto,e consolidare la Repubblica significava dare alla
borghesia la possibilità di superare i momenti più difficili
e,una volta rafforzate le proprie posizioni,portare l’attacco
a fondo contro il proletariato’’.4
Confrontando l’affermazione di Nin (riferita al Partito
Socialista) con quella di Trotsky (riferita agli stalinisti)
capiamo come la collaborazione di classe sia stato un
elemento caratterizzante tanto la socialdemocrazia quanto
lo stalinismo; non è un caso che Stalin abbia rispolverato
proprio in quegli anni la rivoluzione a tappe di Martynov.
Quella di Andres Nin non era una debolezza teorica,anzi al
contrario Nin era una gigante del marxismo (a mio avviso uno
dei più grandi teorici marxisti di sempre), ma come disse Lev
Davidovic ’’La vera disgrazia fu che Nin,investendosi
dell’autorità di Lenin e della Rivoluzione d’Ottobre,non si
decise mai a rompere col Fronte Popolare’’.
Non mi soffermerò in questa sede sulla drammatica morte di
Andres Nin ucciso per volontà di Stalin dalla mano assassina
di Vittorio Vidali; la sua tragica fine ha commosso il
movimento operaio internazionale e ricoperto di vergogna lo
stalinismo.
Mi preme ricordare come un’analisi marxista della storia sia
fondamentale per smascherare il revisionismo stalinista e
socialdemocratico; Stalin come Kausky non ha fatto altro che
ricondurre la lotta rivoluzionaria nei limiti della legalità
borghese (da lì il parlamento specchio del paese di Togliatti)
spianando la strada agli interessi del gran capitale.
Tutto viene ricondotto alla violenza sistematica
dell'accumulazione capitalistica e l'Urss non era più da tempo
uno Stato Operaio ma una forma di capitalismo
burocraticizzata; la sua struttura economica era borghese e
necessitava di quell'involucro politica a cui hanno provveduto
gli ideologi(di basso valore)stalinisti.
Ma in fondo’’Stalin ha revisionato Marx e Lenin non con la
penna del teorico ma con lo sperone del Gpu''5.
Bibliografia:
1)Giancarlo Bocchi’’Quel Togliatti mai visto’’
2)Antonio Moscato’’Andres Nin e la rivoluzione spagnola’’
3)Lev Trotsky’’Classe,Partito e Direzione.Perchè il
proletariato spagnolo è stato sconfitto?’’
4)Andres Nin’’Reazione e rivoluzione in Spagna’’
5)Lev Trotsky’’Stalinismo e bolscevismo’’
Stefano Zecchinelli, Partito Comunista del Lavoratori
Sezione di Pisa
7
il Bollettino dei Lavoratori - n°2, aprile 2010
dal territorio
ELEZIONI REGIONALI TOSCANE:
UNA DISFATTA PER PD E PdL
Dal risultato elettorale toscano un dato emerge su tutti,
la disfatta in termini di voti reali per i due partiti
maggiori PD e PdL. Nonostante le distanze tra
centrodestra e centrosinistra siano rimaste invariate
rispetto al 2005 entrambi gli schieramenti perdono
decine di migliaia di voti, l'astensionismo aumenta del
10% ed a questo va poi sommato un 2.5% di schede nulle
e bianche.
Il dato fiorentino non si discosta molto da quello
regionale ed anche nella nostra città il primo partito è
quello dei non votanti.
Le uniche due forze politiche che hanno aumentato i
consensi reali sono l'IDV e la Lega Nord che hanno
raccolto in parte il malcontento dovuto alla crisi
economica nazionale ed alla crisi "morale" che ha
investito il potere in Toscana.
Questo malcontento reale non è stato raccolto dalla
sinistra, Federazione e SeL, che perdono moltissimi voti
sia rispetto alle precedenti regionali del 2005 che alle
provinciali del 2009, incapaci entrambe di proporsi
come alternativa al malgoverno del PD toscano.
Questo dato ci fa vedere chiaramente come la sinistra ex
"radicale" non è capace, neanche in un momento di crisi
economica gravissima, di rappresentare gli interessi di
classe dei lavoratori che piuttosto che votare
Federazione o SeL si rifugiano nell'astensionismo o nel
voto alle forze populiste (IdV) e razziste (Lega).
Noi crediamo che in questo momento sia ancora più
importante continuare nella strada della ricostruzione di
una forza politica comunista e rivoluzionaria e per
questo facciamo appello a tutti i lavoratori, i giovani, i
pensionati, ad unirsi al Partito Comunista dei Lavoratori,
ingiustamente escluso da queste elezioni ma presente
nella lotte, nei comitati ambientalisti, nei comitati
antifascisti, l'unica forza politica alternativa ai due poli
dell'alternanza borghese.
Unisciti al PCL, la sinistra che non tradisce
Partito Comunista dei Lavoratori
Sezione di Firenze
6
il Bollettino dei Lavoratori - n°2, aprile 2010
dal territorio
Palmiro Togliatti l'assassino della
Rivoluzione Spagnola
Un’analisi accurata della Rivoluzione Spagnola (1930-1939)
comporta a spese del nostro intestino, di dover prendere in
esame il ruolo di Palmiro Togliatti, una delle figure più
squallide della storia del movimento operaio.
Il ruolo di Togliatti (al contrario di quello che dicono
Canfora e consorti…) è stato fondamentale nello strangolare
il processo rivoluzionario in Spagna.
Il burocrate Ercoli godeva già di una pessima reputazione
presso Jesus Hernandez, Ministro dell’Istruzione durante il
governo Caballero il quale lo accusò di essere stato
l’ispiratore dell’assassinio di Nin. Jesus Hernandez in verità
è stato un altro personaggio abietto cresciuto nella scuola
stalinista del Pce; lo stesso Spriano ha detto che Togliatti non
poteva aver commesso tutti quei crimini.
Spriano osserverà che Togliatti durante le giornate del
maggio 1937 era a Mosca, ma questo solo perché (da buon
burocrate controrivoluzionario) si stava preoccupando di
ampliare a livello mondiale i Processi di Mosca con cui
Stalin ha massacrato la vecchia guardia bolscevica.
Inoltre con i suoi scritti Ercoli dimostra di conoscere molto
bene il contesto spagnolo.
Giancarlo Bocchi in un articolo comparso su ’’La
Repubblica’’ ricordando il comunista Guido Picelli scriverà
’’Il 5 gennaio del 1937, dopo aver conquistato le alture di El
Matoral, viene colpito alle spalle da una pallottola 'vagante'.
Dopo tre funerali di Stato, a Madrid, Valencia e Barcellona,
questi ultimi imponenti e ai quali partecipano 100 mila
persone, che Andrés Nin e Julian Gorkin del Poum
leggeranno come un avvertimento nei loro confronti,
Togliatti scriverà un ampio necrologio sull'Internazionale
comunista, e l'Unità clandestina pubblicherà l'ultima lettera
(11 dicembre 1936) di Picelli alla moglie. Uno scritto molto
strano alla luce dei documenti oggi ritrovati, che egli così
conclude: "(.) Salutami Lusignoli e tutti i parmensi". Solo un
saluto o un ultimo messaggio in codice ai suoi Arditi del
Popolo a Parigi?’’.1
Quest’ultima affermazione di Guido Picelli verrà letta come
un possibile preludio del massacro nei confronti degli
anarchici e dei trotskisti.
Togliatti rimproverava ai criminali del Pce di svolgere una
repressione indiscriminata della Cnt invece di attirarla nel
Fronte Popolare che già aveva dato i suoi risultati durante il
governo Caballero.
In un rapporto del 30 agosto 1937 Ercoli consiglia ’’di
seminare discordia nelle sue fila (Cnt) combattendo la sua ala
illegale costituita dai trotskisti e dagli anarchici. Anche
questi ultimi agiscono illegalmente e illegalmente
pubblicano opuscoli, venduti come organo della FAI’’.
Il 28 gennaio 1938 ancora afferma che’’nella lotta contro la
quinta colonna e contro i trotskisti si è verificato tra il mese
di agosto e il mese di ottobre (1938) un periodo di
debolezza,caratterizzato dal risultato scandaloso del
processo del Poum che terminò senza nessuna condanna
25 APRILE 2010 - GIORNATA DI LOTTA
CONTRO IL FASCISMO E IL RAZZISMO
La crisi del capitale colpisce gravemente i lavoratori
del nostro paese con licenziamenti e cassa
integrazione, attacco a salari, diritti e pensioni mentre
vengono tagliati fondi a scuola e sanità pubblica.
Lo "spettacolo" della politica governativa mostra i
soliti corrotti, speculatori, mafiosi e faccendieri che se
con una mano si riempiono le tasche di soldi pubblici,
con l'altra firmano decreti e leggi imponendoci un
clima da regime reazionario, cancellando i diritti e la
solidarietà, cercando di isolare i più deboli e
criminalizzando coloro che lottano per cambiare
veramente le condizioni di vita, di lavoro e la società.
In questo contesto anche fascisti e gruppi di estrema
destra svolgono il loro ruolo storico di servi dello Stato
e del capitale e di provocatori: dietro la maschera di
"bravi ragazzi" di partito portano avanti la vecchia
pratica dello squadrismo con pestaggi e intimidazioni
cercando di attirare le nuove generazioni con pratiche
apparentemente apolitiche.
Protetti e foraggiati da Governo e padroni sono uno
strumento indispensabile al potere per far leva su quei
luoghi comuni che in periodi di così forte crisi politica
e culturale si diffondono, incentivando la guerra tra
poveri, mettendo i lavoratori gli uni contro gli altri,
italiani contro immigrati, poveri contro più poveri.
Le istituzioni dal canto loro, in nome di una
fantomatica memoria condivisa, hanno legittimato i
fascisti creando per loro non pochi spazi di agibilità.
Un esempio è la giornata del ricordo istituita dal
Governo Berlusconi ma legittimata anche dal centrosinistra: proprio quest'anno a Firenze, mentre centinaia
di Antifascisti manifestavano in piazza della
Costituzione, il presidente del consiglio comunale di
Palazzo Vecchio Giani si trovava a poche centinaia di
metri ad assistere al comizio in Largo Martiri delle
foibe.
Nonostante ciò, nonostante perquisizioni ed arresti,
sono tanti e sempre di più i compagni che si
organizzano praticando l'antifascismo nelle scuole, sui
posti di lavoro e in strada, che si mobilitano contro la
costruzione dei CIE, che lottano al fianco dei
lavoratori che difendono il proprio posto di lavoro che
essi siano su una gru, su un tetto, in presidio davanti
alla propria fabbrica o pronti a bloccare i mezzi che
entrano o escono dai cancelli della propria cooperativa.
Sono sempre di più gli immigrati che si ribellano allo
sfruttamento e al razzismo: da Rosarno a Milano.
Non dobbiamo dimenticare le conseguenze nefaste del
ventennio, i tentativi di colpo di Stato e la strategia
della tensione, ma dobbiamo porre molta attenzione a
come i fascisti continuano ad essere presenti all'interno
delle istituzioni e fanno fruttare i loro affari, come si è
visto di recente nello scandalo che ha chiamato in
causa Mokbel, Fioravanti, Mambro e Andrini in un
gioco di riciclaggio di denaro che lega eversione di destra,
'ndrangheta e banda della Magliana capaci di smuovere e
comprare voti fino a far eleggere un proprio senatore nelle
liste del PDL.
In questo 25 Aprile scendiamo in piazza per fermare lo
squadrismo fascista e razzista portando per le strade dei nostri
quartieri la lotta di chi quotidianamente si espone per
impedire che il nostro paese scivoli nella nuova deriva
reazionaria.
Contro la guerra
Contro i governi antipopolari
Contro ogni sfruttamento, la precarietà, la demagogia
populista
Per la solidarietà di classe
ORA E SEMPRE RESISTENZA
Firenze Antifascista
Negata la sala a Nuova Destra Sociale
Vittoria di Firenze Antifascista
A seguito dell'indizione da parte dell'organizzazione
neofascista Nuova Destra Sociale del proprio congresso
nazionale a Firenze, immediata è stata la mobilitazione e
numerose le prese di posizione. Un appello promosso da
Firenze Antifascista ha raccolto tantissime adesioni che
hanno fatto desistere l'hotel Mediterraneo dal concedere la
sala ed hanno, di fatto, obbligato gli organi preposti all'ordine
pubblico (prefettura, questura ecc...) ad intervenire.
Ad oggi ci risulta che l'hotel Mediterraneo abbia revocato la
concessione della sala.
Ringraziamo tutte le forze politiche, sociali, sindacali e tutti
i firmatari dell'appello di Firenze Antifascista per essersi
mobilitate immediatamente ed per aver dimostrato che a
Firenze l'antifascismo è ancora un valore vivo.
Nonostante questo, invitiamo tutti a non abbassare
l'attenzione perchè, nel caso che Nuova Destra Sociale svolga
comunque la propria adunata in altro luogo, sarà necessario
mobilitarsi per impedirne lo svolgimento.
Firenze Antifascista, 10/04/2010
3
il Bollettino dei Lavoratori - n°2, aprile 2010
dal territorio
La privatizzazione dell'acqua
La privatizzazione dell'acqua è probabilmente l'ultimo e
più micidiale tentativo di un capitalismo moribondo, di
risolvere le sue insanabili contraddizioni non solo
attraverso il saccheggio dello stato sociale, ma anche dei
beni più naturali dell'umanità, come l'acqua ed i prodotti
spontanei della terra , fin dalla preistoria. Dopo, potrebbe
rimanergli solo la privatizzazione dell'aria, già ben avviata
con le 'riserve' dei paradisi tropicali (e fiscali) dei grandi
capitalisti, in fuga dalla mefitica aria avvelenata delle
metropoli industriali dove vive la maggioranza dei
lavoratori.
Da Reagan alla Tatcher, da Tony Blair ad Amato-ProdiBerlusconi, destra e 'sinistra' hanno fatto a gara a chi più
tagliava gli "sprechi e l'inefficienza dello stato". Ne hanno
fatto le spese la sanità, l'istruzione, i trasporti pubblici e
tutti i servizi statali ad eccezione, ovviamente, della difesa;
qui, invece, gli investimenti son stati abbondanti e
progressivamente maggiori di anno in anno ma, si sa, noi
abbiamo un assoluto bisogno di nuove portaerei e di F-35
per difenderci dai cattivissimi talebani di Bin Laden, e
domani dei marziani.
Queste solenni panzane non sono state ovunque accettate,
ed in particolare in Bolivia hanno scatenato rivolte
trasformatesi poi in rivoluzione: nel 2000 infatti a
Cochabamba, dopo aver assaporato gli effetti della
privatizzazione dell'acqua ' made in USA' (la californiana
'Bechtel' di Bush & soci) la popolazione è scesa in piazza
e, dopo settimane di scontri con morti e feriti, ha cacciato
il governo fantoccio filo yankee. Successivamente Evo
Morales ha finalmente nazionalizzato acqua e gas.
E nella vecchia Europa? Praticamente tutti i grandi nomi
della cultura e della scienza, premi Nobel e sacerdoti di
base, si sono pronunciati e sono scesi in piazza contro la
privatizzazione dell'acqua: il Comune di Parigi si è
riappropiato della distribuzione dell'acqua, vincendo sui
voraci interessi di Suez, Veolia, Vivendi, Ondeo, Danone
etc.; nel nord del Bel Paese persino la Lega sembra
rivendicare la proprietà pubblica dell'acqua, naturalmente
lo stanno facendo molti comuni in tutta la penisola, partiti
del 'centro-sinistra' e persino i 'fascisti del III millennio' di
Casa Pound. Tutto questo però non ci garantisce che il
referendum che si sta preparando dia i risultati che
auspichiamo: la cricca mafioso-liberal-mediatica che ci
governa ha, anche recentemente dimostrato di possedere
mezzi di persuasione straordinari, mentre l'opposizione,
come sempre, vagisce; gli italiani d'altronde, negli ultimi
tempi hanno dimostrato scarsa propensione verso lo
strumento referendario.
Solo una grande mobilitazione popolare che superi i recinti
e gli interessi dei singoli partiti potrà battere gli interessi
4
il Bollettino dei Lavoratori - n°2, aprile 2010
dal territorio
dei grandi predatori delle nostre risorse. Per questo il
nostro partito sta lavorando assieme ai comitati a
salvaguardia dell'acqua pubblica nati su tutto il territorio
nazionale, e si impegna a costituirne di nuovi laddove
non ne esistano.
Gridiamo a questi squali che ci rubano le nostre risorse
ed al governo che li protegge, che l'acqua, com' è sempre
stato, è di tutti e non una merce.
Paolo Vannucci
Il PCL aderisce alla campagna referendaria
Il 24 parte in tutta Italia la raccolta firme. Il Forum
Italiano dei Movimenti per l’Acqua, costituito da
centinaia di comitati territoriali che si oppongono alla
privatizzazione, insieme a numerose realtà sociali e
culturali ha deciso di promuovere 3 quesiti referendari,
depositati presso la Corte di Cassazione di Roma
mercoledì 31 marzo 2010. Sosterranno tale iniziativa
anche diverse forze politiche.
A partire dal sabato 24 aprile inizieremo la raccolta delle
firme, in tre mesi dovremo arrivare almeno a quota
500.000 per poter richiedere i referendum. I banchetti per
la raccolta delle firme saranno allestiti su tutto il territorio
nazionale.
Il SONNO DELLA RAGIONE E LA RIMOZIONE
DELLA MEMORIA GENERANO MOSTRI
Di questi tempi non ci si può più stupire di nulla, ma
certo le gesta dei primi cittadini di Carrara e di Massa,
tutti e due , "di sinistra" , lasciano allibiti: il sindaco di
Carrara, senza alcun imbarazzo, permette al consigliere
della Destra Musetti di assistere alla commemorazione
della partigiana Francesca Rolla in Comune (anche se in
quella occasione il camerata non ha esibito il manifesto
di Mussolini appeso alle pareti della sua sede (vedi
http://www.youtube.com/watch?v=7Kz-YwfuLjQ).
Quello di Massa invece, assistito spiritualmente dalla sua
fida vice (comunista pentita), non solo permette a baldi
giovani di sfilare nel centro di Massa con la croce
uncinata al braccio, come nei felici anni '30 (ma non era
vietato dalla Costituzione e, in ogni caso, dove sono le
denunce?), ma concede ai "fascisti del III millennio" di
Casa Pound di tenere i loro lugubri convegni nelle stanze
di Palazzo Bourdillon, sede storica dell' ANPI di Massa;
tutto questo proprio alla vigilia dell'anniversario della
liberazione dal nazifascismo della città (un vero colpo di
genio!) Per i giovani, che hanno una conoscenza storica
approssimativa (grazie anche alla Gelmini che ha ridotto
e addirittura eliminerà lo studio della storia
contemporanea), diciamo che sarebbe come avere
invitato il giorno della resurrezione di Gesù di Nazaret,
Ponzio Pilato o, peggio, il Sinedrio di Gerusalemme del
33 d.C.; oppure avere invitato i redivivi Hitler ed
Eichmann ad una cerimonia di commemorazione
dell'Olocausto.
Il bello è che poi i referenti politici nazionali dei nostri
primi cittadini, si strappano i capelli perché gli elettori
"di sinistra" non vanno più a votare, o votano quei
raffinati gentiluomini della Lega.
Forse il Sig. Zubbani ed il Sig. Pucci farebbero bene a
leggersi qualche manuale di storia (ovviamente
precedente la "rivoluzionaria" riforma Gelmini) e
studiarsi gli anni che hanno preceduto la marcia su Roma.
Venerdì prossimo saremo a Palazzo Bourdillon assieme
agli altri antifascisti "non pentiti", per rimediare alle loro
"distrazioni".
Paolo Vannucci
norma subdola che prevede la possibilità di estinguere
l’ultimo anno di obbligo scolastico con un apprendistato
annuale all’interno di un’azienda (art. 48).
Il provvedimento si rivolge ovviamente in larga parte a quei
ragazzi di famiglia proletaria per cui frequentare la scuola
dell’obbligo è già una vessazione economica non
indifferente a causa di spese sempre crescenti (dovute ad
esempio al caro libri).
L’attacco è dunque portato su due fronti: da un lato si
smantella l’istruzione pubblica, con tagli e riforme,
dall’altro si offre la possibilità ai ragazzi di sfuggire a
quello che è stato volontariamente trasformato in un
pessimo servizio.
I ragazzi sono così spinti ad evadere l’obbligo scolastico,
non visto piú come una possibilità ma come tempo perso, e
a gettarsi con un anno di anticipo e quindi con evidente
minor consapevolezza nel mondo del lavoro precario.
Il disegno globale è fin troppo chiaro, indurre una
generazione di ragazzi proletari ad abbracciare con totale
assenza di cognizione e di comprensione la logica del
lavoro precario e del mercato, trasformandoli in forza
lavoro acritica fin dall’adolscenza.
La sezione Pisana del Partito Comunista dei
Lavoratori non smetterà mai di ribadire con forza la
centralità del diritto ad un istruzione di qualità,
funzionale a restituire ai giovani studenti l’orizzonte
di un’alternativa possibile ad una vita incatenata al
lavoro precario.
Partito Comunista dei Lavoratori–Sezione di Pisa
LA TENAGLIA DEL GOVERNO SUL
DIRITTO ALL’ISTRUZIONE
Da anni gli studenti ed i lavoratori della scuola lottano
contro riforme scolastiche (Berlinguer, Moratti, Gelmini)
sempre piu’ improntate ad un modello aziendale e
imprenditoriale dell’istruzione e devono fare i conti con
tagli sempre piu’ drastici ad ogni aspetto della vita
scolastica: biblioteche che chiudono, esternalizzazione
del personale, docenti precari costantemente a rischio
licenziamento, atenei che sono liberi di convertirsi in
fondazioni private, carenza di fondi per i bisogni piu’
elementari e ordinari come carta igienica o carta per le
fotocopiatrici, riduzione del personale ATA che si traduce
nella incuria degli edifici scolastici, tagli alle ore di
insegnamento e di laboratorio.
Il risultato è un visibile e progressivo aumento della
disillusione e della sfiducia delle famiglie, sia dei genitori
che dei ragazzi, nello strumento dell’istruzione pubblica.
LA TRUFFA VA BEN OLTRE IL VOLER FARE
CASSA A SPESE DELL’ISTRUZIONE PUBBLICA.
Se leggiamo attentamente, possiamo vedere come il
recententemente approvato Collegato Lavoro (disegno di
legge 1167-b/Senato) nasconda tra le sue maglie una
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