Lezione 15
La nuova era:
il grande mutamento
Immagini del grande cambiamento…
Smog,
ciminiere e
fabbriche
• 1700-1760: costruzione di un vero sistema economico.
• Crescita di tutte le grandezze economiche del paese (grafico).
• Dopo secoli di incubazione si sta chiudendo il cerchio dell’accumulazione del capitale.
• L’Inghilterra raggiunge e supera la soglia del processo di industrializzazione.
In rosso: cinghie in cuoio per
la trasmissione dell’energia
prodotta dalle macchine a
vapore
Elementi del “successo” inglese
Macro indicatori dell’andamento
economico, 1700-1760 (numeri indice)
1) Integrazione mercati che produce
aumento domanda interna.
2) Crescente specializzazione, che
determina diminuzione costi produzione.
400
350
Addetti agricoltura
300
Adetti manifattura
250
Ricchezza consumata
Ricchezza non
consumata
Spesa pubblica su
domanda aggregata
Popolazione
200
150
100
Tassazione
50
0
1700
1760
• Guadagni d’efficienza in agricoltura: migliorano potere d’acquisto e liberano manodopera,
assorbita dalla manifattura.
• Aumento competizione su mercati liberi richiede maggiore competitività, circostanza che
incentiva gli investimenti, specie in macchinari e motori a vapore.
• Si mette in movimento una serie di processi, che interagiscono l’uno con l’altro come gli
elementi all’interno di un atomo.
Innovazioni… che riducono tempi produzione, aumentano investimenti,
riducono necessità di capitale circolante…
Acquisto materie prime
Lavorazione
Capitale circolante
Assemblaggio
Invio ai mercati
Capitale
Ricavi
Investimenti
Capitale circolante
Maggiore
disponibilità
denaro
Profitto
Macchina a vapore
Vendita
Organizzazione
Tempi di trasporto
Frecce verdi: fattori che accorciano tempi di produzione
• Grandi innovazioni tecniche nella
manifattura tessile:
1) prima la filatura (filatoio idraulico
di Arkwright, spinnig jenny di
Hargreaves, mule di Crompton).
Richard Arkwright, Waterframe, 1769.
2) poi la tessitura (navetta volante
di Kay).
• Rapida diffusione di telai
semiautomatici e automatici in GB.
Samuel Crompton, Mule, 1774-1779.
James Hargreaves, Spinning Jenny, 1770.
Il primo telaio
completamente
meccanico
Edmund Cartwright, Power Loom, 1785-1789.
• Spinte secolari all’innovazione tecnica:
crescente autonomia dell’indagine
intellettuale, definizione di un metodo
scientifico e standardizzazione della ricerca.
• “Tutte le categorie dipendono da una
conoscenza della quantità, materia di
pertinenza della matematica, e dunque tutto il
potere della logica dipende dalla matematica”
(Ruggero Bacone, XIII sec.).
• Affermazione della scienza: “il matrimonio
tra osservazione e descrizione, che rende
possibile la replica e la verifica” (David
Landes).
• Il contributo delle società scientifiche
(Accademia dei Lincei, 1603 e Royal Society,
1660).
• Dall’invenzione all’innovazione.
• Tecnologia meccanica che con l’applicazione
dell’energia termica a scopi concreti grazie al
vapore diviene la chiave di volta del successo
industriale inglese prima, ed europeo nei
decenni seguenti.
Ruggero Bacone, 1214-1294
• Londra 1851, prima Esposizione Universale:
l’Inghilterra appare il primo paese industriale della
storia.
• Vi si estraggono i 2/3 del carbone usato in tutto il
mondo; vi si produce la metà del ferro, il 70%
dell’acciaio, il 40% delle macchine utensili e la metà
di tutte le tele di cotone.
• 1801-1851: popolazione inglese passa da 11 a 21
milioni; crescita popolazione urbana e di quella
occupata in settori ad alta produttività.
• 1831: nella formazione della ricchezza nazionale,
l’agricoltura non è più il settore più importante.
Inghilterra, andamento demografico, 1801-1851.
70,0%
66,2%
60,0%
54,0%
51,7%
50,0%
48,3%
46,0%
40,0%
33,8%
30,0%
20,0%
10,0%
0,0%
1801
1841
Popolazione rurale
• Primi 50 anni dell’800: PIL cresce di quasi 4 volte.
1851
Popolazione urbana
Inghilterra, formazione del PIL, 1811-1851.
40,0%
35,0%
35,7%
30,0%
34,3%
26,1%
23,4%
25,0%
20,0%
34,4%
34,4%
32,0%
22,1%
20,3%
20,8%
15,0%
10,0%
5,0%
0,0%
1811
1821
1831
Agricoltura
1841
1851
Industria
Affermazione del sistema di fabbrica con grandi aumenti
di produttività: la fabbrica moderna ha i suoi ritmi…
• Prima parte
dell’Ottocento: barriere
all’ingresso molto
basse.
• Periodo che va dalla
metà del Settecento
agli anni Trenta
dell’Ottocento:
impiantare una
fabbrica necessita di
capitali modesti.
La nuova società dei fatti…
“Ora, quel che voglio sono Fatti. Solo Fatti dovete insegnare a questi ragazzi. Nella vita non c’è bisogno che di Fatti. Piantate
Fatti e sradicate tutto il resto. La mente d’un animale che ragione si può plasmare solo coi Fatti; null’altro gli sarà mai di
alcuna utilità. Con questo principio educo i miei figli e con lo stesso principio educo questi ragazzi. Attenetevi ai Fatti,
signore!”
La scena si svolgeva in un’aula scolastica, un androne spoglio, severo, uggioso, e per dare rilievo alle sue osservazioni
l’oratore sottolineava ogni frase tracciando con l’indice squadrato una riga sulla manica del maestro.
A dare enfasi contribuiva anche la sua fronte, una parete squadrata con le sopracciglia per base e gli occhi
confortevolmente sistemati in due antri oscuri, all’ombra della parete stessa […].
Ogni cosa, insomma, contribuiva a dare enfasi: il rigido contegno dell’oratore, la giacca squadrata, le gambe e le spalle
squadrate, e persino la cravatta, annodata quasi a serrargli la gola in una stretta implacabili, da quel fatto ostinato che era.
“Nella vita ci servono solo Fatti, null’altro che Fatti!”
A questo punto l’oratore, il maestro e il terzo adulto presente indietreggiarono un poco, passando in rassegna con lo
sguardo i piccoli recipienti, rigorosamente allineati, in attesa d’esser colmati fino all’orlo con galloni e galloni di fatti.
Charles Dickens, Tempi difficili, 1854
Coketown, vero la quale il signor Gradgrind e il signor
Bounderby si stavano dirigendo, era un trionfo del fatto, una
città completamente immune […] dalla fantasia […].
Era una città di mattoni rossi, o meglio di mattoni che
sarebbero stati rossi se il fumo e la cenere lo avessero
consentito. Stando così le cose era invece una città di un
rosso e nero innaturale, come la faccia dipinta di un
selvaggio; una città piena di macchinari e di alte ciminiere
dalle quali uscivano senza tregua interminabili serpenti di
fumo, che si snodavano nell’aria senza mai sciogliere le loro
spire. C’era un canale di acque nere e un fiume reso violaceo
da tinture maleodoranti e vasti agglomerati di edifici pieni di
finestre scossi per tutto il giorno da un frastuono e un
tremito incessanti, dove gli stantuffi delle macchine a vapore
si alzavano e si abbassavano monotoni come teste di elefanti
in preda a una malinconica follia.
Coketown… la città dell’industria
moderna…
C’erano parecchie grandi strade, tutte uguali, e un gran
numero di viuzze ancora più uguali, abitate da persone
anch’esse uguali che entravano e uscivano alla stessa ora,
con il medesimo scalpiccio sul medesimo selciato, per recarsi
a svolgere il medesimo lavoro e per le quali oggi era identico
a ieri e a domani e ogni anno la replica di quello passato e di
quello a venire.
Tali attributi erano in gran parte inseparabili dall’industria
che dava da vivere a Coketown; su questo sfondo, in
contrasto , c’erano gli agi del vivere che si diffondevano in
tutto il mondo […]. Le altre caratteristiche di Coketown […]
avevano qualcosa di più spontaneo.
Non c’era nulla a Coketown che non ricordasse la severa
disciplina del lavoro. […] In città tutte le insegne pubbliche
erano dipinte con gli stessi austeri caratteri bianchi e neri. La
prigione avrebbe potuto essere l’ospedale, l’ospedale la
prigione, il municipio l’uno o l’altra indifferentemente,
oppure tutti e due insieme, o qualsiasi altra cosa, visto che
nessun particolare architettonico ne indicava il contrario.
Fatti, fatti, nient’altro che fatti: ovunque fatti, nell’aspetto
materiale della città come in quello immateriale. Era un fatto
[…] la scuola di disegno, e come lo erano i rapporti fra
padrone e operaio; solo fatti c’erano fra l’ospedale in cui si
nasceva e il cimitero, mentre tutto quello che non si poteva
valutare in cifre, né si poteva comprare al prezzo più basso
per rivenderlo al più alto, non esisteva e non sarebbe mai
esistito, nei secoli dei secoli, e così via.
Charles Dickens, Tempi difficili, 1854.
fine della presentazione
Era una città di mattoni rossi, o meglio
di mattoni che sarebbero stati rossi se
il fumo e la cenere lo avessero
consentito…
… una città piena di macchinari e di alte
ciminiere dalle quali uscivano senza tregua
interminabili serpenti di fumo, che si snodavano
nell’aria senza mai sciogliere le loro spire.
… persone anch’esse uguali che entravano e uscivano
alla stessa ora, con il medesimo scalpiccio sul
medesimo selciato…
… per recarsi a svolgere il medesimo lavoro e
per le quali oggi era identico a ieri e a
domani e ogni anno la replica di quello
passato e di quello a venire…
Telai semiautomatici e automatici in Gran Bretagna, 1813-1850.
250.000
224.000
200.000
150.000
100.000
55.000
85.000
50.000
14.150
2.400
0
1813
1820
1829
1833
1850
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