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I numeri del XVI Congresso nazionale Ipasvi
24/03/2012
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Grande
successo
di
partecipazione
e
alto
coinvolgimento degli ab itanti di Bologna. Quasi quattro ore di
dirette streaming per gli utenti del portale.
Il XVI Congresso nazionale Ipasvi ha registrato un alto numero di
iscrizioni, toccando quota 4mila infermieri.
La diretta streaming della conferenza stampa inaugurale ha, in
pochi
minuti,
raggiunto
e
superato
quota
3mila
utenti
contemporanei, registrando, minuto dopo minuto, una crescita
costante di audience.
Sui palchi allestiti nelle varie sale della Fiera di Bologna dedicate
all'evento si sono succeduti, in tre giorni di lavori, 50 tra relatori e
ospiti, moderati da giornalisti del calibro di Giuliano Giubilei (Tg3),
Maria Concetta Mattei (Tg2), Gerardo D'Amico (Rainews24).
In centro città, inoltre, lo stand dell'Ipasvi ha dispensato ai cittadini,
ogni giorno dalle 10 alle 18, informazioni e opuscoli.
I NUMERI DELLA PROFESSIONE
Al 31 dicembre 2010 gli infermieri iscritti ai Collegi Ipasvi erano 398.494. Di questi, quasi un terzo (il 32,9%)
lavorano al Sud e nelle Isole, il 25,2% nel Nord-Ovest, il 21% nel Nord-Est e il 20,9% al Centro.
A marzo 2012, tuttavia, il numero degli iscritti ha raggiunto e superato i 400.000.
Aumentano i maschi
Le donne sono più dei tre quarti (oltre il 77%), ma in alcune Regioni la presenza maschile è decisamente più alta:
in Sicilia, per esempio, gli infermieri maschi sono più del 41%; in Campania il 39,8% e il 37,8% in Calabria. Sono
meno del 15%, invece, in Valle d’Aosta, Piemonte e Lombardia.
Da rilevare che gli infermieri maschi erano il 26,9% del totale nel 2003-2004 e sono diventati il 30% nel 2009-2010.
L’età
La maggior parte degli infermieri si colloca nella fascia di età compresa tra 35 e 49 anni, mentre quelli tra i 60 e i
64 anni sono il 2,9%. Gli over 65 sono il 2%. I giovani (sotto i 30 anni) non arrivano al 10%.
Una professione sempre più “colta” e di qualità
Cresce sensibilmente il numero degli immatricolati provenienti dai licei, passati da meno del 29% nel 2003-2004
al 46% circa nel 2009-2010.
Tenendo conto degli esiti dell’esame di maturità, si registra una maggior presenza di diplomati che hanno preso i
voti più alti e una diminuzione dei voti bassi: coloro che hanno preso tra 60 e 68 sono scesi dal 43% nel 2003/2004
al 35% del 2009/2010; la quota di coloro che hanno ottenuto i voti massimi (da 90 in su) è invece salita dall’11,8%
nel 2003/2004 al 12,8% nel 2009/2010, così come le quote di coloro con voti tra 70 e 79 (dal 29% al 32,3%) e quelli
con voti tra 80 e 89 (dal 16,2% al 19,9%).
Sale l’appeal
Tra l’anno accademico 2003-2004 e il 2009-2010 si registra un incremento degli immatricolati che hanno
intrapreso come prima scelta le professioni sanitarie, infermieristiche e ostetriche: erano infatti il 46,3% del totale e
sono diventati oltre il 59%. Gli immatricolati che hanno vissuto l'iscrizione al Corso di Laurea in Infermieristica
come seconda scelta sono scesi dal 21,6% all’8,8%, e quelli che invece l’hanno scelta come ricollocamento (si
sono iscritti al corso di laurea dopo dieci anni dall’avere conseguito il diploma superiore) sono passati dal 15% al
13,3%.
D’altronde, quella di voler fare l’infermiere è una scelta da incoraggiare per l’82% degli italiani, soprattutto perché
ha un alto valore sociale e si trova facilmente occupazione (il 93% entro un anno dalla laurea).
Federazione Nazionale Collegi Infermieri professionali, Assistenti sanitari, Vigilatrici d'infanzia
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I dati della professione e del XVI Congresso