ASTRO
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Notiziario n. 56 - 57
Solstizio d’Estate 2012
Equinozio d’ Autunno 2012
Cigno (Cygnus, Cygni, Cyg)
V. Cossavella
N
Introduzione:
Quella del Cigno è una costellazione brillante e di grandi dimensioni; si tratta di una delle figure più tipiche dell 'emisfero
boreale, disposta lungo la Via Lattea in un suo tratto molto ricco e in cui questa appare divisa in due in senso longitudinale
da una serie di nebulose oscure nota come Fenditura del Cigno.
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La forma della costellazione, ben riconoscibile nei cieli da giugno a novembre, ricorda una grande croce, con l'asse maggiore
formato dalle stelle Deneb e Albireo, e l'asse minore formato da
Gienah e Rukh; il punto di intersezione degli assi è invece rappresentato dalla stella Sadr. Anche l'area di cielo priva di stelle
luminose in direzione nordest appartiene a questa costellazione.
La parte settentrionale del Cigno si presenta circumpolare a nord
del 35º parallelo nord, mentre Deneb non tramonta mai oltre i
44°N; la costellazione pertanto è una delle dominanti in assoluto
per gli osservatori dall'emisfero nord. Dall'emisfero sud invece
resta molto bassa sull'orizzonte settentrionale, mostrandosi completamente solo nella fascia più calda della zona temperata. La
parte centrale della costellazione possiede uno dei campi stellari
più ricchi della Via Lattea, in cui abbondano associazioni di stelle e sul cui sfondo si staglia una vasta nebulosità, distante alcune
migliaia di anni luce, visibile nelle immagini sensibili al vicino
infrarosso.
Mitologia:
La costellazione del Cigno prende spunto da vari personaggi
della mitologia greca di nome Cicno - ad esempio Cicno figlio di
Poseidone - trasformati in cigno.
Una denominazione diffusa del Cigno è quella di Croce del
Nord, e in effetti la sua forma è molto più larga e distinta di
quella della famosa Croce del Sud. Nella sua foggia a croce i
Greci vedevano il lungo collo, le ali spiegate e la coda mozza di
un cigno che volava lungo la Via Lattea in cui è incastrato. I
mitografi ci dicono che il cigno è una mimetizzazione di Zeus
che si reca da una delle sue innumerevoli amanti, ma non sono
d'accordo su chi sia la meta di quella particolare visita.
La versione del racconto che risale a Eratostene dice che Zeus
un giorno s'invaghì della ninfa Nemesi che abitava a Ramno, a
nord est di Atene. Per sfuggire alle avance sgradite del dio assunse le forme di vari animali, dapprima tuffandosi in un fiume,
poi scappando per terra, e infine volando via sotto forma di oca.
Senza arrendersi, Zeus la inseguì nonostante tutte le trasformazioni, ogni volta trasformandosi in un animale più grande e più
veloce, finché non si tramutò in cigno e con quelle fattezze l'acchiappò e la violentò. Igino racconta una storia simile, ma non
cita le metamorfosi di Nemesi. Dice, invece, che Zeus finse di
essere un cigno che stava sfuggendo a un'aquila e che Nemesi gli
offrì rifugio. Solo dopo essersi addormentata con il cigno in
grembo si rese conto dell'errore compiuto.
Stelle Principali:
Deneb (α Cygni)
Una stella di prima grandezza, nonostante la sua notevole distanza (stimata in circa 1.800 anni luce). Si tratta quindi di una stella
intrinsecamente molto brillante, circa 60.000 volte più luminosa
del Sole. Se fosse posta alla stessa distanza di Sirio, la stella più
luminosa del cielo, brillerebbe quasi quanto la Luna. Questa
supergigante blu forma la coda del cigno, la parte più settentrionale della Croce del Nord, e uno dei vertici del cosiddetto Triangolo Estivo.
Sadr (γ Cygni)
Una stella gialla di magnitudine apparente 2,23; nei suoi dintorni
è presente un vastissimo complesso di nebulose, mentre a sud di
questa stella si estende un ricco campo stellare della Via Lattea.
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Gienah (ε Cygni)
Una stella arancione di magnitudine apparente 2,48 che forma l'ala orientale del Cigno.
Rukh (δ Cygni)
Di magnitudine apparente 3,01, una stella tripla di colore
azzurro, l'ala occidentale del Cigno; la sua magnitudine
complessiva apparente è 2,86.
Albireo (β Cygni)
E’ il becco del cigno. È una delle stelle doppie più belle del
cielo, una stella giallo dorato facilmente separabile dalla sua
compagna blu con un piccolo telescopio.
Tra le altre stelle, appare interessante 61 Cygni. È una delle
stelle più vicine a noi, distante solo 11,4 anni luce. Mostra
uno dei moti propri più alti, ed è stata una delle prime stelle
di cui si riuscì a misurare la distanza.
La stella 16 Cygni B ha un sistema planetario con un pianeta confermato, con un massa di 1,5 volte quella di Giove.
Nei confini del Cigno si trova anche la sorgente a raggi X
Cygnus X-1, che è considerato uno dei migliori candidati
buchi neri.
Stelle Doppie:
La costellazione abbonda di stelle doppie, alcune delle quali
sono estremamente celebri e semplici da risolvere.
Albireo
E’ una delle coppie più famose del cielo, risolvibile anche di
innumerevoli piccoli ammassi e campi stellari fra i più ricchi della volta celeste.
con un binocolo di media potenza: il contrasto di colori è
molto ben evidente con un piccolo telescopio amatoriale; la
primaria, giallo-arancione, è di magnitudine 3,1, mentre la
compagna è una stellina dal colore marcatamente azzurro di
magnitudine 5,1. La separazione è di 35".
16 Cygni
E’ una stella gialla situata poco a sudovest di ι Cygni; è formata da due componenti dello stesso colore di magnitudine
5,96 e 6,20 separate da 37", dunque ben apprezzabili anche
con strumenti di bassa potenza.
17 Cygni
E’ formata da due stelle di quinta e nona grandezza, ma la
loro separazione, di 26", ne facilita la risoluzione.
61 Cygni
E’ formata da due stelle di colore arancione; le rispettive
magnitudini sono 5,21 e 6,03, mentre la separazione è di
circa 29", dunque risolvibile anche con piccoli strumenti.
Una coppia molto larga, anche se non fisica, è composta
dalle stelle 30 e 31 Cygni, la prima azzurrognola e la seconda gialla, ben risolvibile con un binocolo; con un piccolo
telescopio si può notare che la 31 Cygni ha a sua volta una
piccola compagna blu, HD 192579, situata a circa 100'.
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Stelle Variabili:
Numerosissime sono le stelle variabili osservabili in questa costellazione; qua sono riportate solo quelle con
una magnitudine massima più brillante di 8,0.
La χ Cygni è una variabile mireide, dunque caratterizzata da ampissime escursioni di luminosità; quando è al
massimo è ben visibile anche ad occhio nudo come una stella rossa di terza magnitudine, mentre quando è al
minimo appare di quattordicesima grandezza e può essere individuata, per altro con estrema difficoltà, solo
con un potente telescopio. Il suo ciclo è di 408 giorni.
Fra le variabili a eclisse spicca 31 Cygni, formata da una gigante rosso-arancione e da una stella azzurra, che si
eclissano a vicenda ogni 10 anni. Anche la 32 Cygni è una binaria a eclisse, ma col periodo di 3,15 anni, con
eclissi della durata di un mese.
SS Cygni è invece il prototipo, assieme alla U Geminorum, di una classe di variabili chiamate variabili U Geminorum, un tipo di nova nana. A tal proposito va ricordato che nella costellazione del Cigno sono apparse un
gran numero di novae.
Oggetti Deep Sky:
La Via Lattea percorre per intero la costellazione del Cigno; tra le stelle Deneb e γ Cygni questa è oscurata da
un complesso sistema di nubi, il quale poi percorre la Via Lattea verso sud dividendola in due parti nei pressi
dell'equatore galattico; questa "spaccatura" viene chiamata Fenditura del Cigno. Nel Cigno quindi sono visibili
molti ammassi aperti e nebulose.
Tra i primi, due furono osservati dal Messier; il primo è M29, il più piccolo, visibile 1,5 gradi a sud di γ Cygni
sul bordo di un ricco campo stellare; le sue ridotte dimensioni lo rendono un oggetto quasi al limite per un binocolo di medie dimensioni. Il secondo è M39, visibile a nord-est di Deneb in una regione meno ricca di stelle
luminose; a differenza del precedente, quest'ammasso è al limite della visibilità ad occhio nudo e si risolve con
facilità anche con un binocolo. Altri ammassi importanti sono NGC 6871, a sud di γ Cygni, e l'ammasso racchiuso nella nube IC 5146, nota come Nebulosa Bozzolo a causa della presenza di una nebulosa oscura. Vale la
pena di esplorare i ricchi campi stellari a sud di γ Cygni, per la presenza.
Tra le nebulose, spicca NGC 7000, la Nebulosa Nord America, che si trova poco a est di Deneb. La sua somiglianza con il continente nordamericano si nota più sulle fotografie che nell'osservazione visuale, che è estremamente difficile. Per poterla osservare visualmente è necessario un cielo buio d'alta montagna e un buon binocolo. Viste particolarmente acute unite ad un cielo assolutamente non toccato dall'inquinamento luminoso
possono scorgerla anche ad occhio nudo. La Nebulosa Velo è un altro oggetto straordinario, ma poco visibile,
sul confine con la Volpetta: si tratta di un resto di supernova i cui tenui filamenti si apprezzano meglio nelle
fotografie. Oltre la Fenditura del Cigno, a una distanza di 5500 anni luce da noi, si trova una delle strutture
nebulose più estese e massicce della nostra Galassia, il Complesso nebuloso molecolare del Cigno; la sua luce
nella nostra linea di vista è fortemente oscurata, infatti se fosse chiaramente visibile sarebbe l'area più ricca di
nebulose e una delle più intensamente popolate da stelle brillanti della volta celeste.
Tra gli oggetti al di fuori della Via Lattea, va citata la ben nota NGC 6946, una grande galassia spirale barrata
piuttosto vicina al nostro Gruppo Locale posta sul confine con Cefeo.
Sistemi Planetari:
Alcune stelle della costellazione possiedono un sistema planetario conosciuto; il più famoso è quello di Gliese
777, una nana rossa posta a breve distanza dal Sole, nota per avere un sistema con due pianeti conosciuti, uno
con una massa pari a 1,5 quella di Giove, un gigante gassoso, e uno con una superficie solida (un pianeta roccioso) ma con una massa superiore a quella della Terra. Anche il sistema di 16 Cygni è ben noto, poiché è stato
uno dei primi ad essere scoperti; la stella possiede un pianeta con una massa leggermente superiore a quella di
Giove, che ruota attorno alla stella madre con un'orbita fortemente eccentrica.
Questa costellazione culmina intorno alle ore 22 del 20 Agosto.
E’ visibile nei mesi di Giugno, Luglio, Agosto, Settembre e Ottobre.
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Ricordo di Cristoforo Clavio a 400 anni dalla morte
U. Bazzani
Nato a Bamberg, in Germania, nel 1538 e morto a Roma nel 1612, Christoph Clau
(o Klau, chiave in tedesco), latinizzato prima in Christophorus Clavius e poi italianizzato in Cristoforo Clavio, fu un eminente astronomo e matematico. Si sa poco
della sua giovinezza, ma certamente nel 1555 entrò nell'ordine dei Gesuiti. Nei
corsi Universitari seguiti a Coimbra, dove i Gesuiti avevano un Collegio, dimostrò
subito una forte e reale tendenza allo studio della Matematica, che rapidamente
applicò all'Astronomia, eseguendo nel 1560 osservazioni di una eclisse di sole. In
quello stesso anno si trasferì a Roma per seguire studi di Teologia presso il Collegio Romano; nel 1564 fu ordinato sacerdote ed iniziò ad insegnare Matematica
presso lo stesso Collegio Romano. Ad eccezione di un breve soggiorno a Napoli,
rimase a Roma fino alla sua morte.
Fu il più autorevole matematico dei Gesuiti, e scrisse testi che ebbero grande influenza nell'ambiente scientifico del tempo. Scrisse una versione degli Elementi di
Euclide, un commento alla Sfera di Sacrobosco, un testo sull'Astrolabio e altri testi
di geometria, algebra e aritmetica pratica. Nel 1579 fu nominato primo matematico
nella Commissione Pontificia per la riforma del Calendario Giuliano, voluta dal papa Gregorio XIII, e per questa sua
attività fu in seguito soprannominato l'Euclide del XVI secolo. Il Calendario Giuliano era stato promosso nel 45 a.C.
da Giulio Cesare, che in questo modo aveva deciso di uscire da una grande confusione riguardo alla durata dell'anno,
stabilendo dalle osservazioni di Sosigene di Alessandria che la lunghezza dell'anno solare fosse di 365,25 giorni.
La frazione di 0,25 giorni veniva persa ogni anno, ma recuperata ogni 4 anni con l'introduzione di un giorno in più
nel mese di Febbraio dell'anno definito bisestile. Il conteggio di 365,25 giorni, alla base del calendario Giuliano, era
però in leggero eccesso, commettendo un piccolo errore di 0,0078 giorni all'anno rispetto alla vera durata di
365,2422 giorni. L'accumularsi di questa piccola differenza aveva portato nella prima metà del '500 (e a partire dal
Concilio di Nicea) ad un divario di 10 giorni nel calcolo dell'Equinozio di Primavera. Era assolutamente necessaria
una riforma del Calendario Giuliano. Il primo a scriverne fu Luigi Lilio nel 1577 insieme al fratello Antonio, in un
breve opuscolo che ottenne l'interesse del Pontefice Gregorio XIII, il quale incaricò, appunto, Cristoforo Clavio di
formare una commissione di studio a cui parteciparono Danti, professore all'Università di Bologna e lo spagnolo
Giacone, che fu in seguito l'esecutore tecnico della Riforma. Portata a termine, la Riforma Gregoriana prevedeva
alcune regole:
a) equinozio di Primavera al 21 Marzo (come stabilito dal Concilio di Nicea)
b) recupero dell'errore di 10 giorni passando da giovedì 4 ottobre 1582 a venerdì 15 ottobre, senza interrompere il
ciclo settimanale.
c) mantenere il ritmo dell'anno bisestile ogni 4 anni
d) cancellare 3 giorni ogni 400 anni, dichiarando non bisestili gli anni secolari le cui prime due cifre non fossero divisibili per 4 (il 1600 fu bisestile, il 1700, 1800, 1900 no).
La Riforma Gregoriana ebbe un grande successo ma anche degli avversari, tra cui lo Scaligero, che sarà in seguito
anche l'estensore del calcolo del Periodo Giuliano, ancora oggi in vigore.
Cristoforo Clavio fu un astronomo tolemaico, sosteneva infatti il geocentrismo, anche se si rendeva ben conto dei
problemi che presentava, e si opponeva al sistema eliocentrico di Copernico, riconoscendone però l'utilità teorica
come modello matematico. Era uno scienziato in mezzo al guado tra le due concezioni del mondo, che però nel 1611
invitò il discusso Galileo Galilei, ebbe molti scambi di informazioni con lui, fece molte osservazioni al telescopio ed
accettò le nuove scoperte; anche se nutrì dubbi sull'esistenza delle montagne lunari, contribuì con la sua fama alla
nascita della nuova Astronomia osservativa. Riconosciamo in lui un uomo di mente aperta, anche se frenato dalla
visione del mondo sostenuta dalla Chiesa. D'altronde, la sua posizione di astronomo e matematico del Collegio Romano gli diede certamente dei vincoli per tutta la sua vita, che terminò a Roma nel 1612 in modo traumatico: alcune
fonti raccontano che fu investito e ucciso da un toro infuriato. A lui, dubbioso sui rilievi lunari, è stato dedicato uno
dei più bei crateri, Clavius appunto, circondato da un bell'anello di montagne. La Storia, a volte, ha anche il senso
dell'umorismo.
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E’ il bollettino d’informazione destinato ai soci del Gruppo Astrofili Eporediesi ed ai suoi simpatizzanti.
Hanno collaborato: Valter Cossavella, Umberto Bazzani
COMPOSIZIONE E STAMPA IN PROPRIO
Impaginazione L. Rota
Sito internet: http://www.ivreastrofili.it
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Email: [email protected]
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56-57 Estate Autunno 2012 - Gruppo Astrofili Eporediesi