NOTIZIARIO
DELLA DIOCESI
DI S. MINIATO
18 gennaio 2015
Piazza del Seminario,13
56028 San Miniato (Pisa)
tel. e fax 0571/400434
[email protected]
Notiziario locale
All’ INTERNO
A pagina 2
Direttore responsabile:
Andrea Fagioli
La testimonianza di don Simone Meini
Coordinatore diocesano:
Francesco Ricciarelli
A pagina 3
Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983
Ritrovato il «fondo archivistico Conti»
A pagina 4
Le iniziative della settimana ecumenica
Sangue in
un’Europa
senza radici
opo il sanguinoso attentato alla
redazione di una rivista satirica
di Parigi da parte di sedicenti
terroristi islamici, si sono
rincorsi sui media e in rete i commenti
più vari ed eterogenei, che si sono
polarizzati nell’adesione o meno alla
campagna «Je suis Charlie». Anche nel
nostro territorio non sono mancate le
prese di posizione di politici ed
opinionisti improvvisati, dando luogo
spesso a veri e propri attacchi volgari,
da un lato nei confronti della comunità
islamica locale, dall’altro verso
qualsiasi forma di religione considerata
come fonte di violenza, oscurantismo e
intolleranza.
A nostro avviso il rinnovato esplodere
del diritto alla laicità, anzi, del dovere
della laicità, che sembra essere divenuto
il nuovo mantra della politica e della
piazza virtuale, si basa su un lettura dei
fatti sbagliata e superficiale.
Non c’è niente di religioso in ciò che è
accaduto a Charlie Hebdo. C’è semmai
il risveglio, brusco, di tutto il mondo
occidentale e in particolare dell’Europa
di fronte al risentimento profondo di
una parte, piccola o grande che sia,
della popolazione mondiale contro la
nostra cultura. Il vero punto è capire,
da un lato, da cosa scaturisca questo
profondo disagio e rabbia nei confronti
del nostro stile di vita, dall’altro ci
spinge a ragionare su quanto siamo
stati capaci di incarnare i valori che
fondano realmente la comunità europea
e, in un certo senso, l’intero Occidente.
La cultura dello scarto, intesa come
ghettizzazione e marginalizzazione del
diverso, ha creato quelle "Periferie
esistenziali" del nostro tempo che si
concretizzano nella solitudine di coloro
che vengono tagliati fuori dalla società
e che divengono pedine di una violenza
cieca e rabbiosa. Una violenza
facilmente strumentalizzabile a fini
politici. I terroristi del terzo millennio
sono cresciuti in mezzo a noi, nelle
nostre scuole, nei quartieri, spesso
disagiati, delle grandi metropoli
occidentali. Sono ragazzi che non
hanno trovato niente in cui
identificarsi, nessuna risposta alle loro
domande, nessun valore realmente
condiviso per cui spendere la vita.
Evidentemente ai loro occhi la proposta
fondamentalista appare come una via
d’uscita dall’isolamento e dal senso
inutilità in cui la società li ha relegati.
Una società, quella europea, che ha
smarrito la propria identità e le proprie
vere radici, non tanto a causa della crisi
economica e della sfiducia nelle
istituzioni comunitarie, ma perché non
è stata in grado di gettare fondamenta
solide e realmente condivise. Purtroppo
l’occasione si è persa ormai anni fa con
la mancata introduzione del
riferimento alle radici cristiane
dell’Europa nei trattati europei e nel
preambolo della mai adottata
Costituzione.
Non bastano la libertà di espressione e
la laicità dello stato per costruire una
società realmente libera ed accogliente,
se alla base non vi sono valori forti e
condivisi.
Un primo passo da parte di tutti
potrebbe essere quello di assumere un
atteggiamento di maggior serietà e
responsabilità negli interventi che
troppo banalmente sconfinano spesso
nella xenofobia, nel laicismo
oltranzista, nella polemica
guerrafondaia che non possono far
altro che peggiorare la situazione.
Rinasce la biblioteca storica
Lavori di manutenzione nei locali del seminario
D
Don Francesco Ricciarelli
Michael Cantarella
Primo Piano della SETTIMANA
ta tornando all’antico
splendore la Bilioteca storica
del seminario vescovile di
San Miniato. Sono stati
infatti avviati i lavori di pulizia
approfondita e disinfestazione che
hanno interessato i locali della
biblioteca antica, ma anche quelli
della “moderna” e del deposito.
Tutte le stanze sono state dotate di
rilevatori «datalogger» che
garantiranno la migliore
consevazione dei volumi, sempre
esposti all’azione usurante
dell’umidità e della polvere.
Terminato anche l’intervento di
disinfestazione degli ambienti, a
breve verranno svolti gli interventi
di spolveratura autorizzati dalla
Regione su oltrem 190 metri
lineari di materiali librario di
pregio.
Oltre agli interventi di
adeguamento e conservazione dei
locali, lo staff della biblioteca,
coordinato dal dr. Di Bartolo, ha
approntato uno scanner
«planetario» che verrà utilizzato
per la scansione e la
digitalizzazione dei testi più
S
pregiati e per la loro messa in rete
nei circuiti bibliotecari
internazionali. Lo stesso scanner
permetterà di conservare
un’immagine digitale di tuitti i
frontespizi dei volumi. Questo
lavoro agevolerà l’identificazione
dei libri di proprietà della
biblioteca.
Unitamente alla revisione dei
sistemi di allarme, quest’ultima
operazione va a rafforzare la difesa
del patrimonio librario del
seminario che in passato è stato
pesantemente impoverito da vili
atti di furto.
Per il momento, per i motivi già
accennati, la biblioteca antica non
è aperta al pubblico. Spetterà al
nuovo vescovo prendere le
opportune decisioni in merito.
Invece, è già aperta alla
consultazione di storici e
appasionati la sezione locale della
biblioteca moderna, mentre sono
in corso di catalogazione i
consistenti fondi librari relativi
alle materie teologiche e
umanistiche.
Il seminario vescovile infatti ha
tutte le carte in regola per poter
recuperare il suo ruolo di centro
culturale del territorio, fiore
all’occhiello del patrimonio
storico artistico della città di San
Miniato e della diocesi intera;
ruolo che storicamente gli è
sempre appartenuto.
I lavori sono stati eseguiti anche
grazie al prezioso contributo della
Regione Toscana e con i fondi
dell’8xmille messi a disposizione
dalla Conferenza Episcopale
Italiana. Ai contributi istituzionali
si è affiancato quello di un’azienda
del territorio diocesano, che ha
deciso così di contribuire al
progetto per riportare la biblioteca
il prima possibile pienamente
funzionale per gli utenti.
Settimana di preghiera per l’unità dei Cristiani
a proposta di meditazione e di
Lpreghiera
riflessione per la Settimana di
per l’unità dei cristiani che
stiamo per celebrare, ci porta
quest’anno a sederci tutti attorno al
pozzo di Giacobbe: forse affaticati per
il viaggio, come Gesù, forse incuriositi,
turbati, ma anche aperti alla
conoscenza di quell’uomo capace di un
discorso chiaro e profondo, così come
succede alla Samaritana. È l’evangelista
Giovanni a presentarci questo racconto
(4,1-42), che costituisce il tema di
fondo di quest’anno.
Il testo di Giovanni presenta
l’importanza per ciascuno di noi di
conoscere e comprendere la propria
identità, cosicché l’identità dell’altro
non sia vista come una minaccia. Se
non ci sentiremo minacciati, saremo in
grado di sperimentare la
complementarità dell’altro. Nessuna
persona, nessuna cultura da sola sono
sufficienti! Pertanto, l’immagine che
appare dalle parole «Dammi un po’
d’acqua da bere» è un’immagine che
parla di complementarità: bere l’acqua
dal pozzo di qualcun altro è il primo
passo per sperimentarne il modo di
essere e giungere ad uno scambio di
doni che arricchisce. Laddove i doni
degli altri vengono rifiutati, viene
causato molto danno alla società e alla
Chiesa.
II
TOSCANA OGGI
LA DOMENICA
18 gennaio 2015
SHALOM.........
UN MOVIMENTO
INTERNAZIONALE
CON PROFONDE
RADICI
A SAN MINIATO
l Movimento Shalom, ha da sempre
realizzato il proprio impegno nei paesi
dell’Africa, anche se da sempre cercato di
costruire la propria attività anche in Italia.
«Senza solide basi locali - dice mons. Andrea
Cristiani, fondatore di Shalom – il lavoro
internazionale avrebbe poco senso e poco
futuro». È proprio a partire da queste
riflessioni che è nato da qualche tempo un
gruppo di lavoro che ha scelto come oggetto
di riflessione l’Italia e in particolare alcuni
luoghi, come appunto San Miniato, dove il
Movimento Shalom ha la sua sede storica.
Siamo cioè passati da un’attività sul territorio,
che nasceva come spontanea e naturale, a
qualcosa di più organizzato, «come quando –
sono ancora parole di don Andrea – un
pescatore decide di tirar su la rete, scoprendo
un universo che neppure si immaginava:
pesci, crostacei, e magari anche altre cose, che
non sono soltanto rifiuti».
Il citato Gruppo di lavoro, che si chiama
«Shalom a casa sua», ha dunque monitorato
un’attività davvero straordinaria, che impegna
una discreta percentuale del bilancio totale: ci
sono quasi quattrocentomila euro, investiti
totalmente sul territorio, una cifra oggi
davvero ragguardevole. Ma che cosa hanno
trovato nella rete? cosa fa Shalom a casa sua?
Sono davvero tantissime le attività, ad
esempio verso il mondo dei ragazzi e
dell’infanzia, cioè una «scuola di pace», con
decine di incontri nelle scuole sia toscane, che
di altre regioni, in Puglia o in Campania ad
esempio, poi tante attività di doposcuola e,
dall’anno scorso l’apertura dell’Atelier
Shalom, un grande spazio nel centro storico
di San Miniato, rivolto a progetti di ogni tipo.
In questo Atelier c’è ad esempio un’attività di
sostegno alle famiglie, con un lavoro
quotidiano, fatto da volontari, ma anche da
personale specializzato. Stanno poi per
partire numerosi altri progetti, come ad
esempio una serie di momenti rivolti agli
anziani (tra l’altro un corso per utilizzare il
computer, oggi sempre più essenziale), e poi
attività creative, come un «corso di scrittura
(anche cinematografica)» e alcuni cicli di film
(si partirà a febbraio con dieci film sulle
donne).
Il lavoro culturale e didattico di Shalom, si è
in questi anni molto specializzato, ad
esempio con l’organizzazione di corsi per
animatori, con insegnanti di esperienza
addirittura internazionale. In ogni caso corsi
che hanno realizzato percorsi originali, come
quello che quest’anno accompagnerà l’ultima
tappa della Staffetta Solidale, «da Viterbo a
Roma». Prima dell’arrivo di questo viaggio
durato alcuni mesi, da San Miniato a piazza
San Pietro, Shalom costruirà un percorso di
diversi giorni, aperto ai giovani animatori,
che condivideranno un’esperienza comune,
in modo analogo a quello che succede ogni
estate nei Campi Shalom di Fivizzano e
Collegalli. Sono comunque moltissime le
iniziative nelle quali Shalom è coinvolto o
esso stesso il promotore, dalle Camminate
(quella del Sandalo, ma anche la Via
dell’Angelo, organizzata a Fucecchio nei
giorni di Natale, in collaborazione con i
commercianti), o le decine di conferenze e di
incontri, culminati nel lavoro di ogni Primo
Maggio, quando personalità internazionali
legate alla Pace, partecipano ad una giornata
nella bellissima campagna di Collegalli, ma
anche, con la stessa cadenza annuale, la
giornata dell’8 dicembre, il compleanno di
Shalom, quest’anno celebrato nel Salone dei
Cinquecento, a Palazzo Vecchio di Firenze,
davanti a centinaia di amici di Shalom, che
partecipavano ad una giornata di altissima
qualità. «Ogni volta - dice Gabriella
Messerini, responsabile di “Shalom a casa
sua” – il lavoro si differenzia, proprio perché
il nostro progetto è alto. Sappiamo che la
semplice carità è importante, ma è più
importante impegnarsi per superare i
problemi alla base, questo vogliamo
insegnare a chi si avvicina al nostro lavoro.
Non si può semplicemente portare l’acqua
nei villaggi africani, bisogna costruire dei
pozzi, che producano loro l’acqua necessaria
e offrano uno sviluppo autonomo alla
popolazioni locali. Ci piacerebbe che i ragazzi
che ci aiutano, le tante famiglie che
sostengono Shalom, capissero soprattutto
questo. È la nostra utopia».
Ci sono del resto tre negozi Shalom, aperti a
Fucecchio, Cerreto Guidi e Ponsacco, che
offrono proprio questo, sia i tanti libri, le
pubblicazioni che ogni anno il Movimento
dedica alla sua attività, ma anche materiali di
un commercio equo e solidale, provenienti da
tutto il mondo.
I
NOTIZIE
DALLA
DIOCESI
Don Meini, originario di Gello, verrà ordinato il prossimo 25 gennaio da mons. Tardelli
Io, Simone: un ragazzo
«innamorato della vita»
DI DON SIMONE
MEINI
ome è solito,
molti in questo
periodo
parleranno di
me, e come è solito
spesso si santifica le
persone esagerando sul
loro conto, in
particolare su di me, per
questo sarò breve per
dirvi ciò che provo e il
desiderio che porto nel
cuore.
Prima di entrare in
seminario, un giorno
eravamo in gruppo ed
una persona domandò
a Don Armando:
«Scusami, ma cosa ha
Simone da doverlo
cercare sempre?» e
rispose: «Simone è
innamorato della vita!».
In quel momento
rimasi spiazzato dalla
risposta e quasi mi
vergognavo per la
descrizione che avevo
ricevuto. Era ed è una
particolarità che non mi
si addice, forse si può
addire al mio cammino
quando un giorno al termine
della mia vita potrò dire: «Ho
cercato di darmi tutto perché
tutti incontrassero Cristo
Risorto, il Signore della vita».
Ancora oggi ringrazio Don
Armando Zappolini che tanto
mi ha dato, mi dà e mi darà in
questo disegno di Dio.
Il mio essere innamorato non
trova origine in me perché non
sono capace di creare amore,
ma non per mio merito sono
C
amato e quindi sono reso
capace di amare da chi è la
sorgente dell’amore: Dio è
amore.
Insieme rendiamo grazie a Dio
per l’amore che continuamente
riversa nelle nostre vite. È la
fede che ci guida nella lode a
colui che tutto ci ha dato: Dio
è amore.
Chiedo perdono del tanto
male che sono riuscito a creare
nella mia libertà e veramente
rendo grazie a Dio per i suoi
meriti del bene che ho
compiuto.
Desidero infine che ogni
ringraziamento, ogni
complimento, ogni augurio si
tramuti in preghiera perché
grazie a Dio potrò donarmi
tutto a tutti e come mi disse un
amico nel cammino: «Questo
spera di poterlo dire al termine
della tua vita». Così sia.
Alleluia!
Anche gli amici si preparano al suo giorno più bello
DI
DINA PAGANO
l 4 ottobre 2007 una
Iimportante,
data molto
da
ricordare non solo per
la festività S.Francesco,
ma soprattutto perchè
il nostro caro amico
Simone (ora don
Simone Meini) è
entrato in seminario.
Così inizia il suo
cammino tanto
desiderato.
Inizialmente non è
stato per niente facile,
gli studi molto
impegnativi, la
lontananza dalla
famiglia, amici e la sua
cara chiesina di Gello.
Qui ha passato la sua
gioventù, come
catechista, chitarrista,
chierichetto, gruppi giovanili,
e tante altre cose con
associazioni varie…
praticamente Simone viveva in
chiesa.
Abbiamo sentito tanto la sua
assenza, è sempre stato molto
attivo , presente e disponibile.
Finalmente il suo impegno e
la sua costanza hanno portato
Don Simone a questo bel
traguardo che non è solo un
arrivo ma una nuova partenza.
All’inizio quando si sente un
richiamo verso la chiesa e la
vocazione si fa sentire, ci sono
incertezze, paure, ma con il
tempo si capisce che è solo
l’amore di Dio e tutto si
trasforma in Gioia.
È questa gioia che vediamo
negli occhi del nostro Don
Simone, gioia e serenità.
A volte passa a trovarci nella
nostra chiesa e ci accorgiamo
subito della sua presenza dal
suono delle campane…è festa,
in tutti i sensi.
Anche per questo, gli è
stata dedicata una
campana con il suo
nome, ed i nomi di don
Armando Zappolini,
Monsignor Fausto
Tardelli e Papa
Francesco. Questo
dono è stato fatto da
tutti i parrocchiani ed
amici della Zona
Pastorale di Perignano,
composta da
(Perignano-Quattro
Strade-Lavaiano e
Gello), per il suo stare
con la gente e per la sua
vitalità.
Attendiamo con letizia
il suono della
campana, per
festeggiare con lui il
prossimo 25 gennaio e
la sua prima Messa a
Gello, ovvero il prossimo 1°
febbraio.
Noi siamo felici per il suo
nuovo cammino e gli
auguriamo un mondo di bene.
Grazie Simone per gli anni
trascorsi insieme, per le tante
chiaccherate, le gioie, per la
bella persona che sei.
TOSCANA OGGI
LA DOMENICA
18 gennaio 2015
Il canonico fu vicario generale della diocesi a metà ’800
Torna alla luce il fondo
archivistico di Giuseppe Conti
III
EMPOLI,
IL PROGETTO
RE.SO.RECUPERA
1735 KG DI PANE
un bilancio positivo quello tracciato per
È
il progetto di recupero dei generi
alimentari non consumati nell’ospedale
DI ALEXANDER DI
BARTOLO
n piccolo ma significativo
fondo archivistico è stato
recentemente ritrovato
durante i lavori di
sistemazione dei fondi moderni della
Biblioteca del Seminario, e data la
tipologia di materiale, le carte
saranno trasferite presso l’archivio
diocesano per l’eventuale
consultazione. Si tratta di una parte
delle raccolte manoscritte
appartenute al sacerdote Giuseppe
Conti, nato a San Miniato da
Giocondo e Maria Chierici agli inizi
del diciannovesimo secolo, e morto
nel 1865, cento cinquant’anni fa. Chi
era Giuseppe Conti e perché questo
fondo archivistico è di particolare
importanza? Il giovane Conti veste a
tredici anni l’abito talare. A
ventiquattro anni ottiene una
prebenda canonicale e la cattedra di
dogmatica del Seminario vescovile di
San Miniato, dove aveva compiuto gli
studi. Predicatore illustre in varie località
d’Italia, nel giugno 1847 proposto della
Cattedrale di San Miniato. Istitutore,
segretario e poi presidente della locale
Accademia degli Euteleti. Nell’archivio di
quell’ente si conserva infatti una cospicua
raccolta di carte, testimonianza della sua
attività in ambito ecclesiastico, e dei
meriti culturali ottenuti, esemplificati dai
numerosi diplomi accademici conservati:
una raccolta di ben dodici cartelle ricche
di materiale, opuscoli, lettere, scritti
autografi, ritagli di riviste, manifesti.
Mons. Luigi de’ marchesi Fransoni,
arcivescovo di Torino, allorché il Conti nel
1849, nel 1853 e nel 1857 predicò nella
Metropolitana di Torino, di fronte ai reali,
lo proclamava Virum ecclesiastico ingenio,
zelo, probitate, justitia et pietatae omnino
U
spectabilem, in Dei Verbi ministerio non
vanam gloriam captando, sed Jesum Christum
et hunc Cricifixum solummodo predicando sic
se gessisse, ut uberrimus fructus in fidelium
aedificationem attulerit (Massimo Taddei,
Elogio funebre a mons. Conti, Tip.
Galileana, Firenze 1867).
Il fondo archivistico ora depositato
nell’archivio della curia si trova in buone
condizioni di conservazione, ed è stato
dotato di un inventario sommario per
facilitarne la consultazione. Le carte, prive
inizialmente di un ordinamento
razionale, sono ora raccolte in due
voluminose cartelle, una contenente le
prediche e le orazioni tenute dal preposto
Conti nel periodo dal 1830 al 1855, e una
seconda contenente scritti agiografici,
teologici, frammenti di discorsi e appunti
di altri celebri predicatori.
Da una analisi complessiva della
documentazione possiamo sostenere
certamente che del famoso autore
della «Storia del venerabile simulacro
dell’Oratorio del Santissimo
Crocifisso di Castelvecchio», pietra
miliare per lo studio delle vicende del
Santuario cittadino, emerga
soprattutto la grande abilità di
predicatore ed oratore, la squisita
preparazione letteraria, la raffinata
duttilità nel trattare temi anche
variegati, che gli era valsa - come
abbiamo ricordato - encomi e
onorificenze. Ricordiamo inoltre che
il Conti fu figura di primo piano
anche per l’amministrazione della
Diocesi, in quanto svolse anche
l’incarico di Vicario generale nel
delicato periodo del passaggio da
Granducato e Stato Unitario. Celebre
la sua commemorazione della
battaglia di Curtatone e Montanara
recitata pubblicamente il 29 maggio
1859. Il Conti ebbe rapporti con
personalità quali Alessandro Manzoni,
Vincenzo Gioberti e Cesare Balbo.
Parrebbe opportuno, vista l’importanza
del personaggio per la storia diocesana e
cittadina, organizzare una giornata di
studio o un convegno nell’anno
commemorativo dei centocinquant’anni
dalla morte, ricadente proprio nel 2015.
Sarebbe auspicabile - e lanciamo l’appello
proprio dalle pagine di questo giornale che l’Accademia degli Euteleti, insieme
all’Ufficio Comunicazione e Cultura che
se ne farà promotore, l’Archivio e la
Biblioteca diocesana, che conserva il suo
prezioso lascito librario, possa farsi
anch’essa collaborare ad una iniziativa di
studio adeguata alla caratura nazionale
del personaggio tutta ancora da
approfondire.
La vita e le opere del cardinale Maffi
nel libretto di Mauro Del Corso
l libriccino che oggi
I«tascabile»:
recensiamo è davvero un
45 pagine, tante
immagini, formato
maneggevole, stile piano e
poco sofisticato. Si tratta del
libro di Mauro Del Corso che
compendia la vita del
cardinale Pietro Maffi (18581931), per un certo periodo
amministratore apostolico
della diocesi di San Miniato
quando ancora il beato Pio
Alberto del Corona,
ammalato, era sofferente e
risiedeva a Firenze.
Il sottotitolo del volume trae
inizialmente il lettore in
inganno - «il vescovo
scienziato» - promettendo
quasi uno schizzo biografico
unicamente dedicato
all’aspetto culturale tra i più
interessanti della vita del
cardinale Maffi, la passione
per la scienza e in particolare
l’astronomia. Il libro si snoda
invece attraverso dieci rapidi
capitoli che affrontano le fasi
principali della vita del
prelato: dagli anni di Pavia,
nel cui seminario il chierico
Pietro aveva studiato, e poi
insegnato, alla nomina sulla
cattedra pisana; dal ruolo da
lui giocato nei Patti
Lateranensi alla presidenza
della Specola Vaticana;
dall’impegno politico
all’amore per l’arte e la
letteratura visibile, a Pisa, nel
suo importante lasciato
librario. Infine un repertorio
fotografico, per lo più tratto
dall’album fotografico
realizzato nel 1991 a
sessant’anni dalla morte,
ricco di immagini inedite e
significative. Il libro, già
catalogato, è attualmente
disponibile nella Biblioteca
del Seminario e visibile
dall’OPAC on line del Polo
PBE e di SBN.
«San Giuseppe» di Empoli, inaugurato nel
maggio 2014.
Infatti, da maggio a dicembre scorsi, sono
stati recuperati 1.735 kg di pane e 436, 3 kg
di frutta, che sono stati destinati al Centro
Emmaus della Misericordia di Empoli per il
servizio gratuito di distribuzione pasti.
L’esito positivo della sperimentazione
incoraggia l’Asl 11, promotrice del progetto
di recupero degli alimenti insieme
all’Associazione Re.So (Recupero Solidale
nella lotta allo spreco) e in collaborazione
con Empoli Salute, a proseguire le iniziative
di lotta allo spreco, nell’ottica di poter in
futuro estendere il progetto solidale anche
nelle altre strutture dove sono attivi servizi
ristoro per gli utenti e i dipendenti.
Il progetto anti-spreco dei generi alimentari
vede impegnato il personale di ogni reparto
di degenza dell’ospedale empolese, che
raccoglie il pane e la frutta non consumati e,
in collaborazione con gli operatori di
Empoli Salute, li sistemano in appositi
contenitori, posti in locali ospedalieri
individuati allo scopo.
I volontari di Re.So. prelevano i contenitori
riempiti e provvedono, con la Misericordia
di Empoli, alla loro distribuzione a chi ne
ha bisogno.
LA CALAMITA.........
SUCCESSO
PER LA PRIMA
RACCOLTA
FONDI 2015
uona la prima per quanto riguarda le
B
iniziative della Calamita onlus nell’anno
appena iniziato finalizzate alla raccolta dei
fondi per la costruzione del Centro di
aggregazione con annesso il nuovo oratorio
in piazza D’Acquisto dietro la Chiesa Santa
Maria delle Vedute ove l’associazione ha
sede. In tanti hanno infatti partecipato
all’arrivo della Befana nella sede della
Contrada Borgonovo partecipando
nell’attesa alla «Grande tombolata»
organizzata per l’occasione dalle due
associazioni e, visto il successo di
partecipazione, anche venerdì 16 gennaio,
sempre presso la sede della contrada,
saranno organizzati giochi per bambini e
sarà di nuovo possibile giocare a tombola.
Tutto ciò riempie di orgoglio i volontari
della Calamita sempre più persuasi e sicuri
dell’importanza che avrà il Centro di
aggregazione per l’intera città e che questa
consapevolezza stia maturando sempre più
in tutta la cittadinanza, come spiega il
presidente Rosario Salvaggio: «La comunità
locale risponde con entusiasmo ad ogni
nostra iniziativa, per questo ricordo a coloro
che ancora non hanno partecipato
all’iniziativa “Il mio dono” di Banca
Unicredit, a farlo al più presto».
IV
TOSCANA OGGI
18 gennaio 2015
LA DOMENICA
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Rinasce la biblioteca storica