. 1\\. SERRAT
~ ttrin
(~e"t Il
ltllzloi1c)
Centesimi
J
ln1L1\N0
SOCl.ETA EDlTlUOE AVANTl
19ll9
Tipografi!\ So~iett\ Edit rice A'"antt •
\J iiuoo, Vi a
s.
-Jlumiaoo, 16
Questo opuscoletto di propaganda elemeutarissm.za'.
/atto per i nostri emigranti, ha una sua storia. Lo scrts>t
nel 1902 a ,\ ew York ed una sua prmza edizione dt diecimzla copie venne subito esaurita. Prima che fosse iniziata la stampa della seconda edizione l'opuscoletto veniva proibito m diversi Stati della Confederazione americana per ofji·se alla religione L'autorità gli dette la
caccia. Quei democraticissimi quacqueri non volevano
che si attribuisse alla religione un carattere di difesa di
classe. Essi, clte non credono più, hanno vivo bisogno
che i proletari credano ancora. L'opuscoletto tuttavia f u
diffuso egualmente.
Una terza edizione della D ottrinetta Razionalista
venne edita per cura di un cc Comitato di propaganda
razionalista » costituito verso il 1 9 03 nella Sviz:ztra, a
Ginevra. La D ottrinetta fu commessa allora, per la
stampa, alla tipografia della rivìsta L'Università Popolare, del compianto avv. Luigi Moli nari in quei tempi a
Mantova. 1lla le diecimila copie stampate finirono quasi
tutte presso la Procura del re di quella città clte ne ordinò il sequestro e la confisca. Appena qualche centinaio
di copie potè passare il confine e giungere nella Svizzera .
Verme incoato contro di me un processo del quale c~me avviene spesso in simili casi di evidente soppressione della libertà del pensiero - non lto più sa1)1f/O
11/illn.
la qu,11111 rdi:itme -:•t1mc p11b/il1cata a l.ugano ml
dtlla llibliotua dtl J>c1rtitv .\'onalot11
Italiano ndla Si ·:era. ,\'e furono stampati altri dieci
m. la cs1·111pr1r e .:01m ro in brc1,1c tc111 po di[!usi ne.'la
Confcdaa:ionc Eh:ctica cd 111 Italia, se11:'altrc1 proibi·::ionc.
la quinta tdi:iollc', appena stampata dalla nostra Sflclt'tà Edìtri<e « Avanti/ », fu subito fsaurita, e q11tStc1 ;.
la S(Sfa clic vrdc la luce fra mc~zo alle 11ostr1· masse opr
raie. Segno cv1do1tc clze le masse i11tc11Jono die - - pa
libcrarsz dal dominio e dalla soggtzione cco11omica - Ì'
auc!tc necessaria la lotta contro il pregi11C!Ìzio c la 111r11·
zog11a religiosa clic di qud do111i1110 sono il 11/t':':.O più
dirdto td efficace. L'anticlerhalismo d1·111agc1,r,ico t' /W·
colo-borg!tesc, che combatte il prete e sostiene /,1 uligionc, clic lotta contro l'istmmc11to e lascia permanere
1l I onJamento ddla oppr1·s.1io11c di claHI', /t,1 /<lito il
suo tempo. Oggi gri operai 11011 so110 antrcfrricali, sono
arelig~osi. Questa co_mfafazione spfrga il significalo ddla
dif/11s1one di questo lfbercolo e dice anclte il ptrclrè 1n
questi giorni i preti si accamsco110 tanto contro di esso.
i909 ad opm,
i\filano. giugno 19r9.
g. m. s.
f
DOTTRINETTA RAZIONALISTA
J)o111a11d11. --- ( 'hi ,.i ha creato t~ messo al mondo?
RtSt>osla. -- ~Iio paùre e m1a maùre. Essi si suno
amati e eia! la. loro unione sessuale io sono nato. E' questo
arri.ore, questo mutuo affetto, il quale trae la donna nelle
braccia clell'uomo, quello che dà ,·ita alle generazioni e
perpetua. le razze 1wi tempi.
D.
:Ma gli animali hanno arnta essi pure la stessa
origine? Debbono anch1· le piante la loro esistenza all'amplesso sessuale?
R.
Signor sì. Così gl i animai i che le pi3ntc s1
.1mJ110, compiono la funzione sessuale
in modi certo
rJi,ersi - e dànno Yita ad altri esseri che si perpetuano
tlt'l tempo, si modificano, progrerlis<'ono e si migliorano.
D.
Come spiegate 'ai l'esistenza di tante e din~rse
~pecie <li esseri) Le ha creale forse -iùùio, l'una separata
dall'altra e nettan',ente distinta, second0 afferma la tradizione biblica?
R.
'\o, signore. Tulle quante le specie hanno una
ong1nt.. comune e tutte hanno caratteri che le accomunano
eù altri che le differenziano. Da esseri inferiori hanno
aYuto origine esseri superiori : le forme semplici si sono
-6e\Olute in forme composte e tu! la quant.t la grande e
Yaria famiglia animale si può cousiùt.rare come unita da
una comune catena di affinità.
D. - Ma se dio non ha create tutte qua11te le specie
auà pure creato il principio di esse?
R. - Questa ipotesi di un creatore non è necessaria
perchè non è concludente. :t\oi non possiamo spiegarci,
per ora, quale sia stato il supremo principio di tutte le
cose. Ma la supposizione di un creatore urla colla logica,
allontana la soluzione del quesito, non lo risolve. Ammessa l'esistenza di dio noi abbiamo sempre il diritto di
chiederci: cc e dio chi l'ha creato? ».
D. - Volete YOi dunque lasciare insoluto questo problema?
. R., - X~. La scienza - partendo dalle cose note per
iscopnre le ignote - larnra alla sua ::;oluzione. La religione - arrischiando una ipotesi così strana quale è
quella della esistenza di un dio onnipotente, onnisciente,
e sempitern.o, e dogmarinando questa ipotesi si oppone alla ncerca della \'erità e perpetua la superstizione.
D. - Ma l~ scienza. non spiega tutto?
R. - La scienza spiega tutto ciò che è attualmente
spiegabile ed ogni. giorno s'avanza colla sua fiaccola luminosa a rischiarare le tenebre della ignoranza ed a fugare l'err~re. La religione - Yolendo spiegar tutto -·
non ha spiegato nulla, ha creato la superstizione ha diffuso il pregiudizio.
'
D. - La religione è necessaria per la soddisfazione
del cuore e per !a. tranquillità del pensiero?
, R. - L~ ~e}igHjr:e è la s~ddisfazionc per gli. egoisti,
e la tranqu1lhta pei poltroni. Essendo dio mi.sericoiclioso, n.oi .ci possiamo dispensare dall'essere buoni. Es~ndo dio 11. supremo _percl~è di tutte le cose, possiamo
ricorrere a di? per spiegarci ogni fenomeno della natura
s~r:za S<?ver~~1a preoccupazione intellettuale. Così la religione mandì:ce i cuori e spegne le inteli igenze. Ad un
povero che c1 .domanda ~'~iuto fraterno, rispondiamo:
cc V ~ttene con dio ! » e tacitiamo la nostra coscienza. Ad
un ignorante che ci chiede il perchè <li una cosa, che egli
•
non comprende, rispondiamo: " E' dio! » e tacitiamo il
nostro cd il suo desiderio di sape1e.
D.
Come spiegate allora che taluni scienziati sono
rimasti creùenti ?
R. - E' vero. Vi sono stati e \i sono degli scienziati che credono tuttora in dio. 11a essi non lo fanno
perchì: scienziati, ma malgrado la loro scienza. Allo stesso
modo \i sono stati e vi sono degli scienziati superstiziosi,
che credono al la jettatura, al malocchio, che temono il
venerdì, il numero tredici e via dicendo. Questo significa
che l'uomo - anche se fatto ad immagine e somiglianza
di dio ! - è assai debole e che può avvenire alle volte
che ia più robusta intelligenza, sia accompagnata dalla
più debole delle coscienze o delle anime.
D. - La religione è fautrice di progresso?
R. - No. Perchè, appunto, soffocando gli im2ulsi
del cuore e smorzando le energie delle intelligenze, volge
le attività umane \·erso l'ascetic;mo. L'uomo religioso
ideale non è gi.à quello che lotta strenuamente contro le
anersità della \ ita e le vince; ma colui che si rassegna
facilmente ad ogni privazione e si fa schiarn della av\ ersa natura. Onde i popoli meno civili sono anche quelli
che più supinamente obbediscooo ai dettami della religione.
D. - Tuttavia vi sono dei paesi veramente civili che
hanno profondo il cu-lto della rei igione. Come spiegate
questo fatto apparentemente contraddittorio?
R. - In taluni paesi del nord - tanto <l'Europa che
d'America - la religione si è evoluta per modo che è
mr>no legame intimo e continuo dell'individuo alla divinità e pit1 comunità di sforzi collettivi guidata da
un'unica legge del dovere - per vincere le avversità della
natura ed aumentare il godimento <lei beni terrestri. Dio
si è allontanato dall'uomo, la religione è diventata la
soddisfa7ione di do\·eri rispondenti al comune interesse,
è tollerante, larga, serena; aborre sempre più da ogni
forma dogmatica, da ogni superstizione. E' iR questi
paesi - dove la religione cessa poco a poco dall'essere
religione - che il progresso corre più rapido e la civiltà
reca più abbondanti frutti alle popolazioni.
- s ---
9-
***
/J
Per qu.tl fine !;ie!t• \ 01 ct<,,1to?
La ,·ita è tìnc a ~~ slt'"''a. Sono 11aco P< r \i\ Lfl',
per YiYerc b.::ne, per godere, per approfittare, in comune
con tutti i miei simili, di lutti i lieni onde la Yita si ab
bella ...
D. - \on è ùunque la terra un,t \',iJJ,. di lagrimc
entro la quale nvi siamo pelkgrini pt r altro miglior<..
ùestino?
R.
\o, signore. Il nvslrv regno \.· di 4ueslu mondo.
Chi dissc> di,·ersamenll.', affcrmù una raffinata menzogna,
accolta lietamente ùai dominatori del m<mdo ai qu,tli prestano eù hanno sempre prestato mano i sacercloti.
D. - Come sarebbe a dire?
R. - I padroni del p:>ne hanno lu~ingato il popolo
prumeltenclogli un paradi,q in un'altra vita ultralt'rrcna.
Pnchl· t·sso 11011 ri,·enùi< hi "li qw »ta ll'rra il suo diritto.
gli hanno fatto credere cht.;; qu<1ntv pi\1 granùi :;ono i p.t
tinwnti 1•1ù·gli soffre in ,questa Yalle <li lagrimc, tanto
maggiori saranno i godimenti celesti dei quali avrà il
beneficio.
7J. - Per moùo che rni pensate che h Yita eterna.
il premio paraclisiale, la lieatituclinc celeste, il plirgatorio, l'inferno, sono tutte mistifìeazioni?
R Precisamente. Tt:rpi mistificazioni! Il popolo
del laYoro ha sempre avuto bisogno fìn qui di essere
condotto secondo la morale dcl premio e del cast igo .
morale... immorale perchèi fa ilipenderi• l.1 nostra !'<Jndotta ùalla aspettazione di una rico111pt,;11::.a pt..r~un;il1»
anziche dalla consi<leraziom_ dell 'interes~c g~·nerale.
f) Che cosa 'i autorizz;t a credere ciò?
R.
Tre ragioni prin<'ipalissinie. Anzitutto, s1! fossi·
\·ero 'hc ci aspett_a una Yita etC'rna nella quale •< i primi
sara11110 gli ultimi ,,, i sacerdoti, i preti doucbbero -in modo speciale quelli che si sono da sè stessi definiti
" infallibili " - essi per primi. dare I 'e:-• •npio di \'Olcrsi
R -
,
'
conqui:;tarc.: tal.-~ beatitudine rinunciando ai beni ùi questa
terra che :;ono cau-sa di dann,1zionc. Essi i11Ye('e operano
il contrario. Essi appetiscono le ricchcnc, amano le
grasse pebrenùe, non disdegnano i piaceri del.la <;a~ne:
agognano il potere. Ciò significa che gli stessi mm1stn
del preteso i<ldio non credono alla Yita dell'al di là, e
pensano che val meglio un passero in mano che un tordo
alla frasca.
/), - <Juale è la seconda ragione?
R.
La seconda ragione si è che t ulli quanti 1
nu11H 1 dLllc a~pirazion i popolari hanno fatto ricorso ali~
fede religiosa per la difesa del loro privilegio'. Tutti 1
padroni pit1 esosi, tutti i tiranni pit1 birbanti, hanno
chiamata la religione in loro aiuto 1wr mantenere l'ar~
hilrio " la i11giusti1ia. Essi. i nostri padroni nell.1
gra11de maggioranza non credo110 nè alla esistenza
di dio. nè :il paradi:;o. nè all'inferno. ma sti1l'anu opportuno che vi nedano i loro dipendenti pen·hl- rimangano
sottomessi, docili, schia,·i.
/). ~11 hl; Yoi stimate l,L religione 1·u111t: un mc11.o
di opprt·ssiune di classe?
.
.
R. - Si. Dio è sempre stato l'alll'alo dci potenti.
il carabiniere del forte coritro il debole. La religione è
l'oppio dei popoli: essa addornwnla, spegne. ne~li . ~o­
mini ogni sentimento cli ribellione contro la rng1ustlZ1a,
indu-cc alla serdtù ed incoraggia la ,iJtà.
***
T>.
Qual<· t.~ dunqut• lo scopo della i1nstr~ esis~en~a
se 11ui non viviamo per conoscere, amare, St'f\ Il'C dio 111
terra cd andare poi a goùerlo elernamrntc in paradiso?
R.
I.•> scopo della nostra Yita è il piacere.
n
Spicgate,-i pi\1 chiaramente. Siatw> noi. ùu~que
nati per , 1\'ere com1; bruti solo Clll"lll(i la soùd1sfazione
dei sensi?
R. - "\o. Intendo il piacere in un senso piì:i ele:·ato.
\ oi dobbiamo s\'iluppare noi stessi, do\Jbiamo den tear<"
-
IO -
tutte le nostre att_iYità, tutte le nostr~ energie a migliorare la nostra esistenza e quella dei nostri simili. La
lotta contro tutte le forze avverse della natura, per sott?mette:le, ~er renderle a noi utili, per rica\"arne il massimo d1 godimento=. ecco lo scopo della nostra esistenza.
E q~es_to s.copo noi lo raggiungiamo allora che - perpetui nbelh contro quella che ci si vorrebbe far credere
la volo~tà di ~n dio ~mnipotente - andiamo strappando,
colla scienza, 1 segreti della natura, e di essi ci serviamo
p~l. n~stro p~rfezi?namento e li leghiamo in preziosa eredita a1 nostn figli.
D. - "lv!a è c~ò contrario alla religione?
~~ S.1gnor.' SI: Q~a.ntunque certi preti - non SO
s~ p1u ~urbi o p1u 1pocnt1 vadano oggigiorno tentando
d1 farsi. credere ~n~he essi fautori di civiltà e di progresso, 11 fatto s1 . e che i_l v~ro credente non può che
prend~re come su~1 modelli Giobbe o il beato Labre che
la Chiesa ha santificato.
D. Ma perchè il credente deve essere poltrone,
pigro e vile?
. R. - Ciò dipende dalla stessa essenza della relig10n~ . Non. a~ermano forse i preti che « non si muove
fogfta che iddzo non .voglia »? Se adunque tutto ciò che
avv1~ne è stato pren.s to e . preordinato da iddio, pecca
colui che tenta r~n;ediare a1 voleri divini e tanto più un
uomo è .buon re_I1g1oso. quanto maggiormente egli si r assegna, s~ ~ccas:ia _e s1 prostra. Onde l 'ic.leale del perfetto rel1g1oso . e. G10bbe, è Labre, che marciscono tra la
sozzura, _eh~ s1 impa~tanano tra il sudiciume, che si coprono d1 piaghe schifose, di schifosissimi insetti e tra
tanto luridume contenti, cantano beati le laudi d~l signore ed esaltano il suo nome.
D . - Quale è invece il vostro ideale?
R. - I_l _nostro ideale è Ia ribellione continua, aperta,
cos.t~nte, c1V1le, a tutto ciò che si oppone alla nostra
felicità, l~ qu.a le co~siste non già nella rinuncia, ma
nell~ sodd1sfa~1one pm completa dei nostri bisogni. Noi
crediamo degm del nostro compatimento gli uomini che
non sanno lottare e che, sotto il pretesto di obbedire al
-
II -
voll're divino. s1 prostrano dinanzi alle sciagure onde son
perseguitati e !ii remlono vili. Prometeo che dà la scalata
al cielo e tenta strappare al dio il s<:>greto della nostra
esistema e - eterno ribelle vinto, ma non domato sotto i fulmini di GioYe e le persecuzioni, leva altero il
capo e ri\enclica il suo d'ritto di tutto sapere, di tutto
conoscere, è il simbolo nostro.
D. - Eppure il \'Ccrhio dettame popolare afferma
che ogni uomo che sa cli lettere non ~ savìo, e spesso
l'ignoranza è ragione di tranquillità d'anin'o.
!? . - E' questa una delle tante creclcl17.e che i dominatori ckl mondo hanno diffuso per mantenere il proprio
dominio Allo stesso modo che hanno tentato di far credere che il ricco abbia pit1 fast idi dcl po\'ero, così fanno
anche correre la fiaba che sapere significhi tremare. In
tal modo si sono garantiti il priv;legio della ricchezza e
della scienza. Certo colui che sa sente maggiormente la
propria responsabilità. I l bruto \'Cgcta. L'uomo cosciente
\'i\'e. Ma che cosa sarebbe il mondo senza che gli uomini
aspirassero sempre maggiormente ad a\'ere una coscienza
collettiva e si accontentassero di vivere come bruti? Tutto
il progresso umano è in questo sforzo per la conquista
del sapere e noi - anche a costo di sentire più intensamente i dolori e le miserie della vita - dobbiamo aspirare alla scienza, perchè solo così noi potremo combattere il male e conquistare quella rela tiva frlicità che è
la mèta dci popoli civili.
***
/). - Voi dunque siete dei ribelli?
R. - Sì, certo. D ei ribelli contro il pregiud!zio,
contro il dogma, contro il passato. Noi non accettiamo
nulla di tutto ciò che la Chiesa ci impone come la verità.
Noi \'Ogliamo sottoporre tutto quanto al nostro giudizio,
alla nostra critica.
D. - Per modo che non credete che ciò ch e può
essere da Yoi controllato?
-- 12 -
R. - Proprio così! Xoi razionalisti non ammettiamo
il soprannaturale, per noi non ci sono miracoli. Ogni
fatto de,·e trornre la sua spiegazione naturale. I miracoli
di Cristo e di tutti i santi del paradiso sono frottole di
donnicciuole, pregiudizi del volgo, i1wenzioni malefiche
di preti.
D. - Potreste voi citarmi qualcuno di questi miracoli e dimostrarmene la falsità?
R. - Volentieri. Ecco, per esempio: secondo le sacre
scritture, Giosuè ha fermiato il sole. Ora tutti sanno che
non è il sole che gira attorno alla terra come appare - ma è viceversa la terra che gira attorno al sole.
Ma Giosuè - o meglio la Bihl>ia - non lo sapeva ed
ha i1wentato il miracolo! Miracolo da ciarlatani! Altri
miracoli non sono che fenomeni naturali sconosciuti alle
genti presso cui passavano a predicare i µrimi apostoli
<li Cristo e che valsero ai predicatori stessi, che li conosce' ano, la fama di miracolosi.
~fosè fece ritirare le acque dcl ~far Rosso perchè
sapern che si sarebbero ritir..ile, anche ~enza Il suo ordine,
per effetto del fenomeno delralta e l>assa marea.
Cristo faceva risuscitare Lazzaro perchè Lazzaro non
era morto ma semplicemente preso da un ac-cesso epilettico, epilessia nota probabilmente nei suoi effetti al preteso figliuolo di dio.
Cristo cambiava l'acqua in ,·ino lo stesw come i giocolieri di piazza, mediante spec-ial i precipitati, facilissimi ad ottenersi, vi tingono in rosso, in verde, in bleu
le acque cristalline della fontana con sommo diverti1111c;nto dei contadini estatici.
Al giorno d'oggi i medil·i rnmpiono delle operazioni
bt:n 11iu difficili senza pretendere d "ess<'re degli dei, 1·
la chimica e la fisica ci hanno dato tali scoperte che al
loro confronto gli atti di Cristo e dei sanli sono giochetti
da bussolotti.
Se Cristo è ùio. perchè ha data la parola ad un n'uto
se pur è ,·ero che cosa de\'e mai essere Edison
rhe ha data la parola ad una marrhina: il fonografo o
il grammofono?
-
IJ -
E wm l.· più pulente tlel figlio di dirJ il nostro .Marconi? <'risto non sape\'.t neppure che l'America esistesse,
:\larcon; in u11 istante ci pone in comunicazione con quei
popoli che sono a migliaia di miglia di-;tanti da noi e
l'ht: C'ri:sto non conosce\ a neanche di mime !
E \'Cli \'Olete rh.. ;\larroni si i1whi11i al sapic11/c iddio?
\fa v· il dio della. llilihia è un ignorante al rnufrunto di
un l1imho clr·lle nostre sruolc eleirn.:nlari !
***
IJ. ~ ! 'osi, IH.:~al'Jn lede al mirarolo, ritìutando\'i
tl1 ere• !Prc lltlJa CrPali01JP 1 \'Oi finttt' fWr a ffl'rmare la
\Ostra suprriorità sopra di•J.
R. - X·m c;i puù essere superiori _ad u11a cosa che
non esiste. < ~erto però l'uomo è superiore a quel fantoccio che i credenti hanno m.esso a capo clell ' uni,·erso
chiamandolo dio.
D. - Ditemi il perchè di questa superiorità. .
R. - Dio è un'imcnzione dell'uomo pnm1t1vo, ignorante e pauroso; é una ipotesi di un cen·ello jnfantile
Come tale non può chi: essere imperfetto. puenle, umoristico per noi.
.
. .
Così per quanto c:c lo thca.no pcrfetl1ss1m_o errli
a\'rebbe create tulle le cose imperfette
lasciando
~
.
perciò credere che l'assoluta perfezione possa generare
l'imperfezione. Il che è assurdo.
. . .
.
Così - per quanto ce lo dicano sap1~nt1ss1mo - egl~
ignora le cose più semplici, per esempio: c~e non ,.,
può essere luce se non \'i ~ il sole ~~acc_hè e dal sole
che la terra rice\'e la luce· che la p1u piccola stella è
grande parecchie \'olte più 'della. !erra. Egli impiega plr<'Cl'hi giorni a fare la terra, a d1ndere le acque, a ere.are
gli animali, le piante, e poi l'uomo e la. donna, ed unpiega inn~ce una giornata ~ola a r.reare il sole, la luna
e tutte le stelle. Forse il primo lavoro lo <\\'eva preso a
giornata ed il secondo a cottimo! ...
-
14 -
Assai curioso è poi il modo da lui tenuto nella creazione della donna. Eva la trae <la una costola di Adamo.
Poteva ben risparmiare di fare il beccaio per dare al
povero Adamo quella bella compagna che gli pose al
fianco! Ma il bello si è che l'uomo e la donna hanno lo
stesso numero di costole e che all'uomo non ne manca
proprio nessuna. Per modo che della divina operazione
non è rimasto segno sul corpo umano, mentre invece
permane - in fondo alla spina dorsale
un rudimenfo
di coda, la quale doveva certo adornare le parti deretane
dei nostri lontanissimi antenati.
D. - Non pare a yoi che questa ipotesi della comune origine dell'uomo e della scimmia sia una offesa
alla umanità intera?
R. - E che importa ciò? Forse che il medico
quando constata una malattia in un individuo deve preoccuparsi se questa constatazione o ffende? Forse che la
affermazione della verità deve essere subordinata all'interesse che da essa si può trarre ?
D. - Ma non potete tuttavia negare che la dottrina
della creazione è più bella, è, in certo qual modo, più
lusinghiera per l'uomo di quella della trasformazione.
R. - Lo nego. Il sapermi creato ad immagine e somiglianza di dio, destinato al paradiso, capace di bene
e di male, re del creato, mi umilia, mi offende, mi abbassa. Io non sono nulla; lui, dio, è tutto. Il progresso
da rr.e compiuto nei secoli non ha valore. Adamo era
come me, io sono come lui, il riflesso deffopera divina.
I~ -:- homo sapien - divento una marionetta nelle mani
d1 dio burattinaio. E' trìste I
~a quando osservo tutta la lunga, immensa catena
de_gl_1 esseri; quando risalgo su su dalle forme più semplici alle più complesse, dal protowo al mollusco; dal1'uccello al mammifero; dal mascherino al forte e superbo gorilla della foresta; al boscimane, ali 'ottentotto,
a. me, uomo bianco del ventesimo secolo, e scorgo tutta
l'immensa, meravigliosa opera di evoluzione compiutasi,
al~o:a io mi sento forte, mi sento capace di migliori destm1. Un senso di fraterna solidarietà mi lega cogli
-
15 -
amo l'unherso 1 amo la ' itn, l'nmo in tutte le
manifestazioni i l'ar:no quando me: bella; l'amo anche
Tè t~1ste ; .e~to la fom1 a sopportarla, pcrchè so
l'ie ~1 la. non ' è nulla, <.'hc tutta l opC'r ,1 mia dc' o
c:p:erla m terra. Lilx:ro, solo, nbb.rndonato a m · stesso,
lèrul ~ men~ace tutela d1 un dio impot..:nte cd assurdo,
~ acqu1 .to ngorc ad ogni o tacolo e lotto, lotto per lo
::mo d1 !ollare, per ln sicuren.a che ho di me st o.
~r l'ammirazione' che ho della m~n forza.
lddio mi rende debole fiacco , ile.
mi fa forte , ,"~c:tant
\li razionalismo
I
.
. .. •, animoso .
·e < 10 e 1~t1· ~ bi ognrrcbhc uc·c-idcrlo.
.;i.1;
11
LIBRERIA EDITRICE "AVANTI!,,
VIA
SAN
DAMIANO,
16
-
MILANO
o o - --- - - -- - ----
o[]
Opere di coltura socialista
Opuscoli di propaganda
Quadri e Cartolin~
::
Scelto deposito di Romanzi - Opere illustrate
- Biblioteche p
Oper~ das~
Ragazzi
sich~ - Biblioteche teatrali - Libri sco-
lastic:i - Dizionari, ec:c.
-------=----~~
-
-
- -- -
CATALOGO
GRATIS a chi ne fa richiesta anche con semplice biglielfo da visita
PACCHI
DI PROPAGANDA:
Piccole Biblioteche per Circoli e Sezioni
Scarica

~ ttrin