Era allora malato un certo Lazzaro di Betània, il
villaggio di Maria e di Marta sua sorella. Maria era
quella che aveva cosparso di olio profumato il
Signore e gli aveva asciugato i piedi con i suoi
capelli; suo fratello Lazzaro era malato. Le sorelle
mandarono dunque a dirgli: «Signore, ecco, il
tuo amico è malato».
All'udire questo, Gesù disse: «Questa malattia
non è per la morte, ma per la gloria di Dio,
perché per essa il Figlio di Dio venga glorificato».
Gesù voleva molto bene a Marta, a sua sorella e a
Lazzaro. Quand'ebbe dunque sentito che era
malato, si trattenne due giorni nel luogo dove si
trovava.
Poi, disse ai discepoli: «Andiamo di nuovo in
Giudea!». I discepoli gli dissero: «Rabbì, poco fa
i Giudei cercavano di lapidarti e tu ci vai di
nuovo? Signore, se s'è addormentato, guarirà».
Gesù parlava della morte di lui, essi invece
pensarono che si riferisse al riposo del sonno.
Allora Gesù disse loro apertamente: «Lazzaro è
morto e io sono contento per voi di non essere
stato là, perché voi crediate. Orsù, andiamo da
lui!». Allora Tommaso, chiamato Dìdimo, disse
ai condiscepoli: «Andiamo anche noi a morire
con lui!».
Tommaso è un tipo entusiasta; vive con tanta
gioia e con tanta passione l’amicizia con
Gesù… pare non abbia alcuna paura.
(Andiamo anche noi a morire con Lui!)
Il rischio dell’entusiasmo è che sia
solo come un fuoco d’artificio:
luminosissimo ma dura poco e
poi non resta nulla.
Il primo dopo il sabato, mentre
erano chiuse le porte del luogo
dove si trovavano i discepoli per
timore dei Giudei, venne Gesù,
si fermò in mezzo a loro e disse:
«Pace a voi!». Detto questo,
mostrò loro le mani e il
costato. E i discepoli gioirono
al vedere il Signore. Tommaso,
uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro
quando venne Gesù. Gli dissero allora gli altri
discepoli: «Abbiamo visto il Signore!».
Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani
il segno dei chiodi e non metto il dito nel posto
dei chiodi e non metto la mia mano nel suo
costato, non crederò». Otto giorni dopo i
discepoli erano di nuovo in casa e c'era con loro
anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, si
fermò in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!».
Poi disse a Tommaso: «Metti qua il tuo dito e
guarda le mie mani; stendi la tua mano, e
mettila nel mio costato; e non essere più
incredulo ma credente!». Rispose Tommaso:
«Mio Signore e mio Dio!».
MIO SIGNORE E MIO DIO! Tommaso ha
faticato, ma quando ha creduto dalla sua
bocca è uscita una delle più belle
esclamazioni di fede: ha riconosciuto Gesù!
Queste parole sono forse le più belle che
possiam dire nella mente
quando il sacerdote a Messa
alza il Corpo e il Sangue di
Gesù.
Caro san Tommaso,
anche a noi capita di far
fatica a credere perché
come te non riusciamo a
vedere sempre l’amore di
Dio intorno a noi.
Con la tua intercessione
aiutaci ad ottenere degli
occhi capaci di vedere le
bellezze che Dio ci dona
ogni giorno.
Aiutaci a vivere al meglio la
Quaresima. Amen.
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san tommaso