Rassegna cinematografica
Riflettiamo
Alim e n t a zione
Hairspray
di Adam Shankman
25 novembre 2009
Cinema Odeon
Genova
Ci siamo focalizzati su cinque temi particolarmente delicati e coinvolgenti il mondo
degli adolescenti e il loro benessere, del corpo e dello spirito. Le dipendenze da alcol e
droghe, i disturbi alimentari, l’elaborazione del lutto, le malattie sessualmente trasmesse e
l’emergenza. Non facile trovare le parole né per i genitori, né per i docenti. Così è nata
l’idea di realizzare il progetto “Riflettiamo” che si inserisce nell’ambito dell’accordo relativo
alle attività di promozione ed educazione alla salute nelle scuole con l’Ufficio Scolastico
Regionale per la Liguria ed è stato approvato in giunta con delibera 1521 del 2009.
Il progetto, al quale hanno aderito circa 1400 studenti delle terze medie, prime e seconde
superiori genovesi, si è sviluppato a partire dalla proiezione del film, presso le sale
cinematografiche del Circuito Cinema Genova, per poi proseguire con un dibattito ancora
all’interno del cinema, una successiva lezione nelle singole classi e la compilazione da
parte di ogni alunno di un questionario prima del film e uno dopo la lezione.
Non la solita lezione, ma uno strumento diverso per riflettere, anche formativamente, sulle
tematiche legate alla salute e agli stili di vita, per fornire quel punto di vista particolare
grazie al quale cogliere le diversità delle situazioni di vita e riflettere conseguentemente sui
comportamenti corretti.
Per questo abbiamo chiesto la collaborazione di più soggetti che lavorano nella sanità
ligure. Sono medici di famiglia, pediatri, medici delle aziende sanitarie e ospedalieri,
operatori che gratuitamente hanno offerto con grande entusiasmo e professionalità la
propria disponibilità.
La loro collaborazione ha dato al progetto un grande valore aggiunto: ci sembra di
avere avuto da parte dei ragazzi coinvolti un ottimo riscontro. In particolare durante il
dibattito dopo le proiezioni c’è stata una sentita partecipazione: sono numerose e davvero
interessanti le domande che sono state poste agli esperti.
Un elemento che ci ha fatto pensare di aver trovato una delle strade percorribili per stimolare
i ragazzi è stato il loro coinvolgimento emotivo: durante le proiezioni si identificavano nei
protagonisti, in alcune domande hanno chiesto per quale ragione i medici sottovalutino gli
aspetti relazionali ed è anche successo che alcuni ragazzi abbiano chiesto all’esperto un
colloquio personale.
Anche per quanto attiene gli incontri formativi nelle classi ci sembra che le risposte siano
state positive, come sempre quando si “fanno” delle cose con gli adolescenti.
Per esempio sul tema dell’emergenza è stata fatta una simulazione della centrale operativa,
la prova su manichini e altre esperienze che possono essere utili per affrontare l’emergenza
nell’attesa che arrivino i soccorsi. Un modo coinvolgente, costruttivo e sicuramente inusuale
per imparare.
In controtendenza con questa nostra società dell’apparire siamo riusciti ad affrontare anche
un tema delicato come quello del lutto. Le perplessità iniziali nell’affrontare un tema così
difficile e delicato si sono risolte nella viva partecipazione dei ragazzi.
In sintesi siamo riusciti a fare un lavoro con i ragazzi e non solo per i ragazzi.
Claudio Montaldo
Assessore alla Salute
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Progetto Prevenzione Disturbi del Comportamento Alimentare nelle
scuole medie inferiori e superiori Genovesi
Il Progetto di educazione alimentare per la prevenzione primaria di obesità e
DCA (già inserito nel Piano Regionale della Prevenzione 2005 – 2007 linea
prevenzione obesità prorogato al 2008) è attuato dal Centro Disturbi Alimentari
in collaborazione con l’U.O. Igiene Alimenti e Nutrizione della ASL3 Genovese dal
2005 ed è rivolto alle scuole secondarie superiori.
Nelle passate edizioni prevedeva un corso di formazione per i docenti delle scuole
superiori di primo e secondo livello, finalizzato a fornire informazioni su Obesità e
Disturbi del Comportamento Alimentare e su corrette abitudini alimentari; ed incontri
di prevenzione primaria con le classi seconde delle scuole superiori di secondo livello
effettuati dal personale operante nel progetto (medici, psicologi, assistenti sanitari).
Dai dati rilevati nel 2008 tramite il questionario anonimo “A proposito delle tue
abitudini…” rivolto agli studenti e costruito per indagare le abitudini alimentari, peso
ed immagine corporea, attività fisica e fonti di informazioni sul cibo ed altri specifici,
per valutare il perfezionismo, l’autostima, il senso di attenzione al cibo (ortoressia),
emerge che il 44% degli studenti intervistati riferisce di cercare di modificare in senso
crescente o decrescente il proprio peso corporeo; di questi il 7% (in prevalenza
femmine) ha intrapreso una dieta dimagrante pur non stimando il proprio peso al
di fuori della norma. E’ stato inoltre tracciato un quadro dello stile alimentare dei
giovani adolescenti. I dati sono stati pubblicati su QUIP 2008 (Quaderni italiani di
psichiatria).
Per l’anno scolastico 2009 – 2010 il progetto è stato inserito, nell’ottica di una più
completa intersettorialità e integrazione, nel Progetto a cura dell’Assessorato alla
Salute della Regione Liguria e del Circuito Cinema Genova dal Titolo “ Riflettiamo…
un invito a riflettere sui temi della salute”.
ll film scelto per trattare il tema dell’alimentazione è stato Hairspray di Adam
Shankman, con la finalità di sviluppare il “sentirsi bene con il proprio corpo”
aderendo ad uno stile di vita basato su una sana alimentazione e una giusta attività
fisica.
Hairspray è un film basato sulla pellicola di culto di John Waters del 1988 e sul
famoso e acclamatissimo musical di Broadway, vincitore di un Tony Award.
E’ il 1962 e a Baltimora c’è aria di grandi cambiamenti. Edna (John Travolta) è una
donna di 135 kg, strabordante tanto di stazza quanto di personalità, stiratrice e
lavandaia è sposata con lo stralunato Wilbur (Christopher Walken). La perfida Velma
Von Tussle (Michelle Pfeiffer) tenta di portarle via il marito, mentre le rispettive figlie
Tracy e Amber si sfidano in un programma televisivo, il mitico “Corny Collin’s Show”
facendosi notare il più possibile. Tracy è una ragazza sovrappeso, ma piena di vita
ed iniziativa....
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Alle classi è stata consegnata una scheda strutturata per la visione del film ed
un breve questionario anonimo rivolto a sondare l’importanza dell’aspetto fisico
per i ragazzi; dopo la visione del film al cinema è seguito un dibattito “a caldo”
e successivamente incontri nelle singole classi per riprendere l’argomento trattato,
utilizzando un metodo didattico interattivo. E’ stato inoltre consegnato l’opuscolo
sui DCA da noi redatto “Una breve guida nella prevenzione scolastica di obesità
e Disturbi del comportamento alimentare” pubblicato dalla ASL3 “Genovese”, che
propone materiale utile a insegnanti e studenti per continuare la riflessione iniziata
insieme.
Lo stesso questionario è stato somministrato una seconda volta alla fine degli
interventi per valutare eventuali cambiamenti nelle conoscenze e negli atteggiamenti
ed è in corso di elaborazione.
L’adesione è stata significativa con la partecipazione di circa 350 studenti di
prima superiore appartenenti a Licei e Istituti professionali accompagnati dai loro
insegnanti. L’attenzione durante la proiezione del film è stata alta ed il dibattito in
classe ha suscitato numerose domande e richiesta di ulteriori interventi.
Dott.ssa Antonella Arata
Centro Disturbi Alimentari Asl 3
Dott.ssa Federica Pascali
U.O. Igiene degli Alimenti ASL 3
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Questionario pre proiezione
CAMPIONE: 15 CLASSI - 348 STUDENTI - NOVEMBRE 2009
1. per avere successo nella vita è importante, secondo te, l'aspetto fisico?
2. quanto ritieni importante l’aspetto fisico nel giudicare gli altri?
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3. quanto ritieni che l’aspetto fisico influenzi il giudizio che gli altri hanno di
te?
4. spesso non mi sento a mio agio nei miei vestiti, che mi sembrano troppo
aderenti, o segnano troppo il mio corpo
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5. spesso i miei amici mi prendono in giro a causa del mio aspetto fisico
6. come definisci il tuo peso?
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7. come definisci il tuo peso?
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Istituto Professionale per i Servizi Alberghieri
e Ristorazione Marco Polo
L’istituto Marco Polo ha partecipato al progetto “Riflettiamo” con alcune classi
seconde.
Le insegnanti referenti, Prof. Grasso, Mazzone, Zavatarelli e Fabbro, hanno trovato
significativa questa esperienza e ne hanno apprezzato in particolare le modalità
di presentazione e realizzazione. I ragazzi hanno mostrato entusiasmo verso i
temi proposti, che hanno saputo suscitare un vivace e proficuo dibattito, grazie
all’intervento mirato degli esperti.
La produzione degli elaborati è il risultato genuino e spontaneo dei lavori di gruppo.
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Istituto Professionale per i Servizi Alberghieri e Ristorazione Marco Polo
Classe 2^ E
Giudichiamo con il cuore non con gli occhi
Hai paura di entrare nei negozi di abbigliamento, di quelle commesse che ti fissano
come per chiederti che ci fai lì; vedi dei vestiti che ti piacciono e pensi alla delusione
che provi quando scopri che in realtà non c’è la tua taglia o che non entri in un paio
di jeans? Quando cerchi lavoro e vedi che è richiesta “bella presenza”, sai già che
sicuramente non ti prenderanno...?
Vedi delle persone in televisione, sempre tutte magre, e inizi a fantasticare su come
potresti essere tu se fossi lì, con quei vestiti costosi e tutta la gente che ti applaude
per come sei esternamente e non per le cose che pensi o per come sei veramente,
ma in realtà non sarai mai così, e affoghi le tue depressioni nel cibo, peggiorando
la situazione? Evidentemente sei in sovrappeso, e oltretutto ti senti diversa,
‘sbagliata’, discriminata, un po’ come accade nel film “Hairspray”, che abbiamo
visto nell’ambito di un progetto della Regione Liguria, in collaborazione con la ASL
3, rivolto agli studenti delle scuole genovesi. Il film tratta il tema dell’obesità e fa
riflettere sul fatto che le persone spesso giudicano gli altri in base all’apparenza, ma
la protagonista, grazie alla sua simpatia ed alla sua bravura nel ballare, riesce ad
arrivare in televisione e a vincere un concorso televisivo, nonostante il suo aspetto
fisico.
Quel giorno, alla fine della proiezione, ci hanno regalato una mela e un’arancia e
molti di noi si sono domandati perché. Che cosa c’entravano col film? Che farne?
Noi del “Marco Polo”, che studiamo ‘’Alimentazione’’, abbiamo pensato che
volessero in questo modo suggerirci l’importanza del mangiare sano e di seguire
una dieta corretta, infatti molti di noi non fanno un’adeguata colazione, mangiano
“schifezze”, non fanno sport e passano i pomeriggi davanti alla TV e al computer;
quando poi escono in compagnia si fermano volentieri in qualche fast food per uno
“spuntino leggero”... a base di hamburger, patatine e coca-cola, col risultato a volte
di essere in sovrappeso.
Ma allora? Dobbiamo preoccuparci o no del nostro aspetto fisico? Che cosa
dobbiamo mangiare? E perché si parla tanto di disturbi alimentari? RIFLETTIAMO!
Del resto è proprio quello che ci chiedono! In una società dove tutto è basato
sull’aspetto fisico, sulla bellezza esteriore, dove tutto ruota intorno a pubblicità, moda
e televisione, dove tutto ciò che conta è il fisico, molte persone ricorrono a diete
inadeguate e a regimi alimentari scorretti.
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Tutti noi siamo influenzati da questi modelli di bellezza ed è per questo che ci
facciamo inconsapevolmente del male perché non solo alcuni sentendosi inadeguati
cercano consolazione nel cibo, ma altri arrivano addirittura a privarsene, tanto da
cadere nell’anoressia per adattare il loro fisico a quella taglia 38 tanto desiderata.
Soprattutto tra noi giovani si sta diffondendo questo fenomeno, ma è proprio da
noi che dovrebbe nascere invece la volontà di reagire ai condizionamenti, la
consapevolezza che l’importante è nutrirsi in modo corretto e adeguato, oltre che
stare bene con noi stessi. E poi i modelli cambiano, perché nel passato erano l’esatto
opposto: la donna abbondante era simbolo di fertilità e prosperità, come possiamo
constatare anche attraverso i dipinti, ed invece essere magri significava essere
poveri e soffrire la fame.
Noi, alunni dell’Istituto alberghiero “Marco Polo”, dovremmo quindi fare attenzione
ed essere più consapevoli di quello che mangiamo e cuciniamo riuscendo a creare
piatti gustosi ma dietetici, perché cucinare è un’arte, ma mangiare è un piacere!
Ognuno di noi vale per ciò che ha dentro e non per come appare fuori e se una
persona tiene a te non ti giudica con gli occhi ma con il cuore.
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Istituto Professionale per i Servizi Alberghieri e Ristorazione Marco Polo
Classe 2^ G
Il mondo parallelo
I disturbi alimentari sono forse la prima causa di decessi tra i giovanissimi in Italia.
dico forse, perché attualmente non sono in possesso di dati oggettivi o grafici copiati
e incollati da siti web. Quello che so è che è estremamente facile scivolare in mondi
paralleli, esplorarli e crogiolarsi nei loro più reconditi angoli: progressivamente
adagiarcisi e prenderne parte, per poi piombare nell’incapacità assoluta di
abbandonarli.
Sono mondi paralleli a questo e gli somigliano, ma non ne fanno parte. Esistono tanti
mondi ai confini di quello che affermiamo sia il “nostro”, universi paralleli dove le
leggi della fisica sono sospese e il tempo ha un andamento concentrico; le persone
tendono a ignorarli dall’alto delle loro vite “normali”, forse per mancanza di tempo o
forse per paura di esserne assorbiti.
Esistono tanti tipi di dipendenza; la tossicodipendenza , l’alcolismo, il tabagismo
e perché no la dipendenza dal sesso;e poi c’è quella data dal cibo. Molti non
inseriscono quest’ultima nella vasta gamma delle dipendenze né tantomeno la
ritengono un problema.
Questo perché nell’ultimo trentennio si è diffusa a livello mondiale la dottrina del
consumismo, per cui chiunque può entrare in possesso di qualsiasi cosa necessiti;
allo stesso modo la può utilizzare e sostituire a piacimento con qualcosa di più nuovo
o di più bello. Così il cibo non è più emblema di sopravvivenza e quindi di necessità,
perché non conosciamo più da decenni i morsi della fame;di conseguenza oberarsi
di cibo è assurto a forma rituale per riempire i vuoti morali che ci attanagliano;quindi
avere un’alimentazione votata all’anarchia è diventata una sorta di valvola di sfogo.
Personalmente posso affermare di aver conosciuto e di continuare a sperimentare
attualmente questa pratica. Due anni fa smisi di mangiare perché privarmi del cibo
era la prova tangibile di avere il controllo su qualsiasi bisogno o sensazione.
Digiunando mi illudevo di raggiungere quella perfezione divina che tutti cercano
in se stessi e negli altri, ma che non fa parte di questa terra. Creai dei surrogati del
cibo e imparai a estinguere la fame semplicemente sfogliando o collezionando riviste
di cucina, o cucinando per gli altri pietanze che poi non assaggiavo. Ricordo che la
colazione e il pranzo non erano previste nella mia dieta, e appena uscita da scuola
mi recavo in libreria per consultare per ore manuali di cucina. Abusavo di lassativi, e
quel poco cibo che riuscivo a nascondere dallo sguardo inquisitorio dei miei genitori
finiva nel water.
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In cinque mesi passai da 58 a 37kg di peso.
Persi qualsiasi normale facoltà che appartenga a un’adolescente e fui costretta
a lasciare la scuola perché non ero più in grado di sorridere, di sostenere una
conversazione o di alzarmi con disinvoltura dallo stare seduta.
Ricordo il dolore sordo che mi opprimeva il petto, l’acufene, la bradicardia e gli
edemi all’ordine del giorno. Diventai una larva incapace di interagire con gli altri,
confinata in un letto perennemente in bilico tra la vita e la morte ma comunque
perseverante nell’autodistruggermi e costante nel portare avanti la mia dieta
restrittiva.
I miei genitori mi portarono al centro disturbi alimentari della asl3 di Genova e lì
iniziai a rialimentarmi in modo meccanico, fu difficile ma grazie a loro presi peso e
riiniziai ad andare a scuola.
I problemi ci sono ancora e pesano sulla mia quotidianità riducendo drasticamente il
mio raggio di azione; l’anoressia come molto spesso accade, ha lasciato posto alla
bulimia, e per me è ancora un ostacolo invalicabile alimentarsi in modo corretto.
E’ orribile capire di essere affetti da un problema,tanto più se agli occhi degli altri
risulta invisibile, si è da soli ed uscirne è incredibilmente faticoso e innaturale, ma
occorre prenderne coscienza e affrontarlo, dissociarsi da quella serie di idee malate
e non funzionali che facilmente prendono campo nella mente di chi è solo o di chi
vuole rimanere eternamente bambino.
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Liceo classico Andrea D’Oria
Classe 5^ B ginnasio
Un anoressico per amico
In un mondo in cui essere perfetti sembra uno degli obbiettivi più ambiti dalle
ragazzine, in una società in cui i modelli da seguire sono le taglie “38” che
appaiono sulle copertine delle riviste patinate, l’anoressia certamente è una delle
cause più frequenti di morte giovanile. Per questo abbiamo accolto con entusiasmo
l’iniziativa della scuola che, nell’ambito del programma di educazione alla salute,ci
ha offerto un’occasione per riflettere e discutere su un argomento a noi così vicino.
Ciascuno di noi aveva una storia da raccontare in merito: la storia di Giulia, il cui
incubo ebbe inizio quando aveva appena diciassette anni. Una ragazza brillante
a scuola e nel nuoto, praticato a livello agonistico. Una ragazza solare, vivace,
energica e socievole. Una dieta dimagrante eccessivamente rigida e il desiderio di
primeggiare anche nella scuola le furono fatali. “All’inizio mi sentivo forte e padrona
del mondo. Dormivo poco, mi bastavano tre ore a notte; il resto del tempo lo
trascorrevo studiando, camminando addirittura per la stanza senza mai sedermi, con
la finestra aperta in inverno perché il freddo mi faceva bruciare le calorie. A scuola
nell’intervallo facevo le scale di corsa avanti e indietro e poi tornavo a casa a piedi
con tutti i libri nello zaino. In breve persi quasi quindici chili e non volevo più uscire
per vedere gli amici, ma solo per andare a scuola, finché mi ricoverarono, benché
riluttante, in un centro specializzato nei disturbi alimentari a Pietra Ligure. Oggi
sono passati due mesi e sto meglio fisicamente, ho recuperato le forze e la voglia di
riprendere in mano la mia vita.”
La storia di Giovanna, morta a vent’anni dopo due anni di un’estenuante lotta
contro la malattia, cominciata da una serata in discoteca, dove il confronto con altre
ragazze, magre e corteggiate, fece nascere in lei il desiderio di dover assolutamente
perder peso.”Sapeva del suo disagio alimentare ma non lo accettava nemmeno di
fronte alle foto impietose del suo fisico devastato”.
La storia di quattro ragazze che la nostra compagna Federica ha visto di persona nel
reparto dei disturbi alimentari: “avevano il volto scavato, le braccia e le gambe così
sottili e fragili che sembravano di cristallo e gli occhi vuoti, spenti, come senza vita.”
Disorientati, increduli, confusi e spaventati ci siamo chiesti cosa si potrebbe fare
per aiutare chi è malato e per non ammalarci e abbiamo concluso che forse poco
importano ore di sedute terapeutiche e terapie psicologiche familiari. Ciò di cui una
persona anoressica ha bisogno è un amico e, forse, è l’unica cosa che chiede.
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Quale che sia la goccia che ha fatto traboccare il vaso (famiglia assente, risultati
scolastici inferiori alle aspettative, attenzioni nulle da parte dell’altro sesso..)
l’anoressia è solitudine,solitudine estrema. Ciò che può aiutare la persona in
questione è un amico,un amico generoso,buono,disponibile,dolce e possibilmente di
sesso opposto al malato.
E’ inutile dare la colpa ad una società troppo legata alla forma e non alla sostanza.
“Non intendo ripetere a pappagallo i soliti predicozzi degli adulti, lontani ed
estranei al nostro mondo”, dice Daniele; “io sono un adolescente e ho visto tanta
sofferenza tra di noi,ho toccato con mano la soglia del pregiudizio e della solitudine
degli esclusi: non lasciamo soli questi ragazzi e queste ragazze. Un semplice saluto,
un cenno, un sorriso possono abbattere il muro che il nostro fatuo e vuoto mondo
innalza intorno a noi.”
“Una ricetta vincente”, aggiunge Daniela, “potrebbe essere praticare uno sport,o
magari riunirsi in una band, passare del tempo di qualità con persone di qualità,
e perché no?, anche una risata bella e sincera che è il medicinale più efficace del
mondo.”
E ricordiamoci l’invito di Federica: “la perfezione non significa sempre bellezza: a
nessuno piacciono le cose perfette, è l’imperfezione che rende unica una persona”
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Liceo classico Andrea D’Oria
Classe 5^ E ginnasio
L’anoressia
Terrificante male degli ultimi decenni, diffuso maggiormente tra i giovani, è una
malattia subdola che, prima di colpire fisicamente, colpisce mentalmente le
persone…l’anoressia.
Essa consiste nell’eliminare determinati alimenti, soprattutto contenenti piccole o
grandi quantità di grassi, non rendendosi conto che sono indispensabili per un
corretto funzionamento del proprio organismo.
Inoltre, per evitare di ingrassare, questi ragazzi rinunciano a partecipare a normali e
piacevoli eventi con parenti ed amici.
Molti giovani, in particolare ragazze, entrano inconsciamente in questo tunnel,
apparentemente semplice da affrontare, ma che in realtà si rivela una vera e propria
“bestia indomabile”.
Questa malattia si è diffusa negli ultimi decenni anche a causa degli standard che la
moda e la televisione ci propongono. Ad aggravare questa situazione contribuiscono
gli stilisti e gli industriali del settore della moda che, anziché provare a debellare
tutto ciò, fanno sfilare modelle sempre più magre e producono abbigliamento che fa
tendenza, ma con taglie sempre molto piccole.
Questo comporta che i giovani, pur di essere “trendy”, si sottopongono a
diete rigidissime e massacranti al fine d’indossare questi abiti e spesso cadono
inconsciamente nell’anoressia.
Ai giorni nostri “magro” è sinonimo di “bello” ed ormai niente e nessuno sarà più in
grado di cambiare questa corrente di pensiero.
Tutto ciò è molto avvilente e al contempo simbolo d’ignoranza. Onestamente
non capisco come le persone, che nel terzo millennio hanno quasi debellato
l’analfabetismo, riescano ancora a farsi plagiare in questo modo.
Purtroppo per questo tremendo male nessuno è ancora stato in grado di trovare una
cura efficace e soprattutto preventiva, anche se tutti confidiamo che la ricerca medica
trovi un rimedio in tempi brevi.
Tuttavia penso che l’anoressia sia solamente una conseguenza di una società malata,
priva di verità e di valori, ossessionata in particolare dall’apparire migliore di quel
che si è fisicamente e che non si accontenta di essere esclusivamente se stessa.
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Istituto Statale Superiore Majorana
Classe 1^ BS
La Regione Liguria, per promuovere il progetto “Riflettiamo”, sull’alimentazione dei
giovani d’oggi, ha proposto alle scuole la visione di un film sull’argomento e una
successiva discussione con professionisti del settore. Il film in questione, intitolato
“HAIR SPRAY”, narra di una ragazza con problemi di sovrappeso che frequenta una
scuola nella quale studiano ragazzi famosi, facenti parte del talk show più seguito
dall’intera città; il sogno della protagonista è quello di entrare a far parte del cast di
ballerini dello show, in quanto in possesso di uno straordinario talento naturale.
Dopo aver affrontato mille difficoltà dovute al suo aspetto esteriore, Tracy riuscirà a
far avverare il suo desiderio. La questione analizzata dal film, invita a riflettere sul
fatto che è importante essere consapevoli che l’aspetto esteriore non è fondamentale
per vivere in società, e che è indispensabile combattere questa ossessione. E’
necessario infatti osservare che la propria salute è importante da salvaguardare,
per cui bisogna adottare e mantenere una corretta alimentazione ed uno stile di
vita sano. E’ perciò inutile avventurarsi in una sfida con il proprio corpo adottando
una “dieta fai da te” che non farebbe altro che arrecare danno. Dimagrire vuol dire
adottare uno stile di vita sano, seguendo delle regole ben precise, quali affidarsi a
dietisti che confezionino una dieta a misura di ognuno e praticare dello sport.
Secondo alcuni sondaggi, è stato stabilito che il numero degli obesi in Italia, nell’età
infantile, è pari ad un terzo del totale. Oltre ad un problema dei singoli interessati,
la questione riguarda l’intera nazione, in quanto l’obesità, considerata una malattia,
influisce sulla spesa del servizio sanitario nazionale.
Su queste riflessioni, la Regione ha organizzato degli incontri con dietologi e dietisti
nelle singole aule, al fine di riflettere e analizzare il problema in maniera più precisa
e diretta con i ragazzi. In questa serie di incontri, noi ragazzi abbiamo proposto alla
dietista presente in classe, quesiti di particolare interesse, quali i principali metodi per
dimagrire in modo sano, come mangiare correttamente ecc. Sono emersi molti dubbi;
la dietista ha risposto a questi interrogativi parlando innanzitutto della vergogna
che le persone provano nel rivolgersi a esperti e di come sia difficile interagire con
questa. Ha insistito sul fatto che avere un problema relativo al proprio peso o al
proprio aspetto esteriore non deve essere fonte di vergogna.
Un’altra realtà che abbiamo affrontato in classe è stata quella relativa ai modelli
perfetti che i mass-media ci trasmettono; questa idea di perfezione è da respingere,
poiché presentando corpi aitanti, spesso di ragazze anoressiche, i destinatari di
questo messaggio tendono ad imitarli provocando danni, a volte irreversibili, al
proprio organismo. In conclusione ritengo che attraverso un film divertente e qualche
successivo approfondimento, si possano responsabilizzare e sensibilizzare i giovani
perché adottino un sistema di vita corretto.
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Istituto Statale Superiore Majorana
Classe 1^ BS
Riflettiamo
La Regione Liguria ha promosso un progetto sull’alimentazione che era articolato
in due fasi: la prima consisteva nella visione del film “Hairspray”, la seconda
nell’intervento di un esperto sull’argomento dell’alimentazione.
Il film è ambientato nel 1962 a Baltimora, in un periodo di grandi cambiamenti.
Edna (John Travolta) è una donna di 135 kg con una personalità esuberante,
stiratrice e lavandaia sposata con il bizzarro Wilbur (Christopher Walken). La sleale
e malvagia Velma Von Tussle (Michelle Pfeiffer) tenta di portarle via il marito, mentre
le rispettive figlie Tracy, una grassa adolescente il cui sogno è entrare a far parte
di un gruppo di ballo, e Amber, sua compagna di classe che cerca di ostacolarla,
si sfidano in un programma televisivo locale, il Corny Collin’s Show, mettendosi in
mostra. I loro sforzi però saranno vani perché nessuna delle due alla fine vincerà il
premio tanto desiderato.
Il film, molto divertente, si può apprezzare anche per gli argomenti che tratta, ossia il
razzismo e l’importanza dell’aspetto fisico nella società.
La protagonista, infatti, combatte affinché in una società ancora razzista, come
l’America degli anni ’60, i neri e i bianchi si uniscano per far incontrare le loro
culture e i loro generi musicali. Inoltre Tracy riesce a farsi accettare nonostante la
diversità dovuta alla sua mole.
L’obesità giovanile è un altro importante tema trattato dal film e argomento del
dibattito che si è tenuto al termine della visione.
Gli alunni hanno espresso le loro impressioni sul film, mentre l’esperto ha esposto
il problema dell’obesità infantile, purtroppo in continuo aumento anche nel nostro
Paese. L’obesità continua poi anche nell’età adulta ed è la causa di problemi di
salute più gravi come problemi cardiovascolari ed anche psicologici, come la
depressione e la scarsa stima in sé stessi.
E’ dovuta principalmente ad una cattiva alimentazione, infatti si introducono molte
più calorie di quante se ne consumano, mangiando in maniera scorretta. Spesso i
ragazzi consumano in maniera eccessiva salumi, cioccolata, barrette, patatine fritte,
caramelle e altri dolci confezionati, bevande gassate e zuccherate, alimenti con molti
grassi e poveri di fibre e vitamine. L’esperto ha detto che la scorretta alimentazione
è ormai frequente tra gli adolescenti che spesso si recano a mangiare ai fast food e
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si lasciano condizionare dalle pubblicità di snack e merendine, e ha dato consigli
ai giovani su come si dovrebbero comportare in campo alimentare, mangiando più
frutta e verdura e alimenti ricchi di fibre, sottolineando anche quanto il movimento
fisico sia importante. Quindi i ragazzi dovrebbero imparare a seguire i pasti in
maniera corretta e dovrebbero fare una vita meno sedentaria, meno incollata alla
televisione, al computer e ai giochi elettronici.
Questo dibattito, decisamente interessante, ha fatto riflettere tutti i ragazzi presenti in
sala su questo problema legato alla qualità dell’alimentazione e alla scarsa attività
fisica, perché tutti dovrebbero tenere una dieta corretta per evitare problemi futuri che
potrebbero mettere a rischio in maniera definitiva la propria salute.
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Istituto Statale Linguistico, Economico, Informatico, Turistico Eugenio Montale
Classe 1^ A LUM
I disturbi alimentari: conoscerli e riconoscerli
In Italia quasi 9.500 persone affette da anoressia e bulimia ogni anno
Il problema dei disturbi alimentari ,quali bulimia e anoressia, è da sempre poco
conosciuto, specialmente tra i giovani, nonostante essi ne siano i più “colpiti”.
Con il termine “disturbo alimentare” si indica una vera e propria malattia che si
riscontra sempre più nei giovani. L’inizio è subdolo, si parte con una dieta, ma
dietro ci sono altri fattori scatenanti, che portano le ragazze bulimiche e anoressiche
a diventare tali. Tra le cause più frequenti vi sono le difficoltà familiari e quelle a
rapportarsi con la società, tutto sommato l’insoddisfazione del proprio corpo.
La bulimia è presente là dove vi è un carattere molto impulsivo che cede alla
tentazione del cibo abbuffandosi in modo compulsivo ed ossessivo e ricorre poi al
vomito come rimedio.
Un fattore che influenza l’instaurarsi di queste malattie è anche il tipo di ambiente
culturale e sociale dove vivono le ragazze. Infatti oggi l’idea comune di donna ideale
è il modello “Barbie”, cioè magra, senza alcuna imperfezione. La donna moderna
s’identifica nella donna di successo a cui vengono associate magrezza, forma fisica
e autocontrollo.
Secondo gli esperti i principali fattori predisponenti allo sviluppo dell’anoressia
nervosa ci sarebbero un insieme di tendenze alla perfezione con una generale
insoddisfazione della vita e di se stessi; tutto ciò viene definito”perfezionismo
nevrotico”.
Secondo questa ipotesi le ragazze pre-anoressiche avrebbero delle aspettative
molto elevate nei loro confronti e della propria vita, delle relazioni con la società e il
lavoro. Ogni cosa “meno” perfetta delle aspettative viene considerata un fallimento.
Per cui il non riuscire a raggiungere l’obiettivo prefissato, ovvero la perfezione, porta
a un calo di autostima e ad evitare tutte quelle situazioni che non possono essere
gestite in maniera perfetta. Tutto ciò porta i soggetti a sviluppare un grande bisogno
di controllare ogni più piccolo aspetto della vita. Poiché vi sono aree su cui no è
possibile un controllo completo, rivolgono la loro attenzione verso se stesse e al
proprio fisico; ecco che, allora, il riuscire a seguire con successo una dieta permette
loro di sentirsi in perfetto controllo, fatto che costituisce un rinforzo nel continuare la
restrizione della dieta.
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Si può dunque affermare che la ragione principale che porta allo sviluppo di
anoressia e bulimia è una bassa autostima.
Bisogna tenere ben presente che anoressia e bulimia non sono capricci, ma malattie
estremamente serie che non vanno sottovalutate o prese alla leggera. Malattie che
si instaurano in un clima di inadeguatezza in cui il soggetto si viene a trovare, clima
molto presente nella nostra società dove si tende ad emarginare colui che viene
ritenuto diverso, strano. L’emarginazione provoca spesso depressione e quest’ultima
spinge spesso chi ne è affetto a scelte pericolose.
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Istituto Statale Linguistico, Economico, Informatico, Turistico Eugenio Montale
Classe 1^ B LUM
Essere è apparire?
Il film “Hairspray“ pone l’accento su come i canoni di bellezza che i media e la
società attuale impongono possano essere stravolti e su come la forza di volontà e
la determinazione prevalgano sull’aspetto fisico. Tutto questo sarebbe normale in
una società normale, ma in un contesto come quello attuale dove il modello imposto
dalla moda e dalla televisione, soprattutto per quanto riguarda le donne, e’ di essere
magre, belle e giovani a tutti i costi, e’ un po’ più complicato. Sarebbe ipocrita
far finta di non vedere che l’aspetto fisico facilita molto i rapporti interpersonali, o
come in alcuni campi, come la moda o la danza ,addirittura sia discriminante, ma
questo spiega anche come il volere essere a tutti i costi simili ai modelli imposti dalla
società e spacciati come migliori e vincenti, nasconda in realtà paura e solitudine.
Sicuramente un pochino di autostima aiuta a migliorarsi, e anche vedersi più belli o
più magri ci fa sentire, non migliori degli altri, ma più sicuri, sempre a patto che tutto
questo non diventi un’ossessione che troppo spesso porta, sopratutto noi giovani,
ad ammalarci di anoressia o di bulimia. E’ auspicabile comunque che davvero e
al piu presto, come nel film, ci sia uno stravolgimento nel modo di pensare e che
vengano divulgati, a partire dalla scuola, comportamenti che consentano ad ognuno
di fare emergere il proprio talento e le proprie inclinazioni, che ognuno di noi ha, e
che ci rendono unici e speciali e non omologati ad un gruppo o ad un modello che
qualcuno altro ci impone.
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Istituto Statale Linguistico, Economico, Informatico, Turistico Eugenio Montale
Classe 1^ C TUR
I disturbi alimentari
Questo film intitolato “Hairspray” ci fa capire che le persone, che spesso vengono
giudicate o sottovalutate per il loro aspetto fisico, possono raggiungere grandi
successi da tutti i punti di vista.
La protagonista di nome Tracy aveva un sogno: era quello di partecipare ad un
programma televisivo nel quale tutti avevano un bell’aspetto fisico.
Inizialmente quando andò a fare un provino, la mandarono via a causa del suo
aspetto esteriore, perché veniva “sottovalutata” e giudicata “diversa”.
Alla fine riuscì a fare parte del gruppo di ballo.
Al giorno d’oggi spesso, la maggiore parte dei ragazzi con disagi fisici vengono
giudicati in maniera negativa, e questo secondo noi non è giusto.
L’obesità è una malattia che, ai nostri tempi, è purtroppo molto diffusa tra i ragazzi,
soprattutto in America.
Nell’adolescenza per le ragazze l’aspetto fisico, è di vitale importanza e la
maggiore parte delle volte diventando adulte e non praticando sport arrivano
all’obesità.
La cosa fondamentale nell’alimentazione è mangiare cibi sani che non provochino
gravi malattie difficili da curare.
Oltre all’obesità ci sono altri tipi di disturbi alimentari, come per esempio l’anoressia
e la bulimia.
Le ragazze vedendo quello che viene proposto in televisione cercano di imitarlo
smettendo di mangiare, prendendo pillole dimagranti, non pensando alle
conseguenze gravi che possono provocare.
Tante volte questo accade perché i genitori non sono consapevoli di quello che i figli
fanno, perché spesso non sono presenti nella loro vita.
Per aiutare le persone che presentano queste malattie, esistono per fortuna dei centri
di accoglienza che aiutano a risolvere questi seri problemi che a volta causano
anche la morte.
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questionario post proiezione
CAMPIONE : 15 CLASSI - 324 STUDENTI - APRILE 2010
1. per avere successo nella vita è importante, secondo te, l'aspetto fisico?
2. quanto ritieni importante l’aspetto fisico nel giudicare gli altri?
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3. quanto ritieni che l’aspetto fisico influenzi il giudizio che gli altri hanno
di te?
4. spesso non mi sento a mio agio nei miei vestiti, che mi sembrano troppo
aderenti, o segnano troppo il mio corpo
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5. spesso i miei amici mi prendono in giro a causa del mio aspetto fisico
6. come definisci il tuo peso?
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7. come definisci il tuo peso?
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Ringraziamenti
Un ringraziamento speciale ai ragazzi e ai professori del Doria, Majorana, Marco
Polo e Montale che hanno partecipato al progetto con vivacità ed interesse.
Un grazie sentito a tutti gli esperti che hanno collaborato a questo progetto
garantendone, con grande professionalità ed umanità, la buona riuscita.
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Progetto a cura del
Settore Comunicazione, Ricerca e Sistema Informativo Sanitario
Regionale - Dipartimento Salute e Servizi Sociali - Regione Liguria
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