Ecoguida
Guida al risparmio energetico in casa
INDICE
Cap.1 Energia elettrica
Indicazioni utili per elettrodomestici grandi e piccoli pag. 11
Cap. 2 Il clima in casa
Cosa fare in casa contro la dispersione del calore/fresco
pag. 19
Cap. 3 Acquistare o ristrutturare casa
Dai pannelli fotovoltaici alla ventilazione controllata
pag. 23
Cap. 4 Il risparmio idrico
Consigli pratici sull’uso quotidiano dell’acqua
pag. 27
Cap. 5 Il riutilizzo dei rifiuti
Come dare nuova vita ai vecchi oggetti
pag. 31
Cap. 6 Aspetti etici e sociali del risparmio energetico
Cosa c’è dietro l’accensione di una lampadina?
pag. 35
Scheda illustrativa sulle etichette
Energy label, energy star, ecolabel
pag. 37
Bibliografia
pag. 38
I
La pubblicazione, che è stata ideata e curata da Francesca Marotta (LEA Civitavecchia),
è il risultato delle attività di ricerca del gruppo di lavoro composto da :
Margherita Loddoni (LEA Civitavecchia),
Emanuela Ferretti ( LEA Cave),
Maria Vittoria Di Renzo (LEA Roma),
Barbara Puratich (LEA Roma),
Annalisa Baldacci e Cinzia Vergati (Assessorato all’Ambiente, Comune di Civitavecchia).
In particolare le singole parti sono attribuibili ai seguenti autori:
Francesca Marotta (CAP. I,VI)
Margherita Loddoni (CAP. III, IV)
Emanuela Ferretti (CAP. III)
Maria Vittoria Di Renzo e Barbara Puratich (CAP. V)
Annalisa Baldacci e Cinzia Vergati (CAP. II)
La supervisione tecnica è stata fornita dall’ENEA CR CASACCIA, nelle persone di Loris Pietrelli (Cap. IV), Arch. Gaetano Fasano (Cap. I, II, III).
gnorare un problema, far finta che non esista, può essere consolatorio ma se non si interviene
sulle sue cause certamente si aggrava. Quando le sue conseguenze cominciano a manifestarsi
in forme sempre più gravi e palesi, descriverle dettagliatamente e delinearne i peggioramenti
futuri può generare uno stato di frustrazione e scoraggiamento che induce alla rassegnazione. Per
decenni abbiamo continuato ad agire come se il nostro sistema economico fondato sulla crescita
continua della produzione e del consumo di merci fosse la strada maestra per realizzare il migliore
dei mondi possibili, ignorando gli allarmi lanciati dagli scienziati più responsabili nei confronti delle sorti dell’umanità. Ora che il cambiamento climatico in corso non si può più occultare, gli stessi
che hanno contribuito a ritardarne la presa di coscienza, battono la grancassa di allarmi apocalittici, aggiungendo danni ai danni che hanno già fatto.
Non limitarti a denunciare problemi, indica le soluzioni. Così si comportano le persone responsabili. Non limitarti a denunciare le responsabilità altrui nell’aggravamento della crisi ambientale. Certo la politica non l’ha posta al centro dei suoi programmi, certo l’industria ha perseguito i profitti
senza andare troppo per il sottile con le tecnologie, ma quanto ciascun cittadino, ciascuno di noi,
nell’ambito delle sue scelte, col suo modo di gestire l’energia in casa, col suo modo di spostarsi e
viaggiare, di comprare e di utilizzare gli oggetti che compra, dà un contributo all’effetto serra, alla
costruzione di nuove centrali termoelettriche, alla costruzione di nuove discariche e inceneritori? In
una parola all’effetto serra e all’aggravarsi di tutte le forme di inquinamento che stanno mettendo
in forse la stessa sopravvivenza della specie umana?
Siamo ancora in tempo per invertire la tendenza rovinosa in corso? Qualche peggioramento non è
più evitabile, ma non serve dividersi tra pessimisti e ottimisti. Occorre agire con la massima decisione per ridurre le concentrazioni di CO2 nell’atmosfera e l’immissione di sostanze inquinanti nelle acque, nell’aria e nei suoli. Però occorre sapere cosa fare, occorre conoscere le conseguenze positive o negative nell’uso delle tecnologie, dalle più semplici alle più complesse, occorre assumere
come guida dei propri comportamenti quotidiani la riduzione della nostra impronta ecologica. Questo manualetto dà una serie di informazioni indispensabili a orientare in modo ecologicamente responsabile il nostro agire. Senza doverci privare di ciò che serve per vivere bene, ma usando di più
la testa per ottimizzare i risultati evitando di combinare danni. Un po’ come nella civiltà contadina
faceva il calendario di Frate Indovino. Tenetelo appeso a un chiodo in cucina e sfogliatelo prima di
prendere ogni decisione.
Per le informazioni relative al fotovoltaico e al solare termico (Cap. III), molto importante è stata la consulenza della società DND Impianti S.r.L.
di Villa Adriana (Tivoli -Rm) nella persona dell’Ing. Massimo Denni.
Maurizio Pallante
Alcuni dei dati presenti nella guida sono stati gentilmente forniti da ENEL spa
Le illustrazioni sono di Elisabetta Mitrovich (LEA Roma)
La grafica è di Andrea Grassetti - www.traduvisiva.it
Il supporto cartaceo utilizzato, è stato prodotto con procedimenti atti a salvaguardare l’ambiente tra cui l’utilizzo
di foreste a coltivazione integrata sostenibile e sbiancamento della cellulosa con processi ecologici.
L’
educazione ambientale ha svolto un ruolo molto importante in questi anni nel sensibilizzare
le coscienze delle società umane sui limiti dello sviluppo nei confronti dell’ambiente naturale. Lo scenario futuro, stando alle previsioni allarmistiche che provengono dagli Organismi
nazionali e internazionali della Ricerca scientifica, vedrà d’ora in poi l’educazione ambientale, integrata in maniera sinergica con le strategie che saranno messe in campo dai governi nazionali e locali, per contrastare fenomeni che sembrano investire l’ intero pianeta come l’ inquinamento atmosferico, i cambiamenti climatici e l’aridità, con azioni mirate sì alla sensibilizzazione ma anche a indurre la modifica dei comportamenti soggettivi verso il consumo sostenibile delle risorse.
La Rete dei Laboratori per l’ informazione, formazione e educazione ambientale del Sistema INFEA
costituisce un supporto fondamentale per l’attuazione delle politiche regionali per la sostenibilità
che, in accordo con gli orientamenti nazionali e comunitari, pongono il risparmio delle risorse naturali al centro delle azioni di educazione ambientale e di sviluppo sostenibile.
E’ ormai accertata la necessità di diffondere le informazioni riguardanti lo sviluppo sostenibile, non
solo a livello specialistico ma anche divulgativo, per arrivare al singolo cittadino che sempre più è
chiamato a collaborare in prima persona alla difesa dell’ambiente.
Per quanto concerne i consumi energetici, che sono determinanti nella produzione e immissione
nell’ aria di CO2, il principale agente del cambiamento climatico, spesso le fonti informative diffondono le notizie riguardanti i diversi fattori che su essi influiscono in modo incompleto e frammentario. Non è facile, quindi, per il cittadino arrivare ad una visione comprensiva delle correlazioni esistenti tra i diversi aspetti di uno stesso problema e trovare la giusta soluzione per modificare le sue
abitudini secondo le nuove direttive del vivere sostenibile.
Tra le varie iniziative volte al risparmio energetico nasce questa guida che ha la finalità di indurre i
singoli cittadini a valutare le loro azioni quotidiane in modo consapevole e adottare nuovi comportamenti coerenti con i criteri di sostenibilità.
In questa pubblicazione, frutto del lavoro di gruppo dei Laboratori di educazione ambientale di Civitavecchia, di Roma e di Cave, e dell’Assessorato all’ Ambiente del Comune di Civitavecchia, con
la supervisione dell’ENEA, sono raccolte in modo sistematico le informazioni atte a rendere edotti i cittadini sulle conseguenze che producono le loro azioni sull’ambiente e che, tuttavia, possono
essere corrette attraverso l’assunzione di nuove regole applicate al modo di vivere quotidiano. Vivere quotidiano che se conforme alle buone pratiche della sostenibilità può dare un contributo importante, se non decisivo, alla lotta contro i cambiamenti climatici che rappresentano la minaccia
più incombente sui sistemi naturali e umani.
Dr Lamberto Tizi
Coordinatore Regionale della Rete INFEA - Area Sviluppo Sostenibile
Direzione Ambiente e Cooperazione tra i Popoli - Regione Lazio
I
LEA-Laboratori di educazione informazione e formazione ambientale nascono dal progetto INFEA del Ministero dell’Ambiente per sostenere le azioni che nel territorio tendono a promuovere i principi dello sviluppo sostenibile e coordinarne le attività con gli obiettivi dei grandi progetti nazionali.
La Provincia di Roma, recependo le indicazioni ministeriali, ha istituito fra il 2000 ed il 2005, sette Laboratori territoriali.
Il LABORATORIO fa ricerca in educazione alla sostenibilità. La modalità di lavoro si adatta ai continui cambiamenti di sfondo del panorama globale e locale, dove una comunicazione efficace assume
un ruolo di primaria importanza non solo per partecipare il territorio ma anche per creare, favorire,
facilitare e consolidare le conoscenze per un cambiamento sociale verso la sostenibilità.
Lavorare per l’EDUCAZIONE, l’INFORMAZIONE e la FORMAZIONE significa promuovere la Sostenibilità non solo attraverso l’educazione formale nella scuola ma anche e soprattutto attraverso
l’educazione non formale e informale.
L’Ecoguida nasce da un progetto in rete di tre LEA (Civitavecchia, Cave e Roma) che hanno interpretato con un linguaggio semplice e chiaro il tema attuale del risparmio energetico, anche attraverso
una grafica piacevole e allegra per raggiungere e sensibilizzare il cittadino del territorio della provincia di Roma al risparmio energetico.
Che facciamo risparmiamo?
Dott. C. Angeletti
Dirigente Servizio 1 Ambiente Dip.V
Assessorato alle Politiche dell’Agricoltura e Ambiente
Provincia di Roma
INTRODUZIONE
Che il cambiamento climatico sia in atto e non più il frutto delle farneticazioni di un gruppo di scienziati, questo crediamo sia fuori discussione. L’inverno che sembra somigliare sempre più ad un lungo autunno, le estati torride, le scarse precipitazioni sono tutte prove incontrovertibili di un riscaldamento climatico, un riscaldamento dovuto alla continua immissione in atmosfera di gas serra
(CO2, CH4, ecc..). Le emissioni di questi gas sono insite nella produzione di energia; di quell’ energia che serve a mettere in moto un auto, per produrre fresco d’estate e caldo d’inverno, per accendere una lampadina. E poi, come se non bastasse, gli stessi prodotti che raffinati producono energia e rilasciano i gas serra in atmosfera, sono comunque fonti esauribili e non dureranno a lungo.
Cosa fare dunque? Sicuramente è importante, in questo senso, un impegno deciso del governo che
punti ad investire nelle fonti rinnovabili per favorirne l’utilizzo da parte del singolo cittadino. La Regione Lazio, ultimamente, ha siglato un accordo con le Province, per facilitare il cittadino nell’ottenimento delle autorizzazioni per l’installazione di solare termico e fotovoltaico e altre rinnovabili e
ha stanziato, inoltre, 10 milioni di euro per la realizzazione di interventi concreti, nell’ambito delle
fonti rinnovabili, negli edifici scolastici e nell’edilizia pubblica
(http://www.regione.lazio.it/web2/contents/energie_rinnovabili/eventi/dettaglio.php?id=33).
Sono passi molto importanti, ma ancora lontanissimi dall’affrancamento dal petrolio o dal relegare le fonti fossili al rango di fonti obsolete. Al momento attuale crediamo che tentare di conservare il più possibile ciò che si ha a disposizione sia la cosa più logica da fare. E’ con questo intento,
dunque, che nasce la guida: fornire consigli pratici e davvero poco onerosi per tentare di risolvere
in parte il problema-emissioni unito a quello del depauperamento delle fonti fossili (petrolio, carbone, ecc…). La guida non ha altre finalità che di informare e sensibilizzare il lettore sulle possibilità che ci sono in commercio per diminuire lo spreco energetico e rimpinguare il proprio portafoglio, il che non guasta mai!
Accanto, poi, alle indicazioni per il risparmio energetico, abbiamo creduto che fosse opportuno inserire anche un capitolo sull’acqua, bene esauribile al pari delle fonti fossili, che merita forse più
del petrolio o del carbone, di essere al centro dell’attenzione (una vita senza lampadina è possibile, senza acqua no!) e uno sul riutilizzo dei rifiuti. Tutte le cose che ci circondano hanno bisogno di
energia per funzionare o ne hanno avuto bisogno per essere prodotte, di conseguenza, piuttosto
che aumentare i rifiuti, una buona cosa è dare delle idee per sfruttare in altro modo ciò che ha perso il valore iniziale di utilizzo per il quale era stato comprato. E cosa si nasconde dietro l’accensione
di una lampadina? Potremmo rispondere brevemente con: c’è un mondo intero in movimento! Ma
se ne volete sapere di più, consigliamo la lettura del cap. 6. Sapevate, inoltre, che da luglio di quest’anno, chi vuole vendere la propria casa deve produrre un certificato di efficienza energetica della
stessa? E’ un’innovazione per l’Italia, ma niente di originale per paesi come la Germania, dove l’efficienza energetica procede di pari passo con la costruzione delle abitazioni.
Insomma, per concludere, sperando che la guida, ancor prima che piacere, possa davvero servire,
vi auguriamo buona lettura, tanta volontà e un invito alla riflessione.
I L.E.A. di Cave, Civitavecchia e Roma
toh! ho trovato
un fossile!
Energia elettrica
Indicazioni utili per elettrodomestici grandi e piccoli
> di Francesca Marotta
La supervisione tecnica dei dati e delle indicazioni per migliorare
l’efficienza energetica è dell’Arch..G.Fasano, Dip. TER-UDA SISTEN, CR ENEA CASACCIA.
I dati presenti nell’introduzione sono stati forniti da ENEL Spa.
S
econdo le statistiche la richiesta di energia elettrica nel mondo è sempre maggiore. In Italia nel
2005 si è avuta una domanda superiore del 1,6% rispetto all’anno precedente. Le regioni che
hanno il più elevato consumo pro-capite sono quelle settentrionali, seguite dalle centrali e in ultimo
dalle meridionali. I combustibili fossili che attualmente coprono l’80% del fabbisogno energetico nazionale, sono destinati ad esaurirsi. Facendo un calcolo approssimato, in quanto non si conosce l’entità delle riserve di cui possiamo disporre, il petrolio dovrebbe esaurirsi tra il 2040 e il 2140. In Italia il
ricorso alle fonti rinnovabili è minimo, anche se in leggero aumento. Si calcola che, sempre nel 2005,
rispetto al fabbisogno energetico nazionale, l’apporto dell’eolico è stato dello O,8%, dell’idroelettrico del 16,6%, del geotermico del 1,7%. Siamo chiaramente molto lontani dal riuscire con l’utilizzo di
queste fonti a soddisfare la richiesta nazionale. Nasce così spontanea l’esigenza, prima che le fonti
fossili si esauriscano, di razionalizzare e risparmiare su ciò che si ha a disposizione. Di seguito sono
proposte delle idee tra le più fattibili e meno onerose nell’ambito del risparmio energetico, nell’intento di venire incontro alla disponibilità economiche di una famiglia con reddito medio-basso. Resta, comunque la convinzione che sotto una spinta politica adeguata, la lista sarebbe molto più lunga, interessante e altrettanto poco onerosa. Per quest’ultima parte si rimanda alla bibliografia.
1.1 Illuminazione
< 12
PERCHÉ CONSUMIAMO COSÌ TANTO?
Nelle nostre case è per lo più diffuso l’uso di lampadine a incandescenza che sono a tutti gli effetti
delle stufette elettriche, in quanto circa il 7% dell’energia elettrica che esse consumano, è utilizzata per la produzione di luce, la restante parte è irradiata sotto forma di calore. Inoltre la loro durata
media non supera le 1500 ore. Ci sono, poi, le lampadine alogene che sfruttano il 5% della corrente per l’irraggiamento luminoso e hanno una durata corrispondente a 2000 ore.
Sono, invece, considerate ad elevato risparmio energetico le lampade fluorescenti lineari (comunemente ed erroneamente dette al neon) e le lampade fluorescenti compatte. In ambedue più del 20%
dell’energia è trasformata in luce e hanno una durata media di 8000/10.000 ore. In generale una
lampadina fluorescente compatta da 20W eroga la stessa luminosità di una lampadina alogena da
60W e di una lampadina ad incandescenza da 100W, ma il suo uso non è consigliabile in ambienti
soggetti a frequenti on/off del corpo illuminante. La ricerca in questo senso sta proponendo al mercato lampade più longeve. E’ importante sapere, poi, che i costi di dismissione delle lampade fluorescenti sono sicuramente più onerosi. La classificazione delle lampade a reattore elettronico, come rifiuto a fine vita, viene riportata nella direttiva europea 2002/96/EC del 27 Gennaio 2003 relativa ai Rifiuti Elettrici ed Elettronici. Le lampade fluorescenti compatte sono menzionate nella 5° categoria dell’ Allegato 1-B e classificate come “rifiuti speciali pericolosi”.
Nonostante ciò, l’acquisto di lampadine fluorescenti compatte (costano circa 13.00 l’una) può rappresentare, sicuramente, un investimento di lunga durata, cominciando dalle camere dove si soggiorna più a lungo: cucina, bagno,
camere da lavoro.
OCCHIO ALL’ETICHETTA!
In accordo con la direttiva CEE 98/11/CE, le lampade per uso domestico, devono riportare l’ENERGY LABEL, cioè un’etichetta che illustri l’efficienza energetica.
La classificazione prevede sette classi di efficienza: da A a G, dove A rappresenta il basso consumo e G quello alto.
Le lampadine fluorescenti fanno parte delle classi A e B, le lampadine alogene: classi B, C e D, le
lampadine a incandescenza: classi D, E, F e G.
Accanto alla classificazione, sull’etichetta, si trovano indicazioni relative a: potenza (ad esempio
20 Watt), tipo di attacco (è la parte che collega la lampada al circuito elettrico; l’attacco più comune è l’E27), luminosità (ad esempio 600 Lumen), durata (espressa di solito in ore), colore della luce (espressa in gradi Kelvin (°K) ci dice se la luce ha una tonalità calda (fino a 3000 °K), oppure. fredda e bianca (sopra i 3000 °K), paese di produzione.
QUANTO RISPARMIO?
Ammettiamo che abbia installato una lampadina fluorescente compatta da 20 W, che secondo l’etichetta, avrà una durata di 10.000 ore e una luminosità di 1000 lumen. Il consumo totale di energia
elettrica sarà di 200 kWh (20W x 10.000 h = 200.000 W/h = 200 kWh). Ammettiamo anche che il
costo di un kWh sia di 0.15 €. Facendo i conti, la mia spesa sarà di 30 € (200 kW/h x 0.15), più le
13 € per acquistare la lampadina, si arriva ad un totale di 43 €.
durata della lampadina (in ore)
costo di una lampadina
per 1.000 lumen
costo energetico per 10.000 ore di utilizzo
lampada a
incandescenza
lampada
alogena
lampada
fluorescente
1.500
1,00 €
100 w 2.000
5,00 €
60 w
10.000
13,00 €
20 w
157,00 €
115 €
43,00 €
Nel caso della lampadina ad incandescenza, la prima cosa da considerare è che ci vogliono circa
sette lampadine per equiparare la durata di una lampadina fluorescente e che per ottenere una luminosità di 1000 lumen occorre una lampadina da 100 W, il cui costo è di 1,00 € circa. Riprendiamo
la calcolatrice e rifacciamo i conti: 100 W x 10.000 h = 1.000.000 W/h= 1.000 kWh che rappresenteranno i Kwh consumati per 10.000 ore. Ogni Kwh costa 0.15 € (1.000 Kwh x 0.15 = 150 €) A 150
€ è necessario, però, aggiungere la spesa per l’acquisto di sette lampadine che a 1,00 € l’una, corLE REGOLE DEL RISPARMIATORE CONVINTO
Utilizzare lampadine a basso consumo.
• Spengere sempre la luce dopo che si è usciti dalla stanza.
• I lampadari con molte lampade rappresentano un elemento piacevole nell’arredamento, ma
consumano sicuramente di più.
• Le lampade alogene sono più adatte a illuminare punti precisi che non intere stanze
• La luce indiretta di una lampada voltata verso il soffitto o la parete è importante per creare
l’effetto “luce soffusa”, ma poco funzionale per illuminare una stanza.
• Tinteggiare le pareti e i soffitti con vernice chiara
• Una volta utilizzate, le lampadine fluorescenti vanno lasciate negli appositi contenitori differenziati
•
13 >
risponde a 7,00 €. Il totale raggiunto è di 157,00 €. Per illuminare una stanza, per 10.000 ore,
che possono essere equiparate a 5 anni (2.000 ore all’anno) con una lampadina ad incandescenza, abbiamo speso 114 € in più!!!
1.2 Televisore, HI-FI e altri apparecchi elettrici
PERCHÉ CONSUMIAMO COSÌ TANTO?
I televisori che allo stato attuale si trovano sul mercato sono di tre tipi: il modello vecchio, quello col
tubo catodico, televisori LCD (Liquid Cristal Display) e televisori al plasma. Indipendentemente dalla qualità dell’immagine i televisori che consumano di meno sono gli LCD, mentre, i televisori al plasma hanno un consumo che supera da 2 a 4 volte quello
dei televisori a tubo catodico delle stesse dimensioni.
u CURIOSITA’
Relativamente ai forni, in commercio esistono quelli
E’ essenziale fare una distinzione tra kW
elettrici e a microonde. Questi ultimi consumano la metà
(chilowatt) e kWh (chilowattora). Il kW indica la potenza assorbita da un elettrodomedei primi, semplicemente perché cuociono il cibo in mistico, il secondo l’energia assorbita (il pronor tempo, lasciando le proprietà degli alimenti intatte,
dotto della potenza per il tempo di funzionamento dell’elettrodomestico). Ad esempio,
anche se la cottura è meno uniforme.
< 14
un forno ha una potenza di 2 kW, ciò vuol dire che avrà consumato 2 kWh di energia allo scadere di una intera ora di funzionamento oppure 1kWh di energia dopo 30 minuti di
funzionamento. Se contemporaneamente al
forno si accende un asciugacapelli che ha
una potenza di 1,5 kW, il contatore non reggerà la potenza di carico. I nostri contatori, infatti, sono tarati per reggere una potenza massima di 3 kW che potete leggere in
tutte le bollette per i consumi elettrici, dove a fianco al canone fisso sono riportati i
kWh di energia consumati ed il costo unitario del kWh. Ultimamente l’Enel sta proponendo contratti da 4,5 kW, dove la parte
di canone fisso che si trova sulle bollette è
maggiore, mentre l’unico vantaggio è quello di riuscire a tenere acceso contemporaneamente lavatrice, asciugacapelli e forno,
ad esempio.
OCCHIO ALL’ETICHETTA!
Il consumo dell’elettrodomestico quando è acceso o
quando è in sleep/standby è indicato sul catalogo. Su
ogni elettrodomestico è riportata la potenza, in modalità sleep/standby, espressa di solito in Watt che è un
millesimo del kW.
QUANTO RISPARMIO?
La posizione di stand-by, con la spia luminosa accesa
(LED), comporta un assorbimento di circa 2 Watt all’ora,
anche se, oggi, in commercio ci sono apparecchi elettronici più efficienti dal punto di vista energetico, che consumano 1 Watt all’ora. Bisogna, però, tener presente
che a questi consumi si devono aggiungere quelli dovuti
alle dispersioni del circuito che, da uno studio fatto dalla Commissione Europea, possono arrivare ad oltre 20 Watt. Per semplificare i conti facciamo riferimento al solo consumo della spia luminosa. Se si moltiplicano, quindi, i 2 Watt all’ora per 20 (le
ore della giornata durante la quale il televisore dovrebbe essere spento) e per 365 giorni all’anno, si
ha una cifra di 14600 Watt/h, vale a dire 14,6 kWh. Ammesso che 1 kWh costi 0,15 € , se lo si moltiplica per 14,6 kWh (consumati in un anno per mantenere l’apparecchio elettronico in stand-by),
si ha un totale di 2,19 €. Apparentemente può sembrare una
u CURIOSITA’
cifra insignificante, ma provate
Se si vuole fare un calcolo dei consumi medi della propria abitazione, si può
a moltiplicarlo per 20.000.000
consultare il seguente sito e compilare on-line il test:
http://www.energybox.ch/verteiler.aspx (in italiano)
di famiglie italiane, sono circa
43.800.000 €!
Apparecchio
Potenza erogata
in standby (watt)
Consumo annuo
(Kwh)
Costo annuo
(€)
Televisore nuovo
Televisore vecchio
Videoregistratore
Decoder
Stereo
Radio
Computer
Schermo
Carica-batterie del cellulare
Telefono cordless
Segreteria telefonica
Fax
1
10
6
1
20
2
5
5
1
3
3
1
6,55
65,52
45,86
6,55
131,04
13,1
32,76
32,76
8,01
22,93
24,02
8,01
0,92
9,17
6,42
0,92
18,35
1,83
4,59
4,59
1,12
3,21
3,36
1,12
(Costi calcolati in base a un prezzo dell’energia di 0,14 Euro/Khw) Fonte: http://www.centroconsumatori.it/
Sommando i dati della tabella si scopre che ogni famiglia spende in media 70 € all’anno per la
funzione standby.
LE REGOLE DEL RISPARMIATORE CONVINTO
dalla presa centrale, gli apparecchi elettrici che non saranno utilizzati per ore (televisore, radio, HI-FI, PC, ecc.) evitando la funzione stand-by (anche la lucina rossa consuma
energia!). Per i più pigri è molto utile la ciabatta multipresa con interruttore luminoso (basta
spengere l’interruttore!).
• Posizionare il televisore e/o l’HI-FI, su un piano ben stabile e in modo da lasciare uno spazio
di almeno 10 centimetri tra la parete e il retro dell’apparecchio, per permettere l’aerazione.
• Non dimenticare che più grande è lo schermo, più grande è il consumo.
• E’ consigliabile acquistare forni elettrici ventilati. Il cibo è cotto in minor tempo.
• Evitare il preriscaldamento del forno
• Staccare,
1.3 Lavatrice/Lavastoviglie
PERCHÉ CONSUMIAMO COSÌ TANTO?
La prima cosa da sapere è che l’80% dell’energia consumata dalla lavatrice serve a riscaldare l’acqua. Di conseguenza è preferibile scegliere cicli di lavaggio a temperature basse (30°- 40°). Se il
bucato è particolarmente sporco si può prolungare la durata dell’ammollo: una volta che la lavatrice ha caricato l’acqua, si può spegnere l’elettrodomestico per circa un’ora, per poi riaccenderla
e ultimare il lavaggio. Ugualmente per la lavastoviglie: è preferibile, se non c’è l’urgenza di avere
piatti puliti, di aprirla e lasciare asciugare le stoviglie all’aria. Questi accorgimenti determinano un
minor consumo di energia elettrica. Oltre a verificare, all’atto dell’acquisto, i consumi energetici di
un elettrodomestico, bisognerebbe sempre controllare la quantità di acqua e detersivo che utilizza
la lavatrice/lavastoviglie. Un minore utilizzo di acqua implica una minore energia elettrica necessaria per riscaldarla ed una minore quantità di detersivo. In Europa sono in commercio lavatrici e lavastoviglie a doppia presa, acqua fredda e calda, in grado di utilizzare l’acqua calda diretta senza
doverla riscaldare all’interno della lavatrice/lavastoviglie, che purtroppo in Italia non trovano anco-
15 >
ra mercato. La causa dipende dalle linee di distribuzione idrica installate nelle case che non prevedono tali allacci, la qual cosa invece è già operativa in alcuni Paesi della UE. Le nostre aziende produttrici, quindi, vendono apparecchi con questi dispositivi ma per il mercato estero!
OCCHIO ALL’ETICHETTA!
Come per le lampadine anche per le lavatrici/lavastoviglie, al momento dell’acquisto, è possibile
visionare l’Energy label, dove è indicato il consumo di energia in kWh/ciclo, l’efficacia di lavaggio
e di asciugatura e il consumo di acqua.
QUANTO RISPARMIO?
Una lavatrice tradizionale (classe energetica C), con una capacità di carico di 5 kg, ha un consumo
medio, a 60° C, di 1,3 kWh/ciclo e di 80 litri/ciclo, una lavatrice a basso consumo energetico(classe
energetica A+), ha un consumo di 0,8 kWh/ciclo e
di 40 litri/ciclo.
u CURIOSITA’
Una lavastoviglie tradizionale (classe energetica C),
Accanto alla classe di efficienza energetica, nelcon capacità di carico di 12 coperti, consuma in un
le lavatrici è riportata anche la classe di efficienza
di centrifugazione e di lavaggio. Per cui spesso si
lavaggio 1,4 kWh, mentre una lavastoviglie a basso
possono trovare tre lettere associate, che vanno da
consumo (classe energetica A), consuma in un laA a G. Le più efficienti riportano le tre A. La medesima cosa accade per le lavastoviglie che accanto
vaggio 1,05 kWh al massimo.
alla classe di efficienza energetica riportano, l’efNel caso di questi due elettrodomestici il risparmio
ficienza di asciugatura e lavaggio.
energetico è associato al risparmio idrico.
< 16
Apparecchio
Consumo kWh/anno
Costo
€ anno
A
B
C
D
E
F
G
< 247
247-299
299-351
351-403
403-455
455-507
> 507
< 44,50
44,50-53,80
53,80-63,20
63,20-72,50
72,50-81,90
81,90-91,30
> 91,30
Fonte: http://www.adoc.org/index/it/comunicati.show/sku/1881/RISPARMIA+ENERGIA!.html
LE REGOLE DEL RISPARMIATORE CONVINTO
lavatrici/lavastoviglie a basso consumo energetico.
• Pulire il filtro, serve a tenere in efficienza la lavatrice/lavastoviglie contenendo i consumi.
• Eliminare il prelavaggio.
• Fare il bucato o lavare le stoviglie solo a pieno carico.
• Far asciugare i panni sullo stendino o, nel caso della lavastoviglie, lasciando aperto lo sportello al termine del lavaggio.
• Non superare mai le dosi di detersivo consigliate dalla casa produttrice.
• Nella lavastoviglie evitare di introdurre pentole o padelle particolarmente sporche. In questo
caso è preferibile il lavaggio a mano, più efficace e meno dispendioso in termini energetici.
•Evitare il lavaggio a 90° quando è possibile.
• Acquistare
1.4 Frigorifero
PERCHÉ CONSUMIAMO COSÌ TANTO?
Ad oggi esistono frigoriferi con due motori, uno per il frigo vero e proprio e uno per il freezer e frigoriferi ad un motore (meno costoso). All’atto dell’acquisto conviene scegliere quello a due motori perché permette di impostare in modo del tutto indipendente le temperature dei due vani, in modo da spegnere quello che non serve, lasciando in funzione l’altro. Alcuni modelli sono forniti di un
doppio isolamento sulle pareti, in modo da disperdere meno il freddo, di spie luminose, segnalazioni acustiche in caso dì mancanza di corrente, sistemi elettronici che indicano la non corretta chiusura di una porta. Tutte opzioni di cui tener conto all’atto dell’acquisto dell’elettrodomestico. C’è,
poi, il frigorifero no-frost che ha la particolarità di avere una piccola ventola che permette di mantenere costante la temperatura all’interno del vano in modo da impedire la formazione della brina
e del conseguente strato di ghiaccio che spesso ricopre le pareti dei frigoriferi e che, di fatto, ne auu CURIOSITA’
menta i consumi. L’azione della ventola incide sicuIn basso è riportato il link di un sito dove poter osramente sul dispendio energetico che è, però, comservare, attraverso disegni animati, il funzionamento di un frigorifero:
pensato dalla mancanza di ghiaccio sulle pareti. Il
http://www.danfoss.com/Italy/BusinessAconsumo, in questo modo, rimane costante.
reas/Refrigeration+and+Air+Conditioning/
Training+and+Education/Come+funziona+un+frigo
Importanti sono anche le classi climatiche, che si
rifero.htm
trovano, sulla parete interna, in basso a destra, e
che si suddividono i N (climi normali) e T o ST (climi
tropicali, sub-tropicali) che funzionano bene solo a
temperature dell’ambiente superiori ai 18°C.
u CURIOSITA’
Una particolare attenzione deve essere posta al
numero di stelle presenti nel congelatore: una sola stella, infatti, non permette di congelare cibi freschi, ma di conservare cibi surgelati per una settimana, due stelle per un mese, tre stelle per un anno, quattro stelle permette di congelare cibi freschi e di conservarli nel tempo (fino ad un anno).
OCCHIO ALL’ETICHETTA!
All’atto dell’acquisto è importante prediligere i frigoriferi di classe A++ e con classe climatica N. Questi
costano il 20% in più degli altri frigoriferi però con
l’ultima Finanziaria 2007, il governo ha varato una
legge per la quale chi acquista elettrodomestici di
classe non inferiore alla A+, al posto del vecchio frigorifero, entro il 31/12/2007, ha diritto ad uno sconto pari al 20% del prezzo imposto, per un ammontare complessivo massimo di 200 €. L’apparecchio, però, deve essere acquistato in un’unica rata.
Classe
Consumo kWh/anno
Costo
€ anno
A++
A+
A
B
C
D
E
F
G
<188
188-263
263-344
344-468
469-563
563-625
625-688
688-781
> 781
<34,00
34,00-47,30
47,30-61,90
61,90-84,20
84,20-101,30
101,30-112,50
112,50-123,80
123,80-140,60
> 140,60
Fonte: http://www.adoc.org/index/it/comunicati.show/sku/1881/RISPARMIA+ENERGIA!.html
17 >
QUANTO RISPARMIO
Per un nucleo familiare composto da 4 o più persone è consigliabile un frigorifero da 300 litri ed oltre. Un frigorifero di media capacità consuma circa 500 kWh all’anno, sia pieno di alimenti che vuoto. L’apparecchio della classe A però consuma annualmente 100 kWh in meno di uno di classe B.
LE REGOLE DEL RISPARMIATORE CONVINTO
• Non inserire cibi caldi in frigorifero: il riscaldamento dell’ambiente associato al fenomeno della brina fa salire drasticamente il consumo energetico.
• Preferire i modelli che hanno il doppio motore, quindi doppio interruttore.
• Controllare spesso le guarnizioni del frigo per evitare dispersioni.
• Regolare la temperatura del frigo intorno ai 6°C e quella del freezer intorno ai -15°C, -18°C
• Se si ha un garage o una cantina preferire l’acquisto di un congelatore a pozzo. Hanno la capacità di conservare gli alimenti con minore consumo di energia.
• Posizionare il frigo nei punti più freschi, lontano da fonti di calore e ad almeno 10 cm di distanza dal muro.
aloha gente!
1.5 Scaldabagno
< 18
PERCHÉ CONSUMIAMO COSÌ TANTO?
L’uso dello scaldabagno rappresenta uno dei fattori che incide di più, nella casa, sul consumo di
energia elettrica. Il suo utilizzo è per lo più frequente nelle zone di villeggiatura o nel meridione, dove il clima è più mite. Per ovviare all’enorme spreco di energia, sono usciti sul mercato dei modelli
che tendono a mettere da parte lo scaldabagno elettrico (sicuramente più economico), in favore di
quello istantaneo e di quello ad accumulo. Lo scaldabagno istantaneo ha la caratteristica di riscaldare l’acqua mentre esce dal rubinetto, quello ad accumulo funziona come il vecchio modello elettrico: accumula acqua, riscaldata da gas-metano che, quando fuoriesce, è sostituita da acqua fredda
da riscaldare. Pur somigliando allo scaldabagno elettrico, quello ad accumulo, a metano, ha il vantaggio di riscaldare maggiori quantitativi d’acqua in tempi più brevi, con un significativo risparmio
energetico. Un altro modo per evitare il dispendio energetico è di regolare il termostato sempre sui
40°, in estate e sui 60°, in inverno od un timer per far lavorare lo scaldacqua ad orari prestabiliti.
LE REGOLE DEL RISPARMIATORE CONVINTO
l’utilizzo dello scaldabagno a gas al posto di quello elettrico.
• Installare sempre l’apparecchio vicino ai punti di utilizzo in modo da evitare le dispersioni di
calore lungo le tubature.
• Controllare che lo scaldabagno abbia un adeguato isolamento termico
• Acquistare apparecchi che abbiano una capacità pari al fabbisogno della famiglia. A che serve riscaldare molta acqua se poi non si utilizza?
• Preferire l’acquisto di due scaldabagno piccoli (uno in cucina e uno in bagno), piuttosto che
uno grande.
• Non installare mai l’apparecchio in luoghi freddi o vicino a finestre.
• Installare un timer in modo da fissare gli orari di accensione a 3-4 ore prima dell’utilizzo
• Preferire
Il clima in casa
Cosa fare in casa contro la dispersione del calore/fresco
> di Annalisa Baldacci e Cinzia Vergati
La supervisione tecnica dei dati e delle indicazioni per migliorare l’efficienza
energetica è dell’Arch..G.Fasano, Dip. TER-UDA SISTEN, CR ENEA CASACCIA.
N
ella gestione del calore o del freddo in casa, gioca un ruolo di primaria importanza, oltre il soddisfare le proprie esigenze, la consapevolezza con cui si agisce ovvero la modalità con cui si riscalda o si raffredda l’appartamento e ciò che questo comporta sia in termini economici che ambientali. E’ bene ricordare che una gestione errata è fonte di spreco energetico, con conseguente spreco
economico ed ulteriore immissione nell’ambiente esterno di fattori che concorrono all’inquinamento atmosferico, nonché ai cambiamenti climatici. In termini economici, l’Italia deve spendere globalmente circa 12 milioni di euro l’anno per l’acquisto all’estero di energia, ed ogni famiglia italiana
spende in media 500 euro per riscaldarsi (dati ENEA, 2001). L’energia consumata per il riscaldamento e per l’acqua calda sanitaria, nell’edilizia residenziale rappresenta circa il 15% dei consumi energetici nazionali. Il risparmio energetico può essere perseguito facendo riferimento a diversi tipologie di intervento, quali:
• Il miglioramento della prestazione energetica dell’involucro attraverso una migliore coibentazione
dello stesso.
• Riduzione delle dispersioni con interventi mirati a specifici componenti edilizi(infissi, superfici di
copertura) con componenti più prestazionali.
• Miglioramento del rendimento del sistema impiantistico per il riscaldamento e/o produzione di
acqua calda sanitaria attraverso la coibentazione della rete di distribuzione del fluido caldo, la dotazione di valvole termostatiche sui corpi scaldanti utilizzando pannelli solari termici per la produzione di acqua calda sanitaria, l’utilizzazione di sistemi di impianto a bassa temperatura, ecc.
• Combinando le soluzioni che investono l’involucro e gli impianti.
< 20
ISOLAMENTO DI PARETI E COPERTURE
La gamma di opportunità che consentono di isolare termicamente un edificio è piuttosto vasta e
anche in questo caso il costo degli investimenti è in funzione del tipo di intervento che si vuole fare. La coibentazione delle pareti interne viene eseguita rivestendo le pareti con pannelli di materiale coibente o cartongesso e inserendo lastre di materiale isolante tra i pannelli e la parete. Questo tipo di intervento può essere fatto anche su alcune pareti della casa (quelle più esposte al freddo ad esempio) ma se effettuato su tutte le pareti interne dell’abitazione può portare ad un risparmio pari al 70% dei costi sostenuti annualmente per il riscaldamento/raffreddamento. L’isolamento delle pareti può essere ottenuto anche applicando pannelli di materiale isolante (fibra di vetro,
lana di roccia, pannelli di cellulosa, polimeri a basso peso molecolare) alle pareti esterne o all’interno dell’intercapedine. Esempi di altri interventi sono l’isolamento del tetto (effettuato posizionando un “foglio” di materiale isolante all’esterno, sotto i coppi o le tegole, oppure all’interno nel
sottotetto) e la coibentazione dei solai: dall’esterno con uno strato di materiale isolante impermeabilizzato e protetto dalla pavimentazione o dall’interno applicando pannelli isolanti al soffitto dell’abitazione dell’ultimo piano.
ISOLAMENTO DI INFISSI E VETRI
Infissi non isolati possono causare una dispersione del calore interno all’edificio in misura pari al
20%. Un primo consiglio utile è quello di affidarsi ad aziende che eseguono il Blower-Door-Test
per verificare la tenuta degli infissi e quindi individuare un’eventuale presenza di infiltrazioni (il check up energetico, che include il test di permeabilità al vento, ha un costo che sia aggira attorno
ai 150 - 250 euro). Esistono, inoltre, semplici accorgimenti che consentono di limitare il fenomeno
della dispersione di calore e l’eventuale ingresso di aria fredda in casa; può essere utile ad esempio applicare guarnizioni ai serramenti o utilizzare il silicone. Si può provvedere all’isolamento de-
gli infissi montandovi un secondo vetro in modo da ottenere una finestra a doppi vetri; è inoltre necessario che l’intervento di isolamento interessi anche il cassonetto dell’avvolgibile che rappresenta un canale preferenziale per la dispersione del calore. Tra i prodotti attualmente sul mercato, notevoli garanzie per contrastare la dispersione del calore sono offerte dal montaggio di vetri doppi e tripli (a doppia camera) rivestiti, finestre superisolanti o di bassa remissività (adatte per zone
con basse temperature) e finestre a bassa trasmittanza (più adatte invece a temperature calde). La
qualità del vetro montato negli infissi è un fattore cui prestare attenzione: un buon vetro consentirà non solo di ridurre i costi di riscaldamento ma anche di ottenere una migliore illuminazione della
casa (permettendo così di risparmiare energia elettrica). E’opportuno dotare gli infissi presenti sulle pareti esposte a sud di schermature esterne in acciaio e legno in modo da ombreggiare le finestre quando c’è troppo sole (consentendo così di avere temperature fresche anche in estate) e migliorare l’illuminazione naturale nei locali.
L’IMPIANTO DI RISCALDAMENTO
Una corretta manutenzione della caldaia per la produzione di calore permette di ridurre i consumi
di energia, migliorando la sicurezza e l’efficienza dell’impianto. E’ bene programmare le operazioni di manutenzione dell’impianto all’inizio dell’autunno al fine di verificare l’esistenza di eventuali guasti e/o mal funzionamento prima della stagione invernale. Anche perché, nei primi giorni di freddo, i tecu CURIOSITA’
nici delle ditte di manutenzione ricevono molte chiamaStufette e boilers elettrici consumano 2,5
te e la lista di attesa degli interventi si allunga anche di
volte più energia rispetto ai sistemi funzionanti a combustione (caldaie).
molti giorni. Altro motivo per effettuare manutenzione e
pulizia della caldaia è quello di garantire una buona efficienza di funzionamento. Una caldaia non in perfetta efficienza aumenta il consumo di gas e la spesa sulla bolletta. Usando in modo corretto l’impianto si
può arrivare a risparmiare fino al 20% delle spese annuali.
CALDAIA A CONDENSAZIONE
Nelle caldaie tradizionali i fumi prodotti dalla combustione vengono espulsi attraverso il camino e
rilasciati nell’aria ad una temperatura di 110° C. Il meccanismo alla base di una caldaia a condensazione è tale da consentire il recupero, attraverso la condensazione, del calore contenuto nel vapore acqueo presente nei gas di scarico e di sfruttarlo per il preriscaldamento dell’acqua attraverso un sistema di scambiatori di calore. La temperatura dei fumi in uscita subisce una forte diminuzione e questo consente di utilizzare canne fumarie costruite di materiali plastici. Con le caldaie a
condensazione si riesce a risparmiare fino al 40% dell’energia e si ottiene un notevole abbattimento delle emissioni di NOx e CO2. E’ possibile, inoltre, diminuire ulteriormente i consumi integrando
la caldaia a condensazione con un impianto a pannelli solari.
POMPA DI CALORE
La pompa di calore rappresenta un’importante ed ecologica alternativa agli impianti più tradizionali (caldaie a gas e olio combustibile) per il riscaldamento e la produzione di acqua calda. In natura un corpo a temperatura più alta cede spontaneamente calore ad un fluido a temperatura minore.
La pompa di calore è un impianto che consente il processo opposto ovvero il trasferimento di energia da un fluido a temperatura più bassa ad un fluido con temperatura più alta realizzando quello
che viene definito, in gergo tecnico, un ciclo frigorifero. In commercio le pompe di calore sono pre-
21 >
senti sotto varie tipologie in funzione del tipo di applicazione che se ne vuol fare; tra i vari modelli
menzioniamo le “pompe reversibili” che provvedono al riscaldamento nei mesi più freddi e al raffrescamento nel periodo estivo. La pompa di calore si presta inoltre all’integrazione con altre fonti di energia rinnovabile. In termini economici, il costo per produrre un’unità di calore con la pompa è pari alla metà di quello sostenuto per produrre la stessa quantità di calore con una caldaia ad
olio combustibile e pari a 2/3 del costo per una caldaia a metano. Per maggiori informazioni sulle
pompe di calore, vi invitiamo a consultare l’opuscolo on-line a cura dell’ENEA, disponibile sul sito:
http://www.enea.it/com/web/pubblicazioni/Op4.pdf
< 22
SISTEMI DI RAFFREDDAMENTO
Tra tutti gli elettrodomestici, i condizionatori sono quelli che richiedono un maggiore dispendio in
termini economici ed energetici. Alcune statistiche rivelano che dal 2003-2004 l’acquisto di condizionatori ha subito un incremento pari al 50%!
Una valida alternativa ai condizionatori è rappresentata sia dagli impianti a ventilazione controllata che svolgono un’azione integrata di condizionamento e purificazione dell’aria che approfondiremo nel Cap III, sia dalle tecniche di raffrescamento passivo; con questo termine vanno intese tutte
quelle soluzioni o tecniche che limitano il surriscaldamento degli spazi confinati abitati utilizzando
risorse naturali climatiche anziché sistemi meccanici che consumano energia.
Per poter sfruttare le tecniche di raffrescamento passivo, però, si deve intervenire, spesso in modo significativo, sull’involucro e nell’involucro. Si tratta di interventi che utilizzano sistemi e componenti che ombreggiano la facciata o parti di essa evitando il contributo della radiazione solare: parliamo quindi di elementi schermanti da posizionare in maniera strategica sulle facciate degli edifici, specie in corrispondenza delle partiture trasparenti, fatta eccezione per quelle esposte nel quadrante Nord, di sistemi che sfruttano la geotermia, sistemi evaporativi ecc..
Si può intervenire anche utilizzando la ventilazione naturale o ibrida, naturale più meccanica, per
ventilare gli ambienti, e, soprattutto, per sfruttare al meglio la ventilazione notturna. Nel periodo
estivo, ventilando nelle ore notturne, si abbassa la temperatura degli ambienti e delle masse murarie godendo di migliore comfort nelle prime ore della mattinata e utilizzando meno l’impianto di
condizionamento o di climatizzazione estivo.
Ci sono delle tecniche per utilizzare la ventilazione tramite dei condotti interrati che, con opportune canalizzazione, immettono aria “fresca” anche durante il giorno. Si tratta di tecniche che vanno previste in fase di progetto e che trovano delle difficoltà o impedimenti nell’applicazione in edifici esistenti.
LE REGOLE DEL RISPARMIATORE CONVINTO
dell’abitazione è opportuno mantenere una temperatura pari a 19°.
• Per incrementare la capacità di riscaldamento dei termosifoni si possono applicare pannelli di
materiale isolante tra questi e la parete sui cui sono montati.
• Provvedere all’eliminazione dell’aria aumenta il rendimento nei termosifoni. Il cronotermostato regola automaticamente la temperatura interna dell’abitazione e ne permette la programmazione anche settimanale. Dotare i termosifoni di valvole termostatiche che reagiscono automaticamente a cambiamenti di temperatura regolando l’afflusso di acqua calda in ingresso
ai termosifoni.
• All’interno
La casa dei sogni
ha pochi bisogni
Acquistare
o ristrutturare casa
Dai pannelli fotovoltaici alla ventilazione controllata
> di Margherita Loddoni ed Emanuela Ferretti
La supervisione tecnica dei dati e delle indicazioni per migliorare
l’efficienza energetica, è dell’Arch..G.Fasano, Dip. TER-UDA SISTEN, CR ENEA CASACCIA
Per le informazioni relative al fotovoltaico e al solare termico, molto importante, è stata
la consulenza della società DND Impianti S.r.L. di Villa Adriana (Tivoli -Rm) nella persona dell’Ing, M. Denni
I
n Italia un edificio ha mediamente un consumo energetico pari a circa 150 kWh/anno per mq. Negli ultimi anni si stanno affermando tecniche costruttive in grado di realizzare edifici che diano il
massimo comfort, sfruttando al meglio l’energia con particolare attenzione a quella naturale. Per migliorare l’efficienza energetica di un edificio esistono numerose possibilità di intervento più o meno onerose. Nei capitoli precedenti l’intento è stato quello di offrire al lettore stimoli e suggerimenti per introdurre nella propria abitazione -e nelle proprie consuetudini- cambiamenti poco o per nulla
dispendiosi, capaci, però, di determinare importanti tagli ai consumi (ed alle bollette). In questo capitolo ci rivolgiamo in maniera particolare a quanti si apprestano a costruire una nuova abitazione o
stanno provvedendo al restauro di un edificio. La fase di progettazione o di risanamento di una casa è, infatti, il momento migliore per fare investimenti nell’ambito del risparmio energetico (installazione di pannelli solari, isolamento dell’involucro edilizio dell’edificio). Prima dell’acquisto, però, è
utile informarsi sui numerosi programmi nazionali, regionali e comunali che promuovono interventi
di risparmio energetico attraverso forme di incentivazione economica e fiscale. Il Decreto legislativo
311/2006 (visionabile sul sito: http://www.camera.it/parlam/leggi/deleghe/testi/06311dl.htm) entrato in vigore dal 2 febbraio scorso, impone, a partire dal 1° luglio 2007, l’obbligo di certificazione energetica non solo ai nuovi edifici ma anche a quelli già esistenti, nel momento in cui vengono immessi nel mercato immobiliare e diventino dunque oggetti di compravendita. Inoltre la Legge
Finanziaria 2007 prevede notevoli detrazioni fiscali per spese relative a interventi di riqualificazione
energetica degli edifici (informazioni sulle modalità di accesso ai fondi sono presenti sul sito http://
www.acs.enea.it/ oppure www.sviluppoeconomico.gov.it/pdf_upload/documenti/php3K0eGG.pdf).
< 24
ISOLAMENTO TERMICO
Circa il 70% dei costi energetici sostenuti in una casa sono dovuti al riscaldamento. La quantità di
calore raccolta, mantenuta e dispersa nelle nostre case dipende in buona parte dalle modalità di
isolamento delle pareti, per cui provvedere a migliorare la coibentazione dell’edificio, è sicuramente il modo più efficace per ridurre i costi. Interventi di questo tipo risultano particolarmente convenienti se effettuati nelle costruzioni ex-novo e in caso di risanamento dell’edificio. Un altro accorgimento utile per diminuire la dispersione o l’entrata di calore nell’edificio, è quello di evitare la presenza di ponti termici, sacche di calore o freddo che rimangono intrappolate nella casa in corrispondenza di travi, pilastri, balconi o davanzali. Per maggiori informazioni su tipologie e costi dei sistemi
di isolamento degli edifici, vi invitiamo a consultare la guida on-line “Risparmio energetico nella casa” a cura dell’ENEA disponibile sul sito: http://www.enea.it/com/web/pubblicazioni/Op1.pdf
STRUTTURA E ORIENTAMENTO DELL’EDIFICIO
La facciata principale dell’edificio, esposta a Sud, consente di sfruttare al meglio, l’energia naturale
del sole. Occorrerà quindi disporre gli ambienti domestici più frequentati durante il giorno (sala da
pranzo, cucina, salotto) nel versante sud dell’edificio e organizzare a nord quei locali la cui frequentazione è perlopiù serale e notturna (camere da letto). Un altro aspetto importante è la forma dell’edificio: una maggiore compattezza, con scarse rientranze e sporgenze, consentirà maggiori possibilità di migliorare l’efficienza energetica della nostra abitazione.
VENTILAZIONE CONTROLLATA
La ventilazione degli ambienti chiusi è un problema molto importante soprattutto per la salubrità
dell’edificio e la salute di chi lo vive. Ci sono molti studi sull’Indoor Air Quality e non è un caso se la
Direttiva europea sull’efficienza energetica degli edifici (91/2002/CE) annovera tra gli interventi da
considerare, per la certificazione energetica degli edifici, anche quelli relativi alla ventilazione. Per
cercare di minimizzare i consumi energetici che la ventilazione comporta sono state messe a punto
diverse modalità. In particolare sono stati studiati sistemi che sono classificati come: naturale (ventilazione innescata con fenomeni naturali); meccanica (dovuta ad impianti meccanici); ibrida, combinazione di quella naturale e meccanica. Senza entrare nello specifico possiamo indicare quelli ibridi
come i più efficienti dal punto di vista energetico-ambientale e quelli meccanici come i più efficaci
per gli aspetti della salute. La ventilazione controllata è gestita da sottosistemi, interni all’abitazione, in grado di valutare le condizioni esterne ed interne e farli funzionare nella maniera più efficiente. Gli impianti a ventilazione controllata consentono di aspirare l’aria viziata presente in casa, satura di cattivi odori, sostanze inquinanti e vapore acqueo e
convogliarla verso l’esterno dell’edificio; contemporaneau CURIOSITA’
mente viene immessa all’interno della casa aria fresca
Il concetto di casa si sta evolvendo e, per
continuamente rinnovata. Questo sistema garantisce siquanto possa essere abusata la definizione,
presenta delle specificità che la differencuramente una migliore qualità dell’ambiente interno atziano dal concetto tradizionale di residentraverso il continuo ricambio dell’aria.
za. Il telelavoro, il telestudio, la teleamministrazione, la teleassistenza e quant’altro,
Impianti di ventilazione controllata possono essere installe reti globali e locali di accesso ai servizi,
lati sia in fase di costruzione sia durante il risanamento
le nuove esigenze dei media, richiedono sistemi di controllo e gestione evoluti e flesdegli edifici; è utile sapere che si tratta di impianti di semsibili Per andare incontro a queste necessiplice installazione e contenuti costi di manutenzione.
tà la tecnologia ha sviluppato sistemi intelligenti che stanno sempre più affermandosi sul mercato: lo Smart Building per il residenziale chiamato DOMOTICA.
Una casa moderna sostenibile sarà dotata di
una serie di impianti, sistemi e componenti, in grado di gestire e soddisfare gran parte delle nostre esigenze e le cui funzioni di
controllo e gestione risultano fondamentali per migliorare la nostra qualità della vita e contenere i consumi e l’emissione di
gas serra. Sensori, attuatori, interruttori e
dispositivi ad intelligenza distribuita, per la
gestione intelligente delle funzioni e della
logistica della casa, garantiscono una corretta gestione del microclima e del comfort
interno, ottimizzando i consumi, migliorando la qualità della vita e rendendo più sicura la casa .
IL SOLARE TERMICO
La radiazione solare resta la fonte energetica più abbondante e pulita sulla superficie terrestre. Il solare termico è una tecnologia usata già da decenni e consiste nell’utilizzo dell’energia solare per la produzione dell’acqua
calda sanitaria e per uso riscaldamento, per l’essiccazione, la sterilizzazione, la dissalazione e la cottura cibi.
L’applicazione più comune è il collettore solare termico
utilizzato per produrre acqua calda sanitaria. Un metro
quadrato di collettore solare può scaldare, a 45÷55° circa, 50 litri d’acqua in un giorno, a secondo dell’efficienza, che varia con le condizioni climatiche e con la tipoloa cura di G. Fasano
gia del pannello piano tra il 30 % e l’80%.
Il rendimento dei pannelli solari è aumentato di un buon
30 % nell’ultimo decennio, rendendo varie applicazioni
nell’edilizia, nel terziario e nell’agricoltura commercialmente competitive. Sono presenti sul mercato, infatti, diverse tipologie di pannelli solari per il settore civile: i più interessanti sono quelli
piani e quelli sottovuoto che hanno caratteristiche prestazionali e costi molto diversi. Bisogna però
considerare che, essendo l’energia solare una fonte imprevedibile sulla superficie terrestre, i collettori piani solari termici vanno realisticamente considerati integrativi rispetto alle tecnologie tradizionali; essi, infatti, forniscono direttamente solo parte dell’energia necessaria all’utenza, energia che altrimenti dovrebbe essere prodotta dalla caldaia tradizionale.
FOTOVOLTAICO
Il funzionamento dei dispositivi fotovoltaici si basa sulla capacità di alcuni materiali semicondut-
25 >
tori, opportunamente trattati, di convertire l’energia della radiazione solare in energia elettrica. Il
componente base di un impianto FV è la cella fotovoltaica, che è in grado di produrre circa 1,5 Watt
di potenza di picco in condizioni standard, vale a dire quando essa si trova ad una temperatura di 25
°C ed è sottoposta ad una potenza della radiazione pari a circa 1000 W/m².
Nel corso degli ultimi due decenni il prezzo dei pannelli è notevolmente diminuito al crescere della
richiesta di mercato, tuttavia, è ancora tale da rendere questa tecnologia non competitiva dal punto
di vista economico con altri sistemi energetici, se non in particolari nicchie di mercato o in presenza di agevolazioni fiscali. In Italia l’installazione di pannelli fotovoltaici è incentivata con il “Conto Energia”: non viene elargito un contributo in “conto capitale”, per comprare l’impianto, come
succedeva in passato, ma viene riconosciuta una tariffa incentivante ai kWh prodotti dall’impianto fotovoltaico. La tariffa incentivante, riconosciuta all’energia prodotta per 20 anni (un pannello ha
una durata di 30 anni approssimativamente), permette un più rapido rientro economico dell’investimento, e premia una maggiore efficienza impiantistica. A tale incentivo va aggiunto il risparmio
in bolletta elettrica e cioè approssimativamente 0,16 euro a kWh prodotto dall’impianto. Si ricorda
inoltre che l’IVA per gli impianti fotovoltaici è del 10% (DPR 633-72). Per maggiori informazioni sul
“Conto energia” si consiglia di visionare il sito del GSE: www.grtn.it/ita/index.asp
e... se facessi una
doccia al mese??
< 26
Il risparmio idrico
Consigli pratici sull’uso quotidiano dell’acqua
> di Margherita Loddoni
La supervisione tecnica dei dati è del Dott. L. Pietrelli
Dip. ACS, CR ENEA CASACCIA
U
n miliardo e 400 milioni di persone sul pianeta non hanno accesso all’acqua potabile. 50 guerre nel mondo sono legate all’acqua che sta diventando l’Oro Blu del secolo. In Italia ogni abitante utilizza 200-250 litri di acqua potabile al giorno per usi domestici (bere, cucinare, igiene personale, bucato, piatti ecc…) e con questa cifra siamo allineati ai paesi industrializzati nel consumo quotidiano di acqua. All’aumento della domanda di acqua si contrappone una crescente scarsità della risorsa idrica legata soprattutto all’ inquinamento delle falde e dei corsi d’acqua e all’eccessivo sfruttamento delle riserve idriche naturali.
La “questione acqua” ci tocca dunque da vicino e la domanda da porci è: noi cosa possiamo fare? Iniziare a capire quanto consumiamo e come consumiamo all’interno delle nostre case è il primo passaggio per agire concretamente e trovare soluzioni, più o meno immediate, che consentano di razionalizzare e ridurre la quantità d’acqua che utilizziamo quotidianamente.
PERCHÉ CONSUMIAMO COSÌ TANTO?
Gli usi sanitari (doccia, bagno, detersione delle mani, ecc…), rappresentano la voce che incide
maggiormente sul consumo di acqua all’interno delle nostre case (50-60%); una larga fetta dei consumi idrici è riconducibile agli sprechi legati ad abitudini poco responsabili come quella di lasciare
aperti i rubinetti anche quando non ce ne sarebbe bisogno, facendo scorrere in questo modo litri e
litri di acqua inutilmente. Preferire, ad esempio, la doccia al bagno permette di risparmiare il 50%
di acqua, lavarsi i denti aprendo il rubinetto solo quando realmente necessario (per il risciacquo dei
denti e dello spazzolino) ci consente
12 %
di ridurre il consumo. Anche durante la rasatura si possono risparmiare
39 %
6%
molti litri di acqua, riempiendo il lavabo per metà di acqua ed utilizzan- 6 %
dola per sciacquare il rasoio.
6%
< 28
QUANTO RISPARMIO?
10 %
I modi per risparmiare acqua so1%
20 %
no molteplici: ma in termini quantitativi, a quanto ammonta il risparmio? Vi proponiamo di seguito alcuni esempi. Facendo attenzione a non far scorrere acqua mentre ci si insapona sotto la doccia, si
possono risparmiare fino a 2500 litri a persona ogni anno (per una famiglia di quattro persone il risparmio annuale sarà di 10.000 litri). Preferire la doccia al bagno significa risparmiare 100 litri di
acqua per ogni lavaggio; pensando di sostituire un bagno a settimana con una doccia, per una famiglia di quattro persone il risparmio annuale sarà di 100 litri x 52 (numero di settimane in un anno) x 4 persone = circa
21.000 litri di acqua.
I MISCELATORI D’ARIA
Un modo semplice ed efficace di risparmiare acqua è quello
di applicare ai rubinetti di casa il frangigetto, un miscelatore
d’aria che sfruttando il principio della turbolenza miscela aria
al flusso di acqua e crea un getto più leggero ma efficace, consentendo di ridurre la portata di acqua in uscita dal rubinetto
anche del 50%. Esistono inoltre in commercio riduttori di flusso da montare alla parte finale della doccia. I frangigetto sono oggi realizzati con resine autopulenti che impediscono l’incrostazione
calcarea e la proliferazione batterica. Questi dispositivi possono essere acquistati in un negozio di
ferramenta o casalinghi e sono di facile montaggio; è un’operazione semplice che consente di ridurre del 50% il consumo di acqua del rubinetto e del 20-30% il consumo di acqua totale dell’abitazione. Più in dettaglio l’acqua risparmiata con l’applicazione di frangiflutti al rubinetto è pari ogni anno a 18.000
u CURIOSITA’
litri in una famiglia di tre persone.
Un accorgimento utilissimo per ridurre gli
sprechi d’acqua è accertarsi che l’impianto idrico in casa non sia soggetto a perdite; per verificarlo è sufficiente controllare
il contatore d’acqua quando tutti i rubinetti
sono chiusi: se continua a girare probabilmente c’è una perdita. Un rubinetto con una
perdita di una goccia al secondo (foro 1 mm)
comporta uno spreco pari a circa 10000 litri
di acqua ogni anno.
ATTENTI AL WC!
Il 20-30% dei consumi idrici di acqua in casa è da imputare agli scarichi del bagno: ogni volta che scarichiamo
si perdono oltre 10 litri di acqua potabile. E’ possibile ridurre questa voce di consumo adottando scarichi ”intelligenti” ad esempio a doppia mandata (esistono diversi
modelli in commercio: 3/6 litri, 4/9 litri), a manovella o
Un water che perde non va trascurato: può
sprecare anche 100 litri d’acqua al giorno!
quelli provvisti di tasto-stop che ci consentono di utilizzare solo l’acqua effettivamente necessaria allo scarico
del wc. Un altro suggerimento è quello di inserire nella
cassetta dello sciacquone un oggetto che occupi spazio, ad esempio una bottiglia riempita d’acqua:
in questo caso la quantità d’acqua risparmiata ad ogni scarico è pari al volume occupato dalla bottiglia stessa. Per limitare la quantità d’acqua erogata durante la fase di scarico è possibile inoltre
regolare il galleggiante dello sciacquone.
In generale utilizzando un sistema di erogazione differenziato per quantità, tale da permettere di
regolare la quantità di acqua di scarico in base alle esigenze, si arriva a risparmiare fino a 20.000
litri anno/famiglia.
BUCATO E LAVAGGIO STOVIGLIE
Ha una incidenza sul consumo idrico del 20%. Per maggiori approfondimenti si consiglia di
leggere il Capitolo 1.
ALTRI USI: GIARDINAGGIO, AUTOMOBILE
Ha una incidenza sul consumo idrico del 6%. Una parte dei consumi idrici domestici è destinata ad altre attività quali l’innaffiamento delle piante, il lavaggio dell’automobile, ecc., per le quali è abitudine diffusa utilizzare acqua potabile anche se non necessario e in molti casi giustamente vietato. In numerosi comuni italiani infatti sono state emanate ordinanze per il risparmio dell’acqua potabile con le quali viene fatto esplicito divieto ai cittadini di utilizzare l’acqua erogata dall’acquedotto pubblico per usi extradomestici, ovvero innaffiare i giardini e gli orti, lavare i cortili e
gli automezzi e alimentare le piscine. Questa limitazione è valida in alcune fasce orarie variabili a
seconda dei casi.
Ai fini del risparmio idrico è comunque consigliabile innaffiare le piante di sera quando l’evaporazione è più lenta oppure utilizzare sistemi di irrigazione a micropioggia programmabili e dispositivi goccia a goccia che rilasciano acqua vicino alle radici lentamente senza dispersione permettendo così un utilizzo ottimale della risorsa. Lavare l’automobile è un’attività che anche se poco frequente, richiede importanti quantità di acqua, almeno 100 litri; un semplice accorgimento è quello
29 >
di utilizzare un secchio pieno d’acqua insaponata e uno di acqua pulita piuttosto che adoperare una
pompa con getto d’acqua corrente.
< 30
Riciclare l’acqua
Un altro aspetto del risparmio idrico è quello legato al riutilizzo. Se innaffiamo l’orto con acqua piovana raccolta e i fiori e le piante in vaso con acqua già utilizzata per lavare verdura e frutta riusciamo a recuperare fino a 6.000 litri di acqua potabile ogni anno. Un altro suggerimento è di utilizzare l’acqua impiegata per cuocere la pasta per lavare i piatti: in questo modo si risparmia anche detersivo, dato l’ottimo potere sgrassante dell’acqua di cottura. A fianco a questi consigli si collocano
numerose alternative per il riciclo dell’acqua che si differenziano per potenzialità e costi. Tra queste c’è la possibilità di dotare la nostra abitazione di un impianto per il recupero di acqua piovana
che consente di risparmiare il 50% di acqua potabile. Gli ambiti di riutilizzo dell’acqua piovana dipendono principalmente dalla sua qualità e dunque dall’eventuale presenza di carichi inquinanti. Un impianto
u CURIOSITA’
di recupero di acqua piovana consta principalmente di
Un interessante progetto, sul riuso dell’acdue sistemi: un sistema di accumulo per la selezione-filqua piovana ed il riciclo delle acque grigie,
denominato Aquasave, è stato realizzato nel
trazione delle acque e un sistema di riutilizzo che serve
Comune di Bologna in collaborazione con
a prelevare l’acqua stoccata nei serbatoi di accumulo e
l’ENEA. Per saperne di più:
http://www.aquaer.it/analisi/prod300.htm/;
a distribuirla agli apparecchi per il riutilizzo. Il serbatoio
http://www.bologna.enea.it/ambtd/aquasadi accumulo può essere posto sopra il garage, in cantive-doc/aquas-ita.htm
na, nel sottotetto o in giardino. E’ utile sapere che alcune amministrazioni in Italia hanno predisposto piani di
incentivi e agevolazioni economiche per chi decide di dotare la propria abitazione di un sistema di
recupero delle acque piovane. Esistono, anche, altre tipologie di impianto che sono in grado di recuperare anche le acque grigie. Sono sistemi che sfruttano tecniche di fito-depurazione. Questi sistemi, che cominciano ad essere utilizzati anche nel nostro Paese, necessitano di una progettazione adeguata e di spazi che consentano la realizzazione di vasche di trattamento, per lo più interrate, e di una all’aria aperta (p.es. una fontana o un piccolo specchio d’acqua con acqua in movimento) in cui siano piantumate specie vegetali, con determinate proprietà dell’apparato radicale, in grado di rendere l’acqua utilizzabile per tutti gli usi tranne quello sanitario.
LE REGOLE DEL RISPARMIATORE CONVINTO
miscelatori d’aria a rubinetti e docce.
• Dotare il WC di sistemi di scarico intelligenti.
• Usare lavatrici e lavastoviglie a pieno carico e con ciclo ecologico.
• Verificare la presenza di perdite e provvedere prontamente alla riparazione di malfunzioni.
• Preferire sempre la doccia al bagno e fare attenzione a non far scorrere acqua inutilmente (ad
es. mentre ci si insapona e si lavano i denti).
• Dotare la propria abitazione di sistemi che consentano la raccolta e il riuso di acqua piovana
e delle acque grigie.
• Quando si va in ferie è buona regola chiudere il rubinetto centrale dell’acqua:
in questo modo evitiamo perdite dovute a rotture impreviste dell’impianto.
• Applicare
et voilà il rifiuto
dove stà?
Il riutilizzo dei rifiuti
Come dare nuova vita ai vecchi oggetti
> di Maria Vittoria Di Renzo e Barbara Puratich
I
n passato, quando la pubblicità e il consumismo non giocavano un ruolo determinante per il sistema, la “cultura del riuso” era all’ordine del giorno, sia per la carenza di materie prime sia per un antico rispetto nei confronti del “valore delle cose” dovuta alla consapevolezza della fatica (economica
e lavorativa) necessaria per ottenerle. L’idea del riuso è riconducibile allo stile di vita tipico della cultura contadina, ma non solo, dove nulla veniva sprecato e tutto veniva quotidianamente trasformato e riutilizzato. Con l’avvento delle consumismo c’è stata un’inversione di tendenza. Oggi è sicuramente più facile ed economico cambiare un elettrodomestico anziché ripararlo, sostituire gli oggetti anziché dargli nuova vita, gettare nel bidone della spazzatura cose in eccedenza anziché donarle a
qualcuno. Secondo l’ultimo Rapporto APAT sui Rifiuti (2006), dal 2003 al 2005, c’è stato un incremento della produzione dei rifiuti (5,5%) nettamente superiore ai consumi medi di una famiglia (0,6%),
segno che le politiche di prevenzione hanno fallito. Prima ancora di incentivare la raccolta differenziata che in qualche modo favorisce la produzione di rifiuti, occorrerebbe recuperare la cultura del riutilizzo. In alcuni comuni della Provincia di Parma (Boschini M., 2006) è in atto un progetto nuovo dal
titolo “sPiazza mercato”: in un area della città, generalmente quella dedicata alle isole ecologiche, i
cittadini possono portare oggetti di cui vogliono liberarsi e acquisire dei crediti spendibili nella stessa area per “acquistare” altri oggetti che, riparati o trasformati, sono stati lasciati da altre persone.
I crediti sono attribuiti sulla base del valore dell’oggetto, della sua potenzialità di riutilizzo e dell’impatto ambientale che questo avrebbe una volta smaltito. Alcuni degli oggetti non sono “acquistabili”, ma, sono assemblati in un kit di beni comuni utilizzabili per il noleggio e/o il prestito. Sulla scia
di quest’esperienza davvero singolare, riportiamo, di seguito, esempi pratici di come la fantasia e la
creatività che sono in ognuno di noi possono aiutarci a vedere le cose che ci circondano non come
oggetti predefiniti ma come corpi cui dare nuova vita e altro scopo.
PLASTICA
Le materie plastiche sono sostanze artificiali prodotte dall’industria utilizzando soprattutto petrolio,
gas naturale e carbone. Il 90% dei contenitori di prodotti liquidi per la pulizia della casa e per l’igiene personale sono di plastica. Nei rifiuti urbani e assimilati figurano ogni anno circa 5 milioni di tonnellate di materie plastiche, il 40% delle quali è costituito da imballaggi. I problemi relativi al riciclo della plastica sono dovuti sia agli elevati costi che il trattamento richiederebbe sia al fatto che
questo materiale racchiude in sé decine di sottoprodotti diversi e non omogenei.
ALLUMINIO
L’alluminio esiste in natura solo sotto forma di composto, in questo caso, della bauxite. Leggero, resistente
agli urti e alla corrosione, durevole, a-magnetico, eccellente conduttore termico ed elettrico e, soprattutto, riciclabile al 100%. In Italia, paese privo di miniere di bauxite, il 40% dell’alluminio circolante è frutto del riciclo.
PC E ACCESSORI
Stando ai dati raccolti dalla Commissione Europea, ats Anna Pia Vitacolonna “Io non rifiuto ma ri...Fiuto”
RIUSO: utilizzazione degli oggetti e dei materiali per gli stessi scopi per i quali sono stati creati.
RICICLO: recupero di materiali di scarto o di rifiuto riutilizzabili in un nuovo ciclo produttivo.
RIUTILIZZO: utilizzazione degli oggetti e dei materiali con scopo diverso da quello per il quale
sono stati creati.
< 32
s Scarti - Silvia Bragagnolo
VETRO
u CURIOSITA’
Il vetro è consideNel mondo c’è un grandissimo bisorato il contenitore
gno di occhiali usati. Nei paesi in via
di sviluppo, un esame degli occhi costa
ideale per gli aliquanto il salario di un mese. Non buttamenti perché perte i vostri occhiali, quelli vecchi verranno riciclati, puliti, riparati e classificamette di conserti a seconda della gradazione, e quindi
varne gusto e arodistribuiti ad organizzazioni che si occupano della protezione della vista nei
mi, oltre a consenpaesi in via di sviluppo.
tirne la sterilizzaInfo: http://www.raccoltaocchiali.org
zione e pastorizzazione. E’ costituito s www.designmatcher.com
da materiale riciclabile al 100% ed, inoltre, può essere riciclato molte volte, senza subire alcun
degrado quantitativo o qualitativo. Il suo ri-utilizzo limita l’estrazione delle materie prime dalle cave e dalle miniere per la sua produzione. Oggi, in Italia, il 60% delle bottiglie prodotte sono fatte con vetro riciclato.
s Campana a vento - creazione di Carlo Cherubino
33 >
s Squame di pesce - Creazione di C. Cherubino
tualmente discariche e inceneritori sono l’ultima dimora del 90% circa dei rifiuti elettronici ed elettrici (PC, periferiche e accessori, ma anche radio, tv, congelatori, frigoriferi, lavatrici),
chiamati anche tecno-rifiuti, che vi giungono “integri”, ossia senza l’asportazione dei componenti
pericolosi in essi contenuti. Questo, in realtà, non è ciò che dovrebbe avvenire: anche in presenza
di una legislazione specifica sullo smaltimento dei RAEE (“Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed
Elettroniche”, altrimenti definiti WEEE, “Waste from Electrical and Electronic Equipment”, oppure
E-waste), il buon senso innanzitutto dovrebbe metterci una pulce nell’orecchio, mentre svuotiamo
la soffitta, e ricordarci esistenza e finalità della raccolta differenziata. Affinché si minimalizzi la produzione di rifiuti, quest’ultimi sono inizialmente classificati in base al loro grado di recupero. Successivamente sono effettuate operazioni di messa in sicurezza delle sostanze e componenti pericolose presenti nelle apparecchiature attraverso il
loro disassemblaggio e la loro cernita.
< 34
u CURIOSITA’
I MERCATINI DELL’USATO A ROMA
Quello di Porta Portese (ogni domenica, in via Portuense) è il più grande mercatino dell’usato europeo con oltre duemila operatori ed è nato negli anni Cinquanta. Ci
sono poi le proposte di Emmaus Roma (mercoledì e sabato, in via del Casale de Merode, Emmaus.it/roma) e
quelle dell’Officina sociale Emmaus (mercoledì, sabato e ultima domenica di ogni mese, in via Pietralata 216,
[email protected]).
Molto noto ai più giovani è anche il mercato del libro
scolastico usato di Lungotevere Oberdan, attivo l’ultima settimana di settembre e tutto ottobre. Anche al teatro Vascello (via Carini 72), il fine settimana si organizzano la vendita e lo scambio di oggetti, libri, giocattoli
e molto altro. Il piccolo gruppo di architetti che ha promosso la cooperativa Trad.Eco recupera invece vecchi
mobili e organizza un mercatino presso la propria sede
di via dei Genovesi 11 ([email protected]).
Ci sono poi gli appuntamenti promossi da altre organizzazioni sociali come il Barattolino (via Monte Fumaiolo 40), quelli dei nostri amici dell’associazione L’Occhio
del riciclone (Occhiodelriciclone.com) e quelli della
cooperativa Binario Etico (via Luigi Montuori 5).
Insomma, fatevi un bel giro e lasciate la carta di credito a casa.
Tutti insieme
scambievolmente
RAME
Con ogni probabilità il rame è il metallo che
l’umanità usa da più tempo. Il rame non emette sostanze nocive per l’ambiente e risulta rici-
s Creazione di Maria Vittoria Di Renzo
Aspetti etici e sociali
del risparmio energetico
clabile 100%. E’ la materia prima di cui l’Italia
dispone maggiormente, pur non possedendo miniere. Quasi la metà del rame attualmente utilizzato in Italia proviene dal riciclo. Si calcola che
l’80% circa del rame estratto fin dall’antichità
sia ancora in uso sotto varie forme. Il rame riciclato ha le stesse caratteristiche chimico-fisiche e tecnologiche del rame primario e quindi
non subisce limitazioni di utilizzo o diminuzione di valore.
Cosa c’è dietro l’accensione di una lampadina?
> di Francesca Marotta
s Creazione di M. V. Di Renzo e E. Ferretti
I dati presenti nel capitolo, laddove non espressamente
indicato dalla bibliografia, sono stati forniti da ENEL spa.
È
un sera d’inverno, Elisa è tornata a casa dopo una giornata lavorativa intensa. Stanca e affamata, ha lasciato le chiavi di casa sulla consolle nell’ingresso e ancor prima di chiudere la porta ha
acceso la luce, dirigendosi in cucina. Apre il frigo e tira fuori uno yogurt, mentre, con gli occhi cerca
il telecomando della televisione per ascoltare il telegiornale...
< 36
Gesti ordinari quelli di Elisa, consueti ma inconsapevoli del fatto che in poco più di cinque minuti Elisa ha fatto muovere l’economia (ricordate lo spot?). In tre modi diversi, illuminando l’ingresso,
aprendo il frigorifero e accendendo la televisione, sono partiti tre segnali che dall’interno dell’abitazione, passando sottoterra, dalla cabina secondaria del quartiere, si sono propagati alla cabina primaria alle porte della città e di quì ai cavi dell’alta tensione. La corrente che alimenta la rete è fornita direttamente dalle centrali termoelettriche che per produrre elettricità hanno bisogno di fonti
fossili come ad esempio il petrolio. L’Italia è dipendente per le importazioni di petrolio per una quota
pari al 93%, dove il 70% è fornito dal Medio Oriente e dal Nord Africa e la quota restante dalla Russia e da altri paesi europei. Di conseguenza c’è sempre una gigantesca nave-cisterna che fa la spola tra il nostro paese e gli altri, recando con sè quantitativi ingenti di una fonte fossile che è, poi, riversata o direttamente in centrale o in oleodotti o autobotti che la trasportano in altre centrali per la
raffinazione. L’elettricità che alimenta le nostre case non proviene soltanto dall’acquisto di petrolio:
ci sono paesi, la cui energia è fornita da centrali nucleari, che sono costretti a tenere accese anche
di notte, che dell’energia in surplus non sanno cosa farne. E allora perché non venderla a quei paesi che ne hanno bisogno? E così l’Italia compra energia nucleare dalla Francia, energia idroelettrica
dalla Svizzera e dall’Austria, dalla Grecia durante il periodo invernale, perché ne ha meno bisogno e
così via anche per la Slovenia. E nel frattempo l’economia gira perché la richiesta di energia di Elisa, unita a quella di milioni di persone, consente ai lavoratori delle miniere di carbone o dei giacimenti di petrolio e gas di ricevere una retribuzione a fine mese, di favorire le società elettriche nell’
assumere nuovi addetti alle centrali, di dar licenza alle aziende di trasporto di aumentare il numero
di navi-cisterna che sono costruite in America, ma hanno componenti elettronici che provengono dal
Giappone e parti meccaniche dalla Corea. Il costo di tutto questo movimento arriva all’utente sotto forma di bolletta, che aumenta sempre più piano piano che la richiesta aumenta, e così aumentano i costi dell’energia e le emissioni di anidiride carbonica, di anidride solforosa, di ossidi di azoto
e di polveri. E già le centrali inquinano e le spese per limitare i danni causati dall’inquinamento sono maggiori di quelle relative all’acquisto e produzione di petrolio. Inoltre la CO2 provoca l’aumento della temperatura terrestre, per difendersi dalla quale si installano nuovi condizionatori e ulteriore CO2 è immessa nell’atmosfera (Pallante, 2004).Se i costi ambientali dovessero essere sostenuti
da noi consumatori instancabili di elettricità, il prezzo della bolletta aumenterebbe del 50% (Roodman D.M., 1998). Come uscire dal circolo vizioso? C’è chi propone l’applicazione del principio “chi
inquina paga”. Se il prezzo è alto ne conseguirà lo scoraggiamento di certe pratiche o un aumento
dei prezzi dell’aria, dell’acqua, dei suoli, dipende dai punti di vista. Ma si può mercificare la natura?
Cacciari ci fa notare che dare un prezzo ai beni naturali, venderli o acquistarli come fossero merce, è
una beffa perché la natura non è un prodotto umano e nessuno è in grado di copiare il suo processo
di formazione (Cacciari, 2006). C’è anche chi, però, propende per il risparmio energetico Risparmiare
energia vuol dire mettere da parte dei fondi che possano essere reinvestiti nell’utilizzo o lo studio di
forme alternative di energia. Ne consegue il trasferimento dei soldi che si spendono per l’acquisto
di petrolio al pagamento di salari di operai impiegati nelle eco-centrali di matrice futurista, ma non
troppo. Il cerchio in questo modo si chiuderebbe e dal circolo vizioso si passerebbe a quello virtuoso.
L’economia continuerebbe a girare ma in una direzione compatibile con la tutela ambientale.
ETICHETTA ENERGETICA
La direttiva europea 92/75/CEE ha stabilito l’obbligo di applicare l’etichetta energetica a frigoriferi,
congelatori, lavatrici, lavastoviglie, condizionatori d’aria e lampadine La scala colorata indica sette
livelli energetici(il livello A indica i consumi più bassi, il livello G i consumi più alti); a partire da luglio 2004 per frigoriferi e congelatori sono stati introdotte due nuove classi di efficienza energetica
(A+ ed A++). Riportiamo di seguito un esempio di etichetta energetica specificando per ogni settore le indicazioni e le informazioni che possiamo ricavarne.
Energia
Costruttore
Modello
Bassi consumi
Logo
ABC
123
Nome della casa di produzione
e modello dell’apparecchio.
Classe di efficienza dell’elettrodomestico.
Se il prodotto ha ottenuto anche il marchio
Ecolabel, in questo settore ne è riportato il simbolo
(il fiore con l’euro).
Alti consumi
Consumi di energia kWh/anno
xyz
Volume alimenti freschi l.
Volume alimenti congelati l.
xyz
xyz
Rumore
xz
dB(A) re 1 pW
Informazioni relative al consumo energetico dell’apparecchio (espresso in Kw/h). Il consumo effettivo
può differire molto da questo valore perchè dipende dalle modalità di utilizzo dell’elettrodomestico.
Dati sulla capacità dell’apparecchio (ad es. volumi,
dimensioni, capacità di carico ecc.).
Rumorosità dell’apparecchio.
Gli opuscoli illustrativi
contengono una scheda
particolareggiata
ECOLABEL
Il marchio europeo Ecolabel certifica la qualità ecologica di un prodotto assicurando che ad ogni
stadio del processo di distribuzione e consumo siano state utilizzate misure per realizzare un prodotto con basso impatto ambientale (efficienza energetica, consumo
razionale di risorse, riciclaggio a fine vita ecc.) . La certificazione Ecolabel è volontaria ed è stata istituita con il regolamento CE n.1980/2000. In Italia, la verifica del
rispetto dei requisiti Ecolabel è affidata all’Agenzia per la Protezione dell’Ambiente e Territorio (APAT).
ENERGY STAR
L’Energy Star è un marchio volontario introdotto in Europa (con il Regolamento n. 2422) che può essere rilasciato alle apparecchiature per ufficio dotate di funzioni in grado di garantire un risparmio
energetico. Acquistare prodotti che hanno ottenuto il logo Energy Star consente di ridurre sensibilmente i costi economici e l’impatto ambientale. La
Commissione ECESB (European Community Energy Star Board) conta infatti di ridurre entro il 2015, con il programma Energy Star, l’emissione di CO2
di 5 Mton l’anno.
Per maggiori informazioni sull’Etichetta energetica consultare la guida dell’Enea “L’etichetta energetica” disponibile on line sul sito: http://www.enea.it/com/web/pubblicazioni/Op24.pdf.
37 >
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Che facciamo...
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