ANNO XLVI - N. 2 - MAG./GIU. 2007 - Bimestrale - Poste Ital. S.p.A. Sped. in abb. postale D.L. n. 353/2003 (Conv. in L. 27/2/2004 n. 46) Art. 1 comma 2, DCB Roma
I lettori più attenti avranno notato che anche questa edizione del “Il
Nastro Azzurro” porta in copertina il numero 2. Non si tratta di un
refuso, ma di una giusta correzione di quanto stampato nell’edizione precedente che, infatti, era un’EDIZIONE SPECIALE diffusa, oltre
che ai soci, a SCOPO PROMOZIONALE a tutti gli insigniti al Valor
Militare, quindi anche a coloro che non si sono “ancora” associati
all’Istituto del Nastro Azzurro fra Combattenti Decorati al Valor
Militare.
Questo numero è diffuso, invece, come sempre ai soli soci che speriamo di vedere presto incrementare, anche grazie all’iniziativa
presa con lo scorso numero, ma soprattutto grazie all’opera di giusto proselitismo che ognuno di voi sta effettuando nelle diverse
Federazioni e Sezioni.
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DONIAMO IL 5 PER MILLE AL NOSTRO ISTITUTO
La Legge Finanziaria ha confermato, anche per quest’anno, la possibilità di destinare il “5 per mille” dell’IRPEF a sostegno del volontariato, delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale, delle
associazioni di promozione sociale, delle associazioni e fondazioni.
L’Istituto del Nastro Azzurro fra Decorati al Valor Militare, come
Associazione Riconosciuta che opera nei settori di cui all’art.10,
comma 1, lettera a, del D.Lgs. n.460/97, ha presentato la prevista
domanda che è stata acquisita dall’Agenzia delle Entrate.
Pertanto, sia con il Mod. UNICO che con il 730 è possibile compiere tale scelta e vi invitiamo ad utilizzare questo strumento per sostenere gli impegni e le attività che il nostro Istituto svolge per diffondere, in particolare nelle giovani generazioni, il rispetto e l’amore
per la Patria e la conoscenza dei doveri verso questa; assistere gli
iscritti e salvaguardare gli interessi morali e materiali della categoria; mantenere vivi i contatti con le Forze Armate e con le
Associazioni Combattentistiche e d’Arma.
La scelta si può esprimere apponendo, nell’apposito spazio, la propria firma ed inserendo il Codice Fiscale dell’Istituto 80226830588
e non comporta alcun onere a carico del contribuente. Questa
nuova fonte di finanziamento consentirebbe di svolgere al meglio la
nostra opera morale e sociale per una piena ripresa delle attività ed
il rilancio dell’Istituto del Nastro Azzurro, caldamente auspicati dal
XXVII Congresso lo scorso ottobre a Brescia.
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Quest’anno il Ministero del Tesoro sta recapitando a casa dei relativi titolari l’avviso di diritto alla riscossione dell’Assegno di Medaglia
al V.M. a partire dal 5 giugno. Qualora per un disguido qualche
beneficiario non dovesse riceverlo, si fa presente che, normalmente dopo 30 giorni di giacenza, gli uffici postali restituiscono gli assegni non riscossi alle Direzioni provinciali del Tesoro. Per le domande di rinnovo vale quanto già pubblicato a pag.9 del n.7/8/9-2006
della rivista. Per chi non l’ha ancora fatto, si ribasdisce la possibilità
e convenienza di richiedere l’accredito sul proprio conto corrente
bancario o postale.
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Comunicazioni
Pag.
XXIV Maggio
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Il Consiglio Nazionale ricorda Maurizio de Stasio
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L’Istituto del Nastro Azzurro: 84 anni di storia
“”
Lo Stemma Araldico del nostro Istituto
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Relazione del gen. Turchi al Congresso di Brescia
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Detto fra noi
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Il contributo di sangue italiano alle Missioni di Pace “”
4 maggio 2007: l’Esercito Italiano compie 164 anni “”
Lo Stemma Araldico dell’Esercito
“”
Presentata la biografia di Giovanni Messe nell’ambito
delle celebrazioni per l’Anniversario dell’Esercito
“”
- Cronaca della Cerimonia
“”
- 155° Anniversario della Polizia
“”
- 24 maggio: Giornata del Decorato
“”
- 27 maggio Pratica di Mare: Giornata Azzurra 2007 “”
- Per i Caduti delle Foibe
“”
- Incredibile ma Vero
“”
- Mostra fotografica ‘Erano solo bambini’
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- La 111^ Compagnia Protezione Ponti
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- Un ponte di civiltà tra l’Italia e la Libia
“”
- Caro Maurizio
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- In ricordo di Maurizio
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- Vittorio de Stasio nel centenario della sua nascita
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- Consigli Direttivi
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- La Festa di Tutti
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- Ferrara celebra il 25 aprile
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- Cronache di Federazione
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- Azzurri nell’azzurro del cielo
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- Abbonamenti e potenziamento giornale
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- Recensioni
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- Note liete
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- Informativa ai sensi della Legge n.675/1996,
Art.13 D.Lgs. 196/2003
”
- Oggettistica del Nastro Azzurro
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La Presidenza Nazionale rinnova a tutte le Federazioni l’invito, già
formalizzato con apposita circolare, a prendere contatti con le
Provincie e i Comuni Decorati al V.M: affinchè almeno una quota
parte dell’assegno medaglia da tali Enti percepito possa essere
messo nel bilancio dell’Ente come somma destinata a sostegno delle
attività della locale Federazione dell’Istituto del Nastro Azzurro.
In copertina:
24 maggio 2007: Giornata del Decorato
“IL NASTRO AZZURRO”
Fondato a Torino nel 1951
Direz. E Amm.: Roma 00161 - p.zza Galeno, 1 - tel. 064402676 - fax 0644266814 - Sito internet: www.istitutonastroazzurro.org - E-mail: [email protected] - Direttore Editoriale: Giorgio Zanardi - Presidente Nazionale dell’Istituto
- Direttore Responsabile: Antonio Daniele - Comitato di Redazione: Giorgio Zanardi, Antonio Daniele, Carlo Maria
Magnani, Bruno Stegagnini, Antonio Teja, Giuseppe Picca, Antonino Zuco - Segretaria di Redazione: Barbara Coiante Autorizzazione del Tribunale Civile e Penale di Roma con decreto n.° 12568 del 1969 - Progetto Grafico e stampa: Arti
Grafiche San Marcello s.r.l. - v.le Regina Margherita, 176 - 00198 Roma - Finito di stampare: giugno 2007
Per abbonarsi i versamenti possono essere effettuati su C/C Postale n. 25938002 intestato a “Istituto del Nastro Azzurro”,
oppure su C/C Bancario UNICREDIT BANCA n. 4457131 c/o Ag. 20 Roma CAB 03220 ABI 02008 CIN “T”.
Abbonamento ordinario: 20 Euro; sostenitore: 25 Euro; benemerito: 30 Euro e oltre.
Associato alla Unione Stampa Periodica Italiana
IL NASTRO AZZURRO
XXIV MAGGIO
popea garibaldina, soffocando aneliti di grandezza in un vorSono trascorsi novantadue anni dal 24 maggio 1915!
tice di contrasti e di rinunce.
Ben pochi di noi azzurri eravamo già al mondo e quei
Finalmente, il XXIV Maggio il nostro popolo dimostrò il
pochi comunque appena bambini, ma l’eco di quella data e
coraggio di affrontare il confronto con le frange dei più pavidi
della decisione che ricorda è così saldamente impressa nel
ed ebbe la forza di iniziare la lotta per la liberazione dei fracuore degli italiani da non poter essere evocata senza una
telli ancora sotto il giogo austriaco,
profonda emozione e un più che
dando libero sfogo a quelle virtù civilegittimo orgoglio e non perché esalli e militari che da tempo costituivati la guerra: tutt’altro! Ma per l’idea..L’ECO DI QUELLA DATA…È…IMPRESSA
no il patrimonio della maggior parte
lità che esprime, per i valori che rapNEL CUORE DEGLI ITALIANI.
delle altre nazioni europee.
presenta e per l’impareggiabile scuoLa durissima prova a cui fummo
la di vita che racchiude.
poi sottoposti nel corso della grande
Il XXIV Maggio incarna la
guerra ha collaudato in modo inequivocabile il nostro diritto
volontà di affermazione del popolo italiano che ha saputo vindi essere una nazione e confermato quel retaggio di civiltà
cere le viltà che si opponevano al proprio diritto di divenire
illuminato dal 4 novembre del ’18. Ad esso si è ispirata la resifinalmente una comunità costituita, dotata di quelle virtù civistenza dopo la dolorosa sconfitta nella seconda guerra monli e militari sulle quali si basa il patrimonio di una nazione.
diale.
Il nostro risorgimento non aveva potuto completare la forLo spirito espresso da quel XXIV
mazione dello stato unitario malgraMaggio campeggia sul cielo della
do la ricchezza di figure di martiri e
nostra nazione e ne continua a illugli splendidi episodi del ‘48 e del ‘59
… LO SPIRITO ESPRESSO DA QUEL XXIV
minare il cammino. Noi azzurri, più
nonché dell’impresa dei mille, passaMAGGIO CAMPEGGIA SUL CIELO DELLA
degli altri, lo dobbiamo additare alle
ta dalla storia alla leggenda prima
NOSTRA NAZIONE E NE CONTINUA A
giovani generazioni per aiutarle a
ancora di essere conclusa, perché
ILLUMINARE IL CAMMINO.
vincere le tentazioni dei falsi ideali
tutto ciò risultava storicamente come
tra i quali stanno crescendo e dai
opera di una minoranza e non conquali sono continuamente tentate
quista di un intero popolo, che di
affinché, nel Suo ricordo, riescano ad apportare intatto alla
fatto era stato più spettatore che attore tant’è che l’Italia, nello
Patria allargata – l’Unione Europea - il contributo della civiltà
spirito, era rimasta ancora regionale. Pesava inoltre sulla
italiana.
coscienza nazionale l’umiliazione delle sconfitte di Lissa e
G.Z.
Custoza che avevano oscurato la luce di San Martino e dell’e-
IL CONSIGLIO NAZIONALE
RICORDA
MAURIZIO
DE
STASIO
Dopo la celebrazione della Giornata del Decorato presso l’Altare della Patria, il 24 maggio si è tenuta presso la Presidenza
Nazionale la riunione del Consiglio Nazionale dell’Istituto del Nastro Azzurro.
In apertura di riunione, il Presidente Nazionale Com.te Giorgio Zanardi, ha voluto ricordare la figura del Vice Presidente
Nazionale Ing. Maurizio de Stasio con le parole che seguono:
“Oggi dobbiamo commemorare la dolorosissima scomparsa del nostro Vice Presidente Nazionale Maurizio de Stasio.
Maurizio de Stasio è una figura che ha lasciato una traccia indelebile in tutti con la sua personalità, entusiasmo, apertura
verso la Patria con il suo desiderio di dare, di collaborare, di essere presente in cielo perché continuava a volare, essere presente nel Rotary perché nella vita civile voleva portare la voce della Patria, di essere presente nelle Istituzioni facendo tutto
quello che sapeva fare molto bene.
Voi sapete che ha organizzato un magnifico Congresso di cui tutti avremo la memoria e che ci ha aiutato ed indirizzato per
quello ultimo di Brescia.
Aveva appena scritto un libro su suo padre, illustrando la figura di un italiano che aveva dato tutto per la Patria, con un amore
filiale esemplare, con un senso della continuità familiare che poi non è altro che la continuità della Patria che deve rimanere impresso nei nostri cuori e portato avanti con tutta la dedizione e tutto il desiderio di essere degni di questo esempio.”
Ha fatto seguito un minuto di silenzio prima dell’inizio del lavori del Consiglio Nazionale.
*************
Il Consiglio Nazionale nella medesima seduta ha ratificato all’unanimità la nomina del Brig. Gen. (a) Antonio Teja a Vice
Presidente Nazionale in sostiuzione del compianto Maurizio de Stasio, accettandone la revoca delle dimissioni rassegnate
subito dopo il Congresso Nazionale di Brescia.
Il nuovo Vice Presidente conserva l’incarico di Segretario Generale. F.F.
3
IL NASTRO AZZURRO
L’
Istituto del Nastro Azzurro fra Combattenti Decorati al
Valor Militare è un’Associazione Combattentistica
posta sotto la vigilanza del Ministero della Difesa. Le
sue origini risalgono ai primi mesi del 1923 quando, sull’onda
di una sorta di riscatto storico e morale delle glorie della prima
guerra mondiale, che per l’Italia costituiva soprattutto il completamento della propria costituzione territoriale come nazione unitaria sorta dal Risorgimento, un gruppo di eroici decorati al Valor Militare della “Grande Guerra”, decisero che la
testimonianza dell’eroismo sancito dalle decorazioni al Valor
Militare dovesse essere custodita e rappresentata in un Istituto
i cui soci di diritto potevano essere esclusivamente i titolari di
tali decorazioni.
Il “Consiglio dei 10” si può considerare l’organismo fondatore dell’Istituto che fu costituito, inizialmente col nome di
“Legione Azzurra”, in un’assemblea presieduta dal Gen. Pirzio
BIROLI, svoltasi presso gli uffici di Roma dell’Associazione
Umbra in Via delle Finanze n.6, il 24 febbraio 1923. Sul verbale della riunione i nomi dei componenti del Consiglio dei
10 sono scritti in ordine alfabetico ed in tale ordine furono
numerate anche le tessere. Essi sono: Acerbo, Balbo, Bronci,
Casagrande, De Vecchi, Guzzoni, Paolucci, Pellizzari,
Simoni,Viola. Si costituì anche il “Comitato di Organizzazione
e Propaganda” composto come segue: Viola, Barni, Benedetti,
Stelluti Scala, Copelli, Guzzoni, Pellizzari, Montanari,
Amicarelli, Mazzari, Pucci, Greco ed altri.
In effetti i veri Soci Fondatori dell’Istituto furono la
Medaglia d’Oro Ettore Viola ed il Pittore Maurizio Barricelli
che si incontrarono più volte nella primavera del 1923 al Caffè
Aragno e si misero d’accordo per costituire l’“Associazione
4
del Nastro Azzurro”; vennero successivamente cooptati l’allora Maggiore Simone Simoni e l’Avv. Umberto Guzzoni. Così,
fu dato il via all’organizzazione e furono chiamati a far parte
dell’Associazione altri amici decorati al Valor Militare tra cui
la M.O. Amilcare Rossi. Il primo Segretario Generale
dell’Istituto fu Maurizio Barricelli. Essi vollero che come data
di nascita fosse scelta quella del 26 marzo per ricordare che
90 anni prima, con Regio Viglietto del 26 Marzo 1833, Carlo
Alberto istituiva la Medaglia d’Oro e la Medaglia d’Argento al
Valor Militare.
La data ufficiale di costituzione dell’Istituto del Nastro
Azzurro, in realtà, può essere fissata al 21 aprile di quell’anno
quando, con una cerimonia particolarmente solenne, il Capo
del Governo consegnò al Comitato Centrale dell’Istituto,
nell’Aula Senatoria del Campidoglio, l’Orifiamma Nazionale.
A tale evento erano presenti: Copelli, Barricelli, Barni, Viola,
Bronci, Simoni, Natale, Rocchi, Stelluti Scala, Barbieri,
Guzzoni, Pellizzari, Benedetti, Del Vecchio, Trombetti. Tutti
questi debbono pertanto essere considerati i soci fondatori.
L’Istituto è apolitico, apartitico e si proponeva di:
• nobilitare il segno azzurro del valore richiedendo ai propri
soci la rigida osservanza dell’onore del dovere in ogni atto
della loro vita pubblica e privata;
• affermare ed esaltare, con l’esempio e con le opere di propaganda, il valore e le virtù militari della stirpe per diffondere la coscienza dei doveri verso la Patria;
• ravvivare il ricordo degli eroismi compiuti, anche mediante pellegrinaggi ai luoghi ove più rifulse il valore italiano;
• assistere gli iscritti e tutelare gli interessi morali e materiali della categoria;
IL NASTRO AZZURRO
• giudicare le questioni cavalleresche e morali come
Magistratura d’Onore, mediante la Corte d’Onore costituita presso ogni Federazione Provinciale e la Corte Suprema
d’Onore costituita presso la Sede Centrale dell’Istituto. Il
ricorso alla Corte d’Onore è obbligatorio per i soci
dell’Istituto ed è libero per ogni ordine di cittadini.
Potevano far parte dell’Istituto quei combattenti che, avendo ottenuto, per atti di valore compiuti esclusivamente in presenza del nemico, una ricompensa al Valor Militare, non avessero successivamente compiuto azioni indegne o tenuto riprovevole comportamento venendo meno alle leggi dell’onore
militare, della morale o ai doveri verso la Patria. Erano titoli di
iscrizione: la Medaglia d’Oro, d’Argento, di Bronzo e la Croce
al Valor Militare: le decorazioni dell’Ordine Militare d’Italia e
le Promozioni per Merito di Guerra. Avevano facoltà di iscriversi anche i congiunti degli insigniti di ricompense al Valor
Militare, Caduti o deceduti per causa di guerra, autorizzati a
fregiarsi delle decorazioni del Caduto.
Dal 3 al 5 novembre 1923, in Campidoglio alla presenza
di numerose Medaglie d’Oro, si svolse il primo Congresso
Nazionale dell’Istituto che ebbe risonanza in tutta la penisola.
Nel corso del Congresso, il 4 novembre 1923, fu varato uno
schema di Statuto provvisorio che regolasse l’attività e l’ordinamento dell’Istituto. Come detto, in
un primo tempo l’Associazione fu
denominata “Legione Azzurra”.
Mussolini, nel febbraio 1924, propose invece il nome di “Istituto del
Nastro Azzurro”. A quel tempo si era
ancora in regime democratico:
Mussolini non era ancora il dittatore.
Dopo il delitto Matteotti le cose
cominciarono a cambiare e coloro
che avevano costituito il Nastro
Azzurro (tra cui la M.O. Ettore Viola
già Presidente dei Combattenti) si trovarono in difficoltà.
Il Congresso di Sassari (marzo - aprile 1925) fu chiamato
2° Congresso dell’Istituto. In realtà esso fu il primo vero
Congresso perché quello del novembre 1923 fu soltanto la riunione ufficiale del Consiglio Nazionale e dei pochi soci fondatori. Al Congresso di Sassari l’Istituto cadde sotto il controllo dei fascisti; la M.O. Ettore Viola, già sostituito anche quale
Presidente dell’Associazione Combattenti, non poté neppure
parlare.
Con Regie Patenti 29 marzo 1928, in applicazione del
R.D.17 novembre 1927, fu riconosciuto all’Istituto del Nastro
Azzurro ed ai suoi soci il diritto di far uso di un Emblema
Araldico. Lo statuto provvisorio fu sostituito, poi, con quello
approvato con R.D. 31 maggio 1928 n.1308. Con successive
Regie Patenti 16 gennaio 1936, in applicazione del R.D. 19
dicembre 1935, tale diritto fu esteso ai soci dell’Istituto decorati della Croce al Valor Militare. Inoltre, si stabilì che potevano essere nominati soci d’onore dell’Istituto ed iscritti in apposito Albo d’Oro Reparti ed Unità Militari decorati al Valor
Militare per azioni di guerra, nonché Comuni decorati al Valor
Militare per fatti di guerra. Numerosissimi Reparti delle FF.AA.,
tutti i Comuni decorati al Valor Militare e l’Università di
Padova il cui Gonfalone è decorato di Medaglia d’Oro al
Valor Militare avvalendosi di tale facoltà, sono soci
dell’Istituto. Con ulteriore R.D. 27 aprile 1936 n. 946 fu esteso il diritto all’iscrizione anche al personale militare transitato
in S.P.E. per meriti di guerra. Infine, con R.D. 10 settembre
1936, n. 1898 (pubblicato nel n.357 della “Gazzetta Ufficiale”
del 6 novembre successivo), lo Statuto Sociale fu modificato
ed integrato da nuove norme.
Malgrado gli eventi politico-militari successivi all’8 settembre 1943, l’Istituto del Nastro Azzurro non fu mai sciolto e
la sua vita non subì interruzioni, pur essendo avvenuta una
certa dispersione di soci che attenuò, per qualche tempo, l’attività delle Federazioni, Sezioni e Gruppi. Ferme restando le
finalità essenzialmente d’ordine morale e l’assoluta apoliticità
dell’Istituto stesso, fu necessario tuttavia un adeguamento
delle norme statutarie e del suo ordinamento interno alla
nuova forma istituzionale repubblicana che si era data l’Italia
nel 1946. In tale anno furono pertanto nominati un
Commissario Straordinario Nazionale e due Vice Commissari
Straordinari, nelle persone della M.O. Gen. Achille Martelli,
cinque volte promosso per merito di guerra, del pluridecorato
Gen. di C.A. Avv. Nino Villasanta e dell’allora Presidente della
Federazione di Bari Gr. Uff. Domenico De Tullio, ai quali
toccò il non facile compito di adeguare l’attività dell’Istituto
alle nuove direttive governative, organizzare nel 1950 il 1°
Congresso Nazionale del dopoguerra, elaborare lo schema del
nuovo Statuto (entrato in vigore con D.P.R. 23 maggio 1951 n.
2449) ed infine organizzare il successivo Congresso del 1952 per procedere all’elezione della Presidenza
Nazionale
e
del
Consiglio
Nazionale, della Corte Suprema
d’Onore e del Collegio Centrale dei
Sindaci, con le modalità previste dal
nuovo Statuto.
Lo Statuto è stato poi modificato
ancora altre volte. Quello approvato
con Decreto del Presidente della
Repubblica n.158 del 24 ottobre
1975 è stato nuovamente rielaborato
e modificato nel corso dell’ultimo
Congresso Nazionale tenutosi a Brescia dal 13 al 15 ottobre
2006. In tale occasione, tenendo conto che l’esiguo numero
di decorazioni al Valor Militare concesse dopo la seconda
guerra mondiale (peraltro in maggioranza alla memoria di
Caduti) non avrebbe più permesso il naturale rinnovamento
generazionale dei membri dell’Istituto, si è allargato il concetto di “Valore” come obiettivo del Nastro Azzurro prevedendo
la possibilità dell’iscrizione all’Istituto come Soci “Aderenti”
anche per i titolari di “Croce d’Onore” e di “Medaglia al
Valore di Forza Armata” e la possibilità di ricoprire le cariche
sociali a livello di Federazione anche per i Soci
“Simpatizzanti” (amici dell’Istituto non possessori di alcuna
decorazione al Valor Militare che si iscrivono per “simpatia” e
comunione d’intenti).
L’Istituto che raccoglie oggi circa 8.000 soci, si articola in
80 Federazioni Provinciali e varie Sezioni e Gruppi. Nei suoi
84 anni di storia, l’Istituto, mantenendo fede ai principi statutari, ha svolto un’opera di altissimo valore spirituale e morale
per riaffermare quei principi di amor di Patria che sono alla
base della vita di ogni Popolo, e per diffondere, particolarmente fra i giovani, la coscienza dei doveri verso la Patria. Dalla
sua istituzione ad oggi, hanno chiesto ed ottenuto l’iscrizione
al Nastro Azzurro oltre 90.000 decorati al Valor Militare e loro
familiari. La gran massa degli iscritti nei primi dodici anni di
vita dell’Istituto fu costituita unicamente da reduci della prima
5
IL NASTRO AZZURRO
guerra mondiale, molti dei quali anziani ufficiali di grado elevato. Dopo la seconda guerra mondiale, si sono iscritti
all’Istituto numerosi decorati al Valor Militare per azioni compiute nel corso di tale immane conflitto. Tra essi spiccano
alcune personalità eminenti in campo nazionale quali: l’ex
Presidente della Repubblica, Giovanni Gronchi, l’ex
Presidente del Senato Cesare Merzagora, il Duca di Bergamo
ed il Duca di Pistoia, l’ex Ministro della Difesa Randolfo
Pacciardi, tutte le più alte cariche militari in servizio fino a tutti
gli anni ’70, l’ex Presidente della Pontificia Opera Assistenza,
Mons. Ferdinando Balzelli, numerosi prelati, tra cui alcuni
Vescovi, la duplice M.O. al V.M. Generale Elia Rossi
Passavanti e la M.O. Generale Gaetano Carolei (entrambi
sono stati Presidenti di Sezione della Corte dei Conti), molti
Senatori e Deputati di più legislature, l’ex Procuratore
Generale presso la Corte d’Appello di Roma, Avv. Arrigo
Lanzara e molti altri Magistrati ormai a riposo o defunti.
Innumerevoli sono state le iniziative di carattere patriottico patrocinate dall’Istituto. Tra le altre: raduni di ex combattenti decorati al Valor Militare, erezione di monumenti ai
Caduti, visite ai Campi di Battaglia, organizzate soprattutto a
favore di studenti, intitolazione di edifici scolastici ed aule
scolastiche al nome di decorati al Valor Militare Caduti, offerte di Bandiere Nazionali alle scuole e ad altri enti, conferenze
e proiezioni di film patriottici e numerose altre iniziative per
ricordare fatti d’arme ed avvenimenti in cui rifulse particolarmente il valore del Soldato Italiano.
L’Istituto svolge anche un’opera di alto valore sociale assistendo i soci ed i loro familiari che versano in particolari condizioni di bisogno fornendo, soprattutto, valido appoggio per
il riconoscimento dei loro diritti e delle benemerenze acquisite (decorazioni, pensioni, promozioni, assegni di medaglia,
ecc.). L’istituto pubblica inoltre il periodico bimestrale “Il
Nastro Azzurro” che, oltre ad essere un mezzo di collegamento fra tutti gli associati, ha il precipuo scopo di diffondere, con
la rievocazione delle glorie militari nazionali e dell’eroismo
del soldato italiano, il culto della Patria.
L’Istituto vive con i proventi delle quote sociali e con un
modesto contributo governativo.
Antonio Daniele
LO STEMMA ARALDICO DEL
NOSTRO ISTITUTO
R. D. 17 Novembre 1927 col quale viene concesso l’uso
dell’Emblema Araldico
VITTORIO EMANUELE III
PER GRAZIA DI DIO
E VOLONTÀ DELLA NAZIONE RÈ D’ITALIA
Ci piacque con Nostro Decreto in data diciassette novembre 1927 concedere all’Istituto del Nastro
Azzurro fra Combattenti decorati al Valor Militare la facoltà di far uso di un Emblema. Ed essendo
stato il detto Nostro Decreto registrato, come avevamo ordinato, alla Corte del Conti e trascritto nei
registri della Consulta Araldica e dell’Archivio di Stato in Roma, vogliamo, ora, spedire solenne
documento della accordata grazia all’Ente concessionario. Perciò, in virtù della Nostra Autorità
Reale e Costituzionale, dichiariamo spettare all’Istituto del Nastro Azzurro fra Combattenti decorati al Valor Militare il diritto di far uso dell’Emblema miniato nel foglio qui annesso e del quale possono fregiarsi i Soci dell’Istituto stesso, a seconda dei meriti da ciascuno di essi acquisiti: scudo sannitico timbrato di un elmo corrispondente al tipo pesante, adottato nella
nostra guerra per il taglio dei reticolati nemici; detto elmo sarà ornato da fregi decorativi d’argento, d’azzurro e d’oro. Il capo, il campo
e la campagna divisi da filetti d’oro ed in azzurro tutti o in parte, a seconda delle decorazioni acquisite da chi può portare l’emblema:
sul campo il Nastro dell’Ordine Militare di Savoia, nei suoi colori, posto in banda, filettato d’oro, pei decorati dell’Ordine stesso; su
campo d’oro o su campo azzurro, se oltre a detta decorazione, l’insignito possiede anche Medaglie d’Oro e d’Argento. Quando manchi l’Ordine Militare di Savoia, un filetto d’oro posto in banda.
In alto a destra, una o più stelle d’oro se il decorato gode di una o più Medaglie d’Oro al Valor Militare; sotto a sinistra una o più stelle d’argento a seconda delle acquisite Medaglie d’Argento; sul campo una o più corone reali, d’oro per gli ufficiali superiori e d’argento per gli ufficiali inferiori a seconda delle promozioni per Merito di Guerra, eventualmente ordinate in fascia. La campagna divisa con
filetti d’oro posti in palo in scomparti corrispondenti ciascuno ad una Medaglia di Bronzo.
Quando il Socio è insignito soltanto di Medaglia di Bronzo, ed eventualmente di Promozioni per Merito di Guerra, le Medaglie di
Bronzo vengono indicate sul campo; per una sola medaglia, il campo è tutto azzurro con filetto d’oro posto in banda; per più medaglie, è diviso da filetti di oro in altrettante fascie orizzontali azzurre, restando abolito il filetto posto in banda. Comandiamo poi alle
Nostre Corti di Giustizia, ai Nostri Tribunali ed a tutte le Podestà civili e militari di riconoscere e di mantenere all’Istituto del Nastro
Azzurro fra Combattenti decorati al Valor Militare i diritti specificati in queste Nostre Lettere Patenti, le quali saranno sigillate col
Nostro Sigillo Reale, firmate da Noi e dal Capo del Governo, Primo Ministro Segretario di Stato, e vedute alla Consulta Araldica.
Date a Roma, addi 29 del mese di marzo dell’anno 1928, ventesimonono del Nostro Regno.
F.to: VITTORIO EMANUELE
F.to: MUSSOLINI
6
IL NASTRO AZZURRO
RELAZIONE DEL GEN. TURCHI AL CONGRESSO DI BRESCIA
Si riporta di seguito il testo integrale dell’intervento che il
generale Luigi Turchi, Presidente della Federazione
Provinciale di Alessandria, ha pronunciato al XXVII
Congresso Nazionale tenutosi a Brescia dal 13 al 15 ottobre 2006.
I
ntervengo per sostenere la continuità della nostra
Associazione e per proporre alcune modifiche alla
sua struttura portante. Struttura peraltro collaudata
da oltre 80 anni di vita (il Nastro Azzurro è stato fondato in Roma il 21 aprile 1923), ma che ritengo sia
necessario adeguarla alle situazioni attuali per restituirla agli italiani di buona volontà in forma ottimale,
moderna, fruibile.
Un’operazione graduale e metodologica: attuando
cioè procedimenti particolari per risolvere il problema
del futuro dei Soci Combattenti Decorati al Valor
Militare e dell’Istituto del Nastro Azzurro.
Non bisogna aver paura di cambiare, perché cambieremo comunque. Se, infatti, l’attuale struttura
dell’Istituto può agevolmente estendersi per decenni,
non è così per i Combattenti Decorati al Valor Militare
sulla presenza dei quali è stato costituito l’Istituto.
Occorre guardare lontano anche perché “chi non
prevede cose lontane si espone a guai ravvicinati”
(Confucio)
Il problema dell’età coinvolge non solo i
Combattenti ma anche i familiari. Lo conferma l’anagrafe riguardo l’età media dei fruitori dell’Assegno
Straordinario annesso alle Decorazioni al Valor
Militare di cui sono titolari. Si constata inoltre che i
familiari subentrati ai titolari defunti sono ormai alle
soglie della 3^ e 2^ generazione nei confronti rispettivamente dei combattenti Decorati al Valor Militare
nella prima e seconda Guerra Mondiale. Familiari
che, in pochi, aderiscono all’Istituto, anche se più
volte sollecitati.
Mantenere l’attuale struttura, tra l’altro, non assicura l’innalzamento dell’età media dei Decorati al
Valor Militare. Ma il problema del futuro dell’Istituto
non è nuovo. Lo ha ricordato anche recentemente il
Vice Presidente Nazionale Giorgio Zanardi (Eletto
Presidente Nazionale nel medesimo Congresso – ndr).
Sono ormai quattro (con questo) i Congressi
Nazionali che ne hanno trattato. Ciò vuol dire che il
problema esiste (qualcuno lo ha negato). Problema
complesso perché coinvolge l’attuale struttura statutaria: dalla denominazione alle norme, ai protagonisti,
che non saranno più i “combattenti” ma solo i “difensori della pace”, come scrive la nostra Costituzione
che per l’Italia dispone la rinuncia alla guerra “come
strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e
come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali” (Art.11).
Attualmente sembra (non dispongo di notizie
7
IL NASTRO AZZURRO
recenti) che i Combattenti Decorati al Valor Militare
soci dell’Istituto, siano un terzo del totale degli iscritti. Gli altri due terzi sono gli Aderenti (i familiari) e i
Simpatizzanti, definiti “amici dell’Istituto” (Art. 2 del
Regolamento).
Delle tre tipologie di Soci, quella che può mantenere in vita il nostro Istituto, a me sembra siano solo i
Simpatizzanti. Non i familiari che, col tempo, saranno sempre meno (anche perché non tutti raccolgono
le eredità parentali del Valore), non i Decorati delle
attuali quattro Armi, pochi e distribuiti tra le varie
Associazioni d’Arma.
Ma ben vengano tutti nel loro Istituto del Valore:
essi saranno la novità nella tradizione. Sono loro, i
Simpatizzanti, che hanno iniziato il nostro avvenire
(Zanardi) e il loro numero è la nostra speranza: un
numero da incrementare fino a raggiungere e permettere un’esistenza dignitosa all’Istituto.
Operazioni tuttavia delle quali non sono responsabili solo gli Organi Periferici, ma anche gli Organi
Centrali, ai quali si chiede: il Giornale Sociale a
cadenza possibilmente mensile e di elevati contenuti,
depliants ed opuscoli illustrativi, sito internet, contributi - anche economici - per manifestazioni e studi sui
problemi dell’Istituto.
Non adesioni burocratiche, ma adesioni a valori
etici, morali e culturali carichi di conseguenze patriottiche. Principi che non sono chimere astratte o idealità evanescenti, ma forze concretamente operanti
nella storia, specie nella nostra storia. Adesione per
ricordare, onorare e far conoscere gli eroismi degli
italiani. Ma per ricordare occorre sapere, avere acquisito dati certi e documentati sui fatti, cioè dati storici.
In sostanza, quello che oggi fanno i Decorati al
Valor Militare col prestigio del loro passato, lo
dovranno fare domani i Simpatizzanti col prestigio del
loro presente. Sarà pertanto necessario dare ai
Simpatizzanti piena cittadinanza associativa e non
solo amicizia, con le relative responsabilità direttive.
Modo questo per “educarli” alla conoscenza, alla professione e divulgazione dei valori patrimonio
dell’Istituto.
Siccome sono convinto che non di soli ideali si
vive, ritengo sia necessario consegnare ai
Simpatizzanti una struttura statutaria moderna, essenziale, chiara, capace di offrire un forte obiettivo che
giustifichi la loro presenza, diriga la loro attività, indichi i progetti da conseguire ed accrescere, assicuri
soddisfazione ed orgoglio. Mi riferisco con questo a:
impegni di studio e ricerca, di catalogazione e conservazione; a pubblicazioni, conferenze, esposizioni,
manifestazioni come le “Giornate del Decorato” (Art.
52 del Reg.). Attività storico-culturali non nuove per
l’Istituto. Basta pensare ai nostri Albi D’Oro (o Albi
Eroici), alle monografie sui Decorati al Valor Militare
o alle Unità delle Forze Armate, ai “Quaderni Azzurri
di Divulgazione” (Sezione di Chiavari), alle vicende
belliche personali nel contesto storico nazionale o
mondiale (Vedi “Un soldato, un italiano” Giorgio
Zanardi), agli Appunti storici sulle Decorazioni al V.
M., alle Mostre Antologiche, al Museo Storico del
Nastro Azzurro di Salò (Brescia).
In sintesi: acquisire, conservare, valorizzare, far
conoscere il patrimonio documentario degli eroismi
degli italiani, con assoluta obiettività storica e...
avverso le egemonie di parte.
A conclusione di quanto ho esposto, mi permetto
di sottoporre alle decisioni di questa alta Assemblea organo supremo dell’Istituto - una proposta:
demandare alla Presidenza Nazionale e al
Consiglio Nazionale che verrà eletto da questo
Congresso, la decisione di stabilire il momento in cui
- a seguito delle deliberazioni espresse dal XXVI
Congresso di Caserta, e alla situazione numerica dei
Soci Combattenti Decorati al Valor Militare - sarà
indispensabile iniziare il processo di cambiamento
della denominazione dell’Istituto e l’adeguamento ad
esso della sua struttura statutaria.
Luigi Turchi
(Presidente della Federazione di Alessandria)
La proposta del generale Turchi ha in parte già avuto seguito nella riforma dello Statuto e del Regolamento
dell’Istituto del Nastro Azzurro che ora associa anche i decorati “al Valore” di ciascuna Forza Armata e consente anche
ai Soci “Simpatizzanti” di avere cariche sociali. Ma questo deve essere solo l’inizio di un rinnovamento che, nello spirito dell’intervento del Generale Turchi e della volontà espressa dal Congresso, porti l’Istituto a farsi promotore di azioni ancora più incisive nella società italiana a salvaguardia e diffusione degli ideali fondamentali di Patria e Valore.
Antonio Daniele
8
IL NASTRO AZZURRO
IL NOSTRO FUTURO
“Affermare ed esaltare con l’esempio e le opere di propaganda il valore e le virtù militari italiane,
tutelare il rispetto e l’amore per la Patria e diffondere, particolarmente nelle giovani generazioni, la
coscienza del dovere verso di questa”, come prescrive l’Articolo 2 b) dello Statuto del nostro Sodalizio,
descrive perfettamente il compito che gli Azzurri iscritti all’Istituto del Nastro Azzurro hanno il dovere
di svolgere nella vita civile; dovere questo il cui continuo adempimento deve costituire la prima preoccupazione di quanti ricoprano cariche in seno al nostro Sodalizio.
Purtroppo però, anno dopo anno le energie necessarie allo svolgimento costante ed efficiente dei
nostri compiti direttivi si assottigliano per l’ineluttabile avanzare dell’età, mentre il numero di Azzurri su
cui fare assegnamento per realizzarli diminuisce in continuazione per la falcidia dell’anagrafe, non
potendosi certo più contare sull’apporto di nuovi decorati al Valore, dato il diffondersi del convincimento dell’assoluta inutilità della guerra a risolvere i problemi dei popoli e delle etnie dell’umanità.
Cresce invece con il passare del tempo il distacco delle giovani generazioni italiane dal senso della
Patria distratte dalla sempre maggior diffusione di falsi ideali e sempre più illuse di potersi affermare
nella vita e nella società senza aver prima imparato a sacrificarsi e aver assolto a tutti i doveri che sono
alla base di ogni più semplice conquista.
Per opporci a questo stato di cose, con le modifiche che di recente siamo riusciti a fare apportare
dalle Autorità tutorie al nostro Statuto, stiamo cercando di riuscire a compensare il calo delle nostre forze
fìsiche e del numero di decorati viventi attraverso l’aumento dei simpatizzanti, dando ai discendenti
degli Azzurri scomparsi la possibilità di assunzione delle massime responsabilità sociali. Non riteniamo
tuttavia che ciò sia sufficiente: dobbiamo anche fare di tutto per mettere i simpatizzanti in condizioni di
ricoprire tutte le cariche nazionali del nostro Istituto.
A quel punto tuttavia il nostro Istituto non rappresenterà più esclusivamente il valore dei combattenti decorati al Valor Militare ma esprimerà anche il concetto del “Valore” in tutti gli aspetti della società
civile contribuendo a fermare quello scivolamento sul piano inclinato del diffondersi nella gioventù italiana del crescente ricorso alla droga che uccide ogni impegno a sacrificarsi e diventare capaci di superare le difficoltà che caratterizzano ogni aspirazione di progresso nella vita umana.
Solo completando così le modifiche da apportare al nostro Statuto, potrà essere possibile realizzare
in futuro quel culto della Patria che è in ogni nostra aspirazione e che costituisce la base della nostra
ragione d’essere.
G.Z.
COSA PENSIAMO DEL VALOR MILITARE
Sono un vostro iscritto, ma non per meriti miei. Mi sono associato nella cara memoria dei miei fratelli Giacinto e Vittorio, decorati al Valor Militare. Ho letto, nel numero di gennaio/febbraio, le puntualissime considerazioni esposte dall’On. Signor Ministro della Difesa per giusta opposizione ad una ventilata concessione di M.O.V.M. alla memoria dei Militari Caduti nell’adempimento di Missioni di Pace.
Ben strana proposta nella totale nescienza della normativa che regola questa delicatissima materia;
il solo fatto dell’esistenza di varie specie di decorazioni al V.M. - anche a favore di viventi - avrebbe
dovuto far riflettere gli incauti proponenti.
D’altronde l’estremo sacrificio della vita nel compimento del patrio dovere, quali che siano le circostanze in cui si sia verificato il mortale evento, è sempre stato considerato meritevole delle più eccelse
onoranze, anche quindi in mancanza di particolari atti di V.M., e tutti i Caduti sono onorati in ogni patrio
evento nella persona del Milite Ignoto.
Come ben si sa, nel 1921 sei militari decorati di M.O.V.M. portarono a spalla, dal Trentino a Roma,
su di un treno che sostava in ogni stazione ferroviaria, dove era omaggiato da folle immense, il feretro
contenente le Spoglie Mortali del Caduto, scelte dalla mamma di un soldato passato all’eterna vita su
uno dei fronti di guerra e destinato a rappresentare per sempre tutti i commilitoni sull’Altare della Patria.
Ricordo la commozione con cui nei lontani anni me ne parlava mio padre (classe 1876!): non poteva certamente immaginare che il suo 4° figlio (mio fratello Giacinto) dovesse cadere il 15 maggio 1941
alla testa dei suoi bersaglieri nella difesa della Ridotta Capuzzo (Cirenaica) meritandosi la M.O.V.M.. In
mezzo al deserto fu innalzato un monumento memoriale che porta scolpito il suo nome e quello dei
suoi ragazzi; quando le sorti della guerra volsero a favore degli inglesi, l’obelisco fu trasferito ed ora si
trova nel Sacrario di El Alamein.
Ossequi.
Dott. Mannes Cova
******
Illustre Presidente,
ho letto, condividendola in pieno, la Sua lettera al Ministro della Difesa sulla ricorrente (e assurda)
voce di ricompense al Valor Militare per i Caduti in missione.
In merito ero stato interessato dalla Presidenza del Consiglio, che voleva informarsi e cautelarsi, e,
nei limiti delle competenze della Commissione da me presieduta, abbiamo espresso un parere che,
forse, può essere utile in quanto fortemente contrario ad iniziative come quella da Lei avversata.
Spero di averLe fornito uno spunto interessante. La prego di accettare i miei più sinceri saluti.
On. Alberto Lembo
(Presidente della Commissione Parlamentare di studio
sulle Onorificenze della Repubblica)
9
IL NASTRO AZZURRO
IL CONTRIBUTO DI SANGUE ITALIANO
ALLE MISSIONI DI PACE
italiano ha talvolta dovuto pagare
col sangue la partecipazione a queste attività nelle quali, non configurandosi come azioni belliche ma
come operazioni tese al ripristino
ed al mantenimento della pace,
non sempre sono ricorsi i termini
per l’eventuale concessione di
decorazioni al V.M.. “Il Nastro
Azzurro” ritiene doveroso rendere
omaggio a tutti i caduti italiani nelle
operazioni di pace internazionali
svoltesi
dalla
costituzione
dell’ONU in poi, pubblicandone
l’elenco completo.
D
opo la seconda guerra
mondiale, la Società delle
Nazioni viene sostituita
dall’Organizzazione delle Nazioni
Unite (1949) che intraprende quasi
subito azioni tese al mantenimento
della pace ed al controllo dei conflitti dispiegando truppe internazionali riconoscibili dal “casco blu”.
L’Italia ha partecipato spesso e
molto attivamente alle iniziative di
pace dell’ONU, rendendo sempre
disponibili i propri contingenti militari quando richiesti. Il personale
N.° Grado
1 M.llo 2^ cl.
2 Ten.
3 Ten.
4 1° Av.
5 Magg.
6 Cap.
7 Ten.
8 S.Ten.
9 S.Ten.
10 M.llo 3^ cl.
11 M.llo 3^ cl.
12 M.llo 3^ cl.
13 S.M.
14 S.M.
15 Sgt.
16 Sgt.
17 Sgt.
18 Cap.
19 M.llo 1^ cl.
20 M.llo 1^ cl.
21 M.llo 3^ cl.
22 Cap.
23 Marò
24 2° Capo
25 Marò
26 Ten. Col.
27 M.llo capo
28 M.llo capo
29 S.M.
30 Magg.
31 Ten.
32 M.llo 1^ cl.
33 M.llo 1^ cl.
34 2° Capo
35 Ten.
36 Parà
37 S.Ten.
38 S.M.
39 Parà
40 Parà
41 Cpr.
10
Cognome
Lamponi
Celli
Giorgi
Quadrini
Parmeggiani
Monelli
Remotti
Garbati
De Luca
Di Giovanni
Quadrumani
Possenti
Stigliani
Fabi
Paga
Mamone
Marcacci
Nisi
De Risi
Saglimbeni
Fondi
Olivieri
Montesi
Riccardo
Carlino
Venturini
Natale
Ramacci
Matta
Betti
Rigliaco
Velardi
Buttaglieri
Fele
Ruzzi
Strambelli
Millevoi
Paolicchi
Baccaro
Mancinelli
Righetti
Nome
Mario
Sergio
Dario
Italo
Amedeo
Giorgio
E. Paolo
Giulio
Onorio
Filippo
Nazzareno
Silvestro
Nicola
Armando
Francesco
Antonio
Martano
Elio
Giovanni
Giuseppe
Tommaso
Carlo
Filippo
Umberto
Cosimo
Enzo
Silvano
Fiorenzo
Marco
Marco
Marco
Giuliano
Giuseppe
Nicola
Giulio
Giovanni
Andrea
Stefano
Pasquale
Jonata
Giorgio
data morte
09/09/1960
15/02/1961
15/02/1961
15/02/1961
11/11/1961
11/11/1961
11/11/1961
11/11/1961
11/11/1961
11/11/1961
11/11/1961
11/11/1961
11/11/1961
11/11/1961
11/11/1961
11/11/1961
11/11/1961
11/11/1961
11/11/1961
11/11/1961
11/11/1961
06/10/1973
22/03/1983
22/07/1988
14/02/1991
07/01/1992
07/01/1992
07/01/1992
07/01/1992
03/09/1992
03/09/1992
03/09/1992
03/09/1992
15/12/1992
06/02/1993
13/05/1993
02/07/1993
02/07/1993
02/07/1993
03/08/1993
15/09/1993
Reparto
A.M. 46^ A/B
A.M. 46^ A/B
A.M. 46^ A/B
A.M. 46^ A/B
A.M. 46^ A/B
A.M. 46^ A/B
A.M. 46^ A/B
A.M. 46^ A/B
A.M. 46^ A/B
A.M. 46^ A/B
A.M. 46^ A/B
A.M. 46^ A/B
A.M. 46^ A/B
A.M. 46^ A/B
A.M. 46^ A/B
A.M. 46^ A/B
A.M. 46^ A/B
A.M. 46^ A/B
A.M. 46^ A/B
A.M. 46^ A/B
A.M. 46^ A/B
E.I. C.T.S.D.
M.M. Btg. S.Marco
M.M. 10° CGNC
M.M. N. Stromboli
E.I. 25° AVES
E.I. 53° AVES
E.I. 3° RRALE
E.I. 55° AVES
A.M. 46^ B.A.
A.M. 46^ B.A.
A.M. 46^ A.B.
A.M. 46^ A.B.
M.M. N. Audace
E.I. 66° Rgt. Fant.
E.I. Bgt. Folgore
E.I. 8° Rgt.
E.I. 9° Btg.
E.I. 186° Rgt.
E.I. 186° Rgt.
E.I. SMIPAR
Loc.tà Missione
Congo ONU
Congo ONU
Congo ONU
Congo ONU
Congo ONU
Congo ONU
Congo ONU
Congo ONU
Congo ONU
Congo ONU
Congo ONU
Congo ONU
Congo ONU
Congo ONU
Congo ONU
Congo ONU
Congo ONU
Congo ONU
Congo ONU
Congo ONU
Congo ONU
Egitto
Libano Libano2
Israele MFO
E.A.U. Desert St.
Croazia
Croazia
Croazia
Croazia
Bosnia ONU
Bosnia ONU
Bosnia ONU
Bosnia ONU
Adriatico SharpG
Somalia IBIS
Somalia IBIS
Somalia IBIS
Somalia IBIS
Somalia IBIS
Somalia IBIS
Somalia IBIS
IL NASTRO AZZURRO
N.° Grado
42 Cpr.
43 M.llo capo
44 Ten.
45 S.M.
46 Lanc.
47 S.T. Vasc.
48 Ten. Col.
49 Cpr. Mg.
50 Cpr. Mg.
51 Alp.
52 Cap.
53 Ten.
54 M.llo capo
55 App.
56 Ten. Vasc.
57 Ten. Col.
58 M.llo
59 Car.
60 Cpr. M.C.
61 Cpr. Mg.
62 Cpr. M.S.
63 Cpr. Mg.
64 Magg.
65 Cap.
66 S.Ten.
67 S.Ten.
68 S.Ten.
69 S.Ten.
70 M.llo capo
71 M.llo
72 M.llo
73 M.llo capo
74 Brgt.
75 Brgt.
76 V. Brgt.
77 App.
78 App.
79 Cp.M.C.S.
80 1° Cpr.Mg.
81 Cpr. Mg.
82 1° Cpr.Mg.
83 Sgt.
84 Cpr. Mg.S.
85 Cpr. Mg.
86 M.llo capo
87 Cap. Fgt.
88 Sgt.
89 Col.
90 Magg.
91 M.llo capo
92 M.llo or.
93 Sgt.
94 Cpr. Mg.C.
95 M.llo capo
96 Magg.
97 M.llo
98 M.llo
99 Cap.
100 M.llo C.
101 S.Ten.
102 Cpr. M.S.
103 Cpr. Mg.
104 Cpr. M.S.
105 C.M.C.S.
106 Cpr. M.S.
Cognome
Visioli
Li Causi
Montagna
Stabile
Carrozza
Aringhieri
Fenoglietti
Antonucci
Cerza
Vaira
Sgrò
Parisi
Gatti
Forner
Lazzareschi
Calò
Galloni
Foccià
Dragano
Utzeri
Fioretti
Nigro
Rugge
Ficuciello
Fregosi
Cavallaro
Merlino
Trincone
Olla
Ragazzi
Bruno
Ghione
Coletta
Ghitti
Intravaia
Filippa
Majorana
Ferraro
Carrisi
Petrucci
Vanzan
D’Amicis
Tarantino
Bruno
Cola
Vianini
Marracino
Lima
Briganti
Biondini
Cirillo
Casagrande
Sanfilippo
Aiello
Ciardelli
Lattanzio
De Trizio
Fiorito
Polsinelli
Frassanito
Pibiri
Orlando
Vitaliano
Langella
Cardella
Nome
Rossano
Vincenzo
Fabio
Salvatore
Tommaso
Roberto
Ermanno
Gerardo
Carmine
Diego
Antonio
Giuseppe
Massimo
Daniel
Lorenzo
Carmine
Joseph
Angelo
Pasquale
Samuele
Giuseppe
Dino Paolo
Stefano
Massimo
Enzo
Giovanni
Filippo
Alfonso
Silvio
Alfio
Massimiliano
Daniele
Giuseppe
Ivan
Domenico
Andrea
Horacio
Emanuele
Alessandro
Pietro
Matteo
Daniele
Antonio
Giovanni
Simone
Bruno
Salvatore
Giuseppe
Marco
Massimiliano
Marco
Davide
Michele
Antonio
Nicola
Franco
Carlo
Manuel
Luca
Enrico
Alessandro
Giuseppe
Massimo
Giuseppe
Vincenzo
data morte
15/09/1993
12/11/1993
25/11/1993
25/11/1993
31/12/1993
30/10/1995
27/12/1995
24/01/1996
04/03/1997
09/07/1997
06/08/1997
06/08/1997
06/08/1997
06/08/1997
09/02/1998
22/08/1998
03/06/1999
04/06/1999
24/06/1999
02/04/2000
09/08/2001
09/08/2001
08/05/2002
12/11/2003
12/11/2003
12/11/2003
12/11/2003
12/11/2003
12/11/2003
12/11/2003
12/11/2003
12/11/2003
12/11/2003
12/11/2003
12/11/2003
12/11/2003
12/11/2003
12/11/2003
12/11/2003
12/11/2003
12/11/2003
19/06/2004
05/07/2004
03/10/2004
21/01/2005
03/02/2005
15/03/2005
01/06/2005
01/06/2005
01/06/2005
01/06/2005
14/07/2005
11/10/2005
17/11/2005
27/04/2006
27/04/2006
27/04/2006
05/05/2006
05/05/2006
07/05/2006
05/06/2006
20/09/2006
21/09/2006
26/09/2006
30/09/2006
Reparto
Loc.tà Missione
E.I. SMIPAR
Somalia IBIS
E.I.
Somalia IBIS
E.I. 28° AVES
Mozambico
E.I. 20° AVES
Mozambico
E.I. 9° Rgt.
Somalia IBIS
M.M. N. Euro
Adriatico SharpG
C.C. Reg. Lombardia
Bosnia SFOR
E.I. ITALFOR
Bosnia SFOR
E.I. 10° RE.LO.RE.
Bosnia SFOR
E.I. Taurinense
Albania
E.I. UNIFIL
Libano UNIFIL
E.I. UNIFIL
Libano UNIFIL
E.I. UNIFIL
Libano UNIFIL
C.C.
Libano UNIFIL
M.M. COMSUBIN
Albania Albania 2
E.I. 20° AVES
Afghanistan
C.C. 7° Btg.
Bosnia SFOR
C.C. 13° Btg.
Bosnia SFOR
E.I. 18° Rgt.
Kosovo KFOR
E.I. 151° Rgt.
Kosovo KFOR
E.I. 3° Rgt.
Kosovo KFOR
E.I. 3° Rgt.
Kosovo KFOR
E.I. ITALFOR
Fyrom Amber Fox
E.I. Bgt. Sassari
Iraq Ant. Babil.
C.C. Com. San.
Iraq Ant. Babil.
C.C. Reg. Piemonte
Iraq Ant. Babil.
C.C. Reg. Lombardia
Iraq Ant. Babil.
C.C. Tut. Ambiente
Iraq Ant. Babil.
E.I. 151° Rgt.
Iraq Ant. Babil.
C.C. R. Inv. Scient.
Iraq Ant. Babil.
C.C. R. Inv. Scient.
Iraq Ant. Babil.
C.C. 13° Rgt.
Iraq Ant. Babil.
C.C. Reg. Campania
Iraq Ant. Babil.
C.C. 13° Rgt.
Iraq Ant. Babil.
C.C. Reg. Sicilia
Iraq Ant. Babil.
C.C. 13° Rgt.
Iraq Ant. Babil.
C.C. 7° Rgt.
Iraq Ant. Babil.
E.I. 6° Rgt.
Iraq Ant. Babil.
E.I. 6° Rgt.
Iraq Ant. Babil.
E.I. 6° Rgt.
Iraq Ant. Babil.
E.I. Lagunari
Iraq Ant. Babil.
M.M. San marco
Albania Albania 2
E.I. Bgt. Pozzuolo F.
Iraq Ant. Babil.
E.I. 3° Rgt.
Afghanistan ISAF
E.I. 1° Rgt.
Iraq Ant. Babil.
M.M. COMSUBIN
Afghanistan PRT
E.I. 185° Rgt.
Iraq Ant. Babil.
E.I. 7° Rgt.
Iraq Ant. Babil.
E.I. 7° Rgt.
Iraq Ant. Babil.
E.I. 7° Rgt.
Iraq Ant. Babil.
E.I. 1° Rgt.
Iraq Ant. Babil.
E.I. 4° Rgt.
Iraq Ant. Babil.
E.I.
Afghanistan ISAF
C.C. Reg. Piemonte
Bosnia EUFOR
E.I. 185° Rgt.
Iraq Ant. Babil.
C.C. Reg. Abbruzzo
Iraq Ant. Babil.
C.C. Reg. Lazio Iraq Ant. Babil.
E.I. 2° Rgt.
Afghanistan ISAF
E.I. 9° Rgt.
Afghanistan ISAF
C.C. Reg. Veneto
Iraq Ant. Babil.
E.I. 152° Rgt.
Iraq Ant. Babil.
E.I. 2° Rgt.
Afghanistan ISAF
E.I. 19° Rgt.
Iraq Ant. Babil.
2° Rgt.
Afghanistan ISAF
2° Rgt.
Afghanistan ISAF
11
IL NASTRO AZZURRO
4 MAGGIO 2007:
L’ESERCITO ITALIANO COMPIE 146 ANNI
L’
Esercito Italiano nasce
ufficialmente il 4 maggio 1861 quando la
Gazzetta Ufficiale pubblica il
Regio Decreto, a firma del
Ministro
della
Guerra
Manfredo Fanti, che ne sancisce la fondazione:
“Vista la legge in data 17
marzo 1861, colla quale
S.M. ha assunto il titolo di
Re d’Italia, il sottoscritto
rende noto a tutte le
Autorità, Corpi ed Uffici
militari che d’ora in poi il
Regio Esercito dovrà prendere il nome di Esercito
Italiano, rimanendo abolita
l’antica denominazione di
Armata Sarda.”
Si conclude così un processo iniziato quando, dilatatosi
lo stato Sabaudo con le annessioni degli ex Stati
d’Italia centrale e meridionale, anche l’Esercito
aveva subito una analoga trasformazione costituendosi in un organismo che non era più la piccola
Armata Sarda e che aveva la necessità di risolvere i
molti contrasti ancora al suo interno, tra i quali
quello di rendere omogenee forze assai diverse, in
parte reclutate in regioni ove il servizio militare
obbligatorio era una assoluta novità.
Ma la storia del nostro
Esercito ha radici molto più
lontane, ad esempio il 18 aprile 1659, quando il duca Carlo
Emanuele II di Savoia indisse
un bando di reclutamento di
1200 uomini da inquadrare in
un reggimento detto “delle
Guardie”. Questo evento
segnò il passaggio dalle milizie di ventura alle unità permanenti, organismi propri
dello stato. Il reggimento
“delle Guardie” fu, dunque, il
primo reparto permanente
d’Europa.
Il 3 novembre 1996, nella
ricorrenza della festa della
Forze Armate, con una solenne
cerimonia
dinanzi
all’Altare della Patria, il
Presidente della Repubblica
ha consegnato al Capo di Stato Maggiore
dell’Esercito la Bandiera di Guerra dell’Esercito,
che si fregia delle seguenti ricompense:
• 3 Croci di Cavaliere dell’Ordine Militare
d’Italia;
• 1 Medaglia d’Oro al Valor Militare;
• 2 Medaglie d’Oro al Valor Civile;
• 1 Medaglia d’Argento al Valor Civile,
• 1 Medaglia d’Argento al Merito Civile.
LO STEMMA ARALDICO DELL’ESERCITO
È
stato concesso con Decreto Presidenziale del 22 luglio 1991. Lo smalto rosso
simboleggia l’audacia, il coraggio ed il sacrificio cruento espressi in tutte le
guerre combattute dall’Esercito Italiano. Il trofeo caratterizza le Armi che compongono la Forza Armata (i fucili la Fanteria, le lance la Cavalleria, i cannoni
l’Artiglieria, le asce il Genio, le saette le Trasmissioni); le due sciabole ricordano il
valore e l’impegno profusi da tutti i Corpi dell’Esercito nel corso delle campagne
risorgimentali.
La Granata con fiamma costituisce la rappresentazione grafica di tutte le truppe
di terra.
Lo scudo è inoltre guarnito delle decorazioni alla Bandiera di Guerra
dell’Esercito.
12
IL NASTRO AZZURRO
PRESENTATA LA BIOGRAFIA DI GIOVANNI
MESSE NELL’AMBITO DELLE CELEBRAZIONI
PER L’ANIVERSARIO DELL’ESERCITO
I
l 17 aprile 2007, presso il Centro Alti Studi
della Difesa, sito al palazzo Salviati in Roma,
è stato presentato il libro “Giovanni Messe,
ultimo Maresciallo d’Italia”. Tale evento si colloca nelle celebrazioni del 146° anniversario
della costituzione dell’Esercito Italiano.
Il volume, redatto da Luigi Emilio Longo,
neuropsichiatra nativo di Asti, cultore di storia
politica e militare, nonché militare in congedo
(ha prestato servizio per oltre 22 anni nell’E.I.),
è un’accurata biografia dell’eroico generale
Giovanni Messe.
Messe, in particolare, fu l’ultimo
Comandante delle forze dell’Asse a cedere le
armi in Nord Africa nella seconda guerra mondiale. L’evento accadde sul campo di battaglia
di Mareth e Arkait, in Tunisia, al termine di una
lenta ma inesorabile ritirata dopo la decisiva
battaglia di El Alamein. Poco prima, il 12 maggio del 1943, Giovanni Messe fu l’ultimo ufficiale italiano ad essere promosso Maresciallo
d’Italia, il massimo grado della gerarchia militare dell’epoca. Fatto prigioniero dagli angloamericani, dopo l’8 settembre venne rimpatriato e
divenne Capo di Stato Maggiore Generale.
Dopo la guerra fu eletto Senatore della neonata
Repubblica.
Il volume, edito dall’Ufficio Storico dello
Stato Maggiore dell’Esercito, è stato presentato
dal generale di Corpo d’Armata Rocco Panunzi,
Direttore Generale del Personale Militare, che
ha tracciato un appassionato ricordo della figura umana di Giovanni Messe. Hanno preso la
parola anche il generale Luigi Calligaris, noto
scrittore e giornalista storico-militare e il professor Virgilio Ilari, docente di Storia Militare
all’Università Cattolica di Milano.
Il ricordo della figura di Messe apre giustamente l’anniversario dell’Esercito Italiano ricordando l’eroismo e la capacità di discernimento
dell’ufficiale in un complesso momento storico
politico della nostra Patria.
LE CELEBRAZIONI
L
e celebrazioni, iniziate ufficialmente con una conferenza stampa tenuta il 20 aprile presso la Biblioteca Militare Centrale, si
sono articolate su cinque distinti eventi:
• 23 aprile presentazione del libro “Uniformi, cultura e società”;
• 27 aprile inaugurazione presso il Sacrario delle Bandiere al complesso del Vittoriano della Mostra storica espositiva “Uomini e
Armi” che resterà aperta al pubblico fino al 30 ottobre;
• 27 aprile concerto della banda musicale dell’Esercito presso la
Sala Sinopoli dell’Auditorium Parco della Musica;
• 30 aprile Santa Messa in onore dei Caduti della Forza Armata
presso la Basilica di S.Maria Maggiore;
• 4 maggio le manifestazioni sono iniziate con la deposizione di
una corona d’alloro sulla Tomba del Milite Ignoto all’Altare
della Patria cui ha fatto seguito una Cerimonia Militare presso
l’ippodromo militare di Tor di Quinto alla quale hanno partecipato il Presidente della Repubblica ed il Ministro della Difesa.
L’Istituto del Nastro Azzurro, sempre invitato, ha partecipato a
tutti gli eventi ed il Labaro della Presidenza ha preso parte alla cerimonia del giorno 4 con Alfiere il Dr. Antonio Valeri, Presidente
della Sezione Banca d’Italia della Federazione di Roma.
Nel corso della cerimonia militare sono state conferite alcune
onorificenze a personale militare che si è particolarmente distinto
in Patria e fuori dai confini nazionali e la Medaglia d’Oro al merito della Sanità alla Bandiera dell’Esercito. A conclusione si è svolta
la simulazione di un atto tattico, altamente spettacolare anche perché perfettamente eseguito sotto una pioggia battente, che ha visto
l’intervento di elicotteri da combattimento e dei più recenti mezzi
terrestri in dotazione all’Esercito. Gli onori finali sono stati resi da
un reparto di formazione nel quale spiccava la presenza dei
Granatieri di Sardegna, con la loro classica uniforme di rappresentanza, e dalla banda dell’Esercito. Numerosi gli spettatori che
hanno potuto visitare un’area espositiva presso la quale era possibile vedere i materiali, armamenti e mezzi di ultima generazione in
dotazione o in corso di acquisizione da parte dell’Esercito.
Particolare interesse ha suscitato l’equipaggiamento individuale
previsto con il progetto “soldato futuro”, facente parte di un programma più vasto che consiste nella completa “digitalizzazione”
della Forza Armata. I mutati scenari di impiego delle Forze Armate
con l’apparizione delle così dette “guerre asimmetriche”, nelle
quali il nemico non è uno Stato ma un gruppo di terroristi senza un
territorio definito, hanno comportato mutamenti radicali nell’impie-
go dello strumento militare. La necessità di utilizzazione di forze
geograficamente disperse con diffusione della “conoscenza” del
campo di battaglia al singolo militare, unita ad una efficace connessione operativa, ha originato negli ultimi anni il concetto di
“Network Centric Warfare” (NWC), consistente nel pieno utilizzo
delle potenzialità offerte dalla tecnologia applicata nel campo del
controllo e gestione in tempo reale delle informazioni per un efficace impiego dei più sofisticati sistemi d’arma.
L’argomento che riteniamo interessante anche per i non addetti ai lavori, sarà oggetto di un prossimo articolo.
Antonio Teja
13
IL NASTRO AZZURRO
L’
anniversario della Polizia di Stato è stato celebrato
quest’anno nei giorni 11, 12 e 13 maggio con manifestazioni organizzate dalle Questure di tutta Italia,
nell’ambito delle quali sono stati allestiti stand illustrativi
dell’attività e delle tecnologie impiegate dalla Polizia di
Stato nella lotta alla criminalità e nel mantenimento dell’ordine pubblico.
Gli eventi principali sono avvenuti come sempre a
Roma. Prima dell’apertura degli stand, l’11 maggio, si è
svolta, alla presenza del Presidente della Repubblica
Giorgio Napolitano, del Presidente del Consiglio Romano
Prodi, del Presidente della Senato Franco Marini, del Capo
della Polizia De Gennaro e delle più alte cariche dello
Stato, la cerimonia celebrativa del 155° anniversario della
Polizia di Stato. I momenti significativi dell’evento sono stati
i seguenti:
ore 9 deposizione di una corona di alloro, da parte del
ministro dell’Interno Giuliano Amato, sulla tomba del Milite
Ignoto all’Altare della Patria;
ore 11 cerimonia in piazza del Popolo (trasmessa in
diretta Rai e Sky) alla presenza del presidente della
Repubblica, Giorgio Napolitano, che consegna onorificenze e ricompense;
ore 15.15 cambio della guardia al Quirinale. Una rappresentanza delle Squadre a cavallo della Polizia di Stato
effettua il servizio di guardia d’onore fino alla stessa ora del
giorno successivo.
“…è stato un anno difficile per la Polizia di Stato…” ha
detto, nel corso della cerimonia a piazza del Popolo, il
ministro dell’Interno Giuliano Amato rilevando però gli
“…importanti successi…” conseguiti nella lotta al terrorismo, alla criminalità organizzata, nel contrasto al traffico di
14
esseri umani ed altro.
Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha
espresso soddisfazione e apprezzamento per l’importante
lavoro svolto da “…tutti coloro che, con encomiabile spirito di sacrificio e di abnegazione, hanno operato, fino all’estremo sacrificio della vita, per garantire il rispetto della
legge e la sicurezza dei cittadini…” e poi ha consegnato
nelle mani di genitori e familiari degli agenti deceduti in servizio le medaglie al Valore e al Merito Civile per i loro cari.
Tra le onorificenze, spicca la promozione per merito straordinario e la medaglia d’oro al Valor Civile, ritirata dalla
moglie dell’Ispettore Filippo Raciti.
Dopo la consegna delle medaglie il Presidente, insieme
alle altre autorità, è andato a visitare, uno per uno, gli stand
allestiti a piazza del Popolo tra gli sguardi curiosi del pubblico.
Antonio Daniele
Fonte: “Poliziamoderna”
IL NASTRO AZZURRO
24 MAGGIO
GIORNATA DEL DECORATO
G
iovedì 24 maggio, in una splendida mattinata coronata da un cielo che più “azzurro” non
poteva essere, si è svolta la cerimonia, semplice ma solenne, di deposizione di due corone di alloro all’Altare della Patria in memoria di tutti i Decorati Caduti.
Alla presenza di autorità militari e civili e con la partecipazione di numerosissimi Decorati e
di un pubblico di Soci e semplici cittadini che ha superato le più rosee previsioni, due Carabinieri
in alta uniforme ed i nostri due
Vice
Presidenti,
Arnaldo
Cassano e Carlo Maria Magnani, hanno portato le corone che i
Presidenti del Gruppo Medaglie d’Oro, Gen.CC M.O.V.M. Umberto
Rocca e dell’Istituto del Nastro Azzurro, Giorgio Zanardi, hanno
deposto ai piedi del Sacello del Milite Ignoto.
Dopo un periodo di sospensione si è voluto così riprendere una
tradizione che unisce i due sodalizi depositari del Valore del militare italiano. Oltre a quello della Presidenza Nazionale, altri 17 Labari
azzurri, di Federazioni, Sezioni e Gruppi, hanno sventolato alti, alle
note del silenzio, testimoniando tangibilmente la volontà del nostro
Istituto, di tenere ben vivo il ricordo di chi ha anteposto la Patria alla
sua stessa vita.
INTERVENTO DEL PRESIDENTE NAZIONALE GIORGIO ZANARDI ALL’ALTARE DELLA PATRIA
Ringrazio la Medaglia d’Oro Rocca per aver preso l’iniziativa di questa commemorazione del 93° Anniversario del 24 maggio
1915. In questa data il popolo italiano, resistendo alla tentazione dei più pavidi che volevano lasciare agli stranieri la decisione
del futuro della nostra Patria, prese la risoluzione di essere l’artefice del destino dell’Italia.
Fu una decisione di grande coraggio e di profonda volontà dato che avevamo di fronte gli Imperi Centrali, padroni d’Europa e
in quei giorni vincitori su tanti fronti, tra cui quello di Gorlicka. L’Esercito Italiano affrontò il nemico per riportare ad ogni costo
tutti gli Italiani sotto il Tricolore: è questa la fulgida luce del 24 maggio 1915 perché da essa, attraverso il sacrificio di 30 classi
di generazioni di Italiani e un immenso numero di Caduti e mutilati, abbiamo dato vita a Vittorio Veneto.
Ed è appunto ispirandosi a questa vittoria del IV novembre 1918 che abbiamo trovato la forza di risollevarci dalla sconfitta della
2^ guerra mondiale dando vita alla Resistenza e alla guerra di Liberazione. Tutto è
derivato da quella coraggiosa decisione presa il XXIV maggio 1915.
E’ quindi il Vangelo di quella data che dobbiamo additare ai giovani affinché essi
abbiano sempre presente la necessità di esprimere quello di cui sono capaci e non
lasciarsi tentare dal fatto di stare comodi ad attendere le decisioni degli altri.
Facciamo in modo dunque che anche le nostre generazioni diventino portavoce di
quel messaggio di Pace che le nostre Forze Armate su tutti i fronti stano cercando
di diffondere a coloro che non sanno e che non conoscono il bene inestimabile
della Libertà.
Viva dunque il 24 maggio, Viva l’Istituto del Nastro Azzurro con il suo Gruppo
delle Medaglie d’Oro, Viva l’Italia.
15
IL NASTRO AZZURRO
27 MAGGIO, PRATICA DI MARE:
GIORNATA AZZURRA 2007
31
tipi di velivoli esibiti in volo, dei quali 8 in altrettante
pattuglie acrobatiche militari o civili, 61 tipi di velivoli in mostra statica a terra, circa mezzo milione di spettatori, diretta televisiva RAI, sei ore di manifestazione aerea: sono
numeri eccezionali per un evento eccezionale svoltosi alla presenza del Ministro della Difesa, On. Prof. Arturo Parisi, che non
ha mai nascosto il suo entusiasmo.
Il significato intrinseco di una manifestazione aerea è il richiamo di pubblico e il gradimento che esso esprime per tale evento.
Il richiamo è stato elevatissimo, nonostante la viabilità che conduce a Pratica di Mare abbia scoraggiato più di qualcuno; il gradimento è stato ai massimi livelli. E non poteva essere diversamente, tenuto conto della quantità di velivoli esposti ed esibiti, la
manifestazione aerea di quest’anno ha dato davvero lustro alle
come uno dei più splendidi e capaci comandanti che mai abbiano indossato l’uniforme azzurra. Il terzo è il gen. B.A. Luca
Valeriani, comandante della 9^ Brigata Aerea e dell’Aeroporto di
Pratica di Mare, quindi il padrone di casa che ha accolto nel
miglior modo possibile un numero di “ospiti” da far tremare i polsi
a chiunque.
Al di là dei numeri che confermano il notevole gradimento
della gente per lo spettacolo offerto nelle manifestazioni aeree,
spettacolo di ardimento e tecnologia che non ha eguali in nessun
altro tipo di esibizione, è opportuno sottolineare che a Pratica di
Mare si è avuta anche un’importante vetrina internazionale delle
capacità organizzative dell’Aeronautica Militare.
L’Aeronautica però è fatta di uomini, ed a questi uomini va il
merito di una manifestazione davvero interessante e riuscita. Il
primo, innanzi tutto, è il Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica,
generale Vincenzo Camporini, che ha messo a disposizione del
pubblico la base aerea di Pratica di Mare, sede del Reparto
Sperimentale di Volo e della 9^ Brigata Aerea che raggruppa due
Stormi dell’Aeronautica, il 14° e il 15°. Il secondo è senza dubbio
il gen. S.A. Giulio Mainini, Alto Comandante della Squadra Aerea,
il quale ha diretto le attività organizzative necessarie all’ottima riuscita della manifestazione (che si è svolta a una sola settimana dal
suo congedo per raggiunti limiti di età), con la capacità manageriale e l’entusiasmo trascinatore che lo hanno sempre caratterizzato e lo hanno reso noto, in Aeronautica ed al di fuori di essa,
16
IL NASTRO AZZURRO
madrina di una “prima mondiale”: l’esibizione in pubblico di un
prototipo di velivolo, il Ba.609 costruito in joint venture dall’azienda italiana Agusta e dall’inglese Westland. Manifestazioni
aeree nel mondo ne avvengono tante, ma è davvero raro che in
qualcuna di esse si abbia la “prima al pubblico” di un prototipo.
In genere questo tipo di esibizioni avviene ai saloni aeronautici.
Il Ba.609 è un convertiplano, cioè un velivolo di concezione
ibrida, in grado di decollare ed atterrare verticalmente, come un
elicottero, grazie ai due rotori che sviluppano una portanza superiore al suo peso di oltre sette tonnellate. I rotori, una volta sicuramente in volo, cambiano lentamente orientamento trasformandosi da organi di sostentamento in eliche trattive. Il convertiplano è
così in grado di volare alla velocità di crociera di un normale velivolo turboelica (intorno ai 600 chilometri orari), cioè a più del
doppio di quella di un elicottero. In pratica, ha i vantaggi di una
capacità raggiunte dall’Aeronautica Militare nelle molteplici attività connesse con la politica di sicurezza del Paese: sorveglianza
e difesa dello spazio aereo, trasporti logistici, umanitari e sanitari,
soccorso aereo, supporto operativo ai contingenti italiani schierati fuori area in missioni di pace.
Accanto a tale doverosa e più che confortante esposizione, la
manifestazione di Pratica di Mare è stata anche l’occasione per
mettere in mostra i gioielli dell’industria nazionale ed esaltare il
ruolo propulsivo dell’Arma Azzurra nella ricerca tecnologica
aeronautica e spaziale. In tale ambito si colloca la presentazione
in volo dell’Eurofighter, il caccia europeo entrato in linea da circa
un anno e mezzo nei reparti A.M., il trasporto tattico C-27J, il prototipo del nuovo addestratore M.346. Ma c’è stato spazio anche
per l’industria civile, e che spazio! La Giornata Azzurra è stata la
e dell’altra macchina senza averne gli svantaggi.
Numerose le pattuglie acrobatiche. Si va dalle civili, “Breitling
Jet Team”, “Blu Voltige”, “Team ULM Vega”, “Pattuglia The Red
Bulls”, “Team Yakitalia”, alle militari “PC7Team” dell’Aeronautica
Svizzera, “Patruilla Aguila” spagnola per finire all’attesissima
“Pattuglia Acrobatica Nazionale” ovvero le “Frecce Tricolori” che
tanto entusiasmo suscitano in tutto il mondo per la spettacolarità
e la perfezione tecnica della propria esibizione.
Una notazione sul significato di una manifestazione aerea:
l’antico sogno di Icaro ormai è realizzato da oltre cento anni, ma
rimane sempre nel nostro inconscio la consapevolezza che l’uomo nasce senza ali. Vedere tanti velivoli che effettuano manovre
di grande bellezza e spettacolare ardimento, aiuta a pensare che
le ali le abbiamo… anche se non si vedono.
Antonio Daniele
17
IL NASTRO AZZURRO
PER I CADUTI DELLE FOIBE
D
opo lunghi anni di oblio, ci si occupa finalmente
delle vicende accadute nelle regioni italiane
dell’Adriatico orientale (Dalmazia, Venezia Giulia,
Istria), del forzato esodo e della morte violenta di migliaia di
Italiani di tali regioni che, dopo l’8 settembre ‘43 furono
infoibati, cioè buttati in voragini profonde, spesso vivi, talvolta legati in due: uno veniva ammazzato a bruciapelo sull’orlo della foiba e cadendo trascinava giù l’altro vivo; in
altri casi ci sono stati annegamenti o fucilazioni sommarie.
Il tutto in un fosco quadro di vendette e revanscismi politici tesi ad evitare che l’Italia, vinta, potesse avere comunque
interamente riconosciuta la sua unità. Fortunatamente la
perdita dell’Istria non impedì a Trieste di essere italiana e,
finalmente, l’1 e 2 novembre 2008 si celebrerà la ricorrenza del 90° anniversario della definitiva annessione di Trieste
al territorio nazionale.
Inoltre, solo nel 2004 il Parlamento italiano ha approvato una legge per dare, alla memoria degli sfortunati fratelli
esuli, un doveroso ma tardivo riconoscimento.
I congiunti devono presentare domanda alla Presidenza
del Consiglio dei Ministri. Un’apposita commissione, di cui
fanno parte i capi degli Uffici Storici militari, valuterà i fatti
ed assegnerà il riconoscimento: una insegna metallica onorifica. Tale riconoscimento, del tutto onorifico e quindi dall’alto significato simbolico, verrà consegnato ai familiari in
occasione di cerimonie ufficiali, al Quirinale o nelle
Prefetture.
Il riconoscimento può essere dato, oltre che alla memoria di chi fu vittima di infoibamenti, anche a chi semplicemente scomparve nei territori bagnati dall’Adriatico orientale, senza che se ne abbia più avuto notizia.
Si invitano pertanto i familiari di Italiani (civili o militari) scomparsi nel 1943-47 nei territori adriatici, ad avanzare
la domanda e, per maggior loro comodità, si pubblicano di
seguito i fac-simile dei relativi moduli.
Per chiarimenti ci si può rivolgere all’A.N.V.G.D., Via
Leopoldo Serra, 32 - 00153 Roma. Tel/fax 06 5816852
Carlo C. Cipriani
--------------------------------------------------------------------------------DICHIARAZIONE SOSTITUTIVA DI ATTO NOTORIO
(ai sensi art. 47 del DPR n. 445/2000)
Il Sottoscritto/a __________________________________________________________________________
(cognome e nome del richiedente)
Nato a __________________________________________________ il _____________________________
e residente a ___________________________________via/piazza__________________________________
Consapevole delle responsabilità e delle sanzioni penali stabilite dalla legge per false e mendaci dichiarazioni, sotto la sua personale
responsabilità (art. 76 del DPR n.445 del 28.12.2000)
Dichiara che:
Il congiunto (nome e cognome del caduto)______________________________________________________
_______________________________________________________________________________________
_______________________________________________________________________________________
_______________________________________________________________________________________
_______________________________________________________________________________________
_______________________________________________________________________________________
_______________________________________________________________________________________
_______________________________________________________________________________________
_______________________________________________________________________________________
_______________________________________________________________________________________
_______________________________________________________________________________________
_______________________________________________________________________________________
_______________________________________________________________________________________
_______________________________________________________________________________________
_______________________________________________________________________________________
_______________________________________________________________________________________
Firma del Dichiarante ____________________________________ Data e luogo_______________________
Attenzione: allegare alla presente dichiarazione la fotocopia di un valido documento di identità.
18
IL NASTRO AZZURRO
ALLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Commissione per la concessione di un
riconoscimento ai congiunti degli Infoibati – L. 92/2004
P.zza Colonna, 370
Palazzo Chigi
00186 – ROMA
OGGETTO : Domanda ai sensi della Legge n. 92 del 30.03.2004
Il/La sottoscritto/a _______________________________________________________________________
Nato/a _______________________________________ Residente a ________________________________
In via/piazza ____________________________________________________ CAP ___________________
Codice fiscale_____________________________________________________________ nella sua qualità di:
Coniuge
Figlio/a
Nipote
Congiunto fino al 6° grado
(barrare l’ipotesi relativa)
di: _____________________________________________________________________________________
(nome e cognome della vittima)
nato/a ________________________________________________________ il _______________________
Soppresso/a mediante infoibamento, annegamento, fucilazione, massacro, attentato o comunque
scomparso/a : nel periodo 8 settembre 1943 – 10 febbraio 1947
Deceduto/a in conseguenza di torture, deportazioni, prigionia : nel periodo 10 febbraio 1947 – 31
dicembre 1950 nelle seguenti località:
In Istria-Fiume (eventuale specificazione del luogo: __________________________________)
In Dalmazia (eventuale specificazione del luogo: ____________________________________)
Nelle province dell’attuale confine orientale – Trieste, Gorizia, Udine –
(eventuale specificazione del luogo: ______________________________________________)
Altro______________________________________________________________________
CHIEDE
La concessione, a titolo onorifico, della apposita insegna metallica con il relativo diploma di
cui e per gli effetti dell’art. 3 e seguenti della Legge n. 92 del 30.03.2004.
Allega:
a) dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà con la descrizione del fatto, della località,
della data in cui si ritiene sia avvenuta la soppressione o la scomparsa del proprio congiunto;
b) altri documenti (eventuali) e cioè: ___________________________________________________
_____________________________________________________________________________
Data ________________________________
Firma _______________________________
19
IL NASTRO AZZURRO
INCREDIBILE MA VERO
S
iamo a bordo di
un trimotore da
bombardamento
sul
fronte
del
Mediterraneo, al ritorno da un’azione su un
importante obiettivo,
la base aeronavale di
Malta. L’azione è
andata bene, malgrado l’accanita difesa
antiaerea e un furibondo assalto della
caccia avversaria che
ha lasciato i segni nei
numerosi squarci della
fusoliera. La peggio è
toccata agli assalitori,
numerosi dei quali si sono dovuti ritirare in condizioni da non escludere la loro perdita per sbandamenti,
fumate e bagliori di incendio. A bordo c’è quell’atmosfera consueta di questi momenti, quando gli uomini
sono soddisfatti del dovere compiuto e, pur conservando ancora l’eccitazione della battaglia, si apprestano a
quella tranquillità tipica dell’ultima fase dei voli di
rientro.
Così il 1° Av. Arm. Rosario Salvatore D’Angelo è
risalito dalla “mandibola”, dove ha diretto i tiri della
mitragliatrice in depressione e, prima di raggiungere la
sua cuccetta, si guarda intorno, tastando qua e là con
mano esperta i segni dei proiettili avversari, e quindi,
addentrandosi verso la coda, percorrendo con gli
occhi e con le dita i cavi, le tubazioni, tutta la intricata matassa degli organi di comando ed alimentazione.
E’ un giovane entusiasta del suo ruolo di Armiere
d’Aeronautica ed ha già dato più di un saggio di bravura e d’ardimento nei suoi voli di guerra collaborando all’abbattimento di numerosi aerei nemici. Anche
oggi si è comportato col suo consueto slancio ed ha
ancora fissa nella mente l’immagine dell’ultimo caccia
inglese in fuga sotto i precisi tiri della sua 12,7 mm.
E’ con questi pensieri che egli è arrivato in fondo al
bombardiere, il vigile sguardo sempre rivolto agli
oggetti del suo attento esame quando col cuore in
tumulto, si precipita di peso contro il tubolare del
timone di profondità afferrandolo tenacemente con
entrambe le mani. Che cosa ha visto? Quando più tardi
lo racconterà dovrà tergersi ancora il sudore dalla fronte per il contraccolpo ricevuto. Il tubolare del timone,
questo organo essenziale della condotta dell’aeroplano, era quasi del tutto spezzato da un colpo di mitraglia penetrato attraverso le strutture e soltanto una lievissima sezione di metallo lo teneva ancora unito: un
attimo solo di ritardo nel provvidenziale controllo del-
20
l’armiere, avrebbe causato l’irreparabile.
Il giovane siciliano si era immediatamente reso
conto della gravità del pericolo che egli e i suoi compagni stavano correndo e da qui il suo slancio immediato verso l’importante congegno colpito.
Tenacemente, saldamente, le sue mani stringono i due
tronconi del tubolare che stanno per separarsi, in
modo da formare un allacciamento indissolubile,
come in una morsa: una morsa umana.
Il pilota, ignaro di tutto, esegue i suoi movimenti
sugli organi di comando con l’abituale sicurezza,
senza avvertire cambiamento, ma ognuno dei suoi
colpi di timone significa lo strazio delle carni del valoroso armiere, che si è sostituito al metallo.
Continuando a serrare con i pugni e gli avambracci le
due parti, che ormai si sono completamente staccate.
D’Angelo deve assecondare i comandi impressi alle
leve ritrasmettendoli dall’una parte all’altra e ogni
volta le sue carni vengono corrose dallo sforzo contro
il tubo spezzato, mentre il sangue cola in gran copia
giù per l’avambraccio.
E’ una tortura inimmaginabile e il ragazzo la sopporta con un coraggio e uno stoicismo degni delle più
nobili tradizioni della sua eroica terra di Sicilia. A ciascuna stretta derivante dai movimenti del pilota, egli
risponde con un’indomabile forza di volontà, derivante dalla coscienza del pericolo e dal terribile dovere
che si è imposto per la salvezza sua e dei suoi compagni.
Quanto tempo dura l’incredibile situazione? Un
tempo che pare eterno a D’Angelo, per il quale i minuti contano come ore. Eppure, egli non deflette un solo
istante e respinge con estrema energia tutti i tentativi di
annebbiamento del cervello e i mancamenti del cuore
che resiste, resiste a battiti raddoppiati.
Nessuno del personale di bordo, occupato nelle
sue mansioni, si accorge del dramma che si sta svolgendo in coda all’apparecchio, né sospetta minimamente il tremendo pericolo che grava sul capo di tutti.
IL NASTRO AZZURRO
L’armiere non si vede, ma essi non ci fanno caso,
sapendo come egli abbia finito il suo compito e lo
pensano sdraiato, giusto in coda, a prendersi un meritato riposo. La navigazione procede spedita e la base
fortunatamente viene raggiunta in anticipo sul ruolino
di marcia.
Meglio tacere gli attimi d’atterraggio, con i movimenti violenti impressi dal pilota sui comandi e ripercossi con altrettanta violenza sulle povere mani lacerate di D’Angelo, oramai giunto all’estremo della resistenza e sorretto solo dalla sua tenace forza di volontà
e dall’indomabile tempra.
Il bombardiere adesso ha toccato il suolo e rulla
verso la linea di volo, dove ritornerà ad affiancarsi ai
compagni di pattuglia.
Un ultimo strappo di motore e la grande macchina
alata si arresta. Il capo equipaggio si affretta verso lo
sportello di uscita e si imbatte, al termine dello stretto
passaggio, nella figura smunta, ma raggiante dell’armiere che, risalito faticosamente dal suo luogo di tortura, si porta la mano sanguinante alla visiera nel saluto militare.
- D’Angelo, che diamine ti è successo? Sei ferito? –
Domanda l’ufficiale impressionato dallo stato del
ragazzo e avendo per lui un gesto premuroso.
Il valoroso armiere ha la forza di sorridere con
supremo impaccio nell’acuto dolore delle carni e
narra, con estrema semplicità, il suo gesto che è servito a portare in salvo l’apparecchio e con esso i suoi
compagni d’equipaggio.
Questa frase conclusiva è già nella mente del
comandante che, dopo il rapporto ai superiori, firmerà
la proposta di medaglia d’argento al suo valoroso collaboratore.
Salvatore D’Angelo
Mostra fotografica realizzata dal Museo delle vittime del genocidio di Belgrado
e curata dall’Associazione Mostza Beograd di Bari
ERANO SOLO BAMBINI (Jasenovac tomba di 19.432 bambini e bambine)
Non sono passati molti anni da quando leggevamo con raccapriccio la cronaca delle
stragi perpetrate, nella ex Jugoslavia, contro quella o quell’altra etnia, in nome di una
presunta necessità di pulizia etnica. Non ci voleva molto ad intuire che tanta ferocia
poteva essere solo il frutto di odi profondi, le cui radici affondavano in altre
persecuzioni, in altre crudeltà subite anni prima. Se ne è avuta una prova qui a Bari,
ammesso che ve ne fosse bisogno, in occasione della “Giornata della Memoria”, con
l’inaugurazione della mostra “Erano solo bambini” relativa allo sterminio di 19.432
bambini e bambine nel campo dei nazisti croati a Jasenovac. Il nome pressoché
sconosciuto di questa località, un centinaio di km a sud di Zagabria, significa in
lingua croata “bosco di frassini”; ma non era il bosco incantato delle favole dei
bambini, era l’inferno! Il 10 aprile 1941, sotto gli auspici della Germania nazista e
dell’Italia fascista, venne proclamato a Zagabria lo Stato indipendente croato di Ante
Pavelic. Appena due settimane dopo l’insediamento, Pavelic annunciò sul giornale
croato ustascia, “la Nazione croata” del 25 aprile 1941, che erano iniziati i lavori per
migliorare i terreni di Lonjsko Polje, vicino al fiume Sava. In realtà era iniziata la
costruzione a Jasenovac del più grande campo di sterminio nei Balcani. Qui e negli
altri campi costruiti nel nuovo stato croato, che contava 6.300.000 abitanti dei quali
circa 1/3 erano serbi, trovarono la morte centinaia di migliaia di serbi, ebrei, rom e
musulmani. Nei massacri di ampie proporzioni, gli ustascia (gli insorti) non fecero
distinzione fra adulti e bambini. Limitandosi alle sole vittime identificate, nello Stato
indipendente croato tra aprile 1941 e maggio 1945, persero la vita 74.762 bambini: i
più piccoli erano in fasce e i più grandi avevano 14 anni.
Jasenovac, il campo di sterminio più grande, aveva un comandante discusso: il frate cattolico Miroslav Filipovic
Meistorovic, soprannominato fra’ Satana, che non esitava ad affermare: “...oggi non è peccato uccidere un bambino di 7 anni, se
questo infastidisce le autorità ustascia… non pensate che, per il fatto che indossi un abito da prete, non possa prendere tra le mani una
mitragliatrice e uccidere anche nella culla..”. Egli creò una apposita sezione, chiamata Ciglana III, appositamente “dedicata” ai
bambini, dove nelle fosse comuni furono poi identificate 19.432 vittime al di sotto dei 14 anni. I più piccoli in fasce,
martoriati, strappati dalle braccia delle mamme, uccise due volte. Qualche bambino, tuttavia riuscì a sopravvivere
all’inferno. Uno di questi Lukic Dragoje ha scritto un libro dal quale è derivato il titolo della rassegna di Bari.
Una rassegna fotografica di un centinaio di immagini, provenienti dal Museo “delle vittime del genocidio” di Belgrado, che
per la prima volta hanno oltrepassato i confini della Serbia, su iniziativa dell’Associazione “Mostza Beograd”: un ponte per
Belgrado in terra barese. Bari, come tutta la Puglia, ha sempre avuto un ruolo importante nella vicenda jugoslava. Qui
infatti, dalle Tremiti ad Alberobello, si rifugiarono durante l’ultimo conflitto tutti gli internati slavi perseguitati dal
fascismo.
Giuseppe Picca
(Presidente della Federazione di Bari)
21
IL NASTRO AZZURRO
LA 111^ COMPAGNIA PROTEZIONE PONTI
S
e oggi è possibile raccontare le gesta di questa
Compagnia, ignota alla storia ufficiale, è solo grazie a
documenti originali polacchi ed ai ricordi dei familiari di suoi caduti o di alcuni superstiti, come il nostro Socio
Attilio Brunetti, che fu decorato con la “Croce dei Valorosi”
e la M.O.V.M. per aver salvato il suo comandante polacco,
gravemente ferito, riportandolo in spalla nelle linee amiche.
Dopo un periodo di addestramento in Gran Bretagna il
4 dicembre del 1943 giunsero in Italia i primi due reparti di
Commandos belgi e polacchi che entrarono in linea in
Abruzzo.
I primi mesi del 1944, in un inverno tra i più freddi e
nevosi di tutta la guerra, videro intrecciarsi la storia del 6°
Troop (compagnia) polacco con la nascita della 111^
Compagnia Protezione Ponti formata esclusivamente da
personale italiano e comandata da ufficiali e sottufficiali
polacchi. L’accordo fu facilmente raggiunto anche grazie
alle secolari tradizioni che univano Italia e Polonia.
Allo scoppio della guerra l’esercito polacco annoverava
diversi reggimenti con nomi italiani, tra i quali il 51°Rgt.
“Giuseppe Garibaldi” ed il 50° Rgt. “Francesco Nullo”,
patriota bergamasco che dopo aver partecipato alla spedizione dei Mille, nel 1863 affiancò il popolo polacco che
cercava di affrancarsi dal soffocante dominio zarista.
La compagnia, costituita a Roccasicura (IS) nel marzo
‘44, era composta unicamente da volontari, studenti, tra i
quali il sedicenne Carmine Pecorelli detto “Mino” che
venne più volte decorato, operai, contadini, impiegati e
militari che dopo l’8 settembre si trovavano nelle retrovie
del fronte. Indossavano divise inglesi, portavano sulla spalla sinistra del giubbino la mostrina con la scritta “Poland” e
sul basco kaki con striscia di tela verde bordata di rosso, l’aquila polacca bianca. Inizialmente contava 63 italiani e 27
polacchi, era comandata dal capitano Feliks Kepa e venne
incorporata nel Reggimento “Ulani dei Carpazi”.
All’esordio le funzioni assegnate alla Compagnia furono
ausiliarie, di sorveglianza e supporto, ma la stima e considerazione immediatamente guadagnate sul campo convinsero il comando polacco ad addestrarla adeguatamente alle
tecniche dei Commandos inglesi, il che avvenne a Monte
Oratino (CB), per formare un’unità scelta specializzata nei
combattimenti in quegli impervi territori montuosi che i
volontari conoscevano bene e nei cui sentieri si orientavano a perfezione, da affiancare al 6° Troop.
Divenuta 2^ Compagnia Commandos nel giugno ‘43
raggiunse la linea del fronte a Montelupone e qui fu posta
alla diretta dipendenza della 3^ Divisione Carpatica. I combattimenti infuriarono specialmente nella zona di Numana
ed è guidando la sua squadra alla conquista del Monte
Conero e successivamente, come pattuglia avanzata, di
Ancona che Attilio Brunetti si guadagnò la M.O.V.M.
Dopo i sanguinosi scontri di Monte Freddo e
Montemarciano ed altre molteplici operazioni offensive
lungo la famosa “Linea Gotica”, nelle quali si distinse per il
valore in combattimento, la Compagnia partecipò alla conquista di Novilara ed il 2 settembre alla liberazione di
Pesaro.
Qui si concluse la breve ma epica storia del reparto italiano, con un tributo di 9 morti e 10 feriti che valse ai suoi
componenti, in segno di riconoscimento, il diritto di portare sui loro baschi le “palme con mezzaluna” distintivo del
Reggimento “ULANI”. Alcuni suoi elementi, tra i quali
Attilio Brunetti che vi raggiungerà il grado di maresciallo
maggiore, poi confluirono nei ranghi della Brigata Maiella
formando la 4^ Compagnia Commando.
Ringraziamenti.
Desidero ringraziare Silvio Tasselli, autore dell’avvincente e documentatissimo articolo che ho sintetizzato, pubblicato su
“Storia & Battaglie” del novembre 2006 e la redazione della rivista per l’autorizzazione concessa. Al Socio M.O.V.M. Attilio
Brunetti (vedi anche “Il Nastro Azzurro” n°5/2006) che, con la grinta del Commando affronta i suoi 90 anni viaggiando da solo
per partecipare a cerimonie e riunioni, va un riconoscimento particolare per l’indefessa azione tesa ad affermare con l’esempio le virtù militari italiane diffondendo, particolarmente nei giovani, la coscienza dei doveri verso la Patria che hanno contraddistinto la sua vita, al fine di evitare che inestimabili testimonianze come la sua restino senza eredi.
Antonio Teja
22
IL NASTRO AZZURRO
UN PONTE DI CIVILTÀ TRA L’ITALIA E LA LIBIA
N
egli stessi giorni in cui, nel capoluogo pugliese,
venivano inumati solennemente i resti dei nostri
connazionali provenienti dal cimitero cristiano di
Mogadiscio, dove le loro tombe erano state barbaramente
dissotterrate e scoperchiate da bande somale (vds. articolo
“Anche loro sono ritornati a casa” pubblicato sul numero
precedente a pag. 26), sempre in Puglia veniva inaugurato a
San Nicola (Isole Tremiti) il 26 ottobre scorso, un Mausoleo
in ricordo degli internati libici deceduti in questa isola tanto
lontana dalla loro terra natia. Il mausoleo, un minareto simbolo della fede musulmana professata dai libici, è stato eretto in base agli accordi italo libici
stipulati nel 1998-99. Questa decisione fu fortemente osteggiata e criticata da alcuni esponenti della
Lega Nord, ma è stata invece unanimemente condivisa dai 400 abitanti di San Nicola perchè, come ha
detto
il
Sindaco
Giuseppe
Calabrese, “in questo momento di
diaspore tra i vari popoli e di acredine soprattutto a causa delle scelte
religiose, a noi è sembrato giusto
stemperare la situazione, riconoscendoci per quello che siamo,
degli esseri umani; noi abbiamo un
sentimento per le persone scomparse, persone che vogliamo ricordare,
al di là del loro credo”.
Senza alcun dubbio la costruzione del minareto è la migliore risposta che potesse essere
data anche dopo la discutibile decisione di Gheddafi che,
nei primi anni 70, impose al Governo italiano di dismettere
il Sacrario militare di Tripoli (costruito nel 1957-58) e di portare in Italia le salme dei nostri connazionali che vi erano
sepolte. Come noto nel maggio 1972 i resti dei nostri caduti furono traslati da Tripoli in Italia e furono solennemente
inumati nel Sacrario Militare di Bari. Con essi anche le spoglie di 140 fedeli Ascari, libici ed eritrei, ai quali è stata
dedicata una lapide nella cripta. Inoltre furono ricostruiti
nel parco due elementi decorativi che caratterizzavano il
dismesso sacrario di Tripoli:
- il “tronco di acquedotto romano”, il cui arco centrale
serviva da ingresso al sacrario di Tripoli;
- gli “archi delle battaglie”, in stile coloniale, analoghi a
quelli che a Tripoli delimitavano uno dei lati della corte
minore del sacrario. Nelle lapidi poste sugli otto pilastri
sono ricordate le principali battaglie combattute in Africa
Settentrionale dal 1911 al 1943.
Ma come si spiega la presenza di tanti libici in questa
piccola isola pugliese di fronte alle coste del Gargano, e
perché per l’inaugurazione del mausoleo è stata scelta la
data del 26 ottobre? La risposta dovrebbe trovarsi sui libri di
storia delle nostre scuole, ma spesso l’argomento viene del
tutto ignorato. Quando il 29 settembre 1911, con lo sbarco
a Tripoli di un nostro contingente militare, Giolitti diede inizio alla guerra coloniale contro la Turchia (che esercitava il
protettorato sulla Libia), la maggioranza degli italiani era
stata convinta dalla propaganda governativa che la guerra
sarebbe stata una passeggiata e che i libici non vedessero
l’ora di farsi liberare dagli italiani; “Tripoli bel suol d’amore” era la canzone più in voga del momento. Ma purtroppo
non era così. I libici rimasero fedeli ai turchi, insorsero contro gli italiani e diedero vita ad una
guerriglia accanita della quale
l’Italia non riuscì mai a venirne
completamente a capo (*). Un contrattacco libico-turco sorprese un
presidio isolato italiano. 500 bersaglieri furono trucidati e moltissimi
di loro orrendamente seviziati.
Seguì da parte italiana una feroce
repressione. Migliaia di arabi vennero fucilati o impiccati, ed oltre
5000 furono deportati nelle isole di
Ustica, Ponza, Favignana e Tremiti.
La deportazione ebbe inizio proprio
il
26
ottobre
1911.
Nell’arcipelago
delle
isole
Diomedee(**) giunsero più di 1300
libici (a seconda delle fonti il numero oscilla fra 1366 e 1391) tutti provenienti dalla zona di Tripoli: erano mendicanti, ricchi proprietari, contadini, artigiani, mercanti, pastori (ma erano
moltissimi anche i bambini e le donne), tutti accusati di aver
“cospirato col nemico”. La prima nave a giungere a San
Nicola si chiamava “Serbia”, portava 600 deportati e non fu
l’ultima. I libici confinati in un’isola che aveva risorse appena per i propri abitanti, furono costretti a vivere in condizioni di assoluta indigenza. A causa della denutrizione e di una
epidemia di tifo e colera morirono a centinaia. Dopo appena 7 mesi, a giugno del 1912, i morti erano 437, un terzo di
quelli arrivati, tutti furono sepolti in una fossa comune. Solo
dopo 95 anni, a risanare vecchie ferite, quei deportati
hanno ricevuto l’omaggio del mausoleo e l’area della sepoltura è stata delimitata con cespugli di macchia tipica del
Mediterraneo, il mare che dovrebbe affratellarci tutti ma è
stato invece teatro di tante, troppe, guerre. Su questo mare
ora è stato gettato un ponte di pace, un ponte ideale fra
l’Italia e l’Africa, un ponte di civiltà fra la cultura cristianooccidentale e la cultura arabo-islamica.
Giuseppe Picca
(Presidente della Federazione di Bari)
NOTE
(*) Gli insorti agivano alle dipendenze di un giovane colonnello turco, di nome Enver Bey che rivelò formidabili doti di guerrigliero. Dalle sue
posizioni imprendibili nel deserto Enver Bey, che poteva contare su rifornimenti continui ed abbondanti da parte della Francia (contraria alla
penetrazione italiana in Libia), fu a lungo una spina nel fianco degli italiani ancorati alla fascia costiera. Profondamente deluso dall’andamento della guerra, Giolitti così si espresse un giorno: “centomila uomini e trenta generali non riescono a venire a capo di un tenente colonnello”.
(**) Le Isole Tremiti vengono chiamate anche Isole Diomedee a ricordo di Diomede, eroe della mitologia greca, che dopo il ritorno da Troia
naufragò sulle coste del Gargano e quivi fondò numerose città. Alla sua morte i compagni, dopo averlo seppellito in queste isole, furono trasformati in uccelli (una specie di gabbiani chiamati “diomedee”) che con le loro grida continuano a piangere l’eroe scomparso.
23
IL NASTRO AZZURRO
CARO MAURIZIO
I
l 29 aprile, in un tragico incidente di
volo avvenuto sull’aeroporto di
Scalea, hanno perso la vita il nostro
Vice Presidente Nazionale Maurizio de
Stasio e suo figlio Vittorio, trentaduenne capitano dei Carabinieri comandante del nucleo elicotteri di Albenga.
Ci conoscevamo da 51 anni
Maurizio ed io, figli di due piloti che,
dopo la guerra durante la quale si
erano conosciuti ed apprezzati in volo,
si davano da fare per ricostruire
l’Aeronautica Militare. Ci incontrammo nel 1956 a Caserta,
sede dell’allora Scuola Specialisti. Ci separavano due anni
di età ma ci accomunava una passione comune per l’aeromodellismo. Il resto lo fecero l’amicizia e la stima reciproca che univano i nostri genitori, “Azzurri” non solo per la
divisa, che ci permisero di incontrarci più volte anche dopo
il trasferimento a Roma. Ognuno prese poi la sua strada
nella vita; Maurizio dopo la laurea in Ingegneria
Aeronautica ed il servizio militare prestato come Ufficiale di
complemento in AM, fu assunto da Alenia mentre io entrai
all’Accademia Aeronautica nel ruolo ingegneri. Continuò
però quella che, pur non coinvolgendoci con assiduità, era
una vera “amicizia”.
Il padre di Maurizio, lasciata l’Aeronautica, divenne sindaco di Sessa Aurunca e fu poi eletto Deputato della
Democrazia Cristiana per due legislature e, quale membro
della Commissione Difesa, portò avanti lotte importanti per le Forze Armate
riscuotendo plausi ed apprezzamenti
dei quali mai si vantò. Maurizio tutto
aveva ereditato dal padre, compresa
quella passione per il volo che cromosomicamente trasmise al figlio; stimato
ed apprezzato per le doti di dirigente,
di tecnico e di pilota ma soprattutto per
l’affabilità e la disponibilità, fu
Assessore
Comunale,
presidente
dell’Aeroclub di Terra di Lavoro, attivissimo rotariano, consigliere dell’Aeroclub d’Italia, nostro
Vice Presidente pieno di iniziative e mai si vantò.
Nell’introduzione della pubblicazione da lui curata per
ricordare il centenario della nascita del padre e presentata a
Caserta lo scorso 30 marzo, dopo le parole di apertura
“L’unica cosa certa dopo la nascita è la morte”, Maurizio ci
spiega che la vita è come una strada il cui valore non sta
nella lunghezza ma nella bellezza del percorso e che è compito-dovere degli eredi operare per non far scivolare nella
dimenticanza la figura dei genitori, mantenendo la memoria
dei fatti trascorsi, e contribuire in tal modo, ognuno nel suo
piccolo, a quella che collettivamente diventa “Storia Patria”.
Caro Maurizio, ti ringraziamo per l’insegnamento e l’esempio e non ci scorderemo né di te né della bellezza della
strada che hai percorso nella tua vita.
Tonino
IN RICORDO DI MAURIZIO
L’
Istitutto del Nastro Azzurro ha registrato un grave
lutto: l’ingegner Maurizio de Stasio, Vicepresidente
Nazionale dell’Istituto del Nastro Azzurro fra combattenti decorati al Valor Militare d’Italia, ex Presidente dell’aeroclub di Caserta ed eminente personalità campana del
mondo dell’aviazione, socio del Rotary Club di Caserta, è
morto insieme al figlio Vittorio, capitano dei Carabinieri, in
un incidente aereo, occorso in circostanze ancora da determinarsi al loro aereo privato.
L’evento lascia tutti noi che lo conoscevamo un po’ inebetiti. La morte è la conclusione ineluttabile della vita di
ciascuno di noi, ma alcune morti appaiono ingiuste, scorrette, inspiegabili per la loro subitaneità ed assoluta sorprendente fulmineità. La morte di un amico, neppure tanto
anziano, nel pieno vigore fisico e nella completezza mentale della maturità è difficile da accettare. Forse si può cercare una spiegazione, ma mai una giustificazione. Il dolore,
però, è solo lievemente mitigato dalla certezza che egli ha
chiuso la sua esistenza terrena mentre godeva della sua
grande passione: il volo, una passione che condivido e mi
accomunava a lui.
Ho conosciuto Maurizio solo pochi mesi fa, quando ho
accettato l’incarico di direttore responsabile di questa rivista, ma ho subito provato simpatia per lui. Maurizio de
Stasio era un uomo di grande spessore culturale, ma anche
di profonda e sentita umanità; in lui rifulgevano tutte le
migliori doti che vorrei trovare in un amico: l’allegria innanzitutto, la piacevole e varia conversazione, l’interesse
24
comune per il volo, la vasta e variegata cultura, l’affabilità e
l’umanità tipiche di chi viene dalla Campania, insomma la
sublimazione delle doti umane. Ecco perché lascia un vuoto
incolmabile.
Nel pur breve periodo di reciproci contatti che abbiamo
avuto, egli mi rappresentò un’idea, da me ritenuta valida, su
cosa dovrebbe, tra l’altro, fare il Nastro Azzurro per mantenere e tramandare la memoria degli atti compiuti dai suoi
autorevoli membri: costituire un “archivio orale” ottenuto
mediante interviste video, compiute a cura di soci delle
Federazioni e delle Sezioni particolarmente versati nell’uso
delle telecamere, ai decorati ancora viventi i quali lascerebbero così “memoria” di quanto hanno compiuto, narrando
anche le situazioni e i sentimenti in cui si sono dibattuti in
quel momento. Maurizio infatti affermava che la “…memoria è un dato soggettivo della persona, la storia è una ricostruzione tendente all’oggettività dei fatti mediante documenti e testimonianze… la soggettività della memoria viene
dispersa quando i protagonisti non la possono più rievocare…”, quindi “…occorre non disperdere, finché siamo
ancora in tempo, la memoria degli eventi vissuti dai nostri
soci decorati al Valor Militare perché è un tesoro inestimabile legato alla loro memoria…”.
Addio caro amico. Ho fatto mia la tua proposta e, mentre spero che venga da tutti condivisa, so che ogni volta che
mi leverò in volo col mio motoaliante, tu sarai accanto a me
librato con le ali ideali della nostra comune passione.
Antonio Daniele
IL NASTRO AZZURRO
Pubblichiamo di seguito l’ultimo scritto che Maurizio de Stasio aveva inviato alla redazione
per segnalarci un evento di grande importanza svoltosi presso la Federazione di Caserta
in ricordo di suo padre Vittorio decorato al V.M. e Deputato della Repubblica.
VITTORIO DE STASIO NEL CENTENARIO
DELLA SUA NASCITA
I
l 14 marzo del 1907, in San Carlo di Sessa Aurunca, nacque
Vittorio de Stasio. Raggiunti i 17 anni lasciò la sua famiglia
ed il paese natale per arruolarsi nella Regia Aeronautica ed
ebbe la sua prima lezione di volo a Sesto San Giovanni il 16
agosto 1926 pilotando il Gabardine tipo 1913. La sua carriera
si svolse prevalentemente presso Scuole di volo come istruttore
di teoria, di volo e di alta acrobazia; la guerra lo vide quale
comandante della 49° Squadriglia del 32° Stormo a Gioia del
Colle con azioni di bombardamento e scorta convogli. La sua
partecipazione alla guerra aeronavale del Mediterraneo ebbe il
massimo impegno nella Battaglia di Mezzo Agosto con il vittorioso contrasto alla poderosa squadra navale che voleva rifornire l’isola di Malta ormai allo stremo (operazione “pipistrello”).
Per questa azione fu decorato di Medaglia di Bronzo al Valor
Militare sul campo.
Qualche mese dopo, comandante e pilota di un S 84, velivolo “scorbutico” in dotazione al 32°, in trasferimento verso la
Sardegna, salvò l’intero equipaggio ed il prezioso materiale
aeronautico di bordo in un incidente di volo causato dalla perdita dell’elica destra. Fu decorato di Medaglia di Bronzo al
Valore Aeronautico.
L’8 settembre lo colse presso la Accademia Aeronautica,
trasferitasi da Caserta a Forlì, e decise di traversare le linee per
mantenere fede al giuramento prestato al Re, come era solito
affermare. Questa difficile scelta e la non semplice “passeggiata” da Ravenna a San Carlo con l’attraversamento del fiume
Rapido, in località prossima a Cassino, gli valse la proposta di
Medaglia d’Argento al Valor Militare tramutata, poi, in
Promozione per Meriti di Guerra.
Ebbe anche due Croci di Bronzo al Valore, oltre a numerosi riconoscimenti per Lunga Navigazione Aerea, Lungo
Comando e Volontario della Libertà. Ebbe anche la Medaglia
dell’Ordine di San Maurizio.
Tutte queste notizie ed altre relative agli anni a seguire,
nonché la sua esperienza di parlamentare sono state da me sintetizzare e riportate in una pubblicazione estratta da una lunga
serie di appunti che, negli anni, ho scritto sulla vita di papà in
base a suoi racconti, riporti del suo attendente “Cosimino” e di
tanti altri dipendenti ed amici che lo hanno conosciuto.
La cerimonia si è svolta al Circolo Ufficiali della Scuola
Sottufficiali in Palazzo Reale, messo a disposizione dal
Generale Vecchi Comandante della Divisione Formazione ed
Addestramento
dell’Aeronautica Militare
di Caserta.
Un pò di cronaca.
Dopo l’introduzione del
Generale e dopo il saluto
del Segretario Generale
dell’Istituto del Nastro
Azzurro, Antonio Teja,
figlio di un generale
amico di papà e lui stesso
mio amico d’infanzia, ho
preso la parola ed in due
riprese ho ripercorso la
vita del Generale de
Stasio fino alla sua morte.
Ho intrecciato la
scansione temporale della
sua vita con episodi personali e di guerra, soffermandomi a mostrare le
sue doti di comando affatto disgiunte da un senso di amore per il prossimo e sempre
pronto a dare il massimo di se per il bene comune.
Ho anche sottolineato il suo senso religioso che non interferì mai con la sua vita di militare e di uomo di guerra e che gli
valse la figliolanza all’Ordine di San Francesco; ho accostato la
sua figura ad un altro grande generale tedesco, Frido von
Senger und Utterlin che, nobile bavarese e benedettino laico,
ben diresse le operazioni sulla Linea Gustav, cosa che non gli
impedì di salvare il tesoro custodito nell’Abbazia di
Montecassino. Tutta la rievocazione è stata accompagnata dalla
proiezione di numerose foto relative alla sua vita militare.
Al termine, l’avv. Alberto Zaza d’Aulisio, Vice Presidente
della Società di Storia Patria della Provincia di Caserta, ha presentato il volume ed ha ricordato la sua figura di politico, sindaco e parlamentare.
Il Generale Vecchi mi ha espresso il suo compiacimento per
la piena riuscita della cerimonia, anche per la numerosa presenza di autorità civili e militari, nonché di ex militari
dell’Aeronautica, molti dei quali avevano prestato servizio con
papà.
Ho spiegato che la scelta di ricordare personalmente la
figura paterna è stata dettata unicamente dal desiderio di riportare i suoi ricordi con la semplicità e con la freschezza con cui
lui me li raccontava stando seduti vicino al camino in paese o
passeggiando nella Napoli ancora semi distrutta dai bombardamenti alleati, che tentava di risorgere carezzata dal bel sole del
golfo.
Al termine della commemorazione, la convinzione circa il
buon esito della stessa mi è stata confermata dal commento di
uno dei presenti che mi ha detto: “Bravo, sei stato bravo a non
commuoverti, ma hai fatto commuovere noi che ti ascoltavamo.”
Questa è la cronaca di un giorno che rimarrà indimenticabile non solo in me, uomo di parte, ma anche in molti che mi
hanno fatto l’onore di partecipare.
Maurizio de Stasio
25
IL NASTRO AZZURRO
CONSIGLI DIRETTIVI
FED. ALESSANDRIA
Presidente: Gen. Luigi TURCHI
Vice Presidente: Arch. Alessandro CORSICO
Segretario-Tesoriere: Geom. Vittorio CALIGIURI
Consiglieri: Cav.Uff. Maggiorino DEBERNARDI, Sig.ra
Rosanna GUAGNANO LUPI, Dott. Pietro MARELLA, Cav.
Armando PERRETTA
Presidente del Collegio dei Sindaci: Gen. Gino MARCONI
Sindaci: Azzurro Anselmo BONON, Cav. Renato CAMPAGNA
FED. ALESSANDRIA – Sez. Casale Monferrato
Presidente: Comm. Francesco RONDANO
Vice Presidente: Sig. Andino BIZZARRO
Segretario-Tesoriere: Gen. Gaetano RESTINO
Consiglieri: Sig. Natale LUSTRISSIMI, Sig. Italo ROSSI
Presidente del Collegio dei Sindaci: Dott. Pier Luigi CAPRIOGLIO
Sindaco: Dott. Nicolao CAIRE
FED. ALESSANDRIA – Gruppo di Tortona
Presidente: Dott. Domenico MARUCCHI
Vice Presidente: Dott. Mario BARBIERI
Segretario-Tesoriere: Azzurro Fabrizio CORTE
FED. BARI
Presidente: Gen. Giuseppe PICCA
Vice Presidente: Aiut.Btg. Comm. Felice MONGELLI
Segretario-Tesoriere: Mar.llo Cav. Michele CONSOLE PONTRELLI
Consiglieri: Sig. Giovanni BUCCI, Sigl. Giovanni LA MACCHIA, Sig. Marcello PICCA
Revisori dei Conti: Sig. Giovanni SPERANZA, Sig. Francesco
SPIZZICO
FED. BOLOGNA
Presidente: Rag. Cav. Giorgio BULGARELLI
Vice Presidente: Cav. Cleto MASETTI
Segretario-Tesoriere: Rag. Cav. Ugo BULGARELLI
Consiglieri: Cav. Antonio CAREDDU, Sig.ra Anna GOIDANICH, Dott. Elvio REMIA
Revisori de Conti: Ten. Lorenzo BULGARELLI, Avv. Franco
FERRARI, Cap.Pil. Cav. Franco GRASSIGLI
FED. FIRENZE
Presidente: Gen. Dott. Bruno STEGAGNINI
Vice Presidente: Gen. Giuseppe DE GREGORIO
Segretario-Tesoriere: Prof.ssa Mara CECCHINI SAMOGGIA
Consiglieri: Dott. Alessandro ADDARIO, Dott. Romeo VALLANZANO
FED. GORIZIA
Presidente: Sig. Rinaldo ROMANO
Vice Presidente: Gen. Luigi BERNARDIS
Segretario-Tesoriere: Sig. Renato OPPIERI
FED. LIVORNO
Presidente: Ing. Giovanni ANDREANI
26
Vice Presidente: Cav.Uff. Raniero CHELLI
Consiglieri: Dott. Geol. Nello ANDREANI, Cav.Uff. Mauro
BETTI, Sig. Andrea DEGL’INNOCENTI, Azzurro Francesco
MIBELLI, Mar.Aiut. Enzo ROSSI
FED. LIVORNO - Sez. Livorno
Presidente: Cav.Uff. Raniero CHELLI
Vice Presidente: Cav. Arturo LUCIOLI
Segretario-Tesoriere: Sig. Andrea DEGL’INNOCENTI
Consiglieri: Rag. Cav. Archimede CARUSO, Gen.CC.
Giovanni Battista GROSSI, Cav.Uff. Antonio PRESTA, Cav.
Bruno QUAGLIARINI
FED. NAPOLI
Presidente: Avv. Cav.Gr.Cr. Gennaro PERRELLA
Vice Presidente: Comm. Mario ILARDO
Segretario-Tesoriere: Cav. Gennaro LA RANA
Consiglieri: Dott. Cav. Salvatore BOVA, Cav. Nicola MARAGLINO, Ten. Luigi SABELLA, Cap. Prof. Antonio SPIEZIA
Presidente del Collegio dei Sindaci: Cav. Alessandro CARROZZO
Sindaci: Sig.ra Maria Rosaria AMOROSO, Sig. Antonio CIMMINO
FED. PADOVA
Presidente: M.Gen. Comm. Saulle GUIDA
Vice Presidente: B.Gen. Comm. Luigi LICCARDO
Segretario-Tesoriere: S.Ten. Cav. Franco DALLA SERRA
Consiglieri: Ten.p.i. Pietro PELIZZA, Inv.G. Cav. Enzo
RAGNO, Rag. Cav. Antonio REUSPI, Rag. Cav. Francesco
SCAPOLO
FED. PADOVA – Sezione di Padova
Presidente: B.Gen. Cav.Uff. Elio RICCIARDI
Vice Presidente: Dott. Comm. Antonio RODA’
Consiglieri: M.Aiut. Cav. Enrico FRANCHIN, M.Aiut. Cav. Vito
INTORCIA, M.Aiut. Cav. Francesco PEPE, Serg.M. Cav.
Giovanni Battista SALATA
FED. PESARO-URBINO
Presidente: T.Col.r.o. Luigi LEONARDI
Vice Presidente: Sig. Apollonio DA RIN
Consiglieri: Sig. Bruno ALEXIS, Prof.ssa Giorgetta BUCCELLATI GUIDARELLI, Sig.ra Marina ROSSI SECCHIAROLI
Sindaco: Sig. Ugo SECCHIAROLI
FED.TARANTO
Presidente: C.F. (T.O.) Luca BELLONE de GRECIS
Vice Presidente: Dott. Nino Bixio LO MARTIRE
Segretario-Tesoriere: Col.E.I. (Aus.) Francesco Antonio
Giovanni CALO’
Consiglieri: Sig. Francesco CASTALDO, T.V. (cong.) Attilio
FUNICIELLO
Presidente del Collegio dei Sindaci: Sig.ra Maria Mafalda RIZZITELLI
Sindaci: Sig.ra Lucia FAGGIONI, Sig.ra Teresa GALASSO
GOMIERATO
IL NASTRO AZZURRO
LA FESTA DI TUTTI
L
a celebrazione della Liberazione, che ha visto riuniti a
Cefalonia con il Capo dello Stato i Presidenti di tutte le
Associazioni Combattentistiche, Partigiane e d’Arma con i
loro Labari e Medaglieri, ha avuto come motivo dominante, già
evidenziato nell’incontro del pomeriggio precedente al Quirinale,
l’esortazione affinché questa diventi finalmente la festa di tutti.
Il Capo dello Stato ha posto l’accento sulla pluralità di contributi che arrivarono, sia dai partigiani che dai militari, per la liberazione d’Italia sottolineando come questa più comprensiva visione del percorso che condusse l’Italia dal crollo dell’8 settembre
1943 all’insurrezione del 25 aprile 1945, debba favorire un effettivo “riconoscimento unitario del valore della festa celebrata”,
ricordando che la Liberazione fu per l’Italia il frutto di innumerevoli sforzi, coerenti nello spirito e negli scopi, anche se distanti nei
modi: lotta partigiana in armi, azioni di combattimento delle
Forze Armate in Italia ed all’estero dopo l’8 settembre, resistenza
dei deportati e degli internati nei lager e quella spontanea delle
grandi città come dei piccoli comuni fino all’azione, spesso silenziosa e misconosciuta, di tantissimi singoli cittadini. “Questo multiforme contributo, a lungo sottovalutato è ormai iscritto a pieno
titolo nella storia del nostro riscatto nazionale.
Ecco perché” ha detto Giorgio Napolitano “la
Liberazione fu in effetti anche premessa e condizione per un’Italia nuova, per la Costituzione, per la
faticosa ed entusiasmante edificazione di una
democrazia vitale, per la rinascita economica e
sociale, per lo sbocciare della realtà istituzionale
dell’Europa e delle organizzazioni internazionali e
di conseguenza anima e strumento del multilateralismo in vista del superamento della contrapposizione tra i blocchi ideologici e militari”.
Perché allora non seguire il suo sprone a stringerci la mano per una riconciliazione nazionale
che nulla toglierebbe ai fatti contingenti accaduti
oltre sessant’anni fa? Ognuno si comportò secondo
coscienza ma, come sempre accade nelle scelte,
una è quella giusta ma non è detto che l’altra, se
espressione dei propri convincimenti e buona fede,
possa essere definita sbagliata.
Così hanno fatto in Polonia dopo una guerra
civile che l’aveva dilaniata, così sta avvenendo
nella ex Jugoslavia, ed allora ascoltiamo il nostro
Presidente affinché il 25 aprile diventi veramente e
finalmente la “festa di tutti”.
Antonio Teja
Ferrara celebra il 25 aprile
Il 25 aprile u.s. il Ten.Col. Avv. Giorgio Anselmi,
Presidente della Federazione e Presidente onorario
dell’U.N.U.C.I. di Ferrara, ha commemorato il grande
contributo delle nostre Forze Armate, in particolare
dell’Esercito regolare, alla guerra di Liberazione,
ricordando i 400.000 militari ed il sacrificio dei 1.816
Caduti e dei 5.127 feriti che hanno fattivamente
combattuto per la libertà dell’Italia. Con commozione
Anselmi ha ricordato la conquista di Montelungo, nei
pressi di Cassino (16 dicembre ’44), da parte del 67° Rgt.
Fanteria del quale egli, col grado di capitano, era al
comando del II Btg..
27
IL NASTRO AZZURRO
CRONACHE DI FEDERAZIONE
BIELLA
CHIETI
Il 15 aprile u.s. si è svolto a Milano, nella sede del
Reggimento Artiglieria a Cavallo, il 58° concorso ippico
nazionale di salto ostacoli. Tra le diverse categorie della
giornata, i due premi di maggior prestigio sono stati il
“Premio Voloire” (al primo classificato il trofeo offerto dal
Presidente della Federazione di Biella dell’Istituto del
Nastro Azzurro Tomaso Vialardi di Sandigliano) ed il
“Premio Alfonso Ferrero della Marmora” (al secondo classificato il trofeo offerto dalla Federazione di Biella del Nastro
Azzurro). L’evento si è svolto nell’eccezionale quadro del
campo ostacoli della caserma Santa Barbara, alla presenza
delle massime cariche militari e civili. L’Ammaina Bandiera
con il Gruppo a cavallo nelle uniformi storiche ha concluso la giornata, densa di significato storico e sportivo.
Alla presenza dei Sindaci e dei Gonfaloni di numerosi
comuni della provincia, nonché di autorità civili, militari e
religiose, si è svolta a Castelfrentano la cerimonia in memoria dei Caduti della cittadina. Presenti, inoltre, una rappresentanza del 9° Reggimento Alpini e numerose scolaresche
locali. Dopo la Santa Messa, i saluti e gli interventi rievocativi iniziali, tutti i partecipanti hanno raggiunto, sfilando in
corteo per le vie cittadine, il Monumento ai Caduti di tutte
le Guerre, ove è stata deposta una corona e il Comm. Biagio
Rossi, Presidente della locale Federazione del Nastro
Azzurro, ha preso la parola, innanzitutto porgendo il saluto
del Presidente Nazionale Com.te Giorgio Zanardi e di tutti
i Decorati d’Italia, poi rammentando il supremo sacrificio e
le gesta eroiche dei giovani Italiani in armi Caduti su tutti i
fronti di guerra. Il suo appassionato discorso ha commosso
ed, al tempo stesso, entusiasmato tutti i partecipanti alla
manifestazione.
Biella – Premio “Nastro Azzurro”
CAGLIARI
Il 29 gennaio u.s., a seguito della cerimonia di consegna al 151° Rgt. della
Brigata motorizzata “Sassari” della seconda Medaglia d’Oro al V.M., il Comandante
della Brigata ha inviato al Presidente della
Federazione Cav.Uff. Antonio Di Girolamo
la seguente lettera: “Cavaliere, la recente
cerimonia tenutasi presso la Piazza dei
Centomila in Cagliari, ha avuto ampio successo e vasta, positiva eco in tutta la Sardegna. La Sua autorevole presenza, unitamente alle altre Associazioni ed ai
Labari, ha contribuito ad enfatizzare il significato della cerimonia e a dare lustro alla stessa. Per quanto sopra, anche a
nome degli Ufficiali, Sottufficiali e Volontari, più che mai
fieri di appartenere alla Brigata “Sassari”, Le formulo i più
sentiti ringraziamenti.”.
28
Castelfrentano (CH) – Manifestazione in ricordo dei Caduti
FROSINONE
Il 4 aprile u.s. il Labaro
della Federazione è stato presente al 63° Anniversario del
sacrificio della M.O.V.M. Don
Giuseppe Morosini. Presenti
S.E. il Prefetto di Frosinone, il
Sindaco Piergianni Fiorletta con
tutte le Autorità di Ferentino, 8
Gonfaloni dei Comuni con i
Sindaci, le maestre con i ragazzi delle varie classi e la
IL NASTRO AZZURRO
Bandiera Tricolore per ogni classe, la fanfara militare con il
Picchetto d’Onore, Ufficiali e Sottufficiali e le Associazioni
d’Arma. Sono state deposte tre corone di alloro: una alla
casa di Don Morosini, una alla Chiesa e l’ultima al
Monumento ai Caduti. Gli interventi del Prefetto, del
Presidente del Comitato Primo Polletta, del Presidente della
Provincia On. Francesco Scalia e del Sen. Giacinto
Minnocci hanno completato l’evento.
russo) e già Presidente della Sezione provinciale del
nostro Istituto, che il prossimo 11 luglio compirà 98 anni.
GORIZIA
Il 25 febbraio u.s., a Ronchi dei Legionari, frazione di
Vermegliano, una tradizionale cerimonia commemora
annualmente tre Eroi locali: le M.O.V.M. Ottone Pecorari ed
Ugo Polonio, nonché la M.B.V.M. Corrado Miniussi. Hanno
risposto all’invito degli organizzatori: il Comune di Ronchi,
l’A.N.C.R. con il Presidente del luogo Cav. Elia Ciesco ed il
Cav. Uff. Alvise Duca della Federazione Provinciale, il Gen.
Nicola Netti dell’A.N.ART.I., il cav. Mario Poiana dei
Bersaglieri ed il Nastro Azzurro con l’Alfiere provinciale
Cav.Uff. Ivone Cisotto. Come ogni anno, presenti un folto
pubblico e tutte le Associazioni d’Arma provinciali. Presente
anche la Sig.ra Pecorari, sorella della M.O.V.M. ed il Sig.
Alfio Miniussi nipote della M.B.V.M..
Ronchi dei Legionari (GO) – Cerimonia commemorativa
annuale
LECCO
Il nuovo Prefetto di Lecco, dott. Nicola Prete, ha
incontrato, nella sala conferenze del Jolly Hotel, i
Presidenti
provinciali
delle
Associazioni
Combattentistiche e d’Arma i quali gli hanno consegnato
un calendario dell’Arma di Cavalleria. Per il Nastro
Azzurro erano presenti la M.A.V.M. S.Ten. (R.O.)
Giuseppe Faccinetto, Presidente della Federazione provinciale, e il Vice Presidente della Federazione Ten. ca.
Giovanni Bartolozzi che ha voluto presentare al Prefetto
il decano delle Associazioni lecchesi, il cap. Ftr.
Alessandro Galeazzi, M.A.V.M. “sul campo” (fronte
Lecco – Incontro dei Presidenti delle Associazioni con il
nuovo Prefetto
MILANO
La festa dell’Aeronautica Militare, celebrata mercoledì 28
marzo u.s. presso l’Aeroporto Militare di Linate alla presenza
delle Massime Autorità Militari, Civili e Religiose Lombarde e
presenziata dal Comandante della 1^ Regione Aerea, Gen.
S.A. Nello Barale, è stata occasione di incontro tra quest’ultimo e la Federazione Provinciale di Milano del Nastro
Azzurro presente con il Labaro e guidata dal Gen. B. Arnaldo
Cassano, Vice Presidente Nazionale dell’Istituto e Presidente
della Federazione. Tale incontro ha aperto la via alla visita del
Comandante della 1^ Regione Aerea a “La Galleria degli
Eroi” della Federazione Provinciale di Milano, svoltasi giovedì 5 aprile u.s., dove il Gen. Barale ha potuto ammirare le
preziose memorie ivi custodite, soprattutto le 600 pergamene
miniate da esperti amanuensi nell’arco di 80 anni, ciascuna
delle quali riproduce la foto e la motivazione della decorazione ricevuta da altrettanti insigniti di M.O.V.M con il fatto d’arme cui si riferisce. Al Gen. Barale sono stati messi in particolare risalto i trenta Eroi della sua Forza Armata, fra i quali spicca il Ten. Col. Pilota Antonio Locatelli decorato con tre
M.O.V.M.. Visibilmente commosso, il Gen.Barale ha ringraziato “…la Federazione per l’invito a questa visita odierna,
doveroso atto di rispetto per chi ha servito con il massimo del
sacrificio e del Valore e che è stimolo ed esempio per noi che
abbiamo l’onore di servire l’Italia in uniforme”.
Milano – Visita alla “Galleria degli Eroi”
29
IL NASTRO AZZURRO
AZZURRI NELL’AZZURRO DEL CIELO
FED. BOLOGNA: Ten.Col. Cav.Uff. Genunzio BERGONZONI (C.G.V.M.), Ten.Col. Prof. Fortunato BRUNI
(M.A.V.M.), Serg.Magg.Pil. Cav.Uff. Armando GALLUZZI,
Sig.ra Jole LOLLI, Sig. Sergio MAZZA, Cap. Amleto MONTERUMICI, già Vice Presidente della Federazione
(M.A.V.M.).
FED. BOLZANO: Il 18 marzo u.s. è
deceduto il Gen.B.CC.(r) Sergio
MASUTTI (M.B.V.M.’sul campo’), già
Presidente della Federazione del
Nastro Azzurro e dell’ANUPSA di
Bolzano.
FED. LA SPEZIA: Azzurro Achille
BOVENZI (C.G.V.M. ‘sul campo’),
Azzurro Comm. Michele LO MACINO (3 C.G.V.M.).
FED. LECCO: Cav. Luigi BONFANTI.
FED. LIVORNO: Ing. Vittorio FIDORA (M.A.V.M.), già
Consigliere della Federazione.
FED. REGGIO
(M.A.V.M.).
EMILIA:
Ten.
Glauco
MONDUCCI
FED. ROMA: Marinaio s.v. Mario BUONAUGURIO
(C.G.V.M.), Magg.art. Dott. Comm. Guido CORTESANI
(C.G.V.M.), N.D. Lidia de FLAMMINEIS vedova del M.se
Gen.B. Michele FINELLI (2 C.G.V.M.-Passaggio in s.p.e. per
M.G.), Ing. Emanuele FIORITTO fratello del S.Ten.f.spe
Vincenzo (M.O.V.M. “alla memoria”), già Vice Presidente
della Federazione, Amm.Sq. Eduardo MAGALDI
(M.A.V.M.), Gen.C.A. Dott. Cav.Uff. Aldo PALA (M.B.V.M.),
Cap.ftr. Cav.Uff. Bruno RUFFO (C.G.V.M.), Mar.llo Magg.
Cav. Attilio VIZZINI BISACCIA (M.B.V.M. ‘sul campo’,
C.G.V.M.).
FED. SIENA: Azzurro Marino TURRINI (M.B.V.M.).
FED. TORINO: Dott.ssa Paola NITAIS BERTOLOTTI, consorte del Magg. Dott. Ing. Carlo Bertolotti, Presidente della
Federazione, Sig. Luigi REYNAUD.
FED. PESARO E URBINO: Cap.ftr. Guido BATTISTELLI
(C.G.V.M.).
FED. PESCARA: Azzurro Alfredo MORANTINI (M.A.V.M.,
C.G.V.M.).
Alle famiglie colpite da queste dolorose perdite giungano le
espressioni del più vivo cordoglio della Presidenza
Nazionale e di tutti gli Azzurri.
Abbonamenti e potenziamento giornale
- Federazione provinciale di PARMA
- Federazione provinciale di MANTOVA
- Dott. Desiderio PASSALI – Roma – “in memoria di mio padre Col. Giulio Cesare Passali”
- Sig. Domenico TORRIGLIA - Verona
- Federazione provinciale di MANTOVA - Dame Patronesse
- Sig. Guglielmo D’ANGELO e Sig.ra Anna GLORIANI – Amatrice (RI) – “in memoria del Magg.
Domenico D’ANGELO (fucilato dai tedeschi il 13.9.1943 a Larissa (Grecia) e di Casimiro D’ANGELO”
- Azzurro Gaetano MULE’ – Villarosa (TP)
- Sig.ra Maria SPEZIA – La Spezia
- Sig. Giuseppe GENOVESE - Trapani
- Sig.ra Francesca CASATI VENA - Bologna
- Sig.ra Maurizia GIOVANETTI - Ferrara
- Comando Reclutamento e Forze di Completamento Regionale Abruzzo
- Sig.ra Giovanna SCARINZI – Casalbuttano (CR)
- A.N.C.R. – Sez. di Breno (BS)
- Gen.B. Luigi Francesco DE LEVERANO - Sassari
- Gen.Div. Mario MARIOLI - Roma
- Azzurro Vittorio LODI - Roma
- Sig.ra Maria Luisa PETRUCCI – Roma – “ad imperituro ricordo di mio marito Cap. 1° Rgt. Granatieri
di Sardegna Dott. Cesare SAVINI – M.B.V.M.”
30
€
€
€
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200,00
100,00
60,00
60,00
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25,00
25,00
20,00
20,00
20,00
14,00
€
10,00
IL NASTRO AZZURRO
RECENSIONI
GENERALI - Controstoria dei vertici militari che fecero e
disfecero l’Italia
di Domenico Quirico, Edizioni Le Scie – Mondadori, prezzo 20,00 Euro, pagine 411.
Una lettura stimolante, non
perché il contenuto non lo sia,
ma perché l’accadimento storico
viene
analizzato
dall’Autore,
Domenico
Quirico noto giornalista già
autore di interessanti monografie sulle nostre truppe coloniali
e sulla battaglia di Adua, da
una diversa angolazione: quella della “classe dei Generali”.
Un excursus storico che va
dalle guerre di Indipendenza al
Secondo Conflitto Mondiale,
dove i protagonisti assoluti
sono loro: La Marmora,
Cadorna, Graziani, Diaz,
Badoglio, solo per citarne alcuni. Generali che hanno contribuito in modo sostanziale a fare e disfare l’Italia.
L’Autore li analizza in modo obiettivo, ne evidenzia
pregi e difetti, ne esalta virtù e manchevolezze, sottolineando la loro natura corporativa, di clan, attraverso biografie
eccellenti: “i Piemontesi”, onnipresenti fino alla Seconda
Guerra Mondiale, orgogliosi del loro status, del loro alto
senso del mestiere della guerra; “i Garibaldini”, che incarnano il mito della baionetta risolutrice; “gli Africani”, ai
quali viene associata la qualifica di “coloniali”; “i Fascisti”,
che, pur obbedendo ciecamente a Mussolini, vollero mantenere e preservare la loro autonomia.
Una pubblicazione ricca di interessanti spunti, che fa
riflettere e che mette a nudo realtà a volte lasciate cadere
nell’oblio. Edito dalla Mondatori, collana Le Scie, è presente nelle migliori librerie.
L’INCIDENZA DELLA NUOVA LEGGE 241 DEL 1990
SULLE PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI (E SU QUELLA
MILITARE IN PARTICOLARE)
di Vittorio TENORE, edizioni CEDAM, prezzo 39,00 Euro,
completo di DVD.
Il volume è impreziosito dalle due presentazioni, rispettivamente di Alberto de Roberto, Presidente del Consiglio di
Stato, e di Gianpaolo Di Paola, Capo di Stato maggiore
della Difesa.
Si tratta di un manuale che percorre tutti gli aspetti dell’applicazione di una delle leggi più conosciute e utilizzate
d’Italia: la legge 241/90, nota come “legge sulla trasparenza”, che costituisce il punto di svolta nei rapporti tra la
Pubblica Amministrazione e il cittadino.
Ricco di esempi applicativi e di citazioni giurisprudenziali, il volume è scritto con uno stile concreto e semplice,
che facilita l’approccio a chi non è avvezzo alla terminologia giuridica ma, per motivi di lavoro, deve poterlo consultare alla ricerca di una
soluzione agli svariati
problemi che si presentano nel corso dell’attività giornaliera della
Pubblica Amministrazione e che devono essere risolti. La soluzione,
inoltre, deve essere trovata in modo che sia al
contempo esaustiva ed
anche offerta con quella
rapidità che oggi il cittadino tende sempre più
ad identificare come un
preciso indice dell’efficienza dell’Amministrazione stessa.
Il particolare risalto
dato alle problematiche di applicazione della legge 241/90
all’ambiente militare è la peculiarità del libro che non potrà
mai mancare, d’ora in poi, nelle scaffalature con le quali è
generalmente arredato l’Ufficio del Comandante.
Il libro è integrato da un “CD-rom” che contiene un’ulteriore appendice normativa di rapida e utile consultazione.
NOTE LIETE
La Federazione di Roma è lieta di porgere i più sentiti auguri agli
Azzurri Col.ftr. Cav. Giorgio Licitra (M.B.V.M.) e Magg.ftr.
Dott. Cav. Tullio Filtri (C.G.V.M.) che hanno rispettivamente
compiuto 100 e 103 primavere.
P ORTIAMO A CONOSCENZA DI TUTTI I S OCI CHE IL
C ONSIGLIO N AZIONALE HA DELIBERATO DI NON
PROCEDERE PIÙ ALLA PUBBLICAZIONE SUL PERIODICO “I L
N ASTRO AZZURRO” DI NOTIZIE INERENTI ANNIVERSARI DI
MATRIMONIO , EVENTI FAMILIARI , COMPLEANNI ( SI FARA’
ECCEZIONE SOLO PER I CENTENARI ) ED ALTRI EVENTI
PERSONALI DEI S OCI CHE FINORA TROVAVANO LUOGO DI
PUBBLICAZIONE NELLA RIBRICA “NOTE LIETE”.
Informativa ai sensi della Legge n.675/1996, Art.13 D.Lgs. 196/2003
In conformità a quanto previsto dalla Legge n.675/96, a tutela della privacy, informiamo gli
Abbonati che il trattamento dei dati personali di persone fisiche e/o giuridiche operato dall’Istituto
del Nastro Azzurro è improntato ai principi di correttezza e trasparenza, nonché di tutela della
riservatezza.
Comunichiamo pertanto che:
•
i dati sono trattati esclusivamente ai fini del recapito della nostra rivista bimestrale “Il
Nastro Azzurro”;
•
il trattamento è effettuato sia a mezzo cartaceo che elettronico;
•
il conferimento dei dati è assolutamente facoltativo;
•
l’interessato può esercitare il “Diritto di recesso ai dati personali ed altri diritti” di cui
all’Articolo 7 del Decreto Legislativo 196/2003 scrivendo a :
Redazione de “Il Nastro Azzurro”
Piazza Galeno n.1 – 00161 ROMA
Fax n.06.44266814
[email protected]
nel qual caso non sarà più possibile recapitargli la rivista al suo indirizzo;
•
il responsabile dei dati è il Direttore responsabile della rivista.
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1)
2)
3-4)
5-6)
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8)
9)
Distintivi con decorazione e Dame Patronesse: € 7
Distintivi dorati: piccoli: € 3, medi: € 3,50 grandi: €
4
Portachiavi: smaltato: € 7,50, metallo: € 3,50
Crest: piccolo: € 20 grande: € 25
Labaretto: € 10
Emblema Araldico: € 20
Fermacarte in onice: € 9,50
10)
11)
12)
13)
14)
15-16)
Posacenere: € 9
Attestato di Benemerenza: € 20
Orologio: € 30
Cravatta: lana: € 12 seta: € 15
Foulards in seta: € 28
Cartolina: € 0,30, cartoncino doppio: € 0,50, busta:
€ 0,10
Tutta l’oggettistica è in vendita presso le Federazioni che in caso di carenza di materiale possono richiederlo alla Presidenza
Nazionale dell’Istituo. Le spese di spedizione saranno a carico delle Federazioni ed aggiunte al costo del materiale.
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ANNO XLVI - N. 2 - MAG./GIU. 2007 - Bimestrale