8. L’economicità
Ragioneria Generale ed Applicata – Sede di Fano
L’ECONOMICITA’ E’ LA
CONVENIENZA AD AVVIARE
E/O CONTINUARE UNA DATA
ATTIVITA’ IMPRENDITORIALE
a.a. 2009/2010
2
L’economicità
Tutte le aziende, per poter conseguire i propri fini, devono essere in
grado di operare in condizioni di:
-autonomia (attitudine a vivere senza dover ricorrere a interventi di
sostegno e di copertura sistematici da parte di altre economie);
-durabilità (attitudine a durare nel tempo anche in ambiente
mutevole).
Ai principi della durabilità e dell’autonomia si aggiunge il principio
dell’economicità: è la regola di condotta che permette alle imprese
di
funzionare e di conseguire i propri fini.
AUTONOMIA
DURABILITA’
ECONOMICITA’
a.a. 2009/2010
3
I GIUDIZI DI ECONOMICITA’
ECONOMICITA'
ECONOMICITA' AZIENDALE
ECONOMICITA' SUPERAZIENDALE
ECONOMICITA' DI GRUPPO
a.a. 2009/2010
MACROECONOMICITA' O
ECONOMICITA' COLLETTIVA
4
IL GIUDIZIO DI ECONOMICITA’:

AZIENDALE: E’
FORMULATO
CONSIDERANDO
L’IMPRESA DA
SOLA, SENZA
TENER CONTO DEI
RAPPORTI CHE LA
LEGANO CON LE
ALTRE ECONOMIE

a.a. 2009/2010
DI GRUPPO,
CONSIDERA
L’IMPRESA COME
ELEMENTO DEL
GRUPPO DI
APPARTENENZA
5
Il giudizio è formulato
considerando l’impresa K da
sola, senza tener conto dei
rapporti con le altre economie
economicità
aziendale
Di gruppo
L’impresa K è
considerata nell’ambito
del gruppo di
appartenenza
economicità
superaziendale
Macroeconomicità o
economicità collettiva
L’impresa K è considerata
nell’ambito di una vasta
economia territoriale
a.a. 2009/2010
6
UN’ATTIVITA’ IMPRENDITORIALE E’
ECONOMICA QUANDO:
REALIZZA EQUILIBRIO ECONOMICO (o reddituale)
= attitudine dell’impresa a remunerare, alle condizioni di
mercato, tutti i fattori produttivi, compresi il capitale di prestito e
quello di rischio (ovvero remunerare i prestatori di capitale)

REALIZZA UN’ADEGUATA POTENZA FINANZIARIA
= saper far fronte sempre ai propri impegni (uscite finanziarie)
con le entrate derivanti dalla gestione d’impresa

a.a. 2009/2010
7
SI HA EQUILIBRIO ECONOMICO
QUANDO I RICAVI REMUNERANO
I FATTORI IN POSIZIONE
CONTRATTUALE E QUELLI IN
POSIZIONE RESIDUALE
RICAVI>=COSTI+RISULTATO
D’ESERCIZIO CONGRUO
a.a. 2009/2010
8
Come fronteggiare il rischio d’impresa: la congruità del reddito
LA REMUNERAZIONE E’ CONGRUA QUANDO, TENUTO CONTO
DEL RISCHIO E DELL’EVENTUALE LAVORO IMPRENDITORIALE,
E’ IN LINEA CON QUELLA RICAVABILE DAI MIGLIORI
INVESTIMENTI ALTERNATIVI
Ovvero la remunerazione è congrua se è pari o superiore alla somma
dei tre
componenti fondamentali:
-i1= compenso per puro investimento di capitale;
-I2= compenso per il rischio sopportato;
-i3=compenso per il lavoro imprenditoriale eventualmente prestato
Remunerazione capitale di rischio è espressa come i = reddito dell’esercizio
capitale di rischio
i >= i1 + i2 + i3
a.a. 2009/2010
9
L’economicità nell’azienda di produzione
In altri termini, le condizioni da rispettare in modo simultaneo:
1) Equilibrio economico o reddituale
Per raggiungere l’equilibrio economico è necessario che
azienda rispetti le seguenti condizioni:
1.A Livello accettabile di efficienza (min. input a parità di output) e
flessibilità (capacità di adeguare le strutture e i mezzi al
cambiamento delle strategie e dell’ambiente)
2.A Congruità - secondo livelli accettabili - dei prezzi-costi e dei
prezzi-ricavo e in particolare delle:
– Retribuzioni ai prestatori di lavoro
– Remunerazioni ai conferenti capitale-risparmio
Equilibrio monetario
E’ necessario che l’azienda realizzi una gestione finanziaria
compatibile con l’equilibrio reddituale
a.a. 2009/2010
10
L’equilibrio economico come somma algebrica di costi e ricavi
COSTI E RICAVI: sono quantità economiche di azienda (espresse in valori
monetari) che sono generai da atti di scambio monetario
COSTO: espressione quantitativo-monetaria di un atto di investimento (acquisto
di
fattori e servizi per la produzione)
prezzo per quantità di fattore produttivo
RICAVO: espressione quantitativo-monetaria del collocamento dei prodotti/servizi
(output dell’impresa) sul mercato
prezzo di vendita per quantità vendute
IN UN DETERMINATO PERIODO t LA DIFFERENZA TRA LA SOMMA DEI
RICAVI E LA SOMMA DEI COSTI DEL PERIODO t FORMANO IL RISULTATO
ECONOMICO DELLO STESSO PERIODO REt
Rt (valore della produzione venduto) - Ct (valore dei fattori impiegati per ottenere
la produzione) =REt
Ret
se positivo: UTILE (profitto)
se negativo: PERDITA
a.a. 2009/2010
11
La condizione di equilibrio economico in
relazione al tempo
La condizione di equilibrio si può realizzare:
– nel breve periodo (nel corso del singolo esercizio)
– nel lungo periodo
A causa del progresso tecnologico e del ciclo di vita dei diversi prodotti
CICLO DI VITA DI UN PRODOTTO
ricavi
4
3
5
2
1
tempo
a.a. 2009/2010
12
CICLO DI VITA DEI PRODOTTI
 1-
INTRODUZIONE
 2- SVILUPPO
 3- MATURITA’
 4- SATURAZIONE
 5- DECLINO
a.a. 2009/2010
13
EVOLUZIONE DEI COSTI NEL TEMPO
COSTI
100
50
50
30
0
1
2
3
a.a. 2009/2010
4
TEMPO
14
B.E.P. = Break Even Point o “punto di rottura”
BREAK EVEN POINT E’ IL
PUNTO IN CUI I RICAVI
DELL’ATTIVITA’ D’IMPRESA
EGUAGLIANO I COSTI TOTALI
a.a. 2009/2010
15
Il PUNTO DI EQUILIBRIO ECONOMICO E’ IL
PUNTO IN CUI, REMUNERATI I FATTORI IN
POSIZIONE CONTRATTUALE, I RICAVI
RIESCONO A PRODURRE UNA
REMUNERAZIONE CONGRUA DEI FATTORI IN
POSIZIONE RESIDUALE
a.a. 2009/2010
16
BREAK EVEN POINT E PUNTO DI EQUILIBRIO
ECONOMICO
– B.E.P. quando Rt =Ct ovvero quando il reddito di esercizio è nullo
– E.E.E. quando Rt =Ct + Rem. Congrua ovvero quando l’azienda è in equilibrio
economico
area dei
profitti
a.a. 2009/2010
17
POTENZA FINANZIARIA
SI HA ADEGUATA POTENZA FINANZIARIA QUANDO
L’AZIENDA RIESCE A REPERIRE CAPITALE (DI RISCHIO O
DI CREDITO) SUFFICIENTE PER COPRIRE
CONTINUAMENTE, PIENAMENTE E
CONVENIENTEMENTE IL FABBISOGNO FINANZIARIO
derivante dall’eccedenza delle uscite per costi rispetto
alle entrate finanziarie per ricavi legati alla gestione
entrate
€
uscite
F.F.
tx
t
a.a. 2009/2010
18
IL FABBISOGNO FINANZIARIO DELL’AZIENDA
DERIVA DALL’ECCEDENZA DELLE USCITE
SULLE ENTRATE
L’alternanza di E e U per
operazioni tipiche
d’esercizio crea un
DISEQUILIBRIO
MONETARIO
che viene coperto
ricorrendo al capitale
proprio o di credito
(ASPETTO FINANZIARIO)
a.a. 2009/2010
19
USCITE
DERIVANO DA:
• OPERAZIONI D’ESERCIZIO
• INVESTIMENTI IN CREDITI DI
FINANZIAMENTO
a.a. 2009/2010
20
USCITE
PER ESSE, SI DISTINGUONO LE
SEGUENTI FASI:
1. LA PREVISIONE
2. LA LIQUIDAZIONE
3. IL PAGAMENTO
a.a. 2009/2010
21
ENTRATE
DERIVANO DA:
• OPERAZIONI D’ESERCIZIO
• DISINVESTIMENTO DI CREDITI
DI FINANZIAMENTO
a.a. 2009/2010
22
ENTRATE
PER ESSE, SI DISTINGUONO LE
SEGUENTI FASI:
1. LA PREVISIONE
2. L’ACCERTAMENTO
3. LA RISCOSSIONE
a.a. 2009/2010
23
Le operazioni che determinano entrate ed uscite di denaro
U uscite
E entrate
accensione di finanziamenti
+ capitale proprio
+ debiti di finanziamento
+ debiti di funzionamento
rimborso di finanziamenti
- capitale proprio
- debiti di finanziamento
- debiti di funzionamento
smobilizzo di un investimento
+ vendita di prodotti con riscossione
simultanea o differita (operazioni di
esercizio che generano ricavi)
+ incasso di crediti di funzionamento
o di finanziamento
+ disinvestimento (vendita) di bene
pluriennale
effettuazione di un investimento
– acquisto dei fattori produttivi (es.
materie prime) con pagamento
simultaneo o differito
– erogazione di prestiti ad altri
soggetti (+crediti)
– investimento (acquisto) di bene ad
utilità pluriennale
– remunerazione del capitale di
rischio
a.a. 2009/2010
24
FABBISOGNO FINANZIARIO
SI HA FABBISOGNO FINANZIARIO QUANDO
LE USCITE IN FASE DI LIQUIDAZIONE SONO
SUPERIORI ALLE ENTRATE IN FASE DI
RISCOSSIONE:
F.F. (Tx) = U.tot in liquidaz. – E. tot. in riscoss.
a.a. 2009/2010
25
Legame tra aspetto economico ed aspetto finanziario
1. Gestione aziendale
alternarsi di costi e ricavi, dove i costi
sono sostenuti in ‘via anticipata’)
4. Costi
(oneri di natura finanziaria)
genera
2. Fabbisogno
finanziario
comporta
3. L’ottenimento di
mezzi finanziari
5. Effetti su equilibrio
economico
AZIONI:
- Gestire le risorse finanziarie in modo da riequilibrare l’assetto monetario: reperire
nuove fonti di finanziamento quando la disponibilità di cassa non è sufficiente per far
fronte ai pagamenti e investire le eccedenze di cassa in modo che generino redditività
per l’azienda.
-Definire modalità di svolgimento della gestione aziendale ottimali (tempi di
dilazioni, ammontare delle scorte, tipologia di indebitamento, ecc.) in modo da riuscire
ad anticipare le entrate, dilazionare il più possibile le uscite e controllare la loro
incidenza sul fabbisogno finanziario.
-Ricercare equilibrio economico ed equilibrio finanziario simultaneamente.
a.a. 2009/2010
26
Le sintesi di bilancio come strumento di verifica degli equilibri di azienda
Il bilancio di esercizio è composto da:
Stato Patrimoniale
-come sintesi del capitale di
funzionamentoLo S.P. è utile per approfondire l’equilibrio
patrimoniale:
- Quale efficienza nell’impiego delle risorse
investite? (vendite/tot. investimenti)
- Quale rischio finanziario? (peso e
tipologia dei debiti vs. capitale proprio)
- Quale equilibrio tra natura e variabilità di
fonti e impieghi?
-Conto Economico
-come sintesi del reddito prodotto
nell’esercizioIl C.E. è utile per valutare l’equilibrio
reddituale:
- Su quali basi poggia la redditività? (reddito
netto/reddito della gestione caratteristica)
Dalla rielaborazione di S.P. e C.E. è possibile redigere un documento dominato
Rendiconto delle variazioni dei mezzi monetari, finalizzato a sintetizzare i soli
movimenti di cassa, con il quale valutare l’equilibrio monetario:
- Quale aspetto della gestione assorbe maggiormente risorse monetarie?
- Quale attività ha liberato risorse monetarie?
a.a. 2009/2010
27
STATO PATRIMONIALE AL TEMPO TX
PASSIVITA’
ATTIVITA’
CASSA E BANCA
CAPITALE DI CREDITO
MUTUI; DEBITI A BREVE; T.F.R.; RATEI PASSIVI
K
FONDO IMPOSTE E TASSE
CREDITI
Investimenti in
attesa di realizzo
MATERIE PRIME
FONDI RETTIFICA
SEMILAVORATI
FONDO SVALUTAZIONE CREDITI
R
FONDI AMMORTAMENTO
PRODOTTI
RISCONTI PASSIVI
RATEI ATTIVI
S
IMPIANTI
CAPITALE SOCIALE
FABBRICATI
BREVETTI
RISERVE e UTILI
PARTECIPAZIONI
INVESTIMENTI
Z
FONTI FINANZIAM.
* I ratei passivi sono debiti in via di formazione, mentre i risconti sono una rettifica indistinta dell’attivo, gli utili da distribuire sono debiti
a.a. 2009/2010
28
FONTI DI FINANZIAMENTO
 CAPITALE
PROPRIO
 CAPITALE DI CREDITO
 AUTOFINANZIAMENTO
a.a. 2009/2010
29
IL CAPITALE PROPRIO
CONSISTE NEI MEZZI CHE IL
SINGOLO IMPRENDITORE O I
SOCI IMMETTONO E RISCHIANO
NELL’ATTIVITA’ D’IMPRESA
a.a. 2009/2010
30
IL CAPITALE PROPRIO E’
DIVISO IN AZIONI:
 ORDINARIE
 PRIVILEGIATE
 DI
RISPARMIO
 DI GODIMENTO
a.a. 2009/2010
31
IL CAPITALE DI CREDITO E’
COSTITUITO DA QUEI MEZZI
CHE VENGONO IMMESSI
NELL’ATTIVITA’
IMPRENDITORIALE DA
SOGGETTI NON SOCI CHE
NON SOPPORTANO IL
RISCHIO IMPRENDITORIALE
a.a. 2009/2010
32
LE FORME DI REPERIMENTO DI
CAPITALE DI CREDITO PIU’
COMUNI SONO:
 PRESTITO
OBBLIGAZIONARIO
 CREDITO BANCARIO
 CREDITO MERCANTILE
 CREDITO DEI DIPENDENTI
a.a. 2009/2010
33
L’AUTOFINANZIAMENTO
CONSISTE NEL
REINVESTIMENTO DI QUANTO
OTTENUTO MEDIANTE
L’ATTIVITA’ SVOLTA NEI
PRECEDENTI ESERCIZI
a.a. 2009/2010
34
Scegliere tra le diverse fonti di finanziamento
Criteri
Capitale di credito
(prestito finanziario)
Capitale di rischio
(capitale sociale)
DURATA
Prestito che deve
essere restituito a
scadenza
Debiti a breve, medio,
lungo termine
Debiti di finanziamento
e di funzionamento
Permanentemente legato alla
vita dell’impresa (adatto a
finanziare investimenti di lungo
periodo)
COSTO FINANZIAMENTO
Interessi passivi da
corrispondere a banche
e finanziatori
Non origina costi espliciti
E’ remunerato dalla realizzazione
di (eventuale) reddito positivo
Indicazioni: - Coerenza tra durata di fonti ed impieghi
- Minimizzazione dei costi
- Equilibrio nella struttura finanziaria (minimizzazione dei rischi)
Tuttavia la scelta non è prettamente una valutazione economica:
- Istanze del soggetto economico (es. conservare il governo dell’impresa)
- Vincoli legali
- Reale possibilità di accesso al mercato finanziario
a.a. 2009/2010
35
METODO DI CALCOLO DELL’AUTOFINANZIAMENTO
L’AUTOFINANZIAMENTO consiste nel reinvestire nell’azienda quanto
ottenuto mediante l’attività svolta nei precedenti esercizi
• comporta la rinuncia totale o parziale alla distribuzione dei dividendi;
• è un concetto riferito ad un lasso di tempo specifico infatti si misura in termini di
variazione/incremento.
SINTETICO:
A.F. = INVESTIMENTI-DEBITI-APPORTI+RIMBORSI
L’autofinanziamento esprime la differenza tra l’incremento degli investimenti ed l’incremento di
capitale di credito e capitale proprio, evidenziando la quota parte di investimenti che viene
finanziata internamente
ANALITICO:
A.F. = UTILI+F.DO RISCHI+F.DO RISERVA+ F.DO
AMM.TI
L’autofinanziamento si calcola sommando l’incremento delle singole poste (riserve, utili non
da distribuire e rettifiche come fondi rischia.a.
e 2009/2010
risconti passivi) che non costituiscono capitale
di
36
credito, né capitale di rischio
FONTI DI FINANZIAMENTO
LA SCELTA DELLE DIVERSE
TIPOLOGIE DI FINANZIAMENTO
DEVE TENER CONTO ANCHE
DELLA NATURA DEGLI
INVESTIMENTI
a.a. 2009/2010
37
BISOGNA TENER PRESENTE
CHE LE FONTI FINANZIANO
L’IMPRESA NEL SUO
COMPLESSO E NON IL SINGOLO
INVESTIMENTO
a.a. 2009/2010
38
LE SCELTE VANNO EFFETTUATE
IN CHIAVE DI MARKETING
FINANZIARIO. BISOGNERA’
QUINDI TENER CONTO DELLE
ESIGENZE DI COLORO CHE
DETENGONO I CAPITALI
a.a. 2009/2010
39
OCCORRE TENER PRESENTE
L’ESIGENZA DEL SOGGETTO
ECONOMICO DI CONSERVARE IL
GOVERNO DELL’IMPRESA
a.a. 2009/2010
40
OCCORRE ADATTARE IL
FINANZIAMENTO ALLE
CARATTERISTICHE DEL
FABBISOGNO FINANZIARIO
a.a. 2009/2010
41
La valutazione della copertura finanziaria
Percezione dei bisogni
FATTIBILITA’ TECNICA
Valutazione economico-finanziaria
NO
SI
COPERTURA FABBISOGNO
indebitamento
Conferimento soci
a.a. 2009/2010
autofinanziamento
42
ANALISI STORICA DEL FABBISOGNO
Fab.fin
2
1

tempo
a.a. 2009/2010
43
IL COSTO DEL FINANZIAMENTO
DEVE ESSERE PARAGONATO
CON LA REDDITIVITA’
COMPLESSIVA DELL’IMPRESA
(R.O.I.)
a.a. 2009/2010
44
EFFETTO DI LEVERAGE
Effetto sulla redditività dei debiti di finanziamento
Prima di ricorrere ad un prestito finanziario è opportuno confrontare il costo del
capitale di terzi (i) con la redditività dell’impresa (R.O.I.), poiché si rischia di
ridurre la redditività dei mezzi propri (R.O.E.).
ROI= Reddito operativo/Capitale Investito (Cap Proprio+Cap Credito)
ROE=Reddito netto/Capitale Proprio
RELAZIONA R.O.E, R.O.I., COSTO DEL FINANZIAMENTO,
CAPITALE PROPRIO E CAPITALE DI CREDITO:
Rapporto di indebitamento
R.O.E.= R.O.I. + (R.O.I.-i) x CC/CP
– Se R.O.I> i → all’aumentare dell’indebitamento aumenta la
redditività, quindi conviene indebitarsi
– Se R.O.I< i → all’aumentare dell’indebitamento la redditività
diminuisce, quindi non conviene indebitarsi
a.a. 2009/2010
45
ECONOMICITA’ REALIZZABILE NEL GRUPPO
L’IMPRESA CHE
SINGOLARMENTE NON E’ IN
EQUILIBRIO ECONOMICO
POTREBBE REGISTRARE
RISULTATI POSITIVI
ALL’INTERNO DEL GRUPPO
a.a. 2009/2010
46
LE CAUSE:
ORGANIZZAZIONE DI ALCUNI
SERVIZI
 MARKETING
 PRODUZIONE
 FINANZA

a.a. 2009/2010
47
ECONOMICITA’ IN FUNZIONE DEL GRUPPO
QUANDO L’AZIENDA NON RAGGIUNGE
L’EQUILIBRIO ECONOMICO NEANCHE
ALL’INTERNO DEL GRUPPO, MA E’
CONVENIENTE TENERLA IN VITA
PERCHE’ CONTRIBUISCE AL
RAGGIUNGIMENTO IN MODO POSITIVO
AL RISULTATO GLOBALE
a.a. 2009/2010
48
Scarica

Capitale di credito