Scuola Media Statale "Mons.B.Castegnaro"
Emilio Rizzetto
Sindaco di San Pietro in Gu
Un “tuffo” nella storia:
San Pietro in Gu, la sua realtà sociale, economica e
culturale nella seconda metà dell'800. Il ruolo svolto
dal Cav. Emilio Rizzetto, Sindaco dal 1867 al 1892.
Ricerca realizzata dagli alunni delle classi III A e III B
Anno scolastico 1994 – 1995
INTRODUZIONE
In occasione dell'inaugurazione del Palazzo Rizzetto il sindaco di San Pietro in Gu ha proposto agli studenti
della scuola media di effettuare una ricerca sul Cavalier RIZZETTO , sindaco di questo comune dal 1867 al
1892.
Molti non avevano mai sentito parlare di lui e la proposta destò curiosità ed interesse. All'inizio di quest'anno
scolastico due alunni delle terze A e B incontrarono nella sua casa di Padova un nipote dell'illustre
personaggio, l'ingegner Rizzardo RIZZETTO che fornì alcune informazioni utili per il lavoro.
Poi è cominciata la ricerca vera e propria mentre andava delineandosi sempre più chiaramente l'oggetto
dello studio. Si voleva conoscere meglio la figura di Emilio RIZZETT O, ma anche la realtà sociale, culturale
ed economica di San Pietro in Gu nella seconda metà dell'800. Sono state raccolte e consultate molte fonti:
articoli di giornali dell'epoca, libri e documenti vari. Anche una visita d'istruzione al Museo del Risorgimento
di Vicenza ha permesso di reperire informazioni preziose. Ma soprattutto sono stati utilizzati i registri delle
delibere della Giunta e del Consiglio Comunale dal 1867 al 1892.
Tutto il materiale raccolto è stato schedato e si è passati alla stesura del testo.
La ricerca è stata proprio "un tuffo nel passato" che ha permesso a tutti, alunni ed insegnanti , di conoscere
meglio le radici del paese nel quale ci troviamo.
San Pietro in Gu, aprile 1995
V it a d i E m il io R I Z Z E TT O , p r im o s in dac o d i Sa n Pie tr o in G u
Antonio Rizzetto
Pasqua Dal Bian
Eugenio Rizzetto
Ida
Emma
Emilio Rizzetto
Annetta Ferighi
Tazio Rizzetto
Ferdinando
Rizzetto
Ugo Rizzetto
Adele Perdibon
Pia
Zoe
Zeno
Rizzardo
Guido
Iva
Enzo
Emilio Pizzetto nacque a San Pietro in Gu, il 9 aprile 1826 da Antonio Pizzetto e Pasqua Dal Bian.
Dal registro parrocchiale risulta che fu battezzato lo stesso giorno della nascita con il nome di Emilio Cesare
Cipriano. Aveva altri tre fratelli, tutti maschi, Eugenio Tazio e Ferdinando.
Con loro partecipò alle guerre d'indipendenza.
Una targa murata in una sala del palazzo municipale li ricorda tutti e quattro, insieme ad altri volontari del
Comune che parteciparono a quelle campagne militari ricevendo varie menzioni e medaglie al valor militare
e speciali. Deposte le armi ritornò alla vita civile.
Si sposò con Annetta Ferighi ed ebbe cinque figli: Ida, Emma, Ugo, Pia e Zoe.
Per venticinque anni, dal 1867 al 1892, fu sindaco del Comune, sia quando, nei primi anni, la carica era di
nomina regia, sia quando, dopo la riforma di Crispi, il sindaco era eletto per suffragio popolare.
Bortolo Castegnaro nel suo " San Pietro in Gu' " lo definì "uomo di ingegno pronto, di carattere energico e di
buona competenza amministrativa ".
Certamente fu una figura molto importante per il nostro comune. Era un uomo colto: conosceva la storia e la
letteratura italiana, parlava correttamente d francese e il tedesco.
Moltissime furono le sue iniziative che contribuirono a trasformare e migliorare la zona. Ottenne che la
ferrovia toccasse il paese. Insistette perché fosse istituito un ufficio postale a San Pietro in Gu, facendo
presente la scomodità di raggiungere Cittadella.
Per suo impulso molti terreni del comune furono sistemati: ridotte le risaie anche per migliorare l'igiene
pubblica, fu estesa invece la rete d'irrigazione, sistemate strade e corsi d'acqua.
Laureato in chimica e farmacia, agronomo," fu il primo che nel 1874 introdusse i concimi chimici nel Veneto.
A San Pietro in Gu venne introdotta per sua iniziativa la coltivazione del frumento [Noè] pel quale e pel
relativo concime egli inventò la seminatrice".(1)
Per migliorare la condizione dei contadini preparò un progetto sul credito agrario che presentò
all'Esposizione Regionale di Verona nel 1889 ricevendo numerosi consensi. Fondò una Società agricola
operaia di Mutuo Soccorso.
Il giornale “Il Veneto" del 2 aprile 1889 riportò così la notizia. "Oggi 31 marzo coi rogiti dell'egregio don. Rossi
notaio di Grantorto s'è' costituita la società agricola operaia di Mutuo soccorso. Intervennero quaranta soci
fondatori ed è da ripromettersi che, ai saggi provvedimenti dello Statuto, in breve assumerà uno sviluppo
quasi generale".
Il sindaco Rizzetto ebbe a cuore in modo particolare l'istruzione che, chiamava "guida potente dell'umanità...
".(2)
Numerosi sono gli interventi che dimostrano l'attenzione riservata alle scuole: il controllo del profitto, i premi
agli alunni più meritevoli, l'acquisto dei libri per i poveri, la pronta applicazione delle leggi nazionali come
quella del 7 luglio 1878 che rese obbligatorio l'insegnamento della ginnastica.
Fu progettato e costruito un nuovo edificio scolastico per le scuole elementari, che comprendeva al piano
terreno le aule, al secondo le abitazioni dei maestri.
La costruzione obbediva alle indicazioni della pedagogia e dell'igiene, con appositi caloriferi, aule largamente
arieggiate e acqua potabile. (3)
La scuola di agronomia, con il campo sperimentale fondata nel 1874, quella di bachicoltura nel 1877 e la più
recente scuola elementare di veterinaria costituivano una vera scuola per agricoltori.
Emilio Rizzetto morì il 10 novembre 1895 colto da un malore improvviso mentre era ospite del cav. Biga a
Carmignano.
La notizia ebbe un'immediata risonanza sulla stampa.
Il Giornale della provincia di Vicenza vi dedicò alcuni articoli il 12 e il 14 novembre in occasione dei funerali.
Anche il Corriere della Sera del 14-15 novembre 1895 pubblicò un articolo dal titolo " La morte del Capitano
Rizzetto. Una pagina di storia milanese". Emilio Rizzetto veniva ricordato soprattutto per la partecipazione
alle lotte risorgimentali ed in particolare alla campagna Garibaldina del 1848.
L'articolista concludeva dicendo "Col Rizzetto sparisce uno dei pochi superstiti di quel corpo di volontari; ed è
perciò che abbiamo creduto opportuno di conservare una qualche memoria di quel valoroso, onesto e
modesto".
R I Z Z E T T O e le g u e r re r is o r g im e n t a li
Il 1848 fu l'anno delle rivoluzioni e della I guerra di indipendenza italiana. Anche San Pietro in Gu partecipò
agli avvenimenti che sconvolsero molte parti d'Europa.
Il nostro paese, all'epoca,era ancora sotto la provincia di Vicenza (lo rimarrà fino al 1853) , e alla rivolta della
città contro gli Austriaci partecipò, tra gli altri , anche Emilio RIZZETTO, allora ventiduenne.
Ma come si svolsero i fatti ?
Alla notizia della rivolta liberale di Vienna,fra il 17 e il 22 marzo, Venezia e Milano insorsero, cacciando gli
Austriaci. Il 23 marzo Carlo Alberto, sovrano del Regno di Sardegna, dichiarò guerra all'Austria. A Vicenza
l'eco delle insurrezioni provocò manifestazioni di gioia popolare ed il 25 la guarnigione abbandonò la città,
dove si formò un governo provvisorio.
Emilio RIZZETTO partì come volontario insieme a molti giovani veneti desiderosi di sconfiggere gli Austriaci
chiusi nelle fortezze del quadrilatero.
Si chiamavano Crociati perché le loro giubbe erano ornate di una croce rossa in omaggio alle ideologie
neoguelfe ed alla persona di Pio IX.
RIZZETTO era caporale della seconda compagnia.
L'8 aprile si scontrarono a
Sorio con una colonna
austriaca. Tra i Crociati vi
furono 50 morti e 30
prigionieri e gli altri in fuga
verso Vicenza: la sconfitta.
Per tanti giovani, fu un duro
scontro con la realtà
dell'insurrezione.
Intanto l'Austria mandò
rinforzi alle truppe chiuse
nel quadrilatero. Da Udine,
caduta il 23, aprile, il
generale THURN TAXIS si
diresse verso Verona,
passando per Cittadella,
San Pietro in Gu, Vicenza.
Anche Emilio RIZZETTO
combatté tra il 20 e il 24
maggio alla difesa della città che resistette ai tentativi delle truppe del III Corpo Austriaco.
Ma alcuni giorni dopo fu il Generale Radetzky con 30.000 uomini che puntò su Vicenza dalla parte dei colli
Berici. La città, difesa da 12.000 uomini al comando di Durando,Cialdini D'Azeglio, capitolò il 10 giugno.
Qualche anno dopo nel 1866 il Re Vittorio Emanuele II
conferì alla città la medaglia d'oro per il valore dimostrato
in quei giorni.
E. Rizzetto , lasciata Vicenza, con il nuovo battaglione
vicentino che si era subito formato si unì a Milano alle
truppe di Garibaldi.
Molto tempo dopo,nel 1887, quando s'inaugurò a Vicenza
il monumento a Garibaldi, così RIZZETTO ricordò quei
giorni:
“A Garibaldi, dal Governo provvisorio di Milano che
arruolava ogni specie di volontari, venne affidato il
comando di circa 5.000 uomini già pronti. Tra questi il
battaglione di Vicentini venne a costituire il secondo della
Legione, il quale se non era il meglio equipaggiato, era il
meglio organizzato. A vedere quella legione agglomerata,
s'avrebbe detto che non potevasi neppure immaginare un
quadro così strano, così
variopinto. Chi non la vide
non sa quanto
sorprendeva ed esaltava
tanta differenza di età,
tanto contrasto di costumi.
Tra le armi , accanto alle
nostre sciabole e ai nostri
fucili, vedevi spade,
spadoni, pistole, stucchi cesellati alla spagnuola ed arrugginiti che
mostravano l'età di un secolo; vedevi speroni e staffe del '600, coltelloni e
bardature da toreros coperti di pelli di giaguaro ... ma tutti erano pronti,
impavidi, valorosi ed entusiasti... "(1)
Dopo la sconfitta a Custoza del 23-26 luglio, i Piemontesi furono costretti a
firmare un armistizio, a Vigevano, il 9 agosto. Garibaldi e i suoi volontari
tentarono tuttavia di continuare la lotta. RIZZETTO combatté con il generale a Luino e Marazzone, verso la
fine di Agosto.
Nella primavera dell'anno seguente, la guerra riprese ma a Novara i Piemontesi subirono le sconfitta
decisiva. Ormai gli unici centri di resistenza erano le repubbliche di Roma e Venezia. RIZZETTO, primo
tenente della legione Arcioni,combatté alla difesa di Roma contro le truppe Borboniche e Francesi. Si
distinse il 30 aprile a Villa Pamphili, il 9 maggio a Palestrina. Rimase in città a combattere fino al 27 giugno.
Il l° luglio i soldati francesi entrarono a Roma. Dieci anni dopo, la II guerra di indipendenza. Il 24 luglio 1859 a
San Martino "E.RIZZETTO si batté da eroe ".(2)
Nei primi mesi del 1861 fu proclamato il Regno d'Italia. Il Veneto rimaneva sotto l'Austria.
Nel 1866 quando si preparava la guerra tra Austria e Prussia i liberali veneti, organizzati in comitati segreti, "
furono avvertiti - raccontò RIZZETTO - a predisporre come nel 1859 la emigrazione di volontari e il loro
allogamento in gruppi sparsi lungo la catena delle nostre prealpi per distrarre il nemico dal fronte del nostro
esercito".
Arrivarono segretamente anche delle munizioni mandate dal Comitato nazionale "e mi fu giocoforza
assumerne la custodia nella mia casa stessa a San Pietro in Gú" (3)
Allo scoppio della guerra E.RIZZETTO, maggiore del battaglione vicentino, partiva da Vicenza, e come
capitano del battaglione garibaldino segui il Generale sulle Prealpi. L'armistizio tra l'Austria e la Prussia
costrinse Garibaldi ad interrompere l'azione militare che stava conducendo con successo.
All'ordine di tornare indietro rispose con il famoso "Obbedisco ".
Il Veneto entrò a far parte del Regno d'Italia.
RIZZETTO divenne di li a poco il primo sindaco di San Pietro in Gu.
Certamente rimase molto legato a Garibaldi con cui aveva combattuto.
Quando il 3 giugno 1882 giunse la notizia della morte dell'eroe, la Giunta
municipale inviò a Caprera un telegramma alla famiglia:
"Giunta Sanpietroengù desolata immane sciagura Nazione perdita suo glorioso
Eroe, dividendo vostro dolore, manda espressioni profonda condoglianza".(4)
S it u a zio n e e co n o m ica e so c ia l e d i S a n P ie t r o in Gu su l f in ir e
d e ll' Ot t o c e n t o
Il comune di San Pietro in Gu conta oggi 4.261 abitanti (1), su una superficie di
1.780 ettari. Più di cento anni fa, precisamente il 31 dicembre 1871, gli abitanti erano 1.725.
Quali erano le condizioni di vita della popolazione in quell'epoca?
L'inchiesta agraria fatta da Stefano Jacini e pubblicata nel 1884 mise in luce la situazione drammatica
esistente nelle campagne italiane gravate da imposte di ogni genere. Sfogliando i registri dei verbali della
Giunta e del Consiglio Comunale (2) troviamo numerosi riferimenti alla situazione economica e sociale del
paese.
Già nel '67 giustificando un contributo modesto dato in soccorso agli abitanti dell'isola di Burano si parla di un
comune "colpito per ben quattro volte da grandine devastante e da una siccità straordinaria". (3)
Qualche mese dopo nell'esame del conto amministrativo del 1867 un consigliere loda l'operato della giunta
che ha cercato di contenere al massimo le uscite ma ha "dovuto sobbarcarsi maggiori spese delle
preventivate nella Categoria Beneficenza, causa le condizioni igieniche straordinarie a cui soggiacque il
comune nell'anno 1867".(4)
A proposito di tasse che gravavano sui contadini, dobbiamo ricordare che l'alimentazione si basava sul
consumo di polenta ma si doveva pagare l'odiosa tassa sul macinato. Raramente compariva sulle mense la
carne e quasi esclusivamente quella di maiale
Ma anche la macellazione dei maiali era tassata. Bisognava pagare due lire indistintamente per ogni capo
macellato. In Consiglio Comunale il 21 novembre 1869 il Presidente osservò che tale misura era
sproporzionata perché " il povero uccide un maiale minore di 50 Kg o appena superiore a 60, quelli dei
possidenti sorpassano alle volte anche i 100 chilogrammi ".(5)
Fu proposta allora una tassazione diversa, più equa:
50 centesimi fino a 50 kg
1 lira fino a 100 kg
2 lire sopra i 100 kg
Qualche anno dopo il Comune avrebbe dovuto
applicare un'addizionale al dazio del consumo
governativo sui maiali. Il Consiglio, il 17
settembre 1886, decise di non farlo "in
considerazione che gli abitanti sono assai
gravati già dalla tassa governativa ". Inoltre i
maiali "servono come principale nutrimento della
classe meno abbiente che altrimenti dovrebbe
privarsene con danno dell'igiene pubblica".(6)
Ad annate molto difficili ne seguivano altre meno
drammatiche.
Nel 1871, per esempio, " i raccolti di campagna
furono abbastanza soddisfacenti e le terre
diedero la quantità di grano necessario per il
bisogno di questa popolazione, presentando un
sensibile miglioramento dagli anni decorsi e ciò
per le cure speciali prodigate da tutti gli
agricoltori di queste campagne. Il raccolto
dell'uva diede sufficienti risultati, non così quello
dei bachi, dei fieni e del riso, principali raccolti di
questo Comune".(7)
Ma qualche anno dopo la situazione economica
peggiorò ancora una volta. "Il raccolto dei grani leggiamo nei verbali della Giunta - (8) e d'altri
prodotti agricoli è stato nel 1877 sufficiente, nel
1878 scarso".
Gran parte degli agricoltori, durante l'inverno, dovettero acquistare gli alimenti , tanto per loro quanto per gli
animali. L'andamento stagionale molto sfavorevole dell'autunno 1878, dell'inverno, della primavera e
dell'estate 1879 impedirono di effettuare gli ordinari lavori campestri. I braccianti poterono lavorare solo tre
mesi su dieci. Le previsioni a metà estate 1879 erano estremamente negative: la siccità "subitanea é
straordinaria" faceva pensare ad un" raccolto quasi nullo".
Tutti i prezzi rincaravano.
Come avrebbero affrontato l'inverno
agricoltori, artigiani e braccianti?
Il Sindaco RIZZETTO si dimostrò
preoccupato soprattutto della
situazione di questi ultimi. Riteneva
dovere di una previdente
amministrazione occuparsi in tempo
utile onde evitare.... una catastrofe e
dei disordini di sicurezza pubblica"
Convinta delle parole del Presidente, la Giunta deliberò " di acquistare cinquecento quintali di granoturco
estero, ... qualità sana e di durata, per dispensarlo alla classe più bisognosa durante i mesi da gennaio a
maggio 1880".(9)
Fu quindi compilata una lista delle persone che presumibilmente avrebbero avuto bisogno del granoturco a
prezzo di costo. Furono esclusi dall'elenco i possidenti, i salariati, i domestici, gli impiegati, gii affittuari con
stalla e animali e tutti quelli che erano ritenuti in grado di procurarsi sufficienti alimenti. La lista alla fine
comprese 573 persone, i più poveri del Comune, che costituivano circa un terzo dell'intera popolazione. Una
Commissione ebbe l'incarico di prelevare ogni domenica la quantità di granoturco ritenuta necessaria per
ridurla in farina. La domenica successiva la farina veniva data nella quantità giornaliera di mezzo
chilogrammo a testa. Ma questo non bastava. Sicuramente i più poveri non potevano acquistare la farina,
neanche ad un prezzo agevolato. Allora intervenne il Parroco Don Luigi CAREGNATO (10) in favore delle
persone più in difficoltà. Acquistò dal Comune alcuni quintali di farina per dispensarla gratuitamente.
L'inverno 1879-80 fu particolarmente duro. I braccianti non avevano lavoro Il Comune allora intervenne
dando inizio ad alcune opere pubbliche come la sistemazione di strade e della piazza, in modo da
"procacciare lavoro almeno ai più bisognosi "(11).
La situazione rimase difficile per alcuni mesi. Leggiamo, infatti, in data 25 aprile 1880: "Questa mane nelle
ore mattutine circa una trentina di braccianti disoccupati si è presentata domandando lavoro perché non ne
trova in nessun luogo. Tutti sono individui laboriosi che versano nel bisogno di guadagnarsi il vitto
giornaliero".(12)
Nel 1882 alcuni affittuari del Comune non riuscirono a pagare l'affitto dei loro terreni "a causa della nefasta e
calamitosa stagione agricola 1882 e dello stato economico sempre più misero di alcuni ".(13)
E nel conto consuntivo del 1884 il Presidente si lamentò per le ristrettezze in 'cui l'Amministrazione era
costretta ad operare: "La Giunta poté contenersi nei limiti che voi le stanziaste in Bilancio per sussidi e
medicinali ai poveri, col lenire solo in parte gli stenti e la miseria sempre crescente di tanti infelici ".(14)
Probabilmente negli anni seguenti la situazione economica migliorò grazie anche alle innovazioni introdotte
da E. RIZZETTO: la sistemazione delle acque, l'impulso all'allevamento del bestiame, la migliorata
coltivazione del frumento, la creazione della latteria sociale.
Troviamo nell'opuscolo "In memoria del cavalier RIZZETTO" :
"All'esposizione delle piccole industrie che ebbe luogo a Vicenza nell'87, gli industriali di San Pietro in Gu
conseguirono cinque premi sui venticinque assegnati agli espositori appartenenti alla nostra provincia, ed
alla esposizione di animali, tenuta il passato marzo a Cittadella, sopra diciotto premiati dei sette distretti
circostanti che vi concorsero, tre furono di San Pietro in Gu, per cavalli, vitelli e buoi. Fra i premiati, infine,
alla Mostra di Vicenza figurò con medaglia d'argento la Latteria Sociale,mentre nell'esposizione regionale di
Verona del 1889 essa riportò la medaglia d'oro per il burro e quella di bronzo per i formaggi". (15)
Nel 1888, in occasione dell'inaugurazione del nuovo fabbricato scolastico, il Municipio pubblicò un librettino
statistico: "Da esso si rileva che gli abitanti sono 2181, distribuiti sopra una superficie di 1647 ettari. Gli
elettori politici sono 218, gli amministratori 140, i commercianti 20. Il numero degli alunni è 118 e delle alunne
128. Alle scuole serali e festive sono iscritti 46 alunni. Gli esercenti di arti, industrie e commercio sono 68. Gli
animali domestici esistenti nelle 419 famiglie del Comune sommano a 1743. (16) La situazione del comune,
rispetto ad altre realtà più povere,poteva apparire già `florida'.
E p id e m ie e m a la t t i e n e l t e r r it o ri o g u a d e n se
La peste era scomparsa dal territorio italiano da quasi due secoli ma altre malattie mietevano molte vittime
alla metà dell'800: il vaiolo, il tifo, la tubercolosi, la malaria e la pellagra.
La malattia epidemica più temuta del secolo fu però il colera. Giunto in Italia per la prima volta dalla Francia
nel 1835, il morbo si manifestava per Io più all'improvviso e soprattutto nei mesi, toccando punte di estrema
violenza per poi placarsi dopo quasi due mesi.
Non esistevano cure efficaci per cui la mortalità era
molto alta. Morivano 50/70 individui su 100 che si
ammalavano.(1)
Anche a San Pietro in Gu si manifestò il colera. Già
nell'agosto '84 (in quell'anno ci fu un'epidemia in
tutta Europa) l'amministrazione comunale prese
alcuni provvedimenti d'urgenza nel timore che il
morbo si manifestasse(2).
Fu fatto erigere un apposito Lazzaretto di legno per
il ricovero degli ammalati; furono previsti infermieri,
portatori e un mezzo di trasporto per i colpiti dalla malattia "una apposita nicchia chiusa ". Fu decisa la
disinfezione di tutti i luoghi pubblici dove vi fosse "agglomerato di persone ". In quell'anno la malattia non
fece vittime ma l'allarme si ripresentò nel 1886.
Il 6 giugno infatti, la Giunta Comunale deliberò "nel temuto caso dello sviluppo del colera
l'acquisto di quattro letti consistenti in pagliericci, coperte e lenzuola ed un rotolo di tela cerata nonché
di una importantina per gli ammalati munita di pagliericcio e coperta;
di incaricare la commissione sanitaria a fare le ultime ispezioni per le case e contrade per verificare
che siano state eseguite le ingiunzioni fatte;
di fare una scelta di due o tre becchini;
di fissare quattro infermieri oltre il personale al servizio del Comune ai quali sarà assegnata una
congrua di £ 5 al giorno "(3).
Ai primi casi di colera sviluppatisi nel Veneto il Sindaco e
l'Arciprete aprirono "una iscrizione fra gli abitanti del Comune
d'ambo i sessi che non avessero conseguenze di famiglia, onde
costituire un Comitato di soccorso della Croce Verde". (4)
Quando l'epidemia si manifestò i volontari si prodigarono al
soccorso degli ammalati prestando cure ed assistenza.
Alcuni mesi dopo, nel febbraio 1887, 1a Giunta (5) ricordò con
riconoscenza l'operato di tanti cui "coraggio ed umanitario
esempio ha fatto svanire il panico di cui era in preda la
popolazione”.
Secondo la Giunta le cure preventive e i precetti igienici
raccomandati dai " preposti al Comune e dal Clero" avevano
limitato il diffondersi del morbo.
Tra tante persone degne di riconoscenza la Giunta ne indicò all'Amministrazione Provinciale due, meritevoli
della medaglia d'argento perché tanto si erano prodigati al soccorso gli ammalati.
La Provincia premiò in tutto venticinque persone; tra queste una delle due segnalate dalla Giunta di San
Pietro in Gu, cioé la signora Adelaide RIZZETTO (6).
Se il colera spaventava moltissimo la popolazione riaccendendo antiche paure, altre malattie, alla fine
dell'800, affliggevano gli abitanti del nostro comune. Nell'anno 1882 ci fu "qualche caso di angina
difterica"(7); nell'84 "un solo caso di differite"(8) e nel 1886 sino alla metà del mese di dicembre si sviluppò "il
vaiolo che ha sempre insistito con maggiore o minore gravità"(....); da ultimo, oltre al vaiolo, "si svilupparono
casi di differite" (9)
Anche quando non si manifestavano epidemie eccezionali la popolazione soffriva per le "solite malattie ".
Nel verbale del 14 maggio '84 (conto morale della gestione '83) leggiamo: "Sebbene non ci sia stata alcuna
malattia epidemica né contagiosa, da tali e sì frequenti mali fu travagliata questa popolazione ed in
particolare la classe agricola che ci rattrista l'animo di rammentare le miserie, le sofferenze, gli stenti della
classe meno abbiente".
La gente si ammalava di "febbri miasmatiche ed intermittenti", cioè di malaria.
Dal verbale dl Consiglio Comunale dell'11 ottobre 1878 apprendiamo che "anco attualmente è affetto da tali
febbri la metà circa degli abitanti".
La malattia era provocata da una
zanzara diffusissima nelle regioni
paludose. Nel territorio di San Pietro in
Gu c'erano molti campi coltivati a risaia
e l'acqua stagnante favoriva la
presenza della zanzara e quindi la
diffusione del morbo.
"Le febbri intermittenti" leggiamo nella
relazione sulla gestione 1882 (10) "in
modo particolare colpirono la classe
meno agiata presso la quale purtroppo
hanno un fondo predisposto per la
cattiva nutrizione ".
L'amministrazione comunale si
impegnò al risanamento ambientale
rifiutando di concedere l'autorizzazione a chi chiedeva di coltivare nuove risaie.
Si possono vedere,ad esempio, le delibere del Consiglio Comunale alle date 31 ottobre 1876 , 13 maggio
'77, 28 ottobre '77, 11 ottobre '78, 27 settembre '79.
La motivazione è la stessa: "Qualunque concessione ex novo di coltivazione di fondo a risaia in questo
comune è dannosa nei riguardi dell'igiene pubblica nella circostanza che molti campi a risaia vi esistono, per
cui la salute pubblica di anno in anno va peggiorando "(2).
Ma la situazione nelle zone vicine non era migliore. Infatti il 20 dicembre 1880, poichè si discute
sull'istituzione di una stazione dei R.R. Carabinieri, si afferma: "Se la stazione dei Carabinieri fu abolita per
insalubrità d'aria da più lustri retro, ora pel diniego costante di qualsiasi nuova istituzione di risaie,
restringendone l'uso alle sole già legalmente autorizzate, gli affetti da malaria sono in numero molto inferiore
a quello dei comuni circostanti ".
Tra i mali che affliggevano la popolazione non dobbiamo trascurare la pellagra. Questa malattia era
determinata da carenza vitaminica, dovuta ad un'alimentazione povera, basata su pochi alimenti sempre
uguali, specie la polenta.
Lo Jacini ne "I risultati dell'inchiesta agraria 1884" mise in relazione la pellagra con il consumo di granoturco
avariato che "ridotto in farina perché se ne componga del pane o della polenta, è veleno". Propose: “Lo stato,
con severi provvedimenti e rendendo le amministrazioni comunali responsabili della loro attuazione,
dovrebbe combattere ad oltranza, fin dove è possibile, l'uso del granoturco guasto come cibo"(3).
A San Pietro in Gu il problema era ben pesante. Infatti l'ottobre 1882 in Consiglio era discussa e approvata la
proposta di acquistare un essiccatoio dei cereali per conto del comune per uso di privati con questa
motivazione: "da qualche anno addietro, in causa specialmente delle troppe frequenti piogge autunnali, il
sorgoturco, particolarmente nella classe mena
agiata ... facilmente si infradicisce ... Tuttavia viene usato per alimento dagli operai, causa non ultima dello
sviluppo della pellagra"(14).
I l p u n t o s u l l' ist r u z io n e d u r a n t e l' a m m in ist ra zio n e R I ZZ E T T O
Nel 1861, all'indomani dell'unificazione
italiana, l'istruzione rappresentava uno dei più
gravi problemi che lo stato doveva affrontare.
La percentuale degli analfabeti era altissima,
in media il 78% della popolazione totale, ma in
certe regioni del Meridione toccava il 90%.
Proprio per porre rimedio a tale situazione
venne estesa a tutto il Regno la cosiddetta
legge Casati promulgata nel 1859 per il
Piemonte e la Lombardia.
La legge stabiliva che l'istruzione elementare
era obbligatoria e gratuita per i primi due anni;
le spese dovevano essere sostenute dai
Comuni.
L'applicazione di questa legge incontrò
moltissime difficoltà: i Comuni non erano in
grado di sostenere le spese; non c'erano
sufficienti maestri; molti genitori, per la
miseria, non potevano privarsi del lavoro dei
figli.
Dieci anni dopo gli analfabeti costituivano
ancora il 69% della popolazione.
Più tardi, nel 1877, la Sinistra storica, appena
giunta al potere, fece approvare la legge
Coppino che determinava meglio i doveri dei Comuni in materia di istruzione e prevedeva sanzioni severe
contro i genitori che avessero sottratto i figli all'obbligo scolastico.
Intanto nel 1866 anche il Veneto era entrato a far parte del Regno d'Italia.
A San Pietro in Gu nel 1867 (1) si discuteva in Consiglio sull'istituzione di scuole serali per gli adulti
analfabeti e il Presidente parlava di "assoluto bisogno di questa istituzione per trovarsi nel paese la maggior
parte di inalfabeti ". In realtà le scuole serali esistevano già; erano frequentate da cento studenti "con notorio
progresso" assistiti dal maestro comunale e dal cappellano "gratuiti docenti".
Il Consiglio autorizzò la Giunta a sostenere le spese necessarie per la scuola e ad acquistare libri degli
studenti più poveri.
Nella stessa riunione fu approvata anche l'istituzione di una scuola elementare femminile come richiedeva la
Circolare prefettizia 1 maggio 1867.
Ogni anno i maestri della scuola serale erano invitati a presentare un elenco dei giovani che frequentavano
con particolare profitto. Questi, durante una festa, erano premiati dal Sindaco che nel 1869 raccomandò loro
"zelo nel presentarsi agli esercizi ... frequenza ... e amore della patria". "Nessuno - aggiunse RIZZETTO potrà da qui innanzi essere annoverato fra i cittadini ed avere privilegi quando non sappia leggere e scrivere
".(2)
Il Sindaco nutriva una grandissima fiducia sugli effetti benefici dell'istruzione; in un'altra occasione parlerà di
"sommi vantaggi per la nazione". (3)
Il bilancio dei progressi dell'istruzione nei primi anni dopo l'unificazione fu positivo.
Nel 1871 il Sindaco manifestò soddisfazione per i progressi ottenuti" sia per quanto riguarda le Scuole
Elementari d'ambo i sessi quanto alle Scuole Serali e Festive per gli adulti". Ricordò che anche il
Provveditore agli Studi nella relazione letta al Consiglio Provinciale al termine dell'anno scolastico 1869/70
aveva elogiato con una speciale menzione le scuole di San Pietro in Gu.
"Tale fu l'affluenza dei fanciulli frequentanti quest'anni la scuola, specialmente in tutta la stagione invernale e
primaverile" che non bastarono i locali e fu necessario assumere un maestro supplente.
"Straordinario affatto ed edificante fu il concorso degli adulti alle scuole serali e festive, alle quali si
applicavano maestri gratuiti ". Gli iscritti erano stati 193, oltre 90 avevano frequentato con assiduità e
profitto.(4)
Questa la situazione nel 1872 a San Pietro in Gu :
su 1833 abitanti, 63 sapevano leggere(27 maschi, 36 femmine), 396 sapevano leggere e scrivere(300
maschi, 96 femmine); 1374 erano analfabeti (625 maschi, 749 femmine).
Gli analfabeti costituivano quindi il 74% della popolazione, una percentuale di poco superiore alla media
nazionale del periodo. Osservando i dati possiamo notare come tra gli analfabeti prevalsero le donne. In
paese solo 96 donne sapevano leggere e scrivere.
In paese l'amministrazione comunale seguiva con attenzione la scuola, si allarmava quando la frequenza
diminuiva e il profitto non soddisfaceva.
Così nel 1873 (5) il Sindaco lamentava che gli alunni iscritti fossero passati da 200 a 150 e che un quarto di
questi non frequentasse.
La legge del 7 luglio 1878 rese obbligatorio l'insegnamento della ginnastica ne scuole. Nell'ottobre dello
stesso anno (6) la Giunta incaricò il maestro di acquistare gli necessari (" sempreché l'importo dei medesimi
non superi la somma di Lire 40").
Nelle scuole comunali si impartiva anche l'insegnamento dell'agricoltura, dell'orticoltura e dell'apicoltura. Per
questo era stato preso in affitto dal Comune un appezzamento di terreno in prossimità dell'edificio scolastico.
Le alunne della scuola femminile allevavano, invece, i bachi da seta.
Nell'83 il Sindaco nella sua relazione sulla gestione dell'anno precedente, si dichiarò soddisfatto
dell'istruzione pubblica nel suo comune e chiamò la cultura "questo pane,guida potente dell'umanità".(7)
Gli iscritti alle scuole erano allora 172 e i frequentanti 137.
"La legge sull'istruzione obbligatoria - concluse il Sindaco - venne rigorosamente osservata". Analoga
soddisfazione fu espressa negli anni seguenti, nell'84 quando furono ripristinate le scuole serali e festive e
nel 1885.
Gli iscritti in quell'anno furono 223, i frequentanti 163, gli "obbligati" 145.
Intanto era stata decisa la costruzione di un nuovo fabbricato scolastico (Delibera del Consiglio 25 maggio
1884). Il progetto fu affidato all'ingegner Sartori.
Si decise di costruire la scuola "a mezzogiorno della piazza e precisamente in linea a ponente della casa per
tre quarti di proprietà comunale "dove oggi sorge il Centro Rízzetto. Nel 1887 il fabbricato era ultimato.
Il Sindaco comunicò al Consiglio:
"Sta per essere collaudato il nuovo fabbricato scolastico già compiuto ... Tale avvenimento che segna un
'epoca straordinaria nelle storia del comune merita di essere solennizzato "(8).
N o t e a l ca p it o lo " V it a d i E m i lio R I Z Z E T TO "
1)
2)
3)
LEGNAZZI E., In memoria del cav. RIZZETTO, Padova, 1895, pag.13
Verbale della Giunta del 15 maggio 1883
LEGNAZZI E., Op. cit., pag. 12
Note al capitolo "RIZZETTO e le guerre risorgimentali"
1)
Corriere della Sera, 14-15 novembre 1895, La morte del capitano RIZZETTO
2)
LEGNAZZI E., Op. cit., pag. 20
3)
CASTEGNARO B., San Pietro in Gu, Memorie storiche, p. 148-149
4)
Verbale della Giunta del 3 giugno 1882
Note al capitolo: Situazione economica e sociale di San Pietro in Gu sul finire dell'Ottocento.
1)
2)
3)
4)
5)
6)
7)
8)
9)
10)
11)
12)
13)
14)
15)
16)
Il dato si riferisce al 31 dicembre 1994
Abbiamo consultato i registri delle delíbere del Consiglio e della Giunta relativi al periodo 1867-1892
Verbale del consiglio del 2 novembre 1867
Verbale del consiglio del 21 aprile 1868
Verbale del consiglio del 21 novembre 1869
Verbale del consiglio del 17 settembre 1886
Verbale della Giunta del 31 maggio 1872
Verbale della Giunta del 19 luglio 1879
Verbale della Giunta del 19 luglio 1879
B.Castegnaro, op.cit., pag. 51 "Don Luigi Caregnato visse di pietà, di carità, di zelo per il bene del suo
gregge"
Verbali della Giunta del 27-12-1879 ; del 9-1-1880; del 15-2-1880
Verbali della Giunta del 25 aprile 1880
Verbali della Giunta del 15 maggio 1883
Verbali della Giunta del 13 maggio 1885
Legnazzi, op.cit., pag. 14
Il Veneto 30 maggio 1888
Note al capitolo : "Epidemie e malattie nel territorio guadense
1)
2)
3)
4)
5)
6)
7)
8)
9)
10)
11)
12)
13)
14)
Cfr. BRANCATI, Popoli e civiltà 3 pag. 354 e CAMERA FABIETTI Storia contemporanea pagg. 875876
Verbale della Giunta del 20 agosto 1884
Verbale della Giunta del 6 giugno 1886
Verbale della Giunta dell'11 febbraio 1887
Verbale della Giunta dell'11 febbraio 1887
Il Veneto 8 agosto 1888
Verbale della Giunta del 15 maggio 1883 (Relazione sulla gestione 1882)
Verbale della Giunta del 13 maggio 1885
Verbale del Consiglio del 20 marzo 1887
Verbale della Giunta del 15 maggio 1883
Verbale del Consiglio del 31 ottobre 1876
Verbale della Giunta del 20 dicembre 1880.
S. JACINI, I risultati dell'inchiesta agraria, 1884
Verbale del Consiglio dell'8 ottobre 1882
Note al capitolo : "Il punto sull'istruzione durante l'amministrazione RIZZETTO"
1)
Verbale del Consiglio del 13 marzo 1867
2)
Verbale della Giunta del 6 giugno 1869
3)
Verbale della Giunta dell'8 aprile 1870
4)
Verbale della Giunta del 26 aprile 1871
5)
Verbale della Giunta del 31 maggio 1873
6)
Verbale della Giunta del 30 ottobre 1878
7)
Verbale della Giunta del 15 maggio 1883
8)
Verbale del Consiglio del 6 maggio 1887
BIBLIOGRAFIA
BRANCATI A., Popoli e civiltà vol. 3°, 1989
CAMERA FABIETTI, Storia contemporanea, 1987
CASTEGNARO B., San Pietro in Gu. Memorie storiche, 1981, Ristampa in anastatico dell'originale del 1925
DE ROSA G., Età contemporanea, 1989
GOLIN A., Carrellata storica sulla banda musicale, 1981
LEGNAZZI E. , "In memoria del cavalier RIZZETTO", 1895
Corriere della sera, 14-15 novembre 1895
Il Veneto, 30 maggio 1888
Il Veneto, 8 agosto 1888
Il Veneto, 2 aprile 1889
Il Veneto, 27 febbraio 1889
Documentazione relativa alla sola didattica del Museo del Risorgimento di Vicenza
Delibere della Giunta dal 15-1-1869 al 31-12-1891
Delibere del Consiglio dal 13-3-1867 al 7-10-1892
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