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BREVE RAGGUAGLIO
....
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ISTORIcO - SACRO
.
D~L ~IlRACOLOSO
*
SANTUARIO DI MARIA 55 •
'
SOTTO IL TITOLO
DI N. S. DELLE nOCCHE DI MOLARE ~
IN
MONFERlI.ATO
DEDICATO AL MERITO IMPAREGGIABILI!
DE' ~BlL.MI SIG.RI l\fAnCHESl
GIAN
A~TONIO E
FILIPPO
~
FRATELLI
RAGGI.
....
".,
\ -t~' .l..:; ~-' " e..---\.;
,
.
G ENOV A 18:'.1.
S T A. ;\1 P È R I A C A S A ~1 A R .l.
Con permisstone:
.,
N OmLISSC\II
SIGNOP.I,
Graziosi ~ e compiacenti siete
pur meco , NOBILISSJl\JI F RA­
TELLI ~ nel lwnnettere che io
abhia il coraggio di dedicarvi
qnf'sto Lihretrino , di piccola
mole sì. ma altrettanto inre­
ressant e per l' o.g:~f'tto che lo
disti n~llf~. le glorie cioè di ]\fA~
RIA SA~TTSSDI\.. Anche i Sani i,
sebben gloriosi. (~ trionfanti
eternamente in Cielo. arnano
però di avere r.hi ne ~'salti la
santità, l' onore ne promova,
~L
la gloria, e l'imitazione in
sulla terra. Se ella è così , a
chi con più di ragione ofi('rir­
lo potevo a nome anche del la ~.
GRAN DO.é\NA DEL CIELO, quan" ""
to a voi, DEGNISSDiI RATELLI? " '
IllVlonte delle Rocche, dove
si degnò apparire lVIAHIA V ER­
GINE, ed un Santuario per lei
vi volle , può ben dirsi a giu­
sto titolo, sotto la vostra pro­
tezione, mentre è poco meno
per ogni parte circondato da
Fondi, e J'eui di vostra ~pd·
tanza , e giurisdizione: ma, a ­
qual dura condizione accom­
pagnate voi la vostra graziosa
condiscendenza? Purchè , voi
mi dite, io non parli dei pre.
gi, che altamente distinguono
l' antichissima vostra N ohilis- •
sima Casa: ma perchè avrò
F; .
anche a tacere di quella sì
, bella pietosa opera da' vostri
Antenati t'retta nella distribu­
zione di tan: o pane a sollievo
.~e' Poveri , c tanto scrupolo­
hamt'nte ammiuistrata ? Par­
lino i Poveri, che t utt o dì ne
provano i pietosi em~t ti, ed
,io mi tacio. ]\Ja sopratt utto
voi mi ordinate che io mi stia
zitto sulle vostre persOlw li hen
distinte qualità. Ah, intendo,
]a lod~ di qUl",.;to mondo mal si
confa col saggio vostro crj8tia~
no p('nsare: ma non potete
già obhligarmi a tacere , che
il vero pres io , e che più vi
distingue è quella Religione.
quella pi-f che tanto vi ono­
ra in faccia al Cielo ; è quella
particolar divozione verso la
GRAN DONNA m.r, CIELO, che
à
,
succhiaste col latte, crehbe
..
.
con VOI, e VIva ognor SI manrie.re , e conservarsi saprà , e
che tanto utile vi fn in tem
pi da non ma i pi rioordarsi
DUlH[lW a voi, NOBILISSIMI
FRATILLI, era per o~ni titolo
<li «onveuienza dovuta questa
picola divora O~)('ra, onde col
vostro N ome i n fron te fosse di
mauaior
"loria a Maria ,) e di
r't':'
ti
più p;radito accoglimento al
Pubblico; e col più profondo
rispetto sono,
ù
GIUiEPPE
ANTONIO G1JOLl,
ex-Scolopio , Arciprete.
.
.
INTRODUZIONE.
: rScbbene l' unico oggetto di (j1lCsta
jo piccola Uperetta tosse Ji assicru are
alle future etù le memorie di quelle
mcrax iglie, c glilz:e operatc da Ma­
ria S5. sotto il titolo eli j\. S. delle
Rocche <li l\jolare in l\10lJfernllo,
Diocesi J' Acqui , memoi ic , elle la­
sciate rrgi>traLc da' nostri l\1aggiu, i
iII pochi foglj \ oluuti , qUuli, seLLCll
difesi finora dalla \ oracita (te'tem­
pi, ma chiusi, c eonfiuati , e l'esi
111llLi nell' angolo d' Ull vecch io ar­
marlo, SCf\O!JO a poco a poco di pa­
scolo a' "orci, cd alle ti~llOJC, senza.
eSSe~ c di ccci tu nu-uto a llI~\ggior di­
vozioie lld P(,p()lo Cr;sLial~o, pl1l'e,
a secouc'nrc il gcn;o degli amanti
delle al,ticlJil;'1 (iella Pama , ho do­
vuto dctcnniuartni a premettere a1-­
l>revi notizie rignarculI[j iI:
P <lese, che Ma ria Ss. ha \ alula,
Cl1l:C
onorare con tanta parzialità di sua
particolar protezione, e che prosie­
gue a proteggere con coutiuue gra­
zie, e fa vori llOIl solo a' 1\lolaricsi, 1·.
ma a tanti altri divoti a lei, anche
di lontani Paesi ~ ricorrenti. Quel·
poco, che ristrettamente ue scrivo ' .
è tutto allpoggiato a documenti an- ~
tentici presi o dall' archi, io della
Comunità, o dal Moriondi nell'
Opera sua intitolata: Monumenta
.douensium , onde i miei Leggi­
tori devono essere sicuri, che l'a­
mor della Patria è andato in pieno
accordo coll' amore della verità,
e tanto basta per compromettermi
dalla loro gentilezza nn giusto Con­
sentimento , ed una graziosa ap­
pro, azione..
Il
nome di Molare si vuole re sia
deriv ato dalle mole da Molino, che
si taglia, ano da una rocca sull' en­
trata del Paese, quali pel Ò non
tra, ate della pasta voluta a tale
uso cessò il tagliamenlo, c restò il
norue.
Della sua origine, ed anlichità
è pazzia il disco.; erue , e pelL ilè
si tratta d' l111 pccolo Paese, che­
niente intere-sa il. sare1c quando
sia stato fondato, e pel'chè po­
trehbe essere più antico di Tl'Oja"
che quando nulla se ne sa, rn.illa,
~ ne deve dire., ,..
:f
J primi monumenti, che noi ah­
biamo di Molare cominciano dal
mille, c cento dicci, per la fonda­
ziouc Iaua sul suo territorio della
quinta Abbazia de' Cistcrcieusi ,
detta Abbazia di Tiglieto, e del
1131 accresciuta, e confermata da
Anselmo 1\1 .rchcse Malaspina , fi­
g1io di "Cgone, e di Adelasia Con­
tessa, figlia di L buldo , uuitameute
ad Opizonc , Vescovo d' Acqui , di
lui frarcllo , e Villelmo, e G l! gliel'­
mo, figli di Anselmo, sotto il titolo
di s. Maria, e s. Croce, chiamata
anche COIl altro titolo di Civita­
cola. Quest' Anselmo era uella di.
sccudcuza di Alerame di secondo­
genitura, Signore del Bosco, e (1i
l\l11lal'e: il Paese era certamente di
filla Ielle considcrazioue in allora,
mentre il ~110 tcn itorio si estende. a
(1.111a pnrte de' monti molto più
lnngi, che non lo è presentclllente,
PCi' il riLaglio. fattone nella di\ .sio­
ne de' confini col G eno- cse , men­
te anche in oggi si iuuohra per
•
]3
quasi sei miglia fra' monti, che di­
vidouo il Mouterrnto dal Geuo. ese •
.'
La seconda epoca, nella quale
;' si parla di Mulare è del ) 2.93, lIel
n UI anno u· 2.3 l\1agg.o in Molare,
"... cIOè nella Curi,i , dice r iustrumeu­
.
10, dci Signor Lauzulotto , Mar­
chese del Hosco, si ratifica da Gia­
" como, ed Ugolle fratelli. figli del
fu Signor Manfredi, Marchese del
Bosco, la vendita falla da Lauza­
Inno 1010 fratello llc1la parte, che
av eva sopra 0, ada, ed altri Ca­
stelli al Cornlllle di GellO\ a, dal
che si couferma , che i Signori del
Bosco CI auo anche S;gnol'l di Mo­
lare, e (l!leste SUllO le date p.ù an­
tiche da me ritrov ate,
]\eg/i auui poi sllsscgnenti, cioè
{leI 132.7, dal S' g. ISllardo Mar­
chese J\] alaspiua col volere cousi­
gljo, e COll"CIISO Jegli uomini di
~j()l,lJe, Morbello, Cassinelle, Cre­
mohuo , cd alti i, furono fatti Sta­
tuti, ed (Jrdiuumenti per il buon
go, crno dci deui Paesi, IIuali Sta­
~
]4
turi esistono tuttavia ben scritti,
ben tenuri , ed autenticati nell' ar­
chi, io della Comunità con altre in­
teressanti scritture, e certo f.l'a quell~'
'.: . •.
"e ne sono de' curiosi davvero ,
convien dire, che alcuni delitti fos- '
sero l'ari assai in quel tempo, men- " ,
tre, se colle pene stabilite contro e,
colpevoli di tali delitti si a, essero­
a punire a tempi nostri, ne risen­
tirebbe assai la popolazione.
Altro monumento onorifico alla
mia Patria è quello del ]467, nel
quale si legge, che essendo morto
IsnardoMalaspina Sigllore antico ,
e naturale di Molare di morte im­
provvisa, ed ah infestato, e per
conseguellZa senza a, Cf disposto
rapporto a' suoi diritti sopra il
Paese di Molare, questi si cl'cJè
sciolto da ogni vincolo di snddi­
lama, e perciò in ragione di dis­
porre di se stesso;
A tale effetto, radunato il mag­
gior COll'iglio decise, che conveni, a.
tosto cercarsi un Signore, che Pa­
,
15
dre fosse, e Padrone; ma nel tempo
stesso Signor potente, ed essere so­
stenuto, e difeso, salvi però scm­
Inc i suoi privilegi , e diritti, e
quindi di pieu concorde volere eles­
sero Guglielmo l\1alaspina Marchese
di tutto il Monferrato, quale ac­
colta con tutto piacere la loro de­
dizione, ecco i- termini, che stimo
mettere ad litteram , coi quali ven­
ne accettato Molare dal Marchese
Guglielmo Malaspina:
" Oppidnm Molariarum Ducatus
" Moutisferrati , positnm in confi­
" nibns J aunensis Ileipuhlicee re­
"gebatur a Marchione Isnardo­
" Malaspina , illius naturali, et an­
" tiquo Domino, qui anno 1467
" subitanea morte prreventus nullis
" ex se relictis liberis masculis, aut
" freminis, nullum candidit testa­
" mentum nec quidquam ordinavit
" circa dominium dicti oppidi, et
" gubernium suhditorum , ac pro­
" inde videntes se de eorum Domi­
:' no orbatos ,..ae proteetore desti­
16
" tutos , inter se ipsos discusso ne­
" genio, ae aglloseentes optimum
" esse a maguo , et religiosissimo
" Principe gubcmari, decrev eruut
" pro corum tutela , el conserva­
" tione e1igere, prol1t , missis uuu­
" tiis curn opportuno mandato iutcr
" alios muudi Priucipes elegcrulll
" excellcutissimum , el metucndis­
" simum lune Murchionem Moutis­
" ferrati in altum , cl Sl1prCllllllU
" eorum , et dicti oppidi nomi­
'" num , hoe tamen expressi initio.
" QuoJ dictus Domiuus Marchio
" nnllo nnqllam u-mpOI c possit, et
" valcat dictum Iocuui cum ejlls
" podcrio ulicuare , nec obligarc,
" nec pcrnnuatiouem aliqu.uu fa­
" cere, nC(JliC a se, (J{',(lllC a SIlS
" hrcredibus , et succcs-or.hus (PIO­
" vis modo abdicare in (r: a\ l~ pu­
" sona, cujuscurnqnc gradns, COlI­
" dition.s , et li.gllitatis C\ist,:l,
" quod pactlllU cutu ruulus ali.s
" fu.t dc lelllporc i\l tCillporc per
" Sercuissiuros l\la(ilt,~: CL Mcu­
]7
" tisferrati Dnccs conflrrnatnm. "
Se non che dell' anno 1522 Ma­
dama <.1' Alauson Marchesa di Mon­
ferrato, Tutrice, Curauicc , Amrni­
nistratrice testamentaria dIlla Per­
sona, Stato , elkni (leI Marehese
Bonifazio di lei lìglio diede Mo­
lare in Fendo a certo Gimanni
Pico di Casale di lei Con~igliere
intimo, con tutte quelle preroga­
tive annesse a simili in!ent!azioni.
NOli sÌ tosto gillllse tale d isgn­
stosa inginsta iufcudaz ione alle o­
recchie de] Popolo di Molare , che
non esi tò a pro test al e nOI] solo
contro tale infeudazinn», ed im esti­
r
"
tu l'a,
ma ricusò costantemente a
fronte d' Dgni minaccia qnulunqne
atto Il i di pendenza al 1It1O"O JIn'e­
stilo; e fu si fermo a sostenere i
suoi diritti, elle, o fosse per di­
spctl o, o per vcndett a 'etll!è il Pico
i suoi titoli a certo Signor Spinola
nobile Gl'nO' l'se, che a Itri Fendi
aveva, e fra gli altri !~erma, qu«]e,
credendo di poter viucere la fer­
18
mezza de' Molariesi, usando le vie
odiose di fauo , per esser breve
dirò, che seppe Molare couserx are
non solo i suoi diriui senza ab­
bussarsi al miui\l10 atto di dipen~
denza, princi palmeute del galra- t­
mento di fedelto , che ben quattro t~
sentenze ottenne dal Sellato di
Mantox a, e di Ca-ule , in forza
delle quali fil gi.udicato. e senten­
1
'i
ziato non essere tenuti gli nomini
di Molare ad alcun gimamento
fuorché al loro natural S:gllore,
e Padrone, e salv i sempre, ed in­
taui i loro priv i1egi, sì, c come
stanno espressi nell' atto, e concor­
dato di loro dedizioue ; ma anzi
nell' ultima sentenza fu deciso, che
chiunque fosse quello che succedes­
se per l'avvenire in tale fendo, non
potesse mai nell' atto dell' infeuda­
zione non solo pretendere, ma nep­
pnr domandare, nè cercare atto
alcuno di fedeltà , od altro, fuor­
chè al loro natural Padrone, e Si­
gnore , e salvi sempre, ed intatti
i loro privilegi, sì,
19
come stanno
espressi nell' atto, e concordato di
loro dedizione , come si è detto.
'.
Felici tem fii, nei quali le Co­
munirà sebhen considerate pupil­
- J le, senza pelò bis(lgno di tutela,
".; dire sa pe\ ano così bene le loro ra­
gioni, conservare i loro diritti,
," regolare COli tanto giudizio, ed
economia la loro amministrazione,
ed essere così fedeli Ilei tempo
stesso al loro Prirù.ipe ! '
Poche parole ora del suo g"o­
verna spirituale per farmi strada
all' oggeLlo principale del m.o tra­
, aglIO.
Il suo Vescovo è sempre stato
il Vescovo cl Acqui, nè p,,-ten,
ne può essere diversamente attesa
la sua località, Il suo Pastore im­
mediato fu sempre SOlto il titolo
di Arciprete. La sua Parrocchia
era molto più es Lesa . come lo era
il suo territorio se non fosse stato
decimato, come si è già detto:
sul principio della sua esistenza
'
i
El
20
cristiana era obbligo, o diritto del
Capitolo o' Acqui, come si vcdr« in
apprcsso, prO\\ edere il PUITOCO.
Colla fontÌazionc dcI!' Abbazia di
Tiglieto restò a quei Monaci il ti- ~.
1010, etÌ incombenza dcll Ar('i[J'c­
tura, e solto queslo t;tulo dO\ CY<l
pagare nn non so che al Capitolo
d ACI{lIi, mentre del I 155 si leggc
nel Moriondi "fOlUtJ7U'lItll Aqllell­
siuni llll 1)1('\ e di Adriallo Papa
in conferma dei d.riui , e decime
nominate dovute al Capitoio dall'
Arciprete (~clla plebe di Campale,
cioè di Molare, perchè Campi e
era ddl' Ahbaza , ossia dc' Monaci,
e l' Abb;\IC era Arciprete; ma con­
vicn dirc, che mal s'<addatt asscro
i Monaci a <IlI!'1 Breve, mentre H - ; '
diamo nell' istessa Opera, che del
124, dopo lunghe dispute convcn­
nero finalmente, che avrebbero pa­
gato morliuni unum pulchri grani.
a-! mensuram Ùvruice , COT~e di
fatti si lc~ge in un' altra data la
ricevuta di tale pagamento.
~1
Trovo poi, che del 1299 Papa
13onifazio V III. con sua lettera fir­
mata sigillo plimbeo delega I'Ar­
. ciprete di Mombaruzzo a rivendi­
, care, e richiamare tuue le aliena­
zioni fatte illegitimamente dei beni
spettanti alla Parrocchiale di 1\'10­
lare , e questo ad instanza del Sa­
.. ccrdotc. Hossi Arciprete di Molare
l)er mezzo di fra Percivallo Mo­
naco di s. Giustina di Sezzè di lui
Procuratore; dal che si vede che
erano ora Preti, ora Monaci gli
Arcipreti di Molare. Diffatti del
1368, che è quanto dire dopo 69
anni, Fra Antonio Boccaccio, Mo­
naco dcI Monastero di Tiglieto,
di sua spontanea volontà fa al
Capitolo d', Acqui ampia, assoluta
rinunzia dell' Arcipretura di Mola­
re, in forza della quale il Capitolo
elesse un certo Antonio Zabreria
del f)t Facino di Morsasco, quale
era Chierico ancora, e qnesta eleo
zione venne quindi confermata dal
Vescovo in allora Guidone con
~
I
queste
22
.osscrva?ili parole: pr~pter
potentiam ami coram , et attu.en­
tium tuorum vi confermiamo Ar-·
ciprete Sanctre ]llarite plebis de .' :1
Campali, SÙ'C de NJolariis ; men- \"
tre in tal tempo era anche Pode- .
stà di Molare Isnardo Zabreria, l
zio dell' eletto; bisogna dunque con- \,7 ~
chiudere, che in quei tempi anche ' l
i Monaci erano abilitati alla cura
spirituale delle Anime, siccome convien dire, che se tanto il Podestà,
quanto l'Arciprete erano della fa­
miglia Zabreria, famiglia fosse ri­
spettabile, e potente, e rispettabili
anche gl' impieghi riguardo al luo­
go, che esser doveva di maggior t
considerazione in quei tempi, quale i
ora era chiamato Borgo, ora Villa, 1,
ora Castello, secondo 'l'estro di chi
scriveva.
. I
In oggi, oltre la Chiesa attual­
mente Parrocchia, altre tre .f.hiese
vi sono: una fuori del Paese lon­
tana mille passi circa, che era una
delle antiche Parrocchie, il di cui
.i\.
l'
r
I
2S
.aspetti, o di collera, o di pace;
, o di giustizia, O di misericordia:
linguaggi di ginstizia , e di sdf'gllo
,J .: .. SOllO i tanti, e diversi flagelli, coi
~ . .' ';:"quali punisce Dio gli uomini osti­
i l nati prevaricatori ; linguaggio di
dolcezza, e di pace, quando non
~ I solo sospende, e trattiene i meri­
tati castighi , ma pla.eà'to dalle no­
stre lagrime, e ravvedimento, all'
intercessione de' Santi, e principal­
mente di Maria Vergine, spande
sopra di noi grazie, e favori.
Altro lingnuggio di D;o sono le
sante inspirazioni , e quei tanti in­
terni movimenti, per i qnali ci sen­
tiamo spiriti al Creatore: sono qnei
rimorsi, e quelle affannose palpitaI, zioni, che stringono il cuor del
peccatore per indurlo a penitenza,
e ravvcdirnento ; linguaggi, che
! quanto più sono secreti , e taciti,
,~. tanto più forti SOllO, ed operosi.
Lingnaggio finalmente più dolce,
ed affettuoso è, quando spedisce,
e manda Angeli, c Santi- del Pa­
l
J
I
n
'lG
radiso a confortare i suoi detti, e
sigllinc<ll'c le sile iutcuzioui, e moltc
volte Maria Salllissim<1 si degna
scender li al Cielo, cd a p pa l'ire a > .
persone a lei divote , e care, ed in-·I"~
timare 101'0 la di Ici volontà sem- .
pre a nostro vantaggio per vicp-'
l'i Ìl ccci tare verso di lei la nostra ,
coulidcnza , e divozione , e guai a
noi se tolto ci venisse ogni Com­
mercio col Cielo, e proibito ve­
nisse agli abitatori del Paradiso di
~l\ Cl' pi ù parte alcuna colla terra.
Questo grazioso lingnaggio ado­
perato con tanti Popoli, e tanti
,SaJlti usò pure :Maria Santissima
per sua bontà, C misericordia col
Popolo di Molare, mia Patria: lin­
guaggio, che le ha fruuato da
\ arj secoli i più luminosi vantaggi
in tempi i più calamitosi: tempi,
che se per altri Popoli, e non lon­
tani dal nostro erano di collera,
e di giustizia, furono per noi di
bontà, e di misericordia, nè deve
esser motivo di miscredenza , O di
0"""
-"
dubbiezza la piccolezza, c povertà
del pacse, i' alpestre sassoso lllogo,
ave apparir volle per C~S{Te i, i
invocata da' Fedeli.
Fondamenta ejus in montibus
sanctis. Presso :Maria 11011 v' è ùi­
~. stiuzion di persone, nè di lnogo:
j dove è maggior ricchezza nei luo­
ghi anche più santi, talvolta più
che la divozione è maggiore la cu­
riosità, e bene spesso, come lc av­
venute passate rivoluzioni c' inse­
gnano, da mani cmpie , e sacrilc­
ghe furono derubati i più ricchi
tesori di divozione ; ma dove colla
povertà risplende la decenza, men­
tre alla irrcligionc, cd ingordigia
manca 11 pascolo, ed alla curiosità,
e divagazione l' alimento, cresce in
ragione inversa la divoz.ione , ed
il raccoglimento, e questi brev i ri­
flessi piaceranno ai Lettori, che
avranno una sufficiente dose di ra­
gione, e cristiana disposizione.
La vera epoca di una tale ap­
parizione si è perduta nell' ami­
!
t
onorata, ed
chità de' tempi. e molto più per le
vicende cl' ogni genere che intor­
bidarono l' Italia obbligata a ser­
\1
vir sempre o viucitrico , o vinta : ,
i
Jo\enclo dunque stare alla tradi'Lione, fonte principale d'ogni sto- "
ria , (l11e5ta passata costantemente,
cd uniformemente di secolo in secolo, di et:'! in età. di famiglia in .
famiglia si cominciò a lasciaruc , e
registrarnc le memorie, ed i scritti
l'uuuo ) SHo. quali giunti fino a
noi dicono quanto segne:
Da' nostri Antenati abbiamo l'i­
ce, uto , che nna pOH'ra donna per
nome Clarice senza dubbio di, ota
di Maria, e buona, e semplice Cri­
stiana , nel portare poche l'l'Ile
cotte al marito suo, che faceva
legna nelle montagne, giunta a quel
posto chiamato ,olgarmente delle
rocche si "iddc innanzi una Signora
di turchino, cstita , e chiedente nn
tozzo di pane per amor di Dio;
oh Sigllora, rispose la Villanella,
altro che pane, non ho che poche
\J'
~9
erbe mal cotte che porto al mio
pm CiO marito. l\lil a, l'i p:glia la
Y Cl gine, od cestello, c vedi. Alza
quella pcr COllI piaU'I,Z<l lo straccio
,,! elle lo CUpi';' u, e vede con mcru­
,idia l erbe COII\ errite in })UflC.
J
l
SOl'prc~u dul miracolo la pO\ crolla
grida tosto: ah, Vergine santa!
.i\pp1l1itO qndIa io 50,:0, dice la
la gl'a:. M.~die di })io; chbenc va ,
e /Iii;:, a~~L alÙ'llori del tuo ra("e,
che iil qncsto Iuogu bramo una
Chic-a in mio O:'Ol'C, e to-to spane.
Del l CLIl i di coscienza, che vi tre­
vaie in qncsta scmpl.cc n.m-ari- a
(li ripngllanle al buon senso'? Fret­
tolosa, cd ansaute , come ognll11o
1111Ò credere, la favori;a donna di­
t
U
mentica dcI marito corre veloce a
raccout are n' l'lolaricsi l' avutn ap­
pnriziouc , mcsrraudo ili segno (li
verità il miracoloso pane, cd il Cf)­
mando di Cl fahhricare una Chiesa
III S110 onore.
•
A tale a,\ euimento , c racconto
al radunato Popolo l' opiniou
fll­
,...
~o
di, isa. eh i pensò di poter ragione­ volmcnte dnbitare del fano, trattan­ dosi di donna credula, e semplice,
eppell"C!; clover dnrc tcm po a l tem po
])('1' m:g!:ol' condotta; e chi di l,iù
buona !(or'e, alla vistn di quel palle,
che iII batter J' occhio fil divorato,
decise porcrsi preslare qnalche cre­ denza al di lei racconto. Molti dun­ qne si unirono alla stessa per por­ tarsi a "edere il lr~ogo, e sito dm e
disse essere apparsa l\laria ,copra uno
scoglio <Ippllllto, e forse nn' avv anzo
"i splcudea ancora di quella Ince ,
che nel suo apparire la gran Donna
vi sparlie, e \ i difìuse ; come an ien
certo al declinar del sole, che seb­
ben già nell' onde tuffato del mare
pnr vi lascia qualche traccia ancora
di quella lnce,chc porta ad altri lidi,
c ad altre sponde.
Qnivi dunque da Il' accorso Popolo
fatta unn Croce di legno fn rosra,
e f)S'iata do\ c In Donna disse aver
vsduto la Madre di ]);0, e ([lIi!1dì
. un' immagine si CCI cò di Maria Ver­
",
31
5:
~
~
'I
j
gioe, che dcccnt« fosse, c ritrovata
in POlot:I!;l Pl(;C('s<o::a!mellte all'in­
dicato lt~(Ig'), (lmll<llld()\ i alla meglio
lilla C'Q\lli!a. cile coprisse il (jlwdl'O,
c dall'J111l'll1pcl'ie (:dl' aria lo di~°l'lJ­
l des~c, spcl'and.(~, cd attell~:('lJ(lo il:1­
o
o
,V
pnw'lìte ili! lllll rli.arn IIJ,gn«gg'o
da Maria, onde i voleri di ki più
sicm amen te esegnii c. siccome la 111(:­
dcs;ma Il ad iziru.e ci a-sicnrn , che
r ilTllll;;giIIC elle si veuct a nel San­
tuarro qnclla essere, che vi fu posta
in In le orcasiouc.
Non tard(" però molto a \ ieppiò
contestare, e ratificare colla sua ap­
p<lri7.:OIl(' la di It'i volontà la gl:1I1
])01111<1 l'{'l Cielo. Era, i ili llllC'l lt\ll­
P" nel Paese 1ll11101ll0 per 1:0111<' Cioo
. l'.Al7.11
'
l'l, (l'H) lC 'g,a
' Wl mo l ­
v an 1\', aria
ti ali/Ii <1cll' n;'() della Ille~nhra IIIia si
de! tutto privo struscinav a m.sera­
mente la sila' ila a'ppoggiato a dlle
pezzi di legno. edlla la novcl]« di
tale apparizione prende ('ome me­
glio PIlÒ la strada tlel monte delle
rocche, c colà giUllto alza gli occhi
I
o
'"'
~2.
al Cielo , dà in dirotto pianto, e
singhiozzrllldo grida: oh Velgiue
Santissima delle Ilocclle, libcraremi
l'
da (l'H'sto m.o sta IO iulel.ce : la
fedc fu ,il il, il premio le teune .
dietro. slli.!" isuuu« libero si trina, .:
e sano delle sue mcnrbru ; lascia
i pezzi di Iegllo a piè di 1\1aria,
c tutto al/egro. c dritto viva, gri(:a, .
viva Maria. Al vcdcrc , c publ.li­
carsi di (1I1eSIO prodigio di più non
vi volle pcr rimirar quel monte da ;.
folto [lf)f'o]o l'I C(plelllalO, ed impc­
gnarc il Pubblico a far succedere
alla Cappella nn Santuario, del quale
egli ne pnss,ede il gillS pat rona to ,
€leggC'lldo il Cappellano ~ il Custo­
de, e Depositario per servizio della
Chiesa, c per lamministrazione ddlc
sue limitate rendite.
Per (Jllllllto fosse l'h i a l'O, c com­
])l'oyato il fuuo dell' occorso IIcl
Cazuli .J\Jaria prost'guir voleva a
gimti{Ìt'arc la povera Clarice con
lIUOV i miracoli, nuove grazie, cd
obbl;garc i Popoli anche più 1011­
"
'-1"")
:};)
taui di portarsi ad onorarla , i!l\ 0­
carla sotto il titolo Ji ~l)stra Si­
gnora òcl~ Bocche di Mularc, ti­
tolo impostoli lIel primo ruiracolo
a fin ore di G im ali M aria Cazuli,
Di fatLi le glazie d' oglli t;e;;ere si
succedevano rapidamente le nue alle
altre, e vieppiù dilatavasi la fama
della ruirac..losa immagilll1 Ili SostI a
Signora delle Bocche di 1'Ilol<lle, co­
siccuè I\UU solo private pejS'J11C di
ogni etù , sesso, e coudizioue per
infermità, cd iucurahili mulauic por­
tuvausi ad implorare gnal igioile, e
salute; ma nelle universali calamità
de' Popoli 'CI;C\ ansi venire proccs­
sionalmcute intierc Comnnilù, onde
essere a dì lei intercessione l-lx-rate
ù"h1i a unuli cast igb i che so1!'r·ì, ano,
o llll,:a]'~~ CSCu[~ da (ilielli .. che gli
serpeggia\ allo l!/tOfl!O.
Nei!" a/llHl di nostra salute lG'..!..G
DPI termine «1' un Illese, cioè dalli
23 Ami!e l~llO alli 2~ l.\!al.urio, uu~.() ('
' , ' l'
,
,
mero oo
Omp,l{;;':le'_ll (I\CIS\ l,:w~r
anche lontani vennero pt ocessi \.!11 al­
.il ~
L
~.~
5!t
mente ad implorar protezione, come
AC(I1Ii,
Novi, Ovada, Ga\i,
CC.,
e
gr,u,;e illsigni alla loro prescllZa jn­
nanzi al S1IO Altare furono accor_,
date di sauita a persone inferme da
molti almi per malori creduti incu­
rabili; i monumenti dci quali ne
vanno ognora coperte le pareti della
Chiesa ne fanno ampia tcstimo-.
nianza , an ertendo, che non p(\chc
volte anche dai proprii letti gli ip­
ferm i invocando con, i, a fede ~J aria ~.
Santissima delle rocche di Molare,
erano tosto esauditi.
I miracoli, e le grazie, delle quali
in debite forme ne venne fatto pro­
cesso, ed a noi tramandato ual1500
in appresso, a tutti narrargli ren­
derebbero qlìcstO divoto opuscolo
molto volnrninoso ; ma i benigni
Lettori si contenteranno di poco nu­
mero dei pi celebri , cd approvati ,
persuasi, che Maria Santissima è
ooutinuamentc sotto qnesto titolo
TarlIa, e generosa
disu('nsatrice di
.
sue grazie a' suoi divoii ricorrenti,
ù
,~
.
come tnttogiorno apparc da nuox l
'oli, e recenti.
Prima però di entra re nel rac­
conto di essi non sdegllC'j anno i
Lottori scurire l!IIUnlO dc\ o pre­
mettere, e elle impropri.uucurc sì ,
ma plll'e io chiamo miracolo, e che
la base forma di tutti gli uhri ope­
rati da Maria Santissima.
Il paese, che \ alle ;\laria San­
tissima onorato di sua apparizìo!lC',
come gi,\ si t~ deuo , chiamasi Mo­
lare, che debhc essere antichissimo,
mentre in certi scavi funi tro- ansi
avvauz.i di gClllililù,e monete ti' Im­
peratori pagani, e se è "'~I o, che
le primc Chiese alzavausi alla con­
versione de' Popoli erano (It'asi tur:e
solto il titolo di S. llfaria Cl plebe ..
qucslo t ii 010 e.liÌw la prì ma nostra
Parrocch.alc , ('
l'Il' successivamente
tramaudatovDellasnn p"miti, a po­
polazione nullo ~e ue può dire, e
qnai.do arlf'I](' ncll.isua origi l r po-­
tesse C's"cre" di 'il!~I1cilC (onsi",:,; u-,
zione., nou tanto 'per le tbtrng-:'
3G
gitl'ici inondazioni de' barbari, c
per i I riw:glio fattone, come si e
dcuo , do\ elle sminuirsi d assai,
cosicch« i libri più amichi Par­
«r
l'occhiali, cile hanno avuto priucipio d,Il Concilio <1i Trento nun la~:
fanno oltrepassare li mille cinque T
cento Anime; e tale pueu più poco
meno i· anche in oggi. 11 suo ter­
ritorio da poca pianura in fnori , ed
alcune colline, che danno \ ino de­
licato, c buono assai, c che i uc­
goziallti forestieri comprano assai
volentieri a preferenza <1'ogIli altro ,
la Sua maggiore estensione s' av­
... auza nelle montagne o castagnati\ e, ob oschive , ed incolte, che
vauuo ad unirsi con quelle che se­
rarauo il Monferrato dal Genovese
alla sorgentc del tìuITIC Olba .. Paese
}ler cow~eguellZa di sua natura ste­
l'ile, e di prodotti assai limitato di
pri mo geIlere, cosicché la sola in­
defcssa fatica (lellm oratore Cquella,
che obhliga il terreno a produrre
Bi;t ~:i quello, che naturalmente po­
\i
57
trebbe: si aggiunga, che privo d'oglli
counucrcio senza opere di alcuna
muuilattura le sue risorse 50110 tutte
appoggialc al sudor <.lella sua fronte
sempre incurx ata \ crso la terra a
malleggiare picchi, e za ppoui per
far nuovo terreno nello spezzamen­
lo, e tritnramento de' scogli e tuffi,
de' quali vanta abbondanza di esten­
sione. Pure il Paese a fronte di que­
sta sua sY:tlltagaiosa situazione pre­
senta qualche particolarità, che spie­
ga l' indole, ed il carattei e de' suoi
abitatori, mentre, e \ alita un San­
tnario che può dirsi UIl miracolo e
per il sito, e per la distanza dal
Paese di due m:glia circa, e certa­
mente superiore alla sua possibilità
ordinaria; c la Chiesa Parrocchiale
distinta l.er pitture , per statue mal"
moree , per .indorature ; e molto più
per la \ aga sua architettura -' che
colpisce r occhio a l'rima vista, e
che a detta de' forastieri da mc stesso
sentiti è più degna d' nna città, cbe
del Paese che la possiede ; come se
38
le Chiese non dovessero essere belle,
e ben ornate, che nelle Ciuà , e che
il Dio delle Città fosse di\ l'ISO, o
di maggior condizioue e stima di
quello dei Paesi.
Il sito dove è fabbricato il Santuario, e principalmente dm-e è innalzato l'Altar maggiore dove ap­
punto si dice esser apparsa Maria,
come che posto sopra una rocca sul
marginc ti' un precipizio. convenne
dal fondo di (Illest;} 1'0\ iuosa ca­
denza alzare I111111Ul'0 d'una propor­
zionata largbeZ7d fino alla sommità
del luogo, dove ergersi dovcv a il
Santuario. Il corpo tutto dell' cdi­
fizio è quadrato, e va in gilO pal­
mi 385, la lunghezza interiore della
Chiesa è di palmi UG ~ cd in Pl'O­
porzione la larghezza. Nel fabhri­
cato vi è abitazione per 1111 Cappel­
lano, ed un Custode, e qualche
stanza di niù: lAucon«, dove sta
il qnudro l;liraco]oso portasi a ('0­
lonue spirali fino alla volla.. (\ tnua
iudorata , ed il rimanente dci lati,
con ISPOlli .e.
\
\
.
~c
..
Quali spese non avranno doynt';;
farsi iII tale circostanza. e certa­
mente eccedenti la possibilità ordi­
naria, (1l1t~sto è, che a mio sen­
so chiamo primo miracolo prodotto
dalla buona armonia, c da buon
fondo di religione, e di pietà.
So bene, che (ItH'Sto racconto po­
trà poco interessare l'attenzione, c
la curiosità de' Lettori, ma so al­
tresì, che serve mirabilmente a pro­
vare , che anche la povertà è mira­
colosa iII l'icehezze , quando sfoggia
a gloria di Dio, e Maria Santissima.
Che si ammirino dei Santuarii per
la sontuosità, e magnifìcenza del
fabbricalo, c per le loro ricchezze,
ove ebbe mano la generosità de'
Principi , c la liberalità de' facol­
tosi, qnal maraviglia ? Ma che vi
siano degli Edifizj sacri alzati, C
decorosamente mantenuti anche con
non ordinaria decenza. dm e non
vi sono ricchezze, nè facoltosi d,i
primo rango, se non è qnesto un.
miracoli), qual lo s'là?·
40
Vergine santa, sì, questo è il
primo miracolo, che '(li operaste
a gloria della mia Patria, perchè
voi il cuore, c la mano dirigeste
d'un Popolo tutto a voi divoio : voi t\
volev ate, che da' nostri scoglj, e \'
~cche scaturissero fonti di benefi­
cenze, c di grazie: voi, che sebbene Il
Rcgilla del Cielo, c della terra, pme
ci com piacete d'essere onorata sotto
quest' umile titolo delle Rocche, c
tanto fu grand~ in voi quell' umiltà,
per la 'plalc piaceste in guisa all'e­
temo Padre , onde meritare d' es­
sere Madre del sno di, ili Figlio, el~
inscgnari,:a noi, che l'umilrà è la
base delta grandezza. Deus luuni­
liunt celsit udo,
Non pretendo pcrù , che questa
bella gloria propria sia solrauto
della Patria mia, mentre so bClle,
qllante altre miracolose appar;z;olii,
cd immagini di l\Lll';a si veucriuo
in taut' allri molto più r;lggllart~U­
vo]: Salìlnarj alulli in !llogill al VH
del uostro alpestri , c sussosi , c do-­
,
41
"C Maria a prò de' fedeli apre il
tesoro inesausto di ~IlC bcneficenze;
C 1I0n gi:'t per far pompa di erudi­
zione , che tant' alto IlOII poggia mio
scarso ingl'gno; ma per sempre più
far palese a' fiddi 1egil!ori la hou­
Ut, e misericordia di Maria San­
tissima; di; il :
Li auuo 179:! in Homa si è stam­
pata nua racl'dta iII fjllalLm tomi
iII O:W\O dcl!c ìlllll1ag:qì (Ie!la Ik,l­
\
tissima Yergine OII:a:(' 11d1a COIOlla
d'oro dal Be'.IllO Capitolo d, s.
Pietro, al (lllale il COll:C A]lcssUIIÒ'O
Sforza, Piaceut.iun , lino dal! alino
l G3G la-ciò \111 Fendo, OIlÙ' col
l'ed i to di 111lesto si Iare-scro dlle,
O tre corone d'oro all' anno da
porsi in capo alle inllilagini più au­
tichc divote, c miracolose di Nostra
Signora, c del salito Bambino non
solo ili B oma , ma anche fllori di
Boma ti' estero (~olllinio, ad arbi­
trio del detto Hev.":: Capitolo, con
una esatta notizia di ciascheduna
immagine presa da' libri editi, o
\
4'2
dagli arcliivj J1nhhlici, c priv ari ,
opera del Sig. AiJb .... le n. S ivc r.o
De Marca ex-Gesuita in allora.
Ccuto , e >'l'lIti SOllO le J tllll1a"illi
"
ivi descritte, e cento /inaltro SUllO
le coronate, e sedici ;" tempo eli
tale opera ancora t,Oli corouate , alle
quuli credei ci ;n l'I' di. itto , e 111CeO
certo il nede M .r.n Sallti,sima sot­
to il titolo di~. S. (:elle RIcche
fra (/,wlle non OLCO] a J:(~ co: Olia! <I,
C molto meno unmr r.ua, ma cclc!n c
al l'al' l;i li1wl1e reI' il cnl.o . e pn
gli mirncoli , e grazie hcn d;stilltc
COIJlTS . ,C, cd 0jiCJ ate non pri, a la­
mente, ma pnhbI:callH'lIIC alla pre­
senza di 1l11111erOSO pO(1clo nella sua
Chiesa, e se il Cicl massiste , mi dà
vita Dio, e mi Se('Olllla 'Maria. come
ne ho fede, afìt'. che \og!io, che
qllcslo mio di, 010 l.hreuino vada
alla ~"'rall Citl:'t di Homa, centro della
C!t;c'~a, e della Helig:ont': \ ann'e ,
le dirò, vanne pnr senza di me mio
picciol libro, c!te vecch io io già
sono, ma vanno sotto la protezione
43
della gran Donna del Cif'10, ti prc­
SCilla a quel Hev .ma Capitolo, e
d.Ile , che Maria dalle alpestri roe­
.~ che di I\1d'a Ic, paese piccolo si ,
" ma grand~ perché ca: o a lei, in
, Monler: alo, J )iocesi ti' Acqni , Ila
diritto di riclamarc , cd aspirare alla
corona d'oro per se, c per il suo
Bambir.o , a norma dcll'<iutenzioue
del pio, c nobile Tesrarore.
QI1<1nto ha fatto. cd operato Ma­
ria invocata sotto il giù tante volte
nominato titolo delle Bocche non
intendo, che tutto d('bba ('S5!'r chia­
mato miracolo a stretto rìgnr dì
termine, onde non alterar la fan­
tasia de' troppo scrupolosi critici,
ril1l('f(erJ(~oli all'Autore dell' Opera
intitolata: Trattato storico-dogma­
tico della, era I:!'!ig'one del Sig.
A bbate F3f'fgier, 0\ e potranno prov­
vedersi di buoue lenti per veder le
cose nel suo vero aspetto, eù io
mi contenterò di trascrivere poche
righe di Mons:gnor Liquori in oggi
beato ali nggitinta di varj esempi i
44
appartenenti a Maria. Tuluni , egli
dice , prcgialldosi di essere spregin­
dicuti si fanno onore di non credere
alo i m.raculi , cl: e quelli stanno re­
gist"ali nelle sacre carte, stimundo ~ <ic
gli ,litri quasi che novcllc , f' favole ~\'
da fell1m;IIIlCCc, e dii ò cuI Padre
Cl'aset,
ehf~ fJuallfo sono
a crcder«
);('11('.
più t'aedi
miracoli le per:-:oll(' ..ab­
t.uuo SOli I;ill Iacih : u.alv ag­
i
gi a dCi idi'!'!:.
(). a. ""s('1ll1o verissimo , che n r.a
illlìn't;Ì di IICIS,II!(' d'()gni cd, d"'gl:i
s,"'so, ti' ogui condiz.oue ricoi se a
Mal ia Sa.uissimn sotto il titolo di
NOS(ia SiglJOra deilc rocche di Mo­
lare s, IliO state cs.uulite, e consola­
te, c molte alla presellZa di ceuti­
naja di j1el'''onc, 1a'cierò a' miei Let­
tori l'arbi'''io di chiamarli miracoli,
alni gr;nie solamente , secondo loro
piacerù.
lo eh iamerò miracolo, c grazia la
Iiberaxione della mia Patria Jallepi.
demico pestilenziale morbo , che
nell' alino 1625 mentre ne' paesi vi­
~·i
45
cnn, e lontani a migliaja cadevano
vittime dci terribil flagello, la mia
Patria andl. esente, e salva per la
,., protezione di N ostra Signora, ut
omnilnis notum est, dice chi ne
rj lasci!') autentica memoria; motivo
-r per cui uell' anno seguente tante si
i~ viddero Comunità venire processi 0­
nalmente a visitare Maria Santis­
sima ilei nostro Santuario.
Chi legge sia pur scrupoloso
qnanto si voglia, e veda se possa
perdere il titolo di miracolo, anzi
doppio miracolo il presente fatto da
cento, e cento testimouii di vista
comprovato, e tanto esattamente
circostanziato.
L'alino del Signore 16'1.3 li 29
Cenna jo Pellegl'illa Danielli . moglie
di Giovanili GajolL di Molare, men­
tre dimorava una sera in casa di
Tommaso Dnniclli suo padre si spa­
rò accidentalmente una pistola ad
un GiO\ ine , per il che restò ferita
la suddetta Pellegrina nel ginocchio
destro di due palle, quali passando
4G
all' altra partc penetrarono anche
sino a mCI,Lo dclla coscia sinistra.
Fu dal Chirurgo curala, e special­
mentc da un ebreo chiamato l\Iosè,
e si Iev arano \ ia dal giuoccl1io alto
pezzcui d'osso. Stette la meschina
cinque giorni, e cinque notti iutiere
senza prender riposo , ma sempre
crollando la testa dicea : oh Verginc
Santissima delle Rocche, levatcmi
qnesLO spasimo. Nel quinto giorno,
alle ore 23 circa crebbc d'assai il
dolore, e torccndosi , dimenandosi ~
e battendo de' denti con spavcntevol
vista dimanùò l'Olio Santo. Fu ab­
handouata da' Chirurgi vedutala in
tale stato, dicendo, che sopraffatta
dallo spasimo non sarebbe stata ore
due a morire. In tale deplorabile
situaziouo non cessava la paziente
di chiamare la Verginc Santa delle
Rocche in suo ajuto , ed in. mezzo
a qnesta sua reiterata invocazione
fu presa dal sonno, ma da lì a
110CO S\ cglialasi gridò dicendo: In­
ginocchiate, i tutti: non vedete, che
,
47
qni nella camera vi sta la Vcrgille
Maria : gllardate tu ui , oh che spleu­
dore ! oh che bella compagnia!
tenendo sempre gli occhi aperti
.. ~ verso il Cielo, dicendo più d'una
.. volta, o Vergine Santissima, che
i
siete venuta a guarire il mio gi­
, nocchio vi domando misericordia.
Furono assai grandi le lagrime
degli astanti, e particolarmente del
padre, che stimando fossero gl. ul­
timi sforzi della natura procurava
colle sue proprie mani di farle star
chiusi gli occhi, che pure erano
intenti a vagheggiare le bellezze
della sua Liberatrice: onde alzatasi
improvvisamente a sedere, rimpro­
verandoli d'incredulità, battendo
colla offesa gamba il letto escla­
mava: guardate pure, e credete,
che la Vergine Santa delle Rocche
mi ha liberata affatto da ogni male,
e restando tutti attoniti gridavano
misericordia: a tale voce corse quan­
tità di popolo, e tutti nniti anda­
rono alla Chiesa parrocchiale, dove
43
cantarono le Litanie della 'Madonna,
festa facendo, ed a lIegria col suon
dclle campaue, e nel giorno se­
guente di saLbato la compagnia
de' Confratelli andò processioual­
mente al Santuario delle Rocche,
ove si cantò Messa solenne in rin­
graziamento dell' ottenuta grazia.
Primo miracolo.
V odiamo di conseguenza il se­
condo nella stessa persona per lo
stesso oggetto. Il Chirurgo Ebreo,
che naturalmente nulla credea del
divulgato miracolo andò a visitarla,
e trovolla alzata, e guarita, e vo­
lendo mostrare, che i medicamenti
uniti all' opera sua fossero stati
quelli, che sanata l' avevano , le
disse di aver tutto il riguardo nel
mover la gamba perché i nervi an­
cora deboli avrebbero potuto di
nuovo patire, e restringersi, e met­
tendosi in atto di distenderli la
gamba non fu appena dall'Ebreo
tocca, che la donna cadde in terra
svcnuta , ed in tale stato fu posta
I.li
\J)
."'\!
-;
I
'l
I ,
·4.·'~S
•
,
>
.~~
~f 4t,~
...
•
49 '..
•sul letto , il 'c~ visto da Antoniua
di lei madre tln.ta adijata .si gettò
. contro I Ebreo gralliall<.!oli potcn­
., . temente il muso ; c via , diccndole,
"via di quà , che (1cgno più non sei
" di toccar mia figlia; e. dandoli m.1 ur­
( tonc fuori lo cacciò dcIIa camera :
uscito appena l\losè ebreo dalla
stanza alzossi tosto rinvenu ta affat­
to, nè }lilÌ. sentì in appresso d( .Iore
alcuno, libera, c sana senza il ili i­
nimo segno di zoppicamento.
Lettor divoro , non basterebbe
qnesto duplicato, e così cirrosran­
ziato, c così pubblico miracolo
fatto da Nostra Signora delle Roc­
che per renderla rinomata sotto
questo titolo, ed animare ogni tri­
bolato per qualunque siasi motivo
a confidare in così potente invo­
cazioué'!
Et mutos ferit loqui, L'anno
del Signore I G;:)'). li G Giugno nna
povera figliuola orfana per nome
Maria, d'anni 15 circa, di Rossi­
glione nel Geuovesato , muta dalla
;)0
nascita girovaga d'uno in altro
paese meudicaudo gi:ì da otto me­
si, però era di pcrll1anellZ<l iII Ri­
valta , Diocesi cl' Acqui, là vivendo t ,
giornalmcllte di limosine : in tal <t
tempo CUlTCH\ fama di molte gr,a- '"
zie fatte, c che si facevan da No- ,
stra Signora delle rocche in Mo­
lare, e molte immagini giravano
della medesima: convien dire, che
alcuna di esse ca pitasse a mani
di questa disgraziata orfanella , e
che da interna inspirazione animata
dicesse in cuor suo : Vergine San­
ta, fatemi l'ada re; così giova ra­
gionare argomentando dal fano,
mentre una notte nel sonno sentì
mettersi una mano sopra la testa,
dal che impaurita , e s\cgliatasi
vide una Signora che le disse:
non temere , o figlia, tu ti chiami
Maria, e tale è pureil nome mio,
vivi onesta, e parlerai, e ciò detio
disparve : levassi di buon mattino
tutta allegra, girando per le con­
trade, parlando, e raccontando il
'
51
,
~
caso con meraviglia di tutto quel
luozo , avendo da qnel tempo in
"
.,.
poi sempre parlato benissimo : SI
portò a ringraziare la Vergine
delle Rocche il primo giorno di.
Pentecoste, ave fece le sue divo­
zioni, questuò tutto quel giorno a
profitto della Chiesa. Fatti così
pubblici sarebbe pazzia il soffìsti­
carvi sopra, e pretendere di cer­
care, come suoI dirsi, il pei nell'
uovo.
Quale, e quanto sia il danno
recato dal vajolo all'umana società
non v' è chi l'ignori, siccome non
v' è chi non benedica il felice l'i.
trovamento dclla vaccinazione. Un
terzo e più della fanciullezza fu
sempre preda infelice di qnesto
morbo straniero, e se a tutti non
toglie del tutto la vita, quanti pe­
rò, che rimangono difettosi a ca­
rico delle famiglie, e continuo di­
sgnsto de' gcnitori ; c felici qnelli,
che con viva fede l'accomandali
all' intercession di 1\1aria Vargine
; 1 '1.
ne ottengono la gnarigiolll'. Cosi
a\ \ cune acl 1111 certo Ballista Delia
Torre, di Savoun , ahitallte in
01 ada, dell' UIllIO I :JB5, che fatto
cieco dal va)'olo , e st mJ rpia lo iII
gnisa nelle muui , onde essere ina­
bile al III i nimo IllatH'ggio delle medesinw. riv oltosi alla Vergine d(,llc
rocche tii ~J oiare, c COlI ,i\ a fede
im ocatala , di l'e'pente il sospirato
aC(j11 iSIO ottenne
uella
v ista ,
ed il
vantaggioso, abile, e pronto ma­
neggio delle mani riebbe, e coll'
oflcrta di 1111' immagine di cera
Jll'OmeSSa portnssi a l'ingraziaI la al
..Ii Ici Sautuario,
Quando cel't(~ improvvise mura­
zioni avvengono iII nn corpo nato
difettoso. cd alla presenza di nu­
meroso Popolo iII Ima pubblica
Chiesa all' invocazione di :Maria
r
"
ergIIle
saru sempre per l o meno
'i mprudenza volcrli contrastare il ti­
tolo di miracolo, o ulmeu di gra­
zia, snl pretesto di poter essere
effetto d'improvviso cambiamento
1
,
53
di,Ila natura tanto ~ e srml'l'C vur ia
-nclle sue operazioni, e t'Oli simili
I,
filosofici ragloll<uncnti couuasta re
a Dio quel poL('I't", che l'CI' meno
{le' Sallii ~\lOJ, e pr:'lcipnlmente di
Maria \t'1 gijj(~ \ no!« ('S('\ cuai (' (j'J<1n­
òo le parI', c pian'. L'anno dci Si­
gnore 1~)'l5 un jjglillOlo nutn af­
filtro rouo , dci quale l'l'ano (;elli­
1OI'i l'ellegrillo. c S,,,inu di I'u. eto
gi,ì I!t'H ('là di anni IlllatlrO
c'a
ili COm!1I1l0 patimcllto, e visto dai
suoi Gellitori inutile aglii r.rucdro
usato dall' arte pellsarono di CCt
cado iII C do, 011('1' l'i, oliisi ;d1:1
"ergine Sallt.. delle nocche lo !'m­
tarouo al di lei Sautuario , e po­
stolo innanzi all' Altare COli vi, a
fede esclamarouo : a \ oi ~ o gran
Vergine, raccomandiamo (1I1CSIO
pO\ ero nostro figlio, abbiate di
lui , e di noi pietà c tanto baste)
perché il figlio isresso sebhell di
quattr' anni ancora gritbssc: io
'l'do la VerginI' Sautissima ; alle
quali parole il Popolo , che tff)­
,i,
54
vavasi colà radunato tenne dietro
gridando: misericordia, misericor­
dia: in questo mentre prese sonno
il nglio, e di lì a poco s\li'glia­
tosi fu trovato sano affatto, e per­
fettamente gnurito. Vergogniamoci> .
dunque d'essere, o tìngere d'essere, \
per comparire spregiudicati, uemici
della divinità , della benefica sna
onnipotenza , e ringrazialllola in ,j.
ce che abbia lasciato una parte del
sno potere a mani, e disposizione
della gran Vergine Maria Madre
di lui a pro de' miseri mortali.
Pur troppo nel basso popolo san
frequenti le risse, e I'ubnso di por­
tare indosso arme da fuoco, e da
taglio eccita nei litiganti maggiore
animosità, e cur<lggio, e ben dì
rado av \ iene, che finisca il litig­
~io senza SI) argimcnto di sangue.
e quindi o morte o pericoli di mor­
te, ed allora chi si trova in questo
pericoloso stato perdute le forze,
e del furore spento l'impuro fuoco
al timore di vicina morte si grida
55
l
confessione, e tosto si chiama la
Madre di Dio, ed i Santi tutti del
Paradiso: così avvenne nel 1635
primo Agosto, quando il heverc ù
più frequente, e più di forza,e
~di vigore ha il vino, ad Antonio
Celle, del luogo di Sestri nel Ge­
novesato riviera di pOllente, in una
sua l'issa con Francesco Leone, dal
quale ricevè tre ferite con lIIl0 stilo,
e particolarmente Una sotto la ma­
mella sinistra penetrante molto: nel
sentirsi ferito, e cadendo a terra
gridò: o Vergine Santissima delle
rocche di Molare njutatemi ~ ed in
questo mentre fu ferito di due altri
col pi sotto la sinistra spalla, dalia
qual ferita tant' aria usciva ~ che
spento avrebbe un lume: fil tosto da
persone accorse portato nel suo letto,
0\ e riavutosi alquanto non cessa, a
d' invocare la Vergine delle Rocche,
rregandola, che quando fosse per
Il meglio dell' anima sua, e de' suoi
figliuoli li concedesse la sanità.; fu
portata in quel mentre un' ampolla
56
con entro olio della lampada della
Madonna delle nocche da un S110 vi­
ciuo , e di quello fallosi 1Itlgt'rc le
ferile . ili capo di giorni otto furono
saldate allauo , e così gnarito in
ahito di pellegrino si portò a riu- ~
gr~niurc la sua Lihcrau ice, attac­
cando alle pareti della Chic-a labi­
lo, il bUIUUIiC, la scatola, c più
gli attasti , e (anddetle che meuc­
vano nelle ferite,
],,'.1' 01'(' ù~/{l/I! i fii n , et Iact eu­
tium perfccist. l au.dem: La div 0­
zione, e la P:CLÙ de' himinetti è
sempre più sincera, e pura, e per­
ciò a D.o più accctt a , cosÌ m'io­
segna l'espcric'l1.a di trenta e più
anni impiegai i 11('11' clilleaZ,;(lIIC ddla
giO\ cutù , c so . che il Santo FOIl­
datore G iuseppc Ca!asallZio delle
SCIlO!e pie lilla mio \ (lIe\ a (Illa l, hl'
grazia llarlico\are da ~I aria Yer­
gine fa('(~\ a preg:lrc da' suoi picco.li
scolari, clic indefessa mCII te illstrni, a
nella pictù, c timor santo di Dio,
pcrchè 11011 essendo (luesli ancora
57 '"
contrastati dall' urto delle passioni,
<In ,li a misura che crescono, e
I",
~' I ' : : :~::g~~ ~~~~ ) 1~1 1~~~~ln ~1e : l o ~::o;~si
eu il timor di Dio, onde,
'ripcto,. ~(' prcghicre l.\~~' gio,ill,eui
"la pied"
l'
,
SOIlO plll accette, e pi II csaudite ;
" ,agl.a il prl'selitc fatto:
L' auno l G:)2 P'OTl'! () Ca rozza
del Sig!'Ol' Ciman Autoui» dcii'
Orsara , in ('[,ì li' anni sci, tutto
aurano lIC' llJw('o!i, e nr-rvi , op­
presso da dolori continui immobile
restando dalle Lrnccia abbasso , al
quale applicato iumilmcnte oglli
rimedio senza risparmio di spese,
c <li fatiche, c niente giù' ando fu
da' Periti secondo il sol.ro in qlle­
Mi Gl'ii rilil!';Sfl ;1: h Provv idenza ,
oude il ([ello li~;L nolo non lilla
ma pi
aire da se stesso con nn
Crocifìsso in mano l'impro' erando
la sua coscienza con pUlOlc di stn­
pore ]){~I' i circostanti si \ohò g,1Ja
Beata \'CI giuC' delle Pocc1Jr, e con­
tiuuar.do i dolori -' cO!ltillna\ a ro)i.
C 2"
J
ù
\
53
con maggior fervore a reiterare le
sue pregllicrc, ratificando le sue
vrolHcssc. E come pote, a mai re­
sistere Maria a prcg!liere si tenere"
sì innocenti '1 Vi faL~i sull' istante
oucuuo la sila liherazioue, passando"
sul momento da uno stato di ma­
I~ttia , c di dolori, allo stato di sa- i
Iute, c di coutcntezza ; oude il se­
guente giorno pertossi da se stesso­
'igofoso ~ cd allegro la terza festa
di Pasqua al Santuario delle Hoc­
che con stllpore di tutti, lasciando
in onore di Maria Vergine tre ce­
rei coll' elemosina d' nua Messa.
Gio\'inctti, siate divori: di Maria
[ino dalla vostra più tenera età ~
ii ali a q uale certo non sarete ab­
bandonali giammai.
Non sembrerà forse decenza par­
lar di; bestie risanate instuntauea­
mente all' inv ocazione di; Maria
Vergine~: ma se Maria Santissima
11a< voluto esaudire le preghiere
fatte di buona fede da nn ponI'
uomo, al ~lale era d'un granòe
l
59
ajuto un robusto Somaro si avrà
a tacere? E forse ~ che anche le
bestie, come dice Davidde , non
danno lode a Dio'? 011211('S bestia:
benedicite DUII/inn. Un
pO\CI' !l0­
mo per Home 1\Ialleù BuuilJo Ji
Molare aveva 1lI1 Giumeuto , dal
quale ricav ava profitto l'CI' la sua
famiglia. Sorpresa ql1csta bestia da
mnku e iucurabile , p;eua d nlceri
schifose, cd insoffrib.li per la pnZia
era deciso gettarla da HlI preci p,zio.
Nel condurla al suo patibolo alza
il Padrone il capo mclancouico , e
volto l'occhio verso il Sautuario
delle 1'Oc'(!hc, oh Vergine Salita,
esclama coa traspor!o animato da
YÌ\a fede, oh Vergine Salita, se
voi mi voleste rene.ere sana questa
bestia io vi prometto di coudnr­
\ eia carica d' me bianche per ser-­
'Vizio della vostra Chiesa, e mi ri­
,. gna d a­
tornerete COSI\ I'l mezzo Hl
gnaTe il'l palle alla mia famiglia:.
così detto ecco la bestia voltar di
bordo, c. con armonioso canto
d~al--
60
ll'gl'ia <.'OIH'1' frettoloso alla paterna
stalla, e rimarginatc le piaghe reso
sauo , e ro husto utihncuto servire
il
SIIO
padrone,
Corouata Maria Hcgina del Cielo..
c d(':1a
l CITa
, chi può IJcgarle un,
gimto dominin , e signoria 1I011 solo
sopra la ierra , ma <l lì COI a sO}li'a le
nC<Juc che la circondauo , onde an­
cile ili mezzo a' pericoli d'immi­
nente ll<ltlfl'a;,io miuacciato da fn­
rioso impcrv cr-nto mare Maria San­
tissima solto il tiLolo delle Bocche
imp.-rav. t ma1'i, et »cntis , l't
[act a l'si tranquilitas nuunui :
fl/hali i \ enti , calmale l'onde, e
fauo il mal' tranquillo Ilote)' canta­
re .Ive maris stella; così avvenne
a certo Gian Maria Ghilintti Ca­
pitauo di nave, del pae,e di Aren­
zano, posto a ponente della riviera
(\! Genm a, <Juale avendo l clazione
di parcntcla , ed amicizia in Molare"
av rvu del p;ll'i cog"iLionc, e di, 0­
zione a Nostra S:gnora dene HflC­
wc, sorpreso que:iti nella
SUa
na­
CI
.....(
11
,igazione da Iuriosa tempesta, e
visto I ine, itabilc pericolo d'immi­
nente lIanfr<lg:o da viva fede aui­
muto chiamò ll\ suo ajnto la "er­
gine Santa delle Bocche, ed ecco
tosto farsi il mal' tranquillo c pla­
cido, e ben conohbe chiaro, che
cm Ima vera grazia ottenuta da
Maria sotto <Jllesta invocazione l'irn­
prO\ visa calura al tem pCSLOSO mare,
e fn così certo di qnesto. che in
rendimeuto di grazie .iwrllato alla
F'auia fece fabbricare una navicella
ben corredata, ed appender al volto
della Chiesa delle Bocche. qnale
si vede ancora in oggi, e per fin
che, isse, e molto non è che ('gli
è morto , annualmeute mandò libbre
dodici di cera al Sautuariu,
Che Maria i'ia stata I' Autrice
dell' Iustiuuo della Redenzione dc'
schia, i è noro , come rik, asi dalla
"ila de' santi fondatori per appa"
rizioni falle a souuni Pont-Ilei .. cd
a Sovraui , è nolo a tuui , ma tion
tuui sanno, che. ella volle essere"
6'2
liberatrice di nove miserabili schia­
"Ì invocata sotto il titolo di Nostra
Signora delle rocche di Molare in
Monferrato. lo 11 ascrivo letteral­
mente l'esposizione, ed il racconto
fatto. e l'ice, uto legalmente da pub­
hlico Notaro. " L'almo 166 I li
nove Agosto nella Chiesa (Iella Y er­
gine Sautissima dt'lIe Rocche com­
pare ili qllesta Chiesa Messer Cosmo
Scasso di Arenzano, il qnale , me­
diante suo g iuramento , toccate le
sante Scriture , presenti gli infra­
scritti testimonj dice, che ritrovan­
dosi srhiavo in mano dc' Tnrchi,
trattenuto l'Cl' mesi sei nella Città
<1' Algeri, privo d'ogni speranza di
liberarsi dalle mani di quei calli,
gli venne per di, ina inspirazioue
in mente d'in' otarsi n (l']('sta Ver­
gine Santissima delle rocche di.Mo­
lare , la ({naie aveva sentito Il. no­
minare .• che faceva miracoli. c SII­
hito fece' oto , se potc, a fllggire da
quel tra, aglio, di venire .1 visitare
la sua Chiesa a piedi sculzi , e re­
63
stando sempre fermo in tal propo­
sito l'n inspirato con otto compagni
seco , che se ne sta. ano giardinieri
alla montagna o' A Jgeri~ di farsi una
piccola barchetta. () schiflo , e faua
che l'ebbero ili nua cer ta grotta
acciò non fosse vcduta , nel mese di
Marzo dell' anuo prossimo scorso
si posero alle spalle detta barchetta
,iaggio di sei miglia di notte
tempo, e si posero tutti nove alla
volontà di Dio nel mare, sem pre rac­
comandandosi il medesimo Messer
Cosmo a qnesta Beatissima Vergine
delle Bocche, e per special grazia
di Dio, e di qnesta sila Santissima
Madre ebbero tanta calma di mare,
c tal fortuna, che in dne giorni,
e due notti si portarono in una>
Città dclla Sprlgna senza incontrarsi
in alcun minimo pericolo di mare,
nè di corsari, e dati a terra, ed
amorosamente l'ice, uti da quei pae­
sani fecero dono della medesima
barchetta alla Vergine Santissima-,
del Iìosario , Chiesa eretta in qndla....
per
64
Ciuù, c di dì in cii in una nave (le'
Fiamminghi se Ile vennero ili Ce­
nov a, e jeri in A reuzauo con IlIl al­
tro di Arenzano de' suoi ('omp,lglll "(,
di ,iaggio, c sellia, o, cd oggi è
venuto a (llleSla Chiesa pcr com,
pirc a detto suo voto , e cosÌ allesta come sopra alla PIP t' Il Za <leI t>J
Sig. Agostiuo l'ili, e Messer G :0.
Dalla '1'. ti dello stesso 1l1ogo di
Arenzano venuti 'iII sua compagnia,
del Venerando Andrca .Bozzo, e
l\1aufrillo Gualu testimoni pregati .•
e richiesti, per fcde ,
Gajoli Sacerdote delegato.
DalJicl1i Not aro,
L'uttcstaziouc posta a Cju('st' nl­
timo fallo dc, c iutcudersi J/pr tutti
gli alui sopra descritti, ed omr-ssa
per non tediar« colla Si essa replica.
]I delegato Gajoli era Wl Sacl'I'<!o:e'
Ji uou mediocre ahilità e spccial­
mrute ddl'O'<lto da l\loL1s:~$. Bicnti
"
t'l
Y escox o <idta· Diocesi UHt SI1() de­
crcto , c cliC in l:t1e <lll<ililÙ ha ricc-·
cuti ~ cd ordiuati t;ìi cSl'()~lj, c molli,
;1;
ç
65
altri rnggnaròcyolissimi omessi per
brcv.t. cd anche al dÌ d'oggi sono
,i\ enti ancora persolle, f a le alt l'e
una donna, che essendo liglia gio­
vine ancora storpia di gnmbc, e di
coscie onde e~'cre 111ll)(~tellte di sua
persona, portata sopra un giumento
_ da suo padre al Santuario , ginnta
alla meta della salita fece iustanza
al Iladi'e di essere calata dal gin­
mcnto , e non secoudara s,d!c pr:me,
ben conoscendo la di lei 11ll po(cllza
fu obblig-alo a tante reph ate in­
stanze di contentarla, appt'La messo
pic(:e a terra i'iginocc!Jiatasi in­
vocando "Maria, salzò da se stessa,
e prosegllì il rimanente della sa­
lita , euu ò 1I(']]a Chiesa , ringraz:ò
di CIl me la sila Libcrutricc , e colle
sue gallllw J itoruò alla casa palerna,
\ iaggio di più di dlle mc, si è ma­
ritata , \ Ì \ e, e prosicgne a star be­
lIC: siccome l\laria pros:rgllc a con­
cedere, iuv oi <ita -ouo qnesto tirolo
di N ostra S.gno, a delle Iìocche ,
ii
grazie... e [mori.
66
Per rendere pill utile, ed a mag­
gior portata delle persone di\ote
questo librettiuo , a persuasione an­
che de' ragguarde\ oli Meceuati , vi
ho aggillllto nna divota canzone
a Maria Vergine, una Nover.a della- ,
Immacolata sua Concezione, c le'­
meditazioni della Via Cri/cis da
me fatte ili occasione dell' erezione
della medesima neIlo stesso San­
tuario delle Hocche. Di, oli Lettori,
quanto ho fatto è per il magg;or
bene delle anime vostre: dunque
anche voi pregate per la mia.
NOVENA
t
DELLA COKCEZIONE IlHl\1:ACOLATA
MARIA
~ERGINE
PREPARAZIONE.
II gran mistero, Fedeli divoti, che
li disponete a meditare snpera per
la sua alezza ogni umana capacità,
ma coll' ajuto, e protezione di qnesta
gran DOlina potrete coutemplarlo
qllanto basta a gloria di lei, e frutto
dell' anima 'ostra. In questi nove
~iol'lli dunque, che voi impieghe­
rete a considerare le illustri pre­
rogatiyc dell' immacolato concepi­
mento di Maria Vergine tenetevi
lontani da ogni altra vana consi­
derazione , c solo Maria sia l'og­
getto interessante d'oglli vostro pen­
siero onde anche in mezzo'''lÙk in­
dispensabili giornaliere occupazio­
i
G8
ni questo gran mistero tenga seru­
prc il priruo luogo IIel \ mll \I cunre ,
e c.)sì \ i aJ11''' ,'( ccho: l'Il' a (de­
hrarue la sulcuue runcmbranza , e ~
sarà la pi 1\ Iltile d isposizioue a ri- !
cevcre degnamente, c fìnlwosa-., 1
mente dentro di voi quel Figlio "(i
istesso , cile l'orti') ella ClIII tanta ~
sua gloria ilei proprio seno.
p~~ IMO
ConsideralC ili
G IOnNO.
(jllf'qO
primo gior­
110. come yoIrll(lo D.o dar compi­
nu-uto ;.11.. <na pl'OllWS,'ìa di veuire
a J J}(,I aro il g('llcre limano dalla
5cl1;;1\ ilì, dcI Demonio col farsi
Uomo, ed assoggettarsi così a tutte
k umaue \ i('('ll(le, dm ev a egli sco­
gliel'C una DOIIII:l, nel sello (ldla
(ll1:ill po!cCse ,c'ìtire le mortali no­
stre sJ)()gl.\~. Molte erano le DOline,
che "i\ ev allo allora nelln Ebrea
nazioue , e tutte per nascita, e per
sant itr raggnanle, oli. eppnre niu­
na fra quelle alla grand' opra Ile
G9
scelse, ma pensò di volerla a bella
i
posta ci eata , e messi gli occhi 50­
' pra i divori cOlljllgatiAnna, e Gioa•
. chino, da questi, disse, \-cnga co­
lei~ che sarà mia Madre. Meditate,
l .
'Cl'i"tiani, la s.o\rana risoluzione
} , a \ alltaggio di questa fortunata
Crentnra , e fin d' ora a lei tributate
tutti gli ossequj del vostro cuore,
e riconoscete in questa elezione a
fa\ ore di Maria un' immagine di
quella grazia, che per tratto di sua
10ntà ha fauo a voi pure coll' aver­
vi prescclti a nascere nel seno di
Chiesa Santa, e farvi cosi figli suoi,
c figli di Maria a un tempo, ed
in g';usto ringraziamcnto recitate a
gloria di lei 1l0\ e Ave Maria,
'o
SECONDO GIORNO.
• Considerate in gllPSto secondo gior­
no, come determinato avendo Dio
di produrre a bella posta dal niente
questa nobile Creauu-a , determinò
del pari di crearla in una maniera
7°
degna della sua grandezza, c della
sua onnipotenza , e chi portar doveva il glorioso titolo di Madre di
Dio si conoscesse uscire dalle mani
di quello, che se un dì stato sa:,
l'ebbe suo Figlio, era però prima
il suo Creatore,
se col tempo
l'assegnarle doveva la volontaria
sua figliale ubbidienza, voleva
prima pérò nel crearla usare un
tratto il più. luminoso di sua anni­
potenza, sicuro così , che meritata
avrebbe la sua sommissione colei,
che già meritata aveva le sue glo­
riose distinzioni nel di lei na­
scimenjo. Oh, miei Cristiani, chi
potrà dunque comprendere quanto
di grande avrà egli operato in que­
sta particolare produzione di Ma­
ria; chi potrà esprimere abbastanza
giammai il divino impegno nel ben
formare colei, che un giorno chia­
mar dm eva col dolce amabile nome
di Madre! Ycneriamo , o fed eli , le
divine provvidenze, ed apparec­
chiamoci adaramirnre, ed onorare
t
..
J
r
.;,
."~
e
'
)
71
la gran Donna, ed in onore di Ici
recitiamo le solite Ave Maria.
.
k
j
~'
TERZO GIORNO.
'""~m"iderate in questo terzo ginr­
~
no, come all' annunzio, che fece
Dio a tutto il Paradiso della grand'
opra, che egli risoluto aveva di
fare, di sovrana allegrezza tutta ne
rimbombò la celeste Corte, viva,
dicendo, viva la grand' Anima, che
fra poco uscirà dalle mani dell' eter­
no nostro Iddio: Oh la bella, 011
la pura Anima, che sarà mai questa!
Affrettate, dicevano quei Beati Spi­
riti, affrettate la vostra impresa, e
date a noi il piacere di presto tri­
hutarle i nostri pi il rispettosi os­
seqnj. E ben n' avevan ragione,
mentre fin d'allora veniva ella ad
essere innalzata all' alta dignità di
Regina del Cielo, e della terra. Oh
bella gloria, che ebbe Maria di
vedersi, appena ancora ideata, pro­
strati avanti, ed esultanti quanti
"2"
§piritiBeati contar possa nella sua
"­
ampieZza il~Uelo tutto, perché di
tutti 'l~ piùffieata. Uniti agli An.
gi?lì no~ pure, o Cristiani , r~•., 1
". gna~ocl
'"'
~~I..llo~tro ~to, C? apP~ff.~1
r~cl~JaQWC1,~q .amuurare Lopra a~\\!11
}iUt helfa,. ~a 'f5il\ portcutosa dalle. \
sue mani uscita, recitando ad onore,
c gloria ~~ lei le solite Ave.
~
--«
,. ,"QUÀ~O "GIORNO.
'ii
1
Considerate in queslO quarto gior­
110, che il primo tratto della l'cale
sua beneficcnzg ~~Ja\ore di questa
raggllardc, ole{;re4lu'ra Iu il non voIerla macchiatanell' anima di quella
\"
colpa fatale' di Adamo, ed E, a,
l
~. i ~I
colpa troppo ripngnante all' impor­
tante carattere di Madre di Dio.- 1~~:
Maria sola dunque esser doveva .
qnella lieuedetta Donna, l'Anima
r
della quale ~arebb? stal~ senza colpa origillale, cioe a dire , senza
1'orrore di quel delitto, senza il
brullo aspetto di' quel peccato,
~.'.'
73
che seco porta lo sdrgno di Dio,
e la sila abborninazioue. Oh la
bella prerogativa che fu '1uesta
di Maria, e che tutta -,uerita la
'nostra ammirazione, cd il nostro
rispetto! No~ tutti siamo nati col
~vergognoso Impronto del peccato
\ :... in sulla fronte, Maria esser do­
, veva senza ({ucsto infame sigillo p
e perciò Maria sola (>. immacolata.
Veneriamo in Maria Ull tauro ono­
.rc , rieordandoei, che se ella hl
prescclta da Dio in una maniera
sì particolare, c di lei solo propria,
110i pme per Maria godiamo I van­
taggi di qllesta gloriosa distinzione,
onde col piII
o del IIOStiO cuore
in onore di lei recitiamo le salire
Aye ftfal'ìa.
I
,i,
QUINTO GIORNO.
C onsiderarc in
IflH'sto quinto gior­
no, come conosciuto da Dio, che
era gillnto alla sila perfcziouc nel
seno di Auna benedetta il prezioso
D
;'1
.•l,
(:orpo presre!{o :Hl essere animnto
da (I!l('sl' Anima grandiosamente
ideala, al COSPC!1O di tutto il Pa­
radiso trasse fuori dal nulla questo
Le:l.lj~,s;m() Spirito, c spuntò egli
a glli"a d' 11" : aggio luminosissimo ,
che ()~:II i alila luce del Uic-lo abba­
gli/l, (' COI1t'II<('. ed olI ('O!lH' dall'o]­
ll<'lll()tio scililillalllc' agilissimo SIIO
folgorI' ne resla l'ono cont'tlsamcnte
anuu irut i tutti i Sernfini del Ciclo!
Oh come, dissero, ogni altra Ce­
leste hel!el'/.:l S11I)('la d'assai, cd
an ama! -'Lei Fèdcli, se tanto ne
rimasero allOllili (l1l l'i Sl,il'ili, la
bellezza dci (['wli viucc (Jllella del
sole, che avn-ssimo lIoi fallo, se
,~i fossimo tl'mati presenti ad un atto
sì portentoso? Ammiriamo la pa­
tema di Dio a fa\ ore di l\Jal'ia, cd
onoriamo di, ota mcnte un' Anima
così grande, e se tut.tu gillstamente
npì l'ummirav.iouc del Cielo, tutta
impegni pure la divoz.ione del IlO­
siro cuore , recitando le solite A~}e,
I
1
•I
SESTO
GIOlr~O.
ConsiJcratc in ql1esto Se'sto gior­
no, come creata appena, (d am­
mirata da tu Ho il Cielo (lnesta
bell' Anima, volò ella per ordine
di Dio ad animare quel corpo a
lei destinato dall' Altissimo. Vi en­
trò ella a guisa dì un sole lumino­
sissimo, e per grazioso sonano de­
creto restò ella nel SIlO illg!cssO il­
lesa, c pura dalla macchia infame.;..
del peccato di Adamo,
la sua
sorprendente bellezza restò in ben­
chè minima pllrte appannata, cd
of!esa, cd immacolato l'cl'ci," rimase
il Sl10 conccpimcuto. Oh la bella
fortuna, cd oh la bella grazia, che
1'11 (jucsta di Ma ria , che da uute
le altre creature gill'itamente di­
stingncndola, a tutte la rende mc­
ritameute superiore ! Ptallegria moci
con Maria di questa sna fortuna­
tissima sorte, e come a uosr l'a So­
vrana tributiamole con piacere tutti
~li afleui del nostro cuore; cd in
ne
)
;(;
ginsro ossequio recitiamo le solite
,cI,'e Jllll'ill.
SETTIMO GIORNO.
Con~i<Ìerate iII ([lll'SIO s('ltilllo gior-' .:
no , COIII(' hen loutana lAnima di' •
"la ,ia dal dover sO!1<Tiacere
col
tltl
suo ingresso nel corpo umano di
lei al la legge comune dd peccato,
iuìiuito \ anfaggio ami recò ella
alla sila corporale abitazione, men­
tre. depu,ato tutto ciò che in
quello esser vi poteva di difettoso
lo rese soggilll'llo degno (li lei.
onde lnngi dal!' intimarsi quella
guerra clro selli pre esser deve per
la Il'gge del peccato fra lo spirito ,
C la carue , per raro, cd unico esem­
pio in Maria, tra qlleste due con­
trarie, e scmpre faziose sostanze
Iuvvi pace, ed aiuistà sorprendente,
ed unire sempre rimasero a gloria
infinita di Maria, onde se bellis­
simo era lo spirito, purissimo fu
pure sempre il suo Corpo, e degno
77
clelIa 'Jarsl<Ì (li fjJ1c1 D;o che al)ilar
lo do",·"a. ,\llIllli 1 ialllO, Il ledr-l.. 1I11
proJigi,) tauro p;"I Ldl.o, '1":JliLO
uuico , cd
111 .M~ll
io
jaiill10 dI ot.uur-ute
le ~"I,i\' .//1'<'.
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OTT.\. \ O
Crilis:t1I'7'il!"
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'Ilaria 111I1IJa­
Cl'illlt'lIiO,
PI,a :~I,lJ.'a, ('!le la
l'I
a
1(''''
SI'1 ('1:011' il 'j'li,11l11\111l'. ('1'\'1,,1'1
CI ealll: il Jìgiia (;' ,'.lianliJ li('11 ""lo,
ma a e li A', oli s.l"; ,;c1 j al "dl.<'{)
llJ a l/(lU 1ilSlii \;0.
L lIit gl az.iu (iì
~
~
7
qucsta na t nrn . III'
sta sorte sld, It'star
forui , e
1'011t i
,'UIJO
llC'1I
di 11ne­
}l0U'\ :11'0:
ill(''i:llll'ib,Ji d'illiì­
n~te
altrI' grazie, ti infiniti ah, ~ do­
Il; esser LI\)\ C\ auo a urua taglfllle,
e di tuua natura] 10lls('gnclIZa;
onde pensate, o Cristiaui . cnme
av rà Dio profusi i [t'SOli delie sue
heueficeuze a gloria, cd orli a mcn to
d'un' Anima da lui cosi pal'licolar,
78
mente prcscolta. ~ oi tutti perché
IlCl"ciall1o col peccato, infinite im­
pt'lfe/iolli accolllpagliano il nostro
I
iuktice illgresso iII CJ m-sto moudo.;
'I
Maria perdI!'. ClIllÒ v incitrice del
peccato, b 511.1 gr;,zia fu «c. om­
llilgllala, e seglilta da 1I11 COI leg~
gio di dOli:. (. 1;1\ Oli deglli di (j\id!a'~1
grilzia tau.o riuoruata , (' grande.
A (jllesta gl'ali l)lIlltì<l tributiuuiu
di,oli le solite .Lvc;
1\0:\0 GIOnNO.
Considerialllo in (llleSIO
1I()ì)O,
(LÌ
Hl!i IlIII g"OJ'IlO della uosu a .:\ ov eun ,
che lino dc' pri, ikgj spociali-suui
accordati a ì\lal ia ili ,iglll'e dci "~1I<J
immacolato conCl'pilllclIlO 1'11 (Jlwllil
di l'0tcr couosrcrc • l'Il '1<101 are il
S1l0 Dio, c Ill~,gllì1icare il suo Si­
gnore, sebbelll' ancor riuch insa !id
sello dena sila (;cuilricl'. Oh quu li
saranno lIIai stali i scut imcnu di
lei in quel fortllnato ist autc ! Quali
L:li alli di adora1.ÌolJc, e di amore
~J
,
verso il
79
5110
gCllCro.;O Crcntorc !
. Noi infelici, c!le sebbene Iiati per
qnesto unico ()~;';dLO, c ~eldil'[I(~
tardi si g:lIllga ';~ (jllcsto stato di
cogniz.iouc , IICPP:1H' ullora sappia­
.,mo, oppure \ugli<lll1o amarlo. Silf'­
'pia\llo belle amai c unch« di tn'J'!'"
l C creaturc 1.1" (jdola 1,'iJa, l,:;; l.,,
nostro Diu uo: l g;~. Oua!e imn]('IISO
di\ al io pa'sa 1'1':1 ~I;ria, c nui, O
'et~i"C immacolata, voi aura-te
il vos: ro Dio iulin dal sci:o (!clla
LClln!cl'la vostiu l\Jadlc, c lcdl'!c
segllitate ad aru.u lo ctCI !<;:IliClile
in Cielo. Ì\'oi 11011 sappiamo C01l0­
sccrlo da piccoli, amar HU! \oglia­
mo da« gl'alidi, c l\\i)l'iaIUO rnu que­
sto disamore al UOSllO l)io. ~Iici
fedeli , ('('('oei gi!llili al filI(' (:clh
nosu a ~o\('lla ili O!lOIC di J'laria
Ye'giuc immacolata: ma 1j1l!l1 {IIltlO
Jj'mrClI!O noi rica\~ro!' Ah il {'l!Un
s'a d'imparaI(' da Maria ad anWIl'
Iddio sopra oglli cosa; ad muai lo
COli
nn amore puro. e costnut-- :
ad ollerire al nostro huou Dio in
80
comJlcnso della nostra mancanza
lilla parte di quell' alletto cui quale
r amo ella nel primo momento del
suo amore pCI' Dio. Frutto della
nostra Novcu« sia lav cr imparato
a conoscer e ~Ltria immacolata, a
vcnerarla ('ome ('11:1 merita, c pregal la ad <l\ l'I ci sCllIl,lC Sollo la SWI
sautissima pr(\lt'liilJH~, cd a tal Iiuc
Con la mal-;!-(flt' di, oz.iouc recitiamo
le so/i te AvI'.
\'. COllcept io est liodic Sallct<r
1\laria' \irgill;s.
!-i'. Cl! j IlS ,i l ,[ iuclita cunctas il­
lnstrat ECC1L-s;'b.
OHE~IU
S.
F<llllnlis mis c,desti, munns iru­
PCI'III'I, III tlni\,,,s lkal,e \,il'gillis
Pa!'IIlS e:-.titit snhu is n,ul'dilll1l Cou­
('eptiollis ci"s ,oli, a su1t'lllllitas pa­
cis tl'ibllaL incrcuicuuuu. Per Chri­
suun etc
'1
,.
liREVI
~\lEDiTAZIONl
PE R
LA
(
VIA CRUCIS.
I~'
pnEP~\.llAZIO~E.
IJl
C;esù mio Cl'ocifis~o ,ecco a' '0­
su'i piedi liti pO\ l'W pccCclLurc di
mille, e mille l'o: I'" l'CI) a cioruau­
darvi prostra to pieLil, e perdollu.
So, che un Iuferuo
poco a u.ura
mia cmpietil, Ula voi siete fllll' morto
ili Croce l'CI' me: nella vosu Cl pa'j­
sione , c morte stan riposte le Ill:e
SjlCUlllZC: pcr mcttr-tcmi dunque, che
tutto il! iue i ìH <- olio col C!lOI' COlt­
trito, e ('o1!a fronte dimessa io v i
e
accompagui at doloroso viaggio ,
che voi taceste da Gcrosoliiu« ~l
n1211lc Cali ario : voi assistetemi colla.
vostra s'Iuta gra1.:a,
+Ìt
S"L\ZJO:;E T.
All0l'{1Il111S Tc Christe, et bene­
dicinucs t.t.i , quia pc,' sanctam:
C,.Il ceni tu ani rcdcmisti nuindum:
In IJllcsla l'rima SUì7,io1lC ,i conllliOCC::;~l,C()mC prescntato
al Giudice Pilato, quale a fronle
(Iella, ostra riconosciuta innocenza
pme \ tJlk condannarvi a morte. Ah
1I011 (Il Pilato, lurouo i peccati di
tCIllI,I",o
il Xloudo , e principalmcute i
lllivi. (pali abhorniuo, e dcrcsto,« di
1.IHlo
uur« cuore me ne pento.
Putcr . Ave, (;/ol'ia.
J/iscJ'(" c nostri Llomine ~ mi­
seri-re nostri.
o$­
STAZIO~~
•1r101'{//II11S
II .
Te Christe etc.
Considero in questa seconda Sta­ zionc , come in forza di (lIlCSI<l in­
ginstissima seuteuza di morte, e
·1
";1
fl3
morte di Croce , foste l'alleato Jd
pcsal:te !c'gl!o: \ iSIO appella correste
ad a lihrncciurlo , divcndo , (l'CO,
ecco il lcuo , dOH~ Illurilù per i
miei figlj. Ah i\ldrc. voi m!);ill' per
figlj sì SCOJ10SCeJlli, cd illgl ali! 011
amore, oh tcucrczza di sì huou
Padre! c per sì buuu J\:di(' Ili non
J>t<ltlgi'?
Pl.tCI'. -,l,i'. Cl.», a,
Jli:;cl'(,/'c nostri d,'.
STAZIO-"\ E Ill.
AdOl'llillllS
Te Christc etc
( ',UIlSI,. ]
ero.111
terza S la­
zioue la 'osI I a prima caduta, () mio
1lJ(1I1 Cc<ù. più che dalla Ci oce op_·
presso dal peso L:J10i'IllC di tante
mie sCl'llrriltcz'lc: sì, mio Gesù, che
le COIlOSCO, cd auiarameute le pian­
go, e le detesto; e voi datemi un
(llleSla
mur di lagrime, o.ule iliticralllclllt;;.
sommc'g-ede. Pat cr, Ave, etc
.lli:,erel'c nostri etc,
-$
.sTAZIO~E
1\.
Te Curisc: etc.
iII ljlll'Sla quarta Sta­
Ado/'lil/wS
COll~i(ll'J'()
ZiOllL' il tlll!ormo incontro colla vo­
stra amiltis~iJlla :l\laL!rl'. quale sen­
tcndm i carico della Croce strasci­
nato al Calvario prr esseni sopra
crorilisso , .,alle cola accolllpagllar­
vi. Oh Dio l'Ile sgnardi pietosi, l'be
amai o pianto,
t'lIIIIf'
che teuerez.ze
al
di Maria, c di Gesù! Pcu­
saci mio ruo re , tIItto era
PilIC/,. A~'e,
llCl'
te.
Gloria,
.llisL'J'('1'c nostri etc.
-$­
STi\ZIONE V.
AtlO7'mllllS
Te
C/I1'ÌSlc cf c.
III CIncsla ql1 iuta Stazionc con­ sidero Simon Cireneo ohhligato a
sollcvarvi , mio Gesù. dal peso della
Croce nnn per cariuì , com passione,
f.l per amore, 1113. per forza: oh
1\J io Sal, atore l io, che uon di uno,
.;'
8:>
ma di mille, e mille Inferni merite­
vole sono, ricuserò di portare una
>~eggerissima Croce su (illesta terra
'in memoria della, ostra, ed a sconto
i di tanti miei peccati! Ah Signore,
caricatemi plll'e di pene, e di 11a­
\ grlli in questo moudo , ma salv a­
temi nell' altro. Pater, Ave, etc,
Misercre nostri et c,
'$­
STA'ZIO~E VI.
A 'orcuuu.s: Te Christe etc.
In questa sesta Stazione cousi­
dero , come la pietosa Veronica ra­
seillgìl sulla vostra froute quel su"
dare, che "i spreme\ a l' allanno ,
l'angoscia, lo stento, e le goccie
di sangne, che calle, ano dalle or­
ribili pUliture di qnel!' <lenta pun­
geutissima corolla di spine, che sul
d ivin Capo vi l'Il posta, e com­
pressa, e voi su quel prezioso lino
impressa vi lasciaste l ills<~nglljnata.
'Vostra immagine. Oli bel compellso,
oh Lel premio alla carità di q,uesta:
~
Iortunata Donna! Ah se ']I1CStO sì
caro ritratto potessi <I\('Ie ogiior
presenle agli occhi miei, sÌ., 111.0 uio,
l{lIillllO \1 ollcndcrei 111('1:0, e l{llauto
Ù amerei di pi II. [a/l'l', .dve ~ etc.
il1lsc/c/'c nostri et c,
?
-$­
STAZJO~E
YII.
Adonl/wls Te Cliristc etc,
In (ltleSIU settima Stazione con­
sidero la seconda \ostra caduta,
c più che dal peso della CIOCC op­
presso da (111<'110 l'n m ili issi ruo di
tanti mci pcccati , dci (llIa!i H' Ile
doruaudo , mio Dio,
11111 ihuente 11('l'­
p{[!I'1', ..-tvc,
G/oritl.
iìli serere nostri etc.
dono.
+
STAZ]O~E
YIn.
Adorallllls Te Cltrist c et c,
Ili 'jllrsta ottava Staz.iouc con­
sidero , COlllC voi rivolto a (ll1l'llc
donne .. che piange, allo per, oi ,
.uon l),iuliscle; le d.ceste, l'Cl' me, ma
\)
-'-----­
;'~7
per voi, c per i figli vostri; ricordo,
·
lcvute uare
J '
Cl le uueuc
a peccatori•
del tempo a\' cnire , llllUli mossi da
una 511 perii ciul com passiolle pian­
ger vorrebbero la \ ostra passlolle,
e morte, senza saper piallgere, c dc­
testare i suoi peccati, che Ile furono
la ria cagiollc. Sì, mio Gesù, io \0-­
glio piallgf'l'C la vostra mortc , ma
apptllito perche so, che SOIlO io,
che \' ho co' miei peccati barba­
ramcute crocifisso: alt mo buon
G es perdouatemi. Putcr , etc.
ù
jl]iscrcrc
nostri etc.
$
STAZTO~E
IX.
Adoranws Te C11T'Ìste etc.
111 qnesta BOlla Stazione consi­
dero la terza vostra caduta , o mio
Gesù, c la considero 11011 tanto co­
me elletto del totale spossamento
(li vostre forze per i giù tanto sof­
ferti patirneuti , qnanto come fignra
espressiva di tutto quelle ricadute
che io avrei lano di colpe, cdi.
88
peccnii: ah Signore. deh 'per pietà
non permettete, che io resti op1'res­
SII, e schiacciato dall enorme peso
.. .,
delle mcdcsiruc , ma colla. vostra
grazia rialzutemi , cd ajutatemi a
BOli più 'ricadere. Poter Ave, etc;
. Miserere-nostri c/c.
lo,
"
'.,
;t.
,1
STAZIONE X.
.d doramu s Te Cliriste etc.
III (luesta decima Stazione con­
sidero, come foste im]egnalllcilte
sJl<>gliato, e delllldato, e (llIilldi
foste abbev eruto COli amarissimo
fiele: per i tanti peccati di diso­
nestà soll't'iste (l'lCSUì disgllstosis.si­
ma cOllfusioue; ah si , che di tutto
cuore li piango l'dell'sto, e vi prcg<>;
ulllarcggiatl'llli anche ogui pi iu­
noconte piacere, pnchè io mi ri­
curdi di iuua lan.arczza della 'o­
stra passiu:Je. Pii!")' .•4\'c, etc,
Jlliscl't'u: nostri e/l'
ù
,.
1>
STAZIONE Xl.
. ,:•. .Adol'anlllS TI' eh i ste etc.
'. .
\.
In questa
undcc.ma Sl;niolJc con­
...sidero, come gillllto \ Ili sul Moute ,
• teltav i la Croce dalk sC<lndicate
)ispnlle '.
f sl
iniquamente
e W'lIalU, e SlI <l'i<·lla COlI
,I
tre aClItis"imi chiodi crocilisso , ed
inchiodatll, laceraudu\ i carue , ner­
.. v i , OS:.;a, arteric : l'hl' tormcuto. che
, spas.mo ~olrJ i.,tc, o mio Sigllol c !
" .t\ h Gesù mio, nn di ([]lC; ellll)(:; a
triste su <l,,(,/la
l lll l o .
luccrare . c lLstll'ggCIC 1(' m.c sre­
golate P~ss;o!,i, ;~'alli\i ab:I;, c
Il' peccaminose ill(llli<ll.iolli. l'Il di
:'<Jllci chiodi a lal'l'rarmi il ('11I)1(',
ol/de morir potessi di doillil' di
'l\CI\;
tante \(lilc ollcso.
Poter, etc,
il1iscl'cl'c nostri etc.
-Ji+
STAZTO'iE XIf.
Ad'J'{lIllIlS TI' Chf'i,l[e dc.
I Il (IUCSla d uol1cci ma Stazione
.cousidcro, come così crocifisso foste
9°
.
..lzato sl111' alto del monte per .esscr
di 'lItlillrio, c Ji sclu-ruo ad 'un po- .
polo barbaro, ma fu vostra 'Ìllten- '
ziollc per essere <Imi veduto da.1
lutto il mondo. pCl'clle morivate per ~
tutto il JJ1"I,do: \ edilo t:llnql1~':H.1
pcccato/c che sci. e lo COlI tcmpla, • 3
PII!Cl', .A\'e • Gloria.
",
fili.lcl'('/'C nostri c. c.
+
XITI.
Te Cliristc
STJ\ZI()~E
ArlOl'{/llIllS
etc,
III (lllt'sta dec:ma tel7.a SIaz:Ol'c
('ollsic!l'f'O. come, (lj l'('so deflll"o
le\ atl) foste dalla Croce, e 1'(h[O
fra le br,'ceia de-lla vostra SCOIISO- •
Ltlissiml\ Madr«. Oh che accllgli­
111('1110 l'Il (P]('sto ]leI' M aria! A Il
etcrun 1\1<111'. di,:s!~ r aiìl'ua DOllll;I •
.. Il ('[('('110 Patl l'C. a Izallc!o i lacrimosi
occhi. \ o: me lo da stc iu sello per
ojlcra dcllt) Spirito S'llito. c \ oi ora
l'Cl' 1111'1,1,1) dc' caructici fra le brac­
ci;, iII (l,leSto stato! Adoro, () l'adre,
gli l'temi \ estri decreti , e se lo
91
h~ciaj per alle,arrzza
fra le fascio
,"
'. bambiuo , lo bacio ora r<lssrg,'ata
~ 'estinto , di piaghe. c ~al/gllc I ico­
perto, e pieno. \ cdi. n mio CI:OI'C.'
t.
~
quanto
soll(~1 se
ÌlLII ia la t na hnoua
t, Mad.re
per te. ":"
.IVt',
llfLsel'c/ c nostr: etc.
et c,
1',
-$'
o
SL\ZIO~E
A,f01'tIJIIUS
XIY.
Te C/il'iSte C'te.
Considero iu qllc'( ultimu Sta­
zione,
COIIIC
11011 ~apclldo
più in­
liCJ jl l' contro ,oi i v osl r: pCI5CCII­
tori. (lOrO aver vì cml'iamclllc slJIIHr­
c.aro il seno, e ferilo il CIlO] e. foste
• In-cinto prr cs~(']c sC}Ju!to. Qllc'iti
mostri crudeli CC'Samno al lìne di
più incrndelir« Cunl('() Gcsù , C non
chi f(l';s(~: ma "j sureb­
]Wl'O Illai mostri di (JlIelli ancor
]H·ggiOli? AI1 sì. che v i 'i0/H1. lo. io
Cjlldlo SOIlO. clic COIJOSCO Gesù, io
S,lPC\HIIO
tlt1IJ(~l1e 50110
dell' Ehi co pi il mal­
,aggio, (' fiero. lo. colle mie
I
jca­
Jute, co' miei replicati peccati io
92
• rinovo ognora a. voi , o mio Gesù,
la vostra cJ'()l'ilis~iollf'. 1'111'"wn era­
C!fìf.;i'IItI'S. Io , sì, pil\ reo, e voi ~
'c '1 soll'ri te, e dalla Croce mi chia- j
male, (' mi a'pellat,'. 0:1 bontà, 0 f
llli:'I'liconli<l illlill:,la! Cesii m.o cJ'O~
(dr"o, -"peI/d'I'1lI1 d ('llore. (JattITIl···
1111 ma l'C di L:gr'nlt'. (' come un
}'c/ago la ma couniz 0:,(, ,
m« (' cnut tit u» 11l((. f.uemi
morir di (:o!of(' a pi(" ('ciiI vosu a
.;
CI'(l('('.
P,'/I'I', /fv', Cloria.
,ast,)
S '('1/1
111..)(" ere nostri l'le.
oHEM
U S.
n("( ,ice. ([ll<\"';ml1lls Domine su- ,.
per Ilalle f.lIniiiatll uuuu , p1'O qua
DOI\1:lIlls l:osln .!esns ('1Jl'istlls non
dnl);t;l,ìl lIlatlilltls Ir;ldi li ()('('11 t ium ,
l'l CI"ll'is suhirc tormcuuun. Per
Clu isuun etc.
"
CANZONE
A
( MARIA VERGINE
LA ~ladre
lma <Id C;~I Regina
V··'
incarnato
di Dio
Il nome tuo adorato
Sempre sarà da mc.
Deh Madre amabile
Mi fido a te,
'l'n I' alma accendimi
D'un sauto amor.
DcII per pietà perdono
Al mio peccar concedi
Lo stato mio tu vedi
lo lo presento a te.
Deh Madre cc.
. Un sgllil.rdo tno pietoso
Al mio
COI'
rivolto
Tutto le sanì. tolto
Quanto di male ha m se.
Dch Madre cc,
91"
Ascolta, o bella Madre,
Da le quel che più bramo,
E che di COI' ti citiamo
È 1lI1 tenero dolnr:
Dch ::\LlIlrc cc.
Ah se le colpe mie
Di pianger m'è concesso
Come sì devc , adesso
Ne bramerei morir:
Deh Madre eco
Presenta qnesta brama
AI divin Figlio irato,
E reudilo placato
111 grazia tua per me;
Deh 1\1 ad re cc.
Tu sei de' peccatori
Solo rifugio, c sperne ,
Solo da te ogni beuc
Solo sperar sì P1\ò.
Del! Madre eco
Soddisfa il eh ieder mio,
11 endi il mio COl" coutente
Onde nel pentimento
Tlill'mi il 5110 piacer;
Dch Madre cc.
1\1a dolce Madre mia
ancora
spiega i finora
Quel che più bramo og!lor:
)
,
Dch:\J <Idre l'C •
.~ .. Bramo d'amani, o 1\Ll(lrc,
~t".....". .çOIl vero amor (li lìgiio,
~t.
E tlel più puro giglio
'A:rer più~ plifO il cuor ;
Dcli Madre l'C.
Clfc ti' ogni mio pensier..
II solo fine ci sia
Amar Gesù, c Maria
Per
che viverù ;
Dch Madre cc.
Che morto a ql1esto mondo
Ma vivo iII Paradiso
f
Con vera gioja e riso
Canti Maria, e Gesù.
Deh Madre cc.
D' nn figlio i sentimenti
Ecco, gli accenti miei,
N l~ ricllsar gli dei,
l\OIl SOli COlllCfI[O
In
11011
un
O Madw di pietà.
Deh MadI'e cc.
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File - Paolo Bavazzano