Putin e la classe dirigente russa ammettono, forse troppo tardi, di aver
sottovalutato il problema. In tutto il Paese, in particolare a San Pietroburgo, si susseguono cruenti episodi di violenza razzista. Anche contro
Russia: la nuova povertà
genera xenofobia
SOCIETÀ
di Piero Sinatti
gli stessi meridionali russi. Le cause sono quelle di sempre: povertà,
disoccupazione, ignoranza. Che ancora una volta prendono forma nelle
periferie informi e degradate delle grandi città
Nonostante alcune condanne del razzismo e dell’odio etnico e razziale da
parte delle pubbliche autorità, la
Russia deve urgentemente affrontare questo problema a livello locale e nazionale”.
Lo afferma un rapporto redatto dalla
Commissione europea contro il razzismo e
l’intolleranza etnica del 16 maggio. Nel
documento viene lamentata l’insufficienza
delle leggi russe. Specie in materia di controllo e repressione dei media che diffondono – su carta e/o in rete – materiali che
incitino all’odio interetnico e razziale.
Cinque giorni dopo, l’ambasciata cinese a
Mosca sollecita le autorità russe, con una
perentoria nota inviata al ministero degli
Esteri, a far luce “nel più stretto giro di
tempo” sull’assassinio a Mosca di un
imprenditore cinese accoltellato per strada
la notte del 19 maggio (“Nezavisimaja”,
22 maggio 2006). Immediatamente viene
ipotizzato un delitto a fondo etnico razziale. Che le indagini successive sembrano
smentire.
Tuttavia, l’ambasciata aveva tutti i motivi
di inviare quella nota. L’inverno scorso un
funzionario cinese era stato picchiato da
alcuni giovani a Mosca all’uscita dalla
metro. Un’aggressione dai manifesti segni
“
170
SOCIETÀ
Le cifre del professor Tishkov
Valerij Tishkov, noto etnologo, accademico delle scienze, professore universitario e autorevole membro della Camera
_San Pietroburgo detiene il triste primato di aggressioni
omicide da parte di xenofobi. Sotto, le immagini di una
manifestazione contro le aggressioni, dove giovani russi e
stranieri mostrano le immagini delle vittime
della società, ha letto il 14 aprile un ampio
rapporto sul tema “Lotta contro l’intolleranza e l’estremismo nella società russa”,
in una seduta plenaria dell’istituzione, cui
assisteva un rappresentante della
Commissione europea. Tishkov ha presentato cifre allarmanti.
Nel 2004, a seguito di aggressioni a sfondo etnico e razziale, 48 persone sono state
uccise (ma altre statistiche riducono il
numero a 24) e 208 seriamente ferite. Nel
2005 il numero è stato, rispettivamente, di
28 e 374. Da 26 regioni toccate dal fenomeno nel 2004, si è passati a 36 l’anno
dopo.
Un tragico inizio di 2006
Nel 2006 si sono già contati, nel primo
trimestre, per lo meno sei morti e oltre
una decina di feriti. A San Pietroburgo,
viene ucciso a colpi d’arma da taglio uno
studente del Mali (Dembele Mamutu, 5
febbraio). Il 7 aprile, uno studente sene-
Contrasto_Reuters
etnico- razziali.
Inoltre, tra il 2004 e il 2006, numerosi cittadini cinesi sono stati aggrediti nelle
regioni del Pacifico, dove esistono sempre
più numerose comunità han.
Così, da due poli tanto distanti, Bruxelles
e Pechino, la Russia veniva avvertita dell’allarme suscitato in due partner tanto
importanti dall’aumento delle manifestazioni criminali, di tipo xenofobo e razzista. Un colpo all’immagine internazionale
del Paese.
RUSSIA: LA NUOVA POVERTÀ GENERA XENOFOBIA
Abramjants, primo corso di Gestione
Economica all’università di Mosca).
Autore del delitto, un sedicenne skin
moscovita, in branco con altri suoi simili.
Lo stesso giorno, ancora a Mosca, un
gruppo di sconosciuti assaliva due tadzhiki di 25 anni. Uno di essi decedeva durante il trasporto all’ospedale. Era stato colpito con 17 coltellate.
Il triste primato di San Pietroburgo
Tra gli altri casi segnalati dai media, c’è
quello dello studente indiano in
Medicina, Kishor Kumara Andjangi, 22
anni. Tornando a sera al pensionato
dell’Accademia medica di San Pietroburgo,
veniva aggredito e ferito a coltellate alla
gola da due giovani sconosciuti sui 18-20
anni. Era il 19 aprile. Solo il pronto intervento di alcuni colleghi, che tamponavano
subito la ferita, salvava l’aggredito da
morte sicura per dissanguamento.
Per restare a San Pietroburgo, sono da
Contrasto_Reuters
galese (Samba Lanpsar, brillante diplomando presso l’Istituto di tecnologia delle
comunicazioni di San Pietroburgo) veniva
ucciso per strada, sempre nella città baltica, colpito da un colpo sparato da un fucile
a pompa. L’arma veniva lasciata sul posto.
Sul calcio era incisa una svastica incisa e
la dicitura “White Power” (sic). Una firma
del delitto ?
A qualche migliaio di chilometri, in una
cittadina presso Volgograd (già
Stalingrado), una decina di giovani, per lo
più golovobritye o skinhead o skiny in
stato di ebbrezza, aggredivano un accampamento di zingari (13 aprile), uccidendo
a coltellate, calci e pugni un uomo e una
donna di quell’etnia, mentre veniva gravemente ferita una vecchia di 80 anni.
Alcuni aggressori, presto arrestati, facevano parte di gruppuscoli fascisteggianti.
A Mosca, il 24 aprile, nella metropolitana,
veniva ucciso, con una coltellata al cuore,
un giovane studente armeno (Vagan
SOCIETÀ
_I gruppi nazisti stanno proliferando in Russia (qui sotto
una manifestazione). Nella pagina a fianco, fiori sul luogo dell’uccisione di Vagan Abramyants, un giovane studente armeno assassinato brutalmente a Mosca
primo quadrimestre del 2006, 12 aggressioni, contro le 20 di tutto l’anno scorso.
I massacri di Pietroburgo: Khursheda e
Vu
San Pietroburgo ha conosciuto due
aggressioni omicide di inaudita ferocia.
Quello di Khursheda Sultonova, una bambina tadzhika di anni nove, colpevole solo
di avere la pelle scura e di essersi imbattuta, verso le 21.30 del 9 febbraio 2004, in
una decina di “teste rasate”, armati di
catene metalliche, mazze da baseball e coltelli, che urlavano “la Russia ai russi”. La
piccola tornava a casa, in periferia, con il
padre Jusuf, piccolo venditore, e il cuginetto Alibir.
“La Russia solo per i russi” è lo slogan
classico che accompagna le aggressioni a
sfondo etnico. Era risuonato nelle vie centrali di Mosca il 4 novembre scorso, nuova
festa nazionale, durante una manifestazione di circa 5.000 persone, inquadrate dallo
Contrasto_Reuters
segnalare quest’anno altre aggressioni,
prive di adeguato rilievo mediatico.
Rispettivamente, contro uno studente
ugandese (31 gennaio). Uno studente
israeliano (20 febbraio). Un cittadino ivoriano (Désiré Dameko). Un libanese, studente presso un Istituto di istruzione
superiore tecnica (2 marzo). Un ghanese
di 34 anni (23 marzo).
Il 7 aprile due studenti mongoli di Istituti
superiori tecnici della città baltica, venivano aggrediti in una stazione della metro e
duramente picchiati da una banda di giovinastri. Venivano ricoverati in ospedale
con gravi traumi cranici.
Complessivamente, nella città di Pietro il
Grande e di Putin si sono contate, nel
RUSSIA: LA NUOVA POVERTÀ GENERA XENOFOBIA
174
se iscritto al quarto anno di un Istituto
tecnico superiore forestale, Roland Froisat.
Arrestati gli uccisori, quattro giovani disoccupati di cui uno minorenne.
Così, San Pietroburgo si è guadagnata il
nome di “capitale korichnevaja”, ovvero
“bruna”, per l’ideologia e i simboli nazisti
dei suoi gruppi di skinhead e xenofobi.
Circola liberamente una pubblicistica che
anche in rete propaganda idee e slogan di
tipo nazista. Recentemente è circolato su
internet un opuscolo: Istruzione per terrorismo di strada. In esso si insegna come
scegliere e cercare le vittime, come attaccarle: per strada, preferibilmente al buio,
in sottopassaggi. Quali armi avere sottomano e come usarle. Come terrorizzare i
passanti in modo che non intervengano in
difesa degli aggrediti, né testimonino contro gli aggressori. Infine, si danno consigli
(dilettanteschi, a dire il vero) su come, ad
aggressione consumata, “non diventare
vittime degli organi di polizia o degli
‘antifa’ (gli antifascisti)”.
Contrasto_Reuters
xenofobo “Movimento contro i nelegaly”,
gli immigrati clandestini, per lo più
gastarbajtery, provenienti dall’estero vicino, di cui costoro chiedevano l’espulsione.
Torniamo alla famiglia tadzhika. Gli skin,
dopo aver rotto a colpi di mazza gambe e
testa di Jusuf, si accanivano contro
Khursheda. Alibir si salvava infilandosi
provvidenzialmente sotto un’auto in
sosta. La bambina veniva raggiunta da 11
coltellate, che le squarciavano il petto, il
ventre e le mani. Moriva dissanguata,
prima dell’arrivo dell’ambulanza. I delinquenti si dileguavano. Arrestati, risultavano tutti minorenni.
Questo efferato crimine suscitava indignate reazioni nella città e in tutta la Russia.
I responsabili venivano presto acciuffati.
Mai, però, si sono tenute proteste di
massa. In pubblico manifestavano solo i
(pochi) militanti delle associazioni antifasciste (mai i comunisti del PCFR) e dei
gruppi di difesa dei diritti civili e umani
(“Memorial”, Gruppo Helsinki…).
Il 13 ottobre dello stesso anno veniva
ucciso con la medesima efferatezza un
giovane vietnamita, studente del primo
anno al Politecnico leningradese, Vu Ang
Tuan, 20 anni. Come Khursheda, Vu si era
imbattuto, a tarda sera, in un quartiere
popolare, in un branco di una decina e più
di minorenni, ubriachi. Uno dei più giovani, quattordicenne, incitava i compagni ad
assalire il vietnamita, senz’altro motivo
che quello del colore della pelle e del
taglio degli occhi. Lo raggiungeva con un
calcio nella schiena – gli skin calzano di
solito anfibi, portano cinturoni militari
con fibbia metallica, indossano felpe e
giacconi scuri.
Vu, dopo un fallito abbozzo di fuga, veniva raggiunto dalla banda. Eccitata dall’alcol e dalla caccia, lo gettava a terra, ne
tagliuzzava il corpo con i coltelli. Infine,
gli venivano assestate coltellate più profonde, colpi di fibbia di cinturone, una
bottiglia in testa. Alla fine veniva trafitto
da un cacciavite, che ne provocava la
morte, di fronte a una folla atterrita e
impotente. I giovinastri si allontanavano
schiamazzando. In poco tempo sarebbero
stati arrestati.
Un mese prima, il 10 settembre 2005,
sempre a Pietroburgo, era stato aggredito
e ucciso a coltellate uno studente congole-
SOCIETÀ
Dopo l’assassinio dello studente vietnamita, il procuratore capo di San Pietroburgo,
Sergej Zajtsev, indirizzava una lettera alla
governatrice, la putiniana Valentina
Matveenko, in cui definiva “critica” la
situazione della città e affermava che “la
procura da sola non era in grado di fermare le azioni degli xenofobi”. Appelli alle
forze politiche, alle forze dell’ordine, ai
cittadini e al governo venivano lanciati
dalla Matveenko e dal potente plenipotenziario di Putin nel distretto (okrug) del
Nord-ovest, Ilja Khlebanov, perché il
fenomeno venisse al più presto sradicato.
Senza successo.
Putin più volte ammetteva che governo,
tutori dell’ordine e la stessa Presidenza
_Nella pagina a fianco, Aleksandr Koptsev, il ventenne
moscovita riconosciuto colpevole di tentato omicidio per
odio etnico, dopo un suo raid in una sinagoga. Le idee
scioviniste sono diffuse anche da certa stampa di partito
avevano sottovalutato il fenomeno e non
erano stati capaci di liquidarlo per tempo.
Fascismo a San Pietroburgo e altrove
Nella capitale baltica gli skiny sono tra
i 3 e i 4.000, mentre in tutta la Russia
sono calcolati in un numero che varia da
15 a 30 a persino 50.000. Di cui 5-7.000 a
Mosca. 2.500.000 a Nizhnij Novogorod.
1.500 a Rostov sul Don. Più di 1.000 a
Krasnodar’. E 900 a Voronezh. Le teste
rasate sono comparse, complessivamente,
in 85 città.
A esse vanno aggiunti i militanti di partitini e gruppuscoli di orientamento nazionalista radicale, sciovinista e neonazista.
In tutto sarebbero circa 15.000, cifra difficilmente accreditabile, giacchè molti di
essi agiscono in strutture chiuse e cospirative.
Non poco contribuiscono alla diffusione di
idee e pulsioni scioviniste i due partiti
nazionalisti, rappresentati alla Duma. Si
tratta del cosiddetto Partito liberal-demo-
175
RUSSIA: LA NUOVA POVERTÀ GENERA XENOFOBIA
cratico russo (LPDR, leader Valdimir
Zhirinovskij) e “Rodina” (Patria, con leader da poco rimosso, Dmitrij Ragozin). E
di formazioni social-patriote o “rossobrune”. Fanno riferimento sia al diffuso
settimanale “Zavtra”, di cui è scrittore di
punta l’antiputiniano Aleksandr
Prokhanov, sia ai natsboly (nazional-bolscevichi) guidati dallo scrittore Limonov,
anche loro all’opposizione (di strada) del
presidente russo. Tutti estranei – per la
verità – ai pogrom razzisti.
Sciovinisti e skiny
Per ora questi gruppuscoli e gli skiny
hanno messo in secondo piano, ma non
abbandonato, sia l’antisemitismo nazista,
sia il più vecchio antisemitismo russo
dell’“Unione del popolo russo” e delle
“Centurie nere” dell’inizio del XX secolo,
che organizzavano micidiali pogrom antisemiti al grido “Picchia il giudeo, salva la
Russia”.
Il loro odio di “bianchi”, “ariani slavi”, è
rivolto contro i “non slavi” di “colore
scuro” (o con taglio obliquo degli occhi).
Quelli delle repubbliche e delle regioni
“non slave” della FR. Immigrati dei Paesi
ex sovietici del Sud Caucaso e dell’Asia
centrale. Cinesi. Vietnamiti. Indiani.
Mongoli. Ma, soprattutto africani (qui
chiamati negry) , numerosissimi tra gli
studenti di università e istituti superiori
della FR. Tra i più odiati, in nome della
mitologica purezza (chistota) della “razza
bianca”.
Gli skin sono per l’80%
disoccupati,
alunni delle classi
superiori della
scuola primaria, allievi di
istituti professionali
che abitano le periferie
informi e degradate delle
grandi città.
In questo vuoto si sono
fatte strada sub-ideologie
come quella nazista.
Contro di esse la Russia
non ha ancora trovato
misure preventive efficaci
Tribunale dell’Aja, per aver partecipato
all’uccisione di oltre 64 musulmani
Gruppi di San Pietroburgo
bosniaci. Accusa che lui respinge. Un parNegli ultimi anni ha fatto parlare di sé ticolare non secondario: Beljaev è stato a
il Gruppo neonazista “Schulz”, ovvero
lungo ufficiale della militsija nella città
“Gruppo 88” (i due numeri indicano le
baltica, prima di dare le dimissioni e
iniziali di Heil Hitler). Il gruppo skin
“dedicarsi a tempo pieno alla milizia poli“Mad Crowd”. Il sedicente “Partito della tica”.
libertà”, in internet con il suo sito
Ha anche partecipato, senza successo, a
www.svobodarus.ru, che rivendica o
una passata elezione governatoriale. È tutsostiene le aggressioni cruente – perpetra- tora in libertà, nonostante denunce, prote da San Pietroburgo a Novosibirsk –
cessi, arresti.
contro “non slavi di colore”, fatti oggetto
Studenti stranieri
di una campagna di odio e diffamazione.
Il gruppuscolo di Beljaev e gli altri
Il leader del PdL (per simbolo ha pugnale
della stessa risma conducono una violenta
e martello incrociati in campo rosso) si
chiama Jurij Belaev, 50 anni, già impegna- campagna contro i residenti caucasici e
centro-asiatici, molti dei quali controllano
to militarmente negli anni Novanta con
i mercati, specie di frutta e verdura dei
altri volontari russi a fianco dei serbi
quartieri popolari, spesso assaliti da turbe
bosniaci. Per questo è ricercato dal
176
SOCIETÀ
di skiny armati di spranghe, catene e
mazze da baseball.
A questi “alieni” vengono rivolte ingiuste
accuse – che colpiscono specie i tadzhiki –
di narcotraffico. Oggetto della propaganda
e delle “azioni” neonaziste sono sia gli
immigrati clandestini, sia gli studenti, i
borsisti e gli stazhery africani e asiatici,
numerosi nelle Università e negli istituti
di istruzione superiori (VUZ). È un’eredità dell’epoca sovietica. Il costo di diplomi,
lauree e specializzazioni in Russia ha costi
ben più bassi di quelli chiesti in
Occidente.
A San Pietroburgo, il numero degli studenti stranieri è sceso da 15.000 a 13.000,
dal 2003 al 2005. Il dato numerico rivela il
clima di tensione che li circonda. I rettori
di VUZ e università pietroburghesi hanno
diffuso quest’anno una serie di raccomandazioni agli studenti stranieri “di colore”.
Sono invitati a muoversi in gruppo, evitare gli spostamenti notturni, non uscire dai
pensionati nel giorno dell’anniversario
della nascita di Hitler, celebrata dagli skin
con cortei e manifestazioni in ricordo del
Fuehrer. Che tanto disprezzava “la razza
slava”, al punto da volerla asservire.
Un triste paradosso per una città che ha
patito, durante la guerra 1941-1945, i 900
terribili giorni della blokada.
Gli organi di tutela della legge
Contrasto_Reuters
La militsija di San Pietroburgo, di
Mosca e delle altre città teatro di queste
aggressioni, è stata accusata di mancanza
di prevenzione, se non di inerzia, nei confronti di queste organizzazioni estreme. Si
dice anche che almeno nei gradi più bassi
la militsija simpatizzi con gli xenofobi.
Le procure e le corti non sono esenti da
critiche. Infatti, il più delle volte derubricano a reati di teppismo (khuliganstvo) le
aggressioni contro stranieri, rimuovendo
così l’aggravante dei “motivi di odio etnico e razziale“. Da qui si emettono pene in
alcuni casi vergognosamente miti.
Ha suscitato scandalo la sentenza con cui,
_Il presidente russo Putin nei discorsi pronunciati nel
Giorno della Vittoria ha condannato il fenomeno xenofobo
e invocato il Paese a combatterlo all’insegna dell’antifascismo, eredità della Grande Guerra Patriottica
177
RUSSIA: LA NUOVA POVERTÀ GENERA XENOFOBIA
il 29 marzo scorso, una giuria popolare di
San Pietroburgo ha condannato i massacratori di Khursheda Sultonova. Pene
comprese tra 1,5 e 5,5 anni di reclusione.
Quest’ultima è stata inflitta solo a un
sedicenne accusato di aver inferto alla
bambina il colpo mortale. Ma i giurati non
hanno considerato sufficienti le prove
contro di lui e hanno ritenuto l’aggressione espressione di un atto teppistico.
Hanno fatto ricorso per la revisione del
processo il PG Zajtsev e l’avvocato della
famiglia della bambina.
Forse per reazione o sprezzante messaggio
di impunità, veniva accoltellata subito
dopo un’altra bambina, anch’essa di nove
anni, la mulatta Lilian Sissoko, figlia di
madre russa e di padre africano. Nel sito
di Beljaev l’atto criminale viene giustificato come “punizione” del “mostriciattolo
negro” e della sua famiglia, colpevoli di
spaccio di droga. Accusa infame, inventata di sana pianta.
Negli stessi giorni, il tribunale cittadino di
San Pietroburgo falliva nel tentativo di
formare il collegio dei giurati destinati al
processo contro gli imputati dell’assassinio di Vu An Tuan. Un gran numero di
candidati si erano rifiutati di farne parte,
impauriti o dagli skiny o dalla risonanza
che il processo avrebbe certamente avuto.
San Pietorburgo si è conquistato il primato poco esaltante. Quello della xenofobia.
Un pessimo servizio a Putin, se si pensa
che in luglio la città di Pietro il Grande e
sua – abbellita dai costosi restauri da lui
voluti – ospiterà il summit annuale del
G8.
un fenomeno reale in espansione, lo
dimostra il fatto che essa, oltre alle due
capitali, investe un grandissimo numero di
regioni e città, specie quelle in cui si concentrano numerose comunità caucasiche e
centro-asiatiche. Come Voronezh, Rostov
sul Don, Krasnodar’, Novosibirsk.
A Mosca e nella sua regione, sono accaduti tre fatti di grande risonanza, anche
internazionale, tra la fine del 2005 e l’aprile di quest’anno. Non ne esce rafforzata
l’immagine della Russia sul piano internazionale.
Nel novembre 2005 la comunità musulmana della FR (in tutto oltre 15 milioni di
persone) è stata scossa dall’attacco ai fedeli riuniti durante la preghiera del venerdì
nella piccola moschea di Sergiev – Posad,
cittadina presso Mosca dove si trova il
celebre santuario ortodosso di San Sergio.
I musulmani venivano assaliti da un folto
gruppo di skiny, armati di spranghe e
bastoni. Costoro, oltre a insulti antislamici, lanciavano il grido ormai rituale: “La
Russia ai russi”. Per fortuna, l’attacco
lasciava sul campo solo feriti.
Lo scorso gennaio, uno skin riusciva a
entrare nella superprotetta sinagoga centrale moscovita, la Bronnaja. In stato di
esaltazione si avventava – urlando frasi
antisemite e scioviniste e brandendo un
coltello – su un gruppo di ebrei. Ne feriva
otto, due dei quali in modo serio, prima di
essere immobilizzato e consegnato alla
polizia.
Lo skin voleva una strage. “Odio gli ebrei,
vivono meglio di noi” – si è giustificato in
processo il colpevole, un ventenne moscovita senza lavoro, Aleksandr Koptsev. La
Altrove, da Mosca a Voronezh
corte lo condannava a 13 anni di reclusioÈ stato scritto e detto che i fatti di San ne (ma il PM ne aveva chiesti 16) nel proPietroburgo siano una macchinazione dei cesso svoltosi nell’ultima decade di marzo.
nemici di Putin per mettere in cattiva luce È stato riconosciuto colpevole di tentato
lui e la sua città. Altri, al contrario, riten- omicidio per odio etnico e razziale.
gono che i pogrom xenofobi siano in real- Infine, il 1° aprile scorso, Zaur Tutov, un
tà un fenomeno manovrato dai “servizi”
notissimo cantante e ministro della cultuvicini al Presidente, allo scopo di mettere
ra della Repubblica nord-caucasica della
la sordina sulla più o meno presunta
Kabardino-Balkaria, veniva seriamente
“deriva autoritaria” del Kremlino e/o di
ferito alla testa a colpi di bottiglia, mentre
imprimere un giro di vite sulle “residue
era intervenuto a difesa di un gruppo di
libertà politiche”, sui diritti civili e sui
musicisti caucasici assaliti da quattro giomedia, in vista delle prossime politiche e
vani al solito grido: “La Russia ai soli
presidenziali rispettivamente del 2007 e
russi”.
2008.
Questi tre fatti colpivano tre comunità
Non siamo d’accordo. Che la xenofobia sia influentissime, non solo in Russia. Con
178
Contrasto_Reuters
SOCIETÀ
_Studenti a San Pietroburgo manifestano contro l’aggressione di un loro compagno congolese, Roland Franz
Epassak, anche lui vittima dell’ennesima aggressione a
sfondo razziale
esse, Putin cerca di intrattenere i più amichevoli rapporti. Quelle ebraica, musulmana e dei nord-caucasici fedeli a Mosca.
Perciò quei fatti non potevano che creare
imbarazzo e preoccupazione al Kremlino.
Voronezh, nella Russia centrale – grande
città in parte deindustrializzata, con una
forte percentuale di giovani senza lavoro,
né adeguata istruzione, con oltre mille
studenti stranieri ospiti dei locali istituti
di istruzione superiore tecnico-professionale – ha dato vita ad aggressioni numerose e violente contro studenti stranieri
(specie africani).
Nel novembre scorso veniva assalito e
ucciso a coltellate uno studente peruviano,
Enrique Angeles Hurtado, 18 anni.
Venivano presto arrestati 13 giovani, per
lo più disoccupati. L’accusa iniziale di
omicidio e violenze provocate da odio
etnico e razziale veniva derubricata ad atti
di criminalità comune, in primo luogo
“teppismo”, alleggerendo così la loro posizione.
A Novosibirsk, per mesi ha operato indisturbato un gruppo datosi alla caccia di
immigrati gastarbajtery centro-asiatici
(uzbeki, tadzhiki, kyrgyzi). Attivi sono
stati anche i gruppuscoli xenofobi a
Krasnodar’ e Rostov sul Don, nel
Meridione russo, limitrofo al Nord
Caucaso. Qui si sono costituite negli anni
post-sovietici compatte comunità di
armeni, ceceni, ingusceti, dagestani, azeri,
179
RUSSIA: LA NUOVA POVERTÀ GENERA XENOFOBIA
mal viste da parte della popolazione russa,
che se ne sente minacciata. Specie considerando il contesto del conflitto in
Cecenia.
menti economici, sociali, culturali e valoriali degli anni Novanta. Dalla perdita di
stato a quella di reddito e servizi sociali
specie in ambienti e quartieri operai.
Poi, tra le concause, le piaghe antiche e
Giudizi, misure, autorità
nuove della Russia. L’alcolismo, ormai difI media russi – tra cui la Tv – non tac- fuso anche tra gli adolescenti. La debolezciono il fenomeno, ma non gli danno la
za della famiglia (bambini e ragazzi
copertura che merita. Il presidente Putin
abbandonati sono in Russia circa 750.000).
nei recenti discorsi pronunciati nel Giorno La caduta qualitativa e quantitativa nell’idella Vittoria e nell’allocuzione
struzione pubblica e la liquidazione delle
all’Assemblea Federale (9-10 maggio) ha
strutture extrascolatsiche – sportive, culcondannato il fenomeno e invocato il
turali-ricreative e politiche destinate in
Paese a combatterlo all’insegna dell’antiepoca sovietica all’infanzia, agli adolescenfascismo, eredità della Grande Guerra
ti e ai giovani.
Patriottica. Il ministro degli interni
Gli skin sono per l’80% disoccupati, alunRashid Nurgaliev ha promesso e assicura- ni delle classi superiori della scuola prito il massimo impegno del suo dicastero
maria (decennale), allievi di istituti pronel combattere il fenomeno.
fessionali, appartenenti agli strati sociali
La Duma ha elaborato un progetto di
colpiti dalle riforme eltsiniane, che abitalegge, secondo cui ai reati di “teppismo” e no le periferie informi e degradate delle
“vandalismo”, previsti dal CP della FR,
grandi città.
saranno aggiunte le aggravanti di “odio
In questo vuoto si sono fatte strada subnazionale, etnico e razziale”.
ideologie, come quella nazista. Contro di
La Camera della Società ha chiesto, per
esse la Russia, uscita da 70 anni di totaliiniziativa dell’accademico Tishkov, un
tarismo, non ha ancora trovato efficaci
severo controllo sui media e la condanna e misure immunitarie e preventive.
chiusura di giornali, riviste, case editrici e Quelle che in Europa occidentale hanno
siti che propagandano nazionalismo, scio- finora impedito e impediscono alla xenovinismo, odio razziale ed etnico. Mentre
fobia e allo sciovinismo lumpen, pur difnei manuali scolastici si dovrebbero corfusi anche là, di trasformarsi in violenza
reggere impostazioni etnocentriche e
organizzata, cruenta e omicida.
monoculturali. Si devono educare le
nuove generazioni al valore guida della
tolleranza.
Tuttavia, complesse sono le cause del diffondersi della xenofobia e dell’odio etnico.
Si tratta – è vero – di sentimenti e pulsioni sviluppate dal conflitto in Cecenia e dal
terrorismo. Ma primeggia, tra le cause
determinanti, il problema dell’immigrazione massiccia in Russia – per lo più
ancora illegale e diretta nei maggiori centri del Paese – di cittadini, gastarbajtery
provenienti, oltre che dall’Ucraina e dalla
Moldova, dalle repubbliche post-sovietiche caucasiche, centro-asiatiche e anche
dalla Cina.
I migranty sono percepiti da una parte
della popolazione, quella socialmente e
culturalmente meno difesa, come una
reale minaccia economico-sociale: al posto
di lavoro, alla casa, alla rete dei servizi
medici e sociali. In un contesto ancora
dominato dagli effetti negativi dei muta180
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east10_Russia La nuova povertà genera xenofobia