Capitolo 1 - Gli attori e il percorso di costruzione del
Piano1
PARAGRAFO 1 - GOVERNO, PROGRAMMAZIONE, VERIFICA E CONTROLLO IN AMBITO SOCIALE,
SOCIO SANITARIO E SANITARIO NEL DISTRETTO DI VIGNOLA
Nel corso degli ultimi anni nell’ambito della zona sociale di Vignola si è venuto consolidando un
nuovo assetto istituzionale in riferimento alla responsabilità primaria degli Enti Locali di
assicurare, in modo unitario e integrato, la funzione di governo (programmazione, regolazione e
verifica dei risultati) del sistema degli interventi e servizi sociali, sanitari e socio – sanitari.
L’assetto attraverso il quale è stato organizzato l’esercizio di questa funzione fa riferimento a
due direttrici: lo sviluppo delle forme associative tra enti locali quali l’Unione Terre di Castelli e
la Comunità Montana Appennino Modena Est e lo sviluppo dell’organo di governo, ovvero il
Comitato di Distretto.
Come si diceva più sopra con riferimento ai territori di Castelnuovo Rangone, Castelvetro di
Modena, Savignano sul Panaro, Spilamberto e Vignola dal 1° settembre 2002 è stata istituita
l’Unione “Terre di Castelli”, che esercita interamente le funzioni di competenza dell’ente locale in
materia di servizi sociali, sia tramite l’esercizio diretto, sia tramite la gestione da parte dell’ ASP
distrettuale.
Analogamente a partire dalla fine del 2007 i Comuni di Guiglia, Marano s.P., Montese e Zocca
che fanno parte della Comunità Montana Appennino Modena Est hanno delegato a questo ente
le funzioni di ambito sociale ampliando quella che, dagli anni Novanta, era una convenzione per
la gestione in forma associata delle politiche giovanili.
In applicazione alle linee di indirizzo regionali che individuano nella zona distrettuale l’ambito
territoriale ottimale per il governo e la gestione in forma associata delle funzioni strategiche di
governo, programmazione, regolazione, verifica, indirizzo e controllo in ambito sociale, socio
sanitario e sanitario l’Unione e la Comunità Montana hanno provveduto alla sottoscrizione di una
convenzione che dall’01/01/2008 ha permesso il governo e la gestione delle funzioni sopra
riportate in modo unitario a livello distrettuale.
Parallelamente l’Unione Terre di Castelli in qualità di Ente capofila, ai sensi dell’art. 30, comma 4
del D.lgs. 267 18 Agosto 2000, ha provveduto a stipulare apposita convenzione con l’Azienda
USL finalizzata al governo congiunto delle politiche e degli interventi sociosanitari, alla
1
Fonte: Coordinamento Nuovo Ufficio di Piano
1
costituzione dell’Ufficio di Piano e finalizzata a garantire le risorse finanziarie e le competenze
professionali specifiche necessarie al suo funzionamento.
Il nuovo Organo di governance della Zona Sociale di Vignola è il Comitato di Distretto costituito
dai nove Sindaci dei Comuni del Distretto, dal Presidente dell’Unione di Comuni Terre di Castelli,
dal Presidente della Comunità Montana Appennino Modena Est e dal Direttore del Distretto
Sanitario.
Tale nuovo Organo di Governo struttura le proprie attività attraverso un esecutivo composto da
due rappresentanti istituzionali della Comunità Montana, due rappresentanti istituzionali
dell’Unione Terre di Castelli e dal Direttore del Distretto Sanitario per le funzioni attribuitegli
dalla legislazione vigente.
All’esecutivo partecipa in qualità di invitato permanente il Presidente del Comitato di Distretto
con funzioni di coordinamento e di raccordo.
Figura 1 – Il disegno della governance distrettuale
Il Comitato ha disciplinato con l’approvazione di un “Regolamento per l’organizzazione ed il
funzionamento” la propria attività prevedendo che le decisioni di competenza siano adottate
tramite atti deliberativi.
Il Nuovo Ufficio di Piano quale struttura tecnico-amministrativa integrata EE.LL./AUSL
di
supporto alla governance distrettuale ha una articolazione così strutturata:
Una figura di responsabile
Un ufficio di coordinamento composto da rappresentanti dei due Enti Locali e da
rappresentanti dell’AUSL
Un’area di staff alla direzione con funzioni di carattere Amministrativo e Contabile:
-
Utilizzo e monitoraggio risorse finanziarie
-
Gestione amministrativa e contabile FRNA
-
Gestione rapporti economici fra Enti
-
Gestione aspetti amministrativi e documentali
2
-
Gestione flussi informativi con Provincia e Regione
Un’area di staff alla direzione con funzioni nell’ambito della Programmazione:
-
Ricerca, sviluppo e qualità
-
Analisi dei bisogni e dell’offerta
-
Valutazione e regolamentazione
-
Gestione Programmi Finalizzati
-
Integrazione delle politiche
-
Coordinamento delle politiche nell’ambito della famiglia e minori
-
Coordinamento delle politiche nell’ambito dell’inserimento lavorativo
-
Formazione
-
Concertazione territoriale
-
Rapporti con Organizzazioni sindacali
-
Rapporti con Volontariato, Associazionismo e Terzo settore
Un’area di line con funzioni nell’ambito della Vigilanza e Controllo:
-
Autorizzazione al funzionamento e vigilanza (DGR 564/00)
-
Accreditamento
-
Verifica qualità
-
Rapporti con i fornitori
Un’area di line con funzioni nell’ambito della Famiglia e Minori:
-
Promozione politiche a sostegno e tutela della famiglia e dei minori
-
Azioni di informazione, formazione e valorizzazione della famiglia
-
Integrazione socio sanitaria
Un’area di line con funzioni nell’ambito della Fragilità:
-
FRNA
-
Servizio Assistenza Anziani
-
Integrazione socio sanitaria
Un’area di line con funzioni nell’ambito dell’Accesso e dei Rapporti con l’Esterno:
-
Sportello sociale
-
Comunicazione con il cittadino
-
Relazioni di rete
Il personale assegnato all’Ufficio di Piano proviene dall’Unione Terre di Castelli, dalla Comunità
Montana Appennino Modena Est, dai Comuni del distretto, dall’Azienda USL, dall’ex - Coiss.
Nello specifico le funzioni associate sono le seguenti:
1. attività istruttoria, di supporto all'elaborazione e valutazione della programmazione in area
sociale e sociosanitaria (Piano di zona distrettuale per la salute e per il benessere sociale e
Programmi attuativi annuali, comprensivi del Piano delle attività per la non autosufficienza);
3
2. attività istruttoria e di monitoraggio per la definizione di regolamenti distrettuali sull'accesso
e sulla compartecipazione degli utenti alla spesa;
3. attività istruttoria e di monitoraggio per l'accreditamento;
4. azioni di impulso e di verifica delle attività attuative della programmazione sociale e
sociosanitaria, con particolare riferimento:
a. all’utilizzo delle risorse, monitoraggio e verifica in itinere dei risultati del Piano annuale
per la non autosufficienza e dell'equilibrio del Fondo distrettuale per la non autosufficienza;
b. all’impiego delle risorse per la gestione e l'attuazione in forma associata dei Programmi
finalizzati e per la gestione di alcuni servizi comuni, nella prospettiva della costituzione del
Fondo sociale locale;
c. alla promozione e supporto ad azioni di integrazione e coordinamento organizzativo e
professionale relativamente ai servizi sociali e sanitari;
d. al controllo della realizzazione delle condizioni tecnico-amministrative necessarie per
attuare i contenuti del Piano, al favorire il dispiegarsi di progetti sociosanitari integrati anche
con le altre politiche (es. funzione di raccordo per inserimento lavorativo disabili e fasce
deboli, figura di sistema nell'area minori);
e. al raccordo ed all’utilizzo delle rilevazioni sulla domanda e sull'offerta, anche con
riferimento all'attività degli sportelli sociali;
f. alla definizione e gestione di percorsi di formazione comuni tra i servizi della zona;
g. al monitoraggio dell’andamento del benessere e della salute in riferimento alle diverse
determinanti che incidono su di essi, secondo le priorità di intervento ed i programmi
d’azione del programma annuale, predisposti ed in fase di realizzazione.
5. attività volte ad attivare e presidiare l’integrazione tra i servizi degli enti locali e quelli
dell’azienda USL; elaborazione di Accordi o protocolli specifici d'integrazione su target
d'intervento o su percorsi assistenziali specifici;
6. attività volte a supportare gli organismi della partecipazione;
7. rapporti con i produttori pubblici e privati, compresa l‘ASP;
8. attività di regolamentazione in ambito sociale e sociosanitario;
9. attività istruttoria e vigilanza per l’autorizzazione al funzionamento delle strutture residenziali
e semiresidenziali che svolgono attività socio-assistenziale e socio-sanitaria;
10. provvedimenti amministrativi di autorizzazione al funzionamento e di accreditamento;
11. coordinamento degli interventi di sostegno all'inserimento e reinserimento lavorativo delle
persone disabili ed in stato di svantaggio;
12. coordinamento e gestione degli sportelli sociali in integrazione con il punto unico di accesso
distrettuale;
13. promozione e realizzazione di programmi formativi integrati;
14. attività nell’Area Minori e Famiglia così descritte:
4
a. promozione, programmazione e gestione di azioni, interventi e processi di costruzione
del benessere della famiglia e dei minori sul territorio;
b. azioni di informazione, formazione, promozione e sostegno volte a favorire una
genitorialità responsabile e consapevole;
c. consulenza, sostegno e tutela alla famiglia ed ai minori;
d. azioni di sostegno e valorizzazione delle reti sociali, familiari, formali ed informali;
e. consulenza e mediazione familiare, in momenti di difficoltà della famiglia, con attenzione
all’infanzia ed alle scelte relative ai figli;
f. interventi socio-sanitari di prevenzione e promozione della salute;
g. azioni di promozione e coordinamento volte a favorire l’integrazione delle progettualità e
degli interventi sociali e sociosanitari nell’ambito della famiglia e minori con le altre politiche
(istruzione, lavoro, ambiente, ecc.);
15. attività nell’Area Anziani e della Non Autosufficienza così descritte:
a. monitoraggio della evoluzione dei bisogni della popolazione anziana residente nel
Distretto;
b. azioni volte all’omogeneizzazione dei criteri di accesso ai servizi del territorio;
c. promozione dello sviluppo organico dei servizi della rete;
d. raccordo ed integrazione delle funzioni sociali con quelle sanitarie dell’Azienda e dello
Stabilimento Ospedaliero;
e. consulenza e supporto gerontologico e geriatrico ai servizi;
f. azioni volte a favorire la qualificazione delle prestazioni e del personale e
l’omogeneizzazione degli strumenti professionali ed operativi;
g. promozione ed organizzazione di attività di informazione sui servizi esistenti nel
territorio, sulle loro attività ed i loro progetti;
h. promozione ed organizzazione di attività di raccordo e confronto periodico con le
Associazioni di volontariato impegnate nell’assistenza agli anziani, nonché con le
Organizzazioni Sindacali rappresentative degli anziani;
i.
monitoraggio dello stato di attuazione e di utilizzo della rete dei servizi integrati;
j. verifica della qualità delle prestazioni e dei servizi della rete, anche attraverso un sistema
informativo e di monitoraggio costante dell’attività;
k. raccolta ed elaborazione dei dati informativi sui servizi per gli anziani esistenti sul
territorio;
l.
elaborazione di modelli e parametri di riferimento per l’organizzazione e la gestione dei
servizi;
m. azioni volte ad assicurare agli anziani del Distretto uguali opportunità di trattamento
assistenziale e sanitario nei diversi Comuni e tra pubblico e privato;
5
n. promozione ed organizzazione di campagne di prevenzione, informazione e di
educazione sanitaria rivolte alla popolazione anziana;
o. promozione ed organizzazione, anche in collaborazione con gli Enti istituzionali preposti,
di attività di formazione ed aggiornamento del personale;
p. liquidazione ed erogazione degli assegni di cura;
q. attività di integrazione sociale in collaborazione con il volontariato ed il privato sociale;
r. accessi alla rete dei Servizi sociosanitari integrati;
s. promozione, coordinamento e gestione di progetti, azioni ed interventi volti alla
prevenzione, alla promozione della salute, ecc.;
t. gestione delle risorse del FRNA, gestione dei rapporti e dei contratti di servizio con i
produttori, adempimenti tecnici, amministrativi e contabili connessi al FRNA:
-
coordinamento degli strumenti tecnici per l’accesso e la valutazione d’accesso;
-
gestione delle attività attuative del FRNA;
-
raccordo ed utilizzo delle rilevazioni sulla domanda e sull'offerta (anche con
riferimento all'attività degli sportelli sociali) per la non autosufficienza;
-
definizione e gestione di percorsi di formazione comuni tra i servizi della zona
nell’ambito delle tematiche della non autosufficienza.
La L.R. 27/2004 all’art. 51 ha previsto l’istituzione del Fondo regionale per la non
autosufficienza ed ha stabilito che il Fondo ha contabilità separata e destinazione vincolata
nell’ambito del Bilancio delle Aziende USL ed ha demandato all’Ufficio di piano, l’elaborazione
annuale del piano delle attività per la non autosufficienza. I successivi documenti di
programmazione regionale ed in particolare il Programma per l’avvio del Fondo regionale per la
non autosufficienza e per lo sviluppo nel triennio 2007-2009, approvato con deliberazione della
Giunta regionale n. 509 e la deliberazione della Giunta regionale n.1206 del 30/07/2007, hanno
ridisegnato le funzioni di programmazione, governo e gestione del FRNA ed arricchito
ulteriormente i compiti dell’Ufficio di Piano.
Nel distretto di Vignola, nell’ambito delle possibilità previste dalle linee regionali, si è deciso di
demandare all’Ufficio di Piano anche la complessa funzione amministrativa tecnico-contabile e
gestionale del FRNA. Tale decisione è stata assunta, da un lato tenendo conto delle peculiarità
dell’organizzazione dei servizi e delle modalità dell’integrazione istituzionale consolidatasi nel
nostro territorio, dall’altra avendo a riferimento l’obiettivo di cogliere coraggiosamente fin in
fondo tutte le opportunità del profondo processo di riforma e innovazione del welfare in essere.
In primo luogo, l’opportunità dell’integrazione sociosanitaria quale valore primario e al
contempo obiettivo strategico del sistema di welfare locale.
In secondo luogo, l’opportunità di una visione condivisa di forte cooperazione e di responsabilità
coordinata fra gli enti.
6
Infine, la strategicità di un ruolo di governo distrettuale in grado di programmare regolare e
verificare i risultati, in una logica di efficace continuità con le relative funzioni amministrative e
tecnico-gestionali.
1.1 VERSO UN NUOVO ASSETTO ISTITUZIONALE DISTRETTUALE
Nel corso del 2008 alcune rilevanti novità normative hanno inciso fortemente sul contesto
locale. Si fa qui riferimento in modo particolare alla normativa nazionale e regionale che
prevede il riordino delle Comunità Montane.
Il 2009 infatti vedrà, conseguentemente al superamento della Comunità Montana Appennino
Modena
Est,
il
modificarsi
dell’assetto
delle
forme
associative
territoriali.
7
PARAGRAFO 2 - GESTIONE DEI SERVIZI SOCIALI E SOCIO SANITARI: L’AZIENDA PUBBLICA DI
SERVIZI ALLA PERSONA “GIORGIO GASPARINI”
-Comunicato stampa della Regione Emilia Romagna: Bologna, 20 dicembre 2006
NASCE A VIGNOLA LA PRIMA AZIENDA PUBBLICA DI SERVIZI ALLA PERSONA. L’ASSESSORE
BISSONI: "UN PRIMO TRAGUARDO DI GRANDE IMPORTANZA"
“La Giunta regionale dell'Emilia-Romagna ha approvato la costituzione della prima Azienda
pubblica di servizi alla persona (Asp): è la "Giorgio Gasparini" di Vignola. Nasce dalla
trasformazione delle Ipab "Opera Pia casa protetta per anziani" di Vignola e "Casa protetta F.
Roncati" di Spilamberto e dallo scioglimento del Consorzio intercomunale per la gestione dei
servizi sociali di Vignola. Inizierà ad erogare servizi e a svolgere le attività che saranno conferite
con contratti di servizio sottoscritti con gli enti soci e l'Azienda Usl, a partire dal
prossimo1°gennaio."Si tratta di un primo traguardo di grande importanza di cui va dato merito
agli amministratori del Distretto di Vignola", ha commentato l'assessore alle politiche per la
salute Giovanni Bissoni. "Tutti gli enti locali del Distretto, con la partecipazione alla nuova
Azienda pubblica, si dotano di uno strumento unitario per la gestione dei servizi sociali e sociosanitari. Questo permetterà una semplificazione organizzativa e gestionale, un'occasione
importante di qualificazione ulteriore dei servizi, superando la frammentarietà e sviluppando il
coordinamento e l'integrazione. La trasformazione delle Ipab in Aziende pubbliche di servizi alla
persona quali Aziende dei Comuni dell'ambito distrettuale - ha continuato l'assessore rappresenta uno degli elementi importanti del processo di riforma del welfare regionale, che
valorizza il welfare di comunità fondandosi sui principi dell'universalismo, dell'equità e della
solidarietà, processo che abbiamo avviato con la legge quadro sui servizi sociali, la 2 del 2003, e
la legge di riorganizzazione del Servizio sanitario regionale, la 29 del 2004".L'Azienda pubblica di
servizi alla persona "Giorgio Gasparini" è costituita dall'Unione Terre di Castelli e da tutti i
Comuni del Distretto di Vignola: Castelnuovo Rangone, Castelvetro di Modena, Guiglia, Marano
sul Panaro, Montese, Savignano sul Panaro, Spilamberto, Vignola e Zocca. (….omissis).”
L’Azienda pubblica di servizi alla persona (ASP) “Giorgio Gasparini” di Vignola ha avviato la
propria attività a partire dal 01 gennaio 2007.
Tale Azienda nasce dalla trasformazione e fusione in un’unica organizzazione, obbligatoria ai
sensi della vigente normativa regionale, delle due Istituzioni pubbliche di assistenza e
beneficenza (IPAB) presenti sul territorio: l’IPAB “Opera Pia Casa Protetta per Anziani”, che fino
al 31 dicembre 2006 ha gestito la casa protetta/RSA ed il centro diurno per anziani di Vignola e
l’IPAB “Casa Protetta Francesco Roncati”, che fino al 31 dicembre 2006 ha gestito la casa
protetta ed il centro diurno per anziani di Spilamberto.
8
L’Unione Terre di Castelli ed i Comuni della Comunità Montana Appennino Modena Est hanno
deciso, per semplificare il quadro istituzionale dei soggetti pubblici erogatori di servizi socioassistenziali presenti nel Distretto, di conferire a tale Azienda i servizi e le attività che, a partire
dal 01 aprile 1997, erano stati via via affidati al Consorzio Intercomunale Servizi Sociali
(Co.I.S.S.) di Vignola. Tale Consorzio è stato perciò sciolto in data 31 dicembre 2006.
La creazione dell’ASP “Giorgio Gasparini” si è venuta a collocare in un contesto in cui molto
forte era sempre stata, ormai da decenni, la volontà politica dei
nove Comuni del
Distretto/Zona sociale di Vignola di gestire assieme le loro competenze nel settore socioassistenziale e socio-educativo.
L’Azienda è amministrata da una Assemblea dei soci composta da rappresentanti degli 11 enti
che hanno aderito e che sono l’Unione Terre di Castelli, la Comunità Montana Appennino
Modena Est ed i Comuni di Castelnuovo Rangone, Castelvetro di Modena, Guiglia, Marano sul
Panaro, Montese, Savignano sul Panaro, Spilamberto, Vignola e Zocca. La gestione dell’Azienda
è governata da un Consiglio di Amministrazione composto da 5 membri.
Tabella 1- Assemblea dei soci: Rappresentanza 2009
2007
ENTE LOCALE
TERRITORIALE
SOCIO
CASTELNUOVO R.
CASTELVETRO
SAVIGNANO S.P.
SPILAMBERTO
VIGNOLA
UNIONE TDC
GUIGLIA
MARANO S.P.
MONTESE
ZOCCA
COMUNITA' MONTANA
TOTALE
POPOLAZI
ONE AL
31.12.2007
PERC.
13.563
10.698
9.197
11.644
23.419
68.521
4.110
4.363
3.380
4.942
16.795
85.316
15,90%
12,54%
10,78%
13,65%
27,45%
80,31%
4,82%
5,11%
3,96%
5,79%
19,69%
100,00%
2009
RAPPRESENTA
NZA 50%
POPOLAZIONE
2009
RAPPRESENTA
NZA 50%
SERVIZI ED
ATTIVITA'
CONFERITI
7,95%
6,27%
5,39%
6,82%
13,73%
41,19%
2,41%
2,56%
1,98%
2,89%
50,00%
8,81%
50,00%
TOTALE
RAPPRESENTA
NZA
IN ASSEMBLEA
SOCI 2009
TOTALE
RAPPRESE
NTANZA
IN
ASSEMBLE
A SOCI 2008
7,95%
6,27%
5,39%
6,82%
13,73%
41,19%
2,41%
2,56%
1,98%
2,89%
8,81%
100,00%
7,91%
6,31%
5,37%
6,89%
13,76%
41,30%
2,44%
2,45%
1,99%
2,88%
8,70%
100,00%
La nuova Azienda gestisce un insieme complesso di servizi ed attività del territorio distrettuale
in ambito socio-assistenziale, socio-sanitario e socio-educativo, nelle aree minori, adulti ed
anziani:
1) il Servizio Sociale Professionale Minori-Adulti-Anziani;
2) l’assistenza economica di Area Minori, Adulti e Anziani;
3) la struttura per anziani sita a Vignola (Casa Protetta, Residenza Sanitaria Assistita – RSA
e Centro Diurno);
4) la struttura per anziani sita a Spilamberto (Casa Protetta e Centro Diurno);
5) la Comunità Alloggio per anziani sita a Vignola;
6) il Centro Diurno per disabili “I Portici” di Vignola;
7) il Centro Diurno per disabili “I Tigli” di Savignano sul Panaro;
8) il Centro Diurno per disabili “Le Querce” di Vignola;
9
9) il Servizio di Assistenza Domiciliare per adulti ed anziani;
10) il Servizio Inserimento Lavorativo, che favorisce l’accesso al mondo del lavoro di disabili
e altri soggetti svantaggiati.
Si riporta di seguito il primo bilancio dell’Azienda, relativo all’anno 2007.
Tabella 2 - Bilancio ASP anno 2007 per Area d’intervento
RICAVI
AREA 1
AREA 2
SERVIZIO SOCIALE
MINORI E
PROFESSIONALE
FAMIGLIA
Importo
%
Importo
%
AREA 3
AREA 4
AREA 5
ADULTI
DISABILI
ANZIANI
Importo
%
Importo
%
Importo
TOTALE
%
Importo
%
a) Tariffe: a1) Incasso di
rette direttamente
0,00
0,00%
0,00
0,00%
800,00
0,03%
128.208,31
5,30%
2.289.000,96
94,66%
2.418.009,27
100,00%
0,00
0,00%
0,00
0,00%
0,00
0,00%
17.827,06
9,04%
179.363,70
90,96%
197.190,76
100,00%
155.844,45
4,74%
11.061,72
0,34%
4.416,32
0,13%
1.508.639,11
45,86%
1.609.441,20
48,93%
3.289.402,80
100,00%
11.195,77
2,56%
0,00
0,00%
0,00
0,00%
52.201,00
11,92%
374.667,60
85,53%
438.064,37
100,00%
71.494,27
13,32%
67.575,83
12,59%
22.727,54
4,24%
181.866,98
33,89%
192.899,28
35,95%
536.563,90
100,00%
802.634,04
21,04%
824.222,14
21,61%
112.014,85
2,94%
763.241,67
20,01%
1.312.640,30
34,41%
3.814.753,00
100,00%
1.041.168,53
9,74%
902.859,69
8,44%
139.958,71
1,31%
2.651.984,13
24,80%
5.958.013,04
55,71%
10.693.984,10
100,00%
%
Importo
%
Importo
dall'utenza
a) Tariffe: a2) Incasso di
rette da contributi
assistenziali
b) Sanità: b1) Oneri
sanitari
b) Sanità: b2) Fondo
Regionale per la Non
Autosufficienza
c) Ricavi propri diversi
d) Finanziamento dai
Comuni
TOTALE RICAVI
COSTI
a) Personale dipendente
b) Acquisto Beni
Importo
%
Importo
%
Importo
%
Importo
%
816.517,75
21,79%
55.308,61
1,48%
21.221,85
0,57%
793.717,80
21,18%
2.060.655,69
54,99%
3.747.421,70
100,00%
5.472,83
1,51%
0,00
0,00%
378,25
0,10%
27.804,36
7,65%
329.836,76
90,74%
363.492,20
100,00%
0,00
0,00%
15.070,10
0,48%
33.802,11
1,07%
1.285.172,21
40,80%
1.816.269,32
57,65%
3.150.313,74
100,00%
96.190,65
8,68%
0,00
0,00%
1.696,13
0,15%
132.110,50
11,93%
877.805,72
79,24%
1.107.803,00
100,00%
0,00
0,00%
400.802,02
61,03%
0,00
0,00%
37.514,39
5,71%
218.372,22
33,25%
656.688,63
100,00%
0,00
0,00%
341.497,32
49,75%
72.574,38
10,57%
164.435,12
23,96%
107.886,39
15,72%
686.393,21
100,00%
120.213,91
14,41%
77.424,99
9,28%
12.620,37
1,51%
187.795,26
22,52%
436.034,59
52,28%
834.089,12
100,00%
10.243,08
5,55%
20.000,00
10,85%
93,30
0,05%
29.043,64
15,75%
125.021,16
67,80%
184.401,18
100,00%
1.048.638,22
9,77%
910.103,04
8,48%
142.386,39
1,33%
2.657.593,28
24,77%
5.971.881,85
55,65%
10.730.602,78
100,00%
c) Acquisto servizi: c1)
Servizi socioassistenziali/socioeducativi appaltati
c) Acquisto servizi: c2)
Servizi diversi
d) Trasferimenti: d1)
Contributi economici per
pagamento rette
d) Trasferimenti: d2)
Contributi economici
erogati all'utenza
e) Quota spese generali
f) Altri costi
TOTALE COSTI
10
PARAGRAFO 3 - LA STRUTTURA ORGANIZZATIVA DEL PIANO DI ZONA DISTRETTUALE PER LA
SALUTE E IL BENESSERE SOCIALE 2009-2011
A partire dal coordinamento politico generale realizzato dal Comitato di Distretto, sono stati
individuati per la governance del Piano 2009/2011 come referenti politici i sindaci e il direttore
del distretto facenti parte dell’organo esecutivo.
Ad essi è stato affidato il coordinamento politico dei gruppi di lavoro istituiti per l’elaborazione
del piano.
In modo analogo sul piano tecnico, a partire dal coordinamento generale realizzato nell’ambito
dell’ufficio di piano, è stato istituito un tavolo di coordinamento composto dai coordinatori
tecnici dei gruppi di lavoro.
Alla elaborazione del piano, in tutte le sue fasi, hanno inoltre partecipato rappresentanti della
società civile e del terzo settore.
Figura 2 – Governance e struttura organizzativa del Piano di Zona Distrettuale per la salute e il benessere
sociale 2009 –2011
11
PARAGRAFO 4 - IL PERCORSO OPERATIVO DI ELABORAZIONE E COSTRUZIONE DEL PIANO
Il percorso di elaborazione del Piano di zona per la salute e il benessere sociale 2009-2011 della
Zona Sociale di Vignola si è strutturato attraverso la costituzione di 6 gruppi di lavoro inerenti
le seguenti aree tematiche:
Aree
Destinatari della programmazione
1) Responsabilità familiari, capacità genitoriali, Famiglie e minori
diritti dei bambini e dei preadolescenti
2) Promozione del benessere dell’adolescenza e Adolescenti e giovani
dei giovani
3) Contrasto alla povertà e all’esclusione sociale
Cittadini residenti con problematiche sociali e di
povertà
4) Integrazione sociale a favore dei cittadini Cittadini stranieri residenti e/o domiciliati nel distretto;
stranieri immigrati, asilo e lotta alla tratta
5) Politiche a favore di anziani e disabili
cittadini residenti
Persone con disabilità e ultra sessantacinquenni
6) Promozione sani stili di vita e prevenzione del Cittadini residenti
consumo / abuso di sostanza e sostegno al
reinserimento sociale di soggetti dipendenti e
multiproblematici
Il coordinamento politico e tecnico del percorso è stato così organizzato:
Coordinamento politico generale
Comitato di Distretto
Coordinamento politico di ciascun gruppo di lavoro Esecutivo del Comitato di Distretto
Coordinamento tecnico generale
Nuovo Ufficio di Piano
Coordinamento dei gruppi tecnici
Co-coordinamento da parte di 2 referenti del settore
sociale /enti locali e del settore sanitario / azienda Usl
coadiuvati da una terza figura per la gestione del gruppo
e per le attività.
Come si accennava nel paragrafo precedente per ognuno dei gruppi di lavoro è stato
individuato un coordinatore politico (membro dell’Esecutivo del Comitato di Distretto) che ha
operato in stretta collaborazione, da un lato con il Comitato di Distretto, dall’altro con il
coordinamento tecnico generale in capo all’Ufficio di piano e con i singoli coordinatori dei gruppi
tecnici.
Per quanto attiene il coordinamento tecnico di ciascun gruppo di lavoro allo scopo di
massimizzare il livello di integrazione professionale in tutte le fasi del processo di
programmazione è stata effettuata la scelta di attivare un co – coordinamento da parte di
12
referenti di ambito sociale di ambito sanitario. Per ciascuna area sono stati individuati due figure
di coordinamento di provenienza da un lato dall’area sociale e dall’altro dall’area sanitaria.
In affiancamento ai coordinatori sono stati individuati per ogni gruppo un referente dei servizi
del territorio (Asp, Unione Terre di Castelli e Comunità Montana).
Tabella 3 - Referenti per il coordinamento politico e tecnico per area di programmazione
Coordinatore Politico
Coordinatore
Tecnico
Area di
provenienza
Lamandini Francesco
Borghi Anna Rita
Sociale
Assessore Unione per Istruzione, Bilancio,
Informazione e accoglienza turistica –
Sindaco di Spilamberto
Ferrante Maria
Sanitaria
Salici Mauro
Grandi Chiara
Sociale
Assessore Comunità Montana - Sindaco di
Marano sul Panaro
Franca Anna
Sanitaria
Mazza Luciano
Rilei Tiziano
Sociale
Consigliere Comunità Montana –
Vicesindaco di Montese
Alperoli Roberto
Greco Vanna
Sanitaria
Rapini Romana
Sociale
Area
Responsabilità
familiari,
capacità
genitoriali, diritti dei
bambini
e
dei
preadolescenti
Promozione
del
benessere
dell’adolescenza e dei
giovani
Contrasto alla povertà
e all’esclusione sociale
Integrazione sociale a
favore dei cittadini
stranieri
immigrati,
asilo e lotta alla tratta
Politiche a favore di
anziani e disabili
Promozione sani stili
di vita e prevenzione
del consumo / abuso
di
sostanza
e
sostegno
al
reinserimento sociale
di soggetti dipendenti
e multiproblematici
Assessore Unione per Politiche
Ferrante Maria
dell'immigrazione, Pianificazione sociosanitaria, Politiche giovanili, Attività culturali
– Sindaco di Castelnuovo R.
Adani Roberto
Lucchi Rita
Sanitaria
Sociale
Presidente Unione - Sindaco di Vignola
Obici Maria Luisa
Sanitaria
Vezzosi Angelo
Borghi Anna Rita
Sociale
Direttore A.USL Distretto di Vignola
Soli Paolo
Sanitaria
Dal punto di vista metodologico lo sforzo, nella “costruzione” del Piano 2009/2011, è stato nella
direzione di un approccio il più possibile “sostanziale” ai temi ed alle questioni di rilevanza
sociale per la zona di Vignola che - pur prestando la necessaria attenzione agli aspetti formali
connessi alla “redazione” del documento finale da approvare – muovesse,
- da un lato, da un reale, partecipato, coinvolgimento di tutti i soggetti istituzionali sottoscrittori
del piano
- dall’altro da una partecipazione “più intensa” (non necessariamente solo in termini di “quantità
dei contatti”) dei cosiddetti “Soggetti non istituzionali”, ovvero i sindacati, il volontariato,
l’associazionismo, la cooperazione sociale e la società civile in generale.
13
PARAGRAFO 5 - MODALITÀ DI CONCERTAZIONE CON LE ORGANIZZAZIONI SINDACALI E DI
CONFRONTO/PROGETTAZIONE CON LE FORMAZIONI SOCIALI DEL TERRITORIO
A livello distrettuale il Comitato di Distretto ha approvato le modalità ed il percorso di
concertazione con le rappresentanze locali e del Terzo Settore secondo le seguenti linee –
guida:
•
valorizzare, promuovere e favorire una maggiore partecipazione del Terzo Settore alle
diverse fasi connesse ai processi di programmazione, progettazione, realizzazione ed
erogazione dei servizi e degli interventi sociali, valutazione (dalla predisposizione alla
verifica),
•
agevolare il più possibile la presenza dei rappresentanti del Terzo Settore ai gruppi
tecnici insediati per la elaborazione del Piano distrettuale sia con modalità organizzative
congrue (orari, luoghi, documenti…) che con la massima pubblicizzazione del lavoro al
momento dell’avvio, tenendo conto di agevolare il più possibile la presenza della
ricchezza associativa di tutti i comuni del distretto.
La partecipazione del Terzo Settore, analogamente alla impostazione data nel precedente Piano
2005/2007 è stata operativamente promossa invitando, già dall’avvio dei lavori (Conferenza di
avvio) ed in seguito, durante il percorso, in ogni occasione di incontro, tutti i soggetti interessati
ad offrire, compatibilmente con il proprio ambito di intervento la disponibilità a partecipare – in
qualità di componenti effettivi - ai lavori dei vari gruppi tematici . Come nella impostazione
precedente del 2005 si ipotizza l’adesione alla programmazione complessiva attraverso la
sottoscrizione di un protocollo di adesione.
Il percorso operativo che ha condotto all’elaborazione del Piano, date queste premesse, è stato
quindi fortemente articolato ed ha comportato un consistente impegno organizzativo da parte
dell’Ufficio di piano nonché un, fondamentale, sforzo di collaborazione, in termini di continuità di
partecipazione, dei numerosissimi soggetti coinvolti.
14
Tabella 4 - Soggetti coinvolti
Organizzazioni sindacali
Sindacati del territorio
Terzo Settore
Consulte per il volontariato
Centro servizi per il volontariato
Associazioni di promozione sociale
Associazioni culturali
Associazioni sportive
Associazioni di volontariato
Cooperative sociali A e B in contatto con il distretto
Parrocchie
Altri
organismi
rappresentanza
di Comitato Consultivo Misto
Associazioni di categoria datoriali
Associazioni di categoria delle cooperative
Altri
Fondazione Cassa di Risparmio di Vignola e Modena
Allo scopo di riconoscere il ruolo di rappresentanza sociale delle Organizzazioni Sindacali nella
costruzione del sistema integrato di interventi e servizi sociali e assumere il confronto e la
concertazione come metodo di relazione con esse si è strutturato un percorso di approvazione
che ha previsto e promosso la partecipazione nei tavoli di concertazione con le rappresentanze
delle organizzazioni sindacali, nonché momenti di confronto anche preliminari e costanti sia
sugli obiettivi, sia sulle procedure di realizzazione. Il confronto si è realizzato lungo tutto l’arco
della elaborazione degli strumenti di programmazione indicati.
Nello specifico il tavolo di concertazione si è articolato in quattro incontri:
Contenuti
Tempi
1. Presentazione delle modalità della programmazione
Prima della Conferenza di avvio
2. Presentazione / rilevazione stato di attuazione degli obiettivi del Dopo la conclusione del lavoro dei
triennio ed analisi del bisogno e presentazione
gruppi tecnici
del materiale elaborato
3. Concertazione sulle linee strategiche
Prima della approvazione finale
Approvazione protocollo specifico
4. Concertazione sulle linee strategiche
Prima della approvazione finale
5. Approvazione protocollo specifico
15
Figura 3 – Schema riepilogativo del percorso
16
PARAGRAFO 6 - CONFERENZA PLENARIA A CONCLUSIONE DEL PERCORSO DI ELABORAZIONE
A marzo 2009 a Spilamberto è previsto un incontro conclusivo, speculare alla conferenza di
avvio che ha lo scopo di “restituire” a tutti i partecipanti ai Gruppi di lavoro del Piano di zona
(Enti, Istituzioni, Scuole, Terzo settore, cittadini) gli esiti complessivi delle attività svolte.
La serata vuole essere anche un momento conviviale di incontro e confronto che si realizzerà al
termine dell’intero percorso.
All’incontro saranno invitati, oltre ai referenti politici e tecnici degli enti sottoscrittori dell’Accordo
di programma, tutti coloro che hanno partecipato ai gruppi di lavoro del Piano di zona.
17
PARAGRAFO 7 - DETTAGLIO DEI PARTECIPANTI ALLA CONFERENZA DI AVVIO E AI GRUPPI DI
LAVORO
CONFERENZA DISTRETTUALE DI AVVIO
16 ottobre 2008
Alla conferenza di avvio hanno partecipato 95 persone.
Elenchiamo di seguito gli enti rappresentati:
ENTI
ASP “G. Gasparini” di Vignola
Unione Terre di Castelli
Comunità Montana Appennino Modena Est
Comune di Vignola
Comune di Castelnuovo R.
Comune di Spilamberto
Comune di Guiglia
Comune di Marano s.P
Comune di Montese
Comune di Zocca
Azienda Usl - Distretto di Vignola
Provincia di Modena / Centro per l’impiego di Vignola
SCUOLE
Istituto d'Istruzione Superiore “P. Levi” di Vignola
Istituto d'Istruzione Superiore “A. Paradisi” di Vignola
Scuola Secondaria di Primo Grado “L.A. Muratori” di Vignola
Centro Territoriale Permanente per l’educazione agli adulti di Vignola
TERZO SETTORE
Lag Cooperativa Sociale
Associazione La Coperta Corta
Associazione Il Faro
Associazione Culturale - Bop Area
Associazione Delta
Associazione A.V.O. di Vignola
Associazione Parco Gonzaga
Associazione ANMIC di Vignola
Gulliver Cooperativa
18
Centro Servizi Volontariato di Vignola
Arci-Uisp Castelvetro
Associazione Per non sentirsi soli – Familiari malati di Alzheimer Vignola
Overseas Spilamberto
AUSER Sez. Vignola
AUSER Sez. Castelvetro
Insieme a noi tutti Vignola
Centro Circolo Paradisi
DOMUS Cooperativa
ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA E PATRONATI
Coldiretti
CNA
OO.SS.
CGIL di Vignola
Sindacato Pensionati Italiani - CGIL di Vignola
CGIL - Funzione Pubblica
CISL - Federazione Nazionale Pensionati
CUPLA – Federazione Nazionale Artigiani Pensionati CNA
UILPENSIONATI
Sindacato Pensionati Italiani - CGIL di Castelvetro
Associazione Nazionale Pensionati CIA - CUPLA
CUPLA – Coordinamento Unitario dei Pensionati del Lavoro Autonomo
ALTRI
Fondazione di Vignola
Comitato Consultivo Misto di Vignola
19
GRUPPI DI LAVORO TEMATICI – 6 AREE DI INTERVENTO
Calendario degli incontri
Gruppo 1 - Responsabilità familiari, capacità genitoriali, diritti dei bambini e dei preadolescenti
20/10/2008 - 03/11/2008 – 19/01/2009
Gruppo 2 - Promozione del benessere dell’adolescenza e dei giovani
23/10/2008 – 06/11/2008 – 04/12/2008 – 22/01/2009
Gruppo 3 - Contrasto alla povertà e all’esclusione sociale
22/10/2008 - 10/11/2008 - 10/12/2008 - 28/01/2009
Gruppo 4 - Integrazione sociale a favore dei cittadini stranieri immigrati, asilo e lotta alla tratta
21/10/2008 - 14/11/2008 - 09/12/2008 – 27/01/2009
Gruppo 5 - Politiche a favore di anziani e disabili
27/10/2008 – 04/11/2008 – 03/02/2009
Gruppo 6 - Promozione sani stili di vita e prevenzione del consumo / abuso di sostanza e
sostegno al reinserimento sociale di soggetti dipendenti e multiproblematici
28/10/2008 – 05/11/2008 – 21/01/2009
20
PARTECIPANTI AI GRUPPI
Gruppo 1 - Responsabilità familiari, capacità genitoriali, diritti dei bambini e dei
preadolescenti
Partecipante
Ente/Ruolo
Lamandini Francesco
Comune Spilamberto Sindaco Coordinatore politico
Borghi Anna Rita
ASP di Vignola - Coordinatore tecnico
Ferrante Maria
Ausl di Vignola - Coordinatore tecnico
Marchesini Cristina
Unione TdC – Referente dei servizi del territorio
Amici Monica
Comune Guiglia - Assessore Politiche Giovanili
Amadessi Luca
Lag Coop Sociale
Bettelli Mara
AUSL U.O Salute Anziani
Busani Elena
Unione Terre di Castelli
Cecoli Perla
Unione Terre di Castelli
Chiodo Eusapia
Associazione “La Coperta Corta”
Davolio Elisabetta
Lag Coop Sociale
Ferrari Chiara
Ass. “La Coperta Corta”
Franchini Fiorenza
Scuola Secondaria di Primo Grado “L.A. Muratori” di
Vignola
Manni Nadia
ASP di Vignola
Mazzucchi Valentina
AUSL U.O. Centro Salute Mentale
Miani Roberta
AUSL U.O. Salute Donne
Mineo Valeria
Comunità Montana Appennino Modena Est
Montanari Marina
AUSL U.O. Neuropsichiatra Infantile
Parenti Marco
AUSL Servizio di psicologia
Pasini Sante
Ass.ne “La Coperta Corta”
Pesci Alessia
LAG Coop Sociale Ass.ne
Prampolini Silvia
Centro servizi volontariato Vignola
Rabitti Maurizia
Assessore Vignola
Ragni Irene
AUSL U.O Pediatra di Comunità
Righi Deanna
Circolo Paradisi
Serra M.Grazia
AUSL PLS Distretto Vignola
Setti Federica
ASP
Soli Augusta
Associazione “Il Faro”
21
Gruppo 2 - Promozione del benessere dell’adolescenza e dei giovani
Partecipante
Ente
Salici Mauro
Comune Marano – Sindaco - Coordinatore politico
Grandi Chiara
Unione TdC - Coordinatore tecnico
Franca Anna
ASP di Vignola - Coordinatore tecnico
Borghi Anna Rita
ASP - Referente dei servizi del territorio
Amadessi Luca
Lag Coop Sociale
Amici Monica
Comune Guiglia – Assessore Politiche Giovanili
Ascari Manuela
Associazione Culturale - Bop Area
Barbieri Flavia
Comunità Montana - Spazio giovani Zocca
Bellei Federica
ASP
Boni Andrea
Associazione Delta
Caprara Licia
Unione Terre di Castelli
Cattani Fabiana Giaele
Istituto d'Istruzione Superiore “A. Paradisi” di Vignola
Cecoli Perla
Unione Terre di Castelli
Franceschelli Armando
AUSL Dipartimento di Sanità Pubblica
Fontanesi Lilybeth
AUSL Settore Psicologia Clinica
Ippoliti Isabella
Scuola Secondaria di Primo Grado “L.A. Muratori” di
Vignola
Massari Maila
AUSL PLS Distretto di Vignola
Mineo Valeria
Comunità Montana Appennino Modena Est
Munari Simonetta
CTP
Prampolini Silvia
Centro servizi volontariato Vignola
Preti Fabio
Associazione “IL FARO”
Soli Augusta
Associazione “IL Faro”
Valentini Roberta
AUSL Servizio di Psicologia
22
Gruppo 3 - Contrasto alla povertà e all’esclusione sociale
Partecipante
Ente
Mazza Luciano
Comune Montese - Coordinatore politico
Rilei Tiziano
ASP Coordinatore tecnico
Greco Vanna
AUSL CSM Vignola- Coordinatore tecnico
Businaro Ilaria
Unione TdC - Referente dei servizi del territorio
Albertini Liliana
Fondazione Vignola
Andrazi Paola
AUSL – MMG Distretto di Vignola
Bernardi Alberto
AUSL – Servizio Dipendenze Patologiche
Bonaccini Marco
CGIL _FP
Bondi Annalisa
ASP di Vignola
Borghi A.Rita
ASP. Figura di sistema
Busani Elena
Unione Terre di Castelli
Cariani Pietro
AUSL MMG Distretto di Vignola
Fava Barbara
Centro per l’impiego
Fogliani Bruno
CUPLA
Gialli Sabina
ASP di Vignola
Guaitoli Giovanna
LAG Coop Sociale Ass.ne
Marchetti Enrico
Comunità Montana
Marzola Renzo
AUSL Vignola – Servizio Dipendenze Patologiche
Palmieri Patrizia
CGIL
Palmitessa Rosa
Ass.ne Insieme a Noi Tutti
Pezzotta Barbara
Unione Terre di Castelli
Picchioni Eugenia
ASP di Vignola
Righi Primo
Ass.Insieme a Noi Tutti
23
Gruppo 4 – Integrazione Sociale a favore dei cittadini stranieri, immigrati, asilo e
lotta alla tratta
Partecipante
Ente
Alperoli Roberto
Comune Castelnuovo – Sindaco - Coordinatore politico
Rapini Romana
Unione TdC - Coordinatore tecnico
Ferrante Maria
Ausl Distretto di Vignola- Coordinatore tecnico
Busani Elena
Unione TdC - Referente dei servizi del territorio
Barozzi Daniela
Comune Spilamberto
Bazzani Massimo
AUSL MMG Distretto di Vignola
Boccia Nella
ASP di Vignola
Bondi Annalisa
ASP di Vignola
Borghi A. Rita
ASP di Vignola
Caprara Licia
Unione Terre di Castelli
Caselli Giuseppina
Coop. Sociale Overseas
Cecoli Perla
Unione Terre di Castelli
Dai Pra Andrea
CGIL di Vignola
Flandi Tiziana
AUSL Ospedale di Vignola
Fraulini Cecilia
Istituto d'Istruzione Superiore “A. Paradisi” di Vignola
Gori Mirella
Scuola Secondaria di Primo Grado “L.A. Muratori” di
Vignola
Grandi Chiara
Comunità Montana Appennino Modena Est
Marchesini Cristina
Unione Terre di Castelli
Mazzei Isabella
Comune di Vignola
Merighi Nicoletta
Coop.Sociale Overseas
Montorsi Tiziana
AUSL Servizio Psicologia
Pezzotta Barbara
Unione Terre di Castelli
Picchioni Alessandra
Istituto d'Istruzione Superiore “A. Paradisi” di Vignola
Quattrini Maria Rita
Scuola Secondaria di Primo Grado “L.A. Muratori” di
Vignola
Ricci Cristina
USL UO Centro salute mentale
Ricci Vera
P.Levi
Righi Elisabetta
Centro per l’Impiego di Vignola
Rubbianesi Monica
Unione TdC - Resp. Servizi Sociali e Uff. di Piano
Todeschini Mercedez
AUSL di Modena Salute Donna
Vaccina Domenico
AUSL Dip.Sanità Pubblica
Venturelli Giuliano
AUSL MMG Distretto di Vignola
Vitali Elisa
Coop Sociale Overseas
24
Gruppo 5 - Politiche a favore di anziani e disabili
Partecipante
Ente
Adani Roberto
Comune Vignola Sindaco - Coordinatore politico
Lucchi Rita
Unione TdC - Coordinatore tecnico
Obici Luisa
AUSL di Vignola Coordinatore tecnico
Picchioni Eugenia
ASP di Vignola Referente dei servizi del territorio
Alperoli Roberto
Comune Castelnuovo Sindaco
Acema Tania
Ass.ne A.V.O. Vignola
Baldini Ivano
Ass.ne per non sentirsi soli
Baraccani Maria Elena
Comune Montese - Resp. Servizi Sociali
Baglioni Silvia
ASP di Vignola
Barani Paolo
ASP di Vignola
Beghini Lia
AUSL S.A.D.I. Distretto di Vignola
Bertani Ermanna
SPI CGIL Distretto di Vignola
Bianconi Giuseppe
AUSL MMG Distretto di Vignola
Bondi Annalisa
ASP di Vignola
Cabri Maria Luisa
CISL FNP E CCM
Calabrese Carmela
Ass.ne ANMIC Vignola
Campioni Clicerio
UIL Pensionati
Camurri Ferminio
CNA
Capitani Efrem
SPI Castelvetro di Modena
Carnevali Ermanno
ANP CIA CUPLA
Colombi Annika
ASP
Colombini Mario
Coldiretti
Di Francia Davide
AUSL Servizio di Psicologia
Fazioli Enzo
ASP di Vignola
Fornaciari Annamaria
Ass.ne A.V.O. Vignola
Gaglio Nicola
SPI di Vignola
Grandi Chiara
Comunità Montana Appennino Modena Est
Graziosi Gianni
CISL FNP
Magni Raffaele
CUPLA
Malavasi Luigi
AUSER di Castelvetro di Modena
Marchetti Enrico
Comune di Zocca
Marino Nicola
DOMUS
Marzocchi Nadia
AUSL U.O Dipendenze Patologiche
Mesini Eugenio
Ass. Parco Gonzaga
25
Morandi Maria Piera
ASP
Napolitano Maria Rita
COOP GULLIVER
Odorici Maria Pia
AUSL di Vignola
Ori Anna Rita
AUSL SADI Distretto di Vignola
Palmitessa Rosa
Ass.ne Insieme a Noi Tutti
Paragliola Anna
FP CGIL Vignola
Pradelli Franco
CUPLA
Prampolini Silvia
Centro Servizi volontariato Vignola
Prandini Walter
AUSER di Vignola
Rapini Romana
Unione Terre di Castelli - Dirigente
Ricchi Maria Luisa
Distretto Sanitario di Vignola
Ricci Tiziana
Unione Terre di Castelli – Ufficio di Piano
Righi Elisabetta
Provincia di Modena - Centro Impiego di Vignola
Righi Primo
Insieme a Noi Tutti
Rilei Tiziano
ASP di Vignola
Roffi Rita
Unione Terre di Castelli
Roli Martino
CUPLA
Rubbianesi Monica
Unione TdC - Resp. Servizi Sociali e Uff. di Piano
Savigni Paola
Ass.ne Per Non Sentirsi Soli
Serafini Romana
AUSL U.O. Centro Salute Mentale
Simonini Anna Maria
AUSER Castelvetro di Modena
Tosi Elisa
Unione TdC – Ufficio di Piano
Trenti Stefania
AUSL U.V.G. Distretto di Vignola
Vandelli Vincenzo
CISL FNP E CCM
Vezzelli Tosca
SPI CGIL
Vezzosi Angelo
Ausl Mo – Direttore
Zaccanti Gianluca
CP Montese
26
Gruppo 6 - Promozione sani stili di vita e prevenzione del consumo / abuso di sostanza
e sostegno al reinserimento sociale di soggetti dipendenti e multiproblematici
Partecipante
Ente
Vezzosi Angelo
Ausl Mo – Coordinatore politico
Borghi A. Rita
ASP di Vignola - Coordinatore tecnico
Soli Paolo
Ausl - Coordinatore tecnico
Baldaccini Renata
AUSL Distretto di Vignola Educazione alla Salute
Boni Andrea
Associazione “DELTA”
Cecoli Perla
Unione Terre di Castelli
Chiodo Eusapia
Associazione “La Coperta Corta”
Colombarini Cristina
ASP
Curci Chiara
CTP di Vignola
Ferrari Alfredo
AUSL Distretto di Vignola PLS
Ferrari Chiara
Associazione “La Coperta Corta”
Grandi Chiara
Comunità Montana Appennino Modena Est
Grandi Fausto
AUSL Distretto di Vignola MMG
Groppi Lara
ASP di Vignola Area Minori
Gruppioni Andrea
AUSL Distretto di Vignola Dip.Sanità Pubblica
Malivindi Carmela
ASP Area Adulti
Marchiorri Gian Paolo
Comune di Vignola – Assessore Politiche per la Salute
Marzola Renzo
AUSL di Vignola – Servizio Dipendenze Patologiche
Menabue Valeria
Ospedale di Vignola
Migliore Arcangelo
AUSL di Modena SPSAL distretto di Vignola Dip.Sanità
Pubblica
Montecchi Daniele
AUSL Distretto di Vignola MMG
Palmitessa Rosa
Ass.ne Insieme a Noi Tutti
Pasquariello Barbara
LAG Coop.Sociale
Picchioni Eugenia
ASP di Vignola
Rabitti Maurizia
Comune di Vignola – Assessore alle Politiche Educative,
Scuola, Formazione, Edilizia Scolastica, Politiche per il
Lavoro, Politiche Demografiche
Ridolfi Emanuela
LAG Coop.Sociale
Righi Deanna
Circolo Paradisi
Righi Primo
Insieme a Noi Tutti
Slanzi Luciana
Istituto d'Istruzione Superiore “A. Paradisi” di Vignola
Sola Lorena
Centro di Salute Mentale - AUSL Di Vignola
27
Sticchi Alessandra
Istituto d'Istruzione Superiore “A. Paradisi” di Vignola
Tondo Giovanni
Ausl - Ospedale di Vignola
28
Capitolo 2 - I bisogni della popolazione emergenti dal
Profilo di comunità e il confronto con servizi e risorse
disponibili
I° PARTE - La comunità in cui viviamo- Profilo demografico del
territorio di Vignola
PARAGRAFO 1 – LA POPOLAZIONE
1.1. DINAMICA E STRUTTURA DELLA POPOLAZIONE
La zona sociale di Vignola comprende 9 Comuni (Castelnuovo Rangone, Castelvetro di Modena,
Guiglia, Marano sul Panaro, Montese, Savignano sul Panaro, Spilamberto, Vignola e Zocca),
associati nell’Unione Terre di castelli (Comuni di pianura) e nella Comunità Montana Appennino
Modena Est (Comuni montani). L’estensione territoriale complessiva è di circa 395 kmq (sul
totale del territorio provinciale di 2.690 kmq); all’eterogeneità del territorio (pianura, collinamontagna) corrisponde anche l’eterogeneità tra i diversi comuni del distretto, rispetto alle
caratteristiche socio-demografiche ed economiche.
Tabella 5 - Superficie in KM dei comuni del distretto di Vignola
CoD. ISTAT
Comune
Superficie in KM
Forma associativa
36007
CASTELNUOVO
22,61
Unione Terre di castelli
36008
CASTELVETRO
49,72
Unione Terre di castelli
36017
GUIGLIA
49
C.M. Modena Est
36020
MARANO S.P.
45,17
C.M. Modena Est
36026
MONTESE
80,8
C.M. Modena Est
36041
SAVIGNANO S.P.
25,38
Unione Terre di castelli
36045
SPILAMBERTO
29,52
Unione Terre di castelli
36046
VIGNOLA
22,9
Unione Terre di castelli
36047
ZOCCA
69,11
C.M. Modena Est
TOTALE km
394,21
di cui
Unione T.dC. KM.
150,13
pari al 38% territorio totale
Comunità Montana KM
244,08
pari al 62% del territorio totale
Fonte: Servizio Statistico della Provincia di Modena
29
Figura 4 - Ripartizione del territorio del distretto di Vignola tra Unione Terre di Castelli e Comunità
Montana Appennino Modena Est
Territorio
Unione
T.dC. Kmq
38%
Comunità
Montana
kmq 62%
La popolazione residente del distretto di Vignola al 31/12/2007 è pari di 85.316 persone di cui il
49,8% uomini (42.520) e 50,2% donne (42.796). Rispetto all’anno 2006 la popolazione
distrettuale ha registrato un incremento complessivo dell’1,7%; il maggior aumento si è
osservato nei comuni di Marano (6,3%), Castelnuovo Rangone e Zocca (2,3%), Savignano
(2%) seguiti da Vignola (1,5%), Castelvetro e Montese (1,2%). Pressoché stabili invece i
comuni di Spilamberto (0,8%) e Guiglia (0,4%).
Tabella 6 - Popolazione residente al 31/12/2007 suddivisa per genere
Comune di residenza
Uomini
Donne
Totale
2006
Variaz.%
rispetto al 2006
Castelnuovo Rangone
6.782
6.781
13.563
13.261
2,3
Castelvetro di Modena
5.376
5.322
10.698
10.574
1,2
Guiglia
2.105
2.005
4.110
4.095
0,4
Marano sul Panaro
2.197
2.166
4.363
4.105
6,3
Montese
1.706
1.674
3.380
3.340
1,2
Savignano sul Panaro
4.576
4.621
9.197
9.016
2,0
Spilamberto
5.845
5.799
11.644
11.553
0,8
Vignola
11.428
11.991
23.419
23.075
1,5
Zocca
2.505
2.437
4.942
4.833
2,3
Totale
42.520
42.796
85.316
83.852
1,7
Figura 5 – Ripartizione della popolazione residente al 01/01/2008 tra Unione Terre di Castelli e Comunità
Montana Appennino Modena Est
Unione Terre di
Castelli
80%
Comunità Montana
30
Figura 6 - Popolazione residente nel distretto al 31/12 anni dal 2004 al 2007
88000
85.316
86000
83.852
84000
82.392
81.358
82000
80000
78000
anno 2004
anno 2005
anno 2006
anno 2007
La crescita della popolazione complessiva ha però evidenziato variazioni nella
composizione percentuale:
la fascia di età 0-14 anni registra un aumento dello 0,6%
la fascia di età 15-39 anni registra un calo dell’1,1%
la fascia di età 40-64 anni registra un aumento dello 0,7%
la fascia di età >dei 65 anni resta sostanzialmente costante.
Figura 7 - Composizione della popolazione residente al 31/12 degli anni dal 2004 al 2007
32,2%
35
31,1%
33,4%
34,1%
30
20,9%
25
2007
2004
2007
2004
2007
10
13,9%
13,3%
2004
15
2007
20
2004
21,1%
5
0-14
15-39
40-64
65 e più
31
Tabella 3 - Differenza in termini assoluti e % tra gli anni 2004 e 2007
totale
popolazione
fascia 0-14
fascia 15-39
fascia 40-64
65 e più
2004
2007
valore
assoluto
%
81358
10787
26236
27172
17163
85316
11841
25521
29148
17806
3958
1054
285
1976
643
4,87
9,78
1,09
7,28
3,75
Questo saldo positivo della popolazione residente è dovuto anche all’aumento della popolazione
immigrata. Gli stranieri, che rappresentano il 10,7% di questa popolazione (9.154), sono
aumentati del 15,2% rispetto al 2006, con un trend di aumento variabile in tutti i comuni del
distretto eccezion fatta per Guiglia (-1,6%) (si veda paragrafo seguente).
L’indice di vecchiaia, che rappresenta il grado di invecchiamento di una popolazione, per il
distretto di Vignola nel 2007 è di 150,4 con un andamento fortemente crescente fino al 1997 a
cui ha fatto seguito una fase di diminuzione tuttora in corso, ad indicare un progressivo
recupero del peso della popolazione più giovane rispetto a quella anziana. L’indicatore, sempre
posizionato al di sopra di quello provinciale, ha progressivamente ridotto la forbice fino a
sovrapporsi negli ultimi anni, mentre si mantiene nettamente al di sotto dei valori regionali.
Figura 8 - Serie storica dell’Indice di vecchiaia2 - Anni 1987-2007 Confronto tra il distretto di Vignola, la
provincia e la regione
250
200
150
100
Provincia
Regione
Distretto di Vignola
19
87
19
88
19
89
19
90
19
91
19
92
19
93
19
94
19
95
19
96
19
97
19
98
19
99
20
00
20
01
20
02
20
03
20
04
20
05
20
06
20
07
50
Il tasso di natalità del distretto di Vignola è di 10 nati per mille residenti nel 2007 (10,2 quello
della provincia), con un aumento percentuale del 55% rispetto al 1987 ed un andamento
tendenzialmente crescente durante l’intero periodo di osservazione, fino al 2002 sempre al di
sotto di quello provinciale poi con un trend oscillante rispetto ad esso.
2
L’Indice di vecchiaia è il rapporto tra la popolazione anziana (65 anni e oltre) e la popolazione più giovane (0-14 anni), moltiplicato
per 100.
32
Figura 9 – Serie storica del tasso di natalità3 – anni 1987 –2007. Confronto tra il distretto di Vignola e la
provincia di Modena
15
Provincia
Regione
Distretto di Vignola
10
5
19
87
19
88
19
89
19
90
19
91
19
92
19
93
19
94
19
95
19
96
19
97
19
98
19
99
20
00
20
01
20
02
20
03
20
04
20
05
20
06
20
07
0
1.2 LA POPOLAZIONE IMMIGRATA STRANIERA
Come indicato più sopra il distretto presenta un progressivo aumento della popolazione
straniera residente. Al 31/12/2007 la percentuale della popolazione straniera sul totale dei
residenti è pari al 10,7%.
Tabella 7 – Popolazione straniera residente nel distretto di Vignola- Anni 2006-2007
Variaz.%
% sulla pop.
Comune di residenza
2006
2007
rispetto al 2006
totale 2007
Castelnuovo Rangone
1.054
1.197
13,6
8,8
Castelvetro di Modena
839
925
10,3
8,6
Guiglia
433
426
-1,6
10,4
Marano sul Panaro
326
407
24,8
9,3
Montese
223
279
25,1
8,3
Savignano sul Panaro
872
1.034
18,6
11,2
Spilamberto
1.244
1.465
17,8
12,6
Vignola
2.397
2.788
16,3
11,9
Zocca
560
633
13,0
12,8
Totale
7.948
9.154
15,2
10,7
La percentuale sul totale dei residenti progressivamente aumentata dal 2004 ad oggi.
3
Il Tasso di natalità rappresenta il numero di nati ogni 1.000 residenti. Fonte: Provincia di Modena e Regione
Emilia-Romagna
33
Figura 10 – Incremento percentuale della popolazione straniera residente
10,73%
10000
9,48%
9000
8,62%
8000
9154
7,96%
7948
7000
7095
6000
6468
5000
4000
3000
2000
1000
0
2004
2005
2006
2007
Analogamente alla popolazione italiana la popolazione straniera è residente in percentuale del
19% nel territorio della montagna.
Comunità
Montana
19%
Unione Terre di
Castelli
81%
Rispetto alla composizione della popolazione straniera per genere ed età emergono le seguenti
tendenze:
- si osserva un processo di riequilibrio della composizione tra i sessi dal 1996 ad oggi:
nel 1996 le donne costituivano il 40,80% della pop.straniera
nel 2004 le donne costituivano il 43,22% della pop.straniera
nel 2007 le donne costituivano il 45,10% della pop.straniera con una percentuale che
arriva quasi al 50% per i comuni di Marano e Savignano sul Panaro;
- la popolazione straniera residente è molto “giovane”: il 27% è infatti rappresentato da
minori con una punta del 32% nel comune di Marano sul Panaro.
34
Tabella 8 – Composizione della popolazione straniera residente per genere ed età (minori / popolazione
complessiva)
Stranieri Uomini
residenti
v.a.
Comuni
Castelnuovo
Castelvetro
Guiglia
Marano
Montese
Savignano
Spilamberto
Vignola
Zocca
TOTALE
%
Donne
v.a.
%
Minori
%
nuovi
nati
1197
925
426
407
279
1034
1465
2788
633
647
516
241
212
158
550
814
1533
355
54%
56%
57%
52%
57%
53%
56%
55%
56%
550
409
185
195
121
484
651
1255
278
46%
44%
43%
48%
43%
47%
44%
45%
44%
332
240
110
129
64
314
381
768
167
28%
26%
26%
32%
23%
30%
26%
28%
26%
24
25
10
15
6
25
48
69
14
9154
5026
55%
4128
45%
2505
27%
236
In tema di cittadinanze emergono le seguenti peculiarità territoriali rispetto ai dati provinciali:
-
Sia nell’Unione Terre di Castelli che nella Comunità Montana l’area geografica di
prevalenza è quella dell’Africa subsahariana, che in montagna rappresenta quasi il 50%
della popolazione straniera residente;
-
Significativa la percentuale dei cittadini neo – comunitari residenti dal 2007 la cui
percentuale si è assestata all’11,1 % in montagna.
Tabella 9 - Popolazione straniera residente nei comuni dell’Unione Terre di Castelli per sesso, aree
geografiche al 31/12/2007 - Valori assoluti e percentuale
Castn
Europa UE
UE 2007
Europa extra UE
Africa Settentrionale
Africa Subsahariana
Americhe
Asia
Totali
Totali
Savig
Spilam
Vignola
F
M
F
M
F
M
F
M
F
28
20 29 15
45
77
92
166 251
27
23 41 61
61
21
65
163 247
88 182 154 171 170 360 352 904 883
148 206 154 242 145 685 415 1595 1025
37
81 73 92
70
149 132 513 380
17
5
9
1
12
13
30
32
87
64
33 24 232 148 228 169 687 476
409 550 484 814 651 1533 1255 4060 3349
Castv
M
F
M
32 57 22
36 53 22
115 119 76
220 163 242
129 68 62
6
19
7
109 71 85
647 550 516
%
TOT
417
5,6
410
5,5
1787
24,1
2620
35,4
893
12,1
119
1,6
15,7
1163
7409 100,00
Tabella 10- Popolazione straniera residente nei comuni della Comunità Montana per sesso, aree geografiche
al 31/12/2007 - Valori assoluti e percentuale
Guiglia
Europa UE
UE 2007
Europa extra UE
Africa Settentrionale
Africa Subsahariana
Americhe
Asia
Totali
Marano
M
F
M
7
17
3
17 24
3
40 30 55
158 103 109
13
6
21
3
5
0
3
0
21
241 185 212
Montese
Zocca
F
M
F
M
F
10
32 19
8
13
6
18 22 45
59
66
50 33 36
34
74
25
8 236 144
14
2
1
7
7
5
3
7
10
14
20
28 31 13
7
195 158 121 355 278
%
Totali
M
50
83
181
528
43
16
65
966
F
59
111
163
329
28
31
58
779
TOT
109
194
344
857
71
47
123
1745
6,2
11,1
19,7
49,1
4,1
2,7
7,0
100,00
35
Nell’Unione i 5 maggiori paesi di provenienza sono nell’ordine: Marocco (oltre 25% del totale),
Albania, Tunisia, Sri Lanka e Ghana che insieme costituiscono oltre il 70% del totale. In
Comunità Montana è significativo che il primo paese di provenienza, il Marocco, da solo
rappresenti oltre il 45%; seguono l’Albania (14,6%) e la Romania (10,8%).
36
PARAGRAFO 2 – LA COMPOSIZIONE PER CLASSI DI ETA’
2.1 LE CLASSI DI ETA’
La distribuzione per classi di età del territorio di Vignola è in linea con quella provinciale.
Figura 11 - Composizione della popolazione per fasce di età al 31/12/2007.
Distretto di Vignola
13%
pop. 0-14 anni
21%
pop. 65 e olre
0-14 anni
66%
pop. 15-64 anni
15 - 64 anni
65 e oltre
Dal 2004 l’utenza potenziale delle strutture prescolari è cresciuta rispettivamente del 12,2% (02 anni) per i nidi e del 9,5% per le scuole dell’infanzia (3-5 anni). Andamento e dimensioni simili
si evidenziano anche per la popolazione nella fascia di età delle scuole elementari, da 6 a 10
anni (+11,2%). L’incremento percentuale della fascia di età
inferiore (+ 6,3%) si mantiene al di sotto
relativa all’istruzione media
di quello delle altre classi. E’ invece netto
l’incremento per la fascia di utenza delle scuole medie superiori.
Tabella 11 - Classi di età scolare incremento dal 2004 al 2007
Classi di età
scolare
0-2
3-5
6 - 10
11 - 13
14 - 18
Variazione 07/04
%
2004 2005 2006 2007 assoluto
2366
2254
3434
2053
3127
2433
2393
3472
2128
3284
2603
2407
3694
2130
3448
2657
2468
3817
2182
3575
291
214
383
129
448
12,3
9,5
11,2
6,3
14,3
2.2 LA POPOLAZIONE CON PIÙ DI 65 ANNI
Come già emerso, dal 2004 al 2007 gli anziani over 65 sono aumentati del 3,75%, si osserva
39che tra questi, sono i grandi anziani ovvero gli over 75enni, a registrare un maggiore
incremento.Tabella 12 - Incremento popolazione over 65 anni
2004
2007
65+
75+
65+
75+
maschi femmine
7492
9671
3271
5180
7890
9916
3579
5390
totale
17163
8451
17806
8969
per 100
res.
21,10%
10,40%
20,90%
10,50%
37
Figura 12 – Composizione e andamento della popolazione over 65 anni dal 2004 al 2007
2007
2006
2005
2004
8969
17806
8860
17684
75 e più
65 e più
8661
17435
8451
17163
38
PARAGRAFO 3 – MORTALITA’ E STILI DI VITA
3.1 – MORTALITA’ GENERALE
Le principali cause di morte per tutte le età al 2007 tra i residenti nel distretto di Vignola sono
rappresentate dalle malattie cardiovascolari con 337 casi pari al 38,4% dei decessi totali, dai
tumori con il 30,6% casi e dalle patologie dell’apparato respiratorio con il 5,4%, analogamente
a quanto accade
a livello nazionale, regionale e provinciale. I tassi standardizzati, che
annullano l’effetto del progressivo invecchiamento della popolazione, mostrano per tutte le
cause nel loro insieme un andamento decrescente in entrambi i sessi sia per i valori distrettuali,
provinciali e regionali. Tra distretto e provincia per la mortalità in generale non si rilevano
differenze statisticamente significative rispetto allo standard provinciale per entrambi i sessi.
Tabella 13 - Numero di decessi totali (anno 2007), tassi grezzi e standardizzati per 100.000 abitanti (anni
2003-2007) - Confronto distretto di Vignola e provincia di Modena
Numero decessi
2007
M
F
Totale
Distretto di
Vignola
Provincia di
Modena
Tassi grezzi x 100.000 ab.
2003-2007
M
F
Totale
Tassi standardizzati*
2003-2007
M
F
Totale
422
456
878
1.015
1.017
1.016
823
817
820
3.213
3.503
6.716
996
994
995
841
806
823
* Popolazione di riferimento per tutte le standardizzazioni di mortalità e incidenza tumori: Italia 2001
Fonte: Archivio Provinciale di Mortalità
Elaborazioni: Servizio di Epidemiologia - Dipartimento di Sanità Pubblica AUSL Modena
Tabella 14 - Principali cause di morte dei residenti nel distretto di Vignola: numero dei decessi Anno 2007
Patologie
MALATTIE INFETTIVE
TUMORI
Sesso
Uomini
Donne
Totale
5
4
9
139
130
269
11
11
22
T. colon
9
14
23
T. retto
2
4
6
51
8
59
T. stomaco
T. polmone
T. mammella donna
MAL. GHIAND. ENDOCRINE
MAL. SANGUE E ORG. EMATOP.
DISTURBI PSICHICI
-
25
25
21
24
45
3
2
5
13
31
44
9
22
31
156
181
337
Infarto
31
26
57
Altre mal. ischemiche del cuore
29
28
57
Disturbi circolatori dell'encefalo
MAL. SISTEMA NERVOSO
MAL. SIST. CIRCOLATORIO
36
52
88
MAL. APP. RESPIRATORIO
25
22
47
MAL. APP. DIGERENTE
15
13
28
MAL. APP. GENITO URINARIO
3
7
10
MAL. OSTEOM. E TESS. CONNETTIVO
2
2
4
ALTRE CONDIZ. MORB. PERINATALI
-
1
1
STATI MORBOSI MAL DEFINITI
7
5
12
TRAUMATISMI ED AVVELENAM.
24
12
36
3
1
4
422
456
878
Incidenti stradali
Totale
Fonte: Archivio Provinciale di Mortalità
Elaborazioni: Servizio di Epidemiologia - Dipartimento di Sanità Pubblica AUSL Modena
39
Tabella 15- Trend dei tassi standardizzati* di mortalità per tutte le cause Confronto: distretto di Vignola,
provincia di Modena e regione E-R Anni 1988-2007
2.000
Provincia
Regione
Distretto di Vignola
Uomini
1.500
1.000
500
2006
2007
2006
2007
2005
2004
2003
2002
2001
2000
1999
1998
1997
1996
1995
1994
1993
1992
1991
1990
1989
2.000
1988
0
Provincia
Regione
Distretto di Vignola
Donne
1.500
1.000
500
2005
2004
2003
2002
2001
2000
1999
1998
1997
1996
1995
1994
1993
1992
1991
1990
1989
1988
0
Fonte: Archivio Provinciale di Mortalità
Elaborazioni: Servizio di Epidemiologia - Dipartimento di Sanità Pubblica AUSL Modena
40
Tabella 16 Rapporto tra i tassi standardizzati* di mortalità (CMF) distrettuali sul valore provinciale, tutte le
cause - Anni 2003-2007
Uomin
i
1,25
1
Sassuolo
Sassuolo
Castelfranco
Modena
Modena
Vignola
Mirandola
Mirandola
Pavullo
Carpi
Donne
Carpi
0,75
1,25
1
Castelfranco
Vignola
Pavullo
0,75
* Tassi standardizzati di mortalità x 100.000 abitanti. Standard Italia 2001.
Fonte: Archivio Provinciale di Mortalità
Elaborazioni: Servizio di Epidemiologia - Dipartimento di Sanità Pubblica AUSL Modena
41
3.2 – MORTALITA’ INFANTILE
La mortalità infantile nel distretto di Vignola mostra frequenze abbastanza basse; all’analisi dei
rapporti standardizzati di mortalità (SMR) il distretto di Vignola presenta invece valori simili alla
provincia e alla regione.
Tabella 17 - Mortalità infantile dei residenti nel distretto di Vignola.Numero di decessi - Anni 1995-2007
1995-1997
1998-2002
2003-2007
Tutte le cause
11
17
16
- di cui: malformazioni congenite
2
3
2
- di cui: altre condizioni morbose perinatali
5
13
12
Tabella 18 Mortalità infantile dei residenti nel distretto di Vignola. Confronto del Rapporto Standardizzato
di Mortalità (SMR) regionale, provinciale e distrettuale - Anni 1995-2007
Fonte: Archivio Provinciale di Mortalità
Elaborazioni: Servizio di Epidemiologia - Dipartimento di Sanità Pubblica AUSL
Modena
42
3.3 NEOPLASIE E TUMORI
NEOPLASIE
Secondo i dati del Registro Tumori, nel 2005 le neoplasie più frequenti diagnosticate in
provincia di Modena sono state: negli uomini i tumori della prostata con il 27,9% delle neoplasie
maschili, seguiti dai quelli del polmone 12,9%, e del colon-retto 10,9%; tra le donne i tumori
della mammella 29,3%, seguiti da quelli del colon-retto 16,7%, e del tessuto linfoematopoietico
8,1%.
Analizzando gli andamenti dal 1988 al 2005 dei tassi standardizzati di incidenza per tutti i tumori
si nota lieve aumento sia per la provincia sia per il distretto di Vignola. Da notare che il valore
annuale del tasso distrettuale è soggetto ad ampie oscillazioni annuali a causa dei più bassi
numeri registrati, tuttavia l’andamento analizzato sul lungo periodo è nel complesso simile a
quello provinciale. Il confronto statistico tra i tassi standardizzati per il periodo 2002-2005
mostra che l’incidenza per tutti i tumori per entrambi i sessi del distretto di Vignola non è
significativamente diversa dal punto da quella provinciale.
L’analisi della mortalità distrettuale per i tumori maschili indica che il maggior numero di decessi
si registra per quelli del polmone, prostata e stomaco; tra le donne per mammella, colon e
fegato.
La mortalità standardizzata distrettuale e provinciale per tutti i tumori è in diminuzione per gli
uomini e sostanzialmente stabile per le donne. Nel complesso non vi sono vi sono differenze
significative di mortalità per tutti i tumori tra distretto e provincia nel periodo 2003-2007.
L’analisi dei trend per singolo tumore mostra che a livello distrettuale i tassi standardizzati di
mortalità sono soggetti anch’essi a fortissime oscillazioni annuali, tuttavia il loro andamento nel
lungo periodo è simile a quello dello registrato a livello provinciale e regionale.
43
Tabella 19 Incidenza di neoplasie (anno 2005), tassi grezzi e standardizzati* per 100.000 abitanti (anni 20022005) Confronto: distretto di Vignola e provincia di Modena
Numero casi
2005
F
Totale
M
Tutti i tumori* Distr.Vignola
Prostata
Polmone
Stomaco
Colon
Retto
Mammella
Tassi grezzi x 100.000 ab.
2002-2005
M
F
Totale
Tassi standardizzati*
2002-2005
M
F
Totale
294
246
540
751
558
654
670
522
593
Prov.Modena
2.362
1.948
4.310
734
565
648
680
526
600
Distr.Vignola
82
-
82
178
-
178
160
-
160
Prov.Modena
602
-
602
189
-
189
177
-
177
Distr.Vignola
38
14
52
110
30
70
97
28
62
Prov.Modena
363
123
486
115
33
73
106
31
67
Distr.Vignola
17
6
23
43
21
32
37
19
28
Prov.Modena
116
85
201
37
23
30
33
20
26
Distr.Vignola
22
34
56
70
54
62
63
49
56
Prov.Modena
234
209
443
71
56
63
65
51
58
Distr.Vignola
10
7
17
32
25
29
29
24
26
Prov.Modena
96
60
156
28
20
24
26
18
22
Distr.Vignola
-
72
72
-
162
162
-
154
154
-
562
562
-
169
169
-
160
160
Prov.Modena
* Escluso carcinoma della pelle
Tabella 20 - Decessi per neoplasie (anno 2007), tassi grezzi e standardizzati* per 100.000 abitanti (anni 20032007) Confronto: distretto di Vignola e provincia di Modena
Numero decessi
2007
Stomaco
Colon
Retto
Mammella
Tassi standardizzati*
2003-2007
M
F
Totale
M
F
Totale
M
F
Totale
139
130
269
344
261
302
291
228
258
Prov. Modena
1.157
907
2.064
341
257
298
300
224
261
Distr. Vignola
51
8
59
103
25
64
90
22
55
Prov. Modena
361
110
471
102
30
65
91
27
58
Distr. Vignola
11
11
22
29
19
24
24
16
20
Prov. Modena
75
51
126
25
17
21
22
14
18
Distr. Vignola
9
14
23
26
23
24
22
19
21
Prov. Modena
98
83
181
28
22
25
25
19
22
Tutti tumori Distr. Vignola
Polmone
Tassi grezzi x 100.000 ab.
2003-2007
Distr. Vignola
2
4
6
9
8
8
7
7
7
Prov. Modena
36
28
64
10
8
9
9
7
8
Distr. Vignola
-
25
-
-
40
-
-
36
-
Prov. Modena
-
155
-
-
40
-
-
36
-
* Tassi standardizzati di mortalità x 100.000 abitanti. Standard Italia 2001.
Fonti:
- Incidenza: Registro Tumori della provincia di Modena
- Mortalità: Archivio Provinciale di Mortalità
Elaborazioni: Servizio di Epidemiologia - Dipartimento di Sanità Pubblica AUSL Modena
44
TUTTI TUMORI
Tassi standardizzati* di incidenza**
Tabella 21 - Confronto: distretto di Vignola e provincia di Modena Anni 1988-2005
1250
2005
2004
2002
2001
2000
Provincia
1999
1998
1996
1995
1994
1993
1992
1991
1988
2005
2004
2003
2002
2001
2000
1999
1998
1997
0
1996
0
1995
250
1994
250
1993
500
1992
500
1991
750
1990
750
1989
1000
1988
1000
Vignola
2003
Donne
Provincia
1990
Vignola
1989
Uomini
1997
1250
** Tutti i tumori escluso carcinoma della pelle
Tabella 22 - Tassi standardizzati* di mortalità Confronto: distretto di Vignola, provincia di Modena e
regione Emilia-Romagna. Anni 1988-2007
600
600
* Tassi standardizzati di mortalità x 100.000 abitanti. Standard Italia 2001.
Fonti:
- Incidenza: Registro Tumori della provincia di Modena
- Mortalità: Archivio Provinciale di Mortalità
Elaborazioni: Servizio di Epidemiologia - Dipartimento di Sanità Pubblica AUSL Modena
45
2007
2006
2005
2004
2003
2002
2000
1999
1998
1997
1996
1995
1994
1993
1992
1991
1990
1989
2007
2006
2005
2004
2003
2002
2001
2000
1999
1998
1997
1996
0
1995
0
1994
150
1993
150
1992
300
1991
300
1990
450
1989
450
1988
Provincia
Regione
Distretto di Vignola
Donne
1988
Uomini
2001
Provincia
Regione
Distretto di Vignola
TUMORE DEL POLMONE
Tabella 23 - Tassi standardizzati* di incidenza Confronto: distretto di Vignola e provincia di Modena Anni
1988-2005
250
2005
2004
2003
2001
2000
Provincia
1999
1998
1995
1994
1993
1992
1991
1990
1988
2005
2004
2003
2002
2001
2000
1999
1998
1997
0
1996
0
1995
50
1994
50
1993
100
1992
100
1991
150
1990
150
1989
200
1988
200
Vignola
2002
Donne
Provincia
1989
Vignola
1997
Uomini
1996
250
Tabella 24 - Tassi standardizzati* di mortalità Confronto: distretto di Vignola, provincia di Modena e
regione Emilia-Romagna. Anni 1988-2007
200
200
Uomini
Provincia
Regione
Distretto di Vignola
Donne
150
150
100
100
50
50
Provincia
Regione
Distretto di Vignola
0
* Tassi standardizzati di mortalità x 100.000 abitanti. Standard Italia 2001.
Fonti:
- Incidenza: Registro Tumori della provincia di Modena
- Mortalità: Archivio Provinciale di Mortalità
Elaborazioni: Servizio di Epidemiologia - Dipartimento di Sanità Pubblica AUSL Modena
46
2007
2006
2005
2004
2003
2002
2001
2000
1999
1998
1997
1996
1995
1994
1993
1992
1991
1990
1989
1988
2007
2006
2005
2004
2003
2002
2001
2000
1999
1998
1997
1996
1995
1994
1993
1992
1991
1990
1989
1988
0
TUMORE DELLO STOMACO
Tabella 25 - Tassi standardizzati* di incidenza Confronto: distretto di Vignola e provincia di Modena Anni
1988-2005
125
125
Uomini
Donne
Tabella 26 - Tassi standardizzati* di mortalità Confronto: distretto di Vignola, provincia di Modena e
regione Emilia-Romagna. Anni 1988-2007
120
* Tassi standardizzati di mortalità x 100.000 abitanti. Standard Italia 2001.
Fonti:
- Incidenza: Registro Tumori della provincia di Modena
- Mortalità: Archivio Provinciale di Mortalità
Elaborazioni: Servizio di Epidemiologia - Dipartimento di Sanità Pubblica AUSL Modena
47
2007
2006
2005
2004
2003
2000
1999
1998
1997
1996
1995
1994
1993
1992
1991
1990
1989
2007
2006
2005
2004
2003
2002
2001
2000
1999
1998
1997
1996
0
1995
0
1994
30
1993
30
1992
60
1991
60
1990
90
1989
90
1988
Provincia
Regione
Distretto di Vignola
Donne
1988
Uomini
2002
Provincia
Regione
Distretto di Vignola
2001
120
2005
2004
2003
2001
2000
Provincia
1999
1998
1997
1996
1995
1994
1993
1992
1991
1988
2005
2004
2003
2002
2001
2000
1999
1998
1997
1996
0
1995
0
1994
25
1993
25
1992
50
1991
50
1990
75
1989
75
1988
100
1990
Vignola
100
2002
Provincia
1989
Vignola
TUMORE DEL COLON
Tabella 27 -Tassi standardizzati* di incidenza Confronto: distretto di Vignola e provincia di Modena Anni
1988-2005
125
Tabella 28 -Tassi standardizzati* di mortalità Confronto: distretto di Vignola, provincia di Modena e regione
Emilia-Romagna. Anni 1988-2007
100
100
* Tassi standardizzati di mortalità x 100.000 abitanti. Standard Italia 2001.
Fonti:
- Incidenza: Registro Tumori della provincia di Modena
- Mortalità: Archivio Provinciale di Mortalità
Elaborazioni: Servizio di Epidemiologia - Dipartimento di Sanità Pubblica AUSL Modena
48
2007
2006
2005
2004
2003
2002
2000
1999
1998
1997
1996
1995
1994
1993
1992
1991
1990
1989
2007
2006
2005
2004
2003
2002
2001
2000
1999
1998
1997
1996
0
1995
0
1994
25
1993
25
1992
50
1991
50
1990
75
1989
75
1988
Provincia
Regione
Distretto di Vignola
Donne
1988
Uomini
2001
Provincia
Regione
Distretto di Vignola
2005
2004
2003
2001
2000
Provincia
1999
1998
1996
1995
1994
1993
1992
1991
1988
2005
2004
2003
2002
2001
2000
1999
1998
1997
0
1996
0
1995
25
1994
25
1993
50
1992
50
1991
75
1990
75
1989
100
1988
100
Vignola
2002
Donne
Provincia
1990
Vignola
1989
Uomini
1997
125
TUMORE DEL RETTO
Figura 13 - Trend dei tassi standardizzati* di incidenza Confronto: distretto di Vignola e provincia di
Modena Anni 1988-2005
80
Figura 14 - Tassi standardizzati* di mortalità Confronto: distretto di Vignola, provincia di Modena e regione
Emilia-Romagna. Anni 1988-2007
60
60
* Tassi standardizzati di mortalità x 100.000 abitanti. Standard Italia 2001.
Fonti:
- Incidenza: Registro Tumori della provincia di Modena
- Mortalità: Archivio Provinciale di Mortalità
Elaborazioni: Servizio di Epidemiologia - Dipartimento di Sanità Pubblica AUSL Modena
49
2007
2006
2005
2004
2003
2002
2000
1999
1998
1997
1996
1995
1994
1993
1992
1991
1990
1989
2007
2006
2005
2004
2003
2002
2001
2000
1999
1998
1997
1996
0
1995
0
1994
15
1993
15
1992
30
1991
30
1990
45
1989
45
1988
Provincia
Regione
Distretto di Vignola
Donne
1988
Uomini
2001
Provincia
Regione
Distretto di Vignola
2005
2004
2003
2001
2000
Provincia
1999
1998
1996
1995
1994
1993
1992
1991
1990
1988
2005
2004
2003
2002
2001
2000
1999
1998
1997
0
1996
0
1995
16
1994
16
1993
32
1992
32
1991
48
1990
48
1989
64
1988
64
Vignola
2002
Donne
Provincia
1989
Vignola
Uomini
1997
80
TUMORE DELLA MAMMELLA
Figura 15 -Trend dei tassi standardizzati* di incidenza. Confronto: distretto di Vignola e provincia di
Modena Anni 1988-2005
350
Vignola
Donne
Provincia
280
210
140
70
2005
2004
2003
2002
2001
2000
1999
1998
1997
1996
1995
1994
1993
1992
1991
1990
1989
1988
0
Figura 16 - Tassi standardizzati* di mortalità. Confronto: distretto di Vignola, provincia di Modena e regione
Emilia-Romagna. Anni 1988-2007
120
Provincia
Regione
Distretto di Vignola
Donne
90
60
30
2007
2006
2005
2004
2003
2002
2001
2000
1999
1998
1997
1996
1995
1994
1993
1992
1991
1990
1989
1988
0
* Tassi standardizzati di mortalità x 100.000 abitanti. Standard Italia 2001.
Fonti:
- Incidenza: Registro Tumori della provincia di Modena
- Mortalità: Archivio Provinciale di Mortalità
Elaborazioni: Servizio di Epidemiologia - Dipartimento di Sanità Pubblica AUSL Modena
50
3.4 MALATTIE DELL’APPARATO CIRCOLATORIO
Il gruppo delle malattie dell’apparato circolatorio è un'importante causa di morte e di disabilità
per entrambi i sessi.
L’analisi della mortalità standardizzata indica inoltre che le patologie cardiovascolari hanno un
andamento simile e senza differenze statisticamente significative, sia a livello distrettuale che
provinciale e regionale in entrambi i sessi; in particolare le malattie ischemiche acute di cuore
mostrano un andamento in netta diminuzione più marcata per gli uomini che per le donne; le
forme croniche invece evidenziano un andamento distrettuale altalenante ma tendenzialmente
in crescita per entrambi i sessi nel lungo periodo. In netto calo le malattie cerebrovascolari.
Tabella 29 - Decessi per malattie cardiovascolari (anno 2007), tassi grezzi e standardizzati* per 100.000
abitanti (anni 2003-2007). Confronto distretto di Vignola e provincia di Modena
Numero decessi
2007
M
F
Totale
Tutte cardiov
Tassi grezzi x 100.000 ab.
2003-2007
M
F
Totale
Tassi standardizzati*
2003-2007
M
F
Totale
Distr. Vignola
156
181
337
387
450
419
302
349
326
Prov. Modena
1.105
1.491
2.596
365
431
399
298
336
318
Ischemie
Miocardiche
Acute
Distr. Vignola
31
26
57
72
63
68
60
51
55
Prov. Modena
209
184
393
71
56
63
60
45
52
Altre ischem
del cuore
Distr. Vignola
29
28
57
76
75
76
59
57
58
Prov. Modena
233
267
500
78
74
76
63
57
60
Cerebrovasc
Distr. Vignola
36
52
88
79
118
99
60
92
77
Prov. Modena
235
396
631
76
112
95
62
88
75
* Tassi standardizzati di mortalità x 100.000 abitanti. Standard Italia 2001.
Fonte: Archivio Provinciale di Mortalità
Elaborazioni: Servizio di Epidemiologia - Dipartimento di Sanità Pubblica AUSL Modena
51
Figura 17 - Tassi standardizzati* di mortalità. Confronto: distretto di Vignola, provincia di Modena e regione
Emilia-Romagna. Anni 1988-2007 – Tutte le malattie cardiovascolari
800
800
2007
2006
2005
2004
2003
2002
2000
1999
1998
1997
1996
1995
1994
1993
1992
1991
1990
1988
2007
2006
2005
2004
2003
2002
2001
2000
1999
1998
1997
1996
0
1995
0
1994
200
1993
200
1992
400
1991
400
1990
600
1989
600
1988
Provincia
Regione
Distretto di Vignola
Donne
1989
Uomini
2001
Provincia
Regione
Distretto di Vignola
Figura 18 - Tassi standardizzati* di mortalità. Confronto: distretto di Vignola, provincia di Modena e regione
Emilia-Romagna. Anni 1988-2007 – Infarto Miocardio Acuto
240
240
Provincia
* Tassi standardizzati di mortalità x 100.000 abitanti. Standard Italia 2001.
Fonte: Archivio Provinciale di Mortalità
Elaborazioni: Servizio di Epidemiologia - Dipartimento di Sanità Pubblica AUSL Modena
52
2007
2006
2005
2004
2003
2002
2001
1999
1998
1997
1996
1995
1994
1993
1992
1991
1990
1989
2007
2006
2005
2004
2003
2002
2001
2000
1999
1998
1997
1996
0
1995
0
1994
60
1993
60
1992
120
1991
120
1990
180
1989
180
1988
Regione
Distretto di Vignola
Donne
1988
Uomini
2000
Provincia
Regione
Distretto di Vignola
Figura 19 - Altre malattie ischemiche del cuore
200
200
Provincia
Regione
Distretto di Vignola
2007
2006
2005
2004
2003
2002
2001
2000
1999
1998
1997
1996
1995
1994
1993
1992
1991
1988
2007
2006
2005
2004
2003
2002
2001
2000
1999
1998
1997
1996
1995
0
1994
0
1993
50
1992
50
1991
100
1990
100
1989
150
1990
Distretto di Vignola
150
1988
Provincia
Regione
Donne
1989
Uomini
Figura 20 - Malattie cerebrovascolari
400
400
* Tassi standardizzati di mortalità x 100.000 abitanti. Standard Italia 2001.
Fonte: Archivio Provinciale di Mortalità
Elaborazioni: Servizio di Epidemiologia - Dipartimento di Sanità Pubblica AUSL Modena
53
2007
2006
2005
2004
2003
2002
1999
1998
1997
1996
1995
1994
1993
1992
1991
1990
2007
2006
2005
2004
2003
2002
2001
2000
1999
1998
1997
1996
1995
0
1994
0
1993
100
1992
100
1991
200
1990
200
1989
300
1988
300
1989
Donne
2001
Regione
Distretto di Vignola
1988
Uomini
2000
Provincia
Regione
Distretto di Vignola
Provincia
3.5 MALATTIE DELL'APPARATO RESPIRATORIO
Queste patologie rappresentano la terza causa di morte nel distretto di Vignola, così come in
provincia ed in regione. Il tasso standardizzato di mortalità è oscillante ma tendenzialmente
decrescente sia per gli uomini che tra le donne; non si osservano differenze significative nei
tassi di mortalità distrettuali rispetto a quelli provinciali per entrambi i sessi.
Tabella 30 - Decessi per malattie dell'apparato respiratorio (anno 2007), tassi grezzi e standardizzati* per
100.000 abitanti (anni 2003-2007). Confronto distretto di Vignola e provincia di Modena
Numero decessi
2007
M
F
Totale
Distretto di
Vignola
Provincia di
Modena
Tassi grezzi x 100.000 ab.
2003-2007
M
F
Totale
Tassi standardizzati*
2003-2007
M
F
Totale
25
22
47
80
56
68
62
43
53
261
236
497
78
64
71
62
50
56
Figura 21 - Tassi standardizzati* di mortalità. Confronto: distretto di Vignola, provincia di Modena e regione
Emilia-Romagna. Anni 1988-2007
240
240
* Tassi standardizzati di mortalità x 100.000 abitanti. Standard Italia 2001.
Fonte: Archivio Provinciale di Mortalità
Elaborazioni: Servizio di Epidemiologia - Dipartimento di Sanità Pubblica AUSL Modena
54
2007
2006
2005
2004
2003
2002
2000
1999
1998
1997
1996
1995
1994
1993
1992
1991
1990
1989
2007
2006
2005
2004
2003
2002
2001
2000
1999
1998
1997
1996
0
1995
0
1994
60
1993
60
1992
120
1991
120
1990
180
1989
180
1988
Provincia
Regione
Distretto di Vignola
Donne
1988
Uomini
2001
Provincia
Regione
Distretto di Vignola
3.6 TRAUMATISMI
I traumatismi rappresentano la più importante causa di morte e di disabilità per i giovani al di
sotto dei 40 anni. A queste patologie sono connessi anche elevati costi sociali.
La mortalità standardizzata per traumatismi nel loro complesso e per incidente stradale, dal
1988 al 2007 in diminuzione sia nel distretto di Vignola, che in provincia e in regione EmiliaRomagna. Non risultano differenze significative dal punto di vista statistico dei tassi di mortalità
distrettuali rispetto a quelli provinciali.
Tabella 31 - Decessi per traumatismi (anno 2007), tassi grezzi e standardizzati* per 100.000 abitanti (anni
2003-2007). Confronto distretto di Vignola e provincia di Modena
Numero decessi
2007
M
F
Totale
Tassi grezzi x 100.000 ab.
2003-2007
M
F
Totale
Tassi standardizzati*
2003-2007
M
F
Totale
Traumatismi
e avvelen
Distr. Vignola
24
12
36
47
25
36
42
21
31
Prov. Modena
132
83
215
50
28
39
46
24
35
Incidenti
stradali
Distr. Vignola
3
1
4
13
7
10
12
6
9
Prov. Modena
41
10
51
20
6
13
20
6
13
Figura 22 -Tassi standardizzati* di mortalità. Confronto: distretto di Vignola, provincia di Modena e regione
Emilia-Romagna. Anni 1988-2007. - Tramautismi e avvelenamenti
240
240
Provincia
Provincia
Regione
Distretto di Vignola
Donne
2007
2006
2005
2004
2003
2002
2001
2000
1999
1998
1997
1996
1995
1994
1993
1992
1991
1990
1988
2007
2006
2005
2004
2003
2002
2001
2000
1999
1998
1997
1996
1995
0
1994
0
1993
60
1992
60
1991
120
1990
120
1989
180
1988
Regione
Distretto di Vignola
180
1989
Uomini
Figura 23 - Incidenti stradali
100
100
Provincia
Regione
Distretto di Vignola
Uomini
Provincia
Regione
Distretto di Vignola
Donne
75
75
50
50
25
25
* Tassi standardizzati di mortalità x 100.000 abitanti. Standard Italia 2001
0
55
2007
2006
2005
2004
2003
2002
2001
2000
1999
1998
1997
1996
1995
1994
1993
1992
1991
1990
1989
1988
2007
2006
2005
2004
2003
2002
2001
2000
1999
1998
1997
1996
1995
1994
1993
1992
1991
1990
1989
1988
0
3.7 MALATTIE INFETTIVE
Il dato sulle malattie infettive in genere è sottostimato, a causa della non costante denuncia di
esse. Sicuramente la sottostima è maggiore per le malattie meno importanti dal punto di vista
causale e patologico e per quelle che colpiscono l’infanzia, mentre si possono riportare dati più
certi per quelle più rilevanti. Le malattie qui analizzate rappresentano patologie infettive
importanti come patogenesi e decorso, e dal punto di vista del dato di incidenza non mostrano
frequenze particolarmente elevate.
Essendo bassa la frequenza, il dato annuale è molto instabile e presenta oscillazioni che ne
rendono difficile la lettura dell’andamento e ne inficiano la significatività nel confronto con la
provincia. Tali malattie infatti presentano frequenze relativamente basse intervallate più o meno
ciclicamente da picchi più importanti.
In generale per le malattie infettive Epatiti virali e Salmonellosi di dati di Vignola presentano un
andamento decrescente durante il periodo 1997-2007, rispettivamente inferiori e in linea con i
valori provinciali e regionali. Malaria e Tubercolosi registrano invece andamenti oscillanti a
causa dei bassi numeri che li riguardano.
I dati sulle Meningiti qui presentati si riferiscono unicamente alle forme batteriche, che hanno
un decorso più grave rispetto alle forme virali e frequenza piuttosto bassa. I dati di Vignola
appaiono in netta crescita rispetto ai dati provinciali, ma a causa dei piccolissimi numeri
presentano anche scarsa significatività statistica.
56
Tabella 32 - Frequenza delle principali malattie infettive. Confronto distretto di Vignola e provincia di
Modena
Anni 1997-2007
EPATITI
MALARIA
MENINGITI batt
1997
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
Distr.Vignola
6
6
3
3
2
2
7
3
2
5
3
Prov. Modena
63
71
50
31
42
33
54
34
29
42
40
Distr.Vignola
2
2
2
1
3
0
3
2
2
2
1
Prov. Modena
32
37
42
20
27
18
18
18
11
14
18
1
1
1
2
3
2
1
2
11
9
9
5
12
17
9
7
6
Distr.Vignola
-
1
Prov. Modena
5
12
SALMONELLOSI Distr.Vignola
Prov. Modena
TUBERCOLOSI
2007
46
34
44
20
18
23
27
26
25
10
12
257
351
349
230
217
192
213
229
168
113
134
Distr.Vignola
7
6
5
7
5
5
7
5
14
9
7
Prov. Modena
81
99
85
99
77
74
85
62
79
82
72
Figura 24 - Epatiti: tassi grezzi triennali x100.000 ab. . Confronto distretto di Vignola, provincia di Modena e
regione Emilia-Romagna Anni 1997-2007
16
Vignola
Prov. Modena
Regione ER
12
8
4
0
1997-2000
2001-2004
2005-2007
Fonte: Servizio Igiene Pubblica Rischi Biologici e Regione Emilia-Romagna
Elaborazioni: Servizio Igiene Pubblica Rischi Biologici e Servizio di Epidemiologia - Dipartimento di Sanità
Pubblica AUSL Modena
57
Figura 25 - Malaria: tassi grezzi triennali x100.000 ab. .Confronto distretto di Vignola, provincia di Modena e
regione Emilia-Romagna Anni 1997-2007
8
Vignola
Prov. Modena
Regione ER
6
4
2
0
1997-2000
2001-2004
2005-2007
Figura 26 - Salmonellosi: tassi grezzi triennali x100.000 ab. .Confronto distretto di Vignola, provincia di
Modena e regione Emilia-Romagna Anni 1997-2007
80
Vignola
Prov. Modena
Regione ER
60
40
20
0
1997-2000
2001-2004
2005-2007
Fonte: Servizio Igiene Pubblica Rischi Biologici e Regione Emilia-Romagna
Elaborazioni: Servizio Igiene Pubblica Rischi Biologici e Servizio di Epidemiologia - Dipartimento di Sanità
Pubblica AUSL Modena
58
Figura 27 - Tubercolosi: tassi grezzi triennali x100.000 ab.. Confronto distretto di Vignola, provincia di
Modena e regione Emilia-Romagna Anni 1997-2007
24
Vignola
Prov. Modena
Regione ER
18
12
6
0
1997-2000
2001-2004
2005-2007*
* Dato RER 2007 aggiornato al 29 gennaio 2009
Figura 28 - Meningiti batteriche: tassi grezzi triennali x100.000 ab. Confronto distretto di Vignola, provincia
di Modena e regione Emilia-Romagna Anni 1997-2007
4
Vignola
Prov. Modena
Regione ER
3
2
1
0
1997-2000
2001-2004
2005-2007**
** Dato RER 2007 comprende tutte le malattie invasive batteriche
Fonte: Servizio Igiene Pubblica Rischi Biologici e Regione Emilia-Romagna
Elaborazioni: Servizio Igiene Pubblica Rischi Biologici e Servizio di Epidemiologia - Dipartimento di Sanità
Pubblica AUSL Modena
59
3.8 DIABETE
Tabella 33- Stima dei pazienti diabetici nel distretto di Vignola, numero di diabetici in carico segnalati e
percentuale di presa in carico sul totale stimato. Anno 2007
Diabetici attesi*
anno 2007
Diabetici in carico ai
MMG e CAD segnalati
nel 2007
Percentuale dei
pazienti in carico
MMG+CAD nel 2007
Totale pazienti
presi in carico
anni 1998-2007
Distretto di Vignola
3.754
389
10,4%
1.398
Provincia di Modena
29.818
8.507
28,5%
20.630
* sulla base della prevalenza dei diabetici del 4,4% (Sorveglianza PASSI 2007, Regione E-R)
Figura 29 - Numero di pazienti diabetici segnalati nel distretto di Vignola, per tipologia di assistenza. Anni
1998-2007
600
MMG
CAD
450
300
150
0
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
Fonte: Registro Progetto Diabete
Elaborazioni: Servizio di Epidemiologia - Dipartimento di Sanità Pubblica AUSL Modena
60
Figura 30 - Composizione percentuale per sesso dei pazienti diabetici in carico segnalati nel distretto di
Vignola e nella provincia di Modena. Anni 1998-2007
80
Uomini
Donne
60
% 40
20
0
Vignola
Provincia
Figura 31 - Composizione percentuale per fasce di età dei pazienti diabetici in carico segnalati nel distretto di
Vignola e nella provincia di Modena.Anni 1998-2007
40
Vignola
Provincia
30
%
20
10
0
<45
45-54
55-64
65-74
75-84
85+
Classe di età
Fonte: Registro Progetto Diabete
Elaborazioni: Servizio di Epidemiologia - Dipartimento di Sanità Pubblica AUSL Modena
61
3.9 DEMENZE
Tabella 34 - Stima dei pazienti con demenza nel distretto di Vignola, numero di pazienti in carico segnalati e
percentuale di presa in carico sul totale stimato. Anno 2007
Stima di pazienti
con demenza*
anno 2007
Stima nuovi casi
di demenza
annui
Pazienti
segnalati
nel 2007
% pazienti con
demenza presi in
carico nel 2007
Tot pazienti
segnalati
anni 2002-2007
Distr. di Vignola
1.670
289
37
2,2%
327
Prov. di Modena
13.208
2.283
1.954
14,8%
5.054
* dati stimati dal progetto ILSA, possibile sottostima dei pazienti con 85 anni e più
Figura 32 - Percentuale di utilizzo dei servizi nei pazienti con demenza segnalati nel distretto di Vignola.
Anni 2002 -2007.
100%
Residenze
Centri diurni e/o Villa Igea
Servizi e suss. a domicilio
75%
50%
25%
0%
Vignola
Provincia
Fonte: Registro Progetto Demenze
Elaborazioni: Servizio di Epidemiologia - Dipartimento di Sanità Pubblica AUSL Modena
62
Figura 33 - Composizione percentuale per sesso dei pazienti con demenza segnalati nel distretto di Vignola e
nella provincia di Modena
100
Uomini
Donne
75
% 50
25
0
Vignola
Provincia
Anni 2002 -2007
Figura 34 - Composizione percentuale per fasce di età dei pazienti con demenza segnalati nel distretto di
Vignola e nella provincia di Modena
100
Vignola
Provincia
75
% 50
25
0
<75
>=75
Classe di età
Anni 2002 -2007
Fonte: Registro Progetto Demenze
Elaborazioni: Servizio di Epidemiologia - Dipartimento di Sanità Pubblica AUSL Modena
63
3.10 INFORTUNI SUL LAVORO E MALATTIE PROFESSIONALI
Figura 35 - Unità locali: composizione percentuale per settore produttivo.Confronto tra il distretto di Vignola
e la provincia - Anno 2003
Commercio e servizi
privati e pubblici
Costruzioni
Metalmeccanico
Trasporti
Alimentare
Totale unità locali
Altre industrie
- Vignola: 7.608
Tessile e
abbigliame nto
- Provincia:
Ceramico
Lavorazione
legno
Distretto di Vignola
Provincia di Modena
Lav. agricole
industriali
0
20
40
60
80
Figura 36 - Addetti: composizione percentuale per settore produttivo. Confronto tra il distretto di Vignola e
la provincia - Anno 2003
Commercio e servizi
privati e pubblici
Metalmeccanico
Alimentare
Ceramico
Costruzioni
Totale addetti
Altre industrie
- Vignola: 32.495
Trasporti
- Provincia:
Tessile e
abbigliame nto
Lavorazione
legno
Distretto di Vignola
Provincia di Modena
Lav. agricole
industriali
0
20
40
60
80
Fonte: ISTAT
Elaborazioni: SPSAL - Dipartimento di Sanità Pubblica AUSL Modena
64
Tabella 35 - Infortuni accaduti nelle gestioni INAIL Agricoltura, Industria e Servizi nel distretto di Vignola Anno 2003
Infortuni in ambiente lavorativo
Gruppo
Infortuni
complessivi
senza indenn.
o posiz aperta
totale
12
1
199
1
3
206
37,5
-
-
7
12,1
-
-
temporanei
permanenti
Lav. agricole
186
Alimentare
202
Tessile e abbigliamento
Gravità media
Infortuni in
per infortunio
itinere
*
morti
7
105,9
-
-
27
1
28
77,5
-
-
Ceramico
183
4
7
194
60,8
-
-
Metalmeccanico
235
5
2
242
53,6
-
-
Costruzioni
177
17
9
203
142,4
-
-
Trasporti
180
4
4
188
43,3
-
-
64
3
2
69
84,4
-
-
264
8
3
275
51,3
-
-
12
2
17
31
79,9
-
-
Totale anno 2003
1.537
57
48
1.642
70,2
154
1.796
Totale anno 2002
1.816
38
1
37
1.892
60,7
142
2.034
Totale anno 2001
1.895
51
3
16
1.965
71,7
159
2.124
Totale anno 2000
1.984
70
4
15
2.073
100,7
162
2.235
Lavorazione legno
Altre industrie
Commercio e servizi
privati e pubblici
Non determinati
* definita convenzionalmente come somma della durata effettiva dell'assenza dal lavoro + 75 gg per grado di invalidità riconosciuto
+ 7500 gg per ogni evento mortale
Figura 37 - Indici di incidenza degli infortuni* - Anni 2002-2003. Confronto tra il distretto di Vignola e la
provincia
80
Distretto di Vignola
Provincia di Modena
60
40
20
0
2000
2001
2002
2003
* L’indice di incidenza degli infortuni (n° infortuni per 1.000 addetti) è ottenuto rapportando il numero di
addetti/anno al numero di infortuni indennizzati, esclusi quelli in itinere, quelli accaduti a dipendenti di ditte
con posizione assicurativa collocate fuori dal territorio provinciale e quelli accaduti ad apprendisti e soci di
cooperative di facchinaggio e pesca.
Fonte: Flussi INAIL, elaborazioni: SPSAL - Dipartimento di Sanità Pubblica AUSL Modena
65
Tabella 36 - Malattie professionali per settori produttivi - Anno 2007. Confronto tra il distretto di Vignola e
la provincia
Distretto di Vignola
Gruppo
Agricoltura
Alimentare
Ceramica
Chimica*
Edilizia
Legno
Metalmeccanica
Sanità
Tessile
Altro
Totale anno 2007
Totale anno 2006
Totale anno 2005
Totale anno 2004
Provincia di Modena
N°
%
N°
8
44
15
7
23
2
61
1
3
164
220
145
179
4,9
26,8
9,1
4,3
14
1,2
37,2
0,6
1,8
100
37
88
271
69
310
23
598
33
6
193
1.628
1.289
1.484
1.198
%
2,3
5,4
16,6
4,2
19
1,4
36,7
2
0,4
11,9
100
* comprende anche il biomedicale
Figura 385 - Malattie professionali: composizione percentuale per patologia. Confronto tra il distretto di
Vignola e la provincia - Anno 2007
Ipoacusia
Patologie muscolo-scheletriche
arti superiori
Patologie muscolo-scheletriche
del rachide
Broncopneumopatie
Patologie infettive
Patologie cutanee
Distretto di Vignola
Pneumoconiosi
Provincia di Modena
Tumori
Altro
0
25
50
75
100
Fonte: SPSAL - Dipartimento di Sanità Pubblica AUSL Modena
66
PARAGRAFO 4 - IL LAVORO, I REDDITI E LA POVERTA’ ECONOMICA
Nel presente paragrafo si procederà riportando una sintesi dei dati e delle tendenze della
“Seconda Indagine sulle Condizioni Economiche e Sociali delle famiglie della provincia di
Modena” (ICESmo2) effettuata nel 2006 dal Centro di Analisi delle Politiche Pubbliche
dell’Università di Modena e Reggio Emilia (Capp)4 dai quali è possibile ricavare alcuni spunti
riguardanti la struttura sociale, i livelli di reddito e la sua distribuzione, la povertà economica ed
alcuni aspetti riguardanti aspetti soggettivi del benessere e della qualità della vita.
In particolare in questo lavoro ci si concentra sulle principali differenze, sociali ed economiche,
che emergono dall’indagine tra il territorio di Vignola, il comune di Modena e il distretto di
Sassuolo che sono stati oggetto di sovracampionamento5.
Si ritiene utile riportare questa analisi pur nella consapevolezza dei profondi cambiamenti in atto
determinati dall’attuale congiuntura economica negativa.
4.1 LA STRUTTURA OCCUPAZIONALE
Il territorio di Vignola mostra livelli di occupazione per quanto riguarda la popolazione in età 2564 anni più alti della media provinciale per gli uomini mentre significativamente inferiori per
quanto riguarda le donne.
Tabella 37 – Tassi di occupazione per genere e per area (25 – 64 anni)
Tabella 38 – Stock disoccupati in Provincia di Modena e nei comuni del distretto di Vignola anni 2008 e 2007
4
A cura di Massimo Baldini e Paolo Silvestri
Nei distretti le aree oggetto di indagine sono stati per il distretto di Modena il comune di Modena, per il distretto di
Vignola i cinque comuni dell’Unione Terre di Castelli, per il distretto di Sassuolo i quattro comuni
dell’Associazione dei comuni modenesi del distretto ceramico.
5
67
Tabella 39 - – Stock dei lavoratori in mobilità in Provincia di Modena e nei comuni del distretto di Vignola
anni 2008 e 2007
Dal punto di vista della specializzazione dei diversi settori produttivi il territorio di Vignola è
caratterizzato da una concentrazione del lavoro nelle imprese della manifattura (meccanica e
macchine per il packaging) che impiegano il 50,9% degli addetti.
Prendendo a riferimento la professione del capofamiglia, Vignola
è in linea con la media
provinciale per cui circa un terzo (33,3%) della popolazione – campione presa a riferimento
nella ricerca è rappresentata da pensionati. Seguono gli operai (24,9%) e gli impiegati /
insegnanti (17,2) e i lavoratori indipendenti.
Figura 39 - Distribuzione degli individui del campione per professione del capofamiglia
Altro
2%
Operai
25%
Pensionato
33%
Impiegati /
Insegnanti
17%
Indipendente
18%
Quadro / Dirigenti
5%
68
4.2 I LIVELLI DI REDDITO FAMILIARE
I dati relativi ai livelli di reddito familiare evidenziano che il distretto di Vignola presenta un
andamento in linea con la media provinciale.
Tabella 40 - Valori medi del reddito familiare
E’ possibile approfondire l’analisi disaggregando le informazioni sul reddito equivalente sulla
base dei profili familiari ovvero prendendo a riferimento alcune caratteristiche anagrafiche e
sociali del capofamiglia, piuttosto che il numero dei componenti o titolo di godimento
dell’abitazione.
L’aspetto peculiare della zona è costituito da una maggiore omogeneità nei redditi medi familiari
per quasi tutte le dimensioni osservate il chè dimostra differenze più contenute tra i profili
familiari “forti” e quelli “deboli”.
Figura 40 – Reddito equivalente per genere del capofamiglia.
Considerando il genere del capofamiglia. In media i redditi delle famiglie con persona di
riferimento donna sono più bassi, anche perché spesso si tratta di nuclei costituiti da una
persona anziana che vive da sola; questa differenza è più marcata a Modena e Vignola rispetto
alla media provinciale.
Viceversa Vignola mostra una meno marcata relazione tra il reddito equivalente e la variazione
del numero di componenti del nucleo o la variazione del grado del titolo di studio del
capofamiglia.
L’andamento dei redditi familiari equivalenti per età del capofamiglia evidenzia come a Vignola
(così come a Sassuolo e a differenza del dato della città di Modena) le differenze di reddito fino
a 50 anni sono assai contenute mentre il salto avviene nella classe 41-60 anni.
69
Figura 41 - Reddito equivalente per titolo di godimento dell’abitazione
La proprietà o meno dell’abitazione costituisce un discrimine importante nella condizione
economica delle famiglie (figura 38): il reddito della famiglie in affitto è infatti sistematicamente
più basso, nell’ordine della metà, di quello della famiglie che sono proprietarie dell’abitazione; le
differenze tra la situazione di Vignola e le altre aree della provincia non sono rilevanti.
Figura 42 - Reddito equivalente per luogo di nascita del capofamiglia
Così come negli altri territori il luogo di nascita del capofamiglia dei residenti nel territorio di
Vignola costituisce un'altra fonte di disuguaglianza di tutto rilievo: le famiglie di origine
extracomunitaria sono quelle con peggiore condizione economica, con un reddito che in media è
la metà di quello delle famiglie autoctone, seguite da quelle degli italiani immigrati dal
mezzogiorno (figura 39).
70
Figura 43 - Reddito equivalente per professione del capofamiglia
In linea con il dato provinciale anche nel territorio di Vignola emerge con chiarezza l’ampio
ventaglio dei redditi sulla base della professione del capofamiglia, che va da un minimo per le
famiglie operaie ad un massimo per quelle con capofamiglia dirigente – quadro (con differenze
dell’ordine del doppio); seguono gli indipendenti e, allo stesso livello, le famiglie di pensionati e
degli impiegati – insegnanti.
Figura 44 - Distribuzione delle famiglie per numero di percettori di redditi da lavoro
Molto rilevante ai fini della condizione economica è il numero di percettori di redditi da lavoro.
Circa il 30% di famiglie non ha alcun percettore: si tratta prevalentemente della famiglie di
pensionati. Vignola, subito dopo Sassuolo, ha invece una quota di famiglie con 2 o più percettori
sensibilmente più elevata.
4.3. LA DISUGUAGLIANZA NELLA DISTRIBUZIONE DEL REDDITO FAMILIARE E DEL PATRIMONIO
Considerando alcuni indici strategici di disuguaglianza (la figura seguente mostra l’indice di Gini
che vale 0 nel caso di totale eguaglianza e 1 nel caso opposto) l’’indagine mostra come, dato un
contesto provinciale che presenta minore diseguaglianza del reddito rispetto ai valori medi
nazionali (pari a 0,33), quando si disaggrega l’informazione per zone della provincia emergono
71
differenze di rilievo. Il territoro di Vignola presenta l’indice più basso (ovvero il minor livello di
disuguaglianza relativa).
Figura 45 - Indici di Gini del reddito disponibile equivalente
La tabella seguente propone una analisi di chi sono i “ricchi” nella zona e nelle altre aree della
provincia attraverso l’incidenza, per condizione professionale del capofamiglia, di coloro che
appartengono al 20% delle famiglie con il reddito più elevato.
Tabella 41 - Quota di individui “ricchi” (9° e 10° decile) per professione del capofamiglia
Si evidenzia che a Vignola sono particolarmente diffuse tra i ricchi le famiglie dei dirigenti –
quadri e gli indipendenti. In linea con il dato provinciale solo il 5% di chi vive in famiglie operaie
rientra nella categoria delle famiglie con il reddito più alto.
La relazione tra elevato reddito familiare e livello di istruzione del capofamiglia mostra che la
probabilità di entrare nella fascia dei “ricchi” è doppia per i famigliari dei laureati rispetto alla
media complessiva.
72
Tabella 42 - Quota di individui “ricchi” (9° e 10° decile) per titolo di studio del capofamiglia
I valori dell’indice di Gini riferiti alla distribuzione del patrimonio (tabella 39) sono molto elevati,
ad indicare l’elevata diseguaglianza della sua distribuzione. Le differenze per zona, già
analizzate con riferimento alla distribuzione del reddito, si riflettono con lo stesso ordine anche
nella distribuzione del patrimonio: Vignola (0,548) presenta un valore più basso di quello medio
provinciale.
Tabella 43 - Indice di Gini del patrimonio equivalente per zone
4.4 I LIVELLI DI REDDITO INDIVIDUALE
Nell’analisi dei redditi da lavoro degli occupati più stabili (cioè coloro che hanno lavorato a
tempo pieno per 12 mesi nell’anno di riferimento
- full time full year FT-FY) e che
rappresentano il 90 % degli occupati, emergono le seguenti specificità per il territorio di
Vignola.
Il reddito medio annuale dei lavoratori FT-FY della zona di Vignola presenta valori più bassi dei
corrispondenti valori provinciali con l’eccezione delle retribuzioni degli operai che sono le più
elevate: ne segue che il differenziale tra operai e dirigenti è il più contenuto rispetto agli altri
territori.
Tabella 44 - Reddito medio annuale netto per genere e condizione professionale (lavoratori occupati a tempo
pieno tutto l’anno)
73
La scomposizione del dato per genere mostra che, se nella media provinciale le lavoratrici
guadagnano l’81% dei maschi, a Vignola le differenze sono più contenute (76%).
Analogamente la scomposizione per condizione occupazionale.
Vignola è l’area dove si lavora più ore. La differenza con il dato provinciale non è di poco conto
ed interessa in modo particolare gli uomini. La tendenza a lavorare più a lungo è
particolarmente pronunciata per gli operai e i dirigenti. Nel complesso gli uomini lavorano più
delle donne.
Tabella 45 - Ore medie settimanali di lavoro per genere e condizione professionale (lavoratori occupati a
tempo pieno tutto l’anno)
A fronte di una remunerazione oraria netta di € 9,0 in media provinciale si osservano le
seguenti differenze:
-
i redditi medi degli operai sono in media la metà di quelli dei dirigenti anche se a Vignola
la differenza è meno significativa
-
Vignola è il territorio con la più bassa remunerazione oraria, con una differenza anche di
1,9 euro in meno all’ora per dirigenti e quadri e di 0,6 euro per gli indipendenti.
In conclusione: a Vignola si lavora più ore a settimana ma con una più bassa remunerazione
oraria, che si traduce in un minor reddito da lavoro su base annuale.
Tabella 46 - Reddito orario medio da lavoro per condizione professionale (lavoratori occupati a tempo pieno
tutto l’anno)
Sintetizzando l’area di Vignola, con una struttura produttiva e occupazionale che tende a
riprodurre le caratteristiche medie della provincia, presenta la popolazione meno istruita delle
74
tre aree. Tutte le differenze tra livelli di reddito familiare sono più attenuate, con il risultato
netto di offrire un vantaggio relativo alle categorie sociali che, negli altri contesti, risultano più
deboli e, viceversa, uno svantaggio relativo a quelle più forti. Le famiglie operaie presentano il
reddito medio più elevato tra le stesse famiglie della provincia; lo stesso dicasi per coloro che
non posseggono l’abitazione, per i meno istruiti, per i giovani, le donne e per le famiglie più
numerose. A Vignola tutti i lavoratori (con l’esclusione degli operai) hanno però una più bassa
remunerazione oraria, sicché l’elevato livello del reddito familiare (pari a quello medio della
provincia) è sostanzialmente garantito da un maggior tempo di lavoro (quasi due ore in più alla
settimana). Si tratta di una differenza assai rilevante e che, probabilmente, si riflette sul livello
di soddisfazione delle persone che possono dedicare meno tempo ad altre attività sociali,
culturali e relazionali.
4.5 LA POVERTA’ ECONOMICA
Prendendo a riferimento l’analisi della povertà in senso unidimensionale ovvero correlata
esclusivamente al reddito e considerando povero un individuo il cui reddito disponibile
equivalente della famiglia di cui fa parte inferiore al 60% della mediana della distribuzione
provinciale, Vignola ha una quota di poveri (10,8%) significativamente inferiore sia al totale
provinciale (15,6%) sia a quello delle altre due zone prese a riferimento, ovvero il distretto di
Sassuolo(18,9%) e il comune di Modena (15,1%).
D’altra parte a Vignola molti poveri hanno redditi inferiore al 50% del reddito mediano perché
l’indice di diffusione della povertà a Vignola diminuisce poco quando si passa dalla linea 60%
alla linea 50%.
Figura 46 - Quota di individui poveri in ciascuna area e nel totale della provincia
La probabilità di essere povero non è uniforme nel ciclo della vita ma è decisamente superiore
nei giovani a Vignola come un tutte le zone considerate.
A Vignola il rischio di povertà non aumenta con l’età infatti tra gli anziani si registrano i livelli di
povertà più bassi e la probabilità di essere in povertà è per quasi tutte le classi di età inferiore
rispetto alle medie provinciali, tranne per i quarantenni.
75
Figura 47 - - Diffusione povertà per classe di età dell’individuo
Considerato che la povertà interessa soprattutto i giovani e solo in seconda battuta gli anziani
essa è più diffusa nelle famiglie con almeno un numero di 5 componenti anche se a Vignola la
percentuale degli individui poveri che vive in famiglie numerose è solo del 25% contro il 40%
della città di Modena e della zona delle ceramiche. Per le famiglie di 4 persone la diffusione
della povertà a Vignola si riduce al 4% contro il 20% di Sassuolo e il 13% di Modena.
Figura 48 - - Diffusione povertà per numero componenti
A Vignola come in tutte le aree il rischio di povertà per un individuo che vive in una famiglia
operaia è 6 volte più alto rispetto a chi vive in una famiglia di impiegati o insegnanti e 3 volte
più alto rispetto alle famiglie dei pensionati.
76
Figura 49 - Diffusione povertà per condizione professionale del capofamiglia
Una delle caratteristiche più strettamente correlate con un elevato rischio di povertà economica
è sicuramente costituito dal titolo di godimento dell’abitazione: nel complesso della provincia di
Modena, più del 50% delle persone che vivono in affitto sono povere, contro solo il 5% di chi
vive in proprietà. La quota di affittuari in povertà è più bassa a Vignola (42%), anche se
comunque sempre decisamente superiore al rischio di povertà dei proprietari. Si può quindi
concludere che tra i proprietari della propria abitazione la povertà è un fenomeno assai poco
frequente (6%).
Figura 50- Diffusione povertà per tipo di godimento dell’abitazione.
A Vignola la tipologia di famiglia “povera” più diffusa è quella con almeno due figli minori anche
se l’indice di diffusione è decisamente inferiore al livello raggiunto, per la stessa tipologia, nelle
altre aree. Al contrario è molto più alto del dato provinciale il rischio di povertà per le coppie
senza figli relativamente giovani.
Figura 51 - Diffusione povertà degli individui per tipologia familiare di appartenenza
77
In sintesi sotto il profilo del rischio di povertà a Vignola non solo la povertà è più
contenuta rispetto a Sassuolo e a Modena, ma si distribuisce in maniera più uniforme tra i profili
considerati.
Sembrerebbero fare eccezione le famiglie “povere” in affitto, che sono gravate da un costo,
quello dell’abitazione, che incide in maniera particolarmente pesante sui bilanci, dato un livello
degli affitti (che in questa zona è trascinato da una più ampia superficie media delle abitazioni)
analogo a quello delle altre zone e da un più basso reddito medio delle famiglie povere.
78
PARAGRAFO 5 - CAPITALE SOCIALE
Allo scopo di fornire un quadro territoriale del capitale sociale del distretto si assume qui la
definizione del capitale sociale proposta nel profilo di comunità e nell’Atto di indirizzo della
conferenza Territoriale sociale e sanitaria della Provincia di Modena, ovvero si fa riferimento ad
indicatori che misurino le dimensioni della fiducia, dell’impegno civico, dell’attività di volontariato
e della partecipazione.
In generale gli indicatori sotto riportati evidenziano valori inferiori alla media provinciale.
In primo luogo la presenza di realtà ricreative, associazioni di volontariato e così via rappresenta
un fattore di promozione e di sviluppo del capitale sociale. Rispetto alla media provinciale
Vignola presenta una media inferiore di organizzazioni di volontariato e volontari così come di
associazioni di promozione sociale prevalentemente di ambito sportivo.
Tabella 47 - Organizzazioni di volontariato e volontari in rapporto alla popolazione residente per distretto,
2008
Tabella 48 – Associazioni di promozione sociale iscritte al registro provinciale, 01/06/2008
Tabella 49 – Numero e composizione associazioni di promozione sociale per settore di attività, 01/06/2008
Turismo
5
0
Cultura
39
35
Socio sanitario
3
Analogamente anche il dato sulle cooperative sociali è il più basso della provincia di Modena.
79
Tabella 50 - Cooperative sociali per distretto e tipologia al 01/01/2008
Anche la percentuale di popolazione che dichiara di svolgere attività di volontariato negli ultimi
12 mesi è inferiore alla media provinciale ossia è pari al 10% contro il 13% provinciale.
Infine in riferimento invece all’attività politica il dato distrettuale si attesta esattamente in linea
con la media provinciale ovvero è pari al 4%.
80
II° PARTE – EVOLUZIONE DEI SERVIZI E DEGLI INTERVENTI SOCIALI
PARAGRAFO 1 - IL SISTEMA DI ACCESSO AI SERVIZI E AD AGLI INTERVENTI NELLA ZONA SOCIALE
DI VIGNOLA
Con riferimento all’intero distretto nel corso del 2008 si è provveduto alla definizione
delle linee – guida per la qualificazione del sistema unificato di accesso ai servizi e agli interventi
tramite l’approvazione del “Programma finalizzato per la realizzazione degli Sportelli Sociali”.
Questo nuovo sistema che è in corso di implementazione prende il via dall’impostazione
precedente che prevede, per quanto riguarda il “primo contatto” di chi presenta un bisogno che
necessita della successiva presa in carico, la possibilità di rivolgersi alla pubblica
amministrazione locale in luoghi diversi (Uffici territoriali dell’Unione Terre di Castelli e Uffici
Servizi Sociali dei Comuni Montani – Ufficio Relazioni con il Pubblico dell’ASP – Servizio
Assistenza Anziani – Assistenti sociali dell’ASP – Ospedali per le dimissioni protette).
Tabella 51 - Accesso al sistema: Luogo di primo contatto6
LUOGO DEL PRIMO CONTATTO - 2007
UFFICIO
RELAZIONE
COL PUBBLICO
ASP
NR
%
48
16,84%
59
24,08%
61
29,76%
80
25,97%
ASSISTENTE
SOCIALE
SERVIZIO
ASSISTENZA
ANZIANI
SPILAMBERTO
NR
39
34
37
39
%
13,68%
13,88%
18,05%
12,66%
NR
14
5
16
28
%
4,91%
2,04%
7,80%
9,09%
VIGNOLA
131
21,65%
76
12,56%
322
UNIONE TERRE DI CASTELLI
280
16,99%
139
8,43%
570
ZOCCA
16
15
8
29
15,53%
16,85%
10,96%
21,80%
10
10
23
12
9,71%
11,24%
31,51%
9,02%
37
28
11
38
COMUNITA' MONTANA
APPENNINO MODENA EST
68
17,09%
55
13,82%
8
14,55%
1
1,82%
356
16,94%
195
9,28%
TERRITORIO COMUNALE DI
RIFERIMENTO
CASTELNUOVO R
CASTELVETRO
SAVIGNANO S.P.
GUIGLIA
MARANO S.P.
MONTESE
ALTRO
TOTALE
DIMISSIONI
PROTETTE
OSPEDALIERE
NR
28
18
20
26
%
9,82%
7,35%
9,76%
8,44%
53,22%
54
8,93%
34,59%
146
8,86%
35,92%
31,46%
15,07%
28,57%
12
6
14
11
11,65%
6,74%
19,18%
8,27%
114
28,64%
43
28
50,91%
11
712
33,89%
200
9,52%
UFFICI SERVIZI
SOCIALI
TERRITORIALI
NR
156
129
71
134
ALTRO
TOTALE
NR
285
245
205
308
%
100,00%
100,00%
100,00%
100,00%
%
54,74%
52,65%
34,63%
43,51%
NR
0
0
0
1
%
0,00%
0,00%
0,00%
0,32%
21
3,47%
1
0,17%
605
100,00%
28,80%
511
31,01%
2
0,12%
1.648
100,00%
78,44%
28
29
17
43
27,18%
32,58%
23,29%
32,33%
0
1
0
0
0,00%
1,12%
0,00%
0,00%
103
89
73
133
100,00%
100,00%
100,00%
100,00%
4,90%
4,24%
3,47%
6,33%
10,80%
117
29,40%
1
0,25%
398
100,00%
18,94%
20,00%
4
7,27%
3
5,45%
55
100,00%
2,62%
632
30,08%
6
0,29%
2.101
100,00%
100,00%
Tabella 52 - Accesso al sistema: Competenza per Area del Servizio sociale professionale7
ACCESSO PER AREA - 2007
CASTELNUOVO R
CASTELVETRO
SAVIGNANO S.P.
SPILAMBERTO
VIGNOLA
95
93
53
87
159
33,33%
37,96%
25,85%
28,25%
26,28%
32
49
39
42
92
11,23%
20,00%
19,02%
13,64%
15,21%
158
103
113
179
354
55,44%
42,04%
55,12%
58,12%
58,51%
285
245
205
308
605
100,00%
100,00%
100,00%
100,00%
100,00%
%
SUL TOTALE
DEL
TERRITORIO
13,56%
11,66%
9,76%
14,66%
28,80%
UNIONE TERRE DI CASTELLI
487
29,55%
254
15,41%
907
55,04%
1.648
100,00%
78,44%
GUIGLIA
MARANO S.P.
25
32
24,27%
35,96%
16
10
15,53%
11,24%
62
47
60,19%
52,81%
103
89
100,00%
100,00%
4,90%
4,24%
MONTESE
ZOCCA
9
30
12,33%
22,56%
2
30
2,74%
22,56%
62
73
84,93%
54,89%
73
133
100,00%
100,00%
3,47%
6,33%
COMUNITA' MONTANA
APPENNINO MODENA EST
96
24,12%
58
14,57%
244
61,31%
398
100,00%
18,94%
8
14,55%
19
34,55%
28
50,91%
55
100,00%
2,62%
591
28,13%
331
15,75%
1.179
56,12%
2.101
100,00%
100,00%
AREA
MINORI
TERRITORIO DI RIFERIMENTO
NR
ALTRO
TOTALE
6
7
AREA
ADULTI
%
NR
%
AREA
ANZIANI
NR
%
SUL
TOTALE
DEL
TERRITORIO
TOTALE
%
NR
%
Fonte: Bilancio Sociale Asp anno 2007
Idem
81
13,56%
11,66%
9,76%
14,66%
La tabella 48 evidenzia soprattutto il fatto che le richieste di aiuto da parte della popolazione
anziana abbiano costituito nel 2007 la maggior parte di quelle che sono state inoltrate, in
particolare per quanto concerne il territorio montano.
Partendo dall’assetto sopra descritto nel corso del 2008 è stato avviato il percorso di
realizzazione dello Sportello Sociale.
L’impostazione segue le seguenti linee di indirizzo date dalla normativa nazionale,
regionale e provinciale in base alle quali:
-
occorre istituire sistema informativo dei servizi sociali per assicurare una compiuta
conoscenza dei bisogni sociali, del sistema integrato degli interventi e dei servizi sociali e
poter disporre tempestivamente di dati ed informazioni necessari alla programmazione,
alla gestione e alla valutazione delle politiche sociali (legge 328/2008 art. 21)
-
occorre quindi istituire, in ogni ambito territoriale (…), una porta unitaria di accesso al
sistema dei servizi, tale da essere accogliente nei confronti della più ampia tipologia di
esigenze (Piano sociale nazionale 2001-2003)
-
“(…) è quindi un livello informativo e di orientamento indispensabile per evitare che le
persone esauriscano le loro energie nel procedere, per tentativi ed errori, nella ricerca di
risposte adeguate ai loro bisogni” (Piano sociale nazionale 2001-2003)
-
L'accesso al sistema locale è garantito da sportelli sociali attivati dai Comuni, singoli o
associati (…) in raccordo con le Aziende unità sanitarie locali (…). Gli sportelli sociali
forniscono informazioni ed orientamento ai cittadini sui diritti e le opportunità sociali, sui
servizi e gli interventi del sistema locale, nel rispetto dei principi di semplificazione. I
Comuni organizzano l'attività degli sportelli sociali con modalità adeguate a favorire il
contatto anche di chi, per difficoltà personali e sociali, non vi si rivolge direttamente.
Per bisogni complessi, che richiedono l'intervento di diversi servizi o soggetti, i
competenti servizi attivano gli strumenti tecnici per la valutazione multidimensionale e
per la predisposizione del programma assistenziale individualizzato, compresi il progetto
individuale per le persone disabili ed il progetto educativo individuale per i minori in
difficoltà. (Legge regionale 2/2003 articolo 7 ”Accesso al sistema locale dei servizi
sociali a rete. Istituzione degli sportelli sociali”)
-
“(…) Lo Sportello Sociale costituisce una funzione di integrazione degli accessi al sistema
locale dei servizi sociali. In quanto funzione esso risponde ad un unico centro di
responsabilità a livello di zona, ma si traduce operativamente in molteplici punto fisici di
accesso rivolti alla cittadinanza”. (Piano sociale e sanitario regionale 2005/2007 e
2008/2010)
-
(…) nell’ambito della facilitazione dell’accesso ai servizi (sanitari) deve essere perseguito
un forte raccordo operativo, quando non l’unificazione, con gli “sportelli sociali dei
82
comuni (…) (Atto di indirizzo e coordinamento triennale 2009-2011 della CTSS della
Provincia di Modena).
In primo luogo nel 2008 è stato attivato di un punto di coordinamento collocato presso
l’Ufficio di piano ed è in corso la riqualificazione dei 9 punti di accesso territoriali collocati nelle
sedi territoriali.
Per quanto riguarda gli altri punti di accesso (ufficio relazioni con il pubblico dell’ASP e
dell’AUSL, Ospedali per le dimissioni protette), si è ritenuto opportuno mantenerli come luoghi
di primo contatto ed accesso specifici collegati con gli sportelli sociali attraverso il sistema
informativo, così da permettere il monitoraggio della tipologia di domanda e la messa in rete
delle informazioni e dei collegamenti fra i servizi.
Allo Sportello Sociale sono assegnate le seguenti funzioni:
Funzione di front-office
-
Informazione: fornire risposte alle richieste dell’utente con una informazione aggiornata,
esatta, rapida, estesa e con un linguaggio semplice e chiaro, rispetto a diritti e
opportunità e servizi che offre il territorio.
-
Ascolto – Orientamento: decodifica della domanda e prima lettura dei bisogni del singolo
o del nucleo famigliare che si rivolge allo sportello
Funzione di accompagnamento, ovvero assumere un ruolo attivo nel contatto tra il cittadino e il
servizio
-
Filtro per il servizio sociale professionale: prima accoglienza del bisogno e indirizzo al
servizio sociale professionale. Compilazione scheda di accesso ai servizi per successivo
contatto dell’Assistente Sociale
-
Supporto personalizzato per l’accesso al servizio competente per la presa in carico
(esempio contatto telefonico preventivo)
-
Fissazione appuntamenti telefonici con altri servizi
-
Messa a disposizione degli strumenti informativi (es. depliant) e per l’accesso ai servizi
(es. modulistica) e indicazioni per l’utilizzo
-
Supporto alla attivazione della rete dei servizi socio sanitari integrati per il raccordo e la
integrazione con il sistema della presa in carico e della valutazione al fine di garantire la
continuità assistenziale.
Funzione di gestione diretta di procedure per la fruizione di alcune risorse
Funzione di back – office
- Ricognizione sistema di risorse / offerte di servizi del territorio
-
Prima elaborazione dati per la lettura dei bisogni sociali dei cittadini
-
Promozione / comunicazione dell’offerta dei servizi al cittadino
-
Valutazione: implementazione di percorsi per la valutazione del servizio da parte del
cittadino
83
-
Implementazione della rete finalizzata all’aggiornamento costante delle informazioni
relative ai servizi e alle risorse del territorio.
-
Controllo e monitoraggio della risposta del sistema dei servizi ai bisogni dei cittadini.
84
PARAGRAFO 2 - IL SERVIZIO SOCIALE PROFESSIONALE8
Il Servizio sociale professionale gestito dall’ASP è organizzato nelle aree Minori e Famiglia
e Adulti / Anziani.
Nell’Area Minori nel corso del 2007 sono stati presenti in servizio n. 7 Assistenti sociali. Nel
Servizio è stato presente un Responsabile per 24 ore, mentre per le restanti 12 ore ha svolto il
ruolo di Figura di sistema. Nel corso del 2007 sono stati presi in carico complessivamente n.
1.897 minori e n. 1.083 nuclei familiari.
Tabella 53 - Servizio sociale professionale: utenti minori in carico nell’anno 2007
MINORI
RESIDENZA MONORI
CASTELNUOVO R.
CASTELVETRO
SAVIGNANO S. P.
SPILAMBERTO
VIGNOLA
UNIONE TERRE DI
CASTELLI
GUIGLIA
MARANO S.P.
MONTESE
ZOCCA
COMUNITA' MONTANA
APPENNINO MODENA EST
TOTALE
UTENTI AL
01/01/07
%
NR
184
16,34%
125
11,10%
113
10,04%
161
14,30%
346
30,73%
AMMISSIONI
DIMISSIONI
NR
102
100
64
127
258
%
13,23%
12,97%
8,30%
16,47%
33,46%
NR
114
73
66
92
228
%
16,24%
10,40%
9,40%
13,11%
32,48%
UTENTI AL
31/12/07
NR
%
172
14,39%
152
12,72%
111
9,29%
196
16,40%
376
31,46%
UTENTI
NELL'ANNO
NR
%
286
15,08%
225
11,86%
177
9,33%
288
15,18%
604
31,84%
929
82,50%
651
84,44%
573
81,62%
1.007
84,27%
1.580
83,29%
57
49
14
77
5,06%
4,35%
1,24%
6,84%
32
38
10
40
4,15%
4,93%
1,30%
5,19%
50
31
11
37
7,12%
4,42%
1,57%
5,27%
39
56
13
80
3,26%
4,69%
1,09%
6,69%
89
87
24
117
4,69%
4,59%
1,27%
6,17%
197
17,50%
120
15,56%
129
18,38%
188
15,73%
317
16,71%
1.126
100,00%
771
100,00%
702
100,00%
1.195
100,00%
1.897
100,00%
Tabella 54 - Servizio sociale professionale: nuclei familiari con minori in carico nell’anno 2007
NUCLEI FAMILIARI
RESIDENZA NUCLEI
FAMILIARI
CASTELNUOVO R.
CASTELVETRO
SAVIGNANO S. P.
SPILAMBERTO
VIGNOLA
UNIONE TERRE DI
CASTELLI
GUIGLIA
MARANO S.P.
MONTESE
ZOCCA
COMUNITA' MONTANA
APPENNINO MODENA EST
TOTALE
8
UTENTI AL
01/01/07
%
NR
95
15,15%
78
12,44%
65
10,37%
87
13,88%
189
30,14%
NR
65
58
44
67
150
%
14,25%
12,72%
9,65%
14,69%
32,89%
NR
55
56
39
50
128
%
13,82%
14,07%
9,80%
12,56%
32,16%
514
81,98%
384
84,21%
328
82,41%
570
83,21%
898
82,92%
30
27
8
48
4,78%
4,31%
1,28%
7,66%
19
22
6
25
4,17%
4,82%
1,32%
5,48%
24
17
7
22
6,03%
4,27%
1,76%
5,53%
25
32
7
51
3,65%
4,67%
1,02%
7,45%
49
49
14
73
4,52%
4,52%
1,29%
6,74%
113
18,02%
72
15,79%
70
17,59%
115
16,79%
185
17,08%
627
100,00%
456
100,00%
398
100,00%
685
100,00%
1.083
100,00%
AMMISSIONI
DIMISSIONI
UTENTI AL
31/12/07
NR
%
105
15,33%
80
11,68%
70
10,22%
104
15,18%
211
30,80%
UTENTI
NELL'ANNO
NR
%
160
14,77%
136
12,56%
109
10,06%
154
14,22%
339
31,30%
Fonte: Bilancio Sociale Asp anno 2007
85
Tabella 55
NUCLEI FAMILIARI E MINORI ITALIANI/STRANIERI
NUCLEI FAMILIARI
RESIDENZA NUCLEI
FAMILIARI E MINORI
CASTELNUOVO R.
CASTELVETRO
SAVIGNANO S. P.
SPILAMBERTO
VIGNOLA
UNIONE TERRE DI CASTELLI
GUIGLIA
MARANO S.P.
MONTESE
ZOCCA
COMUNITA' MONTANA
APPENNINO MODENA EST
TOTALE
PERCENTUALE SUL TOTALE
NUCLEI
ITALIANI
ANNO 2007
NR
78
78
48
72
147
423
19
23
11
44
%
15,00%
15,00%
9,23%
13,85%
28,27%
81,35%
3,65%
4,42%
2,12%
8,46%
97
18,65%
520 100,00%
48,01%
NUCLEI
STRANIERI
ANNO 2007
MINORI
TOTALE
NUCLEI
ANNO 2007
NR
82
58
61
82
192
475
30
26
3
29
%
14,56%
10,30%
10,83%
14,56%
34,10%
84,37%
5,33%
4,62%
0,53%
5,15%
88
15,63%
563 100,00%
51,99%
MINORI
ITALIANI
ANNO 2007
MINORI
STRANIERI
ANNO 2007
NR
160
136
109
154
339
898
49
49
14
73
%
14,77%
12,56%
10,06%
14,22%
31,30%
82,92%
4,52%
4,52%
1,29%
6,74%
NR
118
112
75
111
234
650
28
41
17
65
%
14,73%
13,98%
9,36%
13,86%
29,21%
81,15%
3,50%
5,12%
2,12%
8,11%
185
17,08%
151
18,85%
1.083 100,00%
100,00%
801 100,00%
42,22%
NR
168
113
102
177
370
930
61
46
7
52
%
15,33%
10,31%
9,31%
16,15%
33,76%
84,85%
5,57%
4,20%
0,64%
4,74%
166
15,15%
1.096 100,00%
57,78%
TOTALE
MINORI
ANNO 2007
NR
286
225
177
288
604
1.580
89
87
24
117
%
15,08%
11,86%
9,33%
15,18%
31,84%
83,29%
4,69%
4,59%
1,27%
6,17%
317
16,71%
1.897 100,00%
100,00%
Per quanto riguarda l’Area Adulti / Anziani è stato previsto il ruolo del Responsabile di
Area, che nell’anno 2007 ha dedicato a questo compito mediamente 22 ore settimanali.
Nell’Area Adulti nel corso del 2007 sono stati presenti in servizio 4 Assistenti sociali e
nell’Area Anziani sono stati presenti in servizio 9 Assistenti sociali. Il Servizio sociale
professionale Adulti e Anziani si è attivato a favore degli utenti successivamente al momento del
primo contatto e si è occupato nello specifico della presa in carico di adulti di età compresa tra
18 e 64 anni e di anziani di età superiore ai 65 anni. Il Servizio sociale professionale, nell’offrire
un sostegno alla persona ed alla sua famiglia, si è proposto come spazio di ascolto, di
consulenza e di presa in carico. Nel corso del 2007 sono stati presi in carico complessivamente
620 Adulti e 1.454 Anziani come specificato nelle tabelle seguenti:
Tabella 56 - Servizio sociale professionale: utenti adulti in carico nell’anno 2007
RESIDENZA
CASTELNUOVO R
CASTELVETRO
SAVIGNANO S.P.
SPILAMBERTO
VIGNOLA
UNIONE TERRE DI CASTELLI
GUIGLIA
MARANO S.P.
MONTESE
ZOCCA
COMUNITA' MONTANTA
APPENNINO MODENA EST
NESSUNA RESIDENZA
ALTRA RESIDENZA
TOTALE
ADULTI
UTENTI AL
31.12.06
NR
%
44
11,20%
46
11,70%
63
16,03%
73
18,58%
107
27,23%
333
84,73%
12
3,05%
10
2,54%
20
5,09%
16
4,07%
AMMESSI
DIMESSI
%
%
NR
16
34
16
33
63
162
11
7
4
28
7,05%
14,98%
7,05%
14,54%
27,75%
71,37%
4,85%
3,08%
1,76%
12,33%
NR
16
24
29
35
45
149
2
5
3
17
8,38%
12,57%
15,18%
18,32%
23,56%
78,01%
1,05%
2,62%
1,57%
8,90%
UTENTI AL
31.12.2007
NR
%
44
10,26%
56
13,05%
50
11,66%
71
16,55%
125
29,14%
346
80,65%
21
4,90%
12
2,80%
21
4,90%
27
6,29%
UTENTI
NELL'ANNO
NR
%
60
9,68%
80
12,90%
79
12,74%
106
17,10%
170
27,42%
495
79,84%
23
3,71%
17
2,74%
24
3,87%
44
7,10%
58
14,76%
50
22,03%
27
14,14%
81
18,88%
108
17,42%
1
1
393
0,25%
0,25%
100,00%
1
14
227
0,44%
6,17%
100,00%
1
14
191
0,52%
7,33%
100,00%
1
1
429
0,23%
0,23%
100,00%
2
15
620
0,32%
2,42%
100,00%
86
Tabella 57 - Servizio sociale professionale: utenti anziani in carico nell’anno 2007
RESIDENZA
CASTELNUOVO R
CASTELVETRO
SAVIGNANO S.P.
SPILAMBERTO
VIGNOLA
UNIONE TERRE DI CASTELLI
GUIGLIA
MARANO S.P.
MONTESE
ZOCCA
COMUNITA' MONTANTA
APPENNINO MODENA EST
NESSUNA RESIDENZA
ALTRA RESIDENZA
TOTALE
ANZIANI
UTENTI AL
31.12.06
NR
%
NR
%
NR
%
84
111
79
109
234
617
48
43
50
54
10,34%
13,67%
9,73%
13,42%
28,82%
75,99%
5,91%
5,30%
6,16%
6,65%
80
51
67
97
193
488
29
18
33
57
12,46%
7,94%
10,44%
15,11%
30,06%
76,01%
4,52%
2,80%
5,14%
8,88%
80
58
60
97
160
455
25
17
28
50
13,51%
9,80%
10,14%
16,39%
27,03%
76,86%
4,22%
2,87%
4,73%
8,45%
84
104
86
109
267
650
52
44
55
61
9,74%
12,06%
9,98%
12,65%
30,97%
75,41%
6,03%
5,10%
6,38%
7,08%
164
162
146
206
427
1105
77
61
83
111
11,28%
11,14%
10,04%
14,17%
29,37%
76,00%
5,30%
4,20%
5,71%
7,63%
195
24,01%
137
21,34%
120
20,27%
212
24,59%
332
22,83%
0
0
812
0,00%
0,00%
100,00%
2
15
642
0,31%
2,34%
100,00%
2
15
592
0,34%
2,53%
100,00%
0
0
862
0,00%
0,00%
100,00%
2
15
1454
0,14%
1,03%
100,00%
AMMESSI
DIMESSI
UTENTI AL
31.12.2007
NR
%
UTENTI
NELL'ANNO
NR
%
87
PARAGRAFO 3 - SERVIZI PER CIASCUNA AREA DI PROGRAMMAZIONE
A scopo espositivo si è ritenuto opportuno suddividere i servizi per ciascuna area di
programmazione, ovvero:
Area 1. Responsabilità famigliari, capacità genitoriali, diritti dei bambini
Area 2. Promozione del benessere degli Adolescenti e dei Giovani
Area 3. Contrasto alla Povertà e all’Esclusione Sociale
Area 4. Integrazione sociale a favore dei cittadini stranieri immigrati
Area 5. Politiche a favore di Anziani e Disabili
Nonostante la modalità espositiva “per area” si ritiene opportuno evidenziare come molti
degli interventi esposti afferiscano a più aree di intervento poiché rispondono a bisogni non solo
di “categorie” ma, più opportunamente, della persona, della famiglia e della comunità
globalmente intese.
Fonti dei dati quantitativi e qualitativi qui riportati:
-
Piani di zona 2004/2005/2006/2007/2008: tabelle stato di attuazione degli obiettivi e
piani attuativi
-
Report e sintesi di attività dei referenti e responsabili dei servizi interessati
-
Bilancio Sociale ASP 2007.
88
AREA 1 - Responsabilità famigliari, capacità genitoriali, diritti dei bambini
L’esperienza maturata dalla progettazione condivisa prevista dalla L.285/97 sia nel corso
del primo triennio (1998/2000) ed intensificatasi nel secondo triennio (2001/2003) e
successivamente la L. 328/2000, con la realizzazione dei Piani di Zona, hanno favorito sul nostro
territorio la creazione e il rafforzamento di sinergie che hanno permesso di lavorare per la
costruzione di una rete sociale a favore dei minori e delle loro famiglie.
Partendo da una analisi dei bisogni e dalle risorse del territorio, si è giunti a condividere alcuni
principi fondamentali che hanno caratterizzato la programmazione dell’ultimo triennio:
a) la famiglia come risorsa della comunità e quindi l’importanza del suo coinvolgimento e
sostegno
b) il minore quale soggetto di diritti a favore del quale realizzare azioni di valorizzazione,
partecipazione e anche di prevenzione, tutela e recupero
c) la necessità di orientare la progettazione e le azioni in un ottica di sistema di rete che
favorisca l’integrazione delle azioni sociali, sanitarie, educative e del terzo settore, per
questo è stata individuata anche una figura di sistema.
A) SERVIZI EDUCATIVI
SCUOLE PER L’INFANZIA.
Tabella 58 - Minori iscritti alle scuole per l’infanzia a.s. 2007/2008
COMUNI
SCUOLE D'INFANZIA PARITARIE NUMERO SCUOLE D'INFANZIA
PRIVATE CONVENZIONATE
STATALI
NUMERO
SCUOLE
NUMERO
SEZIONI
NUMERO
ISCRITTI
NUMERO
SCUOLE
NUMERO
SEZIONI
NUMERO
ISCRITTI
UNIONE TERRE DI CASTELLI - Territorio di
Castelnuovo Rangone
2
6
147
2
11
277
UNIONE TERRE DI CASTELLI - Territorio di Castelvetro
di Modena
2
4
101
2
9
237
3
10
251
UNIONE TERRE DI CASTELLI - Territorio di Savignano
s/P
UNIONE TERRE DI CASTELLI - Territorio di Spilamberto
1
4
98
2
8
199
UNIONE TERRE DI CASTELLI - Territorio di Vignola
1
3
84
5
25
575
UNIONE TERRE DI CASTELLI - totale
Marano sul Panaro
6
17
430
14
1
63
5
1539
120
Guiglia
1
1
29
2
4
92
Zocca
1
1
21
2
4
95
1
3
70
Montese
Comunità Montana
2
2
50
6
16
377
DISTRETTO
8
19
480
20
79
1916
89
SERVIZI VOLTI ALLA QUALIFICAZIONE DEL TEMPO DI VITA DEL BAMBINO E DELLA FAMIGLIA.
Tabella 59 – Minori Unione Terre di Castelli iscritti a nidi / sezioni primavera e spazi integrativi a.s.
2007/2008
NIDI/SEZIONI
PRIMAVERA
SPAZI INTEGRATIVI (SPAZI
BAMBINI/CENTRI BAMBINI E
GENITORI)
NUMERO NUMERO NUMERO NUMERO ISCRITTI
SCUOLE ISCRITTI SCUOLE
COMUNI
UNIONE TERRE DI CASTELLI - Territorio di
Castelnuovo Rangone
3
100
2
47
UNIONE TERRE DI CASTELLI - Territorio di
Castelvetro di Modena
1
73
UNIONE TERRE DI CASTELLI - Territorio di
Savignano s/P
1
45
UNIONE TERRE DI CASTELLI - Territorio di
Spilamberto
1
47
UNIONE TERRE DI CASTELLI - Territorio di
Vignola
UNIONE TERRE DI CASTELLI - totale
3
191
1
30
9
456
3
77
Tabella 60 – Servizi educativi Comunità Montana
Comune
Denominazione
Marano s.P.
Spazio Gioco Pescegattone
Montese
Spazio Bimbi
Zocca
Ludoteca Peter Pan
Guiglia
(in corso di realizzazione: ludoteca)
90
B) CENTRO FAMIGLIE DELL’UNIONE TERRE DI CASTELLI
Attivo dal 2003, nel periodo 2005/2007 il Centro per le Famiglie dell’Unione Terre di
Castelli ha sviluppato ed implementato la propria attività secondo i seguenti principi – guida e
linee di sviluppo:
considerare come principali destinatari delle attività le famiglie con figli,
porre attenzione alla lettura degli articolati e mutevoli bisogni delle famiglie, in ambito
sociale, relazionale, formativo, nonché pratico, per il fronteggiamento delle complessità
della vita quotidiana e delle fasi di evoluzione e di crisi della famiglia connesse alle
responsabilità familiari e capacità genitoriale,
promuovere l’attivazione di collaborazioni e lavoro di rete fra servizi e terzo settore,
trattando bisogni complessi in modo integrato,
favorire il contatto e coinvolgimento di famiglie di origine straniera,
considerare la famiglia non solo come fruitore ma come soggetto attivo, propositivo, in
una logica di promozione e valorizzazione delle risorse familiari e sociali e sviluppo di
comunità.
Nel corso di questi anni il Centro Famiglie ha realizzato i seguenti servizi e progetti.
- Servizio di mediazione famigliare
In collaborazione con: Asp – Area Minori, Servizio di Psicologia – Azienda Usl
Destinatari: Genitori separati o in via di separazione
Attività: Servizio di consulenza situato presso il CpF, rivolto al singolo o alla coppia di genitori
per raggiungere accordi che riguardano i figli. Intervento a forte valenza preventiva e riduzione
del danno potenziale verso i figli a seguito della crisi familiare. Equipe multisettoriale composta
da: mediatrice familiare CpF, mediatrice familiare Asp, psicologa Ausl.
Tabella 61 –Servizio di mediazione famigliare – dati di attività
N° colloqui
N° famiglie prese in carico
Anno 2006
64
13
Anno 2007
86
22
Anno 2008
92
24
242
59
Totale
- Servizio “Baby sitter offresi – baby sitter cercasi”
In collaborazione con: Centro per l’Impiego sede di Vignola
Destinatari: famiglie con bambini / aspiranti baby sitter
Attività: facilitazione dell’incontro fra domanda e offerta di prestazione di baby sitter attraverso
accoglienza della domanda delle famiglie da parte di entrambi i servizi, gestione e promozione
congiunta.
91
Tabella 62 – Servizio incontro domanda e offerta baby sitter – dati di attività anni 2007
Anno
N° risposte incontro domanda – offerta
2007
22
- Servizio Informativo
Destinatari: Famiglie dell’UTdC
Attività: Il servizio prevede la raccolta, organizzazione e diffusione d’informazioni inerenti le
risorse sul territorio d’interesse per le famiglie e comprende l’apertura dello sportello del CpF,
con operatore dedicato per 24 ore settimanali. Realizzazione materiali informativi sulle iniziative
del CpF rivolti alle famiglie.
- Progetti di auto mutuo aiuto
Progetto Auto mutuo aiuto fra famiglie con bambini disabili
In collaborazione con: Direzione Didattica di Vignola, NPIA e Servizio di Psicologia Azienda Usl,
Esperti del settore.
Destinatari: Famiglie con bambini disabili dell’UTdC
Attività: avvio e consolidamento gruppo di auto-mutuo aiuto fra famiglie sfociato nella nascita di
una Associazione di volontariato di genitori “La coperta corta”.
Collaborazione con l’Associazione per la realizzazione di: incontri formativi con esperti del
settore, ampliamento incontri di auto-mutuo-aiuto, percorsi e opportunità per il tempo libero
rivolte alle famiglie con bambini disabili.
Progetto di Auto –mutuo aiuto fra famiglie con bambini
In collaborazione con: Direzione Didattica di Vignola.
Destinatari: Famiglie con bambini frequentanti le scuole dell’infanzia e primarie di Vignola.
Attività: Sviluppo percorso di auto-mutuo aiuto su tematiche educative e scambio di
“microservizi”, introdotto da iniziali incontri a tema sulla genitorialità condotti da esperti.
- Progetti “Incontro tra culture: promozione di relazioni”
Progetto “Una fiaba all’ora del the”
In collaborazione con: Centro Servizi Cittadini Stranieri e Coordinamento pedagogico -. Nidi
UTdC
Attività (anni 2005/2006 – 2006/2007): incontri rivolti a famiglie italiane e di origine straniera
frequentanti i Nidi dell’UTdC, volti a condividere le fiabe della propria infanzia e ciò che i genitori
raccontano attualmente ai propri figli.
Progetto “Io chi sono”
In collaborazione con: Centro Servizi Cittadini Stranieri, Auris – Biblioteca Comunale di Vignola
Destinatari: Famiglie con bambini da 2 a 5 anni
92
Attività (anni 2007/2008): Percorsi per conoscere e comprendere sempre meglio i nostri figli nel
nostro contesto di società multietnica; 14 Letture animate, laboratori e giochi creativi.
Operatori: educatrici e mediatrici culturali
L’accoglienza delle famiglie con bambini da parte dei servizi
In collaborazione con: Nidi e Coordinamento pedagogico, Centro Servizi Cittadini Stranieri
dell’UTdC, Scuole dell’Infanzia del Distretto.
Destinatari: operatori, famiglie.
Attività: Analisi, condivisione e documentazione delle buone prassi di accoglienza in essere
presso i diversi servizi e tra servizi. Incontri formativi congiunti. Individuazione e sviluppo azioni
congiunte di miglioramento funzione di accoglienza presso i servizi.
- Percorsi a sostegno della genitorialità
Corsi sul massaggio infantile
Destinatari: famiglie con bambini da 3 a 7 mesi
Attività: cicli di 5 incontri dedicati all’apprendimento del massaggio infantile valorizzando la
relazione genitore – figlio (5 edizioni l’anno: una per ogni Territorio dell’Unione)
Percorso “Il salotto delle fate buone”
In collaborazione con Consultorio familiare – Azienda Usl
Destinatari: famiglie con bambini da 6 a 12 mesi
Attività: 8 incontri con opportunità di socializzazione, confronto fra esperienze dei genitori,
incontri con esperti per riflessioni sulle relazioni familiari e la crescita dei figli.
Spazio – incontro autogestito “Gioca con me”
Destinatari: famiglie con bambini da 10 a 36 mesi
Attività: incontro settimanale, gestito da genitori interessati ad incontrarsi per condividere
esperienze, sostenersi nel percorso di crescita dei figli, scambiarsi informazioni e “microservizi”.
Sostegno e supervisione dell’esperienza da parte del personale del Centro.
Progetto “Incanto”
In collaborazione con l’Associazione Amici della Musica di Spilamberto.
Destinatari: famiglie con bambini da 6 mesi a 3 anni.
Attività: Percorso di 11 incontri mirato a sostenere la relazione fra genitore e bambino
attraverso la sensibilizzazione al linguaggio musicale.
Progetto “Piano Andante Forte”
In collaborazione con l’Associazione Amici della Musica di Spilamberto.
Destinatari: famiglie con bambini, di età superiore i 4 anni, che presentano disabilità o patologie
per le quali risulta utile un approccio alla musica.
Attività: Corso di musica individuale di 20 ore annue per bambino, dove lo strumento diventa un
ponte per il miglioramento della comunicazione interpersonale.
93
Percorso per genitori “Relazioni efficaci: è possibile comprendersi?”
Destinatari: genitori
Attività: Percorso di 6 incontri volti ad approfondire temi della relazione educativa nell’età
infantile, valorizzando la dimensione del gruppo di auto-mutuo aiuto con l’aiuto di conduttori –
facilitatori.
Percorso “Ragazzi che genitori!” I e II livello
Destinatari: genitori con figli preadolescenti o adolescenti
Attività: Primo livello: Il percorso di 6 incontri offre informazioni, riflessioni e confronto per
aiutare i genitori a vivere al meglio la delicata fase dell’adolescenza dei figli.
Secondo livello: percorso di 6 incontri rivolto a genitori che intendono continuare l’esperienza
del confronto in gruppo, mettendosi maggiormente in gioco, al fine di approfondire risorse e
difficoltà nel loro rapporto con i figli, verso un cambiamento significativo della relazione.
- Iniziative territoriali in collaborazione con associazioni di genitori
In collaborazione con: Associazione di genitori”La Banda della Trottola”, Associazione di genitori
“La Compagnia del Piffero”, Nidi dell’UTdC, Scuole dell’Infanzia e Primarie.
Destinatari: famiglie con bambini
Attività: sostenere e sviluppare il ruolo attivo e l’impegno delle famiglie nella realizzazione
d’iniziative che diffondono la cultura dell’incontro e della collaborazione fra le famiglie
attraverso:
- la rassegna Teatrale a cura di genitori e bambini “Le Magie del Teatro” e laboratorio di
preparazione teatrale “Ragazzi in cerca d’autore”;
- la partecipazione alle manifestazioni: Bambinopoli, Festa di Halloween, Laboratori Natalizi e
Mercatino della Solidarietà, Mercatini di cambio e scambio giocattoli, ciclo d’iniziative estive nei
parchi “Parchi vivi”.
Tabella 63 – Dati iniziative territoriale e contatti del Centro Famiglie
Numero iniziative
ATTIVITA’
Percorsi a sostegno della genitorialità e
2003/2004
Numero partecipanti
2007/2008 2003/2004 2007/2008
8
46
425
1758
1
4
270
1125
Progetti in collaborazione con Enti e/o
Associazioni
Servizi
Servizio informativo
Servizio Mediazione Familiare
Punto d’ascolto
Incontro domanda – offerta Baby
sitter
94
C) SERVIZI DI SOSTEGNO EDUCATIVO, TUTELA, ADOZIONE E AFFIDO
Sostegno educativo minori a rischio
Interventi educativi individualizzati e di gruppo realizzati dall’area minori dell’ASP (ex
COISS Minori) nei confronti dei minori di fascia 0-17 anni. Sono stati previsti sia interventi diretti
di sostegno tramite la figura dell’educatore che interventi di lavoro di rete coordinato con altre
realtà, sia pubbliche che private presenti sul territorio (scuole, comuni, parrocchie, associazioni
sportive ecc.), con l’obiettivo di creare comunicazione e favorire la cooperazione per un effettivo
superamento della condizione di disagio vissuta da minori e famiglie in difficoltà. Tale progetto
dal 2006 è stato riconosciuto come attività consolidata del servizio che ha visto un
potenziamento di risorse a partire dal 2008 con l’assunzione di un ‘ ulteriore figura di Educatore
professionale.
Tabella 64 – Numero minori coinvolti nel sostegno educativo anni 2004 e 2007
Anno 2004
Anno 2007
Aumento %
47
54
+ 15%
Minori coinvolti nel progetto
Adozione nazionale e internazionale
Il percorso rivolto alle famiglie interessate all’adozione, si è negli anni sempre più strutturato
grazie al supporto della normativa regionale, che ha previsto per alcune azioni la
collaborazione/progettazione a livello sovradistrettuale, nello specifico per quanto riguarda i
corsi di formazione rivolti alle coppie interessate all’adozione che sono gestiti congiuntamente,
tramite convenzione, tra ASP, Ufficio Comune di Sassuolo e Distretto di Pavullo, oltre ad aver
costituito un tavolo di coordinamento e confronto. Inoltre attraverso il tavolo di coordinamento
provinciale sono stati realizzati:
-
il progetto “il bambino adottato a scuola”, che ha visto il coinvolgimento oltre i servizi
sociali anche dell’AUSL e delle scuole;
-
la sottoscrizione di un Accordo Provinciale per la qualificazione delle attività relative alle
adozioni internazionali sottoscritto anche da alcuni Enti autorizzati.
Tabella 65- Adozione nazionale e internazionale dati di attività anni 2004 e 2007
Azioni
“Prima informazione”
Descrizione
E’ stato istituito in ogni distretto uno Sportello Adozioni,
N° coppie
2004
2007
26
32
40
50
24
62
gestito da una Assistente sociale che fornisce le informazioni
sul percorso adottivo alle coppie interessate
Corsi
di
formazione I corsi sono organizzati a livello sovradistrettuale, con sede a
delle coppie adottive
Vignola o Sassuolo. Ogni corso, formato da 6 incontri di c/a
tre ore è condotto da esperti e coordinato da un tutor
Indagine psicosociale
E’ la fase di valutazione della coppia svolta da un’assistente
sociale e uno psicologo. Il percorso prevede 5/6 colloqui e la
visita domiciliare
95
Postadozione
Si garantiscono gli incontri individuali con le coppie che
hanno
adottato
secondo
le
indicazioni
regionali.
32
22
Si
organizzano corsi di sostegno di gruppo post adozione. E’
attiva la collaborazione con i centri per le famiglie che già ora
in alcuni Comuni ospitano i corsi di informazione. Sono stati
attivati progetti mirati
su singoli casi per il sostegno
all’inserimento scolastico.
Programmazione delle iniziative e modalità di controllo e limitazione per ridurre il formarsi di
“liste di attesa”per l’adozione
Tempo di attesa che intercorre, per la coppia tra la fine del corso e l’inizio della indagine
psicosociale è quello stabilito dalla regione: massimo un mese.
Tempo di attesa per le coppie, intercorso tra la richiesta di partecipazione ai corsi e
l‘effettivo accesso agli stessi: circa 2 mesi nella stragrande maggioranza dei casi
Servizi per la promozione e sostegno all’ “Affidamento Familiare”
La promozione e sensibilizzazione della cultura dell’accoglienza in questi anni è
stato
uno degli obiettivi prioritari del territorio, per favorire la nascita di azioni di
solidarietà fra famiglie e nel contempo offrire una risposta qualitativa al minore.
Elemento importante è la pubblicazione della nuova direttiva regionale 846/07 “In
materia di affidamento familiare e accoglienza in comunità di bambini e ragazzi” che
ridefinisce alcuni percorsi e sottolinea la valenza dell’affido familiare.
Tabella 66 – Affido familiare – Azioni realizzate nel distretto anni 2004 e 2007
Azioni
Incontri specifici informativi/formativi con gruppi informali,
associazioni, parrocchie, sia presso il Centro per le famiglie che nei
singoli comuni
N° incontri
2004
4
2007
7
N°
partecipanti
2004
c/a 15
2007
c/a 20
Formazione in istituzione scolastica per sensibilizzare i genitori
all’affido familiare
2
20
Formazione per gli operatori che lavorano presso il Centro per le
famiglie dell’Unione Terre di Castelli
1
5
Numero coppie presenti in banca dati
32
45
Numero minori inseriti in progetti di affido
40
40
96
Attività di contrasto alle forme di violenza e in danno ai minori
Dalla sottoscrizione del Protocollo d’Intesa, a valenza provinciale, per le “strategie di
intervento e prevenzione sull’abuso e la violenza all’infanzia e all’adolescenza” nel corso degli
ultimi 4 anni sono stati organizzati corsi di formazione rivolti a docenti di ogni ordine e grado di
scuola, operatori sanitari e del terzo settore. E’ stata istituita una equipe dedicata, che oltre
ad aver svolto una formazione specifica, è di supporto all’equipe territoriale in merito ai casi più
complessi. E’ stata inserita la figura dell’Esperto giuridico come risorsa fondamentale per gli
operatori sociali. Sono stati definiti i percorsi per la gestione dell’emergenza anche grazie al
Protocollo provinciale su questo tema. Si sono avviate attività di conoscenza e progettazione
con gli operatori delle comunità per minori.
D) SERVIZI DI SOSTEGNO ECONOMICO A FAMIGLIE E MINORI
Dal 2000 l’Area Minori ASP (ex CoISS) collabora con la Regione per la raccolta dei dati relativi
ai minori utilizzando il Sistema SISAM, dati che vengono utilizzati dall’Osservatorio per l’Infanzia
regionale per tracciare un profilo sull’evoluzione della popolazione minorile evidenziando le
criticità. Per quanto riguarda il nostro territorio emerge una criticità legata all’aumento della
povertà che coinvolge gran parte delle famiglie con minori, tanto che per l’area minori dell’ASP
l’assistenza economica è diventata l’attività principale (anno 2007 sono stati seguiti per problemi
economici il 76% dei minori e il 69,34% dei nuclei in carico).
Tabella 67 - Nuclei familiari con minori che hanno presentato richiesta economica
NUCLEI CHE HANNO FATTO UNA RICHIESTA ECONOMICA
RESIDENZA NUCLEI FAMILIARI
Italiani
CASTELNUOVO R.
CASTELVETRO
SAVIGNANO S. P.
SPILAMBERTO
VIGNOLA
UNIONE TERRE DI CASTELLI
GUIGLIA
MARANO S.P.
MONTESE
ZOCCA
COMUNITA' MONTANA
APPENNINO MODENA EST
TOTALE
PERCENTUALE SUL TOTALE
Stranieri
45
45
31
40
89
250
8
16
3
20
%
15,15%
15,15%
10,44%
13,47%
29,97%
84,18%
2,69%
5,39%
1,01%
6,73%
47
15,82%
NR
297
100,00%
39,55%
Totale
74
48
48
68
149
387
24
20
3
20
%
16,30%
10,57%
10,57%
14,98%
32,82%
85,24%
5,29%
4,41%
0,66%
4,41%
67
14,76%
NR
454
100,00%
60,45%
119
93
79
108
238
637
32
36
6
40
%
15,85%
12,38%
10,52%
14,38%
31,69%
84,82%
4,26%
4,79%
0,80%
5,33%
114
15,18%
NR
751
100,00%
100,00%
Dai dati emerge che nel corso del 2007 il 60,45% dei nuclei che si sono rivolti al Servizio
esprimendo un bisogno di tipo economico era di origine straniera, mentre il 39,55% di origine
italiana.
Tabella 68-Nuclei familiari con minori: esito istruttoria richiesta economica
RESIDENZA NUCLEI
FAMILIARI
Istruttoria in corso
IT
CASTELNUOVO R.
CASTELVETRO
SAVIGNANO S. P.
SPILAMBERTO
VIGNOLA
UNIONE TERRE DI CASTELLI
ST
5
6
1
4
9
25
6
5
3
5
12
31
NUCLEI: ESITO ISTRUTTORIA RICHIESTA ECONOMICA
Contributi
Istruttoria
Esito negativo
economici erogati
Restituzione
interrotta da utente
dell’istruttoria
direttamente da
prestiti in corso
ASP
IT
ST
IT
ST
IT
ST
IT
ST
3
1
8
27
11
27
5
5
/
4
6
17
16
8
2
2
1
1
6
10
6
16
6
4
3
15
5
11
11
13
7
10
/
2
12
43
26
41
14
9
7
23
37
108
70
105
34
30
Contributi indiretti
IT
ST
13
15
11
10
28
77
8
12
14
14
42
90
97
GUIGLIA
MARANO S.P.
MONTESE
ZOCCA
COMUNITA' MONTANA
APPENNINO MODENA EST
TOTALE
/
2
/
2
1
7
/
2
2
/
/
5
6
/
/
2
3
2
/
6
4
3
1
5
/
3
3
6
8
3
1
8
/
1
1
/
/
/
/
1
3
8
/
1
5
7
/
2
4
10
7
8
11
13
12
20
2
1
12
14
29
41
14
31
48
121
82
125
36
31
89
104
Tabella 69 - Nuclei familiari con minori: tipologia di contributi economici erogati
NUCLEI FAMILIARI: Tipologie di contributi economici erogati
RESIDENZA NUCLEI
FAMILIARI E MINORI
CASTELNUOVO R.
CASTELVETRO
SAVIGNANO S. P.
SPILAMBERTO
VIGNOLA
UNIONE TERRE DI CASTELLI
GUIGLIA
MARANO S.P.
MONTESE
ZOCCA
COMUNITA' MONTANA
APPENNINO MODENA EST
TOTALE
CONTRIBUTI IN
DENARO
PRESTITI
SULL’ONORE
CONTRIBUTI PER
UTENZE/AFFITTO
italiani
stranieri
italiani
stranieri
3
4
2
3
12
24
/
3
1
3
6
3
2
2
14
27
2
1
1
4
4
6
1
3
7
21
/
/
1
/
6
1
4
3
5
19
2
/
/
2
italiani
7
8
3
7
7
32
/
1
2
2
BUONI
ACQUISTO
D’URGENZA
BUONI
ACQUISTO
TOTALE
stranieri
italiani
stranieri
italiani
stranieri
italiani
stranieri
10
8
9
4
11
42
3
1
/
4
1
5
3
2
4
15
/
/
1
1
5
1
2
5
7
20
/
1
/
3
1
7
1
2
7
18
/
/
/
1
8
3
6
6
20
43
/
2
/
3
16
30
10
17
37
110
/
4
5
7
35
16
23
20
57
151
7
5
1
16
7
8
1
4
5
8
2
4
1
5
16
29
31
35
22
23
37
50
17
24
19
48
126
180
E) PROGETTI DI RETE
Progetto di rete “Essere al mondo, mettere al mondo: una rete che accoglie”
Rivolto a famiglie in attesa e con bambini piccoli residenti nel Distretto di Vignola e volto
al consolidamento e ampliamento della collaborazione fra servizi sanitari, sociali, educativi e
terzo settore, per un lavoro di rete fra servizi che sostenga e accompagni le famiglie lungo il
percorso della genitorialità, secondo un approccio integrato alle problematiche.
Soggetti coinvolti: Azienda Usl (Consultorio familiare, Settore Psicologia Clinica, Medici medicina
generale, Unità pediatrica di Distretto); Unione Terre di Castelli (Centro per le Famiglie, Centro
Servizi Cittadini Stranieri, Servizi Educativi per la prima infanzia, Servizi Sociali); Comunità
Montana Modena Est (Centro Servizi Cittadini Stranieri, Servizi Sociali); Azienda Servizi alla
Persona “G. Gasparini” – Area minori (ASP); Centro Servizi Volontariato di Modena – Distretto di
Vignola; Commissione Pari Opportunità di Savignano sul Panaro; Associazione di volontariato
“La via lattea”.
Nell’ambito del progetto sono stati attivati i seguenti servizi:
1. Punto d’Ascolto per il sostegno alla genitorialità situato presso il Centro per le Famiglie
e condotti da equipe socio- sanitaria con funzioni di: ascolto, consulenza, sostegno,
informazione, personalizzazione percorsi e orientamento ai servizi.
Anni 2006 –2007: Numero richieste: 79; numero colloqui effettuati: 211
Anni 2007 –2008: Numero richieste: 50, numero colloqui effettuati 122
2. Percorsi rivolti ai neo - genitori finalizzati a trattare le tematiche della relazione e cura
genitore – figlio e alla prevenzione, intercettamento precoce del disagio post –parto, condotti da
equipe socio –sanitaria – educativa.
Anni 2006 – 2007: 4 edizioni per un totale di 12 incontri; famiglie partecipanti: 56
Anni 2007 –2008: 2 edizioni per un totale di 8 incontri, famiglie partecipanti: 28
98
Progetto di sviluppo di comunità “Famiglie e solidarietà”
In collaborazione con: ASP – Area Minori, Centro Servizi Volontariato, Centro Servizi
Cittadini Stranieri, Comune di Savignano s.P. Libera Associazione Genitori, Associazione “Noè”,
Associazione “Momo”, Associazione “Il Faro”, Associazione “Il Cammino – Cesav”, Associazione
“Gruppo Idee Nuove, Associazione “Insieme a noi tutti”, Associazione “Abito di Salomone”,
Banca del Tempo di Vignola, Banca del Tempo di Spilamberto, Parrocchia di Brodano,
Parrocchia di Mulino.
Destinatari: famiglie dell’UTdC, in modo particolare famiglie neo- residenti; organizzazioni di
volontariato locale.
Attività: Promozione di forme di cittadinanza attiva, verso una comunità accogliente,
rivolgendoci alle nuove famiglie che arrivano sui Territori dell’Unione attraverso:
1) realizzazione di focus group, interviste e questionari rivolti alle famiglie (sia italiane, sia
di origine straniera), finalizzati a individuare i bisogni delle famiglie neo- residenti (Primo
Territorio coinvolto per la sperimentazione: Savignano s.P.)
2) percorso formativo per operatori e volontari, di approfondimento sui temi della
conduzione interviste e gruppi di discussione
3) realizzazione di documentazione e iniziativa pubblica di diffusione risultati emersi
dall’analisi dei bisogni
4) realizzazione di una “mappa” dei punti di riferimento per l’accoglienza dei neo-residenti a
Savignano
5) individuazione, progettazione e promozione di nuove azioni di accoglienza rivolte ai neoresidenti sul Territorio di Savignano, da realizzarsi sempre in collaborazione fra servizi e
terzo settore.
99
AREA 2 - Promozione del benessere degli Adolescenti e dei Giovani
Il tema principale riguarda la possibilità dei giovani, tra i 12 ed i 34 anni, di essere
protagonisti delle comunità in cui vivono, studiano e lavorano, passano le ore del tempo libero.
Gli interventi e i progetti rivolti agli adolescenti e ai giovani dell’Unione Terre di Castelli e della
Comunità Montana sono stati avviati e costituiti nell’ambito delle leggi nazionali degli anni
Novanta e sono stati successivamente inseriti nel Piano Attuativo 2004 del Piano di Zona per il
sociale in un’ottica di forte integrazione tra la progettazione relativa a tre aree:
-
area delle responsabilità famigliari
-
area della promozione del benessere degli adolescenti e dei giovani
-
area promozione stili di vita sani e prevenzione del consumo / abuso di sostanze.
Gli interventi cui di seguito si fa riferimento sono da leggersi quindi in stretta continuità con gli
interventi della altre aree sopra citate poiché il target di riferimento minori e/o giovani tra i 12 e
i 34 anni attiene a tutte le aree.
Le principali linee di progettazione e di intervento delle politiche giovanile del
distretto nel periodo 2005/2007 sono state:
1.
Consolidare e rafforzare l’organizzazione dei servizi delle politiche giovanili e del
personale ad essa dedicati.
In modo particolare si è scelto di confermare il coordinamento delle attività e del personale in
capo ai due enti locali che svolgono le funzioni inerenti in forma associata per conto dei 9
comuni del distretto (Unione Terre di Castelli e Comunità Montana) e la presenza di operatori
giovanili (già mediatori di età).
Nel territorio dell’Unione Terre di Castelli si è provveduto ad una modifica complessiva
dell’assetto organizzativo attraverso il passaggio ad una gestione diretta di tutti i servizi delle
politiche giovanili. Nel territorio della Comunità Montana si è confermata la scelta di
collaborazione con un operatore giovanile per ciascun comune e un coordinatore.
Tabella 70 – Operatori delle politiche giovanili del distretto anni 2004 e 2008
Unione Terre di Castelli
Numero operatori giovanili
Comunità Montana
2004
2008
2004
2008
Convenzione con
7
4
4
1
1
1
Associazione
Figura di coordinamento
1
Ciascun operatore ha operato sul proprio territorio in modo continuativo intervenendo presso:
-
i gruppi dei pari nei luoghi di aggregazione naturale secondo modalità di relazione di tipo
informale e proponendo disponibilità all’ascolto, attività e facilitazioni in percorsi ricreativi
100
-
i giovani che accedono spontaneamente ai centri di aggregazione e di informazione al
fine del loro coinvolgimento alla partecipazione attiva nelle iniziative, alla valorizzazione del
tempo libero
-
le associazioni giovanili e i gruppi musicali per la realizzazione di iniziative comuni
-
la comunità adulta e il terzo settore al fine di attivare e organizzare le risorse
2. Consolidare, sviluppare e qualificare l’attività dei Centri giovani degli enti locali
Tabella 71 – Centri di aggregazione del distretto di Vignola – dati di attività anni 2004 e 2008
2004
2008
NUMERO DI CENTRI GIOVANI
6
9
MEDIA ORE DI APERTURA SETTIMANALI
8
12
PRESENZA MEDIA DEI RAGAZZI
25
30
Tabella 72 – laboratori educativi presso i centri di aggregazione del distretto – dati di attività anno 2008
2008
LABORATORI E PERCORSI CREATIVI
37
N° MEDIO GIOVANI AI LABORATORI CREATIVI
15
ALTRI EVENTI
90
N° PRESENZE AGLI EVENTI
1400
Nota:. Per il 2004 non sono disponibili dati organici utili alla comparazione.
3. Organizzare eventi ed attività territoriali con i gruppi formali e informali 12/34 anni in stretta
collaborazione con associazioni, altri settori degli enti locali (come cultura, sport, turismo …)
Tabella 73- Attività territoriali delle politiche giovanili del distretto anno 2007
N° EVENTI ORGANIZZATI IN COLLABORAZIONE
ASSOCIAZIONI E GRUPPI
NUMERO PRESENZE AGLI EVENTI
CON ALTRE ASSOCIAZIONI E/O GRUPPI
CONTATTATI
ORGANIZZATI CON GRUPPI E/O
ASSOCIAZIONI
45
05
13.000
Nota: dati anno 2007. Per il 2004 non sono disponibili dati organici utili alla comparazione
4.
Sostenere e rafforzare il percorso scolastico
Tabella 74 – Interventi di sostegno al percorso scolastico nel distretto anni 2004 e 2007
Numero ore annuali di Numero medio presenze
attività
per anno scolastico
2004
2007
2004
2007
Sportelli d’Ascolto scolastici Comunità Montana
70
80
70
80
Dopo scuola Momo – Vignola (*)
504
504
58
62
Dopo scuola Faro – Savignano (*)
//
420
30
32
(*) I progetti doposcuola Momo e Faro comprendono anche interventi extrascolastico di doposcuola e attività ricreative per bambini
delle scuole primarie (6-10 anni).
101
5.
Realizzare incontri educativi rivolti a genitori e insegnanti
Tabella 75- Incontri educativi rivolti a genitori anni 2004 e 2007
2004
2007
Unione Terre di Castelli
Unione Terre di Castelli
Incontri formativi per genitori e insegnanti -
Incontri sulla genitorialità organizzati dal Centro
Educare in adolescenza nell’ambito del progetto
per le Famiglie
“Non Voglio Mica la Luna”
“Progetto Insegnanti Innovativi” Asp
Comunità Montana
Comunità Montana
Incontri su temi specifici connessi all’uso di
Attività dello Sportello d’Ascolto rivolta ad
sostanze
insegnati e genitori
6. Realizzare progetti di educazione alla partecipazione fra i quali i Consigli Comunali dei
ragazzi e Consulta giovani dell’Unione TdC
E’ in corso di attivazione la Consulta Giovani dell’Unione Terre di Castelli il cui progetto è in
corso di implementazione. I destinatari sono i giovani tra i 15 e i 28 anni residenti sul territorio
dell’Unione.
Nel corso del 2008 gli operatori giovanili hanno intrapreso un percorso formativo ad hoc ed
hanno contattato:
-
le associazioni giovanili di ciascun comune
-
i giovani che frequentano i centri di aggregazione
-
le scuole superiori del distretto dove è prevista la presentazione del progetto all’interno
di 20 classi
Il progetto è sostenuto dal Ministero per le Politiche Giovanili.
7. Realizzare progetti di sviluppo / formazione in collaborazione con i servizi sanitari
-
con servizi “Spazi Giovani Consultorio” e Centri Adolescenza
Nel corso del 2007 è stato istituito un gruppo di coordinamento tra referenti dei servizi Spazi
Giovani Consultorio e Centri Adolescenza dell’Ausl e Politiche Giovanili dei Distretti di Vignola,
Sassuolo e Pavullo. Il gruppo ha promosso ed organizzato un seminario di auto – formazione sui
servizi sociali e sanitari rivolti agli adolescenti di livello sovra – distrettuale ed ha programmato
un convegno sul tema della gestione delle emozioni nel lavoro con gli adolescenti e sul lavoro
di rete.
- con servizi Dipendenze Patologiche
Nel corso dei piani di zona 2006/2007/2008 è stato evidenziato come un bisogno del territorio la
formazione per gli operatori coinvolti nel lavoro di prevenzione in forma integrata tra servizi
sociali e sanitari.
102
Si è costituito un gruppo di lavoro formato dai referenti delle politiche giovanili, del Servizio
dipendenze patologiche, del Servizio Spazio Giovani e Centro Adolescenze dell’Ausl e dalla figura
di sistema che a partire dal febbraio 2008 si è ritrovato con cadenza mensile.
Il gruppo ha definito: i bisogni per la formazione congiunta, le linee tematiche, ha incontrato
diversi possibili formatori e sta defininendo l’avvio del percorso formativo. Parallelamente ha
lavorato rispetto ad una mappatura delle azioni di prevenzione realizzate nel periodo
01/09/2007 – 31/08/2008.
Tabella 76 - Dati di attività del Gruppo di lavoro sulla Formazione degli operatori nell’ambito della
prevenzione
Componenti del gruppo
1 Referente del Nuovo Ufficio di Piano per l’Area Programmazione
2 coordinatori politiche giovanili Unione Terre Castelli e Comunità Montana
1 psicologo SDP – Ausl
1 psicologo Ausl – Spazio Giovani e Centro Adolescenza
1 Figura di sistema / Responsabile Aree Minori dell’Asp
Numero incontri
7
Fasi di lavoro
1° definizione dei bisogni formativi
2° definizione dei partecipanti alla formazione
3° ricerca e analisi dei possibili formatori
4° incontri con i formatori
5° raccolta dei preventivi di spesa
6° mappatura azioni / interventi periodo 01/09/2007 – 31/08/2008
8. Promuovere il Servizio Civile Nazionale
L’Unione Terre di Castelli e la Comunità Montana partecipano annualmente ai bandi di
progettazione nazionali per il servizio civile rivolto ai giovani tra i 18 e i 28 anni.
Tabella 77 – Servizio Civile Nazionale – Numero volontari nel distretto di Vignola anni 2005, 2006 e 2007
Ragazzi avviati al servizio civile
Unione Terre di Castelli
Comunità Montana
Anno 2005
//
4
Anno 2006
//
7
Anno 2007
9
6
I ragazzi svolgono un servizio per il periodi di 12 mesi e per un monte ore settimanale di 30 ore.
I progetti riguardano i settori:
-
assistenza e educazione
-
cultura
-
tecnico.
9. Promuovere iniziative di formazione comune degli operatori
Gli operatori hanno partecipato a diversi momenti di formazione distrettuali / provinciali /
regionali inerenti:
103
-
anno 2007: “I giovani migranti dei centri di aggregazione giovanile della Provincia di
Modena”, ricerca – azione condotta dalla Provincia di Modena;
-
anno 2008: “La partecipazione giovanile”, formazione per la realizzazione del Forum
Giovani dell’Unione Terre di Castelli;
-
anno 2008: “I diritti e i doveri dei minori” percorso di formazione da parte dell’esperto
giuridico dell’Area Minori dell’Asp.
10. Partecipare a iniziative di carattere provinciale
Anno 2006 - 2007 - Progetto provinciale CREA, di valorizzazione della creatività giovanile.
Anno 2007 – 2008 Progetto di messa in rete delle Sale Prova Musicali (In corso di realizzazione)
11. Allestire sedi dei centri di aggregazione giovanile
L’Unione Terre di Castelli ed i comuni associati hanno provveduto alla ristrutturazione e alla
realizzazione delle sedi dei 4 Centri Giovani e delle aree ad esse adiacenti (si veda Skate Park di
Castelnuovo).
La Comunità Montana ha ottenuto nel 2006 un finanziamento regionale per il progetto “Oltre i
sensi: nuovi media, nuovi luoghi” che ha permesso la riqualificazione delle sedi degli Spazi
Giovani mediante l’acquisto di dotazioni tecnologiche e strumentali più adeguate.
Gli enti locali hanno posto in essere convenzioni con associazioni giovanili (Lavabo, Scuola di
Musica M.Riva …) per la gestione delle sale prove musicali.
Nel 2008 è stato ottenuto un finanziamento regionale che verrà utilizzato per la ristrutturazione
di un centro polifunzionale a Zocca e del Centro Giovani di Castelvetro.
104
AREA 3 - Contrasto alla Povertà e all’Esclusione Sociale
L’analisi dei bisogni e del territorio all’avvio dei piani di zona 2005/2007 evidenziava come la
casistica delle situazioni afferenti ai servizi sociali con richieste e segnalazioni di tipo economico,
lavorativo, di disagio abitativo fosse rappresentata:
da un lato da nuclei familiari mono-reddito o con redditi nella fascia della soglia della povertà e
con figli minori,
dall’altro da soggetti adulti, anche singoli, che per caratteristiche sociali, anagrafiche, difficoltà
relazionali o psico-fisiche restano ad un certo punto esclusi dal mondo del lavoro o comunque
sperimentano grandi difficoltà nel mantenimento di una attività lavorativa e conseguentemente
dell’alloggio.
Il territorio del Distretto di Vignola, anche per le sue caratteristiche geografiche (zona di
pianura densamente popolata, zona pedemontana e montana a minore densità di popolazione e
con maggiori distanze e difficoltà di percorrenza), esprime problematiche di “disagio abitativo”
nel territorio dell’Unione Terre di Castelli, spesso associato a problematiche lavorative e sociosanitarie; disagio che risulta meno significativo sul territorio della Comunità Montana che risente
invece maggiormente della carenza di opportunità lavorative adeguate ed accessibili.
A) INTERVENTI VOLTI A GARANTIRE EQUITÀ DELLE CONTRIBUZIONI
Le diverse Amministrazioni competenti ad erogare nel territorio del Distretto di Vignola
interventi e servizi socio-assistenziali e socio-sanitari integrati hanno realizzato l’obiettivo di
introdurre l’applicazione della normativa relativa all’Indicatore della Situazione Economica
Equivalente a tutti gli interventi e servizi di carattere socio-assistenziale
e di assistenza
economica.
Sul territorio dell’intero distretto, pertanto, sono stati approvati regolamenti uniformi per
l’accesso e per la compartecipazione degli utenti alla spesa relativi all’intera materia socioassistenziale.
B) INTERVENTI DI ASSISTENZA ECONOMICA
La spesa nel nostro distretto (che comprende contributi di sussistenza, pagamento
utenze, prestiti sull’onore,contributi per l’affitto, rimborso acquisto medicinali, buoni acquisto
generi alimentari, buoni latte, assegno di maternità, assegno a famiglie numerose, minimo
garantito per anziani, contributi per il mantenimento in strutture socio - assistenziali, ecc.) si
distingue in tre grandi aree:
105
1. assistenza economica a famiglie con minori
Tra il 2004 e il 2007 è aumentato il numero dei nuclei famigliari con minori in carico ai servizi
per problematiche di tipo economico.
Tabella 78 – Incremento percentuale dei Nuclei con minori in carico ai servizi per problemi economici
2004
2007
435
751
Numero nuclei con minori
Variazione %
72,6%
Tabella 79 – Tipologie di contributi economici erogati nell’anno 2007 a nuclei famigliari con minori
Residenza
Contributi
in Prestiti
denaro
sull’onore
italian strani
i
Unione Terre di 24
Contributi per Buoni
italiani strani
eri
utenze
per Buoni
/ acquisto
acquisto
affitto
d’urgenza
italiani strani
italian strani
eri
Totale
eri
i
eri
italiani strani
italiani strani
eri
eri
27
21
19
32
42
15
20
18
43
110
151
7
8
1
4
5
8
2
4
1
5
16
29
31
35
22
23
37
50
17
24
19
48
126
180
Castelli
Comunità
Montana
Totale
2. assistenza economica ad adulti
Tra gli adulti coloro che hanno usufruito di interventi economici nell’anno 2007 sono stati 57. E’
significativa la percentuale di coloro che ne hanno usufruito per problematiche connesse alle
dipendenze (23%).
Tabella 80 – Assistenza economica ad adulti nel distretto di Vignola anno 2007
Utenti
del
Servizio
Dipendenze Interventi
economici
ad
Totale
Patologiche che hanno usufruito di adulti in disagio sociale
contributi economici
Numero
%
Numero
Numero
Unione Terre di Castelli
11
35
46
Comunità Montana
2
9
11
Totale
13
23
44
77
57
3. assistenza economica a disabili e anziani
Nell’area disabili e anziani si evidenzia come la percentuale maggiore di contributi siano stati
erogati per interventi a sostegno della domiciliarità.
106
%
100
Tabella 81 – Assistenza economica anziani e disabili nel distretto di Vignola anno 2007
Disabilità
Territorio
Unione Terre Castelli
Comunità Montana
Totale
Anziani
Ass. cura
disabili
Ass. cura
anziani
Minimo
garantito
15
2
17
Dato non
disponibile
380
17
2
19
Totale
Contributi su Contributi per
proposta
pagamento
dell’assistente
rette in
sociale
struttura
16
52
4
13
20
65
107
501
C) INTERVENTI PER INSERIMENTO LAVORATIVO E PROGETTI PERSONALIZZATI INSERIMENTO LAVORATIVO
Il progetto è stato avviato, in fase sperimentale, nel 2004 ed è proseguito negli anni
2005, 2006, 2007 e 2008 integrandosi con gli obiettivi di coordinamento dell’integrazione
lavorativa previsti dalla programmazione regionale.
L’obiettivo di questo progetto è quello di favorire, per il principale tramite dell’accesso al
mondo del lavoro, il passaggio da posizioni di dipendenza assistenzialistica espressa da soggetti
deboli in condizione di disagio sociale, a posizioni di autonomia partecipata.
La rete istituzionale del progetto è costituita da enti locali (Unione Terre di Castelli e
Comunità Montana), ASP, Provincia di Modena (Centro Impiego), Servizio Dipendenze
Patologiche e Centro Salute Mentale dell’Ausl.
Il Servizio Inserimento Lavorativo dell’Area Handicap dell’ASP è individuato come soggetto
gestore dell’attività, al quale sono state affidate anche le funzioni di coordinamento. Lo stesso
servizio garantisce le azioni di tutoraggio delle esperienze operative previste nei progetti
personalizzati predisposti.
Tabella 82 - Utenti in carico al Servizio Inserimento lavorativo suddivisi per attività
FORMAZIONE IN SITUAZIONE PROGETTI OCCUPAZIONALI CONSULENZA E
TOTALE
ANNO
INSERIMENTO AL LAVORO
E MANTENIMENTO
ORIENTAMENTO
2004
23
10
49
82
2005
37
23
55
115
2006
56
16
78
150
2007
95
16
65
176
Nell’anno 2008 si sono avviate le azioni previste nel “Protocollo d’intesa tra la Provincia di
Modena – Azienda USL – Comuni capi distretto; per l’inserimento al lavoro delle persone con
disabilità ex L. 68/99, con particolare attenzione alle persone con disabilità psichica e
multiproblematicità” sottoscritto il 27/06/2007.
Tra i casi presentati e in carico è da segnalare l’incremento significativo degli utenti inviati dal
Servizio di Salute Mentale:
-
6 sono i casi presentati nel 2006, primo anno dell’esperienza operativa allargata al CSM;
-
27 sono i casi in carico nell’anno 2007;
-
32 sono i casi in carico ad agosto 2008.
In progressivo aumento anche i progetti personalizzati di inserimento lavorativo come
evidenziato nella tabella seguente.
108
Tabella 83 - Progetti Personalizzati Inserimento Lavorativo - dettaglio attività anni 2005- 2007
2005
2006 2007 2008 (luglio)
N° casi segnalati per l’accesso al progetto
42
66
94
98
N° complessivo percorsi personalizzati attivati
35
52
78
75
N° assunzioni conseguite
10
9
27
12
N° incontri gruppo tecnico
10
15
16
10
Per quanto riguarda l’inserimento lavorativo rivolto ai minori nel 2004 è stato sottoscritto
un accordo tra Centro per l’impiego e ASP minori per facilitare l’accesso al mondo del lavoro dei
minori che vivono situazioni di difficoltà familiare o per i quali è stato emesso un provvedimento
del Tribunale, che prevede borse lavoro, tirocini formativi, apprendistato. E’ stato siglato anche
un accordo tra Unione, Scuole Superiori, Centro Impiego e associazioni datoriali per la
realizzazione di borse studio estive rivolte a ragazzi di età compresa tra i 16 e 18 anni, che
hanno difficoltà scolastiche e sociali.
D) INTERVENTI IN AMBITO ABITATIVO.
Azioni per agevolare e sostenere accesso al mercato dell’affitto per fasce deboli
Si fa riferimento ad azioni basate sull’integrazione di vari strumenti:
-
meccanismi incentivanti per i proprietari di alloggi,
-
sostegno economico per i casi di difficoltà economica,
-
azioni di assistenza sociale e mediazione culturale tese anche a qualificare il contributo
di sostegno alla locazione previsto dalla legge 431/98.
L’obiettivo è il sostegno nel reperire soluzioni abitative nel libero mercato delle locazioni
(Legge 431/98), per favorire l’incontro tra la domanda e l’offerta, in collaborazione con tutti i
soggetti a vario titolo coinvolti nel sistema (Agenzie Immobiliari, rete dei Servizi Sociali, Centro
Stranieri). L’Ente locale svolge un ruolo di coordinamento/accompagnamento. Titolari dei
rapporti contrattuali restano i proprietari degli immobili ed i locatari.
Il progetto, denominato “Affitto Sicuro” si rivolge ai cittadini in difficoltà economicosociale in carico ai Servizi Sociali o dagli stessi segnalati, soggetti a sfratto o che necessitano di
reperire una soluzione abitativa e non hanno accesso al libero mercato senza supporto sociale
e/o economico da parte dei Servizi.
Nella realizzazione operativa del progetto sono coinvolti, ognuno per le proprie specifiche
professionalità: i Servizi Sociali territoriali e le Politiche Abitative dell’Unione Terre di Castelli,
l’ASP, il Centro Servizi Stranieri, che costituiscono la rete dei servizi d’equipe.
Concretamente il progetto è formulato in tre possibili tipologie d’intervento.
Tipologia A) fondata sul sostegno economico per l’inquilino e garanzie economiche per il
proprietario
109
Tipologia B) offre una polizza assicurativa per danni all’immobile, responsabilità civile verso terzi
per proprietario e inquilino, oltre che per difesa legale a favore del proprietario e sostegno
economico all’inquilino
Tipologia C) unisce il sostegno e le garanzie delle tipologie A) e B), a fronte della stipula di un
contratto d’affitto e relativo canone conformi ai Patti Territoriali Concordati (art.2, comma 3
L.431/98).
Tabella 84 – Dati di attività progetto “Affitto Sicuro” anni 2007 e 2008
2007
2008
Numero contratti di garanzia stipulati;
12
11
Numero contratti di garanzia stipulati differenziati in
A) 6
A) 8
base alle tre diverse tipologie
B) 2
B) 2
C) 4
C) 1
Per l’emergenza abitativa acuta, gestita mediante la disponibilità di alcuni alloggi specifici
in modo separato ed indipendente dall’ERP al fine per l’appunto di un uso esclusivo per
l’emergenza in quanto tale limitata nel tempo e regolata da criteri ad hoc, ci si è orientati verso
soluzioni volte al superamento di questa tipologia di risposta, attraverso gli strumenti di
sostegno economico e di facilitazione all’accesso del mercato sopradescritti. Infatti, l’esperienza
maturata localmente ha evidenziato alcune criticità: in particolare una tendenza all’accettazione
“passiva” da parte degli assegnatari degli attuali alloggi adibiti, in alcuni territori, all’emergenza
abitativa, senza una sufficiente attivazione personale finalizzata all’autonomia.
Tabella 85 – Alloggi assegnati nel territorio dell’Unione Terre di Castelli – Confronto anno 2004 e anno 2007
alloggi ERP
alloggi non ERP
alloggi di emergenza abitativa
2007
2004
2007
2004
2007
Castelnuovo 10
20
20
7
1
1
Castelvetro
19
Savignano
21
1
1
Spilamberto 84
91
4
1
Vignola
147
147
1
9
1
Tot. Unione 241
298
19
10
2
2004
9
25
110
D) CONTRIBUTI SUL FONDO SOCIALE PER L’AFFITTO UNIONE TERRE DI CASTELLI
Tabella 86 – Contributi sul Fondo sociale per l’affitto Unione Terre di Castelli – Confronto anno 2004 e 2007
Anno 2004
TERRITORIO
Anno 2007
domande
domande
erogato
presentate
accolte
Castelnuovo R.
160
149
Castelvetro
174
Savignano s/P
erogato
presentate
accolte
125.196,48
230
214
174.166,29
148
125.176,64
155
150
123.842,03
161
143
126.019,73
215
207
178.323,12
Spilamberto
158
147
131.158,66
217
203
166.900,67
Vignola
534
506
446.164,87
597
583
499.684,30
Totali
1.187
1.093
953.716,38
1414
1357
1.142.916,41
E) INTERVENTI PER LA FORNITURA DI BENI DI PRIMA NECESSITÀ

Tra il 2004 e il 2007 si sono rafforzati i rapporti con il terzo settore per favorire una
risposta a bisogni primari quali quelli legati a beni di prima necessità, in particolare con il Banco
Alimentare, l’associazione Abito di Re Salomone, l’associazione Overseas, lo Sportello d’Ascolto
di Spilamberto, Caritas di Marano, Castelvetro, Savignano, Zocca. Si è avviata una
collaborazione tra ASP e Coop Estense con il progetto “Brutti ma buoni” .
111
AREA 4 - Integrazione sociale a favore dei cittadini stranieri immigrati
A) SERVIZI INFORMATIVI - ORIENTATIVI
Sono interventi realizzati in convenzione con l’associazione Overseas per attività di:
-
assistenza nella compilazione di pratiche amministrative in collaborazione con l’Ufficio
Territoriale del Governo Prefettura di Modena – e/o la Questura;
- segretariato sociale;
- informazioni ed orientamento ai servizi ed alle opportunità del territorio.
Nel corso del 2007 l’attività della rete degli sportelli informativo - orientativi presenti sul
territorio si è significativamente ampliata rappresentando sempre più un punto di riferimento
strategico per i cittadini stranieri.
L’aumento si è registrato sia in riferimento al numero delle persone che accedono agli sportelli,
sia in merito alla quantità di accessi per persona. E’ stato potenziato il personale, ampliato
l’orario di apertura di alcuni sportelli e individuate sedi più idonee.
Tabella 87 - Accessi agli sportelli informativi anni 2005-2007 - Unione Terre di Castelli
Vignola
Castelnuovo
Spilamberto USL
Spilamberto
Rangone
Overseas
2005 2006 2007 2005 2006 2007 2005 2006 2007 2005 2006 2007
gen
107
257
334
30
164
139
9
17
17
9
45
63
feb
123
182
338
41
119
172
9
18
12
25
50
73
mar
73
189
522
51
171
308
9
10
11
8
73
121
apr
108
156
316
45
150
201
8
8
4
10
34
103
mag
91
149
415
30
112
209
8
8
6
15
65
54
giu
90
111
333
29
86
151
4
0
6
13
62
86
t
592
1044 2258 226
802
1180 47
61
56
80
329
500
lug
77
199
350
48
124
188
5
4
10
10
49
100
ago
82
159
295
15
90
118
5
11
5
10
45
95
set
134
210
528
38
151
256
2
9
7
16
80
116
ott
92
334
535
55
175
231
11
7
5
14
110
120
nov
97
451
478
57
212
253
14
8
6
10
72
148
dic
188
256
432
84
96
195
14
7
5
40
45
90
107
94
180
730
1169
subto
totale 1262 2653 4876 523
1650 2421 98
112
Tabella 88 - Accessi agli sportelli informativi anni 2005-2007 - Comunità Montana
ZOCCA
GUIGLIA
TOTALI
2005
2006
2007
2005
2006
2007
2005
2006
2007
gen
47
92
169
20
51
55
67
143
224
feb
32
71
152
15
67
67
47
138
219
mar
31
80
136
12
60
115
43
140
251
apr
35
76
162
11
62
54
46
138
216
mag
40
55
146
17
40
82
57
95
228
giu
35
81
141
14
62
51
49
143
192
sub tot
220
455
906
89
342
424
309
797
1330
lug
35
109
139
14
68
44
49
177
183
ago
42
87
79
5
18
21
47
105
100
set
41
130
207
14
54
70
55
184
277
ott
49
176
193
33
39
70
82
215
263
nov
40
129
240
14
60
83
54
189
323
dic
54
115
169
44
58
57
98
173
226
1201
1933
213
639
769
694
1840
2702
TOTALE 481
113
B) AZIONI VOLTE ALL’ACCOGLIENZA DI MINORI STRANIERI E DI SOSTEGNO AL SUCCESSO FORMATIVO DEGLI
ALUNNI STRANIERI
A partire dal 2001 gli enti locali hanno destinato una parte consistente dei Piani Sociali per
l’Immigrazione a supporto del successo formativo dei minori stranieri di recente immigrazione.
Dopo le attività di sportello, le attività di alfabetizzazione sono la seconda voce nei bilanci dei
piani immigrazione, in linea con quanto la Regione ha indicato a partire dal 2005, ponendo la
centralità degli interventi sui minori e sulle donne.
Negli ultimi tre anni, sono stati coinvolti complessivamente 100 alunni per anno scolastico, la
maggior parte dei quali arrivati in Italia da pochissimi mesi o in corso d’anno.
Si garantisce anche un servizio di coordinamento e di consulenza rivolto alle scuole di ogni
ordine e grado in merito agli interventi da attuare per favorire l’inserimento ed il successo
formativo dei minori stranieri e delle loro famiglie.
Tabella 89 – Ore di alfabetizzazione anni dal 2005 al 2007
Ore di alfabetizzazione per anno
2005
1250 h
2006
1800 h
2007
1800 h
Accanto a questa attività di base, ormai consolidata negli anni, nell’a.s.2006/2007 e 2007/2008
L’Unione Terre di Castelli ha finanziato due importanti e consistenti progetti.
Il progetto “Integr-azione” rivolto agli alunni del Polo Superiore di Vignola, che presenta la
peculiarità già da diversi anni di una presenza molto elevata di alunni stranieri (211 nell’anno
scolastico 2007/2008 solo nell’Istituto “Primo Levi”, pari al 20,85% del totale, anche se nel
professionale maschile tale rapporto sale al 44%).
Il progetto, scandito in 5 diverse azioni tra loro coordinate (Azione 1 Formazione docenti; azione
2 accoglienza studenti stranieri; azione 3 apprendimento studenti stranieri; azione 4
apprendimento studenti stranieri che conoscono le basi della lingua italiana; azione 5 rapporti
con le istituzioni e la società in genere) è il risultato di un confronto approfondito tra le
Istituzioni Scolastiche (Scuola secondaria di primo grado, scuola superiore), il Laboratorio di
Innovazione didattica e documentazione dell’Unione Terre di Castelli, il CTP di Vignola,
l’Associazione Libera Età “Natalia Ginsburg” – Distretto di Vignola, al fine di creare un sistema
integrato d’azione volto a garantire vera integrazione tra studenti e famiglie italiane e straniere.
114
Tabella 90 – Quadro dei finanziamenti del progetto “Integr-azione anni dal 2006/2007 al 2008/2009
2006/2007
Finanziamenti
a Euro
36.000
integrazione delle risorse Regione
scolastiche
2007/2008
dalla Euro
38.500
2008/2009
Unione Euro
Emilia Terre di Castelli
12.000
Unione
Terre di Castelli
Romagna – Assessorato
Istruzione
Costi complessivi
€ 65.000,00
€ 60.000,00
40.000,00
Il progetto di continuità 0 – 18 anni “Ancora in viaggio attraverso le emozioni di bambini e
ragazzi del mondo” che promuove l’incontro ed il lavorare insieme di tutti gli ordini scolastici,
dal nido alle superiori (Nido d’infanzia Cappuccetto Rosso di Vignola, Scuole d’Infanzia “Il Mago
di Oz” e “Peter Pan” di Vignola, Scuola Primaria “I.Calvino” di Vignola, Scuola Media “Muratori”
di Vignola, Istituto d’Istruzione Superiore per l’Agricoltura “L. Spallanzani” di Vignola) e con il
coinvolgimento del centro per disabili “I Portici” di Vignola.
In particolare sono state svolte le seguenti attività:
-
la fase dell’inserimento dei bambini al Nido si è svolta con la presenza di ragazzi italiani
e stranieri ciascuno dei quali ha assunto il ruolo di tutor di uno specifico bambino e ne
ha seguito il percorso emotivo, esperienziale ed educativo per l’intero anno scolastico;
-
dopo aver individuato un tema come “filo conduttore”, sono state organizzate attività
laboratoriali (manipolative, grafico-pittoriche, narrative e musicali) per i bambini del
nido, della scuola d’infanzia e della scuola primaria, condotte dai ragazzi stessi e
preparate in classe con i docenti curriculari di alcune materie come italiano, disegno e
musica;
-
sono stati coinvolti anche i ragazzi diversamente abili del centro I Portici che hanno
gestito due laboratori (per i bimbi del nido e per quelli dell’infanzia);
-
i ragazzi della scuole medie inferiori hanno rielaborato a scuola (in 5 incontri denominati
“il cerchio di narrazione”) l’esperienza vissuta, parlandone liberamente, scambiandosi le
opinioni, approfondendo le emozioni e provando a verbalizzarle;
-
i bambini del Nido sono stati ospitati dalla scuola media e dalla scuola superiore dove si
sono recati per “andare a trovare” i loro ragazzi tutor e dove sono rimasti trascorrendo
la mattina in attività preparate dai ragazzi stessi;
-
Nella festa finale, oltre a vari laboratori per i bambini, sono stati realizzati laboratori di
cucina etnica da parte di genitori stranieri, un concerto a cura dei ragazzi della scuola
media e una rappresentazione teatrale a cura dei ragazzi della scuola superiore.
Di seguito si elencano alcuni indicatori delle attività svolte nell’a.s. 2007/2008 , che si ritengono
significativi della corposità, anche in termini quantitativi, del progetto:
115
Tabella 91 - Soggetti coinvolti nel progetto “Ancora in viaggio attraverso le emozioni di bambini e ragazzi
del mondo” anni 2007/2008
Soggetti coinvolti nel progetto
a.s. 2007/2008
Bambini Asilo Nido
n. 22
Bambini Sc. infanzia
n. 33
Alunni Sc.primarie
n. 50
Alunni Sc. Secondarie 1°grado
n. 60
AlunniTutor Sc. Secondarie.1° grado
n. 10
AlunniTutor Sc. Secondarie.2° grado
n. 16
Alunni Ist. “L.Spallanzani”
n. 22
Ragazzi Centro disabili “I Portici”
n. 26
Famiglie del Nido
n. 22
Famiglie dei Ragazzi Tutor
n. 25
Ragazzi di recente immigrazione
n. 17
Educatrici del nido
n. 3
Personale collaboratore
n. 1
Insegnanti Sc. Infanzia
n. 2
Insegnanti Sc. Primaria
n. 5
Insegnanti Sc. Sec. 1° Grado
n. 5
Insegnanti Sc. Sec. 2° Grado
n. 4
Operatori Centro “I Portici”
n. 15
Ore impiegate dal personale coinvolto
n. 550
Uscite sul territorio
n. 10
Costo annuale del progetto
€ 28.000,00
Fondazione CRV: 12.000,00;
Contributi
Regione Emillia Romagna: € 8.000,00
C) ISTITUZIONE E AVVIO DEL FORUM PER L’IMMIGRAZIONE DELL’UNIONE TERRE DI CASTELLI
Nel mese di aprile 2007 è stato costituito il Forum dell’Unione Terre di Castelli per la
partecipazione dei cittadini stranieri.
Il lungo percorso intrapreso per arrivare alla costituzione del Forum, le assemblee e gli incontri
nei cinque comuni, hanno coinvolto alcune migliaia di persone e suscitato molte aspettative ed
entusiasmo.
116
Tabella 92- Dati elezioni del Forum del 15/04/2007
CASTELNUOVO CASTELVETRO
RANGONE
Aventi
DI MODENA
SAVIGNANO
SPILAMBERTO VIGNOLA
Totale
Totale
%
4.216
100.0
SUL PANARO
M
F
M
F
M
F
M
F
M
F
M
F
385
281
330
218
336
229
493
337
929
678
2.473
1.743
Diritto
0
Votanti
193
Totale
105
298
120
53
101
173
51
220
152
116
368
336
185
553
1.002
510
1.512
35.86
1.512
Votanti
Il Forum
si compone di membri nominati per la componente italiana e di membri eletti a
suffragio diretto con voto libero e segreto per la componente straniera. La componente
straniera del Forum è composta da n.22 eletti.
La componente italiana è composta da:
•
l’assessore alle Politiche dell’Immigrazione dell’Unione;
•
l’assessore alle Politiche Sociali dell’Unione;
•
i cinque Assessori Comunali alle Politiche per l’Immigrazione;
•
n. 1 rappresentante di ogni gruppo consiliare presente nel Consiglio dell’Unione
•
n. 2 membri designati dalle organizzazioni imprenditoriali dei datori di lavoro
maggiormente rappresentative a livello locale;
•
n. 2 membri designati dalle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative a
livello locale;
•
n. 2 rappresentanti del volontariato e dell’associazionismo locale, nominati dal
Presidente dell’Unione;
•
n. 1 rappresentante dell’ASP “G. Gasparini” di Vignola;
•
n. 1 rappresentante del Centro per l’impiego di Vignola;
•
n. 1 rappresentante dei Dirigenti Scolastici delle Istituzioni scolastiche dei Comuni
dell’Unione designato dal coordinamento dei Dirigenti Scolastici;
•
n. 1 rappresentante dell’AUSL – Distretto di Vignola.
Tabella 93 – Sedute del Forum e Iniziative organizzate anni 2007 e 2008
Sedute del Forum
Iniziative organizzate
2007
2008
6
5
30/03/2008 Il Forum c'é - A cena insieme
05/04/2008 Il Forum c'é - Partiamo da lì: il Forum racconta la costituzione
19/04/2008 Il Forum c'é - La questura incontra i cittadini
11/05/2008 Il Forum c'é - Girotondo intorno al mondo
18/05/2008 Il Forum c'é - Fa festa insieme.
21/06/2008 Camminiamo insieme
117
14/12/2008 Il Forum c’è – Tutti a tavola
All’interno del Forum dell’Unione Terre di Castelli sono state nominate Commissioni Tecniche
che si occuperanno di temi specifici e particolarmente rilevanti quali:
-
scuola
-
eventi interculturali
-
supporto alle politiche locali in materia di famiglia.
D) INTERVENTI DI MEDIAZIONE CULTURALE NEI SERVIZI
Dal 2005 si è favorita la presenza della figura del mediatore culturale sia nei servizi alla persona
che nelle scuole.
E) CORSI DI LINGUA D’ORIGINE
Corsi realizzati nel periodo 2004/2007:
-
un corso di lingua araba a Vignola organizzato in collaborazione con l’organizzazione di
volontariato Overseas di Spilamberto con una media di 70 iscritti per annualità;
-
un corso di lingua araba a Castelnuovo, organizzato in collaborazione con il Consolato
Tunisino, con una media di 20 iscritti dall’anno scolastico 2007/2008.
F) SERVIZIO CIVILE REGIONALE PER GIOVANI STRANIERI DELLA COMUNITÀ MONTANA APPENNO MODENA
EST
Oltre al progetto per i giovani cittadini italiani la Comuntià Montana ha presentato nel 2008 un
progetto di Servizio Civile Regionale per n° 2 giovani stranieri.
E’ stata effettuta una campagna informativa nei confronti di tutta la popolazione straniera
residente tra i 18 e i 28 anni. Le volontarie sono state avviate in servizio il 13/10/2008 per 10
mesi per un totale di 25 ore settimanali nel settore assistenza ed educazione del comune di
Guiglia.
G) ATTIVITÀ DI ALFABETIZZAZIONE DEL CENTRO TERRITORIALE PER L’EDUCAZIONE PERMANENTE
Tabella 94 - Totale iscritti a. s. 2007-08 C. T. P. al 31 gennaio 2008
SEDI
ALFABETIZZAZIONE
VIGNOLA
304
SPILAMBERTO
129
CASTELNUOVO RANGONE
127
TOTALI
560
118
H) PROGETTI DI RETE
1. Collaborazione con il Centro per le Famiglie e con il Coordinamento Pedagogico dell’Unione
per la progettazione di alcune iniziative volte a favorire la conoscenza e l’integrazione tra
famiglie: “Una fiaba all’ora del tè”, “Io chi sono?”.
2. Partecipazione al Progetto “Famiglie e solidarietà”, promosso dal Centro per le Famiglie, dal
Centro Servizi Volontariato di Vignola, dall’A.S.P. – Area Minori e da una ventina di associazioni.
Il progetto è volto a promuovere buone prassi nell’ambito dell’accoglienza delle nuove famiglie
residenti.
3. Partecipazione al progetto “Giovani e volontariato” promosso dal Comune di Zocca, dalla
Comunità Montana Modena Est, dal Centro Servizi Volontariato di Vignola volto a promuovere
la cultura del volontariato e della solidarietà.
4. Nel 2008 inoltre l’Unione Terre di Castelli ha aderito a due progetti in collaborazione con la
Provincia di Modena, l’ente di formazione “Modena Formazione”, l’ASL e il Comune di
Castelnuovo Rangone, sul tema della sicurezza alimentare e della sicurezza dei lavoratori nel
comparto delle carni.
119
AREA 5 - Politiche a favore di Anziani e Disabili
INTERVENTI TRASVERSALI A FAVORE DI ANZIANI E DISABILI
•
Il Fondo Regionale per la Non Autosufficienza (FRNA)
Al Nuovo Ufficio di Piano è stata affidata la gestione amministrativa e contabile delle risorse del
Fondo Regionale Non Autosufficienza (FRNA).
•
L’Accesso alla rete dei servizi
Passaggio da punti di informazione / orientamento / accesso alla costituzione dello Sportello
Sociale (dotazione di uno strumento informatico di supporto). Sviluppo di azioni di sistema che
mirano a potenziare l’attività della figura del responsabile del caso, del sistema di accesso,
presa in carico, valutazione integrata/multidimensionale e continuità assistenziale della
popolazione non autosufficiente anziani/ disabili
•
Valutazione / Presa in carico
Avvio di un percorso che prevede il passaggio da un sistema che contemplava una pluralità di
organismi di valutazione integrata sociale e sanitaria a un unico percorso/processo che va dal
momento dell’accesso alla valutazione ed alla presa in carico.
INTERVENTI AREA ANZIANI
AZIONI DI SOSTEGNO ALLA DOMICILIARITA’
•
Incremento dei ricoveri temporanei e di sollievo
-
Qualificazione della risposta finalizzata al sollievo riservando 4 posti dedicati (due presso
la struttura di Vignola e due presso la struttura di Spilamberto) e utilizzando in modo
flessibile nel periodo estivo i posti della Casa Protetta di Montese
-
Introduzione della tariffa agevolata che prevede una quota di 25€ giornalieri a carico
del cittadino e 65€ a carico del FRNA per i primi 30 giorni.
-
Utilizzo numero 3 posti per ricoveri temporanei riabilitativi in Residenza Sanitaria
Assistita (RSA) di Vignola
Ricoveri temporanei e di sollievo
2007
101
83
2006
57
2005
55
2004
0
20
40
60
80
100
120
120
•
Potenziamento e flessibilità della risposta dei Centri Diurni
Potenziamento e flessibilità della risposta dei centri diurni
100
80
60
40
20
0
•
anno 2004
anno 2005
anno 2006
anno 2007
n.posti convenzionati
35
35
40
45
n.utenti
49
64
70
81
Sviluppo del Servizio Assistenza Domiciliare Anziani
- qualificazione delle prestazioni
dell’AUSL,
attraverso maggior integrazione con i servizi domiciliari
intervento immediato dopo la dimissione ospedaliera, formalizzazione del Piano
Individualizzato di Assistenza dove vengono
consulenza, affiancamento, operatività di
declinate le prestazioni di cura, supporto,
almeno 12 ore per tutti i giorni della settimana,
erogazione di pasti e trasporti
n.utenti del servizio assistenza domiciliare anziani
500
tot.431
tot.451
tot.426
tot.395
400
300
129
113
164
200
100
109
231
302
342
313
2006
anno
2006
20072007
anno
0
20042004
anno
20052005
anno
non autosufficienti
autosufficienti
121
•
Sostegno del progetto Dimissioni Protette
Assistente sociale dedicata in Ospedale, e integrazione con il SAD per gli interventi domiciliari
post ospedalieri, con gratuità del servizio nei primi 15 giorni di attività.
250
200
150
100
50
0
n.dimissioni protette integrate
•
anno 2004
anno 2005
anno 2006
anno 2007
150
192
168
182
Sostegno progetto Assegno di cura
Incremento dei beneficiari e delle tariffe giornaliere riconosciute alle famiglie, introduzione da
novembre 2007 del contributo aggiuntivo di 160 € mensili in presenza di assistenti familiari
regolarmente assunte i beneficiari di questo intervento sono stati 25 nel 2007
a cui si
aggiungono 15 nuovi beneficiari nel 2008.
Numero di beneficiari Assegno di Cura
380
390
370
354
€ 676.311,2
350
326
330
310
295
€ 533.397,2
€ 556.525,5
290
270
€ 461.407,2
risorse
economiche
250
anno 2004
anno 2005
anno 2006
anno 2007
122
•
La qualificazione del lavoro di cura delle Assistenti Familiari
- Realizzazione di uno Sportello di Orientamento e Informazione per le famiglie e le assistenti
famigliari, attivo presso la sede dell’ASP di Vignola dell’12/01/2004
Attività dello sportello
Assistenti familiari 1° contatto con lo sportello o con
richiesta di ricollocazione
Famiglie
Anno
2005
83
Anno
2006
196
Anno
2007
276
40
130
197
- Offerta attraverso il Servizio di Assistenza Domiciliare dell’ASP, con operatori appositamente
formati, di programmi domiciliari di sostegno ed addestramento, a favore di assistenti familiari (
attività di tutoraggio). Questi programmi si prevedono per periodi limitati (max 15 giorni di
calendario) ed entro questi tempi il servizio è gratuito.
100
80
60
40
20
0
n.interventi di addestramento
domiciliare
anno 2004
anno 2005
anno 2006
anno 2007
50
48
80
93
- Forte presenza delle Assistenti Famigliari coinvolte nell’assistenza domiciliare ad anziani non
autosufficienti il 23% degli anziani seguiti dal SAD e il 40% delle famiglie che usufruiscono
dell’Assegno di cura si avvalgono dell’aiuto di un assistente famigliare.
- Introduzione da novembre 2007 del contributo aggiuntivo a favore di chi usufruisce
dell’assegno di cura e dell’aiuto di un assistente familiare
in condizione di regolarità del
rapporto di lavoro
- Attività formativa:
Invio di operatori del Servizio di Assistenza Domiciliare e dell’Area Anziani del A.S.P. e
del Servizio Infermieristico Domiciliare del Distretto a corsi per Tutor per Assistenti Familiari;
Organizzazione in collaborazione con
Modena Formazione di percorsi formativi , a
favore di assistenti famigliari in possesso di permesso di soggiorno, di primo livello
per
orientamento al lavoro di cura, associati a lezione lingua italiana
anno
operatori dei servizi
corsi attivati
2004
2006
2006
2007
4
5
2
3
1
1
2
2
123
AZIONI DI SOSTEGNO ALLA RESIDENZIALITA’
•
Strutture residenziali
La copertura dei posti convenzionati sul totale della popolazione > 75 anni residente al
31/12/2007 è pari a 2,89. Come da indicazioni regionali si è intrapreso un percorso di
raggiungimento della copertura dei posti nella misura del 3,08%.
Incremento posti convenzionati dal 2004 al 2007
260
255
250
245
240
n.posti residenziali convenzionati
•
anno 2004
anno 2005
anno 2006
anno 2007
247
249
249
259
Qualificazione della risposta residenziale
- Creazione di un nucleo dedicato per le gravi disabilità acquisite, di 3 posti presso la RSA di
Vignola,
- Attivazione di un nucleo ad alta intensità sanitaria e assistenziale presso la Casa protetta di
Montese,
- Prossima attivazione di un nucleo ad alta intensità della Casa protetta di Spilamberto.
•
Contenimento rette per case protette e centri diurni convenzionate
Anno
Retta
2004
media
distrettuale
€ 46,75
2005
€ 46,89
2005
2007
€ 47,85 € 48,02
Incremento 2004/2007 pari a € 1,27 in termini percentuali 2,72%.
124
INTERVENTI DI CONTRASTO ALLA FRAGILITA’ E ALL’ISOLAMENTO
In tale ambito si inseriscono tutte quelle attività a carattere socializzante offerte
per la
popolazione anziana che hanno l’obiettivo di stimolare e mantenere un buon stile di vita.
Nel corso degli ultimi anni, con l’introduzione della figura professionale dell’educatore, si sono
raggiunti attraverso la realizzazione di attività mirate di socializzazione in piccolo gruppo quegli
anziani che vivono in condizione di solitudine e forte emarginazione che vanno adeguatamente
sostenuti anche attraverso percorsi individuali.
125
INTERVENTI AREA DISABILI
INTERVENTI PER L’INSERIMENTO LAVORATIVO
•
Consolidamento e sviluppo dell’attività del Servizio Inserimento Lavorativo e
realizzazione di un coordinamento inserimento lavorativo
Tali azioni sono dettagliate nell’area 3 “Contrasto alla povertà e all’esclusione sociale”
• Laboratorio occupazionale di preparazione al lavoro / atelier con annesso negozio
finalizzato alla commercializzazione dei prodotti realizzati nelle diverse strutture socioriabilitative;
Ha iniziato l’attività con il primo gruppo di 6 utenti nel mese di Novembre 2007. Il Laboratorio,
denominato cASPita, è gestito direttamente con propri dipendenti dall’ASP, nell’ambito operativo
dell’Area Handicap. Nell’anno 2008 si è avuto un incremento dell’attività, fino all’attuale limite di
12 utenti frequentanti.
SOSTEGNO ALLA DOMICILIARITA’ E ALLA VITA INDIPENDENTE
•
Interventi per miglioramento qualità dell’integrazione scolastica
E’ stato sottoscritto l’ Accordo di programma a valenza Distrettuale a favore di minori con
handicap e disagio sociale è diventato operativo a partire dall’anno scolastico 2007/2008
•
Assegno di cura disabili
2004
2005
2006
2007
1° livello
14
10
12
14
2° livello
3
6
3
3
3° livello
=
=
6
5
•
Il Servizio di Assistenza Domiciliare precedentemente descritto per gli anziani ha
in carico anche utenti adulti con diversi livelli di non autonomia legati sia a
disabilità fisica o psichica, ma anche, per condizioni sanitarie in fase acuta o
terminale, pertanto le azioni di qualificazione ed intensificazione delle prestazioni
e delle attività riguardano anche l’utenza adulta.
ANNO
Utenti disabili
Utenti adulti (CSM, SDP,
terminali, disagio sociale)
2004
31
38
2005
32
33
2006
32
39
2007
26
43
126
•
Sviluppo dei Centri socio-riabilitativi – semiresidenziali per disabili
Adeguamento dei posti nei centri diurni
ANNO
n. posti autorizzati di centro diurno
2004- 2007
66+ 4 emergenza
Utenti frequentanti i centri diurni per disabili dal 2004/2007
IL MELOGRANO
6
7
I TIGLI
26
LE QUERCE
I PORTICI
29
31
31
12
13
12
12
27
28
27
26
2007
2006
2005
2004
Nella rete dei servizi si deve inoltre considerare la convenzione attiva con il CSRD Alecrim di
Maranello attiva per n° tre posti di diurno, ad esclusione dell’anno 2006, in cui erano utilizzati
due posti, nei rimanenti anni, i tre posti convenzionati sono stati pienamente utilizzati.
Si è nel periodo evidenziato l’incremento di richieste d’accoglienza ai CSRD di utenti in carico al
CSM distrettuale. E’ necessario valutare, in sede di stesura dei prossimi Piani di Zona,
l’incremento degli investimenti sulla specifica situazione, prevedendo anche l’organizzazione di
una offerta di servizi specifici (struttura riabilitativa diurna in riferimento all’attività del CSM).
•
Servizio di trasporto abitazione/Centro Semi residenziale Diurno
L’accesso ai servizi, Diurni per disabili è stato potenziato sia con mezzi propri sia con
l’ampliamento delle convenzioni in atto con associazioni del territorio, è infatti stata stipulata
apposita convenzione con organizzazione di volontariato territoriale (AUSER).
127
•
Gli interventi di sollievo e/o emergenza nelle strutture diurne e/o residenziali
Per quanto relativo agli interventi di sollievo ed emergenza, le potenzialità di risposta dei CSRD
risultano estremamente limitate, stante il pieno utilizzo delle strutture presenti sul territorio. Per
quanto relativo alle possibilità di risposta di sollievo e per emergenze attivabili su servizi a
carattere residenziale, si segnala che con l’inizio del 2005 ha dato avvio alla propria attività il
CSRR del Comune di Montese, denominato “Il Melograno”.
•
Contributi per la mobilità e l’autonomia nell’ambiente domestico a favore di
persone con disabilità
previsti dagli art. 9 e 10 della L.R. 29/1997 –L’attività è stata demandata ai servizi
territoriali a partire dall’ anno 2005.
Contributi per la mobilità a favore di persone
con disabilità art. 9 L.R. 29/1997
anno
n° istanze
n° istanze ammesse e oggetto di
presentate
contribuzione
2005
6
5
2006
9
9
2007
5
3
Contributi per l’autonomia nell’amb. domestico
a favore di persone con disabilità
art. 10 L.R. 29/1997
anno
•
n° Istanze
n° istanze ammesse e oggetto di
presentate
contribuzione
2005
8
7
2006
4
4
2007
7
7
Il “Centro Adeguamento Ambiente Domestico”
L’esperienza di costituzione dello sportello territoriale collegato all’operatività del CAAD
Provinciale nasce nell’anno 2005.
Anno
Utenti coinvolti
minori
adulti
anziani
2005
7
0
1
6
2006
17
2
4
11
2007
11
3
3
5
128
Nell’anno 2007 si segnalano anche 4 interventi di consulenza a servizi territoriali
Consulenza
a operatori Consulenze a utenti/famiglie
dei servizi
4
34
Tipologia richiesta
Superamento barriere verticali (interne) 25
Interventi bagno
13
Riorganizzazione spazi di vita
13
Accesso (abitazione e barriere oriz.)
7
Ausili,
protesica
(comunicazione,
autonomia)
16
Controllo ambientale (sicurezza)
9
Per ogni intervento possono essere toccate più tipologie d'intervento.
Sono riportati gli oggetti di consulenza a servizi.
INTERVENTI A SOSTEGNO DELLA RESIDENZIALITA’
•
Centri residenziali
La struttura, Centro residenziale “Il Melograno” di Montese regolarmente autorizzata al
funzionamento per 16 posti più 2 per emergenze di attività residenziale, è il servizio di
riferimento prioritario per le esigenze e i bisogni a carattere residenziale emergenti nel
territorio,
Disabili inseriti in Centri Residenziali - Nota: il dato è relativo agli ospiti presenti al 31.12
di ogni anno.
Altre strutture presenti nel
Altre strutture fuori Distretto
Distretto
(Coop. Zora – Charitas)
Sorriso/Villa
Centro Melograno
Berti/Villa
Paolina)
2004
---
7
7
2005
6
7
6
2006
10
7
7
2007
12
8
7
•
(Villa
Interventi di informazione generale e mirata sul tema del “Dopo di noi”,
Sono interventi finalizzati a promuovere le conoscenze e l’utilizzo delle misura di tutela giuridica
disponibili (vedi anche l’amministrazione di sostegno, già citata): collaborazione con la Consulta
del Volontariato Vignolese sul percorso di costruzione della Fondazione da noi a te, con il
129
coinvolgimento attivo
del Centro Servizi del Volontariato di Modena che nello specifico
garantisce il sostenuto alle associazioni coinvolte in questo percorso.
ATTIVITA’ GRUPPO TECNICO TERRITORIALE PER LE FUNZIONI DI VIGILANZA
-
Effettua azioni di vigilanza effettuate presso le strutture autorizzate presenti sul territorio
per la verifica che siano conservati i requisiti, prevalentemente sotto l'aspetto organizzativo
funzionale, che hanno dato luogo all'autorizzazione al funzionamento
-
Rilascia le autorizzazioni al funzionamento e può agire con diffida o con revoca
dell'autorizzazione, nei confronti delle situazioni di inadempienza accertata sui requisiti previsti
dalla Direttiva.
ACCREDITAMENTO DELLE STRUTTURE E DEI SERVIZI
A seguito della pubblicazione della Legge Regionale n° 4/2008 che dà indicazioni in tema di
accreditamento e rimanda a successive deliberazioni regionali sulle specifiche applicative è in
corso di attivazione di un gruppo di lavoro per l’applicazione, in ambito della zona sociale /
distrettuale, del sistema di accreditamento.
130
Capitolo 3 – Obiettivi prioritari del Piano di Zona
Triennale per la Salute e il Benessere Sociale del Distretto
di Vignola
PARAGRAFO 1 - GLI OBIETTIVI STRATEGICI E LE PRIORITA’ DI INTERVENTO DEL PIANO IN AMBITO
SOCIALE, SOCIO – SANITARIO E DEI SERVIZI SANITARI TERRITORIALI
1.1
INTRODUZIONE
La visione strategica del primo Piano di Zona per la Salute e il Benessere Sociale del distretto di
Vignola assume a riferimento non tanto i bisogni in quanto tali ma la loro complessità e
unitarietà rispetto alla persona e ai suoi contesti di vita, relazione e lavoro nella consapevolezza
che non si possa definire un punto di vista unico capace di interpretare e orientare la realtà a
favore del bene comune.
Da questo orientamento discende la consapevolezza che il valore aggiunto del sistema di
welfare che ci si propone di realizzare dipende da una condivisione di intenti tra i diversi attori
sociali che, pur nel rispetto dei diversi livelli di responsabilità e delle differenze reciproche,
impone di impostare e gestire in modo diverso il proprio ruolo nella direzione da un lato di una
integrazione delle politiche, delle attività, dei servizi e dei processi e dall’altro del prevenire,
evitando per quanto possibile l’insorgere del bisogno.
A partire da questa impostazione, che prevede di considerare la complessità e la
interdipendenza dei bisogni della popolazione del distretto e di uscire da ogni logica di auto referenzialità e auto - poiesi dei servizi, si è scelto di definire cinque ambiti di programmazione
riferibili ad un target di prevalenza a cui si è aggiunta una sesta area trasversale che fa
riferimento a tutti i target di intervento.
Aree
Destinatari della programmazione
7) Responsabilità familiari, capacità genitoriali, diritti dei bambini Famiglie e minori
e dei preadolescenti
8) Promozione del benessere dell’adolescenza e dei giovani
Adolescenti e giovani
9) Contrasto alla povertà e all’esclusione sociale
Cittadini
residenti
con
problematiche
sociali e di povertà
10) Integrazione sociale a favore dei cittadini stranieri immigrati, Cittadini stranieri residenti e/o domiciliati
asilo e lotta alla tratta
11) Politiche a favore di anziani e disabili
nel distretto; cittadini residenti
Persone
con
disabilità
e
ultra
sessantacinquenni
12) Promozione sani stili di vita e prevenzione del consumo / Cittadini residenti
abuso di sostanza e sostegno al reinserimento sociale di
soggetti dipendenti e multiproblematici
131
In ciascuna area emerge come l’analisi dei bisogni e la definizione delle strategie triennali di
intervento non possa che essere integrata con l’analisi delle altre aree e porti agli stessi obiettivi
di benessere e promozione sociale:
-
sostegno alle responsabilità familiari e valorizzazione del ruolo della famiglia nella
genitorialità ed educazione da un lato e nella cura dall’altro
-
sviluppo e rafforzamento della coesione sociale
-
sostegno alle famiglie in difficoltà economica in considerazione del particolare momento
attuale
-
promozione dell’agio e del protagonismo di bambini, ragazzi e giovani nei processi di
formazione e di crescita, la riqualificazione del sistema dei minori
-
prevenzione e promozione di stili di vita “sani”.
All’interno di tutte le aree della programmazione emerge inoltre il duplice ruolo della “comunità
locale” intesa come terzo settore e società civile. Da un lato vi è la comunità intesa come risorsa
in termini di competenze per la lettura ed analisi dei bisogni complessi della società locale. Ad
essa è stata quindi riconosciuta la funzione pubblica promuovendone la partecipazione alla
programmazione ed alla individuazione delle priorità di intervento. Dall’altro lato vi è la
comunità come “destinataria” della programmazione che deve essere quindi sostenuta nel suo
ruolo di “rete di sostegno” delle relazioni sociali, familiari, amicali, di solidarietà e di
volontariato.
La prima area “Responsabilità familiari, capacità genitoriali, diritti dei bambini e dei
preadolescenti” mette al centro della programmazione in modo particolare le famiglie con figli
allo scopo di riconoscere e valorizzare il ruolo della famiglia nella formazione e cura delle
persone e nella promozione della coesione sociale. La rete dei servizi di riferimento è quella
rappresentata dai servizi educativi, dal Centro per le Famiglie, dai servizi per la tutela, adozione,
affido e sostegno educativo dei minori, dai servizi di sostegno economico alle famiglie in
difficoltà, dagli interventi per il rafforzamento della rete e della accoglienza, dai servizi per
l’ascolto degli adolescenti e dei genitori e dai servizi sanitari rivolti alla famiglia, agli adolescenti
e alla donna nella maternità.
La seconda area, “Promozione del benessere dell’adolescenza e dei giovani”, individua come
target di riferimento la persona nel suo percorso di crescita ed autonomizzazione. La scelta è
stata quella di promuovere la continuità tra l’analisi e la lettura dei bisogni riferibili agli
adolescenti con l’analisi e la lettura dei bisogni dei giovani allo scopo di definire una pluralità di
obiettivi, servizi e interventi che tuttavia partono da una condivisione della rappresentazione
dell’età giovanile, intesa non come una fase problematica, ma come un normale passaggio della
vita. In un target di riferimento che va dagli 11 ai 34 anni partendo dalla consapevolezza che i
bisogni e le risorse sono molto differenziati, si è cercato di costruire un sistema integrato e
132
coordinato di interventi messi in atto da soggetti diversi e da diversi settori diversi della pubblica
amministrazione, nell’ottica di superare il concetto di prevenzione a favore del concetto di
partecipazione. La rete è quindi quella rappresentata dai servizi delle politiche giovanili
propriamente intesi, della scuola e della formazione, del terzo settore e dei sindacati, dei servizi
sanitari per l’ascolto e il sostegno nell’età evolutiva.
La terza area, “Contrasto alla povertà e all’esclusione sociale” si rivolge in modo prevalente ai
cittadini residenti con problematiche sociali e di povertà considerando le tre principali aree di
bisogno individuate anche dal Piano Sociale e Sanitario: casa, lavoro e integrazione. I servizi
sono quelli riferibili alle politiche abitative, all’integrazione sociale e lavorativa delle persone in
situazione di esclusione sociale, al sostegno a famiglie in temporanea situazione di difficoltà, al
sostegno della rete e della integrazione sociale.
La quarta area, “Integrazione sociale a favore dei cittadini stranieri immigrati, asilo e lotta
alla tratta” si rivolge in modo prevalente ai cittadini stranieri residenti e/o domiciliati nel
distretto ma anche a tutta la popolazione residente. L’obiettivo della integrazione è inteso come
la costruzione di un sistema di servizi e interventi che promuovano la coesione sociale e
valorizzino la multiculturalità. I servizi di sviluppo in questa area sono quelli di informazione e
orientamento, di accoglienza, di mediazione e di alfabetizzazione, nonché i progetti di rete a
sostegno del sistema dell’accoglienza.
La quinta area, “Politiche a favore di anziani e disabili”, si riferisce alla popolazione anziana
e disabile del distretto ed alla famiglia in considerazione del suo fondamentale ruolo di cura e
assistenza alla persone. Il sistema di servizi del distretto è rappresentato dai tre ambiti prioritari
definiti anche nelle linee di indirizzo del Fondo per la Non Autosufficienza, ovvero i servizi per la
domiciliarità, per la residenzialità e semi residenzialità e dai servizi per la promozione alla salute,
sostegno alla autonomia e alla vita indipendente e di tutela della fragilità.
La sesta area, innovativa rispetto alla precedente programmazione, “Promozione sani stili di vita
e prevenzione del consumo / abuso di sostanza e sostegno al reinserimento sociale di soggetti
dipendenti e multiproblematici”,
ricomprende parte degli obiettivi che nel precedente piano
triennale afferivano al programma finalizzato per la prevenzione delle dipendenze (poi
accorpato col programma per la promozione del benessere dei giovani), nonché, in termini di
novità, tratta gli obiettivi di prevenzione e promozione di carattere trasversale che incidono sul
benessere sociale, sanitario e più complessivo della popolazione. Si ritiene opportuno precisare
che le altre tematiche inerenti il target “Dipendenze” sono state trattate all’interno di altre due
aree in ragione del diverso punto di vista a cui si è fatto riferimento. In particolare, la parte
133
relativa alle attività specifiche rivolte ai giovani è stata trattata nell’area 2 (“Promozione del
benessere dell’adolescenza e dei giovani”) e la parte relativa agli aspetti più di carattere socio –
assistenziale nell’area 3 (“Contrasto alla povertà e all’esclusione sociale”).
Per quanto riguarda la Salute Mentale cogliendo le indicazioni emerse dalla recente
comunicazione da parte della Regione Emilia Romagna in materia di Salute Mentale quale
ambito da includere nel Piano distrettuale per la salute e il benessere sociale 2009-2011, si
ritiene di condividere tale scelta nella consapevolezza che l’area della salute mentale risponde a
pieno titolo al nuovo approccio integrato che caratterizza la metodologia e gli obiettivi del piano
stesso.
In particolare si evidenzia la necessità di promuovere e implementare maggiormente la logica
condivisa dell’integrazione
sanitaria e sociale a livello interistituzionale, istituzionale e
gestionale, logica che privilegi interventi di co-progettazione fra i diversi attori istituzionali
coinvolti.
Questo nuovo approccio, volto a promuovere una nuova cultura dei servizi sanitari e degli enti
locali, va sostenuto da precisi momenti di formazione per creare “cultura comune” e dalla
costruzione di strumenti operativi condivisi per la presa in carico integrata della persona con
malattia mentale.
La salute mentale diventa, inoltre, un’ area dove è indispensabile far agire un ruolo diverso dalla
comunità intesa come ambito dove interagiscono non solo i servizi pubblici socio-sanitari, ma
dove giocano un ruolo determinante anche le associazioni del terzo settore e del privato sociale.
Vanno, quindi, promosse a livello comunitario
azioni di
integrazione e inclusione con le
politiche formative, occupazionali, abitative per incidere in modo positivo sul benessere di
questo target di popolazione.
Il passaggio sopradescritto si inserisce a livello Distrettuale in una realtà territoriale che vede
già forme di collaborazione fra enti e servizi
coinvolti nell’ambito della salute mentale
(Dipartimento di Salute Mentale –Dipendenze Patologiche Area Sud, Enti Locali,
Asp
“G.Gasparini”di Vignola). In questa direzione, anche in attesa dell’approvazione del “Piano
Attuativo Regionale Salute Mentale 2009/2011", si ritiene necessario:
proseguire l’attività di analisi, rilevazione del bisogno e
confronto attivata fra servizi da
settembre 2008, finalizzata a riscrivere un protocollo di integrazione fra gli Enti Istituzionali
coinvolti;
portare avanti gli interventi integrati in essere, con particolare riferimento al sostegno degli
interventi domiciliari;
continuare a sostenere le azioni per favorire l’integrazione lavorativa e l’applicazione a livello
territoriale di quanto previsto nel protocollo specifico di ambito provinciale.
134
1.2 Tabella 1 - gli obiettivi strategici triennali di salute e benessere sociale:
“RESPONSABILITA’ FAMILIARI, CAPACITA’ GENITORIALI, DIRITTI DEI BAMBINI E DEI
PREADOLESCENTI”
TARGET*
Respons.tà
Familiari
infanzia
e
adolescenza
X
x
Prevalente
Giovani
Anziani
Disabili
□
□
x
Immigrati
stranieri
Povertà e
Esclusione
x
sociale
x
Salute
mentale
Dipendenze
□
□
Finalità
Informazione/Promozione del benessere
sociale, della salute e di stili di vita sani
X
Prevenzione
Cura/Assistenza
X
X
Bisogni Emergenti dal profilo di comunità in ambito distrettuale
La trasformazione della struttura della famiglia per numero componenti (aumento delle
famiglie unipersonali e diminuzione delle famiglie con quattro o più componenti), l’aumento
del numero delle separazioni, l’aumento dei divorzi e del numero di famiglie costituite da figli
con un solo genitore sembrano contribuire in modo significativo all’incremento complessivo
del numero di famiglie in provincia di Modena e sul territorio del Distretto. La nuova tipologia
di famiglie monogenitoriali può rappresentare un ulteriore sintomo di fragilità e debolezza cui
prestare particolare attenzione, anche per l’effetto che questo può determinare sulla
condizione dell’infanzia e dell’adolescenza, sulle responsabilità genitoriali e sugli oneri di
attenzione e di solidarietà che ricadono su tutta la comunità sociale. Emerge, dall’analisi dei
diversi punti di osservazione del distretto (sociale, sanitario, scuola, terzo settore) una
fotografia di famiglia fragile, incerta, disorientata, deresponsabilizzata con atteggiamento di
delega. Risulta importante consolidare le azioni di supporto alla famiglia, sin dal momento
della costituzione della coppia e nelle diverse fasi successive (gravidanza, genitorialità, ecc),
creando nuove occasioni formative e di sostegno, ma soprattutto riconsiderando la famiglia
come risorsa e recuperando il ruolo educativo che gli è proprio. Nel contempo diventa
importante lavorare per il coinvolgimento di tutta la società civile perché recuperi il proprio
ruolo di accoglienza, partecipazione e responsabilità educativa diffusa. Fondamentale è
continuare e consolidare l’integrazione degli interventi e dei servizi che si occupano di
famiglia, in particolare di quella con figli minori. Importante è creare condizioni che facilitino
l’accesso alle informazioni su tutti i servizi e le opportunità istituzionali ed informali che il
territorio offre a bambini e famiglie, con particolare attenzione a quelle con figli disabili,
monogenitoriali ed immigrate.
Di fronte al fenomeno emergente delle nuove povertà vi è il bisogno di ideare percorsi
complessi e trasversali, che accanto agli strumenti economici tradizionali, favoriscano
l’autonomia personale e familiare.
135
Vi è il bisogno di garantire servizi per la prima infanzia, anche flessibili, per rispondere alle
necessità delle giovani coppie di ridefinire ruoli e funzioni all’interno della famiglia alla luce
della nascita di un figlio, ma anche alla necessità di trovare dei servizi in grado di favorire la
conciliazione dei tempi di cura e di lavoro che possa supportare il lavoro educativo. Accanto
alla necessità di sostenere la maternità, in particolare nelle condizioni di disagio economico e
relazionale oltre che sanitario, approntando percorsi di prevenzione e di sostegno nel periodo
post-parto; è importante anche la costruzione di percorsi integrati per intercettare fenomeni
di violenza domestica a danno delle donne e garantire azioni di sostegno e tutela nel caso di
violenza e maltrattamenti .
Emerge inoltre la priorità di intervenire sulle condizioni di vita dei minori per garantire
l’apprendimento e il successo scolastico, la prevenzione del disagio e la promozione della
salute e del benessere nelle diverse fasi della crescita dei minori, partendo da un attento
monitoraggio dell’offerta dei servizi socio educativi, di socializzazione, ascolto e confronto già
presenti sul territorio. Importante è la promozione della salute dei minori sin dalla nascita,
per contenere fenomeni quali l’obesità infantile, disturbi alimentari, l’abuso di farmaci da
parte dei genitori, che sono in aumento. Emerge inoltre l’esigenza di consolidare i percorsi di
tutela del minore da maltrattamenti e abusi, già previsti dal protocollo provinciale,
qualificando ulteriormente i percorsi di accesso alle prestazioni diagnostiche e psicoterapiche
in riferimento agli esiti post-traumatici dei comportamenti di
maltrattamento e abuso, e il momento valutativo e la risposta di sostegno alle famiglie. Nel
contempo è necessario potenziare le azioni di promozione dell’affido famigliare e di
sensibilizzazione all’accoglienza e garantire sostegno e supporto alle famiglie affidatarie e
consolidare i percorsi di accompagnamento alle famiglie adottive.
Obiettivo/i prioritario/i in ambito Sociale, Sociosanitario e dei Servizi Sanitari territoriali
1) Mantenere e sviluppare una rete per sostenere e accompagnare le famiglie lungo il percorso della
genitorialità: dalla formazione della coppia, la gravidanza, la nascita fino all’adolescenza del/i figlio/i,
come previsto dal Progetto: Essere al mondo mettere al mondo: una rete che accoglie
2) Consolidare le azioni di sostegno alla genitorialità realizzate dal Centro per le Famiglie, in
collaborazione con servizi sanitari, sociali, scolastici e terzo settore, in particolare:la mediazione
familiare, il sostegno allo sviluppo di gruppi di auto mutuo - aiuto di genitori, il punto d’ascolto, i
percorsi rivolti a genitori con bambini di età 0-3 anni e il sostegno a genitori con figli 6 – 14 anni
3) Favorire e facilitare l’accesso alle informazioni su tutti i servizi e le opportunità istituzionali ed
informali che il territorio offre alle famiglie attraverso la messa in rete di tutti i punti informativi quali
l’informafamiglie, lo sportello adozioni e affido e lo sportello informativo e punto di accoglienza in
fase di realizzazione dall’Associazione “Da me a te”, in collaborazione con l’Associazione “La coperta
corta” rivolto a famiglie con figli disabili minori e adulti , in stretta collaborazione con l’avvio dello
sportello sociale.
136
4) Analisi dei dati relativi ai nuovi nati per individuare il fabbisogno in merito alla programmazione e
progettazione di nuovi asili nido, scuole d’infanzia e servizi di supporto e mantenimento dei servizi
quali Spazio bambini e Centro per bambini e genitori.
5) Consolidamento dei progetti : doposcuola Centro ascolto MOMO e dopo scuola Associazione FARO,
sportelli d’ascolto presenti in alcune scuole medie inferiori e in tutte le superiori.
6) Attivazione di percorsi di collaborazione tra scuola, sociale, sanitario e associazioni sportive per
favorire percorsi di sensibilizzazione al movimento e ad una corretta alimentazione; intensificare la
diffusione delle campagne informative e di sensibilizzazione già attivate dai pediatri per favorire la
diffusione di sani stili di vita sin dalla nascita.
7) Consolidamento delle èquipe multiprofessionali dedicate a favore di minori vittime di reato e
riconferma della figura dell’esperto giuridico a supporto degli operatori sociali.
8) Realizzazione di un progetto affido che veda coinvolti il Centro per le famiglie, il Centro Servizi
volontariato, l’ASP – area minori e l’AUSL – settore di Psicologia per azioni di promozione sociale e
sensibilizzazione del territorio oltre ad azioni di sostegno alle famiglie affidatarie.
9) Consolidare i percorsi di accompagnamento alle famiglie adottive, attraverso l’applicazione delle
Linee di indirizzo regionali in materia di adozione; la collaborazione tra ASP minori Distretto di Pavullo
e Ufficio Comune di Sassuolo per la realizzazione dei corsi informativi/formativi rivolti alle coppie che
si rendono disponibili all’adozione; la collaborazione tra ASP minori, AUSL e Centro per le famiglie per
percorsi di post adozione e collaborazione con le scuole per l’inserimento dei bambini adottati
Obiettivi d’Integrazione con altre Politiche
La famiglia caratterizzata da rilevanti dinamiche evolutive, deve essere considerata un soggetto
centrale nella definizione delle politiche sociali, educative, sanitarie, culturali, formative, abitative,
ambientali e di sicurezza del territorio. L’integrazione tra le politiche pubbliche pertanto diviene un
obiettivo prioritario per garantire una maggiore efficacia agli interventi e ai servizi.
PROMUOVERE UNA METODOLOGIA DI LAVORO INTEGRATA CON LE ALTRE POLITICHE
10) Consolidare e ampliare una stretta collaborazione fra servizi sanitari, sociali, educativi, scolastici e
del terzo settore affinando una metodologia di lavoro che consenta un approccio integrato alle varie
problematiche della famiglia, arrivando alla redazione di un Accordo di programma, in linea anche con
la Legge Regionale 14/2008.
INTEGRAZIONE CON LE POLITICHE PER LA SICUREZZA E LA COESIONE SOCIALE
11) Continuare nella promozione di forme di cittadinanza attiva, in stretta collaborazione con il terzo
settore, con l’obiettivo di recuperare una comunità accogliente in particolare nei confronti delle nuove
famiglie che prendono la residenza nel territorio del Distretto di Vignola, come previsto dal Progetto
“Famiglie e solidarietà”
137
12) Costruzione di percorsi per intercettare i fenomeni di violenza domestica e avviare azioni di
sostegno, quali la costituzione di una Associazione/Fondazione a sostegno delle vittime di violenza
INTEGRAZIONE CON LE POLITICHE DELL’ECONOMIA E DEL LAVORO
13) Realizzare interventi economici e di sistema a favore delle famiglie in difficoltà e delle famiglie con
un numero di figli pari o superiore a quattro che favoriscano la loro responsabilizzazione, in linea con
quanto previsto dalla tabella “povertà ed esclusione sociale”
14. Consolidare i progetti di accompagnamento al lavoro rivolti ai minori: progetto Borse lavoro
INTEGRAZIONE CON LE POLITICHE PER LA SCUOLA E LA FORMAZIONE
15) Totale applicazione dell’Accordo di programma distrettuale sull’integrazione scolastica degli alunni
in situazione di handicap, difficoltà di apprendimento e disagio sociale
16). Consolidare i progetti di accompagnamento al lavoro rivolti ai minori: progetto Borse studio
INDICATORI DI RISULTATO
INDICATORI OBIETTIVI PRIORITARI DI AMBITO SOCIALE E SOCIO SANITARIO
1) - n° di riunioni del tavolo di coordinamento del progetto Essere al mondo , mettere al
mondo: una rete che accoglie
- n° di famiglie seguite nei diversi percorsi
2) - n° di famiglie coinvolte nei diversi percorsi proposti
3) -
avvio dello sportello sociale
avvio dello sportello rivolto a famiglie con figli disabili minori e adulti
n° di famiglie che si sono rivolte ai diversi punti informativi
tipologie delle richieste fatte dalle famiglie ai diversi punti informativi
4) – n° di nuovi nati
- n° di richieste superiori all’offerta attuale dei servizi
- n° di richieste per servizi spazio bambini e centro bambini e genitori
5) – n° di minori che frequentano il doposcuola del Centro ascolto MOMO e Associazione
FARO
- n° di minori che hanno usufruito dello sportello di ascolto presente nelle scuole
medie inferiori e superiori
6)- n° di minori coinvolti in progetti di sensibilizzazione al movimento e ad una corretta
alimentazione
- n° di famiglie raggiunte dalle campagne informative e di sensibilizzazione promosse
dai pediatri
138
7) – n° di minori vittime di reato seguiti
- n° di progetti individuali integrati tra servizio tutela minori e gli altri soggetti
della rete
- n° di incontri di coordinamento tra le equipe dedicate
- n° situazioni di emergenza
8) – realizzazione di un punto d’accesso presso il Centro per le famiglie per favorire
l’incontro tra famiglie in difficoltà e famiglie disponibili a forme di sostegno e affido
- n° di azioni di promozione dell’affido
- n° di famiglie o singole che si rendono disponibili all’affido
9) – n° di coppie che partecipano ai corsi informativi/formativi
- n° di coppie seguite in percorsi integrati di post adozione
- n° di minori adottati per i quali si è avviato un percorso specifico per l’inserimento
a scuola
INDICATORI OBIETTIVI DI INTEGRAZIONE
10)- n° di incontri del gruppo di lavoro composto da rappresentanti dei servizi sanitari,
scolastici, educativi, sociali, terzo settore, cultura, immigrazione, politiche giovanili ,
politiche abitative, centro per l’impiego coordinati dalla figura di sistema
- stesura dell’accordo di programma Minori e famiglie
11)
- Esito delle azioni rivolte alla cittadinanza (partecipazione, livello di gradimento,
n° di contatti sviluppati )
- n° di incontri del gruppo promotore del progetto “Famiglie e Solidarietà”
12) – n° di incontri del gruppo di lavoro composto da rappresentanti dei servizi sanitari,
sociali, forze dell’ordine e polizia municipale
- redazione di linee operative integrate per intercettare e sostenere le vittime di
violenza
- n° di azioni di sostegno realizzate dall’Associazione/Fondazione
13) – n° di famiglie con minori che usufruiscono di aiuti economici in diverse forme
- n° di famiglie con un numero di figli pari o superiore a quattro che hanno
usufruito di aiuti specifici
14)- n° di minori che hanno usufruito delle Borse lavoro
15) – n° di scuole di ogni ordine e grado che hanno applicato l’Accordo di programma
distrettuale
16) - n° di minori che hanno usufruito delle Borse studio
139
1.3 Tabella 1 - gli obiettivi strategici triennali di salute e benessere sociale:
PROMOZIONE DEL BENESSERE DELL’ADOLESCENZA E DEI GIOVANI
TARGET*
Respons.tà
familiari
□
Infanzia
e
adolescenza
X
Giovani
Anziani
X
Prevalente
□
Disabili
Immigrati
stranieri
□
□
Povertà e
Esclusione
sociale □
Salute
mentale
Dipendenze
□
X
FINALITÀ
Informazione/Promozione del benessere
sociale, della salute e di stili di vita sani
X
Prevenzione
Cura/Assistenza
X□
□
Bisogni Emergenti dal profilo di comunità in ambito distrettuale
BISOGNI DIVERSI PER IDENTITA’ DIVERSE
L’identificazione della fascia di età giovanile con la popolazione che va dai tra i 18 ai 34 mette in
evidenzia l’ eterogeneità degli stessi sia per i diversi stili di vita che per i diversi bisogni che
emergono. A ciò si aggiunge la elevata multiculturalità presente nel territorio di Vignola come
confermato dai dati statistici del profilo di comunità:
- Aumento popolazione 0/14 anni
- Contrazione fascia di età 15/39
- Indice di vecchiaia e di struttura in linea con la media provinciale
- Diminuzione lieve della popolazione femminile 15/39
Forte aumento popolazione < 17 anni con forte incidenza ragazzi stranieri
- Alta percentuale minori assistiti (incidenza pari al 9,3%) per problematiche famigliari
(precarietà economico – abitativa, grave conflittualità, problematiche socio – educative)1) INTEGRAZIONE TRA POLITICHE GIOVANILI E ALTRE POLITICHE
Promuovere una metodologia di lavoro di integrazione funzionale tra interventi relativi a:
- politiche giovanili e altre politiche sociali e sanitarie
- politiche giovanili e politiche per la sicurezza, il lavoro, la formazione
2) SCARSA PARTECIPAZIONE GIOVANILE ALLA PROGRAMMAZIONE POLITICA TERRITORIALE
La tendenza emersa dal profilo di comunità provinciale rispetto alla partecipazione giovanile è
confermata anche per la zona sociale di Vignola:
- presenza consolidata di organizzazioni di volontariato, cooperative sociali, associazioni
di promozione sociale per lo più di carattere culturale e sportivo
- popolazione che svolge attività di volontariato intorno al 10% e che svolge attività
politica pari al 4% con un calo per la popolazione giovanile pari al 2%.
• Generalmente chi si occupa di “politiche giovanili” sono adulti che si rivolgono ad altri adulti:
manca la partecipazione dei giovani
• Crisi delle forme attuali di partecipazione
• Mancanza di progetti per la realizzazione di organismi istituzionali per la consultazione dei
giovani nei comuni della Comunità Montana
• Si rileva un fenomeno di solitudine, individualismo, disagio degli adolescenti e dei giovani:
siamo sicuri che i giovani non si vogliono impegnare ?
•
140
3) BISOGNO DEI SERVIZI DI ENTRARE IN CONTATTO CON LA REALTA’ TERRITORIALE
Lo stile di vita e l’alta mobilità dei giovani rende difficoltoso il contatto e il coinvolgimento in
particolare di coloro che hanno superato l’adolescenza e l’età scolare o che hanno abbandonato la
scuola: bisogno di cercare i giovani nei luoghi di aggregazione formale (gruppi sportivi o culturali)
o informale (compagnie), ovvero in contesti anche extrascolastici (anche mondo del lavoro e
università).
4) SUPPORTO ALLA FUNZIONE EDUCATIVA
Per quanto riguarda la COMUNITA’ / ADULTI, essi evidenziano i bisogni specifici di
- essere supportati nella funzione della genitorialità / educativa per lo sviluppo di una
responsabilità educativa diffusa
- educazione e conoscenza dei media utilizzati diffusamente dai giovani
Per quanto riguarda gli OPERATORI dei servizi a contatto con i giovani essi evidenziano i bisogno
specifici di
approfondire la lettura della cultura giovanile nella “normalità”, non focalizzando
l’attenzione solo sui comportamenti e gli eventi traumatici e/ straordinari come spesso vengono
presentate dai media
valorizzare la multiculturalità dei giovani anche con riferimento alla loro esperienza
migratoria vissuta.
5)
•
•
•
•
AGGREGAZIONE E ASCOLTO
Presenza della figura degli educatori e/o di adulti responsabili nei servizi di aggregazione.
Bisogno dei giovani di essere ascoltati come individui
Bisogno dei giovani di aggregarsi in modo “spontaneo e non troppo istituzionalizzato”
Bisogno di fare conoscere l’offerta dei servizi e delle iniziative realizzate.
6) STILI DI VITA “PERICOLOSI” E INSICUREZZA LAVORATIVA
• Stili di vita “pericolosi” dei giovani: prime cause di morte in provincia di Modena sono incidenti,
consumatori a rischio e aumento utenti in carico al Centro Alcoologico, sostanze di abuso
“giovanili” come cannabinoidi e extasy
• Bisogno di contrastare una cultura consumistica
• Bisogno di diminuire il senso di precarietà e insicurezza che caratterizzano il mondo del lavoro
“giovanile”: iscritti al Centro Impiego sono per quasi il 40% minori di 34 anni. E’ in atto una
tendenza all’aumento dei contratti a tempo determinato e di somministrazione con particolare
riferimento alle donne.
141
Obiettivo/i prioritario/i in ambito Sociale, Sociosanitario e dei Servizi Sanitari territoriali
1) PROMUOVERE UNA METODOLOGIA DI LAVORO DI RETE CON LE ALTRE POLITICHE SOCIALI
Promuovere il confronto e la partecipazione con le realtà organizzate del terzo settore che
operano nel settore delle politiche giovanili e della prevenzione e/o costituite e organizzate da giovani
- Promuovere la continuità degli interventi rivolti a tutte le fasce di età adolescenziale / giovanile
- Promuovere la continuità con gli interventi per la prevenzione
- Valorizzare la multiculturalità dei giovani.
2) FACILITARE E PROMUOVERE LA PARTECIPAZIONE
• Sostenere e consolidare i centri di aggregazione
• Consolidare strumenti in essere per la partecipazione e la cittadinanza attiva quali “Megafono”,
la Consulta Giovani dell’Unione Terre di Castelli
• Promuovere forme di organizzazione della partecipazione giovanile anche nei comuni della
montagna
• Favorire la partecipazione dei giovani al volontariato e nello specifico ai progetti di servizio
civile nazionale e regionale, alle diverse attività di solidarietà e associazionismo, nelle attività
di sostegno scolastico e ricreativo di bambini e coetanei in difficoltà.
3) AUMENTARE IL CONTATTO CON LA REALTA’ TERRITORIALE
• Promuovere la conoscenza dei giovani delle iniziative del territorio e dei luoghi di aggregazione
valorizzando i servizi esistenti
• Promuovere l’intersettorialità degli interventi delle politiche giovanili
• Promuovere nei giovani l’informazione, la conoscenza, la consapevolezza sull’offerta di
opportunità e sulle possibilità di scelta negli ambiti di vita che li riguardano tramite i servizi
Informagiovani.
4) PROMUOVERE L’AGGREGAZIONE E SOSTENERE L’ASCOLTO DIFFUSO
•
Consolidare l’organizzazione dei centri di aggregazione giovanile e la presenza di figure
educative con un ruolo di facilitatori delle relazioni nei gruppi e tra i gruppi e accompagnatori
dei percorsi di realizzazione di idee e progetti giovanili.
•
Promuovere un’immagine di incontro più “libero”.
•
Favorire l’incontro spontaneo, tenendo conto delle specificità socio – culturali e della
marginalità sociale dei luoghi, con riguardo anche ai piccoli centri e alle zone montane.
•
Promuovere la continuità dell’apertura dei centri di aggregazione.
•
Promuovere la continuità degli spazi di ascolto istituzionali .
•
Promuovere il coordinamento e la supervisione degli spazi di ascolto presenti su tutto il
territorio in continuità tra quelli collocati in ambito scolastico e quelli collocati in ambito
sanitario.
5) FORMAZIONE
• Realizzare percorsi formativi “continui” per gli adulti
• Percorsi formativi “continui” e integrati per gli educatori ed operatori in contatto con i giovani
volti alla condivisione di metodi, strumenti e procedure di lavoro e alla verifica dei risultati
• Consolidare i percorsi formativi integrati esistenti sulle rappresentazioni emotive degli
operatori dei servizi sociali e sanitari e sulla prevenzione.
142
Obiettivi d’Integrazione con altre Politiche
6) PROMUOVERE LA PARTECIPAZIONE DEI GIOVANI ALLA PROGRAMMAZIONE DELLE POLITICHE AMBIENTALI,
ABITATIVE E URBANISTICHE, DELLA MOBILITÀ.
7) PROMUOVERE UNA METODOLOGIA DI LAVORO INTEGRATA CON LE ALTRE POLITICHE
Tavoli di lavoro periodici sulla valutazione degli interventi educativi e di prevenzione
rivolti ai giovani.
Approccio multidisciplinare e volto alla realizzazione di interventi integrati ed
interistituzionali su specifici temi.
Stesura di accordi, protocolli, linee – guida
8) INTEGRAZIONE CON POLITICHE DELLA SCUOLA E DELLA FORMAZIONE
•
Promuovere la continuità degli interventi educativi scolastici / formativi ed
extrascolastici rivolti ai giovani.
•
Incrementare la conoscenza da parte dei giovani dei percorsi di formazione e
delle agenzie di formazione.
•
Sostenere la scelta e l’orientamento post scolastico e post formazione.
9) INTEGRAZIONE CON LE POLITICHE SANITARIE
•
Sperimentare progetti e interventi in integrazione funzionale così come emersi nell’ambito
delle formazioni integrate inerenti l’ascolto e la relazione con i giovani e la prevenzione.
10) INTEGRAZIONE CON LE POLITICHE PER LA SICUREZZA E LA COESIONE SOCIALE
•
Promuovere nei giovani la cultura della legalità e del rispetto delle norme.
•
Sensibilizzare e informare riguardo ai rischi connessi ai comportamenti e agli stili di vita
pericolosi, alle correlazioni tra incidenti stradali e abuso di sostanze, tra lavoro irregolare / lavoro nero
e salute e sicurezza.
11) INTEGRAZIONE CON LE POLITICHE CULTURALI
Consolidare la collaborazione con i settori delle politiche culturali e/o le organizzazioni del terzo
settore che si occupano di promozione culturale e sociale.
12) INTEGRAZIONE CON LE POLITICHE DELL’ECONOMIA E DEL LAVORO
•
Aumentare la conoscenza da parte dei giovani degli strumenti per la ricerca del lavoro, per
l’orientamento professionale in collaborazione con le altre istituzioni (Centro Impiego, Sindacati,
associazioni di categoria, Università, Scuola).
•
Promuovere percorsi di supporto e facilitazione all’autonomia economica ed occupazionale dei
giovani.
143
Indicatori di Risultato
1) Numero di tavoli e di momenti di confronto allargati con referenti delle politiche della scuola e della
formazione, della sicurezza e coesione sociale, culturali, dell’economia e del lavoro, sanitarie.
2) Qualità della relazione tra educatori e ragazzi
Attività realizzate per preparare l’avvio della Consulta
Incontri della Consulta e partecipazione
Avvio di una analisi sulle possibili forme di partecipazione e cittadinanza attiva anche nei comuni
montani
Avvio di progetti di servizio civile nazionale e regionale, qualità della partecipazione dei giovani alle
attività di solidarietà
3) Attività di informazione realizzate
Numero interventi intersettoriali
Strumenti di informazione e comunicazione / orientamento realizzati tramite Informagiovani
4) Numero operatori dedicati e ore di lavoro.
Iniziative non strutturate realizzate.
Numero dei nuovi giovani che si sono avvicinati ai servizi
Numero aperture centri.
Iniziative di coordinamento e supervisione realizzate.
5) Percorsi formativi realizzati
Livello e qualità della partecipazione
6) Numero incontri dei rappresentanti della Consulta con i referenti delle politiche pubbliche
7) Attivazione tavoli di lavoro periodici sulla valutazione degli interventi educativi e di prevenzione
rivolti ai giovani.
Stesura di accordi, protocolli, linee – guida
8) Interventi realizzati in collaborazione tra operatori scolastici e della formazione ed extrascolastici
Iniziative di promozione comune
Percorsi di orientamento e accessi individuali o di gruppo realizzati
9) Percorsi e/o progetti attivati
10) Percorsi e/o progetti e/o campagne informative attivati
11) Numero iniziative in collaborazione attivate
12) Numero e tipologia delle iniziative realizzate
144
1.4 Tabella 1 - gli obiettivi strategici triennali di salute e benessere sociale:
“CONTRASTO ALLA POVERTÀ E ALL’ESCLUSIONE SOCIALE”
TARGET*
Respons.tà
Familiari
X
infanzia
e
adolescenza
□
Giovani
Anziani
□
Disabili
Immigrati
stranieri
X
Povertà e
Esclusione
sociale X
Prevalent
e
X
X
Salute
mentale
Dipendenze
X
X
FINALITÀ
Informazione/Promozione del benessere
sociale, della salute e di stili di vita sani
Prevenzione
Cura/Assistenza
□
□
X
Bisogni Emergenti dal profilo di comunità in ambito distrettuale
Al generale e tendenziale incremento delle condizioni di povertà, disagio e esclusione, concretizzatesi
nel territorio; significativi risultano gli interventi e gli accessi ai servizi realizzati negli ultimi anni,
caratterizzati da un costante incremento delle condizioni di bisogno; si sommano gli effetti della
particolare condizione contingente collegata alla situazione di “crisi” economica – produttiva.
Le categorie di cittadini in particolari condizioni di vulnerabilità, (persone sole, in età avanzata, con
problemi di salute, in una condizione di fragilità socio culturale, con stili di vita a criticità adattiva,
esclusi da lungo periodo dal mondo del lavoro, ecc.) sono i maggiormente toccati dalla situazione di
bisogno e caratterizzano fortemente il target d’attività, evidenziando anche condizioni di
multiproblematicità.
L’area del bisogno si sta allargando a categorie di cittadini fino ad ora escluse dagli interventi di
contrasto alla povertà e all’esclusione sociale. Modificazioni anche non significativamente rilevanti
nell’equilibrio economico di un maggior numero di famiglie, anche con tempistiche estremamente
brevi, comporta la necessità d’interventi di sostegno, a fronte di un rilevante rischio di caduta nell’area
delle “povertà”.
La situazione incrementa l’area d’incertezza nel futuro, riduce le capacità di proiettarsi positivamente
nella lettura del presente e del prossimo futuro; forti risultano le incidenze sulla qualità di vita delle
persone, con ricadute anche sul versante “patologico”, tanto più rilevante quanto più si combinano
con i fattori di vulnerabilità.
I fattori di rischio collegati all’emergenza sociale devono essere opportunamente considerati, forte
risulta l’esigenza di un governo multidimensionale dei fenomeni che coinvolgono il tessuto sociale nel
suo complesso.
Le linee d’intervento prospettate per far fronte ai bisogni emergenti andranno a considerare gli
elementi d’indirizzo già sperimentati e confermati.
Per questi si configurano esperienze di carattere strategico strutturale, prevedendo azioni indirizzate
ad interventi nell’ambito del “SOSTEGNO ECONOMICO”, della “ACCOGLIENZA ABITATIVA” e del
“LAVORO”.
Collegati a questi interventi si prevedono azioni caratterizzate dalla necessità d’intervenire
sull’emergenza “acuta”, le stesse azioni, si collegano alle aree d’intervento richiamate (interventi
economici d’urgenza, emergenza abitativa, supporto al reimpiego), a cui si sommano le azioni
collegate alla “FORNITURA DI BENI DI PRIMA NECESSITA’”.
Infine è prevista una forte attenzione a garantire pronte risposte alla contingente situazione
determinata dalla “crisi” economica esplosa a partire dagli ultimi mesi dell’anno 2008. In tale ambito
sono già programmate azioni di ambito distrettuale, caratterizzate dalla necessità di garantire rapidità
nelle risposte, nonché la certa adesione al protocollo di azioni anti-crisi di ambito Provinciale, con le
tempistiche specifiche delle singole iniziative che si andranno a concretizzare.
145
Obiettivo/i prioritario/i in ambito Sociale, Sociosanitario e dei Servizi Sanitari territoriali
Gli obiettivi emergenti dalla lettura dei bisogni collegati all’area target, si svilupperanno in una serie di
azioni coordinate. In dette azioni si definiranno, ove previsti nella specifica casistica, sia moduli
d’intervento particolarmente mirati alle condizioni acute d’emergenza, la cui struttura prioritaria deve
essere la rapidità dell’intervento; sia moduli strutturali, in cui la scelta strategica dell’intervento va a
privilegiare la responsabilizzazione e il ruolo attivo delle persone.
SOSTEGNO ECONOMICO
1. sviluppare azioni di sostegno economico collegate a situazioni caratterizzate da urgenza ed
emergenza, per la sussistenza, anche mediante contributi sotto forma di prestiti e
contributi per il mantenimento in strutture
2. far fronte alla particolare situazione di crisi economica, mediante l’Adesione al protocollo
anti crisi della Provincia di Modena e l’attivazione di specifiche misure distrettuali
LAVORO
3. Alimentare la lettura positiva del sé e il benessere personale/sociale, per favorire
l’inclusione sociale e una posizione attiva delle persone
4. Coordinare le azioni volte all’integrazione lavorativa, anche in coerenza con i contenuti del
protocollo d’intesa provinciale
5. Attivare strumenti utili all’avvicinamento di domanda e offerta; tirocini d’orientamento e
formativi; percorsi d’accesso al lavoro e d’integrazione sociale
6. Promuovere interventi sia collegati all’integrazione lavorativa, sia riconducibili alla
(ri)abilitazione al lavoro, con particolare attenzione alle situazioni multiproblematiche più
complesse
FORNITURA BENI DI PRIMA NECESSITA’
7. Dare risposte alle fasce più vulnerabili della popolazione (soggetti multiproblematici)
8. Rispondere con una tempistica breve (emergenza)
9. Favorire la fornitura di beni di prima necessità (alimentari, vestiario … )
10. Coordinare tutte le organizzazioni e associazioni del territorio impegnate nell’attività
11. Aderire alle iniziative finalizzate alla distribuzione di generi vari ancora buonissimi, ma
esclusi dalla vendita perché prossimi alla scadenza, o con piccole imperfezioni estetiche
(es: brutti ma buoni, ultimo minuto, ecc.)
ACCOGLIENZA ABITATIVA
12. Predisporre misure di sostegno all’accesso al mercato dell’affitto, favorendo l’incontro tra
domanda e offerta di abitazioni in locazione, in risposta alle situazioni di fragilità
determinate da perdita del lavoro, rottura vincoli famigliari, problematiche di natura sociosanitaria, malattia che creano condizioni di disagio tali da precludere il mantenimento della
situazione abitativa o di ottenerla
13. Finalizzare il Contributo annuale del Fondo Sociale Locazione per l’accesso alla locazione
14. Promuovere azioni di razionalizzazione dell’uso del patrimonio abitativo pubblico (ERP)
15. Attivazione di soluzioni di accoglienza temporanea in risposta a situazioni di emergenza
acuta (per sfratti, dimissioni da situazioni protette o istituzionalizzate), mediante
convenzioni con le strutture ricettive del territorio
16. Programmare azioni di formazione e informazione per facilitare l’incontro e l’avvicinamento
tra locatario e inquilino, considerando anche le diversità culturali e orientando
all’integrazione sociale
Obiettivi d’Integrazione con altre Politiche
146
17. Coordinare e monitorare le azioni in relazione a più soggetti erogatori
18. Sviluppare valutazioni sull’accesso più puntuali a cogliere la situazione contingente
19. Agire in modo trasversale a più aree d’intervento tipiche delle situazioni di vulnerabilità e
rischio d’esclusione (disabili, dipendenze, salute mentale, immigrati, povertà e esclusione
sociale, ecc.)
20. Ampliare la gamma delle organizzazioni partecipanti e delle organizzazioni del commercio e
della distribuzione
21. Coinvolgere nel monitoraggio dei fenomeni territoriali tutte le organizzazioni e associazioni
partecipanti
22. Promuovere azioni di formazione congiunta per lavoratori sottoccupati in collaborazione
con il sistema della formazione
23. Favorire una rete di luoghi e relazioni di aiuto.
24. Consolidare e qualificare i percorsi e gli strumenti integrati per l’inclusione lavorativa delle
persone con disagio sociale.
25. Partecipare ai tavoli distrettuali di settore per il monitoraggio e la valutazione delle azioni
attivate e per la propositività progettuale partecipata
26. Coinvolgere i settori pubblici e privati in materia di abbattimento delle barriere
architettoniche e adattamento dell’ambiente domestico (CAAD provinciale), di sviluppo
politiche urbanistiche in senso anche sociale, di sostenibilità ambientale.
Indicatori di Risultato
SOSTEGNO ECONOMICO
N° contributi sotto forma di prestito attivati
N° contributi sotto forma di prestito andati a buon fine
N° interventi di sostegno attivati rispetto al N° di richieste pervenute da parte degli aventi diritto
N° corsi di formazione per sottoccupati realizzati
LAVORO
N° di tirocini d’orientamento e formativi attivati
N° di casi accompagnati e supportati nei percorsi d’accesso al lavoro
N° di assunzioni realizzate in seguito ai percorsi e progetti realizzati
FORNITURA BENI DI PRIMA NECESSITA’
N° di accessi per tipologia di richiesta, distribuzione territoriale e caratteristiche del richiedente
ACCOGLIENZA ABITATIVA
N° accordi di sostegno alla locazione siglati
N° accoglienze temporanee assicurate
N° partecipanti a corsi di formazione/informazione all’inquilinato
147
1.5 Tabella 1 - gli obiettivi strategici triennali di salute e benessere sociale:
“INTEGRAZIONE SOCIALE A FAVORE DEI CITTADINI STRANIERI IMMIGRATI, ASILO E LOTTA
ALLA TRATTA”
TARGET*
Respons.tà
Familiari
X□
infanzia
e
adolescenza
□
Giovani
Anziani
X□
□
Disabili
Immigrati
stranieri
□
X□
Prevalente
Povertà e
Esclusione
sociale □
Salute
mentale
Dipendenze
□
□
FINALITÀ
Informazione/Promozione del benessere
sociale, della salute e di stili di vita sani
Prevenzione
X
□
Cura/Assistenza
X
□
□
Bisogni Emergenti dal profilo di comunità in ambito distrettuale
I dati demografici indicano un forte dinamismo sociale del territorio in particolare rispetto a :
a) forte incremento natalità, specie da famiglie di origine non-UE;
b) aumento dell’incidenza della popolazione straniera (14,4% Spilamberto, 13,6% Vignola, ecc.)
c) aumento della presenza di minori nella fascia d’età 14-18 anni
d) situazione di precarizzazione lavorativa e ed economica diffusa
.
- aumento persone/ famiglie con insufficienti reti familiari o sociali di sostegno per migrazione,
trasferimento, frammentazione reti familiari
- aumento domanda di alcuni servizi, aumento della complessità delle situazioni di fragilità
economica, sociale e relazionale
- rischio di aumento della competizione per i servizi e le risorse di sostegno sociale (nidi, esoneri
scolastici, case popolari, ma anche risorse lavorative, ecc.), soprattutto tra le famiglie vulnerabili o
precarie, e in conseguenza di situazioni di crisi economica e impoverimento diffuso;
- Rischio di crescita del livello di tensione e conflitto sociale latente, intolleranza e insicurezza di
fronte al cambiamento; rischio di crescita pregiudizi (veicolati anche dai media) e di intolleranza
conflitti e creazione di capri espiatori
- Bisogno di accompagnare la comunità locale ed i servizi nel vivere il cambiamento
interculturale in atto ;
- bisogno di sostegno da parte delle nuove generazioni nel costruire la propria identità in un
contesto culturalmente e socialmente complesso, adottando stili di vita "sani"
- bisogno di maggiori competenze degli operatori dei servizi di fronte all'utenza sempre più
multiculturale
- bisogno di maggiore raccordo tra interventi sociali, sanitari, educativi, in particolare nei
confronti di famiglie provenienti da culture e situazioni sociali eterogenee
- bisogno di maggiore integrazione tra le politiche e i servizi di area socio-sanitaria (in
particolare gli interventi rivolti specificamente ai cittadini stranieri) e gli altri settori della
pianificazione territoriale (urbanistico, culturale, ambientale, ecc.)
148
Obiettivo/i prioritario/i in ambito Sociale, Sociosanitario e dei Servizi Sanitari territoriali
1. Garantire pari opportunità a tutti i cittadini e sostegno ai servizi nell’adattamento ai
cambiamenti della società attraverso :
a) L’adeguamento dei servizi in funzione dei cambiamenti dell'utenza, in termini di servizi
erogati da potenziare, da ridurre, da modificare, modalità di accesso e comunicazione
b) La ridefinizione di modalità di risposta in rete dei servizi verso una maggiore
integrazione tra servizi e interventi, rafforzando i collegamenti tra scuola, servizi sociali,
servizi sanitari e territorio, in particolare per affrontare le situazioni complesse in modo
interistituzionale e multiprofessionale;
c) La qualificazione del sistema locale di informazione, orientamento, consulenza ai
cittadini stranieri integrandolo maggiormente con il sistema di welfare locale
2. Favorire i processi di integrazione e consentire ai cittadini stranieri una piena cittadinanza
sociale e politica attraverso:
-
-
La promozione dell’apprendimento e dell’alfabetizzazione in lingua italiana, con
particolare attenzione alle donne straniere
Il sostegno alle istituzioni scolastiche nella promozione dell’apprendimento e la
socializzazione scolastica degli alunni provenienti da famiglie straniere
la partecipazione dei ragazzi e adolescenti (di qualsiasi appartenenza di genere o
provenienza geografica o culturale) alle attività di socializzazione nel tempo libero,
specie per l’accesso agli spazi di aggregazione, alle associazioni sportive e ricreative del
territorio;
il raccordo tra gli interventi scolastici ed extrascolastici rivolti ai ragazzi stranieri
la collaborazione tra enti del territorio per arricchire l’offerta del sistema formativo per
gli adulti
il sostegno alle forme esistenti di rappresentanza dei cittadini stranieri e promozione
della partecipazione alla vita culturale e sociale della comunità
3. Sostenere la crescita di comunità competenti nel gestire la convivenza in un processo di
cambiamento culturale e sociale attraverso :
-
-
-
La promozione di strategie e interventi di prevenzione e contrasto dell’insorgere di
dinamiche di tensione e conflitto sociale, insicurezza di fronte al cambiamento,
intolleranza, discriminazione, razzismo
La promozione di interventi volti a favorire la costruzione di relazioni positive tra
cittadini di origine culturali diverse e l’estensione delle reti di vicinanza, scambio e
mutuo aiuto
Incremento delle capacità di gestione di situazioni di conflitto relative a spazi e risorse
del territorio (conflitti di vicinato, ecc.)
149
4. Monitoraggio e gestione delle zone ad alto impatto critico/conflittuale;
a. Ridurre i rischi di allargamento delle fasce di popolazione vulnerabile, competizione
per le risorse (vera o percepita) e di ‘guerra fra poveri’
b. prevenzione dell’abbandono di spazi sociali e della conseguente crescita di zone a
rischio securitario; prevenzione della crescita del senso di insicurezza
c. Prevenire l’aumento delle aree di conflittualità sociale e/o di tensioni latenti
5.
Promozione della salute, con particolare attenzione a:
a)
sostegno alla maternità, specie per quanto riguarda le donne straniere, che
possono presentare un maggiore rischio di isolamento, depressione, disagio,
disorientamento in quanto prive di una rete primaria di sostegno
b)
assicurare cure di base, necessarie e urgenti per la salute propria e della
comunità a persone che a causa delle procedure vigenti hanno difficoltà ad accedere ai
servizi sanitari (con particolare attenzione a badanti, persone con patologie infettive,
ecc promuovere l’educazione alla salute per gli adolescenti figli di migranti, specie
riguardo alla salute riproduttiva e agli stili di vita
potenziare gli interventi volti a facilitare la comprensione e la comunicazione tra
c)
pazienti stranieri e personale sanitario
Obiettivi d’Integrazione con altre Politiche **
6. Porre al centro delle diverse programmazioni di settore, il tema della crescente presenza di
migranti nel territorio distrettuale, per favorire un approccio complesso e unitario che favorisca
la coesione sociale:
7. Rafforzare la collaborazione con le istituzioni scolastiche, il Centro Territoriale permanente, gli
enti di formazione per incrementare i percorsi informativi e formativi rivolti ai cittadini
stranieri;
8. Mettere a sistema gli interventi volti a promuovere il benessere e la riuscita scolastica dei
minori stranieri;
9. Promuovere l’integrazione di interventi volti a garantire la coesione sociale e la sicurezza
operando per ricostruire una rete di luoghi e relazioni sicuri e mettendo in rete i servizi e le
associazioni attive in ogni territorio;
10. Promuovere maggiore raccordo con la programmazione culturale e realizzare azioni e
interventi co – progettati;
11. Favorire e promuovere azioni di sensibilizzazione legate alla sicurezza sul lavoro;
12. Promuovere forme di collaborazione tra organizzazioni datoriali e di categoria e gli organismi di
partecipazione;
150
Indicatori di Risultato
1) Garantire pari opportunità a tutti i cittadini e sostegno ai servizi nell'adattamento ai cambiamenti della società
num. Iniziative formazione / aggiornamento / supervisione rivolte ad operatori-chiave realizzate; num. Servizi
coinvolti; num. Partecipanti
• num. Richieste di servizi-chiave (sostegno economico, servizi ed esoneri scolastici, edilizia agevolata, ecc.)/
num. Domande soddisfatte;
• num. Domande non soddisfatte o in lista di attesa;
• num. Servizi e operatori di diverse professionalità coinvolti nelle situazioni multiproblematiche;
• num. Interventi co-gestiti;
• realizzazione di protocolli di accordo o procedure condivise di intervento integrato
• num. Accessi ai servizi di sportello per cittadini stranieri per tipologia di richiesta;
•
sottoscrizione procotollo provinciale pratiche burocratiche
2) Favorire i processi di integrazione e consentire ai cittadini stranieri una piena cittadinanza sociale e politica
a) Num. Persone raggiunte dai corsi italiano; di cui, num donne partecipanti
b) num. Iniziative / azioni volte a coinvolgere ragazzi stranieri nelle attività di associazioni ricreative, culturali,
spazi di aggregazione ; num. Ragazzi stranieri partecipanti a eventi e iniziative culturali, sportive e di
socializzazione; num. Ragazzi stranieri e italiani partecipanti alle attività degli Spazi Giovani;
c) num. Interventi per favorire l'apprendimento e la socializzazione scolastica degli alunni provenienti da famiglie
straniere (realizzate con il sostegno dell’Unione); Num. Ragazzi coinvolti;
d) num corsi alfabetizzazione neoarrivati e num. Partecipanti
e) num. Incontri Forum e num. partecipanti; num. Gruppi di lavoro tematici attivati; num. Incontri gruppi di
lavoro; num iniziative del forum e/o con partecipazione membri forum
3) Sostenere la crescita di comunità competenti nel gestire la convivenza in un processo di cambiamento culturale
e sociale
• indicatori di definizione e start-up progettazioni (protocolli di accordo, co-progettazione di interventi ed
iniziative, ecc.) rispetto dei tempi e realizzazione delle azioni previste
• num. Persone coinvolte nelle attività delle singole progettazioni
• Num. Incontri - iniziative di incontro, scambio e conoscenza reciproca;
• Num. Partecipanti; Indicatori interni ai progetti comunitari (Prog di Comunità di Spilamberto; Famiglie e
Solidarietà)
4) Monitoraggio e gestione delle aree ad alto impatto critico/conflittuale
• costruzione di un metodo di mappatura territoriale zone a rischio di conflittualità sociale e sicurezza;
• mappatura territoriale zone critiche;
• indicatori di allarme rispetto a situazioni di rischio sicurezza, conflittualità o tensione sociale, discriminazione e
razzismo (in via di definizione – vedi sopra)
5) Promozione della salute
• num. Corsi / iniziative a sostegno della maternità e prima genitorialità gestite con metodi e approcci
transculturali; partecipazione donne straniere;
• num. Donne a rischio o in condizioni di depressione e disagio post-parto intercettate;
• num percorsi di sostegno mirati a donne in disagio legati a maternità
• num. Iniziative di informazione/educazione alla salute rivolte ad adolescenti; num. Partecipanti figli di migranti
• num. Richieste attivazione mediazione linguistico-culturale in servizi-chiave; num lingue/culture attivate
Integrazione con altre politiche:
realizzazione protocolli o prassi strutturate di collaborazione tra i settori della pianificazione sociosanitaria e altri settori (cultura / eventi; sicurezza; urbanistica; ecc…)
• Num. gruppi di lavoro intersettoriali
• Num. Interventi co-progettati o pianificazioni condivise, anche con le associazioni e realtà del terzo settore
presenti sul territorio
• Num. Inziative di sensibilizzazione / informazione realizzate
• num. Iniziative di incontro tra associazioni datoriali e organismi di rappresentazione realizzate
151
1.6 Tabella 1 - gli obiettivi strategici triennali di salute e benessere sociale:
POLITICHE A FAVORE DI ANZIANI E DISABILI
TARGET*
Respons.tà
Familiari
□
infanzia
e
adolescenza
Giovani
Anziani
Disabili
□
□
□X
□X
Immigrati
stranieri
Povertà e
Esclusione
□
sociale
□
Salute
mentale
Dipendenze
□
□
FINALITÀ
Informazione/Promozione del benessere
sociale, della salute e di stili di vita sani
Prevenzione
x
x
Cura/Assistenza
x
Bisogni Emergenti dal profilo di comunità in ambito distrettuale
A)PROMOZIONE E SOSTEGNO DELLA DOMICILIARITA’
Sviluppare, qualificare e diversificare l’assistenza domiciliare
Dotazione di un numero adeguato di posti di sollievo
Sostenere il lavoro di cura delle famiglie
Qualificare il lavoro di cura svolto dalle assistenti famigliari
Promozione e sviluppo di attività inerenti l’adattamento domestico
Avviare il percorso di accreditamento dei servizi domiciliari
B)QUALIFICAZIONE DEI SERVIZI RESIDENZIALI E SEMIRESIDENZIALI PER ANZIANI
Qualificare e diversificare la risposta dei servizi residenziali e semiresidenziali per anziani con
particolare riguardo alle persone con gravi disturbi comportamentali e con livelli di alta complessità
socio-sanitaria
Mantenere un livello di copertura del 3% dei servizi residenziali per anziani
Completare la rete dei servizi semiresidenzili per anziani
Avviare il percorso di accreditamento dei servizi residenziali e semiresidenziali per anziani
C) QUALIFICAZIONE DEI SERVIZI RESIDENZIALI E SEMIRESIDENZIALI PER DISABILI
Valutare possibili soluzioni per favorire la vita indipendente a persone con disabilità lieve
Trovare soluzioni residenziali per disabili con gravi disturbi del comportamento
Potenziamento dei posti di Centro Diurno per disabili
Garantire interventi residenziali dedicati alle persone con gravissime disabilità acquisite
Promozione dei programmi territoriali per il “dopo di noi”
Avviare il percorso di accreditamento dei servizi residenziali e semiresidenziali per disabili
D)PROMOZIONE DELLA SALUTE E DEL BENESSERE DELLA POPOLAZIONE ANZIANA, TUTELA DELLE
CONDIZIONI DI FRAGILITA’
Promozione attiva della salute, di stili di vita corretti,( attività motoria, stimoli intellettuali, attività di
socializzazione)
Tutela della popolazione fragile o a rischio di fragilità per determinanti sociali e/o sanitari
Garantire la mobilità sul territorio
E)PROMUOVERE E SOSTENERE L’AUTONOMIA E LA VITA INDIPENDENTE DELLE PERSONE DISABILI
Prosecuzione e potenziamento degli interventi volti a favorire l’autonomia e l’inserimento lavorativo
Favorire la mobilità
Favorire azioni di socializzazione e di prevenzione dell’esclusione sociale
152
Obiettivo/i prioritario/i in ambito Sociale, Sociosanitario e dei Servizi Sanitari territoriali
A)PROMOZIONE E SOSTEGNO DELLA DOMICILIARITA’:
1) consolidamento del percorso di qualificazione del servizio di assistenza domiciliare in
base ai requisiti della dgr 1206/07 e della dgr 1230/08 su tutto il territorio distrettuale
2) potenziamento di strumenti e percorsi per la presa incarico integrata tra i servizi
domiciliari sanitari, e quelli socio-assistenziali di persone con elevati livelli di
complessità sanitaria (gravi disabilità/non autosufficienza, malati terminali, ecc)
3) valorizzare il Piano Assistenziale Individuale di Vita e di Cura come strumento
principale di presa in carico integrata della persona assistita a domicilio
4) valorizzazione della funzione del case management nelle condizioni più a rischio
5) rivedere il protocollo dimissioni protette per Intensificare le azioni di integrazione fra
ospedale e territorio per assicurare un livello maggiore di continuità assistenziale
soprattutto nelle situazione di maggior complessità sanitaria e fragilità sociale
6) assicurare una dotazione minima di posti di sollievo dedicati e utilizzo dei posti
convenzionati in modo flessibile per assicurare: risposte di sollievo programmato,
risposte con caratteristiche di urgenza/emergenza o per facilitare il rientro al domicilio
dopo un ricovero ospedaliero ecc
7) promuovere azioni di informazione/formazione e di consulenza alle famiglie attraverso:
il potenziamento delle prestazioni di affiancamento e consulenza del SAD e la
promozione punti di ascolto, e di sostegno all’attività di gruppi di mutuo e auto aiuto
fra famigliari
8) consolidare le attività di sostegno e orientamento svolte dallo “Sportello Orientamento
e Informazione “rivolto ad assistenti famigliari e a famigliari di persone in condizioni di
non autosufficienza /disabilità
9) avviare azioni di integrazione con il Centro per l’impiego distrettuale per garantire
adeguate azioni di emersione del lavoro di cura
10)sostenere attività di formazione, informazione e tutoring sia individuali che di gruppo a
favore di assistenti famigliari
11)sostenere le famiglie con interventi finalizzati a incentivare il lavoro di cura e la sua
emersione
12)promozione di azioni formative,di sostegno, di sollievo e riabilitazione, volte a
qualificare l’assistenza domiciliare a favore di malati di demenza anche in
collaborazione con il privato sociale e il terzo settore
13)sviluppare gli interventi volti al superamento delle barriere architettoniche e di
sostegno all’adattamento domestico
14)sostenere e implementare l’attività del Gruppo Tecnico Territoriale in raccordo con il
CAAD provinciale ,promuovendo la costituzione di un equipe territoriale dedicata
15)avviare il percorso di accreditamento del servizio di assistenza domiciliare
B)QUALIFICAZIONE DEI SERVIZI RESIDENZIALI E SEMIRESIDENZIALI PER ANZIANI
16)garantire all’interno delle strutture residenziali diversi livelli d’intensità dell’assistenza e
delle cure prestate sia per la temporaneità che per i ricoveri prolungati, in modo da
assicurare sia interventi di carattere riabilitativo che ad alta complessità e valenza
sanitaria e assistenziale.
153
17)promuovere azioni di miglioramento per garantire continuità assistenziale fra strutture
ospedaliere e strutture residenziali, da includere nel protocollo dimissioni protette
distrettuale
18)a seguito dell’ampliamento della Casa protetta a di Montese e alla realizzazione di un
nucleo dedicato, qualificare la risposta residenziale sia definitiva che temporanea per
soggetti affetti da demenza con disturbi comportamentali,
19)messa a regime del progetto di informatizzazione di tutte le strutture per anziani
convenzionate presenti sul distretto aderendo al più ampio progetto di ambito
provinciale
20)mantenere un livello di copertura del 3% dei servizi residenziali, utilizzando anche lo
strumento dei PAI da attivare presso le strutture residenziali autorizzate/accreditate
del Distretto
21)realizzare, degli interventi strutturali di riqualificazione e ampliamento delle strutture
per anziani previsti in ambito distrettuale a seguito della concessione dei contributi in
conto capitale ai sensi degli art.29 e 48 L.R. 2/03 e art10 L.R.5/04
22) mantenere le azioni di facilitazione e promozione all’accesso ai Centri diurni e
sviluppare un sistema di sinergie fra Centri diurni e gli altri servizi a sostegno della
domiciliarità in modo tale da garantire una risposta flessibile e personalizzata con
particolare riguardo agli anziani fragili
23) avviare il percorso di accreditamento
C) QUALIFICAZIONE DEI SERVIZI RESIDENZIALI E SEMIRESIDENZIALI PER DISABILI
24)
esplorare la fattibilità di sperimentare soluzioni abitative in alloggi con servizi
per sostenere progetti di vita indipendenti a favore di persone con disabilità più lievi
25)
verificare la fattibilità d una progettazione di ambito sovradistrettuale
coordinata a livello di CSST per offrire risposte di carattere residenziale per disabili con
gravi disturbi comportamentali, non avendo più la certezza di poter utilizzare la
struttura Charitas di Modena
26)
potenziare il numero di posti di centro diurno per disabili attraverso la
ristrutturazione del Centro Diurno “Le Querce” e l’utilizzo a pieno regime del Centro
diurno “Il Melograno”
27)
in sede di revisione delle convenzioni occorre portare a regime l’applicazione di
una retta differenziata per il Centro Residenziale del Comune di Montese in relazione ai
bisogni assistenziali espressi dall’ospite accolto nel centro medesimo
28)
Completare l’organizzazione all’interno della CasaProtetta /RSA di Vignola e la
Casa Protetta di Spilamberto dei nuclei dedicati all’assistenza di persone con gravissima
disabilità acquisita (D.G.R.n.2068/04 e D.G.R.n.840/08)
29)
collaborare in modo partecipato alla realizzazione delle sinergie e delle possibili
azioni previste nel percorso/progetto sostenuto a livello locale dall’Associazione:” Da
noi a te”
30)
avviare e il percorso di accreditamento delle strutture residenziali e
semiresidenziali per disabili
154
D)PROMOZIONE DELLA SALUTE E DEL BENESSERE DELLA POPOLAZIONE ANZIANA, TUTELA
DELLE CONDIZIONI DI FRAGILITA’
31)prosecuzione dell’attività di e messa a sistema tutte le esperienze formative,
informative, aggregative e di socializzazione presenti sul territorio in modo tale che
diventino patrimonio disponibile per la popolazione target, in particolar modo
attraverso lo sviluppo delle azioni di informazione e orientamento svolta dalla rete
degli Sportelli Sociali;
32)Promozione di azioni di informazione e formazione anche attraverso il coinvolgimento
delle realtà associative e culturali presenti sul territorio, in particolare quelli rivolte e/o
autogestite dagli anziani stessi, promuovere azioni/iniziative dedicate a creare
sensibilizzazione verso temi specifici: (es: alimentazione corretta, prevenzione cadute e
incidenti domestici, allenamento alla memoria ecc…)
33)Messa in atto di interventi capaci di creare contatto attivo e sostegno anche in caso di
emergenza climatica o sanitaria
34)Consolidare le azioni di promozione e sostegno attivate con il Progetto di ambito
distrettuale denominato per lo sviluppo, il sostegno delle reti sociali per ridurre
l’isolamento e la solitudine di anziani fragili e per promuovere interventi atti a
valorizzare il ruolo attivo della popolazione anziana
35)Promozione di azione a sostegno dei famigliari che assistono malati di Alzheimer o
con gravi disabilità
36)Sperimentare servizi di teleassistenza e telesoccorso
37)Mettere in atto un’ azione di confronto permanente con le diverse realtà associative
del terzo settore impegnate attivamente sulle tematiche della fragilità per creare
cultura comune e attivare tutte le sinergie possibili per leggere e rispondere ai bisogni
espressi
38)attivare azioni di confronto interistituzionali per la mettere in atto azioni capaci di
facilitare la mobilità sul territorio creando una rete di opportunità differenziate anche
in relazione alle diverse caratteristiche sia del territorio sia della popolazione di
riferimento
E)PROMUOVERE E SOSTENERE L’AUTONOMIA E LA VITA INDIPENDENTE DELLE PERSONE DISABILI
39) consolidamento del percorso avviato con la realizzazione delle azioni connesse a quanto
previsto nel “Protocollo d’intesa tra Provincia di Modena AUSL e Comuni capi distretti per
l’inserimento al lavoro delle persone con disabilità ex L.68/99
40) portare a regime l’ attività del laboratorio occupazionale cASPita
41) favorire azioni di confronto interistituzionale sul tema della mobilità territoriale, per far
emergere l’attuale offerta di servizi pubblici e del privato sociale e le maggior criticità presenti,
e per favorire soluzioni innovative che trovano corresponsabilità fra i diversi attori coinvolti
4) sostegno della mobilità privata attraverso i contributi relativi alla L.R.29/199
42) sostenere e favorire un lavoro di promozione, conoscenza e messa in relazione delle diverse
realtà associative/ricreative presenti sul territorio, perché diventino patrimonio fruibile sia da
parte dei singoli disabili che della famiglia
43) sostegno dell’attività educativa svolta sia a livello individuale che sperimentando progetti di
piccolo gruppo
44)orientare l’attività degli educatori del SED verso interventi di promozione sia di interventi che
sostengono l’autonomia individuale o il mutuo auto/aiuto fra i famigliari, sia che rendano la
comunità più competente nel farsi carico dei bisogni di socializzazione, autonomia dei disabili
155
Obiettivi d’Integrazione con altre Politiche
45) facilitare la mobilità territoriale per migliorare l’accesso ai servizi e alle istituzioni presenti nel
territorio
46) promuovere la conoscenza e la fruibilità delle opportunità formative, culturali e aggregative
presenti sul territorio
47) favorire la cultura della sicurezza degli ambienti domestici
48) conciliazione dei tempi di vita e di cura
49) promuovere azioni di miglioramento dell’utilizzo degli spazi pubblici anche da parte delle
persone disabili o non autosufficienti
INDICATORI DI RISULTATO
A)PROMOZIONE E SOSTEGNO DELLA DOMICILIARITA’
% di dimissioni protette ospedaliere che si concludono al rientro al domicilio con l’attivazione
di un progetto domiciliare di vita e di cura integrato
N° ore di servizio fruite da anziani non autosufficienti o disabili sul totale delle ore prestate
dal SAD
% di soddisfazione delle richieste di ricovero temporaneo di sollievo e/o emergenza relativo
ad adulti disabili e ad anziani
N° percentuale dei progetti di domiciliarità anziani (Assegno di cura – SAD integrato – Centro
Diurno – Ricoveri di sollievo) che si concludono senza un ricovero definitivo in strutture
protette residenziali
N. di esperienze formative e/o di sostegno attivate a favore dei famigliari nel triennio
% di incremento del n° di interventi di addestramento/formazione in situazione rivolti ad
Assistenti Familiari private dal SAD e/ o rivolte ai famigliari
N° interventi di formazione effettuate a favore di assistenti famigliari
N° di accesso allo Sportello Orientamento e Informazione “rivolto ad assistenti famigliari e a
famigliari di persone in condizioni di non autosufficienza /disabilità
N° interventi di consulenza per abbattimento barriere architettoniche e adattamento
domestico
Monitoraggio dello stato di avanzamento del percorso di accreditamento del servizio di
assistenza domiciliare, costruzione di un apposita griglia di rilevazione
156
B)QUALIFICAZIONE DEI SERVIZI RESIDENZIALI E SEMIRESIDENZIALI PER ANZIANI
Indice di copertura dei posti residenziali
n. di anziani nella graduatoria per l’accesso alle strutture residenziali
% di strutture informatizzate
% di copertura dei posti di centro diurno
Monitoraggio dello stato di avanzamento del percorso di accreditamento de i servizi per
anziani costruzione di un apposita griglia di rilevazione
C) QUALIFICAZIONE DEI SERVIZI RESIDENZIALI E SEMIRESIDENZIALI PER DISABILI
% di richieste di residenzialità soddisfatte
%utilizzo dei posti dedicati all’assistenza di cui (D.G.R.n.2068/04 e D.G.R.n.840/08)
% di copertura dei posti di centro diurno
Monitoraggio dello stato di avanzamento del percorso di accreditamento de i servizi per
disabili costruzione di un apposita griglia di rilevazione
D)PROMOZIONE DELLA SALUTE E DEL BENESSERE DELLA POPOLAZIONE ANZIANA, TUTELA DELLE
CONDIZIONI DI FRAGILITA’
n. iniziative presenti sul territorio rivolte alla popolazione anziane
n. di anziani fragili coinvolti nelle diverse esperienze attivate nell’ambito del progetto di
sviluppo e sostegno delle reti sociali per ridurre l’isolamento sociale
n. associazioni coinvolte
E)PROMUOVERE E SOSTENERE L’AUTONOMIA E LA VITA INDIPENDENTE DELLE PERSONE DISABILI
n.utenti seguiti dai servizi per l’inserimento lavorativo
% di disabili assunti rispetto a quelli coinvolti in progetti di facilitazione dell’inserimento
lavorativo
n.utenti coinvolti in progetti di sostegno educativo
n. associazioni censite
157
1.7 Tabella 1 - gli obiettivi strategici triennali di salute e benessere sociale:
“ PROMOZIONE DI STILI DI VITA SANI, PREVENZIONE DEGLI EVENTI INFORTUNISTICI, PREVENZIONE
DEL CONSUMO/ABUSO DI SOSTANZE E SOSTEGNO AL REINSERIMENTO SOCIALE DI SOGGETTI
DIPENDENTI E MULTIPROBLEMATICI”
TARGET*
Respons.tà
Familiari
x
infanzia
e
adolescenza
x
Giovani
Anziani
x
Disabili
x
Immigrati
stranieri
x
Povertà e
Esclusione
sociale □
Salute
mentale
Dipendenze
x
x
x
FINALITÀ
Informazione/Promozione del benessere
sociale, della salute e di stili di vita sani
Prevenzione
Cura/Assistenza
x
x
□
Bisogni Emergenti dal profilo di comunità in ambito distrettuale
Gran parte delle priorità strategiche a suo tempo individuate con il Piano Provinciale per la
Salute: l’attenzione alle fasce deboli (infanzia, adolescenza, disabili, donne, anziani), alle
patologie prevalenti (cardiovascolari, neoplasie, respiratorie, AIDS e malattie rare), agli eventi
infortunistici (stradali, sul lavoro e domestici), all’esigenza di integrazione e sussidiarietà di
intervento tra il sociale e il sanitario e al più ampio generale valore della prevenzione e del
recupero, sono la base per le nuove strategie previste dal PSSR.
Nel nuovo PSSR viene sottolineata l’importanza di nuove prospettive e di un nuovo ruolo per
l’area della sanità pubblica e veterinaria, indirizzata verso una funzione di tutela globale della
salute individuale e collettiva.
Le iniziative di sensibilizzazione e di educazione sanitaria assieme alle conquiste scientifiche
stanno contenendo la curva tendenziale di alcune delle patologie prevalenti e di alcuni
eventi infortunistici. Gli impegni devono quindi essere, da un lato quello di proseguire e
crescere nella promozione di azioni informative, formative, di contrasto e di controllo sia per
quanto attiene gli stili di vita, la salute collettiva ed i comportamenti e dall’altro, quello di
attivare efficienti azioni di monitoraggio sull’evolversi della casistica e sulla efficacia delle
iniziative intraprese.
Una efficace azione sui determinanti di salute, oltre che dall’integrazione delle principali
politiche di settore, non può prescindere da una speciale e accurata attenzione ai temi
dell’ambiente e della sicurezza. Ambiente non significa soltanto inquinamento e rifiuti ma è su
questi due grandi temi che si dovrà concentrare l’attenzione nel prossimo triennio attraverso
azioni formative e dissuasive per una crescita culturale della popolazione, potenziamento
delle politiche di risparmio energetico e di riduzione delle emissioni, miglioramenti strutturali
nel sistema dei trasporti e della viabilità, riduzione della produzione di rifiuti, incremento della
raccolta differenziata e di un corretto smaltimento. Per quanto riguarda la sicurezza
individuale e collettiva, sono tre i principali ambiti che richiedono l’impegno integrato delle
Istituzioni: sicurezza stradale, sicurezza sul lavoro, sicurezza domestica.
Dall’analisi delle esperienze più significative e dall'analisi sull'andamento degli incidenti
stradali, risultano essere quattro le tipologie di azione da attuarsi in maniera organica in
grado di produrre risultati significativi in termini di riduzione della casistica:
158
-
-
-
costante e puntuale monitoraggio e analisi epidemiologica degli incidenti stradali e
condivisione dei dati da parte dei soggetti coinvolti al fine di rilevare tempestivamente il
modificarsi del fenomeno, i maggiori punti a rischio, le cause degli incidenti (strutturali o
comportamentali), ecc;
potenziamento e maggiore finalizzazione dei controlli sulla base dell'analisi dei dati
anche attraverso strumenti elettronici;
diffusione di una cultura della sicurezza stradale come cultura della legalità e del rispetto
delle norme attraverso interventi educativi e formativi in grado di incidere sulla
modifica dei comportamenti;
interventi strutturali per la messa in sicurezza dei punti critici e potenziamento delle
iniziative che possono favorire la mobilità sostenibile con particolare riguardo a quelle atte
a tutelare l'utenza debole (pedoni, ciclisti, bambini, anziani).
Lo stesso approccio va tenuto sul tema complesso della sicurezza sul lavoro. I dati relativi
agli infortuni nella provincia di Modena confermano l’esigenza di mantenere elevata
l’attenzione e l’interesse sul fenomeno ( aumentano infortuni atipici), affinando le
metodologie di intervento, incrementando la vigilanza e l’assistenza, indagando l’eziologia
degli incidenti, promuovendo la diffusione della cultura della prevenzione in tutti gli ambienti
di lavoro e verso tutte le figure e i soggetti coinvolti.
Gli infortuni e le malattie professionali che oggi si verificano sono tutt’ora in gran parte
eliminabili ma le azioni che vengono promosse dalle Istituzioni competenti in materia di
controllo sulla corretta applicazione della normativa prevenzionistica e dei rapporti di lavoro
non sono in grado, da sole, di ridurre in modo incisivo il fenomeno che in buona parte
dipende dalle caratteristiche attuali del mercato del lavoro (flessibilità e mobilità) e dalla
destrutturazione di alcuni comparti produttivi (sub appalti con molte ditte individuali o
comunque di ridottissime dimensioni).
In ambedue queste aree occorrono un approccio multidisciplinare ed un intervento integrato
ed interistituzionale, da attuarsi anche attraverso appositi tavoli, sia provinciali ( come
quello della sicurezza sul lavoro) che locali, coinvolgenti tra l’altro le Istituzioni Giudiziarie, di
Polizia, ecc.. Tutto ciò allo scopo di individuare e programmare interventi specifici di livello
provinciale in grado di integrare le conoscenze e razionalizzare l’uso delle risorse, ed allo
stesso tempo di analizzare le specificità distrettuali al fine di mirare maggiormente le attività
di controllo e vigilanza, di formazione, di sensibilizzazione, di promozione del benessere e
della tutela, di riduzione dei determinanti più significativi che provocano gli infortuni
(correlazioni tra incidenti e uso di alcol e sostanze; correlazioni tra lavoro
irregolare/nero e la salute e sicurezza; …).
Vi è infine il problema degli incidenti domestici – spesso non sufficientemente valutati –
che invece coprono una percentuale molto elevata tra le diverse tipologie di eventi
incidentali.
Anche in questo caso servono azioni sinergiche di sensibilizzazione, informazione,
acculturamento, a partire dalle persone più esposte, da attuarsi nella scuola, nei punti di
aggregazione od anche direttamente al domicilio dei soggetti a rischio con il contributo delle
più importanti aziende di servizi ( gas, acqua, …). Servirebbero inoltre iniziative volte a
promuovere il ripensamento delle soluzioni di edilizia residenziale in direzione di più elevati
livelli di sicurezza (bagni, scale,..).
159
Obiettivo/i prioritario/i in ambito Sociale, Sociosanitario e dei Servizi Sanitari territoriali
1) Azioni di promozione di stili di vita sani rivolti alle mamme in gravidanza ( allattamento al seno
esclusivo e prolungato, ecc) ; azioni di educazione a una sana e corretta alimentazione dei
bambini e di tutta la famiglia; educazione alla legalità, promozione del benessere
2) Salute mentale e dipendenze patologiche: fondamentale lavorare in modo integrato tra servizi
sanitari (CSM, MMG, SDP, Ospedale), sociali, Forze dell’ordine e terzo settore sia per azioni di
prevenzione, ma anche per la cura e la riabilitazione
Obiettivi d’Integrazione con altre Politiche
3) Costituire un tavolo di lavoro allargato a rappresentanti delle diverse politiche del territorio per
predisporre una programmazione congiunta e condivisa; realizzare anche percorsi formativi
per gli operatori quale supporto per facilitare l’affermarsi della nuova modalità di lavoro e
approccio culturale e prevedere momenti informativi/formativi rivolti alla cittadinanza
4) Consolidare i rapporti tra Dipartimento di Sanità Pubblica, ARPA, sociale, cultura, politiche
abitative, immigrazione e Uffici Tecnici comunali per predisporre corrette scelte urbanistiche
ed ambientali che favoriscano il contenimento dell’emissione di polveri sottili e la creazione di
aree urbane pensate anche per i bambini. Predisposizione di nuovi percorsi di educazione
ambientale nelle scuole e incentivazione alla raccolta differenziata su tutto il territorio del
distretto
5) Monitorare e analizzare l’epidemiologia degli incidenti stradali; realizzare azioni di diffusione di
una cultura della sicurezza stradale come cultura della legalità e del rispetto delle norme
attraverso interventi educativi e formativi in grado di incidere sulla modifica dei
comportamenti; interventi strutturali per la messa in sicurezza dei punti critici e potenziamento
delle iniziative che possono favorire la mobilità sostenibile, soprattutto per le fasce più deboli
della popolazione
6) promuovere la diffusione della cultura della prevenzione in tutti gli ambienti di lavoro e verso
tutte le figure e i soggetti coinvolti; consolidare azioni di vigilanza e assistenza e attivare una
analisi approfondita degli eventi infortunistici per attivare azioni di miglioramento.
7) Realizzare un tavolo di confronto multidisciplinare tra operatori sanitari, dell’Ente Locale, delle
Forze dell’ordine per definire linee operative relative alla correlazione tra incidenti stradali e
uso di alcol e sostanze e quelle tra lavoro irregolare/nero e la salute e la sicurezza
8) Realizzare azioni di sensibilizzazione rivolte alla cittadinanza in merito agli elementi di
urbanistica per la prevenzione dell’incidentalità domestica, attraverso anche azioni capillari che
vedano il coinvolgimento diretto dei MMG e PLS
9) costituzione di un gruppo permanente di coordinamento delle azioni di prevenzione ed
educazione alla salute realizzate sul territorio affinché realizzi una mappatura e
sistematizzazione delle azioni di prevenzione realizzate sul territorio onde evitare ridondanze e
sprechi, svolga una valutazione sull’efficacia degli interventi realizzati fino ad oggi e verifichi
l’opportunità di modificare le modalità più rispondenti ai nuovi bisogni emersi
160
Indicatori di Risultato
INDICATORI OBIETTIVI PRIORITARI
1) n. azioni di promozione di stili di vita sani
2)
3)
n. di percorsi di formazione congiunta
predisposizione di linee operative/protocolli d’intesa
INDICATORI OBIETTIVI DI INTEGRAZIONE
n. di incontri del tavolo di lavoro composto da rappresentanti delle diverse politiche del
territorio
predisposizione di linee operative/protocolli d’intesa tra i diversi soggetti del territorio
n. di partecipanti a corsi formativi
4) n. di percorsi di educazione ambientale rivolti alle scuole
n. di Comuni del Distretto che hanno avviato la raccolta differenziata
5) n. di incidenti stradali nel territorio
n. di interventi informativi/formativi rivolti alle scuole e alla cittadinanza in merito alla sicurezza
stradale
6) n. di azioni formative per la prevenzione degli incidenti sul lavoro
Analisi degli eventi infortunistici
7) costituzione di un tavolo multidisciplinare locale
Predisposizione di linee operative
8) n. azioni di sensibilizzazione in merito alla prevenzione dell’incidentalità domestica
9) costituzione del gruppo permanente di coordinamento delle azioni di prevenzione ed educazione
alla salute realizzate sul territorio
161
1.8 AZIONI PRIORITARIE DELLA PROGRAMMAZIONE SANITARIA PER IL PIANO DI
ZONA PER LA SALUTE E IL BENESSERE SOCIALE 2009-2011
PREMESSA
Lo sviluppo del Servizio Sanitario Nazionale in questi ultimi anni è stato caratterizzato dal
relativo ridimensionamento del peso dell’Assistenza Ospedaliera, cui ha corrisposto un
progressivo incremento degli investimenti per l’assistenza territoriale che assorbe ormai il 50%
delle risorse almeno in Emilia-Romagna. Siamo di fronte quindi ad una significativa inversione di
tendenza basata su precise scelte strategiche di politica sanitaria, che imprimono una diversa
evoluzione al sistema dei servizi. Alcune conseguenze di questo processo sono evidenti nel
costante impegno dei servizi sanitari per migliorare:
• la capacità di rispondere ad alcuni bisogni di assistenza e cura fornendo a domicilio, o in
strutture intermedie, interventi alternativi al ricovero ospedaliero;
• l’organizzazione strutturata, coordinata ed integrata della “Long Term Care”;
• la capacità di assicurare la continuità assistenziale Ospedale –Territorio.
Ulteriore elemento normativo che mira a dare coerenza alla evoluzione strategica e di
modalità di programmazione è rappresentato dalla Legge Regionale n.29/2004 su
organizzazione e funzionamento del Servizio Sanitario Regionale. La legge ridefinisce infatti
rapporti, responsabilità e ruoli dei vari attori del sistema:
• le Aziende Sanitarie e i professionisti che le compongono, quali sedi preposte a garantire
la efficace ed appropriata organizzazione, gestione, valutazione di servizi sanitari anche
in una logica di integrazione socio-sanitaria;
• le Amministrazioni comunali e provinciali, a loro volta produttrici di servizi sociali ma
anche interlocutrici di riferimento nella valutazione dei risultati raggiunti, nel confronto
con le direzioni dei distretti sugli ambiti di sviluppo e potenziamento, responsabili infine
delle politiche di promozione della salute attraverso il sostegno allo sviluppo del tessuto
economico e sociale del territorio;
• le associazioni ed organizzazioni dei cittadini, il terzo settore, interlocutori indispensabili
per la condivisione degli obiettivi, per la valutazione d'impatto degli interventi e per il
sostegno alle azioni di empowerment dei cittadini al fine di migliorare l'accesso
consapevole ai servizi.
Se il PSSR 2008-2010 fa perno sulle parole chiave:
d)
dello sviluppo integrato dei servizi sociali e sanitari;
d)
dello spostamento dell'ambito prioritario di sviluppo sul territorio;
e)
dell'attenzione alla cronicità delle patologie e dei bisogni assistenziali;
f)
dell'alleanza con le organizzazioni dei professionisti per mantenere la sostenibilità
del sistema,
è però la DGR 2011/2007 che ridisegna l'organizzazione dipartimentale delle aziende sanitarie
regionali, al fine di sostenere efficacemente le scelte strategiche enunciate dal PSSR. Si
ridefinisono infatti ruolo e funzioni del Distretto e dei 3 Dipartimenti Territoriali (Dipartimento
Cure Primarie [D.C.P.], Dipartimento di Salute Mentale [D.S.M.] e Dipartimento di Sanità
Pubblica [D.S.P.]), si qualifica la figura del Direttore del Distretto come garante e portatore di
competenze specifiche nel processo di definizione della committenza e nella valutazione della
produzione e dei programmi di assistenza assicurati da tutti i dipartimenti Aziendali in una logica
di reti integrate dei servizi.
Da un punto di vista organizzativo se il distretto è la sede che deve, tra gli altri compiti,
promuovere e presidiare l'integrazione, i Dipartimenti sono la sede della produzione di servizi
secondo le specifiche competenze, in particolare:
d. Dipartimento di Cure Primarie che comprende le Unità Operative di: Salute
Anziani ed Handicap, Salute Donna, Assistenza di Base e Specialistica-Assistenza
162
Domiciliare, Pediatria di Comunità, all’interno di una logica organizzativa basata
sui Nuclei di Cure Primarie [N.C.P.];
e. Dipartimento di Salute Mentale, che comprende le Unità Operative di
Dipendenze Patologiche, Salute Mentale, Neuropsichiatria Infantile e
Adolescenza, Servizio di Psicologia;
f.
Dipartimento di Sanità Pubblica che comprende le Unità Operative di:
Servizio Veterinario, servizio prevenzione e sicurezza ambienti di lavoro, Servizio
igiene degli alimenti e della nutrizione, controllo ambienti di vita, controllo rischi
biologici, servizio epidemiologia, Medicina dello sport;
g. Dipartimenti ospedalieri che aggregano ed integrano Unità Operative in
ambiti omogenei di patologie.
LE AZIONI
Le azioni prioritarie da sostenere e sviluppare riguardano i 4 sistemi di produzione:
•
Dipartimento Cure Primarie
•
Dipartimento Salute Mentale
•
Dipartimento Sanità Pubblica
•
Ospedale
163
DIPARTIMENTO CURE PRIMARIE
IL PROGRAMMA REGIONALE DEGLI SCREENING ONCOLOGICI
Il Distretto di Vignola è fortemente impegnato ad assicurare il raggiungimento degli obiettivi
previsti dal programma regionale degli screening oncologici che comprende:
-
Screening per la diagnosi precoce dei tumori del collo dell’utero
-
Screening per la diagnosi precoce dei tumori della mammella
-
Screening per la diagnosi precoce dei tumori del colon retto
i cui protocolli d’intervento sono i seguenti :
screening per la
prevenzione e
diagnosi precoce di:
Tumori del collo
dell’utero
Tumori della
mammella
Tumori del colon
retto
fascia d’età
sesso
Test di screening
periodicità
25-64 anni
Donne
Pap test
Triennale
50-69 anni
Donne
mammografia
Biennale
50-69 anni
Donne e
Uomini
FOBT ( fecal
occult blood test)
Biennale
Dati di adesione rispetto ai singoli screening
•
Screening tumori del collo dell’utero
Per quanto riguarda questo screening oncologico vengono ad essere elencati tre indicatori e
precisamente:
f) l’adesione all’invito allo screening
g) le donne risultate positive allo screening ( pap test positivo)
h) l’adesione al II livello dello screening ( protocollo di interventi diagnostico –
terapeutici per le donne risultate positive al pap test offerto dall’Azienda Sanitaria di
Modena)
164
1) ADESIONE ALL’INVITO
CARPI
MIRANDOLA
MODENA
SASSUOLO
PAVULLO
VIGNOLA
CASTELFRANCO
TOT.PROVINCIA
I ROUND
N.
10689
5920
18753
6468
3686
6308
6069
57893
II ROUND
N.
%
14379 57,1
9621
46,9
26987 55,9
16195 52,6
5082
58,0
10424 49,7
9602
57,5
92290 53,9
%
51,3
35,2
41,6
31,7
44,8
35,7
44,4
40,6
III ROUND
N.
%
16161 63,1
11633 54,8
28725 58,1
19134 61,9
6089
66,9
13836 64,5
10603 62,6
10618 60,8
1
IV ROUND
N.
%
17326
63,7
12242
56,6
29985
60,3
19848
64,6
6631
66,9
15223
65,1
11716
62,4
11418
62,6
4*
2) PAP TEST POSITIVI
CARPI
MIRANDOLA
MODENA
SASSUOLO
PAVULLO
VIGNOLA
CASTELFRANCO
TOT.PROVINCIA
I ROUND
N.
%
166
0,9
101
0,8
676
2,2
225
1,4
431
8,1
297
2,3
201
2,2
2.09 2,0
7
II ROUND
N.
222
159
655
448
291
365
246
2.386
%
1,3
1,5
2,3
2,5
5,1
3,0
2,4
2,3
III ROUND
N.
306
213
610
482
320
357
235
2.523
%
1,8
1,7
2,0
2,4
4,9
2,4
2,1
2,2
IV ROUND
N.
206
164
544
475
141
324
197
2.051
%
1,1
1,3
1,7
2,2
2,0
2,0
1,6
1,7
3) ADESIONE AL II LIVELLO
CARPI
MIRANDOLA
MODENA
SASSUOLO
PAVULLO
VIGNOLA
CASTELFRANCO
TOT.PROVINCIA
I ROUND
N.
%
n.d.
n.d
n.d
n.d
n.d.
n.d
n.d
n.d
n.d.
n.d
n.d
n.d
n.d.
n.d
1855 88,5
II ROUND
N.
%
199
89,6
150
94,3
620
94,7
392
87,5
269
92,4
337
92,3
229
93,1
2196 92
III ROUND
N.
%
288
94,11
193
90,61
564
62,45
422
87,55
291
90,93
319
89,35
218
92,76
2295
90,96
IV ROUND
N.
%
200
97,1
150
91,5
508
93,4
430
90,5
135
95,7
301
94,7
185
93,9
1909
93,1
La lettura dei 3 indicatori permette di trarre le seguenti conclusioni
-
nel Distretto di Vignola si è assistito ad un incremento nel tempo dell’adesione allo screening
fino ad arrivare ad un 65,1% nel IV round a fronte di un 62,6 % a livello provinciale
le donne risultate positive allo screening nel distretto di Vignola si sono ridotte nel tempo
passando da un +2,3 % nel I round ad un 2% nel IV round.
alta è la fiducia nei servizi sanitari pubblici delle donne del Distretto di Vignola risultate
positive al pap test dal momento che il 94,7% delle donne risultate positive ricorre ai servizi
aziendali per gli ulteriori interventi diagnostico-terapeutici previsti in protocollo.
165
a) Screening mammografico
L’adesione complessiva al 1° invito nell’anno 2008 è stata del 65,8 % (2.402/3.646) con
punte superiori nei Comuni di Vignola e Castelnuovo R. come si evince dalla tabella:
Comune
% di adesione
Comune
% di adesione
Castelvetro
60.7 %
Castelnuovo R.
64.7%
Vignola
69.6%
Marano S.P.
25/32*
Savignano S.P.
48.9%
Montese
26/35*
Guiglia
63.5%
Zocca
65/95*
Spilamberto
61.0%
* sono indicati solo i numeri assoluti in quanto troppo piccoli per calcolo %
E, come accade nella maggior parte dei programmi di screening , dal 2001 al 2007 si è assistito
ad un progressivo incremento dell’adesione stessa, confermato anche per il 2008 (distretto n.6).
SCREENING MAMMOGRAFICO PROVINCIALE 2001-2007
90
80
70
ADESIONE %
2001
60
2002
50
2003
2004
40
2005
2006
30
2007
20
10
0
1
2
3
4
5
6
7
DISTRETTI
Per quanto riguarda la fascia di età per la risposta al 1° invito si è osservato :
50-54
55-59
60-64
65-69
anni
anni
anni
anni
adesione
adesione
adesione
adesione
62.6%
64.0%
67.1 %
71.3%
Verosimilmente i livelli di adesione più bassi rilevati nella fascia di età 50-54 anni sono legati
all'esecuzione di una mammografia recente in altra sede che il programma di inviti non è
attualmente in grado di verificare, ma che dovrebbe essere possibile a tempi brevi.
Per quando riguarda la positività allo screening , considerato che non è stata completata
l’immissione dei dati istologici e vista la sostanziale sovrapponibilità numerica, si fa riferimento
all’anno 2007 in cui sono state inviate 31 donne:
6. 6 con istologia benigna
7. 24 con istologia maligna ( circa il 12% di
tutti i casi di neoplasia in situ e
infiltrante riscontrati nel 2007 in tutta la
provincia nell'attività di screening)
166
8. 1 con istologia non ancora conosciuta in
quanto operata fuori provincia
1)
Screening per la diagnosi precoce dei tumori del colon retto
Lo screening per la prevenzione dei tumori del colon retto è attivo in provincia di Modena dal
marzo 2005 e la popolazione bersaglio da invitare per round è rappresentata da circa 162.000
cittadini di entrambi i sessi. Nel corso del 2008 è terminato il 1° round e si è dato inizio al 2°.
Nel corso dell’implementazione dello screening sii è assistito ad un miglioramento nell’adesione
fino ad arrivare ( si fa riferimento agli ultimi dati disponibili che riguardano l’anno 2007) ad una
adesione per il Distretto di Vignola del 51,1 % a fronte di una media provinciale pari a 50,9
come si evince dalla sottoelencata tabella:
Distretto
Carpi
Mirandola
Modena
Sassuolo
Pavullo
Vignola
Castelfranco
Provincia
Adesione (%)
53,3
50,4
53,2
46,5
45,2
51,1
53,3
50,9
Fobt + (%)
6,8
7,7
6,6
6,4
5,4
6,2
6,0
6,6
Per il triennio 2009-2011 rimane quindi alto l’impegno per garantire un ‘adesione
agli screening oncologici proposti in linea con quanto previsto dalla Regione Emilia
Romagna e dall’Azienda Sanitaria di Modena in coerenza con i dati ottenuti negli
anni precedenti.
167
ACCESSIBILITÀ ALLE PRESTAZIONI SPECIALISTICHE
Sono obiettivi prioritari il miglioramento dell’accesso e dell’appropriatezza e l'impegno a
garantire una produzione coerente con il bisogno effettivo. Quindi si ritengono strategiche per il
triennio 2009-2011 le seguenti azioni:
• Miglioramento dell’accesso alle prestazioni
Tale miglioramento si concretizza attraverso lo sviluppo ed il potenziamento delle modalità
di utilizzo anche nel Distretto di Vignola del CUP provinciale e del progetto SOLE.
1. Il CUP provinciale che nel 2007 ha effettuato complessivamente 2.100.000
prenotazioni si avvale oltre che degli sportelli distrettuali (75% delle prenotazioni),
presenti nel Distretto di Vignola nei Comuni di Vignola (sportelli aziendali + uno sportello
presso il Comune), Castelnuovo, Spilamberto, Castelvetro, Zocca, Guiglia (attraverso la
collaborazione con gli uffici comunali), Montese (attraverso la collaborazione con la
Pubblica Assistenza), anche delle farmacie della provincia e del Call Center
Tel&prenota, attivo da gennaio 2007 e in fase di importante sviluppo. Il sistema CUP
provinciale di accesso alle prestazioni specialistiche si avvale inoltre di un sistema
automatico per la disdetta delle prenotazioni: a livello provinciale mensilmente
vengono disdettate circa 5000 prenotazioni. Il sistema di “richiamo automatico” che
provvede a richiamare telefonicamente gli utenti prenotati per ricordare l’appuntamento
fissato, consentendo, anche in questo caso, di annullare la prenotazione se richiesto dal
cittadino. Le prestazioni per le quali viene utilizzato il richiamo automatico sono quelle a
maggior rischio di assenteismo, le più complesse o quelle con maggior tempo di attesa:
visita fisiatrica, endoscopie, visite oculistiche, TC, RM, test urodinamici.
2. Il progetto SOLE, Sanità On LinE, è una rete informatica che collega i circa 3800 MMG
e PLS con le Aziende Sanitarie dell’Emilia Romagna. Nel Distretto di Vignola su 65 MMG
e su 11 PLS, sono già collegati al progetto SOLE 53 MMG e 9 PLS, con una percentuale
di copertura pari rispettivamente all'81,5% e all'81,8%. Tra le potenzialità, in parte
attive, in parte in via di attivazione, del progetto vi è:
◦ la gestione flussi amministrativi MMG/Aziende: in pratica un aggiornamento in tempo
reale dell'elenco dei pazienti che hanno scelto ogni singolo MMG;
◦ il supporto alla attivazione e alla raccolta delle informazioni nel processo di
assistenza domiciliare integrata (ADI): supporta il processo di attivazione e di analisi
delle prestazioni dei processi di assistenza ADI mediante il dialogo informatico tra
MMG/PLS e infermieri o medici del distretto;
◦ il supporto alla gestione delle patologie croniche (es. diabete, scompenso cardiaco,
ossigenoterapia domiciliare): supporta il processo di attivazione e di analisi delle
prestazioni mediante il dialogo informatico tra MMG/PLS e infermieri o medici del
distretto;
◦ la gestione delle prenotazioni specialistiche, la loro refertazione ed il ritorno del
referto al MMG, in pratica la gestione completa e integrata di tutto il ciclo
informativo, dalla prescrizione al ritorno del referto. Il vantaggio attuale del cittadino
è quello di risparmiare tempo e ridurre gli spostamenti. Infatti all’atto della
prescrizione il medico di MMG/PLS collegato al progetto SOLE codifica la prescrizione
con un “Codice Sole “ che viene letto dal CALL CENTER che dispone dello stesso
software. Questa operazione garantisce al cittadino la possibilità di una prenotazione
telefonica corretta degli accertamenti richiesti dal proprio MMG/PLS. Solo in questo
modo è possibile garantire una prenotazione telefonica senza incorrere in eventuali
errori di lettura da parte del cittadino o in eventuali errori di ricezione da parte
dell’operatore stesso. Infine il MMG/PLS riceve il referto tempestivamente e
direttamente sulla cartella clinica informatizzata del paziente, che per il momento
dovrà comunque andare a ritirare il referto cartaceo.
168
• Miglioramento dell’appropriatezza
Tale miglioramento si concretizza con attività di formazione e audit clinico rivolte ai medici per
favorire l’adozione, per alcune pratiche cliniche, di comportamenti prescrittivi basati sulle
evidenze scientifiche. Sono già disponibili linee-guida provinciali sui seguenti temi:
1)
appropriatezza della diagnostica per immagini nel dolore lombare non traumatico;
2)
appropiatezza nella diagnostica della gonalgia;
Saranno disponibili nel corso del prossimo periodo linee-guida sui seguenti temi:
• appropriatezza d'uso delle endoscopie digestive;
• visite, ecografie ed indagini di laboratorio in ambito endocrinologico;
• gestione della prima diagnosi e del follow-up delle gammopatie monoclonali;
• visite dermatologiche e visite oculistiche;
• appropriatezza della diagnostica per immagini: TC e RM;
A livello distrettuale sarà prioritaria la valutazione dell’applicazione di documenti come quelli
sopraccitati per evidenziare comportamenti prescrittivi non appropriati soprattutto in ambiti che
prevedono l’utilizzo di prestazioni di alta tecnologia, o comunque dove le risorse sono limitate,
al fine di facilitare l'accesso nei tempi adeguati ai cittadini che ne possono trarre maggiore
beneficio.
• Ridefinizione quali-quantitativa della produzione sulla base del bisogno effettivo
Una premessa fondamentale di cui tenere conto nella delineazione del programma aziendale e
quindi distrettuale per il contenimento dei tempi di attesa è che la garanzia di acceso alle visite
e prestazioni specialistiche, intesa come non superamento del tempo massimo di attesa (TMA)
previsto per i primi accessi, si riferisca esplicitamente all’ambito territoriale di erogazione della
prestazione, vale a dire che per ogni prestazione è individuato l’ambito territoriale (distretto,
area interdistrettuale, provincia) entro cui il TMA deve essere rispettato.
L’Azienda di Modena ha suddiviso il territorio provinciale in 3 macroaree: Nord, Centro e
Sud comprendenti rispettivamente i Distretti di Carpi e Mirandola, Modena e Castelfranco,
Sassuolo, Pavullo e Vignola. Queste, pur nel mantenimento delle peculiarità distrettuali,
costituiscono un elemento di razionalizzazione distributiva, delimitando ambiti subprovinciali
all’interno dei quali garantire prioritariamente l’autosufficienza dell’offerta.
Pertanto già nel 2005, all’interno del “Programma aziendale della specialistica ambulatoriale“
redatto secondo le indicazioni della DGR n.293/2005 (“accreditamento istituzionale delle
strutture pubbliche e private e dei professionisti per l’assistenza specialistica ambulatoriale e
criteri per l’individuazione del fabbisogno”) e poi approvato dai Comitati di Distretto e dalla
CTSS, è stata disegnata una mappa dei livelli di offerta delle prestazioni su base territoriale,
esplicitata nella seguente tabella:
Prestazione
Distrettuale
Visita oculistica
Prestazioni di Area
Visita Urologica
Visita Neurologica
Colonscopia
Ecocolordoppler
Visita Ortopedica
Visita Cardiologica
Sigmoidoscopia
Ecografia Addome
Gastroscopia
TAC del Capo
TAC Addome
RMN Cerebrale
RMN Addome
Visita Chirurgica
Vascolare
TAC rachide e speco
vertebrale
TAC Bacino
Visita Ginecologica
Visita Dermatologica
Visita Oncologica
Prestazione
Provinciale
Visita radioterapica
pretrattamento
Sessione di radioterapia
Riabilitazione
Cardiologica
169
Visita
Otorinolaringoiatrica
Ecografia Mammella
Colposcopia
Elettrocardiogramma
Fondo oculare
Mammografia
Ecografia OstetriciaGinecologia
TAC Torace
Broncoscopia
Cistoscopia
Biopsia della Prostata
Ecocolordoppler cardiaca
Elettrocardiogramma
Holter
Audiometria
Spirometria
Nel Distretto di Vignola sono presenti tutte le prestazioni previste per il livello
distrettuale, sarà impegno del prossimo triennio migliorare il rispetto dei tempi di attesa* e
sviluppare modalità di collaborazione tra specialisti presenti nel distretto e MMG o PLS, al fine di
agevolare la gestione delle urgenze, la presa in carico dei pazienti complessi, la gestione
appropriata del follow-up delle patologie croniche.
* Valutazione dell'Indice di Performance [IP] %, che, relativamente al periodo considerato è la
% di prestazioni erogate con un tempo di attesa inferiore o uguale allo standard massimo
previsto (30 giorni per le visite e 60 giorni per le prestazioni diagnostico strumentali) rispetto al
totale delle prestazioni erogate.
170
SVILUPPO DEI NUCLEI DELLE CURE PRIMARIE
Lo sviluppo dei Nuclei di Cure Primarie [N.C.P.]
I NCP sono le unità organizzative di base del sistema delle cure primarie e costituiscono il luogo
privilegiato per perseguire gli obiettivi di continuità assistenziale, integrazione delle attività
territoriali, governo clinico in relazione agli obiettivi di salute, miglioramento della qualità
assistenziale attraverso linee guida, audit clinico e formazione specifica. I NCP attraverso
l’azione congiunta dei MMG (assistenza primaria e continuità assistenziale [ex guardia medica]),
pediatri di libera scelta, infermieri, ostetriche, ed in stretta relazione con gli specialisti territoriali,
gli operatori sociali e socio-assistenziali, rendono possibile lo sviluppo del modello di reti
integrate fondato su un sistema di autonomie e responsabilità, al fine di rispondere alle
necessità assistenziali dei cittadini.
Lo stile di lavoro dei NCP è caratterizzato da :
- Approccio multidimensionale
- Integrazione professionale
- Miglioramento continuo del processo assistenziale
- Appropriatezza dell’assistenza
Nel Distretto di Vignola sono stati individuati tre NCP le cui caratteristiche strutturali sono
riassunte nelle seguenti 3 tabelle (aggiornate al mese di febbraio 2009) con particolare
riferimento ai Medici di Medicina Generale (MMG) e ai Pediatri di Libera Scelta (PLS) :
Tabella n.1
Distretto N° NCP Nome NCP
per
Distretto
Montagna
Vignola
3
Ambito
N° MMG
territoriale per NCP
NCP
Guiglia
Zocca
Montese
Pedemontano Castelnuov
o
Castelvetr
o
Spilambert
o
Centro
TOTALE
Vignola
Marano
Savignano
N° MMG
in gruppo
per NCP
N° MMG in N° MMG
rete per
singoli (né in
NCP
rete né in
gruppo)
10
3
4
3
26
9
8
11
26
0
25
2
62
12
37
13
171
Tabella n.2 : specifica la collocazione comunale dei MMG in gruppo o in rete e dei MMG singoli
Comune
Guiglia
Zocca
Montese
Castelnuovo
Castelvetro
Spilamberto
Marano
Savignano
Vignola
n. medicine in rete
n. medicine in gruppo
0
1 ( di 4 MMG)
0
1 ( di 3 MMG)
0
0
1 ( di 3 MMG)
1 ( di 3 MMG)
n. MMG
singoli
0
0
3
2
2
3 ( risp di 3,di 8 e di 4 MMG)
1 ( di 3 MMG)
0
0
0
5
0
0
1
7 (per un tot di 37 MMG)
4 (per un tot di 12
13
NCP
Montagna
NCP
Pedemontano
1 (comprende 8 MMG di cui 3
a Castelvetro e 5 a
Castelnuovo)
0
NCP
Centro
TOTALE (62 MMG)
1 ( di 3 MMG)
1 ( di 7 MMG)
MMG)
Tabella n.3: dislocazione dei PLS sul territorio del Distretto con indicazione delle associazioni
presenti
Pediatri in associazione
Comuni
n. PLS
n. PLS non
associati
Libera associazione
pediatri (n.4 PLS)
Savignano
1
0
1
Vignola
3
0
2
Marano
2*
0
1
Guiglia
1*
0
Castelvetro
1
0
Spilamberto
2
0
Castelnuovo
2
2
TOTALE
11
2
4
* un pediatra ha doppio ambulatorio , uno nel Comune di Guiglia e uno nel Comune di Marano
Pediatria in
associazione
l’aquilone (n .5 PLS)
1
1*
1*
1
2
5
Gli ambiti di miglioramento futuro riguardano quindi:
• l’ulteriore sviluppo dell'associazionismo medico: incremento dei medici organizzati in
gruppo (medici che condividono sia una stessa sede di poliambulatorio, sia la banca dati
delle cartelle cliniche dei pazienti assistiti dal gruppo) o in rete ( medici pur avendo sedi
di ambulatorio diverse, condividono la banca dati delle cartelle cliniche dei pazienti
assistiti dalla rete), riducendo ulteriormente il numero di medici che lavorano come unità
singole.;
• l'ulteriore sviluppo delle funzioni e prestazioni della rete informatica verticale: progetto
SOLE (integrazione informatica MMG–Azienda Sanitaria), fino a realizzare la
prenotazione di tutte le prestazioni specialistiche e diagnostiche direttamente
dall'ambulatorio del MMG o PLS e con ritorno dei referti direttamente nelle cartelle
cliniche informatizzate dei pazienti dei MMG e PLS;
• l'ampliamento della fascia oraria di apertura dell’ambulatorio del MMG ai cittadini fino
alle 10 ore giornaliere, attraverso le opportunità offerte dall'associazionismo medico;
• realizzazione di una struttura in cui trovino allocazione servizi sanitari sia afferenti al
Distretto che all’Ospedale, previa la realizzazione di uno studio di fattibilita’ con
valutazione di compatibilita’, sia di tipo logistico che economico-finanziario;
172
•
lo sviluppo di attività di audit clinico strutturato e multidisciplinare per valutare e
migliorare la qualità delle cure e degli interventi socio-assistenziali basandoli e
confrontandoli con le migliori evidenze ed informazioni scientifiche disponibili.
Implementazione di percorsi clinico-assistenziali
Il modello organizzativo dei percorsi clinico-assistenziali prevede l’organizzazione degli interventi
in funzione del percorso che l’utente deve seguire all’interno dei servizi sanitari per ricevere le
prestazioni appropriate per tipologia e tempistica, con una attenzione specifica alla informazione
e partecipazione del paziente al percorso stesso. I percorsi sui quali si dovrà lavorare per
migliorare le procedure di integrazione e l'appropriatezza sono:
•
•
•
•
il Percorso di gestione del paziente in terapia anticoagulante orale (TAO);
il Percorso Diabete;
la Consulenza psichiatrica in MG (Progetto Leggieri).
Progetto aziendale disturbi cognitivi
Si dovranno poi avviare azioni specifiche per valutare l'impatto ed identificare le aree di
miglioramento per alcuni percorsi già attivi, ed in particolare:
• Percorso emotrasfusioni a domicilio: nato dalla collaborazione tra Servizio ADI, Pronto
Soccorso dell'Ospedale di Vignola che conserva le sacche in Emoteca, Servizio
Trasfusionale del Policlinico di Modena;
• Percorso Dimissioni Protette tra distretto-ospedale e servizi sociali.
L'ASSISTENZA INFERMIERISTICA E DOMICILIARE INTEGRATA
L'assistenza domiciliare integrata (ADI)
L’assistenza al domicilio è una forma di assistenza alternativa al ricovero ospedaliero e
all’ospitalità presso le strutture intermedie rivolto a persone con patologie croniche invalidanti o
in fase terminale della vita, che non possono recarsi presso l’ambulatorio del Medico di Famiglia
e del Medico specialista. Può essere inoltre erogata temporaneamente anche a persone con esiti
di fratture e traumatismi causati da incidenti stradali o sul lavoro, che evolveranno verso la
guarigione.
Vengono assistiti annualmente a domicilio circa 1300 pazienti, comprendendo sia i casi di
assistenza domiciliare integrata con presenza del MMG sia quelli gestiti dal solo Servizio
Infermieristico Domiciliare.
Le peculiarità dell’ADI, garantite anche nel distretto di Vignola, sono:
- Il lavoro di equipe e l’integrazione multiprofessionale (Medico di medicina generale, e
medico specialista, infermiere e assistente sociale).
- L’approccio assistenziale globale che si estende a tutto il sistema Paziente/famiglia , anche
attraverso la valutazione multidimensionale dei bisogni/problemi.
- La continuità di cura, anche attraverso le dimissioni protette, ed accompagnando il Cittadino
Paziente nei percorsi assistenziali di cura, secondo i principi di equità ed appropriatezza delle
cure e della distribuzione di risorse.
Attualmente non esiste lista d’attesa per la presa in carico di pazienti che necessitano di
assistenza infermieristica domiciliare. La presa in carico avviene entro le 24h - 48h successive
alla segnalazione che pervenga dal lunedì al sabato compreso. L'assistenza viene assicurata 7
giorni su 7 e per 12 ore al giorno.
173
I dati di attività di assistenza domiciliare
Azienda USL di Modena
Distretto di Vignola
Assistenza Domiciliare anni 2004 / 2008
Tipo Assistenza
Anno 2004 Anno 2005 Anno 2006 Anno 2007 Anno 2008 Diff 07/08
ADI 1
251
236
230
232
207
-10,8%
ADI 2
147
169
175
170
175
2,9%
ADI 3+NODO
246
236
226
262
252
-3,8%
Tot ADI
644
641
631
664
634
-4,5%
di cui: ADI 3
98
83
112
96
95
-1,0%
NODO MMG
70
88
87
127
131
3,1%
NODO ANT
78
65
27
39
26
166
157
-33,3%
ADP
344
423
454
486
473
-2,7%
ADR
27
19
24
23
16
-30,4%
Tot ADP+ADR
371
442
478
509
489
-3,9%
Attività INF
Casi
823
858
905
951
1.021
7,4%
Accessi
21.856
21.287
23.524
21.009
20.662
-1,7%
legenda:
ADI 1: assistenza domiciliare integrata di livello 1 – bassa intensità sanitaria, spesso correlata ad un'alta intensità
socio-assistenziale
ADI 2: assistenza domiciliare integrata di livello 2 – media intensità sanitaria e presenza costante dell’assistenza
infermieristica
ADI 3: assistenza domiciliare integrata di livello 3 – elevata intensità sanitaria (più accessi alla settimana di tipo
medico/infermieristico garantendo la pronta disponibilità medica/infermieristica diurna)
NODO: nucleo operativo domiciliare oncologico
ADP: assistenza domiciliare programmata
ADR: assistenza del medico di medicina generale in strutture residenziali
Le priorità di intervento per il prossimo triennio sono quindi:
• lo sviluppo della collaborazione ed integrazione coi MMG e PLS nei NCP
• il mantenimento dei volumi di attività e la qualificazione degli interventi offerti attraverso
la formazione e l'addestramento professionale
• lo sviluppo di protocolli e procedure sul percorso delle dimissioni protette, a livello
aziendale, per facilitare lo scambio di informazioni, migliorare i tempi di risposta in
particolare ai bisogni di assistenza e fornitura di ausili
L'ambulatorio lesioni difficili a gestione infermieristica
E' nato dall’integrazione tra Assistenza Domiciliare Infermieristica, Medici dell'Ospedale di
Vignola e di Baggiovara (Chirurgia- Chirurgia Vascolare, Fisiatria). Ha erogato 1782 prestazioni
in due anni di attività, preso in carico circa 200 pazienti, con una apertura su 3 giorni
settimanali.
E' stato attivato per garantire la presa in carico del paziente con lesioni cutanee di particolare
complessità, in considerazione dei seguenti aspetti sanitari e socio-assistenziali:
174
•
•
•
la casistica dei Pazienti in carico al Servizio di assistenza domiciliare e degli Ospiti nelle
Case Protette del nostro Distretto, è rappresentata per circa il 35- 40% da persone
portatrici di una lesione cutanea, la cui cura necessita spesso di un approccio
multidisciplinare, nonché di una buona conoscenza delle linee guida e della teoria del
wound-care;
la difficoltà per le persone anziane, residenti anche nei Comuni Montani, di raggiungere
Modena, luogo più vicino per gestire questo tipo di problemi
l’impossibilità di curare a Domicilio tutti questi pazienti, in particolare quelli deambulanti,
vista la specifica competenza richiesta per svolgere questa attività assistenziale.
Obiettivi ed ambiti di ulteriore sviluppo
• garantire una diagnosi ed un trattamento efficace delle lesioni, attivando e seguendo i
percorsi poli specialistici di riferimento;
• uniformare la gestione del paziente affetto da lesioni difficili attraverso la consulenza
infermieristica di personale esperto in wound-care, sia a domicilio che nelle Strutture
residenziali;
• garantire un intervento di educazione sanitaria rivolto ad utenti e familiari nella gestione
delle esigenze quotidiane;
• ottimizzare le risorse umane e i costi;
• garantire una maggiore sicurezza per il paziente ed una maggiore autonomia per i familiari;
L'ambulatorio di assistenza ai pazienti con stomie e cateteri vescicali
L'ambulatorio è aperto 4 giorni a settimana e svolge diverse attività. Circa 300 i pazienti che
accedono al servizio. Ad essi è garantita la presa in carico non solo per la distribuzione del
materiale ma anche per le attività di educazione terapeutica, consulenza telefonica,
organizzazione di percorsi di consulenza specialistica presso il chirurgo o altro professionista nei
casi che presentano problemi specifici.
CURE PALLIATIVE
Con il termine cure palliative, l’OMS intende “una cura attiva globale dei malati, la cui malattia
di base non risponde ai trattamenti eziologici“. E’ fondamentale il controllo del dolore e degli
altri sintomi e in generale di tutti i problemi psicologici, sociali e spirituali. Obiettivo delle cure
palliative è il raggiungimento della miglior qualità di vita per i pazienti e le loro famiglia. La
medicina tradizionale ha da sempre avuto come obiettivo il miglioramento della qualità di vita,
ma, quasi senza eccezione, ha considerato la guarigione come il solo modo per raggiungerlo; la
medicina palliativa si concentra invece sui sintomi e si prende cura della persona, anche e
soprattutto se affetta da malattia avanzatissima e con prognosi limitata e mette in atto
trattamenti che hanno il solo obiettivo di migliorare per quanto possibile la qualità di vita.
L’approccio dei professionisti (MMG, Infermiere, Psicologo, Medico Specialista) è orientato alla
cultura del limite, che concentrandosi sulla cura della persona e dei sintomi, non vive la morte
come sconfitta professionale, ma recupera il significato della Naturale Conclusione della Vita.
Il passaggio dal curare al prendersi cura, che sottende l’assistenza nelle cure palliative
significa: stare accanto alla persona malata ponendosi in relazione, compensare, prestare
ascolto, accompagnare, educare, sostituirsi, separarsi.
Il Distretto di Vignola ha istituito l’Unità di cure Palliative Territoriale (U.C.P.T) nell’Agosto 2004
con i seguenti Obiettivi:
• promuovere l’integrazione tra i diversi professionisti nel farsi carico a domicilio o in Strutture
Residenziali di tutti i pazienti oncologici o con malattie cronico-degenerative in fase
avanzata ed il sostegno alla famiglia
• Fornire al Paziente a domicilio o in Struttura residenziale, il sollievo dei sintomi ed in
particolare del dolore, con l’utilizzo di terapia antalgica (tra cui oppioidi), dei dispositivi
175
per infusione continua sulle 24 H e la valutazione dell’efficacia della terapia antidolorifica
con scale validate;
• la gestione della fase ultima della vita e l’elaborazione del lutto;
• la garanzia dei diritti fondamentali della persona alla fine della vita:
- il diritto di scegliere il luogo della morte
- il diritto alla dignità personale durante la malattia e nelle varie fasi del
morire
- il diritto ad autodeterminarsi circa le opzioni terapeutico-assistenziali
- il diritto alla riservatezza
• La formazione continua degli Operatori e la diffusione nella popolazione della cultura della
palliazione, il tutto integrato in ambito provinciale con Centri Ospedalieri di terapia del
dolore, Centri Specialistici Oncologici, Associazioni di Volontariato.
Nel 2008, circa il 70% dei pazienti sottoposti a cure palliative è deceduto al proprio domicilio o
in strutture residenziali. Nel triennio 2009-2011 si ritiene necessario un ulteriore
consolidamento di tale unità operativa.
176
DIPARTIMENTO SALUTE MENTALE
CENTRO DI SALUTE MENTALE E DIPENDENZE PATOLOGICHE
Per quanto riguarda gli obiettivi di sviluppo del servizio di Salute Mentale e Dipendenze
Patologiche si rimane in attesa della approvazione del Piano Attuativo Regionale Salute Mentale
2009-2011. Si assume altresì l'impegno di avviare tempestivamente il confronto al fine di una
sua applicazione a livello distrettuale, che tenga conto anche delle specificità locali. Si precisa
inoltre che documento di riferimento per le azioni prioritarie e gli ambiti di intervento nel campo
delle Dipendenze Patologiche rimane
anche la DGR 698/08 – programma regionale
“DIPENDENZE PATOLOGICHE “obiettivi 2008-2010.
NEUROPSICHIATRIA INFANTILE E ADOLESCENZA
Le azioni prioritarie di sviluppo ed intervento per il settore NPIA vertono sui seguenti argomenti:
• Completamento del percorso per la gestione della emergenza neuropsichiatrica fino ai
17 anni con protocolli e procedure di intervento integrato tra strutture ospedaliere, semi
residenza terapeutica intensiva, semi-residenzali e strutture territoriali;
• Completamento del percorso per la gestione dei disturbi del comportamento alimentare
con programma aziendale di integrazione multi professionale tra strutture ospedaliere e
servizi territoriali;
• Consolidamento dei percorsi di diagnosi precoce, presa in carico e continuità
assistenziale integrata per i disturbi dello spettro autistico, con sedi territoriali e
personale dedicato anche in collaborazione con le associazioni dei familiari;
• Consolidamento dei percorsi di diagnosi secondo protocolli validati, presa in carico e
trattamento, eventualmente anche farmacologico con protocolli condivisi con strutture
ospedaliere, per i disturbi da deficit di attenzione e iperattività, ed implementazione del
registro nazionale;
• Consolidamento dei percorsi di continuità assistenziale per la riabilitazione neuromotoria
delle gravi disabilità dell'infanzia e della adolescenza, con integrazione tra servizi
territoriali, 2° livello provinciale e Hub Regionale;
• Completamento dei percorsi di intervento integrato per neonati/bambini a rischio, gravi
o gravissimi in dimissione ospedaliera con protocolli di interfaccia con i servizi territoriali;
• Omogeneizzazione delle attività di valutazione ed identificazione dei percorsi per il
passaggio di minori in carico alla NPIA al raggiungimento della maggiore età
177
PSICOLOGIA CLINICA
AREA ADULTI
La rilevazione dei bisogni di intervento psicologico in questo ambito evidenzia:
• un aumento nella popolazione di disturbi emotivi comuni e reattivi (ansia, depressione) o
disturbi del comportamento alimentare, reazioni di disadattamento
• una crescente necessità di attenzione e incremento delle situazioni di criticità in
relazione a problematiche di disagio nel giovane adulto o in relazione alle conflittualità
nell'ambito familiare e all'esercizio della genitorialità.
• la necessità di valutazioni psicodiagnostiche di elevata specializzazione, in risposta a
professionisti e utenza istituzionale.
Gli interventi messi in atto dal servizio hanno come mission la prevenzione del disturbo mentale
e della sua cronicizzazione. I destinatari degli interventi sono gli utenti singoli e le famiglie.
Le azioni di miglioramento per il prossimo triennio saranno quindi di prevedere:
• un ampliamento delle proposte di intervento clinico secondo il metodo “steppeed care” ,
con l'attivazione della psicoterapia di gruppo per attacchi di panico .
• l'utilizzo di un questionario per la valutazione di esito degli interventi psicologico clinici a
tutti i nuovi utenti
SALUTE DONNA
La rilevazione dei bisogni di intervento psicologico in questo ambito evidenzia:
• Aumento nella popolazione di disturbi emotivi comuni e reattivi nell’area salute
femminile/sessualità di coppia/procreazione (contraccezione, I.V.G, maternità,
puerperio, sterilità), nell’area del disagio personale a connotazione non psichiatrica,
nell’area del disagio psichico relazionale singolo, di coppia e famiglia del ciclo vitale e
disturbi del comportamento alimentare, nell’area del disagio psicorelazionale da
separazioni/divorzi
Gli interventi messi in atto dal servizio hanno come mission la prevenzione del disturbo mentale
e della sua cronicizzazione.
Le azioni di miglioramento per il prossimo triennio saranno quindi orientate a:
1. Consolidamento e sviluppo dei modelli di gestione della casistica in rete e in modo
integrato con altri servizi del DCP, del DSM, e con il coinvolgimento delle
Associazioni dedicate
2. Offrire servizi specifici per gli aspetti salienti e i momenti di “crisi” evolutiva delle
diverse fasi del ciclo di vita delle persone
3. Potenziamento attività clinica nella consulenza, presa in carico e nella
progettazione di intervento psicologico verso le persone/coppie/famiglie straniere
con la compresenza della figura del mediatore culturale
Obiettivo prioritario è poi quello di rispondere a varie esigenze attuali nel Consultorio
Familiare sia come organizzazione logistica dei tempi di accoglienza dei pazienti ma anche dalla
necessità di poter garantire almeno una prima risposta di sollievo ad uno stato di malessere
psico-emotivo che ha portato la persona a fare la richiesta di consulenza psicologica e/o a
rispondere ad un invio da altro servizio o specialista.
AREA ADOLESCENTI
La rilevazione dei bisogni di intervento psicologico in questo ambito evidenzia:
• Aumento nella popolazione di disturbi emotivi comuni e reattivi (ansia, depressione) o
disturbi del comportamento alimentare, reazioni di disadattamento
• Crescente necessità di attenzione e incremento delle situazioni di criticità in relazione a
problematiche di disagio nel giovane
178
Gli interventi messi in atto dal servizio hanno come mission la prevenzione del disturbo mentale
e intervento precoce in adolescenza
Le azioni di miglioramento per il prossimo triennio saranno quindi orientate a:
• Identificare modalità di intervento preventivo focalizzati sulla rete degli operatori dei
servizi territoriali.
• Sviluppare e qualificare gli interventi di consulenza, supporto, collegamento, rivolti ad
altri operatori, gruppi di lavoro, équipes multiprofessionali, del dipartimento cure
primarie, dei servizi territoriali, dell’istruzione, associazioni, organizzazioni no profit, per
promuovere e orientare una presa in carico indiretta delle forme di disagio.
• Qualificare gli aspetti funzionali ed operativi tesi alla facilitazione di accesso e alla
“funzione di prossimità” di fasce di popolazione che hanno difficoltà ad accedere
spontaneamente ad interventi specialistici
• Assicurare interventi psicologico clinici diversificati e appropriati per tipologia di
domanda
• Riorganizzare e qualificare la risposta in riferimento a strumenti di intervento basati
sull'evidenza
• Fornire una risposta adeguata ai percorsi e processi della rete tra servizi sanitari e sociali
SPAZIO GIOVANI
La rilevazione dei bisogni di intervento psicologico in questo ambito evidenzia la necessità di
sviluppare azioni concertate rivolte al supporto dei servizi di prevenzione e promozione dell’agio
e di corretti stili di vita tra i giovani.
Le azioni di miglioramento per il prossimo triennio saranno quindi orientate a:
• Mantenere e migliorare l'offerta di progetti di prevenzione e di educazione alla salute
nelle scuole attraverso incontri di progettazione comune con i servizi sanitari e i servizi
degli enti locali dedicati agli adolescenti (Spazio Giovani- Centro Adolescenza- Meltin Pot
- Spazio Giovani Comunità Montana-. Presenza dello psicologo con attività dedicate nei
Meltin Pot e nello Spazio Giovani Comunità Montana);
• Mantenere il “Progetto Educazione Sanitaria” nelle 3 scuole superiori del Distretto, nelle
II e III superiori (Vedi opuscolo AUSL “Sapere e Salute”) sui temi:
◦ Affettività e Sessualità
◦ Adolescenza e Alimentazione;
• Consolidare lo svolgimento e creare sinergie tra progetti che si rivolgono alla stessa
popolazione, in particolare per le attività ed i servizi che coinvolgono le scuole:
◦ “Sportelli della Scuola”(intervento integrato con gli operatori dello sportello scolastico
su mandato della Regione e della Provincia di Modena)
◦ “Progetto Provinciale per la Messa in rete delle opportunità e degli interventi per la
promozione dell'agio degli adolescenti”;
◦ Programma provinciale infanzia e adolescenza;
◦
“Attivazione di uno spazio di ascolto e consulenza in ambito scolastico”
◦ Consulenze per aggiornamento e formazione richieste dagli operatori scolastici (
operatori degli sportelli scolastici, insegnanti e /o educatori) e dai genitori definiti nei
POF delle singole scuole, in ottemperanza agli obiettivi del Settore di Psicologia del
DSM;
• Consolidamento impegni scaturiti dal Convegno del Febbraio 2009 a Marano sulle
risultanze di due anni di lavoro congiunto tra servizi adolescenza sanitari e servizi
adolescenza aggregativi dell’Area Sud.
179
DIPARTIMENTO SANITÀ PUBBLICA
SERVIZIO IGIENE DEGLI ALIMENTI E NUTRIZIONE (SIAN)
IGIENE ALIMENTI E BEVANDE
L’attività dell’area ha come obiettivo la sicurezza alimentare mediante la vigilanza e il
controllo,la informazione e la formazione degli operatori del settore alimentare.
Per quanto riguarda la formazione nei prossimi anni una importante attività del servizio sarà
rivolta ai corsi per il personale alimentarista ai sensi della Legge regionale 11/2003.
Proseguirà la partecipazione del Servizio al progetto regionale “Sviluppo di competenze
valutative sui controlli ufficiali” prevedendo la partecipazione degli operatori al corso regionale di
formazione per auditor qualificati e l’implementazione del manuale della qualità dei SIAN nelle parti
previste dal progetto regionale.
Verranno pianificati e realizzati gli audit interni volti a verificare la efficacia delle attività svolte.
IGIENE DELLA NUTRIZIONE
L’attività dell’area è principalmente indirizzata a favorire la promozione di sani stili alimentari e
motori mediante interventi sulla intera popolazione oppure gruppi di essa.
Si parteciperà inoltre alle azioni ed attività previste dal Piano Regionale della Prevenzione, in
particolare si continuerà l’attività di consulenza nutrizionale sui menù della ristorazione scolastica e le
iniziative informative/formative agli addetti ed inoltre si manterrà l’impegno a realizzare iniziative per la
promozione della corretta alimentazione, sia rivolte al mondo della scuola che alla popolazione.
Si manterrà attenzione nei confronti della popolazione anziana, in particolare istituzionalizzata,
promuovendo attivamente la valutazione del menù e la rilevazione del peso corporeo al fine di
contrastare fenomeni di malnutrizione.
Si promuoveranno iniziative che contribuiscano a diffondere lo stile alimentare e motorio
corretto nella popolazione adulta attraverso alleanze con il mondo produttivo, distributivo e della
ristorazione.
SERVIZIO MEDICINA DELLO SPORT
Prosegue l'attività di riorganizzazione dell’attività certificativa rivolta ad atleti minori e maggiori
di 18 anni con l'obiettivo di ridurre i tempi di attesa, migliorando il sistema di prenotazione attraverso
una più stretta collaborazione con le Società sportive e monitorando la prenotazione tramite il sistema
CUP – farmacie.
Si garantirà il mantenimento del supporto ai MMG e PLS per le certificazioni non agonistiche e,
come "Centro Regionale Antidoping", si forniranno agli atleti il supporto clinico e informativo al fine di
tutelarne la salute prevenendo comportamenti a rischio.
180
Proseguiranno le iniziative formative e divulgative rivolte a bambini, adolescenti ed anziani
volte alla promozione di corrette e sicure abitudini sportive e motorie, migliorando, presso il Centro
Medicina dello Sport modenese l'attività di diagnostica cardiologia di 2° livello a favore degli sportivi di
tutta la provincia e l’attività nutrizionale sportiva.
SERVIZIO IGIENE PUBBLICA – CONTROLLO RISCHI BIOLOGICI
Sorveglianza e controllo delle malattie infettive e parassitarie continueranno ad essere priorità
fondamentali del Servizio.
Le vaccinazioni
Le campagne vaccinali tradizionali per la prevenzione della malattia influenzale e delle sue
complicanze e per la prevenzione delle malattie invasive da pneumococco continueranno a
realizzarsi, attraverso una forte azione di integrazione fra il DSP e Cure Primarie.
La somministrazione del vaccino antinfluenzale mediante i MMG ha da tempo consentito di
raggiungere alti livelli di copertura, in particolare per la popolazione ultra65enne; l’obiettivo sarà
quello di incrementare il livello, soprattutto per le altre categorie a rischio per patologia.
In merito, particolarmente, alla vaccinazione antipneumococcica verranno curati i rapporti con gli
specialisti allo scopo di assicurare durante tutto l’anno la sensibilizzazione delle categorie a rischio
per patologia.
Le patologie emergenti e riemergenti
La tubercolosi continua ad essere argomento di forte attualità, pur non manifestando dinamiche di
“emergenza di sanità pubblica”; le azioni di prevenzione da incrementare si rivolgono da un lato
alla individuazione delle popolazioni maggiormente a rischio di sviluppare la malattia, per fornire
loro opportunità di screening e informazioni adeguate sulla patologia e la prevenzione; dall’altro al
necessario adeguamento organizzativo interno alla struttura sanitaria, per assicurare i percorsi in
tempi sufficientemente rapidi, oltre che qualificati (c.d. dispensario funzionale).
Nell’ambito della prevenzione delle patologie trasmissibili, continua a rivestire ruolo rilevante la
attività di consulenza a favore dei viaggiatori internazionali, particolarmente verso quei Paesi
caratterizzati da situazioni igienico sanitarie e di endemia ad alto rischio.
In tema di prevenzione delle malattie trasmesse da vettori (Chikungunya, Dengue, West Nile) le
esperienze realizzate in questi ultimi due anni, volte a realizzare le azioni previste dal piano
regionale in tema di sorveglianza della Chikungunya e Dengue e di controllo e diffusione della
zanzara tigre, verranno certamente riversate in programmi che si ripeteranno e che vedranno
partecipazioni ai lavori dei gruppi regionale e provinciale. Localmente le principali azioni
riguarderanno:
- la sorveglianza sanitaria e il controllo delle malattie trasmesse da zanzare;
- la formazione operatori coinvolti (MMG, PLS, Continuità Assistenziale, Pronto Soccorso,...);
- il supporto ai Comuni per il monitoraggio con ovitrappole e per l’attuazione dei piani di
controllo, oltre che un ruolo sempre più marcato di interfaccia fra la Regione e le
Amministrazioni Locali;
- la partecipazione ad azioni di comunicazione e sensibilizzazione dei cittadini.
I programmi regionali di controllo delle zoonosi prevedono lo sviluppo di sinergie entro e fuori DSP,
avviate già nel corso del 2008, necessariamente da incrementare nel prossimo futuro.
181
Il controllo delle infezioni “nosocomiali”
Particolare impulso proviene dalla emanazione delle recenti linee guida regionali in tema di
sorveglianza e controllo della legionellosi, dove si delinea la indispensabile collaborazione del DSP alla
definizione del rischio proprio di ciascuna struttura sanitaria.
SERVIZIO IGIENE PUBBLICA - CONTROLLO AMBIENTI DI VITA
La programmazione dell’attività dei prossimi anni nel Distretto si esplica, sulla base di criteri comuni in
ambito provinciale, attraverso innanzi tutto il mantenimento dei livelli consolidati di attività istituzionale,
in assenza di modifiche normative.
Particolare attenzione verrà dedicata alle tematiche di natura ambientale, considerate le emergenze ed
ancor più l’attenzione ad esse dedicata da parte della popolazione: a tale scopo verrà rafforzata la
collaborazione già esistente col Servizio Epidemiologia mediante la stesura di un apposito protocollo
per la collaborazione alle valutazioni di impatto ambientale e per un approfondimento formativo per gli
operatori sulla comunicazione del rischio.
Si parteciperà ai lavori dei gruppi regionali sugli incidenti stradali e domestici del Piano Regionale della
Prevenzione.
L’attività di controllo verrà programmata mirando alle strutture a maggior rischio come ad esempio le
piscine, prevedendo oltre al routinario controllo dei locali e delle acque anche un controllo ambientale
completo in tutti gli impianti coperti,
Verrà mantenuta altresì attività di controllo nelle strutture socio-assistenziali ed avviata un’azione di
vigilanza nelle strutture sanitarie con criteri e metodologie condivise di area vasta e con approccio
integrato rispetto ai rischi per la tutela della salute e sicurezza dei lavoratori.
Si parteciperà alle nuove commissioni locali per il pubblico spettacolo, nell’ambito delle quali si
applicherà il recente regolamento provinciale.
Si parteciperà alle Conferenze dei Servizi in ambito Comunale e Provinciale in tema di rifiuti e di
Pianificazione territoriale.
SERVIZIO PREVENZIONE E SICUREZZA AMBIENTI DI LAVORO
1) Attività Istituzionali: Fornire risposte puntuali e qualificate per prestazioni
istituzionalmente dovute:
182
•
Valutazione progetti ed espressione dei Pareri di competenza per Nuovi Insediamenti
Produttivi, Ristrutturazioni, Autorizzazioni in deroga, Emissioni in atmosfera
• Valutazione dei piani di rimozione di materiali contenenti Amianto e delle notifiche di Inizio
lavori, Campionamenti ed espressione dei pareri (a richiesta) per la restituibilità dei locali
bonificati da amianto friabile.
• Inchieste per Infortuni sul lavoro e per Malattie Professionali
• Tutela Lavoratrici madri
• Valutazioni medico - legali individuali per problematiche lavorative.
• Valutazioni medico - legali collegiali per la definizione della Diagnosi Funzionale per
collocamento mirato disabili e verifiche idoneità al lavoro su istanza del lavoratore o del
datore di lavoro.
• Partecipazione a Commissioni istituzionali e a gruppi di lavoro (Comitato Tecnico Disabili,
commissioni per autorizzazioni all’uso e alla vendita di prodotti Fitosanitari, gruppi di lavoro
dipartimentali, provinciali, regionali e nazionali)
• Gestione flussi informativi ( notifiche preliminari per cantieri edili, trasmissione report,
notifiche infortuni e malattie professionali, comunicazioni classe di rischio per Primo soccorso
aziendale)
• Vidimazione registri infortuni, gestione schede anagrafiche aziendali, collaborazione ed
autorizzazione della sperimentazione registri informatizzati in ceramica.
• Gestione segnalazioni ed esposti da lavoratori e cittadini
• Pronta Disponibilità, per accertamenti di Polizia Giudiziaria in caso di infortuni gravi, attivata
da 118 e Carabinieri
2) Vigilanza e Controllo in settori produttivi a maggior rischio: Migliorare il livello di
ottemperanza alle norme di igiene e sicurezza sul lavoro e contrastare comportamenti irregolari.
• Sopralluoghi e piani mirati di controllo in cantieri edili , Grandi Opere (Pedemontana),
comparti ad elevato rischio infortunistico, rilevati da archivio INAIL_ISPESL-Regioni
(
metalmeccanico, legno, agricoltura…), aziende di facchinaggio e fornitura servizi alle imprese
(pulizia e varie). Verifica delle principali misure di protezione applicate a tutela dei lavoratori
atipici (co co pro, somministrati…).
• Piani mirati di controllo per rischi fisici (rumore, vibrazioni, microclima ), per rischi
biologici, per rischi chimici e cancerogeni, per rischi da movimentazione manuale di
carichi e per rischi da sovraccarico funzionale degli arti superiori in comparti produttivi
a rischio.
• Controlli in lavorazioni con rischio di sviluppo di atmosfere esplosive(Atex) e di esposizione a
fibre minerali artificiali.
• Controlli sulla qualità della sorveglianza sanitaria dei lavoratori esposti a rischi
professionali eseguita dai medici competenti con verifica dell’applicazione degli orientamenti di
buona pratica e di EBP (Prevenzione Basata su Evidenze scientifiche) elaborati e diffusi negli
anni precedenti dagli SPSAL.
3) Attività di Informazione, Formazione, Assistenza, Epidemiologia e Comunicazione:
Qualificare il ruolo dei soggetti della prevenzione, accrescere la cultura della prevenzione e
migliorare l’analisi e la conoscenza dei fenomeni patologici correlati alle attività lavorative.
• Definizione e Promozione di Standard ( requisiti quali – quantitativi minimi) per la
Formazione dei lavoratori. Attuazione di corsi e produzione di opuscoli informativi (Moduli
formativi integrati SPSAL-SVET presso InforMo e Opuscoli realizzati con il contributo della
Provincia e del Comune di Castelnuovo R) rivolti a lavoratori stranieri occupati nella
lavorazione Carni (formazione mediatori culturali ed addetti alle lavorazioni)
• Promozione della qualità nell’attività dei medici competenti: Seminari provinciali su
problematiche rilevanti.
• Orientamento dei coordinatori per la sicurezza nei cantieri edili: corsi di formazione
su nuove normative (lavori in quota , Piani per montaggio, utilizzo e smontaggio dei
ponteggi ); informazione su criteri di vigilanza adottati in provincia.
183
•
•
•
•
•
•
Informazione, formazione e assistenza di Rappresentanti dei Lavoratori per la
Sicurezza (RLS ed RLST, aziendali e territoriali), di Coordinatori per la Sicurezza e di
Orientamento di Responsabili del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP), Consulenti e
Progettisti.
Assistenza e Formazione rivolte alle Scuole (Scuola Sapere Salute: Progetti rivolti a
insegnanti ed alunni di scuole medie e superiori “ Verso un lavoro più sicuro” e “Come
formare sulla sicurezza…”) con coinvolgimento multidisciplinare dei docenti ed
articolazione su tre anni scolastici.
Fiera Ambiente Lavoro 2009: realizzazione di convegni, produzione/aggiornamento di
materiali educativi ed informativi, gestione e diffusione
Disponibilità a realizzare iniziative formative distrettuali su Patologie Professionali e Medicina
del Lavoro rivolte a Medici di Medicina Generale.
Realizzazione di materiali informativi, Gestione di flussi informativi da INAIL e
produzione di Report annuale sui danni da lavoro a livello provinciale.
Partecipazione, in collaborazione con UNIVERSITA’ e con ISPESL, a studi e Indagini sul
campo specifici (Rischi da Vibrazioni, da Silice, da Fibre, da Microclima, da Radiazioni…)
.
4) Azioni di Coordinamento e Collaborazione con Servizi e Istituzioni diverse:
Migliorare la qualità e i livelli di omogeneità operativa a livello interdistrettuale, provinciale, di
Area Vasta
e Regionale. Facilitare e Migliorare le collaborazioni, le comunicazioni
interdisciplinari e tra soggetti diversi.
• Piani mirati di prevenzione integrati fra Servizi diversi(edilizia: SPSAL-SIA , SPSAL con
coinvolgimento degli RLS-T…)
• Coordinamento ed integrazione di azioni di vigilanza, anche congiunta con Direzione
Provinciale del Lavoro, INPS e INAIL per contrastare il lavoro irregolare in alcuni settori più
esposti ( edilizia, agricoltura, fornitura servizi…).
• Protocolli di intesa per azioni di miglioramento delle condizioni di lavoro su
problematiche specifiche ( promozione miglioramento sicurezza negli appalti di facchinaggio
e servizi; promozione stili di vita sicuri).
SERVIZIO VETERINARIO
Gli obiettivi e le azioni del Servizio Veterinario sono volti a tutelare la salute dell’uomo, la sanità
e il benessere degli animali, il corretto rapporto tra l’uomo gli animali e l’ambiente, l’igiene delle
produzioni zootecniche e la sicurezza degli alimenti di origine animale destinati al consumo umano.
1) Igiene degli alimenti di origine animale
.
L'Area Sud Est è caratterizzata dalla presenza del più importante stabilimento italiano, per la
macellazione bovina, nonché dalla presenza della maggiore concentrazione Europea (numero ditte
/territorio) di stabilimenti dotati di riconoscimento comunitario per la produzione, lavorazione e
deposito di prodotti di origine animale quantificabili in ben 134 Aziende. Obiettivo primario del
Servizio è la verifica del mantenimento dei requisiti di sicurezza alimentare, attraverso il mantenimento
dei requisiti strutturali ed igienico sanitari che consentono a tali stabilimenti l’abilitazione
all’esportazione verso i paesi comunitari e terzi .
Un secondo importante obiettivo è rappresentato dai controlli sulle mense di strutture ospitanti
comunità a rischio e viene mantenuto il modello sperimentato e consolidato di vigilanza congiunta con
il SIAN che permette una maggior completezza di controllo presso le suddette strutture.
184
2) Sanità animale
L'attività riguarda i tradizionali settori di profilassi delle malattie infettive e diffusive del
patrimonio zootecnico e i relativi piani di eradicazione e controllo che ultimamente si estendono anche
al contenimento della patologie e zoonosi emergenti .
Altra attività di notevole importanza è il controllo in allevamento sulla corretta gestione da parte
degli allevatori dell'anagrafe degli animali.
Questo tipo di attività rappresenta il primo anello della cosiddetta “tracciabilità” degli animali e
quindi di tutti gli alimenti di Origine Animale.
3) Igiene degli allevamenti e delle produzioni zootecniche
Obiettivo dell’attività è quello di assicurare la salubrità degli alimenti ottenuti dagli animali
mediante controlli eseguiti nelle diverse fasi della produzione primaria, dalla produzione degli alimenti
per il bestiame (mangimi), alla raccolta e al trattamento dei sottoprodotti di origine animale, dalla
prevenzione dell’uso di anabolizzanti e di sostanze proibite in zootecnia al controllo dell’uso dei farmaci
nella terapia delle malattie del bestiame. Per lo stesso motivo vengono eseguiti controlli sul rispetto
delle condizioni di benessere degli animali allevati e sull’igiene delle strutture di allevamento.
Attività trasversale alle tre aree tecniche
Per il 2009 e per gli anni successivi è necessario pianificare e potenziare il programma di audits
negli stabilimenti che trattano alimenti di origine animale (compresi i caseifici), nonché nei mangimifici
e negli allevamenti di animali destinati a produrre alimenti per l'uomo.
SERVIZIO EPIDEMIOLOGIA E COMUNICAZIONE
L'epidemiologia per la Sanità pubblica è di fondamentale importanza per individuare i principali fattori
di rischio e di danno per la salute. In particolare ha lo scopo di:
•
descrivere la situazione locale riguardo ai parametri di salute più rilevanti, effettuando le
opportune analisi comparative con la situazione nazionale e fra i diversi ambiti territoriali, al fine di
individuare gli obiettivi e gli interventi di promozione della salute e di prevenzione delle malattie su
cui basare le scelte di programmazione socio-sanitaria (epidemiologia descrittiva);
•
identificare scenari epidemiologici possibili in relazione alle diverse azioni previste, identificare e
misurare gli indicatori necessari per monitorare gli effetti delle azioni intraprese (epidemiologia
valutativa).
In questi due ambiti proseguirà nel triennio l’attività di ampliamento delle informazioni disponibili,
in particolare, per la descrizione dello stato di salute, l’indagine PASSI (Progressi delle Aziende Sanitarie
per la Salute in Italia) fornirà i primi dati di andamento nel tempo dei fenomeni esaminati.
In ambito valutativo il Servizio manterrà l’attività di supporto agli screening oncologici.
185
OSPEDALE
Nel corso degli ultimi anni l'Ospedale di Vignola è stato oggetto di alcuni interventi di sviluppo di
attività e di miglioramenti strutturali. In particolare nel 2006, nell'ambito del complessivo progetto di
ammodernamento e potenziamento della struttura sono stati inaugurati un nuovo Pronto Soccorso
dotato di tre ambulatori, un nuovo Comparto Operatorio con tre sale operatorie e una sub-centrale di
sterilizzazione. Il Servizio di Radiologia è stato completamente ristrutturato e dotato di attrezzature di
radiodiagnostica digitalizzate. L'Ospedale di Vignola è attualmente dotato di 129 posti letto, di cui 15
per attività di Day Hospital e Day Surgery, suddivisi tra le Unità Operative afferenti all'area medica
(Medicina Interna, Lungodegenza Post Acuzie Riabilitazione Estensiva) e all'area chirurgica (Chirurgia
Generale, Ortopedia, Day Surgery Polispecialistico). Sono inoltre presenti Ambulatori specialistici,
Comparto Operatorio centralizzato con tre sale, Centrale di Sterilizzazione, Emodialisi.
Gli impegni dell'Ospedale relativi a accessibilità ed umanizzazione e qualità delle cure sono:
◦ Informazione: l’Ospedale favorisce l’accesso dei cittadini/pazienti attraverso la presenza di
segnaletica e di punti informativi. Al momento del ricovero sono consegnate la Carta dei
Servizi dell’Ospedale e quella della degenza a cui si accede. L’Ospedale favorisce la
riconoscibilità dei professionisti attraverso la visibilità del loro tesserino di riconoscimento.
Sul sito web aziendale sono presenti pagine informative sugli ospedali.
◦
Barriere architettoniche: l’Ospedale si impegna ad eliminare o a rimuovere le barriere
architettoniche esistenti nei punti destinati all’accesso dei cittadini/pazienti.
◦
Comfort: l’Ospedale si impegna a mantenere gli spazi adibiti all’erogazione delle prestazioni
sanitarie in uno stato di decoro sia dal punto di vista igienico che di sicurezza.
◦
Presentazione di consenso informato su atti sanitari praticabili e proponibili
◦
L’Ospedale
prevede
che
i
professionisti
possiedano
una
competenza
comunicativa/relazionale nei confronti del paziente e del suo percorso clinico ed
assistenziale. Questa competenza favorisce l’acquisizione di un consapevole consenso
informato rispetto a tutte le pratiche sanitarie a cui la persona sarà sottoposta e alle
possibili alternative.
◦
Umanizzazione delle pratiche terapeutiche
◦
L’Ospedale prevede che i professionisti abbiano a disposizione e conoscano le linee guida
aggiornate "sull’Ospedale senza dolore" e sulle cure palliative.
◦
Attenzione alla qualità dell'alimentazione
◦
L’Ospedale garantisce un’alimentazione variata, di buona qualità ed adeguata alle condizioni
di salute del paziente. Si impegna a fornire diversi menù garantendo la variazione
giornaliera dei pasti.
◦
Rispetto delle diversità culturali
◦
L’Ospedale si impegna ad utilizzare il servizio di mediazione culturale, nei casi ritenuti
opportuni, e ad offrire, su richiesta del paziente, la possibilità di contattare vari ministri di
culto per l’assistenza religiosa.
◦
L’Ospedale si impegna affinché tutte le degenze assicurino modalità organizzative con i
servizi territoriali esistenti, al fine di garantire la continuità delle cure al cittadino.
◦
Umanizzazione della fase di fine vita
186
•
•
•
•
◦
L’Ospedale si impegna ad individuare modalità assistenziali adeguate per i pazienti in fase
terminale e ad assicurare uno spazio dedicato al defunto e ai suoi familiari nel rispetto della
privacy.
◦
L’Ospedale si impegna a favorire la presenza di volontariato organizzato al proprio interno e
a prevederne le modalità di collaborazione.
◦
Rilevazione della qualita': l’Ospedale si impegna a rilevare le percezioni e le valutazioni dei
cittadini sulla propria esperienza di degenza.
◦
La struttura si impegna a valutare la qualità delle prestazioni fornite dai servizi in gestione
appaltata.
◦
L’Ospedale si impegna a rendere note le modalità attraverso cui facilitare la raccolta delle
segnalazioni, ivi compresi i reclami, al fine di effettuare analisi per il miglioramento dei
servizi e delle prestazioni.
Gli ambiti di miglioramento e sviluppo previsti per il prossimo triennio sono:
Sviluppo di almeno due percorsi clinico-assistenziali integrati tra MMG, specialisti e professionisti
dell'assistenza al fine di
◦ facilitare la gestione di patologie croniche, garantendo la presa in carico tempestiva e
coordinata;
◦ ridurre il ricorso a ricoveri evitabili e promuovere la risoluzione a domicilio di problemi
complessi clinico-assistenziali e sociali;
Collaborazione alla definizione di progetti di formazione multidisciplinare e multiprofessionale
integrati tra ospedale e territorio;
Sviluppo di competenze specifiche in alcuni ambiti per dare risposte locali a problemi complessi;
Miglioramenti strutturali previsti
◦ miglioramento alberghiero del reparto di medicina
◦ ristrutturazione dell'ambulatorio chirurgico
◦ ristrutturazione di parte degli ambulatori dell'ospedale
◦ attivazione di una nuova sala di endoscopia digestiva ed urologica
187
PARAGRAFO 2 - LINEE DI INTERVENTO CHE ATTUANO L’INTEGRAZIONE DELLE POLITICHE
Il nuovo Piano Sociale e Sanitario Regionale ci indica di promuovere l’integrazione delle politiche
sociali con quelle sanitarie e di queste con le politiche ambientali, urbanistiche, abitative, occupazionali,
formative e culturali.
Una integrazione a tutto campo da perseguirsi non tanto attraverso centralizzazioni decisionali e
gestionali quanto attraverso una forte presenza di propulsione e garanzia del “pubblico”, volta a
mobilitare ed intrecciare le più diverse responsabilità e risorse, pubbliche, private e del terzo settore,
che agiscono o comunque influiscono sul benessere collettivo.
Quel reale e significativo valore aggiunto che l’integrazione consente, può essere infatti compiutamente
raggiunto oltre che con la tenacia della volontà soltanto con un effettivo ascolto e coinvolgimento di
tutti i soggetti interessati. L’esperienza dei Piani per la Salute ha prodotto iniziative rientranti in questa
logica ma, in modo embrionale dalle quali partire per portarle a sistema.
Rispetto al tema dell’integrazione del sociale e sanitario con le “altre politiche pubbliche” i tavoli di
lavoro della programmazione del distretto di Vignola hanno sottolineato e messo in evidenza in modo
particolare la necessità di una integrazione con le seguenti politiche:
-
ambientali,
-
abitative e urbanistiche,
-
della mobilità,
-
dell’economia e del lavoro,
-
della formazione e della scuola,
-
della sicurezza e coesione sociale
-
culturali
che, nel loro insieme, impattano sulla salute e sul benessere sociale.
In particolare sono emerse alcune linee guida per l’integrazione:
-
sviluppare una lettura integrata dei bisogni della comunità
-
tenere conto degli orientamenti delle “altre” politiche nell’ambito della programmazione e delle
scelte di ambito sociale e sanitario
-
condizionare le scelte delle “altre politiche” attraverso indicazioni e attraverso una lettura
multidimensionale del bisogno del singolo, della famiglia e della comunità
-
coordinare interventi e servizi
-
valorizzare le occasioni di confronto multiprofessionale come occasioni di condivisione e
diffusione della programmazione e valutazione degli interventi.
Ci si pone quindi l’obiettivo di avviare una modalità di lavoro nuova che veda il coinvolgimento
attivo dei rappresentanti di tutte quante le Istituzioni presenti sul territorio (rappresentanti le diverse
188
politiche locali) che permetta la realizzazione di azioni coordinate e integrate che incidano
positivamente sulla salute e il benessere della popolazione del territorio.
Allo scopo di fornire un quadro complessivo degli obiettivi di integrazione emersi dalla
programmazione delle singole aree si propone di seguito una lettura “a matrice” che mette a confronto
la programmazione per target di riferimento con le altre politiche pubbliche.
Nella matrice è evidenziato come obiettivo di carattere metodologico il riferimento al nuovo approccio
culturale alla base della programmazione distrettuale.
L’area di programmazione “Promozione sani stili di vita e prevenzione del consumo / abuso di sostanza
e sostegno al reinserimento sociale di soggetti dipendenti e multiproblematici” fa riferimento a tutti i
target individuati dalla Regione. Pertanto si è deciso di suddividerne gli obiettivi fra tutte le aree
interessate.
189
Politiche culturali
Politiche per la sicurezza e coesione
sociale
Politiche per la
scuola e formazione
Responsabilità familiari, capacità genitoriali, diritti dei bambini e dei
preadolescenti.
Promozione del benessere
dell’adolescenza e dei giovani
Integrazione sociale a favore dei
cittadini stranieri immigrati
Contrasto alla povertà e
all’esclusione sociale
Politiche a favore di
disabili
Sviluppare una lettura integrata dei bisogni della comunità. Costituire tavoli di lavoro allargati a rappresentanti delle diverse politiche del territorio per predisporre una programmazione congiunta e condivisa.
Realizzare percorsi formativi quale supporto per facilitare l’affermarsi di un nuovo approccio culturale integrato tra le diverse politiche. Promuovere progetti integrati volti alla conciliazione dei tempi di vita e di cura.
Rafforzare la collaborazione con le istituzioni
Promuovere la continuità degli interventi
educativi scolastici / formativi ed
scolastiche, il Centro Territoriale permanente,
Promuovere l’applicazione
gli enti di formazione per incrementare i
Consolidare e ampliare una stretta collaborazione fra servizi sanitari, sociali, educativi,
extrascolastici rivolti ai giovani.
dell’Accordo di programma
percorsi informativi e formativi rivolti ai cittadini
Promuovere azioni di formazione
scolastici e del terzo settore affinando una metodologia di lavoro che consenta un approccio
distrettuale
stranieri.
per lavoratori sottooccupati in
integrato alle varie problematiche della famiglia, arrivando alla redazione di un Accordo di
Incrementare la conoscenza da parte dei
sull’integrazione scolastica
programma, in linea anche con la Legge Regionale 14/2008.
giovani dei percorsi di formazione e delle
collaborazione con il sistema della degli alunni in situazione di
agenzie di formazione.
Mettere a sistema gli interventi volti a
formazione.
handicap, difficoltà di
promuovere il benessere e la riuscita
apprendimento e disagio
Sostenere la scelta e l’orientamento post
scolastica dei minori stranieri.
sociale.
scolastico e post formazione.
Continuare nella promozione di forme di cittadinanza attiva, in stretta collaborazione con il
terzo settore, con l’obiettivo di contribuire alla “costruzione” di una comunità accogliente.
Promuovere la diffusione della cultura della prevenzione in tutti gli ambienti di lavoro e verso
tutte le figure e i soggetti coinvolti; consolidare azioni di vigilanza e assistenza e attivare una
analisi approfondita degli eventi infortunistici.
Realizzare un tavolo di confronto multidisciplinare tra operatori sanitari, dell’Ente Locale, delle
Forze dell’ordine per definire linee operative relative alla correlazione tra incidenti stradali e
uso di alcool e sostanze e quelle tra lavoro irregolare/nero e la salute e la sicurezza.
Realizzare azioni di sensibilizzazione rivolte alla cittadinanza per la prevenzione
dell’incidentalità domestica, attraverso azioni capillari che vedano il coinvolgimento diretto dei
MMG e PLS.
Politiche a favore
di anziani
Promuovere la
conoscenza e la
fruibilità delle
opportunità formative
presenti sul territorio.
Promuovere nei giovani la cultura della legalità
e del rispetto delle norme.
Sensibilizzare e informare riguardo ai rischi
connessi ai comportamenti e agli stili di vita
pericolosi, alle correlazioni tra incidenti stradali
e abuso di sostanze, tra lavoro irregolare /
nero e salute e sicurezza.
Promuovere l’integrazione di interventi volti a garantire la coesione sociale e la sicurezza operando per ricostruire una rete di luoghi e
relazioni sicuri e mettendo in rete i servizi e le associazioni attive in ogni territorio.
Costruire percorsi per intercettare i fenomeni di violenza domestica e avviare azioni di
sostegno, quali la costituzione di una Associazione/Fondazione a sostegno delle vittime di
violenza.
Costituire un gruppo permanente di coordinamento sui temi della prevenzione ed educazione
alla salute per la mappatura e sistematizzazione delle azioni di prevenzione, per la
valutazione dell’efficacia degli interventi e per la individuazione di modalità più rispondenti ai
nuovi bisogni emersi.
Consolidare la collaborazione con i settori
delle politiche culturali e/o le organizzazioni del
terzo settore che si occupano di promozione
culturale.
Promuovere maggiore raccordo con la
programmazione culturale e realizzare azioni e
interventi co – progettati.
Promuovere la conoscenza e la fruibilità delle
opportunità culturali e aggregative presenti sul
territorio.
Consolidare e qualificare i percorsi e gli strumenti integrati per l’inclusione lavorativa delle persone con disagio sociale.
Realizzare interventi economici e di sistema a favore delle famiglie in difficoltà e delle famiglie
numerose che favoriscano la responsabilizzazione.
Consolidare e qualificare i progetti di accompagnamento al lavoro rivolti ai minori.
Politiche per
la mobilità
Aumentare la conoscenza da parte dei
giovani degli strumenti per la ricerca del
lavoro, per l’orientamento professionale in
collaborazione con le altre istituzioni (Centro
Impiego, Sindacati, associazioni di categoria
Università, Scuola).
Favorire azioni volte alla regolarizzazione del
lavoro delle assistenti familiari.
Promuovere percorsi di supporto e
facilitazione all’autonomia economica ed
occupazionale dei giovani.
Promuovere forme di collaborazione tra
organizzazioni datoriali e di categoria e gli
organismi di partecipazione.
Favorire e promuovere azioni di
sensibilizzazione legate alla sicurezza sul
lavoro.
Consolidare la rete delle
organizzazioni del terzo settore e
del commercio per la distribuzione
dei generi di prima necessità.
Consolidare e sviluppare i rapporti tra Dipartimento di Sanità Pubblica, ARPA, servizi sociali,
servizi culturali e servizi tecnici comunali per predisporre corrette scelte urbanistiche ed
ambientali che favoriscano il contenimento dell’emissione di polveri sottili e la creazione di
aree urbane pensate anche per i bambini.
Predisporre percorsi di educazione ambientale per l’infanzia e l’adolescenza.
Collaborare alla realizzazione di azioni per la incentivazione della raccolta differenziata su
tutto il territorio del distretto.
Politiche
abitative e
urbanistiche
Politiche per
l’ambiente
Politiche dell’economia e del lavoro
Porre in essere azioni straordinarie di sostegno alle famiglie ed ai cittadini volte ad affrontare le condizioni determinate dalla crisi economica attuale.
Monitorare e analizzare l’epidemiologia degli incidenti stradali; realizzare azioni di diffusione di
una cultura della sicurezza stradale come cultura della legalità e del rispetto delle norme
attraverso interventi educativi e formativi in grado di incidere sulla modifica dei comportamenti.
Realizzare interventi strutturali per la messa in sicurezza dei punti critici .
Potenziare le iniziative che possono favorire la mobilità sostenibile, soprattutto per le fasce più
deboli della popolazione.
Promuovere progetti per
favorire l’incontro fra il
bisogno di cura
espresso dalle famiglie
e il sistema dell’offerta
di lavoro.
Promuovere azioni di miglioramento dell’utilizzo degli
spazi pubblici anche da parte delle persone disabili o
non autosufficienti.
Promuovere la partecipazione dei giovani alla
programmazione delle politiche ambientali,
abitative e urbanistiche, della mobilità.
Promuovere la partecipazione dei cittadini
stranieri alla programmazione delle politiche
ambientali, urbanistiche, della mobilità
attraverso gli organismi di partecipazione.
Promuovere il confronto tra i
settori pubblici e privati sul tema
dell’abbattimento delle barriere
architettoniche e dell’adattamento
dell’ambiente domestico (CAAD
provinciale),
Facilitare la mobilità territoriale per migliorare
l’accesso ai servizi e alle istituzioni presenti nel
territorio.
190
PARAGRAFO 3 - GLI
STRUMENTI
TECNICO
–
ORGANIZZATIVI
E
LE
AZIONI
PER
L’INTEGRAZIONE
ISTITUZIONALE, GESTIONALE, PROFESSIONALE E LA CONTINUITA’ ASSISTENZIALE
In linea con quanto previsto dal Piano socio sanitario regionale e dall’atto di indirizzo e coordinamento
della Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria della Provincia di Modena in questo ambito vengono definiti gli
obiettivi riguardanti gli strumenti tecnico organizzativi per attuare l’integrazione istituzionale, gestionale e
professionale del sistema distrettuale di welfare.
Tali strumenti da un lato prevedono l’interazione dei soggetti istituzionali presenti che si coordinano per
realizzare il governo delle politiche socio-sanitarie del territorio (Nuovo Ufficio di Piano), dall’altro lato prevedono
condizioni operative unitarie tra figure professionali sociali e sanitarie sia attraverso il lavoro congiunto in equipe
pluriprofessionali, sia mediante l’elaborazione di protocolli condivisi per le varie fasi del processo di cura, presa in
carico, progettazione individualizzata, valutazione.
Sul tema dell’accesso integrato si prevedono criteri e modalità comuni anche attraverso la connessione tra
gli sportelli sociali e gli sportelli sanitari e la costituzione di strutture professionali integrate tra Ausl ed enti locali
per la definizione dei progetti assistenziali a partire dalla valutazione dei bisogni e della domanda (Unità di
Valutazione Multidimensionale).
Rispetto al tema, trasversale a tutte le aree, della semplificazione dell’accesso ai servizi e della
informazione al cittadino per la rimozione degli ostacoli che creano disuguaglianza di diritti e di risposta nei
cittadini, sono stati individuati quali strumenti di carattere distrettuale, lo Sportello Sociale e un sistema
informativo, per la gestione di servizi ed attività sociali e socio sanitarie integrate che parte dall’accesso /
rilevazione dello status del bisogno, alla gestione della cartella socio – sanitaria integrata.
In considerazione del valore strategico della formazione sia per quanto attiene il tema della integrazione
professionale sociale e sanitaria che per quanto attiene il tema della innovazione dei servizi, si è ritenuto
opportuno andare nella direzione di un unico ambito strategico predisponendo iniziative orientate al
coinvolgimento di diversi settori e professionalità calibrate su esigenze e priorità condivise nelle diverse aree della
progettazione.
Di seguito quindi, oltre alla tabella riepilogativa degli “Strumenti per l’integrazione gestionale istituzionale,
professionale e per la continuità assistenziale” si è ritenuto mettere in evidenza in uno specifico riquadro di sintesi,
da un lato i bisogni formativi emersi, dall’altro le linee ed i percorsi di formazione che si intendono realizzare nel
triennio.
191
Tabella 1 - gli obiettivi strategici triennali di salute e benessere sociale:
L’ integrazione istituzionale, gestionale e professionale
TARGET*
Respons.tà
Familiari
□
X
infanzia
adolescenza
X□
e
Giovani
X
□
Anziani
Disabili
□X
□X
Immigrati
stranieri
□
X
Povertà e
Esclusione
sociale
X
Salute
mentale
□
Dipendenze
□
X
□
X
RIFERITI ALL’INTEGRAZIONE GESTIONALE E PROFESSIONALE
X□
Bisogni Emergenti dal profilo di comunità in ambito distrettuale
Sportello sociale/Accesso integrato
* Favorire il diritto all’accesso alla rete dei servizi e delle prestazioni sociali, socio sanitarie e
sanitarie
* Semplificare il sistema di accesso ai servizi evitando di “far girare” il cittadino.
* Garantire il diritto all’informazione ed alla presa in carico con particolare attenzione a chi per
difficoltà personali e sociali, non è in grado di rivolgersi direttamente ai servizi.
* Armonizzare l’informazione e l’orientamento sui percorsi di accesso e di assistenza.
* Monitorare la domanda e il bisogno dei servizi del cittadino.
* Migliorare la fruibilità dell’informazione.
* Facilitare l’ accesso.
Unità di valutazione multiprofessionale
* Razionalizzare,semplificare e qualificare il sistema di valutazione multiprofessionale
* Adeguare gli strumenti di valutazione ai nuovi bisogni e alle nuove modalità operative
* Formare gli operatori impegnati nella funzione di accesso presa in carico e valutazione
Ufficio di piano
* Rispondere alla necessità di un forte investimento progettuale sul tema dell’integrazione
istituzionale.
* Adeguare la struttura organizzativa e la funzionalità dell’Ufficio di Piano all’ evolversi delle
competenze assegnategli e del nuovo futuro assetto istituzionale del distretto.
* Regolare le nuove funzioni connesse al Fondo Sociale Locale.
* Disporre di adeguati strumenti informatici per la lettura dei dati del territorio utili alla
programmazione ed alla valutazione.
* Disporre di adeguate modalità per la gestione tecnica amministrativa e contabile, nonché di
monitoraggio e verifica del FRNA
192
Obiettivo/i prioritario/i in ambito Sociale, Sociosanitario e dei Servizi Sanitari territoriali
SPORTELLO SOCIALE/ACCESSO INTEGRATO
1. Ridisegnare un sistema unificato, di livello distrettuale, di accesso ai servizi ed agli interventi
sociali e socio-sanitari, che preveda criteri e modalità comuni.
2. Qualificare ed ampliare le attività di ascolto, informazione, orientamento, accompagnamento
e accesso alle risorse, alle opportunità, agli interventi ed alla rete dei servizi del territorio nei
settori sociale, socio-sanitario, in stretta collaborazione con i punti di accesso e di informazione
sanitari.
3. Sviluppare una funzione di filtro e di monitoraggio dei bisogni e delle risorse del territorio.
4. Implementare un sistema informativo unitario che consenta la comunicazione tra i diversi
servizi nella prospettiva di risposte unitarie e personalizzate ai bisogni delle persone.
5. Predisporre, su base distrettuale, percorsi integrati ed unificati per usufruire dei vari servizi di
rete, anche tramite la definizione condivisa di procedure specifiche.
6. Riorganizzare e qualificare il raccordo e la integrazione con il sistema della presa in carico e
della valutazione al fine di garantire la continuità assistenziale.
7. Realizzare l’integrazione con le attività degli sportelli tematici presenti sul territorio.
8. Divulgare alla cittadinanza strumenti informativi che favoriscono la conoscenza e l’accesso alla
rete dei servizi socio-sanitari.
9. Dotare i diversi soggetti istituzionali che operano in ambito socio-sanitario di uno strumento
informatico dedicato che sostenga e documenti tutto il percorso: accesso ⇒ presa in
carico⇒valutazione⇒accesso ai servizi.
Unità di valutazione multiprofessionale
10. Sostenere sia attraverso azioni di formazione che di riorganizzazione le sperimentazioni di
azioni di semplificazione, miglioramento e sviluppo relative agli organismi ed ai processi di
valutazione integrata per l’accesso alla rete dei servizi, per i diversi target di utenza.
11. Organizzare a livello Distrettuale, nell’ambito del Nuovo Ufficio di Piano, l’attività della
Commissione Unica di Valutazione Multidimensionale.
12. Ridefinire gli strumenti della valutazione.
13. Promuovere interventi di formazione rivolti agli operatori coinvolti.
Ufficio di piano
13. Consolidare e qualificare la struttura dell’Ufficio di Piano al fine di adattarne l’ organizzazione
all’evolversi delle funzioni e dei compiti assegnati, al modificarsi del contesto istituzionale
distrettuale, anche attraverso la disponibilità di risorse umane e strumentali adeguate.
14. Rafforzarne le funzionalità amministrative e tecnico gestionali di supporto alla governance.
15. Definire le modalità di svolgimento della funzione di supporto alla costituzione,
programmazione, gestione e monitoraggio del Fondo Sociale Locale.
16. Qualificare l’attività di supporto all’elaborazione e valutazione della programmazione attraverso
l’implementazione di un sistema informatico per l’elaborazione di dati utili alla lettura dei
bisogni del territorio, in rete con il sistema dell’accesso, della presa in carico e della
valutazione.
17. Qualificare le attività di gestione tecnica amministrativa e contabile, nonché di monitoraggio e
verifica del FRNA.
193
Obiettivi d’Integrazione con altre Politiche
Sportello sociale/Accesso integrato
17. Programmare azioni di raccordo con le politiche del lavoro, della scuola e della formazione,
culturali.
INDICATORI DI RISULTATO
1. Completa attivazione del sistema unificato, di livello distrettuale, di accesso ai servizi ed agli
interventi sociali e socio-sanitari.
2.3. Realizzazione di una analisi comparata del sistema di informazione / orientamento e accesso.
Formazione.
4. Implementazione del sistema informatico unitario distrettuale degli sportelli sociali.
5. Attivazione di percorsi di accesso con modalità e criteri comuni a tutto il territorio.
6. Attivazione / realizzazione di percorsi e protocolli condivisi.
7. Presenza nella rete degli Sportelli Sociali degli sportelli tematici rivolti ai cittadini stranieri e alle
famiglie.
8.Produzione di strumenti informativi che favoriscono la conoscenza e l’accesso alla rete dei servizi
socio-sanitari.
9.Implementazione del sistema informatico unitario distrettuale per accesso ⇒ presa in
carico⇒valutazione⇒accesso ai servizi.
10. 11. Attivazione della unità di valutazione multiprofessionale distrettuale.
12.Realizzazione e messa a disposizione dei nuovi strumenti della valutazione.
13.Numero di partecipanti, professionalità ed enti coinvolti nei processi formativi.
14.15. 18.Realizzazione di adeguamenti organizzativi, procedurali e informatici.
16. Definizione delle modalità per la programmazione, gestione e monitoraggio del Fondo Sociale
Locale.
17.Implementazione di un sistema informatico in rete con il sistema dell’accesso, della presa in carico
e della valutazione di livello distrettuale.
19.Elaborazione di un progetto di raccordo con i settori del lavoro, della scuola e della formazione,
culturali.
194
IL QUADRO STRATEGICO DELLA FORMAZIONE DEL DISTRETTO DI VIGNOLA
Bisogni Emergenti dal profilo di comunità in ambito distrettuale
Responsabilità familiari, capacità Promozione
del
benessere Integrazione sociale a favore dei Contrasto
genitoriali, diritti dei bambini e dei dell’adolescenza e dei giovani
cittadini stranieri immigrati
alla
povertà
all’esclusione sociale
e Politiche a favore di anziani e Promozione
disabili
sani
stili
di
vita
e
prevenzione del consumo / abuso di
preadolescenti.
sostanza e sostegno al reinserimento
sociale
di
soggetti
dipendenti
e
multiproblematici
Dalla lettura comparata dei bisogni emergenti dal profilo di comunità in ambito distrettuale espressi nelle sei aree della programmazione si evidenzia il valore strategico della formazione per la costruzione di un sistema
di servizi integrato e innovativo.
Tutti i gruppi tematici infatti hanno sottolineato la necessità di una formazione continua intesa da un lato come strumento tecnico – organizzativo a supporto del lavoro degli operatori e dall’altro come sostegno alla
responsabilità educativa della comunità intera.
Destinatari delle politiche formative sono quindi sia i livelli politico istituzionali e tecnico professionali che i cittadini, le famiglie e il terzo settore.
Risulta importante consolidare le Per quanto riguarda gli adulti e Bisogno
di
accompagnare
la In questa area è emerso da un lato il Bisogno di qualificare e formare Le iniziative di sensibilizzazione e di
azioni di supporto alla famiglia, sin più in generale la comunità, essi comunità locale ed i servizi nel bisogno
dal momento della costituzione della evidenziano i bisogni specifici di vivere
coppia e nelle diverse fasi successive formazione
(gravidanza,
genitorialità,
sui
temi
il
di
formazione
e le
azioni
di
supporto
alla educazione
cambiamento accompagnamento al lavoro per le domiciliarità e nello specifico:
della interculturale in atto .
categorie a rischio di esclusione -
ecc), genitorialità per lo sviluppo di una Bisogno di maggiori competenze sociale
e
dall’altro
il
sviluppare,
bisogno, diversificare
qualificare
sostegno,
soprattutto e- della conoscenza dei media all'utenza
ma
riconsiderando la famiglia come utilizzati diffusamente dai giovani.
risorsa
e
recuperando
il
sempre
più di
multiculturale.
supportare
la
alle
stanno
e contenendo la curva tendenziale di
alcuni eventi infortunistici. Gli impegni
cittadinanza - qualificare il lavoro di cura devono quindi essere, da un lato quello
nell’accoglienza abitativa.
ruolo Per quanto riguarda gli operatori dei Bisogno di maggiore raccordo tra
assieme
scientifiche
l’assistenza alcune delle patologie prevalenti e di
creando nuove occasioni formative e responsabilità educativa diffusa degli operatori dei servizi di fronte nell’ambito delle politiche abitative, domiciliare
di
sanitaria
conquiste
svolto dalle assistenti famigliari.
di
proseguire
Bisogno della popolazione anziana di promozione
e
crescere
nella
di azioni informative,
educativo che le è proprio. Nel servizi a contatto con i giovani essi interventi sociali, sanitari, educativi,
educazione alla salute, a stili di vita formative, di contrasto e di controllo sia
contempo
corretti.
diventa
importante evidenziano i bisogno specifici di in
particolare
nei
confronti
di
per quanto attiene gli stili di vita, la
lavorare per il coinvolgimento di formazione su la lettura della cultura famiglie provenienti da culture e
salute collettiva ed i comportamenti e
tutta la società civile perché recuperi giovanile nella “normalità”, non situazioni sociali eterogenee.
dall’altro, quello di attivare efficienti
il proprio ruolo di accoglienza, focalizzando l’attenzione solo sui
azioni di monitoraggio sull’evolversi
partecipazione
eventi
della casistica e sulla efficacia delle
come
iniziative intraprese.
educativa
e
diffusa.
responsabilità comportamenti
Inoltre
è traumatici
e/
e
gli
straordinari
necessario potenziare le azioni di spesso vengono presentate dai media
Nell’ambito del tema della sicurezza
promozione dell’affido famigliare e e sulla multiculturalità dei giovani
stradale bisogno di formazione /
di sensibilizzazione all’accoglienza e anche con riferimento alla loro
educazione alla legalità e al rispetto
garantire sostegno e supporto alle esperienza migratoria vissuta.
delle norme attraverso interventi
famiglie affidatarie e consolidare i
educativi e formativi in grado di
percorsi di accompagnamento alle
incidere
famiglie adottive.
comportamenti. (continua)
sulla
modifica
195
dei
(continua) Bisogni Emergenti dal profilo di comunità in ambito distrettuale
Responsabilità familiari, capacità Promozione
del
benessere Integrazione sociale a favore dei Contrasto
genitoriali, diritti dei bambini e dei dell’adolescenza e dei giovani
preadolescenti.
cittadini stranieri immigrati
alla
all’esclusione sociale
povertà
e Politiche a favore di anziani e Promozione
disabili
sani
stili
di
vita
e
prevenzione del consumo / abuso di
sostanza e sostegno al reinserimento
sociale
di
soggetti
dipendenti
e
multiproblematici
Nell’ambito
della
sicurezza
negli
ambienti di lavoro emerge un bisogno di
educazione alla prevenzione verso tutte
le figure e i soggetti coinvolti
Vi è infine il problema degli incidenti
domestici – spesso non sufficientemente
valutati – che invece coprono una
percentuale molto elevata tra le diverse
tipologie di eventi incidentali. Anche in
questo caso servono azioni sinergiche di
sensibilizzazione,
informazione,
acculturamento, a partire dalle persone
più esposte, da attuarsi nella scuola, nei
punti
di
aggregazione
od
anche
direttamente al domicilio dei soggetti a
rischio con il contributo delle più
importanti aziende di servizi ( gas,
acqua,
iniziative
…).
volte
Servirebbero
a
inoltre
promuovere
il
ripensamento delle soluzioni di edilizia
residenziale in direzione di più elevati
livelli di sicurezza (bagni, scale,..).
196
IL QUADRO STRATEGICO DELLA FORMAZIONE DEL DISTRETTO DI VIGNOLA
Obiettivi prioritari e/o di integrazione in ambito sociale, socio – sanitario e dei servizi sanitari territoriali
Responsabilità familiari, capacità Promozione
del
benessere Integrazione sociale a favore dei Contrasto
genitoriali, diritti dei bambini e dei dell’adolescenza e dei giovani
cittadini stranieri immigrati
alla
povertà
e Politiche a favore di anziani e Promozione
all’esclusione sociale
disabili
sani
stili
di
vita
e
prevenzione del consumo / abuso di
preadolescenti.
sostanza e sostegno al reinserimento
sociale
di
soggetti
dipendenti
e
multiproblematici
Nell’ottica di attuare una metodologia di lavoro integrato si pone la necessità di pensare una formazione che sia anch’essa integrata da un lato con il settore sanitario, attraverso la realizzazione di moduli formativi comuni cui partecipino
operatori sociali e sanitari, dall’altro con il coinvolgimento e la partecipazione anche del terzo settore. Si ritiene opportuno inoltre promuovere un ruolo “attivo” del Terzo settore, allo stesso tempo destinatario e/o agente di percorsi
formativi. La finalità generale dei percorsi formativi proposti è quella di sviluppare un metodo di lavoro allo stesso tempo di carattere innovativo ed integrato. Si evidenzia quindi la necessità di valorizzare le risorse formative di cui
dispongono le diverse agenzie del territorio (Ausl, Provincia, Enti locali, scuola, terzo settore, Asp, …) predisponendo percorsi orientati a coinvolgimenti multi – settoriali e multi – professionali, organizzando corsi, strumenti di
approfondimento / progettualità, calibrate su esigenze e priorità condivise nel tempo e nello spazio.
Mantenere e sviluppare una rete Aumentare il contatto con la realtà
territoriale.
per sostenere e accompagnare le
Promuovere
nei
giovani
famiglie lungo il percorso della
l’informazione, la conoscenza, la
genitorialità: dalla formazione
consapevolezza sull’offerta di
della coppia, la gravidanza, la
opportunità e sulle possibilità di
nascita fino all’adolescenza del/i
scelta negli ambiti di vita che li
figlio/i,
come
previsto
dal
riguardano tramite i servizi
Progetto: Essere al mondo
Informagiovani.
mettere al mondo: una rete che
FORMAZIONE
accoglie.
Realizzare percorsi formativi
Consolidare le azioni di sostegno “continui” per gli adulti.
alla genitorialità realizzate dal Percorsi formativi “continui” e
Centro
per
le
collaborazione
Famiglie,
con
in integrati per gli educatori ed
servizi operatori in contatto con i giovani
sanitari, sociali, scolastici e terzo volti alla condivisione di metodi,
settore,
in
particolare:la strumenti e procedure di lavoro e
mediazione familiare, il sostegno alla verifica dei risultati.
allo sviluppo di
gruppi di auto Consolidare i
mutuo - aiuto di genitori, il punto integrati
d’ascolto, i percorsi rivolti
percorsi formativi
esistenti
a rappresentazioni
emotive
Garantire pari opportunità a tutti i Lavoro
Attivare
strumenti
utili
cittadini e sostegno ai servizi
all’avvicinamento di domanda e
nell’adattamento ai cambiamenti
offerta; tirocini d’orientamento e
della società attraverso : la
formativi; percorsi d’accesso al
qualificazione del sistema locale
lavoro e d’integrazione sociale.
di informazione, orientamento,
Promuovere azioni di formazione
consulenza ai cittadini stranieri
congiunta
per
lavoratori
integrandolo maggiormente con il
sottooccupati in collaborazione
sistema di welfare locale.
con il sistema della formazione.
Favorire i processi di integrazione
Accoglienza abitativa
e consentire ai cittadini stranieri
Programmare
azioni
di
una piena cittadinanza sociale e
formazione e informazione per
politica attraverso:
facilitare
l’incontro
e
la
promozione
l’avvicinamento tra locatario e
dell’apprendimento
e
inquilino, considerando anche le
dell’alfabetizzazione in lingua
diversità culturali e orientando
italiana,
con
particolare
all’integrazione sociale.
attenzione alle donne straniere;
sulle -
il
sostegno
degli scolastiche
alle
nella
istituzioni
promozione
genitori con bambini di età 0-3 operatori dei servizi sociali e sanitari dell’apprendimento
anni e il sostegno a genitori con e sulla prevenzione.
socializzazione
figli 6 – 14 anni. (continua)
alunni
(continua)
e
la
scolastica
degli
provenienti
da
Promozione
e
Sostegno
alla Azioni di promozione di stili di vita
domiciliarità
sani
rivolti
alle
mamme
in
Consolidamento del percorso di gravidanza ( allattamento al seno
qualificazione
del
servizio
di esclusivo e prolungato, ecc) ; azioni
assistenza domiciliare in base ai di educazione a una sana e corretta
requisiti della dgr 1206/07 e della alimentazione dei bambini e di tutta
dgr 1230/08 su tutto il territorio la famiglia; educazione alla legalità,
distrettuale.
promozione del benessere.
Promuovere
azioni
di Salute
informazione/formazione
consulenza
alle
e
mentale
e
dipendenze
di patologiche: fondamentale lavorare in
famiglie modo integrato tra servizi sanitari
attraverso: il potenziamento delle (CSM, MMG, SDP, Ospedale), sociali,
prestazioni di affiancamento e Forze dell’ordine e terzo settore sia per
consulenza
del
SAD
e
la azioni di prevenzione, ma anche per la
promozione punti di ascolto, e di cura e la riabilitazione
sostegno all’attività di gruppi di (continua)
mutuo e auto aiuto fra famigliari
Sostenere attività di formazione,
informazione
e
tutoring
sia
individuali che di gruppo a favore
di assistenti famigliari. (continua)
famiglie
straniere (continua)
197
(continua) Obiettivi prioritari e/o di integrazione in ambito sociale, socio – sanitario e dei servizi sanitari territoriali
Responsabilità familiari, capacità Promozione
del
benessere Integrazione sociale a favore dei Contrasto
genitoriali, diritti dei bambini e dei dell’adolescenza e dei giovani
cittadini stranieri immigrati
alla
all’esclusione sociale
povertà
e Politiche a favore di anziani e Promozione
disabili
sani
stili
di
vita
e
prevenzione del consumo / abuso di
preadolescenti.
sostanza e sostegno al reinserimento
sociale
di
soggetti
dipendenti
e
multiproblematici
Attivazione
di
di Integrazione con politiche della - la collaborazione tra enti del
percorsi
collaborazione tra scuola, sociale, scuola e della formazione
territorio per arricchire l’offerta del
Promuovere azioni formative,di Costituire
sostegno,
di
sollievo
e allargato
un
a
tavolo
di
lavoro
rappresentanti
delle
sanitario e associazioni sportive Promuovere la continuità degli sistema formativo per gli adulti
riabilitazione, volte a qualificare diverse politiche del territorio per
per
l’assistenza domiciliare a favore predisporre una programmazione
favorire
percorsi
di interventi educativi scolastici / Promozione
della salute,
con
sensibilizzazione al movimento e formativi ed extrascolastici rivolti particolare attenzione a:
di malati di demenza anche in congiunta e condivisa; realizzare
ad una corretta alimentazione; ai giovani.
collaborazione
l’educazione alla salute per gli
intensificare la diffusione delle Incrementare la conoscenza da adolescenti
campagne
informative
e
di parte dei giovani dei percorsi di specie
figli
riguardo
di
alla
migranti,
salute
con
il
privato anche percorsi formativi per gli
sociale e il terzo settore.
operatori
quale
supporto
per
Promozione della salute e del facilitare l’affermarsi della nuova
sensibilizzazione già attivate dai formazione e delle agenzie di riproduttiva e agli stili di vita.
benessere della persona anziana modalità
di
lavoro
e
approccio
pediatri per favorire la diffusione formazione.
Rafforzare la collaborazione con
e tutela delle condizioni di fragilità culturale
e
prevedere
momenti
di sani stili di vita sin dalla Sostenere la scelta e
le istituzioni scolastiche, il Centro
Prosecuzione dell’attività di
e informativi/formativi
nascita.
le cittadinanza.
rivolti
alla
rapporti
tra
Territoriale permanente, gli enti di
messa
progetto post formazione.
affido che veda coinvolti il Centro
formazione per incrementare i
esperienze formative, informative, Consolidare
percorsi informativi e formativi
aggregative e di socializzazione Dipartimento di Sanità Pubblica,
per le famiglie, il Centro Servizi
rivolti ai cittadini stranieri;
presenti sul territorio in modo tale ARPA, sociale, cultura, politiche
l’orientamento post scolastico e
Realizzazione
di
un
a
sistema
che
e l’AUSL – settore di Psicologia
disponibile per la popolazione Tecnici comunali per predisporre
per azioni di promozione sociale
target,
e sensibilizzazione del territorio
attraverso lo sviluppo delle azioni ambientali
oltre ad azioni di sostegno alle
di informazione e orientamento contenimento
famiglie affidatarie.
svolta dalla rete degli Sportelli polveri sottili e la creazione di aree
i
percorsi
di
in
patrimonio abitative,
i
volontariato, l’ASP – area minori
Consolidare
diventino
tutte
particolar
modo corrette
Sociali.
immigrazione
scelte
e
Uffici
urbanistiche
che
favoriscano
dell’emissione
ed
il
di
urbane pensate anche per i bambini.
accompagnamento alle famiglie
Promozione
adottive, attraverso l’applicazione
informazione e formazione anche educazione ambientale nelle scuole
delle Linee di indirizzo regionali in
attraverso il coinvolgimento delle e
materia
realtà
di
adozione;
la
di
associative
azioni
e
di Predisposizione di nuovi percorsi di
collaborazione tra ASP minori
presenti
Distretto di Pavullo e Ufficio
particolare
Comune
autogestite dagli anziani stessi,
di
realizzazione
Sassuolo
dei
per
la
corsi
informativi/formativi (continua)
promuovere
sul
territorio,
quelli
incentivazione
alla
raccolta
culturali differenziata su tutto il territorio del
rivolte
in distretto.
e/o (continua)
azioni/iniziative
dedicate a creare (continua)
198
(continua) Obiettivi prioritari e/o di integrazione in ambito sociale, socio – sanitario e dei servizi sanitari territoriali
Responsabilità familiari, capacità Promozione
del
benessere Integrazione sociale a favore dei Contrasto
genitoriali, diritti dei bambini e dei dell’adolescenza e dei giovani
cittadini stranieri immigrati
alla
all’esclusione sociale
povertà
e Politiche a favore di anziani e Promozione
disabili
sani
stili
di
vita
e
prevenzione del consumo / abuso di
preadolescenti.
sostanza e sostegno al reinserimento
sociale
di
soggetti
dipendenti
e
multiproblematici
rivolti alle coppie che si rendono
sensibilizzazione
verso
disponibili
specifici
alimentazione l’epidemiologia
all’adozione;
la
(es:
temi Monitorare
e
analizzare
degli
collaborazione tra ASP minori,
corretta, prevenzione cadute e stradali;
realizzare
AUSL e
incidenti domestici, allenamento diffusione
di
Centro per le famiglie
una
incidenti
azioni
cultura
di
della
per percorsi di post adozione e
alla memoria ecc…). Promozione sicurezza stradale come cultura
collaborazione con le scuole per
azioni di formazione congiunta della legalità e del rispetto delle
l’inserimento dei bambini adottati.
per
lavoratori
collaborazione
sottoccupati
con
della formazione.
il
in norme attraverso interventi educativi
sistema e formativi in grado di incidere sulla
modifica
dei
comportamenti;
interventi strutturali per la messa in
sicurezza
dei
punti
critici
e
potenziamento delle iniziative che
possono
favorire
la
mobilità
sostenibile, soprattutto per le fasce
più deboli della popolazione.
Promuovere
la
diffusione
della
cultura della prevenzione in tutti gli
ambienti di lavoro e verso tutte le
figure
e
i
soggetti
coinvolti;
consolidare azioni di vigilanza e
assistenza e attivare una analisi
approfondita
degli
eventi
infortunistici per attivare azioni di
miglioramento.
Realizzare
azioni
di
sensibilizzazione rivolte ai cittadini
sugli elementi di urbanistica per la
prevenzione
dell’incidentalità
domestica,attraverso anche azioni
capillari con il coinvolgimento dei
MMG e PLS.
199
Indicatori
Responsabilità familiari, capacità Promozione
del
benessere Integrazione sociale a favore dei Contrasto
genitoriali, diritti dei bambini e dei dell’adolescenza e dei giovani
cittadini stranieri immigrati
alla
povertà
e Politiche a favore di anziani e Promozione
all’esclusione sociale
disabili
sani
stili
di
vita
e
prevenzione del consumo / abuso di
preadolescenti.
sostanza e sostegno al reinserimento
sociale
di
soggetti
dipendenti
e
multiproblematici
n° di
riunioni
del
coordinamento
tavolo
del
di
Attività di informazione realizzate
progetto Numero interventi intersettoriali
Essere al mondo , mettere al Strumenti
di
informazione
Num. Iniziative formazione / N° di tirocini d’orientamento e
N. di esperienze formative e/o Numero azioni di promozione di stili
aggiornamento / supervisione formativi attivati
di sostegno attivate a favore dei di vita sani
e rivolte
ad
operatori-chiave N°
partecipanti
ai
mondo: una rete che accoglie
comunicazione
n° di famiglie seguite nei diversi
realizzati tramite Informagiovani
coinvolti
N°
percorsi
Percorsi formativi realizzati
Num. Partecipanti
formazione/informazione
n° di minori coinvolti in progetti di
Livello
e
/
orientamento realizzate,
qualità
ad una corretta alimentazione
Interventi
n° di famiglie raggiunte dalle
collaborazione
campagne
informative
e
Servizi lavoratori sottooccupati
num.
corsi italiano; di cui, num donne
realizzati
tra
partecipanti
della Num. Persone raggiunte dai all’inquilinato
sensibilizzazione al movimento e partecipazione
corsi
a
per
famigliari nel triennio
% di incremento del n° di
corsi
di interventi
di scolastici e della formazione ed l'apprendimento
e
la
N° interventi
alunni provenienti da famiglie
N° di
Iniziative di promozione comune
(realizzate
con
il
di
linee
di
percorsi
di
educazione
ambientale rivolti alle scuole
formazione
Numero
interventi
effettuate a favore di assistenti informativi/formativi rivolti alle scuole
pediatri
punto Percorsi di orientamento e accessi straniere
congiunta
Familiari private dal SAD e/ o Numero
famigliari
un
formazione
situazione rivolti ad Assistenti Numero partecipanti a corsi formativi
socializzazione scolastica degli
di
di
in operative/protocolli d’intesa
rivolte ai famigliari
in partecipanti
operatori Num. Interventi per favorire
percorsi
di Predisposizione
addestramento/formazione
sensibilizzazione promosse dai extrascolastici
realizzazione
Numero
e alla cittadinanza in merito alla
accesso allo Sportello sicurezza stradale
Orientamento
e
Informazione Numero
azioni
formative
per
la
d’accesso presso il Centro per le individuali o di gruppo realizzati
sostegno dell’Unione);
famiglie per favorire l’incontro tra
Ragazzi coinvolti;
famigliari di persone in condizioni Numero azioni di sensibilizzazione in
famiglie in difficoltà e famiglie
Num
di non autosufficienza /disabilità
disponibili a forme di sostegno e
neoarrivati e num. Partecipanti
corsi
Num.
alfabetizzazione
“rivolto ad assistenti famigliari e a prevenzione degli incidenti sul lavoro
merito
alla
prevenzione
dell’incidentalità domestica
affido
n° di
azioni
di
promozione
Num.
Corsi
/
iniziative
a
della
maternità
e
dell’affido
sostegno
n° di famiglie o singoli che si
prima genitorialità gestite con
rendono disponibili all’affido
metodi e approcci transculturali;
n° di coppie che partecipano ai
partecipazione donne straniere;
corsi informativi/formativi
Num percorsi di sostegno mirati
n° di coppie seguite in percorsi
a donne in disagio legati a
integrati di post adozione
maternità
n° di minori adottati per i quali si è
Num.
avviato un percorso specifico per
informazione/educazione
l’inserimento a scuola
salute rivolte ad adolescenti; num.
Iniziative
di
alla
Partecipanti figli di migranti
200
Capitolo 4 - Monitoraggio e valutazione
PARAGRAFO 1 -
LE PREMESSE
/
LINEE DI INDIRIZZO
L’obiettivo di questo capitolo è quello di illustrare il percorso di implementazione di un sistema
di monitoraggio e di valutazione della programmazione e dei servizi sociali e socio sanitari nel
distretto di Vignola.
Ci si riferisce qui non a un sistema di monitoraggio e valutazione definito a priori bensì a un
percorso di co - costruzione di tale sistema per successive fasi di lavoro che prevedono la
partecipazione di tutti gli attori della programmazione.
Si parte dall’ipotesi infatti che un tale sistema necessiti di un’ampia base partecipativa allo
scopo di condividere le rappresentazioni sul significato stesso dell’attività di valutazione e di
monitoraggio e co – costruire strumenti operativi in risposta a due esigenze:
render conto della realizzazione e del raggiungimento di risultati per valutare le performance
dell’organizzazione (strumenti di rendicontazione valutativa),
apprendere quali effetti ha ottenuto una attività e come e perché questi effetti sono stati
prodotti (o non) al fine di prendere delle decisioni (strumenti di analisi valutativa).
Questa ipotesi di lavoro fa proprie le linee guida del Piano Socio Sanitario Regionale e dell’Atto
di Indirizzo della Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria della Provincia di Modena.
-
la valutazione è una parte integrante della programmazione ovvero occorre adottare sin
dalla fase della programmazione un approccio mirato sulla valutazione e sui relativi
indicatori per misurare gli esiti del piano ovvero prevedere che gli obiettivi siano espressi
in modo verificabile
-
stabilire le forme con cui vengono articolati, comunicati e posti a verifica la definizione
degli obiettivi di integrazione, a valutazione del loro raggiungimento nonché i sistemi di
verifica (per risultati e per prestazioni) della qualità dei processi di integrazione
-
dare continuità al il sistema di monitoraggio
-
misurare l’efficacia delle scelte programmate
-
il disegno di valutazione e monitoraggio distrettuale è da considerarsi un livello di un più
ampio quadro valutativo provinciale e regionale.
-
È necessario promuovere la partecipazione nel monitoraggio e nella valutazione di tutti i
soggetti che rappresentano delle effettive risorse per la promozione dello sviluppo locale
ovvero adottare un approccio di tipo partecipato con i diversi soggetti che hanno
concorso al processo programmatorio.
-
La valutazione come processo di apprendimento collettivo dei soggetti che concorrono
alla realizzazione delle politiche sociali
-
È necessario individuare condividere strumenti per la raccolta dei dati nonché indicatori
che consentono comparazioni e raffronti temporali
-
fornire restituzioni utili sia ai rappresentanti politici per ri - orientare la loro azione sia ai
cittadini
per promuovere
la
consapevolezza delle
scelte
di
organizzazione
e
miglioramento dei servizi a loro destinati.
201
-
Utilizzare metodologie miste basate su più strumenti e più fonti informative sia di tipo
qualitativo, che quantitativo che complesso
202
PARAGRAFO 2 - LA METODOLOGIA
Il percorso / disegno di valutazione e monitoraggio dell’Ambito Distrettuale di Vignola
dovrà tenere conto delle caratteristiche assunte dallo stesso processo programmatorio. In
particolare si dovrà esprimere su più livelli:
-
uno complessivo rispetto al sistema stesso della programmazione e agli obiettivi
trasversali di integrazione tra le politiche,
-
uno per area / ambito di programmazione.
a) Aree di monitoraggio / valutazione
Nello specifico si individuano 3 aree:
a. del piano, degli strumenti e delle risorse a disposizione, inteso come sistema complessivo e
territoriale di programmazione degli interventi e servizi;
b. degli obiettivi generali indicati nelle Tabelle predisposte dalla Regione che comprendono sia
le singole aree della programmazione che gli obiettivi di integrazione tra le politiche,
c. delle azioni e dei risultati specifici delle schede – intervento progettuali.
b) Distinzioni tra monitoraggio e valutazione
Nel suo complesso il sistema dovrà tenere conto della distinzione tra gli aspetti di monitoraggio
e di valutazione pur dovendo arrivare a fornire una analisi complessiva rispetto alla rilevanza e
al raggiungimento degli obiettivi del Piano e del sistema dei servizi sociali e socio sanitari, alla
efficienza e alla efficacia, nonché all’impatto e alla sostenibilità.
Tabella 95
Tempi
Monitoraggio
Valutazione
Periodico
Episodica, ad hoc
(a regime ogni 6 mesi)
Obiettivi
Dati dal progetto
Analizzati in relazione ad obiettivi di livello
superiore o a problemi da risolvere
Indicatori
Indicatori predefiniti
Non necessariamente quelli predefiniti ma
possono anche individuarsene nuovo di
volta in volta
Focus su
Risultati attesi
Risultati attesi e inattesi
Metodi
quantitativi
Quantitativi, qualitativi e misti
Strumenti
Collezione routinaria dei dati
Fonti multiple
Funzione
Gestionale interna
Esterna
b1) Fasi di valutazione
L’attività di valutazione verrà realizzata attraverso 3 fasi:
-
ex – ante: fase che a partire dalla analisi dei documenti prodotti da ogni ambito intende
fornire elementi sulla efficacia della pianificazione e sulle tendenze emergenti. Questa
203
fase è da svolgersi in raccordo con gli strumenti di valutazione e monitoraggio regionali.
-
in itinere, che si svolge nel corso di attuazione delle azioni previste affinché si
predispongano le azioni correttive, in modo integrato al sistema valutativo regionale;
-
ex-post, da realizzarsi a conclusione del piano che tiene conto della qualità degli
interventi realizzati, della loro efficacia ed efficienza e del loro impatto sulle priorità
dichiarate.
b2) Fasi di monitoraggio
L’attività di monitoraggio, volta alla rilevazione e al trattamento dei dati relativi allo stato di
attuazione finanziaria, fisica e procedurale del sistema, si dovrà realizzare durante tutto il
percorso di implementazione del Piano, in modo continuativo.
Partendo dalla situazione attuale per cui tutte le aree della programmazione dispongono di
sistemi di rilevazione, relativi a prestazioni,
utenti, servizi erogati, spesa sostenuta, ecc. la
finalità da perseguire non sarà tanto quello di rilevare di più, ma piuttosto quello di rilevare in
modo diverso, coordinato, non ripetitivo, traendo dalla ordinaria attività dei servizi, vecchi e
nuovi indicatori in grado di mettere a disposizione degli utilizzatori griglie differenziate di
valutazione atte a supportare i diversi livelli di responsabilità gestionale e politico-istituzionale.
Le raccolte dei dati e delle informazioni produrranno,a regime, semestralmente un report di
monitoraggio.
c) Strumenti informativi
Il percorso di implementazione del sistema di valutazione nel distretto prevede un ampliamento
e uno sviluppo degli attuali sistemi informativi, nell’ottica di integrare e porre a sistema i flussi
informativi relativi ai singoli settori / aree della programmazione.
Si fa qui riferimento in modo particolare alla attivazione del “sistema informativo per la gestione
di servizi ed attività sociali e socio sanitarie integrate” che prevede la possibilità di
-
rilevare informazioni relative agli ambiti del bisogno e dell’accesso ai servizi, della presa
in carico, degli interventi assistenziali attivati,
-
effettuare report ed elaborazioni dei dati.
d) Soggetti del monitoraggio e della valutazione.
All’ufficio di piano compete il coordinamento operativo della implementazione del sistema.
In analogia con quanto previsto dall’Atto di indirizzo e coordinamento della Conferenza
Territoriale Sociale e Sanitaria verrà costituito un apposito gruppo di lavoro ove le necessarie
professionalità
e
competenze
tecniche
avranno
il
compito
di
individuare,
coordinare/integrare/unificare gli strumenti operativi per giungere alla costruzione di un unitario
sistema di conoscenza e valutazione consono alla competenza del Comitato di Distretto in
costante unitarietà con i corrispondenti livelli provinciali e regionali.
All’interno dell’Ufficio di Piano dovrà essere individuato un referente con compiti di
coordinamento tecnico – operativo dei lavori del gruppo.
204
Al gruppo di lavoro spettano invece i compiti di:
-
costruire il sistema degli strumenti operativi per il monitoraggio e la valutazione a partire
dal sistema di indicatori previsti nel Piano,
-
attivare tavoli di lavoro sul tema del monitoraggio e della valutazione per ciascuna area
di programmazione,
-
raccogliere le informazioni richieste dal sistema di monitoraggio,
-
costruire momenti di confronto con coloro che hanno partecipato al processo
programmatorio
del
Piano
per
restituire
le
analisi
e
i
report
effettuati
e
contemporaneamente renderli soggetti attivi nel percorso ovvero tenere conto dei feedback e delle considerazioni emerse.
205
Capitolo 5 - Orientamenti per la programmazione
finanziaria triennale relativa agli interventi sociali e
sociosanitari territoriali
PARAGRAFO 1 - ORIENTAMENTI PER LA PROGRAMMAZIONE FINANZIARIA
La programmazione finanziaria triennale relativa agli interventi del presente Piano fa proprie le
linee – guida indicate dal Piano Sociale e Sanitario Regionale e dagli atti di indirizzo della
Conferenza sociale e sanitaria Provinciale.
Come premessa, ai fini dell’orientamento della programmazione finanziaria triennale relativa agli
ambiti sociali e sociosanitari territoriali, si ritiene importante riportare la retrospettiva storica
(dal 2005 al 2009) del quadro dei trasferimenti regionali che nell’ambito del distretto hanno
sostenuto per quota parte congiuntamente alle risorse messe a disposizione dagli enti del
distretto, il finanziamento dei servizi in ambito sociale e sociosanitario.
Tabella 96 – Finanziamento al distretto finalizzato anni dal 2005 al 2009
Programmi finalizzati
Quota 2005
Infanzia e adolescenza
Giovani
€
146.526,00
€
30.277,00
Figura di sistema
Povertà
Immigrazione
Giovani e Dipendenze
Ass.cura anziani
Ass.cura disabili
€
20.805,00
€
€
Mobilità amb. Domestico
Coord. Integr. Lavorativa
Attuaz. Obiettivi DGR n.2299/2004
Sportello sociale
Ufficio di Piano
quota indistinta del
fondo soc.locale
Quota 2006
Quota 2007
Quota 2009
€
85.076,84
€
89.842,14
€
92.496,45
€
84.251,54
37.304,00
€
28.048,41
€
30.401,73
€
38.239,16
€
34.651,68
82.308,00
€
54.019,88
€
74.092,33
€
75.805,97
€
68.273,05
€
38.467,00
€
16.361,00
€
24.675,69
€
24.156,32
€
22.955,75
€
73.602,00
€
37.163,21
€
36.686,17
€
39.064,00
€
39.196,07
€
39.350,99
€
19.532,00
€
19.598,03
€
19.675,49
€
21.365,00
€
30.799,00
€
46.133,04
€
11.758,82
Affido Comuni
Sostegno famiglie numerose
TOTALE
Quota 2008
€
509.250,00
€
291.222,26
€
391.656,58
€ 19853,28
(spesi € 11531,32)
€
27.794,59
€
47.945,55
€
326.291,32
€
€
€
€
169.259,29
€
379.391,31
11.650,49
€
19.410,96
58.777,95
€
58.777,96
396.719,76
€
457.580,23
sub tot
206
Tabella 97 – Fondo Indistinto al distretto anni dal 2005 al 2009
FONDO INDISTINTO
Quota 2005
Quota 2006
Quota 2007
Quota 2008
Quota 2009
variaz. %
2008-2009
CASTELNUOVO €
66.694,19
€
45.685,93
€
67.129,07
€
93.270,44
€
74.616,35
-20
CASTELVETRO
€
85.603,83
€
59.922,68
€
77.043,45
€
85.831,14
€
68.664,91
-20
GUIGLIA
€
64.905,24
€
45.433,67
€
63.653,99
€
63.653,99
€
50.923,19
-20
MARANO
€
64.989,35
€
45.492,55
€
66.387,65
€
66.387,65
€
53.110,12
-20
MONTESE
€
54.856,79
€
38.399,75
€
54.555,64
€
54.626,32
€
43.701,06
-20
SAVIGNANO
€
79.692,08
€
55.784,46
€
79.869,71
€
79.869,71
€
63.895,77
-20
SPILAMBERTO
€
65.085,61
€
45.559,93
€
63.731,72
€
VIGNOLA
€ 131.256,33
€
91.879,43
€
130.500,05
ZOCCA
€
77.566,38
€
54.296,47
€
75.684,93
TOTALE
€ 690.649,80
€
482.454,87
€
678.556,21
86.419,24
€
69.135,39
-20
€ 164.746,20
€
131.796,96
-20
€
€
62.734,12
-20
€ 618.577,87
-20
78.417,65
€ 773.222,34
Dai dati si evince, per l’anno 2009, una prima diminuzione delle risorse a disposizione del
distretto. Rispetto al triennio 2009 – 2010 –2011, le risorse formate da fondi nazionali e
regionali relative alla sola programmazione delle politiche sociali (escludendo quindi fondi
afferenti alla non autosufficienza e al socio sanitario integrato) risultano in evidente riduzione.
Infatti, dai dati regionali, risulta che il Fondo Nazionale per le Politiche Sociali diminuirà nel
triennio del 84% e la quota del Fondo Famiglia del 30%. Anche assumendo come previsione il
mantenimento da parte della Regione del livello delle risorse regionali anche negli anni
successivi, si presuppongono riflessi importanti sull’impegno finanziario degli Enti locali.
Complessivamente la programmazione, fa propria la nuova prospettiva del Fondo Sociale
Locale, di cui all’art. 45 della L.R. 2/2003 e si orienta nella direzione del superamento del
riparto per programmi finalizzati a favore di una programmazione che tiene conto delle
specificità territoriali, garantendo la destinazione di una percentuale minima a specifiche aree
tematiche al fine di dare continuità alle prestazioni ed ai servizi in atto. Va, però, sottolineato
che proprio l’ammontare delle risorse complessivamente assegnate, riduce nei fatti le
potenzialità di questo importante nuovo approccio.
Per quanto riguarda l’anno 2009, si sottolinea che l’area del contrasto alla povertà e alla
esclusione sociale, in relazione alle condizioni economiche in essere, ha visto una particolare
finalizzazione di risorse.
Rispetto alla programmazione del triennio, altri elementi di criticità sono distinguibili in relazione
alle risorse afferenti al Fondo Regionale per la Non Autosufficienza ( F.R.N.A.).
207
Tabella 98 – FRNA anni dal 2007 al 2009
2007
2008
FINANZIAMENTI ASSEGNATI:
Avanzo anno precedente
0
1.013.586
ANZIANI
5.352.581 5.368.595
DISABILI
191.509 316.249
TOTALE FINANZIAMENTO FRNA 5.544.090 6.698.430
SPESA:
Anziani
4.371.726 5.396.506
Disabili
121.016
472.077
Progetti trasversali
37.762
159.898
TOTALE SPESA
4.530.504 6.028.481
2009
669.949
5.539.697
2.496.047
8.705.693
5.498.220
3.145.505
132.432
8.776.157
Nel 2009 il FRNA, contempla risorse destinate ai servizi e agli interventi per anziani, per le
gravissime disabilità e per l’intera area disabili che da questo anno entra in via definitiva nel
fondo. Esso risulta così costituito:
Tabella 99 - Composizione FRNA anno 2009
ANZIANI
GRACER
DISABILI
Risorse assegnate Risorse assegnate
quota indistinta
DGR 2068
5.539.697
181.666
2^ ipotesi (con
correttivo)
Totale risorse FRNA
2009
2.314.381
8.035.744
A partire dal 2009 le assegnazioni di cui sopra costituiscono il finanziamento del FRNA e
complessivamente definiscono le risorse da programmare nel rispetto degli obiettivi e dei limiti
di utilizzo definiti dalle DGR. n. 509/07, n.1206/07e n. 1230/08, assicurando la necessaria
flessibilità della programmazione territoriale.
Da ciò ne consegue una evidente criticità determinata dalla non adeguatezza dei trasferimenti
regionali con specifico riferimento alla area della disabilità. Infatti, per la Provincia di Modena il
trasferimento regionale riferito alla disabilità , non arriva a coprire la spesa storica del territorio
provinciale, con conseguenze significative anche per il Distretto di Vignola.
Tabella 100 - Quota trasferimento FRNA alla Provincia riferita alla disabilità confrontata con spesa storica
Suddivisione per quota capitaria
Ambito distrettuale
CARPI
MIRANDOLA
MODENA
SASSUOLO
PAVULLO
VIGNOLA
CASTELFRANCO
TOTALE
FSR 2007+3%
Pop = 15 - 64 al (dato regionale)
31/12/2007
65.709
54.819
115.742
78.910
25.670
55.669
46.129
442.648
2.214.009
1.847.080
3.899.828
2.658.805
864.929
1.875.720
1.554.277
Quota
riequilibrio
FRNA
151.546
126.430
266.937
181.991
59.203
128.390
106.388
Totale
2.365.554
1.973.509
4.166.766
2.840.797
924.132
2.004.110
1.660.665
14.914.648 1.020.885 15.935.533
Spesa storica
2007
2.283.570
1.914.761
5.135.705
2.231.934
1.124.148
2.376.998
1.206.534
16.273.650
Per quanto riguarda, infine le spese di investimento del triennio nel settore sociale, si
evidenziano le proposte del Comitato di distretto per il finanziamento in conto capitale da parte
della Regione (artt. 29, 48 L.R. 2/03 e art. 10 L.R. 5/2005) dei seguenti interventi destinati a
strutture socio-assistenziali e socio-sanitarie del distretto:
208
Tabella 101 - Proposte del Comitato di Distretto per il finanziamento in conto capitale
Tipologia interventi
Importo lavori
Finanziamento
proposto
Ristrutturazione ed ampliamento Comunità Alloggio per
€ 310.000,00
€ 114.243,65
€230.000,00
€ 110.000,00
€228.000,00
€ 110.000,00
€ 1.108.212,92
€ 314.632,62
€ 185.450
€ 85.225,00
anziani del Comune di Guiglia
Ristrutturazione ed ampliamento Casa Protetta/Centro Diurno
per anziani del Comune di Montese
Ristrutturazione ed ampliamento Centro diurno socioriabilitativo per disabili del Comune di Castelnuovo
Ristrutturazione ed ampliamento Casa Protetta/Centro Diurno
ASP “G.Gasparini”
Acquisto immobile per struttura area immigrazione da parte
dell’Unione Terre di Castelli
209
In data odierna, _______, tra il Comitato di Distretto di Vignola e le Organizzazioni Sindacali
CGIL – CISL – UIL, si sottoscrive il seguente protocollo di intesa in materia di Piano per la
Salute ed il benessere Sociale 2009/2011.
CONSIDERATO CHE:
con delibera dell’Assemblea Legislativa della Regione Emilia Romagna, n. 175 del 22 maggio
2008, è stato approvato il piano sociale e sanitario 2008-2010, all’interno del quale si hanno,
come riferimento, le finalità di: potenziare e sviluppare a tutto campo, in un quadro di
continuità, l’approccio integrato tra sociale e sanitario e con tutte le politiche a forte impatto
sulla salute e sul benessere sociale delle persone, delle famiglie, delle comunità; valorizzare
le competenze e le reti di relazioni sviluppate e costituite nelle precedenti programmazioni;
consolidare il sistema di governo e gestione degli interventi in ambito distrettuale, anche
valorizzando il ruolo di coordinamento e raccordo tra gli ambiti distrettuali svolto dalla
Conferenza territoriale sociale e sanitaria;
con delibera di Giunta Regionale n. 1682 del 2008, si approvano le linee di indirizzo per
l’elaborazione e l’approvazione della programmazione di ambito distrettuale 2009-2011; le
linee guida per la partecipazione del Terzo Settore ai processi di programmazione previsti
dal Piano sociale e sanitario regionale; i primi indirizzi del Programma di accompagnamento
e formazione in attuazione del Piano sociale e sanitario regionale;
con delibera dell’Assemblea Legislativa n. 196 del 12/11/2008, la Regione ha approvato i
criteri di ripartizione del Fondo Sociale regionale, in attuazione del piano sociale e sanitario
regionale;
con delibera di Giunta n. 2335 del 22/12/2008, la Regione ha approvato il programma di
ripartizione delle risorse del Fondo Sociale;
con assemblea del 12/12/2008, la Conferenza territoriale sociale e sanitaria di Modena, ha
approvato l’atto di indirizzo e coordinamento triennale 2009-2011 e l’allegato documento
“Profilo di Comunità”, che costituiscono la base per la programmazione triennale dei distretti
socio-sanitari e per la stesura dei piani attuativi annuali;
che il Piano attuativo annuale 2009 del Piano per la salute ed il Benessere ricomprende il
piano distrettuale 2009 del Fondo FNRA, il quale prosegue il percorso di sviluppo realizzato
nel 2008, di sostegno alle reti di prevenzione per gli anziani fragili e per la disabilità, di
sviluppo dei servizi di domiciliarità, di sostegno alle famiglie, di sviluppo e consolidamento
dei servizi semiresidenziali e residenziali per anziani e disabili, di sviluppo dei servizi
trasversali a sostegno del lavoro di cura privato domiciliare e dell’adeguamento domestico a
fronte della non autosufficienza.
Le Organizzazioni Sindacali valutano positivamente il metodo di confronto adottato che
partendo da una analisi dei bisogni , attraverso la costituzione di 6 gruppi di lavoro inerenti le
seguenti tematiche:
210
Aree
Destinatari della programmazione
13) Responsabilità familiari, capacità genitoriali, Famiglie e minori
diritti dei bambini e dei preadolescenti
14) Promozione del benessere dell’adolescenza Adolescenti e giovani
e dei giovani
15) Contrasto alla povertà e all’esclusione Cittadini residenti con problematiche sociali e di
sociale
povertà
16) Integrazione sociale a favore dei cittadini Cittadini stranieri residenti e/o domiciliati nel
stranieri immigrati, asilo e lotta alla tratta
distretto; cittadini residenti
17) Politiche a favore di anziani e disabili
Persone con disabilità e ultra sessantacinquenni
18) Promozione sani stili di vita e prevenzione Cittadini residenti
del consumo / abuso di sostanza e
sostegno
al
reinserimento
sociale
di
soggetti dipendenti e multiproblematici
Tale fase ha visto il coinvolgimento del volontariato, dell’associazionismo, della cooperazione
sociale e della società civile in generale.
Le parti assumono il confronto e la concertazione come metodo di relazione allo scopo di
riconoscere il ruolo di rappresentanza sociale delle Organizzazioni Sindacali nella costruzione
del sistema integrato di interventi e servizi sociali, nonché nei momenti di confronto anche
preliminari e costanti sia sugli obiettivi, sia sulle procedure di realizzazione, considerando le
risorse disponibili ed il conseguente rispetto della sostenibilità economica.
In ciascuna area di programmazione l’analisi dei bisogni e la definizione delle strategie triennali
di intervento si conviene debba essere integrata con i seguenti temi trasversali e portare ai
seguenti obiettivi di benessere e promozione sociale:
-
universalità del welfare locale garantendo nell’ambito della programmazione
triennale, a tutti i cittadini le stesse modalità di accesso e fruizione dei servizi
indipendentemente dall’età, dal sesso, dalla condizione fisica o psichica, dalle
condizioni socioculturali, dall’etnia stimolando e valorizzando le risorse locali
delle organizzazioni di promozione sociale, di volontariato e di cooperazione
sociale;
-
sviluppo e rafforzamento della Coesione sociale attraverso le azioni promosse
e sostenute dal piano per la salute ed il benessere sociale che svolgono una
azione prima di tutto culturale, ma anche di sostegno per implementare le
relazioni;
-
prevenzione quale ambito di attività prioritaria al fine di sviluppare azioni
per sostenere il benessere dell’individuo, anche attraverso il coinvolgimento
attivo delle persone, sia di tipo fisico-biologico che relazionale in ambito
famigliare, lavorativo e comunitario;
211
-
integrazione delle politiche quale strumento per riuscire, nell’individuazione
delle priorità e con le risorse a disposizione, a fornire le risposte adeguate in
una società connotata da maggiori fragilità, fratture, reti sociali più deboli e
più corte;
sostegno alle responsabilità familiari e valorizzazione del ruolo della famiglia
nella genitorialità ed educazione da un lato e nella cura dall’altro;
- promozione dell’agio e del protagonismo di bambini, ragazzi e giovani nei
processi di formazione e di crescita, la riqualificazione del sistema dei minori;
- sostegno alla domiciliarità, continuità assistenziale per sostenere le condizioni
a maggior rischio di fragilità e perdita di autosufficienza per anziani e disabili.
Le parti inoltre hanno convenuto quanto segue:
-
-
in considerazione dell’incertezza sulla disponibilità delle risorse economiche nell’arco del
triennio è opportuna una modulazione annuale della progettazione per garantire la
necessaria flessibilità, alla luce anche del problema dell’attuale crisi, rispetto alla quale a
tuttora non si prevedono i tempi di uscita. E’ ruolo della concertazione fra le Parti
l’eventuale rimodulazione delle scelte. Infatti a fronte dell’evoluzione della situazione
economica ed occupazionale e della crisi che sta investendo la società nazionale ed
internazionale, occorre che anche le pianificazioni locali di ambito socio- sanitario siano
intese come strumenti flessibili, adattabili alle esigenze e ai mutamenti delle condizioni di
vita della cittadinanza e pertanto il Distretto è impegnato ad attuare, per le parti di
competenza propria delle Amministrazioni locali, tutti gli aggiornamenti che si
rendessero necessari nell’arco di validità della pianificazione al fine di concorrere, con gli
altri strumenti di governo locale, ad attuare una politica di contrasto all’impoverimento e
alla diminuzione dei livelli di vita e di benessere della popolazione;
-
di avviare un confronto specifico in merito all’adeguamento dei servizi del Distretto, al
sistema di accreditamento, sulla base della normativa regionale di prossima emanazione,
fermo restando l’obiettivo condiviso del mantenimento e miglioramento assistenziale in
termini di intensità, flessibilità e personalizzazione dell’assistenza erogata che passa
anche attraverso la formazione continua dei lavoratori;
-
nell’ambito del perseguimento degli obiettivi del Piano per la salute ed il Benessere si
conviene che
l’attivazione dello Sportello Sociale costituisca una priorita’ della
programmazione territoriale per riqualificare il sistema unificato a livello distrettuale, di
accesso ai servizi e agli interventi sociali e socio-sanitari;
-
di prevedere fin da ora incontri periodici di verifica sui progetti programmati, fornendo
tutti gli elementi utili ad ogni ulteriore approfondimento, e per consentire un corretto
governo dei percorsi avviati.
La riforma delle Comunità Montane ed il conseguente riordino territoriale determina, nel
Distretto di Vignola, lo scioglimento entro il 30 di Giugno 2009 della Comunità Montana
Appennino Modena Est e l’adesione all’Unione di Comuni “Terre di Castelli” dei Comuni di
Marano sul Panaro, Guiglia, Zocca, mentre il Comune di Montese entrerà a far parte della
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Comunità Montana del Frignano.
Questa importante riforma istituzionale che sicuramente rafforza l’efficacia delle politiche
pubbliche, rischia però di affievolire la sua portata qualora ad essa non si accompagni la
contestuale revisione dell’ambito territoriale del Distretto Sanitario facendola coincidere con la
nuova Unione costituita dai Comuni di Castelnuovo Rangone, Castelvetro di Modena, Savignano
sul Panaro, Marano sul Panaro, Guiglia e Zocca.
Solo la coincidenza territoriale tra la forma associativa “Unione” e il Distretto Sanitario consente
di semplificare la governance e di attribuire agli organi Politici della nuova Unione le funzioni di
carattere sociale, socio sanitario e sanitario del Comitato di Distretto così come previsto dal
Piano socio sanitario regionale ….. Le funzioni attribuite al Comitato di Distretto potranno, in
questo secondo caso, ai sensi e secondo le modalità previste dall’art.11 della L.R. 6/2004,
essere assunte da tale organismo di ambito.
Si ritiene pertanto indispensabile accompagnare al riordino territoriale previsto dalla legge
regionale n. 10/2008, la revisione dell’ambito territoriale del Distretto Sanitario di Vignola
rendendola operativa in tempi coincidenti con l’avvio dell’Unione Terre di Castelli allargata ai
Comuni di Marano sul Panaro, Guiglia e Zocca.
Letto e sottoscritto
per le Organizzazioni Sindacali
per il Comitato di Distretto di Vignola
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In data odierna, _______, tra il Comitato di Distretto di Vignola e le Organizzazioni Sindacali
CGIL – CISL – UIL, congiuntamente alle organizzazione SPI/CGIL, FNP/CISL, UILP/UIL si
sottoscrive il seguente, accordo relativo al
FONDO REGIONALE PER LA NON AUTOSUFFICIENZA
ANNI 2009 - 2011
DEL DISTRETTO DI VIGNOLA
ACCORDO TRIENNALE
Il Comitato di Distretto e le Organizzazioni Sindacali CGIL – CISL – UIL, congiuntamente alle
organizzazione SPI/CGIL, FNP/CISL confermano in linea con la normativa regionale gli obiettivi
strategici e i principi ispiratori del FRNA,
E CONVENGONO
che le decisioni e gli interventi da attuare nel triennio 2009-2011 dovranno continuare e portare
a regime quanto già positivamente avviato dal 2006 al 2008 con l’avvio del FRNA
Più nel dettaglio:
ADEGUAMENTO DEI SISTEMI DI ACCESSO
•
•
•
•
promozione, messa a regime su tutto il territorio distrettuale degli Sportelli Sociali;
consolidamento, qualificazione del sistema di informazione,accesso, presa in carico e
continuità assistenziale;
implementazione di un unico sistema software per tutta la rete dei servizi per
l’informazione, l’orientamento, l’accesso, la presa in carico, la valutazione e
l’autorizzazione all’utilizzo dei servizi della rete;
realizzazione di strumenti informativi a carattere divulgativo sulla rete dei servizi per la
popolazione non autosufficiente e disabile e sulle modalità di accesso.
VALORIZZAZIONE DELLA DOMICILIARITA’
STRUTTURE RESIDENZIALI
•
•
•
•
•
•
mantenimento della copertura dei posti convenzionati sul totale della popolazione >75
anni residente di almeno il 3%;
qualificazione della risposta residenziale per le gravi disabilità acquisite, dedicando n.6
posti (3 presso RSA di Vignola, 3 presso nucleo alta intensità di Spilamberto);
utilizzo flessibile del Progetto Assistenziale Individualizzato, per dare risposte sia a
carattere definitivo che temporaneo su esigenze individuali;
esplorare la fattibilità di sperimentare soluzioni abitative in alloggi con servizi per
sostenere progetti di vita indipendenti a favore di persone con disabilità più lievi;
verificare la fattibilità di una progettazione di ambito sovradistrettuale coordinata a
livello di CSST per offrire risposte di carattere residenziale per disabili con gravi disturbi
comportamentali;
informatizzazione e messa in rete con i Servizi sanitari ospedalieri e territoriali delle
strutture convenzionate del territorio, e formazione dedicata agli operatori coinvolti.
PROMUOVERE E SOSTENERE L’AUTONOMIA E LA VITA INDIPENDENTE
DELLE PERSONE DISABILI, DELLA SALUTE E DEL BENESSERE DELLA
POPOLAZIONE ANZIANA, TUTELA DELLE CONDIZIONI DI FRAGILITA’
214
•
•
consolidare le azioni di promozione e sostegno attivate con il Progetto di ambito
distrettuale per lo sviluppo, il sostegno delle reti sociali per ridurre l’isolamento e la
solitudine di anziani fragili e per promuovere interventi atti a valorizzare il ruolo attivo
della popolazione anziana;
prosecuzione dell’attività di messa a sistema di tutte le esperienze formative,
informative, aggregative e di socializzazione presenti sul territorio in modo tale che
diventino patrimonio disponibile per la popolazione e occasione per creare contatto
attivo e di sostegno reciproco.
PROMUOVERE E SOSTENERE L’AUTONOMIA E LA VITA INDIPENDENTE
DELLE PERSONE DISABILI
•
•
prosecuzione della promozione degli interventi in applicazione del Protocollo d’intesa tra
Provincia di Modena, AUSL e Comuni capi distretti per l’inserimento al lavoro delle
persone con disabilità ex L.68/99;
prosecuzione degli interventi volti a favorire l’autonomia individuale o il mutuo
auto/aiuto fra i famigliari, sia che rendano la comunità più competente nel farsi carico
dei bisogni di socializzazione, autonomia dei disabili.
CONSULENZA
DOMESTICO
•
E
SOSTEGNO
ECONOMICO
PER
L'ADATTAMENTO
Implementazione di progetti individuali nell’ambito della consulenza e il sostegno
economico per l’adattamento domestico, in relazione all’applicazione del regolamento
distrettuale in materia approvato a fine 2007.
QUALITA’, COSTO DEI SERVIZI E LIVELLI DI COMPARTECIPAZIONE ALLA
SPESA
•
Il perseguimento degli obiettivi di qualità, equilibrio ed equità dei servizi passa anche
attraverso un’attenta valutazione dei costi di produzione.
E’, pertanto, opportuno proseguire il percorso già intrapreso, di un idoneo sistema di
analisi dei costi nelle diverse strutture atto ad individuare le componenti che formano
la retta; ciò anche allo scopo di fare convergere i livelli qualitativi e di costo dei servizi
prodotti. Resta inteso che il sistema di compartecipazione alla spesa andrà esteso in
modo uniforme in tutto il distretto.
Si ribadisce, inoltre, che elementi necessari per garantire un alto livello qualitativo dei
servizi erogati sono: il rispetto degli standard e dei parametri definiti dalla normativa,
con particolare riguardo al futuro percorso relativo all’accreditamento, nonché la
valorizzazione e la qualificazione delle professionalità degli operatori coinvolti.
Come già stabilito nell'anno 2007, si continuerà con il metodo della concertazione con le
OO.SS., riconosciuto in virtù del ruolo di rappresentanza sociale, dalla L.R. n. 2/2003,
ribadito al comma quinto dell’art. 51 della LR 27/2004 e completamente condiviso dal
Comitato di Distretto di Vignola. Ciò comporta, come stabilito anche dal presente accordo,
l'istituzione di idonei momenti di confronto lungo tutto l’arco del processo di elaborazione,
attuazione, verifica degli interventi.
Letto e sottoscritto
per le Organizzazioni Sindacali
per il Comitato di Distretto di Vignola
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