4
2002
SSERVATORI
O & O
COMUNICAZIONE CULTURA
Ufficio Nazionale per le comunicazioni sociali
Circ.ne Aurelia, 50 • 00165 Roma • Tel. 06.66398.209 • Fax 06.66398.239 - http://www.chiesacattolica.it • E-mail: [email protected]
Servizio nazionale per il progetto culturale
Circ.ne Aurelia, 50 • 00165 Roma • Tel. 06.66398.288 • Fax 06.66398.272 - http://www.progettoculturale.it • E-mail: [email protected]
1
Editoriale
2
Approfondimenti
3
Dossier
Comunicare il Vangelo nelle culture del tempo libero,
turismo e sport
Carlo Mazza . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.
2
Un nuovo servizio pastorale: il webmaster
Francesco Diani . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.
4
Il progetto di ricerca su “L’identità meridionale”
Ciro Sarnataro . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.
Il Convegno su “L’identità dell’Italia Meridionale”
Adolfo Russo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.
6
9
4
Comunicazioni
sociali
• “Progetto comunicazione” a Lamezia . . . . . . . . . . . pag.
• Consis: corso per operatori editoriali
• A Palermo un corso per operatori della cultura
e dei media
• Bari: al via la sperimentazione per il laboratorio
teatrale
12
5
Progetto culturale
• Cantiere aperto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.
• Beni culturali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.
• Laboratorio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.
15
18
18
6
Novità
dai media cattolici
• I giovani bolognesi i più esperti di Bibbia . . . . . . . . . pag.
• Nova-T compie 20 anni
• Un “Sito internet” per ogni parrocchia
• Caritas e SiCei cultura della solidarietà
21
7
Economia dei media
• Fieg: eletti i nuovi vertici . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.
• Publitalia: utile per 80 milioni di euro
• Podio italiano per il libro elettronico
• Editoria: crisi degli investimenti pubblicitari
23
8
I fatti del mese
sulla stampa
• Il Papa e la Terra Santa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.
• Il “decalogo per la pace”
• Il card. Ruini al Consiglio permanente della Cei
• Le “ambiguità” della piazza
25
9
Segnalazioni
multimediali
• Francesco di Sales. Contro-storia di un mansueto . pag.
• Il cammino dell’evangelizzazione.
Problemi storiografici
• Islam, Cristianesimo, Ebraismo a confronto
Conoscere per una cultura di pace
• Siamo ancora vive!
29
• Navigando nella rete . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.
30
• Master in scienze del matrimonio e della famiglia. . pag.
• Duc in altum. Il volto di Cristo nella musica
e nell’arte
32
10 Appuntamenti
e segnalazioni
1. EDITORIALE
Cil Vangelo
omunicare
nelle culture
del tempo libero,
turismo e sport
CARLO MAZZA*
o spirito che pervade gli “Orientamenti pastorali” della CEI valorizza e incrementa i processi di umanizzazione nel quadro di riferimento
della verità della persona di Cristo e della salvezza
da lui offerta all’uomo di ogni tempo.
In questo orizzonte di senso dal documento è
possibile trarre qualche considerazione utile ad
illuminare non solo il rapporto “Chiesa-tempo
libero-turismo-sport” in genere, ma altresì la
rispondenza di tali fenomeni all’acquisizione dei
valori umani e al raggiungimento dei fini cristiani
come patrimonio indispensabile della persona.
L
Scrivono i Vescovi: “Compito primario della
Chiesa è testimoniare la gioia e la speranza originate dalla fede nel Signore Gesù Cristo, vivendo
in compagnia degli uomini” (Orientamenti
pastorali, 1).
Il desiderio di felicità e di autenticità, perenne
anelito dell’uomo, emerge con forza e a volte con
accenti esaltanti. Questo è in sé bello e positivo, ma
non può essere totalizzante o escludente altre
dimensioni dell’umano. Il puro desiderio di gioia e
di emozioni nuove non basta. È necessario integrarlo con il riconoscimento degli altri, della propria storia, del trascendente (cfr. ivi, 37). Questo
porta ad un impegno che faccia crescere oltre che i
valori corporei, emotivi, estetici, quelli radicati
nella dimensione spirituale della persona umana
(ivi, 38).
Sappiamo d’altra parte che è solo dalla comunione profonda e personale con “il mistero del
Dio vivente e vero, fonte di gioia e di speranza”
(ivi, 44) che si esaudisce il desiderio umano e
trovano compimento le attese dello spirito. Gioia
e speranza sono virtù che richiedono partecipazione attiva della persona, consapevolezza e
costanza di poterla acquisire, contesti strutturali e caldamente esistenziali che promuovono la
loro attuazione.
Nella vacanza, nel turismo e nella pratica sportiva questo diventa possibile se il vissuto personale
e comunitario viene arricchito da autentici valori
umani e cristiani, acquisiti in un cammino di formazione permanente.
1. Tempo di gioia e di speranza
L’uomo ha un irrefrenabile bisogno di felicità.
Va alla ricerca di tempi e luoghi dove diventa
possibile sperimentarla. La Chiesa nel tempo
libero e nelle attività connesse – appunto perché
è esperta di umanità ed è a servizio dell’uomo –
svolge un compito teso a favorire il piacere di
vivere e l’incontro gioioso tra le persone, come
segno indotto dalla fede e dalla novità dell’annuncio cristiano.
2
2. Tempo per un uomo più vero
Nell’attuale crisi antropologica caratterizzata
da uno smarrimento dei valori portanti della vita,
si avverte l’urgenza di fermarsi, di guardare dentro
di sé e di sentirsi in compagnia. Silenzio e solitudine, parola e compagnia devono coniugarsi in modo
armonico nel sentire profondo della persona per
non creare lacerazioni e divisioni interiori.
1. EDITORIALE
Scrivono i Vescovi: “La vita umana acquista
senso quando vi sono tempi e spazi di riposo e
di gratuità, destinati alla relazione tra gli esseri
umani” (ivi, 48).
Nel tempo libero è la soggettività dell’uomo ad
essere protagonista nel suo tendere al benessere
totale, valorizzando il tempo in funzione di un
ordinato riconoscimento e potenziamento di tutta
la persona sia in se stessa e sia nelle sue necessarie
relazioni con il prossimo. Per questo è importante
riscoprire e rivalorizzare i rapporti interni della
famiglia, della forma relazionale dell’amicizia e
della cittadinanza per consolidare i vincoli parentali e comunitari attraverso solidarietà. mutualità,
gratuità.
Le concrete condizioni del vivere quotidiano stabiliscono la qualità e gli effetti del vissuto del
tempo e vanno minutamente verificate perché corrispondano ad un progetto educativo e culturale
centrato sui valori della persona. Infatti tempo
libero, turismo e sport diventano incisivi nel cammino perfettivo dell’uomo se inseriti nella costruzione di un umanesimo aperto e solidale.
3. Tempo e cultura per l’uomo
Non si vive del solo presente e del solo sentire.
L’uomo ha bisogno di solide basi tradizionali,
culturali e disponibili a prospettive future; ha bisogno di segni e di simboli. Il vivere umano si alimenta di tutto ciò che è umano, ovunque si trovi.
Scrivono i Vescovi che è necessario “prestare
attenzione a questa conversione culturale in
modo che il vangelo sia incarnato nel nostro
tempo per ispirare la cultura e aprirla all’accoglienza integrale di tutto ciò che è autenticamente umano” (ivi, 50).
Nel tempo libero la persona acquista una
nuova dimensione di conoscenza, di approfondimento delle proprie istanze interiori, del proprio
essenziale radicamento nella tradizione, nella
memoria storica. Ciò avviene attraverso il linguaggio, le tradizioni, il paesaggio, i beni culturali segni di un passato eloquente, ricco di risonanze e di insegnamenti.
Nella condizione dell’uomo post-modemo il
tempo libero può dunque diventare un tempo e uno
spazio nuovo di vita. Si tratta di avere un po’ di
coraggio in modo da privilegiare l’uomo nella sua
triplice dimensione vocazionale di identità, di
appartenenza e di finalità trascendente. Il tempo
libero non va abbandonato a se stesso e lasciato in
preda agli interessi commerciali, come semplice fattore economico di sviluppo, ma deve essere orientato verso mete più umanizzanti e più complessive
capaci di incrementare le forme vitali della cultura,
delle relazioni umane, della famiglia e delle generazioni giovanili
* Direttore Ufficio Nazionale CEI
per la Pastorale del tempo libero, turismo e sport
3
2. APPROFONDIMENTI
Upastorale:
n nuovo servizio
il webmaster
FRANCESCO DIANI*
N
on un Convegno, non un seminario, ma il Forum
è stata la modalità scelta per lavorare in modo
più agile e concreto con un numero circoscritto di
persone.
Erano, infatti, una quarantina i Webmaster cattolici che si sono ritrovati al “1° Web’s Forum” che si è
tenuto a Roma dal 28 febbraio al 1° marzo nella sala
congressi di Villa Aurelia e che è stato trasmesso in
diretta on-line dalle pagine di www.chiesacattolica.it.
Un momento utile non solo per una condivisione esperienzale, ma soprattutto per immaginare alcune ipotesi di coordinamento, di interazione, di progettualità
partecipata con la messa a punto di idee mirate a sostenere e migliorare le molte iniziative in Internet della
comunità ecclesiale.
Organizzata dall’Ufficio nazionale per le Comunicazioni Sociali e dal Servizio Informatico della Cei,
l’iniziativa intitolata “Chiesa in rete: esperienze e
prospettive” ha avuto la felice circostanza di iniziare i
propri lavori proprio nel giorno in cui il Pontificio
Consiglio per le Comunicazioni Sociali ha presentato
i due documenti “Chiesa e Internet” ed “Etica in
Internet”.
Don Claudio Giuliodori, direttore dell’UCS – e che
vengono offerti come un tracciato da seguire nell’impostare e sviluppare le nostre riflessioni».
Opportuno quindi il riconoscimento del fatto che
Internet ha ormai una piena cittadinanza ecclesiale e
che questi documenti sanciscono anche un’accoglienza ufficiale del World Wide Web tra gli elementi che
caratterizzano la missione della Chiesa nel nostro
tempo. «In particolare – ha continuato Don Giuliodori
– credo che per noi valga quanto detto nel testo
“Chiesa e Internet” dove si afferma: “oltre allo studio
e alla ricerca è necessario promuovere una positiva
programmazione pastorale per l’uso di Internet”.
Sottolineo proprio questo aspetto. Noi ci muoviamo
sollecitati dall’esigenza di una programmazione, il più
possibile organica nel contesto ecclesiale, con la Chiesa
che è una comunità di persone; un corpo ben compaginato, come dice San Paolo, dovrebbe portarci proprio
ad individuare anche le modalità per una programmazione pastorale organica».
Camminando insieme
Nell’introdurre i lavori, Don Franco Mazza, vicedirettore dell’Ufficio nazionale per le Comunicazioni
Sociali, ha voluto posizionare metodologicamente la
presenza dei quaranta Webmaster, in rappresentanza
dei seimila siti cattolici: «Abbiamo scelto ciascuno di
voi in riferimento alla qualità e anche alla diversità
della proposta in Rete. Ci aspetta quindi un compito
specifico, legato allo stesso modulo – è un Forum – e
quindi dove l’interazione, l’intervento, la partecipazione legata alla vostra esperienza è il contributo importante che vogliamo raccogliere in queste due giornate».
L’obiettivo del Forum, infatti, era quello di esplorare gli effetti e le progettualità conseguenziali dell’essere in una società della rete. «L’itinerario che abbiamo
scelto per questi due giorni – sottolineava il Dott.
Silvestri, direttore del Sicei – vorrebbe condurci a
rispondere all’esigenza di dare risposte concrete all’interpellanza di questo tempo della Rete. Scelte intelligenti, innovative sul versante delle infrastrutture e
della spendibilità collaborativa».
Varcare la soglia
Da operatori pastorali nella Rete
«Due documenti che raccolgono una serie di riflessioni che in ambito ecclesiale si stanno sviluppando da
un po’ di tempo – ha sottolineato nel saluto iniziale
Per giungere a questo, l’agenda dei lavori è stata
strutturata in alcuni momenti di riflessione e scambio
su nodi strategici. Come “Il futuro di Internet”, e qui è
4
2. APPROFONDIMENTI
stato il professor Gino Roncaglia, docente di
Informatica applicata alle discipline umanistiche presso l’Università della Tuscia di Viterbo, che ha aiutato a
coglierlo con la sua presenza, con la sua esperienza.
Merito riconosciuto al prof. Roncaglia è proprio l’aver
steso anche dei manuali utili per decifrare questo spazio culturale.
Come anche “un’analisi qualitativa dei tanti siti
cattolici”, di come hanno solcato e solcano il Web.
Molti erano lì presenti nella sala, esperienza esponenziale di tanti altri. Ed allora è stato chiesto al prof.
Giuseppe Romano, docente di Comunicazione
Interattiva presso la Pontificia Università Santa Croce,
di fare un’analisi di qualità attraverso le diverse esperienze di siti cattolici in Italia.
«Qualche sito si ferma – diceva il prof. Romano – al
primo livello informativo. È vero che il verbo dell’informare è proprio della Rete, cioè informazioni
veloci; ma la Rete implica solamente questo? Ovvero
l’esigenza delle comunità ecclesiali è solo quella di
informare, di dire esattamente dove siamo, come è
fatta la propria chiesa o gli orari delle Messe e null’altro?».
L’interpellanza, così chiaramente rivolta ai presenti,
è stato un invito esplicito a muovere i passi all’interno
del cammino della comunità ecclesiale che, con capacità creativa, desidera scoprire nuovi ambiti. E questo,
se è vero che siamo ancora all’alba, significa che ci
incamminiamo in un percorso che ci fa tutti discepoli
desiderosi di raggiungere livelli finora inesplorati o
strade ancora non battute.
Con competenza sinergica
I lavori sono proseguiti poi, con una specifica attenzione all’attività che più di ogni altro occupa il quotidiano lavoro del webmaster, cioè quella del “web writing”, per rispondere all’interrogativo: cosa significa
“scrivere in rete”? Si sa che non è un “copia e incolla”
né si tratta di trasferire esattamente le logiche che si
avevano nello scrivere un testo sul giornale e ri-posizionarle in rete. Per questo è stato affidato al professor
Umberto Santucci, docente del Master di Comunicazione d’Impresa della Scuola di Management della
LUISS, il tema “scrivere in rete, un’arte da imparare”.
La seconda giornata ha visto come primo ospite il
prof. Salvatore Tucci, responsabile del Sistema informatico automatizzato della Presidenza del Consiglio
dei Ministri, in riferimento al “fare sistema nella
gestione organizzativa di progetti informatici”. Il
tema era in continuità con quanto illustrato il giorno
prima dal prof. Roncaglia sugli scenari che si prospettano in riferimento a Internet e quanta attenzione nel nostro essere presenti in questo universo vada
posta allo sviluppo delle tecnologie e delle infrastrutture. Questo approfondimento era necessario perché
riguardante in maniera più coinvolgente i Webmaster
cattolici e, non a caso, il senso del Forum: cosa significa essere presenti in Rete, ed essere in rete tra noi?
Ovvero, quale sistema nella gestione organizzativa dei
progetti informatici? Nella relazione del prof. Tucci si
è cercato di individuare quali potevano essere eventuali progetti e proposte operative da trarre a conclusione del Forum.
Per una nuova missione
È stato proprio questo il capitolo più pregnante dell’incontro, che della concretezza aveva fatto l’obiettivo
esposto in premessa.
La qualità e la rappresentatività dei convenuti, principali artefici ed esperti pionieri della presenza ecclesiale italiana in Rete, ha permesso l’emergere delle
istanze primarie su cui muoversi indicando, principalmente, progetti che diano supporto ai tre aspetti essenziali che devono tra loro convivere: la comunicazione,
la tecnologia e il modello gestionale.
Degli innumerevoli interventi e contributi si è fatto
carico Don Franco Mazza che si è impegnato, per dare
continuità al “Web’s Forum”, ad individuare alcune
figure che, all’interno di un Gruppo di Coordinamento, possano elaborare ed attuare un progetto di Forum
permanente o di Associazione, e far sì che poi diventi
proposta da mettere in Rete e su cui ciascun
Webmaster, sullo stile del braistorming, possa interferire, dire, aggiungere o delineare il percorso.
Si è così concluso questo primo appuntamento,
dove è accaduto un fatto importante, cioè che un
dibattito ha cominciato a formalizzarsi da parte di chi
sa di avere un ruolo di primo piano in quella che il
Papa ha definito una nuova soglia culturale, una
nuova frontiera. Ed il primo risultato è stato il cercare
di capire come la Chiesa possa muoversi in questa
cultura non episodicamente, ma in modo sistematico e
coordinato, organico ad un progetto più ampio di cammino comune e di evangelizzazione.
* Collaboratore progetti informatici CEI
5
3. DOSSIER
Idi lricerca
progetto
su
e ricerche già intraprese negli anni immediatamente
precedenti, nelle varie sedi e dalle varie istituzioni
accademiche della Facoltà, e precisarne ulteriormente i
motivi, anche articolando progetti più particolari. Di
quelle attività mi sia consentito di ricordare le principali, che hanno visto la pubblicazione in apprezzati
volumi di Atti:
•
i convegni dedicati alla teologia, all’etica sociale e al
discernimento dell’ethos meridionale: S. Muratore
– P. Giustiniani, Quale teologia per il Mezzogiorno
d’Italia?, Piemme, Casale Monferrato 1994; D.
Graziani – I. Schinella (curr.), Quale etica sociale per
il Sud Italia?, Rubbettino, Soveria Mannelli 1995;
Teologia e chiesa nel Sud Italia. Memoria, coscienza,
progetto in Asprenas 43 (1996); Istituto Teologico
Calabro, Per un discernimento teologico-pastorale dell’ethos meridionale (Catanzaro, 12-14 marzo 1998),
in Vivarium, VI (1998) 2;
1. L’ipotesi di ricerca
•
Nel febbraio 2000, fra le aree di riflessione e ricerca indicate dal sussidio del Servizio nazionale della CEI
per il progetto culturale Tre proposte per la ricerca
(“Documenti CEI”, LDC 1999), la Presidenza della
Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale pose la sua
attenzione sulla terza: «Identità nazionale, identità
locali, identità cristiana» (pp. 22-30). Su un tema affine, tra l’altro, era stato realizzato un incontro di studio
(9-10 ottobre 1998) in collaborazione tra il Servizio
nazionale e le Associazioni Teologiche italiane, i cui
Atti erano comparsi nel volume Identità nazionale
culturale e religiosa (San Paolo 1999).
Nel volume alcuni interventi segnalavano l’esigenza di spingere l’approfondimento del tema in direzione
di ricerche rivolte a contesti più particolari, e la necessità non solo di avviare a soluzione il problema della
nostra identità collettiva, ma anche di una pedagogia
sociale che possa orientare il cambiamento verso
un’effettiva partecipazione sociale e religiosa: “Una
riflessione articolata dovrebbe contemplare le indubbie
differenze tra le regioni e le non meno indubbie diversità tra i segmenti della popolazione” (G. Ambrosio,
L’appartenenza religiosa e civile in una stagione di cambiamento, 57-76: 61).
Sulla base degli interessanti spunti offerti dal sussidio del Servizio nazionale della CEI, la Presidenza della
Facoltà ritenne fosse possibile tentare di dare una più
incisiva e organica significatività a un filone di attività
la pubblicazione La religiosità nel Mezzogiorno
(1998), realizzata come ulteriore approfondimento
dei dati dell’inchiesta nazionale La religiosità in
Italia, a cura dell’Istituto di Teologia Pastorale e
dell’Istituto di Studi e Ricerche Sociali, operanti
nelle due Sezioni della Facoltà.
Tutte queste attività, erano state realizzate dalle singole sedi e istituzioni della Facoltà, al di fuori di una impostazione unitaria, per la quale era necessaria previamente una riflessione tesa ad elaborare serie motivazioni e
proposte per una ricerca organica e unitaria. I tempi
andavano maturando. Già nel convegno 1996, il
Cardinale Giordano, rilevata in partenza la situazione del
nostro tempo, “nel quale profondi mutamenti stanno cambiando la fisionomia del nostro paese, frantumando quell’unità culturale e spirituale che, fiorita sull’unità delle radici
cristiane, aveva caratterizzato la nostra storia non solo religiosa, ma anche civile”, (Card. M. Giordano, Teologia e
chiesa nel sud in un’Italia che cambia, in Asprenas 43)
(1996), 171), lo leggeva anche come tempo di ricerca e
di elaborazione di nuove sintesi e di consolidamento di una sinergia tra pastori e teologi.
L’ipotesi di ricerca prendeva, dunque, consistenza
ragionando intorno alla delimitazione del termine centrale nella formulazione della proposta del Servizio
nazionale, cioè “identità locali”, e quindi identità
meridionale. C’erano da risolvere numerosi problemi,
che venivano man mano emergendo nelle prime fasi di
riflessione del gruppo di lavoro che era stato costituito,
“L’identità meridionale”
CIRO SARNATARO*
6
1. EDITORIALE
a partire da una domanda ricorrente: ma esiste un’identità meridionale? E che cosa sarà mai? E ancora:
ma questo tema dell’identità, e, in particolare, dell’identità meridionale quali motivi di interesse può presentare ad una Facoltà Teologica?
La proposta del Servizio nazionale dichiarava esplicitamente i motivi dell’interesse ecclesiale al dibattito
sull’identità nazionale, segnalando ad esempio la problematicità del tema del nesso dell’identità italiana
con quella cattolica; invitando a considerare che “non
si tratta di riaffermare apologeticamente” quel nesso,
o di procedere indebitamente a un loro reciproco
assorbimento, ma piuttosto di avere il senso di una
nuova coniugazione, di sperimentare creativamente
una loro circolarità, assumendosi, tra l’altro, la
responsabilità di un confronto con altre componenti
culturali della nazione e con le sfide che oggi si
impongono a tutti gli uomini.
Risultava altrettanto necessario preliminarmente
chiarire i motivi dell’interesse di una Facoltà Teologica,
cioè di una struttura che fa ricerca, che elabora un
pensiero critico, in campi molto specialistici del sapere, al punto che lo studio del tema dell’identità meridionale per certi aspetti sembrava diventare una provocazione.
2. Impostazione e sviluppo della ricerca
Il gruppo di lavoro costituito nel febbraio dalla
Presidenza della Facoltà si impegnò a concludere la fase
di elaborazione del progetto entro giugno 2000, per
consentire al Preside di presentarlo ai responsabili del
Servizio nazionale per il progetto culturale della CEI
onde ottenerne l’inclusione tra le iniziative meritevoli
di sponsorizzazione.
Il progetto prevedeva l’organizzazione di quattro
distinti gruppi di studio, costituiti rispettivamente da
storici, sociologi, filosofi e teologi, impegnati a concludere le rispettive ricerche con la loro presentazione in
un pubblico seminario di studio, e con la pubblicazione di quaderni con gli Atti dei seminari.
La definitiva istruzione dei quattro percorsi di ricerca, soprattutto per la messa a punto degli aspetti di
metodo e di precisa individuazione degli ambiti di
indagine, per quanto compatibile con un lavoro in progress, avrebbe avuto luogo in un seminario introduttivo
da tenere entro dicembre 2000. La prima valutazione
3. DOSSIER
dei risultati, invece, avrebbe avuto la sede più opportuna in un seminario conclusivo entro dicembre 2001.
È impossibile qui richiamare, sia pure in sintesi,
l’articolazione dei singoli percorsi e i contenuti delle
specifiche ricerche realizzate, che potranno più utilmente essere conosciuti, accostandosi direttamente ai
primi volumi, pubblicati con eccezionale tempestività
dalla San Paolo. Ma mi sembra opportuno richiamare
alcuni elementi, che aiutano a farsi un’idea della complessità del lavoro realizzato. In primo luogo, è interessante rilevare che al progetto di ricerca hanno preso
parte attiva, finora, 36 docenti universitari, di cui 12,
cioè esattamente un terzo, provenienti da 6 Università
Statali; 18 sono stati i docenti delle quattro strutture
accademiche della Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale, e 6 quelli di altre istituzioni accademiche ecclesiastiche.
E, forse, come piccoli saggi di tante provocazioni
interessanti, ecco alcuni frammenti colti da sintetiche
relazioni dei quattro percorsi di ricerca:
Il prof. Sportelli (storico): «All’interno dei complessi
tratti storici (sociali, economici, politici, istituzionali,
culturali) del Mezzogiorno si vengono a sviluppare le
vicende delle chiese, dei credenti, della religiosità.
Storicamente non è identificabile una chiesa meridionale,
bensì una Chiesa che è nel Mezzogiorno d’Italia...
L’identità non è un catalogo di caratteristiche comuni, è
un vincolo reciproco, motivato da una stretta, comune e
omogenea appartenenza storica, che diventa fonte di solidarismo civico e politico e che, generalmente, è la base di
una “nazione”... I riferimenti a studi storici recenti inducono a pensare che il Mezzogiorno ha una storia plurale e
tante memorie».
Il prof. Giustiniani (filosofo): «L’esigenza di una
riscoperta delle “radici” ed “identità” cristiane seppure in
una situazione di difficile e non conclusa transizione politica e culturale, peraltro all’interno di un quadro europeo
oggettivamente assai più ampio e con problemi recenti
posti dall’immigrazione di altri continenti, motiva l’esigenza di recuperare correttamente la memoria, con l’apporto di analisi rigorose e serene, anche di tenore storicofilosofico ed antropologico-culturale... Gli snodi storicoculturali mostrano in azione quella che può essere descritta come identità plurale, che tende a determinare un soggetto collettivo variegato, nativamente qualificato da un
pensiero dialogico».
Il prof. Di Gennaro (sociologo): «Il contributo della
7
3. DOSSIER
riflessione sociologica tocca alcuni degli aspetti più sostanziali che, dentro il quadro della dialettica globale-locale,
caratterizzano sul piano teorico ed empirico il tema dell’identità in genere e quello dell’identità meridionale in particolare. A partire da una critica dei luoghi comuni più diffusi nelle analisi del Mezzogiorno emerge un dualismo
analitico che è lungi dal portare a soluzioni senza via d’uscita. Esso anzi consente di individuare quegli elementi
specifici che rendono ancora oggi, nonostante gli integralismi della modernizzazione, il Sud diverso e forse per molti
aspetti virtuoso, se si considera che alcuni comportamenti
e stili di vita sono l’emblema del sovvertimento delle categorie ferree e distruttive che accompagnano la coatta rapidità della civiltà del mercato».
Il prof. Staglianò (teologo): «Parlare del Sud dal
punto di vista teologico significa far emergere la storia di
inculturazione della fede nelle terre meridionali, che non
bisogna solo narrare, ma anche valutare dal punto di vista
della comprensione della Rivelazione cristiana e della sua
verità. La teologia è così chiamata a praticarsi come
“discernimento della verità in una storia” dentro peculiari congiunture sociali e politiche, culturali, e a comprendersi come “esperienza riflessa della pratica dei cristiani
attraverso i secoli”. D’altra parte, la ricerca sull’identità
della teologia meridionale (l’aggettivo offre spunti per produrre un ampio spettro di opinioni circa il suo significato:
è teologia del Sud o semplicemente teologia dal Sud o l’uno
e l’altro?) dovrà mettere a fuoco il ruolo svolto dalla teologia nella crescita della fede delle comunità cristiane, sul
presupposto... che la maturazione della fede coincide con la
capacità del soggetto credente (= la comunità ecclesiale) di
farsi interprete e promotore della prassi storica, sostenendo il cammino di liberazione che la gente del Sud ha compiuto ed è ancora chiamato a realizzare».
Mentre il lavoro procedeva, tentando di dare elaborate risposte alle questioni, non si poteva non rilevare
che episodi imprevedibili avrebbero reso ancora più
drammaticamente attuale il tema dell’identità e delle
identità culturali e religiose, facendo venire alla luce
perfino processi artificiosi di creazione di identità, non
privi di pericolo per l’intera convivenza umana. Lo rilevava, ad esempio, in sede di prima valutazione delle
attività di ricerca, nel seminario conclusivo del dicembre 2001, il prof. Mazzillo, che rilevava l’intreccio tra
le domande che i gruppi di ricerca in più occasioni si
erano ripetute sul senso della identità meridionale, sull’opportunità di tale domanda, e sulla sua attualità di
8
fronte ai numerosi e faticosi processi di costruzione di
un’identità collettiva di tipo globale, ma anche dallo
spiazzamento prodotto dagli avvenimenti dell’11 settembre 2001.
Con riferimento a una riflessione di Jeremy Rifkin
sulla chiara incapacità dell’Occidente “di comprendere
la complessità del mondo islamico” e sulla inutilità del
dibattito sulla superiorità di una cultura sulle altre,
Mazzillo affermava che proprio nei momenti di conflitto le identità non solo si formano, ma sono indispensabili, aggiungendo: «...non, di certo, le identità
fagocitanti le altre, ma quelle che si confrontano e si chiariscono, che imparano il rispetto e la conoscenza altrui, si
impratichiscono nello scomodo metodo di “mettersi nelle
scarpe degli altri”. Anche per reagire verso una tendenza
tutta moderna di costruire artificialmente (mass media
in primis) delle identità forzose, comode per chi ha il potere e quindi da confezionare per gli altri».
Molti focolai di guerra sono ancora accesi nei cinque
continenti, e in ognuno di essi la questione dell’identità
è presente, se non proprio come la scintilla che ha innescato le prime tensioni, certamente come un elemento
di non trascurabile peso. La contrapposizione tra identità culturali, sociali, religiose, la difesa della propria
identità contro reali ingerenze estranee, spesso violente,
la ricerca di equilibrio tra l’amore per le proprie radici, il
senso di appartenenza a una cultura, che sembra essere
destinata a scomparire, e nuove e più ampie aggregazioni sopranazionali, sono fenomeni che stiamo imparando a conoscere e riconoscere più approfonditamente, in
tutta la loro complessità. Occorre reagire agli atteggiamenti intolleranti e violenti, alle contrapposizioni alimentate da logiche di potere e interessi di parte,
mostrando che solo dal rispetto delle diverse identità
locali e in un sereno e positivo incontro delle culture c’è
una promessa di futuro per l’umanità.
Nei percorsi di ricerca, in più momenti, è stato ribadito che non si può parlare di identità meridionale, ma
di “diverse identità meridionali”, perché il Mezzogiorno proviene originariamente da una plurietnicità; ma
tali origini sono oggi una risorsa e un investimento per
il futuro. L’interrogazione sul senso dell’identità meridionale può trarre luce dalla storia, dall’eredità culturale e dal vissuto, e può a sua volta dare luce alle esperienze di vita dei meridionali, a partire dalla riflessione
sul vissuto teologale della gente, dalle esperienze di
santità, che hanno sempre un potenziale più o meno
1. EDITORIALE
esplicito di rinnovamento e liberazione, e lo hanno
espresso a un livello di consapevolezza più o meno
avvertita. Il vissuto di santità segna a livelli profondi
l’identità di una comunità cristiana e non è privo di
influssi positivi sull’intera comunità umana. Far emergere con fondate ricerche questa ricchezza delle Chiese
del Sud è un compito doveroso e insieme esaltante,
realizza il servizio che le Chiese del Sud hanno diritto
di attendersi dalla Facoltà Teologica.
“L’interesse ecclesiale
al dibattito sull’identità
nazionale e sul suo nesso
con l’identità cattolica, in vista
di una nuova coniugazione
e di sperimentare
creativamente una loro
circolarità”.
Una conferma e uno stimolo ulteriore viene, a conclusione di questa prima fase del progetto di ricerca
(prima, perché da molte parti giungono sollecitazioni
a riprendere il cammino e far vivere ulteriormente l’esperienza), dal grande incontro del 24 gennaio 2002,
durante il quale i rappresentanti delle religioni mondiali presenti hanno testimoniato la possibilità e la
necessità di un impegno comune per la pace, ed hanno
elaborato il documento già celebre come “Il Decalogo
di Assisi per la Pace”, inviato da Giovanni Paolo II,
esattamente un mese dopo, il 24 febbraio, a tutti i Capi
di Stato o di Governo. Il quarto impegno recita testualmente: «Ci impegniamo a difendere il diritto di ogni
persona umana a condurre un’esistenza degna, conforme alla sua identità culturale, e a fondare liberamente
una propria famiglia» (Il «Decalogo di Assisi per la Pace»
inviato a tutti i Capi di Stato. Dopo la Giornata di preghiera per la pace nel mondo: un’iniziativa del Santo
Padre, L’Osservatore Romano, 7 marzo 2002, 5). Il diritto a vivere secondo la propria identità culturale implica il dovere di conoscerla e il diritto al rispetto degli
altri, e reciprocamente, il diritto di conoscere e il dovere di rispettare le identità culturali altre.
* Docente Facoltà Teologica Italia Meridionale
3. DOSSIER
Isul“L’identità
Convegno
dell’Italia
Meridionale”
ADOLFO RUSSO*
Esiste una specifica identità del Meridione d’Italia? È
utile partire da questa prospettiva per rilanciare la vita
ecclesiale e gli studi teologici, dal momento che in futuro saremo sempre più destinati ad abitare il villaggio globale e a parlare un linguaggio universale? Sono le questioni affrontate in un interessante convegno, svoltosi il
15 e 16 marzo a Napoli, promosso dalla Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale in collaborazione con il
Servizio nazionale per il Progetto Culturale della CEI.
Giorni intensi di studio e di confronto che hanno visto
impegnati studenti e professori provenienti da tutte le
regioni dell’Italia meridionale, appartenenti alla vasta e
complessa rete delle istituzioni accademiche collegate
con la Facoltà: le due Sezioni napoletane di San Luigi e
San Tommaso, l’Istituto Teologico Pugliese, l’Istituto
Teologico Calabro, l’Istituto Teologico della Basilicata, e
20 Istituti Superiori di Scienze Religiose.
La numerosa partecipazione di studenti, docenti,
ricercatori e osservatori esterni ha fatto del convegno
un evento particolarmente significativo sul piano
culturale. L’intervento del Cardinale Michele Giordano, Arcivescovo di Napoli, ha testimoniato l’attenzione
e le attese delle Chiese del Sud nei confronti delle
tematiche affrontate e più in generale del lavoro di
ricerca della Facoltà, dal quale possono venire preziose
indicazioni per un rilancio della vita cristiana delle
nostre comunità ecclesiali.
Tematica
Il tema dell’identità del Meridione d’Italia è risultato subito di primario interesse per la nostra Facoltà.
9
3. DOSSIER
Essa si definisce “dell’Italia Meridionale”, perché insiste su questo territorio e ad esso rivolge il suo servizio,
ma anche perché attinge dalla storia e dalla tipicità del
Meridione quel particolare vissuto di fede e quella specifica esperienza spirituale che costituiscono l’ineludibile fondamento e il costante ancoraggio della sua
riflessione teologica. È emerso con chiarezza che il
riferimento a questo orizzonte storico e geografico –
pur problematico e per certi aspetti inafferrabile – non
può essere una modalità opzionale e marginale per il
nostro pensiero e per la configurazione stessa della
nostra istituzione accademica. Esso in realtà corrisponde, oggi soprattutto, ad una precisa ragione del
far teologia, costantemente ancorata ad un particolare contesto vitale.
Non stupisce perciò la convergenza sullo stesso
tema degli interessi del Servizio nazionale impegnato a
sviluppare le finalità del Progetto culturale sul nostro
territorio. Quale programmazione potrebbe prescindere dal conoscere e individuare le dinamiche che compongono gli scenari complessi della nostra società? E
a quali istituzioni accademiche ricorrere per elaborare
organicamente e mediare culturalmente gli obiettivi
desiderati, se non le Facoltà Teologiche italiane? Si
può sperare che la comunità cristiana vada avanti
senza un sistematico confronto critico sui percorsi
suggeriti e una costante verifica delle tappe prefissate?
L’interesse su questo tema si accese e toccò il vertice negli anni del dibattito sulla questione meridionale, primariamente e ordinariamente riferita alla
dimensione economica. In realtà, seppure in un contesto profondamente mutato, la domanda sull’identità del Meridione e sulle sue tipicità antropologiche,
storiche, culturali non pare affatto spento. Trova anzi
una sua particolare giustificazione in un momento in
cui l’orizzonte universale e la tendenza alla globalizzazione, che caratterizza l’attuale scenario mondiale,
spinge – quasi per contrappeso – in direzione di una
riappropriazione delle rispettive radici e di una rivendicazione delle appartenenze locali.
Il problema che avremo davanti nei prossimi
decenni sarà di coniugare insieme l’esigenza di abitare un mondo cosmopolita con la capacità di parlare
un linguaggio universale e nel contempo quella di salvaguardare il proprio patrimonio culturale e il suo
lessico particolare, che purtroppo oggi rischiano di
essere sacrificati e dimenticati. D’altra parte, quale
contributo specifico il Sud d’Italia potrà portare nel
processo d’integrazione del tessuto nazionale e nella
costruzione dell’Europa se smarrisce la propria iden-
10
tità e disimpara quell’esperienza accumulata in secoli di civiltà?
Da qui parte la necessità di connotare in maniera precisa e documentata il carisma dell’essere meridionale. Spesso si è tentati di parlarne attraverso
luoghi comuni, utilizzando archetipi approssimativi,
schemi ricorrenti in dispute ormai datate, che spesso non rendono ragione della densità e complessità
del suo vissuto. Si avverte quindi la necessità di
avviare una riflessione più integrale e veritativa.
Urge un approfondimento storico e scientifico per
cogliere la genesi e le figure di un ethos che ha plasmato l’uomo meridionale nella sua pluriforme
espressività.
Modalità
I partecipanti al convegno sono giunti a questo
appuntamento dopo un impegnativo e complesso
lavoro di scavo, di riflessioni e di dibattiti. Essi hanno
raccolto e rilanciato i risultati di un lungo cammino
di ricerca interdisciplinare, durato circa due anni,
strutturato in quattro seminari, condotti dalle due
Sezioni e dai due Istituti aggregati della Facoltà.
Questi avevano affrontato il tema da quattro specifiche angolature: storica, filosofica, sociologica e teologica. Il percorso era iniziato con un confronto programmatico, teso a delineare l’impostazione dell’intero progetto, e si era articolato in una serie di seminari di verifica. Ne è risultato un dibattito chiarificatore dei nodi problematici, messi a tema, quanto mai
significativo per il futuro del Mezzogiorno.
A Napoli si è sperimentata l’opportunità – per le
nostre istituzioni accademiche – di offrirsi come spazio ideale, capace di coinvolgere, intorno ad idee e
proposte, uomini di cultura che si ispirano al pensiero cristiano e laici che guardano alla Chiesa con interesse e speranza. Per tali motivi, l’esperienza del convegno napoletano ha suscitato notevole entusiasmo.
Hanno contribuito alla sua riuscita il carattere seminariale del suo procedere, la forma interdisciplinare
degli incontri, e – non ultimo – il tentativo di mettere intorno allo stesso tavolo e su problemi di grande
spessore culturale saperi differenti e posizioni culturali non omologate.
I risultati dei singoli percorsi di ricerca saranno
raccolti in quattro volumi, cui seguirà un quinto con
gli atti del convegno. Con essi prenderà avvio una
nuova collana di studi della Facoltà, affidata alla casa
editrice San Paolo.
1. EDITORIALE
Attese e prospettive
Mai come in questo caso, le conclusioni appaiono
provvisorie, perché relative ad un primo stadio di
studi, che si annunzia lungo e complesso. Si è aperto
un solco promettente, che potrà essere continuato
con successive ricerche, rivolgendo nella stessa direzione interessi di ricercatori diversi, analisi antropologiche, storiche, teologiche, eventualmente indirizzando verso lo stesso filone tesi di licenza e dottorati
di ricerca.
“Quale contributo
specifico il Sud d’Italia
potrà portare nel processo
d’integrazione nazionale e
nella costruzione dell’Europa
se smarrisce la propria identità
e disimpara quell’esperienza
accumulata in secoli di
civiltà?”.
A medio termine è auspicabile che la Facoltà
Teologica dell’Italia Meridionale raccolga gli esiti di
tali indagini e sviluppi un’ampia riflessione tesa a
rivedere il proprio apparato scientifico e didattico, per
verificare – sulla base di questi dati – la congruenza e
la tenuta dei piani di studio, delle metodologie adottate, dei vari itinerari formativi. È prevedibile che i
lavori in corso portino al costituirsi di un dipartimento di studi meridionalistici con il compito di promuovere, coordinare, assemblare documentazioni,
tratti e modelli di percorso.
I risultati del convegno, intanto, riaprono scenari
intriganti e sollecitano la coscienza cristiana ad
entrare nelle pieghe del vivere sociale concreto. Un
tipo di teologia astrattamente accademico non interessa più nessuno. L’elaborazione di un pensiero che
passa sulla testa di tutti risulta un esercizio retorico
vuoto e ormai datato. La rievangelizzazione dell’Italia
e dell’Europa – obiettivo su cui le chiese e in particolare il Papa tornano spesso in questo inizio di millennio con un’insistenza sempre maggiore – passa attraverso il rinnovamento della teologia, già avviato negli
3. DOSSIER
anni del concilio, ma non ancora ultimato. Si ha la
sensazione spesso di trovarsi in mezzo al guado. Né a
tale scopo bastano le numerose e lodevoli iniziative
individuali, che si moltiplicano sul territorio nazionale. Esse danno di solito l’impressione di un procedere frammentato, disarmonico, parziale. Forse
andrebbero valorizzati centri accademici istituzionalmente preposti e attrezzati a fornire una attenta lettura della realtà e a suggerire scelte di fondo, lucide e
organiche.
Intanto la stessa Facoltà è stimolata a riesaminare
la sua funzione specifica a partire dalla particolare
collocazione geografica e dal suo contesto socioculturale. Appare scontato che il Sud, come destinatario
del suo impegno accademico, determini in misura
qualificante l’impianto didattico e gli orizzonti pastorali che propone. Non risulta altrettanto ovvio in che
misura e in quali forme il contesto in cui opera una
struttura accademica possa incidere sull’elaborazione
stessa del suo pensiero. Una teologia pensata a Napoli
è identica a quella pensata a Milano? E una riflessione sulla fede maturata in Italia sarebbe la stessa se
nascesse in America Latina?
“La Facoltà
è stimolata a riesaminare
la sua funzione specifica a
partire suo contesto: il Sud,
come destinatario del suo
impegno accademico,
determina il suo impianto
didattico e gli orizzonti
pastorali che essa
propone”.
Mi sembra che questa linea di ricerca vada in direzione delle attese espresse dai Vescovi italiani nel
documento Chiesa italiana e Mezzogiorno. Sviluppo
nella solidarietà del 18 ottobre 1989. In esso è ribadito con la forza di una provocazione: «Il Mezzogiorno
ha, come le altre regioni d’Italia, una grande storia,
una sua identità culturale, ed anche una vocazione per
il futuro del paese».
* Preside Facoltà Teologica Italia Meridionale
11
Csocialiomunicazioni
“Progetto comunicazione” a Lamezia
La diocesi di Lamezia Terme ha avviato il “progetto comunicazione”. Tre i suoi capisaldi: il sito internet, il periodico diocesano e l’informatizzazione di
tutte le parrocchie. Il sito della diocesi è costantemente aggiornato ed offre, tra le altre cose, la possibilità di ascoltare le omelie domenicali del Vescovo,
mons. Rimedio; il periodico diocesano “Lamezia
Nuova” cerca di stimolare la riflessione sui temi di
attualità mentre l’informatizzazione delle parrocchie
consente uno scambio tra i parroci di avvisi, materiale utile all’evangelizzazione, dati relativi ai registri
parrocchiali. È in programma, inoltre, la costruzione
di due Sale della Comunità.
Ales: rilancio del settimanale diocesano
La diocesi di Ales Terralba ha rilanciato il suo settimanale “Nuovo Cammino”. Il giornale fu fondato nel
1947 e negli ultimi anni si è profondamente rinnovato
dotandosi anche di un sito internet (www.nuovocammino.it) sul quale si possono trovare alcuni degli articoli che appaiono nel numero in edicola e, attraverso
appositi link, accedere ad altri siti cattolici ed avere
informazioni utili e dati storici sulla diocesi.
12
Consis: corso per operatori editoriali
Il Consis, organismo tecnico per l’editoria della Fisc
(Federazione italiana settimanali cattolici) ha organizzato a Firenze, tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo,
un Corso per operatori editoriali delle aziende sue aderenti. Una sessantina fra amministratori e addetti ai
settimanali diocesani si sono ritrovati per discutere su
temi quali i rapporti con l’Autorità per la garanzia nelle
comunicazioni, il Corecom regionale, la Privacy, la
legislazione e le normative per l’editoria. Una delle
maggiori preoccupazioni espresse dai partecipanti
riguarda la spedizione e il recapito postale: da una parte si è posto il problema delle tariffe postali agevolate
(tuttora in attesa di interventi legislativi) dall’altra, in
maniera ancora più pressante, quello dei tempi di
recapito ancora troppo lunghi. «Occorre un cambiamento di filosofia da parte delle Poste – ha sottolineato il presidente del Consis, Roberto Massimo – che
porti a considerare il settimanale d’informazione come
il “quotidiano del sabato”, perché l’informazione sul
territorio è un servizio ai cittadini e alla democrazia
informativa».
A Palermo un corso per operatori
della cultura e dei media
Il Centro Pastorale della Cultura, l’Ufficio Diocesano per le comunicazioni sociali e la Libreria delle
Paoline della Diocesi di Palermo hanno organizzato
un “Corso per operatori per la Cultura e la Comunicazione Sociale”. Il Corso, di durata biennale e con
un numero massimo di 50 allievi, è destinato
soprattutto agli operatori pastorali, presenti e futuri, nei campi della cultura e dei mass-media ed è
articolato in due moduli. Il 1° modulo, di 39 ore, è
introduttivo alle problematiche della comunicazione
anche in ambito pastorale, con particolare riferimento al giornalismo. Il 2° modulo, di circa 80 ore,
affronterà in maniera più diretta il vasto campo
della radiofonia, fotografia, musica, televisione, cinema ed internet. Sono previste attività pratiche e di
laboratorio. Ogni modulo si concluderà con una
“verifica”. Al termine del secondo modulo e dopo
una verifica finale, sarà rilasciato un attestato di
partecipazione. Le lezioni, settimanali, si svolgono
dal 5 marzo al 28 maggio 2002
4. COMUNICAZIONI SOCIALI
Bari: al via la sperimentazione
per il laboratorio teatrale
La diocesi di Bari ha dato vita al primo laboratorio
teatrale per animatori di gruppi parrocchiali. L’iniziativa, che si chiuderà a maggio, ha raccolto l’adesione di
una trentina delle 120 parrocchie della diocesi che
hanno inviato i propri animatori a prendere lezione di:
dizione, recitazione, dinamiche di gruppo, l’arte dei
clown e il teatro dei burattini. I partecipanti, grazie
all’esperienza che acquisiranno, con l’aiuto di esperti e
professionisti del settore, potranno poi farsi animatori
di esperienze teatrali nelle rispettive parrocchie. Si tratta di un progetto pilota finalizzato anche a suscitare
l’interesse attorno al teatro e al suo significato culturale: se avrà successo potrebbe diventare il punto di
partenza per la creazione di una vera e propria scuola
di teatro per la valorizzazione e l’animazione delle sale
della comunità parrocchiali.
Acec, ad oggi – spiega Luigi Cipriani della Federgat – le
pur numerose e lodevoli iniziative portate avanti dai
Gat e dalla FederGat, non sono state sufficientemente
incisive, cioè tali da rendere positivamente contagioso
in campo nazionale il fenomeno di una presa d’atto del
ruolo che il teatro può esercitare a livello comunicativo e formativo».
Attualmente sono un centinaio le realtà teatrali che
ruotono attorno alla Federgat. Un dato, questo, che è
emerso anche dall’indagine promossa nel Duemila
dall’ufficio nazionale per le comunicazioni sociali,
dalla Federgat e dall’Acec.
«L’idea di allargare l’area di interesse delle sale della
comunità anche al settore del teatro è di antica data –
aggiunge Cipriani – anche perché trova le sue radici
nella convinzione che il teatro, con l’originalità delle
forme espressive con cui veicola valori umani ed evangelici, può dare il suo apporto al cammino di fede delle
comunità locali e valide ed originali risposte alle istanze di socializzazione e di aggregazione emergenti dalla
società».
Modena: sito dedicato ai giovani
La diocesi di Modena ha rinnovato il suo sito destinato ai giovani. Collegandosi all’indirizzo www.cpgmodena.it sarà possibile trovare tutti gli appuntamenti della pastorale giovanile, le omelie del Vescovo ai giovani, i canti del coro diocesano, i sussidi preparati dal
centro di pastorale giovanile e tutte le informazioni
relative alle Giornate mondiali della Gioventù.
La Federgat si rinnova
I rappresentanti delle 120 compagnie teatrali aderenti alla Federgat, Federazione gruppi attività teatrali,
si sono riuniti a Roma, il 14 marzo, per rivedere il proprio statuto e rilanciare la propria attività: un rilancio
del teatro amatoriale nelle realtà ecclesiali che operano
in tutto il territorio nazionale e la creazione di una
solida ed efficiente struttura organizzativa con compiti
di rappresentanza, promozione, assistenza e tutela.
Costituito nel giugno del 1986 come parte integrante dell’Acec, l’associazione cattolica esercenti cinema, l’organismo federativo, ha lo scopo di coordinare e
sostenere le iniziative dei Gat, i gruppi di attività teatrali presenti nelle regioni.
«Dal 1974, anno in cui fu costituito in Lombardia
il primo Gat su iniziativa della delegazione regionale
Luglio: 2ª edizione di Radiolab
Le Figlie di San Paolo, in collaborazione con
Radiovaticana e con il Centro di Comunicazione della
Pontificia Università Gregoriana di Roma, hanno organizzato la seconda edizione di “Radiolab”, un corso di
radiofonia per giovani dai 20 ai 30 anni. Obiettivo di
questo corso, semi-professionale, è quello di insegnare
ai giovani ad “usare” la radio per annunciare il Vangelo
ai loro coetanei. “Radiolab” si svolgerà a Roma, dal 7 al
14 luglio 2002. Il corso prevede una parte teorica – tre
ore la mattina – e una di esercitazione pratica – tre ore
di pomeriggio e si concluderà, il venerdì pomeriggio,
con la partecipazione, in diretta a “young-to-young”,
l’appuntamento settimanale per giovani di “One of
five”, il canale Fm di Radiovaticana.
Centro sociale don Bosco
nuovo sito dedicato ai minori
Il Centro aiuto al minore (Cam) “Telefono azzurro”, l’associazione di volontariato promossa dal “Centro sociale salesiano Don Bosco” di Napoli, ha inaugurato un proprio sito (www.camtelefonoazzurro.it).
Attraverso il sito i volontari (assistenti sociali, psicologi, neuropsichiatri, educatori, magistrati) cercheranno
13
4. COMUNICAZIONI SOCIALI
di raggiungere non solo bambini e adolescenti, ma
tutte quelle persone che desiderano avere maggiori
informazioni sulle attività promosse dal Centro o
esporre problemi o segnalare casi di minori in difficoltà. Il sito offre anche una sezione dedicata alla
recensioni di film e libri ed un’altra dedicata alle favole, aperta, quest’ultima, alla collaborazione dei navigatori che potranno inviare i loro lavori: quelli giudicati
più interessanti saranno pubblicati sul sito stesso.
Prima convention
su educazione e media
Dall’11 al 13 aprile è in programma a Belluria
Igea Marina, la Prima Convention Nazionale su educazione e media “Medi@tando”. L’obiettivo dell’iniziativa – organizzata dal Centro Zaffiria (Centro permanente per l’educazione ai mass media della
Provincia di Rimini), le Università di Bologna e
Cattolica di Milano, il Med (Associazione italiana
per l’educazione ai media e alla comunicazione) e
Formedianet e patrocinata dall’Unicef, Raisat
Ragazzi, Istituto Innocenti di Firenze, Segretariato
Sociale della Rai e Ucsi (Unione Cattolica Stampa
Italiana) – è quello di riunire educatori e operatori
culturali impegnati nella progettazione e realizzazio-
14
ne di esperienze di educazione ai (e con i) media tradizionali e nuovi per poter tracciare la mappa della
media education in Italia. Durante i lavori saranno
presentate, a questo scopo, esperienze e laboratori
realizzati nelle diverse realtà e sarà presentata la
Carta della media education: la “Carta di Bellaria”,
che intende definire l’identità della media education
in Italia indicandone i compiti nel contesto del rinnovamento della scuola e degli scenari formativi in
ambito extrascolastico.
A Milano
appuntamento con il cinema africano
Si è svolta a Milano, dal 15 al 21 marzo, la 12ª edizione del Festival del cinema africano, organizzata dal
COE (Centro Orientamento Educativo) – Comunicazione e Media. La rassegna, intitolata “Un posto sulla
terra”, è stata articolata in tre sezioni – lungometraggi,
cortometraggi e video – per un totale di 70 pellicole e
30 video. Era presente anche una sezione retrospettiva
dedicata, quest’anno al cinema della Costa d’Avorio,
che rappresenta uno dei primi stati dell’Africa sub
sahariana ad essersi affacciato al cinema. Sono state
mostrate, tra le altre, opere risalenti all’epoca coloniale recentemente restaurate.
5. PROGETTO CULTURALE
Capertoantiere
Sora-Aquino-Pontecorvo
12 novembre - 14 maggio
La diocesi organizza la serie di incontri-dibattito
“Tra fede e cultura”. Intervengono: Maria G. Ruggieri
e Ernesto Preziosi, vicepresidenti del Settore Adulti
dell’Azione Cattolica, su “Fede, cultura, società. Il
significato storico della «scelta religiosa»”; il senatore
Domenico Rosati, della Presidenza Nazionale della
Caritas, su “Scelta religiosa e impegno socio-politico
sul territorio”; Roberto Presilla, del Servizio nazionale
per il progetto culturale, su “La formazione morale cristiana. L’educazione alla libertà”; il consulente familiare e pubblicista Gigi Avanti su “Coppia e famiglia.
Primo spazio di impegno sociale dei fedeli laici”; padre
Gianpaolo Salvini, direttore de La Civiltà Cattolica, su
“Globalizzazione e diritti umani”.
Napoli • 15 febbraio e 8 marzo
Il Centro Francescano di cultura “Oltre il Chiostro”
organizza durante i tempi liturgici di Quaresima e di
Pasqua, in collaborazione con il Complesso Museale di
Santa Chiara e con il patrocinio dell’Assessorato
Istruzione e Cultura della Regione, la mostra “Via
Crucis - Via Lucis. Sedici tele di Gianni Pisani con testi
di Bruno Forte”. L’inaugurazione avviene il 15 febbraio
alla presenza del Cardinale Michele Giordano.
Intervengono: padre Luigi Ortaglio, Gillo Dorfles, don
Bruno Forte, Nicola Spinosa, Angelo Trimarco, Lea
Vergine, Vincenzo Vitiello. Inoltre l’8 marzo il Centro,
in collaborazione con il Dipartimento per il Dialogo
Interreligioso dell’Accademia del Mediterraneo, in
occasione della seduta inaugurale del “Colloquium”
promosso dalla “Cattedra Francescana” su “Dal mercato globale alla giustizia universale”, organizza la conferenza di Bruno Musso, vicepresidente della
Fondazione Gerolamo Gaslini di Genova, su “Lo sviluppo: nuovo nome della pace?”.
Cosenza • 16 febbraio
La diocesi e il locale Centro di Cultura per lo
Sviluppo dell’Università Cattolica del Sacro Cuore
inaugurano i “Percorsi Ecclesiali di Dottrina Sociale”
con una conferenza–dibattito su: “Politica, cristiani e
territorio”. Intervengono: Mons. Alfredo Luberto, vicario episcopale per l’ambito “Chiesa nel mondo” e referente diocesano per il progetto culturale; Mauro
Magatti, docente di Sociologia nell’Università Cattolica; Giovanni Serra, coordinatore dei Percorsi Ecclesiali
di Dottrina Sociale; S.E. Mons. Giuseppe Agostino,
Arcivescovo di Cosenza-Bisignano.
Perugia • 21 febbraio-4 aprile
Il Centro culturale diocesano “Leone XIII” organizza i “Dialoghi con la scuola” sul tema “Il senso della
vita e della morte nella poesia del Novecento. Pascoli,
Eliot, Montale”. L’iniziativa è destinata ai docenti e agli
studenti della scuola media superiore, come corso di
aggiornamento per i primi e come credito formativo
per i secondi. Intervengono: Giovanni Stelli, dell’Università della Basilicata, su “Il senso della vita e della
morte tra modernità e ’900 (prima parte)”; Piergiorgio
Sensi, del Liceo Mariotti di Perugia su “Il senso della
vita e della morte tra modernità e ’900 (seconda
parte)”; Gabriele Marra, del Liceo Malpighi di Roma,
su “Il senso della vita e della morte nella poesia di G.
Pascoli”; Paola Russo, del Liceo Europeo di Perugia, su
“T. S. Eliot e il percorso esistenziale: «Crepuscolo intessuto di sogni fra nascita e morte»”; Gabriele Marra, del
Liceo Malpighi di Roma, su “Il senso della vita e della
morte nella poesia di E. Montale”. I “Dialoghi con la
scuola” si concludono con una tavola rotonda su
“Quale proposta di senso per questa generazione?” cui
partecipano Gaetano Mollo, dell’Università di Perugia,
e i docenti del corso. Inoltre il Centro culturale diocesano “Leone XIII”, in collaborazione con la Fondazione
“Siro Moretti-Costanzi” e con la Sezione di Perugia
della Società Filosofica Italiana, organizza, per la serie
dei “Dialoghi con l’Università”, il seminario sul tema
“Le sfide del male e gli orizzonti della speranza alle
soglie del terzo millennio”. Intervengono: Roberto
15
5. PROGETTO CULTURALE
Gatti su “La politica e la sfida del male”; Antonio
Pieretti su “Il problema del bene nel pensiero contemporaneo”; Anna Giannatiempo su “La letteratura di
fronte al male”. Infine si tiene una tavola rotonda su
“La responsabilità etica delle scienze oggi” cui partecipano Carlo Cirotto, Francesco dal Pozzo, Fausto
Santeusanio.
Ivrea • 23 febbraio
Le sezioni di Ivrea e di Torino del Centro Internazionale di Studi Luigi Sturzo organizzano la conferenzadibattito di Giovanni Palladino, presidente del medesimo Centro, su “Come globalizzare il buon capitalismo”.
Rossano Calabro (CS)
23 febbraio-23 novembre
Il Centro culturale “Il lievito” organizza dal 23
febbraio al 23 novembre una serie di quattro lezioni su
“Quale l’uomo del Terzo Millennio?”. Intervengono:
Alberto Bourlot, dell’Università Cattolica di Milano,
su “Homo Mediaticus”; Giovanni Iacovitti, dell’Università “La Sapienza” di Roma, su “Homo
Technologicus”; Armando Matteo, dell’Istituto
Teologico Calabro “San Pio X” di Catanzaro, su “Lo
specchio infranto: immagini postmoderne dell’uomo”; Francesco Paolo Casavola, Presidente
dell’Istituto dell’Enciclopedia Italiana Treccani, su
“Con quali umanesimi nel Terzo Millennio?”. Il centro promuove inoltre degli incontri complementari.
Nei giorni 7 e 9 marzo Sebastiano Rodante, del
Centro Internazionale di Sindonologia di Torino,
interviene in due serate su “L’uomo dei dolori”: la
prima è una meditazione su “Passione di Nostro
Signore Gesù Cristo secondo la Sindone”, la seconda
è un incontro scientifico su “Archeologia e Medicina
Legale allo studio della Sindone”. Il 27 aprile S.E.
Mons. Giuseppe Agostino, Arcivescovo di CosenzaBisignano, e i Sostituti Procuratori Antimafia
Salvatore Curcio e Luciano D’Agostino prendono
parte ad una tavola rotonda su “Contro l’uomo:
l’antiumanesimo della mafia e della ‘ndrangheta”. Il
1 giugno suor Maria Gallo, della Comunità di
Monteveglio (Bologna), tiene una relazione su
“Giuseppe Dossetti. Dalla Politica alla Bibbia”.
16
Brescia • 28 febbraio-11 marzo
La Cooperativa cattolico-democratica di cultura, in
collaborazione con l’Uciim e i Padri della Pace, organizza la serie di incontri sul tema: “Il varco è qui? La
ricerca dell’Assoluto nella letteratura”. Intervengono:
Umberto Artioli, docente di Storia del Teatro
nell’Università di Padova, Adriano Dell’Asta, docente
di Letteratura russa nell’Università Cattolica di Milano
e Brescia, la scrittrice Curzia Ferrari, i quali trattano la
ricerca dell’Assoluto rispettivamente in Pirandello,
Solgenicyn e Quasimodo.
Cosenza • 8 marzo
Il Convegno di Cultura Maria Cristina di Savoia e
l’Assessorato alla Diffusione del Libro e Biblioteche del
Comune organizzano una serata sul tema: “Storie di
donne. Invito alla lettura”. Interviene Maurizio
Schoepflin su “Ritratti di donna fra storia, fede e
cultura”.
Roma • 8 marzo
L’Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro,
l’Ufficio Liturgico nazionale e il Servizio nazionale per
il progetto culturale promuovono il seminario di studio
su “Il creato e la liturgia”. Intervengono: il teologo
Cesare Pagazzi su “Lo sguardo di Gesù e il suo legame
con il creato”; Andrea Grillo, docente di Liturgia e di
Teologia Sacramentaria, su “L’azione liturgica: felice e
singolare relazione con il creato”; il teologo Traian
Valdman, del Patriarcato ortodosso rumeno di Milano,
su “La proposta ortodossa della ‘giornata per il creato’
e l’esperienza del Consiglio delle Chiese di Milano”,
Karl Golser, dell’Istituto per la giustizia, la pace e la salvaguardia del creato della Diocesi di BolzanoBressanone, su “Il ‘tempo per il creato’: esperienze
europee”.
Belvedere Marittimo (CS) • 10 marzo
La Commissione per il progetto culturale della diocesi di San Marco Argentano-Scalea promuove il convegno “La donna: manager e discepola di Gesù”. Dopo
il saluto del Vescovo Mons. Domenico Crusco e di don
Cono Araugio, direttore del Centro diocesano per la
Cultura, che introduce i lavori, intervengono: don
Giovanni Mazzillo, direttore dell’Istituto Teologico
Calabro, sull’aspetto biblico del tema del convegno; la
5. PROGETTO CULTURALE
psicologa Rosanna Valente sull’aspetto socio-psicologico; Giuseppina Greco, vicepresidente dell’Ordine dei
Commercialisti di Paola, sull’aspetto imprenditoriale;
la gastronoma e scrittrice Nuccia Carmagnola sull’aspetto familiare.
Trani • 12-22 marzo
La commissione diocesana per la cultura e le
comunicazioni sociali e l’Istituto di Scienze Religiose
organizzano la seconda edizione degli incontri-dibattito intitolati “Convivio delle differenze”. Il tema di
quest’anno è “Il male: sfida, scandalo, mistero”.
L’iniziativa intende costituire una forma di prezioso
dialogo tra credenti e non credenti sulle ragioni fondamentali dell’esistenza. Intervengono: Franco
Cassano, docente di Sociologia nell’Università di Bari,
e Giusy Strumiello, docente di Filosofia della
Religione nell’Università di Bari, su “Figure e simboli
di male del nostro tempo”; padre Sabino Palumbieri,
docente di Antropologia filosofica nella Pontificia
Università Salesiana di Roma, e Beppe Vacca, direttore dell’Istituto Gramsci di Roma, su “L’uomo è l’unico responsabile del male?”; don Nicola Giordano,
Fondatore del Movimento “Vivere In”, l’ebreo
Bernardo Kelz e il musulmano Mohidin Mustafà,
vicepresidente dell’Associazione “Il caravanserraglio”
di Foggia, su “Dio è assolutamente innocente del
male?”.
Napoli • 15-16 marzo
La Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale, in collaborazione con il Servizio nazionale per il progetto
culturale, promuove il convegno su “L’identità meridionale. Un approccio multidisciplinare”. Intervengono: Vittorio Sozzi, responsabile organizzativo del
Servizio nazionale, e Ciro Sarnataro, docente nella
Facoltà, che presentano il progetto di ricerca di cui il
convegno è risultato; D. Conci, dell’Università di
Siena, tiene la relazione di apertura; F. Sportelli
dell’Università della Basilicata, su “Elementi e studi
storici per una tipicità del Mezzogiorno d’Italia”; P.
Giustiniani, della Facoltà Teologica, su “I filosofi di
fronte all’identità meridionale”; G. Di Gennaro,
dell’Università “Federico II” di Napoli, su “Per una
riflessione dal punto di vista sociologico sull’identità
meridionale”; A. Staglianò, docente nella Facoltà, su
“Identità teologica del Meridione e identità meridionale della teologia”.
Milano • 15 marzo - 18 maggio
Il Centro Culturale “San Fedele” promuove dal 15 al
21 marzo il “XII Festival del cinema africano”, a cura
del Centro Orientamento Educativo. L’iniziativa si propone come un’occasione d’incontro e di conoscenza
dei temi e dei linguaggi di nuove cinematografie, quelle africane e della diaspora, per lo più sconosciute al
pubblico italiano. Grazie a una visione dell’Africa e del
mondo proposta da autori africani, il Festival costituisce un’alternativa concreta alla cultura e all’informazione corrente dei mass-media. Dal 7 marzo al 4 maggio presso la Galleria del Centro e dall’11 aprile al 18
maggio nella sezione “Spazioaperto” si tengono le
mostre rispettivamente di Mario Raciti dal titolo
“Attraversare una soglia” e delle “Opere 1999-2001” di
Paolo Rigamonti Gorni. A margine della prima delle
due mostre il 26 marzo sono in programma le conferenze di Elio Franzini, docente di Estetica nell’Università di Milano, e di Francesco Tedeschi, docente di Storia dell’Arte Contemporanea nell’Università Cattolica
di Milano, sull’opera di Mario Raciti. Inoltre per la
serie “L’espressione estetica del sacro” il 5 marzo
Giovanni Chiaramonte svolge il tema “Immagine
come dimora: Nuovo Esodo. Il viaggio della beat generation verso il terzo millennio”, mentre il 12 marzo
Adriano Altamira tratta di “Spettacolarità e scandalo.
Da Bacon a Warhol agli anni Novanta”. Infine la
sezione “Spettacoli” offre nel mese di marzo “Kirikò”
per i bambini dai 3 ai 7 anni, “Storia di Laura” per i
ragazzi dai 6 agli 11 anni e il musical in lingua inglese
“MusicaLove” sul tema dell’amore, particolarmente
destinato ad un pubblico giovanile.
Siracusa • 19 marzo
Il Centro culturale “Ottavio Musumeci” e il
Movimento Ecclesiale d’Impegno Culturale organizzano un incontro sul tema “Modernità e secolarizzazione: luci ed ombre”. Interviene Gaetano Lo Magro.
17
5. PROGETTO CULTURALE
B eni culturali
X Giornata Nazionale
dei Beni Culturali Ecclesiastici.
Obiettivo Formazione
La formazione in materia di arte e di beni culturali
nella Chiesa sarà al centro della X Giornata dei Beni
culturali ecclesiastici promossa dalla Consulta nazionale per i beni culturali ecclesiastici e dall’Ufficio per i
beni culturali ecclesiastici della Cei. La X Giornata sarà
celebrata presso la Cappella delle Zitelle all’interno del
complesso di San Michele, a Roma, il 18 aprile.
«All’inizio del terzo millennio sembra opportuno
riportare l’attenzione delle diocesi italiane sul delicato
tema della formazione dei seminaristi, dei sacerdoti e
dei laici in materia di arti per la liturgia e di beni
culturali – spiegano gli organizzatori – è vero che il
nostro settore sta vivendo un momento di particolare
vivacità: numerose interessanti iniziative sono in corso
in Italia; alcuni sussidi per la formazione sono stati
editi, mentre altri sono di imminente pubblicazione e
altri ancora sono in preparazione. Molto, però, resta da
fare per quanto riguarda la qualità, l’organicità e la
sistematicità delle iniziative formative».
Lo scopo della decima edizione della Giornata
nazionale dei beni culturali è triplice: rileggere la fondamentale circolare del 1992, richiamare le motivazioni, rilanciare l’impegno formativo, a partire da ciò che
di valido è stato realizzato in questi dieci anni e tenendo conto delle grandi potenzialità di cui le diocesi italiane sono dotate.
Al via il Corso su arte e architettura
per la liturgia.
Firenze chiama gli operatori
del settore liturgico artistico
“Arte e architettura per la liturgia” è il titolo del
Corso di formazione di base per operatori diocesani nel
settore liturgico artistico che si terrà a Firenze dal 13 al
18 maggio 2002. Promosso dall’Ufficio nazionale per i
18
beni culturali ecclesiastici della Cei, in collaborazione
con la Diocesi di Firenze, il Corso prevede una seconda
settimana dal 23 al 28 settembre 2002. Il Corso è indirizzato a laureati in architettura o in ingegneria edile,
Storia dell’arte, storia e conservazione dei beni architettonici e ambientali oppure a diplomati nelle accademie
delle Belle arti. L’obiettivo del Corso è quello di preparare persone che i Vescovi intendono chiamare a collaborare negli organismi diocesani per l’arte e l’architettura
nella liturgia. Il Corso ha come tema la progettazione e
l’adeguamento delle chiese secondo la riforma liturgica
e si articola in due parti, ciascuna delle quali ha la durata di una settimana. I temi riguardano la formazione di
base circa l’arte e l’architettura per la liturgia, le normative canoniche, le procedure e istituzioni ecclesiastiche e
civili. Uno specifico riferimento è costituito dai recenti
documenti della Conferenza episcopale italiana riguardanti: i beni culturali della Chiesa in Italia (1992), la
progettazione di nuove chiese (1993), l’adeguamento
delle chiese secondo la riforma liturgica (1996), Spirito
Creatore: sussidio dell’Ufficio nazionale (1997).
Il Corso intende avviare i partecipanti a operare
negli organismi diocesani con la capacità critica di
lavorare insieme su proposte progettuali relative alla
costruzione di nuove chiese o all’adeguamento delle
chiese esistenti secondo la riforma liturgica, così da
poter esprimere valutazioni basate sia sui documenti
della Cei in tema di edifici per il culto e di beni culturali, sia su altri parametri interdisciplinari.
L aboratorio
Dalle diocesi
Il Servizio “Cultura e Università” della diocesi di
Pisa ha promosso tra le iniziative per l’anno accademico
2001-2002 alcune occasioni di riflessione e di studio
approntate da alcuni gruppi di docenti. “Pensare insieme tra persone dai pensieri diversi” è il titolo che tiene
insieme due incontri, cui l’Arcivescovo Mons. Alessandro Plotti ha invitato “coloro che per professione, nella
5. PROGETTO CULTURALE
scuola, nell’università, nella ricerca scientifica, sono
chiamati a pensare, ed anche tutti coloro che nella città
amano farlo”. Il 22 novembre Maurizio Alfonso Iacono,
docente di Storia della filosofia politica nell’Università di
Pisa, e Armido Rizzi, teologo, responsabile del Centro S.
Apollinare di Fiesole, si confrontano su “Se Dio non c’è.
Rilevanza o irrilevanza della questione di Dio”. L’11 aprile Adriano Prosperi, docente di Storia moderna
nell’Università di Pisa, Raf Valvola Scelsi, saggista e studioso di filosofia della comunicazione, e padre Nino
Barile, monaco della Comunità di Siloe di Sasso
d’Ombrone, intervengono su “Il tempo che non c’è.
Pensare al futuro tra paure e speranze”. L’iniziativa
intende dare la parola su temi di fondo dell’esistenza a
persone dai differenti modi di pensare, per rendere possibile un dialogo tra credenti e persone che non condividono la fede cristiana.
“Scienza e sapienza” tende ad una lettura di tipo esistenziale di problemi legati alla ricerca scientifica. Lo
spirito dell’iniziativa viene così formulato: “Di fronte
all’importanza e alla gravità dei problemi di oggi ed ai
forti contrasti che essi suscitano, si vuole contribuire ad
una riflessione comune per comprendere meglio le difficoltà e le sfide del momento presente, per analizzare
criticamente le nostre stesse posizioni nel quadro delle
più elevate aspirazioni e speranze di ognuno, perché ciascuno possa capire meglio le ragioni degli altri e renda
più chiare le proprie, accorciando le distanze di linguaggio e di cultura, perseguendo soprattutto un metodo
comune che permetta un dialogo costruttivo. Dato che
le correnti di opinione e i fenomeni culturali sono tra gli
elementi decisivi della storia e della formazione dei singoli, risulta rilevante la nostra responsabilità individuale per le conseguenze che hanno sugli avvenimenti le
nostre azioni, le nostre parole e la nostra capacità di dialogo”. Intervengono: Luciano Modica, Rettore dell’Università, su “La formazione universitaria e l’attuale riforma”; padre Roberto Busa, pioniere dell’informatica linguistica, docente emerito della Pontificia Università
Gregoriana, su “Dal computer agli angeli”; Giovanni
Maria Prosperi, del Dipartimento di Fisica dell’Università di Milano, su “Discussioni sulle origini della vita
nella prima età moderna”; Roberto Barsotti, del
Dipartimento di Istituzioni, Impresa e Mercato “A.
Cerrai” dell’Università di Pisa, e Carlo Casarosa, del
Dipartimento di Scienze economiche della medesima
Università, su “Quale globalizzazione?”; Fabio Garbari,
del Dipartimento di Scienze botaniche dell’Università di
Pisa, e Ferruccio Trifirò, del Dipartimento di Chimica
industriale e dei materiali dell’Università di Bologna, su
“Globalizzazione e ambiente”. Infine sul tema “Quale
libertà per la scienza?” intervengono Rodolfo Saracci,
direttore di ricerca in Epidemiologia del CNR, e Amedeo
Alpi, preside della Facoltà di Agraria dell’Università di
Pisa, che sviluppano rispettivamente i temi “Libertà,
neutralità e responsabilità della tecno-scienza” e “Il caso
delle biotecnologie agroalimentari”.
Alcuni professori della Facoltà di Giurisprudenza
hanno promosso “Diritto, processo, giudizio”, mentre
nella Facoltà di Lettere e Filosofia prosegue l’iniziativa di
approccio del testo biblico da diverse angolazioni.
Quest’anno l’“introduzione multidisciplinare alla
Bibbia” ha per tema: “Profeti e profetismo”. Oltre alle
proposte di una visita a Spoleto e di un pellegrinaggio in
Terra Santa, il Servizio “Cultura e Università” offre nel
mese di marzo tre serate di “Musica da meditare” nella
Chiesa Universitaria di San Frediano. Si tratta di tre
incontri musicali, con audizione commentata di brani
scelti e la proposta di spunti di meditazione sui testi.
“Nella chiesa cattolica – si legge nell’introduzione
dell’opuscolo – si è convinti che la diffusione della fede
in Gesù Cristo e la cura spirituale dei credenti non esauriscano la sua missione. La comunità cristiana è parte
della società civile e ha il dovere di esserne parte attiva
con le sue specifiche risorse: l’ispirazione fondamentale
della carità la impegna a guardare con attenzione ai
bisogni degli uomini, soprattutto dei più poveri, e la sua
tradizione culturale, ricca di una particolare visione
della vita, la obbliga a contribuire al dialogo che si
intreccia nella città, intorno ai problemi del senso e dei
valori dell’esistenza. Il Servizio Cultura e Università della
diocesi di Pisa, con le sue iniziative, cerca di adempiere a
quest’ultimo compito, completando così le attività
pastorali della Chiesa Universitaria di San Frediano.”
“L’ispirazione
fondamentale della
carità e la sua tradizione
culturale, ricca di una
particolare visione della
vita, obbliga la Chiesa
cattolica a contribuire
al dialogo che si
intreccia nella
città”.
19
5. PROGETTO CULTURALE
Dalle riviste
Nello scorso mese di marzo è uscito il numero 1
della rivista trimestrale Scritture. Percorsi critici
attorno al testo biblico, diretta da Maurizio Gronchi
e Piero Ciardella in collaborazione con il Servizio
nazionale per il progetto culturale.
La nuova iniziativa editoriale è già stata oggetto di
un’accurata presentazione nel “Laboratorio” dell’Osservatorio Comunicazione e Cultura 2/2002. Nel
numero appena uscito è il testo che narra “La tempesta sedata” in Marco 4,35-41 a suggerire una riflessione corale su “La paura”. Su questo tema intervengono lo psichiatra Vittorino Andreoli, lo scrittore e
docente di Geofisica nell’Università di Firenze
Giovanni Finzi-Contini, il Cardinale vietnamita
François-Xavier Nguyen Van Thuan, Presidente del
Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, Paul
Nuti, Executive Director dei Servizi Finanziari Commerciali della Morgan Stanley, presente l’11 settembre al 63° piano della Torre Sud del World Trade
Center di New York, il biblista Romano Penna e l’industriale Giuseppe Soffiantini, vittima di un sequestro alcuni anni fa.
I curatori della rivista non trascurano di indicare a
chi è rivolta e come si può utilizzare una rivista così
originale. “I lettori di Scritture sono tutti coloro che si
interessano alla Bibbia come un testo vivo, che, pur
custodito e interpretato fedelmente dalla fede ecclesiale lungo i secoli, mantiene la sua contemporaneità
anche per l’uomo e la donna di oggi. Oltre agli stu-
20
diosi e ai cultori delle scienze bibliche e teologiche,
che vi potranno ravvisare letture non proprio scientifiche eppure stimolanti, la rivista è destinata ai gruppi biblici parrocchiali e alle associazioni che curano la
formazione al dialogo, per i quali potrà risultare un
efficace strumento di confronto e di approfondimento. La redazione sarà lieta di aprire con i lettori un
dibattito on-line sul sito www.rivistascritture.it, in
maniera da continuare il dialogo avviato in questa
forma breve ed essenziale, anche in vista di un forum
annuale che possa trattare in modo più consistente i
temi che hanno suscitato maggior interesse”. Scritture
è progettata e curata dall’Associazione culturale
Effatà. Per contattare la direzione e la redazione:
Casella Postale 328, 55100 Lucca Centro. Per abbonarsi: Città Nuova Editrice, via degli Scipioni 265,
00192 Roma.
“La pagina biblica,
per la sua universale
autorità culturale,
è capace di suscitare
reazioni da molteplici
punti di vista, divenendo
luogo di incontro tra fedi,
culture e sensibilità
differenti”.
6. NOVITÀ DAI MEDIA CATTOLICI
Ndai media
ovità
cattolici
I giovani bolognesi
i più esperti di Bibbia
Si è conclusa, dopo un estenuante girone invernale e un mini-torneo all’italiana per i play-off, la
prima stagione di “Un diluvio di domande”, il quizshow sulla Bibbia ideato e curato da Pupi Avati e condotto da Simona Bernacchi e Piero Cavaglià, in onda
su SAT 2000.
Vincitori del quiz due giovani studenti di Bologna,
Rachele Cocchi e Gianluca Del Monaco, del Liceo
Classico Luigi Galvani, che hanno infatti sbaragliato la
concorrenza di Bari e Venezia a colpi di “salmi” e
“genealogie” impossibili, aggiudicandosi l’ambito premio finale: non solo il viaggio in Europa, che già avevano conquistato dominando la stagione invernale,
ma anche il viaggio intercontinentale in Cina.
Oltre 200 le opere d’arte prese in considerazione,
dall’arte paleocristiana fino al Surrealismo; 72 gli episodi vetero-testamentari scelti dall’ampia narrazione
biblica; ben 2.600 le domande formulate sull’arte e la
Bibbia; 24 i giovani concorrenti, selezionati tra gli
Istituti di Scuola Media Superiore delle principali città
italiane, tra cui Milano, Torino, Venezia, Bologna,
Firenze, Roma, Napoli, Bari, Palermo: sono questi solo
alcuni dei numeri di “Un diluvio di domande”, il
primo esempio di un gioco a premi formulato con lo
scopo di divulgare la conoscenza dell’arte e dell’Antico
Testamento.
“I risultati ottenuti da questa trasmissione”, ha
dichiarato Pupi Avati, “sono stati molto incoraggianti,
tanto da far decidere alla direzione di proporre una
nuova serie già da settembre. E sono stati ancor più
sorprendenti se si pensa che questa, oltre ad essere
una trasmissione decisamente originale sotto ogni
punto di vista, rimane la prima incursione di SAT
2000 nel mondo dei giovani”. “Non bisogna dimenticare”, ha sottolineato il regista, “che un quiz sulla
Bibbia era una scommessa azzardata, ma che si è rivelata vincente. L’intento era ambizioso: unire la conoscenza dei testi sacri e dell’Antico testamento alla
conoscenza dell’arte in generale. E devo dire di essere
rimasto piacevolmente stupito: nessuno poteva immaginare che dei ragazzi del liceo avessero una cultura e
un interesse che non apprendono a scuola, ma che per
forza di cose devono aver approfondito autonomamente. Mi ha stupito ancora di più in un Paese come
il nostro: ancora una volta mi ha dimostrato che
magari si pensa di conoscere a fondo l’Italia, e invece
il nostro paese non smette mai di sorprendere, rivelandosi sempre diverso. Insomma, sembrava una trasmissione destinata al completo fallimento, invece si è
dimostrata un successo!”.
Nova-T compie 20 anni
La società di produzione di video “Nova-T” di
Torino, il cui nome significa “Nuova Terra”, compie 20
anni. Molti gli appuntamenti previsti per celebrare il
ventennale, tra i quali la presentazione della collana
“Guerre dimenticate”, la Festa dei 20 anni e in seguito
mostre fotografiche, workshop professionali e presentazione di reportage.
“Questa realtà è nata con una grande fatica, perché
vent’anni fa, all’interno della comunità cristiana, non
c’era certamente la sensibilità attuale per ciò che
riguardava le registrazioni elettroniche in video.
Coltivando questo sogno da tempo”, dichiara padre
Ottavio Fasano, presidente della Nova-T, “avevo fatto
vari sondaggi presso istituti e realtà del mondo religioso e missionario, scoprendo che, salvo poche eccezioni,
dove erano presenti persone che agivano in modo artigianale, non c’era quasi niente. Con un gruppo di
amici, tra cui il direttore generale della Rai di Torino, ci
siamo confrontati come cristiani che guardavano al
futuro e abbiamo fatto la scelta di avviare una piccola
produzione di video a contenuto religioso”.
I primi lavori di Nova-T furono un servizio sulle colf
originare del Capoverde che lavoravano a Roma,
Palermo e Torino, una missione nella Repubblica
Centroafricana in collaborazione con missionari che
agivano sul posto, e un filmato sulla Turchia sui luoghi
delle prime comunità cristiane. Nova-T, dagli esordi a
oggi, ha prodotto oltre 500 video venduti a network
televisivi di tutte le parti del mondo. Nel suo portafo-
21
6. NOVITÀ DAI MEDIA CATTOLICI
glio clienti si leggono nomi come: la Rai, Mediaset, il
Centro televisivo vaticano, le reti Ard tedesca, Nhk
giapponese e decine di altre emittenti, oltre ad organismi internazionali, istituzioni quali l’Unione Europea,
regioni, comuni, enti no profit.
“La nostra speranza – aggiunge il regista Sante
Altizio – è quella di essere sempre più presenti in televisione, e si colloca in questa direzione il recente accordo con Teleradio Padre Pio, oltre che le collaborazioni
da tempo con Sat 2000. Nostre produzioni vengono
intanto acquistate da distributori internazionali e tradotte per il mercato mondiale”.
Tra gli ultimi lavori realizzati da Nova-T, ci sono le
biografie di Padre Pio, del Murialdo, i filmati sulle
“Guerre dimenticate”, sui “Bambini di Guinea”.
Nova-T è anche sponsor di “Infinity Festival”, neonata
manifestazione cinematografica, in programma dal 6
al 13 aprile 2002, lanciata nel novembre scorso all’interno del “Torino Film Festival”.
Un “Sito internet” per ogni parrocchia
Il 2 marzo scorso, presso la Diocesi di Roma, si è
svolto un incontro-dibattito di prima presentazione del
progetto “Web parrocchie”, coordinato dalla Diocesi e
con la consulenza tecnica del SiCei.
“L’obiettivo”, hanno spiegato i promotori dell’iniziativa, “è quello di offrire a ogni parrocchia una presenza in Internet, con un proprio sito, in cui poter
indicare, oltre la storia della singola parrocchia, anche
le attività e gli orari delle Messe. Creare quindi uno
spazio di propria visibilità nel Web”. “Dopo questa presentazione”, hanno spiegato dal SiCei, “che è servita
22
per verificare da vicino come viene recepita la proposta, prossima tappa del progetto sarà l’individuazione
della diocesi pilota (questo per settembre), mentre si
prevede a fine anno un ampliamento dell’iniziativa a
tutte le diocesi”.
L’organizzazione sarà curata a livello diocesano,
mentre al SiCei spetterà la messa a punto degli strumenti per semplificare l’applicazione di Internet.
Caritas e SiCei cultura della solidarietà
Domanda e offerta si incontrano in tempo reale
attraverso il Web, e l’informatica diventa strumento di
solidarietà. È questa l’idea alla base del nuovo “servizio
di tipo Internet/Intranet”, riservato alle Caritas diocesane, promosso e sviluppato d’intesa dalla Caritas
Italiana e dal SiCei, presentato in occasione della giornata della Caritas diocesana di Torino.
Il progetto, che si articola in due fasce di intervento, prevede sia la creazione di un servizio di informazione documentale (una sezione aperta a tutti gli utenti del web e una riservata agli operatori dei centri di
accoglienza Caritas), sia una banca dati ad accesso
riservato, per far incontrare in tempo reale domanda e
offerta dei servizi disponibili nei diversi centri Caritas.
Il progetto, che verrà sperimentato nella prima fase
dalla diocesi di Torino, verrà poi esteso a macchia
d’olio a tutte le altre diocesi.
Alla presentazione dell’iniziativa erano presenti il
Cardinale Poletto e le autorità competenti per i servizi
sociali di Torino, che hanno espresso unanime consenso e sostegno per il progetto, e per le sue implicazioni
di utilità sociale.
Edei media
conomia
Super Mario, ha annunciato un investimento di 100
milioni di euro per il lancio, in Europa, della
GameCube, la nuova consolle destinata a sfidare la
Palystation2 della Sony.
ü
Fieg: eletti i nuovi vertici
Novità in Fieg, la Federazione italiana degli editori.
Sono stati eletti i due vicepresidenti (precedentemente
erano quattro) che affiancheranno il presidente, Luca
Cordero di Montezemolo; si tratta di Maurizio Costa,
amministratore delegato della Mondadori e Carlo Perrone, editore del quotidiano genovese il Secolo XIX.
Azzurra Caltagirone è stata nominata consigliere per le
relazioni internazionali e Pietro Boroli guiderà la commissione pubblicità.
Publitalia: utile per 80 milioni di euro
Publitalia, società del gruppo Mediaset, ha registrato nel 2001 un utile netto in crescita del 7,4%
rispetto allo scorso anno, pari a circa 80 milioni di
euro.
I ricavi lordi hanno toccato quota 2,503 miliardi
di euro.
Nintendo:
sfida alla Sony in Europa
Il gruppo giapponese Nintendo, creatore del
Game boy e di vere e proprie icone elettroniche come
La campagna promozionale, che partirà il prossimo 3 maggio, coinvolgerà per oltre due mesi 17 paesi
contemporaneamente toccando tutti i media: televisione, radio cinema, affissioni, carta stampata.
Podio italiano per il libro elettronico
Due titoli italiani si sono aggiudicati la prima edizione del “Children eBook Award”, speciale premio
al libro elettronico assegnato nel contesto della Fiera
del libro a due ragazzi di Bologna in collaborazione
con la “International eBook Award Foundation”.
Il primo premio è stato assegnato a Piemme
Editore con “Il mio primo manuale per internet”,
una guida interattiva alle reti telematiche. Al secondo posto l’editore Dami International con una versione elettronica dei Vangeli, la Bibbia e La vita di
Gesù. Al terzo posto un titolo francese “Les histories
epuventables de maitre Frisson” per le Editions
00h00. L’altro riconoscimento, il “New Media
Prize”, che la Fiera assegna ogni anno, in collaborazione con la Children Software Reviewe, ai prodotti
più innovativi per qualità e contenuti nel campo dell’editoria multimediale, è andato ad un Cd Rom sulla
biologia, “Bioscopia” pubblicato in Germania da
Heurek-Klett.
Publicis + Bcom3:
è nato il 4° gruppo pubblicitario mondiale
È nato il quarto gruppo pubblicitario mondiale. Il
colosso francese Publicis ha annunciato, i primi di
marzo, la fusione con la società americana Bcom3: il
gruppo francese acquisirà il 100% del capitale del suo
partner americano per circa 3 miliardi di euro.
A Publicis fanno capo l’omonima agenzia di pubblicità, la Saatchi & Saatchi, la Fallon e i centri media
Optimedia e Zenith. Bcom3 conta invece su Leo
Burnett, D’Arcy, Bartle Bogle Hegarty, il network di
pubbliche relazioni Manning Selvage & Lee e il centro
media Starcom Media West.
23
7. ECONOMIA DEI MEDIA
2001 più che positivo per e.biscom
Legardère: conti più che ok
E.biscom ha chiuso il 2001 con 157,8 milioni di
euro di ricavi, contro i 42,5 del 2000 e prevede di
chiudere l’anno corrente a quota 300 milioni.
Il gruppo francese Lagardère, il cui polo media controlla anche Rusconi, ha chiuso il 2001 con un utile in
aumento del 16% rispetto all’anno prima pari a circa
616 milioni di euro.
Per quanto riguarda la clientela, in Italia è cresciuta di nove volte rispetto al 2000 raggiungendo
le 49mila unità, mentre i clienti tedeschi sono triplicati diventando così 34mila. L’obiettivo dichiarato del gruppo è quello di arrivare ai 200 mila clienti nel 2002.
Editoria:
crisi degli investimenti pubblicitari
La Fieg ha reso note le cifre per il quinquennio
1995-2000 che evidenziano come il settore editoriale
abbiamo fatto registrare un ottimo risultato passando
da un deficit di 143 miliardi ad un risultato positivo di
405 miliardi. Non altrettanto si può dire degli investimenti pubblicitari che, per i quotidiani sono scesi, nel
2001, del 6,1%.
In questa prima parte dell’anno, poi, la flessione è
ancora maggiore, con una stima, per il mese di gennaio, del 10%. Da sottolineare come, ormai, le entrate
pubblicitarie, rappresentino più del 50% dei ricavi
complessivi del settore.
24
Il fatturato ha registrato un aumento del 12% con
13,2 miliardi di euro, in particolare le attività dei
media sono cresciute del 6,5% pari a 7,6 miliardi di
euro.
Nuovo direttore
per la Gazzetta dello Sport
Candido Cannavò ha lasciato la direzione de “La
Gazzetta dello sport” dopo 19 anni. Gli succederà Pietro Calabrese.
Nuova collana legata ai temi sociali
La casa editrice Leonardo International ha presentato ufficialmente una sua nuova collana intitolata “I libri di Sant’Egidio”.
Le opere pubblicate tratteranno i temi legati
all’impegno dell’omonima comunità trasteverina; la
collana è diretta da Mons. Vincenzo Paglia.
Isullafattistampadel mese
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Il Papa e la Terra Santa
I principali quotidiani nazionali del 4/3 danno
ampio spazio all’ennesimo appello del Papa per la pace
in Terra Santa, dopo la tragica “escalation” di morti,
scontri e attentati che continuano a martoriare Gerusalemme, la striscia di Gaza e la Cisgiordania. Alcuni
titoli: “Il Papa: ‘Cessi il fuoco in Terra Santa’ ” (Giorno), “Il Papa: ‘Cessate il fuoco, basta disperazione e
odio’ ” (Mattino), “Il Papa invoca una tregua immediata” (Messaggero), “Il Papa: cessate il fuoco, sentite la
voce della ragione” (Tempo), “Il Papa invoca il cessate il
fuoco, ‘Rispettate la legge internazionale’ ” (Repubblica), “Il Papa: ‘Cessi il fuoco in Palestina’ ” (Stampa), “Il
Papa: ‘Fermate subito le armi e fate sentire la voce della
ragione’ ” (Corriere della Sera).
“Di pari passo con l’aumento delle intensità delle violenze tra israeliani e palestinesi – si legge sul Giorno –
aumentano le attività diplomatiche arabe e no, nell’area
e fuori, fino agli Stati Uniti, per tentare di ridurre se non
di fermare azioni e reazioni che in 24 ore hanno fatto 21
morti israeliani e cinque palestinesi”. Anche il Papa,
aggiunge Orazio Petrosillo sul Messaggero, ha
manifestato ancora una volta “tutta la sua tristezza e
facendosi portavoce del diffuso sgomento per questa lotta
senza fine nella Terra Santa, ha indicato i punti che servono per riprendere un minimo di coesistenza senza sangue e senza guerra tra i due popoli che vivono separati
dall’odio e dalle armi”. E il vaticanista ricorda i “gesti
di pace” necessari, secondo il Papa, per fermare la
spirale di violenze e di morti in Terra Santa: “Un gesto
militare; l’immediato cessate-il-fuoco. Un atteggiamento
umano: un rinnovato senso di umanità. Una cornice giuridica: il rispetto della legge internazionale, a cominciare
dalle risoluzioni dell’Onu sul ritiro israeliano dai territori occupati”.
Secondo Luigi Accattoli, “scrivere che il Papa
‘chiede’ di ‘far tacere le armi’ è dire troppo, o poco, perché da tempo in questa materia Giovanni Paolo non ha
interlocutori e il ‘cessate il fuoco’ l’invoca dalla Provvidenza, più che chiederlo agli uomini (...). Altre volte,
negli ultimi mesi, il Papa aveva sollecitato la presenza,
nell’area, della comunità internazionale con ‘mezzi pacifici e appropriati’. Ieri non ne ha parlato, come a prendere atto che nulla è possibile finché i due interlocutori
non faranno ‘tacere le armi’. Tra dicembre e gennaio
Giovanni Paolo ha usato parole forti, per spronare le due
parti a uscire dalla ‘spirale infernale dell’odio e della vendetta’. Disse che ‘due diversi estremismi’ stavano ‘sfigurando’ la Terra Santa’. Condannò insieme gli ‘attentati
cruenti’ dei palestinesi e la ‘legge del taglione’ con cui
rispondono gli israeliani”.
“Dobbiamo dar persa ogni speranza e rassegnarci
all’idea che il conflitto israelo-palestinese terminerà solo
con l’esaurimento completo di uno dei due – o al limite di
entrambi – i contendenti?”. A chiederselo è Boris
Biancheri (Stampa, 4/3), che per la soluzione del
conflitto in atto in Terrasanta auspica “un chiaro reingresso in campo degli Stati Uniti. Da troppo tempo
l’America è assente dal problema mediorientale, mentre è
la sola ad avere elementi di pressione su entrambe le
parti”. Ma neanche questo, per l’autore dell’articolo,
è sufficiente, perché “in Medio oriente più che altrove
un piano di pace globale, come quello di Abdallah, non è
accettabile di per sé: chiunque lo accettasse verrebbe sconfessato dalla propria parte. Barak propose due anni fa
uno Stato palestinese con il 97% dei territori del 1967 e
non fu accettato. Forse, se avesse proposto il 70% e il
resto fosse stato guadagnato da Arafat nel negoziato,
saremmo oggi più vicini alla pace. Di urgente, di necessario c’è oggi solo una cosa: trovare il modo di separare i
due avversari. Il negoziato, che sarà lungo, che durerà
anni, può venire solo dopo”.
Il nuovo, drammatico appello per la pace e la
riconciliazione in Terra Santa viene accolto dai prin-
25
8. I FATTI DEL MESE SULLA STAMPA
cipali quotidiani nazionali del 14/3, impegnati a
riferire dell’udienza generale del Papa, svoltasi di
nuovo nella sede abituale dell’Aula Paolo VI in
Vaticano, dopo che Giovanni Paolo II, la settimana
prima, era stato costretto ad una “sospensione forzata” (limitandosi a salutare le migliaia di fedeli
dalla finestra del suo studio privato, al termine dell’udienza) a causa dei dolori artrosici al ginocchio
destro.
Quelle del Papa, commenta Roberto Monteforte sull’Unità, sono state “parole pronunciate con una
particolare partecipazione dall’anziano pontefice. Proprio in questi giorni, infatti, sono passati due anni dallo
storico viaggio di Giovanni Paolo II in Terra Santa. Due
anni che sembrano anni luce tanto è peggiorata la situazione in quella terra. Ma è ancora impresso nella memoria e nel cuore degli israeliani il gesto del vecchio pontefice vestito di bianco di fronte al Muro del pianto nella
spianata del Tempio, che affida la sua preghiera ad un
biglietto messo tra le fessure del Muro. La sua richiesta
di perdono sembrava potesse aprire nuovi scenari di pace.
Oggi l’amara realtà è lo scenario di morte e di distruzione che coinvolge i due popoli”. La pietà è morta in Terra
Santa, è l’amara sentenza di Igor Man sulla Stampa
(14/3), che osserva che “la rioccupazione dei territori
assegnati dagli accordi di Oslo all’Autorità palestinese è
in atto ormai da settimane, ma da ieri è ‘autorizzata’
sicché Sharon può trascurare che, proprio ieri, le Nazioni
Unite su (tardiva) pressione americana abbiano affermato il diritto, per due Stati, l’israeliano e il palestinese, di vivere in pace, l’uno accanto all’altro, ‘entro frontiere sicure e riconosciute’ ”. L’autore dell’articolo si
sofferma poi sulla morte del fotoreporter italiano
Raffaele Ciriello: “Sette colpi nel torace, non c’è stato
nulla da fare per Raffaele. È morto all’ospedale dove, per
altro, non c’era più plasma perché, dicono i medici, i
posti di blocco israeliani ne rallentano il rifornimento.
Pietà l’è morta. Se un soldato, un giovine soldato il
quale dovrebbe aver inquadrato nel mirino che chi lo
‘punta’ è un tipo biondo di capelli e dunque non può
essere scambiato per un terrorista, un biondo che non
imbraccia il mitra bensì una camera da ripresa, e ciononostante il soldato spara contro quell’innocente bersaglio, chiaramente mosso da un automatismo inumano
figlio della violenza non cieca ma ‘autorizzata’, è davvero segno che pietà l’è morta in Palestina. Mentre scriviamo è un frullato di ‘passi ufficiali’, di speranze
assurde, di durissime condanne”.
26
Il “decalogo per la pace”
Il “decalogo della pace”, consegnato dal Papa ai capi
di Stato e di governo mondiali a poco più di un mese
dall’incontro interreligioso di Assisi, monopolizza l’attenzione dei principali quotidiani nazionali del 5/3,
che titolano: “Il Papa esorta i grandi alla pace”
(Libero), “Giovanni Paolo II detta al mondo il decalogo
della pace” (Tempo), “‘Nessuna violenza nel nome di
Dio’, il Papa invia il decalogo di pace” (Giorno), “Il
Papa scrive ai governanti del mondo, ‘Ecco il decalogo della
pace di Assisi’ ” (Corriere della Sera), “Il decalogo per
la pace del Papa, ‘La politica contro la guerra’ ”
(Repubblica), “Il Papa invia il decalogo per la pace”
(Stampa), “Il Papa scrive ai governanti del mondo, ‘Ecco
il decalogo della pace di Assisi’ ” (Corriere della Sera),
“Il Papa ai capi di Stato: costruite un mondo di pace”
(Messaggero), “Decalogo di pace di Papa Wojtyla ai capi
di Stato” (Mattino).
Secondo Marco Politi (Repubblica), “quelle
solenni dichiarazioni dei capi religiosi di tutto il mondo,
pronunciate il 24 gennaio davanti alla basilica di San
Francesco mentre si accendevano via via lucerne di speranza, dovrebbero diventare nell’intenzione del pontefice la
base di un grande movimento spirituale per costruire un
nuovo ordine internazionale ispirato alla pace, alla giustizia, alla solidarietà”. “Un decalogo per la pace da Assisi a
tutto il mondo”, commenta Orazio Petrosillo sul
Messaggero, sottolineando che “è altamente significativo che questo decalogo sia stato pronunciato il 24 gennaio sotto la grande tenda bianca della pace, in lingue e da
esponenti di tradizioni religiose le più diverse: il sikh e il
parsi, l’ebraico e l’arabo, il cinese e il russo, il coreano e il
giapponese, il tedesco e il greco”. “Di fronte alle tensioni e
ai conflitti, innanzitutto quello tra israeliani e palestinesi,
che continuano a rendere inquieto il mondo – scrive
Alceste Santini sul Mattino –, Giovanni Paolo II ha
deciso di sfidare i potenti della terra. E in primo luogo gli
Stati Uniti a cui non mancò la solidarietà della Santa Sede
dopo l’evento tragico dell’11 settembre, a mettere in pratica quel ‘decalogo’ sottoscritto il 24 gennaio ad Assisi da
sessanta leader religiosi, che si impegnarono a rifiutare,
per la prima volta nella storia, ogni forma di violenza ed
a lavorare insieme per la pace e la giustizia perché ‘la religione non deve mai più diventare motivo di conflitto e di
odio’ ”. Quella del Papa, osserva il vaticanista, è “una
sfida a raccogliere con coraggio le linee programmatiche di
quel decalogo, all’interno di ciascun Paese e nelle relazioni
8. I FATTI DEL MESE SULLA STAMPA
internazionali, per superare quanto oggi divide e spinge
allo scontro. Una iniziativa di grande rilevanza politicodiplomatica perché rivolta a sollecitare i capi di Stato e di
governo a compiere atti concreti, e non soltanto dichiarazioni di intenti, perché non vacilli la speranza in una pace
vera tra le componenti della famiglia umana”.
Il card. Ruini
al Consiglio permanente della Cei
Sono gli accenti “politici” della prolusione del card.
Ruini al Consiglio permanente della Cei, quelli maggiormente sottolineati dai principali quotidiani nazionali del 12/3. Alcuni titoli: “Ruini ai politici: più autocontrollo” (Corriere della Sera), “Attacco di Ruini al
governo: ‘Immigrati, legge sbagliata’ ” (Repubblica),
“Ruini: immigrazione, legge discutibile” (Stampa),
“Ruini: discutibile la legge sull’immigrazione, bene la
riforma Moratti” (Sole 24 Ore), “Ruini esorta: nella
nuova legge più solidarietà” (Messaggero), “Il cardinale
Ruini: ‘Un provvedimento discutibile il nuovo disegno di
legge sull’immigrazione’ ” (Tempo), “Ruini: ‘Troppa litigiosità nella politica italiana’ ” (Libero), “Il card. Ruini
attacca: ‘Legge troppo severa’ ” (Gazzetta del Mezzogiorno), “Altri sei annegano, i vescovi accusano”
(Unità), “Politici, litigate troppo” (Giorno), “Ruini
critica la nuova legge: ‘Poco solidale’ ” (Mattino).
“Giudizio positivo sulla riforma scolastica progettata
dal ministro Letizia Moratti, ma accompagnato da una
dura critica alla legge sull’immigrazione. Un richiamo ai
sindacati perché non si arrocchino in difesa dell’articolo
18 e un invito per tutti a diminuire la conflittualità politica, perché soltanto con ‘autocontrollo’ e ‘lungimiranza’ il
‘peculiare bipolarismo italiano potrà maturare e non degenerare’ ”. Luigi Accattoli, sul Corriere della Sera,
sintetizza in questi termini gli spunti principali della
prolusione, per quanto riguarda la politica interna. “Si
è tenuto molto sulle generali, il presidente della Cei”, commenta Marco Tosatti sulla Stampa, e precisa: “un
punto specifico dell’attività del governo invece è entrato in
dettaglio, ed è la legge sull’immigrazione”. Secondo
Marco Politi (Repubblica), “la Chiesa boccia la politica del governo sull’immigrazione (...). Sbagliato legare i
permessi di soggiorno al contratto di lavoro e poi sono
troppo severe le pene per i ricongiungimenti familiari (...).
Ma è soprattutto la filosofia di fondo della legge che il cardinal Ruini considera discutibile, perché per la cultura cat-
tolica il ‘prossimo’ e lo straniero non possono mai essere
trattati con un approccio xenofobo, cioè come ‘un avversario minaccioso’”.
“Una posizione fortemente critica verso il nuovo disegno di legge sull’immigrazione, l’assenso altrettanto esplicito alla riforma della scuola del ministro Moratti, ma
anche il richiamo a tutte le forze politiche ad uscire dall’attuale clima di rissa e di scontro per tornare a guardare
al bene comune del Paese”. Sono questi, per Francesco
Peloso (Tempo), alcuni temi “caldi” toccati dal presidente della Cei, che sul piano internazionale ha anche
“ribadito la richiesta – già avanzata da Giovanni Paolo II
– per un immediato cessate il fuoco in Terra Santa”. In
particolare, osserva l’autore dell’articolo, “il richiamo al
Parlamento per una modifica delle nuove norme relative
all’immigrazione è stato avanzato in modo netto dal vicario del papa”. Secondo Riccardo Meci (Giorno), quello del card. Ruini è stato un “sostanziale appoggio al
governo sulla riforma del mercato del lavoro e dell’articolo 18 ed invito alle forze sociali e ai partiti a ridurre conflittualità e proteste di piazza. Sì condizionato alla riforma della scuola e plauso al disegno di legge sull’immissione in ruolo degli insegnanti di religione. No alle nuove
norme sull’immigrazione. Sì ad una ‘rapida soluzione legislativa’ in tema di procreazione assistita. Infine l’auspicio
che vi sia una ‘reale inversione di tendenza nelle politiche
di sostegno della famiglia e della natalità (...). Nella prolusione, il presidente della Conferenza episcopale ha parlato diffusamente di questioni internazionali e di temi pastorali e solo in coda ha trattato la politica interna. Ma in
quelle tre, scarse cartelle finali della relazione, si leggono,
tra le righe, alcune novità”. Meci le elenca: “Innanzitutto, una critica ai sindacalisti impegnati nel braccio di
ferro col governo (...). Poche righe prima, Ruini aveva
lamentato l’eccessiva conflittualità (...). Sulle singole
riforme, il giudizio è vario”.
Le “ambiguità” della piazza
Manifestazioni di piazza, girotondi attorno alla Rai
e ai Palazzi di giustizia, sono i segnali di una “mobilitazione diffusa” che “ha attecchito nell’opinione pubblica,
illuminando un sentimento che non appariva, perché oscurato dalla delusione. Ma anche dalla incapacità degli attori politici di dargli visibilità. Rappresentanza”. La tesi è di
Ilvo Diamanti, che sulla Repubblica del 12/3 parla
della “forza d’urto del nuovo dissenso”.
27
8. I FATTI DEL MESE SULLA STAMPA
“Si parlava, nei mesi scorsi – spiega il sociologo –, di
una società che ha smesso di protestare, dopo anni di
malessere rumoroso, nei confronti delle istituzioni e del
governo centrale (...). Oggi assistiamo a una mobilitazione espressa dall’‘altra faccia’ dei ceti medi. Composta dagli
insegnanti, dai funzionari, dagli impiegati, dagli intellettuali e dai dirigenti, che operano, perlopiù, nel settore pubblico. Reduci da un decennio silenzioso e mesto. Contagiati
da una ‘sindrome da declino’. Coinvolti nella critica dello
Stato e del ‘pubblico’. Ridimensionati sotto il profilo del
reddito e del prestigio sociale. Protagonisti delle proteste
degli anni ’70, nel decennio trascorso avevano ripiegato le
loro bandiere (...). Da questo versante sociale è partita la
scintilla. Accesa dall’happening di Nanni Moretti, un
mese fa, a piazza Navona. Così, le manifestazioni
dell’Ulivo, un po’ tristi e scarsamente partecipate, fino a
quel giorno, si sono animate e moltiplicate. E sono ‘scappate di mano’ ai leader dei partiti per passare in quelle dei
professori, dei militanti, degli intellettuali piccoli e medi
che operano in provincia”. Questa mobilitazione, osserva Diamanti, “fa notizia” e “gode di un ampio consenso”,
visto che “ha imposto i suoi contenuti, condivisi da un
terzo di cittadini”. A proposito del significato di questo
28
nuovo tipo di protesta per così dire “popolare”, il
sociologo sostiene che è “ambivalente”: da un lato,
infatti, si situa contro la “normalizzazione” della “stagione di cambiamento degli anni 90”, contro “le pressioni esercitate nei confronti della magistratura” e “contro il
governo di centrodestra”. Dall’altro, però, è anche “contro la delusione generata dalla divisione e dalla distanza
del centrosinistra dalla società”. Questo l’identikit che
Diamanti, sulla base di recenti sondaggi, traccia dei
protagonisti attuali delle proteste di piazza: “Il sostegno
alla mobilitazione (...) cresce nei giovani fra i 25 e i 35
anni e negli adulti, fra i 35 e i 54 anni. Cala, quindi, fra
i giovanissimi (che preferiscono il no-global) e tra i più
anziani. Aumenta fra gli impiegati pubblici, gli insegnanti, i dirigenti, fra le persone in possesso di laurea e di diploma, nelle città piuttosto che nei piccoli centri”. Questo
vuol dire, commenta il sociologo, che la mobilitazione
è estesa “oltre i confini del centrosinistra (...). Il malessere striscia, in questa fase, anche fra gli elettori del centrodestra. Le mobilitazioni lo hanno intercettato e reso
palese. Complice una certa delusione, rispetto alle politiche
del governo, in materia di giustizia, Europa, conflitto di
interessi”.
Smultimediali
egnalazioni
Francesco di Sales.
Contro-storia di un mansueto
Enzo Bianco, Leumann (Torino), Elledici, 2002,
pp. 208, euro 9.
È una nuova biografia dedicata a san Francesco di
Sales (1567-1622), ispiratore della spiritualità di don
Bosco e patrono dei giornalisti. Senza dubbio, una figura tutta da riscoprire superando alcuni luoghi comuni,
come promette il sottotitolo del libro: la storia, non la
scrivono solo i “violenti”, ma anche i “mansueti”. E in
questa prospettiva la parabola umana e religiosa di
Francesco di Sales è una luminosa testimonianza dell’idea cristiana della mansuetudine, una virtù realmente controcorrente e “rivoluzionaria”. Fu Pio XI, nel
1923, a proclamare san Francesco di Sales “patrono dei
giornalisti cristiani”: ripercorrerne la vita, può essere
utile a riflettere su questa professione così importante
per l’esercizio dei diritti civili e per la sopravvivenza
stessa della democrazia. Il volume, dal taglio decisamente divulgativo, è il frutto di anni di studi e di ricerche da parte dell’autore, sacerdote salesiano, giornalista e saggista. Per altre notizie: www.elledici.org.
Il cammino dell’evangelizzazione.
Problemi storiografici
Giacomo Martina e Ugo Dovere (a cura di),
Bologna, Il Mulino, 2001, pp. 337, euro 26.
Questo volume raccoglie gli Atti del XII convegno di
studio dell’Associazione italiana dei professori di Storia
della Chiesa, svoltosi a Palermo dal 19 al 22 settembre
2000 (in collaborazione con la Facoltà Teologica di
Sicilia) e viene pubblicato con il contributo della
Conferenza episcopale italiana. Obiettivo del convegno, come si ricorda nella presentazione, è stato quel-
lo di “offrire un apporto scientifico di comprensione e
di valutazione storica del processo di evangelizzazione,
tracciandone una sorta di bilancio storiografico di
massima” e soffermandosi su alcuni snodi essenziali in
cui si presenta più spiccato “il confronto/scontro tra
vangelo e culture”: un bilancio dove, accanto a pagine
luminose ed esemplari, non mancano “certi sostanziali fallimenti dell’azione evangelizzatrice della Chiesa e
taluni ambigui processi di inculturazione della fede a
tutto vantaggio dell’etnocentrismo europeo”. Firmano
i contributi alcuni grossi esperti del campo: Giacomo
Martina, Paolo Siniscalco, Vittorio Peri, Giacomo Di
Fiore, Gaetano Zito, Fidel Gonzalez Fernandez, Ralph
M. Wiltgen, Willi Henkel e Jean Comby. Per altre notizie: www.mulino.it.
Islam, Cristianesimo,
Ebraismo a confronto.
Conoscere per una cultura di pace
Autori vari, Casale Monferrato, Piemme Pocket,
2002, pp. 813, euro 9,90.
Esce nell’agevole collana Piemme Pocket questo
dizionario edito per la prima volta nel 1991 (tradotto
da un’opera originale tedesca) successivamente riveduto e ampliato. Lo scopo è molto pratico: ad ogni tema
(come “Dio”, “Libertà”, “Pace” o “Scienza”) fa seguito
l’illustrazione del rispettivo punto di vista sostenuto
dalle tre grandi religioni monoteistiche. Come dire, si
ripercorrono voce per voce la storia, le tradizioni e gli
insegnamenti di tutti i figli di Abramo. Ogni voce
mette in rilievo le convergenze e le diversità che lo stesso concetto assume nelle tre diverse religioni, con
numerosi riferimenti ai testi sacri e ai principali maestri di ciascuna tradizione. Completano il volume
(nato dalla collaborazione di molti validi esperti di
livello internazionale) una tavola cronologica sinottica
e una bibliografia. È quindi un ottimo strumento di
consultazione sia per gli studiosi delle religioni, ma
soprattutto per chiunque sia impegnato nel dialogo
interreligioso, oltre che, naturalmente, per gli operatori del’informazione e della comunicazione che trattano
questi temi. Per altre notizie: www.edizpiemme.it.
Siamo ancora vive!
Amalia Navarro, Edizioni Messaggero Padova,
2002, pp. 115, euro 7,50.
Non ci si può mai stancare di leggere le memorie di
chi, durante la seconda guerra mondiale, ha subìto
l’immenso oltraggio della Shoà, lo sterminio sistematico degli ebrei voluto dal regime di Hitler. Questo libro
29
9. SEGNALAZIONI MULTIMEDIALI
racchiude la testimonianza diretta di una sopravvissuta. Amalia Navarro, nata a Venezia nel 1917, viene
arrestata con tutta la sua famiglia il 5 maggio del 1944.
Dopo aver attraversato le più atroci esperienze in vari
campi di concentramento nazisti, riesce a tornare nella
sua città natale dove scrive, a caldo, un diario denso di
orrori. Un testo che lei non ha mai voluto rileggere da
allora e che solo adesso ha deciso di pubblicare dedicandolo alla madre, al fratello e a tutti gli altri ebrei
uccisi dalla follia nazista: “perché la memoria di tanta
sofferenza non sia tanto presto sepolta nel cuore degli
uomini”. Il libro, prefato da Moni Ovadia, fa parte
della collana “terra & cielo” delle Edizioni Messaggero
Padova diretta da Laura Pisanello (sottotitolo: “orizzonti che si toccano nella vita dell’uomo”). Fra gli altri
titoli ricordiamo: “Nocciolo d’oliva” (Erri De Luca),
“Storia di Elsa” (Rodolfo Doni), “Lasciamo correre
via” (Chris Cappell). Per notizie e approfondimenti:
www.messaggerosantantonio.it.
Encyclopaedia Britannica 2002
32 volumi, Led International, euro 1650.
Per la prima volta la prestigiosa “Encyclopaedia
Britannica”, nata nel 1768, viene distribuita direttamente in Italia. Per chi conosce la lingua inglese, è
uno strumento di lavoro preziosissimo. Questa
nuova edizione, fedele come sempre allo spirito della
tradizione e alla solidità del passato, presenta una
revisione accurata e puntuale di tutti i suoi articoli
e illustrazioni, con un linguaggio chiaro e preciso, e
la possibilità di una consultazione rapida ed efficiente. Curiosando fra i 32 volumi dell’opera, si
possono leggere anche le biografie di personaggi del
mondo dello sport e dello spettacolo, riflessioni e
dibattiti su temi cruciali come la globalizzazione, la
storia e le attività delle più famose organizzazioni
umanitarie. In questo modo, l’“Encyclopaedia
Britannica” si propone come “una vera e propria
porta d’accesso al sapere”. L’opera ha anche un sito:
www.britannica.com. Per altre notizie: [email protected].
Vita consacrata
Cd-rom, J. Aubry-G. Poli-P. Crespi (a cura di),
Leumann (Torino), Elledici, 2002, euro 30,47.
Negli ultimi decenni il magistero della Chiesa cattolica ha prodotto un’ampia serie di testi allo scopo
di orientare il lavoro di rinnovamento intrapreso da
tutti gli istituti religiosi all’indomani del Concilio
Vaticano II. Questo cd-rom raccoglie i documenti
30
ecclesiali sulla vita consacrata dal 1963 a oggi. Un
vero e proprio archivio digitale, dunque, uno strumento pratico e agevole che si pone come punto di
riferimento essenziale per riflettere su missione e
vocazione dei consacrati nel mondo contemporaneo.
Altre informazioni si possono trovare navigando nel
sito dell’editrice: www.elledici.org.
Navigando nella rete
Comunità di Premaor
Diocesi
di Vittorio Veneto
http://www.puntohit.com/premaor/
La Comunità di Premaor, collegata al Seminario
diocesano di Vittorio Veneto (TV), accoglie giovani e
adulti per due anni di ricerca vocazionale, nei quali alla
vita comunitaria si accompagnano gli studi preparatori alla teologia.
Il sito presenta la Comunità vocazionale, nata nell’estate del 1988. Ha una sua collocazione appartata
rispetto al Seminario Diocesano, nella canonica del
piccolo paese di Premaor (Miane), e una gestione per
certi versi autonoma, allo scopo di svolgere nel modo
più efficace il suo servizio.
La proposta è quella di “staccare” almeno una
domenica al mese, per concedersi un momento di particolare ascolto di Dio, aiutati da alcuni sacerdoti e da
un gruppo di fratelli.
Nella sezione iniziative si presentano i gruppi Tabor
e Diaspora. «Ci rivolgiamo anzitutto ai giovani – dicono Fabio e Alessandro, studenti della Comunità di
Teologia – e a chi sente il bisogno di ricercare la
volontà di Dio, per lasciare illuminare da Lui la propria
vita. Per questo offriamo ai singoli e ai gruppi giovanili la possibilità di un incontro per una conoscenza e
uno scambio di esperienze».
Nel corso degli anni, diversi giovani e adulti hanno
sperimentato l’aiuto di questi mezzi per la scoperta
della propria vocazione e si sono lasciati condurre a
realizzarla, come semplici cristiani, come padri di
famiglia, o nella consacrazione di tutta la vita come
presbiteri e religiosi.
AGESCI
http://www.agesci.org/
L’Associazione Guide e Scouts Cattolici Italiani fu
fondata nel 1974. Oggi conta circa 200.000 membri in
30
9. SEGNALAZIONI MULTIMEDIALI
tutta Italia, organizzati in più di 1.600 gruppi locali e
divisi in unità in relazione all’età. Il metodo si basa su
quello pensato nel 1907 da Lord Baden Powell allo
scopo di «costruire buoni cittadini».
Il sito presenta, in apertura, le novità: in particolare documenti, testimonianze e spiritualità. Nelle
informazioni utili compaiono i principali link ad illustrare l’impegno dell’Agesci in diversi campi sociali,
tra i quali la cancellazione del debito dei Paesi poveri.
Il Calendario dei Campi evidenzia gli eventi distinti per le fasce di appartenenza (capi, ragazzi, quadri e
formatori). “Metodo”, “Formazione Capi” con la Rete
formatori, “Documentazione” sono le sezioni dedicate espressamente agli appartenenti dell’associazione.
La storia del cammino percorso dall’Agesci in tema
di catechesi ed educazione alla fede è sviluppata nel
“Sentiero Fede”, con le linee guida che orientano i
Capi e le schede divise per categoria.
La sezione Stampa offre i comunicati ufficiali, mentre dalle Regioni si può accedere ai siti italiani cliccando le zone di interesse su una cartina.
L’Agesci segue anche progetti di accoglienza (attività
culturali e assistenziali) in favore degli immigrati dal
Sud del mondo. Inoltre, dal 1992 ha sviluppato programmi di cooperazione in Albania, “Volo d’Aquila”, e
in Croazia e Slovenia, “Gabbiano Azzurro”.
Santuari.it
Collegamento
Nazionale Santuari
http://www.santuari.it/
Il Collegamento Nazionale Santuari è un’Associazione che riunisce i Santuari italiani. Nell’ambito di un
programma comune della pastorale utilizza centralmente servizi informativi e di gestione on-line personalizzati.
Il sito ha un funzionale motore di ricerca dei santuari italiani e, nelle proprie pagine interne, mette a
disposizione degli associati uno spazio su Internet
(completo di indirizzo e-mail personalizzato) dove
poter pubblicare la fede e la storia del santuario, le
opere artistiche, notizie sull’ambiente, la vita locale e
l’accoglienza.
Un nuovo curioso servizio consente di spedire una
cartolina virtuale del santuario scelto attraverso il
motore di ricerca.
Le feste del santuario sono consultabili attraverso
un calendario sul quale si sceglie la data di interesse: il
risultato offre una panoramica delle manifestazioni
popolari e religiose con una ricca documentazione.
La rivista di Cultura Mariana «La Madonna», organo di informazione del CNS, è presente in una sezione
a parte nella versione ipertestuale, completa dei numeri arretrati.
L’opportunità che viene data ai Rettori dei santuari
è importante: visibilità e quindi promozione del turismo religioso e devozionale, incremento della pastorale dei santuari, divulgazione della spiritualità mariana,
sviluppo e orientamento per la produzione e diffusione
dell’arte sacra e qualificazione degli altri strumenti
utili alla devozione popolare.
Centri di Preparazione
al Matrimonio
http://www.cpm-italia.it/
Coppie di sposi inseriti nella Chiesa si incontrano
con i fidanzati in un cammino di accompagnamento
e confronto per la loro preparazione umana e religiosa al matrimonio cristiano. Tutto questo lo si vede
nel sito della sede nazionale dei Centri di Preparazione al Matrimonio che, in Rete, presenta struttura,
metodo e servizio del CPM, propone riflessioni di
coppia e riti per i giovani, informa sulle Giornate
internazionali, pubblica il calendario degli incontri e
dà la possibilità agli interessati di scaricare libri e
sussidi pensati e scritti da coppie che narrano il loro
cammino di fede.
I CPM sono nati in Francia nei primi anni ’50
quando alcune coppie di sposi hanno sentito il bisogno
di comunicare alle famiglie in formazione la propria
esperienza di fede e di vita.
Dalla Francia si è poi diffuso in molti altri paesi ed
attualmente è presente in Belgio, Canada, Francia,
Italia, Lussemburgo, Madagascar, Olanda, Portogallo,
Spagna, Slovenia, Svizzera, Repubblica Ceca, Malta,
Federazione Isole Oceano Indiano. Ogni anno circa
8000 gruppi CPM incontrano oltre 400.000 fidanzati.
In Italia è sbarcato nel 1964 a Torino e oggi è diffuso
soprattutto nelle diocesi del nord e del centro.
L’Associazione pubblica, tramite l’Elledici di Torino,
dei sussidi per le famiglie, i gruppi-famiglia, i coniugi,
i fidanzati e gli operatori della pastorale familiare. Il
più importante è senz’altro il trimestrale “Famiglia
Domani” già adottato da molti Uffici Diocesani
Famiglia come sussidio per un cammino di fede con le
coppie. Una sezione dedicata al periodico offre tutte le
informazioni sulla “Stampa e pubblicazioni” a cura del
CPM.
31
Ae segnalazioni
ppuntamenti
Master in scienze
del matrimonio
e della famiglia
Sono aperte le iscrizioni al
Master in scienze del matrimonio e
della famiglia, promosso dall’Ufficio
nazionale per la pastorale della
famiglia in collaborazione con il
Servizio nazionale per il progetto
culturale, la Fondazione Luigi e
Maria Beltrame Quattrocchi e il
Pontificio Istituto Giovanni Paolo II
per studi su matrimonio e famiglia.
L’iniziativa intende favorire la crescita della competenza nel campo
della teologia del matrimonio e
della famiglia e il costituirsi di una
rete di famiglie che maturino nella
propria identità vocazionale, sacramentale e pastorale. Il Master è
biennale. Il primo anno comporta le
residenza a Roma per la frequenza
dei corsi di base (antropologia filosofica, introduzione alla teologia
morale fondamentale, etica filosofica e teologica della sessualità
umana, la dottrina sociale della
Chiesa e la famiglia, filosofia del
diritto matrimoniale e familiare,
sociologia della famiglia, elementi
32
di demografia, bioetica generale e
bioetica applicata) e dei corsi dei tre
indirizzi (pastorale, psicopedagogico
e giuridico). Il secondo anno comprende tre sessioni di due giorni di
studio intensivo con laboratori in
ciascuno dei tre indirizzi. Il termine
delle preiscrizioni da inviare all’Ufficio nazionale della CEI per la
pastorale della famiglia è il 30 maggio 2002.
tedrale di Brindisi; 19 aprile Parrocchia del Sacro Cuore di Altamura; 20 aprile Parrocchia dello
Spirito Santo di Bari; 25 aprile
Cattedrale di Monopoli; 26 aprile
Cattedrale di Trani; 27 aprile Parrocchia di Santa Maria delle Grazie
in Santa Rosa a Lecce.
Duc in altum.
Il volto di Cristo nella
musica e nell’arte
Internet:
un nuovo Forum
per proclamare
il Vangelo
Milano 9-11 maggio 2002
Le diocesi di Foggia-Bovino,
Brindisi-Ostuni, Altamura-Gravina-Acquaviva delle Fonti, BariBitonto, Conversano-Monopoli,
Trani-Barletta-Bisceglie e Lecce, in
collaborazione con l’Orchestra Mediterranea dell’Icom di Monopoli e
il Coro Polifonico “S: Mercadante”
di Altamura, promuovono dal 13 al
27 aprile la serie di concerti multimediali “Duc in altum. Il volto di
Cristo nella musica e nell’arte”.
L’iniziativa intende raccogliere l’invito del Papa nella Novo Millennio
Ineunte alla contemplazione del
Volto di Cristo. Attraverso la grande
musica sacra, la lettura di alcuni
brani evangelici e la recitazione di
brevi meditazioni, ciascuna serataconcerto racconta sei momenti
salienti della vita di Gesù: l’incarnazione, l’inizio del ministero pubblico, le beatitudini, la passione e la
morte, la risurrezione e il mandato
missionario ai discepoli. La narrazione musicale comprende l’esecuzione di brani correlati ai diversi
momenti, mentre i testi richiamano
problemi e situazioni di oggi e le
immagini mostrano opere d’arte
celebri. Il calendario delle serate,
ciascuna delle quali ha inizio alle
ore 20.15, è il seguente: 13 aprile
Cattedrale di Foggia; 14 aprile Cat-
L’ufficio Nazionale per le Comunicazioni Sociali della C.E.I,
l’Università Cattolica del Sacro
Cuore - Dipartimento di Scienze
della comunicazione e dello spettacolo e l’Osservatorio sulla comunicazione della medesima Università
hanno organizzato a Milano, dal 9
all’11 maggio un Convegno di studi
dedicato alle nuove prospettive
aperte da Internet all’annuncio del
Vangelo. Il Convegno si terrà presso
la sede dell’Università Cattolica,
Largo Gemelli 1, e vedrà al aprtecipazione di docenti universitari ed
eseprti di mass-media tra i quali i
professori universitari Fausto Colombo, Mario Maggioni, Alberto
Quadrio Curzio, Riccardo Petrella,
Adriano Fabris, Andrea Grillo, Ivan
Morrison, Giuseppe Romano, Stefano Martelli, Francesco Botturi,
Giuseppe Richeri,. Marco Somalvico e Francesco Casetti; Il Segretario
Generale della C.E.I., Mons. Giuseppe Betori e ildirettore di Avvenire, Dino Boffo. È previsto l’intervento del Ministro dell’Innovazione
tecnologica, Luciano Stanca. Per
maggiori informazioni ricolgesri
all’Univesrità Cattolica del Sacro
Cuore - Servizio Informazione Permanente tel. 02/7234.5701 e-mail
<mailto:[email protected]>
[email protected] o sui
siti: www.unicatt.it/forumvangelo
e www.chiesainrete.org.
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Imp. Osservatorio 4/2002 - Chiesa Cattolica Italiana