4 2002 SSERVATORI O & O COMUNICAZIONE CULTURA Ufficio Nazionale per le comunicazioni sociali Circ.ne Aurelia, 50 • 00165 Roma • Tel. 06.66398.209 • Fax 06.66398.239 - http://www.chiesacattolica.it • E-mail: [email protected] Servizio nazionale per il progetto culturale Circ.ne Aurelia, 50 • 00165 Roma • Tel. 06.66398.288 • Fax 06.66398.272 - http://www.progettoculturale.it • E-mail: [email protected] 1 Editoriale 2 Approfondimenti 3 Dossier Comunicare il Vangelo nelle culture del tempo libero, turismo e sport Carlo Mazza . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 2 Un nuovo servizio pastorale: il webmaster Francesco Diani . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 4 Il progetto di ricerca su “L’identità meridionale” Ciro Sarnataro . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. Il Convegno su “L’identità dell’Italia Meridionale” Adolfo Russo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 6 9 4 Comunicazioni sociali • “Progetto comunicazione” a Lamezia . . . . . . . . . . . pag. • Consis: corso per operatori editoriali • A Palermo un corso per operatori della cultura e dei media • Bari: al via la sperimentazione per il laboratorio teatrale 12 5 Progetto culturale • Cantiere aperto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. • Beni culturali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. • Laboratorio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 15 18 18 6 Novità dai media cattolici • I giovani bolognesi i più esperti di Bibbia . . . . . . . . . pag. • Nova-T compie 20 anni • Un “Sito internet” per ogni parrocchia • Caritas e SiCei cultura della solidarietà 21 7 Economia dei media • Fieg: eletti i nuovi vertici . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. • Publitalia: utile per 80 milioni di euro • Podio italiano per il libro elettronico • Editoria: crisi degli investimenti pubblicitari 23 8 I fatti del mese sulla stampa • Il Papa e la Terra Santa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. • Il “decalogo per la pace” • Il card. Ruini al Consiglio permanente della Cei • Le “ambiguità” della piazza 25 9 Segnalazioni multimediali • Francesco di Sales. Contro-storia di un mansueto . pag. • Il cammino dell’evangelizzazione. Problemi storiografici • Islam, Cristianesimo, Ebraismo a confronto Conoscere per una cultura di pace • Siamo ancora vive! 29 • Navigando nella rete . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 30 • Master in scienze del matrimonio e della famiglia. . pag. • Duc in altum. Il volto di Cristo nella musica e nell’arte 32 10 Appuntamenti e segnalazioni 1. EDITORIALE Cil Vangelo omunicare nelle culture del tempo libero, turismo e sport CARLO MAZZA* o spirito che pervade gli “Orientamenti pastorali” della CEI valorizza e incrementa i processi di umanizzazione nel quadro di riferimento della verità della persona di Cristo e della salvezza da lui offerta all’uomo di ogni tempo. In questo orizzonte di senso dal documento è possibile trarre qualche considerazione utile ad illuminare non solo il rapporto “Chiesa-tempo libero-turismo-sport” in genere, ma altresì la rispondenza di tali fenomeni all’acquisizione dei valori umani e al raggiungimento dei fini cristiani come patrimonio indispensabile della persona. L Scrivono i Vescovi: “Compito primario della Chiesa è testimoniare la gioia e la speranza originate dalla fede nel Signore Gesù Cristo, vivendo in compagnia degli uomini” (Orientamenti pastorali, 1). Il desiderio di felicità e di autenticità, perenne anelito dell’uomo, emerge con forza e a volte con accenti esaltanti. Questo è in sé bello e positivo, ma non può essere totalizzante o escludente altre dimensioni dell’umano. Il puro desiderio di gioia e di emozioni nuove non basta. È necessario integrarlo con il riconoscimento degli altri, della propria storia, del trascendente (cfr. ivi, 37). Questo porta ad un impegno che faccia crescere oltre che i valori corporei, emotivi, estetici, quelli radicati nella dimensione spirituale della persona umana (ivi, 38). Sappiamo d’altra parte che è solo dalla comunione profonda e personale con “il mistero del Dio vivente e vero, fonte di gioia e di speranza” (ivi, 44) che si esaudisce il desiderio umano e trovano compimento le attese dello spirito. Gioia e speranza sono virtù che richiedono partecipazione attiva della persona, consapevolezza e costanza di poterla acquisire, contesti strutturali e caldamente esistenziali che promuovono la loro attuazione. Nella vacanza, nel turismo e nella pratica sportiva questo diventa possibile se il vissuto personale e comunitario viene arricchito da autentici valori umani e cristiani, acquisiti in un cammino di formazione permanente. 1. Tempo di gioia e di speranza L’uomo ha un irrefrenabile bisogno di felicità. Va alla ricerca di tempi e luoghi dove diventa possibile sperimentarla. La Chiesa nel tempo libero e nelle attività connesse – appunto perché è esperta di umanità ed è a servizio dell’uomo – svolge un compito teso a favorire il piacere di vivere e l’incontro gioioso tra le persone, come segno indotto dalla fede e dalla novità dell’annuncio cristiano. 2 2. Tempo per un uomo più vero Nell’attuale crisi antropologica caratterizzata da uno smarrimento dei valori portanti della vita, si avverte l’urgenza di fermarsi, di guardare dentro di sé e di sentirsi in compagnia. Silenzio e solitudine, parola e compagnia devono coniugarsi in modo armonico nel sentire profondo della persona per non creare lacerazioni e divisioni interiori. 1. EDITORIALE Scrivono i Vescovi: “La vita umana acquista senso quando vi sono tempi e spazi di riposo e di gratuità, destinati alla relazione tra gli esseri umani” (ivi, 48). Nel tempo libero è la soggettività dell’uomo ad essere protagonista nel suo tendere al benessere totale, valorizzando il tempo in funzione di un ordinato riconoscimento e potenziamento di tutta la persona sia in se stessa e sia nelle sue necessarie relazioni con il prossimo. Per questo è importante riscoprire e rivalorizzare i rapporti interni della famiglia, della forma relazionale dell’amicizia e della cittadinanza per consolidare i vincoli parentali e comunitari attraverso solidarietà. mutualità, gratuità. Le concrete condizioni del vivere quotidiano stabiliscono la qualità e gli effetti del vissuto del tempo e vanno minutamente verificate perché corrispondano ad un progetto educativo e culturale centrato sui valori della persona. Infatti tempo libero, turismo e sport diventano incisivi nel cammino perfettivo dell’uomo se inseriti nella costruzione di un umanesimo aperto e solidale. 3. Tempo e cultura per l’uomo Non si vive del solo presente e del solo sentire. L’uomo ha bisogno di solide basi tradizionali, culturali e disponibili a prospettive future; ha bisogno di segni e di simboli. Il vivere umano si alimenta di tutto ciò che è umano, ovunque si trovi. Scrivono i Vescovi che è necessario “prestare attenzione a questa conversione culturale in modo che il vangelo sia incarnato nel nostro tempo per ispirare la cultura e aprirla all’accoglienza integrale di tutto ciò che è autenticamente umano” (ivi, 50). Nel tempo libero la persona acquista una nuova dimensione di conoscenza, di approfondimento delle proprie istanze interiori, del proprio essenziale radicamento nella tradizione, nella memoria storica. Ciò avviene attraverso il linguaggio, le tradizioni, il paesaggio, i beni culturali segni di un passato eloquente, ricco di risonanze e di insegnamenti. Nella condizione dell’uomo post-modemo il tempo libero può dunque diventare un tempo e uno spazio nuovo di vita. Si tratta di avere un po’ di coraggio in modo da privilegiare l’uomo nella sua triplice dimensione vocazionale di identità, di appartenenza e di finalità trascendente. Il tempo libero non va abbandonato a se stesso e lasciato in preda agli interessi commerciali, come semplice fattore economico di sviluppo, ma deve essere orientato verso mete più umanizzanti e più complessive capaci di incrementare le forme vitali della cultura, delle relazioni umane, della famiglia e delle generazioni giovanili * Direttore Ufficio Nazionale CEI per la Pastorale del tempo libero, turismo e sport 3 2. APPROFONDIMENTI Upastorale: n nuovo servizio il webmaster FRANCESCO DIANI* N on un Convegno, non un seminario, ma il Forum è stata la modalità scelta per lavorare in modo più agile e concreto con un numero circoscritto di persone. Erano, infatti, una quarantina i Webmaster cattolici che si sono ritrovati al “1° Web’s Forum” che si è tenuto a Roma dal 28 febbraio al 1° marzo nella sala congressi di Villa Aurelia e che è stato trasmesso in diretta on-line dalle pagine di www.chiesacattolica.it. Un momento utile non solo per una condivisione esperienzale, ma soprattutto per immaginare alcune ipotesi di coordinamento, di interazione, di progettualità partecipata con la messa a punto di idee mirate a sostenere e migliorare le molte iniziative in Internet della comunità ecclesiale. Organizzata dall’Ufficio nazionale per le Comunicazioni Sociali e dal Servizio Informatico della Cei, l’iniziativa intitolata “Chiesa in rete: esperienze e prospettive” ha avuto la felice circostanza di iniziare i propri lavori proprio nel giorno in cui il Pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali ha presentato i due documenti “Chiesa e Internet” ed “Etica in Internet”. Don Claudio Giuliodori, direttore dell’UCS – e che vengono offerti come un tracciato da seguire nell’impostare e sviluppare le nostre riflessioni». Opportuno quindi il riconoscimento del fatto che Internet ha ormai una piena cittadinanza ecclesiale e che questi documenti sanciscono anche un’accoglienza ufficiale del World Wide Web tra gli elementi che caratterizzano la missione della Chiesa nel nostro tempo. «In particolare – ha continuato Don Giuliodori – credo che per noi valga quanto detto nel testo “Chiesa e Internet” dove si afferma: “oltre allo studio e alla ricerca è necessario promuovere una positiva programmazione pastorale per l’uso di Internet”. Sottolineo proprio questo aspetto. Noi ci muoviamo sollecitati dall’esigenza di una programmazione, il più possibile organica nel contesto ecclesiale, con la Chiesa che è una comunità di persone; un corpo ben compaginato, come dice San Paolo, dovrebbe portarci proprio ad individuare anche le modalità per una programmazione pastorale organica». Camminando insieme Nell’introdurre i lavori, Don Franco Mazza, vicedirettore dell’Ufficio nazionale per le Comunicazioni Sociali, ha voluto posizionare metodologicamente la presenza dei quaranta Webmaster, in rappresentanza dei seimila siti cattolici: «Abbiamo scelto ciascuno di voi in riferimento alla qualità e anche alla diversità della proposta in Rete. Ci aspetta quindi un compito specifico, legato allo stesso modulo – è un Forum – e quindi dove l’interazione, l’intervento, la partecipazione legata alla vostra esperienza è il contributo importante che vogliamo raccogliere in queste due giornate». L’obiettivo del Forum, infatti, era quello di esplorare gli effetti e le progettualità conseguenziali dell’essere in una società della rete. «L’itinerario che abbiamo scelto per questi due giorni – sottolineava il Dott. Silvestri, direttore del Sicei – vorrebbe condurci a rispondere all’esigenza di dare risposte concrete all’interpellanza di questo tempo della Rete. Scelte intelligenti, innovative sul versante delle infrastrutture e della spendibilità collaborativa». Varcare la soglia Da operatori pastorali nella Rete «Due documenti che raccolgono una serie di riflessioni che in ambito ecclesiale si stanno sviluppando da un po’ di tempo – ha sottolineato nel saluto iniziale Per giungere a questo, l’agenda dei lavori è stata strutturata in alcuni momenti di riflessione e scambio su nodi strategici. Come “Il futuro di Internet”, e qui è 4 2. APPROFONDIMENTI stato il professor Gino Roncaglia, docente di Informatica applicata alle discipline umanistiche presso l’Università della Tuscia di Viterbo, che ha aiutato a coglierlo con la sua presenza, con la sua esperienza. Merito riconosciuto al prof. Roncaglia è proprio l’aver steso anche dei manuali utili per decifrare questo spazio culturale. Come anche “un’analisi qualitativa dei tanti siti cattolici”, di come hanno solcato e solcano il Web. Molti erano lì presenti nella sala, esperienza esponenziale di tanti altri. Ed allora è stato chiesto al prof. Giuseppe Romano, docente di Comunicazione Interattiva presso la Pontificia Università Santa Croce, di fare un’analisi di qualità attraverso le diverse esperienze di siti cattolici in Italia. «Qualche sito si ferma – diceva il prof. Romano – al primo livello informativo. È vero che il verbo dell’informare è proprio della Rete, cioè informazioni veloci; ma la Rete implica solamente questo? Ovvero l’esigenza delle comunità ecclesiali è solo quella di informare, di dire esattamente dove siamo, come è fatta la propria chiesa o gli orari delle Messe e null’altro?». L’interpellanza, così chiaramente rivolta ai presenti, è stato un invito esplicito a muovere i passi all’interno del cammino della comunità ecclesiale che, con capacità creativa, desidera scoprire nuovi ambiti. E questo, se è vero che siamo ancora all’alba, significa che ci incamminiamo in un percorso che ci fa tutti discepoli desiderosi di raggiungere livelli finora inesplorati o strade ancora non battute. Con competenza sinergica I lavori sono proseguiti poi, con una specifica attenzione all’attività che più di ogni altro occupa il quotidiano lavoro del webmaster, cioè quella del “web writing”, per rispondere all’interrogativo: cosa significa “scrivere in rete”? Si sa che non è un “copia e incolla” né si tratta di trasferire esattamente le logiche che si avevano nello scrivere un testo sul giornale e ri-posizionarle in rete. Per questo è stato affidato al professor Umberto Santucci, docente del Master di Comunicazione d’Impresa della Scuola di Management della LUISS, il tema “scrivere in rete, un’arte da imparare”. La seconda giornata ha visto come primo ospite il prof. Salvatore Tucci, responsabile del Sistema informatico automatizzato della Presidenza del Consiglio dei Ministri, in riferimento al “fare sistema nella gestione organizzativa di progetti informatici”. Il tema era in continuità con quanto illustrato il giorno prima dal prof. Roncaglia sugli scenari che si prospettano in riferimento a Internet e quanta attenzione nel nostro essere presenti in questo universo vada posta allo sviluppo delle tecnologie e delle infrastrutture. Questo approfondimento era necessario perché riguardante in maniera più coinvolgente i Webmaster cattolici e, non a caso, il senso del Forum: cosa significa essere presenti in Rete, ed essere in rete tra noi? Ovvero, quale sistema nella gestione organizzativa dei progetti informatici? Nella relazione del prof. Tucci si è cercato di individuare quali potevano essere eventuali progetti e proposte operative da trarre a conclusione del Forum. Per una nuova missione È stato proprio questo il capitolo più pregnante dell’incontro, che della concretezza aveva fatto l’obiettivo esposto in premessa. La qualità e la rappresentatività dei convenuti, principali artefici ed esperti pionieri della presenza ecclesiale italiana in Rete, ha permesso l’emergere delle istanze primarie su cui muoversi indicando, principalmente, progetti che diano supporto ai tre aspetti essenziali che devono tra loro convivere: la comunicazione, la tecnologia e il modello gestionale. Degli innumerevoli interventi e contributi si è fatto carico Don Franco Mazza che si è impegnato, per dare continuità al “Web’s Forum”, ad individuare alcune figure che, all’interno di un Gruppo di Coordinamento, possano elaborare ed attuare un progetto di Forum permanente o di Associazione, e far sì che poi diventi proposta da mettere in Rete e su cui ciascun Webmaster, sullo stile del braistorming, possa interferire, dire, aggiungere o delineare il percorso. Si è così concluso questo primo appuntamento, dove è accaduto un fatto importante, cioè che un dibattito ha cominciato a formalizzarsi da parte di chi sa di avere un ruolo di primo piano in quella che il Papa ha definito una nuova soglia culturale, una nuova frontiera. Ed il primo risultato è stato il cercare di capire come la Chiesa possa muoversi in questa cultura non episodicamente, ma in modo sistematico e coordinato, organico ad un progetto più ampio di cammino comune e di evangelizzazione. * Collaboratore progetti informatici CEI 5 3. DOSSIER Idi lricerca progetto su e ricerche già intraprese negli anni immediatamente precedenti, nelle varie sedi e dalle varie istituzioni accademiche della Facoltà, e precisarne ulteriormente i motivi, anche articolando progetti più particolari. Di quelle attività mi sia consentito di ricordare le principali, che hanno visto la pubblicazione in apprezzati volumi di Atti: • i convegni dedicati alla teologia, all’etica sociale e al discernimento dell’ethos meridionale: S. Muratore – P. Giustiniani, Quale teologia per il Mezzogiorno d’Italia?, Piemme, Casale Monferrato 1994; D. Graziani – I. Schinella (curr.), Quale etica sociale per il Sud Italia?, Rubbettino, Soveria Mannelli 1995; Teologia e chiesa nel Sud Italia. Memoria, coscienza, progetto in Asprenas 43 (1996); Istituto Teologico Calabro, Per un discernimento teologico-pastorale dell’ethos meridionale (Catanzaro, 12-14 marzo 1998), in Vivarium, VI (1998) 2; 1. L’ipotesi di ricerca • Nel febbraio 2000, fra le aree di riflessione e ricerca indicate dal sussidio del Servizio nazionale della CEI per il progetto culturale Tre proposte per la ricerca (“Documenti CEI”, LDC 1999), la Presidenza della Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale pose la sua attenzione sulla terza: «Identità nazionale, identità locali, identità cristiana» (pp. 22-30). Su un tema affine, tra l’altro, era stato realizzato un incontro di studio (9-10 ottobre 1998) in collaborazione tra il Servizio nazionale e le Associazioni Teologiche italiane, i cui Atti erano comparsi nel volume Identità nazionale culturale e religiosa (San Paolo 1999). Nel volume alcuni interventi segnalavano l’esigenza di spingere l’approfondimento del tema in direzione di ricerche rivolte a contesti più particolari, e la necessità non solo di avviare a soluzione il problema della nostra identità collettiva, ma anche di una pedagogia sociale che possa orientare il cambiamento verso un’effettiva partecipazione sociale e religiosa: “Una riflessione articolata dovrebbe contemplare le indubbie differenze tra le regioni e le non meno indubbie diversità tra i segmenti della popolazione” (G. Ambrosio, L’appartenenza religiosa e civile in una stagione di cambiamento, 57-76: 61). Sulla base degli interessanti spunti offerti dal sussidio del Servizio nazionale della CEI, la Presidenza della Facoltà ritenne fosse possibile tentare di dare una più incisiva e organica significatività a un filone di attività la pubblicazione La religiosità nel Mezzogiorno (1998), realizzata come ulteriore approfondimento dei dati dell’inchiesta nazionale La religiosità in Italia, a cura dell’Istituto di Teologia Pastorale e dell’Istituto di Studi e Ricerche Sociali, operanti nelle due Sezioni della Facoltà. Tutte queste attività, erano state realizzate dalle singole sedi e istituzioni della Facoltà, al di fuori di una impostazione unitaria, per la quale era necessaria previamente una riflessione tesa ad elaborare serie motivazioni e proposte per una ricerca organica e unitaria. I tempi andavano maturando. Già nel convegno 1996, il Cardinale Giordano, rilevata in partenza la situazione del nostro tempo, “nel quale profondi mutamenti stanno cambiando la fisionomia del nostro paese, frantumando quell’unità culturale e spirituale che, fiorita sull’unità delle radici cristiane, aveva caratterizzato la nostra storia non solo religiosa, ma anche civile”, (Card. M. Giordano, Teologia e chiesa nel sud in un’Italia che cambia, in Asprenas 43) (1996), 171), lo leggeva anche come tempo di ricerca e di elaborazione di nuove sintesi e di consolidamento di una sinergia tra pastori e teologi. L’ipotesi di ricerca prendeva, dunque, consistenza ragionando intorno alla delimitazione del termine centrale nella formulazione della proposta del Servizio nazionale, cioè “identità locali”, e quindi identità meridionale. C’erano da risolvere numerosi problemi, che venivano man mano emergendo nelle prime fasi di riflessione del gruppo di lavoro che era stato costituito, “L’identità meridionale” CIRO SARNATARO* 6 1. EDITORIALE a partire da una domanda ricorrente: ma esiste un’identità meridionale? E che cosa sarà mai? E ancora: ma questo tema dell’identità, e, in particolare, dell’identità meridionale quali motivi di interesse può presentare ad una Facoltà Teologica? La proposta del Servizio nazionale dichiarava esplicitamente i motivi dell’interesse ecclesiale al dibattito sull’identità nazionale, segnalando ad esempio la problematicità del tema del nesso dell’identità italiana con quella cattolica; invitando a considerare che “non si tratta di riaffermare apologeticamente” quel nesso, o di procedere indebitamente a un loro reciproco assorbimento, ma piuttosto di avere il senso di una nuova coniugazione, di sperimentare creativamente una loro circolarità, assumendosi, tra l’altro, la responsabilità di un confronto con altre componenti culturali della nazione e con le sfide che oggi si impongono a tutti gli uomini. Risultava altrettanto necessario preliminarmente chiarire i motivi dell’interesse di una Facoltà Teologica, cioè di una struttura che fa ricerca, che elabora un pensiero critico, in campi molto specialistici del sapere, al punto che lo studio del tema dell’identità meridionale per certi aspetti sembrava diventare una provocazione. 2. Impostazione e sviluppo della ricerca Il gruppo di lavoro costituito nel febbraio dalla Presidenza della Facoltà si impegnò a concludere la fase di elaborazione del progetto entro giugno 2000, per consentire al Preside di presentarlo ai responsabili del Servizio nazionale per il progetto culturale della CEI onde ottenerne l’inclusione tra le iniziative meritevoli di sponsorizzazione. Il progetto prevedeva l’organizzazione di quattro distinti gruppi di studio, costituiti rispettivamente da storici, sociologi, filosofi e teologi, impegnati a concludere le rispettive ricerche con la loro presentazione in un pubblico seminario di studio, e con la pubblicazione di quaderni con gli Atti dei seminari. La definitiva istruzione dei quattro percorsi di ricerca, soprattutto per la messa a punto degli aspetti di metodo e di precisa individuazione degli ambiti di indagine, per quanto compatibile con un lavoro in progress, avrebbe avuto luogo in un seminario introduttivo da tenere entro dicembre 2000. La prima valutazione 3. DOSSIER dei risultati, invece, avrebbe avuto la sede più opportuna in un seminario conclusivo entro dicembre 2001. È impossibile qui richiamare, sia pure in sintesi, l’articolazione dei singoli percorsi e i contenuti delle specifiche ricerche realizzate, che potranno più utilmente essere conosciuti, accostandosi direttamente ai primi volumi, pubblicati con eccezionale tempestività dalla San Paolo. Ma mi sembra opportuno richiamare alcuni elementi, che aiutano a farsi un’idea della complessità del lavoro realizzato. In primo luogo, è interessante rilevare che al progetto di ricerca hanno preso parte attiva, finora, 36 docenti universitari, di cui 12, cioè esattamente un terzo, provenienti da 6 Università Statali; 18 sono stati i docenti delle quattro strutture accademiche della Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale, e 6 quelli di altre istituzioni accademiche ecclesiastiche. E, forse, come piccoli saggi di tante provocazioni interessanti, ecco alcuni frammenti colti da sintetiche relazioni dei quattro percorsi di ricerca: Il prof. Sportelli (storico): «All’interno dei complessi tratti storici (sociali, economici, politici, istituzionali, culturali) del Mezzogiorno si vengono a sviluppare le vicende delle chiese, dei credenti, della religiosità. Storicamente non è identificabile una chiesa meridionale, bensì una Chiesa che è nel Mezzogiorno d’Italia... L’identità non è un catalogo di caratteristiche comuni, è un vincolo reciproco, motivato da una stretta, comune e omogenea appartenenza storica, che diventa fonte di solidarismo civico e politico e che, generalmente, è la base di una “nazione”... I riferimenti a studi storici recenti inducono a pensare che il Mezzogiorno ha una storia plurale e tante memorie». Il prof. Giustiniani (filosofo): «L’esigenza di una riscoperta delle “radici” ed “identità” cristiane seppure in una situazione di difficile e non conclusa transizione politica e culturale, peraltro all’interno di un quadro europeo oggettivamente assai più ampio e con problemi recenti posti dall’immigrazione di altri continenti, motiva l’esigenza di recuperare correttamente la memoria, con l’apporto di analisi rigorose e serene, anche di tenore storicofilosofico ed antropologico-culturale... Gli snodi storicoculturali mostrano in azione quella che può essere descritta come identità plurale, che tende a determinare un soggetto collettivo variegato, nativamente qualificato da un pensiero dialogico». Il prof. Di Gennaro (sociologo): «Il contributo della 7 3. DOSSIER riflessione sociologica tocca alcuni degli aspetti più sostanziali che, dentro il quadro della dialettica globale-locale, caratterizzano sul piano teorico ed empirico il tema dell’identità in genere e quello dell’identità meridionale in particolare. A partire da una critica dei luoghi comuni più diffusi nelle analisi del Mezzogiorno emerge un dualismo analitico che è lungi dal portare a soluzioni senza via d’uscita. Esso anzi consente di individuare quegli elementi specifici che rendono ancora oggi, nonostante gli integralismi della modernizzazione, il Sud diverso e forse per molti aspetti virtuoso, se si considera che alcuni comportamenti e stili di vita sono l’emblema del sovvertimento delle categorie ferree e distruttive che accompagnano la coatta rapidità della civiltà del mercato». Il prof. Staglianò (teologo): «Parlare del Sud dal punto di vista teologico significa far emergere la storia di inculturazione della fede nelle terre meridionali, che non bisogna solo narrare, ma anche valutare dal punto di vista della comprensione della Rivelazione cristiana e della sua verità. La teologia è così chiamata a praticarsi come “discernimento della verità in una storia” dentro peculiari congiunture sociali e politiche, culturali, e a comprendersi come “esperienza riflessa della pratica dei cristiani attraverso i secoli”. D’altra parte, la ricerca sull’identità della teologia meridionale (l’aggettivo offre spunti per produrre un ampio spettro di opinioni circa il suo significato: è teologia del Sud o semplicemente teologia dal Sud o l’uno e l’altro?) dovrà mettere a fuoco il ruolo svolto dalla teologia nella crescita della fede delle comunità cristiane, sul presupposto... che la maturazione della fede coincide con la capacità del soggetto credente (= la comunità ecclesiale) di farsi interprete e promotore della prassi storica, sostenendo il cammino di liberazione che la gente del Sud ha compiuto ed è ancora chiamato a realizzare». Mentre il lavoro procedeva, tentando di dare elaborate risposte alle questioni, non si poteva non rilevare che episodi imprevedibili avrebbero reso ancora più drammaticamente attuale il tema dell’identità e delle identità culturali e religiose, facendo venire alla luce perfino processi artificiosi di creazione di identità, non privi di pericolo per l’intera convivenza umana. Lo rilevava, ad esempio, in sede di prima valutazione delle attività di ricerca, nel seminario conclusivo del dicembre 2001, il prof. Mazzillo, che rilevava l’intreccio tra le domande che i gruppi di ricerca in più occasioni si erano ripetute sul senso della identità meridionale, sull’opportunità di tale domanda, e sulla sua attualità di 8 fronte ai numerosi e faticosi processi di costruzione di un’identità collettiva di tipo globale, ma anche dallo spiazzamento prodotto dagli avvenimenti dell’11 settembre 2001. Con riferimento a una riflessione di Jeremy Rifkin sulla chiara incapacità dell’Occidente “di comprendere la complessità del mondo islamico” e sulla inutilità del dibattito sulla superiorità di una cultura sulle altre, Mazzillo affermava che proprio nei momenti di conflitto le identità non solo si formano, ma sono indispensabili, aggiungendo: «...non, di certo, le identità fagocitanti le altre, ma quelle che si confrontano e si chiariscono, che imparano il rispetto e la conoscenza altrui, si impratichiscono nello scomodo metodo di “mettersi nelle scarpe degli altri”. Anche per reagire verso una tendenza tutta moderna di costruire artificialmente (mass media in primis) delle identità forzose, comode per chi ha il potere e quindi da confezionare per gli altri». Molti focolai di guerra sono ancora accesi nei cinque continenti, e in ognuno di essi la questione dell’identità è presente, se non proprio come la scintilla che ha innescato le prime tensioni, certamente come un elemento di non trascurabile peso. La contrapposizione tra identità culturali, sociali, religiose, la difesa della propria identità contro reali ingerenze estranee, spesso violente, la ricerca di equilibrio tra l’amore per le proprie radici, il senso di appartenenza a una cultura, che sembra essere destinata a scomparire, e nuove e più ampie aggregazioni sopranazionali, sono fenomeni che stiamo imparando a conoscere e riconoscere più approfonditamente, in tutta la loro complessità. Occorre reagire agli atteggiamenti intolleranti e violenti, alle contrapposizioni alimentate da logiche di potere e interessi di parte, mostrando che solo dal rispetto delle diverse identità locali e in un sereno e positivo incontro delle culture c’è una promessa di futuro per l’umanità. Nei percorsi di ricerca, in più momenti, è stato ribadito che non si può parlare di identità meridionale, ma di “diverse identità meridionali”, perché il Mezzogiorno proviene originariamente da una plurietnicità; ma tali origini sono oggi una risorsa e un investimento per il futuro. L’interrogazione sul senso dell’identità meridionale può trarre luce dalla storia, dall’eredità culturale e dal vissuto, e può a sua volta dare luce alle esperienze di vita dei meridionali, a partire dalla riflessione sul vissuto teologale della gente, dalle esperienze di santità, che hanno sempre un potenziale più o meno 1. EDITORIALE esplicito di rinnovamento e liberazione, e lo hanno espresso a un livello di consapevolezza più o meno avvertita. Il vissuto di santità segna a livelli profondi l’identità di una comunità cristiana e non è privo di influssi positivi sull’intera comunità umana. Far emergere con fondate ricerche questa ricchezza delle Chiese del Sud è un compito doveroso e insieme esaltante, realizza il servizio che le Chiese del Sud hanno diritto di attendersi dalla Facoltà Teologica. “L’interesse ecclesiale al dibattito sull’identità nazionale e sul suo nesso con l’identità cattolica, in vista di una nuova coniugazione e di sperimentare creativamente una loro circolarità”. Una conferma e uno stimolo ulteriore viene, a conclusione di questa prima fase del progetto di ricerca (prima, perché da molte parti giungono sollecitazioni a riprendere il cammino e far vivere ulteriormente l’esperienza), dal grande incontro del 24 gennaio 2002, durante il quale i rappresentanti delle religioni mondiali presenti hanno testimoniato la possibilità e la necessità di un impegno comune per la pace, ed hanno elaborato il documento già celebre come “Il Decalogo di Assisi per la Pace”, inviato da Giovanni Paolo II, esattamente un mese dopo, il 24 febbraio, a tutti i Capi di Stato o di Governo. Il quarto impegno recita testualmente: «Ci impegniamo a difendere il diritto di ogni persona umana a condurre un’esistenza degna, conforme alla sua identità culturale, e a fondare liberamente una propria famiglia» (Il «Decalogo di Assisi per la Pace» inviato a tutti i Capi di Stato. Dopo la Giornata di preghiera per la pace nel mondo: un’iniziativa del Santo Padre, L’Osservatore Romano, 7 marzo 2002, 5). Il diritto a vivere secondo la propria identità culturale implica il dovere di conoscerla e il diritto al rispetto degli altri, e reciprocamente, il diritto di conoscere e il dovere di rispettare le identità culturali altre. * Docente Facoltà Teologica Italia Meridionale 3. DOSSIER Isul“L’identità Convegno dell’Italia Meridionale” ADOLFO RUSSO* Esiste una specifica identità del Meridione d’Italia? È utile partire da questa prospettiva per rilanciare la vita ecclesiale e gli studi teologici, dal momento che in futuro saremo sempre più destinati ad abitare il villaggio globale e a parlare un linguaggio universale? Sono le questioni affrontate in un interessante convegno, svoltosi il 15 e 16 marzo a Napoli, promosso dalla Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale in collaborazione con il Servizio nazionale per il Progetto Culturale della CEI. Giorni intensi di studio e di confronto che hanno visto impegnati studenti e professori provenienti da tutte le regioni dell’Italia meridionale, appartenenti alla vasta e complessa rete delle istituzioni accademiche collegate con la Facoltà: le due Sezioni napoletane di San Luigi e San Tommaso, l’Istituto Teologico Pugliese, l’Istituto Teologico Calabro, l’Istituto Teologico della Basilicata, e 20 Istituti Superiori di Scienze Religiose. La numerosa partecipazione di studenti, docenti, ricercatori e osservatori esterni ha fatto del convegno un evento particolarmente significativo sul piano culturale. L’intervento del Cardinale Michele Giordano, Arcivescovo di Napoli, ha testimoniato l’attenzione e le attese delle Chiese del Sud nei confronti delle tematiche affrontate e più in generale del lavoro di ricerca della Facoltà, dal quale possono venire preziose indicazioni per un rilancio della vita cristiana delle nostre comunità ecclesiali. Tematica Il tema dell’identità del Meridione d’Italia è risultato subito di primario interesse per la nostra Facoltà. 9 3. DOSSIER Essa si definisce “dell’Italia Meridionale”, perché insiste su questo territorio e ad esso rivolge il suo servizio, ma anche perché attinge dalla storia e dalla tipicità del Meridione quel particolare vissuto di fede e quella specifica esperienza spirituale che costituiscono l’ineludibile fondamento e il costante ancoraggio della sua riflessione teologica. È emerso con chiarezza che il riferimento a questo orizzonte storico e geografico – pur problematico e per certi aspetti inafferrabile – non può essere una modalità opzionale e marginale per il nostro pensiero e per la configurazione stessa della nostra istituzione accademica. Esso in realtà corrisponde, oggi soprattutto, ad una precisa ragione del far teologia, costantemente ancorata ad un particolare contesto vitale. Non stupisce perciò la convergenza sullo stesso tema degli interessi del Servizio nazionale impegnato a sviluppare le finalità del Progetto culturale sul nostro territorio. Quale programmazione potrebbe prescindere dal conoscere e individuare le dinamiche che compongono gli scenari complessi della nostra società? E a quali istituzioni accademiche ricorrere per elaborare organicamente e mediare culturalmente gli obiettivi desiderati, se non le Facoltà Teologiche italiane? Si può sperare che la comunità cristiana vada avanti senza un sistematico confronto critico sui percorsi suggeriti e una costante verifica delle tappe prefissate? L’interesse su questo tema si accese e toccò il vertice negli anni del dibattito sulla questione meridionale, primariamente e ordinariamente riferita alla dimensione economica. In realtà, seppure in un contesto profondamente mutato, la domanda sull’identità del Meridione e sulle sue tipicità antropologiche, storiche, culturali non pare affatto spento. Trova anzi una sua particolare giustificazione in un momento in cui l’orizzonte universale e la tendenza alla globalizzazione, che caratterizza l’attuale scenario mondiale, spinge – quasi per contrappeso – in direzione di una riappropriazione delle rispettive radici e di una rivendicazione delle appartenenze locali. Il problema che avremo davanti nei prossimi decenni sarà di coniugare insieme l’esigenza di abitare un mondo cosmopolita con la capacità di parlare un linguaggio universale e nel contempo quella di salvaguardare il proprio patrimonio culturale e il suo lessico particolare, che purtroppo oggi rischiano di essere sacrificati e dimenticati. D’altra parte, quale contributo specifico il Sud d’Italia potrà portare nel processo d’integrazione del tessuto nazionale e nella costruzione dell’Europa se smarrisce la propria iden- 10 tità e disimpara quell’esperienza accumulata in secoli di civiltà? Da qui parte la necessità di connotare in maniera precisa e documentata il carisma dell’essere meridionale. Spesso si è tentati di parlarne attraverso luoghi comuni, utilizzando archetipi approssimativi, schemi ricorrenti in dispute ormai datate, che spesso non rendono ragione della densità e complessità del suo vissuto. Si avverte quindi la necessità di avviare una riflessione più integrale e veritativa. Urge un approfondimento storico e scientifico per cogliere la genesi e le figure di un ethos che ha plasmato l’uomo meridionale nella sua pluriforme espressività. Modalità I partecipanti al convegno sono giunti a questo appuntamento dopo un impegnativo e complesso lavoro di scavo, di riflessioni e di dibattiti. Essi hanno raccolto e rilanciato i risultati di un lungo cammino di ricerca interdisciplinare, durato circa due anni, strutturato in quattro seminari, condotti dalle due Sezioni e dai due Istituti aggregati della Facoltà. Questi avevano affrontato il tema da quattro specifiche angolature: storica, filosofica, sociologica e teologica. Il percorso era iniziato con un confronto programmatico, teso a delineare l’impostazione dell’intero progetto, e si era articolato in una serie di seminari di verifica. Ne è risultato un dibattito chiarificatore dei nodi problematici, messi a tema, quanto mai significativo per il futuro del Mezzogiorno. A Napoli si è sperimentata l’opportunità – per le nostre istituzioni accademiche – di offrirsi come spazio ideale, capace di coinvolgere, intorno ad idee e proposte, uomini di cultura che si ispirano al pensiero cristiano e laici che guardano alla Chiesa con interesse e speranza. Per tali motivi, l’esperienza del convegno napoletano ha suscitato notevole entusiasmo. Hanno contribuito alla sua riuscita il carattere seminariale del suo procedere, la forma interdisciplinare degli incontri, e – non ultimo – il tentativo di mettere intorno allo stesso tavolo e su problemi di grande spessore culturale saperi differenti e posizioni culturali non omologate. I risultati dei singoli percorsi di ricerca saranno raccolti in quattro volumi, cui seguirà un quinto con gli atti del convegno. Con essi prenderà avvio una nuova collana di studi della Facoltà, affidata alla casa editrice San Paolo. 1. EDITORIALE Attese e prospettive Mai come in questo caso, le conclusioni appaiono provvisorie, perché relative ad un primo stadio di studi, che si annunzia lungo e complesso. Si è aperto un solco promettente, che potrà essere continuato con successive ricerche, rivolgendo nella stessa direzione interessi di ricercatori diversi, analisi antropologiche, storiche, teologiche, eventualmente indirizzando verso lo stesso filone tesi di licenza e dottorati di ricerca. “Quale contributo specifico il Sud d’Italia potrà portare nel processo d’integrazione nazionale e nella costruzione dell’Europa se smarrisce la propria identità e disimpara quell’esperienza accumulata in secoli di civiltà?”. A medio termine è auspicabile che la Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale raccolga gli esiti di tali indagini e sviluppi un’ampia riflessione tesa a rivedere il proprio apparato scientifico e didattico, per verificare – sulla base di questi dati – la congruenza e la tenuta dei piani di studio, delle metodologie adottate, dei vari itinerari formativi. È prevedibile che i lavori in corso portino al costituirsi di un dipartimento di studi meridionalistici con il compito di promuovere, coordinare, assemblare documentazioni, tratti e modelli di percorso. I risultati del convegno, intanto, riaprono scenari intriganti e sollecitano la coscienza cristiana ad entrare nelle pieghe del vivere sociale concreto. Un tipo di teologia astrattamente accademico non interessa più nessuno. L’elaborazione di un pensiero che passa sulla testa di tutti risulta un esercizio retorico vuoto e ormai datato. La rievangelizzazione dell’Italia e dell’Europa – obiettivo su cui le chiese e in particolare il Papa tornano spesso in questo inizio di millennio con un’insistenza sempre maggiore – passa attraverso il rinnovamento della teologia, già avviato negli 3. DOSSIER anni del concilio, ma non ancora ultimato. Si ha la sensazione spesso di trovarsi in mezzo al guado. Né a tale scopo bastano le numerose e lodevoli iniziative individuali, che si moltiplicano sul territorio nazionale. Esse danno di solito l’impressione di un procedere frammentato, disarmonico, parziale. Forse andrebbero valorizzati centri accademici istituzionalmente preposti e attrezzati a fornire una attenta lettura della realtà e a suggerire scelte di fondo, lucide e organiche. Intanto la stessa Facoltà è stimolata a riesaminare la sua funzione specifica a partire dalla particolare collocazione geografica e dal suo contesto socioculturale. Appare scontato che il Sud, come destinatario del suo impegno accademico, determini in misura qualificante l’impianto didattico e gli orizzonti pastorali che propone. Non risulta altrettanto ovvio in che misura e in quali forme il contesto in cui opera una struttura accademica possa incidere sull’elaborazione stessa del suo pensiero. Una teologia pensata a Napoli è identica a quella pensata a Milano? E una riflessione sulla fede maturata in Italia sarebbe la stessa se nascesse in America Latina? “La Facoltà è stimolata a riesaminare la sua funzione specifica a partire suo contesto: il Sud, come destinatario del suo impegno accademico, determina il suo impianto didattico e gli orizzonti pastorali che essa propone”. Mi sembra che questa linea di ricerca vada in direzione delle attese espresse dai Vescovi italiani nel documento Chiesa italiana e Mezzogiorno. Sviluppo nella solidarietà del 18 ottobre 1989. In esso è ribadito con la forza di una provocazione: «Il Mezzogiorno ha, come le altre regioni d’Italia, una grande storia, una sua identità culturale, ed anche una vocazione per il futuro del paese». * Preside Facoltà Teologica Italia Meridionale 11 Csocialiomunicazioni “Progetto comunicazione” a Lamezia La diocesi di Lamezia Terme ha avviato il “progetto comunicazione”. Tre i suoi capisaldi: il sito internet, il periodico diocesano e l’informatizzazione di tutte le parrocchie. Il sito della diocesi è costantemente aggiornato ed offre, tra le altre cose, la possibilità di ascoltare le omelie domenicali del Vescovo, mons. Rimedio; il periodico diocesano “Lamezia Nuova” cerca di stimolare la riflessione sui temi di attualità mentre l’informatizzazione delle parrocchie consente uno scambio tra i parroci di avvisi, materiale utile all’evangelizzazione, dati relativi ai registri parrocchiali. È in programma, inoltre, la costruzione di due Sale della Comunità. Ales: rilancio del settimanale diocesano La diocesi di Ales Terralba ha rilanciato il suo settimanale “Nuovo Cammino”. Il giornale fu fondato nel 1947 e negli ultimi anni si è profondamente rinnovato dotandosi anche di un sito internet (www.nuovocammino.it) sul quale si possono trovare alcuni degli articoli che appaiono nel numero in edicola e, attraverso appositi link, accedere ad altri siti cattolici ed avere informazioni utili e dati storici sulla diocesi. 12 Consis: corso per operatori editoriali Il Consis, organismo tecnico per l’editoria della Fisc (Federazione italiana settimanali cattolici) ha organizzato a Firenze, tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo, un Corso per operatori editoriali delle aziende sue aderenti. Una sessantina fra amministratori e addetti ai settimanali diocesani si sono ritrovati per discutere su temi quali i rapporti con l’Autorità per la garanzia nelle comunicazioni, il Corecom regionale, la Privacy, la legislazione e le normative per l’editoria. Una delle maggiori preoccupazioni espresse dai partecipanti riguarda la spedizione e il recapito postale: da una parte si è posto il problema delle tariffe postali agevolate (tuttora in attesa di interventi legislativi) dall’altra, in maniera ancora più pressante, quello dei tempi di recapito ancora troppo lunghi. «Occorre un cambiamento di filosofia da parte delle Poste – ha sottolineato il presidente del Consis, Roberto Massimo – che porti a considerare il settimanale d’informazione come il “quotidiano del sabato”, perché l’informazione sul territorio è un servizio ai cittadini e alla democrazia informativa». A Palermo un corso per operatori della cultura e dei media Il Centro Pastorale della Cultura, l’Ufficio Diocesano per le comunicazioni sociali e la Libreria delle Paoline della Diocesi di Palermo hanno organizzato un “Corso per operatori per la Cultura e la Comunicazione Sociale”. Il Corso, di durata biennale e con un numero massimo di 50 allievi, è destinato soprattutto agli operatori pastorali, presenti e futuri, nei campi della cultura e dei mass-media ed è articolato in due moduli. Il 1° modulo, di 39 ore, è introduttivo alle problematiche della comunicazione anche in ambito pastorale, con particolare riferimento al giornalismo. Il 2° modulo, di circa 80 ore, affronterà in maniera più diretta il vasto campo della radiofonia, fotografia, musica, televisione, cinema ed internet. Sono previste attività pratiche e di laboratorio. Ogni modulo si concluderà con una “verifica”. Al termine del secondo modulo e dopo una verifica finale, sarà rilasciato un attestato di partecipazione. Le lezioni, settimanali, si svolgono dal 5 marzo al 28 maggio 2002 4. COMUNICAZIONI SOCIALI Bari: al via la sperimentazione per il laboratorio teatrale La diocesi di Bari ha dato vita al primo laboratorio teatrale per animatori di gruppi parrocchiali. L’iniziativa, che si chiuderà a maggio, ha raccolto l’adesione di una trentina delle 120 parrocchie della diocesi che hanno inviato i propri animatori a prendere lezione di: dizione, recitazione, dinamiche di gruppo, l’arte dei clown e il teatro dei burattini. I partecipanti, grazie all’esperienza che acquisiranno, con l’aiuto di esperti e professionisti del settore, potranno poi farsi animatori di esperienze teatrali nelle rispettive parrocchie. Si tratta di un progetto pilota finalizzato anche a suscitare l’interesse attorno al teatro e al suo significato culturale: se avrà successo potrebbe diventare il punto di partenza per la creazione di una vera e propria scuola di teatro per la valorizzazione e l’animazione delle sale della comunità parrocchiali. Acec, ad oggi – spiega Luigi Cipriani della Federgat – le pur numerose e lodevoli iniziative portate avanti dai Gat e dalla FederGat, non sono state sufficientemente incisive, cioè tali da rendere positivamente contagioso in campo nazionale il fenomeno di una presa d’atto del ruolo che il teatro può esercitare a livello comunicativo e formativo». Attualmente sono un centinaio le realtà teatrali che ruotono attorno alla Federgat. Un dato, questo, che è emerso anche dall’indagine promossa nel Duemila dall’ufficio nazionale per le comunicazioni sociali, dalla Federgat e dall’Acec. «L’idea di allargare l’area di interesse delle sale della comunità anche al settore del teatro è di antica data – aggiunge Cipriani – anche perché trova le sue radici nella convinzione che il teatro, con l’originalità delle forme espressive con cui veicola valori umani ed evangelici, può dare il suo apporto al cammino di fede delle comunità locali e valide ed originali risposte alle istanze di socializzazione e di aggregazione emergenti dalla società». Modena: sito dedicato ai giovani La diocesi di Modena ha rinnovato il suo sito destinato ai giovani. Collegandosi all’indirizzo www.cpgmodena.it sarà possibile trovare tutti gli appuntamenti della pastorale giovanile, le omelie del Vescovo ai giovani, i canti del coro diocesano, i sussidi preparati dal centro di pastorale giovanile e tutte le informazioni relative alle Giornate mondiali della Gioventù. La Federgat si rinnova I rappresentanti delle 120 compagnie teatrali aderenti alla Federgat, Federazione gruppi attività teatrali, si sono riuniti a Roma, il 14 marzo, per rivedere il proprio statuto e rilanciare la propria attività: un rilancio del teatro amatoriale nelle realtà ecclesiali che operano in tutto il territorio nazionale e la creazione di una solida ed efficiente struttura organizzativa con compiti di rappresentanza, promozione, assistenza e tutela. Costituito nel giugno del 1986 come parte integrante dell’Acec, l’associazione cattolica esercenti cinema, l’organismo federativo, ha lo scopo di coordinare e sostenere le iniziative dei Gat, i gruppi di attività teatrali presenti nelle regioni. «Dal 1974, anno in cui fu costituito in Lombardia il primo Gat su iniziativa della delegazione regionale Luglio: 2ª edizione di Radiolab Le Figlie di San Paolo, in collaborazione con Radiovaticana e con il Centro di Comunicazione della Pontificia Università Gregoriana di Roma, hanno organizzato la seconda edizione di “Radiolab”, un corso di radiofonia per giovani dai 20 ai 30 anni. Obiettivo di questo corso, semi-professionale, è quello di insegnare ai giovani ad “usare” la radio per annunciare il Vangelo ai loro coetanei. “Radiolab” si svolgerà a Roma, dal 7 al 14 luglio 2002. Il corso prevede una parte teorica – tre ore la mattina – e una di esercitazione pratica – tre ore di pomeriggio e si concluderà, il venerdì pomeriggio, con la partecipazione, in diretta a “young-to-young”, l’appuntamento settimanale per giovani di “One of five”, il canale Fm di Radiovaticana. Centro sociale don Bosco nuovo sito dedicato ai minori Il Centro aiuto al minore (Cam) “Telefono azzurro”, l’associazione di volontariato promossa dal “Centro sociale salesiano Don Bosco” di Napoli, ha inaugurato un proprio sito (www.camtelefonoazzurro.it). Attraverso il sito i volontari (assistenti sociali, psicologi, neuropsichiatri, educatori, magistrati) cercheranno 13 4. COMUNICAZIONI SOCIALI di raggiungere non solo bambini e adolescenti, ma tutte quelle persone che desiderano avere maggiori informazioni sulle attività promosse dal Centro o esporre problemi o segnalare casi di minori in difficoltà. Il sito offre anche una sezione dedicata alla recensioni di film e libri ed un’altra dedicata alle favole, aperta, quest’ultima, alla collaborazione dei navigatori che potranno inviare i loro lavori: quelli giudicati più interessanti saranno pubblicati sul sito stesso. Prima convention su educazione e media Dall’11 al 13 aprile è in programma a Belluria Igea Marina, la Prima Convention Nazionale su educazione e media “Medi@tando”. L’obiettivo dell’iniziativa – organizzata dal Centro Zaffiria (Centro permanente per l’educazione ai mass media della Provincia di Rimini), le Università di Bologna e Cattolica di Milano, il Med (Associazione italiana per l’educazione ai media e alla comunicazione) e Formedianet e patrocinata dall’Unicef, Raisat Ragazzi, Istituto Innocenti di Firenze, Segretariato Sociale della Rai e Ucsi (Unione Cattolica Stampa Italiana) – è quello di riunire educatori e operatori culturali impegnati nella progettazione e realizzazio- 14 ne di esperienze di educazione ai (e con i) media tradizionali e nuovi per poter tracciare la mappa della media education in Italia. Durante i lavori saranno presentate, a questo scopo, esperienze e laboratori realizzati nelle diverse realtà e sarà presentata la Carta della media education: la “Carta di Bellaria”, che intende definire l’identità della media education in Italia indicandone i compiti nel contesto del rinnovamento della scuola e degli scenari formativi in ambito extrascolastico. A Milano appuntamento con il cinema africano Si è svolta a Milano, dal 15 al 21 marzo, la 12ª edizione del Festival del cinema africano, organizzata dal COE (Centro Orientamento Educativo) – Comunicazione e Media. La rassegna, intitolata “Un posto sulla terra”, è stata articolata in tre sezioni – lungometraggi, cortometraggi e video – per un totale di 70 pellicole e 30 video. Era presente anche una sezione retrospettiva dedicata, quest’anno al cinema della Costa d’Avorio, che rappresenta uno dei primi stati dell’Africa sub sahariana ad essersi affacciato al cinema. Sono state mostrate, tra le altre, opere risalenti all’epoca coloniale recentemente restaurate. 5. PROGETTO CULTURALE Capertoantiere Sora-Aquino-Pontecorvo 12 novembre - 14 maggio La diocesi organizza la serie di incontri-dibattito “Tra fede e cultura”. Intervengono: Maria G. Ruggieri e Ernesto Preziosi, vicepresidenti del Settore Adulti dell’Azione Cattolica, su “Fede, cultura, società. Il significato storico della «scelta religiosa»”; il senatore Domenico Rosati, della Presidenza Nazionale della Caritas, su “Scelta religiosa e impegno socio-politico sul territorio”; Roberto Presilla, del Servizio nazionale per il progetto culturale, su “La formazione morale cristiana. L’educazione alla libertà”; il consulente familiare e pubblicista Gigi Avanti su “Coppia e famiglia. Primo spazio di impegno sociale dei fedeli laici”; padre Gianpaolo Salvini, direttore de La Civiltà Cattolica, su “Globalizzazione e diritti umani”. Napoli • 15 febbraio e 8 marzo Il Centro Francescano di cultura “Oltre il Chiostro” organizza durante i tempi liturgici di Quaresima e di Pasqua, in collaborazione con il Complesso Museale di Santa Chiara e con il patrocinio dell’Assessorato Istruzione e Cultura della Regione, la mostra “Via Crucis - Via Lucis. Sedici tele di Gianni Pisani con testi di Bruno Forte”. L’inaugurazione avviene il 15 febbraio alla presenza del Cardinale Michele Giordano. Intervengono: padre Luigi Ortaglio, Gillo Dorfles, don Bruno Forte, Nicola Spinosa, Angelo Trimarco, Lea Vergine, Vincenzo Vitiello. Inoltre l’8 marzo il Centro, in collaborazione con il Dipartimento per il Dialogo Interreligioso dell’Accademia del Mediterraneo, in occasione della seduta inaugurale del “Colloquium” promosso dalla “Cattedra Francescana” su “Dal mercato globale alla giustizia universale”, organizza la conferenza di Bruno Musso, vicepresidente della Fondazione Gerolamo Gaslini di Genova, su “Lo sviluppo: nuovo nome della pace?”. Cosenza • 16 febbraio La diocesi e il locale Centro di Cultura per lo Sviluppo dell’Università Cattolica del Sacro Cuore inaugurano i “Percorsi Ecclesiali di Dottrina Sociale” con una conferenza–dibattito su: “Politica, cristiani e territorio”. Intervengono: Mons. Alfredo Luberto, vicario episcopale per l’ambito “Chiesa nel mondo” e referente diocesano per il progetto culturale; Mauro Magatti, docente di Sociologia nell’Università Cattolica; Giovanni Serra, coordinatore dei Percorsi Ecclesiali di Dottrina Sociale; S.E. Mons. Giuseppe Agostino, Arcivescovo di Cosenza-Bisignano. Perugia • 21 febbraio-4 aprile Il Centro culturale diocesano “Leone XIII” organizza i “Dialoghi con la scuola” sul tema “Il senso della vita e della morte nella poesia del Novecento. Pascoli, Eliot, Montale”. L’iniziativa è destinata ai docenti e agli studenti della scuola media superiore, come corso di aggiornamento per i primi e come credito formativo per i secondi. Intervengono: Giovanni Stelli, dell’Università della Basilicata, su “Il senso della vita e della morte tra modernità e ’900 (prima parte)”; Piergiorgio Sensi, del Liceo Mariotti di Perugia su “Il senso della vita e della morte tra modernità e ’900 (seconda parte)”; Gabriele Marra, del Liceo Malpighi di Roma, su “Il senso della vita e della morte nella poesia di G. Pascoli”; Paola Russo, del Liceo Europeo di Perugia, su “T. S. Eliot e il percorso esistenziale: «Crepuscolo intessuto di sogni fra nascita e morte»”; Gabriele Marra, del Liceo Malpighi di Roma, su “Il senso della vita e della morte nella poesia di E. Montale”. I “Dialoghi con la scuola” si concludono con una tavola rotonda su “Quale proposta di senso per questa generazione?” cui partecipano Gaetano Mollo, dell’Università di Perugia, e i docenti del corso. Inoltre il Centro culturale diocesano “Leone XIII”, in collaborazione con la Fondazione “Siro Moretti-Costanzi” e con la Sezione di Perugia della Società Filosofica Italiana, organizza, per la serie dei “Dialoghi con l’Università”, il seminario sul tema “Le sfide del male e gli orizzonti della speranza alle soglie del terzo millennio”. Intervengono: Roberto 15 5. PROGETTO CULTURALE Gatti su “La politica e la sfida del male”; Antonio Pieretti su “Il problema del bene nel pensiero contemporaneo”; Anna Giannatiempo su “La letteratura di fronte al male”. Infine si tiene una tavola rotonda su “La responsabilità etica delle scienze oggi” cui partecipano Carlo Cirotto, Francesco dal Pozzo, Fausto Santeusanio. Ivrea • 23 febbraio Le sezioni di Ivrea e di Torino del Centro Internazionale di Studi Luigi Sturzo organizzano la conferenzadibattito di Giovanni Palladino, presidente del medesimo Centro, su “Come globalizzare il buon capitalismo”. Rossano Calabro (CS) 23 febbraio-23 novembre Il Centro culturale “Il lievito” organizza dal 23 febbraio al 23 novembre una serie di quattro lezioni su “Quale l’uomo del Terzo Millennio?”. Intervengono: Alberto Bourlot, dell’Università Cattolica di Milano, su “Homo Mediaticus”; Giovanni Iacovitti, dell’Università “La Sapienza” di Roma, su “Homo Technologicus”; Armando Matteo, dell’Istituto Teologico Calabro “San Pio X” di Catanzaro, su “Lo specchio infranto: immagini postmoderne dell’uomo”; Francesco Paolo Casavola, Presidente dell’Istituto dell’Enciclopedia Italiana Treccani, su “Con quali umanesimi nel Terzo Millennio?”. Il centro promuove inoltre degli incontri complementari. Nei giorni 7 e 9 marzo Sebastiano Rodante, del Centro Internazionale di Sindonologia di Torino, interviene in due serate su “L’uomo dei dolori”: la prima è una meditazione su “Passione di Nostro Signore Gesù Cristo secondo la Sindone”, la seconda è un incontro scientifico su “Archeologia e Medicina Legale allo studio della Sindone”. Il 27 aprile S.E. Mons. Giuseppe Agostino, Arcivescovo di CosenzaBisignano, e i Sostituti Procuratori Antimafia Salvatore Curcio e Luciano D’Agostino prendono parte ad una tavola rotonda su “Contro l’uomo: l’antiumanesimo della mafia e della ‘ndrangheta”. Il 1 giugno suor Maria Gallo, della Comunità di Monteveglio (Bologna), tiene una relazione su “Giuseppe Dossetti. Dalla Politica alla Bibbia”. 16 Brescia • 28 febbraio-11 marzo La Cooperativa cattolico-democratica di cultura, in collaborazione con l’Uciim e i Padri della Pace, organizza la serie di incontri sul tema: “Il varco è qui? La ricerca dell’Assoluto nella letteratura”. Intervengono: Umberto Artioli, docente di Storia del Teatro nell’Università di Padova, Adriano Dell’Asta, docente di Letteratura russa nell’Università Cattolica di Milano e Brescia, la scrittrice Curzia Ferrari, i quali trattano la ricerca dell’Assoluto rispettivamente in Pirandello, Solgenicyn e Quasimodo. Cosenza • 8 marzo Il Convegno di Cultura Maria Cristina di Savoia e l’Assessorato alla Diffusione del Libro e Biblioteche del Comune organizzano una serata sul tema: “Storie di donne. Invito alla lettura”. Interviene Maurizio Schoepflin su “Ritratti di donna fra storia, fede e cultura”. Roma • 8 marzo L’Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro, l’Ufficio Liturgico nazionale e il Servizio nazionale per il progetto culturale promuovono il seminario di studio su “Il creato e la liturgia”. Intervengono: il teologo Cesare Pagazzi su “Lo sguardo di Gesù e il suo legame con il creato”; Andrea Grillo, docente di Liturgia e di Teologia Sacramentaria, su “L’azione liturgica: felice e singolare relazione con il creato”; il teologo Traian Valdman, del Patriarcato ortodosso rumeno di Milano, su “La proposta ortodossa della ‘giornata per il creato’ e l’esperienza del Consiglio delle Chiese di Milano”, Karl Golser, dell’Istituto per la giustizia, la pace e la salvaguardia del creato della Diocesi di BolzanoBressanone, su “Il ‘tempo per il creato’: esperienze europee”. Belvedere Marittimo (CS) • 10 marzo La Commissione per il progetto culturale della diocesi di San Marco Argentano-Scalea promuove il convegno “La donna: manager e discepola di Gesù”. Dopo il saluto del Vescovo Mons. Domenico Crusco e di don Cono Araugio, direttore del Centro diocesano per la Cultura, che introduce i lavori, intervengono: don Giovanni Mazzillo, direttore dell’Istituto Teologico Calabro, sull’aspetto biblico del tema del convegno; la 5. PROGETTO CULTURALE psicologa Rosanna Valente sull’aspetto socio-psicologico; Giuseppina Greco, vicepresidente dell’Ordine dei Commercialisti di Paola, sull’aspetto imprenditoriale; la gastronoma e scrittrice Nuccia Carmagnola sull’aspetto familiare. Trani • 12-22 marzo La commissione diocesana per la cultura e le comunicazioni sociali e l’Istituto di Scienze Religiose organizzano la seconda edizione degli incontri-dibattito intitolati “Convivio delle differenze”. Il tema di quest’anno è “Il male: sfida, scandalo, mistero”. L’iniziativa intende costituire una forma di prezioso dialogo tra credenti e non credenti sulle ragioni fondamentali dell’esistenza. Intervengono: Franco Cassano, docente di Sociologia nell’Università di Bari, e Giusy Strumiello, docente di Filosofia della Religione nell’Università di Bari, su “Figure e simboli di male del nostro tempo”; padre Sabino Palumbieri, docente di Antropologia filosofica nella Pontificia Università Salesiana di Roma, e Beppe Vacca, direttore dell’Istituto Gramsci di Roma, su “L’uomo è l’unico responsabile del male?”; don Nicola Giordano, Fondatore del Movimento “Vivere In”, l’ebreo Bernardo Kelz e il musulmano Mohidin Mustafà, vicepresidente dell’Associazione “Il caravanserraglio” di Foggia, su “Dio è assolutamente innocente del male?”. Napoli • 15-16 marzo La Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale, in collaborazione con il Servizio nazionale per il progetto culturale, promuove il convegno su “L’identità meridionale. Un approccio multidisciplinare”. Intervengono: Vittorio Sozzi, responsabile organizzativo del Servizio nazionale, e Ciro Sarnataro, docente nella Facoltà, che presentano il progetto di ricerca di cui il convegno è risultato; D. Conci, dell’Università di Siena, tiene la relazione di apertura; F. Sportelli dell’Università della Basilicata, su “Elementi e studi storici per una tipicità del Mezzogiorno d’Italia”; P. Giustiniani, della Facoltà Teologica, su “I filosofi di fronte all’identità meridionale”; G. Di Gennaro, dell’Università “Federico II” di Napoli, su “Per una riflessione dal punto di vista sociologico sull’identità meridionale”; A. Staglianò, docente nella Facoltà, su “Identità teologica del Meridione e identità meridionale della teologia”. Milano • 15 marzo - 18 maggio Il Centro Culturale “San Fedele” promuove dal 15 al 21 marzo il “XII Festival del cinema africano”, a cura del Centro Orientamento Educativo. L’iniziativa si propone come un’occasione d’incontro e di conoscenza dei temi e dei linguaggi di nuove cinematografie, quelle africane e della diaspora, per lo più sconosciute al pubblico italiano. Grazie a una visione dell’Africa e del mondo proposta da autori africani, il Festival costituisce un’alternativa concreta alla cultura e all’informazione corrente dei mass-media. Dal 7 marzo al 4 maggio presso la Galleria del Centro e dall’11 aprile al 18 maggio nella sezione “Spazioaperto” si tengono le mostre rispettivamente di Mario Raciti dal titolo “Attraversare una soglia” e delle “Opere 1999-2001” di Paolo Rigamonti Gorni. A margine della prima delle due mostre il 26 marzo sono in programma le conferenze di Elio Franzini, docente di Estetica nell’Università di Milano, e di Francesco Tedeschi, docente di Storia dell’Arte Contemporanea nell’Università Cattolica di Milano, sull’opera di Mario Raciti. Inoltre per la serie “L’espressione estetica del sacro” il 5 marzo Giovanni Chiaramonte svolge il tema “Immagine come dimora: Nuovo Esodo. Il viaggio della beat generation verso il terzo millennio”, mentre il 12 marzo Adriano Altamira tratta di “Spettacolarità e scandalo. Da Bacon a Warhol agli anni Novanta”. Infine la sezione “Spettacoli” offre nel mese di marzo “Kirikò” per i bambini dai 3 ai 7 anni, “Storia di Laura” per i ragazzi dai 6 agli 11 anni e il musical in lingua inglese “MusicaLove” sul tema dell’amore, particolarmente destinato ad un pubblico giovanile. Siracusa • 19 marzo Il Centro culturale “Ottavio Musumeci” e il Movimento Ecclesiale d’Impegno Culturale organizzano un incontro sul tema “Modernità e secolarizzazione: luci ed ombre”. Interviene Gaetano Lo Magro. 17 5. PROGETTO CULTURALE B eni culturali X Giornata Nazionale dei Beni Culturali Ecclesiastici. Obiettivo Formazione La formazione in materia di arte e di beni culturali nella Chiesa sarà al centro della X Giornata dei Beni culturali ecclesiastici promossa dalla Consulta nazionale per i beni culturali ecclesiastici e dall’Ufficio per i beni culturali ecclesiastici della Cei. La X Giornata sarà celebrata presso la Cappella delle Zitelle all’interno del complesso di San Michele, a Roma, il 18 aprile. «All’inizio del terzo millennio sembra opportuno riportare l’attenzione delle diocesi italiane sul delicato tema della formazione dei seminaristi, dei sacerdoti e dei laici in materia di arti per la liturgia e di beni culturali – spiegano gli organizzatori – è vero che il nostro settore sta vivendo un momento di particolare vivacità: numerose interessanti iniziative sono in corso in Italia; alcuni sussidi per la formazione sono stati editi, mentre altri sono di imminente pubblicazione e altri ancora sono in preparazione. Molto, però, resta da fare per quanto riguarda la qualità, l’organicità e la sistematicità delle iniziative formative». Lo scopo della decima edizione della Giornata nazionale dei beni culturali è triplice: rileggere la fondamentale circolare del 1992, richiamare le motivazioni, rilanciare l’impegno formativo, a partire da ciò che di valido è stato realizzato in questi dieci anni e tenendo conto delle grandi potenzialità di cui le diocesi italiane sono dotate. Al via il Corso su arte e architettura per la liturgia. Firenze chiama gli operatori del settore liturgico artistico “Arte e architettura per la liturgia” è il titolo del Corso di formazione di base per operatori diocesani nel settore liturgico artistico che si terrà a Firenze dal 13 al 18 maggio 2002. Promosso dall’Ufficio nazionale per i 18 beni culturali ecclesiastici della Cei, in collaborazione con la Diocesi di Firenze, il Corso prevede una seconda settimana dal 23 al 28 settembre 2002. Il Corso è indirizzato a laureati in architettura o in ingegneria edile, Storia dell’arte, storia e conservazione dei beni architettonici e ambientali oppure a diplomati nelle accademie delle Belle arti. L’obiettivo del Corso è quello di preparare persone che i Vescovi intendono chiamare a collaborare negli organismi diocesani per l’arte e l’architettura nella liturgia. Il Corso ha come tema la progettazione e l’adeguamento delle chiese secondo la riforma liturgica e si articola in due parti, ciascuna delle quali ha la durata di una settimana. I temi riguardano la formazione di base circa l’arte e l’architettura per la liturgia, le normative canoniche, le procedure e istituzioni ecclesiastiche e civili. Uno specifico riferimento è costituito dai recenti documenti della Conferenza episcopale italiana riguardanti: i beni culturali della Chiesa in Italia (1992), la progettazione di nuove chiese (1993), l’adeguamento delle chiese secondo la riforma liturgica (1996), Spirito Creatore: sussidio dell’Ufficio nazionale (1997). Il Corso intende avviare i partecipanti a operare negli organismi diocesani con la capacità critica di lavorare insieme su proposte progettuali relative alla costruzione di nuove chiese o all’adeguamento delle chiese esistenti secondo la riforma liturgica, così da poter esprimere valutazioni basate sia sui documenti della Cei in tema di edifici per il culto e di beni culturali, sia su altri parametri interdisciplinari. L aboratorio Dalle diocesi Il Servizio “Cultura e Università” della diocesi di Pisa ha promosso tra le iniziative per l’anno accademico 2001-2002 alcune occasioni di riflessione e di studio approntate da alcuni gruppi di docenti. “Pensare insieme tra persone dai pensieri diversi” è il titolo che tiene insieme due incontri, cui l’Arcivescovo Mons. Alessandro Plotti ha invitato “coloro che per professione, nella 5. PROGETTO CULTURALE scuola, nell’università, nella ricerca scientifica, sono chiamati a pensare, ed anche tutti coloro che nella città amano farlo”. Il 22 novembre Maurizio Alfonso Iacono, docente di Storia della filosofia politica nell’Università di Pisa, e Armido Rizzi, teologo, responsabile del Centro S. Apollinare di Fiesole, si confrontano su “Se Dio non c’è. Rilevanza o irrilevanza della questione di Dio”. L’11 aprile Adriano Prosperi, docente di Storia moderna nell’Università di Pisa, Raf Valvola Scelsi, saggista e studioso di filosofia della comunicazione, e padre Nino Barile, monaco della Comunità di Siloe di Sasso d’Ombrone, intervengono su “Il tempo che non c’è. Pensare al futuro tra paure e speranze”. L’iniziativa intende dare la parola su temi di fondo dell’esistenza a persone dai differenti modi di pensare, per rendere possibile un dialogo tra credenti e persone che non condividono la fede cristiana. “Scienza e sapienza” tende ad una lettura di tipo esistenziale di problemi legati alla ricerca scientifica. Lo spirito dell’iniziativa viene così formulato: “Di fronte all’importanza e alla gravità dei problemi di oggi ed ai forti contrasti che essi suscitano, si vuole contribuire ad una riflessione comune per comprendere meglio le difficoltà e le sfide del momento presente, per analizzare criticamente le nostre stesse posizioni nel quadro delle più elevate aspirazioni e speranze di ognuno, perché ciascuno possa capire meglio le ragioni degli altri e renda più chiare le proprie, accorciando le distanze di linguaggio e di cultura, perseguendo soprattutto un metodo comune che permetta un dialogo costruttivo. Dato che le correnti di opinione e i fenomeni culturali sono tra gli elementi decisivi della storia e della formazione dei singoli, risulta rilevante la nostra responsabilità individuale per le conseguenze che hanno sugli avvenimenti le nostre azioni, le nostre parole e la nostra capacità di dialogo”. Intervengono: Luciano Modica, Rettore dell’Università, su “La formazione universitaria e l’attuale riforma”; padre Roberto Busa, pioniere dell’informatica linguistica, docente emerito della Pontificia Università Gregoriana, su “Dal computer agli angeli”; Giovanni Maria Prosperi, del Dipartimento di Fisica dell’Università di Milano, su “Discussioni sulle origini della vita nella prima età moderna”; Roberto Barsotti, del Dipartimento di Istituzioni, Impresa e Mercato “A. Cerrai” dell’Università di Pisa, e Carlo Casarosa, del Dipartimento di Scienze economiche della medesima Università, su “Quale globalizzazione?”; Fabio Garbari, del Dipartimento di Scienze botaniche dell’Università di Pisa, e Ferruccio Trifirò, del Dipartimento di Chimica industriale e dei materiali dell’Università di Bologna, su “Globalizzazione e ambiente”. Infine sul tema “Quale libertà per la scienza?” intervengono Rodolfo Saracci, direttore di ricerca in Epidemiologia del CNR, e Amedeo Alpi, preside della Facoltà di Agraria dell’Università di Pisa, che sviluppano rispettivamente i temi “Libertà, neutralità e responsabilità della tecno-scienza” e “Il caso delle biotecnologie agroalimentari”. Alcuni professori della Facoltà di Giurisprudenza hanno promosso “Diritto, processo, giudizio”, mentre nella Facoltà di Lettere e Filosofia prosegue l’iniziativa di approccio del testo biblico da diverse angolazioni. Quest’anno l’“introduzione multidisciplinare alla Bibbia” ha per tema: “Profeti e profetismo”. Oltre alle proposte di una visita a Spoleto e di un pellegrinaggio in Terra Santa, il Servizio “Cultura e Università” offre nel mese di marzo tre serate di “Musica da meditare” nella Chiesa Universitaria di San Frediano. Si tratta di tre incontri musicali, con audizione commentata di brani scelti e la proposta di spunti di meditazione sui testi. “Nella chiesa cattolica – si legge nell’introduzione dell’opuscolo – si è convinti che la diffusione della fede in Gesù Cristo e la cura spirituale dei credenti non esauriscano la sua missione. La comunità cristiana è parte della società civile e ha il dovere di esserne parte attiva con le sue specifiche risorse: l’ispirazione fondamentale della carità la impegna a guardare con attenzione ai bisogni degli uomini, soprattutto dei più poveri, e la sua tradizione culturale, ricca di una particolare visione della vita, la obbliga a contribuire al dialogo che si intreccia nella città, intorno ai problemi del senso e dei valori dell’esistenza. Il Servizio Cultura e Università della diocesi di Pisa, con le sue iniziative, cerca di adempiere a quest’ultimo compito, completando così le attività pastorali della Chiesa Universitaria di San Frediano.” “L’ispirazione fondamentale della carità e la sua tradizione culturale, ricca di una particolare visione della vita, obbliga la Chiesa cattolica a contribuire al dialogo che si intreccia nella città”. 19 5. PROGETTO CULTURALE Dalle riviste Nello scorso mese di marzo è uscito il numero 1 della rivista trimestrale Scritture. Percorsi critici attorno al testo biblico, diretta da Maurizio Gronchi e Piero Ciardella in collaborazione con il Servizio nazionale per il progetto culturale. La nuova iniziativa editoriale è già stata oggetto di un’accurata presentazione nel “Laboratorio” dell’Osservatorio Comunicazione e Cultura 2/2002. Nel numero appena uscito è il testo che narra “La tempesta sedata” in Marco 4,35-41 a suggerire una riflessione corale su “La paura”. Su questo tema intervengono lo psichiatra Vittorino Andreoli, lo scrittore e docente di Geofisica nell’Università di Firenze Giovanni Finzi-Contini, il Cardinale vietnamita François-Xavier Nguyen Van Thuan, Presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, Paul Nuti, Executive Director dei Servizi Finanziari Commerciali della Morgan Stanley, presente l’11 settembre al 63° piano della Torre Sud del World Trade Center di New York, il biblista Romano Penna e l’industriale Giuseppe Soffiantini, vittima di un sequestro alcuni anni fa. I curatori della rivista non trascurano di indicare a chi è rivolta e come si può utilizzare una rivista così originale. “I lettori di Scritture sono tutti coloro che si interessano alla Bibbia come un testo vivo, che, pur custodito e interpretato fedelmente dalla fede ecclesiale lungo i secoli, mantiene la sua contemporaneità anche per l’uomo e la donna di oggi. Oltre agli stu- 20 diosi e ai cultori delle scienze bibliche e teologiche, che vi potranno ravvisare letture non proprio scientifiche eppure stimolanti, la rivista è destinata ai gruppi biblici parrocchiali e alle associazioni che curano la formazione al dialogo, per i quali potrà risultare un efficace strumento di confronto e di approfondimento. La redazione sarà lieta di aprire con i lettori un dibattito on-line sul sito www.rivistascritture.it, in maniera da continuare il dialogo avviato in questa forma breve ed essenziale, anche in vista di un forum annuale che possa trattare in modo più consistente i temi che hanno suscitato maggior interesse”. Scritture è progettata e curata dall’Associazione culturale Effatà. Per contattare la direzione e la redazione: Casella Postale 328, 55100 Lucca Centro. Per abbonarsi: Città Nuova Editrice, via degli Scipioni 265, 00192 Roma. “La pagina biblica, per la sua universale autorità culturale, è capace di suscitare reazioni da molteplici punti di vista, divenendo luogo di incontro tra fedi, culture e sensibilità differenti”. 6. NOVITÀ DAI MEDIA CATTOLICI Ndai media ovità cattolici I giovani bolognesi i più esperti di Bibbia Si è conclusa, dopo un estenuante girone invernale e un mini-torneo all’italiana per i play-off, la prima stagione di “Un diluvio di domande”, il quizshow sulla Bibbia ideato e curato da Pupi Avati e condotto da Simona Bernacchi e Piero Cavaglià, in onda su SAT 2000. Vincitori del quiz due giovani studenti di Bologna, Rachele Cocchi e Gianluca Del Monaco, del Liceo Classico Luigi Galvani, che hanno infatti sbaragliato la concorrenza di Bari e Venezia a colpi di “salmi” e “genealogie” impossibili, aggiudicandosi l’ambito premio finale: non solo il viaggio in Europa, che già avevano conquistato dominando la stagione invernale, ma anche il viaggio intercontinentale in Cina. Oltre 200 le opere d’arte prese in considerazione, dall’arte paleocristiana fino al Surrealismo; 72 gli episodi vetero-testamentari scelti dall’ampia narrazione biblica; ben 2.600 le domande formulate sull’arte e la Bibbia; 24 i giovani concorrenti, selezionati tra gli Istituti di Scuola Media Superiore delle principali città italiane, tra cui Milano, Torino, Venezia, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Bari, Palermo: sono questi solo alcuni dei numeri di “Un diluvio di domande”, il primo esempio di un gioco a premi formulato con lo scopo di divulgare la conoscenza dell’arte e dell’Antico Testamento. “I risultati ottenuti da questa trasmissione”, ha dichiarato Pupi Avati, “sono stati molto incoraggianti, tanto da far decidere alla direzione di proporre una nuova serie già da settembre. E sono stati ancor più sorprendenti se si pensa che questa, oltre ad essere una trasmissione decisamente originale sotto ogni punto di vista, rimane la prima incursione di SAT 2000 nel mondo dei giovani”. “Non bisogna dimenticare”, ha sottolineato il regista, “che un quiz sulla Bibbia era una scommessa azzardata, ma che si è rivelata vincente. L’intento era ambizioso: unire la conoscenza dei testi sacri e dell’Antico testamento alla conoscenza dell’arte in generale. E devo dire di essere rimasto piacevolmente stupito: nessuno poteva immaginare che dei ragazzi del liceo avessero una cultura e un interesse che non apprendono a scuola, ma che per forza di cose devono aver approfondito autonomamente. Mi ha stupito ancora di più in un Paese come il nostro: ancora una volta mi ha dimostrato che magari si pensa di conoscere a fondo l’Italia, e invece il nostro paese non smette mai di sorprendere, rivelandosi sempre diverso. Insomma, sembrava una trasmissione destinata al completo fallimento, invece si è dimostrata un successo!”. Nova-T compie 20 anni La società di produzione di video “Nova-T” di Torino, il cui nome significa “Nuova Terra”, compie 20 anni. Molti gli appuntamenti previsti per celebrare il ventennale, tra i quali la presentazione della collana “Guerre dimenticate”, la Festa dei 20 anni e in seguito mostre fotografiche, workshop professionali e presentazione di reportage. “Questa realtà è nata con una grande fatica, perché vent’anni fa, all’interno della comunità cristiana, non c’era certamente la sensibilità attuale per ciò che riguardava le registrazioni elettroniche in video. Coltivando questo sogno da tempo”, dichiara padre Ottavio Fasano, presidente della Nova-T, “avevo fatto vari sondaggi presso istituti e realtà del mondo religioso e missionario, scoprendo che, salvo poche eccezioni, dove erano presenti persone che agivano in modo artigianale, non c’era quasi niente. Con un gruppo di amici, tra cui il direttore generale della Rai di Torino, ci siamo confrontati come cristiani che guardavano al futuro e abbiamo fatto la scelta di avviare una piccola produzione di video a contenuto religioso”. I primi lavori di Nova-T furono un servizio sulle colf originare del Capoverde che lavoravano a Roma, Palermo e Torino, una missione nella Repubblica Centroafricana in collaborazione con missionari che agivano sul posto, e un filmato sulla Turchia sui luoghi delle prime comunità cristiane. Nova-T, dagli esordi a oggi, ha prodotto oltre 500 video venduti a network televisivi di tutte le parti del mondo. Nel suo portafo- 21 6. NOVITÀ DAI MEDIA CATTOLICI glio clienti si leggono nomi come: la Rai, Mediaset, il Centro televisivo vaticano, le reti Ard tedesca, Nhk giapponese e decine di altre emittenti, oltre ad organismi internazionali, istituzioni quali l’Unione Europea, regioni, comuni, enti no profit. “La nostra speranza – aggiunge il regista Sante Altizio – è quella di essere sempre più presenti in televisione, e si colloca in questa direzione il recente accordo con Teleradio Padre Pio, oltre che le collaborazioni da tempo con Sat 2000. Nostre produzioni vengono intanto acquistate da distributori internazionali e tradotte per il mercato mondiale”. Tra gli ultimi lavori realizzati da Nova-T, ci sono le biografie di Padre Pio, del Murialdo, i filmati sulle “Guerre dimenticate”, sui “Bambini di Guinea”. Nova-T è anche sponsor di “Infinity Festival”, neonata manifestazione cinematografica, in programma dal 6 al 13 aprile 2002, lanciata nel novembre scorso all’interno del “Torino Film Festival”. Un “Sito internet” per ogni parrocchia Il 2 marzo scorso, presso la Diocesi di Roma, si è svolto un incontro-dibattito di prima presentazione del progetto “Web parrocchie”, coordinato dalla Diocesi e con la consulenza tecnica del SiCei. “L’obiettivo”, hanno spiegato i promotori dell’iniziativa, “è quello di offrire a ogni parrocchia una presenza in Internet, con un proprio sito, in cui poter indicare, oltre la storia della singola parrocchia, anche le attività e gli orari delle Messe. Creare quindi uno spazio di propria visibilità nel Web”. “Dopo questa presentazione”, hanno spiegato dal SiCei, “che è servita 22 per verificare da vicino come viene recepita la proposta, prossima tappa del progetto sarà l’individuazione della diocesi pilota (questo per settembre), mentre si prevede a fine anno un ampliamento dell’iniziativa a tutte le diocesi”. L’organizzazione sarà curata a livello diocesano, mentre al SiCei spetterà la messa a punto degli strumenti per semplificare l’applicazione di Internet. Caritas e SiCei cultura della solidarietà Domanda e offerta si incontrano in tempo reale attraverso il Web, e l’informatica diventa strumento di solidarietà. È questa l’idea alla base del nuovo “servizio di tipo Internet/Intranet”, riservato alle Caritas diocesane, promosso e sviluppato d’intesa dalla Caritas Italiana e dal SiCei, presentato in occasione della giornata della Caritas diocesana di Torino. Il progetto, che si articola in due fasce di intervento, prevede sia la creazione di un servizio di informazione documentale (una sezione aperta a tutti gli utenti del web e una riservata agli operatori dei centri di accoglienza Caritas), sia una banca dati ad accesso riservato, per far incontrare in tempo reale domanda e offerta dei servizi disponibili nei diversi centri Caritas. Il progetto, che verrà sperimentato nella prima fase dalla diocesi di Torino, verrà poi esteso a macchia d’olio a tutte le altre diocesi. Alla presentazione dell’iniziativa erano presenti il Cardinale Poletto e le autorità competenti per i servizi sociali di Torino, che hanno espresso unanime consenso e sostegno per il progetto, e per le sue implicazioni di utilità sociale. Edei media conomia Super Mario, ha annunciato un investimento di 100 milioni di euro per il lancio, in Europa, della GameCube, la nuova consolle destinata a sfidare la Palystation2 della Sony. ü Fieg: eletti i nuovi vertici Novità in Fieg, la Federazione italiana degli editori. Sono stati eletti i due vicepresidenti (precedentemente erano quattro) che affiancheranno il presidente, Luca Cordero di Montezemolo; si tratta di Maurizio Costa, amministratore delegato della Mondadori e Carlo Perrone, editore del quotidiano genovese il Secolo XIX. Azzurra Caltagirone è stata nominata consigliere per le relazioni internazionali e Pietro Boroli guiderà la commissione pubblicità. Publitalia: utile per 80 milioni di euro Publitalia, società del gruppo Mediaset, ha registrato nel 2001 un utile netto in crescita del 7,4% rispetto allo scorso anno, pari a circa 80 milioni di euro. I ricavi lordi hanno toccato quota 2,503 miliardi di euro. Nintendo: sfida alla Sony in Europa Il gruppo giapponese Nintendo, creatore del Game boy e di vere e proprie icone elettroniche come La campagna promozionale, che partirà il prossimo 3 maggio, coinvolgerà per oltre due mesi 17 paesi contemporaneamente toccando tutti i media: televisione, radio cinema, affissioni, carta stampata. Podio italiano per il libro elettronico Due titoli italiani si sono aggiudicati la prima edizione del “Children eBook Award”, speciale premio al libro elettronico assegnato nel contesto della Fiera del libro a due ragazzi di Bologna in collaborazione con la “International eBook Award Foundation”. Il primo premio è stato assegnato a Piemme Editore con “Il mio primo manuale per internet”, una guida interattiva alle reti telematiche. Al secondo posto l’editore Dami International con una versione elettronica dei Vangeli, la Bibbia e La vita di Gesù. Al terzo posto un titolo francese “Les histories epuventables de maitre Frisson” per le Editions 00h00. L’altro riconoscimento, il “New Media Prize”, che la Fiera assegna ogni anno, in collaborazione con la Children Software Reviewe, ai prodotti più innovativi per qualità e contenuti nel campo dell’editoria multimediale, è andato ad un Cd Rom sulla biologia, “Bioscopia” pubblicato in Germania da Heurek-Klett. Publicis + Bcom3: è nato il 4° gruppo pubblicitario mondiale È nato il quarto gruppo pubblicitario mondiale. Il colosso francese Publicis ha annunciato, i primi di marzo, la fusione con la società americana Bcom3: il gruppo francese acquisirà il 100% del capitale del suo partner americano per circa 3 miliardi di euro. A Publicis fanno capo l’omonima agenzia di pubblicità, la Saatchi & Saatchi, la Fallon e i centri media Optimedia e Zenith. Bcom3 conta invece su Leo Burnett, D’Arcy, Bartle Bogle Hegarty, il network di pubbliche relazioni Manning Selvage & Lee e il centro media Starcom Media West. 23 7. ECONOMIA DEI MEDIA 2001 più che positivo per e.biscom Legardère: conti più che ok E.biscom ha chiuso il 2001 con 157,8 milioni di euro di ricavi, contro i 42,5 del 2000 e prevede di chiudere l’anno corrente a quota 300 milioni. Il gruppo francese Lagardère, il cui polo media controlla anche Rusconi, ha chiuso il 2001 con un utile in aumento del 16% rispetto all’anno prima pari a circa 616 milioni di euro. Per quanto riguarda la clientela, in Italia è cresciuta di nove volte rispetto al 2000 raggiungendo le 49mila unità, mentre i clienti tedeschi sono triplicati diventando così 34mila. L’obiettivo dichiarato del gruppo è quello di arrivare ai 200 mila clienti nel 2002. Editoria: crisi degli investimenti pubblicitari La Fieg ha reso note le cifre per il quinquennio 1995-2000 che evidenziano come il settore editoriale abbiamo fatto registrare un ottimo risultato passando da un deficit di 143 miliardi ad un risultato positivo di 405 miliardi. Non altrettanto si può dire degli investimenti pubblicitari che, per i quotidiani sono scesi, nel 2001, del 6,1%. In questa prima parte dell’anno, poi, la flessione è ancora maggiore, con una stima, per il mese di gennaio, del 10%. Da sottolineare come, ormai, le entrate pubblicitarie, rappresentino più del 50% dei ricavi complessivi del settore. 24 Il fatturato ha registrato un aumento del 12% con 13,2 miliardi di euro, in particolare le attività dei media sono cresciute del 6,5% pari a 7,6 miliardi di euro. Nuovo direttore per la Gazzetta dello Sport Candido Cannavò ha lasciato la direzione de “La Gazzetta dello sport” dopo 19 anni. Gli succederà Pietro Calabrese. Nuova collana legata ai temi sociali La casa editrice Leonardo International ha presentato ufficialmente una sua nuova collana intitolata “I libri di Sant’Egidio”. Le opere pubblicate tratteranno i temi legati all’impegno dell’omonima comunità trasteverina; la collana è diretta da Mons. Vincenzo Paglia. Isullafattistampadel mese ✍ Il Papa e la Terra Santa I principali quotidiani nazionali del 4/3 danno ampio spazio all’ennesimo appello del Papa per la pace in Terra Santa, dopo la tragica “escalation” di morti, scontri e attentati che continuano a martoriare Gerusalemme, la striscia di Gaza e la Cisgiordania. Alcuni titoli: “Il Papa: ‘Cessi il fuoco in Terra Santa’ ” (Giorno), “Il Papa: ‘Cessate il fuoco, basta disperazione e odio’ ” (Mattino), “Il Papa invoca una tregua immediata” (Messaggero), “Il Papa: cessate il fuoco, sentite la voce della ragione” (Tempo), “Il Papa invoca il cessate il fuoco, ‘Rispettate la legge internazionale’ ” (Repubblica), “Il Papa: ‘Cessi il fuoco in Palestina’ ” (Stampa), “Il Papa: ‘Fermate subito le armi e fate sentire la voce della ragione’ ” (Corriere della Sera). “Di pari passo con l’aumento delle intensità delle violenze tra israeliani e palestinesi – si legge sul Giorno – aumentano le attività diplomatiche arabe e no, nell’area e fuori, fino agli Stati Uniti, per tentare di ridurre se non di fermare azioni e reazioni che in 24 ore hanno fatto 21 morti israeliani e cinque palestinesi”. Anche il Papa, aggiunge Orazio Petrosillo sul Messaggero, ha manifestato ancora una volta “tutta la sua tristezza e facendosi portavoce del diffuso sgomento per questa lotta senza fine nella Terra Santa, ha indicato i punti che servono per riprendere un minimo di coesistenza senza sangue e senza guerra tra i due popoli che vivono separati dall’odio e dalle armi”. E il vaticanista ricorda i “gesti di pace” necessari, secondo il Papa, per fermare la spirale di violenze e di morti in Terra Santa: “Un gesto militare; l’immediato cessate-il-fuoco. Un atteggiamento umano: un rinnovato senso di umanità. Una cornice giuridica: il rispetto della legge internazionale, a cominciare dalle risoluzioni dell’Onu sul ritiro israeliano dai territori occupati”. Secondo Luigi Accattoli, “scrivere che il Papa ‘chiede’ di ‘far tacere le armi’ è dire troppo, o poco, perché da tempo in questa materia Giovanni Paolo non ha interlocutori e il ‘cessate il fuoco’ l’invoca dalla Provvidenza, più che chiederlo agli uomini (...). Altre volte, negli ultimi mesi, il Papa aveva sollecitato la presenza, nell’area, della comunità internazionale con ‘mezzi pacifici e appropriati’. Ieri non ne ha parlato, come a prendere atto che nulla è possibile finché i due interlocutori non faranno ‘tacere le armi’. Tra dicembre e gennaio Giovanni Paolo ha usato parole forti, per spronare le due parti a uscire dalla ‘spirale infernale dell’odio e della vendetta’. Disse che ‘due diversi estremismi’ stavano ‘sfigurando’ la Terra Santa’. Condannò insieme gli ‘attentati cruenti’ dei palestinesi e la ‘legge del taglione’ con cui rispondono gli israeliani”. “Dobbiamo dar persa ogni speranza e rassegnarci all’idea che il conflitto israelo-palestinese terminerà solo con l’esaurimento completo di uno dei due – o al limite di entrambi – i contendenti?”. A chiederselo è Boris Biancheri (Stampa, 4/3), che per la soluzione del conflitto in atto in Terrasanta auspica “un chiaro reingresso in campo degli Stati Uniti. Da troppo tempo l’America è assente dal problema mediorientale, mentre è la sola ad avere elementi di pressione su entrambe le parti”. Ma neanche questo, per l’autore dell’articolo, è sufficiente, perché “in Medio oriente più che altrove un piano di pace globale, come quello di Abdallah, non è accettabile di per sé: chiunque lo accettasse verrebbe sconfessato dalla propria parte. Barak propose due anni fa uno Stato palestinese con il 97% dei territori del 1967 e non fu accettato. Forse, se avesse proposto il 70% e il resto fosse stato guadagnato da Arafat nel negoziato, saremmo oggi più vicini alla pace. Di urgente, di necessario c’è oggi solo una cosa: trovare il modo di separare i due avversari. Il negoziato, che sarà lungo, che durerà anni, può venire solo dopo”. Il nuovo, drammatico appello per la pace e la riconciliazione in Terra Santa viene accolto dai prin- 25 8. I FATTI DEL MESE SULLA STAMPA cipali quotidiani nazionali del 14/3, impegnati a riferire dell’udienza generale del Papa, svoltasi di nuovo nella sede abituale dell’Aula Paolo VI in Vaticano, dopo che Giovanni Paolo II, la settimana prima, era stato costretto ad una “sospensione forzata” (limitandosi a salutare le migliaia di fedeli dalla finestra del suo studio privato, al termine dell’udienza) a causa dei dolori artrosici al ginocchio destro. Quelle del Papa, commenta Roberto Monteforte sull’Unità, sono state “parole pronunciate con una particolare partecipazione dall’anziano pontefice. Proprio in questi giorni, infatti, sono passati due anni dallo storico viaggio di Giovanni Paolo II in Terra Santa. Due anni che sembrano anni luce tanto è peggiorata la situazione in quella terra. Ma è ancora impresso nella memoria e nel cuore degli israeliani il gesto del vecchio pontefice vestito di bianco di fronte al Muro del pianto nella spianata del Tempio, che affida la sua preghiera ad un biglietto messo tra le fessure del Muro. La sua richiesta di perdono sembrava potesse aprire nuovi scenari di pace. Oggi l’amara realtà è lo scenario di morte e di distruzione che coinvolge i due popoli”. La pietà è morta in Terra Santa, è l’amara sentenza di Igor Man sulla Stampa (14/3), che osserva che “la rioccupazione dei territori assegnati dagli accordi di Oslo all’Autorità palestinese è in atto ormai da settimane, ma da ieri è ‘autorizzata’ sicché Sharon può trascurare che, proprio ieri, le Nazioni Unite su (tardiva) pressione americana abbiano affermato il diritto, per due Stati, l’israeliano e il palestinese, di vivere in pace, l’uno accanto all’altro, ‘entro frontiere sicure e riconosciute’ ”. L’autore dell’articolo si sofferma poi sulla morte del fotoreporter italiano Raffaele Ciriello: “Sette colpi nel torace, non c’è stato nulla da fare per Raffaele. È morto all’ospedale dove, per altro, non c’era più plasma perché, dicono i medici, i posti di blocco israeliani ne rallentano il rifornimento. Pietà l’è morta. Se un soldato, un giovine soldato il quale dovrebbe aver inquadrato nel mirino che chi lo ‘punta’ è un tipo biondo di capelli e dunque non può essere scambiato per un terrorista, un biondo che non imbraccia il mitra bensì una camera da ripresa, e ciononostante il soldato spara contro quell’innocente bersaglio, chiaramente mosso da un automatismo inumano figlio della violenza non cieca ma ‘autorizzata’, è davvero segno che pietà l’è morta in Palestina. Mentre scriviamo è un frullato di ‘passi ufficiali’, di speranze assurde, di durissime condanne”. 26 Il “decalogo per la pace” Il “decalogo della pace”, consegnato dal Papa ai capi di Stato e di governo mondiali a poco più di un mese dall’incontro interreligioso di Assisi, monopolizza l’attenzione dei principali quotidiani nazionali del 5/3, che titolano: “Il Papa esorta i grandi alla pace” (Libero), “Giovanni Paolo II detta al mondo il decalogo della pace” (Tempo), “‘Nessuna violenza nel nome di Dio’, il Papa invia il decalogo di pace” (Giorno), “Il Papa scrive ai governanti del mondo, ‘Ecco il decalogo della pace di Assisi’ ” (Corriere della Sera), “Il decalogo per la pace del Papa, ‘La politica contro la guerra’ ” (Repubblica), “Il Papa invia il decalogo per la pace” (Stampa), “Il Papa scrive ai governanti del mondo, ‘Ecco il decalogo della pace di Assisi’ ” (Corriere della Sera), “Il Papa ai capi di Stato: costruite un mondo di pace” (Messaggero), “Decalogo di pace di Papa Wojtyla ai capi di Stato” (Mattino). Secondo Marco Politi (Repubblica), “quelle solenni dichiarazioni dei capi religiosi di tutto il mondo, pronunciate il 24 gennaio davanti alla basilica di San Francesco mentre si accendevano via via lucerne di speranza, dovrebbero diventare nell’intenzione del pontefice la base di un grande movimento spirituale per costruire un nuovo ordine internazionale ispirato alla pace, alla giustizia, alla solidarietà”. “Un decalogo per la pace da Assisi a tutto il mondo”, commenta Orazio Petrosillo sul Messaggero, sottolineando che “è altamente significativo che questo decalogo sia stato pronunciato il 24 gennaio sotto la grande tenda bianca della pace, in lingue e da esponenti di tradizioni religiose le più diverse: il sikh e il parsi, l’ebraico e l’arabo, il cinese e il russo, il coreano e il giapponese, il tedesco e il greco”. “Di fronte alle tensioni e ai conflitti, innanzitutto quello tra israeliani e palestinesi, che continuano a rendere inquieto il mondo – scrive Alceste Santini sul Mattino –, Giovanni Paolo II ha deciso di sfidare i potenti della terra. E in primo luogo gli Stati Uniti a cui non mancò la solidarietà della Santa Sede dopo l’evento tragico dell’11 settembre, a mettere in pratica quel ‘decalogo’ sottoscritto il 24 gennaio ad Assisi da sessanta leader religiosi, che si impegnarono a rifiutare, per la prima volta nella storia, ogni forma di violenza ed a lavorare insieme per la pace e la giustizia perché ‘la religione non deve mai più diventare motivo di conflitto e di odio’ ”. Quella del Papa, osserva il vaticanista, è “una sfida a raccogliere con coraggio le linee programmatiche di quel decalogo, all’interno di ciascun Paese e nelle relazioni 8. I FATTI DEL MESE SULLA STAMPA internazionali, per superare quanto oggi divide e spinge allo scontro. Una iniziativa di grande rilevanza politicodiplomatica perché rivolta a sollecitare i capi di Stato e di governo a compiere atti concreti, e non soltanto dichiarazioni di intenti, perché non vacilli la speranza in una pace vera tra le componenti della famiglia umana”. Il card. Ruini al Consiglio permanente della Cei Sono gli accenti “politici” della prolusione del card. Ruini al Consiglio permanente della Cei, quelli maggiormente sottolineati dai principali quotidiani nazionali del 12/3. Alcuni titoli: “Ruini ai politici: più autocontrollo” (Corriere della Sera), “Attacco di Ruini al governo: ‘Immigrati, legge sbagliata’ ” (Repubblica), “Ruini: immigrazione, legge discutibile” (Stampa), “Ruini: discutibile la legge sull’immigrazione, bene la riforma Moratti” (Sole 24 Ore), “Ruini esorta: nella nuova legge più solidarietà” (Messaggero), “Il cardinale Ruini: ‘Un provvedimento discutibile il nuovo disegno di legge sull’immigrazione’ ” (Tempo), “Ruini: ‘Troppa litigiosità nella politica italiana’ ” (Libero), “Il card. Ruini attacca: ‘Legge troppo severa’ ” (Gazzetta del Mezzogiorno), “Altri sei annegano, i vescovi accusano” (Unità), “Politici, litigate troppo” (Giorno), “Ruini critica la nuova legge: ‘Poco solidale’ ” (Mattino). “Giudizio positivo sulla riforma scolastica progettata dal ministro Letizia Moratti, ma accompagnato da una dura critica alla legge sull’immigrazione. Un richiamo ai sindacati perché non si arrocchino in difesa dell’articolo 18 e un invito per tutti a diminuire la conflittualità politica, perché soltanto con ‘autocontrollo’ e ‘lungimiranza’ il ‘peculiare bipolarismo italiano potrà maturare e non degenerare’ ”. Luigi Accattoli, sul Corriere della Sera, sintetizza in questi termini gli spunti principali della prolusione, per quanto riguarda la politica interna. “Si è tenuto molto sulle generali, il presidente della Cei”, commenta Marco Tosatti sulla Stampa, e precisa: “un punto specifico dell’attività del governo invece è entrato in dettaglio, ed è la legge sull’immigrazione”. Secondo Marco Politi (Repubblica), “la Chiesa boccia la politica del governo sull’immigrazione (...). Sbagliato legare i permessi di soggiorno al contratto di lavoro e poi sono troppo severe le pene per i ricongiungimenti familiari (...). Ma è soprattutto la filosofia di fondo della legge che il cardinal Ruini considera discutibile, perché per la cultura cat- tolica il ‘prossimo’ e lo straniero non possono mai essere trattati con un approccio xenofobo, cioè come ‘un avversario minaccioso’”. “Una posizione fortemente critica verso il nuovo disegno di legge sull’immigrazione, l’assenso altrettanto esplicito alla riforma della scuola del ministro Moratti, ma anche il richiamo a tutte le forze politiche ad uscire dall’attuale clima di rissa e di scontro per tornare a guardare al bene comune del Paese”. Sono questi, per Francesco Peloso (Tempo), alcuni temi “caldi” toccati dal presidente della Cei, che sul piano internazionale ha anche “ribadito la richiesta – già avanzata da Giovanni Paolo II – per un immediato cessate il fuoco in Terra Santa”. In particolare, osserva l’autore dell’articolo, “il richiamo al Parlamento per una modifica delle nuove norme relative all’immigrazione è stato avanzato in modo netto dal vicario del papa”. Secondo Riccardo Meci (Giorno), quello del card. Ruini è stato un “sostanziale appoggio al governo sulla riforma del mercato del lavoro e dell’articolo 18 ed invito alle forze sociali e ai partiti a ridurre conflittualità e proteste di piazza. Sì condizionato alla riforma della scuola e plauso al disegno di legge sull’immissione in ruolo degli insegnanti di religione. No alle nuove norme sull’immigrazione. Sì ad una ‘rapida soluzione legislativa’ in tema di procreazione assistita. Infine l’auspicio che vi sia una ‘reale inversione di tendenza nelle politiche di sostegno della famiglia e della natalità (...). Nella prolusione, il presidente della Conferenza episcopale ha parlato diffusamente di questioni internazionali e di temi pastorali e solo in coda ha trattato la politica interna. Ma in quelle tre, scarse cartelle finali della relazione, si leggono, tra le righe, alcune novità”. Meci le elenca: “Innanzitutto, una critica ai sindacalisti impegnati nel braccio di ferro col governo (...). Poche righe prima, Ruini aveva lamentato l’eccessiva conflittualità (...). Sulle singole riforme, il giudizio è vario”. Le “ambiguità” della piazza Manifestazioni di piazza, girotondi attorno alla Rai e ai Palazzi di giustizia, sono i segnali di una “mobilitazione diffusa” che “ha attecchito nell’opinione pubblica, illuminando un sentimento che non appariva, perché oscurato dalla delusione. Ma anche dalla incapacità degli attori politici di dargli visibilità. Rappresentanza”. La tesi è di Ilvo Diamanti, che sulla Repubblica del 12/3 parla della “forza d’urto del nuovo dissenso”. 27 8. I FATTI DEL MESE SULLA STAMPA “Si parlava, nei mesi scorsi – spiega il sociologo –, di una società che ha smesso di protestare, dopo anni di malessere rumoroso, nei confronti delle istituzioni e del governo centrale (...). Oggi assistiamo a una mobilitazione espressa dall’‘altra faccia’ dei ceti medi. Composta dagli insegnanti, dai funzionari, dagli impiegati, dagli intellettuali e dai dirigenti, che operano, perlopiù, nel settore pubblico. Reduci da un decennio silenzioso e mesto. Contagiati da una ‘sindrome da declino’. Coinvolti nella critica dello Stato e del ‘pubblico’. Ridimensionati sotto il profilo del reddito e del prestigio sociale. Protagonisti delle proteste degli anni ’70, nel decennio trascorso avevano ripiegato le loro bandiere (...). Da questo versante sociale è partita la scintilla. Accesa dall’happening di Nanni Moretti, un mese fa, a piazza Navona. Così, le manifestazioni dell’Ulivo, un po’ tristi e scarsamente partecipate, fino a quel giorno, si sono animate e moltiplicate. E sono ‘scappate di mano’ ai leader dei partiti per passare in quelle dei professori, dei militanti, degli intellettuali piccoli e medi che operano in provincia”. Questa mobilitazione, osserva Diamanti, “fa notizia” e “gode di un ampio consenso”, visto che “ha imposto i suoi contenuti, condivisi da un terzo di cittadini”. A proposito del significato di questo 28 nuovo tipo di protesta per così dire “popolare”, il sociologo sostiene che è “ambivalente”: da un lato, infatti, si situa contro la “normalizzazione” della “stagione di cambiamento degli anni 90”, contro “le pressioni esercitate nei confronti della magistratura” e “contro il governo di centrodestra”. Dall’altro, però, è anche “contro la delusione generata dalla divisione e dalla distanza del centrosinistra dalla società”. Questo l’identikit che Diamanti, sulla base di recenti sondaggi, traccia dei protagonisti attuali delle proteste di piazza: “Il sostegno alla mobilitazione (...) cresce nei giovani fra i 25 e i 35 anni e negli adulti, fra i 35 e i 54 anni. Cala, quindi, fra i giovanissimi (che preferiscono il no-global) e tra i più anziani. Aumenta fra gli impiegati pubblici, gli insegnanti, i dirigenti, fra le persone in possesso di laurea e di diploma, nelle città piuttosto che nei piccoli centri”. Questo vuol dire, commenta il sociologo, che la mobilitazione è estesa “oltre i confini del centrosinistra (...). Il malessere striscia, in questa fase, anche fra gli elettori del centrodestra. Le mobilitazioni lo hanno intercettato e reso palese. Complice una certa delusione, rispetto alle politiche del governo, in materia di giustizia, Europa, conflitto di interessi”. Smultimediali egnalazioni Francesco di Sales. Contro-storia di un mansueto Enzo Bianco, Leumann (Torino), Elledici, 2002, pp. 208, euro 9. È una nuova biografia dedicata a san Francesco di Sales (1567-1622), ispiratore della spiritualità di don Bosco e patrono dei giornalisti. Senza dubbio, una figura tutta da riscoprire superando alcuni luoghi comuni, come promette il sottotitolo del libro: la storia, non la scrivono solo i “violenti”, ma anche i “mansueti”. E in questa prospettiva la parabola umana e religiosa di Francesco di Sales è una luminosa testimonianza dell’idea cristiana della mansuetudine, una virtù realmente controcorrente e “rivoluzionaria”. Fu Pio XI, nel 1923, a proclamare san Francesco di Sales “patrono dei giornalisti cristiani”: ripercorrerne la vita, può essere utile a riflettere su questa professione così importante per l’esercizio dei diritti civili e per la sopravvivenza stessa della democrazia. Il volume, dal taglio decisamente divulgativo, è il frutto di anni di studi e di ricerche da parte dell’autore, sacerdote salesiano, giornalista e saggista. Per altre notizie: www.elledici.org. Il cammino dell’evangelizzazione. Problemi storiografici Giacomo Martina e Ugo Dovere (a cura di), Bologna, Il Mulino, 2001, pp. 337, euro 26. Questo volume raccoglie gli Atti del XII convegno di studio dell’Associazione italiana dei professori di Storia della Chiesa, svoltosi a Palermo dal 19 al 22 settembre 2000 (in collaborazione con la Facoltà Teologica di Sicilia) e viene pubblicato con il contributo della Conferenza episcopale italiana. Obiettivo del convegno, come si ricorda nella presentazione, è stato quel- lo di “offrire un apporto scientifico di comprensione e di valutazione storica del processo di evangelizzazione, tracciandone una sorta di bilancio storiografico di massima” e soffermandosi su alcuni snodi essenziali in cui si presenta più spiccato “il confronto/scontro tra vangelo e culture”: un bilancio dove, accanto a pagine luminose ed esemplari, non mancano “certi sostanziali fallimenti dell’azione evangelizzatrice della Chiesa e taluni ambigui processi di inculturazione della fede a tutto vantaggio dell’etnocentrismo europeo”. Firmano i contributi alcuni grossi esperti del campo: Giacomo Martina, Paolo Siniscalco, Vittorio Peri, Giacomo Di Fiore, Gaetano Zito, Fidel Gonzalez Fernandez, Ralph M. Wiltgen, Willi Henkel e Jean Comby. Per altre notizie: www.mulino.it. Islam, Cristianesimo, Ebraismo a confronto. Conoscere per una cultura di pace Autori vari, Casale Monferrato, Piemme Pocket, 2002, pp. 813, euro 9,90. Esce nell’agevole collana Piemme Pocket questo dizionario edito per la prima volta nel 1991 (tradotto da un’opera originale tedesca) successivamente riveduto e ampliato. Lo scopo è molto pratico: ad ogni tema (come “Dio”, “Libertà”, “Pace” o “Scienza”) fa seguito l’illustrazione del rispettivo punto di vista sostenuto dalle tre grandi religioni monoteistiche. Come dire, si ripercorrono voce per voce la storia, le tradizioni e gli insegnamenti di tutti i figli di Abramo. Ogni voce mette in rilievo le convergenze e le diversità che lo stesso concetto assume nelle tre diverse religioni, con numerosi riferimenti ai testi sacri e ai principali maestri di ciascuna tradizione. Completano il volume (nato dalla collaborazione di molti validi esperti di livello internazionale) una tavola cronologica sinottica e una bibliografia. È quindi un ottimo strumento di consultazione sia per gli studiosi delle religioni, ma soprattutto per chiunque sia impegnato nel dialogo interreligioso, oltre che, naturalmente, per gli operatori del’informazione e della comunicazione che trattano questi temi. Per altre notizie: www.edizpiemme.it. Siamo ancora vive! Amalia Navarro, Edizioni Messaggero Padova, 2002, pp. 115, euro 7,50. Non ci si può mai stancare di leggere le memorie di chi, durante la seconda guerra mondiale, ha subìto l’immenso oltraggio della Shoà, lo sterminio sistematico degli ebrei voluto dal regime di Hitler. Questo libro 29 9. SEGNALAZIONI MULTIMEDIALI racchiude la testimonianza diretta di una sopravvissuta. Amalia Navarro, nata a Venezia nel 1917, viene arrestata con tutta la sua famiglia il 5 maggio del 1944. Dopo aver attraversato le più atroci esperienze in vari campi di concentramento nazisti, riesce a tornare nella sua città natale dove scrive, a caldo, un diario denso di orrori. Un testo che lei non ha mai voluto rileggere da allora e che solo adesso ha deciso di pubblicare dedicandolo alla madre, al fratello e a tutti gli altri ebrei uccisi dalla follia nazista: “perché la memoria di tanta sofferenza non sia tanto presto sepolta nel cuore degli uomini”. Il libro, prefato da Moni Ovadia, fa parte della collana “terra & cielo” delle Edizioni Messaggero Padova diretta da Laura Pisanello (sottotitolo: “orizzonti che si toccano nella vita dell’uomo”). Fra gli altri titoli ricordiamo: “Nocciolo d’oliva” (Erri De Luca), “Storia di Elsa” (Rodolfo Doni), “Lasciamo correre via” (Chris Cappell). Per notizie e approfondimenti: www.messaggerosantantonio.it. Encyclopaedia Britannica 2002 32 volumi, Led International, euro 1650. Per la prima volta la prestigiosa “Encyclopaedia Britannica”, nata nel 1768, viene distribuita direttamente in Italia. Per chi conosce la lingua inglese, è uno strumento di lavoro preziosissimo. Questa nuova edizione, fedele come sempre allo spirito della tradizione e alla solidità del passato, presenta una revisione accurata e puntuale di tutti i suoi articoli e illustrazioni, con un linguaggio chiaro e preciso, e la possibilità di una consultazione rapida ed efficiente. Curiosando fra i 32 volumi dell’opera, si possono leggere anche le biografie di personaggi del mondo dello sport e dello spettacolo, riflessioni e dibattiti su temi cruciali come la globalizzazione, la storia e le attività delle più famose organizzazioni umanitarie. In questo modo, l’“Encyclopaedia Britannica” si propone come “una vera e propria porta d’accesso al sapere”. L’opera ha anche un sito: www.britannica.com. Per altre notizie: [email protected]. Vita consacrata Cd-rom, J. Aubry-G. Poli-P. Crespi (a cura di), Leumann (Torino), Elledici, 2002, euro 30,47. Negli ultimi decenni il magistero della Chiesa cattolica ha prodotto un’ampia serie di testi allo scopo di orientare il lavoro di rinnovamento intrapreso da tutti gli istituti religiosi all’indomani del Concilio Vaticano II. Questo cd-rom raccoglie i documenti 30 ecclesiali sulla vita consacrata dal 1963 a oggi. Un vero e proprio archivio digitale, dunque, uno strumento pratico e agevole che si pone come punto di riferimento essenziale per riflettere su missione e vocazione dei consacrati nel mondo contemporaneo. Altre informazioni si possono trovare navigando nel sito dell’editrice: www.elledici.org. Navigando nella rete Comunità di Premaor Diocesi di Vittorio Veneto http://www.puntohit.com/premaor/ La Comunità di Premaor, collegata al Seminario diocesano di Vittorio Veneto (TV), accoglie giovani e adulti per due anni di ricerca vocazionale, nei quali alla vita comunitaria si accompagnano gli studi preparatori alla teologia. Il sito presenta la Comunità vocazionale, nata nell’estate del 1988. Ha una sua collocazione appartata rispetto al Seminario Diocesano, nella canonica del piccolo paese di Premaor (Miane), e una gestione per certi versi autonoma, allo scopo di svolgere nel modo più efficace il suo servizio. La proposta è quella di “staccare” almeno una domenica al mese, per concedersi un momento di particolare ascolto di Dio, aiutati da alcuni sacerdoti e da un gruppo di fratelli. Nella sezione iniziative si presentano i gruppi Tabor e Diaspora. «Ci rivolgiamo anzitutto ai giovani – dicono Fabio e Alessandro, studenti della Comunità di Teologia – e a chi sente il bisogno di ricercare la volontà di Dio, per lasciare illuminare da Lui la propria vita. Per questo offriamo ai singoli e ai gruppi giovanili la possibilità di un incontro per una conoscenza e uno scambio di esperienze». Nel corso degli anni, diversi giovani e adulti hanno sperimentato l’aiuto di questi mezzi per la scoperta della propria vocazione e si sono lasciati condurre a realizzarla, come semplici cristiani, come padri di famiglia, o nella consacrazione di tutta la vita come presbiteri e religiosi. AGESCI http://www.agesci.org/ L’Associazione Guide e Scouts Cattolici Italiani fu fondata nel 1974. Oggi conta circa 200.000 membri in 30 9. SEGNALAZIONI MULTIMEDIALI tutta Italia, organizzati in più di 1.600 gruppi locali e divisi in unità in relazione all’età. Il metodo si basa su quello pensato nel 1907 da Lord Baden Powell allo scopo di «costruire buoni cittadini». Il sito presenta, in apertura, le novità: in particolare documenti, testimonianze e spiritualità. Nelle informazioni utili compaiono i principali link ad illustrare l’impegno dell’Agesci in diversi campi sociali, tra i quali la cancellazione del debito dei Paesi poveri. Il Calendario dei Campi evidenzia gli eventi distinti per le fasce di appartenenza (capi, ragazzi, quadri e formatori). “Metodo”, “Formazione Capi” con la Rete formatori, “Documentazione” sono le sezioni dedicate espressamente agli appartenenti dell’associazione. La storia del cammino percorso dall’Agesci in tema di catechesi ed educazione alla fede è sviluppata nel “Sentiero Fede”, con le linee guida che orientano i Capi e le schede divise per categoria. La sezione Stampa offre i comunicati ufficiali, mentre dalle Regioni si può accedere ai siti italiani cliccando le zone di interesse su una cartina. L’Agesci segue anche progetti di accoglienza (attività culturali e assistenziali) in favore degli immigrati dal Sud del mondo. Inoltre, dal 1992 ha sviluppato programmi di cooperazione in Albania, “Volo d’Aquila”, e in Croazia e Slovenia, “Gabbiano Azzurro”. Santuari.it Collegamento Nazionale Santuari http://www.santuari.it/ Il Collegamento Nazionale Santuari è un’Associazione che riunisce i Santuari italiani. Nell’ambito di un programma comune della pastorale utilizza centralmente servizi informativi e di gestione on-line personalizzati. Il sito ha un funzionale motore di ricerca dei santuari italiani e, nelle proprie pagine interne, mette a disposizione degli associati uno spazio su Internet (completo di indirizzo e-mail personalizzato) dove poter pubblicare la fede e la storia del santuario, le opere artistiche, notizie sull’ambiente, la vita locale e l’accoglienza. Un nuovo curioso servizio consente di spedire una cartolina virtuale del santuario scelto attraverso il motore di ricerca. Le feste del santuario sono consultabili attraverso un calendario sul quale si sceglie la data di interesse: il risultato offre una panoramica delle manifestazioni popolari e religiose con una ricca documentazione. La rivista di Cultura Mariana «La Madonna», organo di informazione del CNS, è presente in una sezione a parte nella versione ipertestuale, completa dei numeri arretrati. L’opportunità che viene data ai Rettori dei santuari è importante: visibilità e quindi promozione del turismo religioso e devozionale, incremento della pastorale dei santuari, divulgazione della spiritualità mariana, sviluppo e orientamento per la produzione e diffusione dell’arte sacra e qualificazione degli altri strumenti utili alla devozione popolare. Centri di Preparazione al Matrimonio http://www.cpm-italia.it/ Coppie di sposi inseriti nella Chiesa si incontrano con i fidanzati in un cammino di accompagnamento e confronto per la loro preparazione umana e religiosa al matrimonio cristiano. Tutto questo lo si vede nel sito della sede nazionale dei Centri di Preparazione al Matrimonio che, in Rete, presenta struttura, metodo e servizio del CPM, propone riflessioni di coppia e riti per i giovani, informa sulle Giornate internazionali, pubblica il calendario degli incontri e dà la possibilità agli interessati di scaricare libri e sussidi pensati e scritti da coppie che narrano il loro cammino di fede. I CPM sono nati in Francia nei primi anni ’50 quando alcune coppie di sposi hanno sentito il bisogno di comunicare alle famiglie in formazione la propria esperienza di fede e di vita. Dalla Francia si è poi diffuso in molti altri paesi ed attualmente è presente in Belgio, Canada, Francia, Italia, Lussemburgo, Madagascar, Olanda, Portogallo, Spagna, Slovenia, Svizzera, Repubblica Ceca, Malta, Federazione Isole Oceano Indiano. Ogni anno circa 8000 gruppi CPM incontrano oltre 400.000 fidanzati. In Italia è sbarcato nel 1964 a Torino e oggi è diffuso soprattutto nelle diocesi del nord e del centro. L’Associazione pubblica, tramite l’Elledici di Torino, dei sussidi per le famiglie, i gruppi-famiglia, i coniugi, i fidanzati e gli operatori della pastorale familiare. Il più importante è senz’altro il trimestrale “Famiglia Domani” già adottato da molti Uffici Diocesani Famiglia come sussidio per un cammino di fede con le coppie. Una sezione dedicata al periodico offre tutte le informazioni sulla “Stampa e pubblicazioni” a cura del CPM. 31 Ae segnalazioni ppuntamenti Master in scienze del matrimonio e della famiglia Sono aperte le iscrizioni al Master in scienze del matrimonio e della famiglia, promosso dall’Ufficio nazionale per la pastorale della famiglia in collaborazione con il Servizio nazionale per il progetto culturale, la Fondazione Luigi e Maria Beltrame Quattrocchi e il Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per studi su matrimonio e famiglia. L’iniziativa intende favorire la crescita della competenza nel campo della teologia del matrimonio e della famiglia e il costituirsi di una rete di famiglie che maturino nella propria identità vocazionale, sacramentale e pastorale. Il Master è biennale. Il primo anno comporta le residenza a Roma per la frequenza dei corsi di base (antropologia filosofica, introduzione alla teologia morale fondamentale, etica filosofica e teologica della sessualità umana, la dottrina sociale della Chiesa e la famiglia, filosofia del diritto matrimoniale e familiare, sociologia della famiglia, elementi 32 di demografia, bioetica generale e bioetica applicata) e dei corsi dei tre indirizzi (pastorale, psicopedagogico e giuridico). Il secondo anno comprende tre sessioni di due giorni di studio intensivo con laboratori in ciascuno dei tre indirizzi. Il termine delle preiscrizioni da inviare all’Ufficio nazionale della CEI per la pastorale della famiglia è il 30 maggio 2002. tedrale di Brindisi; 19 aprile Parrocchia del Sacro Cuore di Altamura; 20 aprile Parrocchia dello Spirito Santo di Bari; 25 aprile Cattedrale di Monopoli; 26 aprile Cattedrale di Trani; 27 aprile Parrocchia di Santa Maria delle Grazie in Santa Rosa a Lecce. Duc in altum. Il volto di Cristo nella musica e nell’arte Internet: un nuovo Forum per proclamare il Vangelo Milano 9-11 maggio 2002 Le diocesi di Foggia-Bovino, Brindisi-Ostuni, Altamura-Gravina-Acquaviva delle Fonti, BariBitonto, Conversano-Monopoli, Trani-Barletta-Bisceglie e Lecce, in collaborazione con l’Orchestra Mediterranea dell’Icom di Monopoli e il Coro Polifonico “S: Mercadante” di Altamura, promuovono dal 13 al 27 aprile la serie di concerti multimediali “Duc in altum. Il volto di Cristo nella musica e nell’arte”. L’iniziativa intende raccogliere l’invito del Papa nella Novo Millennio Ineunte alla contemplazione del Volto di Cristo. Attraverso la grande musica sacra, la lettura di alcuni brani evangelici e la recitazione di brevi meditazioni, ciascuna serataconcerto racconta sei momenti salienti della vita di Gesù: l’incarnazione, l’inizio del ministero pubblico, le beatitudini, la passione e la morte, la risurrezione e il mandato missionario ai discepoli. La narrazione musicale comprende l’esecuzione di brani correlati ai diversi momenti, mentre i testi richiamano problemi e situazioni di oggi e le immagini mostrano opere d’arte celebri. Il calendario delle serate, ciascuna delle quali ha inizio alle ore 20.15, è il seguente: 13 aprile Cattedrale di Foggia; 14 aprile Cat- L’ufficio Nazionale per le Comunicazioni Sociali della C.E.I, l’Università Cattolica del Sacro Cuore - Dipartimento di Scienze della comunicazione e dello spettacolo e l’Osservatorio sulla comunicazione della medesima Università hanno organizzato a Milano, dal 9 all’11 maggio un Convegno di studi dedicato alle nuove prospettive aperte da Internet all’annuncio del Vangelo. Il Convegno si terrà presso la sede dell’Università Cattolica, Largo Gemelli 1, e vedrà al aprtecipazione di docenti universitari ed eseprti di mass-media tra i quali i professori universitari Fausto Colombo, Mario Maggioni, Alberto Quadrio Curzio, Riccardo Petrella, Adriano Fabris, Andrea Grillo, Ivan Morrison, Giuseppe Romano, Stefano Martelli, Francesco Botturi, Giuseppe Richeri,. Marco Somalvico e Francesco Casetti; Il Segretario Generale della C.E.I., Mons. Giuseppe Betori e ildirettore di Avvenire, Dino Boffo. È previsto l’intervento del Ministro dell’Innovazione tecnologica, Luciano Stanca. Per maggiori informazioni ricolgesri all’Univesrità Cattolica del Sacro Cuore - Servizio Informazione Permanente tel. 02/7234.5701 e-mail <mailto:[email protected]> [email protected] o sui siti: www.unicatt.it/forumvangelo e www.chiesainrete.org.