Intervento delle dott.ssa Maria Rosa Borsetti e della dott.ssa Cecilia Franchini
Società Cooperativa Sistema Museo
L’area Sistema Museo della provincia di Pesaro-Urbino ha sede a Fano, è operativa
dal 2000 e in questi anni si è occupata di molteplici iniziative volte a quella che qui
chiamiamo “educazione al patrimonio diffuso” e destinate sia ad una pluralità di
fruitori, (scuola, adulti, famiglie), implicando variegati approcci, sia ad una pluralità
di settori nell’ambito della gestione di servizi di mostre temporanee e di progetti sul
territorio.
Molto velocemente mi limiterò a citare soltanto, a rebour, le mostre, alcune di
respiro nazionale, di cui abbiamo gestito i servizi e le attività didattico-laboratoriali
negli ultimi anni.
Successivamente mi diffonderò in modo un poco più ampio su quelle iniziative che
a vario titolo riteniamo significative, iniziando dalle ultimissime.
Ricapitolare qui, all’inizio, la nostra esperienza didattica nell’ambito di esposizioni
temporanee mi dà agio di riportare la riflessione su come, fino a quest’anno la
nostra attività sul territorio abbia come tratto distintivo la molteplicità.
E provo a spiegare meglio questa categoria che per noi è anche un necessario
metodo di lavoro. Rispetto alle realtà a cui i relatori di ieri hanno dato voce e rispetto
anche alla situazione in cui opera Sistema Museo in Umbria, nel nostro caso è
fondamentalmente mancata, almeno fino a quest’anno, e con la sola eccezione
della Rocca di Mondavio, un’attività, per così dire, routinaria, di base, legata
ad una gestione permanente, a fronte di un sovrapporsi, spesso, di attività che,
come nel caso, delle mostre temporanee, hanno richiesto tempi di elaborazione
concentratissimi e molte energie di realizzazione, ma non hanno avuto una
continuità congrua. E per congruo intendo, sia un tempo necessario a verificare
le attività stesse ed eventualmente migliorarle, sia un tempo sufficiente per cui
un’attività nel pieno del suo sviluppo cominci a portare dei frutti, anche a livello di
utile.
Ciò, tuttavia, è stato vissuto finora come libertà e possibilità di ricchezza inventiva,
piuttosto che come un deterrente, per cui attraverso questa polifonia di situazioni
la nostra conoscenza in molti settori si è ampliata e contaminata e così la nostra
capacità di veicolarla, in modo trasversale. In fondo la conoscenza è molteplicità, è
possibilità di tempo plurimo, è pluralità di linguaggi, è libertà immaginativa...
Ma ora passo alla elencazione delle mostre realizzate nella nostra Provincia negli
ultimi cinque anni e presso le quali siamo stati sempre presenti nella gestione dei
servizi educativi:
Sebastiano Ceccarini: cinque ritratti femminili, Fano, Pinacoteca Civica, 2005,
curatori Andrea Emiliani e Claudio Giardini.
Nel segno del colore. Paolo Tarcisio Generali (1904-1998), Fano, Rocca
Malatestiana, 2005, curatore Giovanni Gardini.
I Della Rovere. Piero della Francesca, Raffaello, Tiziano dislocata nei quattro
palazzi ducali di Senigallia, Urbino, Pesaro, Urbania, 2004, curatore Paolo Dal
Poggetto. Per ognuna di queste sedi abbiamo approntato visite e laboratori didattici
specifici.
Anselmo Bucci (1887-1955), Fossombrone, Quadreria Cesarini, 2003, curatrice
Elena Pontiggia.
Bronzi e marmi della Via Flaminia, Pergola, Museo dei Bronzi Dorati e della Città
di Pergola, 2002
L’anima e le Cose. La natura morta nell’Italia pontificia nel XVII e XVIII secolo,
Fano, Edificio Luigi Rossi, 2001, curatori R. Battistini, B. Cleri, C. Giardini, E. Negro,
N. Roio.
in collaborazione con
Passo, ora, alle attività realizzate in quest’ultimo anno, legate a due importanti
1
monumenti fanesi, il Bastione Del Sangallo e la Rocca Malatestiana. Terminati i
restauri, essi sono di nuovo fruibili dal pubblico con un’apertura regolare e continua.
Insieme alla gestione dei servizi e all’apertura di un bookshop tematico di circa 150
titoli abbiamo progettato e realizzato varie iniziative e proposte didattiche ad essi
relative.
Esempi dell’evoluzione delle strutture difensive in Europa nel corso dei secoli,
dalla tipologia della rocca alla fortificazione bastionata moderna, le due strutture
architettoniche rappresentano segni forti della storia, culturalmente individuanti
la città e il territorio, nonché luoghi di indiscutibile fascino. Ma, in quanto sempre
presenti lungo i percorsi della quotidianità dei cittadini fanesi e, purtroppo per lungo
tempo aperte solo in poche occasioni all’anno, hanno finito per diventare strutture
in-visibili, nel senso sia di in-accessibili sia di non notate.
Non era più riconoscibile, cioè, la loro valenza di monumento nella sua duplice
accezione etimologica, da maneo e moneo, di permanenza per la memoria.
Le nostre proposte didattiche, quindi, sono state mosse dalla convinzione che ci
fossero degli aspetti fondamentali da affrontare, dei nodi importanti. Innanzitutto
abbiamo ritenuto essenziale tentare di:
ri-connotare questi luoghi, attraverso una ri-nnovata percezione individuale e
collettiva
veicolare l’attenzione di giovani e adulti al proprio territorio e alla sua peculiarità di
museo diffuso, per pervenire a una sorta di ri-appropriazione in termini conoscitivi
ed affettivi, in modo che esso diventasse interpretabile come un reticolo di segni
lasciati dalla storia in grado di comunicare con il presente, cioè di rivelare qualcosa
del presente
suscitare la curiosità e l’interesse, diciamo pure, turistico, di visitatori occasionali
“animare” questi spazi vuoti, “vivificarli”, re-integrarli nel tessuto cittadino attuale
Le città, infatti, e prendo a prestito le parole di Italo Calvino, sono un insieme di
tante cose: di memoria, di desideri, di segni d’un linguaggio; le città sono luoghi
di scambio […] ma questi scambi non sono soltanto scambi di merci, sono
scambi di parole, di desideri, di ricordi. (da Italo Calvino, Le città invisibili)
Dalla primavera 2005 ad oggi abbiamo, dunque approntato, interventi su più fronti.
1. Abbiamo realizzato e offerto gratuitamente al Bastione del Sangallo un servizio
di AUDIOGUIDE, su supporto MP3, strutturato in modo che i visitatori fossero
letteralmente guidati passo per passo, invitati a posare lo sguardo sui vari elementi
della struttura, in rimando spesso al contesto urbano, potendo scegliere, inoltre,
alcuni approfondimenti di carattere storico, cronachistico, tecnico.
Il Bastione e questo strumento didattico sono stati un’area e un progetto pilota della
durata di tre mesi che ha riscontrato un buon apprezzamento presso il pubblico,
soprattutto di turisti, e che ci ha indotti, quindi, a proseguire con questo tipo di
intervento in altri contesti, ricercando anche formule maggiormente interattive
(un’audioguida è stata realizzata anche per la Mostra su Leonardo. Genio e visione
in terra marchigiana, in corso alla Mole Vanvitelliana di Ancona fino a gennaio
2006).
Vorrei qui sottolineare come un tale approccio, consueto e considerato, talora,
obsoleto nei grandi musei italiani, non altrettanto nei piccoli musei della nostra
Regione, raramente viene utilizzato in ambito monumentale e tanto meno per
comunicare strutture difensive e fortificazioni che per quanto affascinanti, e siamo
al livello di piacere estetico, non possono essere, però, autoreferenziali.
In questo senso, mi sembra che sia stata svolta un’operazione molto significativa di
valorizzazione del patrimonio culturale e di facilitazione al suo approccio da parte di
visitatori curiosi e interessati.
2. Abbiamo organizzato visite guidate alle architetture difensive di Fano secondo
itinerari a piedi e in bicicletta, prevedendo, al termine della visita, una degustazione
di prodotti tipici locali nella suggestiva loggia coperta del Bastione, la polveriera.
2
Sono stati organizzati anche alcuni concerti.
In tal modo il monumento, pur mantenendo la sua aura di fascinazione secolare,
è stato percepito e vissuto dai partecipanti come un luogo meno distante che con i
suoi spazi interagiva fortemente con l’esperienza di aggregazione, socializzazione,
ascolto che di volta in volta si verificava, in un modo che va ben al di là del mero
essere contenitore di eventi.
Continuare a creare situazioni di continuità di accesso e di familiarità e con il
monumento, crediamo, possa ricondurlo ad essere parte integrante della vita della
città anche come elemento di vanto e orgoglio collettivi.
3.
Per quanto riguarda le attività rivolte a fruitori in età scolare abbiamo cercato
di individuare delle modalità e degli approcci che consentissero un’esperienza
piacevole, coinvolgente che vedesse i bambini e i ragazzi soggetti attivi nei loro
percorsi di visita.
La proposta didattica relativa alla Rocca Malatestiana si configura come una raccolta
e sistemazione di dati acquisiti sul campo, secondo un percorso strutturato in modo
che i giovani partecipanti tengano conto dei rimandi tra la struttura generale e i
singoli elementi architettonici, procedendo, inoltre, ad attività di comparazione con
foto d’archivio e disegni precedenti a crolli e modifiche che hanno conferito alla
Rocca l’aspetto attuale.
In tal modo il monumento ed il territorio stesso vengono ad essere valorizzati come
luoghi didattici e chi vi si accosta può acquisire alcuni strumenti necessari per
leggerne le trame, iniziare a comprenderne le peculiarità in relazione alle diversità,
rispettarlo, amarlo.
La visita al Bastione del Sangallo si configura come un’esplorazione degli spazi
con prove di orientamento, sulla scorta del racconto di un immaginario, ma
“filologicamente” ricostruito, capitano di guarnigione di stanza a Fano intorno
all’anno 1554, due anni dopo la conclusione della costruzione. L’espediente della
fabulazione consente uno sguardo ravvicinato ad una plausibile, per l’epoca,
situazione di attacco dal mare da parte dei corsari. Alla ricerca e al rinvenimento
di indizi è, invece, affidata la modalità di apprendimento delle caratteristiche e
delle peculiarità innovative del monumento (architettoniche, strutturali, funzionali,
materiali), della situazione storico-politica che ne determinò la costruzione, dei
termini corretti per designare le varie parti costitutive e gli elementi significativi della
macchina bellica.
Accennata sopra come anomalia per la nostra area, è la gestione continuativa ormai
da tre anni dei servizi educativi nell’ambito della Rocca di Mondavio. Ci troviamo
ancora nell’ambito di strutture difensive e qui abbiamo avuto modo di mettere
a punto nei minimi aspetti la proposta didattica, di formare le operatrici come
mediatrici fra le esigenze dei giovani fruitori e le molteplici potenzialità del contesto
monumentale, e di consentire loro di crearsi un’esperienza sul campo.
La Rocca …in Gioco, questo il titolo del progetto prevede due attività diversificate
una per la scuola materna e per il I ciclo elementare, e l’altra, diversamente
calibrate, per il II ciclo delle elementari e per le medie.
Tra i fiori all’occhiello che mi sento di annoverare tra le attività della nostra area di
lavoro il primo a essere sbocciato, anche in ordine cronologico è Archeoprovincia,
un progetto annuale (anno 2002) di valorizzazione ed educazione al patrimonio
archeologico promosso dalla Provincia di Pesaro e Urbino, in collaborazione con
alcune Amministrazioni comunali, la Soprintendenza ai Beni Archeologici delle
Marche, e molti soggetti operanti nel territorio.
Oltre alla cura della pubblicazione di un Atlante dei Beni Archeologici della
Provincia, oltre a un ampio progetto di comunicazione e promozione, già
allora avevamo realizzato un opuscolo dal titolo Archeo anch’io, in cui avevamo
3
collazionato le varie proposte didattiche legate all’archeologia, contattando quasi
tutte le associazioni e cooperative operanti su territorio provinciale che oggi siedono
a questo tavolo per presentare la loro attività.
L’iniziativa che nell’ambito di Arheoprovincia ha avuto un enorme successo, tanto
da essere richiesta anche l’anno successivo, e che si attestava, allora, tra i progetti
innovativi nell’ambito del territorio nazionale, è stata l’organizzazione di campi
archeologici presso il sito di Tifernum Mataurense, in S. Angelo in Vado. Studenti e
appassionati hanno potuto partecipare per un certo periodo alla campagna di scavo
condotta dall’Università di Macerata accanto agli archeologi professionisti, operando
in alcune fasi del processo di ricerca, raccolta e catalogazione dei materiali.
Ugualmente nell’ambito di Archeoprovincia, abbiamo organizzato numerose
escursioni in pullman presso i siti della Provincia che, allo stesso modo, hanno
ottenuto ampissimi consensi, confermata anche dalla partecipazione reiterata
dei visitatori, alcuni dei quali provenienti da zone fuori regione. Ciò, crediamo,
in virtù, innanzitutto della bellezza e suggestione dei luoghi, ma anche e non
secondariamente dell’alta qualità che contraddistingueva gli interventi delle guide,
tutte specialisti del settore e della cura dell’organizzazione.
Forti di questa prima esperienza nel 2003 abbiamo curato un altro progetto
dedicato ad un pubblico generico, soprattutto di adulti, che era Panorami di
Cultura, condotto la collaborazione della Provincia e di molti Comuni interessati alla
valorizzazione del territorio. Molte le iniziative, molte le tipologie delle emergenze
territoriali (musei, chiese, architetture difensive, teatri, biblioteche) su cui abbiamo
puntato la curiosità e l’interesse dei visitatori, molteplici gli approcci: visite guidate
su tematiche specifiche condotte da docenti universitari e studiosi, animazioni
teatrali e mini-laboratori, appuntamenti in piccoli musei per imparare o reimparare a
osservare un’opera d’arte…
Servizi Educativi – Sistema Museo
Crediamo che chi si occupa di didattica del patrimonio culturale, settore che
coinvolge non solo ambiti di conoscenza ma anche aspetti di crescita individuale e
di relazione, debba porsi delle domande essenziali.
In particolare:
Quali obiettivi si vogliono raggiungere con un’attività di didattica del patrimonio
culturale?
Quali sono gli strumenti più appropriati per raggiungere tali obiettivi?
I servizi educativi di Sistema Museo partono da un’idea di fondo:
Conoscere il patrimonio è un’esperienza di crescita, che deve essere vissuta in
prima persona dai ragazzi.
Un’esperienza di crescita, o semplicemente uno stimolo, alla curiosità,
all’identificazione, alla consapevolezza.
Questa idea nasce essenzialmente dalla nostra esperienza nel settore dei servizi
educativi che inizia nel 1990.
Lavorando principalmente nei musei locali, quindi musei piccoli per dimensioni e
minori nell’accezione positiva di collezioni legate al territorio, il nostro obiettivo era,
e rimane, quello di offrire un servizio di assistenza didattica alle scuole e agli adulti
per avvicinare il pubblico al patrimonio culturale e naturalistico in modo diverso.
Nel 1998 è nata l’esigenza di creare nell’azienda un vero e proprio Settore Servizi
Educativi, che lavora soprattutto per il pubblico delle scuole e garantisce la massima
qualità dei servizi in termini di professionalità e organizzazione
4
Il nostro obiettivo è quindi fornire gli strumenti per fare propri alcuni contenuti, ma
soprattutto per assimilare un atteggiamento di approccio alla realtà, caratterizzato
dalla capacità di interrogare quello che ci sta intorno, tessuto continuo di presente e
passato. Quindi trasmettere non solo contenuti ma un modello di metodo.
I nostri settori
Visite didattiche : visite appositamente ideate per i ragazzi, dove le parola chiave
sono il dialogo,il lavoro di squadra, l’intervento attivo alla scoperta di musei,
pinacoteche,siti archeologici ed ambientali.
Percorsi territoriali : itinerari per leggere il grande libro del territorio e approfondire
temi di ricerca di un contesto geografico e cronologico allargato.
Percorsi tematici : percorsi di apprendimento secondo un tema specifico , che
collega il lavoro in classe, la visita al museo e l’esperienza diretta con il patrimonio
culturale e naturale.
Laboratori : imparare attraverso il fare di una dimensione di gioco, divertimento e
sperimentazione. L’mportante non è quanto si fa ma come , non il risultato ma il
processo che ha portato ad ottenerlo.
Incontri di approfondimento : Sistema Museo entra in classe per momenti di
approfondimento su specifici argomenti da concordare con gli insegnanti.
Visite ed attività per mostre temporanee : Gli eventi temporanei diventano occasioni
uniche di apprendimento,attraverso programmi didattici dedicati ai più giovani e
ideati appositamente sui contenuti di mostra.
Itinerari didattici per viaggi di istruzione : pacchetti di itinerari didattici tra musei ,
città e territorio, pensati in collaborazione con t.o specializzati nel settore del turismo
scolastico, per sperimentare la lettura del patrimonio divertendosi.
Quest’anno abbiamo cercato di rinnovare ed ampliare le nostre proposte
introducendo il vagone didattico :
non è altro che un un vagone del treno , allestito come fosse un’aula, con supporti
per scrivere, materiale didattico e proiettori, un luogo dove,un operatore didattico
specializzato potrà impartire lezioni propedeutiche alla visita delle città di Roma,
analizzando varie tematiche che poi saranno arricchite dall’esperienza concreta.
All’arrivo a Roma una guida turistica specializzata accompagnerà i ragazzi nei luoghi
scelti dall’itinerario, approfondendo le tematiche affrontate durante il viaggio.
Formazione per insegnanti : E’ possibile concordare moduli di formazione o
aggiornamento per insegnanti su temi e attività della didattica del patrimonio
culturale;
Attività ludiche : si tratta di attività nelle quali la dimensione del gioco costituisce
una componente importante per proseguire l’obiettivo finale dell’apprendere; il
gioco, l’esperienza ludica diventa lo strumento utilizzato dagli operatori didattici per
approfondire un tema legato al mondo del sapere.
L’approccio Didattico .Il coinvolgimento attivo, contro ogni univocità e passività degli
approcci tradizionali, è la prima parola d’ordine e significa per noi favorire il dialogo
con il patrimonio.
Ciò avviene secondo una progettazione delle attività che alterna momenti teorici
ad esperienze pratiche e la presenza di operatori specializzati il cui ruolo sia di
mediatori, alla stregua di compagni di viaggio in un’esperienza che non chiamiamo
visita o lezione, quanto esplorazione.
Particolare attenzione viene rivolta alla dimensione del gioco, con regole e
ruoli precisi, che è familiare, quotidiana per i ragazzi e quindi efficace per farli
appropriare di un’esperienza nuova da protagonisti.
L’aspetto ludico si amplifica nelle attività di laboratorio, basate sul concetto del
sapere derivato dal saper fare e che hanno come obiettivo lo sviluppo delle abilità
5
manuali in funzione di procedimenti concettuali.
È il momento per memorizzare le informazioni raccolte attraverso la sperimentazione
o l’elaborazione creativa, in base all’area tematica e all’argomento conduttore.
Anche in questo caso l’importante non è quanto si fa, ma come.
Naturalmente, per significare esperienza, l’attività deve essere a misura di classe e
di bambino, e quindi prevedere:
• un’attenta selezione dei contenuti e delle modalità di svolgimento,
• la cura di un linguaggio e un vocabolario appropriati,
• il rimando costante alla quotidianità dei ragazzi (per accorciare la distanza
con qualcosa di passato in un mondo come quello attuale che vive quasi
esclusivamente la dimensione del presente),
• il rapporto confidenziale con i partecipanti.
Questa metodologia, che contraddistingue i servizi didattici di Sistema Museo, è
frutto innanzitutto della profonda convinzione del valore educativo (in termini di
saper fare e saper essere, di competenze e atteggiamenti) del patrimonio culturale e
di un’esperienza lunga e consolidata a diretto contatto con i ragazzi e gli insegnanti.
La nostra esperienza sul campo viene inoltre costantemente rafforzata e definita
in termini di qualità attraverso corsi, aggiornamenti e seminari, effettuati in
collaborazione con esperti nel settore della didattica del patrimonio culturale e con
le sezioni didattiche di importanti realtà museali a livello nazionale ed internazionale.
La nostra professionalità e organizzazione cresce, inoltre, attraverso una costante
condivisione di metodi e obiettivi, che garantiscono l’omogeneità dei servizi, un
continuo monitoraggio di nuove esperienze e esigenze del settore, che ci rinnova
in termini di proposta, e soprattutto il proficuo e assiduo dialogo con gli insegnanti,
che ci consente di essere vicini al mondo della scuola e collaborare in modo
significativo al percorso di crescita dei ragazzi.
Organizzazione
La segreteria generale dei Servizi Educativi di Sistema Museo fornisce un servizio
info line di informazione, prenotazione e orientamento per il pubblico attivo sei
giorni alla settimana.
Per finire, un dato crediamo significativo: nell’anno scolastico 2004-2005 abbiamo,
speriamo contribuito a far crescere e divertire un numero complessivo di circa
50.000 ragazzi.
6
Scarica

atti_12. - Provincia di Pesaro e Urbino