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Castiadas: L’Ambiente
In un ambiente di eccezionale interesse paesaggistico e naturalistico, lungo un
antico sentiero ombreggiato da una rigogliosa vegetazione di lecci e querce da
sughero, si giunge al monte Minni Minni.
Giunti alla cima del monte ci si trova di fronte ad uno splendido scenario
rappresentato dai litorali di Castiadas e Villasimius e dalle punte dei Sette Fratelli.
Il bosco di Castiadas si chiama “S’Acqua Callenti” e fa parte del monte dei Sette
Fratelli.
Il clima è tipicamente mediterraneo. Mite con inverni poco freddi e poco
rigidi(minime intorno i 35°), è caratterizzato dal maestrale che spirando con
violenza, soprattutto nei mesi freddi, dai “Sette Fratelli” provoca danno sia al
territorio che alle colture. Le piogge sono rare
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Castiadas: Archeologia
Una serie di elementi archeologici hanno lasciato sul territorio, un bel complesso nuragico, con
nuraghi, villaggi, menhirs, domus de janas e tombe dei giganti, segni di frequentazioni fin
dell’epoca nuragica.
Il nuraghe più importante di Castiadas, denominato “Nuraghe S’Omu e S’Orcu” è una
fortezza nuragica costituita dal mastio bilobato, caratterizzato da una torre laterale e da
una seconda torre ubicata nella parte centrale del complesso, le torri hanno forma
circolare, diametro di circa mt.750 e costituite da conci quadrangolari e poliedrici di medie
e piccole dimensioni, disposti, inzeppati, secondo filari murari regolari. Il tutto racchiuso da
una cartina ante murale e da una muraria, comprendente ulteriori 5 torrini.
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Castiadas: La Storia
Secondo antiche fonti Villanova Castiadas è nata nel XIV secolo ma, a causa della malaria e della peste, alla fine
del 1500 si svuotò e rimase praticamente disabitata per oltre 350 anni.
Nell’agosto del 1875 a Castiadas ci furono nuovamente segni di vita: sbarcarono a Cala Sinzias 7 agenti di
custodia e 30 detenuti, quasi tutti muratori, condannati a lavori forzati. L’intento era di bonificare e rendere
produttiva, attraverso il lavoro dei detenuti, la zona che si presentava ricca di boschi, acquitrinosa e incolta.
Essi si stabilirono in una capanna, in località “Praidis”(dove possiamo ancora vedere il nucleo principale
delle carceri) tra i due torrenti “Gutturu frasca” e “Bacu sa figu”.
Un anno dopo, nella stessa località, erano state costruite strutture in muratura capaci di accogliere 500
carcerati. Col passare degli anni bonificarono e coltivarono il territorio e per questo ne disboscarono
un’ampia parte, allevarono bestiame, costruirono distaccamenti e ponti e tutte le
strutture(carbonaie,caseificio, fornace, ecc.) necessarie a rendere produttiva e autosufficiente la colonia
che raggiungerà la punta massima 1200 detenuti.
Nel 1955 la colonia, avendo raggiunto l’obiettivo della bonifica del territorio, fu chiusa definitivamente, ma già
dal 1933 un Regio Decreto aveva stabilito la cessione dei territori ad un ente di colonizzazione di terre
incolte, detto Ente Ferrarese.
Nel 1947 esso divenne Ente Sardo e nel 1952 all’Ente Sardo si sostituì l’ETFAS(Ente di trasformazione fondiaria
ed agraria della Sardegna), oggi ERSAT ( Ente reginale di sviluppo e assistenza tecnica in agricoltura).
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Castiadas: Flora e Fauna
La numerosa fauna selvatica ha trovato in questi luoghi il suo abitat ideale. Essa è rappresentata principalmente
da una numerosa colonia di cervi che dividono il territorio con cinghiali, gatti selvatici, martore ed uccelli
come il colombaccio, corvo imperiale, picchio rosso, poiana ecc.
La numero fauna castiadese è ancora pura, cioè nell’arco dei secoli non si sono avuti incroci di razze, lo dimostra
infatti la stazza dei cinghiali.
Il cervo sardo è il più grande mammifero selvatico presente nella nostra Regione, nel territorio di Castiadas con
gli ultimi censimenti effettuati dagli uomini del Demanio forestale, si può dire che nelle nostre foreste vi è
la presenza di oltre 700/800 capi
La flora di Castiadas è anch’essa tipicamente mediterranea e caratterizzata dalla presenza di specie appartenenti
alla macchia mediterranea quali:
Il corbezzolo(in lingua sarda: Ollioni):Questo alberello è un tipico componente della macchia mediterranea dove
si dimostra ottimo colonizzatore di terreni poveri di base. I frutti, dotati di proprietà astringenti, possono
essere consumati freschi o in confettura. Foglie sempre verdi, alterne, coriacee, finemente seghettate sul
margine e i frutti sono bacche globose rosse.
Lentisco(in lingua sarda: Moddizzi):è una pianta eliotila e termofila, che sopporta condizioni di spinta aridità;
molto adattabile per il terreno, predilige però suoli silicei, dove vegeta raggiungendo le dimensioni di un
piccolo albero contorto, o, più comunemente, di arbusto. Esercita un’azione miglioratrice e protettiva nei
confronti del terreno. Le foglie sono sempre verdi, composte, paripennate con 8/12 foglioline ellittiche a
inserzione alterna. I frutti sono piccole drupe prima rosse poi nere. Un tempo si utilizzava il legno per
produrre ottimo carbone o direttamente per piccoli lavori al tornio, grazie alla sua durezza e al bel colore
rosso-venato.
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Castiadas: La Colonia Penale
L’11 agosto del 1875 trenta detenuti ed alcuni agenti di custodia provenienti dalla casa penale di S.Bartolomeo
(Cagliari) sbarcarono sulla solitaria spiaggia di Sintzias-lato orientale della Sardegna- per eseguire opere di
bonifica idraulica ed agraria dell’incolta campagna e stabilirvi una colonia penale agricola.
La Colonia Penale agricola venne costruita nel 1877 a Castiadas, su una collinetta detta Praidis, fra due
fiumicelli, col mar Tirreno ad est ed il boscoso Monte Melas ad ovest, il tutto in posizione centrale fra i
terreni boschivi e coltivati Castiadas.
Oggi la Colonia penale è in fase di ristrutturazione e prevede un ambizioso progetto di utilizzo dei locali che un
tempo venivano occupati dai detenuti.
.
Nel tentativo di mantenere viva la tradizione delle
lavorazioni artigianali manuali, come la costruzione delle
botti per il vino, dei cesti, delle corde, dei tappeti ecc., le
ex celle verranno adibite a botteghe artigiane dove i
visitatori potranno vedere all’opera i bravi artigiani locali
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